Autodemolitori Marzo 2010
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NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
N. 3 MARZO 2010 - ANNO VI
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3
SOMMARIO
L’UE FA IL PUNTO SULLO STATO DI ATTUAZIONE… ..........5
LOGIMA CON I CANTILEVER L’AUTODEMOLIZIONE IN VERTICALE ...............................8
TRA L’INCUDINE E IL MARTELLO .....................................9
CNA E CAR PROMUOVONO, IN PUGLIA, LA DIVULGAZIONE DELLE NOVITÀ NORMATIVE PRESSO GLI OPERATORI DEL SETTORE ..........................13
LA COMMISSIONE EUROPEA MODIFICA L’ALLEGATO II ...16
UN MERCATO IN CRESCITA E UN 2010 CON UN INIZIO POSITIVO .....................................21
IN ARRIVO UNA PRIMAVERA NERA PER L’AUTO ...........23
5
a cura di Alberto Piastrellini
L’UE FA IL PUNTO SULLOSTATO DI ATTUAZIONE
Direttiva 2000/53/CE
Pubblicata una Relazione che prende in esame il periodo 2005-2008
Il 20 novembre 2009 la Commissione Europea ha inviato al Consiglio,
al Parlamento Europeo, al Comitato Economico e Sociale Europeo e
al Comitato delle Regioni, una Relazione sull’attuazione della Direttiva
2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso.
Detta Relazione prende in esame il triennio 2005-2008 e fa seguito
alla precedente COM/2007/0618 che prendeva in esame il periodo
2002-2005.
Come la prima, anche questa Relazione presenta una fotografi a in
chiaroscuro, dal momento che: “alcune disposizioni della direttiva non
sono state ancora recepite completamente o correttamente, come
dimostra il numero di procedimenti d’infrazione”.
Infatti nel 2009 9 casi di non conformità e 6 casi di mancata presen-
tazione della relazione obbligatori erano ancora pendenti. Vari Stati
membri non hanno ancora raggiunto i relativi obiettivi di riutilizzo/
riciclaggio/recupero previsti per 2006. La Commissione ha inviato a
questi Stati membri una lettera con cui chiede di spiegare i motivi
del mancato raggiungimento degli obiettivi, e discuterà i possibili mi-
glioramenti.
La Relazione si conclude con la considerazione che, in generale, l’at-
tuazione della Direttiva deve essere ulteriormente migliorata.
Per meglio fornire al Lettore un quadro più esaustivo delle problemati-
che evidenziate a livello europeo, pubblichiamo, nelle pagine seguenti,
la Relazione completa.
COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE
Bruxelles, 20.11.2009
COM(2009) 635 defi nitivo
Relazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento
Europeo, al Comitato Economico e Sociale Europeo e
al Comitato delle Regioni sull’attuazione della Direttiva
2000/53/Ce relativa ai veicoli fuori uso per il periodo
2005-2008
1. Introduzione
La direttiva 2000/53/CE (direttiva ELV)[1] è fi nalizzata principal-
mente a prevenire la produzione di rifi uti risultanti dai veicoli
fuori uso e ad incoraggiare il riutilizzo, il riciclaggio e altre forme di
recupero di tali veicoli e dei rispettivi componenti con l’obiettivo di
ridurre i rifi uti destinati allo smaltimento. Inoltre le misure adottate
dalla direttiva miglioreranno le prestazioni ambientali di tutti gli
operatori economici che intervengono nel ciclo di vita dei veicoli,
ed in particolare di quelli direttamente coinvolti nel trattamento
dei veicoli fuori uso.
L’articolo 9 della direttiva 2000/53/CE obbliga gli Stati membri a
trasmettere ogni tre anni alla Commissione una relazione sull’appli-
cazione di detta direttiva, sulla base del questionario istituito dalla
Commissione con la decisione 2001/753/CE[2] conformemente
alla procedura di cui all’articolo 6 della direttiva 91/692/CEE[3].
Il questionario consta di due parti: la prima verte sui particolari
del recepimento della direttiva nel diritto nazionale; la seconda,
presenta informazioni sull’effettiva attuazione della direttiva.
Dopo la prima relazione (COM/2007/0618 defi nitivo) relativa
all’attuazione nel periodo compreso tra il 21 aprile 2002 e il 21
aprile 2005 (e tra il 1° maggio 2004 e il 21 aprile 2005 per gli Stati
membri che hanno aderito alla Comunità europea il 1° maggio
2004) la presente relazione copre il periodo compreso fra il 21
aprile 2005 e il 21 aprile 2008 (e fra il 1° gennaio 2007 e il 21
aprile 2008 per gli Stati membri che hanno aderito alla Comunità
europea il 1° gennaio 2007 ).
Il rispetto degli obblighi in materia di comunicazione delle in-
formazioni non è risultato del tutto soddisfacente. Cinque Stati
membri[4] non hanno fornito alla Commissione informazioni rela-
tive al recepimento della direttiva nel diritto nazionale. Mancavano
molte risposte, altre erano incomplete oppure oscure. Secondo
la decisione 2005/293/CE[5] della Commissione i dati annuali sul
conseguimento degli obiettivi di riutilizzo/recupero e di riutilizzo/
riciclaggio dovevano essere comunicati obbligatoriamente nel
2008, a partire dai dati relativi al 2006, ma la scadenza è stata
scarsamente rispettata e in certi casi la metodologia delle comu-
nicazioni ha reso opinabili i dati ricevuti. La Commissione ha preso
provvedimenti per aiutare gli Stati membri a migliorare la qualità e
la comparabilità dei dati, istituendo all’uopo un gruppo di esperti
incaricati di occuparsi della questione[6].
Gli studi di conformità svolti dalla Commissione sulle misure na-
zionali d’attuazione hanno dimostrato che in generale la direttiva è
ben recepita, nonostante esistano alcuni casi di non conformità che
sono già sottoposti a procedure d’infrazione o possono esserlo.
Per quanto riguarda l’effettiva applicazione delle disposizioni le-
gislative e le misure volte a garantirne il rispetto, gli Stati membri
hanno potuto fornire una quantità di informazioni maggiore di
quella comunicata per il periodo di riferimento precedente, ma sulla
base delle risposte ricevute non si può compiere una valutazione
esauriente della situazione generale.
2. La Direttiva 2000/53/CE sui veicoli fuori uso
Ventidue Stati membri hanno inviato alla Commissione informazioni
sulle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative che
recepiscono la direttiva 2000/53/CE nei rispettivi diritti nazionali.
Alcune disposizioni della direttiva (riguardanti per esempio la
prevenzione, la raccolta, il riutilizzo o il recupero) possono essere
recepite mediante accordi, ma soltanto cinque Stati membri si
sono avvalsi di questa possibilità.
Soltanto due Stati membri (la Lituania e il Regno Unito) hanno
esonerato i fabbricanti di veicoli prodotti in quantità limitate dagli
obblighi riguardanti la riutilizzabilità, la riciclabilità e la recuperabilità,
le informazioni sulle norme di codifi ca e sulla demolizione, nonché
la comunicazione delle informazioni.
Tutti i partecipanti hanno dichiarato di avere adottato misure fi -
nalizzate a incoraggiare i fabbricanti di veicoli, in collaborazione
con i produttori di materiali e di apparecchiature, a limitare l’uso
di sostanze pericolose nella costruzione dei veicoli, a facilitarne la
demolizione, il riutilizzo e il recupero, e ad integrare nei veicoli una
quantità crescente di materiali riciclati. Ventidue Stati membri hanno
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NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
indicato che le leggi nazionali sottopongono a restrizioni l’impiego
di piombo, mercurio, cadmio o cromo esavalente nei materiali e nei
componenti dei veicoli immessi sul mercato dopo il 1º luglio 2003,
fatte salve le eccezioni elencate nell’allegato II della direttiva.
Tutti i rispondenti hanno adottato i provvedimenti necessari per
garantire che gli operatori economici – per lo più fabbricanti e/o
importatori di veicoli – istituiscano sistemi per la raccolta dei veicoli
fuori uso e (se tecnicamente possibile) delle parti usate di scarto
che vengono smontate durante le riparazioni, nonché per assicu-
rare la presenza di un numero suffi ciente di impianti di raccolta nel
territorio nazionale. Il numero di impianti di trattamento autorizzati
varia da 2 a Cipro a oltre 1 600 nel Regno Unito. In tutti i paesi
sono stati adottati provvedimenti per garantire che tutti i veicoli
fuori uso siano conferiti ad impianti di trattamento autorizzati.
