I n° 9 Novembre 2009 L A I R T S U D o port - csain.it · 21 FMSI,per lo sport e per la vita di...

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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% /ROMA/AUT.N.102/2008 - RIVISTA DELLO C.S.A.IN. CENTRI SPORTIVI AZIENDALI E INDUSTRIALI port n° 9 Novembre 2009 Tempo

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portn° 9 Novembre 2009

Tempo

Lo CSAIN trova una CASSAFORTE

Il presidente Fortuna ha firmato una convenzione con l’Istituto del Credito Sportivo: a disposizione 15 milioni di euro

per mutui finalizzati allo sviluppo della pratica sportiva e dell’impiantistica delle nostre società

Il 4 novembre il presidenteFortuna ha siglato un impor-tante accordo con l'Istitutoper il Credito Sportivo, pre-sente anche il presidente diquest'ultimo ente, il dott.Andrea Cardinaletti. L'accordo prevede la conces-sione di un mutuo di 15 milio-ni di euro, finalizzato allo svi-luppo della pratica sportiva dibase, destinato quindi alleassociazioni sportive dilettan-tistiche affiliate all'Ente. Unaconvenzione che consentiràallo CSAIN di promuovere lapratica sportiva e la realizza-zione di impiantistica sporti-va. I mutui, di durata massima

ventennale, saranno conces-si al tasso d’interesse deter-minato con le modalità previ-ste nel Piano dei tassidell'Istituto vigente almomento della concessione.L'intervento dell'ICS avràvalidità triennale. L’Istituto per il CreditoSportivo è stato istituito conla legge n° 1295 del 24dicembre 1957. Nel panora-ma delle banche italiane, rap-presenta un istituto di creditospecializzato nel concederefinanziamenti connessi alsettore dello sport e della cul-tura. Nell’attività dell’Istitutorientravano il credito per lacostruzione, l’ampliamento ela ristrutturazione di impiantisportivi o strumentali all’attivi-tà sportiva compresa l’acqui-sizione delle aree e degliimmobili da destinare a taliattività. La Legge Finanziariadel 2004 ha previsto un veroe radicale cambiamento nel-l’assetto statutario dell’Istitutoche, pur mantenendo inalte-rato il suo impegno in favoredello sport, ha disciplinato

l’ampliamento della sua sferadi competenza ai beni e alleattività culturali.Oggi, l'ICS si è riorganizzatoallargando il proprio ambito diintervento anche al settoredella cultura. Inoltre, attraver-so un Business ProcessReengineering, l’Istituto harivisitato le procedure difinanziamento ed ha realizza-to specifici interventi volti adottimizzare in modo sistema-tico gli assetti organizzativi, iruoli, le responsabilità e l’effi-cacia dei controlli. Sono stateinfatti predisposte nuove

Il presidente del Credito Sportivo dott. Andrea Cardinaletti

linee di mutuo per i privati eper gli Enti Pubblici ed è statacostruita una rete commer-ciale che si muove su tutto ilterritorio nazionale al fine diaumentare l’efficienza, sem-plificare e snellire i processiinterni e migliorare il serviziorivolto alla propria clientela. l

Istituto per il CreditoSportivoVia Giovanni Battista Vico, 500196 RomaTel 06/3215483n° verde 800.298.278 www.creditosportivo.it

Lo CSAIN trova una cassaforte

2 Sei mesi nel segno di tradizione e innovazione

di Luigi Fortuna

3 Insieme per la cultura dello sport

di Giacomo Crosa

4 Riccione diventa “casa” CSAINdi Paolo Germano

6 «Sarà un muro tutto azzurro»di Carlo Santi

10 Fratelli di mischiadi Alessio Crosa

15 Da Rosetta al boom “rosa”di Gianfranco Colasante

18 Non perdiamo il campioncinodi Antonio La Torre

e Antonio Dotti

21 FMSI, per lo sport e per la vita

di Maurizio Casasco

24 Pensiamo al cuoredi Elisabetta Rubino

26 L’altra metà dello sportdi Bruna Rossi

29 Caccia all’oro biancodi Luciano Barra

32 Tecnici equestri,dal diploma alla “laurea”A cura del CTE e CSAIN

Equitazione

N°9N

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s o m m a r i o

RIVISTA DELLO CSAINCentri SportiviAziendali e IndustrialiDIRETTORELuigi FortunaDIRETTORE RESPONSABILEGiacomo CrosaVICE DIRETTORESandro AquariCOORD. REDAZIONEPaolo Germano PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONEAmbra AquariSEGRETERIA DI REDAZIONEMaria Grazia BiancofioreSilvano MorraSimonetta SgrignaSEDE E SEGRETERIA Viale dell'Astronomia, 3000144 RomaTel. 06.5903526 / 06.5925637Fax. 06.5903242 / [email protected] web: www.csain.itStampa: Grafica Giorgetti, Via di Cervara, 10 – 00155 Roma (tel. 06-2294336)Iscrizione Tribunale di Roman.187/08 del 02/05/2008Numero chiuso in redazione il 10 novembreLa riproduzione parziale o totale degli articoli è consentita solocitando la fonte

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34 La palestra della mentedi Bruna Germano

36 Il dono del guscio spinosodi Santino Morabito

38 Un menù “Special one”di Roberto Minnetti

40 Mondo CSAIN

46 Organigramma CSAIN

48 Pedalando verso il futurodi Fernando Saccoccio

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I l p r e s i d e n t e

di Luigi Fortuna

SEI MESI NEL SEGNO DI TRADIZIONE E INNOVAZIONE

ampliare l’offerta assicurativa e offrirla anche ainuovi settori sportivi e del tempo libero. Nonmeno importanti le nuove opportunità derivate dainuovi sponsor. Oggi, con orgoglio possiamo affer-mare che siamo riusciti, pur con un notevole con-tenimento dei premi, a soddisfare tutte le ulterioriesigenze, nell’interesse esclusivo dei nostriAssociati. L’offerta di utility per i Soci e loroFamiglie, più ampia e duratura, ci vede fortemen-te impegnati, attraverso la collaborazione con laSport Service e i gruppi di lavoro individuati, all'at-tuazione di opportunità nei seguenti settori: ban-cari, assicurativi, telefonici, turistici e di tempolibero. Da pochi giorni, si è svolto con successo ilraduno nazionale della sezione specialisticaUDACE-CSAIN, a Riccione. Il ciclismo CSAIN,attraverso l’opera dell’UDACE-CSAIN, è unagrande e autosufficiente realtà. Siamo coscienti diessere ingombranti, in quanto puntigliosi, efficien-ti, protettivi del nostro sistema, perfezionisti, per-secutori del doping, formatori, organizzati, masoprattutto presuntuosamente orgogliosi, onesti erispettosi delle altre organizzazioni, specie dellaF.C.I., nonostante spesso additati. Ci sentiamo diaffermare e sostenere una volta per tutte che:UDACE-CSAIN è CSAIN da oltre trent’anni. Inultimo desideriamo dare a tutti, un appuntamentoper celebrare insieme, dal 4 al 13 giugno 2010, aRiccione, la più grande kermesse CSAIN e il com-pimento dei 55 anni dalla fondazione.Continuare quindi ad applicare la corretta culturad’impresa, magari arricchendoci lungo il nostrocammino di nuovi Amici, come l’ANIF diFedervarie di Confindustria, presieduta da GianPaolo Duregon, che rappresenta, passateci il ter-mine, l’Ordine degli Imprenditori del Fitness. Ealtro ancora che scopriremo, uniti e insieme. l

entili Lettori, Temposport ha lungamentesuperato il giro di boa: era maggio 2008 e,con orgoglio possiamo affermare che ci cre-devamo e più che mai, continueremo a pro-

fondere risorse, mezzi e alta professionalità perun'informazione di qualità.Tradizione, aggiornamento continuo e innovazio-ne applicata rappresentano il nostro procederenei primi sei mesi del nuovo assetto associativo.Senza soste ci stiamo incontrando e continuere-mo a farlo, secondo un calendario stabilito, perapprendere e poter sviluppare positività. Lo sviluppo è già tangibile, non solo aridamentenumerico, ma in attività mirata e ben strutturata ein territori sempre più ampi. Il nostro movimento,coinvolgente e formativo, ci ha fatto aprire a con-venzioni con Federazioni CONI, che ci considera-no partner e non come usurpatori di Loro attività.Noi ci fermiamo da sempre alla promozione.Sono adesso alla firma le convenzioni con laFederazione Ginnastica e la Federazione Wushu.E’ stato appena concluso l’accordo con l’Istitutoper il Credito Sportivo, per un'impiantistica da svi-luppare a sostegno di parecchie delle nostre sediregionali e, alla Fiera di Verona, la British HorseSociety, ha attribuito a CSAIN il Know how dellaformazione, che sarà portata avanti dalla sezioneCSAIN Equitazione. Lenzuolo di uguale dimen-sione, attività cresciuta con regolarità e soddisfa-zione, pertanto bisognava individuare possibilimacro economie ed eventuali razionalizzazioni dispesa, come accorpamento di progetti, contrattipiù convenienti, appello alla comprensione daparte delle sezioni nazionali, cosa stupendamen-te avvenuta e, non ultima, la ricerca del fioreall’occhiello: una polizza assicurativa che ci con-sentisse, nel solco della tradizione, di potere

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portTempo

i l d i r e t t o r e r e s p o n s a b i l e

di Giacomo Crosa

INSIEME PER LA CULTURA DELLO SPORT

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Bruna Rossi, psicologa di fama internazionale,amica e compagna d’avventura ai miei tanto cariGiochi Olimpici del Messico 1968; mi piace sotto-lineare l’entusiasmo con il quale ha accettato lamia proposta Antonio La Torre, la cui cultura è tal-mente di qualità da esser stato chiamato a farparte del comitato tecnico della PreparazioneOlimpica del CONI, insieme a Elio Locatelli eArrigo Sacchi. Mi piace infine mettere in rilievol’accordo con la Federazione Italiana MedicoSportiva presieduta da Maurizio Casasco: sarà alvostro fianco da questo numero in poi con lavalenza dei suoi associati ed esperti. Il mio graziea tutti loro rivolto è di tipo urlato. Citando queste“new entries” mi sento di coinvolgere doverosa-mente nel mio urlo chi da tempo ci offre contribu-ti importanti: Santino Morabito, uomo che ha lacapacità di raccontare frammenti di scienza del-l’alimentazione con il potere dirompente di unafavola e infine Bruna Germano con i suoi mate-matici linguaggi. Nel salutare voglio ricordarvi cheil fuoco di Olimpia sta viaggiando in lungo e inlargo per lo sterminato territorio canadese. Potràriposare a Vancouver dal 12 febbraio 2010. A pro-posito di Giochi Olimpici Invernali, ricordo aidistratti che Giorgio Di Centa, fondista vincitore didue medaglie d’oro ai Giochi di Torino 2006, èstato nominato portabandiera della squadra italia-na. Ho alcune cose da dire su questi due argo-menti. Sarà il tema del prossimo editoriale. l

en ritrovati. Riprendo da quel “ora tocca a voi”con il quale c’eravamo lasciati in chiusurad’editoriale lo scorso mese. Qualche segnalericevuto mi fa sperare che ora il motore di

TempoSport sia pronto per girare a pieno regime.Sono contento per voi, voi tutti, protagonisti avario titolo di quello straordinario arcobaleno diesperienze, di passione, di espressioni sportive eculturali, che caratterizzano il nostro complessomondo CSAIN. Meritate tutti, anche attraverso queste pagine, unriconoscimento e un applauso. E’ giusto che ciòaccada. Per il resto noterete come nel corpo dellarivista siano aumentate le pagine tecnico-scienti-fiche. Noi crediamo che parlare a chi opera sulfisico e sulle menti delle persone, in termini diarricchimento culturale non sia mai sbagliato, anzidoveroso. Non escludo che tra i lettori ci sianopersone che non mancheranno di dire: “Ma ioqueste cose le conosco già”. Non perdo tempo,neanche virtualmente, a replicare.Noi, di TempoSport, sappiamo di avere un “pub-blico” ricettivo, convinti come siamo che un detta-glio in più, uno stimolo in più, una parola in piùaiutino a ridurre la percentuale d’errore: tutti colo-ro che “fanno una qualche cosa” inevitabilmente efisiologicamente li commettono. Anche noi, ovvia-mente, nella nostra opera. In questa logica e conriferimento particolare a questo numero diTempoSport, mi piace sottolineare il contributo di

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Riccione diventa “casa”

CSAIN

La famosa cittadina romagnola ospiterà in giugno, per dieci giorni,l’Olimpiade del nostro ente. Ma non ci sarà solo sport: in programma

eventi di svago, turismo e cultura. Firmato l’accordo tra il sindaco Massimo Pironi e il presidente Fortuna

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Si tornerà a Riccione. Si tor-nerà in terra di Romagna per unevento CSAIN che caratterizze-rà non solo il nostro 2010 mache ben s’inserirà nella dinami-ca storia del nostro Ente. Si tor-nerà a Riccione per celebrarenello stesso tempo anche i 55anni della nostra vita.Per molti la località in rivaall’Adriatico non sarà una novi-tà. Lo scorso settembre lì sisono svolte le fasi finali dei cam-pionati nazionali di calcio, cal-cetto, beach volley, beach soc-cer e basket. E’ stato un succes-so di partecipazione, di pubblicoe di emozioni vissute. Alla fine siè creata e cementata una gran-de sintonia tral’AmministrazioneComunale e loCSAIN. E così, ilprossimo anno eper dieci giorni, ilmeglio di tutte lenostre attività spor-tive e culturali, avràmodo di manife-starsi in una ker-messe straordinariae su di un palcosce-nico di prestigio.Lo CSAIN prenderàpossesso diRiccione dal 4 al 13di giugno. Questodopo l’accordo sot-toscritto tra ilSindaco MassimoPironi e ilPresidente LuigiFortuna.

svolgeranno le finali di pallavo-lo, basket, ginnastica artistica,nuoto, atletica, wushu, ju jitsu,karate, judo, taekwondo, beachvolley. Da venerdì 11 a domeni-ca 13, le altre finali, e così eccocalcio a 11 open, calcio a 11over 40, calcio a 5 uomini, cal-cio a 5 donne, beach socceropen, ginnastica aerobica, ritmi-

Saranno dieci giorni di sport, maanche di turismo ricreativo esociale, di momenti di formazio-ne, di convegni e attività cultura-li. Ovviamente i dettagli del-l’evento sono ancora in via didefinizione, ma uno schema dibase per quanto riguarda losport è il seguente: da venerdì 4a domenica 6 giugno 2010 si

Il sindaco di Riccione Massimo Pironi (al centro) e il presidente Luigi Fortunadopo la firma dell’accordo

di Paolo Germano

ca, hip hop, tennis, scherma,danza. Facendo riferimento atutto ciò, i responsabili naziona-li di tutti gli sport si stanno atti-vando per definire al meglio iprogrammi e le attività sul terri-torio, in modo tale che entro il10 aprile del 2010 si siano svol-te le fasi interlocutorie, quelleregionali e si possano quindiconoscere i partecipanti al granfinale. Questo non toglie chesaranno gradite iscrizioni, dicia-mo libere, per chi voglia parteci-pare all’evento e quindi essereparte, anche da spettatore, diun’atmosfera che si annunciaeffervescente e intrigante,approfittando di pacchetti turisti-ci vantaggiosi che sono in via didefinizione.Non solo sport si diceva. Le viedi Riccione e il suo lungomare,saranno per tutte le sere, dalle21 alle 23.30, un palcoscenicoprestigioso per quanti delloCSAIN si esibiranno in spetta-coli culturali, ricreativi e sportivi.Cittadinanza e turisti potrannoapprezzare l’abilità di singoli egruppi nelle arti marziali, aerobi-ca, danza e scherma, potrannoentusiasmarsi agli spettacolidella nostra miglior tradizionefolklorica, teatrali e della ban-diera. Saremo in tanti aRiccione. Non mancheremo diraccontare i dettagli della mar-cia di avvicinamento a quelloche vuole diventare l’appunta-mento più importante e di sinte-si del futuro dello CSAIN.In questo spirito ben s’inserisco-no le parole del Sindaco di

Riccione, Massimo Pironi: «Lanotizia che i prossimi campiona-ti nazionali dei Centri SportiviAziendali e Industriali si svolge-ranno a Riccione nel giugno2010, mi convince, sempre più,che abbiamo intrapreso la stra-da giusta. In questi ultimi anni siè investito tanto nell’impiantisti-ca sportiva e si è completatauna fitta rete di strutture, diffusasu tutto il territorio cittadino, chepermettono ai residenti e a tutti ituristi di poter svolgere unaserie innumerevole di disciplinesportive. Il principio ispiratore è,senza ombra di dubbio, il valoresociale e culturale che abbiamosempre attribuito alla praticasportiva. Non voglio perònascondere che, per le caratte-ristiche della nostra città, ilcostante svolgersi di eventisportivi d'interesse nazionale einternazionale ha incrementatoil numero di presenze in città.Infatti, oggi le presenze sportiverappresentano il segmento del-l’economia turistica di Riccione,secondo solo al balneare. Un

La bella piscina olimpica al coperto di Riccione

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Lo stadio per calcio e atletica

risultato decisamente importan-te per una città sempre più pro-iettata a offrire impianti sportividi ottimo livello assieme allaproverbiale ospitalità e acco-glienza della gente diRomagna». Lo CSAIN, i suoiprotagonisti tutti, sono pronti afare la loro parte. l

RICCIONE, CAPITALE DEL TURISMO E NON SOLORiccione (circa 35.000 abitantifissi) è una delle capitali del turi-smo italiano e internazionale. Ilturismo a Riccione è quello dimassa, costituito soprattutto digiovani, attratti dalla quantità evarietà di locali e discotechepresenti sul suo lungomare esulle colline della città, insiemeai parchi di divertimento, metepreferite dei bambini. Il tutto hacontribuito a rendere la cittàcapitale del divertimento e dellevacanze relax. Negli ultimi annila città ha evidenziato una conti-nua crescita di turisti stranieri diprovenienza russa, che siaggiungono agli "storici" clientitedeschi. Ma da diverse stagio-ni, grazie alla sua straordinariastruttura di accoglienza e all'ani-ma attività dei suoi abitanti e deisuoi amministratori, ha saputofar crescere la sua presenzaanche nei settori della cultura edello sport, non trascurando,soprattutto d'inverno, il settorecongressuale grazie alPalariccione, un'efficiente emoderna struttura, e al suoaeroporto internazionale.

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di Carlo Santi

padrone del Parma Volley con ilquale ha vinto cinque volte il tri-colore (1921-83-90-92-93) e peraltre sei volte è stato secondo,guida la Federazione italianaininterrottamente dal 1995.«Adesso sono un po’ stanco -dice Magri - e penso che laprossima volta, dopo Londra,lascerò il mio posto».Costruttore edile con un’innatapropensione a frequentareMontecitorio e i palazzi romani,per la passione per il volley, ilParma prima e la Federazionedopo, Carlo Magri ha sempresacrificato tutto, amicizie com-prese.La storia sportiva di questoimprenditore comincia alla finedegli anni Settanta rivoluzionan-do, a Parma, il mondo dellasponsorizzazione con l’abbina-mento Santal grazie al quale èriuscito a portare nel suo clubgiocatori come Lanfranco,Errichiello e Kim Ho Chul con-quistando subito due scudetti.Erano gli anni, quelli, in cui nelvolley (e non solo) c’erano gran-di imprenditori, autentici colossicome Benetton, Berlusconi eFerruzzi che hanno cercato di

dare l’assalto a Parma. Tuttoinutile perché Magri non solo haresistito ma, chiamando Bebeto,ha vinto altri due titoli.La stagione d’oro della pallavo-lo italiana, quella targataVelasco prima e Montali dopo –ma anche Bebeto – è sotto lasua gestione anche se il filosofoargentino in nazionale (nel1989) lo ha chiamato ManlioFidenzio. Ha vinto tutto trannel’oro olimpico e sempre, Magri,ha vissuto ogni manifestazionecon passione al limite tra il diri-gente e il tecnico, perché lui unpo’ allenatore si sente e vorreb-be trovare la soluzione. Mai,però, si è intromesso nel lavorodei suoi coach suggerendosestetti o sostituzioni. La gran-dezza del dirigente è anchequesta, straordinario nelle rela-zioni con l’esterno ed espertodelle cose di campo in modo daintervenire limitando i possibilierrori di valutazione.Presidente Magri, l’Italia nel2010 ospiterà i Mondialimaschili. Una bella soddisfa-zione per il movimento italia-no?«Il prossimo sarà un anno parti-

Intervista a Carlo Magri, un imprenditore che dal 1995 è presidente di una delle Federazioni più prestigiose, quella della pallavolo.

