Il Parere - Free Press | numero 4

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Rivista di informazione culturale | Trasposizione cartacea de Il Parere.net – giornale online | Anno 2 | Numero 4 | Chiuso in redazione il 13/05/2013 In questo numero : Lia Lapini: la bestia indomabile / Siena 2019: Zatarra incontra Sacco / A tu per tu con Gaia Pasi /I magnifici 8: chi sbroglierà la matassa? / NO - L’arcobaleno del Cile come esempio di civiltà / Al- fonso Casella: “Non basta essere la città della cultura, la cultura va capita” / Francesco Pulitini a tutto tondo tra Università, MPS e Siena 2019 / Federico Pacini: verità e merito! / Sublimi follie cartacee / Eventi in pillole CHI SBROGLIERÀ LA MATASSA? 10-12 speciale elezioni comunali Elezioni comunali del 26 e 27 maggio 2013

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Testata giornalistica dedicata agli eventi e alla cultura contemporanea a Siena e provincia

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2013

In questo numero : Lia Lapini: la bestia indomabile / Siena 2019: Zatarra incontra Sacco / A tu per tu con Gaia Pasi /I magnifici 8: chi sbroglierà la matassa? / NO - L’arcobaleno del Cile come esempio di civiltà / Al-fonso Casella: “Non basta essere la città della cultura, la cultura va capita” / Francesco Pulitini a tutto tondo tra Università, MPS e Siena 2019 / Federico Pacini: verità e merito! / Sublimi follie cartacee / Eventi in pillole

CHI SBROGLIERÀ LA MATASSA? 10-12

speciale

elezioni

comunali

Elezioni comunali del 26 e 27 maggio 2013

Siamo agli sgoccioli, ma sembra ancora molto diffi-

cile prevedere l’esito delle prossime Elezioni Co-munali senesi. E ancor più difficile pare abbrac-ciarne il vero significato.Chi le vincerà? E’ una domanda inutile? Forse no! In questa tornata elettorale tale domanda si am-manta di un valore certamente superiore al passa-to. Le nuove consultazioni elettorali a Siena si col-locano infatti a cavallo di una congiuntura storica singolare e, purtroppo, problematica: si vota nel pieno della devastante crisi del Monte dei Paschi, dopo un anno di commissariamento della città, in un’epoca in cui certezze intoccabili sono messe in discussione (persino la copertura finanziaria del Palio e persino il regolare svolgimento delle ammi-nistrative). E ancora: indagini giudiziarie a carico di amministratori locali, morti inquietanti che ci ri-portano a scene da crisi del ‘29, TV nazionali che

La previsione imprevedibile

di Ernesto Alaimo

editoriale

fanno capolino settimanalmente in Piazza Salim-beni per rubare l’ultimo scoop in casa MPS, muta-menti economico-politici globali e nazionali, e chi più ne ha più ne metta... No, questa volta non sa-ranno delle semplici elezioni, le schede elettorali che i cittadini impugneranno al seggio appariran-no insolitamente pesanti, avranno il peso storico delle grandi decisioni. Quello del 26/27 maggio sarà un fine-settimana caldissimo, un crocevia per il destino di Siena. 8 candidati sindaco, ancor più liste e candidati per il consiglio comunale. Storie diversissime e intricate quelle degli aspiranti primi cittadini. Ma chi la spunterà? Tentiamo, e non ce ne voglia il lettore se la nostre fossero ipotesi sgradite, di immaginare lo scenario post-elettorale. Immagi-niamo che il più votato risulti Bruno Valentini, can-didato del centrosinistra (PD, SEL e Riformisti); lo presumiamo per tradizione (visto che a Siena quest’area è storicamente maggioritaria), lo pre-sumiamo in base ai dati particolari - relativi al co-mune di Siena - delle ultime elezioni nazionali di febbraio, lo presumiamo perché un possibile calo fisiologico del PD potrebbe essere compensato dalla novità di un candidato per molti versi cari-smatico ed esogeno. Immaginiamo d’altro canto che, proprio in virtù dei recenti sviluppi politici e dell’abbondanza di candidati, Valentini e il centro-sinistra non superino il 50%, come invece accadu-to in passato.In un contesto del genere sarebbe cruciale capire chi si piazzerebbe al secondo posto. Tre sono i candidati che, stando ai rumors e alla nostra per-cezione personale, parrebbero in grado di ambi-re al secondo gradino del podio. Su tutti Eugenio Neri (leader di “Moderati di centrodestra per Sie-

editoriale

na”, “Nero su bianco”, “Fratelli di Siena – Siena 2030” e “Siena rinasce”), poi Michele Pinassi del M5S (che - visti i dati locali delle politiche di feb-braio e l’esplosione del fenomeno grillino - po-trebbe intercettare un consistente bacino di voti) e Laura Vigni (“Sinistra per Siena”, Rifondazione Comunista e “Siena si muove”) data in crescita di consensi secondo molti opinion leader cittadini.A completare il quadro dei candidati ci sono: Enri-co Tucci (“Cittadini di Siena”) e Marco Falorni (“Im-pegno per Siena” e Lega Nord), entrambi nell’e-misfero del centrodestra. Inoltre sono candidati sindaco Alessandro Corsini della lista “53100” e l’ex vicesindaco Mauro Marzucchi, sempre capa-ce di mobilitare con la sua “Siena Futura” consi-stenti schiere di elettori. Scrutando la nostra palla di vetro immaginaria ipo-tizziamo che se a sfidare Bruno Valentini all’even-tuale ballottaggio del 9 e 10 giugno fosse Eugenio Neri, la strada per l’ex sindaco di Monteriggioni potrebbe spianarsi. Questo perché difficilmente al ballottaggio Neri riuscirebbe ad intercettare i voti di chi al primo turno voterà Vigni - più a si-nistra di Valentini - oppure Movimento 5 Stelle. E va considerato anche che pure gli elettori di Mau-ro Marzucchi, riformista e in corsa da solo, sono da sempre più affini all’area PD. Al secondo turno Neri potrebbe magari intercettare i sostenitori di Tucci e Falorni, ma quasi sicuramente insufficienti per completare una potenziale rimonta.Se invece fossero la Vigni o il Pinassi, ammettiamo pure un po’ a sorpresa, a competere col candidato del Partito Democratico al secondo turno, allora le cose potrebbero cambiare. La Vigni pare in grado di intercettare, non solo tutta una fascia di elettori generalmente propensi a una rottura col passato, ma anche di sfidare il centrosinistra sul suo stesso terreno, contendendo voti all’area dello stesso Va-lentini. Pinassi - se le circostanze lo conducessero al ballottaggio - potrebbe raccogliere insieme le