Tutti gli Stati membri, tranne il Belgio, hanno dichiarato di avere
istituito un sistema che rende necessaria la presentazione di un
certifi cato di rottamazione per ottenere la cancellazione del veicolo
fuori uso dal registro automobilistico. Il caso belga è seguito dalla
Commissione. Nove Stati membri si sono avvalsi dell’opzione di
consentire ai costruttori, ai rivenditori o alle imprese di raccolta di
rilasciare i certifi cati di rottamazione per conto di una struttura di
trattamento autorizzata, purché sia garantito il conferimento dei
veicoli fuori uso a strutture di trattamento autorizzate.
Tutti i rispondenti hanno comunicato di avere adottato provvedi-
menti per garantire che i veicoli fuori uso possano essere conferiti
a impianti di trattamento autorizzati senza alcun costo per l’ultimo
detentore o possessore. Nella maggior parte degli Stati membri
un veicolo fuori uso non viene conferito gratuitamente se non
contiene i componenti essenziali o se contiene rifi uti aggiunti –
l’imposizione di un costo in tali casi è un’opzione conforme alla
direttiva.
Tutti gli Stati membri tranne il Belgio - contro il quale la Com-
missione ha avviato un procedimento d’infrazione - garantiscono
che i certifi cati di rottamazione rilasciati in altri Stati membri siano
reciprocamente riconosciuti e accettati dalle autorità competenti.
La risposta bulgara è oscura e necessita di ulteriori indagini.
In tutti gli Stati membri che hanno risposto al questionario le
strutture o le imprese che eseguono operazioni di trattamento
devono essere in possesso di un’autorizzazione rilasciata dalle auto-
rità competenti o essere registrate presso queste ultime. Soltanto
l’Italia e il Regno Unito si sono avvalsi della possibilità di deroga,
prevista dalla direttiva, all’obbligo di autorizzazione.
Diciannove rispondenti hanno dichiarato di disporre di strumenti
per incoraggiare le strutture o le imprese che eseguono ope-
razioni di trattamento ad adottare sistemi ambientali certifi cati.
L’adozione di tali sistemi viene sostenuta, ad esempio, mediante
documenti orientativi e opuscoli informativi sui vantaggi derivanti
dall’adozione di sistemi ambientali certifi cati, corsi di formazione
e fi nanziamenti. Tre rispondenti hanno dichiarato che i sistemi
ambientali certifi cati erano volontari e non hanno comunicato di
utilizzare misure promozionali addizionali.
Tutti gli Stati membri rispondenti hanno dichiarato di avere adot-
tato provvedimenti conformi alla gerarchia dei rifi uti, al fi ne di
promuovere il riutilizzo dei componenti del veicolo che sono
riutilizzabili e il recupero dei componenti che non lo sono, con
una preferenza per il riciclaggio.
Tutti i rispondenti hanno adottato provvedimenti fi nalizzati a garan-
tire che gli obiettivi di riutilizzo/recupero e di riutilizzo/riciclaggio
stabiliti dalla direttiva siano raggiunti dagli operatori economici.
La maggior parte degli Stati membri ha recepito letteralmente gli
obiettivi stabiliti dalla direttiva. I Paesi Bassi hanno rivisto la data,
molto ambiziosa, entro la quale si erano impegnati a raggiungere
gli obiettivi del 95% di riutilizzo/recupero e dell’85% di riutilizzo/
riciclaggio, riportandola dal 2007 al 2015, la data prevista dalla di-
rettiva. In Bulgaria un obiettivo di recupero dell’87% e un obiettivo
di riciclaggio dell’81% devono essere raggiunti entro il 31 dicembre
2008; per il 2015 è stabilito un graduale incremento fi no al 95%
per il recupero e all’85% per il riciclaggio. Repubblica ceca, Grecia,
Italia, Lettonia, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Romania, Slovacchia
e Ungheria si sono avvalsi della possibilità di adottare obiettivi più
bassi per i veicoli fabbricati anteriormente al 1º gennaio 1980.
Per quanto riguarda i tassi di riutilizzo/riciclaggio e di riutilizzo/
recupero, sono disponibili i dati relativi al 2006 per tutti gli Stati
membri, tranne l’Irlanda e Malta. Nel 2006 diciannove Stati mem-
bri[7] avevano raggiunto l’obiettivo dell’80% di riutilizzo/riciclaggio
(la Repubblica ceca e la Francia si erano avvicinate all’obiettivo).
L’obiettivo dell’85% di riutilizzo/recupero era stato raggiunto da
13 Stati membri[8] (la Spagna si era avvicinata all’obiettivo). Al-
tri dati sono forniti dalle relazioni della Commissione disponibili
all’indirizzo http://ec.europa.eu/environment/waste/index.htm o nel
sito web di Eurostat http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/
portal/waste/introduction/.
Tutti gli Stati membri rispondenti hanno dichiarato di avere adot-
tato provvedimenti per garantire che i fabbricanti, di concerto con
i produttori di materiali e di apparecchiature, utilizzino le norme
di codifi ca dei componenti e dei materiali, e di avere obbligato i
produttori di componenti a fornire informazioni sulla demolizione,
lo stoccaggio e la prova dei componenti agli impianti di trattamento
autorizzati. In tutti gli Stati membri i fabbricanti devono fornire
informazioni per la demolizione di ogni tipo di veicolo nuovo
immesso in commercio. La maggior parte degli Stati membri ha
dichiarato di ricorrere al sistema IDIS ( International Dismantling
Information System ), che viene regolarmente aggiornato.
Diciannove Stati membri hanno dichiarato di avere obbligato gli
operatori economici – soprattutto costruttori – a pubblicare infor-
mazioni su aspetti quali la progettazione del veicolo, i trattamenti
ecocompatibili, la prevenzione dei rifi uti e i progressi compiuti
nell’ambito del recupero e del riciclaggio. In tre Stati membri que-
sto obbligo è imposto ai costruttori di veicoli, identifi cati come
operatori economici di riferimento, e non ai produttori di com-
ponenti dei vicoli. Svezia ed Estonia lavorano alla modifi cazione
delle rispettive legislazioni.
Agli Stati membri è stato chiesto se avessero adottato qualche mi-
sura nuova in materia di prevenzione dei rifi uti. Dieci partecipanti al
7
questionario hanno indicato misure del genere, ma non era chiaro
se si trattasse in tutti i casi di misure nuove rispetto a quelle indicate
per l’ultimo periodo di riferimento. La Germania ha dichiarato che
l’industria automobilistica ha predisposto un elenco riguardante la
comunicazione di certe informazioni relative a sostanze rilevanti
per i componenti e i materiali forniti all’industria automobilistica, e
ha fatto inoltre riferimento al progetto SEES[9], fi nalizzato fra l’altro
a promuovere lo sviluppo di processi sostenibili di demolizione e
riciclaggio, al fi ne di aumentare i tassi di recupero e riutilizzo. La
Germania ha inoltre osservato che persiste la tendenza generale
ad accelerare lo sviluppo delle tecnologie applicabili nella fase
successiva alla frantumazione, per recuperare la massima quantità
possibile di rifi uti frantumati.
Per quanto concerne i tipi e le quantità dei materiali riciclati e
la situazione di mercato, la Francia ha dichiarato che il livello di
integrazione dei materiali riciclati è aumentato, ma ne ha segnalato
la dipendenza dai requisiti tecnici prescritti per i veicoli, nonché
dalla reperibilità dei materiali riciclati nel mercato e dai livelli dei
prezzi e della qualità di questi ultimi. La Francia ha inoltre osser-
vato che secondo gli specialisti dell’industria dei metalli è diffi cile
incorporare nei veicoli più del 40% di metalli riciclati. Il riciclaggio
delle materie plastiche è rimasto a un livello più basso di quello
dei metalli e i costruttori stavano cercando di raggiungere un
equilibrio, nell’impiego delle materie plastiche riciclate, fra quelle
convenzionali e i tipi innovativi di materie plastiche leggere. La
Germania ha dichiarato che i mutamenti della domanda di rottami
riciclati hanno determinato notevoli fl uttuazioni nel mercato dei
materiali in questione. Vi è anche una forte domanda di materie
plastiche riciclate di alta qualità.