Il volley italiano, dopo il trionfo europeo delle donne, aspetta ora il rilanciodegli uomini dal passato d’oro. L’occasione sarà il prossimo

anno con i Mondiali che l’Italia ospiterà

In un mondo di giganti c’è undirigente che riesce a trovare inogni situazione la soluzione giu-sta. Autentico equilibrista dellosport e della sua politica, CarloMagri, settant’anni da compiereil prossimo agosto, parmense (ènato a Calestano), in passato

Carlo Santi è una delle firme dipunta dello sport del Messaggero. Daanni è specializzato in sport olimpici(atletica, nuoto, basket, volley, etc),ma scrive anche di calcio e di politi-ca sportiva. Ha seguito numerose edi-zioni dei Giochi olimpici e i Mondialidi diverse discipline.

«Sarà un MUROtutto azzurro»

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colare. Ci sono i Mondiali e que-sto sarà uno stimolo per tutti,sarà una maniera per rilanciareil movimento ma il 2010 dovràessere, per i club, la stagione dadedicare all’azzurro. La nazio-nale per il volley è un trainoeccezionale e i risultati di que-sta squadra non devono man-care».Lei si riferisce alla questionedegli stranieri, troppo impie-gati nelle squadre di serie A?«I nostri giovani devono esserevalorizzati per fare in modo diritornare, con la nazionale, aessere vincenti. Gli stranieridevono essere limitati solo perquesta ragione».Avete creato, per le ragazze,un Club Italia con una squa-dra allenata dal cittì MassimoBarbolini.«Un esperimento che giudicopositivo da portare avanti anchecon gli uomini. Guardi, torno aldiscorso sugli stranieri. Il guaioè che gli stranieri sono impiega-ti quasi sempre nei posti decisi-vi dove, invece, noi dovremmofar crescere i nostri atleti,soprattutto quelli emergenti».Il Mondiale in casa potrebbe,in questi mesi, far cambiareidea a qualche club?«Dopo quello organizzato nel1978 questo è il riconoscimento

del lavoro svolto dallaFederazione negli ultimi cin-quant'anni. Spero che nei clubqualcosa cambi per permetteredi avere anche altri riconosci-menti, in particolare dal punto divista tecnico».Il Mondiale si chiuderà aRoma, al Palaeur.«Sarà una festa, ma il mioaugurio è che festa sia in tutte lesedi della manifestazione. IlMondiale è dell’Italia, non di unacittà. Di una cosa sono certo finda ora: saremo competitivi con

la nazionale e perfetti comeorganizzatori. Il Mondiale rilan-cerà tutta la pallavolo azzurra».Non possiamo dimenticareche l’Italia è stata eletta, dallaFederazione mondiale, lasquadra del secolo scorso eLorenzo Bernardi il migliorgiocatore.«Due premi che sono stati nonsolo apprezzati ma il riconosci-mento del nostro valore, di ungruppo, e una Federazione, chesi è sempre messa al serviziodella pallavolo con tutti i suoiuomini».In estate ci sono stati attriti,definiamoli così, con la Legaper quanto riguarda i club euna polemica terminata in tri-bunale e conclusa addiritturadopo l’inizio dei campionati.«Il campionato lo gestisce laLega, questo deve essere chia-ro. I tribunali? Certo, non è statopiacevole in nessun senso, nep-pure per l’immagine, esserericorsi ai tribunali. In futuro sare-mo certamente più attenti».Ha una soluzione?«Controllare con la massimaattenzione i bilanci delle socie-tà».Un club, Montichiari, halasciato la sua terra per tra-sferirsi a Monza.«Concessione delle regoleanche se io, personalmente,non sono d’accordo su questa

Il presidente Carlo Magri durante un’intervista

Gli azzurri Birarelli e Travica a muro durante l’ultimo Europeo

mossa. Si è privata una zona,Montichiari appunto, con grandepassione della sua pallavolo».La nazionale femminile inottobre si è confermata cam-pione d’Europa. Un successostraordinario quella diSimona Gioli e delle sue com-pagne.«Questa squadra è una granderealtà dello sport italiano.Dimostra l’amore che c’è neisuoi confronti da parte di tutti,delle ragazze in primis, dellostaff tecnico guidato daBarbolini, delle società che cipermettono di avere sempre legiocatrici al massimo dellaforma».Intanto la nazionale ha persola Augero che ha rinunciatoalla maglia azzurra.«Ci dispiace molto. Tai è unpatrimonio del nostro movimen-to ma quando un’atleta prendeuna decisione come la sua,bisogna prendere atto. Barboliniriuscirà a trovare la soluzionegiusta».Si aspettava, presidente,tante soddisfazioni dallanazionale femminile anche selo scorso anno quell’Italia,attesa a grandi traguardi aPechino, in Cina ha fallito?«Sapevamo tutti delle qualitàdelle nostre giocatrici e del lavo-ro svolto. Pechino? Rimane unapagina amara di una formazio-ne di altissimo livello. E’ un po’quello che accadde, con gliuomini, a Barcellona. L’Olim-piade sembra stregata per noi».Lo sport italiano è sempre piùdonna.«Credo che ci siano molte con-comitanze, nessuna ragioneparticolare. In campo maschilespesso la concorrenza è mag-giore e vincere diventa più diffi-cile. In tanto, godiamoci questevittorie».Parliamo di cittì delle suenazionali. Lei ne ha avuti, eassunti, diversi, da Velascoad Anastasi passando perMontali.«Tutti bravi, questo è innegabi-le. Ognuno ha avuto le sue

caratteristiche. Legato a qualcu-no in particolare? Devi dire: atutti».Andrea Anastasi non haavuto troppa fortuna agli ulti-mi Europei.«Troppi giocatori assenti, qual-che soluzione che il cittì haadottato non ha reso come sisperava. Adesso dobbiamopensare al 2010 con l’intento direcuperare quegli elementi chepotranno darci competitività edesperienza».Tra le donne sembra ci siastato qualche problema conMarco Bonitta nella squadrafemminile dopo aver vinto ilprimo Mondiale nel 2002, pro-blema legato alla sua gestio-ne tecnica.«Il rapporto si era concluso eabbiamo deciso un avvicenda-mento dopo le sue dimissionidall’incarico. Solo questo».L’Italia maschile dalla finedegli anni Ottanta con JulioVelasco ha dominato portan-do nel mondo del volley lesue strategie, i suoi studi, ilsuo lavoro. Dopo, altri si sonoavvicinati a noi. Cosa è acca-duto, presidente?«Ci hanno guardato e copiato.Scherzi a parte, non dimenti-chiamo che nel panorama euro-peo la concorrenza è aumenta-

Massimo Barbolini, il cittì dellanazionale femminile

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Il tavolo con i trofei da assegnare

L'ITALIA GIOCHERÀLA PRIMA FASE A MILANOIl 24 ottobre sono stati sorteg-giati a Roma i gironi deiMondiali maschili di pallavoloche l'Italia ospiterà dal 24 set-tembre al 10 ottobre. La nazio-nale italiana si ritroverà comeavversari Giappone, Egitto eIran e giocherà a Milano. I grup-pi saranno sei di quattro squa-dre. Al termine della prima faseverranno eliminate sei formazio-ni. Le diciotto qualificate verran-no suddivise nuovamente in seigironi da tre squadre che sidisputeranno tra Catania,Milano e Ancona . Anche quiverranno eliminate le ultime diciascun gruppo. Alla terza fasedunque passeranno le primedue, in tutto 12 squadre, cheverranno a loro volta divise inquattro gironi da tre, tra Roma eFirenze. Le vincenti di ogni rag-gruppamento giocheranno per iprimi quattro posti a Roma, leseconde classificate per i piaz-zamenti dal quinto all'ottavo aModena, le terze classificateper quelli dal nono al dodicesi-mo a Firenze.

I GIRONI

Gruppo A (Milano): Italia, Giappone, Egitto e Iran

Gruppo B (Verona): Brasile, Spagna, Cuba e Tunisia

Gruppo C (Modena): Russia, Portorico, Australia e Camerun

Gruppo D (Reggio Calabria):Stati Uniti, Argentina,Venezuela e Messico

Gruppo E (Torino): Bulgaria, Cina, Francia e Repubblica Ceca

Gruppo F (Trieste): Serbia, Polonia, Germania e Canada

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ta con la nascita di nuovi Paesi.Tante squadre in più e in uncontesto più vasto non sempreè possibile essere i leaderincontrastati».Presidente, è vero che allosport italiano, tutto lo sport,manca troppo la scuola? E’ èanche membro della Giuntadel Coni e di questo ne discu-tete, vero?«Ci credo poco. Certo, la scuolaserve ma, penso, che la scuolaabbia il compito di prepararementalmente i ragazzi. La partesportiva spetta alle società, chesono quelle che formano i gio-catori nel nostro caso o gli atletiin altri. La mia convinzione èche il ragazzo vada preparatoallo sport culturalmente».Allora, presidente, cosamanca all’Italia sportiva perforgiare i giovani?«Mancano gli oratori. Quellimancano, gli oratori dove si gio-cava da mattina a sera, dovec’era qualcuno, il prete o unsemplice istruttore, a controllaree distribuire qualche consiglio.Spero si sia capito per davveroche non c’è una solida base.Aggiungiamo, poi, il calo demo-grafico e anche culturale».Esiste un altro problema da

affrontare,n e l l osport gio-vanile: ir a g a z z istranieri,a n c h equelli natiqui.«In altrenazioni laquestioneè stataaffrontata,come inFrancia. Losport deveessere lostrumentoper l’inte-graz ione.S e r v o n oleggi ade-g u a t e

anche per salvaguardare i gio-vani che spesso non possonocompetere per questioni di pas-saporto».Nel 2010 arrivano le Olimpiadigiovanili e l’Italia potrebbenon poter schierare qualcheragazzo perché non è in pos-sesso del nostro passaporto.«E’ il primo aspetto da chiarire.Chi è nato in Italia da genitori

stranieri fino al diciottesimoanno di età non è nostro cittadi-no. A questi giovani si vieta lasoddisfazione di una grandemanifestazione all’inizio dellacarriera e la possibilità di gioca-re nella squadre nazionali junio-res».Il Mondiale maschile nel 2010e poi, l’anno seguente, ilMondiale di beach volley aRoma.«Bella soddisfazione per lanostra pallavolo. Vedrete, alForo Italico, perché lì si svolge-rà il Mondiale del beach, ci saràun’attenzione speciale. Il beachattrae molto, è un bel movimen-to, cattura i giovani, li appassio-na. Sarà estate, il Foro divente-rà bellissimo come lo è stato peri Mondiali di nuoto».Il Foro Italico che potrebbe,nel 2020, essere teatro delleOlimpiadi.«Sarebbe straordinario riavere iGiochi a Roma. Non solo per-ché i Giochi sono il massimodello sport ma perché permette-rebbero a questa città di cam-biare volto, di essere al verticemondiale per impiantistica estrutture. Solo un’Olimpiade sacambiare il volto di una città e diun Paese». l

Le azzurre gioiscono dopo aver conquistato il titolo europeo

Un gruppo di tifosi con la mascotte dei Mondiali 2010

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L’Italia del rugby è ripartita per l’avventura del 6 Nazioni contandosempre sui fratelli Bergamasco. Mirco e Marco rispondono alle nostre cento domande per scoprire affinità e diversità

di Alessio Crosa

Fratelli di

MISCHIALa popolarità del gioco delRugby è in continua ascesa. Lo èanche nel nostro paese. La cro-naca recente torna a certificarloanche come sport olimpico nellaformula a sette giocatori. Per ilmondo della palla ovale il futuroè stracolmo di certezze. Nelnostro paese sono sempre di più igiovani che si avvicinano a que-sto esercizio di coraggio e lealtà.A questo successo molto ha con-tribuito l’avventura della nostranazionale nello straordinariotorneo delle Sei Nazioni. Rugbya 15. Poco importa che le vittorieazzurre si contino sulle dita diuna mano, quello che attrae è ilfascino di una partita che vedetrenta giocatori interpretare unafilosofia antica nella quale lafisicità degli scontri esaltaun’etica comportamentalenecessariamente assoluta.Prima, durante, e dopo la parti-ta. Basti pensare al cosiddetto“terzo tempo”, quel momentoche segue l’ostilità agonistica eche vede i protagonisti, primaavversari, unirsi nella festa del

dopo, priva di rancori e genero-sa di allegria e di rispetto reci-proco. Quel “terzo tempo” che ilnostro calcio sta cercando diintrodurre, deformandolo inverità, per cercare di migliorarela sua natura spesso caratteriz-zata da atteggiamenti beceri.Inevitabile riportare quantoscritto da un giornalista statuni-tense, Henry Blaha, a questoproposito: “Il rugby è un giocobestiale giocato da gentiluomini,il calcio è un gioco da gentiluo-mini giocato dalle bestie”.Andando oltre l’enfasi spettaco-lare di tali espressioni, vale lapena sottolineare ancora unavolta l’attrazione che questosport sta esercitando su moltigiovani e giovanissimi. Unanuova generazione di giocatorisi sta formando. Ci vorrà deltempo perché si possa manifesta-re pienamente nella forma digiocatori veri. Val la pena aspet-tare. E’ giusto aspettare. Nelfrattempo il nostro quindiciazzurro, per crescere, non hapaura di confrontarsi in test

match contro squadre che sonola storia del Rugby. In questomese di novembre, il 14 aMilano, contro i mitici All Black,i tutti neri con la loro danzahaka, poi il 21 a Udine, contro ilSud Africa ed il suo altrettantomitico XV Springboks, campionidel mondo in carica, infine con-tro le Isole Samoa ad Ascoli il28. In una squadra che nonmanca, per necessità tecnica, dioriundi e naturalizzati, il cuoredella tradizione italiana èsoprattutto in due fratelli natientrambi a Padova: Marco eMirco Bergamasco. In ogni par-tita il loro talento non passa maiinosservato. I loro profili, la lorofuria agonistica, i loro movimen-ti, hanno la plasticità di due eroigreci che il buon Fidia avrebbesicuramente ritratto ispirato daammirazione vera. Sono proprioloro i protagonisti del nostroincontro ravvicinato, sicuri chele loro parole stimolerannobuoni pensieri, soprattutto neigiovani che leggendo, virtual-mente li ascolteranno.

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18) DesideriMirco: vincere il 6 Nazioni dirugbyMarco: famiglia19) ComplessoMirco: nessunoMarco: ?20) SuperstizioneMirco: pensare il contrario diquello che vorrei accadesse(non funziona quasi mai!!!!) Marco: -21) Modo di vestireMirco: molto semplice e sportivojeans e t-shirtMarco: casual ed elegante, miadatto alle situazioni22) Mezzo di locomozioneMirco: macchina ma userei piùla vespa se potessiMarco: ultimamente biciclettada corsa23) Ora della svegliaMirco: 8h Marco: dipende dalle giornate,può essere alle 7 e 3024) Ora del sonnoMirco: 23h30Marco: variabile, il più dellevolte dopo le 22 e 30

10) DomicilioMirco: segreto professionaleMarco: Parigi11) StudiMirco: diploma di ragioneriaMarco: diploma tecnico geome-tra, studente scienze motorie12) Lingue straniereMirco: francese e ingleseMarco: francese e inglese, lo spagnolo? Non ancora...

profilo13) Carattere:Mirco: timido Marco: estroverso14) Qualità dominanteMirco: ascoltatoreMarco: diplomazia15) Difetto dominanteMirco: testardoMarco: iperattivo16) HobbyMirco: niente di particolareMarco: dipende dai momenti,“fai da te"17) ManiaMirco: mangiare dolciMarco: mangiarmi le unghie

chi sei?1) Nome e cognome:Mirco BergamascoMauro Bergamasco2) Data e luogo di nascitaMirco: 23 febbraio 1983, a PadovaMarco: 1 maggio 1979, a Padova3) Segno zodiacaleMirco: PesciMarco: Toro4) AltezzaMirco: 1m80Marco: 1m835) PesoMirco: 95 kgMarco: 102 kg6) Numero di scarpeMirco: 44 1/2Marco: 44 1/27) CapelliMirco: Castano chiaro ;-)Marco: Castano chiaro8) OcchiMirco: verdiMarco: azzurri9) Stato di famigliaMirco: singleMarco: celibe

Marco Bergamasco

Mirco Bergamasco in azione

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azione iniziata nei nostri 22 eterminata con una mia meta inmezzo ai pali dell'area di metainglese!Marco: Scozia vs Italia del 6Nazioni 200134) Primo infortunio serioMirco: fortunatamente ancoranon ho avuto infortuni seri; lostop più lungo nel 2005, opera-to alla spalla a fine stagione per-ché instabile; 3 mesi e mezzosenza giocare Marco: doppia frattura piedesinistro, match di play-off con ilPetrarca contro Calvisano, sta-gione 1999/200035) Delusione più grandeMirco: perdere in casa davantial proprio pubblico!Marco: sconfitta in finale diHcup 2005 con Stade Francaiscontro Stade Toulousain

che effetto fa36) Essere un personaggio:Mirco: strano! Marco: fa piacere, ripaga in uncerto qual senso, ma lo si assa-pora quando si riesce e si vuolrimanere comunque se stessi37) Il dolore fisicoMirco: male!!!Marco: male...38) Un complimento veroMirco: gratificaMarco: fa arrossire...39) Un complimento falsoMirco: ipocrisiaMarco: fa arrabbiare!40) Vivere in quest'epocaMirco: sembra tutto più facilema allo stesso tempo difficileMarco: ci rende consapevoliche talvolta ci sbagliamo41) Il denaroMirco: sollievo... l'impressione éche la vita diventi sempre piùcara!Marco: un bell'effetto... quandoce l'hai in tasca...è vero che èMarco e Mirco giocano entrambi in Francia

Italia-Inghilterra a Udine vittoriaper 11 a 5 (non ricordo benissi-mo)Marco: Italia vs Olanda, qualifi-cazioni per la World Cup '99 adHuddersfield, in Inghilterra30) Primo match del SeiNazioniMirco: lo stesso della mia primamaglia azzurra con la nazionalemaggiore (02/02/2002)Marco: Italia vs Scozia, vinto alFlaminio31) Primo scudettoMirco: con lo Stade Francais aParigi nel 2004 anche se non hogiocato la finale, mentre in ItaliamaiMarco: con la Benetton Rugbyper la stagione 2000/200132) Match più spettacolareMirco: Scozia-Italia aEdimburgo il 24 febbraio 2007segnammo 3 mete nei primo 6minuti di partita con 3 intercettiMarco: finale scudetto top 162004 con lo Stade francais con-tro Perpignan33) Meta più spettacolareMirco: Italia-Inghilterra a Roma,stadio Flaminio 6 Nazioni 2006;

curriculum25) Primo match visto:Mirco: Selvazzano Rugby-CusPadovaMarco: Petrarca contro “non sochi” nell'82/83 26) Primo incontro disputatoMirco: proprio non ricordo!!!Marco: con il Selvazzano Rugbyal torneo “Città di Treviso”nell'8527) Prima soddisfazioneMirco: vittoria torneo nazionaleunder 9 a UdineMarco: campione d'Italia under18 con il Petrarca Rugby controL'Aquila28) Prima delusioneMirco: primo cartellino rossodella mia carriera all'età di 16anni durante una partita, peressermi rivolto male all'arbitro(ancora mi vergogno!) Marco: finale scudetto under 21persa con il Petrarca Rugbycontro L'Aquila29) Prima maglia azzurraMirco: con la nazionale maggio-re il 02/02/2002 a Parigi controla Francia..con le selezionijuniores mi sembra under 16,

