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LA MAFIA E IL GIALLO SCIASCIANO by ELISA M. KOBBELTVEDT Laurea in Lingue e Letterature Straniere Moderne Istituto Universitario Orientale Napoli, 1953 A THESIS SUBMITTED IN PARTIAL FULFILLMENT OF THE REQUIREMENTS FOR THE DEGREE OF MASTER OF ARTS in THE FACULTY OF GRADUATE STUDIES (Department of Hispanic and Italian Studies) We accept this thesis as conforming to the required standard THE UNIVERSITY OF BRITISH COLUMBIA March 1995 © Elisa M. Kobbeltvedt, 1995

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LA MAFIA E IL GIALLO SCIASCIANO

by

ELISA M. KOBBELTVEDT

Laurea i n Lingue e Letterature Straniere Moderne I s t i t u t o U n i v e r s i t a r i o Orientale

Napoli, 1953

A THESIS SUBMITTED IN PARTIAL FULFILLMENT OF

THE REQUIREMENTS FOR THE DEGREE OF

MASTER OF ARTS

in

THE FACULTY OF GRADUATE STUDIES

(Department of Hispanic and I t a l i a n Studies)

We accept t h i s thesis as conforming to the required standard

THE UNIVERSITY OF BRITISH COLUMBIA

March 1995

© E l i s a M. Kobbeltvedt, 1995

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In presenting this thesis in partial fulfilment of the requirements for an advanced

degree at the University of British Columbia, I agree that the Library shall make it

freely available for reference and study. I further agree that permission for extensive

copying of this thesis for scholarly purposes may be granted by the head of my

department or by his or her representatives. It is understood that copying or

publication of this thesis for financial gain shall not be allowed without my written

permission.

Department

The University of British Columbia Vancouver, Canada

DE-6 (2/88)

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i i

ABSTRACT

The main purpose of t h i s thesis i s to i l l u s t r a t e Sciascia's

work concerning the "mafia". It implies a previous

discussion on the mafia and why no government could destroy

i t . I t also points out i t s relationship with the S i c i l i a n

society and other countries on earth.

The introduction gives an account of the history of S i c i l y

and i t s invaders throughout the centuries. The formation of

the old law of "omerta" (conspiracy of silence) developed as

a defense and protection against the harsh rule of the

Spaniards who dominated the island continually from the

f i f t e e n t h century t i l l 1860. This old law became the basic

p r i n c i p l e of the mafia as i l l u s t r a t e d i n the four novels

written by Leonardo S c i a s c i a . The t i t l e s are as follows:

1. II giorno d e l l a c i v e t t a (The Day of the Owl) 2. A ciascuno i l suo (To Each his Own) 3. Todo modo (One Way or Another) 4. II contesto (Equal Danger)

The structure of each novel i s the same as generally found

in the detective story genre but without any denouement.

The f i r s t chapter deals with "II giorno d e l l a c i v e t t a " where

examples of l o c a l mafia are i l l u s t r a t e d including the

struggle for j u s t i c e . S c i a s c i a shows the structure of the

mafia i n a small S i c i l i a n town.

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i i i

The second chapter analyzes the novel "A ciascuno i l suo"

where the mafia i n f i l t r a t e s the government and many

p o l i t i c a l sectors.

In chapter four "II contesto" one encounters an urban,

cosmopolitan system of corruption involving the e l i t e class

of judges and high p o l i t i c a l party leaders.

Sciascia challenges the very i n s t i t u t i o n of j u s t i c e ,

p o l i t i c a l parties and the government at large. He takes on

himself the r e s p o n s i b i l i t y , as writer, to push for the

recognition of moral values of a society and an era.

The epilogue covers the e f f o r t s of the "Antimafia" men i n

thei r attempt to put down the mafia.

The end covers the international mafia and i t s criminal

underground a c t i v i t i e s such as the drug t r a f f i c k i n g , money

laundering, p r o s t i t u t i o n , etc.

Various antimafia p e r s o n a l i t i e s have been k i l l e d i n t h i s

campaign and the struggle continues today i n spite of many

"mafia bosses" having been arrested.

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LA MAFIA e IL GIALLO SCIASCIANO

INDICE

Abstract i i

Indice iv

Acknowledgment v

Introduzione La S i c i l i a e l a mafia 1

Capitolo I II aiorno d e l l a c i v e t t a (1961) 15

Capitolo II A ciascuno i l suo (1966) 38

Capitolo III Todo modo (1974) 59

Capitolo IV II contesto (1971) 83

Conclusione La mafia internazionale 107

Opere d i Leonardo Sc i a s c i a 116

Bib l i o g r a f i a 118

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In researching and writing t h i s thesis, I was fortunate to

benefit from the encouragement, help and suggestions of

Prof. Dr. Carlo Testa. I therefore wish to acknowledge his

contribution to t h i s work.

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INTRODUZIONE

La S i c i l i a e l a mafia

La s t o r i a

Incantevole i s o l a divina! Avere girato quasi tutto i l mondo, e trovare qui ancora del nuovo, e sempre piu b e l l o , immensamente b e l l o . . . (1)

Cosi s c r i s s e Arnaldo F r a c c a r o l i quando, per l a prima v o l t a ,

v i s i t o l a S i c i l i a .

Cosi tutte l e genti che approdarono i n questa i s o l a devono

avere avuto l a stessa impressione giacche s'impadronirono d i

essa, l a dominarono, l a sfruttarono fino a che a l t r i popoli

se ne impossessarono.

Fin da tempi immemorabili giunsero s u l l e sue coste navi

d'ogni tipo e genti d i tutte l e razze a l l o r a conosciute.

Vigeva a quei tempi l a legge del piu forte cosi che i nuovi

a r r i v a t i saccheggiarono e assoggettarono g l i a b i t a n t i

(1) Gino d i Rosa, A l i a Scoperta d e l l a S i c i l i a . Brescia: La Scuola, 1966, p. 7.

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d e l l ' i s o l a . S i susseguirono i n ordine, i F e n i c i , i Greci, i

Cartaginesi, i Romani, i Vandali, i B i z a n t i n i , g l i Arabi, i

Normanni, g l i Svevi, i Francesi con g l i Angioini, g l i

Aragonesi e l a d i n a s t i a spagnola dei Borboni.

Con i Greci f i o r i r o n o 1'agricoltura, i l commercio, l a poesia

e una r a f f i n a t a c i v i l t a . Con i Romani s i vide lentamente

s f i o r i r e l a ricchezza e l a prosperity d e l l ' i s o l a sebbene

essa fosse i l granaio d i Roma. II dominio arabo le ridiede

una f l o r i d e z z a che continuo sotto i Normanni e g l i Svevi.

Nel 1060 i Normanni con a capo Ruggero d ' A l t a v i l l a

sbarcarono n e l l ' i s o l a . L'agiatezza portata dagli Arabi

continuo sotto questo re f i n o a l i a morte d i Federico I I , i l

piu grande sovrano d e l l ' i s o l a . Questo sovrano i n f a t t i f a v o r i

1'agricoltura, fece scavare pozzi, costruire ponti e strade.

Appassionato a r t i s t a accolse a l i a sua corte poeti e e r u d i t i .

Fu i l primo a introdurre i l d i a l e t t o s i c i l i a n o n e l l ' i s o l a

come lingua d i cultura scrivendo i n volgare i suoi primi

componimenti p o e t i c i .

Dopo l a sua morte, avvenuta nel 1250, segui un periodo molto

agitato per l a S i c i l i a . II f i g l i o Manfredi usurpo i l trono a

Corrado i l primogenito e a l f i g l i o Corradino. II Papa,

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temendo l a potenza d i questi, chiese aiuto a i francesi e

Carlo d'Angio sbarco n e l l ' i s o l a . Sconfisse Manfredi e prese

i l potere che Dante chiamo mala Siqnoria. Da qui i n i z i o i l

t r i s t e periodo d e l l a dominazione francese.

Nel 1282 scoppiarono i Vespri S i c i l i a n i . I francesi furono

c a c c i a t i e i s i c i l i a n i chiamarono g l i spagnoli commettendo

un grave errore perche, con Pietro d'Aragona, comincio per

1'isola un periodo d i decadenza, d i s e r v i t u , d i corruzioni e

di i n g i u s t i z i e . II periodo aragonese s i protrasse fino a l

1713. Invano i l popolo tento d i r i b e l l a r s i . T u t t i i

t e n t a t i v i furono s o f f o c a t i nel sangue. In seguito g l i

aragonesi mandarono dei Vicere capaci solo d i a r r i c c h i r s i a

spese del popolo che s o f f r i v a .

Dal 1713 a l 1735 l a S i c i l i a ando per brevissimo tempo n e l l e

mani dei Savoia. Poi l a corona passo a l l ' A u s t r i a e i n f i n e a

don Carlo d i Borbone. Nel 1735 Carlo d i Borbone divenne re

di tutto i l meridione e mando n e l l ' i s o l a i l vicere Domenico

Caracciolo (1759-1825) che non fu bene accetto. I baroni

s i c i l i a n i lo accusarono d i attentare a l l e l i b e r t a e i l

popolo fomentato da questi s i r i b e l l o a l u i .

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Con l a rivoluzione francese del 1789 nacque i l movimento

costituzionale che impegnava lo Stato a r i s p e t t a r e i d i r i t t i

del popolo. Anche i s i c i l i a n i 1 1ottennero ma fu soppressa da

Ferdinando d i Borbone quando divento re d e l l e due S i c i l i e .

I Borboni governarono l a S i c i l i a costantemente dal XV secolo

fino a l 1860. La conquista spagnola determino i grandi

t r a t t i d i quelle c a r a t t e r i s t i c h e che definiscono l a S i c i l i a

d'oggi.

In questo periodo l a vecchia legge dell'omerta s i rafforzo.

Si trattava d i una "forma d i s o l i d a r i e t a . . .per cui s i

ostacolava l a r i c e r c a e l a punizione dell'autore d i un

reato." (2) Giacche i Vicere erano usurpatori, 1 1omerta

veniva usata come salvaguardia. Con i l tempo 1 1omerta

divenne i l p r i n c i p i o base d e l l a mafia.

La mafia

(2) Garzanti, Nuovo di z i o n a r i o i t a l i a n o , Milano: Garzanti, 1988, p. 598.

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Secondo una d e l l e etimologie proposte l a parola mafia deriva

dall'arabo e s i g n i f i c a luogo d i r i f u g i o o grotta dove i

mafiosi, a l p r i n c i p i o , s i rifugiavano per s o t t r a r s i

all 1oppressione dei saraceni.

Fin dal Medio Evo esistevano i a a b e l l o t t i che riscuotevano

le gabelle e a f f i t t u a r i d i grandi proprieta t e r r i e r e . Tutta

l'economia d e l l a S i c i l i a occidentale fu influenzata i n senso

negativo da questo sistema feudale. In primo luogo perche i

g a b e l l o t t i sfruttavano all'estremo i contadini. In secondo

luogo perche e s s i erano d e g l i intermediari p a r a s s i t i t r a i l

l a t i f o n d i s t a e i l contadino e f i n i r o n o col divenire bande d i

s i c a r i a l s e r v i z i o del loro signore. Queste bande formarono

i l primo nucleo d e l l a mafia locale. Questo tipo d i mafia

venne anche trapiantato da emigranti s i c i l i a n i n e g l i S t a t i

U n i t i . T i p ico esempio ne e l a cosiddetta Mano Nera. (3)

Si formarono poi p i c c o l e associazioni d i tre o quattro

persone chiamate l a cosche. Ciascuna d i loro dominava uno

(3) V. F r o s i n i , F. Renda, L. Sciascia, La mafia, quattro studi r Bologna: Boni, 1970, p. 29.

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s p e c i f i c o t e r r i t o r i o ma spesso erano i n l o t t a t r a d i loro.

A questo punto subentrava l a mafia per difendere 1 1ordine e

procurare c o n t r a t t i e a p p a l t i . In questo modo l a mafia

teneva sotto i l suo potere l e masse contadine che dovevano

accettare le sue regole a scanso d i pene anche mortali

(esempio: II giorno d e l l a civetta) che andavano sempre

impunite per 1 1omerta a cui l a popolazione era sottoposta.

F r o s i n i divide i l concetto d i mafia i n t r e a s p e t t i . II primo

riguarda l a mafia i n senso generico cioe come costume, come

mentalita d i un certo ceto so c i a l e . Qui i l mafioso viene

rappresentato come un prepotente,

... a l u i basta mezza parola per imporre l a sua volonta o per concordare un affare. (4 )

II suo atteggiamento e spavaldo n e l l ' a g i r e , r i s o l u t o , e ha

un'esagerata opinione d i se stesso. Non s i f i d a d e l l o Stato;

s i f a g i u s t i z i a da se. Questo tipo d i mafioso sta

scomparendo a i tempi moderni. Oggigiorno l a mafia intesa i n

senso psicologico s i vede soltanto a l i a t e l e v i s i o n e .

(4) Ibid., p. 6 .

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II secondo aspetto e quello d e l l a mafia intesa nel senso

r i s t r e t t o d i organizzazione criminosa. (5) Questa ha leggi

proprie e obbedisce a capi r i c o n o s c i u t i . Dopo i l 1860 questa

forma s i estese quando i r i c c h i borghesi comprarono le terre

demaniali e quelle espropriate a l i a Chiesa e, insieme a l i a

vecchia a r i s t o c r a z i a i n decadenza, urto l e a s p i r a z i o n i d e l l e

masse r u r a l i .

II terzo aspetto e quello d e l l a mafia considerata come

parassitismo economico e p o l i t i c o . (6) Dalla mafia che

c o n t r o l l a le masse contadine s i passa a l i a mafia d e l l e acque

che c o n t r o l l a f o n t i e canali d 1 i r r i g a z i o n e e l a mafia de g l i

appalti e d i l i z i e d e l l e strade (esempio: A ciascuno i l suoK

E t u t t a una catena d i f a v o r i t i s m i e imposizioni. E una l o t t a

economica senza scrupoli che non risparmia c o l p i a nessuno.

Si puo d i r e che

ogni d e l i t t o d i mafia ha un preciso movente d'interesse economico; questo controllo organizzato su c e r t i s e t t o r i d e l l a v i t a economica e l a r e a l t a d e l l a mafia. (7)

(5) Ibid. / P - 28.

(6) Ibid p. 30.

(7) Ibid. 31.

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Qualcosa d i simile avviene anche n e l l a p o l i t i c a . Con i l

regime democratico (1946) fu introdotta anche i n S i c i l i a

l'autonomia regionale che, per l a prima v o l t a n e l l a s t o r i a

d e l l ' i s o l a , porto le masse a partecipare a l i a v i t a p o l i t i c a

cosa che era preclusa durante l a d i t t a t u r a f a s c i s t a a causa

specialmente dell'analfabetismo. Si e venuta a creare

percio una rete d i p r o f i t t i , e l a r g i z i o n i , indulgenze per

coloro che andavano i n cerca d i v o t i creando cosi un ceto

pa r a s s i t a r i o esclusivamente dominato d a l l a mafia. In questo

modo l a mafia economica s i mescola a l i a mafia p o l i t i c a .

Quando s i parla d i mafia i n S i c i l i a e bene precisare che

questo fenomeno non s i estende i n t u t t a 1 1 i s o l a ma, come

dice F r o s i n i , sembra centrato maggiormente n e l l a zona

occidentale d e l l ' i s o l a . Un g i o r n a l i s t a s i c i l i a n o consultato

da L. Fay spiega che:

The mafia plays a key r o l e , but only i n the west. (8)

(8) H. La Fay, National Geographic, Washington: March 1976, Vol. 149, No. 3, p. 412. ;

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La popolazione d i questo settore ha avuto sempre uno

spiccato rancore verso lo Stato concepito come forza

estranea a i sentimenti e a l l e usanze d e l l a gente loc a l e . La

zona d i Palermo ha sempre dato i l maggior da fare a l l e

p o l i z i e , borbonica prima, poi l i b e r a l e e i n f i n e f a s c i s t a e

democristiana. F a r s i g i u s t i z i a da se e i l motto del mafioso

che forse ha l e sue r a d i c i n e l l a frustrazione c o l l e t t i v a e

nel risentimento d i un popolo oppresso per s e c o l i dal

dominio straniero.

Franchetti n e l l a sua inchiesta i n S i c i l i a nel 1876 s c r i v e :

...La mafia e un sentimento medievale; mafioso e c o l u i che crede d i potere provvedere a l i a t u t e l a e a l i a incolumita d e l l a propria persona e dei suoi averi merce i l suo valore e l a sua influenza personale indipendentemente dall'azione d e l l 1 a u t o r i t a e d e l l e l e g g i . (9)

Francesco Renda sostiene che, f i n d a l l a meta del secolo

scorso, l a mafia ha assunto una precisa posizione sociale ed

economica. II pr o p r i e t a r i o t e r r i e r o s i c i l i a n o non ha

rapporto d i r e t t o con i l contadino verso i l quale ha un odio

(9) S. Franchetti, La S i c i l i a . i n : La Mafia, quattro studi, Bologna: Boni, 1970, p. 42.

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biologico ed una paura f o l l e . Di fronte a questa situazione

entra i l sistema mafioso. II contadino se vuole lavorare e

vivere deve avere rapporti con 1 1amministratore mafioso.

G l i amici d i quest'ultimo ricevono s p e c i a l i b e n e f i c i cioe

ottengono l e terre m i g l i o r i da c o l t i v a r e ed a l t r i p r i v i l e g i .

Se i l contadino s i r i f i u t a d i seguire g l i o r d i n i

dell'amministratore, 1 1 anno seguente avra i l contratto d i

lavoro i n un terreno meno f e r t i l e o a d d i r i t t u r a perdera i l

suo lavoro.

Mussolini, Mori e l a mafia

Con i l fascismo l a mafia perde l a sua aureola popolaresca e

sentimentale. Ruggero Grieco nel suo lavoro II contadino

descrive una mafia formata d i contadini senza t e r r a , d i

p i c c o l i borghesi poveri, d i funzionari e avvocati e cosi

v i a . Era i l 1926 e stavano avvenendo dei cambiamenti i n seno

ad essa a conseguenza d e l l e persecuzioni f a s c i s t e .

" L ' I t a l i a f a s c i s t a debellera l a mafia" d i c h i a r a Mussolini

quando i l 6 maggio 1924 s i reca, per l a prima v o l t a , i n

S i c i l i a . Lui sa che questa organizzazione e forte perche

o f f r e i v o t i a i p o l i t i c i e perche garantisce l a sicurezza

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d e l l a t e r r a a i p r o p r i e t e r i t e r r e r i e r i . E sicuro pero che

alleandosi con essa non avra n u l l a da guadagnare.

Assegna percio a Cesare Mori, i l cosidetto "prefetto d i

ferro", i l governo d e l l ' i s o l a . Mori secondo Ferderzoni e

Mancada e "un onesto esecutore ' d i o r d i n i , preparato,

i n f l e s s i b i l e , coraggioso." (10)

In tutto i l periodo trascorso i n S i c i l i a riesce a mettere l a

mafia a tacere considerandola un' associazione a delinquere

e f u o r i legge. Ma a torto Mussolini dichiaro che " i l

fascismo aveva debellato i l crimine organizzato i n S i c i l i a . "

(11)

I n f a t t i questa societa emerse d i nuovo quando g l i A l l e a t i

conquistarono 1'isola. II s i l e n z i o d e l l a mafia era stata

solo una s t a s i s t o r i c a causata dai " c o l p i i n f e r t i ad essa

dal prefetto Mori." (12)

(10) A. Petacco, II prefetto d i ferro, Milano: Mondadori, 1993, p. 42.

(11) Ibid., p. 228.

(12) Ibid., p. 229.

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Mafia, Malavita e Brigantaggio

La st r u t t u r a d e l l a mafia come fenomeno economico, sociale e

p o l i t i c o , benche alquanto indebolita con 1'intervento del

fascismo a l potere, venne a formarsi n e g l i anni cinquanta

perche, quando g l i americani misero piede sul suolo

i t a l i a n o , e s s i usarono l a mafia a loro vantaggio ed essa

riacquisto i l suo potere o r i g i n a r i o . Con 1 1ascesa del

regime democratico c i fu poi una piena ri p r e s a d e l l 1 a t t i v i t a

mafiosa.

Gaetano Mosca, s i c i l i a n o , scienziato p o l i t i c o , n e g l i anni

cinquanta descrive l a famiglia mafiosa da d i e c i a dodici

persone con uno o piu capi molto a b i l i n e l l a d i f f i c i l e arte

del delinquere impunemente.

L'attenzione d i alcuni s t u d i o s i verso l a mafia riguarda i

legami che uniscono essa a l i a malavita e a l brigantaggio da

un lato e l a mafia n e l l a p o l i t i c a e nell 1amministrazione

del l o Stato d a l l ' a l t r o . (13) (esempio: Todo modo e i l

Contesto1

(13) La mafia, auattro studi. p. 39.