Soltanto cinque Stati membri hanno comunicato che sono stati
conferiti a impianti di trattamento autorizzati veicoli con un va-
lore di mercato nullo o negativo. Le segnalazioni di conferimenti
di tali veicoli da parte dei restanti Stati membri sono inesistenti
o di entità trascurabile, a causa degli elevati prezzi delle materie
prime secondarie.
In generale i rispondenti non hanno notato distorsioni della con-
correnza nei rapporti fra gli Stati membri o al loro interno, benché
a questo riguardo siano state avanzate varie osservazioni. La Svezia
ha fatto riferimento a divergenze nell’interpretazione della direttiva
2000/53/CE a proposito del distacco del vetro dai veicoli fuori uso,
dal che consegue un aumento delle automobili esportate negli
Stati membri in cui il vetro può essere lecitamente distaccato dopo
la frantumazione. Il Belgio ha segnalato l’esistenza di un’intensa
concorrenza fra gli impianti di frantumazione e fra questi ultimi
e gli impianti di demolizione. La Polonia ha osservato che spesso
l’onere del trattamento dei veicoli fuori uso non ricade su quegli
Stati membri in cui i veicoli a fi ne vita vengono immessi nel mercato
e utilizzati più a lungo, bensì sugli Stati membri in cui tali veicoli
vengono successivamente importati e in cui terminano il ciclo di
vita. A questo proposito la Germania ha rilevato una riduzione
dei veicoli fuori uso recuperati negli impianti di demolizione e
di riciclaggio del paese, dovuta al fatto che una grande quantità
di veicoli usati viene esportata, ad esempio in Polonia, Romania,
Repubblica ceca e Lituania. Altri Stati membri hanno comunicato
che numerose automobili usate venivano esportate anche in Africa
o in Medio Oriente, una circostanza che aveva un impatto sulla
quantità di veicoli fuori uso generati e trattati nei suddetti Stati
membri. La Commissione intende discutere ulteriormente tali
questioni con gli esperti nazionali nelle riunioni del Comitato per
l’adeguamento al progresso tecnico.
3. Conclusioni
Per quanto riguarda il recepimento della direttiva 2000/53/CE
nella legislazione nazionale degli Stati membri non vi sono stati
mutamenti rilevanti rispetto al precedente periodo di riferimento.
Alcune disposizioni della direttiva non sono state ancora recepite
completamente o correttamente, come dimostra il numero di
procedimenti d’infrazione: nel 2009 nove casi di non conformità
e sei casi di mancata presentazione della relazione erano ancora
pendenti. Vari Stati membri non hanno raggiunto i propri obiettivi
di riutilizzo/riciclaggio/recupero nel 2006. La Commissione ha in-
viato a questi Stati membri una lettera con cui chiede di spiegare
i motivi del mancato raggiungimento degli obiettivi, e discuterà i
possibili miglioramenti. In generale l’attuazione della direttiva deve
essere ulteriormente migliorata. Gli attuali controlli di conformità
e gli incontri con gli Stati membri proseguiranno per risolvere le
carenze rilevate nell’attuazione della legislazione comunitaria in
questo campo.
[1] GU L 269 del 21.10.2000, pag. 34.
[2] GU L 282 del 26.10.2001, pag. 77.
[3] GU L 377 del 31.12.1991, pag. 48.
[4] Contro gli Stati membri che non hanno comunicato informazioni sono stati
avviati procedimenti d’infrazione.
[5] GU L 94 del 13.4.2005, pag. 30.
[6] Per affrontare tale questione è stato istituito un gruppo di esperti, com-
prendente rappresentanti di Stati membri, dell’industria automobilistica, delle
direzioni generali Ambiente ed Eurostat della Commissione. La prima riunione
del gruppo è prevista per l’autunno del 2009.
[7] Belgio, Bulgaria, Danimarca, Germania, Estonia, Grecia, Cipro, Lettonia, Litua-
nia, Lussemburgo, Ungheria, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Slovacchia,
Finlandia, Svezia e Regno Unito.
[8] Belgio, Bulgaria, Repubblica ceca, Germania, Cipro, Lettonia, Lituania, Lus-
semburgo, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo e Svezia.
[9] Sustainable Electrical & Electronic System for the Automotive Sector, un
progetto fi nanziato dall’Unione europea nell’ambito del SESTO PROGRAMMA
QUADRO DI RICERCA, SVILUPPO TECNOLOGICO E DIMOSTRAZIONE,
PRIORITÀ 6.2 (Trasporto di superfi cie sostenibile, progettazione avanzata e
tecniche di produzione). Il consorzio del progetto riunisce fabbricanti e venditori
di automobili, università, imprese di riciclaggio/rottamazione, centri di ricerca e
consulenti. Si veda: http://www.sees-project.net/index.php.
8
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
8888888
di Silvia Barchiesi
Problemi di spazio? Con i cantilever LogiMa lo spazio acquista valore.
CON I CANTILEVERL’AUTODEMOLIZIONE IN VERTICALE
LogiMa s.r.l.
PER CONTATTI:Giovanni Paolini 348 3034493Giovanni Del Moro 393 9609502
Non servono migliaia di metri quadri di
piazzale oggi per essere un centro di au-
todemolizione competitivo.
Basta molto meno spazio, purché la qualità
delle soluzioni logistiche adottate sia targata
LogiMa.
Parola di Orlando Fezza, titolare del
Centro Autodemolizione Autoveicoli di
Nocera Superiore (SA) che ha saputo razio-
nalizzare al massimo i 2.200 metri quadrati
del suo piazzale grazie ai prodotti acquistati
da LogiMa s.r.l., giovane società di Porto
d’Ascoli specializzata nella progettazione
e vendita di soluzioni per la logistica e la
gestione di magazzini.
Tecnologicamente all’avanguardia, innovati-
ve, pratiche, funzionali e sicure, le soluzioni
LogiMa sono anche “salva - spazio”.
Basta dare un’occhiata al Centro di auto-
demolizione e vendita ricambi usati, gestito
da sei anni dal Sig. Orlando Fezza per ren-
dersi conto della geniale praticità di uno dei
prodotti di punta della LogiMa: i cantilever,
apposite scaffalature che, in versione mo-
no o bifronte, consentono il più sicuro e
ordinato stoccaggio delle autovetture da
rottamare.
Il Sig. Fezza ne ha acquistati ben 17 in soli
pochi mesi: “Abbiamo fatto un primo ordine
lo scorso agosto acquistando soltanto 2 can-
tilever - ha commentato il Sig. Fezza - ma ci
siamo subito resi conto della praticità di que-
sto prodotto e del valore aggiunto che avrebbe
dato al nostro Centro. Per questo dopo poco
più di un mese abbiamo dato seguito ad un
altro ordine di 15 cantilever”.
Il risultato?
“Il Centro ha cambiato aspetto e ha acqui-
sito un valore aggiunto - ha precisato il Sig.
Fezza - Grazie ai cantilever e alla loro effi -
cienza abbiamo risolto i nostri problemi legati
allo spazio. Ora possiamo vantare un’ottima
esposizione delle nostre auto, esposizione che
prima era seriamente compromessa, proprio
a causa della mancanza di spazio. Così, non
potendo sviluppare l’autodemolizione in oriz-
zontale abbiamo optato strategicamente per
un’autodemolizione in verticale, una sorta di
autodemolizione all’impiedi. Pur senza poter
contare su di un’estesa metratura, abbiamo
deciso di non rinunciare all’effi cienza e alla
praticità. È questo il nostro vantaggio competi-
tivo e la forza delle tecnologie LogiMa”.
Inoltre, a guadagnarci non è solo lo spazio:
ordine, sicurezza e pulizia sono altri vantaggi
di tutti prodotti LogiMa, non solo dei can-
tilever. Lo sa bene il Sig. Fezza che, oltre ai
cantilever, ha acquistato 4 scaffalature per
ricambi e che di già ha in programma di
effettuare altri ordini.