attenzioni del corpo elettorale di destra, centro ed estrema sinistra (il M5S è infatti difficilmente collo-cabile), sulla falsa riga di ciò che un anno fa suc-cesse a Parma coll’elezione del Sindaco Federico Pizzarotti. Il grillino Pizzarotti al primo turno aveva raccolto solo il 19,47%, ma per effetto della forte disper-sione di voti fra i tanti candidati giunse comunque secondo. Al ballottaggio Pizzarotti gareggiò con Vincenzo Bernazzoli, candidato del centrosinistra e forte di quasi il 40% dei voti al primo turno. Nello stupore generale, Pizzarotti stravinse al secondo turno con il 60%, triplicando i suoi voti e calami-tando in pratica la totalità dei voti di chi non aveva votato Bernazzoli in prima battuta. Una singolare coincidenza vuole che Pizzarotti si candidò e vin-se in una città, Parma, temporaneamente ammini-strata da un Commissariamento analogo al nostro.La nostra previsione, per concludere, è che Bruno Valentini risulterà verosimilmente vincitore parziale il 26/27 maggio, e che avrà buone possibilità di uscire vincitore anche dopo il ballottaggio del 9/10 giugno. Il ballottaggio ad ogni modo, se ci sarà davvero, presenterà già di per sé una novità; e, a seconda di chi saranno gli sfidanti, le cose potreb-bero prendere pieghe inaspettate. Il centrosinistra senese, acciaccato ma favorito, tremerà forse di più dinanzi a una singolar tenzone contro Vigni o Pinassi che non di fronte a una sfida polarizzata contro la coalizione di centrodestra. Alla storia non manca mai il senso dell’ironia e Valentini, al netto di tutte queste valutazioni, potrebbe trovarsi para-dossalmente a fare il tifo per Eugenio Neri.

Siena 2019: Zatarra incontra Sacco

Lia Lapini: la bestia indomabile

I magnifici 8: chi sbroglierà la matassa?

A tu per tu con Gaia Pasi

Alfonso Casella: “Non basta essere la città della cultura, la cultura va capita”

Francesco Pulitini a tutto tondo tra Università, MPS e Siena 2019

NO - L’arcobaleno del Cile come esempio di civiltà

Federico Pacini: verità e merito!

Gli eventi da non perdere

Sublimi follie cartacee

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artea fuoco

cinemalibri

universitàfotografia

fumettoeventi in pillole

teatro

anno 2 | Numero 4Il Parere consiglia...

UN FILM: “Il Gattopardo” di Luchino Visconti

UN ALBUM: “Crac!” degli Area

UN LIBRO: L’oca al passo. Notizie dal buio che stiamo attraversando” di Antonio Tabucchi

Film di Luchino Visconti del 1963, sempre attualissimo, in quel ‘cambiare

tutto perché niente cambi’. Le decadenti traversie del Principe Salina, in-

terpretate magistralmente da Burt Lancaster, all’insegna dell’immobilismo e

della morte di una classe sociale.

Terzo disco della band, pubblicato nel 1975, che incide pesantemente sulla

loro fama, grazie a pezzi come L’elefante bianco, La mela di Odessa e Gioia

e rivoluzione. I consueti ritmi Progressive si integrano con il loro già profondo

impegno politico.

Le tristi pagine della recente storia italiana e non solo, raccontate dalla pen-

na di Tabucchi; le stragi, i complotti, i sotterfugi e le codardie dei politici,

degli uomini di Chiesa, dei capi di governo, nell’irriverente piano ludico del

celebre gioco dell’oca.

cultura ed eventi a Siena e dintorni

EDITORE

Il Parere . Net snc

DIRETTORE RESPONSABILE

Sara Paradisi

DIRETTORE EDITORIALE

Ernesto Alaimo

PROGETTO GRAFICO

digitalaP – Agenzia di Comunicazione

COPERTINA

Andrea Dani

IMPAGINAZIONE

Andrea Dani

STAMPA

Stampa Notte – Bottega Tipografica

REDAZIONE

[email protected]

0577/059041

vl Mameli, 58 - 53100 Siena

HANNO COLLABORATO A

QUESTO NUMERO

Ernesto Alaimo, Davide Cantire,

Massimiliano Cardone, Andrea Dani,

Sara Paradisi, Diego Perucci, Valentina

Sanesi.

Registrato presso il Tribunale di Siena

al n°6 del 17 aprile 2012

teatro www.ilparere.net

di Diego Perucci

Lia Lapini: la bestia indomabile

La politica somiglia a una commedia le cui maschere si ripetono da un secolo, adattando

ai tempi che corrono pochi tratti esteriori, ma restando uguali a loro stesse; i politici sembrano maschere interiori, che fuori son di volta in volta diversi, ma sotto sono sempre loro. Personaggi, volti di uomini reali, ma i comportamenti sono quelli dei Brighella, dei Pantalone o dei Pulcinella. Lo scenario politico si snoda e si dipana come un ca-novaccio, un atto teatrale improvvisato, che si risolve in finali assurdi, strappalacrime o tragicomici, per espedienti di invenzione, di sopraf-