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Mafia e banditismo hanno d e l l e s i m i l a r i t a solamente. Un

bandito e un f u o r i legge; vive n e l l a macchia ed e r i c e r c a t o

d a l l a p o l i z i a . Un esempio t i p i c o e Salvatore Giuliano.

Salvatore Giuliano era un bandito che ebbe un ruolo breve ma

violento nel movimento per 1 1indipendenza d e l l a S i c i l i a

subito dopo l a seconda guerra mondiale. Essendo contro i l

vassallaggio, che tradizionalmente legava i banditi a l i a

vecchia mafia i l suo rapporto con essa era d i subordinazione

ma a l i o stesso tempo d i o s t i l i t a . Nel 1947 Giuliano s i

diede a l terrorismo p o l i t i c o quando attacco l a gente d e l l a

s i n i s t r a che festeggiava i l primo maggio, ferendo ventisette

persone e uccidendone u n d i c i . Dopo i l 1948 ritorno

a l l ' a t t i v i t a criminale specializzandosi nel sequestro d i

persona a danno dei r i c c h i p r o p r i e t a r i t e r r e r i e r i e

commercianti a r r i c c h i t i cercando, n e l l o stesso tempo, d i

appoggiarsi a l p a r t i t o dominante per ottenere i l condono dei

suoi c r i m i n i . Fu ucciso, sembra, dai c a r a b i n i e r i nel 1950.

Sebastiano Gesu scrive che i l binomio mafia-banditismo ebbe

tanto successo da a t t i r a r e d i v e r s i r e g i s t i i t a l i a n i t r a i

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quali Francesco Rosi che r e a l i z z o i l f i l m Salvatore Giuliano

nel 1962. Con esso Rosi dimostro che

the past corruption i s not merely history but i s an ever present aspect of S i c i l i a n l i f e . (14)

II f i l m d i Rosi aveva uno scopo preciso cioe d i porre i l

problema s i c i l i a n o davanti a l i a coscienza d e g l i i t a l i a n i

illuminandoli s u l l a necessita d i rompere i l c i r c o l o chiuso d e l l a miseria e d e l l 1 i n g i u s t i z i a . (15)

Questi sono i f a t t o r i che spingono a l i a r i v o l t a o

all 1isolamento facendo i l gioco d i coloro che approfittano

d e l l a miseria e dell 1ignoranza.

(14) T. Kezich e S. Gesu, Salvatore Giuliano, Catania: Tipografia Carmelo, 1991, p. 126.

(15) P. Bondanella, I t a l i a n Cinema, New York: Continuum, 1991, p. 168.

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CAPITOLO I

II giorno d e l l a c i v e t t a (1961)

La mafia e una r e a l t a s i c i l i a n a e Sci a s c i a e "1 1interprete

piu acuto, piu se n s i b i l e e piu i n c a t t i v i t o a riguardo." (1)

Secondo Sci a s c i a questo fenomeno mafia e una condizione d i

s t o r i a umana e non razionale e l u i l a guarda eclusivamente

da questo punto d i v i s t a .

Tutta l a sua cari c a aggressiva, cosi s i esprime P a s o l i n i ,

(2) contro quel mostro che e l a mafia rimane f r u s t r a t a (un

esempio t i p i c o e i l capitano B e l l o d i ne II giorno d e l l a

civetta) perche essa non solo e praticamente imbattibile, ma

e anche, come 1'autore c i suggerisce, inesprimibile.

L 1 i m p o s s i b i l i t y d i sconfiggere questa potente macchina s i

(1) Antonio Motta, L.Sciascia. La v e r i t a , L'Aspra v e r i t a . Bari-Roma: Lacaita, (Enzo S i c i l i a n o i n : II mondo, 20 settembre 1973), p. 227

(2) Pier Paolo P a s o l i n i , Descrizioni d i d e s c r i z i o n i . Torino: Einaudi, 1979, p. 132.

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trasforma i n Sciascia i n una passione impotente e repressa.

Essa ha una logica t u t t a sua. Basta pensare a l colloquio d i

don Mariano Arena, i l capo mafia, con i l capitano dei

ca r a b i n i e r i B e l l o d i :

- C e r t i suoi amici dicono che l e i e re l i g i o s i s s i m o . -Vado i n chiesa, mando denaro a g l i o r f a n a t r o f i . . . -Crede che basti? -Certo che basta: l a Chiesa e grande perche ognuno c i sta dentro a modo proprio. -Non ha mai l e t t o i l vangelo? -Lo sento leggere ogni domenica. -Che gliene pare? -Belle parole: l a Chiesa e tu t t a una bellezza. -Per l e i , vedo, l a bellezza non ha niente a che fare con l a v e r i t a . -La v e r i t a e nel fondo d i un pozzo: l e i guarda i n un pozzo e vede i l sole o l a luna; ma se s i butta giu non c'e piu ne sole ne luna, c'e l a v e r i t a . (3)

Sciascia non commenta questa specie d i log i c a . "E riservato,

chiuso e f a t a l i s t a " (4) come dice P a s o l i n i comportandosi

cosi come i suoi protagonisti. La mafia, percio, e un

motore immobile d e l l a s t o r i a d e l l a S i c i l i a , d i una s t o r i a

secolare che s i ripete ininterrottamente e non puo essere

(3) L. Sci a s c i a , II giorno d e l l a c i v e t t a . Torino: Einaudi, 1969, p. 103.

(4) Descrizioni d i d e s c r i z i o n i . p. 133.

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modificata essendo essa ben radicata n e l l a coscienza dei

s i c i l i a n i .

Ogni personaggio dei g i a l l i s c i a s c i a n i ha i n se questa

eredita che s i ripete senza interruzione e con lo stesso

ritmo. Per c a p i r l a , almeno istintivamente, bisogna essere

s i c i l i a n o . Per questo i n S c i a s c i a c'e un clima d'incertezza

d'incompletezza e d i suspense. La mafia non pud essere

"storicamente interpretata" dice ancora P a s o l i n i e S c i a s c i a

"ha capito che non s i pud esprimere oggettivamente una

condizione s t o r i c a e umana non r a z i o n a l i z z a t a . " (5)

In breve, s i puo affermare che S c i a s c i a essendo uno

s c r i t t o r e r e a l i s t a deve, d i conseguenza, essere razionale:

ma l a materia che l u i t r a t t a non e r a z i o n a l i z z a b i l e .

Passiamo ora ad analizzare i l primo romanzo pubblicato nel

1961 cercando d i dare una dimostrazione d e l l e t e o r i e

espresse sopra.

(5) Ibid., p. 135.

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Secondo Cattanei (6) S c i a s c i a ha scelto l a forma del g i a l l o

a l i o scopo d i denunciare l e macchinazioni d e l l a mafia e i

rapporti t r a mafia e societa, t r a mafia e potere p o l i t i c o .

II t i t o l o d i esso, II giorno d e l l a c i v e t t a . e t r a t t o d a l l a

tragedia shakespeariana Henry VI che dice:

And he that w i l l not f i g h t for such hope go home to bed, and l i k e the owl by day If he a r i s e , be mocked and wondered at. (7)

Si parla qui d i Sommerset che piu t a r d i sara s c o n f i t t o e

condannato a morte. II s i g n i f i c a t o d i questi v e r s i puo

essere cosi interpretato: E molto meglio attenersi a l l e

leggi v i g e n t i anche se queste non c i assicurano l a v i t t o r i a .

La c i v e t t a e nominata nei due v e r s i i n d i a l e t t o s i c i l i a n o

che i l brigadiere dei c a r a b i n i e r i pronuncia allorche a l

capitano B e l l o d i e nato i l sospetto che a chiarchiaro s i a

celata l a seconda vittima d e l l a mafia. Al chiarchiaro

(6) L. Cattanei, L. S c i a s c i a . Firenze: Le Monnier, 1979, p. 58.

(7) Shakespeare, Henry VI. Parte I I I , Atto V, Scena IV, Versi 55-57.

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"c 1incontreremo t u t t i " che forse voleva dire " c i

incontreremo t u t t i n e l l a morte." (8)

La trama

A l l ' a l b a s u l l a piazza del paese Salvatore Colasberna, socio

di una cooperativa e d i l e , viene ucciso a c o l p i d i lupara

mentre cerca d i prendere l a c o r r i e r a . Con l u i scompare Paolo

Ni c o l o s i un uomo onesto che non ha n u l l a a che fare con l a

mafia. B e l l o d i , i l capo dei c a r a b i n i e r i , venuto a l l o r a dal

nord,investiga i l f a t t o . Da una l e t t e r a anonima i l capitano

intuisce che i l crimine e dovuto a l r i f i u t o d e l l a

cooperativa d i accettare l a protezione d e l l a mafia.

Organizza cosi una rete d' azione. Non s i l a s c i a abbindolare

da coloro che vorrebbero metterlo su una f a l s a p i s t a , fa

arrestare Saro Pizzucco sebbene questi non e che una

pagliuzza d i fronte a l potere d e l l a mafia. II suo scopo

pr i n c i p a l e e d i arrivare a l capo mafioso don Mariano Arena.

Purtroppo, dopo una breve licenza a Parma, B e l l o d i r i t o r n a e

trova che amici e c l i e n t i hanno f o r n i t o t u t t i g l i a l i b i

necessari per fare uscire t r i o n f a n t i dal carcere t u t t i g l i

(8) II giorno d e l l a c i v e t t a . p. 84.

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i n c r i m i n a t i . Deluso e confuso B e l l o d i r i t o r n a a Parma. "Ma

prima d i arrivare a casa sapeva, lucidamente, d i amare l a

S i c i l i a : e che c i sarebbe ritornato. Mi c i rompero l a testa,

disse a voce a l t a . " (9)

La mafia qui s i presenta i n due a s p e t t i : i rapporti d i essa

con l a societa e d i essa con i l potere p o l i t i c o . II senso

r e a l i s t i c o e sempre presente specialmente nei due p r i n c i p a l i

protagonisti: i l mafioso don Mariano Arena e i l capitano

B e l l o d i che rappresenta l a legge.

Fin d a l l ' i n i z i o del romanzo c i s i trova d i fronte a l t i p i c o

aspetto d e l l 1 omerta. L 1ultimo passeggero dell'autobus d i

piazza viene c o l p i t o a morte mentre sale i gradini

dell'autobus. Una p a l l o t t o l a ? Due p a l l o t t o l l e ? Non s i sa.

Sono testimoni i l conduttore, i l b i g l i e t t a i o , i l venditore

di panelle e t u t t i i passeggeri d e l l ' autobus. "Quando l a

piazza fu vuota, vuoto era anche 1'autobus." scrive

S c i a s c i a . L'autista interrogato dai c a r a b i n i e r i risponde:

"Io non guardo mai l a gente che c'e ....solo l a strada

(9) Ibid., p. 118.

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guardo, mi pagano per guardare l a strada..." (10) i l

b i g l i e t t a i o e anche l u i molto laconico: "Non mi ricordo..."

anche se e stato l u i a staccare i b i g l i e t t i e ricevere i

so l d i dei passeggeri.

Tanto l ' a u t i s t a che i l b i g l i e t t a i o osservano l a legge del

s i l e n z i o a scopo d i protezione come accadde nei s e c o l i

passati quando i s i c i l i a n i furono invasi da orde straniere,

sebbene per scopi d i v e r s i . Anche i l panellaro interrogato

risponde: "Perche, domando i l panellaro meravigliato e

curioso, hanno sparato?" (11)

Manovre d i mafia sono gia evidenti nel dialogo f r a i l

capitano e i f r a t e l l i d e l l a vittima. Salvatore Colasberna

aveva messo su una cooperativa e d i l i z i a , l a Santa Fara,

insieme a i f r a t e l l i ed a l t r i muratori del paese. I loro

l a v o r i erano eseguiti con onesta e senza imbrogli. "No, non

pare facessero d i quei l a v o r i che a l l e prime pioggie

squagliano..." (12) Percio r i f i u t a n o l a protezione d e l l a

(10) Ibid., p. 11.

(11) Ibid., p. 13.

(12) Ibid., p. 14.

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mafia contro i l , cosi detto, governo usurpatore. A l l o r a s i

r i c o r r e a l i a violenza. Salvatore viene minacciato. Una sera,

rincasando, un colpo d i p i s t o l a g l i s f i o r a l'orecchio. "Si

capisce che c i sono i t e s t a r d i , q u e l l i che dicono d i no, che

non l a vogliono ( l a protezione) e nemmeno con i l c o l t e l l o

a l i a gola s i rassegnerebbero ad accettarla, " dice B e l l o d i

a i f r a t e l l i Colasberna e s o c i . "Voi, a quanto pare, s i e t e

t e s t a r d i : o soltanto Salvatore lo era..." (13) e per questo

e stato ucciso.

La mafia impone l a sua protezione e coloro che 1 1accettano

devono pagare esosi c o n t r i b u t i . "Ottiene per loro

appalti...da loro informazioni preziose per vincere le a l t r e

d i t t e concorrenti...vi aiuta a l momento del collaudo; v i

tiene buoni g l i operai..." (14) I guai vengono se s i

r i f i u t a n o d i aderire a l loro gioco. Tutte queste

supposizioni i n bocca d i B e l l o d i danno una chiara visione

d e l l e manovre usate d a l l a mafia che, con i l pretesto d i

proteggere, s f r u t t a invece l e piccole imprese e d i l i z i e .

(13) Ibid., p. 18.

(14) Ibid., p. 19.

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Un a l t r o fattore che non puo sfuggire a chi legge i l romanzo

e 1 1atteggiamento assunto dai membri d e l l a cooperativa dei

Colasberna mentre siedono i n caserma, i n attesa del

colloquio con i l capitano. "Bruciavano d i vergogna per i l

luogo i n cui s i trovavano e per 1'attesa. Niente e l a morte

in confronto a l i a vergogna." (15) L'onore personale e

quello d e l l a famiglia hanno un valore insuperabile n e l l a

morale dei s i c i l i a n i i n genere.

Ancora un a l t r o fattore e interessante r i l e v a r e cioe

1 1atteggiamento del gruppo suddetto d i fronte a l carabiniere

Esposito (lo s b i r r o ) . "I f r a t e l l i Colasberna e i loro soci

d a l l a presenza (di Esposito) ebbero mortale inquietudine, II

terrore d e l l a spietata inquisizione..." (16) Questo f l a s h

back r i p o r t a i l l e t t o r e a l tempo d e l l a t i r a n n i a spagnola

n e l l ' i s o l a che, insieme ad a l t r e invasioni, causo l a legge

del s i l e n z i o a scopo d i di f e s a personale e fami l i a r e .

Durante 1 1interrogatorio s i ha una visione chiara d i come l a

paura fa agire l e vittime d e l l a mafia.

(15) Ibid., p. 15.

(16) Ibid., p. 18.

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Sciascia indugia su t u t t i i p a r t i c o l a r i che fanno muovere i

suoi personaggi: i l loro atteggiamento, 1 1espressione del

loro viso, i movimenti impacciati. Quando i l capitano dice

loro che ha ricevuto cinque l e t t e r e anonime sul caso i n

questione " i soci con rapida occhiata s i consultarono."

Quando spiega loro come l a mafia agisce riceve un'altra

rapida occhiata d i consultazione a l i a quale Giuseppe

Colasberna risponde; "Di queste cose non sappiamo

n i e n t e . . . g l i a l t r i con facce stralunate, annuirono..." (17)

A l i a f i n e del discorso del capitano Giuseppe dice;"...non l e

ho mai sentite queste cose., e i l f r a t e l l o e i soci fecero

mimica d i approvazione." (18)

Sembra d i v e d e r l i questi poveri d i a v o l i a g i t a r s i come se

fossero seduti su t i z z o n i ardenti: "...eludevano lo sguardo

del capitano: s i guardavano l e mani e poi alzavano g l i occhi

a l r i t r a t t o del comandante dell'Arma, a quello del

Presidente d e l l a Repubblica, a l C r o c i f i s s o . " Quando B e l l o d i

ricorda loro l a minaccia d e l l a mafia d i s e i mesi prima;

minaccia che voleva d i r e : Se non accettate l a nostra

(17) Ibid., p. 18.

(18) Ibid., p. 19.

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protezione v i faremo f u o r i , Giuseppe f a r f u g l i d che l u i non

aveva mai saputo n u l l a a l riguardo. G l i s t e s s i p a r t i c o l a r i

vengono d e s c r i t t i felicemente dall'autore quando due mafiosi

s 1incontrano i n un caffe d i Roma.

E bene r i l e v a r e che i l romanzo pud essere v i s t o da due punti

di v i s t a . II primo punto riguarda i d e l i t t i e i progressi

che i l capitano B e l l o d i f a per scoprire i c o l p e v o l i . II

secondo punto inveee trapela attraverso l e scene staccate d i

personaggi anonimi che alludono a i legami d e l l a mafia con i l

governo d i Roma; le manovre dei capi mafiosi s i c i l i a n i e l a

p o l i t i c a . Tutto cio serve a distruggere i l d i l i g e n t e e

i n t e l l i g e n t e lavoro del capitano nel cercare d i smascherare

i l colpevole.

La terza vittima d e l l a mafia e i l confidente Parineddu. Un

ominuccolo che s i dist r e g g i a t r a due cosche interessate a i

la v o r i p u b b l i c i e a l contrabbando d i sigarette. E l u i che

r i v e l a i l nome del colpevole scrivendo due nomi su d i un

pezzo d i carta che consegna poi a B e l l o d i . Parineddu stesso,

dice Sciascia, "aveva s c r i t t o : Sono morto. Ed eccolo morto

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quasi s u l l a s o g l i a d i casa..." (19) Lui sapeva che i mafiosi

non perdonano ma perdette l a v i t a soprattutto per quella

maledetta paura d i essere scoperto. Sapeva che era

sospettato ed i l suo comportamento o f f r i v a 11immagine del

"tradimento consumato." Sc i a s c i a da a l l e t t o r e un 1 idea

esatta d e l l e ultime ventiquattro ore del confidente che " s i

svolsero a t r o c i e frenetiche" t r a i l rimorso e l a paura

d e l l a vendetta inesorabile che pesava su d i l u i .

Continua i l meccanismo d e l l e indagini guidato e controllato

dai c a r a b i n i e r i e dal capitano. E questi che distingue e

c l a s s i f i c a i l comportamento de g l i i n d i z i a t i isolando i f a l s i

i n d i z i da q u e l l i v e r i f i n o a che riesce a scoprire l e cause

r e a l i del primo d e l i t t o e dei seguenti. II capitano sa come

l a mafia agisce togliendosi d i mezzo coloro che sanno

troppo. A l i a f i n e i l colpevole esce f u o r i ma l a g i u s t i z i a

non riesce a f a r g l i scontare l a pena. Perche? Perche l a

mafia con r a g g i r i e manovre losche ( s i compra i testimoni)

riesce a f a r s i beffa d e l l o Stato e d e l l e sue l e g g i . E bene

inteso che questo mostro non tiene i n nessun conto lo

Stato. Per i mafiosi lo Stato non e s i s t e : sono loro lo Stato

(19) Ibid., p. 54.

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e s i fanno g i u s t i z i a da s o l i e secondo i loro c r i t e r i basati

s u l l a prepotenza. Se poi ammettono che c'e uno Stato, esso e

solo "un'entita d i fatt o r e a l i z z a t a d a l l a forza che impone

le tasse, i l s e r v i z i o m i l i t a r e , l a guerra, i l carabiniere."

(20)

Fin qui Sci a s c i a ha seguito fedelmente l a struttura del

romanzo p o l i z i e s c o . Dopo g l i interrogator! con l e consuete

t a t t i c h e incluso l'uso del confidente, s i passa a l i a seconda

fase: quella p o l i t i c a che dominera tutto i l resto del

romanzo.

Le scene staccate

Nella prima d e l l e cinque scene staccate 1'autore introduce

due personaggi del sottogoverno che, i n un caffe d i Roma,

stanno parlando del capitano B e l l o d i , del suo passato e i l

d e l i t t o che sta investigando. II capitano, dice l'uomo i n

nero, e stato un partigiano ed un comunista ed "ora sta

ficcando i l naso n e g l i a p p a l t i . . . " L'onorevole, l'uomo

biondo, g l i promette che, con 1'influenza del governo, fara

(20) Ibid., p. 93.

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rimettere l a cose a posto i n paese. La loro preoccupazione

pr i n c i p a l e e d i fare "ritornare a mangiare polenta" (21) a l

capitano che prende troppo sul serio i l suo ruolo

d 1investigatore e mette i n luce g l i a f f a r i l o s c h i d e l l a

mafia i n S i c i l i a . L'eccellenza e preoccupato d e l l o zelo d i

B e l l o d i . E "... uno che vede l a mafia da ogni parte: uno

di quei s e t t e n t r i o n a l i con l a testa piena d i p r e g i u d i z i , che

appena scendono d a l l a nave-traghetto cominciano a vedere l a

mafia dovunque..." (22) Saranno guai se l u i s i convincera

che Colasberna e stato soppresso dai mafiosi.