“Sono rimasto pienamente soddisfatto dei
miei acquisti - ha commentato il Sig. Fezza
- tanto che ho consigliato i cantilever anche ai
miei colleghi della zona. Ma non solo. Proprio
alcuni giorni fa ho girato i contatti di LogiMa
anche ad un centro di Bologna”.
9999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999
di Alberto Piastrellini
TRA L’INCUDINE E IL MARTELLOAutodemolitori: il caso Roma
123 imprese operano da anni in una situazione precaria,col rinnovo delle autorizzazioni provvisorie e il continuo rischio di chiusura.
N. 1/2 GENNAIO-FEBBRAIO 2010 - ANNO VI
A distanza di pochi mesi il Notiziario torna
su un argomento spinoso che il settore
dell’autodemolizione e le istituzioni locali
e territoriali coinvolte vivono come una
vera e propria “spina nel fi anco”: ovvero,
il caso degli Autodemolitori romani.
Già in giugno 2009 (ndr : Notiziario Autode-
molitori n. 5 - Anno V, pagg 8 - 9), avevamo
tentato un focus sulla questione, andando
ad intervistare un imprenditore locale, il
Sig. Vincenzo Pepe, titolare di una ditta
che opera nel settore sin dal 1973 e che
vanta una capacità di rottamazione media
di 4.000 veicoli l’anno.
In questo numero, stante il perdurare di
una situazione per certi versi paradossale
e cavalcando inoltre le notizie relative a
recenti accadimenti, siamo tornati ad os-
servare cosa “bolle in pentola”.
Come ci aspettavamo, peraltro, la risposta
è stata piuttosto dinamica: tolto il coper-
chio la reazione ha mostrato tutta la sua
virulenza.
“È una vergogna - ha tuonato Vincen-
zo Pepe, tra l’altro Responsabile per la
Regione Lazio della Confederazione Auto-
demolitori Riuniti, CAR - bisogna scriverlo
chiaro che è una vergogna!”.
Il fatto è che nella Capitale insistono
circa 123 imprese di autodemolizione,
cita Pepe, che operano da anni senza le
necessarie Autorizzazioni, o meglio, con
autorizzazioni a tempo determinato, che
si rinnovano da anni saltellando da una
proroga all’altra, da un’amministrazione
all’altra sino al traguardo di un commis-
sariamento ad hoc ed ad un continuo
rimpallo di responsabilità fra Comune e
Regione.
La materia del contendere, peraltro, non
è delle più trascurabili: in gioco c’è il lavo-
ro di diverse centinaia di persone per una
10
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NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
mole di affari che copre il 10% del merca-
to dell’autodemolizione nazionale.
Eppure, lo scoglio da superare per dop-
piare l’impasse che si trascina ormai da
diversi anni è piuttosto massiccio e si
chiama Legge.
Nell’ Allegato I, relativo all’art. n. 6 (commi
1 e 2) del D. Lgs. del 24 giugno 2003 n.
209, “Attuazione della direttiva 2000/53/
CE relativa ai veicoli fuori uso”, pubblica-
to nella Gazzetta Uffi ciale n. 182 del 7
agosto 2003 - Supplemento Ordinario n.
128; si nominano testualmente i “Requisiti
relativi al centro di raccolta e all’impianto ai
trattamento dei veicoli fuori uso”.
Ebbene, al punto 1 (Ubicazione dell’im-
pianto di trattamento), si legge che: “Al
fi ne del rilascio dell’autorizzazione agli
impianti di trattamento disciplinati dal pre-
sente decreto, l’autorità competente tiene
conto dei seguenti principi generali relativi
alla localizzazione degli stessi impianti:
1.1.1. il centro di raccolta e l’impianto di
trattamento non devono ricadere:
a) in aree individuate nei piani di bacino,
ai sensi dell’articolo 17, comma 3, lettera
m), della legge 18 maggio 1989, n. 183, e
successive modifi che;
b) in aree individuate ai sensi dell’articolo 3
del decreto del Presidente della Repubbli-
ca 8 settembre 1997, n. 357, e successive
modifi cazioni, fatto salvo il caso in cui la
localizzazione e’ consentita a seguito della
valutazione di impatto ambientale o della
valutazione di incidenza, effettuate ai sensi
dell’articolo 5 del medesimo decreto;
c) in aree naturali protette sottoposte a
misure di salvaguardia ai sensi dell’articolo
6, comma 3, della legge 6 dicembre 1991,
n. 394, e successive modifi che;
d) in aree site nelle zone di rispetto di cui
all’art. 21, comma 1, del decreto legislati-
vo 11 maggio 1999, n. 152, e successive
modifi che;
e) nei territori sottoposti a vincolo paesag-
gistico ai sensi del decreto legislativo 29
ottobre 1999, n. 490, e successive modifi che,
salvo specifi ca autorizzazione regionale, ai
sensi dell’articolo 151 del citato decreto.
1.1.2. Il centro di raccolta e l’impianto di
trattamento non devono essere ubicati in
aree esondabili, instabili e alluvionabili com-
prese nelle fasce A e B individuate nei piani
di assetto idrogeologico di cui alla legge n.
183 del 1989.
1.1.3. Per ciascun sito di ubicazione sono
valutate le condizioni locali di accettabi-
lita’ dell’impianto in relazione ai seguenti
parametri:
a) distanza dai centri abitati; a tal fi ne,
per centro abitato si intende un insieme
di edifi ci costituenti un raggruppamento
continuo, ancorche’ intervallato da strade,
piazze, giardini o simili, costituito da non
11
meno di venticinque fabbricati e da aree di
uso pubblico con accessi veicolari o pedonali
sulla strada;
b) presenza di beni storici, artistici, archeo-
logici e paleontologici.
1.1.4. Nell’individuazione dei siti idonei alla
localizzazione sono da privilegiare:
1) le aree industriali dismesse;
2) le aree per servizi e impianti tecnolo-
gici;
3) le aree per insediamenti industriali ed
artigianali.
1.2. Le regioni devono favorire la rilocalizza-
zione del centro di raccolta e dell’impianto
di trattamento ubicati in aree non idonee,
individuando, a tal fi ne, appositi strumenti
di agevolazione.
1.3. L’area prescelta per la localizzazione
del centro di raccolta e dell’impianto di
trattamento deve essere servita dalla rete
viaria di scorrimento urbano ed essere fa-
cilmente accessibile da parte di automezzi
pesanti.
Queste disposizioni, nelle intenzioni del
Legislatore Europeo e conseguentemente
per effetto del diritto comunitario rese
obbligatorie anche in Italia, sono state in-
trodotte per salvaguardare le aree abitate
e quelle agricole da attività imprenditoriali
di gestione di rifi uti potenzialmente pe-
ricolosi, tuttavia si traducono, per quegli
operatori ubicati in aree non rispondenti
alle caratteristiche sopra elencate, nello
spettro della delocalizzazione obbligata.
Come se fosse semplice.
E a Roma, questo problema non è cosa
da poco, dal momento che molte imprese
della Capitale operano in un contesto
territoriale che si è profondamente
mutato negli ultimi 40 anni, inglobando
zone periferiche un tempo marginali ed
ora perfettamente urbanizzate e quindi
non rispondenti alla normativa di rife-
rimento.
La cosa assume poi ulteriori contorni di
beffa e di nonsense allorquando la norma
obbliga, da un lato, gli Organi deputati a
rilasciare le Autorizzazioni a tenere con-
to dell’ubicazione dei centri, dall’altro i
demolitori ad introdurre sostanziali ade-
guamenti strutturali ed impiantistici senza
i quali le autorizzazioni decadono.
In più, se non ci sono autorizzazioni non
si può metter mano agli adeguamenti del
caso.
Posti fra l’incudine e il martello, con la
“spada di Damocle” perennemente
sospesa sul capo, gli imprenditori dell’au-
todemolizione romani continuano a
lavorare (ma fi no a quando?) in una sor-
ta di limbo dal quale, in ogni momento,
potrebbero essere estromessi.
E nel frattempo, chi deve rottamare una
macchina a Roma a chi si rivolge?
“Il problema è più grave di quello che si può
immaginare - precisa il Sig. Pepe - l’ultima
autorizzazione a tempo che ci permette-
va di lavorare è scaduta a fi ne febbraio
e in parola aspettavamo un rinnovo per
marzo”.