Marco: affettati misti56) Primo piattoMirco: le lasagne della nonnaMarco: risotto coi “fegadini”57) CarneMirco: la fiorentinaMarco: filetto58) PesceMirco: trota salmonataMarco: trota salmonata59) FormaggioMirco: parmigianoMarco: ...tutti!60) FruttaMirco: LyciMarco: fico61) DolceMirco: la zuppa inglese della nonnaMarco: tiramisù62) VinoMirco: AmaroneMarco: rosso preferibilmente, unDonnafugata potrebbe andare63) LiquoreMirco: AmarettoMarco: grappa di Picolit

la cultura64) Lo scrittore: Mirco: CamilleriMarco: Alessandro Baricco65) Il fumettoMirco: TopolinoMarco: Diabolik66) Il poetaMirco: Dante AlighieriMarco: Alda Merini, Montale67) Il pittoreMirco: mio cugino NereoMarco: Van Gogh68) La musicaMirco: tutti i generi Marco: quella che mi fa cantare69) Lo scienziato Mirco: Leonardo da VinciMarco: Rita Levi Montalcini70) L'uomo politico Mirco: CavourMarco: Andreotti71) La scienzaMirco: Aeronautica

importante, se non addiritturaindispensabile, però “andrebbeusato con più cautela”42) L'amoreMirco: completa la vitaMarco: -43) Il passare degli anniMirco: pauraMarco: nessuno, tanto prima opoi ci dobbiamo passare tutti!

le preferenze44) Ora:Mirco: 10hMarco: 16.3045) GiorniMirco: sabato e domenicaMarco: sabato46) MeseMirco: febbraioMarco: maggio47) StagioneMirco: primaveraMarco: primavera48) NumeroMirco: 21Marco: 749) LetteraMirco: TMarco: O50) VacanzaMirco: PolinesiaMarco: quando ne farò unacome si deve lo dirò!51) Città italianaMirco: MilanoMarco: Milano52) Città stranieraMirco: MoscaMarco: New York53) NazioneMirco: ItaliaMarco: Italia

il palato54) Aperitivo: Mirco: SpritzMarco: vino bianco55) AntipastoMirco: prosciutto crudo e melone

Marco: -72) Il quotidiano Mirco: L’Equipe Marco: dipende, cerco di variareper conoscere diversi punti divista

gli svaghi73) Il cantante: Mirco: GiorgiaMarco: Vasco Rossi74) L'attrice italiana Mirco: Caterina MurinoMarco: Maya Sansa75) L'attore italiano Mirco: Diego Abatantuono Marco: Michael Schermi76) Il comico italianoMirco: Claudio BisioMarco: non ce n'è uno...uno pertutti, Roberto Benigni!77) L'attrice stranieraMirco: Uma ThurmanMarco: Angelina Jolie78) L'attore stranieroMirco: Al Pacino Marco: Al Pacino79) Il presentatoreMirco: Paolo BonolisMarco: Paolo Bonolis

Il più giovane Mirco

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i ricordi d’infanzia80) La favola:Mirco: i tre porcelliniMarco: Cappuccetto rosso81) Il gioco Mirco: risikoMarco: battaglia navale82) Il disegno Mirco: le montagne, un sole e la casetta che fumavaMarco: -83) I genitori Mirco: il terzo tempo del Selvazzano rugbyMarco: Arturo e Lorenza84) Il buio Mirco: non mi faceva buioMarco: i fantasmi85) La scuola Mirco: la “Francesco Baracca” a Tencarola di SelvazzanoMarco: a tempo pieno, unaricreazione lunghissima dopo ilpranzo86) Gli insegnanti Mirco: La prof.ssa di italianoBarbieriMarco: i migliori sempre87) L'età decisiva Mirco:16 anniMarco: tra i 16 ed i 18

il meglio di sempre88) Il libro:Mirco: Il Codice da VinciMarco: -89) Il film Mirco: Il PadrinoMarco: Forrest Gump90) Il disco Mirco: Pittura FreskaMarco: Rondò veneziano91) Lo show televisivoMirco: Chi ha salvato Peter Pan!Marco: -92) Avvenimento sportivoMirco: Rugby World CupMarco: 6 Nazioni93) Campione italianoMirco: Valentino RossiMarco: Yuri Chechi, ValentinoRossi, Gennaro Gattuso94) Campione stranieroMirco: BoltMarco: Michael Schumacher95) Vittoria più bella Mirco: La vittoria del Sudafricaai Mondiali del 1995Marco: Scozia vs Italia nel 6 Nazioni 200796) Sconfitta più incredibile Mirco: quella degli All Blacks neiquarti dei mondiali 2007Marco: Irlanda vs Italia nel 6Nazioni 2006

La grinta di Mauro

97) Avvenimento privatoMirco: il diploma in ragioneria nel 2002Marco: … beh, è privato!!!

per concludere98) Chi sono stati i tuoi allenatori: Mirco: mio padre Arturo,Babetto, Ravanelli, Lorigiola,Cavinato, Kirwan, Berbizier,Mallett e via così…Marco: mio padre, LucaSpringolo, Marco Pierangelo,Nicola Gottardo, MarzioZanato, Luca Giorio, VittorioMunari, Michael Ceika, GeorgeCoste, Massimo Mascioletti,Brad Johnstone, John Kirwan,Pierre Berbizier, NickolasMallet e spero di non averdimenticato nessuno… 99) Qual è il tuo motto preferito Mirco: chi la dura la vinceMarco: non fare agli altri quelloche non vorresti fosse fatto a te.100) Definisciti in poche parole Mirco: gran lavoratore, non mi arrendo mai!!!Marco: vero! lMirco e Marco in posa per

calendario osé

di Gianfranco Colasante

Da Rosetta al boom

“ROSA”

Lo sport italiano al femminile continua a crescere per partecipazione e risultati. Tutto iniziò, a livello olimpico, con la presenza ad Anversa

1920 della tennista Gagliardi, unica donna azzurra insieme a 169 uomini.Gianfranco Colasante, storico dello sport, ci racconta la storia

di questa dimenticata “suffragetta”

questa strada? Pochi ne ricor-dano il nome: si trattava di unaragazza milanese di venticinqueanni che si chiamava RosettaGagliardi. È lei la prima italianaad aver gareggiato ai GiochiOlimpici. Capitò nel 1920 adAnversa. La grande guerra si era conclu-sa da un anno e mezzo, lascian-do molte ferite e molte piaghe. Ilnostro Paese era alle prese congravi sussulti sociali, attraversa-va i mesi concitati della “vittoriamutilata”, dell’impresa fiumana,mentre stava per aprirsi il “bien-nio rosso” che spianerà la stra-da di Roma alle camicie nere.Sono tempi d'incertezze e didisoccupazione, di violenze elunghi scioperi.In quelle condizioni, parlare diOlimpiadi appariva una frivolez-za, un'irriverenza. Per di più nonc’era nessun organismo ingrado di occuparsi seriamentedella partecipazione degli

Secondo molti osservatori, losport (olimpico) italiano diventasempre più al femminile. Nonper nulla le previsioni del CONIindicano che il sorpasso è pros-simo, si concretizzerà a Londra2012: a quell’epoca il numerodelle medaglie conquistate dallesignore dovrebbe superarequelle degli uomini. Staremo avedere. Ma è certo che, nelleultime edizioni dei Giochi estivi,le squadre italiane hanno regi-strato una crescita esponenzia-le delle donne rispetto aimaschi. La componente femmi-nile - in termini percentuali - erastata del 30,6 ad Atlanta 1996, aSydney 2000 era salita al 31,9,ad Atene 2004 era schizzata al37,1, a Pechino 2008 ha rag-giunto il 39,2. Per memoria sipuò ricordare che a Roma 1960era appena del 12,1 per cento.Dati un po’ freddi, ma che solle-citano almeno una domanda:chi è stata la prima ad aprire

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Gianfranco Colasante, giornalista escrittore, si è occupato per oltrequarant’anni della comunicazionenel CONI. Specialista di sportdell’Ottocento e dell’Olimpismo, hascritto numerosi libri di approfondi-mento. In particolare: Lo sport inItalia (1977, edito dalla Presidenzadel Consiglio); Momenti di Gloria(1993, Premio Bancarella); Lanascita del Movimento Olimpico inItalia (1996, per il Centenario deiGiochi indetto dal CIO); Alle radicidell’Olimpismo Italiano (2006,edito dal TOROC per i Giochi diTorino). Su incarico del Ministeroper i Beni e le Attività culturali nelbiennio 2003-04 ha redatto i per-corsi del “Museo Nazionale delloSport”. Per conto dell’IstitutoTreccani ha diretto la“Enciclopedia dello Sport” il cuisettimo volume ha visto la luce nel2005. Attualmente dirige il quoti-diano telematico SportOlimpico(www.sportolimpico.it).

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azzurri a quei Giochi, che deCoubertin aveva fortementevoluto che ripartissero dal mar-toriato Belgio. E poi, chi soster-rebbe le spese? L’incertezza elo scetticismo durano fino apoche settimane dall’inaugura-zione. Poi, l’inatteso colpo diteatro. Di affrontare e risolverel’intera questione s'incarica ildinamico generale Carlo Montù,formalmente presidente di unCONI che non ha né strutturené mezzi. Vista l’impossibilità diavere un contributo governativo- sollecitato, ma rifiutato - Montùha un’idea un po’ folle: lanciareuna sottoscrizione popolare perraggranellare i fondi per potermandare la squadra olimpica adAnversa. Ottiene un successoinsperato: in pochi giorni racco-glie la somma desiderata, supe-riore al mezzo milione di lire. Inquel modo, la squadra puòessere assemblata e salire sultreno. Qualche lira avanzaanche per dotare i suoi membridi una divisa: è la prima voltache accade nella storia olimpicaitaliana.Partono così per Anversa 170atleti: 169 uomini e una ragaz-za, la nostra Rosetta, vera suf-fragetta dello sport azzurro. Mavediamola da presso, questagiovane nata a Milano il 9 feb-braio 1895. Le foto seppiatedella cerimonia d’apertura lamostrano sorreggere a duemani un pesante gagliardetto,mentre sfila – un po’ intimidita –alla destra del grande NedoNadi, il quale a sua volta inalbe-ra la lunga e pesante asta coltricolore e che la sovrasta inaltezza di più di una spanna.Era la sola senza divisa. Perl’occasione aveva indossato unleggero abito bianco a balzericamate e un cappellino acaschetto di un imprecisatocolore scuro, che quelle fotonon ci trasmettono. Nota dicivetteria: un sottile monile astringere l’avambraccio destro eun orologio di foggia maschile alpolso sinistro.Rosetta Gagliardi si misurò concoraggio nel torneo di tennis.

Non proprio da sprovveduta, seè vero che nel singolare appro-dò al secondo turno, facendoanche un'apparizione in doppiomisto in coppia con il genoveseCesare Colombo. Una prova dicoraggio.Risiedeva proprio nel coraggiol’arma migliore della giovane.Almeno a stare il giudizio che dilei forniva il conte AlbertoBonacossa, suo primo tifoso, ilquale ne apprezzava le caratte-ristiche di gioco e la combattivi-tà: “Non tralascia mai di tentaredi riprendere una palla impossi-bile, e la sua resistenza èincommensurabile; i suoi pallo-netti sono diventati un'istituzio-ne”. Era il suo tipo di gioco,quello più congeniale, impostatosull’attesa, sulla difensiva. “Lanostra tecnica era piuttostoapprossimativa, io servivo disotto, tagliato, e la mia arma piùterribile era il pallonetto”, ricor-

Una rara foto di Rosetta Gagliardi (a destra) insiemealla collega Teda Marchini

derà molti anni dopo. Come ten-nista la giovane Rosetta eracresciuta proprio al “TC Milano”che Bonacossa aveva costruitoa proprie spese.E le sue armi le aveva affinateproprio in quel ristretto cenacolodel lawn-tennis che si era anda-to raccogliendo attorno allalunga e carismatica figura diBonacossa, in un’epoca nellaquale “si giocava senza maestrie ognuno inventava il suo ten-nis” personale. Tanto che quan-do il conte decise di organizzareil viaggio di un gruppo di gioca-tori del circolo per partecipare aiGiochi, parve naturale che diquella spedizione facesseroparte anche le signore, almenoquelle che abitualmente fre-quentavano il club milanese. Maa conti fatti era partita la solaRosetta che più di tutte parevaavere la determinazione giustaper uscire dal piccolo circuito

Bonacossa e di lei buonaamica, nel corso dei campionati1921 tenutisi a Madesimo.Ma gli anni passavano presto.Nel frattempo c’era stato l’incon-tro con il futuro marito, un gioca-tore neozelandese arrivato aMilano per studiare il bel canto:George S. Prouse. Più tardi,dopo aver fatto parte della C.T.italiana per la Davis, Prouseavrebbe preso un’altra strada,affermandosi come il maggiorcostruttore di racchette in Italia.Dopo il matrimonio, avvenutonel 1932, Rosetta lasciò definiti-vamente il tennis e lo sport,anche per la nascita del primo-genito Johnny, che non neavrebbe seguito le orme, prefe-rendo gli studi e la laurea iningegneria presa in Inghilterra.La prima donna dello sport olim-pico italiano, troppo prestodimenticata, si è spenta inSvizzera a fine luglio del 1973.l

frequentato, le cui trasferte siesaurivano in brevi tappe aSt.Moritz o a Montecarlo. È vero, ci voleva del coraggioper sfidare quella roccafortemaschile ch’era lo sport di que-gli anni, con tutti i suoi pregiudi-zi, tanto più nel tennis dove eraancora più difficile farsi largo.Per una signorina, poi, era pro-blematico anche abbigliarsi cor-rettamente per giocare, conquell’imperativo che imponevadi non scoprirsi troppo. Per que-sto la divina Suzanne Lenglenconsigliava alle signore “unsemplice abito-camicia di tela, odi piqué bianco, stretto alla vitada un nastro o da una cintura;maniche corte, scarpe di telabianca, turbante avvolto intornoal capo”. L’aria dello sportRosetta l’aveva respirata incasa sin da bambina, dalmomento che suo padre erastato un dirigente del ciclistico“Veloce Club Milano”. Nientebicicletta per lei (sarebbe statosconveniente …), ma il distintopattinaggio a rotelle sin dai diecianni d’età; poi, prima dei venti,l’incontro con il tennis e, piùtardi ancora, con il nuoto e conla scherma. Sin dai primiapprocci con la racchetta laragazza aveva mostrato di pos-sedere le doti giuste, sia fisichesia caratteriali, pur se nella tec-nica la sopranzano diversealtre, come la baronessinaBologna e la più giovane GiuliaPerelli che ne diventerà insepa-rabile e fidata compagna di dop-pio. Ad Anversa - dove il gruppodei tennisti italiani alloggiò aproprie spese in albergo e nonnel ritiro della “Casa degliItaliani”, la villetta che Montù,aveva affittato per ospitare gliazzurri -, coccolata un po’ datutti, la Gagliardi si fece apprez-zare oltre le attese, tanto da fardire a Bonacossa: “E' stata l’ido-lo della colonia italiana, ha stu-pito tutti per il suo gioco energi-co, per la difesa ad oltranza, perla capacità prodigiosa nei movi-menti, per la grande tecnica digara”. Campionessa italiana disingolare dal 1919 al 1922, ma

sconfitta l’anno seguente dal-l’amica Perelli, si riprese il titolonel 1924, all’epoca della suaseconda esperienza olimpica.Ormai ci ha preso gusto e sisente più matura. Così, aColombes, Rosetta si sottoposea un vero tour-de-force parteci-pando ai tornei di singolare, didoppio misto e di doppio femmi-nile. Un menù pantagruelico.Nel doppio, in coppia con la fidaPerelli, arrivò fino ai Quarti, sfio-rando l’accesso alla Semifinaledopo aver perso il primo set piùper sfortuna che per demeriti.Ma non aveva mai del tuttorinunciato al pattinaggio, tantoda riuscire a vincere – tra il 1912e il ’22 – sei titoli italiani sullerotelle. Aveva provato anche sulghiaccio, disciplina che allacorte del conte Bonacossa eraun vero culto, tanto da porre inserie difficoltà la stessa contes-sa Marisa, consorte del

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Rosetta Gagliardi insieme al marito George S. Prouse (a destra) e al conte Bonacossa

di Antonio La Torre e Antonio Dotti

Due esperti tecnici suggeriscono la strada da intraprendere nell’allenare giovani aspiranti atleti: come scegliere il gruppo

di specialità più idonee alle loro caratteristiche e la giuste metodiche di allenamento adatte alla loro età

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Quando un giovane aspiran-te atleta si presenta su di uncampo di atletica leggera, altecnico compete un compitoarduo ma decisivo: attraverso lavalutazione delle qualità fisichee motorie indirizzarlo a un grup-po di specialità nelle qualipotrebbe eccellere per poi indi-cargli, una volta giunta l’etàdella specializzazione, una spe-cifica disciplina. Il compito è diper sé difficile perché richiedeesperienza e utilizzo di proce-dure che siano sufficientementeidonee e consolidate. Di solitoinvece questo tipo di screeningnon si attua o perché la struttu-ra fisica dell’allievo è già per serivelante (si pensi ai lanci) o per-ché il tecnico privilegia alcunespecialità e quindi, invece diadattare al giovane una vesteche ne esalti le peculiarità, silimita a vestirlo con i panni checome tecnico più gli aggradano.Ci troviamo di fronte ad un'im-posizione che appare lievesoprattutto se l’atleta è dotato dibuone qualità motorie di parten-za e quindi in grado di eccellerein un'ampia gamma di discipline

Antonio La Torre è professore associato presso la Facoltà di ScienzeMotorie, Università degli Studi diMilano in “Metodi e Didattiche delleAttività Sportive”. Tecnico di atleticaleggera è l'allenatore personale delmarciatore Ivano Brugnetti, campio-ne mondiale della 50 km a Siviglia1999 e campione olimpico della 20km ad Atene 2004. Appassionato fruitore di musica rock (fan di BruceSpringsteen, degli WHO e dei PearlJam ). Ha visto almeno 100 volte il film “The Blues Brothers” .