Nella seconda scena un eccellenza " s c e t t i c o s u l l a mafia"

vorrebbe trovare una soluzione rapida d i come fare mettere a

tacere i l d e l i t t o .

"Bisogna trovare subito chi lo ha ammazzato: subito, subito,

in modo che i l ministro (Mancuso) possa rispondere che

Colasberna e stato vittima d'interesse o d i corna, e che l a

p o l i t i c a non c'entra." (22)

(21) Ibid., p. 25.

(22) Ibid., p. 31.

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II vecchio d e l l a terza scena staccata e don Mariano Arena,

i l boss mafioso sospettato dal capitano d i evere f a t t o

assassinare Salvatore Colasberna. II giovane che lo ascolta

e Marchica, i l suo braccio destro. Marchica (Zicchinetta) e

de s c r i t t o come un "delinquente abilissimo ed accorto,

s i c a r i o d i assoluta f i d u c i a " ma, sotto 1'influenza del vino

e capace d 1 "improvvise svampate." (23) Ha anche buoni

rapporti con l'onorevole L i v i g n i i l quale, ad un comizio,

aveva i n s i s t i t o d i non capire che cosa s i a l a mafia e se

e s i s t a ; "...e posso i n perfetta coscienza d i c a t t o l i c o e d i

ci t t a d i n o g i u r a r v i i n v i t a mia che non ho mai conosciuto un

mafioso". (24) Percio Marchica puo contare su d i l u i se s i

trova i n d i f f i c o l t a con l a legge.

Ci sono due categorie d i s b i r r i , dice don Mariano. S b i r r i

non c i s i diventa ma c i s i nasce. Coloro che fanno dei

favori o che cercano d i barcamenarsi i n estreme s i t u a z i o n i ,

non sono s b i r r i . Solo coloro che sono s p i e t a t i e usano e

abusano d e l l a legge per f a r s i obbedire, q u e l l i s i che sono

s b i r r i .

(23) Ibid., p. 46.

(24) Ibid., p. 47.

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30

Tutto questo f i l o s o f a r e del capo mafioso viene soltanto

d a l l a preoccupazione d i cio che g l i s b i r r i stanno tessendo

dopo che "quel cornuto d i Parrineddu" ( i l confidente) ha

svelato su d i l u i a i c a r a b i n i e r i . Don Mariano appare come

un criminale astuto e r i f l e s s i v o . "...e a proposito: quel

cornuto d i Parineddu mi fa venire sospetti i n questo

movimento d i s b i r r i l a sua zampa c i deve essere per

forza..." (25)

Cio che don Mariano aveva previsto e avvenuto. Sc i a s c i a ne

da conferma quando informa i l l e t t o r e che don Mariano Arena

e stato arrestato.

Nella quarta scena staccata uno dei due personaggi anonimi

vuole convincere 1 1 a l t r o che l a mafia i n S i c i l i a non e s i s t e .

"... Ditemi voi se e p o s s i b i l e concepire l'esistenza d i

un 1associazione criminale cosi vasta ed organizzata, cosi

segreta, cosi potente da dominare non solo mezza S i c i l i a , ma

a d d i r i t t u r a g l i S t a t i U n i t i d'America: e con un capo che sta

(25) Ibid., p. 51.

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qui i n S i c i l i a . . . E d ancora: "E mai stato trovato un

documento, una testimonianza, una prova q u a l s i a s i che

c o s t i t u i s c a sicura relazione t r a un f a t t o criminale e l a

cosi detta mafia?" (26) Cosi 11anonimo s i c i l i a n o difende i l

capo mafioso e l'autore, a l i o stesso tempo, dimostra

1 1 i n c o m p a t i b i l i t a t r a l a legge e l a S i c i l i a .

Dopo 1' arresto d i don Mariano e i l fa l s o verbale cosi bene

orchestrato dai c a r a b i n i e r i , l e acque s 1intorbidano sempre

piu. II dialogo f r a l e due eccellenze nel mezzo d e l l a notte

a l telefono f a intravedere l o scompiglio e le ansie d i Sua

eccellenza a Roma dopo che un giornale romano d e l l a sera ha

pubblicato una foto del ministro Mancuso con a fianco don

Mariano. II ministro difende i l capo mafioso? Certamente!

La foto e una prova i n d i s c u t i b i l e che esistono rapporti

amichevoli f r a i due.

II giornale d e l l a sera pubblica questo annunzio:

"L'inchiesta del capitano B e l l o d i raggiungerebbe anche i l

ministro Mancuso." (27) S c i a s c i a r i p o r t a una conversazione

(26) Ibid., p. 60.

(27) Ibid., p. 88.

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t r a mafiosi n e l l a quale vengono f u o r i f a t t i loschi n e l l a

v i t a d i don Mariano. E s s i temono che i l boss ormai vecchio

abbia perduto l a sua spavalderia e f i n i s c a col dire tutto

distruggendo cosi se stesso e t u t t i i mafiosi.

Durante i l colloquio f r a B e l l o d i e don Mariano, quest'ultimo

dimostra una certa maestria e sicurezza nel rispondere.

Sembra quasi una conversazione f r a amici. C'e una certa

i r o n i a n e l l e domande del capitano. A l i a f i n e pero, B e l l o d i

s i rende conto d i essere stato s c o n f i t t o . "E i n u t i l e ,

B e l l o d i r i f l e t t e , tentare d'incontrare nel penale un uomo

come costui: non c i saranno mai prove s u f f i c i e n t i , i l

s i l e n z i o d e g l i onesti e dei disonesti lo proteggera sempre."

(28)

B e l l o d i ha saputo manipolare Marchica costringendolo a

confessare l a sua colpa ma non pud n u l l a contro i l capo

mafioso i l quale da a l u i l ' a t t r i b u t o d i essere un uomo:

"Lei e un uomo!" E un uomo perche non tortura l a sua

vittima. "Da questo posto dove l e i s i trova (dice don

(28) Ibid., p. 99.

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Mariano) e f a c i l e mettere i l piede s u l l a f a c c i a d'un uomo:

e l e i invece ha r i s p e t t o . . . "

-Io dunque non l a offendo? -No: l e i e un uomo. Afferma ancora don Mariano. (29)

Ed eccoci a l i a quinta scena staccata che e l a piu p i t t o r e s c a

d i tutto i l romanzo. Due s i c i l i a n i sono presenti, s t u p i t i e

in c r e d u l i , a l i a tempesta che s i scatena a Montecitorio

proprio s u l l a investigazione condotta da B e l l o d i i n S i c i l i a

i n cui sembra implicato don Mariano Arena. Cornuti vengono

chiamati quei f a s c i s t i che affermano che a l tempo del

fascismo l a mafia i n S i c i l i a era stata domata o meglio

c o n t r o l l a t a e che quel fenomeno, secondo alcuni

parlamentari, e s i s t e solo nell 1immaginazione d e l l a

s i n i s t r a .

La c r i t i c a

"Don Mariano, dice F i l i p p o C i l l u f f o , e un Innominato che non

s i converte per l a semplice ragione che e saldamente

(29) Ibid., p. 101.

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i n s e r i t o nell'ordine assicurato d a l l a sua g i u s t i z i a , d a l l a

rete dei suoi appoggi che non s i limitano a l i a S i c i l i a

solamente ma vanno fino a Roma, a Montecitorio". (30)

Don Mariano Arena s i erge come figu r a epica ma i n senso

negativo e, come afferma Walter Mauro, possiamo dire che

"rappresenta i l simbolo d i una mafia i n v i n c i b i l e , che non

s i l a s c i a abbattere dai tempi nuovi che scavalcano i

vecchi, ed e sempre i n e f f i c i e n z a , i n grado d i reagire i n

v i r t u d i una sorta d i sapienza popolare che s f i o r a i l i m i t i

d e l l a saggezzza." C'e i n l u i qualcosa d i demoniaco quando

dice a l suo giovane compagno "Noi, caro mio, camminiamo

s u l l e coma degli a l t r i come se ballassimo. . ." (31) In

questo modo l u i vuole mostrare l a sua sicurezza e l a sua

potenza non provando alcun rimorso nel sopprimere coloro che

g l i i n t r a l c i a n o l a v i a . La sua morale negativa g l i fa

g i u s t i f i c a r e tutte l e sue azioni i l l e c i t e .

(30) F. C i l u f f o , "L. S c i a s c i a : cinque immagini d e l l a S i c i l i a " , i n : Nuovi Ouaderni del Meridione r Anno 3, No. 12, (1965), p. 490.

(31) II giorno d e l l a c i v e t t a , p. 50.

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Bel l o d i invece e 1 1eroe po s i t i v o e i n t e l l i g e n t e .

Rappresenta l a g i u s t i z i a ma non e uno s b i r r o . (32) Dimostra

consapevolezza e maturita so c i a l e . II suo piano ben

delineato e destinato a f a l l i r e solo perche l a legge e lo

Stato non esistono per i mafiosi s i c i l i a n i . Prepara i suoi

piani con astuzia per fare cadere i n trappola i l vecchio

mafioso ma l a grande macchina d e l l e amicizie e d e l l e

c l i e n t e l e , e un grande numero d i a l i b i per coloro che sono

sospettati, l i fanno uscire t r i o n f a n t i dal carcere.

In B e l l o d i s i rispecchia lo stesso Sc i a s c i a l a cui funzione

"tipicamente i l l u m i n i s t i c a , e quella d i c h i a r i r e , attraverso

le d i v i s i o n i d e l l a coscienza, 1 1arsa e solare S i c i l i a a se

stessa, d i r i p o r t a r l a nel tempo d e l l a c i v i l t a e d e l l a

s t o r i a , essa f u o r i del tempo e d e l l a s t o r i a , ormai da data

immemorabile." (33) Nella s c o n f i t t a del capitano S c i a s c i a

vede l a sua speranza c i v i l e soffocata e delusa.

(32) L. Sciascia, p. 60.

(33) L.Sciascia. La v e r i t a , L'Aspra v e r i t a , (Vito Amoruso, i n : Nuova corrente, No. 22, aprile-giugno 1961), p. 277.

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Conclusione

Si puo di r e con Sci a s c i a che:

La famiglia e lo stato del s i c i l i a n o . Lo Stato, quello che per noi e lo Stato, e f u o r i ; e n t i t a d i fatto r e a l i z z a t a d a l l a forza... Sarebbe troppo (al si c i l a n o ) chiedergli d i v a l i c a r e i l confine t r a l a famiglia e lo Stato. Magari s i infiammera d e l l ' i d e a d e l l o Stato o s a l i r a a d i r i g e r e i l governo (a suo proprio vantaggio come s i puo bene immaginare): ma l a forma precisa e d e f i n i t i v a del suo d i r i t t o e del suo dovere sara l a famiglia, che consente piu breve i l passo verso l a v i t t o r i o s a s o l i t u d i n e . " (34)

Solitudine e s i l e n z i o che sono l e c a r a t t e r i s t i c h e dei

s i c i l i a n i i n generale.

Breve commento su questo primo romanzo d i Sc i a s c i a d i Claude

Ambroise:

II Giorno d e l l a c i v e t t a fu una novita s u l l a s o g l i a degli anni Sessanta poiche, i n quel periodo non s i soleva discutere d e l l a mafia sui g i o r n a l i come avviene oggi.

(34) II giorno d e l l a c i v e t t a . p. 93.

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Ma 1 1 o r i g i n a l i t a del romanzo e anche d i ordine

s o c i o l e t t e r a r i o .

Dice S c i a s c i a durante un d i b a t t i t o a Palermo nel 1965:

Indubbiamente l a mafia e un problema nostro. Io ne ho fatt o un 1esemplificazione narrativa: fino a quel momento s u l l a mafia esistevano degli studi, studi molto int e r e s s a n t i , c l a s s i c i a d d i r i t t u r a : esisteva una commedia d i un autore s i c i l i a n o che era un'apologia d e l l a mafia ma nessuno che avesse messo 1 1accento su questo problema i n un'opera narrativa d i lungo consumo. Io 11 ho f a t t o . (35)

(35) C. Ambroise, Opere d i L. Sciascia, Milano: Bompiani, 1989, p. x x x v i i .

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CAPITOLO II

A ciascuno i l suo (1966)

A ciascuno i l suo e i l secondo romanzo g i a l l o d i Leonardo

Sci a s c i a pubblicato nel 1966. In una l e t t e r a del 10 novembre

1965, Calvino cosi scriveva a l i o s c r i t t o r e ; "Ho l e t t o i l

tuo g i a l l o che non e un g i a l l o , con l a passione con cui s i

leggono i g i a l l i , e i n piu i l divertimento d i vedere come i l

g i a l l o viene smontato, anzi come viene dimostrata

1'impossibilita del romanzo g i a l l o nell 1ambiente s i c i l i a n o . "

(1) Onofri g l i fa eco chiamandolo una "parodia del romanzo

p o l i z i e s c o " . (2)

(1) Leonardo Sciascia, Le Opere a cura d i Claude Ambroise. Milano: Bompiani, 1989, p. XXXIX.

(2) Massimo Onofri, S t o r i a d i Sci a s c i a . B a r i : Laterza, 1994, p. 131.

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II l i b r o viene accolto bene d a l l a S i n i s t r a e Giancarlo

F e r r e t t i s i esprime c o s i : E "un romanzo che sarebbe

piaciuto a Gramsci" forse perche rispecchia 11impegno e l a

passione d e l l 1 i n t e l l e t t u a l e organico n e l l a veste del

professor Laurana.

Anche qui, come n e l l a prima opera, l a str u t t u r a e da romanzo

po l i z i e s c o ; ma i l f i n a l e e completamente f u o r i

d e l l 1 o r d i n a r i o . Si fa appena accenno a interrogator!,

sondaggi da parte dei c a r a b i n i e r i ma e 1 1 opera s o l i t a r i a d i

un investigatore d i l e t t a n t e che, non rendendosi conto del

pericolo che sta correndo, diviene vittima d i c o l u i che ha

soppresso i l dottor Roscio e i l farmacista Manno. Dopo

questo duplice d e l i t t o che fa scattare l a molla dell'azione,

t u t t a l a vicenda s i richiude i n se stessa, s i blocca

lasciando i l l e t t o r e perplesso e insoddisfatto. Chi invece

t r i o n f a e l a mafia, questa macchina i n v i n c i b i l e che non

cessa d i seminare vittime.

L'ambiente s i c i l i a n o d e g l i anni sessanta

Durante g l i anni sessanta, i n S i c i l i a affiorano due aspetti

s o c i a l i : i l tentativo d i in d u s t r i a l i z z a z i o n e , con l a

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scoperta del p e t r o l i o e metano, i l fenomeno d e l l a

emigrazione con a l t r i v a r i fenomeni s o c i a l i come

1 1emancipazone femminile, contadini e br a c c i a n t i divenuti

operai s p e c i a l i z z a t i , nascita d i p i c c o l i e grandi

imprenditori e tutto c i o e i n contrasto con i l vecchio

mondo che ostacola, con l a sua immobilita, un vero

rinnovamento sociale e c i v i l e d e l l ' i s o l a .

La trama

L' i n t r e c c i o ' d i questa seconda s t o r i a d i mafia e

sostanzialmente d i f f e r e n t e da quello analizzato sopra.

Anche qui c i sono due morti e uno dei due e stato un errore

ben calcolato d a l l 1 a s s a s s i n o . Questa v o l t a lo s c r i t t o r e

introduce un i n t e l l e t t u a l e , i l professor Paolo Laurana, che

per pura c u r i o s i t a s i mette s u l l a p i s t a dell'assassino o

assassini senza rendersi conto d i r i s c h i a r e l a sua v i t a .

Non c'e ne l'epica f i g u r a del boss mafioso don Mariano con

una f i l o s o f i a t u t t a sua, ne l a "nordica coscienza" del

capitano dei c a r a b i n i e r i B e l l o d i . Tutta l a vicenda s i svolge

in un borgo agrigentino e f r a s i c i l i a n i solamente t r a l e

chiacchiere i n farmacia e a l caffe, g l i i n t r a l l a z z i dei

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n o t a b i l i , l'ossessione del sesso, l e maldicenze mescolate

con trovate umoristiche.

Ad una p a r t i t a d i caccia vengono u c c i s i i l dottor Roscio e

i l farmacista Manno. Quest 1 ultimo era gia stato minacciato

d i morte da una l e t t e r a anonima pervenutagli qualche giorno

prima che lo accusava d i una colpa infondata. II maresciallo

che investiga i l caso segue una p i s t a sbagliata, non da

nessuna importanza a l i a parola unicuique l e g g i b i l e sul retro

dei r i t a g l i d i giornale i n c o l l a t i per comporre l a l e t t e r a

anonima e r i t a g l i a t a dal giornale c a t t o l i c o L 1osservatore

romano.

Quale parola c'era dietro 1'unicuique che l a stessa mano che aveva spento poi due v i t e aveva r i t a g l i a t o e i n c o l l a t o sul foglio? La parola condanna? La parola morte? (3)

II detective d i l e t t a n t e invece, ne rimane i n c u r i o s i t o e va

in cerca d i c h i , i n paese, legge questo giornale. Le uniche

persone che lo ricevono sono i l parroco d i S.Anna e

l'Arciprete Rosello. Comincia qui l a sua investigazione.

(3) Leonardo Sciascia, A ciascuno i l suo, Torino: Einaudi, 1966, p. 38.

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L'Arciprete e lo zio dell 1avvocato Rosello e d e l l a vedova

Roscio l a quale, prima d i sposarsi aveva avuto una relazione

amorosa col cugino, possibilmente continuata anche dopo. Sul

luogo del d e l i t t o i l professore trova un mozzicone d i sigaro

Branca. Segue questo i n d i z i o e scopre c o l u i che ha commesso

i due d e l i t t i , v o l u t i dall'amante d e l l a signora Roscio. La

vittima da eliminare e percio i l dottor Roscio mentre i l

farmacista Manno e una f a l s a t r a c c i a per confondere i

c a r a b i n i e r i . Laurana, ingenuamente, s i confida con

1 1avvocato e questi lo fa uccidere, non solo perche ha

scoperto l a tresca con l a cugina, ma anche perche durante

1 1indagine vengono a l i a luce i suoi a f f a r i loschi e mafiosi.

I personaggi chiave

Uno dei personaggi che da s p e c i f i c i i n d i z i a l professore e

i l vecchio Roscio, padre d i una d e l l e due vittime. Le sue

r i f l e s s i o n i s u l l a famiglia c a t t o l i c a a cui appartiene l a

nuora non sono molto lusinghiere. La chiesa "e sempre pronta

a mettere l a mano n e l l e tasche de g l i a l t r i . . . a t i r a r e un

ca l c i o a l i a f a c c i a d i un moribondo..." (4) Riferendosi a l i a

(4) Ibid., p. 61.

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nuora aggiunge: "...una femmina d i quelle che...si dicevano

da l e t t o . " (5) Come s i sa, l a signora Luisa aveva avuto una

relazione amorosa col cugino (1'avvocato) noto a l professore

come avido e spregiudicato notabile, quando vivevano

entrambi i n casa d e l l o zio arciprete, ma quest'ultimo aveva

r i f i u t a t o d i s p o s a r l i . E evidente se non e s p l i c i t o , che i l

novantenne Roscio accusa i Rosello per l a morte del f i g l i o .

La posizione del vecchio o c u l i s t a va implicitamente a sanzionare, e come i n chiave apologetica, l a societa iniqua e criminosa i n cui suo f i g l i o soccombe. (6)

II secondo personaggio chiave e don Benito d i Montalmo, i l

cui f r a t e l l o e stato compagno d i l i c e o d i Laurana. E da l u i

che i l professore viene a conoscere p a r t i c o l a r i s a l i e n t i

s u l l ' uomo che fuma i s i g a r i Branca e che e stato, senza

dubbio, 1 1esecutore dei due d e l i t t i . A l cosi chiamato

pazzo S c i a s c i a da i l compito d i parlare d e l l a tragedia

sociale dell'emigrazione, d e l l e misere condizioni dei

contadini, d e l l e s o l f a r e e d e l l e s a l i n e . Viene espressa cosi

l a r e a l t a s i c i l i a n a d a l l e labbra d'un uomo chiuso f r a l e

(5) Ibid., p. 62.

(6) S t o r i a d i Sciascia, p. 129.

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q u a t t r o m u r a d e l l a s u a b i b l i o t e c a , u n "uomo l i b e r o i n u n

p a e s e c h e n o n l o e ."

I I t e r z o p e r s o n a g g i o c h i a v e e u n a l t r o compagno d i s c u o l a

d e l p r o f e s s o r e e d e l d o t t o r R o s c i o c h e L a u r a n a i n c o n t r a p e r

c a s o i n u n r i s t o r a n t e a P a l e r m o m e n t r e e c o m m i s s a r i o d i

e s a m i a l l i c e o . Q u e s t i a v e v a f a t t o u n a b r i l l a n t e c a r r i e r a

p o l i t i c a . E r a c o m u n i s t a : d a s e g r e t a r i o d i s e z i o n e i n u n

p i c c o l o p a e s e e r a d i v e n t a t o d e p u t a t o r e g i o n a l e e p o i

n a z i o n a l e .