“Di fatto, al 4 di marzo, ancora, non abbia-
mo notizie dalla Protezione Civile circa la
nomina di un nuovo Commissario da cui
dipende la concessione di rinnovo dell’au-
torizzazione; per cui il Pubblico Registro
Automobilistico, dal 1° marzo, potrebbe
non ritirare più le pratiche per la radiazio-
ne delle targhe delle Auto che ci vengono
consegnate”.
“Di fatto - continua Pepe - stiamo lavoran-
do in assenza di autorizzazione con tutto
quello che comporta: in caso di un controllo
da porte degli Organi competenti, potreb-
bero farci chiudere tutti”.
“D’altra parte i Concessionari stessi ci chia-
mano perché non sanno dove portare le
auto che stazionano nei loro piazzali”.
Quindi la situazione è: niente autorizza-
zione perché l’ubicazione dei centri non è
conforme; quindi, si procede a saltelli con
autorizzazioni semestrali che quando non
vengono rinnovate in tempo rischiano di
far piazza pulita. Niente autorizzazione,
niente adeguamenti; niente adeguamenti,
niente autorizzazione.
E intanto bisognerebbe pure spostare
tutto da un’altra parte.
Ma dove?
In effetti, l’Amministrazione Comunale,
sin dal 1997 avrebbe individuato un’area
dedicata ai servizi di rottamazione, ma
l’area in questione confi nerebbe con un
territorio deputato a Parco e la Regione,
nel frattempo ha deciso di ampliare l’area
tutelata includendovi il lotto che il Comu-
ne aveva indicato in prima battuta.
Nel frattempo è avvenuto un ricorso in
Regione dal momento che non si tiene
conto del Piano Regolatore Comunale e
in questo tira e molla istituzionale, im-
prenditori e cittadini, pur dagli opposti
arroccamenti continuano a non essere
completamente tutelati.
Dal canto loro, alcuni Autodemolitori,
proprio per avere un maggior peso dia-
lettico con le Istituzioni, hanno tentato
la strada dell’aggregazione delle imprese
in consorzi volontari in grado di fi rmare
Accordi di Programma anche con l’Am-
ministrazione Comunale, ma di fatto
l’intervento della Regione ha messo una
pietra sopra al progetto di delocalizzazio-
ne in un’area dedicata e il problema non
sembra di rapida soluzione.
Eppure, anche i Produttori sono sensibili
alla questione romana per ovvi motivi di
interesse: non è possibile, infatti, che la
Capitale non abbia la possibilità di gesti-
re adeguatamente il fi ne vita dei propri
autoveicoli.
Intanto, mentre questo numero del Noti-
ziario stava andando in stampa, è arrivata
la notizia del rinnovo delle autorizzazioni;
ancora qualche mese di proroga e poi,
forse qualcosa cambierà, o forse tutto
rimarrà così a tempo indeterminato in
un’Italia che stenta a prendere decisioni
e, quando le prende, sono sempre molto
sindacabili ed interpretabili.
“È una vergogna - ripete sconsolato il Sig.
Pepe - scrivilo che è una vergogna!”
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13
CNA E CAR PROMUOVONO, IN PUGLIA,LA DIVULGAZIONE DELLE NOVITÀ NORMATIVEPRESSO GLI OPERATORI DEL SETTORE
Autoriparatori e Autodemolitori
A margine dell’Assemblea Regionale CAR, il Responsabile dei Servizi alle Comunità, CNA Puglia spiega l’iniziativa congiunta.
di Alberto Piastrellini
In un momento di grave incertezza econo-
mica, quando i costi di gestione dei centri
di demolizione non sono più supportati da
prezzi di mercato favorevoli per il rottame
e da più parti, all’interno della stessa fi liera
ELV si assiste a dinamiche di concorrenza, si
è inserita la novità normativa costituita dalla
Legge n. 166 del 20/11/2009 di conversione
del precedente D. L. n. 135/2009.
Per gli Autodemolitori, questo signifi ca la cer-
tezza di ottimizzare la captazione di ulteriori
parti di veicoli riparati presso le Offi cine di
autoriparazione.
Tuttavia, questa recente novità non è ancora
del tutto metabolizzata dalle diverse imprese
del settore, per cui si rende necessaria una ca-
pillare diffusione e spiegazione della norma.
In questo senso, è stata presentata una ap-
posita Relazione durante la prima Assemblea
Regionale CAR (Confederazione Autode-
molitori Riuniti), tenutasi a Bari lo scorso 27
novembre.
Per saperne di più, all’indomani dell’Assemblea
regionale CAR Puglia, dove era presente per
illustrare il progetto mirato all’informazione
degli stakeholders circa le novità normative
introdotte dalla …, abbiamo rivolto alcune
domande a Giovanni Merchich, Responsa-
bile dei Servizi alle Comunità, CNA Puglia.
Dott. Merchich, può parlarci
dell’iniziativa che CNA – Unione
Servizi alla Comunità di Puglia, sta
intraprendendo per coinvolgere au-
todemolitori ed autoriparatori nel
rispetto della normativa vigente?
In quanto coordinatore dell’Unione,
mi occupo, in generale di tutta la fi liera
dell’autoriparazione e quindi, anche degli
Autodemolitori.
Ora, è avvenuto che conseguentemente
all’emanazione del D. L. n. 135/2009, defi ni-
tivamente convertito in Legge 20 novembre
2009, n. 166, ed entrato in vigore il 25 no-
vembre 2009, sono state introdotte alcune
novità in tema di gestione dei veicoli fuori
uso.
Nella fattispecie è stato stabilito, previa mo-
difi ca al D. Lgs n. 209/2003 che le imprese
di autoriparazione devono consegnare i
pezzi usati classifi cabili come rifi uti prodotti
durante la riparazione dei veicoli (esclusi
quelli destinati ai consorzi obbligatori) ad
un centro di raccolta apposito.
In questo senso, la novità principale è co-
stituita dal fatto che la consegna di questa
tipologia di rifi uti potrà essere effettuata
direttamente dagli autoriparatori qualora
siano iscritti all’Albo gestori ambientali; re-
sta altresì invariata la consegna presso gli
operatori che non risultano iscritti all’Albo
summenzionato, che deve essere svolta
tramite un operatore autorizzato.
14
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
Ovviamente i produttori dei componenti
dei veicoli dovranno redigere adeguate in-
formazioni sulla demolizione, lo stoccaggio
e la verifi ca di componenti che possono
essere reimpiegati e metterle a disposizione
dei centri di raccolta autorizzati alla messa
in sicurezza ed alla demolizione dei veicoli
fuori uso.
Il tutto, tende ad un riquadramento delle
potenzialità della fi liera e ad una miglior
tracciabilità delle operazioni che intercor-
rono fra Autoriparatori ed Autodemolitori,
fermi restanti gli obblighi comunitari di mag-
gior effi cienza nelle dinamiche di riciclo e
riutilizzo.
Siccome questa novità è per lo più ignora-
ta, soprattutto dagli Autoriparatori, come
Unione siamo impegnati a divulgare e so-
cializzare la norma, con l’intento di favorire
l’incontro e lo scambio, anche di informa-
zioni oltre che di opportunità di lavoro, fra
le due categorie intertessate.
Vogliamo, quindi cercare di essere più inci-
sivi minimizzare l’impatto sull’ambiente dei
cicli produttivi di queste aziende.
In tal senso, cercheremo di favorire i contat-
ti fra stakeholders (magari mettendo mano
ad apposite convenzioni da stipulare fra i
diversi soggetti), e promuovere, nel con-
tempo, iniziative sul territorio per divulgare
la Legge che se non rispettata, prevede pe-
santi sanzioni.
Quali sono stati i primi passi mossi
in questa direzione?
Abbiamo annunciato le prime iniziative nel
corso dell’Assemblea regionale CAR
del 27 febbraio scorso, allorquando, proprio
gli Autodemolitori convenuti sono stati
messi al corrente delle nuove possibilità di
captazione dei pezzi di ricambio provenienti
dalle offi cine di autoriparazione.
Si consideri che il numero degli operatori
coinvolti nella sola Puglia assomma a circa
77 aziende di autodemolizione e 5.500
imprese di autoriparazione (meccanici,
carrozzieri ed elettrauto), quindi la partita
è piuttosto grande e a pieno regime con-
tiamo di favorire oltre che i clienti degli
autoriparatori anche l’ambiente.
