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Affrontare i rischi derivanti dal cambiamento climatico nelle zone costiere Una guida di buone pratiche

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Affrontare i rischi derivanti dal cambiamento climatico nelle zone costiere

Una guida di buone pratiche

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SCOPAC Regional Coastal GroupCentral-southern coast of England, UK

Scarborough Borough Council, UK

Maritime Office in Gydnia (Urzad Morski w Gdyni), Poland

Provincia di Macerata, Italy

Provincia di Pesaro e Urbino, Italy

Regione Marche, Autorità di Bacino Regionale, Ancona, Italy

Bureau de Recherches Gèologiques et Minieres, France

Consiglio Nazionale della Richerche (CNR)Istituto di Ricerca per la ProtezioneIdrogeologica (IRPI) Perugia, Italy

Centre for the Coastal EnvironmentIsle of Wight Council, UK

Riguardo questa pubblicazioneQuesta guida di buone pratiche costituisce uno dei risultati del progettoLIFE Ambiente "Response" - "Affrontare i rischi del cambiamentoclimatico nelle zone costiere"; il progetto ha beneficiato del supportofinanziario del Programma LIFE Ambiente della Commissione Europea.Il progetto nel suo complesso è stato realizzato da ricercatori del RegnoUnito, Francia, Italia e Polonia, sotto la direzione del Centro perl'Ambiente Costiero (Centre for Coastal Environment) del Consigliodell'Isola di Wight (UK).

Il programma del progetto Response (2003-2006) è descritto nel sitoweb www.coastalwight.gov.uk/response Si ringraziano i team scientificidei partner di progetto, sotto elencati.

Professor Jacqueline McGlade, Direttore Esecutivo,Agenzia Europea per l'Ambiente (European Environment Agency)" Il cambiamento climatico sta già avvenendo e sta avendo impatti diffusi, molti deiquali con costi economici sostanziali, per le persone e per gli ecosistemi di tuttal'Europa. Sono necessarie strategie, ad un livello europeo, nazionale, regionale elocale, per adattarsi al cambiamento climatico."

Kofi Annan*, Segretario Generale dell'ONU, Klaus Toepfer**, Funzionario Senior ONU, Organizzazione Nazioni Unite"Il cambiamento climatico non è una prognosi, è una realtà che sta portando eporterà sempre di più alla sofferenza umana ed economica."**"C'è stata una crescente frequenza di eventi meteorici estremi negli scorsi anni. C'èuna crescente preoccupazione che questa tendenza sia destinata a proseguire"*

La Commissione Europea"Il valore totale dei complessi economici situati entro 500 metri dalla linea di costaeuropea, incluse le spiagge, i terreni agricoli e le industrie, è attualmente stimatoin 500-1000 miliardi di Euro""Flood risk management: Flood prevention, protection and mitigation"Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, aiComitati Economici e Sociali delle Regioni, Bruxelles.

Dr. R K Pachauri, Chairman, Gruppo Intergovernativo sul CambiamentoClimatico (Intergovernmental Panel on Climate Change)"L'effetto del cambiamento climatico sulla salute umana, gli ecosistemi, laproduzione alimentare, le risorse idriche, le piccole isole e le regioni costieredepresse, sarà probabilmente grave""Il Terzo Report di Valutazione, quindi, ha concluso che i benefici economici primaridella mitigazione deriverebbero dai costi evitati associati con gli impatti avversi delcambiamento climatico"Discorso alla Nona Conferenza delle Parti alla Convenzione Quadro sulCambiamento Climatico delle Nazioni Unite, Milano.

Munich RE (2006), Revisione Annuale: Catastrofi Naturali 2005"Il 2005 ha frantumato tutti i record negativi. Le catastrofi naturali non sono maistate così dispendiose, sia per le economie mondiali che per le attivitàassicurative. È stato inoltre uno degli anni con più vittime degli ultimi decenni."Dr Gerard Berz, Capo del Dipartimento di Ricerca sui Rischi Geologici,Munich Re (2006), Climate Change - Modest warming, dramatic effects."Osservato in tutto il mondo negli scorsi decenni e chiaramente riflesso nelle richiestedi risarcimento alle assicurazioni, l'incremento delle perdite da catastrofi naturali èuna delle principali e più forti evidenze che l'impatto dei cambiamenti ambientaliglobali generato dall'uomo sta crescendo"