P a r l a n d o d e l c a s o R o s c i o , i l d e p u t a t o r a c c o n t a c h e i l

d o t t o r e e r a a n d a t o a Roma,

p e r d o m a n d a r m i s e e r o d i s p o s t o a d e n u n c i a r e a l i a C a m e r a , s u i n o s t r i g i o r n a l i , n e i c o m i z i , u n n o t a b i l e d e l v o s t r o p a e s e , u n o c h e a v e v a i n mano t u t t a l a p r o v i n c i a , c h e f a c e v a e d i s f a c e v a , c h e r u b a v a , c o r r o m p e v a , i n t r a l l a z z a v a . . . ( 7 )

I I d o t t o r R o s c i o p o s s e d e v a u n d o s s i e r d o v e a v e v a d o c u m e n t i

c h e p r o v a v a n o l a c o l p e v o l e z z a d e l l ' u o m o i n q u e s t i o n e ma n o n

a v e v a a n c o r a f a t t o i l s u o nome, p e r c h e e r a u n a " c o s a

(7) A c i a s c u n o i l s u o . p . 5 4 .

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talmente d e l i c a t a , talmente personale..." (8) II suo

r i v o l g e r s i a l deputato comunista non r i s u l t a motivato da

c i v i l e impegno ma da un disegno r i c a t t a t o r i o a sfondo

sessuale (problema d i corna). (9) Questa r i f l e s s i o n e d i

Ambroise fa apparire i l dottor Roscio come un uomo meschino

e pud d i s t o r g l i e r g l i l e simpatie d i un vasto numero d i

l e t t o r i i quali simpatizzano con l u i .

Dalla conversazione dei due compagni d i scuola s i viene a

sapere che i l dottore era

un medico d i paese d ' a l t r i tempi...guadagnava bene, aveva fama d i buon medico... amava i l suo mestiere, l a caccia...ritengo amasse moltissimo l a moglie (sono parole d i Laurana), adorava l a bambina... Denaro ne aveva...non aveva ambizioni... (10)

Ed era anche caritatevole. "...lasciava a g l i ammalati poveri

i s o l d i per le medicine..." (10)

(8) Ibid., p. 55.

(9) Claude Ambroise, Invito a l i a l e t t u r a d i S c i a s c i a . Milano: Mursia, 1974, p. 127.

(10) A ciascuno i l suo. p. 57.

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Un a l t r o personaggio chiave e i l parroco d i S. Anna, "Un

personaggio c i n i c o ma lucido..." (11) dice Onofri, antenato

del don Gaetano d i Todo modo ( 1 1 a l t r o g i a l l o sciasciano) i l

quale da una chiara ed e s p l i c i t a visione dell'avvocato

Rosello s i a come uomo che come a t t i v i s t a .

Rosello "E un cretino non privo d i astuzia..." (12),

consi g l i e r e e consulente tecnico d'amministrazione d e l l a

F u r r a r i s , consigliere d e l l a banca T r i n a c r i a , presidente

d'una associazione per l'estrazione d i marmi p r e g i a t i i n una

zona dove un pezzo d i marmo pregiato non s i troverebbe

nemmeno se ce lo portassero apposta; co n s i g l i e r e provinciale

che ha consigliato a l suo p a r t i t o (democristiano,

naturalmente! "Un ducetto democristiano" (13) come lo

chiama Di Grado) d i abbandonare l'alleanza coi f a s c i s t i e

sc h i e r a r s i a s i n i s t r a ed ora e benvoluto anche dai

comunisti."

(11) S t o r i a d i Sci a s c i a . p. 127.

(12) A ciascuno i l suo. p. 73.

(13) A. Di Grado, Leonardo Sc i a s c i a . La Fiaura e 1'opera. Marina d i P a t t i (ME): Pungitopo, 1986, p. 28.

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Negli a f f a r i p r i v a t i Rosello ha un paio d i societa e d i l i z i e ,

una t i p o g r a f i a , una societa d i t r a s p o r t i . Negli a f f a r i

loschi

...se mi confidassero (dice i l prelato) che passa d a l l e sue mani anche l a t r a t t a d e l l e bianche, c i crederei senza che me l o giurassero. (14)

A questo punto, trovando i l prete senza pr e g i u d i z i e non

corrotto; un uomo li b e r o , insomma che per d i piu aveva "una

profonda avversione nei riguardi d e l l ' a r c i p r e t e " (15),

Laurana sta quasi per svelare i l suo sospetto, ma s i astiene

perche questi e troppo loquace.

Laurana e B e l l o d i

Paolo Laurana, professore d ' i t a l i a n o e s t o r i a a l l i c e o

c l a s s i c o d i Palermo e un pendolare e un s o l i t a r i o . A

quarant'anni non e sposato perche scontroso e timido e sotto

le a l i d e l l a madre vedova. E per d i r l a con Luigi Baldacci "e

scapolo perche l a soggezione materna non g l i consente i l

(14) A ciascuno i l suo. p. 74.

(15) Ibid., p. 75.

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diversivo d i un amore e s p l i c i t o " . (16) Le sue passioni sono

tutte d i testa e s i afflo s c i a n o non appena prevede un

eventuale incontro o contatto con i l sesso opposto. Diviene

un investigatore improvvisato perche spinto da c u r i o s i t a , e

svolge l a sua indagine come se questa fosse un processo

i n t e l l e t t u a l e e razionale. E s i c i l i a n o e conosce l'ambiente

e l e abitudi n i del piccolo paese d i provincia. Oltre a

Laurana, Sc i a s c i a s i diverte anche nel descrivere l e

chiacchiere i n farmacia, g l i i n t r a l l a z z i dei n o t a b i l i ,

l'ossessione del sesso, l e maldicenze e l e stramberie d e g l i

a b i t a n t i . Ma non e s u p e r f i c i a l e perche l a sua attenzione e

r i v o l t a appassionatamente a l i o studio e a l i a comprensione

d e l l a r e a l t a s i c i l i a n a .

B e l l o d i , come capitano dei c a r a b i n i e r i , f a uso d i t u t t i g l i

strumenti d i cui l a legge dispone servendosi anche d i un

confidente. Segue soprattutto un piano preciso da l u i

stesso escogitato e non molla anche se i r i s u l t a t i sembrano

negativi. Ha i n se dil i g e n z a , esperienza e acume ma non e

s i c i l i a n o ; cioe non nato e cresciuto i n S i c i l i a .

(16) Antonio Motta, L. Sci a s c i a : La v e r i t a . L'aspra v e r i t a . Manduria: Lacaita, 1985 (Luigi Baldacci, i n : Epoca. 20 marzo 1966), 1985, p. 306.

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Laurana e Miss Marple

Paolo Laurana, i l detective improvvisato, f a pensare a Miss

Marple dei g i a l l i d i Agatha C r i s t i e sebbene i due siano

d i v e r s i i n alcuni a s p e t t i . Cio che l i accomuna e l a

c u r i o s i t a . Jane Marple e una vecchietta che vive i n un

piccolo paese inglese. E piena d i s p i r i t o , curiosissima (non

ha niente a l t r o da far e ) , i n t e l l i g e n t e "che r i s o l v e

i n t r i c a t i s s i m i casi c r i m i n a l i piu per analogie che per

i n d i z i . " (17)

Invece i l professor Laurana viene considerato dai suoi

compaesani un uomo mediocre "con momenti d i p o s i t i v a

o t t u s i t a " . E ingenuo a l punto d i confidarsi col suo nemico e

quando scopre l a v e r i t a e troppo t a r d i e perde l a v i t a , cosi

che 1 1epiteto datogli da don L u i g i , uomo assuefatto a i

costumi mafiosi e che l i subisce passivamente, sembra

g i u s t i f i c a t o . II notaio P e c o r i l l a nel mezzo d i una

conversazione lo prega d i non di r e " f e s s e r i e " . Don Luigi

(17) Leonardo Sciascia, II cruciverba, Torino: Einaudi, 1983, p. 226.

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Corvaia mette i n luce l a sua dabbenaggine. La vedova Manno,

rifer e n d o s i a g l i a f f a r i mafiosi dell'avvocato Rosello,

chiama i l professore "l'uomo che s i occupa soltanto dei suoi

studi," incapace d i "vedere certe cose". E, come dice

Onofri, "Laurana non da ascolto a i pettegolezzi d i un paese

che gia conosce t u t t a l a v e r i t a . . . " (18) Paradossalmente,

l a " v e r i t a s i c i l i a n a " e dunque f a c i l e da reperire.

Osservazioni sul romanzo

Tutto i l racconto e intessuto sull 1ambiente siciliano,come e

gia stato accennato, permeato d i pessimismo e d e l l a

i m p o s s i b i l i t a d i trasformare i n senso progressista l e

contraddizioni e le i n g i u s t i z i e d e l l a gente del luogo che

sembra condannata all 1immobilismo da s e c o l i .

In aggiunta a l pessimismo che circonda tutto i l paese,

Sci a s c i a usa anche l ' i r o n i a e i l sarcasmo convinto che non

c i s i a modo d i r i s o l v e r e i l mistero del doppio assassinio i n

maniera r e a l i s t i c a ma soltanto con supposizioni piu o meno

p l a u s i b i l i .

(18) S t o r i a d i Sc i a s c i a . p. 126.

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II personaggio sciasciano e a volte ironico e a volte

sarcastico. E ironico allorche Laurana, leggendo una frase

n e l l a pagina del l i b r o aperto s u l l a s c r i v a n i a del defunto

dottor Roscio monologa c o s i :

...1'ordinamento d i un sistema! E dov 1e qui i l sistema? C'e mai stato, c i sara mai?... a meno che non s i voglia considerare sistema quello i n cui i l povero Roscio e scomparso. (19)

In questo monologo s i nota che i rapporti umani sono

d i s t o r t i e confusi; l a speranze e g l i i d e a l i sono f r u s t r a t i

causando disordine e smarrimento.

Fin dal secondo capitolo lo s c r i t t o r e s i esprime con i r o n i a

pungente quando, dopo l ' o r r i b i l e carneficina del farmacista

e del dottore, i nove cani entrano i n paese

...correndo i n branco serrato e cosi misteriosamente ululando che t u t t i . . . n e ebbero un brivido d i pauroso presentimento...cosi intrupppati e gementi...si diressero a l magazzino che i l farmacista aveva adibito a canile: e

(19) A ciascuno i l suo r p. 69.

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davanti a l i a porta chiusa ...raddoppiarono g l i u r l i . . . (20)

Non sfugge pero i l commento ironico dell'autore

...che se anche l a parola avessero avuto, i n quella circostanza i cani sarebbero dive n t a t i come mutoli... (21)

di fronte a l maresciallo dei c a r a b i n i e r i se s i fosse loro

chiesto d i i d e n t i f i c a r e i c o l p e v o l i . Tipico atteggiamento

s i c i l i a n o d i omerta!

I cani lamentano l a perdita del loro padrone ma i paesani

non piangono l a perdita del loro dottore e del farmacista.

Al funerale

andando dietro a i m o r t i . . g l i amici d e l l a farmacia discorrevano d e l l a l e t t e r a , frugavano nel passato del farmacista Manno,...E poi l a l e t t e r a parlava chiaro. Dunque una colpa, senz'altro l i e v e , s e n z 1 a l t r o remota, i l farmacista doveva averla... non s i ammazza un uomo per una cosa da niente. (22)

(20) Ibid., p. 17.

(21) Ibid., p. 18.

(22) Ibid., p. 19.

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A l l ' u l u l o dei cani fa riscontro una c u r i o s i t a pettegola e

maligna che pero non da nessun i n d i z i o sull 1accaduto.

Soltanto i cani mostrano una " s o f f e r t a reazione, i n un

gemito doloroso che umanizza e che e l'unico profondo dolore

pianto s u l l a memoria del farmacista-padrone." (23)

In r e a l t a era stato i l dottor Roscio i l bersaglio

d e l l 1 a s s a s s i n o , non i l farmacista che era suo compagno d i

caccia. Purtroppo l a l e t t e r a anonima e 1 1eliminazione d i

Manno era stato solo un pretesto per confondere l a

g i u s t i z i a . Manno s'era trovato nel luogo sbagliato a l

momento sbag1i ato!

Un'altra prova del sarcasmo del narratore s i ha quando i l

professore Laurana va a Montalmo per cercare d i scoprire

1 1 i d e n t i t a del fumatore d i s i g a r i Branca. G l i e l a fornisce

i l pazzo del paese come lo chiamavano l a , cioe Benito, i l

f r a t e l l o del compagno d'universita del professore. Ha

1'appellativo d i pazzo ma e l'unico personaggio che dice l a

v e r i t a e che, proprio per questo motivo, s i sente diverso e

estraneo a l mondo a l d i f u o r i d e l l a sua camera-biblioteca.

(23) Onofrio Lo Dico, Leonardo Sc i a s c i a : Tecniche narrative e i d e o l o g i a r Roma: , 1988, p. 75.

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Per l u i l a S i c i l i a e l a

nave corsara...col suo bel gattopardo che rompe a prua...i suoi Malavoglia..coi suoi l o i c i c o rnuti...lo zolfo e i suoi cadaveri n e l l a s t i v a : affonda, affonda... (24)

E ancora:

...ad un certo punto d e l l a mia v i t a , dice Benito, ho fa t t o dei c a l c o l i p r e c i s i : che se io esco d i casa per trovare l a compagnia d i una persona i n t e l l i g e n t e , d i una persona onesta, mi trovo ad affrontare, i n media, i l r i s c h i o d i incontrare dodici l a d r i e sette i m b e c i l l i che stanno l i , pronti a comunicarmi le loro opinioni sull 1umanita, sul governo, s u l l a amministrazione comunale... (25)

e r i v o l t o a Laurana: "Le pare che valga l a pena?"

Quello del vecchio Benito e un mondo p a r t i c o l a r e dove l a

v e r i t a a f f i o r a e non e contaminata da nessun contatto

esterno.

(24) A ciascuno i l suo f p. 92.

(25) A ciascuno i l suo. p. 88.

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Dal sarcasmo s i passa a l pessimismo. S c i a s c i a e veramente

convinto che mancando l a morale una societa e destinata ad

affondare come l a "nave corsara" del pazzo? Forse nel suo

pessimismo c'e piu delusione e sconforto che scetticismo.

Nel romanzo i colpevoli non andranno p u n i t i , anzi godranno

d e l l a loro potenza perche s i a n e l l a S i c i l i a antica che i n

quella attuale sono sempre mancate l e premesse morali per

una p o l i t i c a che e l i m i n i i l d e l i t t o e che s ' i s p i r i a

p r i n c i p i superiori a t t i a controllare l a tecnica del potere.

Non c'e da meravigliarsi che i s i c i l i a n i non abbiano f i d u c i a

ne nel governo locale ne i n quello d i Romal

La Roba

Non manca neppure i l riferimento a l i a Roba che, s i a per l a

madre d i Laurana che per l ' a r c i p r e t e e l a sua famiglia, ha

grande importanza. Non come l a r e l i g i o n e d e l l a Roba com1 e

intesa n e l l e opere d i Verga cioe i l "ben d i Dio". Qui invece

s i g n i f i c a " i l ben del diavolo".

In v i s i t a a l cimitero l a vedova Laurana dice: "...chiede

c a r i t a anche l a roba." Lei i n f a t t i mette i n p r a t i c a questa

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sua asserzione mangiando " i l pane duro e le mele s f a t t e . . . "

con i l pericolo d i rimanerci secca un giorno o 1'altro.

Per l a roba 1 1arciprete passa sopra a l l ' i n c e s t o e benedice

l'unione dei due cugini a l solo scopo d i non disperdere i l

patrimonio. Con cio Sci a s c i a mette i n r i s a l t o una societa

non fondata s u l l a r e l i g i o n e e l a famiglia ma avida d i

possesso.

...a d e l i t t o compiuto, e g l i da l a sua benedizione ai n i p o t i omicidi i n forza d i una inconfessabile concezione d e l l a famiglia quale centro chiuso d i potere e d i i n t e r e s s i economici. (26)

Fin qui A ciascuno i l suo e stato analizzato come un romanzo

po l i z i e s c o a scopo p o l i t i c o e soc i a l e . Ma e al t r e t t a n t o

interessante guardarlo dal punto d i v i s t a antropologico come

ha fa t t o magistralmente Ambroise.

Nel d e l i t t o Roscio-Manno c'e anche una terza vittima: uno

dei cani del dottore. I due c a c c i a t o r i vanno a caccia d e l l a

selvaggina (esca). I mafiosi vanno a caccia d i uomini

(esca). Se l'uomo e cultura e 1 1animale e natura ( i n questo

(26) Tnvito a l i a l e t t n r a d i Sc i a s c i a . p. 124.

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caso e un cane), forma i l binomio natura-cultura. I mafiosi

che hanno ucciso i due c a c c i a t o r i l i hanno t r a t t a t i da

semplice selvaggina percio l i hanno abbassati a l l i v e l l o

animale.

Nel d e l i t t o l a cui vittima e Laurana 1 1esca e rappresentata

d a l l a vedova Roscio. Percio questa s i degrada inquantoche

s i pone a l l i v e l l o d e l l a sevaggina cioe non appartiene piu

a l mondo culturale ma a quello animale. Sono dunque

s c u s a b i l i i mafiosi omicidi? Certamente no.

Conclusione

II d e l i t t o mafioso non e " i l f r u t t o attardato d i una societa

semifeudale" (27) ma e l a conseguenza d i quella corsa a l i o

sfruttamento, a l i a speculazione e a l p r o f i t t o che

car a t t e r i z z a t u t t a l a societa borghese. Situazione questa

che causa omicidi bianchi n e l l e industrie, l e sciagure

minerarie, i l deperimento f i s i c o dei l a v o r a t o r i .

(27) L. Sc i a s c i a : La v e r i t a . L'asora v e r i t a . p. 300.

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Che differenza c'e f r a l a lupara e i l supersfruttamento? Fra 1 1omerta d i una c i t t a d i n a t e r r o r i z z a t a dai mafiosi e 1'oppressione i n una fabbrica sotto l a minaccia dei licenziamenti e d e l l a fame? (28)

dice Carlo S a l i n a r i .

Con queste r i f l e s s i o n i bisogna leggere questo romanzo d i

Sci a s c i a i l quale " s i presenta come un " g i a l l o " , che puo

apparire un divertimento...ricco d'umorismo...ma che i n

r e a l t a e un fermo atto d'accusa a l l e c l a s s i dominanti e un

richiamo per i deboli, per i d e l u s i , per g l i sconfortati

a l i a passione c i v i l e e 11impegno morale." (29)

Le idee d i S a l i n a r i possono non essere condivise i n pieno

ma spingono a r i f l e t t e r e e meditare seriamente.

(28) Ibid., p. 301.

(29) Ibid., p. 301.

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CAPITOLO III

Todo mode- (1974)

Nel 1974 esce i l quarto romanzo g i a l l o Todo modo che s i pud

dire una s a t i r a del governo democristiano e del suo legame

logico con l a tradizione c a t t o l i c a e ge s u i t i c a . E una l o t t a

d i potere che

s i svolge attraverso trame che s 1incastrano l'una n e l l ' a l t r a e che non e mai p o s s i b i l e r i c o s t r u i r e fino i n fondo...i v a l o r i del cattolicesimo s i contaminano con l e forme d e l l a modernita... vengono piega t i a strumenti d i potere... (1)

Esso e soprattutto un'indagine s u l l e oscure trame del

governo. Claude Ambroise definisce Todo modo un l i b r o

(1) G. Ferroni, P r o f i l o s t o r i c o d e l l a l e t t e r a t u r a i t a l i a n a . Torino: Einaudi, 1992, p. 1087.

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a n t i c a t t o l i c o . (2) E un attacco non solo a l p a r t i t o che

governa ma anche a l i a Chiesa ad esso a l l e a t a . Laddove n e l l a

seconda opera d i Sciascia, A ciascuno i l suo f era trapelata

una denuncia d e l l ' arciprete Rosello, ma l e colpe del nipote

avevano l a s c i a t o lo zio quasi nell'ombra, qui invece c i s i

trova d i fronte ad un prelato astuto e manipolatore, colto e

malandrino a l quale 1'autore non avrebbe potuto far fare una

fi n e piu adeguata!

La mafia

Con questo g i a l l o S c i a s c i a vuole mostrare che l a mafia "e

diventata un fatto i t a l i a n o , ormai sfuggente, i n d e f i n i b i l e :

che va i d e n t i f icandosi sempre piu con l a gestione del

potere". Quanto accade i n I t a l i a , e r i f l e s s o i n S i c i l i a

e . . . " t u t t i i f a t t i negativi d i p o l i t i c a nazionale sono s t a t i

sperimentati qui i n corpore v i l i f ma quasi per a s s i c u r a r s i

che fossero veramente negativi e quindi ... d i v a l i d a

(2) C. Ambroise, Invito a l i a l e t t u r a d i Sciascia, Milano: Mursia, 1974, p. 156.