Antonio Dotti è diplomato in educazione fisica e laureato in scienze motorie. E' maitrise in sciences et techniques des activite’s physiques et sportives. Tecnico benemerito (carica ad honorem) della Fidal è stato responsabile nazionale del settoremezzofondo veloce. Ama i gialli scritti da svedesi

Non PERDIAMOil campioncino

(e non solo quelle atletiche), mache deve far riflettere perchépotrebbe rivelarsi un fattore limi-tante lo sviluppo e l’esplorazio-ne delle potenzialità atletichedel ragazzo. Dunque il primosuggerimento, una volta iniziatoil percorso didattico, è quello diproporre sequenze di movimen-ti estremamente vari che accre-scano il bagaglio motorio delgiovane atleta. Il primo obiettivoda realizzare è quello di fareanzitutto un atleta, poi si decide-rà se velocista, lanciatore, salta-tore o corridore di medie-lunghedistanze. Dovrebbe essere que-sto un principio condiviso datutti coloro che si occupano diattività sportiva e di sviluppodelle carriere sportive dei giova-ni atleti. Seguendo il principiodella multilateralità (e per taletermine s'intende la ricerca diuna formazione motoria maistandardizzata, ma tesa allamessa in crisi delle abilità con-solidate) il tecnico dovrà far per-venire il giovane a livelli che gliassicurino:l una buona mobilità articolare;l un'ottima coordinazione;l buona efficienza muscolarel rapidità di azioni sia semplicisia complesse.Il periodo temporale favorevolea questo tipo di apprendimentoin realtà sarebbe di gran lungasuperato, poiché queste abilitàmotorie dovrebbero essere affi-nate nella scuola primaria, matant’è, qualcuno deve pur svi-lupparle e se Maometto non vaalla montagna…

La varietà delle sedute di alle-namento assicurate da continuenovità motorie (ed anche inte-ressanti sfide psicologiche) saràil presupposto utile a consentireal tecnico la garanzia di unlungo periodo di lavoro, neces-sario per far evolvere le capaci-tà del giovane atleta.Nel merito, considerato chetanto è più allungato il muscolo,maggiore sarà la sua capacitàdi contrarsi in età giovanile, saràfondamentale occuparsi soprat-tutto di creare situazioni di parti-colare allungamento muscolaree di efficacia del gesto. In que-sta età le qualità di forza (ele-mento fondante di tutte le quali-tà condizionali) sonosoggette ai forti cam-biamenti biologici estrutturali legati all’etàe ai processi di cresci-ta (la produzione ditestosterone su tutte).I tumultuosi cambia-menti in atto richiedo-no al tecnico un’atten-zione particolare allacura dell’efficacia deigesti e alla qualità deimovimenti realizzatidai giovani atleti.Questa tappa del per-corso didattico tende asviluppare i presuppo-sti di un gesto tecnicocorretto che con il pas-sare del tempo verràarricchito da ulteriorimovimenti complessi.Se le basi inizialisaranno state esatta-

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mente impostate, l'importantetraguardo raggiunto sarà quellofondamentale ai fini della pre-stazione, cioè l’economia delgesto atletico (importante nonsolo nella corsa ma anche inspecialità molto tecniche comequelli dei salti o dei lanci). Nonci si stancherà mai di ripetereche chi aspira al raggiungimen-to dei più alti livelli non può pre-scindere dal possedere una tec-nica esecutiva estremamenteraffinata.Ogni individuo rappresenta unessere unico e originale, con ilproprio patrimonio genetico lecui risposte di apprendimento edi adattamento soggiacciono auna legge definita “eterocronia”che ne caratterizza la tempisti-ca. Grave errore sarebbe di nontenere in considerazione daparte del tecnico gli aspetti tem-porali dell’apprendimento. Silimiterebbe il processo educati-vo. E di conseguenza si conse-gnerebbe al giovane una capa-cità monca che potrebbe esserelimitante per la prestazione futu-ra. Una volta iniziato il camminodell’allenamento, il tecnico devetenere presente alcuni principiche costituiranno gli elementifondanti della sua metodologiadi allenamento.

suo percorso formativo, siandrebbe incontro a un proces-so formativo che inevitabilmenteporterebbe a ignorare momentiimportanti e quindi causare ilfallimento.L’errore di seguire metodologiedestinate ad atleti adulti porta aintraprendere strade che certa-mente nel breve periodo saran-no utili per il raggiungimento dibuoni risultati, ma nel lungoperiodo saranno altamente limi-tanti in quando le scelte meto-dologiche sono rivolte menoall’aspetto di costruzione di unfisico ancora in formazione e piùall’immediato ottenimento di unrisultato forzando quell’etero-cronia cui si accennava poc’an-zi. Le abilità motorie acquisitedevono essere il frutto di unpiano educativo ben preciso enon il risultato di forzature cheimpedirebbero la perfetta inte-grazione con altri movimenti diqualità e difficoltà superiore.Il non rispettare le giuste tempi-stiche porta spesso il tecnico anon considerare che in età gio-vanile le modificazioni fisichesono tumultuose e devono con-sentire allenamenti non esage-rati come quantità, anche sebisogna comunque educare a“fare tanto lavoro, variato, chestimoli tutta la vasta gamma dicapacità del giovane atleta",favoriti dal fatto che la strutturamuscolare non ha assuntoancora una sua forma definitiva.Se invece si sottopongono gliatleti ad allenamenti molto volu-minosi e intensivi, ci sarà unarisposta anabolica eccellentema che non si manterrà neltempo, per cui assisteremo adatleti che primeggiano nellecategorie giovanili per diveniresempre più modesti man manoche essi si stabilizzano nellacrescita. Il che porta alla disaffe-zione (vista la modestia deirisultati che contrasta con l’abi-tudine a primeggiare), motivoprincipale adottato anche damolti tecnici per spiegare gliabbandoni giovanili, mentreconverrebbe porsi auto critica-mente il tema del non rispetto diapprocci equilibrati e rispettosi

Innanzitutto si deve contenerela voglia di applicare metodi dilavoro utilizzati da atleti adulti;questa tendenza che utilizza iltermine tecnico di “micronizza-zione” rappresenta l’abitudine diridurre come numero e quantità,gli allenamenti previsti per gliatleti adulti; quando invece s'in-tende impostare un lavoro perun atleta giovane è necessariopensare di trovarsi di fronte adun soggetto del tutto nuovo cherichiede nuovi mezzi di lavoro.E’ facile essere aggiornati sullemetodologie di allenamento deigrandi atleti. Bisogna però tenere conto cheessi sono il risultato di unalunga applicazione ed elabora-zione su di un individuo partico-larmente dotato e quindi ingrado di sostenere moli di lavo-ro che per altri risulterebberopericolosi. Gli schemi di allena-mento di un adulto non devonoessere ridotti poiché sono ridot-te le sedute di allenamento; essirappresentano elementi cheandranno affrontati in tempi suc-cessivi. In più non bisognadimenticare che il campione hapercorso una strada che portan-dolo all’eccellenza ha compresoin sé tutta una serie di passaggiformativi fondamentali. Limitandosi a copiare quantofatto dal campione, e non cono-scendo minuziosamente tutto il

dei processi di maturazionedegli atleti. In un giovane con-viene perseguire molti piùmomenti di massima forma pro-prio perché avvengono modifi-cazioni morfologiche continue enon è possibile né consigliabileipotizzare un solo periodo dimassima forma. E’ invece prefe-ribile prevedere diversi momentinell’anno in cui il giovane si tro-verà a esprimere il potenziale"di quel momento". Tutto ciò consentirà al tecnico disoffermarsi con più calma sullacompensazione di eventualicarenze, causa principale dellamancanza del raggiungimentodi livelli assoluti di prestazione,sapendo che comunque i risul-tati consoni a quel momentotemporale sono solo rimandatidi poco. Molti studi oramai pre-sentano casistiche che dimo-strano in modo evidente che incaso di una forzatura della pro-gressione cognitiva si va incon-tro a un potenziale inevitabil-mente monco che porterà inevi-tabilmente il giovane a privarsidella possibilità di raggiungereappieno le sue possibilità mas-simali. Il tecnico deve dunqueassicurare:A) Una seduta di allenamentointeressante in cui gli obiettivi diquell’allenamento vengono per-seguiti attraverso strade il piùpossibile varie e non ripetute.B) La seduta deve essere impe-gnativa in proporzione alle pos-sibilità del ragazzo; bisognacostruire l’allenamento sulragazzo e non viceversa.C) La seduta deve essere spie-gata ed essere estremamentechiara circa le finalità da perse-guire. Il ragazzo deve sapereche cosa sta facendo. Ignoraregli scopi e i mezzi per ottenerliporta al rifiuto di un lavoro se losi giudica troppo faticoso esenza senso.Se ci si atterrà a questi principipotranno essere evitati erroriche al momento parrannoveniali ma che nel proseguiredell’allenamento costituirannoveri e propri muri invalicabili perla realizzazione del talento del-l’atleta. l

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di Maurizio Casasco, presidente della FMSI

FMSI, per losport e la vita

Con questo articolo del suo Presidente inizia la collaborazione tra la nostra rivista e la Federazione Medico Sportiva Italiana. Si parte

ricordando il ruolo, sempre più importante e ampio, svolto dall’ente e non solo nei riguardi degli atleti

Specialista in Medicina delloSport nasce come Medico deglisportivi e in tale veste può esse-re considerato oggi come ilprimo “consulente” dell’atleta.Egli, infatti, assiste gli atleti dialto livello delle squadre nazio-nali, così come quelli di qualsia-si altra categoria appartenentialle Società sportive, per ogniesigenza di carattere medico ofunzionale, supportando lo stafftecnico nello stabilire come pra-ticare l’attività sportiva senzacontroindicazioni per la salute eassumendosi la responsabilitàdei processi terapeutici e riabili-tativi degli atleti ammalati oinfortunati. Di esclusiva compe-tenza del Medico dello Sport(D.M. 18/02/1982) è anche ilrilascio del certificato d'idoneitàalla pratica agonistica. Un obbli-go di legge ma non solo: la cer-tificazione d’idoneità rappresen-ta il più valido strumento di pre-venzione per la tutela sanitariae la valorizzazione del patrimo-nio sportivo nazionale. Va, infat-ti, tenuto presente, fatto troppospesso sottovalutato e poco

indietro nei tempi, solo agli inizidel secolo scorso, infatti, comin-ciarono a costituirsi associazioninazionali e un’organizzazioneinternazionale a riconoscimentodelle scienze mediche applicateallo sport. Oggi la FMSI è unadelle 45 Federazioni del CONI,oltre che Società Scientifica diMedicina dello Sport, ed è rap-presentata da oltre 4.700 medi-ci tesserati presenti su tutto ilterritorio nazionale. Essa èmembro della FederazioneInternazionale di Medicina delloSport (FIMS) e dellaFederazione Europea diMedicina dello Sport (EFSMA)e, facendo tesoro di un’espe-rienza unica, che si basa anchesulla storia delle Scuole diSpecializzazione in Medicinadello Sport, nate proprio in Italianel 1957, costituisce un punto diriferimento della Medicina delloSport in Italia e nel mondo.Ma chi è il Medico dello Sport eche ruolo ricopre nel mondosportivo? Le parole del Prof.Cassinis risuonano ottanta annidopo più attuali che mai. Lo

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“Siamo incorsi fino ad oggiin un grave errore lasciando che igiovani si gettino con cieco entu-siasmo nello sport, senza saperefin dove il loro organismo possasopportare il lavoro muscolareimposto ricevendone il bene equando incominci a riceverne ilmale. E’ necessario che all’istrut-tore, il medico dica come si puògiudicare il valore fisico di ognisoggetto, quali sono i limiti entroi quali i suoi singoli organi nonsaprebbero adattarsi al lavororichiesto senza fare appello aenergie di riserva che spesso liportano al confine tra la funzionefisiologica e la patologica. Glierrori commessi nel passatoremoto e vicino non devono ripe-tersi più”. Così scriveva sulruolo della Medicina dello Sport,Ugo Cassinis, primo Presidentedell’allora Federazione ItalianaMedici Sportivi. Era il 1929 annoin cui per la prima volta vennericonosciuta l’obbligatorietà diuna visita per gli atleti agonistida parte di medici specializzatie fu inaugurato il primo Istitutodi Medicina dello Sport presso ilnuovo stadio di Bologna. Quelladella Federazione MedicoSportiva Italiana è una storialunga 80 anni: benchè il legametra la medicina, l’educazionefisica e lo sport risalga molto

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mondo dopo quello di LosAngeles per numero di controlli(circa 15.000 ogni anno), dota-zione tecnologica ed efficienzaorganizzativa.Tuttavia, la lotta al doping nonpuò limitarsi alla sola repressio-ne e, da sempre, uno dei puntiqualificanti l’azione dei medicidella FMSI e un obiettivo eticoche da sempre ispira la politicafederale è costituito dalla pre-venzione e dall’educazioneattraverso il richiamo continuo avalori etici che vadano a benefi-cio dell’atleta.Lo specialista in Medicina delloSport, dunque, svolge un ruolofondamentale per la tutela dellasalute degli atleti, così comerichiamato dai compiti istituzio-nali della FMSI, che, lo ricordia-mo, è una delle FederazioniSportive del CONI. Tuttavia, la funzione dello spe-cialista in Medicina dello Sportnon si ferma qui, anzi da questaspecifica esperienza con gliatleti trova spunto, forza e moti-vo per mettere la propria com-petenza, acquisita nel percorsoformativo universitario e svilup-pata nello sport, al servizio diuna popolazione più vasta: tutticoloro che fanno dell’esercizio

fisico uno strumento per conse-guire o mantenere uno stato dibenessere psico-fisico.Si tratta, dunque, di una quotaelevatissima della popolazione,che va da chi, in buona salute,cerca di mantenere tale stato, achi, portatore di un qualche fat-tore di rischio (obesità, ipercole-sterolemia, ecc.) desidera pre-venire l’insorgenza di una pato-logia, a chi, già portatore di unamalattia cronica non trasmissibi-le (diabete, ipertensione, cardio-patia, ecc) vuole ridurre o perfi-no eliminare gli effetti dello statodi malattia. Per tutta questa popolazione(ed anche, si spera, per quel40% ancora del tutto sedenta-rio) lo specialista in Medicinadello Sport rappresenta unpunto di riferimento unico.Infatti, non molti sanno chel’esercizio fisico, così come perun farmaco, va prescritto e som-ministrato in maniera individua-lizzata. Diceva Ippocrate, circa2600 anni orsono, che la giustavia per la salute consisteva inuna buona alimentazione e inuna corretta pratica dell’eserci-zio fisico, che non fosse tropponé troppo poco. Nulla è cambia-to da allora. L’esercizio fisico

considerato, che la visita d’ido-neità non ha solo la funzione dievidenziare eventuali incompa-tibilità con la pratica sportiva,ma anche e soprattutto di rileva-re piccole patologie che, setempestivamente diagnosticate,comportano una migliore qualitàdella vita oltre che un risparmiosicuro per il Sistema SanitarioNazionale. Lo specialista inMedicina dello Sport riveste,dunque, un ruolo sociale d'indi-scutibile rilevanza, in un conte-sto nel quale, non esistendo piùla visita medica di leva e il medi-co scolastico, la visita d'idoneitàalla pratica sportiva agonisticarimane l’unico momento discreening di massa esistentenel nostro Paese.E’ tra i compiti della FMSI anchela lotta al doping. In quest'ambi-to la repressione rappresenta,indubbiamente, un elementoirrinunciabile e il nostro Paese,graziealla FMSI, si avvale diun’organizzazione che vantaun’esperienza tra le più presti-giose al mondo al servizio siadell'Organizzazione NazionaleAntidoping (NADO), che in Italiaè rappresentata dal CONI, siadello Stato: dalla fase pre-anali-tica (prelievo e trasporto in sicu-rezza del campione biologico)svolta dai 550 Doping ControlOfficers (DCO), tutti medici tes-serati FMSI e certificati, allafase analitica che si svolge nellaboratorio Antidoping di Romadella FMSI, unico in Italia accre-ditato dalla World Anti-DopingAgency (WADA) e secondo al

Il presidente Casasco mentre premia Rita Levi-Montalcini, membroonorario della Fmsi

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può essere inutile o perfino dan-noso se non viene prescritto esomministrato nelle dovute dosie modalità (durata, frequenza,intensità, ecc.). La prescrizionedell’esercizio fisico, dunque,deve tener conto di numerosiparametri, che vanno dallecaratteristiche anagrafiche eantropometriche dell’individuo,al suo stato di salute, al suolivello di efficienza fisica (la suacapacità funzionale). Ne conse-gue che per prescrivere attivitàfisica è necessario possedereconoscenze di clinica e di fisio-logia dell’esercizio fisico e deglisport e l’unico competente ingrado di consigliare e quindiprescrivere al soggetto il tipo e ilmodo di fare attività fisica è loSpecialista in Medicina delloSport.La FMSI sta dando grandeimpulso a quest'aspetto dellaprofessionalità e competenzadei propri tesserati, sia pianifi-cando e realizzando una vastaattività di formazione e aggior-namento, sia avviando concreteiniziative a favore della popola-zione coinvolgendo a tal fine gliIstituti e i Centri di Medicinadello Sport diffusi sul territorio econ essa convenzionati. Basti

citare, a titolo, di esempio laconvenzione stipulata con laSocietà Italiana di Diabetologiaper la creazione di team misti(medico dello sport-diabetolo-go) finalizzata a una più efficacegestione, attraverso l’eserciziofisico, delle persone con diabetedi tipo II.Migliorare la qualità della vitadella popolazione attraverso uncorretto stile di vita, basato prio-ritariamente sull’esercizio fisico,è una sfida impegnativa che

interessa prima di tutto lo Stato,così come molte Istituzioni e dif-ferenti categorie professionalidel nostro Paese. La FMSIintende svolgere un ruolo fon-damentale in tale processo emette in capo, a disposizione ditutte le altre realtà coinvolte, lapropria specifica competenza,certa che l’integrazione di piùruoli e la collaborazione fra tuttele branche della classe medicasia una formula vincente a favo-re della popolazione. l

Maurizio Casasco parla durante il Congresso nazionale FMSI

Un atleta si sottopone a un controllo cardiaco

zione ventricolare, che determi-na una gravissima anomalia difunzionamento del cuore ilquale non riesce ad apportareun adeguato flusso di sangueagli organi vitali. Di fronte a tale evenienza, unintervento tempestivo e tecnica-mente efficace è di fondamenta-le importanza per aumentare leprobabilità di sopravvivenzadelle vittime di arresto cardiacoextraospedaliero.L’unico rimedio per l’interruzio-ne della fibrillazione ventricolareè la defibrillazione elettrica, cioèl’erogazione di una scarica elet-

L’arresto cardiaco, cioè l’im-provvisa e repentina interruzio-ne delle funzioni del cuore, è unevento che può colpire chiun-que. Esso ha un grosso impat-to culturale e clinico con un'inci-denza di 1 caso/1000abitanti/anno, quindi tra 50.000e 70.000 casi di morte l'anno.Nella maggior parte dei casi l’ar-resto cardiaco è determinato,nell’adulto, da un'irregolarità deibattiti cardiaci, definita fibrilla-

trica d'intensità prestabilita alcuore, mediante due placcheapplicate sul torace in zone bendeterminate.Infatti, circa il 25% dei pazientipotrebbe essere rianimato sevenisse defibrillato entro 4-5minuti dall’evento, poiché perogni minuto la possibilità disopravvivenza si riduce del10%. Se la defibrillazione vienepraticata velocemente è possi-bile il ripristino di un ritmo car-diaco valido con conseguenterecupero dello stato di coscien-za senza danni cerebrali.BLS/D è acronimo di “Basic Life

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Una qualificata cardiologa spiega come evitare drammatici esiti dopo un improvviso arresto cardiaco durante la pratica sportiva o in qualsiasi

momento di un’attività sociale. Fondamentale l’intervento tempestivo con un defibrillatore e con l’esperienza di volontari istruiti

Pensiamo al

CUORE

Le varie fasi da seguire dopo un arresto cardiaco

di Elisabetta Rubino

La dott.ssa Elisabetta Rubino ha unalaurea in Medicina e Chirurgia conseguita presso l’Università deglistudi di Catania nel 1981. Nel 1987ha conseguito la specializzazione incardiologia presso l’UniversitàCattolica del Sacro Cuore di Romanel 1987. E' responsabile della UOSCardiologia P.O. San Luigi-S.Curròdi Catania dal novembre 2005. E'autrice di numerose pubblicazioni,relazioni e comunicazioni aCongressi Scientifici

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Alcuni volontari fanno pratica all’esterno