fina e malefica ingegnosità. Lo spettatore è rapito, incredulo per la trama caotica e passionale; sesso, droga, prostituzione, sangue e colpi di scena danno drammaticità alla trama, ai profili degli attori. Sono maschere speciali quelle dei politici, adattabili al volto e alla mente; sono ben oltre l’andare a braccio della commedia dell’arte, sono profonde, radicate nella storia di questo paese. Malizia, furfan-teria, furbizia e perché no, senso pratico e mestiere. E fra i passi sgraziati di questo assurdo balletto ci rimette la cultura, dove i teatri si piegano, chiudono i battenti, si spengono, forti si del loro orgoglio (vedi Teatro Valle Occupato), ma subiscono le angherie di chi, per conservare meglio il suo potere, preferisce l’ignoranza alla cultura. Allora si chiude, i cinema spengono gli schermi, i musei faticano, la cultura si riduce a iniziative, lodevoli ma insufficienti, di poche in-dividualità. A Siena, spesso accade, si assiste a un paradigma di avvenimenti che si innalzano a specchio della situazione nazionale; mentre i candidati rispolverano vecchie beghe dal sapore antico, te-atrale, di maschera e facciata, propaganda sorda e fine a se stessa farcita di promesse da marinaio (o da Pulcinella?), il sodo della vita, la cultura, macera le sue facoltà, così come un malato terminale cerca di darsi dignità nel corpo flagellato. Siena era buon governo e cultura; ora sembra una maschera triste, di quelle con gli angoli della bocca piegati all’ingiù. Ultima in ordine di tempo la Sala Lia Lapini, fino a poco fa esempio brillante di cosa significasse fare le ultime briciole di sana cultura. Lia Lapini si spegne, ma solo nell’immagine del portone serrato, nelle finestre buie. Il suo cuore è spento, ma la ragione vive, perché non c’è bestia meno domabile dell’intelligenza.

cultura ed eventi a Siena e dintorni musica

Siena 2019: Zatarra incontra SaccoL’appello al Comitato per Siena Capitale Europea della Cul-tura 2019 lanciato da Zatarra e altri musicisti locali, uscito sulle nostre pagine online il 4 aprile scorso sembrerebbe aver sortito qualche, seppur minimo, effetto. Per chi non l’a-vesse letta, la lettera scritta da Zatarra (Marco Ottavi all’ana-grafe) e sottoscritta da 81 tra musicisti ed operatori culturali - dopo una premessa in cui si contestava tra l’altro il carattere elitario del comitato per la candidatura e si faceva un’attenta analisi sulle proposte culturali della città - constava essen-zialmente di 5 punti costruttivi. Innanzitutto l’esigenza di una regolamentazione chiara e precisa per gli eventi musica-li cittadini; in secondo luogo l’individuazione di vari luoghi in cui poter produrre ed al contempo usufruire di cultura, siano esse sale-mostra, auditorium o spazi polifunzionali; come terza istanza un’accurata programmazione di even-ti culturali da realizzare individuando fonti di finanziamento che attingano anche al privato; infine una politica finalizzata all’educazione culturale dei giovani attraverso l’interazione con scuole medie inferiori e superiori.Tale appello, qui riassunto per esigenze di spazio, ha fatto il giro del web arrivando fino all’orecchio del Professor Pierlui-gi Sacco, che ci ha tenuto ad incontrare personalmente Za-tarra per chiarire alcuni punti evidenziati nella lettera. Dall’in-contro è emerso in particolare che se l’aspetto musicale non è stato ancora approfondito è perché si aspetta l’esito della selezione delle prime cinque città che proseguiranno la cor-

sa verso l’assegnazione dell’ambito riconoscimento, risultati che vedranno la luce nel febbraio 2014. Qualora Siena riuscisse ad entrare tra le cinque, Sacco assicura che tutta una serie di problematiche saranno affrontate con tempi-smo, a partire dal reperimento di fondi che vedrà interessate principalmente la Regione Toscana e l’Unione Europea, fino alla spesa per la creazione di nuove infrastrutture e ad una serrata programmazione di musica live con palchi allestiti in svariati punti del centro storico. Quest’ultima proposta sembra aver fatto storcere la bocca a più di un musicista, forse a causa di simili esperienze pregresse rivelatesi fallimentari. Non è ancora giunto il momento dei giudizi e delle sentenze, ci auspichiamo però che l’appello degli 81 sottoscrittori non rimanga la classica goccia in mare aperto, speriamo piuttosto che sia l’inizio di una collaborazione tra operatori culturali che, capitale o non capitale, getti le basi per una nuova stagione nella nostra città.

A tu per tu con Gaia Pasiarte www.ilparere.net

Incontriamo nella nostra redazione Gaia Pasi, direttrice ar-tistica di Zak Project Space Castello di Monteriggioni e di Un Tubo. Da sempre attiva nel mondo dell’arte contempo-ranea e attenta alle dinamiche culturali in seno alla nostra città, con competenza e quella vena radical chic che la contraddistingue, la Pirata dell’Arte Contemporanea, come ultimamente ama definirsi, ci ha parlato di Santa Maria della Scala, Papesse e delle problematiche legate alla cultura in una città come Siena.

Subito dopo la chiusura delle Papesse si è iniziato a pensare che SMS potesse in qualche modo inglobare e quindi prolungare l’esperienza di un museo dedica-to dell’Arte Contemporanea a Siena e quindi produrre, promuovere ed esporre le eccellenze italiane e interna-zionali a Siena. Perché questa esperienza è stata falli-mentare?Non solo SMS doveva accogliere l’Arte Contempora-nea, ma doveva diventare il polo museale di Siena dove si potevano trovare grandi mostre come quella di Gordon Matta Clark in grado di richiamare il turismo nazionale e internazionale. Cosa che peraltro stava già riuscendo alle Papesse come lo dismostra la nomina di Miglior Museo del Mondo nel 2000.