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realizzazione sul piano nazionale ... No, non sono un

pessimista (afferma l'autore). Soltanto continuo ad

arrabbiarmi su una S i c i l i a che non riesce ancora a diventare

Europa, e soprattutto su un' I t a l i a che r i s c h i a d i diventare

S i c i l i a . . . " (3)

La trama

In un albergo costruito attorno all'eremo d i Zafer giunge,

per caso, un p i t t o r e famoso. Sta per i n i z i a r e un c i c l o d i

e s e r c i z i s p i r i t u a l i a cui partecipano a l t i personaggi del

governo e d e l l 1 i n d u s t r i a . Don Gaetano l i d i r i g e . II p i t t o r e

l a i c o , i n c u r i o s i t o rimane, e i l prete lo accetta con l a

stessa misteriosa s u p e r i o r i t y che g l i fa t o l l e r a r e l a

presenza d i cinque donne amanti d i alcuni uomini del gruppo.

Questi uomini d i potere erano venuti a fare g l i e s e r c i z i

per "riannodare fruttuose r e l a z i o n i , ordire trame d i potere

e d i ricchezza, rovesciare alleanze e r e s t i t u i r e

(3) L. Cattanei, L. S c i a s c i a f Firenze: Le Monnier, 1979, p. 5.

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tradimenti." (4) Ed a l i o stesso tempo, s i "sarebbero

d e d i c a t i . . . a l i a ginnastica d e l l o s p i r i t o senza mortificare

l a came," (5) s i a riguardo a l cibo s q u i s i t o che a l l e

donne.

Spinazzola quarda questi i l l u s t r i personaggi con disprezzo e

anche con commiserazione.

Questi campioni d i cinismo a f f a r i s t i c o sono tenuti insieme da un'angoscia reale che l i spinge a cercare riparo n e l l 1 i s t i t u z i o n e e c c l e s i a s t i c a come su una zattera d e l l a Medusa. (6)

E s i pud concludere con Giovanna Jackson: "Pochi sono q u e l l i

che sopravvivono ed es s i sono i piu a s t u t i e i piu

aggressivi." (7)

In r e f e t t o r i o e n e l l a cappella, don Gaetano ammette che g l i

e s e r c i z i s p i r i t u a l i sono per i suoi o s p i t i occasioni d i

(4) L. Sciascia, Todo modof Torino: Einaudi, 1974, p. 27.

(5) TpdP modo, p. 18.

(6) Luciano L u i s i , L. Sc i a s c i a . Taranto: 1990 ( a r t i c o l o d i V. Spinazzola da l'Unita, 25 gennaio, 1975) p. 255.

(7) Giovanna Jackson, Leonardo Sciascia, 1956-1976, Ravenna: Longo, 1981, p. 90.

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giochi d i potere. Ogni sera s i svolge l a scena del rosario

nel c o r t i l e dell'albergo, ch'egli d i r i g e mentre i l p i t t o r e

ed i l cuoco, i n disparte, s i godono l a scena. I n f a t t i i l

cuoco dice: "Ci vengo a ogni estate per non perdermi questo

spettacolo anche se mi pagano male." (8)

La sera dopo 1 1 a r r i v o d e g l i o s p i t i , mentre t u t t i stanno

recitando i l rosario, s i ode un colpo d i r i v o l t e l l a che

suscita un enorme panico. La vittima e l'onorevole

Michelozzi. E seguito d a l l 1 avvocato Voltrano che con cio

diviene l a seconda vittima. Quest'ultimo viene ucciso s u l l a

terrazza i n cima all'eremo e gettato nel c o r t i l e forse da

uno d e g l i o s p i t i a l quale, sotto c o n s i g l i o del prete,

aveva negato dei f a v o r i .

La p o l i z i a investiga. II procuratore Scalambri, un ex

compagno d i l i c e o del p i t t o r e , e i l commissario cercano

invano d i r i c o s t r u i r e l a scena del rosario nel tentativo d i

scoprire l'assassino o g l i assassini e i l movente dei due

d e l i t t i . La sera seguente s i propaga nell'albergo l a n o t i z i a

che don Gaetano e stato ucciso diventando cosi l a terza

(8) Todo modo. p. 45.

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vittima. II procuratore Scalambri, esasperato per i

r i s u l t a t i negativi d e l l e sue indagini, disperde g l i o s p i t i e

chiude 11eremo e l ' i n c h i e s t a .

Un' i p o t e s i che potrebbe avere i l suo valore e quella

suggerita da Massimo Onofri (9) che ricorda a l l e t t o r e i l

romanzo p o l i z i e s c o d i Agatha C r i s t i e dal t i t o l o The murder

of Roger Ackroyd dove i l narratore diviene anche esecutore.

Ci sono d i v e r s i i n d i z i che provano questa i p o t e s i : nel primo

i l p i t t o r e va i n cerca d e l l a p i s t o l a che ha f a t t o l e due

prime vittime e che poi e stata trovata accanto a l cadavere

d e l l a terza, Don Gaetano. Nel secondo i n d i z i o s i g n i f i c a t i v a

e 1 1espressione d e l l ' i o narratore quando dice: "Non mi fece

forte impressione r i v e r d e r l o morto." (10) Forse colpendolo

l'ha v i s t o cadere morto e poi l'ha r i v i s t o per l a seconda

vo l t a insieme a t u t t i g l i a l t r i o s p i t i ? E l'ultimo i n d i z i o

s i ha quando Scalambri, i l procuratore, chiede a l p i t t o r e :

(9) Massimo Onofri, S t o r i a d i Sciascia, Roma-Bari: La Terza, 1994, p. 170.

(10) Todo modo. p. 117.

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E tu...dov'e che te ne s e i andato? A uccidere don Gaetano, d i s s i . (11)

E forse per esasperazione o per r i b e l l i o n e che l ' a r t i s t a e

stato spinto a uccidere i l suo antagonista? Oppure e una

r i v i n c i t a su un essere che s i e fatt o gioco d i t u t t i e del

potere? Don Gaetano "tu t e l a l a Repubblica," dice i l giovane

prete a l p r i n c i p i o del l i b r o . E, piu i n l a , e l u i stesso che

chiede: "Ma s i g n o r i , ( r i v o l t o a l ministro e a l presidente

seduti a mensa con l u i ) non mi darete i l dolore d i dirmi che

lo Stato c'e ancora. . . Stavo cosi t r a n q u i l l o che non c i

fosse piu..." (12).

Oppure e stato i l bisogno d e l l ' i o narrante d i sfuggire a l

fascino del prelato che lo aveva quasi ipnotizzato? "II

fatto e che stando con l u i s i s t a b i l i v a come una sfera d i

ipnosi". (13) Oppure, come ultima supposizione, i l p i t t o r e

s i erige a g i u s t i z i e r e perche vede i n don Gaetano l a

personificazione del demonio.

(11) Todo modo. p. 122.

(12) Todo modo, p. 115.

(13) Todo modo. p. 18.

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La st r u t t u r a del romanzo

"Todo modo" e s c r i t t o i n prima persona, percio 1 1autore v i

s i maschera dietro l a figu r a del p i t t o r e i n t e l l e t t u a l e

l a i c o . Questi s i trova d i fronte a un prete colto, arguto e

manipolatore che es e r c i t a sui suoi o s p i t i un potere a l quale

nessuno d i loro puo s o t t r a r s i perche t u t t i quanti sono i n

f a l l o . Con l a sua elaborata conversazione f a capire loro che

e bene arrendersi a l potere d e l l a Chiesa, che non e solo

s p i r i t u a l e ma anche temporale. Lo Stato e l a Democrazia

C r i s t i a n a sono divenuti cosi f r a g i l i che " s i sottomettono

volontariamente a l l ' a n t i c o potere per i l quale i l d e l i t t o

contro lo Stato non e veramente un d e l i t t o . " (14)

Essendo lo Stato n e l l ' i m p o s s i b i l i t y d i porre termine a una

situazione i n s o s t e n i b i l e , per evitare a l t r i a s s a s s i n i i i l

procuratore Scalambri non ha a l t r a s c e l t a che mettere tutto

a tacere.

(14) Todo modo. p. 107.

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Ci sono " i d e l i t t i , c'e l a fin e dei r i t i r i e c i dovrebbe

essere i n f i n e una morale. Ma qui Sci a s c i a s i ferma e cede l a

parola a Gide, i l Gide d e l l e Caves du Vatican (15). Gide e

i l dilemma r e l i g i o s o rimasto sospeso i n a r i a . . . Sembra che

i l narratore voglia proteggere i l colpevole, i n quanto che

rivelando i l suo nome o smascherandolo per soddisfare i l

let t o r e , non giovera a nessuno ne i n senso c i v i l e ne

p o l i t i c o .

Le tre vittime

L'onorevole Michelozzi, l a prima vittima, era stato senatore

e s i era dimesso per diventare presidente d i un grosso ente

di Stato. Secondo i l procuratore, Michelozzi "non possedeva

una casa," mentre t u t t i g l i a l t r i o s p i t i avevano " v i l l e ,

aziende agricole modello... portavano denaro i n

Svizzera...a m i l i a r d i . " (16) Michelozzi viveva con l e suore

o i f r a t i .

(15) L. L u i s i , ( a r t i c u l o d i Carlo Bo, La violenza truccata, da "Corriere d e l l a Sera", 26 gennaio 1975) p. 259.

(16) Todo modo. p. 85.

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Era s i un ladro, continua Scalambri, uno che, i n a l t r i tempi, avrei r u b r i c a t e . . p e r malversazione e peculato, per corruzione, per t u t t i quei r e a t i che i l e g i s l a t o r i hanno constatato o previsto i n rapporto all 1amministrazione del danaro pubblico. (17)

Cio che aveva d i diverso dagli a l t r i era che nessuno d i

q u e l l i b e n e f i c a t i da l u i potevano

r i c a t t a r l o con l a minaccia d i r i v e l a r e l e sue malversazioni e corruzioni e per i l semplice f a t t o che t u t t i , dico t u t t i , dai r e a t i commessi da Michelozzi hanno cavato vantaggi. II corrotto non puo provocare rovina sul corruttore senza restare sepolto n e l l e stesse macerie... (18)

La seconda vittima e 1 1avvocato Voltrano i l quale,

interrogato sul primo d e l i t t o , era sembrato sincero n e l l a

sua deposizione. "...Ma quello era un uomo che l a v e r i t a non

la diceva nemmeno su quello che aveva mangiato." dice i l

procuratore. E ancora:

. . . lo conoscevo benissimo. Mi ha dato piu f a s t i d i l u i che t u t t i costoro messi insieme. Lo dichia r a astuto e perfido... una volpe e s i e finalmente imbattuto i n un lupo. (19)

(17) Todo modo. p. 85.

(18) Todo modo. p. 85.

(19) Todo modo. p. 84.

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E don Gaetano, l a terza vittima?

"Alto n e l l a lunga veste nera, immobile; g l i occhi d i uno

sguardo lontano...una corona a grossi grani n e r i , avvolta

n e l l a mano s i n i s t r a ; l a destra grande e quasi diafana sul

petto..." (20) Appare a l p i t t o r e come un essere freddo,

scostante da un lato, pieno d i paterna benevolenza,

premuroso d a l 1 1 a l t r o .

Questa eminenza g r i g i a e v i s t a da S c i a s c i a da due punti d i

v i s t a d i f f e r e n t i . II primo come prete che rappresenta i l

potere d e l l a Chiesa d a l l a quale 1 1autore s i e allontanato

(Non bisogna dimenticare che Sci a s c i a aveva rotto i suoi

legami con l a r e l i g i o n e c a t t o l i c a da lungo tempo.) L' io

narrante afferma che "da anni, da molti anni, non sentivo

parlare d i e s e r c i z i s p i r i t u a l i , e credevo non se ne

facessero piu." (21)

(20) Todo modo. p. 12.

(21) Todo modo. p. 9.

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Nella cappella dell'eremo d i Zafer, l a messa celebrata i n

i t a l i a n o delude completamente i l p i t t o r e che s i abbandona a

r i f l e s s i o n i s u l l a Chiesa e i l suo d e s t i n e Cioe sul suo

passato splendore, i l suo squallido presente, e l a sua

i n e v i t a b i l e f i n e .

II secondo aspetto d i don Gaetano e quello d i un uomo

d ' a f f a r i , astuto e malandrino. Si serve d i gente influente

per r e a l i z z a r e i suoi p r o g e t t i . Nella veste d i

rappresentante d e l l a Chiesa, usa ed abusa d i questa sua

posizione p r i v i l e g i a t a . Don Gaetano e "...un prete colto e

capace d i ogni t r a f f i c o o calcolo i n di f e s a d i una Chiesa

per l a quale r e a l i z z a d i a b o l i c i progetti d i potenza..." (22)

mentre i c a t t o l i c i prominenti guardano con nostalgia a l

passato quando dominava 1 1Inquisizione!

"E f a c i l e capire quanto facciano comodo a Don Gaetano I

democristiani c o r r o t t i " (23) dice Ambroise. Piu es s i sono i n

colpa piu i l prete s i sente superiore a loro.

(22) Todo modo. p. 48.

(23) Invito a l i a l e t t u r a d i Sci a s c i a . p. 159.

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Spregiudicatamente l i b i s t r a t t a , deride, governa." Anche i l procuratore dice che " l a coscienza d i t u t t i costoro, don Gaetano l a maneggia e modella come cera." (24)

Chi ha ucciso don Gaetano, e perche?

Da quanto s i e accennato sopra t u t t i avrebbero avuto un

motivo per fare f u o r i 1 1astuto prete ed i l perche e ovvio:

voleva sempre d i piu! "Abbiamo dato a Dio quel che e d i

Dio?" Cosi don Gaetano chiude l a prima predica a i suoi

o s p i t i e uno d i loro sussurra a l v i c i n o : "Certamente vuole

fare un a l t r o albergo." (25)

La coppia prete-pittore.

C'e un rapporto i n t e l l e t t u a l e t r a i due uomini i n forma d i

duello e controversia. Ambroise afferma giustamente che don

Gaetano e s e r c i t a sul p i t t o r e un "fascino diabolico." I n f a t t i

dal primo incontro l ' a r t i s t a subisce gia l a forza magnetica

che emana da quella "figura immobile...fredda...discostante"

che sembra non vederlo ma g l i viene incontro e l ' a l t r a

(24) Todo Modo. p. 85.

(25) Todo modo. p. 27.

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figura "piena d i paterna benevolenza, premurosa" (26) che

g l i da i l benvenuto.

La presenza del prete da a l l ' a r t i s t a un 1impressione strana:

quando se n'era andato, l a sua immagine persisteva, ecco perche, stando i n sua compagnia, s i s t a b i l i v a come una sfera d'ipnosi. (27)

L'atteggiamento d i don Gaetano^ e sostanzialmente d i tipo

sadico commenta Ambroise (28). I n f a t t i l u i deride e governa

i suoi o s p i t i sebbene, n e l l a v i t a pubblica e s s i coprano a l t e

cariche. Di cio s i rende conto anche 1 1 io narrante quando

entra per l a prima v o l t a n e l l a cappella e i l prelato g l i

addita un quadro rappresentante

un santo scuro e barbuto...e un diavolo dall 1espressione untuosa e beffarda... che aveva g l i o c c h i a l i a pincenez, d a l l a montatura nera... (29)

(26) Todo modo. p. 13.

(27) Todo modo. p. 18.

(28) Invito a l i a l e t t u r a d i Sciasc i a . p. 161.

(29) Todo modo. p. 29.

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La leggenda dice che a l santo, avendo l a v i s t a debole, fosse

stato o f f e r t o un paio d i o c c h i a l i dal diavolo ma che l u i l i

avrebbe r i f i u t a t i sospettando un inganno. "Ogni correzione

d e l l a natura non puo essere che opera e o f f e r t a del

diavolo," commenta i l p i t t o r e . (30)

"Saper vedere l a v e r i t a d e l l a natura umana e valso a l i a

Chiesa per sfr u t t a r e a suo p r o f i t t o le debolezze,

provocandone l e paure." (31) Ma l'uomo moderno non ha piu

timore d i guardare i n f a c c i a a l i a r e a l t a : e per questo che

don Gaetano doveva morire.

Nell'intento d i leggere l a firma d i c o l u i che aveva cosi mal

copiato i l dipinto d i Manetti, don Gaetano inforca g l i

o c c h i a l i . "Ebbi un momento d i vertiginoso stupore: i suoi

o c c h i a l i erano una copia esatta d i q u e l l i del diavolo." dice

l ' a r t i s t a . II prete fa f i n t a d i non accorgersi d e l l ' e f f e t t o

prodotto sul p i t t o r e . "Poi se l i to l s e con l a voluta

indifferenza d i chi ormai ha fatto i l colpo del gatto che s i

(30) Todo modo. p. 30.

(31) L. Sc i a s c i a . (Spinazzola), p. 256.

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e mangiato i l canarino." (32) Splendida metafora

d e l l 1 a u t o r e !

Don Gaetano sa che i l p i t t o r e e l a i c o . S c i a s c i a sa che

essere l a i c o e una conquista quando dice che l a i c i non s i

nasce ma s i diventa. Nella disputa dei due antagonisti sul

laicismo i l prete dich i a r a che

i l laicismo...non s i a che i l rovescio d i un eccesso d i ri s p e t t o per l a Chiesa, per noi p r e t i . Applicate a l i a Chiesa, a noi, una specie d i aspirazione p e r f e z i o n i s t i c a . . standone comodamente di f u o r i . (33)

Che prete e l e i ?

L ' a r t i s t a f a una dis t i n z i o n e netta f r a i p r e t i buoni e

q u e l l i c a t t i v i . Cio che l i accomuna e 1'ignoranza. Don

Gaetano, con i l quale l a conversazione e avviata, lo

previene dicendo: "Lei non sa se mettermi t r a i buoni o t r a

i cattivi...sono un prete cat t i v o " ma a differenza degli

a l t r i l u i e un erudito. Per c a t t i v i i l p i t t o r e intende avari

(32) Todo modo, p. 31.

(33) Todo modo. p. 39.

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e a v i d i . La risposta del suo antagonista e e s p l i c i t a : "La

sopravvivenza...il t r i o n f o d e l l a Chiesa nei s e c o l i , s i deve

piu a i p r e t i c a t t i v i che a i buoni." (34)

I c a t t i v i , scrive P a s o l i n i , "non sono che i buoni a cui non

e s a l t a t a i n mente 11 idea che i l potere e ingiusto, e

diabolico: ma ne hanno accettato innocentemente le regole,

affermandosi attraverso l e occasioni che esso fornisce

all'uomo f o r t e . " (35)

Cosi s i sono comportati e s i comportano n e l l a v i t a g l i

o s p i t i dell'eremo d i Zafer e 1 1autore l i fa ammazzare,

questi mafiosi,

a causa d e l l a c r i m i n a l i t a con l a quale e s s i detengono e gestiscono i l potere (don Gaetano incluso). (36)

Non importa chi s i a stato i l g i u s t i z i e r e ; non c'era a l t r a

v i a d'uscita che e l i m i n a r l i . Se Scalambri non avesse deciso

(34) Todo modo. p. 47.

(35) P.Pasolini, Descrizioni d i D e s c r i z i o n i , Torino: Einaudi, 1979, p. 459.

(36) Ibid., p. 459.

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di fare chiudere l'eremo, c i sarebbero state, senza alcun

dubbio, a l t r e vittime.

II professore e l ' a r t i s t a

II professore Laurana d i A ciascuno i l suo e i l p i t t o r e d i

Todo modo sono due personaggi chiave c r e a t i d a l l a fantasia

di S c i a s c i a . Parte da loro q u e l l 1 i n i z i a t i v a che manca n e l l e

forze dell'ordine pubblico. II commissario f a dei t e n t a t i v i ,

d e l l e supposizioni, ma Scalambri non accetta i suoi

suggerimenti, anzi lo ostacola.

Laurana ha un i n d i z i o e se ne serve per scoprire cose che

non s i era mai sognato che esistessero, e appunto per questo

motivo viene eliminato.

La f i g u r a d e l l ' a r t i s t a e meno sviluppata come detective. Si

sa che e uno s c r i t t o r e d i g i a l l i quando suggerisce a l

procuratore Scalambri come andare i n cerca d e l l a v e r i t a ; ma

non s i espone, non agisce. E i l piu misterioso e elusivo dei

quattro detectives dei g i a l l i s c i a s c i a n i , suggerisce

Giovanna Jackson.

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Anche l u i , come i l professore, e un s o l i t a r i o , privo d i

compagnia.

"The painter-detective i s perhaps the most t y p i c a l twentieth

century anti-hero." Non s i vede mai i n azione "since he

never acts but merely reacts to circumstantial s t i m u l i . "

(37) L'unico stimolo d i cui lo s c r i t t o r e f a partecipe i l

let t o r e a suo riguardo e l a r i c e r c a d e l l a p i s t o l a . Ma l a

cerca o l a va a prendere dove l'ha nascosta? Chissa! Tutto

dipende d a l l a l i b e r a interpretazione e immaginazione del

le t t o r e .