Support and Defibrillation”, eindica la successione e lamodalità di esecuzione standar-dizzata delle manovre da effet-tuare precocemente per laRianimazione Cardiopolmonare(RCP) di base e di utilizzo deldefibrillatore semiautomatico.Il fatto che gli atleti siano perso-ne sane, non comporta che essinon possano essere colpiti daarresto cardiaco, come purtrop-po si è più volte verificato, indi-pendentemente dalle prestazio-ni agonistiche.La presenza del defibrillatoresemiautomatico esterno e dipersonale adeguatamente for-mato durante le attività inpalestra e nel corso dicompetizioni spor-tive garantisceun interventotempestivo ingrado di sal-vare la vita, inattesa dellasquadra dis o c c o r s oavanzato.La pratica el ’adegua-tezza dellemanov red ' i n t e r -vento si

acquisisce partecipando ai corsiBLS/D, tenuti da istruttori certifi-cati, mediante i quali si ottieneun brevetto di “esecutoreBLS/D”. I corsi hanno la finalità di pro-muovere la formazione di perso-nale anche non sanitario, cioè diesecutori definiti “laici”. L’esecutore BLS/D non effettuainterventi “medici”; non deveporre diagnosi specifica madeve apprendere sistematica-mente un metodo che, in casodi arresto cardiaco, gli consentadi gestire il soccorso, con il sup-porto del defibrillatore semiauto-matico, al fine di prevenire i

danni cerebrali del soggetto conperdita di coscienza. L’attuazione dell’intervento èpossibile attraverso sequenzestandardizzate e ottimizzatecome stabilito da linee guidaInternazionali, al fine di attuarela cosiddetta “Catena dellasopravvivenza”, secondo codifi-cati algoritmi di riferimento.Cerchiamo quindi di diffonderela cultura del primo soccorso, ilsoccorso di base, attraverso lapromozione e la divulgazionedei corsi BLS/D.Questi ultimi sono proposti eorganizzati da prestigiose socie-tà scientifiche quali l’ANMCO(Associazione Nazionale MediciCardiologi Ospedalieri) che par-ticolarmente nel corso degli ulti-mi anni ha attuato il progettonoto come “Cascata FormativaANMCO” con il proposito di dif-fondere nel nostro paese la cul-tura e l’addestramento allaRianimazione Cardiopolmonare(RCP), l’IRC (ItalianResuscitation Council), la SIC(Società Italiana di Cardiologia)o organizzazioni quali la CRI(Croce Rossa Italiana). Il calendario dei Corsi BLS/D èdisponibile sui siti ufficiali dellesingole associazioni. Attiviamoci e corriamo non sol-tanto per lavoro, per sport, perqualunque altro motivo, ma persalvare vite umane! l

Un defibrillatore semiautomatico esterno

La donna possiede dellecaratteristiche psicologiche ecomportamentali che la differen-ziano, per molti aspetti, dalmaschio. Tali caratteristichesono la risultante di una costru-zione sociale oltre che la conse-guenza del suo genere sessua-le. La pressione sociale, infatti,spinge la bambina, come ilmaschietto, a conformarsi aglistereotipi culturali correnti.La donna-atleta, poi, si trova adagire e interagire in un ambitosociale, lo sport, che è storica-mente un ambitodi attività maschi-le. Inizialmente losport femminile èstato attivamenterifiutato, poi sem-plicemente igno-rato, in seguitovisto con qualcheriserva e solor e c e n t e m e n t eaccettato eanche attivamen-te sostenuto,limitatamente aquelle disciplineche comunquecollimano con

l’ideale estetico ed espressivofemminile. Fatto sta che attual-mente il numero di donne chepraticano sport è in grandeaumento e, di conseguenza, èin aumento anche il numerodelle atlete agoniste. Sebbenealcune differenze, quelle di ori-gine più marcatamente cultura-le, tra atlete e atleti si siano neltempo attenuate, esistonocomunque delle problematichepsicologiche specifiche delladonna-atleta che devono essereprese in attenta considerazione

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La donna-atleta e il rapporto con l’allenatore: Bruna Rossi, da tempo psicologa affermata con esperienze di alto livello, ci parla di questa

relazione, introdotta da un primo articolo che tratta delle caratteristiche psicologiche delle protagoniste del mondo sportivo in “rosa”

L’altra metà dello

SPORTBruna Rossi, dopo aver conseguito ilDiploma Isef, si è laureata inPsicologia (indirizzo sperimentale) aRoma. Ha in seguito ottenuto ilDiploma di specializzazione inTerapia Cognitivo-Comportamentalee il Dottorato (in Francia). Ha unpassato sportivo nei tuffi di alto livel-lo: quindici titoli italiani, cinquanta-sette presenze in nazionale, parteci-pazione ai Giochi olimpici di Messico68. Ha fatto parte anche della squa-dra italiana di nuoto sincronizzato.Professore Incaricato per l’insegna-mento di "Psicologia" e responsabiledel Laboratorio di Psicologia ePsicofisiologia all'Isef di Roma, si ètrasferita nel 1996 in Francia pressol’Universitè Joseph Fourier diGrenoble dove è attualmente docentedi Psicologia nel Master “Ingènieriede dispositif de rèhabilitation et d’en-trâinement”. Nel 1987 ha ottenuto ilPremio Letterario del CONI per illibro "Fisiologia e Psicologia degliSport" (Collana EST Mondadori).nSiè occupata della preparazione psico-logica di diverse squadre nazionalivincitrici di Campionati del Mondo edi Giochi Olimpici (pallanuoto, pal-lavolo, pentathlon moderno, ciclismosu pista), dei calciatori dell’Inter, delTeam Prada (Coppa America divela), della nazionale maschile spa-gnola di pallavolo e di numerosissimiatleti di vertice italiani e francesi.

di Bruna Rossi

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dagli allenatori che sempre piùspesso si trovano a lavorarecon atlete. Certamente, le pro-blematiche che derivano dalledifferenze psicologiche presen-tate dalla donna-atleta sono piùo meno marcate in funzionedelle caratteristiche individualidei due componenti la relazione(allenatore e atleta) e del conte-sto sportivo in cui l’interazioneha luogo. Riassumendo,comunque, almeno sette varia-bili importanti intervengono einteragiscono tra loro:1) il contesto socio-culturale.Fare sport in alcuni Paesi e inalcune culture piuttosto che inaltre assume delle valenzediverse per l’atleta donna epone problemi diversi nel rap-porto allenatore-atleta.2) Le caratteristiche, in terminidi “mascolinità”/“femminilità”,dello sport praticato. Alcunisport si confanno di più allo ste-reotipo culturale della donnache prevede il possesso dicaratteristiche prettamente fem-minili, “espressive” piuttosto chestrumentali (ginnastica ritmica,nuoto sincronizzato, ginnasticaartistica, ne sono un esempio).Sport di contatto o di combatti-mento, fanno parte di un univer-so culturale maschile e pongo-no qualche problema in più alladonna e, di conseguenza, all’al-lenatore. 3) Il tipo di sport (individuale o disquadra) prevede delle dinami-che relazionali diverse tra alle-

natore e allenata.4) L’età dell’atleta. E’ noto, adesempio, che in età adolescen-ziale sia il maschio sia la femmi-na tendono a esasperare alcu-ne caratteristiche legate al lorogenere sessuale nel tentativo diuniformarsi agli standard cultu-rali proposti dalla società diappartenenza. Nelle età suc-cessive, un più alto senso del-l’individualità fa sì che non ci siaccontenti più di conformarsi amodelli maschio-femmina pre-costituiti e si tenda invece adefinire la propria identità in ter-mini di caratteristiche più perso-nali (“l'androginia psicologica” èpiù elevata nell’adulto). Il rap-porto allenatore-atleta deveadeguarsi ai cambiamenti dovu-ti all’età. 5) Il livello di prestazione rag-giunto. Le atlete di élite hanno disolito caratteristiche diverse daquelle di atlete più giovani o dilivello prestazionale inferiore.Questo perché, in assoluto,hanno risolto alcune fasi di pas-saggio o hanno sviluppatocaratteristiche di personalità piùsolide di quelle della maggiorparte delle colleghe.6) In particolar modo poi, lecaratteristiche di personalità ecognitive delle atlete e dell’alle-natore/allenatrice fanno sì chele problematiche relative algenere sessuale siano più omeno pronunciate o, viceversa,superate.7) Certamente è importante sot-

tolineare che tutte queste varia-bili interagiscono ampiamentetra loro dando luogo a configu-razioni di possibili problemi cherichiedono specifiche strategiedi approccio e di soluzione.Caratteristiche femminili rilevan-ti per l’attività sportiva e agoni-sticaElenchiamo rapidamente lecaratteristiche femminili rilevantiper l’attività agonistica e dellequali l’allenatore/allenatrice diun atleta-donna deve necessa-riamente tener conto.Versante Biologico - Sul versan-te biologico la precocità matura-tiva femminile è un fattoreimportante. Tale precocità matu-rativa si risolve in una “vita ago-nistica” più breve per cui anchegli adattamenti nella relazioneallenatore/atleta devono avveni-re in tempi più ristretti.La presenza del ciclo mestrualeporta con sé, da una parte,un'instabilità emotiva maggioreche si esplica con variazioni piùaccentuate del tono dell’umoree con una diversa risonanzadelle situazioni ansiogene aseconda delle fasi del ciclo.Dall’altra, produce variazioniquantitative e qualitative deiprocessi elaborativi (dalla per-cezione, alla presa di decisione,fino all’emissione della rispostamotoria).Attualmente si tende acontrollare sopratutto l’aspettoemozionale attraverso l’uso dicontraccetivi orali ma, a mioavviso, non si tiene abbastanzaconto che l’impatto di alcuni trat-tamenti può peggiorare l’effica-cia di alcune fasi elaborative(Saibene, Rossi. e Cortili 1999).Il ricorso a tali contraccettiviandrebbe attentamente valutatoin discipline dove la presa didecisione o la rapidità di discri-minazione visiva sono essen-ziali (vedi scherma o pallavolo,ad esempio).Un’aggressività fisica meno ele-vata dovuta a un differenteassetto ormonale, spesso sirisolve in uno spirito competitivomeno pronunciato, con conse-guenze evidenti sulla gestionedell’allenamento e della gara.Una specializzazione emisferica

attenzione. Quest'ultimo fattoresi va senz’altro attenuando ed èminimo in alcuni tipi di sport(quelli che, almeno in terminiestetici corrispondono all’idealefemminile corrente) ma è anco-ra molto presente in altri. A tuttociò si aggiunge il minore sup-porto che la ragazza ha da partedel pubblico sia maschile siafemminile (dato questo sulquale varrebbe la pena di riflet-tere) e il fatto che media e spon-sor siano in genere meno attrat-ti dallo sport femminile. Il rap-porto costi/benefici, sia in termi-ni di soddisfazioni personali chein termini economici, è in gene-re meno favorevole per l’atleta-donna per cui le motivazioni chesupportano la pratica agonisticasono assai diverse da quelle delmaschio e devono essere gesti-te adeguatamente dall’allenato-re. (1/Continua) l

1 Si ritiene che esistano tratti psicologi-ci più tipicamente maschili ed altri piùtipicamente femminili. Per “androgi-nia psicologica” s’intende il possesso,indipendentemente dal genere sessua-le, di caratteristiche riferibili aentrambi i clusters.

meno netta è poi alla base di dif-ferenze molto interessanti nel-l’analisi percettiva. Pochi tengo-no in considerazione, ad esem-pio, che in compiti di discrimina-zione visiva la rapidità delladonna è mediamente maggioredi quella dell’uomo e che lavisione periferica è tendenzial-mente migliore. Quest’ultimadifferenza può essere alla basedi un più efficace controllo glo-bale della situazione ma anchefonte di maggiore distraibilità.Versante Culturale - Sul versan-te prettamente culturale, la rapi-dità dell’evoluzione dello sportfemminile ha senz’altro prodottoqualche difficoltà in più nelgestire l’ansia da prestazione. Aquesto va aggiunta la doppiaresponsabilità di cui spesso ladonna si sente caricata nel rag-giungere sia la meta sportiva siaquella sociale (ribalta in uncampo che è stato per moltotempo di dominio maschile) e lostress proveniente da una com-petitività meno accentuata perle succitate ragioni biologiche eper evidenti ragioni culturali. E’evidente che diviene necessarioda parte di chi allena strutturarediversamente l’approccio allagara. Un altro aspetto interes-sante è la maggiore tendenzache la donna ha verso la colla-borazione e la cooperazione.Ciò determina un maggiore inte-resse per lo stare in gruppo(uno dei motivi più frequenti diavvicinamento allo sport daparte delle ragazze è proprioquesto). Tale interesse però,aggiunto all’importanza maggio-re che viene data agli aspettiaffettivi da parte della donna,produce paradossalmente piùconflitti nel gruppo. L’interesse ela tendenza a stabilire legamisociali molto più forti ed emotividi quelli degli atleti maschi,aggiunta alla tipica manierafemminile di socializzare per“diadi” (o in sottogruppi ristrettis-simi), rende spesso più difficileper l’allenatore la gestione delledinamiche di gruppo in sport disquadra. Le atlete, in media,hanno un elevato senso diresponsabilità individuale.

Questo pro-cura deiv a n t a g g inella gestio-ne dell’alle-n a m e n t o ,ma rischia didar luogo asensi dicolpa piùaccen tua t iper erroricommessi ingara (attri-buzione più“interna” pergli insucces-si rispetto almaschio chetende a“scaricare”responsabili-tà all’ester-no). Molted i f f e r e n z er i s i e d o n o ,poi, nel fattoche ladonna, per retaggi di tipo cultu-rale, ha spesso una fiducia in sépiù bassa che l’uomo (soprattut-to quando si confronta in ambitidi attività tipicamente maschili).Una più scarsa fiducia in sé,può produrre una tendenza asopravvalutare le critiche, a limi-tare il proprio bagaglio tecnicoad azioni e gesti assolutamente“sicuri”, ad avere sensi d’inade-guatezza in gara, a considerarei successi come più dovuti a cir-costanze favorevoli che allapropria abilità (attribuzione“esterna” per i successi), adipendere maggiormente dal-l’allenatore. La crisi adolescen-ziale, periodo difficile perentrambi i sessi, è più repentinanella donna e produce un burn-out più precoce e più frequentedi quello dell’atleta maschio. Lapaura dell’irreversibilità delletrasformazioni corporee dovutealla pratica sportiva (che spessonon corrispondono all’idealefemminile proposto dalla socie-tà) e il cambiamento bruscod’atteggiamento dei genitori neiconfronti dell’attività sportiva esopratutto agonistica, sonovariabili da considerare con

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Le proiezioni sui GiochiInvernali appaiono più semplicirispetto a quelle dei GiochiEstivi non fosse altro perché lemedaglie in palio sono molte dimeno (86 contro 302) ed ancheperché il numero dei paesi ingrado di andare in medaglia ènettamente inferiore: furono 31

agli ultimi Giochi Invernali, quel-li di Torino 2006, rispetto agli 87di Pechino 2008.Per i Giochi Invernali esiste, tut-tavia, un aspetto particolareche influenza in maniera decisi-va l’assegnazione delle meda-glie: mi riferisco alle disciplineche si svolgono all’aperto dovele condizioni climatiche (soprat-tutto temperatura e stato dellaneve) possono fare una diffe-renza notevole. Va ricordatoche le discipline dove questi fat-tori risultano determinanti sonoil biathlon, lo sci di fondo, lo scialpino, le prove nordiche e ilsalto. Si tratta di 38 medaglie su86. Basta scorrere i risultati deimondiali delle varie disciplineper vedere che per le prove alcoperto (le varie specialità delGhiaccio) ed anche perFreestyle e Snowboard i cam-biamenti nei medaglieri nonsono molto rilevanti sia perquanto riguarda gli atleti sia perle nazioni. Non è la stessa cosanelle prove all’aperto, dove ledifferenze possono incidere inmaniera fondamentale sugli

esiti delle gare.Dalla tabella a pagina 31 sievince che la stagione deiCampionati del Mondo 2009 hamesso in evidenza soprattuttoquattro nazioni: Stati Uniti,Norvegia, Germania e Canada. La Germania è in linea conquanto fatto a Torino, laNorvegia ha un netto migliora-mento sia nel totale delle meda-glie sia negli ori, mentre gli StatiUniti hanno rappresentato lagrande sorpresa avendo totaliz-zato ben 13 ori. Saprà ripeterequeste vittorie? Infine ilCanada, paese organizzatoredei Giochi di Vancouver, apparein costante progresso e sicura-mente l’effetto di gareggiare incasa sarà uno stimolo impor-tante, cosa che non fu per gliazzurri a Torino. Curioso notareche in uno specifico calcolodelle discipline a medaglia, gliStati Uniti sono a quota 11, laGermania a 9 come il Canada ela Norvegia a 6. Avere più disci-pline in cui si può essere com-petitivi per il podio è certamen-te un considerevole vantaggio.

CACCIAall’oro bianco

di Luciano Barra

Luciano Barra è stato uno dei piùimportanti dirigenti sportivi degliultimi decenni. E’ stato Segretariogenerale della Fidal dal 1969 al1988. Per quindici anni ha agitoall’interno della Iaaf come assistenteonorario di Nebiolo. Dal 1993 al2003 ha ricoperto il ruolo diDirigente generale del Coni conresponsabilità nel settore dellaPreparazione olimpica.

E’ iniziato il conto alla rovescia per le Olimpiadi Invernali che Vancouver ospiterà dal prossimo 12 febbraio.

Luciano Barra ha elaborato le previsioni sulle medaglie in base ai risultati dei Mondiali svoltisi quest’anno

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già detto, le condizioni dellaneve e le temperature. E infinesaprà Enrico Fabris ripetersi?La stagione 2009 non è statacosì brillante come quella olim-pica di Torino, quando il pattina-tore azzurro vinse due ori (1500m e inseguimento a squadre) eun bronzo (5000 m), ma Fabrisviene ora dato in grandi condi-zioni anche grazie alla possibili-tà (finalmente) di allenarsi alungo sull’anello Olimpico delPalazzo progettato da PinoZoppini. Un ultimo commentosu quanto potremo vedere inTV. E noto che Sky è titolare deidiritti, così come sarà perLondra 2012, Sochi 2014 e Rio2016. Tuttavia, la RAI ha il dirit-to di trasmettere 100 ore inchiaro, cosa che per Sky non èpossibile. Questo significherà che avremouna duplice offerta (forse qua-drupla con Eurosport eARD/ZDF le stazioni nazionalitedesche, ricevibili sul bouquetSky). Per chi è appassionato disci alpino, sci di fondo e bia-thlon sarà una pacchia perchéle nove ore di differenza conVancouver permetteranno divedere le finali di queste disci-pline fra le 19 e le 22.Invece gli appassionati deglisport del ghiaccio dovranno

Berch tesga -den) per iGiochi Inver-nali del 2018. Ilsecondo grup-po di nazioni vede sicuramenteavvantaggiata l’Austria, cheancora paga le vicissitudini deldoping di Torino, e che, a causadi ciò, ha visto, proprio di recen-te, un rimescolamento nella

leadership delp r o p r i oC o m i t a t oO l i m p i c o .Saprà reagirein tempo? Perl’Italia - a dif-ferenza deiGiochi Estivi -p o t r e b b ee s s e r eun’Olimpiadedifficile. Lo sci alpinonon avevaportato alcu-na medagliaTorino, men-tre ai Mondialidel 2009 èriuscito a vin-cerne due; losci di fondoappare menob r i l l a n t erispetto al2006, ma inC a n a d a ,c o m u n q u e ,c o n t e r a n n omolto, come

Tuttavia, grazie alla sua forzanelle discipline indoor, laGermania appare la favorita nelMedal Tally finale di Vancouver,con possibilità di bissare il suc-cesso di Torino 2006. Anche itedeschi sono estremamentemotivati, avendo già messo incampo la candidatura diMonaco di Baviera (insiemealla famosa stazione alpina di

Denise Karbon, una delle speranze dello sci alpino

Carolina Kostner vuole riscattare il nono posto di Torino 2006

sobbarcarsi lunghe nottate oaccontentarsi delle registrazionidel giorno dopo. Un consiglio: guardate il bia-thlon, lo sport più bello dalpunto di vista televisivo. E se finalmente dovesseromaturare anche gli azzurri,potrà essere una visione anco-ra più appassionante. DopoVancouver faremo una somma-toria delle medaglie estive einvernali, perché ci pare giustopremiare quei Paesi che pri-meggiano in ambedue gliappuntamenti olimpici. l

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CERIMONIE DI APERTURA E CHIUSURAPER LA PRIMA VOLTA AL COPERTO

I XXI Giochi Olimpici Invernali si ter-ranno dal 12 al 28 febbraio 2010 aVancouver, una splendida localitàsulla costa pacifica del Canada, aridosso delle Rocky Mountains.Alcuni eventi avranno luogo nel-l'area di Whistler, nelle vicinanze. IGiochi Olimpici del 2010 si terrannoper la terza volta in Canada, per laprima volta saranno disputati nellaprovincia della British Columbia. In

precedenza furono disputati nel 1976 aMontreal e nel 1988 Calgary ospitò l'edi-zione delle Olimpiadi invernali. Sempre aVancouver si svolgeranno i X GiochiParalimpici invernali dal 12 al 21 marzo2010. Seguendo la tradizione Olimpica, ilSindaco di Vancouver ha ricevuto la fiam-ma olimpica durante la cerimonia di chiu-sura dei Giochi Olimpici di Torino 2006. Lafiamma è stata eretta il 28 febbraio 2006ed è visibile alla Vancouver City Hall finoalla cerimonia di Apertura. Le cerimonie diapertura e di chiusura si terranno all'inter-no del BC Place Stadium. Sarà la primavolta nella storia olimpica che avverrà nelcomfort di un luogo chiuso. Lo stadio hauna capienza di 60.000 posti. Tutte le garedi Sci Alpino si svolgeranno alla WhistlerMountain, mentre le gare di Bob, Slittino eSkeleton saranno al Blackcomb Mountain.La Cypress Mountain ospiterà il Freestylee lo Snowboard, mentre gli sport nordiciavranno come teatro la Callaghan Valley. Illogo ufficiale è stato chiamato Ilaanaq, ter-mine della lingua inuktitut parlata dagliInuit (ovvero gli esquimesi, una denomina-zione considerata dispregiativa) che signi-fica "amico", e rappresenta un inukshuk,una figura formata da sassi impilati usataper segnalare una direzione o come pietramiliare dalle popolazioni del Canada arti-co. L'inukshuk olimpico è formato da cin-que parti, tante quanti sono i cinque cerchiolimpici, di cui riprende anche i colori: latesta è verde, la linea delle braccia è nera,il tronco è blu, la gamba sinistra è rossamentre la destra è gialla Le mascotte sonola piccola orca Miga appassionata di snow-board, la mitica figura aborigena con ilparaorecchie azzurro Quatchi, lo spiritoguardiano che vive sulle montagne Sumi,la piccola marmotta Mukmuk che sostienei suoi amici nelle gare. Le medaglie diVancouver 2010 saranno prodotte riciclan-do vecchie schede madri di computer.