Qual è la soluzione più percorribile e quanto tempo ci vorrà per arrivare ad un SMS eccellente?Per quanto riguarda i tempi è molto difficile parlare anche di una manciata d’anni a causa del declino che sta attraver-sando la città, vuoi per cause esterne più gravi. Le soluzioni sono molteplici, si pensi al Castello di Rivoli a Torino od alla fondazione MAXXI, dove una cordata di privati sostiene sia a livello economico che con donazioni di opere il comples-so museale. Ci sono però realtà più interessanti in questo momento come le fondazioni private che fanno formazione e lavorano con artisti di livello internazionale. Si passa dalla

8Anxiety Explosion: “Gaia“ (ritratto di Gaia Pasi) 2012 courtesy dell’artista

cultura ed eventi a Siena e dintorni arte

Sicilia con la Fondazione Brodbeck passan-do per il Pastificio Cerere RoMa fino a To-rino con la Fondazione Spinola Banna o la Fondazione Bevilacqua la Masa a Venezia. Certo, un polo museale ha un’altra attrattiva, ha un altro pubblico ed ha la possibilità di esporre un’altra tipologia di opere; si pensi al Reina Sofia di Madrid, Guernica lo puoi vedere solo lì. La soluzione per tornare al discorso delle Papesse è la produzione di arte in seno al museo stesso, in quanto ciò consente di presentare un pezzo unico e in anteprima mondiale. La soluzione quindi è partire dal basso, facendo piccole cose anche saltuariamente, ma di grandissima qualità, con cadenze fisse e alla presenza di curatori e stampa di settore.

Per fare cultura servono dei fondi; ha senso ripartire anche da quelle forme artistiche che non richiedono necessa-riamente alte cifre, o che non le richie-dono affatto? Come ad esempio l’arte di strada o gli stickers dell’artista francese Clet che è passato da Siena negli ultimi giorni... Sono forme artistiche importantissime, mi viene in mente la scritta Sante Visioni, di fronte al Cacio & Pere, importante per il con-tenuto e per il messaggio. Nella notte sene-

se di Clet invece c’ero anche io nel gruppo di lavoro, e ti posso garantire che il suo è un progetto importante e intelligente, premiato in molte città europee; Parigi e Barcellona mantengono ancora i suoi interventi, che peraltro non disturbano la lettura dei cartelli stradali. Nella città di Siena che si candida per il 2019 queste forme artistiche vengono rimosse con celerità; non è per fare polemi-ca, ma si dovrebbe ripensare e misurare il valore di Siena, che fino ad oggi si è spreca-to in mostre mediocri e costossime..

Quanto però il pubblico senese è predi-sposto alle proposte culturali? Il proble-ma viene solo dall’alto, dalle scelte poli-tico-amministrative, o si trova anche nel cittadino medio, che non presta la giusta attenzione per recepire certi messaggi o certe proposte?L’arte dovrebbe entrare nel tessuto urbano, per educare lo sguardo. Il compito educati-vo-sociale andrebbe rintracciato in determi-nate situazioni; ad esempio sarebbe bello farlo allo stadio, con annunci relativi alle realtà museali che invogliano e invitano la gente a far parte della cultura cittadina, a sostenerla. Banale? Però sarebbe un passo in avanti. La gente ignora le cose, la chiusura delle

Papesse è passata nel silenzio e i messaggi devono arrivare dall’alto, dall’amministrazio-ne, che deve avere a cuore la cultura del cittadino.

In qualche modo tu incarni una creatura nostalgica; oggi la figura del curatore sembra stritolata da una realtà quasi in-dustriale. Un curatore che vive in provin-cia, come si sente?Siena per me è la mia base, famiglia, casa e amici; ma il mio lavoro parte dalla ricerca, sono una talent scout. Scovo artisti vera-mente giovani, che poi il mercato fortuna-tamente fino ad oggi ha riconosciuto essere bravi, dandomi ragione. Non dimentichia-moci poi che le cosiddette grandi organiz-zazioni, a Siena c’è ad esempio Vernice, sono un totale disastro, perché al di là del-le grandi mostre o dei grandi “mostri”, non hanno prodotto qualità.

La scelta di spostare Zak da Siena a Mon-teriggioni, è motivata da una visione pes-simistica della città?La mia scelta non è stata pessimistica. Avevo speso tantissimo di affitto a Siena, e Monteriggioni era più clemente; poi c’è la parte logistica del parcheggio, che rende la galleria più facilmente raggiungibile.

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I Fantastici 8: chi sbroglierà la matassa?

Manca davvero poco alle Elezioni Comunali amministrative di Siena. Il 26 e 27 maggio si eleggeranno sindaco e giunta comu-nale, a successione del Commissario Laudanna. Ad un anno circa dalla caduta dell’amministrazione Ceccuzzi, il Comune riavrà un’amministrazione politica. L’eventuale ballottaggio, in caso di mancato superamento del 50% da parte di una delle coalizioni, è previsto per il 9 e 10 giugno.Con così tanti partiti, coalizioni, liste e candidati tra cui scegliere (ben 8 aspiranti primi cittadini). Molti elettori non hanno un qua-dro chiaro dell’offerta elettorale, e fanno fatica non solo a scegliere chi votare ma ancor prima a maturare una visione di insieme. Cerchiamo dunque di capire chi sono gli aspiranti primi cittadini e le liste a sostegno. Proviamo, insomma, ad approfondire la conoscenza di coloro che si candidano a sbrogliare la sempre più difficile matassa se nese.

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B.V., ex sindaco di Monteriggioni, si era candidato già alle prime primarie di co-alizione alcuni mesi or sono, ma non era stato ammesso alla contesa per cause uffi-cialmente tecnico-burocratiche. Successi-vamente dopo il passo indietro di Franco Ceccuzzi si è ricandidato alle primarie-bis superando Alessandro Mugnaioli. B.V. è appoggiato da PD, SEL, PSI-Riformisti e dalla sua personale associazione-lista “Siena Cambia”.

BRUNO VALENTINI

MICHELE PINASSI LAURA VIGNI

EUGENIO NERI

E.N., medico delle Scotte, è figlio d’arte. Il padre Achille Neri fu infatti candidato sindaco nel ’92 in concorrenza con Pier-luigi Piccini e Vittorio Carnesecchi. E’ il candidato di “Moderati di centrodestra per Siena”, “Nero su bianco”, “Fratelli di Siena – Siena 2030” e “Siena rinasce”. La coa-lizione-Neri spazia dall’area del PDL fino a realtà politiche fuoriuscite negli anni del centro-sinistra e passate all’opposizione per divergenze di vario genere.