Associazione degli Assicuratori Britannici (Association of British Insurers)"Nel Regno Unito, il cambiamento climatico potrebbe aumentare il costo annualedelle inondazioni di almeno 15 volte entro il decennio del 2080 sotto uno scenario dialte emissioni, portando le perdite totali potenziali derivanti da inondazioni fluviali,costiere e urbane a più di 40 miliardi di dollari (22 miliardi di sterline). Tenere inconsiderazione il cambiamento climatico nelle politiche di gestione delle inondazioni,incluso lo sviluppo controllato nelle piane alluvionali ed investimenti crescenti nelladifesa dalle alluvioni, potrebbe limitare la crescita dei costi ad un possibile incrementodi quattro volte (a 9.7 miliardi di dollari o 5.3 miliardi di sterline)."Association of British Insurers (2005), Financial Risks of climate change,Summary report, June 2005.

Alcuni pareri di esperti del cambiamento climatico

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Dr Robin McInnes, OBECentre for the Coastal EnvironmentIsle of Wight CouncilUnited Kingdom

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Ringraziamenti

Il progetto LIFE "Response"Questa guida è stata realizzata grazie al contributo economico del programma LIFE ambiente

dell'Unione Europea (EC DG Ambiente), ed è uno dei risultati dello studio "Response"(Affrontare ai rischi da variazioni climatiche nelle zone costiere, 2003-2006) svoltosi nell'arcodi tre anni. Ulteriori informazioni riguardo il progetto possono essere ottenute consultando il

sito www.coastalwight.gov.uk/response.html Lo studio è stato realizzato dal Centro perl'Ambiente Costiero dell'Isola di Wight e questa pubblicazione riporta l'esperienza del Centronella gestione dei rischi costieri e quella dei partners del progetto, ottenuta dopo molti anni di

lavoro ed in particolare con questo studio.

Il comune dell'isola di Wight vorrebbe ringraziare i partners del progetto "Response" per i lorocontributi e il team di consulenti di grande esperienza Halcrow, ed infine il Dr E M Lee che ha

fornito un supporto di valore allo studio.

Le foto sono di:BRGM: Tavola (i), 5.6; Andrew Butler: 5.3; Edizioni d’Art Jack: 2.1; Edizioni de Goubey: 1.1;EID Méditerranée: 5.2. Fabio Gemolo: 6.3; Centro per l'Ambiente Costiero dell'isola di Wight

1.3, 1.4, 2.4, 2.7, 4.2, 5.6, 5.7, 5.8, 5.9, 6.4, 6.5, 6.6, 7.1; Dr Eric Leroi: 6.1, 6.2, RegioneMarche: 6.7; Ville de Sete, Francia: 2.6, al centro della retro copertina; South Downs CoastalGroup: 5.4, 5.5; Wight Light Gallery: Copertina e retro copertina, Tavola (ii), 1.2, 2.2, 2.3, 2.5,

3.1, 3.2, 3.3, 3.4, 3.5, 3.6, 5.1.

Copyright © Centre for the Coastal Environment, Isle of Wight Council, September 2006.

Questa guida è volta a fornire una assistenza pratica ai lettori, e le informazioni contenuteall'interno possono essere utilizzate con il permesso del Centro per l'Ambiente Costiero

dell'isola di Wight. Per ottenere il permesso di riprodurre parti della guida, si pregacortesemente di contattare il Dr Robin McInnes OBE, Centro per la l'Ambiente Costiero

dell'isola di Wight, Salisbury Gardens, Dudley Road, Ventnor, Isle of Wight, PO38 1EJ, [email protected].

Le illustrazioni di copertina: Immagine principale: La scogliera di Ventnor, Isola di Wight, UK,che forma il più grande complesso urbano interessato da frane nel nord-ovest dell'Europa.

Nella retro copertina: A sinistra: Lyme Regis, Dorset, UK. A destra: Sirolo, Marche Regione, Italy.