Enrico Fabris pronto a confermare Torino

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stazione un sole caldo contrastal’incalzare dell’inverno per acco-gliere una delegazione di primaimportanza: infatti varcano ilconcitato ingresso della FieraGraham Cory e Phillip Wadey,rispettivamente il Presidente e ilVicepresidente di British Horse

Sul palcoscenico di Fiera Cavalli, a Verona, firmato l’accordo di collaborazione tra CSAIN Equitazione e la British Horse Society che metterà a disposizione le sue metodologie d’insegnamento

Society, il celeberrimo Ente bri-tannico che regge e dirige la for-mazione equestre, promuoven-do e realizzando i più elevatistandard nelle discipline del-l’equitazione.Ad accoglierli la squadra CSAINEquitazione al completo:

Il palcoscenico è quello inter-nazionale di Fiera Cavalli, l’im-prescindibile Expo della città diVerona 2009. “Internazionale”più di ogni altra passata edizio-ne, data la portata della svoltaepocale che l'ha contraddistinto.Il secondo giorno della manife-

Al tavolo del convegno che ha preceduto la firma: da sinistra Elisabetta Mosca, Luigi Fortuna, Massimo Garavini,Graham Cory (presidente BHS), Phillip Wadey (vicepresidente BHS) e Hilary Bradford

www.csainequitazione.it

Tecnici equestri, dal

diploma alla LAUREA

Massimo Garavini (PresidenteCSAIN Equitazione), ElisabettaMosca (Segretario GeneraleCSAIN Equitazione) e HilaryBradford (ResponsabileRapporti Estero CSAINEquitazione). Ospiti d’eccellen-za Luigi Fortuna, nostroPresidente, e i Presidenti rispet-tivi del Comitato RegionaleVeneto e del ComitatoProvinciale Verona, i sig.riMalachini e Ferrari.Durante la conferenza celebra-tasi nel mattino, tenutasi pressola sala Respighi del Pala Expo,BHS e CSAIN Equitazione giun-gono alla tanto attesa e volutasottoscrizione di un accordo distretta e fattiva collaborazione. Ivertici delle organizzazioni sisono detti fieri e gioiosi dell’inte-sa siglata e ansiosi di vederne isicuri frutti nel panorama italia-no. Il settore dell’Ente diPromozione di Confindustria,che dalla sua recente costituzio-ne si è già attivamente operatocon numerosi corsi di formazio-ne, diviene ora garante eletto edesclusivo in tutto il territorionazionale degli elevati standardBHS. Le metodologie d'inse-gnamento che hanno reso BHSil riferimento europeo per la for-mazione equestre informerannod’ora in avanti i già elevati stan-

dard cui CSAIN si è semprerichiamato.È stata quindi studiata unanuova sezione nel sito csaine-quitazione.it interamente dedi-cata alla formazione, nellaquale saranno reperibili tutte leinformazioni riguardanti i corsi.CSAIN Equitazione, ansiosa dipoter dimostrare agli amici d’ol-tremanica tutta la propria vogliadi fare, ha già messo in moto ilsuo meccanismo ponendosidegli obiettivi da qui alla fine del2009. Si creerà un corpo docen-ti tramite una severa selezione.A seconda della preparazionedei candidati, gli stessi verrannoassegnati ai diversi livelli dicorso. I programmi dei corsisaranno strutturati sulla basedella formazione BHS, così da

permettere ai Tecnici EquestriCSAIN di accedere poi agliesami BHS con la giusta prepa-razione. Si procederà alla tradu-zione dei Testi formativi fornitecida BHS. l

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Massimo Garavini (a sinistra) con Graham Cory

A CURA DELLA CONFEDERAZIONE TECNICI EQUESTRI E CSAIN EQUITAZIONE

A VERONA INCONTRO CON ELIANA SPEZIALE, IN PRIMA LINEA PER I MASSAGGI TERAPEUTICI SUI CAVALLILa Fieracavalli Verona ha anchepermesso a CSAIN Equitazione direlazionarsi con un personaggiocarismatico e di grande culturaequestre: Eliana Speziale, la primain Italia - dal 1997 - a praticare inmaniera professionale il massaggioterapeutico per gli "atleti cavalli". InAmerica questo e altri tipi di mas-saggio sportivo vengono utilizzatida circa quarant'anni per la preven-zione e la cura di problemi muscola-ri dei cavalli in agonismo. Eliana hatrovato in quest'attività da una partela risposta alle proprie esigenzepersonali di fare qualcosa "per" icavalli e non solo "con" i cavalli edall'altra la maniera di risolvere tantiproblemi dei suoi beniamini conl'ausilio di una terapia non-invasiva.La passione per questi animali l'haconvinta a lasciarsi alle spalle sia lacarriera forense (si è laureata in giu-risprudenza a Bologna) sia l'attivitàcome consulente d'azienda. Ha vis-suto a lungo all'estero e proprio nelcorso dei suoi frequenti viaggi haavuto modo di studiare le piùmoderne tecniche di "manipolazio-ne terapeutica" fino a creare il pro-prio sistema: la Terapia Equiter®.Anche molti amici cavalieri - adesempio Roberto Arioldi, FilippoMoyersoen, Stefano Cesaretto - eveterinari - tra i quali Milo Luxardo,Andrea Miliani e Massimo Bedetti -l'hanno incoraggiata a intraprendereuna strada che ha già dato ottimirisultati. Grazie quindi a quest’in-contro, prossimo progetto di CSAINEquitazione è la creazione di unasezione interamente dedicata allafisioterapia per cavalli, riconoscen-do i Tecnici formati nei corsiEquiter®.Lo stand CSAIN a Verona

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Giuseppe Lodovico Lagra-ngia nasce a Torino il 25 genna-io 1736. Ci sono in realtà diver-se grafie del suo nome, “De LaGrangia” “La Grange”, ma dopoil suo soggiorno a Berlino esoprattutto a Parigi, il suo nomedivenne definitivamenteJoseph-Louis Lagrange, nomecon cui è ormai universalmentericonosciuto.Napoleone disse di lui che era“l’alta piramide delle scienzematematiche”.Napoleone fu un suo grandeestimatore, lo fece senatore,Conte dell’Impero e Grande uffi-ciale della Legion d’Onore.Il padre era ricco ma anche unincorreggibile speculatore, per-

Bruna Germano è docente di AnalisiMatematica presso la facoltàd'Ingegneria dell'università di Roma"La Sapienza". Da giovanissima è stata un'atleta di buon livello:nazionale juniores di salto in alto,ha detenuto la migliore prestazionenella categoria allieve per l'altoe il triathlon

LA PALESTRA DELLA MENTELa matematica tra storia e giochi a cura di Bruna Germano

«Una verità matematica non è né semplice né complessa:è semplicemente». Emile Lemoine (matematico francese 1860)

tanto quando il figlio avrebbedovuto ereditare, tutta la fortunadella famiglia era sfumata. Inetà adulta Lagrange consideròquesto disastro come una fortu-na, “Se avessi avuto una riccaeredità, non mi sarei probabil-mente occupato di matematica”.Il suo interesse per la matemati-ca iniziò quando, dopo gli studidei classici, lesse dei lavori diNewton e ne fu attirato e con-vertito. In un tempo brevissimoimparò da solo quel che all’epo-ca si conosceva di analisi.Sembra che all’età di sedici anniLagrange fu nominatoProfessore di matematica allaReale Scuola di Artiglieria aTorino, ha così inizio una dellepiù brillanti carriere nella storiadei matematici.Lagrange fu un analista convin-to, si può considerare il primoesempio di specializzazione chein seguito diventerà quasi unanecessità nelle ricerche scienti-fiche. Già nel suo capolavoro Lameccanica analitica fu chiara lasua predilezione per l’analisi.Lagrange concepì il suo capola-voro a Torino quando avevadiciannove anni, ma fu pubbli-cato solo nel 1788 a Parigiquando il matematico avevaormai cinquantadue anni.L’applicazione dell’analisi allameccanica fatta da Lagrange èla prima grande rottura con latradizione ellenica. Egli dimo-strò che a differenza di quantosostenevano Newton e i suoisuccessori, le figure non servi-vano per lo studio della mecca-nica, ma che si ottengono risul-tati incomparabilmente superiorise si fa uso fin dal principio di

metodi analitici generali.Il metodo di Lagrange, una voltacompreso, appare di una bana-lità sconcertante. Com'è statosottolineato, le equazioni diLagrange che reggono la mec-canica sono il più bell’esempioscientifico di come trarre qual-che cosa dal nulla. Basta, infat-ti, riflettere per comprendereche solo un principio di estremasemplicità può essere in gradodi dominare una grande quanti-tà di problemi diversi che ancheesaminati da vicino, sembranoindividuali e specifici.A ventitrè anni Lagrange era giàconsiderato al pari di grandimatematici, come per esempioparaconato al genio di Eulero.Eulero ebbe un bel rapporto conil suo giovane rivale, lontano daqualunque forma d'invidia erivalità. Lagrange aveva dician-nove anni quando gli mandòalcuni dei suoi lavori; il celebrematematico ne riconobbe imme-diatamente i meriti e incoraggiòil giovane a continuare. Lettereprivate di encomio anche semolto lusinghiere, in ogni casonon avrebbero potuto aiutarepraticamente Lagrange, Eulerolo comprese molto bene e nellasua opera, apparsa per rispettodopo quella di Lagrange, feceuna digressione per dichiarareche a un certo momento del suolavoro era stato fermato da diffi-coltà che era stato in grado disuperare solo quando Lagrangegliene aveva aperto le vie.Eulero e d’Alambert, altro illu-stre matematico dell’epoca,decisero di comune accordo difare andare Lagrange a Berlino,essi desideravano vedere il loro

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L’ORSO E IL CACCIATOREUn cacciatore di orsi parte per una battuta di caccia. Raggiunto il luogo desiderato pianta la sua tenda e preparatutte le sue cose. Si incammina verso Sud per un chilometro alla ricerca di orsi, ma non trova nulla. Decide quindi dideviare percorrendo un chilometro verso Est. Di nuovo non trova nulla e si dirige ora verso Nord. Dopo un chilome-tro trova un orso che sta frugando proprio nella tenda che lui aveva piantato poco prima; lo agguanta con la sua retee lo cattura. Di che colore è l'orso e perchè è certamente di quel colore?

PARENTIA e B, due amici imparentati si incontrano. Se A è il nonno del padre del figlio di B e B non è il nipote di A, chi e' B?

IL QUADRATO MAGICODisporre i numeri da 1 a 9 nel quadrato in modo che la somma su tutte le righe, tutte le colonne e le due diagonalisia sempre lo stesso numero.

brillante giovane amico istallatoa Berlino come matematico diCorte, ci riuscirono e Federico ilGrande ne fu giustificatameneentusiasta, nel 1766 lo nominòdirettore della sezione fisico-matematica dell’Accademia edurante venti anni Lagrangeriempì con memorie i volumidegli Atti dell’Accademia.Dopo la morte di Federico ilGrande (1786) l’ostilità per glistranieri e la crescente avver-sione per la scienza in Prussia,resero il soggiorno a Berlinonon più piacevole per Lagrangee i suoi amici stranieri, eglicercò allora di andarsene. Gli fuconcesso a patto che conti-nuasse a inviare le sue memo-rie per i volumi dell’Accademia.Lagrange accettò così con pia-cere l’invito di Luigi XVI a conti-nuare i suoi lavori a Parigi comemembro dell’Accademia france-se. Al suo arrivo nel 1787 rice-vette una calorosa accoglienzada parte della famiglia reale,ebbe un comodo appartamentoal Louvre, dove visse fino allarivoluzione.Da un certo punto di vista la car-riera di Lagrange forma uncurioso parallelo con quella diNewton, così come quest’ultimola prolungata concentrazionesui problemi scientifici avevastancato il suo entusiasmo e aun certo punto della sua vita eraarrivato a considerare la mate-matica con indifferenza.

A cinquantun’anni Lagrange siconsiderava un uomo finito, eraun caso di grave esaurimentonervoso causato da uno stra-pazzo intellettuale prolungato,per quel che riguardava lamatematica, egli giudicava chefosse ormai finito il suo tempo,prevedeva che la chimica, lafisica e la scienza in generalesarebbero state in avvenire gliunici rami interessanti e degni diessere studiati.In un certo senso aveva ragio-ne, se Gauss, Abel, Galois eCauchy non avessero rinvigoritocon nuova linfa la matematica,lo slancio datole da Newton sisarebbe esaurito intorno al1850. FortunatamenteLagrange visse abbastanza alungo da assistere all’inizio dellamagnifica carriera di Gauss eper comprendere che i suoi pro-nostici erano errati.La Rivoluzione francese tolsefinalmente Lagrange dalla suaapatia e riaccese il suo interes-se per la matematica, la presadella Bastiglia, il 14 luglio 1789segnò in qualche modo il suorisveglio.Durante la Rivoluzione, benchéfosse di nuovo stato chiamato aBerlino, Lagrange volle rimane-re a Parigi perché diceva chepreferiva assistere all’“esperi-mento fino in fondo”. Né lui né isuoi amici prevedevano però ilTerrore, le rivoltanti crudeltà cuidoveva assistere gli ripugnava-

no e non fecero che distruggerecompletamente la poca fiduciache gli restava nel genereumano.Quando il generale Lavoisier,illustre chimico, fu ghigliottinatoLagrange espresse tutta la suaindignazione: “Non c'è volutopiù di un attimo per far cadere lasua testa, quando un centinaiod’anni non basterebbero percrearne un'uguale!”Il Governo Rivoluzionario trattòLagrange con grande tolleranzagrazie soprattutto al suo carat-tere mite, alla sua capacità ditacere e al suo buon senso, undecreto speciale gli assicurò lostipendio e quando questo perl’inflazione non ebbe più valore,il Comitato delle Invenzioni fuinvitato ad aumentargli gli emo-lumenti. Fu nominato nel 1797 il primoprofessore di matematica dellaappena nata Scuola Politecnicae fu a detta di tutti un ottimoProfessore il che fece crollare lavecchia superstizione che unoscienziato non sia in grado diinsegnare. L’ultimo sforzo scien-tifico di Lagrange fu la revisionedella Meccanica analitica perfarne una seconda edizione,questo gli diede nuovo vigore,ma il suo corpo malandato nonera più in grado di seguire lasua mente.Lagrange morì nel suo settante-simo anno di età a Parigi all’al-ba del 10 aprile 1813. l

I QUIZ

Le soluzioni dei tre quiz sono pubblicate sul sito dello CSAIN (www.Csain.it)

Nelle comunità montane iboschi venivano tenuti puliti inattesa della maturazione e dellacaduta delle castagne e ilmomento della raccolta eramotivo di festa e di allegria, unclima che oggi si tenta di far rivi-vere attraverso varie sagrededicate alla castagna in molticomuni montani dall’arco alpinoalla Sicilia.Tipicamente autunnale, lacastagna matura da settembrea ottobre. Bisogna però distin-guere la “castagna”, frutto delcastagno selvatico il cui riccione contiene in genere tre, dal“marrone”, frutto di alberi colti-vati il cui riccio ne contiene solouno, più dolce e profumato dellacastagna. Cento g di castagne forniscono153 calorie, che salgono a 193in caso di caldarroste e addirit-tura a 287 in caso di castagnesecche.La castagna contiene soprattut-to carboidrati complessi sottoforma di amido, in quantitàsuperiori ai legumi freschi e solouna piccolissima quantità dizuccheri solubili, come quellidella frutta fresca; il loro assor-

tacco di parassiti. Esistono,comunque, delle variazioni loca-li e in Europa l’Italia conta lamaggiore estensione di casta-gneti. La castagna fu considera-ta dal popolo un dono dellanatura: gli alberi crescevanospontanei, avevano bisogno dipoca cura e soprattutto eranolongevi; i frutti abbondanti sipotevano conservare a lungo eservivano a sfamare intere fami-glie soprattutto negli inverni piùfreddi quando neve e gelo ren-devano improduttivi i campi.L’uomo ha imparato a cucinarlecome tali, fresche o seccate,per arricchire le pietanze ovveroutilizzarne la farina per pane edolci. L’uso delle farine è oggimarginale e limitato alla produ-zione di dolci tipici, quali ilcastagnaccio o le ciambelle. Diffuso è invece il consumodiretto di frutti di buon pregiodurante la stagione invernale ela trasformazione industriale inmarmellate e marron glacé.Scarso invece l’uso dei fruttinell’alimentazione di maiali evolatili da cortile che conferivaalle carni migliore sapore e con-sistenza.

di Santino Morabito (Specialista in Scienza dell’Alimentazione)

Nel IV secolo a.C. Senofontechiama l’albero delle castagne“albero del pane” e tre secolidopo la letteratura latina riporta,con Marziale e Virgilio, la colti-vazione di quest’albero e il con-sumo dei suoi frutti o, se preferi-te, dei suoi semi a scopo ali-mentare. Verosimilmente il castagno eragià presente in tutta Europa esopravvisse all’ultima glaciazio-ne solo in una parte dell’AsiaMinore, dove prende il nome daun’antica città della Tessagliache sorgeva al centro di estesicastagneti. Vi ritorna prima con iGreci e poi con i Romani econosce il massimo dello svilup-po e della diffusione durante ilMedio Evo grazie ai monaci.L’interesse era duplice: risorsaalimentare (il frutto) e risorsatecnologica (il legno).Da allora subì un lento e pro-gressivo abbandono, legato aiprogressi dell’industria con l’usodi legname alternativo e all’at-