I punti i n comune d i questi due personaggi sono percio: l a

solitudine, l a loro posizione marginale n e l l a societa,

1'assenza d i donne n e l l a loro v i t a sebbene, come informa

l'autore, nessuno dei due s i a misogino. II p i t t o r e d i

r e l a z i o n i ne aveva avute ma senza consequenza. II professore

invece era timido e s i perdeva v i c i n o a una donna.

Entrambi sono n e l l 1 i m p o s s i b i l i t a d i stringere rapporti

amichevoli. Prediligono l e l e t t e r e e 1'arte e hanno fede nei

(37) Leonardo Scias c i a . 1956-1976. p. 17.

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v a l o r i morali. Vanno ostinatamente i n cerca d i una v e r i t a

che non l i toccherebbe i n nessun modo.

A nessuno dei due e stato a f f i d a t o i l compito d i personaggio

s p a l l a percio non sono u t i l i nel1 1 investigazione u f f i c i a l e .

Sono figure emblematiche che l a societa non t o l l e r a e d i cui

prima o poi cerca d i sbarazzarsi.

I crimini i n Todo modo

I tre d e l i t t i sono l e s t r a g i d i Stato, ma r i d o t t e a immobile

simbolo.

I meccanismi che spingono ad esse sono a p r i o r i p r e c l u s i a ogni p o s s i b i l e indagine, restano s e p o l t i n e l l 1 i m p e n e t r a b i l i t a d e l l a cosca, e soprattutto n e l l a sua r i t u a l i t a . (38)

Percio s i puo essere d'accordo con alcuni c r i t i c i che questo

g i a l l o non e un g i a l l o ma l a dimostrazione esatta

d e l l 1 i n e f f i c a c i a del potere che e caduto i n mano d i esseri

a b b i e t t i .

(38) Descrizioni d i De s c r i z i o n i , p. 460.

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Scia s c i a e Todo modo

Fin dai primi saggi S c i a s c i a mostra i l suo pessimismo c i r c a

i problemi s i c i l i a n i , i l decomporsi d e l l o Stato, d e l l a

societa e d e l l a Chiesa, a l i a stessa maniera i n cui g l i

uomini p i r a n d e l l i a n i sentivano " i l d i s s o l v e r s i del loro

p r i n c i p i o d'identita, l a tr a g i c a disintegrazione d e l l ' i o , i l

pazzo gioco d i specchi." (39)

In Todo modo (termine preso dal motto dei Gesuiti i n cerca

d e l l a volonta d i Dio e dei suoi modi) non c'e solo un

susseguirsi d i d e l i t t i ma, t r a l e battute acute e

i n t e l l e t t u a l i , v i aleggia un'atmosfera d'incubo "etico-

c i v i l e , sottesa d a l l a tensione non del g i a l l o , bensi dei

fondamentali i n t e r r o g a t i v i dell'uomo." (40)

La r e c i t a del rosario nel c o r t i l e dell'albergo t r a l a zona

in ombra e quella i n luce f a pensare, come 1'autore

(39) L. Sci a s c i a . p. 106.

(40) L. Sc i a s c i a . p. 107. I",

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suggerisce, a l i a "dantesca bolgia dei l a d r i . " (41)

Non sono i n f a t t i dei l a d r i che derubano lo Stato questi

m i n i s t r i , deputati, presidenti, d i r e t t o r i d i banche e

importanti enti s t a t a l i , i n d u s t r i a l i e d i r e t t o r i d i

gio r n a l i ? "Sono c l i e n t i p a r t i c o l a r i " d i c h i a r a i l prete

zazzeruto che vengono per fare g l i e s e r c i z i s p i r i t u a l i . E

con loro vengono anche un principe d e l l a Chiesa d i "estrema

pigno l e r i a , " dice lo s c r i t t o r e , un vescovo e due p r e t i . Tra

i cinque, don Gaetano incluso, "...chi l a faceva da

cardinale" era i l padrone dell'eremo.

Don Gaetano manteneva un distacco e una freddezza, una

severita che...poteva anch'essere i l papa. "Quel pretaccio

come lo chiama Ambroise, corrotto e corruttore come i suoi

o s p i t i , ha una superiority i n f i n i t a su d i loro, i n quanto

possiede una conoscenza assoluta d i cio che e bene e che e

male." (42) Con queste sue q u a l i t a f a sentire i suoi o s p i t i

t u t t i colpevoli e gode d e l l e loro debolezze.

(41) Todo modo. p. 21.

(42) L. Sciascia, (Spinazzola), p. 255.

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Cio che emerge i n questo romanzo sono g l i scontri v e r b a l i

che s i scambiano i l prete e l ' a r t i s t a .

Non e un g i a l l o Todo modo, dice ancora Cattanei. Al posto

d e l l a suspense c'e invece un dialogo quasi i n i n t e r r o t t o d i

un " s o t t i l e antagonista gesuitico, suadente o pietoso..."

(43) con i l p i t t o r e che s i dimostra a l l ' a l t e z z a d e l l ' a l t r o .

Sono scaramucce che non portano a conclusioni pratiche s u g l i

omicidi ma che fanno scoprire a l l 1 i o parlante " l e i n f i n i t e

forme i n cui s'incarna i l male-potere." (44)

Non c'e l a soddisfazione d i avere r i s o l t o un problema

d i f f i c i l e ma un'avventura mentale e a r t i s t i c a che

car a t t e r i z z a i l quarto romanzo d i Sc i a s c i a .

Ben a l t r a conclusione da Spinazzola a questa opera d i

Sci a s c i a .

(43) L. S c i a s c i a . p. 106.

(44) L. Sc i a s c i a . p. 106.

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In S c i a s c i a una moralita nuova nasce d a l l a repulsione per i l marasma i n cui affondano l e i s t i t u z i o n i etiche d e l l 1 i n d i v i d u o borghese...Incontaminabile e i l bisogno d i rifondare totalmente un codice d i norme cui attenersi n e l l 1 e s i s t e n z a privata come n e l l a v i t a pubblica. (45)

Nel 1976 da Todo modo E l i o P e t r i ricava un f i l m i n cui l a

s a t i r a contro i l p a r t i t o che governa e t u t t i i suoi aderent

e messa ancora piu i n evidenza.

(45) L. Sci a s c i a , (Spinazzola), p. 256.

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CAPITOLO IV

II contesto (1971)

Verso l a f i n e del 1971 viene pubblicato II Contesto. Nella

nota f i n a l e s c r i t t a dall'autore s i legge:

II Contesto e un apologo sul potere del mondo, sul potere che sempre piu degrada n e l l a impenetrabile forma d i una concatenazione che approssimatamente possiamo dire mafiosa. (1)

Sciascia l a s c i a dormire per due anni i l manoscritto nel

cassetto d e l l a sua scr i v a n i a senza sapersi spiegare i l

perche. Forse " ho cominciato a s c r i v e r l o con diver­

timento, e l'ho f i n i t o che non mi d i v e r t i v o piu." (2)

(1) L.Sciascia, II Contesto. Torino: Einaudi, 1971, p. 95.

(2) Ibid., p. 96.

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"E un g i a l l o , un saggio s o c i o - p o l i t i c o , un racconto

st o r i c o , e decisamente, un'opera l e t t e r a r i a non priva d i

pagine l i r i c h e . " (3) Sc i a s c i a invece sostiene che 11

Contesto non e un g i a l l o ma una parodia cioe un

travestimento comico d e l l ' opera. II senso r e a l i s t i c o

dell'autore ha preso i l sopravvento mettendo i n luce non

l'assassino colpevole d e l l a strage dei g i u d i c i c o r r o t t i ma

le malefatte del male-potere.

La trama

II racconto s i svolge i n un paese immaginario, situato i n un

posto qualunque e i l contenuto potrebbe essere una favola

sul potere nel mondo. Ma cio che Sc i a s c i a descrive e una

situzione s t o r i c a che fa parte d e g l i anni '70 i n I t a l i a ,

cioe l a c r i s i radicale d e l l a democrazia e i l potere

i n v i s i b i l e che l a domina.

Qui non c i s i trova d i fronte a d e l i t t i d i mafiosi l o c a l i ma

d e l l ' i n t e r o sistema sociale e p o l i t i c o che e i n a f f e r r a b i l e e

(3) G. Ghetti Abruzzi, Leonardo Sc i a s c i a e l a S i c i l i a . Roma: Bulzoni, 1974, p. 151.

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imbattibile.

Dopo i l primo d e l i t t o d i cui i l procuratore Varga e vittima,

l ' i s p e t t o r e Rogas viene consigliato d i non l a s c i a r s i

influenzare d a l l a reputazione che l a vittima aveva avuta i n

v i t a . Era i l farmacista Cres innocente e condannato senza

prove s u f f i c i e n t i ? Ed ora, f u o r i del carcere, cerca d i

vendicarsi a suo modo d e l l 1 i n g i u s t i z i a f a t t a g l i dai

s o s t e n i t o r i d e l l a legge?

Con 1 1accumularsi d e l l e vittime l ' i s p e t t o r e riceve dal

ministro 1'ordine d i abbandonare l e sue fruttuose

investigazioni e passare a g l i o r d i n i d e l l a sezione p o l i t i c a .

Ma Rogas "...aveva p r i n c i p i i n un paese dove nessuno ne

aveva." (4) percio decide d i continuare d i sua propria

i n i z i a t i v a . E g l i r i f i u t a d i accettare l a t e o r i a

d'insurrectional cadre perche e convinto che i l carnefice

non ha fede n e l l a g i u s t i z i a umana e non vuole nascondere i l

passato f a l s i f i c a n d o i l presente.

(4) II Contesto. p. 7.

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Le indagini d i Rogas danno f a s t i d i o s i a a l p a r t i t o che

governa che a l l 1 o p p o s i z i o n e . L'ispettore sembra essersi

fatto un quadro preciso d e l l e macchinazioni d i Stato.

L 1opposizione e r i l u t t a n t e a prendere i l potere nonostante

che i l governo non s i a i n grado d i affrontare l a g u e r r i g l i a

dei gruppuscoli. Percio Rogas e pericoloso e deve essere

t o l t o d i mezzo.

II climax d e l l a vicenda e raggiunto n e l l a lunga

conversazione che l ' i s p e t t o r e ha con i l Presidente. Dopo d i

cio Rogas viene trovato morto insieme a l capo comunista Amar

n e l l a G a l l e r i a Nazionale dove segretamente s i erano

i n c o n t r a t i .

Per convenienza d e l l o Stato e anche per i l successore d i

Amar, nei r e g i s t r i r i s u l t a che Rogas ha ucciso Amar. Ma non

e l a f i n e .

L'ultima vittima e i l Presidente stesso, cosa che Rogas

aveva gia previsto e cercato d i evitare. I comunisti avevano

deciso che i l tempo non era ancora propizio per una

rivoluzione e che lo status quo era vantaggioso s i a a l

governo che all'opposizione.

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La polemica derivata da questa opera crea, dal 1971 i n poi,

reazioni a catena. II breve romanzo p o l i z i e s c o segna

l ' i n i z i o d e l l a delusione sciasciana. La mafia aveva gia

invaso 1'area del potere e lo s c r i t t o r e , tramite questa sua

opera, vuole testimoniare quanto c i s i a d i corrotto nel

potere e l a f a l s a interpretazione d e l l a g i u s t i z i a e 1'inef-

f i c i e n z a del p a r t i t o che governa.

II personaggio Rogas "ha l a percezione d i essere f i n i t o a l

centro d i un osceno l a b i r i n t o , come o f f e r t o i n pasto a l

minotauro del Potere" (5) quando s i mette i n opera per

scoprire chi e 1 1autore d e l l a ecatombe d i a i u d i c i (6)

di cui a poco a poco e testimone.

Durante l'indagine, l ' i s p e t t o r e viene a scoprire quanto

colpevoli erano questi magistrati ed ora s i domanda quanto

legittimo s i a i l potere d i cui es s i erano i n v e s t i t i .

(5) M. Onofri, Storia d i Sc i a s c i a . Roma: Bari, 1994, p. 155.

(6) A. Motta, L. Sci a s c i a : La Veri t a , L'aspra v e r i t a . Manduria: Lacaita, 1985, p. 375.

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Commenta Onofri: "Bisogna servire uno Stato ormai governato

da un'associazione a delinquere o d i c h i a r a r g l i guerra?" (7)

A l i a f i n e anche l u i diviene una vittima solo perche sa

troppo. Perche l ' i s p e t t o r e Rogas e stato eliminato senza

dare a l u i l a p o s s i b i l i t y d i g i u s t i f i c a r s i ? La risposta

viene dal vice-segretario del Par t i t o Internazionale.

Non potevamo correre i l r i s c h i o che scoppiasse una rivoluzione... non i n questo momento. (8)

E noto che l a s i n i s t r a mirava a l potere e stava avvalendosi

di questa situazione ambigua per consolidarsi sempre piu e

poi, a l momento opportuno, sferrare l'attacco.

Sacrificando Rogas Sci a s c i a mostra ancora una v o l t a i l suo

pessimismo e l a sua delusione per uno stato d i cose che

degenera sempre piu senza v i a d i salvezza. Secondo

Montesquieu, c i ricorda Sciascia, v'e un rimedio all'abuso

del potere e d e l l e l e g g i . "Affinche non s i possa abusare del

(7) St o r i a d i Sci a s c i a . p. 155.

(8) II Contesto. p. 94.

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s i dispongano l e cose i n modo che i l potere a r r e s t i i l

potere." (9)

Esiste percio uno Stato?

No, perche lo Stato attraverso le leggi dovrebbe garantire

l a pace e l a coesistenza dei c i t t a d i n i . Vediamo che cosa ne

pensa i l presidente Riches durante i l suo colloquio con

Rogas.

II presidente d e l l a Corte Suprema, a n t i - i l l u m i n i s t a ,

d i c h i a r a che l a professione d i Rogas non ha piu senso perche

fondata s u l l a ragione e l a responsabilita individuale.

Non c i sono piu i n d i v i d u i , non c i sono piu responsabilita i n d i v i d u a l i , i l suo mestiere, mio caro amico, e diventato r i d i c o l o . (10)

Come e stato accennato nel terzo capitolo, i n Todo modo don

Gaetano, comicamente spaventato e beffardo, chiede a l

(9) Leonardo Sc i a s c i a e l a S i c i l i a . p. 154.

(10) II Contesto. p. 72.

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presidente; "...spero che non mi darete i l dolore d i dirmi

che lo Stato c'e ancora..." (11)

Anche i l professor Laurana, i n A ciascuno i l suo d i f f i d a

d e l l o Stato e d e l l e sue funzioni ma questa e una

c a r a t t e r i s t i c a t i p i c a del meridionale i n generale e forse

anche i n a l t r e p a r t i d ' I t a l i a . Lo stato borghese non e

r i u s c i t o a funzionare decentemente perche contaminato d a l l a

c r i m i n a l i t a .

Don Mariano Arena s i fa beffa s i a d e l l a g i u s t i z i a che d e l l o

Stato. Lui stesso e lo stato!

La criminalizzazione d e l l o Stato...ecco uno dei problemi c e n t r a l i n e l l a r i f l e s s i o n e sciasciana.

afferma Ambroise. (12)

(11) L. Sciascia, Todo Modo. Torino: Einaudi, 1974, p. 115.

(12) C. Ambroise, Invito a l i a l e t t u r a d i S c i a s c i a . Milano: Mursia, 1974, p. 209.

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Scia s c i a e II Contesto

Sci a s c i a da i l l u m i n i s t a cerca d i r i s o l v e r e i problemi umani

con l a ragione.

Credo n e l l a ragione umana, e n e l l a l i b e r t a e n e l l a g i u s t i z i a che d a l l a ragione scaturiscono. (13)

Ma con l e sue opere vuole dimostrare

quanto lontana s i a questa v i t a d a l l a l i b e r t a e d a l l a g i u s t i z i a , cioe d a l l a ragione. (14)

In tempo pero s i accorge che l a sola ragione non e capace d i

cambiare l'umanita e renderla migliore. Rimane percio uno

Sciascia deluso e s c o n f i t t o che applica n e l l e sue opere una

" f i l o s o f i a d e l l 1 e s p e r i e n z a soffusa d i pessimismo." (15)

In II Contesto questa sua tendenza pessimistica e alquanto

palese. La sua e una continua b a t t a g l i a contro l e

(13) L. L u i s i , Leonardo Sc i a s c i a . Taranto: Mandese, 1990, p. 131.

(14) Leonardo Scias c i a . p. 131.

(15) Leonardo Sc i a s c i a e l a S i c i l i a . p. 153.

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s u p e r s t i z i o n i , i p r e g i u d i z i e 1 1ignoranza. (16) Qui pero, c i

s i trova i n un paese dove g l i i d e a l i s i riducono ad una

p o l i t i c a che s i svolge "nel gioco d e l l e p a r t i , " (17) sul

potere che prende forme degradanti. A meta del romanzo s i

giunge a l punto culminante d e l l 1 investigazione da parte d i

Rogas. Da un lato c i sono dei d e l i t t i che debbono essere

smascherati, d a l l ' a l t r o se non s i fa g i u s t i z i a , lo Stato

stesso verra a t r o v a r s i i n una situzione precaria tanto da

essere minacciato e scosso a l l e fondamenta e sara "no longer

free and consequently no longer ju s t . " (18)

IL Contesto r c r o n i s t o r i a p a r o d i s t i c a e i n parte p r o f e t i c a

d e l l a v i t a p o l i t i c a i t a l i a n a n e g l i anni '70 " c o s t i t u i s c e , i n

forma d i apocalisse, i l d e f i n i t i v o tramonto d e l l ' i l -

luminismo." (19)

(16) Ibid., p. 153.

(17) Ibid., p. 154.

(18) T. O'Neill i n : L. Sciascia, Introduzione, II Contesto. Manchester: Manchester University Press, p. XV.

(19) Invito a l i a l e t t u r a d i S c i a s c i a . p. 138.

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La st r u t t u r a

Come g i a l l o questa opera segue quasi l e orme t r a d i z i o n a l i .

I n f a t t i ha i l potere d i tenere i l l e t t o r e i n suspense e d i

giocare s u l l a sua c u r i o s i t a . Questa situazione potrebbe

mutarsi i n tedio se i l narratore non facesse appello

a l l 1 i n t e l l i g e n z a e immaginazione d i chi legge. Non solo e

necessario sapere c i o che seguira ma piuttosto chi e perche

e coinvolto nell'azione.

C'e s i l ' i s p e t t o r e Rogas che attraverso le sue minute e

accurate ricerche s i convince che i l mandante d i t a n t i

d e l i t t i puo essere solo un certo Cres, che ha scontato una

condanna d i cinque anni d i carcere perche accusato, forse

ingiustamente, d i tentato u x o r i d i c i d i o .

Pero t u t t i i r i t r o v a t i d e l l ' i s p e t t o r e finiscono col

convergere n e l l a sua stessa morte. Quindi non c'e una

soluzione che c i s i a p o s s i b i l e conoscere. Mancando

1'appagamento dovuto i l l e t t o r e deve rileggere attentamente

i l romanzo e cercare da se una conclusione p l a u s i b i l e . Dice

Onofri:

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S c i a s c i a sembra rompere i l patto col l e t t o r e a l l i v e l l o d e l l 1 investigazione, d e l l a risoluzione d i una s p e c i f i c o problema criminale. (20)

Lo s c r i t t o r e afferma che se c i fosse stata una conclusione

non lo avrebbe s c r i t t o . Lo chiama anzi un pamphlet sebbene

qui esso d i l a g h i e "sconfini n e l l 1 i n v e t t i v a , i l solo genere

l e t t e r a r i o che oggi dovrebbe praticare una persona onesta."

(21)

Cusan, lo s c r i t t o r e onesto del romanzo, seguira l'esempio

dell'autore. "Si chiudera nel s i l e n z i o o s c r i v e r a pamphlets

amari come II Contesto." (22)

Pochi romanzi p o l i z i e s c h i hanno poesie ma qui ce n'e una

s c r i t t a d a l l o s c r i t t o r e Nocio che, guidato dai p r i n c i p i d i

Pascal scommette s u l l a rivoluzione perche l u i stesso non c i

perdera n u l l a ma, se n u l l a accadra, l u i avra sempre qualcosa

da guadagnare.

(20) S t o r i a d i S c i a s c i a . p. 154.

(21) L. S c i a s c i a : La V e r i t a . L'aspra v e r i t a . p. 430.

(22) Ibid., p. 421.

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La mafia

In questa parodia l a mafia s i c i l i a n a non sembra esi s t e r e

piu: e scomparsa. Per meglio dire, non e da nessuna parte

perche ormai e dapertutto senza che nessuno se ne s i a reso

conto. Si e diramata, ha dilagato f u o r i dei c o n f i n i

d e l l ' i s o l a , ha assunto forme varie e astratte e ha raggiunto

l a capitale e poi t u t t a 1 ' I t a l i a .