In un contesto di crisi economica, anche
queste piccole iniziative posso portare
benefi ci.
Si intenderà replicare questo tipo di
iniziativa anche in altre Regioni?
Guardi, la nostra idea coinvolgerà le Ammi-
nistrazioni Provinciali che sono le istituzioni
più vicine al territorio ed agli operatori; e
naturalmente faremo sì che questa iniziativa
sia conosciuta anche a livello nazionale, poi
saranno le singole organizzazioni, autono-
mamente, a valutare l’opportunità di una
sua eventuale replica.
Tuttavia, va detto che a livello nazionale
l’Unione è già impegnata a mettere in rete
gli Autodemolitori al fi ne di creare una rete
accreditata presso i nostri Autoriparatori.
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CERTIFICAZIONIUNI EN ISO 9001:2000UNI EN ISO 14001:2004
l’autodemolizione in linea con l’ambiente
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La Direttiva 2000/53/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio,
relativa ai veicoli fuori uso, vieta l’uso di piombo, mercurio, cadmio o
cromo esavalente (metalli pesanti dal forte impatto nocivo sulla salute
degli esseri viventi) nei materiali e nei componenti dei veicoli immessi
sul mercato dopo il 1° luglio 2003, tranne nei casi di cui all’Allegato
II della stessa Direttiva e alle condizioni ivi specifi cate.
Nell’Allegato fi gurano i ma teriali e i componenti dei veicoli esenti dal
divieto, tale per cui i veicoli immessi sul mercato prima della data di
scadenza di una determinata esenzione possono contenere metalli
fi gurano nell’allegato II della Direttiva 2000/53/Ce.
Tuttavia la stessa Direttiva (art. 4, paragrafo 2), specifi ca che la Com-
missione deve adeguare periodicamente l’Allegato II al progresso
tecnico e scientifi co, e infatti, con Decisione 2008/689/CE del 1°
agosto 2008, la Commissione aveva già modifi cato l’Allegato II della
direttiva 2000/53/CE specifi cando che nel caso di saldature nelle
schede elettroni che e in altre applicazioni elettriche, tranne quelle
sul vetro, di cui al punto 8, lettera a), e di saldature nelle applicazioni
elettriche su vetro, di cui al punto 8, lettera b), le esenzioni dovevano
essere riesaminate nel 2009.
La valutazione intervenuta nel frattempo ha reso necessario, alla
luce del progresso tecnico-scientifi co, apportare ulteriori modifi che
all’Allegato II.
Per maggior informazione dei Lettori, pubblichiamo, alle pagg. seguenti,
il testo completo della Decisione
(ndr: Si avverte che il testo della Decisione inserito nelle pagine di
questo articolo non riveste carattere di uffi cialità e non è sostitutivo
in alcun modo della pubblicazione uffi ciale cartacea).
Commissione delle Comunità europee
Decisione 23 febbraio 2010, n. 2010/115/Ce
(Guue 25 febbraio 2010 n. L48)
Decisione recante modifi ca dell’allegato II della direttiva 2000/53/
Ce del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai veicoli
fuori uso
(Testo rilevante ai fi ni del See)
La Commissione europea,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea,
vista la direttiva 2000/53/Ce del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 18 settembre 2000, relativa ai veicoli fuori uso in
particolare l’articolo 4, paragrafo 2, lettera b).
considerando quanto segue:
(1) La direttiva 2000/53/Ce vieta l’uso di piombo, mercurio, cadmio
o cromo esavalente nei materiali e nei componenti dei veicoli
immessi sul mercato dopo il 1° luglio 2003, tranne nei casi di cui
all’allegato II della direttiva e alle condizioni ivi specifi cate. In base
all’articolo 4, para grafo 2, lettera b), della direttiva 2000/53/Ce,
la Com missione deve adeguare periodicamente l’allegato II della
medesima al progresso tecnico e scientifi co.
(2) Nell’allegato II della direttiva 2000/53/Ce fi gurano i ma teriali
e i componenti dei veicoli esenti dal divieto di cui all’articolo 4,
paragrafo 2, lettera a), di tale direttiva. I veicoli immessi sul mercato
prima della data di scadenza di una determinata esenzione possono
contenere piombo, mercurio, cadmio o cromo esavalente nei mate-riali e nei componenti che fi gurano nell’allegato II della direttiva
2000/53/Ce. La decisione 2008/689/Ce della Commissione, del
1° agosto 2008, recante modifi ca dell’allegato II della direttiva
2000/53/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai
veicoli fuori uso, specifi ca che nel caso di saldature nelle schede
elettroni che e in altre applicazioni elettriche, tranne quelle sul
vetro, di cui al punto 8, lettera a), e di saldature nelle applicazioni
elettriche su vetro, di cui al punto 8, lettera b), le esenzioni devono
essere riesaminate nel 2009.
(3) Dalla valutazione tecnica e scientifi ca è emerso che sa rebbe
opportuno suddividere queste due esenzioni in dieci applicazioni
più specifi che. Di questi cinque materiali e componenti contenenti
piombo dovrebbero continuare a benefi ciare temporaneamente
del divieto di cui all’articolo 4, paragrafo 2, lettera a) della direttiva
2000/53/Ce, in quanto l’uso di queste sostanze in questi materiali
e componenti specifi ci è ancora tecnicamente o scientifi camente
inevitabile. È pertanto opportuno rinviare data di scadenza di
queste esenzioni fi no a quando non sarà possibile evitare l’uso
delle sostanze proibite.
(4) Cinque altri materiali e componenti contenenti piombo do-
vrebbero continuare a benefi ciare del divieto di cui all’articolo
4, paragrafo 2, lettera a), della direttiva 2000/53/Ce, senza una
data limite in quanto l’uso di queste sostanze in questi materiali
e componenti specifi ci è ancora tecnicamente o scientifi camente
inevitabile e non si prevedono alternative praticabili per il momen-
to. Queste esenzioni dovrebbero essere riesaminate nel 2014 alla
luce del progresso tecnico e scientifi co per valutare quando sarà
possibile evitare l’uso di tali sostanze. È opportuno riesaminare
l’esenzione riguardante il piombo nelle saldature in applicazioni
elettriche di smaltatura su vetro tranne che per le saldature su
lastre laminate entro il 1° gennaio 2012 in quanto esistono sostanze
alterna tive ma le loro proprietà tecniche devono ancora essere
oggetto di prove e conferme.
(5) Nel caso del piombo e dei composti di piombo in com ponenti
degli agenti leganti per gli elastomeri negli apparati propulsori che
contengono fi no allo 0,5% di piombo in peso, l’esenzione non
dovrebbe essere prorogata in quanto l’uso del piombo in questo
tipo di appli cazioni può essere evitato.
(6) L’allegato II della direttiva 2000/53/Ce stabilisce che i pezzi di
ricambio, immessi sul mercato dopo il 1° luglio 2003, utilizzati per
veicoli immessi sul mercato prima del 1° luglio 2003 sono esenti
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
a cura di Alberto Piastrellini
LA COMMISSIONE EUROPEAMODIFICA L’ALLEGATO II
Direttiva 2000/53/CE
La Decisione segue la precedente del 1° agosto 2008 e si pone come adeguamento normativo al progresso tecnico e scientifi co
17
dal divieto di cui all’articolo 4, paragrafo 2, lettera a), della direttiva
2000/53/Ce. Questa esenzione consente le riparazioni dei veicoli
immessi sul mercato prima dell’entrata in vi gore del divieto di
cui all’articolo 4, paragrafo 2, lettera a), con pezzi di ricambio che
soddisfano le stesse prescrizioni di qualità e sicurezza dei pezzi di
cui erano provvisti originariamente.
(7) Questa esenzione non riguarda i pezzi di ricambio desti nati ai
veicoli immessi sul mercato dopo il 1° luglio 2003 ma prima della
data di scadenza della relativa esenzione indicata nell’allegato II della
direttiva 2000/53/Ce. I pezzi di ricambio per questi veicoli non
devono pertanto contenere metalli pesanti, anche se sono utilizzati
per sostituire parti che in origine contenevano tali metalli.