Appassionata di Storia e ormai in pensio-ne, L.V. ha lavorato in Comune come Ad-detto Stampa e ha dedicato alcuni anni della sua vita alla ricerca universitaria. La sua candidatura raccoglie l’appoggio di “Sinistra per Siena”, Rifondazione Comuni-sta e “Siena si muove”. L.V., ex consigliere, è stata già candidata a sindaco nel 2011.

M.P. è il candidato del M5S. Si candidò a Siena già due anni fa alle elezioni che vide-ro trionfare Franco Ceccuzzi. E’ un esperto di informatica e lavora attualmente presso l’Università degli Studi di Siena nel Siste-ma Bibliotecario di Ateneo, con mansione di System Manager.

cultura ed eventi a Siena e dintorni

Il leader di “Siena Futura”, già coalizzata in passato con il centrosinistra, in questa tornata si presenta in solitaria come riferi-mento dell’area riformista. Laureato in Fi-losofia e specializzato in Psicologia, M.M. ha dedicato la sua vita alla politica e all’at-tività sindacale. Ha già ricoperto il ruolo di consigliere, assessore e vice-sindaco nel Comune di Siena.

E.T. (ex PDL e Primario di Radioterapia all’Ospedale di Grosseto) ha coagulato intorno a sé alcune espressioni politico-associative quali “Siena C’è” e “Pietrase-rena”. Trattasi di coalizione di destra, alter-nativa a quella capitanata da Eugenio Neri, e che si raggruppa sotto la sigla “Cittadini di Siena”.

A.C. è il candidato di “53100”, lista collega-ta al mondo delle contrade. Proveniente da una famiglia di imprenditori storicamente importanti in città, attualmente funzionario della Axa MPS Assicurazioni, compagnia del Gruppo Axa, e segretario Regionale della Toscana per il Sindacato Nazionale Funzionari Imprese Assicurative.

M.F. sarà il candidato sindaco in extremis per “Impegno per Siena”, appoggiato an-che dalla Lega Nord che in un primo mo-mento aveva espresso la candidatura di Maurizio Montigiani. M.F. è giornalista, lau-reato in Scienze Politiche e anche autore di due libri di storia senese; è stato eletto per tre volte in Consiglio Comunale.

MAURO MARZUCCHI

MARCO FALORNI ALESSANDRO CORSINI

ENRICO TUCCI

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di Davide Cantire

No – L’arcobaleno del Cile come esempio di civiltà

Quando tutto sembra diventare sempre più opaco, grigio, sempre meno definito ai nostri

occhi; quando il paese in cui viviamo non ci lascia troppe soddisfa-zioni e allora ci si domanda se la forma di governo attuale sia quella giusta, è allora che la disperazione fa il suo lavoro. Non bisogna dimenticare mai l’influenza del pensiero democratico sui cittadini, anche se questo è dimenticato tra i mille problemi che attanagliano un paese in crisi; ma una crisi non è mai fatta solo di potere economico, una crisi è sociale, politica, ideale. Pablo Larraìn ci ricorda col suo film, No – I giorni dell’arcobaleno, quanto sia cru-ciale la lotta per la libertà in un paese oppresso dalla dittatura, in questo caso il Cile di Augusto Pinochet, cercando quindi di manda-re un monito non solo alla sua nazione, ma al mondo intero. Larraìn descrive come anche il mezzo di comunicazione più assoggettato al potere sia utile al suo scopo: la pubblicità. René Saavedra, pub-blicitario, ha la geniale intuizione di basare la campagna referenda-ria per abbattere il regime di Pinochet portando nelle case dei cileni una speranza per un mondo migliore, più sereno, in cui l’allegria è alle porte; la sua è una scelta drastica perché sceglie di accantona-re gli orrori commessi dal regime, e molti si confesseranno ampia-mente scettici verso questa strategia rivelatasi vincente. A un passato nero e governato da incubi è meglio affiancare la leg-gerezza della varietà cromatica e simbolica dell’arcobaleno, che fa da sfondo al simbolo NO nei cartelloni pubblicitari della campagna. Rendendosi pienamente conto della questione, Saavedra non può in alcun modo accettare di mostrare il dolore della popolazione, per-ché da esperto del mezzo televisivo sa benissimo che la contropar-te a favore del SI lo abbatterebbe senza troppa fatica, adoperando l’arma della diffamazione. I dissidenti sognano un mondo diverso (“Andate a votare, senza odio e senza violenza”), migliore, in cui ognuno può essere felice secondo il proprio gusto perché è libe-ro. Rispolverare il passato orripilante del Cile servirà solo in seguito a non dimenticare da dove si arriva e quali risultati si sono potuti raggiungere grazie al sacrificio di molti. Il film, molto emozionante,

focalizza la sua attenzione su aspetti ambigui della nostra società (ed è questo a renderlo il capolavoro che è), non ultimo il potere dei media, osannato per tutta la prima parte del film in una complessa dicotomia di sentimenti. Lo spettatore ne è affascinato e spaventato allo stesso tempo rendendosi conto dell’influenza di questo mezzo.La lezione di “No” potrà apparire ai molti banale. Quando stupida-mente si invoca l’arrivo della dittatura come unica salvezza, com-plice un’utopica voglia di stabilità, ci si priva di alcune libertà, co-siddette “eccessive”. La libertà non è mai eccessiva e Larraìn nel suo ispirato film dice proprio questo, mostrando un paese dilaniato dall’assenza di libertà. L’esempio del Cile del 1988 è da tenere sem-pre a mente (e sorprende la scarsa trattazione nelle scuole), è il pri-mo caso di abbattimento di una dittatura per mezzo del consenso.

cultura ed eventi a Siena e dintorni cinema

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Incontriamo Alfon-so Diego Casella

Alfonso Casella: “Non basta essere la città della cultura, la cultura va capita”

di Valentina Sanesia “Un Tubo”, arriva trafelato, con libri e pac-chetti, dà l’impressione di un uomo che non

si ferma mai, un tornado, in una città ormai immobile. Lo scrittore, senese acquisito, ha all’attivo alcuni manoscritti tra cui “Cicoria” e “Zero al 100%”. Davanti a un bicchiere di vino bianco, prima di un concerto jazz di cui possiamo già ascoltare delle note in anteprima, inizia la nostra chiaccherata con Alfonso.