Al centro: Sete, France

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Indice

Riassunto 5

Introduzione 7

Capitolo 1

Evoluzione Costiera, Comportamento e Cambiamento Climatico 11

Capitolo 2

Qual'è la natura e l'entità dei rischi nelle zone costiere? 17

Capitolo 3

Il quadro legale ed amministrativo per la gestione dei rischi costieri 35

Capitolo 4

Valutare e monitorare le variazioni costiere e climatiche 47

Capitolo 5

I rischi costieri - Indirizzare le politiche di pianificazione 57

Capitolo 6

La gestione del rischio costiero in pratica 71

Capitolo 7

Coinvolgere la comunità e coordinare la risposta ai rischi costieri 81

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Tavola (i): Crollo in roccia che interessa lastrada costiera, Les Saintes, Antillefrancesi. Sulle isole vengono costruite,spesso, importanti strade sulle linea dicosta. Questi percorsi sono particolarmentesuscettibili ai pericoli naturali inclusal'erosione costiera, le alluvioni e le frane.

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Riassunto 5

RiassuntoLe zone costiere dell'Unione Europea si sono progressivamente sviluppate negli ultimi secoli. Esse nonsolo rappresentano un contributo significativo al benessere economico degli stati membri, ma fornisconoanche opportunità di svago, relax, e divertimento, in una varietà di splendidi ambienti naturali. Negliultimi 10 anni l'Unione Europea si è impegnata molto per favorire una migliore gestione delle coste, eciò ha portato allo sviluppo di strategie nazionali per l'ambiente costiero, in applicazione del principiodello sviluppo sostenibile. Parte di questo processo dovrà essere rappresentato da una valutazionecomplessiva dei rischi naturali, e dei conseguenti rischi per le persone, i beni e l'ambiente. Le strategiedi gestione del rischio per le aree vulnerabili forniscono il quadro per individuare i rischi derivantidall'erosione costiera, le inondazioni e le frane.

Il cambiamento climatico, senza dubbio, influenzerà la nostra vita nei prossimi decenni,incrementando l'entità dell'erosione costiera, delle inondazioni e dei fenomeni franosi. Gli eventi piùdisastro saranno associati ad una maggiore frequenza o intensità degli eventi estremi. Questo è uncampo molto importante per la ricerca, in quanto molti studi non tengono in considerazione gli effettidegli eventi estremi, sebbene sia noto che tali eventi rappresentino un rischio per il benesseredell'uomo; l'onda di calore che investì l'Europa nel 2003 ne è un primo esempio (Defra, 20051).

E' chiaro che il cambiamento climatico comporterà una crescente pressione su talune zone costiere, edallo stesso tempo evidenzierà la necessità di un nuovo approccio alla gestione del rischio associatoall'innalzamento del livello del mare, al cambiamento della meteorologia, ed alla conseguentesuscettibilità all'erosione costiera, alle inondazioni, alla frane. E' riconosciuto che non sia possibile, néauspicabile, difendere tutte le coste europee, e lo sviluppo di strategie di gestione costiera atte arisolvere le criticità dovranno essere basate su una completa conoscenza dei processi di evoluzionedelle coste.

Con il supporto finanziario del Programma Life Ambiente (L'Instrument Financier de L'Environement)2 èstato possibile realizzare studi in sequenza e programmi dimostrativi che cominciarono con il"Demonstration programme on the integrated management of coastal zones"3 (1996-1999), seguito da"Coastal change, climate and instability"4 (1997-2000) ed un ulteriore progetto dimostrativo (del qualequesta pubblicazione è parte), chiamato "Response" (Responding to risk from climate change, 2003-2006)5.

Anche durante la vita del progetto LIFE Response c'è stato un significativo aumento nel numero dellericerche, nello scambio di informazioni e nella consapevolezza sul tema del cambiamento climatico.L'anno 2005 è stato il secondo più caldo a partire dal 1860, sebbene il 1998 detenga il primato. Lascorso decennio ha visto otto dei dieci anni più caldi da quando sono partite le registrazioni. Anche latemperatura della superficie del mare nell'Atlantico Settentrionale è stata la più elevata dal 1880. Lanecessità di stabilire linee guida su come reagire ai rischi nelle zone costiere è stato dimostrato da uncrescente numero di eventi disastrosi che hanno interessato molte parti del mondo, Europa inclusa. Ilcambiamento climatico è, necessariamente, uno dei principali obiettivi per le politiche ambientali edenergetiche europee.

Il 2005 è stato designato "l'anno dei disastri" dal World Metereologic Organisation. L'Europa haassistito, infatti, a più di cento importanti inondazioni dal 1998, incluso il catastrofico evento dei FiumiDanubio ed Elba nel 2002 che provocò circa 700 vittime, l'evacuazione di quasi mezzo milione dipersone, e danni per oltre venticinque miliardi di euro; altre disastrose inondazioni sono avvenute nellaprimavera del 2006.