Il nostro nutrizionista ci parla della castagna, un frutto antico e popolareche si può mangiare in vari modi. Contiene carboitradi complessi

sotto forma di amido e ha un buon apporto di potassio e vitamine B

Il DONOdel guscio spinoso

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bimento è pertanto più lentoanche in virtù di un buon conte-nuto di fibra alimentare, dai 7 ai16 grammi in caso di prodottofresco o secco.Ovviamente è scarso il contenu-to in proteine e lipidi, ma èabbastanza importante il conte-nuto in potassio e vitamine delgruppo B, assenti la vitamina Ce il colesterolo.Dal punto di vista energetico unetto di castagne secche equiva-le a un etto di pane comune eun etto di castagne fresche adue etti di piselli, naturalmentecon importanti differenze nutri-zionali soprattutto per la quotaproteica. Si tratta, pertanto, diun frutto con buone capacitàenergetiche che ha bisogno diessere completato dal punto divista nutrizionale.Le castagne possono essereconsumate semplicementescottate al fuoco (la classicacaldarrosta), sotto forma didolci, ma aumenta l’apportoenergetico per l’aggiunta di zuc-cheri semplici o di grassi, comela panna del “monte bianco”, obollite con l’aggiunta di cannel-la. Ma forse il modo migliore èconsumarle, come si usava unavolta, come portata principaledel pasto, accompagnandolealle verdure di stagione in sosti-tuzione del pane o della pasta:numerose le ricette di minestre

di verdura con le castagne;oppure ad arricchimento dicarne, dal vitello al maiale aivolatili da cortile.Può valere la pena in questastagione consumarle comespuntino, possiamo sostituire unpacchetto di cracker o atri pro-dotti da forno, con 4-5 caldarro-ste tirate fuori dalla padella fora-ta e appena fatte riposarecoperte per completare la cottu-ra con il calore residuo in modoche il frutto rimanga croccante.Il calore nelle mani, pollice eindice che attraverso la “castra-tura” tirano fuori prima il profu-mo e poi il frutto, il palato che

scioglie lentamente con la sali-va gli zuccheri camminando inuna frizzante serata d’autunno,su una strada appena umidache la luce dei lampioni colorad’argento, può servire a farcirivivere una favola bella, quellache ci raccontava a scuola ilciclo delle stagioni e ci portavaalla scoperta dei segreti dellanatura con i ricci ancora chiusiadagiati sul banco. Per chi è vis-suto invece in una grande città,lontano dalle campagne e,soprattutto per i suoi figli o nipo-ti, un invito: domenica andiamoa passeggiare in un bosco, aguardare con il naso all’insù,ricci aperti e ricci chiusi, aspet-tando di raccogliere da terraquesta “manna” che cade dal-l’alto.Piaceri di pochi giorni, al massi-mo alcune settimane, che pos-siamo prolungare nelle mattined’inverno con un cucchiaio dimarmellata o completare il pran-zo domenicale con un marronglacé. Possiamo comunque conserva-re in dispensa, in un barattoloermeticamente chiuso, unamanciata di castagne secche,da tirare fuori nelle feste diNatale per un piatto, ogginuovo, ma antico di storia, perdare alle nostre carni il saporedel bosco. Il pane portatelo intavola per gli ospiti ma voi nonmangiatene, con questo piattonon c’è né bisogno! l

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Roberto Minnetti è proprietario echef di “Poggio Antico” aMontalcino. Da poco è tornatoanche nella sua Roma dove a viaGaribaldi ha aperto il ristorante“Minnetti in Trastevere”

di Roberto Minnetti

E sì, non potevamo non dedi-care un menù con annesso invi-to virtuale nella nostraMontalcino al personaggio chein pochi mesi ha stravolto il cal-cio italiano. Stravolto, non tanto perché hacontinua a vincere anche inItalia, dopo i successi conqui-stati prima in Portogallo con ilPorto e poi in Inghilterra con ilChelsea, ma perché José Mariodos Santos Félix Mourinho èdiventato il riferimento mediati-co per chi si interessa di calcio enon solo. E' uno "Special One",

come si definì lui stesso, connaturalezza più che con boria,presentandosi al Chelsea.Invece arrivando a Milano, chia-mato da Moratti e togliendo lasedia a un altro vincente comeMancini, disse subito, parlandoin buon italiano, quello che lui

non era, cioèun "pirla".

Un menù

“SPECIAL ONE”

LE RICETTE DEI CAMPIONI

E’ arrivato solo lo scorso anno ma ormai Josè Mourinho è diventato un grande protagonista del nostro calcio. Ha diviso l’opinione

pubblica e gli addetti ai lavori con i suoi atteggiamenti e le sue dichiarazioni, ma resta un tecnico vincente

omaggio alla sua terra natiaun'entrata con filettone di bac-calà e cipolle in agrodolce, piat-to semplice ma come nella tra-dizione nelle case portoghesi digrandissimo livello. Il baccalàinsieme al coniglio in Portogalloè il piatto principe, è il piattodelle fiere e sagre paesane; aseguire dei filettini di scorfanoda zuppa dalla carne soda esaporita, passati in forno conpatate e rosmarino. Si proseguecon filetti di triglia di scoglio ric-cioli di foie gras e arancia cara-mellata. Il tortellone di pesce suvellutata di pesce e cimette dirapa con pecorino leggermentepiccante è il preludio al piattoforte " la lepre farcita di tartufodel Perigord in salsa di pinotnero piatto per amanti della cac-cia e delle emozioni forti. La chiusura con millefoglie allacrema di castagna e salsaall'amaretto con contrasto difrutti della passione. Per i vini un grande champagned'inizio a seguire uno splendidosauvignon Neozelandese, perconcludere il viaggio intorno allatavola un Nuit Saint Georgesvino a base di pinot noire diBorgogna. Il tutto sperando che ci regali unsorriso e non una smorfia didisgusto… l

Difficilmente un allenatore hadiviso tanto il mondo calcisticoquanto Mourinho: che sia untecnico di alto livello non ci sonodubbi, per lui parlano i risultati,ma la gente continua a chieder-si: «C'è o ci fa?». «Non sonosimpatico? Neanche Gesù loera», ha detto una volta. E che faccia di tutto per non ren-dersi simpatico lo sa anche lui,ma, come dire, se ne frega econtinua a picchiare verbalmen-te su avversari, su colleghi, suarbitri e giornalisti. Il personag-gio è eclettico e di straordinariotemperamento e in parte miste-rioso: sembra vestito di unacorazza di metallo per non

esternare il suo vero essere echissà se anche la moglie,spesso in bilico secondo il gos-sip, lo conosce veramente. Sudi lui continuano a uscire libri.Ultimamente c'è chi ha raccoltole sue frasi più celebri, quelleche fanno la gioia dei titolisti.Un'altra pubblicazione che parladi allenatori, a dimostrazionedell'impatto che il portoghese diSetúbul, ha avuto sul nostromovimento calcistico, parte daun assioma: "prima diMourinho" e "dopo diMourinho". Il carisma, in campoe negli spogliatoi, c'è tutto per-ché è difficile che un giocatore,seppur campione, lo contesti

anche lievemente; èdifficile che il tifoso nonapprezzi la sua geniali-tà, la sua capacità dicambiare le strategie diuna partita in corso.D'altra parte José, figliodi un portiere di calcio,aveva nel Dna la pro-fessione di allenatore.Si dice che a 15 anni,invece di sognare didiventare un campio-ne, già pensasse dovesedersi in panchina.Come dire "un prede-stinato", o meglio uno"Special One". In

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Mouriunho ha iniziato la carriera di allenatore in Spagna con il Barcellona BMourinho con la moglie

Una delle proverbiali smorfie di José

CSAIN

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Filomena La Rossa, la ragazza di Molfetta, che ha stupito tutti alle finali nazionali CSAIN di calcio a 5, parla della sua grande passione che vuol continuare come allenatrice

IL MONDO

Passione, grinta, tenacia, determinazione: sonoqueste le caratteristiche che permettono a unatleta di arrivare ai vertici dello sport. Qualità cheha nel suo DNA Filomena La Rossa, calciatricedel Don Tonino Bello calcio a 5 di Molfetta, che hastupito tutti alle recenti finali nazionali CSAIN diRiccione, dove con i suoi gol, ben 11, ha trascina-to la sua squadra alla conquista del titolo italiano.Filomena è una ragazza pugliese di trentacinqueanni, che ha sempre avuto la passione per il cal-cio. La sua storia sembra essere uscita da unafiaba, anche perchè praticare uno sport pretta-mente maschile in una piccola cittadina di provin-cia non è stato facile.«Ho sempre avuto la passione per il calcio, sin daquando ero piccola. Andavo ogni domenica conpapà a vedere le partite di mio fratello più grandee mi divertivo tantissimo. E, quando tornavamo acasa, giocavamo insieme in cortile. Così è nato ilmio amore per il calcio. A cinque anni poi ho ini-ziato a giocare nella piazzetta del Rione di ViaAndria, sotto casa. Erano tempi bellissimi, dovebastava uno spiazzale, quattro pietre per fare leporte, una palla e tanta voglia di divertirsi.Giocavo con i ragazzi ed ero già abbastanzaforte: quando bisognava fare le squadre, io ero laprima a essere scelta, perchè i miei dribblinglasciavano gli avversari disorientati, ma soprattut-to perchè facevo tanti gol. Ero l'unica ragazza ma,viste le mie doti, nessuno mi faceva pesare lacosa. Certo, questa mia passione non era propriovista benissimo: mi dicevano che mi sarebberovenute le gambe ad arco (caratteristica dei calcia-tori – ndr), che era uno sport non adatto a unaragazza. Io però sono sempre stata testarda ed

ho continuato, anche perchè senza calcio non cisapevo stare. Saltavo la scuola prima e il lavoropoi, perchè per me prima di tutto veniva il calcio».Dopo i primi calci sotto casa Flora, così la chia-mano gli amici, riceve la chiamata di un dirigentesportivo locale, che la vuole nel suo team. Le suedoti atletiche, la capacità di calciare con entrambii piedi e il suo dribbling erano delle qualità rare inuna ragazza. «Avevo 12 anni e in quel periodo ilcalcio femminile era ancora poco praticato. Unaragazza con le mie qualità avrebbe fatto comodoa qualunque squadra. Così andai a giocare nelTrani 80 calcio a 11, in serie C, e da lì in poi nonmi sono più fermata. Qualche anno dopo sonoandata a giocare al Bari, in serie B, un'esperienzabellissima durata sei anni. Dopo c'è stato il pas-saggio al calcio a 5. Sono stata attratta dal calcet-to perchè, essendo molto più tecnico, mi permet-teva di esprimere le mie doti al meglio. La mia

Filomena “Flora” La Rossa, la bomber

“FLORA”una vita per il calciodi Marco Battaglia

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prima squa-dra è stata ilBisceglie. Lì ho cono-sciuto NicoVentura, ilmio primoal lenatore,che per me èstato, ed èancora, unafigura im-

portante per la mia carriera. Grazie ai suoi consi-gli e alla sua grande umanità sono cresciutamolto, sia a livello sportivo che umano. Ho milita-to nel Bisceglie per quattro anni, poi sono passa-ta al Martina Franca ed infine al Don Tonino Bellodi Molfetta dove gioco oggi. Con il calcetto la sod-disfazione più grande è stata quando, nel 2006,ho vinto con la rappresentativa della mia regione(Puglia – ndr) il titolo italiano alle finali di Pomezia.Un'avventura bellissima, ricca di emozioni.Emozioni che solo lo sport può regalare».Nonostante una carriera entusiasmante fatta digol, vittorie e tante soddisfazioni, anche Flora haavuto i suoi momenti difficili. «Quando avevo 16anni venni chiamata dal Parma: mi avevano tenu-to sotto osservazione per molti mesi e mi propo-sero di trasferirmi da loro. Purtroppo però eroancora piccola e mio padre non se la sentiva dilasciarmi partire da sola. Oggi lo capisco, ma aquel tempo per me fu una grande delusione per-ché il Parma giocava in serie A e sarebbe stata larealizzazione di un sogno. Probabilmente, se miavessero chiamato qualche anno dopo, la storiasarebbe andata diversamente. Un altro momentoper me difficile è stato quando, all'età di ventitréanni, sono stata operata al ginocchio. Avevo

paura di non poter più tornare a giocare e queigiorni all'ospedale sono stati terribili. La mia fortu-na è sempre stata il mio carattere: sono unaragazza determinata, che non si arrende mai eche, quando si mette in testa una cosa, non si dàpace fino a quando non la raggiunge». La deter-minazione e la tenacia, maturate anche grazieallo sport, sono qualità che Flora si è ritrovatanella vita di tutti i giorni. Infatti, oltre ad essereun'ottima calciatrice, è anche un'imprenditrice disuccesso. Il suo pub è uno dei più frequentati eanche lì si respira aria di calcio tra una partita sulmaxi schermo e i poster di Kakà, l'asso brasilianoal quale “la bomber di Molfetta” s'ispira. «Io sonouna tifosa della Juventus, ma il mio idolo èRicardo Kakà. Per fortuna si è trasferito al RealMadrid, perchè finchè ha giocato al Milan per mec'è sempre stato un conflitto d'interessi. Nel calciofemminile, naturalmente, la Morace è per tutte noiun punto di riferimento, anche perché, oltre adun'ottima carriera da calciatrice, si è dimostrata ingamba anche come allenatore». Proprio CarolinaMorace è per Flora un esempio da seguire per ilfuturo, quando attaccherà gli scarpini al chiodo.Ipotesi questa ancora lontana, visto che la vogliadi dribblare e di vincere nuove sfide è ancoratanta. «Nonostante abbia trentacinque anni, misento ancora le gambe di una ragazzina. Non civoglio pensare a quando smetterò, anche perchèquel momento lo vedo molto lontano. Ho ancoraqualche sassolino da togliermi, come battere leragazze del Real Statte di Taranto, squadra moltoforte contro la quale non sono mai riuscita a vin-cere. Comunque, se non le batterò da calciatrice,lo farò con la mia squadra, quando allenerò».Senza calcio Filomena non saprebbe vivere e giàs'immagina, fra qualche anno, su una panchina adare indicazioni alle compagne più giovani.

«E' naturale per me pen-sare a un futuro da allena-tore. Mi ci vedo su unapanchina e il giorno che imiei dribbling non lasce-ranno più le avversariedisorientate appenderò gliscarpini e farò domandaper il corso da allenatore.Mi piacerebbe poter tra-smettere a ragazze piùgiovani di me quello chelo sport mi ha dato e inse-gnato. Ritengo che faresport aiuti a crescere, adaffrontare le difficoltà e aformare il carattere di unapersona. E' una palestradi vita, un'esperienzaunica che tutti dovrebberovivere». l

Foto di gruppo della Don Tonino Bello, la squadra pugliese che guidata da La Rossa(la giocatrice con la maglia bianca) ha vinto il campionato di Riccione

“Flora” premiata a Riccione dal sindaco Pieroni

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È proprio il caso di dire “galeotto fu lo spettaco-lo”. Stiamo parlando della commedia musicale“Aggiungi un posto a tavola” di Garinei eGiovannini, messa in scena nel novembre 2005,da quella che da allora in avanti avrebbe deciso didiventare la compagnia teatrale “Amici per unsogno”. Una sede di fortuna, a Gravellona Toce,in provincia del Verbano Cusio Ossola, una vec-chia carrozzeria, rimessa a nuovo dai componen-ti stessi della compagnia, si è trasformata nellafucina di tanti progetti e prove e, grazie alla volon-tà e all’entusiasmo di alcuni giovani, guidati dallaregista, figlia d’arte, Renata Mariotti, i quali hannovoluto raccogliere le proprie energie per realizza-re un sogno in comune quello di fare teatro.Nel maggio 2006 la compagnia di nuova costitu-zione calca le scene con “Rugantino” (sempre diGarinei e Giovannini). Lo spettacolo è rappresen-tato nei teatri e nelle piazze di tutto il VCO e nellavicino Arona (No) e grazie al grande successo di

pubblico, seguono una decina di repliche.Sebbene amatoriale, la compagnia è sempre allaricerca del miglioramento personale: per questomotivo le prove a cadenza settimanale vannointercalate da lezioni tenute da professionisti neisettori di canto, danza e recitazione. Nel settem-bre del 2007 cominciano le prove del nuovo lavo-ro, un musical, che è andato in scena per la primavolta a Omegna (VCO) nel maggio del 2008 es'intitola “Il cerchio della vita”. Lo spettacolo è tra-volgente e la storia, accompagnata da balli tribali,canti e cori dai ritmi africani, fa emergere i valoridella vita. Qui gli “Amici per un sogno” raggiungo-no un buon livello di preparazione teatrale, grazieanche ai numerosi laboratori che aperti per ese-guire questo musical stile Broadway: scenoscul-tura con Francesco Leopaldi, arte circense conGiuseppe Tuccio, costumi, illuminazione. Il lavo-ro, infatti, è un susseguirsi di costumi variopinti emaschere che personificano animali, il tutto in una

cornice di colori cherichiamano la savana.Con questo lavoro lacompagnia ha rag-giunto più di sette milaspettatori con undicirepliche. Per realizza-zione dello stesso, inteatro si muovonocirca sessanta perso-ne tra attori, ballerini,gruppo coro gospel,musicisti, tecnici delsuono, delle luci edelle scene.La compagnia "Amiciper un sogno" èun’associazione chevanta all’incirca di 130soci sostenitori checredono nella stessae nei suoi progetti,come l’organizzazio-

Un SOGNO nato in carrozzeria

La bella storia della compagnia teatrale amatorile della provinciaVerbano Cusio Ossola. L’associazione, iscritta alla Fita, ha iniziato in una sede di fortuna, oggi è una realtà ricca di iniziative

Il gruppo dell’Associazione “Amici per un sogno” dopo una rappresentazione

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ne di semiari mirati al perfezionamento delle varieattività teatrali, oppure rassegne di arte varia,laboratori scolastici.La compagnia iscritta alla F.I.T.A (associataCSAIN) da alcuni anni, ha avuto il piacere di col-laborare con la stessa Federazione e con il patro-cinio della Regione Piemonte, della città diStresa, della Provincia del VCO, del DistrettoTuristico dei Laghi e della Fondazione comunita-ria del VCO, nella realizzazione dell'itineranteFesta Nazionale del Teatro Amatoriale tenutasiquest’anno sul territorio di Stresa (VCO), dove lafa da padrona di casa, dal 15 al 18 ottobre scor-so. Un evento di grande impatto a livello naziona-le, per giorni centinaia di persone sono state for-temente legate da un’unica passione che si chia-ma Teatro. Nel corso delle giornate si sono susse-guiti spettacoli di diversi generi teatrali, dal musi-cal, alla prosa e inoltre si è potuto seguire stagemirati di recitazione, scenoscultura, vocalità e atti-tudini ai talenti oltre a far conoscere le bellezzedel territorio. Grazie a questo evento la zona diresidenza della compagnia è diventata per unintero anno città capitale del teatro amatoriale eospiterà nei teatri locali compagnie provenienti datutta Italia. Ora l’Associazione “Amici per unsogno”, si sta preparando a un'altra avventura; ilnuovo lavoro, sempre nel campo del musical, ma,rispetto ai precedenti, di altro genere, con un castsempre ben rifornito e folto, masoprattutto ben motivato per vincerenuove sfide. La compagnia è sem-pre alla ricerca di nuovi talenti eaperta alla collaborazione con lecompagnie amatoriali della zona.Questo nuovo lavoro prevede speri-mentazioni tecnologiche nel campodella scenografia ed effetti scenici. Ilmusical darà molto spazio alle per-formance del corpo di ballo con l’ag-giunta di acrobati, il suo debuttoavverrà presumibilmente nella pros-sima estate in una location moltosuggestiva e naturale. l

www.amiciperunsogno.it

A DICEMBRE IL CORSO PER DIRIGENTI DELLO CSAINNovità importante per la formazione CSAIN.Nell’ambito della collaborazione tra Scuola dello SportCONI Servizi e CSAIN, si svolgerà a Roma, dal 4 al 6dicembre, un corso di formazione per dirigenti centrali.La sede scelta per quest’importante avvenimento èl’aula 2 del Centro di Preparazione Olimpica “GiulioOnesti” dell’Acquacetosa, per dar modo a chiunquefosse interessato, di raggiungere agevolmente la sededa tutt’Italia. Il corso, in numero chiuso di trentacinquepartecipanti, ha come destinatari i Dirigenti di strutturaa livello nazionale e regionale ed è rivolto quindi a tuttigli attuali Dirigenti CSAIN. I contenuti del corso saran-no i seguenti: Ordinamento sportivo e legislazionenazionale; La figura del dirigente sportivo; Aspetti giu-ridico-fiscali; La gestione degli eventi; La gestionedelle risorse e del cambiamento; Marketing strategicoe Marketing territoriale; Strategie di comunicazioneinterna ed esterna. Praticamente tutto ciò che dovreb-be sapere un moderno dirigente sportivo. Espertiappartenenti al Corpo Docenti della Scuola dello Sporte dell’E.P.S. CSAIN saranno i “maestri” preposti all’in-segnamento delle varie materie. Il programma prevedeun modulo di tre giorni per un totale di sedici ore conlezioni frontali e lavori di gruppo, mentre per quantoriguarda i materiali didattici, saranno usate le relazionipresentate al Corso e il testo “L’ordinamento Sportivo,seconda edizione di G. Martinelli, F. Romei edE.Russo”. Probabilmente, durante i lavori, interverràper un saluto ai partecipanti il Presidente nazionale delCONI, Gianni Petrucci. Il primo iscritto al corso è ovvia-mente il presidente Luigi Fortuna che motiva così lasua scelta: « L’attenzione per i nostri soci, inizia dallaformazione dei dirigenti. Sarà l’anno della formazionecontinua, a tutti i livelli. Fare impresa, passa per la con-sapevolezza acquisita attraverso l’acquisizione di stru-menti attuali». Auguriamoci quindi che tali iniziativepossano essere ripetute quanto prima, per fare dellaformazione uno dei cardini centrali delle attivitàCSAIN.