Come “allievo” di Tabucchi, con quali pa-role pensi che il maestro avrebbe com-mentato l’attuale situazione senese?La sua voce, uno degli aspetti che emer-gono maggiormente in chi ricorda e rac-conta la figura di Tabucchi, quale tono avrebbe nell’analizzare il periodo che Siena sta attraversando?Se dobbiamo essere precisi, non sono mai stato allievo di Tabucchi, preferisco definir-mi un allievo “snaturato”, infatti quando ci siamo conosciuti, io studiavo giurispruden-za, ma la maggior parte del mio tempo la passavo a lettere. Gli avevo inviato un mio romanzo “strampalato”, per avere una sua opinione, romanzo mai pubblicato e forse mai compreso, che è diventato il fil rouge che ci ha uniti in tutti questi anni.Oggi Antonio soffrirebbe nel vedere lo sta-to di declino in cui versa la città, userebbe un tono “pacato-incazzato”, probabilmente avrebbe fatto un appello agli intellettuali, per risollevarne le sorti. Era molto legato a Siena, alla sua cultura, un suo grande sogno era quello di diventa-

www.ilparere.netlibri

re una sorta di ambasciatore accademico dell’Università di Siena, portare scrittori e intellettuali, creare un melting pot culturale; che a guardarla oggi Siena, era molto più “multiculturale” nel Medioevo. Nel 2000 Ta-bucchi ha riunito gran parte dei rettori degli atenei italiani alla Certosa di Pontignano, dove undici studenti di Tabucchi vestiti da campesinos - dopo aver lavorato per circa un anno con lo scrittore - hanno proposto la mise en espace “Morte e vita severina”, trat-to dal poemetto del poeta brasiliano Joao Cabral De Melo Neto.Gli ultimi anni passati lontano dall’Italia, tra Francia e Portogallo, sono stati per Antonio Tabucchi un esilio culturale, da un pae-se che sembrava avergli voltato le spalle. Dopo la sua morte, non l’Università di Sie-na, ma il Collège de France ha richiesto un Fondo Tabucchi.

Lo scrittore è un ascoltatore, trae ispira-zione dalle figure reali, quanto la città di Siena ha influenzato i tuoi libri “Cicoria” e “Zero al 100%”? “Cicoria” è la storia di un galoppiNO, il cui nome dà il titolo al libro, che da maschera in un cinema porno diventa un bidello, gra-zie alla benevolenza di un “onorevole”, al quale non può più dire di NO. Il racconto è

ambientato in un sud metaforico, paradig-ma dell’Italia municipale. C’è un Cicoria in ogni città, ovunque c’è un galoppino c’è un tiranno. Mentre “Zero al 100%” l’ho scritto a Londra, con spunti che vanno dal Nevrotic Realism a un saggio del Professor Luperini sulla crisi del postmoderno. Scrivo per operare un cambiamento, dico “no” per dovere professionale, mi unisco alle individualità che in questa città cerca-no di operare un cambiamento, perchè è di singoli individui, “volontari” che si parla, non c’è più un mecenate, la cultura a Siena, ormai ha una dimensione privata, non più pubblica.È di poche settimane fa la notizia che Clet, artista francese di fama internazionale ab-bia fatto irruzione a Siena, per ben due volte, attacando i suoi stickers sui cartelli stradali e - mentre nella altre città vengo-no fotografati da appassionati e turisti - qui sono stati zelantemente rimossi dai vigili. Da parte mia ho scritto una lettera al presidente di Siena Capitale 2019 Pierluigi Sacco, ma non ho ancora ricevuto una risposta. Non basta essere la città della cultura, la cultura va capita.Quello che mi auguro per le imminenti Ele-zioni Comunali è che si riesca a sciogliere

questo abbraccio mortale tra galoppini e tiranni, Siena in questi ultimi mesi è stata l’emblema dell’Italia: Siena come Città-Stato che anticipa lo Stato-Nazione... Un presi-dente dinosauro che mette al potere uomini di Neanderthal, per apparire più giovane. Il duopolio generazionale creato da Mus-sari e Ceccuzzi ha assorbito per anni tutte le esperienze politiche della città. D’Alema c’insegna che in Italia “tutto si trasforma, nulla si distrugge”, la mia speranza è che queste elezioni rappresentino la fine di si-stemi di potere.

Chiudiamo con la domanda di rito: pro-getti futuri?Un viaggio in Brasile per un progetto che sto sviluppando dall’atmosfera italo-brasi-liana. Poi chissà, in questi tempi di crisi vi-vere è già un lusso.

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Francesco Pulitini a tutto tondo tra Università, MPS e Siena 2019

di Andrea Dani

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Docente universitario ed ex preside della Fa-

coltà di Economia presso l’Università degli Studi di Siena, Francesco Pulitini, da pochi mesi in pensione dopo una lunga carriera accademica, ha gentilmente accolto la no-stra proposta di rilasciare un’intervista sui temi di attualità che riguardano Siena e le sue istituzioni.

Nella crisi attuale di Siena quanto ha in-fluito la crisi economica globale?La crisi globale pesa su chiunque e pesa molto, tuttavia per quanto riguarda la nostra realtà c’è da dire che quella globale si ag-giunge a quella locale, già di per sé gravis-sima. Il Monte dei Paschi, banca e fonda-zione, erano la risorsa più importante della città. La loro distruzione, perché di questo si

tratta, ha dato un colpo tale a tutta la realtà senese da far temere seriamente per il suo futuro.