La ricerca supportata dall'Unione Europea (Eurosion, 2004)6 ha mostrato che più del 20% delle costeeuropee sono interessate da erosione costiera, con migliaia di chilometri interessati da arretramenti dirilievo. Le sfide attuali e future includono la gestione di un crescente livello di rischio, mentre allo stessotempo è necessario cercare di mantenere e se possibile migliorare l'ambiente costiero. È di vitaleimportanza evitare gli errori del passato, che hanno in alcuni casi incrementato il rischio o causato seridanni ambientali.

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Lo scopo di questa guida è quello di assistere le autorità e gli enti locali, nonché altri attori, con interessinelle aree costiere, fornendo assistenza sulla gestione sostenibile del rischio costiero, mediante lapredisposizione e l'uso di mappe inerenti l'evoluzione integrata delle costa ed il rischio. Una serie dicarte tematiche per indirizzare la pianificazione del rischio costiero nel contesto del cambiamentoclimatico è stato sviluppato quale parte del progetto dell'Unione Europea LIFE Environment Response(McInnes et al., 2006)6. I partners del progetto Response hanno basato le loro ricerche su dettagliatirilievi in cinque regioni costiere europee, rappresentative delle varie condizioni esistenti.

I consigli e le linee guida derivano dalle esperienze pratiche dal lavoro svolto negli ultimi tre anni(Response6, 2003-2006), in cinque siti di studio in Inghilterra, Francia ed Italia. Il gruppo di progettospera che questa nuova pubblicazione si dimostrerà di valore pratico per gli attori coinvolti nella gestionedel rischio costiero, sebbene sia riconosciuto che molte delle raccomandazioni possano essereapplicate anche ad ambienti diversi, quali quelli montani.

Dr Robin McInnes, OBECentre for the Coastal Environment Isle of Wight CouncilUnited Kingdom

Bibliografia1. Defra, 2005. 'Avoiding dangerous climate change'. Executive summary of the Scientific

Symposium. Exeter. Crown Copyright.2. European Commission, 2001. 'LIFE Environment in action - 56 new success stories for

Europe's environment'. Luxembourg: European Commission. 3. European Commission, 1999. 'Lessons learnt from the European Commission's Demonstration

Programme on integrated coastal zone management'. Brussels: European Commission.4. McInnes, R. G., Tomalin, D. and Jakeways, J., 2000. 'Coastal change, climate and instability'.

Final report of the EU LIFE Environment project. Isle of Wight Centre for the Coastal Environment, Ventnor, Isle of Wight, UK.

5. McInnes, R. G., Jakeways, J. and Fairbank, H., 2006. 'Response - Responding to the risks from climate change'. Final report for the EU LIFE Environment Project. Isle of Wight Centre for the Coastal Environment, Ventnor, Isle of Wight, UK.

6. European Commission, 2004. 'EUrosion - Living with coastal erosion in Europe'. Luxembourg: European Commission.

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Introduzione 7

IntroduzioneLe zone costiere dell'Unione Europea sono continuamente soggette ai naturali processi di alterazione,erosione marina, inondazione e frana. L'impatto di questi eventi e processi varia da una parte all'altradella linea di costa, e dipende dalla struttura geologica della stessa, dalla resistenza all'erosione dellerocce esposte in ciascun tratto di costa, oltre che dalla esposizione all'impatto del moto ondoso e dellemaree. I materiali erosi ed alterati che si accumulano alla base delle falesie o nella spiaggia intertidalesono trasportati da una parte all'altra della costa dal processo del trasporto lungo costa. I materialisedimentari possono essere depositati lungo la costa dove i "percorsi di trasporto dei sedimenti" sonointerrotti da promontori, estuari o "trappole di sedimenti". L'attività umana si è imposta su questoambiente in costante evoluzione, con opere di difesa costiera realizzate allo scopo di fissare la posizionedelle coste, difendendo le strutture ed i centri abitati esistenti.