Ogni v o l t a che un essere umano aggredisce ed e s e r c i t a l a

violenza contro i suoi s i m i l i , costui per S c i a s c i a e un

mafioso. Tutto cio e piu evidente qui che negli a l t r i

g i a l l i d e l l o stesso autore. Tutto i l sistema e corrotto: i

g i u d i c i che interpretano e amministrano l a legge, i capi che

dovrebbero essere i primi ad osservarla. Nel primo g i a l l o d i

Sc i a s c i a B e l l o d i dice che "forse t u t t a 1 ' I t a l i a va

diventando S i c i l i a . . . " . (23)

Le vittime del Giorno d e l l a c i v e t t a sono semplici l a v o r a t o r i

manuali e appaltatori che scompaiono dai v i v i per opera d i

mafiosi l o c a l i .

(23) L. Sciascia, II giorno d e l l a c i v e t t a . Torino: Einaudi, 1969, p. 155.

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Nella seconda opera, A ciascuno i l suo f l e vittime

appartengono a l i a classe dei p r o f e s s i o n i s t i come i l

farmacista del paese, i l dottore e i l professore d i l i c e o .

La mafia qui e ancora lo c a l e .

Sia nel Todo modo che nel Contesto s i raggiunge un l i v e l l o

ancora piu elevato: presidenti, avvocati, p r e l a t i e g i u d i c i

eminenti. Dalla mafia d e l l a lupara s i passa a l i a mafia

s o f i s t i c a t a e i r r a g g i u n g i b i l e che s i ramifichera anche nei

paesi d 1oltreoceano.

Due coll o q u i i l l u m i n a n t i

La delusione d i Sci a s c i a stava toccando i l fondo nel

constatare che l a prassi mafiosa stava invadendo 11 area del

potere scosso e i n c r i s i a causa d i forze avverse.

E bene sottolineare che i n questo periodo i democristiani

dovettero venire ad un compromesso con i comunisti per

potere fare fronte a l l e continue dimostrazioni e a t t i d i

terrorismo causati da v a r i gruppi i n c l u s i i n e o f a s c i s t i . I

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comunisti avrebbero potuto impossessarsi del governo ma

sembra che i l momento non fosse ancora opportune

Cio che disturba lo s c r i t t o r e e l a caccia a l potere e " l a

contestualita d i governo e opposizione." (24)

II Contesto che e l a prova d e l l a p o l i t i c a i t a l i a n a dopo i l

1968 "compromette g l i s t e s s i i s t i t u t i del d i r i t t o , perche l a

strategia d e l l e forze p o l i t i c h e a l t e r a i l sistema e i suoi

p r i n c i p i . " (25) La rivoluzione non e una soluzione f e l i c e

ma solo un rovesciamento dei r u o l i t r a i l p a r t i t o che

governa e 1 1opposizione.

Nel colloquio con i l ministro l ' i s p e t t o r e Rogas viene ad

avere una visione chiara e lampante del "paradossale e

spregiudicato quadro d e l l a p o l i t i c a governativa" (26) che s i

regge soltanto perche 1'opposizione e s i t a ad'impossessarsi

del governo messo i n per i c o l o d a l l a g u e r r i g l i a continua dei

(24) L. Cattanei, Leornardo Sciascia, Firenze: Le Monnier, 1979, p. 94.

(25) Ibid., p. 100.

(26) Ibid., p. 91.

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gruppuscoli.

In questa situazione i l ministro s i barcamena felicemente

s i a proteggendo che minacciando i suoi avversari.

II mio p a r t i t o , che malgoverna da trenta anni, ha avuto ora l a rivelazione che s i malgovernerebbe meglio insieme a l Pa r t i t o Rivoluzionario Internazionale (27)

che sta al l 1 o p p o s i z i o n e . Al

c a t t o l i c i r i v o l u z i o n a r i che

catena dell'Onesto Consume"

ministro "fanno comodo" s i a i

1 1opposizione "quasi quanto l a

(28) Poi aggiunge:

Questo paese, non e ancora arrivato a disprezzare i l p a r t i t o del signor Amar (cioe 1 1opposizione) quanto disprezza i l mio. (29)

E anche convinto che sono i gruppuscoli che fanno l a strage

dei g i u d i c i ma l ' i s p e t t o r e non condivide l a sua opinione.

(27) TI Contesto. p. 59.

(28) Ibid., 59.

(29) Ibid., 60.

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S i g n i f i c a t i v o e i l commiato d i Rogas dal capo d e l l a sezione

p o l i t i c a presente a l colloquio. Uscendo insieme dal

ministro, e g l i domanda a Rogas:

Che gliene pare?

Non ho opinioni. Se ne avessi, cambierei mestiere. Ho soltanto dei p r i n c i p i , dice l ' i s p e t t o r e . E l e i ?

Non ho ne opinioni ne p r i n c i p i .

A l i a f i n e Rogas chiede a l u i i l permesso d i fare v i s i t a a l

Presidente Riches.

Lei crede che oseranno arrivare a l presidente d e l l a Corte Suprema?

Tocchera a l u i , una v o l t a o 1'altra...che a f a r l o ( i l colpo) s i a i l mio uomo o che siano i suoi gruppuscoli. (30)

II secondo colloquio

Nella lunga conversazione col presidente Riches, Rogas

scopre problemi ancora piu gravi d i q u e l l i r i s c o n t r a t i n e l l a

conversazione col ministro.

(30) Ibid., p. 61.

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Rogas e convinto che i l farmacista Cres mi r i a l presidente

come sua ultima pedina. I n f a t t i , per puro caso, l ' i s p e t t o r e

e venuto a constatare che questi vive n e l l o stesso palazzo

del giudice. Chiede percio a l "vecchio pungente e astioso"

(31) d e t t a g l i sul processo del farmacista d i cinque anni

prima e soprattutto se c'era stato "un errore g i u d i z i a r i o . "

II magistrato esclude decisamente ogni p o s s i b i l e f a l l o d e l l a

g i u s t i z i a .

S ' i n i z i a a l l o r a t r a i due antagonisti un dialogo serrato

s u l l a l e g i t t i m i t a del Potere, che Riches i d e n t i f i c a con i l

sacro magistero d e l l a Chiesa. S u l l ' a l t a r e anche un sacerdote

carico d i peccati opera i l miracolo d e l l a

transustanziazione. Cosi avviene con l a g i u s t i z i a . II

magistrato puo essere i n privato un essere aberrante ma

quando indossa l a toga diviene i n f a l l i b i l e . II sacerdote

celebra l a messa cosi come i l giudice celebra l a legge.

II presidente deplora le idee d i V o l t a i r e s u l l a t olleranza,

sostenendo che "E stato i l punto d i partenza d e l l ' e r r o r e " ; e

(31) Ibid., p. 67.

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inneggia a l i a c e c i t a d e l l a g i u s t i z i a quando sostiene che

"l'er r o r e g i u d i z i a r i o non e s i s t e . " (32)

"Ma che vuol dire essere innocenti quando s i cade

nell'ingranaggio?" dice i l pro p r i e t a r i o d e l l 1 o f f i c i n a

interrogato da Rogas. Anche l u i aveva scontato una pena

immeritata per un crimine che non aveva commesso. A quanto

pare l u i ha una visione ben d e f i n i t a d e l l a g i u s t i z i a !

Non c'e alcun dubbio che lo Stato d i II Contesto "e

au t o r i t a r i o e autocratico e d i natura teologica." (33)

Dopo i due collo q u i Rogas f i n i s c e col rendersi conto che non

g l i sara p o s s i b i l e cambiare i l corso d e g l i eventi. Cres

portera a termine i l suo progetto macabro e i l presidente

Riches sara l a sua ultima vittima.

(32) Ibid., p. 70.

(33) S t o r i a d i Sc i a s c i a . p. 161.

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B e l l o d i e Rogas

G l i eroi dei g i a l l i s c i a s c i a n i sono de g l i pseudo-letterati

dice Ambroise.

In B e l l o d i c'e l a passione a l i a v e r i t a e a l l ' i d e a l e

democratico. L 1erudito capitano dei c a r a b i n i e r i n e l l a sua

c a r r i e r a e r i u s c i t o a penetrare nel profondo d e l l a natura

umana a meglio comprendere s i t u a z i o n i i n s o l i t e . La sua

t a t t i c a l'ha salvato dai c o l p i mancini d i don Mariano Arena,

avvalendogli 1'ammirazione del vecchio mafioso.

In B e l l o d i l a fede n e l l a Costituzione e n e l l a Resistenza

vengono scosse. Lui, i l protettore d e l l a legge, s i trova d i

fronte ad una "associazione per delinquere nata per ragioni

s t o r i c o - s o c i a l i . "

L'ispettore Rogas usa i l suo sapere non per cercare

d'interpretare un certo tipo d i societa ma per meditare e

t r a r r e deduzioni.

E un l e t t o r e colto e r a f f i n a t o , frequenta g a l l e r i e d'arte e

t e a t r i ; e amico d i s c r i t t o r i . Ma i superiori lo spingono

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ad indagare n e g l i ambienti d e l l a s i n i s t r a extraparlamentare

al solo scopo d i alimentare una certa tensione e non per

arrestare 1'autore d e l l a strage dei g i u d i c i .

Riches e Rogas

II presidente d e l l a Corte Suprema e un uomo intransigente e

a u t o r i t a r i o . E l a figura del "grande i n q u i s i t o r e " , (34) come

dice Onofri, che passa d a l l a forza d e l l a l e g i t t i m i t a a l i a

i n f a l l i b i l i t y dei g i u d i c i .

Per t u t t i i casi passati i l problema del giudicare 11 ho r i s o l t o sempre: e 1' ho r i s o l t o nel fatt o stesso d i g i u d i c a r l i ( g l i accusati), n e l l ' a t t o d i g i u d i c a r l i . . . (35)

Rogas e una " i n t e l l i g e n z a inquieta che cerca, s i tormenta,

dubita e confronta." (36) S i pud dire che sotto d i l u i s i

cela lo stesso S c i a s c i a .

(34) Ibid., p. 144.

(35) II Contesto. p. 69.

(36) Leornardo Scias c i a . p. 99.

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Per Riches 1 1avvento d e l l e masse mette i n pericolo l a

g i u s t i z i a ed anche l a sicurezza d e l l 1 i n d i v i d u o . Se i l

d i r i t t o non s 1adegua a l i a r e a l t a cui presiede diviene

strumento d 1inganno.

Cosicche Rogas, 1'uomo onesto d e l l a legge viene ucciso come

un criminale perche le presenti circostanze precludono

a l l 1 i n d i v i d u o l a p o s s i b i l i t y d i essere u t i l e a l i a societa.

Riches invece muore per mano d i un uomo che vuole vendicare

i l suo onore.

Conclusione del capitolo

In conseguenza d i questo romanzo, i comunisti i t a l i a n i hanno

accusato S c i a s c i a d i mancanza d i p r i n c i p i , i l suo s l i t t a r e

verso i l compromesso s t o r i c o per cercare d i evitare l a

rivoluzione e i l congelamento del potere. Invece S c i a s c i a

con l e sue opere ha voluto mettere i n evidenza 1 1isolamento

in cui s i trova un i n t e l l e t t u a l e d i r e t t a coscienza come

Rogas esposto a f r u s t r a n t i c o l l o q u i i n cui l e i s t i t u z i o n i e

l a cultura sono completamente stravolte e fraintese.

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II Contesto e " l a nostra societa o meglio i l potere maligno

che l'avviluppa e l a sovrasta," (37) scrive Paolo Milano.

Se s i fa attenzione a l l ' epigrafe, presa i n p r e s t i t o da

Rousseau che Sc i a s c i a ha posto come introduzione a l suo

l i b r o , s i legge:

0 Montaigne! Tu che t i p i c c h i d i franchezza e d i v e r i t a , s i i sincero e verace, se puo esserlo un f i l o s o f o , e dimmi se e s i s t e s u l l a t e r r a un paese dove s i a d e l i t t o i l mantenere l a parola data e 1'essere dementi e generosi; dove i l buono s i a disprezzato e onorato i l malvagio.

Questo sfogo d i Rousseau puo essere invece l a chiusa d i II

Contesto insieme a l l ' esclamazione d e l l ' anonimo (Sciascia

stesso):

"0 Rousseau!" (38)

che racchiude t u t t a l'amarezza d i tanto s c r i t t o r e i l quale

ha cercato d i fare pervenire i l suo messaggio ovunque e a

t u t t i .

(37) L. S c i a s c i a : La V e r i t a . L'aspra v e r i t a . p. 385.

(38) II Contesto. Introduzione, p. XV.

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Nel 1975 Francesco Rosi ne fa un f i l m sotto i l t i t o l o d i

Cadaveri e c c e l l e n t i . II B r i t i s h Film I n s t i t u t e (39) s i

esprime cosi a l riguardo: "This i s probably Francesco R o s i 1 s

greatest f i l m and one of the most unsettling p o l i t i c a l

t h r i l l e r s ever made i n Europe."

Sciascia non ha potuto difendere i suoi sani p r i n c i p i con l a

spada ma ha fatt o ampio uso d e l l a penna. Auguriamoci che

esso s i a d i stimolo a combattere, ad "aprire f i n e s t r e " , a

"spazzare v i a tante vecchie e i g n o b i l i cose," da questo

mondo i n decadenza.

(39) I l l u s t r i o u s Corpses. B r i t i s h Film I n s t i t u t e , i n : P a c i f i c Cinematheque, The Films of Francesco Rosi, November 1994, p. 7.

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CONCLUSIONE

La mafia internazionale

La mafia moderna secondo l a definizione del di z i o n a r i o

Garzanti e

un' associazione criminale che usa metodi d i repressione e d i intimidazione i n dif e s a d i i n t e r e s s i p a r t i c o l a r i s t i c i facendo leva s u l l a paura e sui pre g i u d i z i d e l l a popolazione. (1)

Con 1 1emigrazione transoceanica alcuni gruppi mafiosi,

venendo a contatto con i l gangesterismo americano, s i

diedero a l t r a f f i c o d i stupefacenti e a l t r i generi d i

contrabbando.

(1) V. F r o s i n i , F. Renda, L. Sciascia, La mafia f quattro studi. Bologna: Boni, 1970, p. 60.

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Nel dopoguerra g l i i n d e s i d e r a b i l i cioe i gangsters s i c i l i a n i

furono espulsi dagli S t a t i U n i t i d'America perche lo Stato

non era "stato capace d i produrre prove s u f f i c i e n t i per

mandarli i n galera." (2)

Lucky Luciano fu uno d i loro che continuo l a sua a t t i v i t a

i l l e c i t a anche i n I t a l i a . Francesco Rosi ha fatto un f i l m

anche su d i l u i . Come l u i f u Joe Peci. Rimpatriato dal

governo statunitense nel 1940, r i u s c i a fare pervenire ad

una gang del Kansas qu i n d i c i chilogrammi d i pura eroina. II

r i s u l t a t o d i espulsioni a catena costrinse i capi mafiosi a

cambiare sede e, f i n dal 1963, i l nuovo centro e 1 ' I t a l i a .

Oltre a l t r a f f i c o d e l l a droga che e i l piu r e d d i t i z i o , v i

sono anche l a t r a t t a d e l l e bianche e d e l l e p r o s t i t u t e e i l

gioco d'azzardo.

E importante sottolineare che n e l l ' i s o l a e s i s t e

1 1organizzazione d e l l a malavita. Con l a s o l i t a legge

dell'omerta e del s i l e n z i o questa e divenuta quasi

impenetrabile e i n v i o l a b i l e . Percio i segreti d e l l a mafia

(2) M. Panteleone, Mafia e p o l i t i c a , Torino: Einaudi, 1963, p. 212.

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sono ben c e l a t i e cio le permette d i continuare indisturbata

i suoi commerci clandestini e i d e l i t t i ad e s s i connessi

rimangono i l piu d e l l e volte impuniti.

La Democrazia C r i s t i a n a s i e sempre r i f i u t a t a d i promuovere

incheste e f f i c a c i s u l l ' o r i g i n e , le cause, i metodi, i legami

economici e p o l i t i c i d e l l a mafia s i c i l i a n a forse a causa del

convolgimento d e l l a mafia stessa e d i molti dei suoi

parlamentari.

Con l a legge del 20 dicembre 1962 s i formo l a commissione

parlamentare d'inchiesta 1'Antimafia. (3)

F r o s i n i dice d i avere voluto analizzare 1'opera d i S c i a s c i a

non come arte l e t t e r a r i a che, senza alcun dubbio, e

a l l ' a l t e z z a d e l l e m i g l i o r i opere l e t t e r a r i e del suo tempo,

ma proprio i n relazione a l i a presente situazione d e l l a

coscienza meridionale.

S c i a s c i a stesso n e l l a nota f i n a l e a l suo l i b r o Pirandello e

l a S i c i l i a dice d i

(3) La mafia, quattro studi. p.32.

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avere voluto dare una n o t i z i a d e l l a S i c i l i a attraverso p a r t i c o l a r i l e t t u r e ed esperienze; una n o t i z i a soltanto n e l l a forma diversa d i quelle che in a l t r i l i b r i ho tentato d i comunicare a i l e t t o r i . (4)

Tuttavia, da ciascuno dei quattro l i b r i a n a l i z z a t i s i leva

un' invocazione accorata d'un essere che mette a nudo t u t t i

i d i f e t t i ed e r r o r i d e l l a gente d e l l a sua t e r r a perche l a

coscienza dei suoi s i m i l i s i svegli e risponda, non con

simpatia o comprensione solamente, ma positivamente, e

cerchi d i porre r i p a r i prima che s i a troppo t a r d i non solo

per l a S i c i l i a ma per 1 ' I t a l i a intera.

Siamo nel 1995 ma non sembra che v i s i a ancora un serio

impegno a questa causa. Fino ad ora c i sono soltanto dei

c r i t i c i che attaccano Leonardo Sc i a s c i a personalmente e l e

sue opere l e t t e r a r i e . Tre a r t i c o l i sono apparsi recentemente

nel giornale l a Repubblica. (5)

(4) Ibid., p. 96.

(5) P. A r l a c c h i , Streaato d a l l a mafia f a r t i c o l o dal giornale La Repubblica, 1993, p. 23.

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I l l

II primo a r t i c o l o dal t i t o l o Streaato d a l l a mafia mette piu

in r i l i e v o i l ritorno d i S c i a s c i a i n S i c i l i a e i l s i l e n z i o

d i cui l o s c r i t t o r e s i e circondato. Queste sono le parole

d i Pino A r l a c c h i ;

gravissimi furono i suoi s i l e n z i mentre a l t r i sfidavano le cosche... (6)

N e l l 1 a r t i c o l o del 21 dicembre 1993 del medesimo giornale,

Tranfaglia contesta l e parole d i Arlacchi riguardanti cio

che questi r i t i e n e assere l a codardia d i S c i a s c i a . Lo

s c r i t t o r e s i c i l i a n o non e un codardo ma, 1 ' I t a l i a e

sotto una cappa d i conformismo t a l e da non rendersi conto che c i sono g i u d i c i c o r r o t t i e p o l i z i o t t i f a r a b u t t i . (7)

Per Tranfaglia S c i a s c i a e

un pessimista d i prima, che e divenuto particolarmente d i f f i d e n t e d i fronte a l i a p o l i t i c a come a l l e i s t i t u z i o n i d e l l a Repubblica. (8)

(6) Ibid., p. 23.

(7) Tranfaglia, La Repubblica, S c a l f a r i , a r t i c o l o : S c i a s c i a . preai e d i f e t t i . 21 dicembre 1993, p. 24.

(8) Ibid., p. 24.

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Ha anche curiose contraddizioni, continua i l g i o r n a l i s t a ,

come quella d i scrivere dei romanzi che sono impregnati d i

pessimismo non rendendosi conto che l a mafia dispone d i

v a l i d i appoggi t r a g l i uomini d i governo.

N e l l ' a r t i c o l o del 14 dicembre 1993 "Perche non amo

Sciascia" Pino Arlacchi dice che i g i a l l i s c i a s c i a n i non

g l i sono p i a c i u t i perche

mi sembrano i n l i n e a con una tradizione s c e t t i c a e c i n i c a d e l l a cultura s i c i l i a n a che ritengo obsoleta e vo r r e i vedere superata. (9)

Si riprende i n seguito elogiando l a chiarezza d e l l 1 u n i v e r s o

morale e perfino psicologico d e l l a mafia.

La coscianza c i v i l e e 1'Antimafia negli anni Ottanta hanno

dimostrato che, con processi e s t r a g i , s i e cercato d i fare

qualcosa per debellare questo cancro ma non e ancora

abbastanza. II problema non e solamente s i c i l i a n o , afferma

Pantaleone.

(9) P. A r l a c c h i , a r t i c o l o : Perche non amo S c i a s c i a . 14 dicembre 1993, p. 25.