Soluzioni?Se per soluzioni si intende “cosa potrebbe rimettere le cose come erano prima” temo proprio che non esistano soluzioni. Non vedo infatti come il Monte dei Paschi possa riuscire a restituire il prestito ottenuto dallo Stato. È prevedibilissimo perciò che si arri-verà alla nazionalizzazione con tutto ciò che ne conseguirà.

In molti pensano che si debba investire sulle eccellenze che nel caso di Siena coincidono con la cultura, come la pensi a proposito?La cultura ed il turismo sono le risorse ri-maste a Siena. Come si è sempre detto, la caratteristica peculiare del nostro turismo è quella del “mordi e fuggi”. Invertire questa tendenza è complesso, vuoi per la dimen-sione della nostra città, vuoi per l’estrema vicinanza con Firenze: come invertire il flus-so “da Firenze visita giornaliera a Siena” e non viceversa? Impossibile.

Ci sono opinioni discordanti riguardo la candidatura di Siena a Capitale Europea della Cultura 2019, cosa ne pensi?Sul fatto che si tratterebbe di una grossis-sima opportunità mi pare che non possa-

no esserci dubbi. Verosimilmente, però, mi sembra complicato riuscire a vincere. Quali elementi della cultura contemporanea può vantare Siena oggigiorno? Non mi pare che possiamo considerarci tanto più forti delle altre alternative.

Università, a che punto siamo?La crisi dell’Università è emersa prima del-le altre ed in modo indipendente rispetto a quella del Monte dei Paschi, e il risanamen-to non è completo. Una delle misure ipotiz-zate, ovvero quella della vendita degli im-mobili, si è rivelata impraticabile. La natura degli immobili vendibili è tale per cui non è stato possibile trovare chi li comprasse. Sul piano poi di quello che si poteva fare per ridurre costi e sprechi non mi sembra sia stato fatto tutto il fattibile; probabilmente è una visione poco appariscente, ma io in una

situazione come quella attuale avrei iniziato proprio da lì. Per quanto riguarda la quantità del personale, vera causa del dissesto, l’u-nica cosa che si è fatta – forse l’unica cosa possibile nell’immediato – è stata quella di sbarazzarsi del personale della cooperati-va, guarda caso i meno pagati e anche i più meritevoli.

Oltre alla crisi economica, ultimamente l’Università sta vivendo anche un’involu-zione della didattica e della ricerca, molti docenti che godevano di fama interna-zionale hanno lasciato per vari motivi la nostra Università ed il ricambio tarda ad arrivare, come mai?Sicuramente sono stati fatti degli errori an-che sotto questo punto di vista. Attualmente facoltà come quella di Economia o di Lette-re e Filosofia non esercitano più quell’attrat-

tiva che in passato ha permesso di portare a Siena docenti di primo piano. I motivi di questo fenomeno sono molti e complessi. Un dato però è certo: se ai tempi d’oro di quella che una volta si chiamava Facoltà di Scienze Economiche e Bancarie il rappor-to numerico studenti/docenti era spropor-zionato verso i primi (con pochi professori, ma molto qualificati), col passare degli anni questo rapporto ha finito per invertirsi. Que-ste facoltà sono state per anni un unicum nel panorama universitario italiano, ormai la loro omologazione è completata da un pezzo. Facoltà come quelle di Economia o di Lettere e Filosofia sono del tutto simili a quelle di altre sedi universitarie.

cultura ed eventi a Siena e dintorni università

di Andrea Dani

Federico Pacini: verità e merito! fotografia www.ilparere.net

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Seduti ad un tavolino davanti all’unico MC’

Donald rimasto a Siena, siamo con Federico Pacini, affermato fotografo senese, secondo classificato a premi importanti come l’Inter-national Photography Awards Lucie Awards nel 2009 e il Prix de la Photographie Paris nel 2010, entrambi con il libro 00001735.tif. In procinto di pubblicare un nuovo e forse ultimo libro sulla nostra città, ci siamo trovati

a parlare di fotografia, ma anche e soprat-tutto del momento che sta attraversando Siena in questi ultimi mesi...

Come può la politica risollevare la dimen-sione culturale attuale in una realtà come Siena?La politica dovrebbe avere un’etica cultura-le, pensare a chi verrà dopo. La realtà se-nese in questo periodo è ad uno dei livelli

culturali più bassi mai registrati, in città ci sono pochissimi cinema, pochissime galle-rie. Il compito della politica è dunque quello di risollevare la volontà di sperare, creare i presupposti per un rilancio, presupposti che si creano lavorando sulle basi. Il pros-simo sindaco o assessore alla cultura dovrà riflettere sulla situazione attuale, non pro-mettere ma creare strutture, lavorando se necessario anche 10 anni in silenzio.

cultura ed eventi a Siena e dintorni FOTOGRAFIA

C’è interesse di pubblico nei confronti della cultura?Io credo che uno dei fenomeni che hanno portato alla decadenza sia la pubblicità, nel senso della promozione a tutti i costi di pro-dotti e servizi. Questo ha portato al distacco tra pubblico e cultura. La pubblicità lavora per promuovere qualcosa sfruttando i cana-li al contrario dell’arte che invece tende ad eluderli. Il problema dell’Italia è che spesso la cultura è stata pubblicizzata perdendo così il suo valore intrinseco di rappresen-tante della verità.

E la fotografia in questo contesto come si colloca?La fotografia in Italia, tranne rare eccezioni, manca completamente di strutture ma an-che di dedizione e cultura fotografica. Ad oggi la fotografia si esprime meglio in altri

paesi come Stati Uniti, Nord Europa o la stessa Francia. Paesi nei quali la fotografia è molto più tutelata e gode di maggior con-siderazione rispetto all’Italia. Ci sono poche realtà che cercano di portare avanti un’at-tenzione nei confronti della fotografia.