(8) In alcuni casi è tecnicamente impossibile riparare veicoli con
pezzi di ricambio diversi da quelli originali, poiché ciò richiede-
rebbe modifi che delle caratteristiche dimen sionali e funzionali di
interi impianti del veicolo. Dal momento che tali pezzi di ricambio
non possono essere installati negli impianti dei veicoli fabbricati
originaria mente con parti contenenti metalli pesanti, la riparazione
di tali veicoli diviene impossibile e può rendersi necessa rio smaltirli
prematuramente. Per la sicurezza dei consu matori e la tutela am-
bientale derivanti dall’estensione della durata di vita dei prodotti
è opportuno consentire la riparazione di questi componenti di
veicoli con i pezzi originali.
(9) È opportuno pertanto modifi care di conseguenza la di rettiva
2000/53/Ce.
(10) Le misure di cui alla presente decisione sono conformi al
parere del comitato istituito dall’articolo 18, paragrafo 1, della
direttiva 2006/12/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio, del
5 aprile 2006, relativa ai rifi uti,
ha adottato la seguente decisione:
Articolo 1
L’allegato II della direttiva 2000/53/Ce è sostituito dall’allegato
della presente decisione.
Articolo 2
Gli Stati membri sono destinatari della presente decisione.
Fatto a Bruxelles, il 23 febbraio 2010.
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NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
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NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
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di Valentina Bellucci
UN MERCATO IN CRESCITA E UN2010 CON UN INIZIO POSITIVOI dati di Assofermet relativi ai primi 2 mesi confermano un iniziodel 2010 positivo che fa ben sperare dopo mesi bui e di grande crisi
Febbraio ha segnato una rinascita in quanto
molti avvenimenti internazionali hanno con-
tribuito ad un risveglio via via più evidente
del mercato dei rottami in Italia dai mesi
bui della crisi un discreto rimbalzo della
domanda da parte dei principali consuma-
tori nazionali in primis fi n da inizio mese, la
speculazione fi nanziaria sui metalli onnipre-
sente ed una robusta domanda dei mercati
del Far-East. E la consapevolezza che gli in-
vestimenti nel mercato dei metalli hanno
distorto, negli ultimi sei mesi, le consolidate
relazioni tra domanda ed offerta.
L’impatto di questi livelli di prezzo e la vola-
tilità ha un unico risultato: erodere i margini
commerciali.
Il mercato dei non ferrosi è stato infl uen-
zato dai seguenti eventi:
1) i principali produttori di grezzi stanno
lavorando al 70-80% di capacità e soffro-
no per le elevate quotazioni raggiunte dal
metallo, in particolare la volatilità dei prezzi
suggerisce prudenza e li spinge verso una
politica degli approvvigionamenti tipo “just
in time”.
2) C’è un miglioramento complessivo dei
fondamentali per i principali metalli. I prezzi
in continuo aumento stanno stimolando
le richieste di grezzi da parte dei consu-
matori fi nali.
3) La crisi di Alcoa (il leader mondiale nella
produzione e nella gestione di alluminio
primario, alluminio secondario e allumina
combinati, grazie alla sua posizione attiva e
di crescente importanza in tutti gli aspetti
principali del settore), ora risolta, nei due
impianti italiani e le fermate di alcuni pro-
duttori nazionali per motivi contingenti
hanno spinto i premi delle billette primarie\
secondarie.
4) I recenti terremoti in Cile (primo produt-
tore di rame al mondo) e le preoccupazioni
dal punto di vista della disponibilità futura di
questo metallo contribuiscono a sostenere
il prezzo dei catodi e dei rottami.
La situazione è nettamente migliorata an-
che per il rame, l’ottone, il nichel, l’allumino
e il piombo.
Rame
Il prezzo del rame per consegna tre mesi
è aumentato del 48% sull’LME negli ultimi
6 mesi, nonostante l’aumento degli stock
dell’89% nello stesso periodo.
Questo aumento dei prezzi è stato cau-
sato, principalmente, da motivi legati alla
speculazione fi nanziaria, accoppiata ad una
domanda continua da parte dei principali
consumatori del Far-East.
La domanda nazionale è buona nonostan-
te l’alto livello di prezzo del metallo rosso;
la disponibilità dei rottami è buona e c’è
un’accesa competizione per accaparrarsi
il metallo.
I principali consumatori, spinti dal continuo
aumento dei prezzi, sono tornati sul merca-
to ed hanno iniziato a mettere qualcosina
in magazzino, stimolati anche da un salutare
aumento degli ordini. I produttori di tubi,
raccordi e fi ttings stanno lavorando al 70%
di capacità, come i produttori di sistemi per
tetto e lattonieri.
Ottone
La disponibilità di rottame è scarsa e le
richieste del mercato nazionale mode-
ste: i principali produttori di semilavorati
di ottone stanno lavorando al 65%-70%.
Cercano di acquistare lo stretto necessa-
rio per soddisfare la domanda ai prezzi più
bassi possibili.
Unica certezza e faro onnipresente, anche
nei momenti più neri della crisi, è la richie-
sta da parte dei consumatori del Far-East.
Al momento i prezzi pagati dai principali
consumatori italiani non rifl ettono l’esat-
to valore del metallo componente la lega,
viene valorizzata solo la componente rame,
quindi pagano prezzi sensibilmente più bassi
rispetto ai trader del Far-East; inoltre stan-
no iniziando a raccogliere materiale anche
dai piccoli/piccolissimi commercianti rom-
pendo quegli equilibri ormai consolidati.
Nonostante richieste non brillanti il gap di
prezzo di cui stanno godendo i principali
produttori di lingotti fra rottami e prodotti
22
NOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO DEL SETTORE
appare davvero ampio.
I principali commercianti preferiscono ven-
dere tutta la loro produzione all’estero per
tenere il mercato e non essere scavalcati
dalle fonderie nazionali, ormai orientate al
piccolo commerciante.
L’importazione di rottami da parte degli
altri Paesi europei è risibile per la compe-
tizione dei mercati del Far-East.
Alluminio
Le condizioni dell’alluminio primario sem-
brano diffi cili: la richiesta da parte dei
principali produttori di billette e placche
è modesta in questo periodo. Sono quasi
tutti sovra stoccati e corti di ordini, così si
ha una buona offerta di billette e placche a
prezzi discreti, ma non c’è una grandissima
richiesta.
Nei mesi passati la crisi dell’Alcoa ha contri-
buito ad aumentare sul mercato nazionale i
premi su pani e grezzi. I principali commer-
cianti, abbandonati dal mercato nazionale,
sono stati costretti ad esportare gran parte
della loro produzione, infatti, nonostante un
rapporto sfavorevole Euro/Dollaro, questi
mercati mantengono prezzi davvero com-
petitivi e richieste interessanti specialmente
sui low grades.
Il mercato dell’alluminio secondario è effer-
vescente: i produttori stanno lavorando a
piena capacità ci sono moltissimi ordini ed
un’ottima disponibilità di rottame a prezzi
discreti. I
principali commercianti stanno vendendo
gran parte della loro produzione sul merca-
to europeo. I mercati del Far-East, in questo
momento, non sembrano particolarmente
attrattivi su questi prodotti.
Nichel
Il consumo di nichel resta fortemente con-
dizionato dal settore dell’acciaio inossidabile,
che incide per circa il 70% sulla domanda
di nichel primario.
Negli ultimi giorni di febbraio, il prezzo del
nichel ha superato 20.000 USD/t, la do-
manda delle acciaierie rimane forte, così
da essere di stimolo per i prezzi dei rotta-
mi inox. Nel mercato italiano, il prezzo di
vendita dei rottami 18/8 è aumentato del
10% da una settimana all’altra.
La domanda è stabile, pertanto i traders si
aspettano che le acciaierie continueran-
no ad acquistare. In generale, l’offerta di
rottami della UE è buona e la domanda
è forte mentre il prezzo sta aumentando.
La domanda nazionale è buona ed è sti-
mata in aumento del 20% su febbraio ed i
consumatori stanno lavorando all’85% della
capacità.
Il mercato delle batterie continua ad essere
in forte crescita e offre signifi cativi aspet-
ti positivi nel lungo periodo, se le grandi
batterie al nichel per i vecicoli ibridi diven-
teranno le
batterie del futuro per quanto concerne i
veicoli ibridi o elettrici.