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Con il patrocinio del Comune di Molfetta si è svol-to con successo il “1° Memorial avv. RobertoLarizza”, triangolare di calcio a 11 svoltosi pressoil campo comunale “B. Petrone”, a Molfetta. Lamanifestazione è stata organizzatadall’Associazione Avvocati di Molfetta, presiedutadall’avv. Giulio Guarino e dallo CSAIN ComitatiProvinciale e Zonale di Bari e Molfetta. Le squa-dre partecipanti sono state: l’associazioneAvvocati di Molfetta, i Magistrati–Procura di Tranie i Veterani Audace Calcio Molfetta. Si è aggiudi-cato il Memorial con quattro punti di classifica lasquadra dei Veterani che ha battuto prima gliAvvocati per 1-0 ed ha poi pareggiato 0-0 con iMagistrati–Procura di Trani. La partita tra iMagistrati contro gli Avvocati è stata vinta da que-sti ultimi per 1-0. E’ stato un torneo corretto, deci-

QUI UMBRIA

A PERUGIA IL TROFEO DI LOTTA,LA PORTA SOLE IN EVIDENZA

Sabato 7novembre si èsvolto aPerugia, alP a l a s p o r t”Evangelisti”, ilXIV TrofeoCittà diPerugia di lottao l i m p i c a .Hanno parteci-pato squadreprovenienti datutta Italia. Lacompetizioneha interessato

atleti appartenenti alle classi juniores e seniores.Il Trofeo, inserito all’interno degli Etruscan Games2009, manifestazione di cultura e di sport organiz-zata dall’A.S.D. Porta Sole CSAIN, è stato realiz-zato con il Patrocinio della Fijlkam, del CONI,della Regione Umbria, del Comune di Perugia,dell’Ufficio Regionale Scolastico, dello CSAIN, delCUS Perugia e dell’ADiSU. Questa la classifica:1) A.S.D. Take Down Ascoli Piceno; 2) G.S.Fiamme Oro Roma; 3) A.S.D. Porta Sole Perugia;4) Circ.Lavoratori Terni; 5) A.P.D. Athlon ClubSassari; 6) S.S.D. Kodokan Samurai Spello; 7)G.S.VV.F."Ravalico" Trieste; 8) U.S.B. A.S.D.Fortebraccio Perugia: Gli atleti dell'A.S.D. PortaSole CSAIN con il miglior piazzamento sono stati:Silviu Androne, Leonardo Donati, FabrizioFaraglia, Marius Popa, Michele Rosati, NaserSarjlou. Gli Etruscan Games 2009 sono statianche arricchiti dalle coreografie di ElisabettaRicci che, con le sue danzatrici Cristiana Motti eLuisa Piro, ha rievocato antichi riti etruschi. l

QUI PUGLIAA MOLFETTA AI VETERANI AUDACEIL 1° MEMORIAL LARIZZA

Due lottatori in azioneLa squadra dei Magistrati della Procura di Trani

La squadra degli Avvocati di Molfetta

La squadra dei Veterani Audace con la famiglia Larizza dopo la premiazione

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Tutti dentro la magnifica grotta dei Lamponi

maggiore orizzontale. Per i partecipanti è statauna piacevole esperienza (indimenticabile per ipiù piccoli) alla scoperta delle bellezze naturaliche offre l’Etna. Il dott. Giovanni Nicoloso (Presidente ASDMountain Inside Csain) ha accompagnato questovariegato gruppo di appassionati (bambini, ragaz-zi e adulti) molti dei quali alla loro prima espe-rienza speleo. La lunga passeggiata nella zona nord-est per rag-giungere la grotta ha permesso di ammirare l’am-biente “unico” che offre il vulcano l

"TANGO ARGENTINO E NON SOLO",GRANDE FINALE A SAN CATALDO

Grande successo di pubblico per il “3° Festival diTango Argentino e non solo…”, svoltosi domenica11 ottobre a San Cataldo, in Piazza Falcone-Borsellino, organizzato e presentato dal M°.Salvatore Sardo della Scuola di Danze Argentine“Si Balla!” di San Cataldo. Nel corso dell’evento,che ha chiuso il tour estivo dei Maestri Tangheri,Sardo e Barilà, si sono avvicendate sul palco piùdi duecento unità fra maestri, allievi e atleti appar-tenenti a ben quindici associazioni sportive dilet-tantistiche, oltre a sette artisti. In tre ore di spettacolo ci sono state esibizioni ditango argentino, di ballo e di danza sportiva, didanza classica e moderna, di arti marziali, dicanto, di musica e di cabaret. Grazie anche all’uti-lizzo delle scenografie, dei temi musicali e deicostumi si è riusciti a coinvolgere ed emozionareil numerosissimo pubblico. Presenti alla manife-stazione le autorità locali tra cui il sindaco dott.Giuseppe Di Forti, accompagnato dall’Assessorecomunale allo Sport, Turismo e Spettacolo dott.Roberto Riggi e il responsabile al coordinamentodello Sport Nazionale dello CSAIN dott. SalvatoreScarantino. L’evento è stato patrocinato dal Comune di SanCataldo e si è svolto con il benestare del Coni diCaltanissetta diretto dal dott. Giuseppe Iacono edell’Ente di Promozione Sportiva CSAIN. Foto evideo dell'evento si possono trovare all'indirizzointernet http://www.siballa.net, dove è possibiletrovare informazioni sui prossimi appuntamenti inprogramma e su corsi e lezioni di ballo sia collet-tive sia private. Ulteriori informazioni presso i seguenti recapititelefonici: 339/7156900 - 0934/516317 -0934/572280. l

so sul fischio finale. A conclusione del torneo eprima della premiazione c’è stato l’intervento dellasorella del compianto Roberto, l’avv. MariaRosaria che accompagnata dal marito dott. DePalma Saverio, a nome della famiglia Larizza haavuto parole di apprezzamento e di condivisionedella nobile iniziativa (“Che pur se ludica riflette lospirito gioioso di Roberto”); sono intervenuti iPresidenti CSAIN e dell’Ass. Avvocati, Mimmo deCandia e Giulio Guarino che si sono impegnati diricordare Roberto anche nei prossimi anni conanaloga iniziativa. A nome poi degli avvocati è intervenuto SilvanoMaralfa che ha commemorato il giovane collegaprematuramente scomparso, ricordandolo comepersona amata e stimata.

QUI SICILIA

TUTTI SULL'ETNA ESPLORANDOLA MAGICA GROTTA DEI LAMPONI

Domenica 11 ottobre si è svolto il 2° IncontroNatura Ambiente con obiettivo la Grotta deiLamponi che si trova a circa 1700 m slm. E' unagrotta di scorrimento lavico che deve il suo nomealla pianta di lamponi vicino l'ingresso della stes-sa. E' una delle più lunghe (732 m), e nel trattofacilmente percorribile (circa 300 m) è possibileosservare stalattiti da rifusione (denti di cane),superfici cordate, striature e tutte le caratteristichetipiche delle grotte etnee. Inoltre nello stesso trat-to sono presenti altri ingressi e aperture nellavolta. La sezione della grotta è per lo più semicir-colare, ma in qualche tratto ellittica con l'asse

ILCO

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VALLE D’AOSTAtel. e fax 0165.1825170 [email protected]: Ruggiero MichielettoPIEMONTEcell. 335/8099671 fax 015/[email protected]: Pierfranco GilardinoLOMBARDIAcell. [email protected] Vitale MontiTRENTINO ALTO ADIGE(tel. e fax 0461/983894)Presidente: Paolo MontresorVENETOtel. 045/7153017 [email protected]: Eugenio FerrariFRIULI VENEZIA GIULIAtel. 0432/851560 [email protected]: Nevio CiprianiLIGURIAtel. e fax 010/317751,[email protected]: Sergio Corradi

EMILIA ROMAGNAtel.e fax 051.802710 338.8966679email: [email protected]: Franco VignoliTOSCANAtel. 0586.807646 fax 0586.229274 cell. 329.9889628 email: [email protected]: Gianfranco RaugeiUMBRIAtel. 075/5004591 fax 075/[email protected]. 071.7590610 tel.e fax 071.7592005cell. 329.3817007Presidente: Antonio RomagnoliLAZIOtel.fax [email protected] Marcello PaceABRUZZOtel. e fax 0863/509346Presidente: Sante Volpe

MOLISEtel. e fax 0865/955159Presidente: Carlo De LisiCAMPANIAtel. 089/[email protected]: Gerardo Dino TorrePUGLIAtel. 080/5503679fax 080/5503603Presidente: Sergio SannipoliBASILICATAtel. e fax 0975/383186Presidente: Giuseppe PascaleCALABRIAtel. 0981/56103Presidente: Antonio FaillaceSICILIATel. 095.397040 fax [email protected]: Luigi FortunaSARDEGNAtel. 070-4818839 fax 070/41492 cell. 339-3668898Presidente: Giorgio Sanna

PRESIDENTI ONORARI

Fiorenzo MAGNIAntonio MAURIEugenio KORWIN

PRESIDENTE

Luigi FORTUNA

VICE PRESIDENTE

Franco CACELLI *Biagio SACCOCCIO *

CONSIGLIERI

Gabriele MARTINUZZILivio BORRELLILuigi CAVALIERE *Antonio CELONA*Nevio CIPRIANISergio CORRADIGiovanni DESSI' *Rosario FATUZZO *Eugenio FERRARIRaffaello GERMINIEnea GOLDONIPiercarlo IACOPINI *Maurizio NEGROFabrizio SCARAMUZZI Cristiana TORRE *

RESP. NAZIONALE SPORT

Salvatore SCARANTINO

COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI

Roberto SELCI (presidente)

Domenico CORSINI (effettivo)Salvatore SPINELLA (effettivo)Tiziano DANIELI (supplente)Anna Laura LAURETTI (supplente)

*= membro di giunta

il consiglio nazionale

i comitati regionali

ICOM

ITATI

REGIO

NALI

L’ ORGANIGRAMMA

ATLETICA LEGGERAGiovanni Di Nucci [email protected] SOCCERPaola Di Martino 06.5903526BOCCE ALLA VENETAEnea Goldoni 329-290372CALCIO A 5Pierluigi D’Incà 330-537609 [email protected] CALCIO A 11Pierfranco Gilardino335-8099671 [email protected] Saccoccio [email protected] (PROMOZIONE) Vincenzo Silluzio [email protected] ABILICarlo De Nicola [email protected] Caserta [email protected]

GINNASTICA ARTISTICAGiulia Ciaccia [email protected] AEROBICAItalia Bianchi [email protected] KARATEMauro Mion [email protected] Tamburo [email protected] JITSUCosimo Costa [email protected] LOTTAM.Cristina Cirillo [email protected] NUOTO/PALLANUOTOGiancarlo Toppi [email protected] PALLACANESTROMaurizio Vortici [email protected]

PALLAVOLOMassimo Scibetta [email protected] PESCAEugenio Ferrari [email protected] Macchi [email protected] Iacopini [email protected] EQUESTRIMassimo Garavini 340-3771660TAEKWONDOVitale Monti [email protected] AL PIATTELLOGiuseppe Curatolo 339.3722870WUSHUSebastiano Mauro [email protected]

ALFA Accordo Libero Federativo tra Associazioni Via Giardino, 8 - 30175 VeneziaPresidente: Carlo Tosetti (333.4156851) tel. fax 041-5344209 [email protected]

ANFE Associazione Nazionale Federativa Circoli Via Verga, 3 - 58100 Grosseto Presidente: Gabriele Martinuzzi tel. 348-8805237 fax 0572-901660

ARBAV Associazione Regionale Bocce alla Veneta c/o Maniero Giorgio (segr. gen.) Via Brentasecca, 52 - 35020 Saonara PD tel. fax 049-644060 Presidente: Enea Goldoni

CIAS Centro Intern. Amici della Scuola Via dei Coronari, 181 - 00186 Roma tel. fax 06-68309516 e-mail:[email protected],sito: www.ciasonline.it Presidente: Edmondo Coccia Segretario Generale: Pina Gentili

ENALCACCIA P.T. Enalcaccia Pesca e Tiro Via La Spezia, 35 - 00182 Roma tel. 06-77201467-68-69 fax 06-77201456Presidente: Lamberto Cardia. Segretario Generale: Giuseppe Tarullo e-mail: [email protected]

FABI Federazione Autonoma Birillistica Italiana Via Generale Pennella, 12 - 31100 Trevisotel. fax 0422-304200 336-422003 ab. 0422-451870 Presidente: Giuliano Fantin

FDTI Italia - Federazione Dilettantistica Taekwondo Italia Via XX Settembre 4/6 21013 Gallarate (VA) Te. 0331-245850 fax 0331-708517 Presidente Vitale Monti [email protected]

FIAS Federazione Italiana Attività Subacquee Viale Andrea Doria, 8 - 20124 Milano Tel. 02.6705005 340-9305274 Fax 02.67077302 e mail: [email protected] Presidente: Bruno Galli

FIGF Federazione Italiana Gioco Freccette Via Generale Pennella,12 - 31100 Treviso [email protected], [email protected] www.FIGF_ITALIA.IT tel. fax 0422-307209 Presidente: Luciano Caserta Segretario: Maurizio Vitari

FITA Federazione Italiana Teatro Amatori Via di Villa Patrizi, 10 - 00161 Roma tel. fax 06-44235178 Presidente: Carmelo Pace. Segretario Generale: Giovanni D’Aliesio (tel. 019-821950) [email protected] - [email protected]

FITD (sezione di promozione) Tecnici di danza sportiva. Walter Santinelli, via Gregorio XIII, 153, 00167 Roma. Tel e fax 06-66012962

UDACE-CSAIN Unione degli Amatori del Ciclismo Europeo Via G. Govone, 100 - 20131 Milano tel. 02.33611591 fax 02.34531458Presidente: Franco Barberis, via degli Zuavi, 28 - 13100 Vercelli ([email protected]). Segretario nazionale: Giovanni Stagni [email protected]

UFI Unione Folclorica Italiana Piazza Duomo Palazzo Bassi - 33081 Aviano PN [email protected] Presidente: Maurizio Negro tel. fax 0481.391078/329.4196789 [email protected] Segretario: Luciano Romano Via Pal Piccolo, 22 - 33029 Villasantina UD tel. fax 0433.759004 [email protected]

coordinatori di sezione

le sezioni specialistiche

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PEDALANDO VERSO IL FUTUROA Riccione l’UDACE-CSAIN ha tenuto la 4ª Conferenza

Organizzativa Nazionale. Grande partecipazione e tanti i temi affrontati e approfonditi: dai problemi fiscali alla tutela della salute

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fiscali, Negri per quegli assicurativi, Murolo per ildoping e Ferella per la prevenzione e tutela dellasalute.Nell’occasione il dott. Ferella(Responsabile della Commissione ScientificaUDACE-CSAIN), ha presentato il libro “In sellasenza doping - 2010, per un ciclismo a tutela dellanostra salute”, lavoro curato dallo stesso, voluto epatrocinato dall’ente. Dalla costrittiva tavolarotonda che ne è seguita, grazie anche all’impor-tante ed efficace contributo dei delegati, è stato

dato risalto, corpo erisposte, anche a situa-zioni proprie del territo-rio e delle peculiaritàdel ciclismo amatoria-le, delineandone gli“obiettivi comuni”. Gradito e apprezzatoanche l’intervento delPresidente NazionaleCSAIN Luigi Fortunache, ancora una volta,ha messo in risalto ilcompiacimento per laprofessionalità, a tuttocampo, della SezioneNazionale Specialistica“UDACE-CSAIN”, cheattraverso la sua rami-ficata struttura territo-riale, produce settima-nalmente una sana econtrollata attività.

Fortuna ha sentito di ringraziare il PresidenteBarberis per la simbiosi d’intenti affinati in 28 annidi collaborazione. Il convegno si è conclusodando appuntamento a tutti per fine maggio 2010a Bellaria Igea Marina per la Festa nazionale eper i campionati italiani di cicloturismo. l

di Fernando Saccoccio

Alla presenza di tutti i quadri dirigenziali nazio-nali dell’UDACE-CSAIN, regionali e provinciali, siè tenuta a fine ottobre u.s. a Riccione la 4ªConferenza Organizzativa Nazionaledell’UDACE-CSAIN. Il nutrito programma deilavori è stato introdotto dal Presidente FrancescoBarberis, al quale l’assemblea ha tributato unriconoscimento per i venti anni di presidenza e cuiè seguito un apprezzato saluto del sindaco diRiccione, Massimo Pironi. Barberis nella suarelazione introduttiva,mettendo in evidenzalo slogan dell’evento“Riflessioni e prospet-tive per obiettivicomuni”, che campeg-giava nell’accoglientesala conferenzedell’Hotel Corallo, hatracciato, tra gli altri, ivari aspetti della vitaassociativa. In parti-colare si è soffermatosulle derivazioni legi-slative, fiscali, assicu-rative, tecniche, disci-plinari, organizzative,nonché sui rapporticon altri Enti di promo-zione e prevenzione etutela della salute.Ribadendo i saldi prin-cipi radicati nei 53anni di storia dell’Unione, evidenziandone lo spiri-to di servizio, sempre animato da rispetto, solida-rietà, collaborazione e democrazia, nonché diguardare al futuro con rinnovate e incisive proget-tualità. Sono seguiti i vari approfondimenti, in par-ticolare da parte dei dottori: Gualdi per gli aspetti

Il presidente dell’Udace Francesco Barberis (al centro)