Consigli per un giovane fotografo?Il mio consiglio è quello di fotografare, di ve-dere le cose, di uscire, di sentire e credere in quello che si vede. Credo profondamente che il mio lavoro fotografico, ad esempio, sia educativo, ovvero cerchi di sensibilizza-re le persone a vedere. Tendo ad eludere ogni forma di retorica, ogni forma di volontà estetizzante. Nel mio ultimo libro ho cercato di destrutturare il medium fotografico utiliz-zando diversi supporti, dalla Leica al tele-fonino. Questo per dire che la cosa essen-ziale è sviluppare un proprio punto di vista.

C’è una fotografia che più di altre rappre-senta la crisi attuale?Credo che una fotografia sola non esista, credo bensì che debba esistere - da par-te di ogni singolo cittadino - la volontà di pensare e di osservare le cose. Spero che le persone un giorno abbiano la forza ed il coraggio di vedere le cose per come sono in realtà. Mi piacerebbe che le persone po-tessero avere una loro libera visione. Ogni persona del resto ha una sua visione della vita, ci vuole solo coraggio per metterla in pratica. Quando scatti prendi una decisione fondante, decidi un’inquadratura rispetto ad un’altra e in quell’inquadratura si rispecchia la tua volontà. Spero che nel futuro di Siena e dell’Italia ci sia questa volontà di esprime-re il proprio punto di vista, malgrado tutto.

eventi in pillole

L’Associazione Culturale RéSISTANCe in collabo-razione con Antonella De Nisco saranno per due giorni all’Orto de’ Pecci con un laboratorio di arte ambientale itinerante, i lavori saranno pre-sentati nel pomeriggio del 1 giugno. La se-rata si concluderà alla Corte dei Miracoli.

C’è anche Firenze tra le 4 date del tour italiano degli Slayer, la più famosa metal band del mondo. Acquistate i biglietti e tenetevi pronti per il 18 giu-gno all’Obihall di Firenze, volumi alti, corna al cielo ed headbanging sfrenato! Gli Slayer sono a lavoro sul loro nuovo album di prossima uscita, serve altro per far salire l’attesa?

Torna anche quest’anno il festival musicale TVSpenta Dal Vivo, al parco avventura “Saltalbe-ro” di Rapolano Terme in provincia di Siena. Ospiti

di questa edizione: venerdì 7 giugno LN-Ripley; sabato 8 Bunna degli Africa Unite; Raphael degli Eazy Skankers e Zibba.

Lorenzo Jovanotti torna in concerto a Firenze: il 23 giugno allo stadio Artemio Franchi. Per raccontare con il Backup Tour un percorso iniziato 25 anni fa. Uscita a novembre, Backup, la raccolta di Lorenzo,

è ai primi posti dei dischi più venduti. Sul palco Jovanotti si diverte e fa divertire, co-struisce show per la gioia degli spettatori.

Eventi in pillole

dal 30 maggio al 1 giugno

18 giugno

6 - 7 - 8 giugno

ingresso gratuito

ingresso a partire da €38

ingresso gratuito

Siena (SI) – Orto de’ Pecci

Renaissance

23 giugnoingresso a partire da €33

Firenze (FI) – Stadio Artemio Franchi

Jovanotti Backup Tour 2013

Rapolano Terme (SI) - Parco Saltalbero

TVSpenta Dal Vivo 2013

Firenze (FI) – Teatro Obihall

Slayer in concerto

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La seleziome degli appuntamenti più impor-tanti nei prossimi mesi a Siena e non solo, per tutti gli altri eventi e sapere cosa fare vi invitiamo sulla nostra agenda onli-ne:

www.ilparere.net/eventi-siena

eventi in pillole

Giunto alla sua 25° edizione, anche quest’anno ar-riveranno a Torrita di Siena i grandi artisti del blues: St.Augustine’s Gospel Choir, Johnny Mars, Sean Carney, Joey Gilmore, Bob Margolin, Moreland & Arbuckle, solo alcuni dei nomi che calcheranno il palco di uno dei più importanti festival blues italiani. Saranno presenti inoltre le band vincitrici del contest Effetto Blues.

27 - 28 - 29 giugnoingresso giovedì gratuito

ingresso a partire da €30,00

Torrita di Siena(SI) - Piazza Matteotti

Torrita Blues Festival 2013

Nel castello di Monteriggioni, addobbato per le fe-ste dei signori e dei popolani, vi aspettano maghi, acrobati, mangia spade, e gli artisti più rappresen-

tativi della tradizione popolare toscana. Per i primi due weekend di luglio, Monteriggio-ni fa un salto indietro nel tempo.

La festa a corte 5, 6, 7 Luglio 2013La fiera nel borgo 12, 13, 14 Luglio 2013ingresso a partire da €8

Monteriggioni(SI) - La festa medievale

Monteriggioni di torri si corona

L’ORF dal 2007 è un festival musicale che promuo-ve una ricca offerta attingendo dal panorama in-

dipendente sia italiano che internazionale. Reggae, rock’n’roll, elettronica, stoner, me-tal i suoni di questa edizione.

28 - 29 - 30 giugnoingresso gratuito

San Quirico d’Orcia (SI) - Parco Sorbellini

Orcia Rock Festival

Un mese di appuntamenti per l’estate del Lucca Summer Festival, che anche per questa edizione porta grandi nomi di artisti nazionali e internazio-nali nella città toscana: Nick Cave and The Bad Seeds, The Killers, Sigur Ros, Bryan Adams, Litfiba e Pino Daniele.

dal 6 al 30 luglioingresso a partire da €30

Lucca (LU) - Piazza Napoleone

Lucca Summer Festival 2013

Il Pistoia Blues giunge alla 34ª edizione con un nuo-vo cast di artisti internazionali tra blues, rock e folk nella splendida cornice di Piazza Duomo a Pisto-ia. Ben Harper & Charlie Musselwhite;The Black Crowes; Beady eye e tanti altri gli ar-tisti che si esibiranno sul palco.

dal 3 al 7 luglio

Pistoia (PT) - Piazza Duomo

Pistoia Blues 2013

cultura ed eventi a Siena e dintorni

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ingresso €15,00

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