Per quanto riguarda gli usi fi nali di mi-
nor importanza, il consumo di nichel nei
rivestimenti e nelle leghe di acciaio ci si
attende una crescita non superiore al 2%
per il 2010.
Piombo
I fondamentali per il piombo sono abba-
stanza buoni gli elevati approvvigionamenti
continuano a contribuire alla diminuzione
degli stock LME. Per contro i bassi stock
stanno spingendo sui premi e prezzi.
C’è un’elevata domanda di rottami nel mer-
cato nazionale: è discreta la disponibilità di
rottami e lingotti.
I prezzi nei mercati esteri sono, di solito,
migliori rispetto a quelli del mercato na-
zionale, frenando le importazioni.
Non resta che sperare che i dati miglio-
rino sempre di più e che il mercato torni
in crescita, come ci auguriamo che anche
la crisi si avvicini ad un felice epilogo. La
strada è lunga. Ma il 2010 è iniziato con
uno spiraglio.
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Da aprile previsto anche il crollo delle immatricolazioniIN ARRIVO UNA PRIMAVERA NERA PER L’AUTO“Ripresa apparente” a inizio 2010: aumentano le immatricolazioni e crollano gli ordini
di Silvia Barchiesi
Dopo i risultati positivi incassati alla fi ne del 2009, per il mercato
dell’auto l’aria sta cambiando.
La primavera si preannuncia diffi cile e il 2010 tutt’altro che un
anno positivo.
Eppure a guardare i dati delle immatricolazioni non si direbbe.
Con un balzo mensile del 30,2% delle immatricolazioni sul 2009,
il 2010 è iniziato, infatti, meglio di come si era concluso l’anno
scorso.
Anche a febbraio i dati registrano un segno positivo: + 20,6% con
200.560 unità immatricolate, contro le 166.320 di febbraio 2009.
Ma i dati non devono trarre in inganno. Sui numeri, viziati dagli
ordini inevasi registrati a fi ne 2009, pesa ancora l’ondata positiva
degli ecoincentivi scaduti a fi ne anno.
Il segno positivo di gennaio e febbraio è dovuto, quindi, alla coda
delle immatricolazioni di vetture acquistate ancora con gli incentivi,
scaduti dal 1° gennaio per i nuovi ordini ma effi caci sulle immatri-
colazioni fi no a fi ne marzo.
Se poi si analizzano anche i dati degli ordinativi sull’ottima perfor-
mance di febbraio si insinua l’ombra di un triste presagio, quello di
un mercato destinato al declino.
A febbraio è infatti evidente la forbice tra immatricolazioni e ordini:
mentre le immatricolazioni sono cresciute, gli ordini, 145.000 in
totale, sono infatti crollati del 35% rispetto al 2009.
Secondo un primo scambio di dati tra ANFIA (Associazione Nazio-
nale Filiera Industria Automobilistica) e UNRAE (Unione Nazionale
Rappresentanti Autoveicoli Esteri) nel primo bimestre dell’anno gli
ordini si attestano a 270.000 con una contrazione del 25% circa
rispetto alla media dei primi due mesi del 2009.
Il crollo del mercato è dietro l’angolo, secondo l’ANFIA.
“La reale situazione del mercato auto in questo momento - ha dichia-
rato Eugenio Ranzelli, Presidente di ANFIA - non è fotografata
dalle immatricolazioni, che derivano dalla mole di ordini accumulati
grazie agli incentivi del 2009, quanto dagli ordini, che a febbraio sono
in calo del 35% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Quando
il portafoglio di inevasi verrà smaltito, senza un’uscita graduale dalla
fase degli incentivi ci si può attendere una caduta importante del
mercato, confermata anche dall’attuale trend negativo degli ordini.
Considerando l’assenza di interventi, questo ci porterà al massimo ad
un mercato di 1.7-1.8.800.000 unità immatricolate a fi ne anno con
un rallentamento signifi cativo anche dei veicoli a trazione alternativa,
in particolare del metano, che sono più che triplicati nel confronto tra
2008 (7%) e 2009 (22%), interrompendo in tale modo un processo
virtuoso di trazioni tecnologiche che contribuiscono in termini ambientali
e di abbattimento del CO2”.
Anche l’UNRAE non è ottimista sul futuro dell’auto in Italia.
Lo stesso Direttore Generale, Gianni Filipponi, non usa mezzi
termini nel descrivere le prospettive del mercato, a seguito della
decisione governativa di porre fi ne agli incentivi alla rottamazione:
“La cancellazione dei bonus per questa tipologia di vetture porterà ad
una forte fl essione delle vendite che darà vita ad un diffi cile 2010 per
i concessionari e anche ad una forte riduzione delle forze di lavoro dei
produttori italiani di questi sistemi di alimentazione. Il taglio netto ad
ogni tipo di sostegno al rinnovo del parco e al miglioramento ecologico
del circolante rende ancor più diffi cile un anno che già preannunciava
diffi coltà”.
Il vero andamento del mercato sarà evidente a partire da aprile,
quando le immatricolazioni rifl etteranno il bassissimo livello di ac-
quisizione ordini del gennaio-marzo.
Il crollo degli ordini di febbraio, commenta l’UNRAE, è solo “la
punta dell’iceberg di uno scenario molto negativo, all’interno del quale
si evidenziano anche le forti diffi coltà in cui si muove la domanda di
vetture con motorizzazione a basso impatto ambientale: GPL, metano,
ibrida, ecc”.
Secondo gli analisti dell’UNRAE, gli ordini saranno in caduta li-
bera per tutto il 2010 per chiudere ad un livello non lontano da
1.500.000 contratti, con un crollo verticale rispetto ai 2.350.000
raccolti nel 2009.
A confermare le tragiche previsioni è il Centro Studi Promoter:
“Il portafoglio ordini accumulato a fi ne dicembre dovrebbe consentire
un discreto risultato anche in marzo, ma a partire da aprile le imma-
tricolazioni dovrebbero far registrare cali molto rilevanti. Si prospetta
dunque una primavera nera per il mercato italiano dell’auto e l’intero
2010 dovrebbe accusare un calo delle immatricolazioni dell’ordine del
20% rispetto ad un 2009 non certo esaltante”, si legge in una nota
del CSP.
La resa dei conti è attesa dunque per aprile, poiché gli ordini risalenti
al 31 dicembre possono essere evasi fi no al 31 marzo del 2010.
Sarà allora che gli effetti della “droga - incentivi” cominceranno ad
essere evidenti.
Per quanto riguarda le immatricolazioni di febbraio, invece, le marche
nazionali riportano una crescita del 17,3% per un totale di 62.742
unità e una quota del 31,3%.
Tra le auto più vendute, Fiat Punto mantiene la leadership (18.970
unità) e Fiat Panda la seconda posizione (15.602 unità), seguita
da Ford Fiesta (12.442), modello di punta della Ford, che, con una
quota del 10,55% è l’unico altro marchio con una fetta di mercato
italiano a due cifre.
Fiat 500 si trova, invece, al sesto posto (5.249), mentre Lancia Ypsilon
(4.405) al decimo.
La quota di vetture diesel immatricolate a febbraio si attesta al
38,3%, in ulteriore calo rispetto a gennaio (39,3%) e al 38,8% nei
primi due mesi del 2010.
Nella classifi ca delle auto diesel più vendute nel mese di febbraio,
balza al primo posto Fiat Punto (3.923 unità).
Anche le auto aziendali a febbraio hanno registrato un calo:
oltre 7 punti in meno rispetto al 26,1% dello stesso periodo del
2009. Non va meglio nemmeno l’usato che nel mese di febbraio
registra una contrazione del 7,3% con 366.341 passaggi di proprietà,
comprensivi delle minivolture (i trasferimenti temporanei al con-
cessionario in attesa della rivendita al cliente fi nale).
Nei primi 2 mesi dell’anno i passaggi di proprietà sono stati 695.712,
con una fl essione del 9% rispetto al primo bimestre 2009.
Insomma, i numeri negativi parlano chiaro.
Quelli positivi un po’ meno, poiché la ripresa dei primi mesi del
2010 è solo apparente: la primavera dell’auto si preannuncia, in-
vece, nera...
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