Progettare il Marchio Perfetto
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Vanessa Vidale • Via
Monza, 10 - 20025 -
Legna
no-M
I
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Quando nasce una nuova società intesa come entità legale (S.r.l., S.p.A. o semplicemente una persona fisica con Partita IVA),
nasce anche un MARCHIO o un LOGO che insieme con altri elementi costituiscono il CODICE COMUNICATIVO DELLA MARCA, quello che poi noi percepiamo.
un marchio?Cos’è
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Il LOGO è l’abbreviazione del termine logotipo (dal greco logos > parola e tipo > tipografico) Il logotipo è il SEGNO GRAFICO DI UN MARCHIO.
Il MARCHIO invece è l’insieme degli elementi visuali e testuali (pittogramma + scritta o logo).
logo o marchio?
© VanessaVidale CommunicAction 2014 • All Rights Reserved© VanessaVidale CommunicAction 2014 • All Rights Reservedanalisi grammaticale
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Pensato Semplice Proporzionato Versatile Senza Tempo Appropriato
Memorabile Raccontare Originale Colorato Apprezzabile
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Progettare, disegnare, schizzare in modo libero. Riempire il foglio bianco con tutto ciò che viene in mente quando si pensa all’azienda o a ciò che deve trasmettere. In questa fase non censurarsi è fondamentale.
Pensato
Prima carta e penna. Poi Computer.
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Rendilo semplice e stupido. Un marchio semplice consente un facile riconoscimento che lo rende versatile e indimenticabile.
semplice
THINK K.I.S.S.Principio del K.I.S.S.: Keep it simple and stupid
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Armonioso > > I progetti di grafica basati su proporzioni auree sono particolarmente appaganti per l’occhio.
PROPORZIONATO
REGOLA DELLA SEZIONE AUREA
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Un buon marchio deve: lavorare su tutta una varietà di mezzi e applicazioni formato vettoriale scalato a qualsiasi dimensione funzionare sia informati orizzontali e verticali.
La capacità di adattarsi
Progettare il marchio in bianco e nero. Il colore arriva dopo
Versatile
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Non deve necessariamente essere letterale e qualora lo fosse deve essere ARRICCHITO DI UN DETTAGLIO che lo renda unico, come il morso sulla mela della Apple.
Proprio stile
Liberofamiglia
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Parlare la lingua di cio’che rappresenta
appropriato
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Progettato al di fuori dei canoni della moda del momento.
Memorabile
EVER GREEN
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Pochi elementi che ne caratterizzino i valori e facciano intuire verso quale direzione si vuole andare.
Raccontare
RACCONTARE UNA STORIA
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Una o due tonalità che lo rendano riconoscibile
Colorato
CODICE COLORE DEFINITO
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Un buon marchio può essere appezzato da tutti, ma non piacere a tutti.
Apprezzabile
NON PIACERE A TUTTI
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PayoffQUELLO CHE RESTA DEL PRODOTTO
intervento di Valentina Maran
Il payoff è detto anche FIRMA, e generalmente è tutt’uno col logo. È importante che abbia “largo respiro”.
Non deve mai allacciarsi in modo stretto a una sola campagna: deve valere per qualsiasi campagna si farà nel futuro perché potenzialmente non dovrà mai essere cambiato.
Deve essere studiato con un brief a sé, e deve veicolare la filosofia della marca in pochissime parole.
IL payoff
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Ce ne sono di espliciti e di sbagliati. In genere fanno la storia di un marchio:
Just do it – (nike) FALLO! È un’esortazione che vale su qualsiasi spot nike. Sia che riguardi mostri immaginifici, sia che parli di gente qualunque, nike invita a fare cose straordinarie sempre.
IL payoff
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IL payoff
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Impossible is nothing – (Adidas)
Qui il concetto riporta leggermente a cose già più “improbabili”, mi trascina in un mondo di inaspettato. Ho una promessa meno ampia della precedente, ma comunque noto campagnabile.
Batte. Forte. Sempre. (Unieuro) A mio avviso incomprensibile e vaga. Parla di un cuore, ma non si capisce la filosofia.
Scarpe a più non posso (Pittarosso) Sfrutta la rima, fa schifo, ma si capisce che vendono un sacco di scarpe.
Ti mette le ali (red Bull) Si capisce che è energetico. Poi il trattamento può piacere o non piacere. Ma tant’è.
IL payoff
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Toglietemi tutto ma non il mio Brail (Brail) Uno dei pochi casi col nome della marca nel payoff. Generalmente si omette anche per questioni estetiche essendo presente nel marchio. In questo caso il concetto è strettissimo e tende ad avere poca storia: ottimi i primi spot che si sono subito esauriti in favore di uno storytelling puramente estetico.
IL payoff
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