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II risanamento morale e sociale d e l l ' i s o l a e s i , un dovere c i v i c o d e g l i uomini onesti s i c i l i a n i , ma anche un dovere sociale d e l l ' i n t e r a classe dirigente nazionale. (10)

0 s i affronta l a situazione apertamente e risolutamente o e

meglio, restando sordi a l l ' a p p e l l o d i S c i a s c i a , abbandonare

completamente l a causa sopportando g l i abusi d i gente

criminale.

Appendice s t o r i c a

II 14 febbraio 1963 viene c o s t i t u i t a l a Commissione

Antimafia a l i a quale l a mafia medesima ha reagito con

spietate s t r a g i . Salvatore Lupo dice a proposito:

A cavallo d e l l a guerra d i mafia, i n i z i a i n S i c i l i a una strage d i personaggi d i primissimo piano. (11)

1 mafiosi a r r e s t a t i da questa commissione parlano rompendo

l a legge dell'omerta, facendo nomi e accusando i loro

a f f i l i a t i .

(10) Mafia e p o l i t i c a . p. 278.

(11) Salvatore Lupo, Sto r i a d e l l a mafia, Roma: Donzelli, 1993, p. 216.

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II 30 a p r i l e 1982, i l generale Carlo Alberto Dalla Chiesa

"uomo d i grande p r e s t i g i o " (12) viene nominato prefetto d i

Palermo come coordinatore d e l l a l o t t a a l i a mafia.

II 6 settembre d e l l o stesso anno viene ucciso insieme a l i a

moglie.

Nel l u g l i o 1983 i l giudice Giovanni Falcone emette 14

mandati d i cattura contro g l i assassini d i Dalla Chiesa.

Nel gennaio 1987 i l giudice Paolo Borsellino diviene

procuratore capo d i Marsala. Un "professionista

dell'antimafia" come lo chiama Sc i a s c i a .

L'8 giugno 1992 Borsellino viene ucciso insieme a cinque

uomini d e l l a sua scorta.

II 21 settembre 1990 trova l a morte i l giudice Rosario

Livatino, spesso chiamato nell 1ambiente i l "giudice

ragazzino" per l a sua eta e l a sua esuberanza. In quel

(12) Ibid., p. 217.

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momento stava facendo una rigorosa investigazione s u l l e

famiglie mafiose d i Agrigento.

Nel maggio 1992 i l giudice Giovanni Falcone viene anche l u i

ucciso insieme a l i a sua scorta (con una esplosione

sul1 1 autostrada presso l a l o c a l i t a d i Capaci). Falcone aveva

detto che fare i l giudice d i mafia e vot a r s i a l i a morte.

II mio conto con l a mafia lo saldero con l a mia morte. (13)

E cosi e avvenuto per l u i come per g l i a l t r i s o s t e n i t o r i

d e l l a legge.

Nel 1993 e stato arrestato Totd Riina, a l l o r a capo d e l l a

Cupola mafiosa d i Palermo.

E l a l o t t a contro l a mafia continua.

(13) Giorgio Bocca, L'Inferno Profondo sud. male oscuro. Milano: Mondadori, 1992, p. 181.

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Pirandello e i l pirandellismo. Caltanisetta: Sciascia, 1953.

Le parrocchie d i Reaalpetra, Bari: Laterza, 1956.

G l i z i i d i S i c i l i a . Torino: Einaudi, 1958.

Pirandello e l a S i c i l i a , Caltanisetta-Roma: Sciascia, 1961.

II giorno d e l l a c i v e t t a . Torino: Einaudi, 1961.

II c o nsiglio d'Eaitto. Torino: Einaudi, 1963.

Morte d e l l ' i n q u i s i t o r e . B a r i : Laterza, 1964.

Feste r e l i g i o s e i n S i c i l i a , B a r i : Leonardo da V i n c i , 1965.

L'onorevole, Torino: Einaudi, 1965.

A ciascuno i l suo, Torino: Einaudi, 1966.

Recitazione d e l l a controversia l i p a r i t i a n a dedicata ad A.D., Torino: Einaudi, 1969.

La corda o a z z a . S c r i t t o r i e cose d e l l s S i c i l i a , Torino: Einaudi, 1960.

II contesto. Una parodia. Torino: Einaudi, 1971.

A t t i r e l a t i v i a l i a morte d i Raymond Roussel. Palermo: Esse, 1971.

I mafiosi, i n "II dramma", novembre-dicembre, 1972.

II mare colore del vino. Torino: Einaudi, 1973.

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Todo modo,. Torino: Einaudi, 1974.

La scomparsa d i Miorana, Torino: Einaudi, 1975.

L'Onorevole. Recitazione d e l l a controversia l i p a r i t i a n a . I mafiosi r Torino: Einaudi, 1975.

I pugnalatori. Torino: Einaudi, 1976.

Candidido ovvero un soano fatt o i n S i c i l i a . Torino: Einaudi, 1977.

L'affare Moro, Palermo: S e l l e r i o , 1978.

Dalla parte d e a l i i n f e d e l i . Palermo: S e l l e r i o , 1979.

Nero su nero. Torino: Einaudi, 1979.

II teatro d e l l a memoriaf Torino: Einaudi, 1981.

La sentenza memorabile, Palermo: S e l l e r i o , 1982.

Cruciverba, Torino: Einaudi, 1983.

Stendhal e l a S i c i l i a , Palermo: S e l l e r i o , 1984.

Occhio d i capra r Torino: Einaudi, 1984.

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1912 + l r Milano: Adelphi, 1987.

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Una s t o r i a semplice. Milano: Adelphi, 1989.

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SUMMARY of the thesis: "La mafia e i l g i a l l o sciasciano"

This thesis deals with the mafia through Leonardo Sciascia's

work.

The introduction

In the introduction there i s a b r i e f history of S i c i l y . Because

of i t s s t r a t e g i c location i n the Mediterranean sea, S i c i l y has

always suffered at the hands of foreign nations. Spain ruled i t

almost constantly from the f i f t e e n t h century u n t i l 1860, when the

I t a l i a n u n i f i c a t i o n was nearly completed.

Sciascia has been e s p e c i a l l y interested i n the Spanish conquest

because i t determined many c h a r a c t e r i s t i c s which define S i c i l y

today.

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During t h i s period the old law of "omerta" developed which means

a conspiracy of silence used by the inhabitants of the island for

th e i r mutual and family protection against the conquerors. The

Spanish rule was harsh and "omerta" was used as means of s e l f

preservation. In time i t became the basic p r i n c i p l e of the

"mafia."

The mafia started as an agrarian phenomenon. With time i t

adapted i t s e l f to the i n d u s t r i a l i z e d world and spread a l l over

I t a l y and took possession of the central government. Don Gaetano

the clever prelate of "Todo modo" asked the minister at the

dinner table: "Does the State s t i l l exist? I f e l t so safe knowing

that i t does not exis t any more . . . "

Four detective novels are analyzed. Each shows a d i f f e r e n t aspect

of the mafia, how i t has spread from the "mafia d e l l a lupara"

( l o c a l mafia) to the sophisticated mafia.

The t i t l e s of these novels are:

1. II giorno d e l l a c i v e t t a (The Day of the Owl) 2. A ciascuno i l suo (To Each His Own)

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3. Todo modo (One Way or Another) 4. II contesto (Equal Danger)

Most of the settings are S i c i l i a n except the l a s t one where the

action could take place anywhere i n the world.

The structure of a l l of the s t o r i e s follows the t r a d i t i o n a l

detective novel. The use of the detective motif i s , however, only

a vehicle for s o c i a l and p o l i t i c a l comments, and not a means for

solving a mystery. At the end, the reader i s l e f t to his own

deductions.

In his work, the writer emphasizes i n p a r t i c u l a r the ex p l o i t a t i o n

of the S i c i l i a n s by those powers (foreign or native), the poverty

of the land and, consequently, the moral depression of the

people.

"II giorno d e l l a c i v e t t a " deals with the l o c a l mafia which

imposes i t s e l f on the peasants and the "cosche." The f i r s t man i s

k i l l e d because he does not abide by the system of protection (a

kind of payoff to the l o c a l mafia members) although he had

previously received two warnings.

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In "A ciascuno i l suo" the mafia i s s t i l l l o c a l but i t has

already reached Rome and Montecitorio. The victims of the mafia

belong to the professional c l a s s : a pharmacist, a doctor and a

professor; the abettor i s an attorney who abuses his power to

reach criminal means. It seems a "crime passionnel" but the

doctor, the real target, intends to reveal and document the

corruption of a member of the opposition.

In "Todo modo" the mafia has invaded the Central Government both

in the p o l i t i c a l sector and i n the administration where

i n d u s t r i a l i s t s , bankers, and r e l i g i o u s people are involved. The

mafia has l o s t completely i t s c h a r a c t e r i s t i c S i c i l i a n feature.

It has become a general and abstract state of corruption which

has no boundaries.

In "Contesto" the mafia dominates the j u s t i c e system causing the

corruption of many magistrates l i k e Judge Riches of the Supreme

Court. From the small, f o l k l o r i s t i c S i c i l i a n town of e a r l i e r

works, the author has moved to the featureless, subtle,

unreachable, sophisticated mafia. It i s an urban, cosmopolitan

system of corruption involving the e l i t e class of judges and high

p o l i t i c a l figures. The State i t s e l f i s threatened i n i t s very

foundations (incarnated i n l i b e r t y and j u s t i c e ) , i s no longer

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free and consequently i s no longer just. Therefore the hero, the

inspector Rogas who becomes a champion for j u s t i c e , has to die

l i k e a criminal because he acted " f u o r i del suo u f f i c i o , contro

i l suo u f f i c i o . " That i s outside his power and against his power.

The content of each of these novels i s as follows:

1. " The day of the owl" i s a short story of an investigation

conducted by the captain of the Carabinieri B e l l o d i on the murder

of a man who was k i l l e d by a shotgun one morning on the town

square while boarding the bus. The reason? He was a small but an

honest contractor who did not abide by the system of protection

(a payoff to the l o c a l mafia), i n spite of having already

received two previous warnings. The second v i c t i m i s a potential

witness who disappeared and l a t e r his body was found i n a p i t .

The t h i r d v i c t i m was the p o l i c e informer.

The i n t e l l i g e n t and scrupulous work of B e l l o d i leads to the

arrest of don Mariano Arena, the mafia boss of the area.

Even with a l l the proof i n the world, even with the admission to

the crime by those involved, even with a subtle admission of the

crime by the mafia boss, there i s nothing Captain B e l l o d i can do

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to bring those involved to j u s t i c e . In fact, the mafiosi finds a

witness who with his l i e s gives an unshakeable a l i b i , and don

Mariano goes free.

The success of the mafia even at t h i s l e v e l i s achieved by the

terror i t can arouse among the townsfolk by t e r r i f y i n g them to

the point that no person w i l l ever admit anything. They follow

the law of "omerta" (silence demanded by loyalty) thus becoming

accessories to the many crimes that the mafia members commit.

2. In the book "To each his own" (1966), s i m i l a r crimes are

committed.

The I t a l i a n t i t l e of the book "A ciascuno i l suo" i s the

tr a n s l a t i o n of the Vatican newspaper's (Osservatore Romano)

Latin motto "Unicuique Suum".

An anonymous l e t t e r received from the f i r s t v i c t i m containing the

death-threat had been cut o f f from the same paper. The re c i p i e n t

of t h i s l e t t e r was the l o c a l pharmacist Manno. Later, he and his

fri e n d Dr.Roscio are b r u t a l l y murdered. The t h i r d victim i s the

professor Laurana, the improvised detective, who out of

c u r i o s i t y and with detective luck f i n a l l y finds the motive and

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the c u l p r i t s of the double murder of the Pharmacist and of the

town's physician, Dr. Roscio. By then, having accidentally

raised suspicion by his various i n q u i r i e s into the murders, the

professor, too, disappears and i s found " l y i n g under a heavy p i l e

of lime, i n an abandoned sulphur mine . . . "

He knew too much and the prestige of his possible executor,

involved i n dubious a c t i v i t i e s with the mafia, was at stake, so

the poor amateur investigator had to die.

The atmosphere i s f i l l e d with the overriding power of the mafia

that no one wants to acknowledge, no one wants to point out, and

no one wants to discuss as i s well described i n the dialogue:

"You know me. I don't t a l k . Not even i f they were to put me i n

the g r i d ! "

In short i t i s a most pleasant detective story other than the

alarming f e e l i n g of the cancerous power of the mafia, the word of

which i s only mentioned two or three times i n the novel.

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3. "One Way or Another" was published for the f i r s t time i n

1974. The unsolved mystery novel was written i n a contemporary

setting i n I t a l y by a t r a v e l l i n g painter and author of mystery

novels. It i s the story of a t r i p l e murder i n a hotel run by a

p r i e s t as a retreat for the establishment. The story i s written

in the f i r s t person and one i s tempted to think whether i t i s

Sciascia himself writing about his own experience i n t h i s hotel.

From the beginning when he enters the Zafer Hermitage/Hotel to

the end of the story where Don Gaetano i s discovered dead, there

i s a Hitchcockian aura: the events are presented i n a p e r f e c t l y

l o g i c a l way but where are the motives for these murders?

One has to interpret the dialogue, which i s very well presented,

mostly on a purely i n t e l l e c t u a l manner. A l l the discussions are

taking place between the painter and Don Gaetano, the owner of

the place and make ample references to the fathers of European

l i t e r a t u r e to support t h e i r own positions. He has b u i l t the

hotel and one can only guess, l a t e r i n the story, where the money

came from, namely from the same people who attend the retreat

every year. Many guests are introduced: a minister, obviously a

Chr i s t i a n Democrat, one Cardinal, three Bishops, several company

directors, chairmen, vice-presidents, and other important

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p o l i t i c a l and business men. There are also f i v e young female

guests i n the hotel for the pleasure of some guests.

These men represent the r e l i g i o u s , p o l i t i c a l , and other important

secular organizations. They are together supposedly following

the " s p i r i t u a l exercises" but i n r e a l i t y they are there to

negotiate secret a l l i a n c e s and engagements. The exercises

o r i g i n a l l y had been formulated by Loyola, the founder of the

Jesuits (1491-1556).

The t i t l e i t s e l f refers to Loyola's dictum that a l l means must be

employed to seek the w i l l of God. "Have we given to God what

belongs to God?" says don Gaetano at the end of his sermon afte r

the f i r s t d e l i c i o u s dinner.

The f i r s t murder brings i n two new characters i n the plot, the

Public Prosecutor and Chief Inspector Scalambri and his Police

Inspector. During the investigation another murder takes place.

It i s the lawyer Voltrano, who f a l l s , or i s pushed from the

terrace on top of the building. To make t h i s unpleasant s i t u a t i o n

more complicated don Gaetano himself subsequently i s found dead.

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The mafia has l o s t e n t i r e l y the S i c i l i a n features; i t has become

sophisticated, untouchable, v i o l e n t , unconscious, and so common

that no one recognizes i t as such. I t i s almost a symbol for a

general attitude or a psychological state of mind.

The o r i g i n a l mafia can be taken here as a metaphor for a

phenomenon connected with power, corruption and violence.

The story ends without the t r a d i t i o n a l i d e n t i f i c a t i o n , admission

and capture of one or several perpetrators i n the Agatha C h r i s t i e

s t y l e and without an explanation of the motives. However, one can

surmise that there was concealment or cover-up of the facts by

the guests, many of whom knew each other. These guests knew who

committed the crime.

The three murders but th e i r interests were i n keeping the retreat

out of the limelight. Perhaps the clever Don Gaetano knew too

much or Voltrano, a victim, was involved i n blackmail? Although

never mentioned, one can ask, was the group under the benevolence

of the mafia? Or were they themselves mafia bosses?

The dialogue i s loaded with irony and double entendre

p a r t i c u l a r l y i n the various discussions between the secular

painter and the p r i e s t .

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Don Gaetano i s indeed quite a character as the reader discerns; a

well educated person, with a sharp tongue and wit, often

sarcastic, sometimes arrogant, showing an a i r of superiority well

founded because of his i n t e l l e c t u a l prowess. No, he did not

commit suicide, even with the revolver found near him. Or did he?

Perhaps the painter got r i d of him because of the p r i e s t ' s

d i a b o l i c a b i l i t y to fascinate him? Asked by Scalambri with the

c l a s s i c question: Where were you at the time of the murder? And

the ambiguous answer was: "I went to k i l l don Gaetano!"

Naturally the chief inspector did not believe him.

4. "Equal Danger" was published the f i r s t time i n 1971.

This story covers the investigation by inspector Rogas into the

murders of various judges including the d i s t r i c t attorney

Varga.

The author shows here the cosmopolitan system of corruption that

has invaded the e l i t e class of judges and high p o l i t i c a l figures.

The minister of j u s t i c e openly proclaims his own corruption and

that of his government. Riches, the President of the Supreme

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Court, defend the i n f a l l i b i l i t y of the j u d i c i a r y system no matter

how imperfect are the individual judges.

The story shows how clever, highly motivated, and shrewd the

police detective Rogas i s . In his investigation he discovers

corruption i n the murdered judges' careers and i n the

government's body. His undesirable finding leads to his dismissal

and, at the end, to his death caused by his attempt to sabotage

the r u l i n g class and restore j u s t i c e . It i s no wonder that he had

to die innocently!

Sciascia started writing t h i s "parody" as he c a l l e d i t , for fun

but he ended no longer enjoying i t because of the extremely

serious and dangerous content.

The novel i s feeble at the end primarily because the characters

are feeble e s p e c i a l l y Rogas who has to face the machinery of a

h o s t i l e system. The forces of good are blocked by those of e v i l .

The l o g i c used by the force of power i s there only for i t s own

sake and commands a s a c r i f i c i a l victim i n Rogas. So the honest,

scrupulous Rogas dies as i f he was a criminal. He who wanted to

free the State did not r e a l i z e that he himself was a prisoner of

those who detained the State.

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In t h i s novel S c i a s c i a f u l f i l l s more than ever his duty to the

society as a writer, to show that the mafia has contaminated the

very i n s t i t u t i o n of j u s t i c e , p o l i t i c a l p a r t i e s and the

government. Rogas faces the whole system which f u l f i l l s a l l the

mafia objectives with the means of the l o c a l mafia: protection,

collusion and ambition under the o f f i c i a l , established order.

Why did Sc i a s c i a write these novels?

Because he believed i n freedom and j u s t i c e but he saw the

spreading of e v i l everywhere, and t r i e d to stop i t .

Why did his detectives never reach t h e i r goal of justice?

Simply because the society they l i v e i n i s h o s t i l e and corrupt.

Has Sciascia appeal to j u s t i c e reached the Italians? The answer

to t h i s question i s found i n the Conclusion of t h i s thesis.

Epilogue During the f a s c i s t regime many criminal elements of the mafia i n

S i c i l y were arrested and exiled. As soon Fascism f e l l the mafia

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re-emerged more powerful than before and t h i s s i t u a t i o n was

close l y linked to the A l l i e d invasion and occupation of the

island in 1943.

Unt i l the late 1970s the mafia violence was directed against

other mafiosi. When i t became p o l i t i c a l i t attacked the leaders

of opposition parties or popular movements that challenged the

mafia power.

From 1979 to 1988 three magistrates were the victims with high

ranking p o l i c e o f f i c e r s and p o l i t i c i a n s . One of these

personalities was Carlo Alberto Dalla Chiesa, the so c a l l e d

"super-prefect" sent to Palermo to f i g h t the mafia but he found

his death on the l i n e of duty i n Palermo. The f i r s t time he

reached Palermo, he was sure to be f u l l y supported by the state

apparatus, the p o l i t i c a l p arties and the public opinion. Not so.

Later he f e l t himself increasingly confronted with indifference,

i f not h o s t i l i t y , by the same people who elected him. Shortly

before the assassination he wrote i n the newspaper "La

repubblica" (August 10, 1987):

I believe that a person i n a po s i t i o n of power has become too dangerous, but . . . he can be eliminated e a s i l y . . . because he i s isolated.

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In 1963 the "Antimafia Commission" was formed (a parliamentarian

commission of investigation against the mafia). The mafia reacted

to i t with ruthless massacres.

In the 80s various judges of antimafia were k i l l e d . Giovanni

Falcone, Paolo Borsellino, Rosario Livatino died because of t h e i r

incessant attack on t h i s monster. Meanwhile mafia bosses were

arrested and prosecuted. The l a t e s t one, Toto Reiina, was

arrested in 1993.

And the struggle against the mafia goes on.

Napoleon Colajanni, a l i b e r a l deputy at the turn of the century

had said:

To combat and to destroy the kingdom of the mafia, i t i s necessary, i t i s indispensable that the I t a l i a n government ceases to be the "king of mafia". But . . . i t has acquired too great a taste for the exercise of t h i s dishonest and i l l i c i t authority . . . Have we come to a point where we can no longer hope for the cessation of the function without the destruction of the organism?

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NOTE:

In 1975 i l "Contesto" was filmed by Francesco Rosi under the

t i t l e "Excellent Cadavers".

In 1976 "Todo modo" was filmed by E l i o P e t r i under the t i t l e "One

Way or Another."