Per migliaia di anni l'uomo è stato attratto dalle aree costiere, per ragioni strategiche, economiche oricreative, e le strutture sono state spesso difese dall'erosione costiera e dalle inondazioni marine. Moltedelle aree costiere europee sono state soggette a sviluppo intensivo, particolarmente nel tardodiciannovesimo secolo e nel primo ventesimo, vale a dire all'epoca in cui le attività balneari e dinavigazione ricreativa diventarono di moda. Tuttavia, le variazioni costiere e la presenza di complessi estrutture in aree vulnerabili hanno portato alla costruzione, per tratti considerevoli, di banchine ed altrestrutture di difesa costiera, finalizzati alla protezione di tali complessi. In alcune aree i complessi costierihanno provocato un significativo impatto nei sistemi costieri naturali, con il risultato di conseguenzenegative per le zone adiacenti e causando un aggravamento dell'instabilità e dell'erosione costiera.

Le recenti ricerche hanno mostrato che i processi naturali quali l'erosione costiera hanno condotto allaperdita od al danneggiamento di centinaia di proprietà, mentre i valori di mercato di molte altre è statoinfluenzato perché lo sviluppo si è concentrato in aree inadeguate (Eurosion, 20041). Le inondazionicostiere hanno un impatto sui complessi e le strutture, e la crescente interazione tra i rischi naturali e lapopolazione delle aree costiere porterà inevitabilmente ad un aumento del rischio, a meno che non sianomessi in pratica adeguati sistemi di gestione costiera. Gli scienziati hanno detto chiaramente chedobbiamo affrontare il cambiamento climatico, od al contrario bisognerà aspettarsi drammaticheconseguenze. (European Commission, 20022). Il cambiamento climatico sta già avvenendo, e sta avendoun diffuso impatto nelle zone costiere, con costi rilevanti per la popolazione ed alterazione degliecosistemi. C'è la consapevolezza che sono necessarie strategie a vari livelli di amministrazione, alloscopo di studiare e capire le sfide del cambiamento climatico. Non importa quanto efficace sarà il nostrotentativo di contrastare le cause del cambiamento climatico ora, ci saranno comunque inevitabili effetticausati dalle passate emissioni di gas serra, quindi occorre prepararsi per ciò che ci attende.

Gli studi inerenti l'impatto del cambiamento climatico nelle aree costiere seguono precedenti progettidimostrativi che hanno beneficiato del supporto finanziario del programma LIFE Ambiente dellaCommissione Europea. Quale parte del "Demonstration Programme on the Integrated Management ofCoastal Zones" (1996-1999)3, sono stati studiati trentacinque siti lungo le coste europee, allo scopo diidentificare esempi di corretta gestione e contribuire quindi a migliorare le pratiche gestionali in un ampiospettro di condizioni ambientali. Più nello specifico, un altro progetto LIFE Ambiente "Coastal change,climate and instability" (1997-2000) iniziò a considerare la problematica delle variazioni costiere e delcambiamento climatico in termini di utilizzazione di tecniche paleo-ambientali e geomorfologiche, oltreche di strategie di gestione, allo scopo di aiutare a comprendere ed identificare i problemi attuali epotenziali delle variazioni costiere e dell'instabilità delle zone costiere e di quelle montane (McInnes etal.4). Lo scopo del "Response project" ("Responding to the risk from climate change", 2003-20065) è difornire suggerimenti pratici e assistenza all'implementazione di strategie sostenibili a scala regionale,per affrontare i rischi naturali nel contesto del cambiamento climatico.

I rischi naturali hanno un notevole impatto nelle zone costiere di molti paesi europei. I costi delle misuredi emergenza, sistemazione e prevenzione possono rappresentare un onere notevole per la comunità,con un costo che grava principalmente su enti locali o regionali con limitate risorse economiche. E'attualmente riconosciuto che il rischio derivante dal cambiamento climatico è reale; l'innalzamento dellivello marino rappresenta un rischio per le comunità costiere per l'incremento dell'erosione marina, delleinondazioni e delle frane. Allo scopo di salvaguardare la vita umana, le proprietà e le strutture nelle zone

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costiere, si rende necessario stabilire chiaramente l'entità del rischio costiero attuale e dell'impatto delcambiamento climatico, e di stabilire strategie di gestione sostenibile, finalizzate a cercare di mitigare irischi futuri.

Tratti significativi delle coste dell'Unione Europea sono densamente popolate. Il loro sviluppo è databileal 19° secolo od anche molto prima. Infatti, molti dei maggiori porti e città europee formano complessicostieri che contribuiscono in modo sostanziale al prodotto interno lordo di quei paesi. La pressionelegata allo sviluppo ha evidenziato la necessità di soddisfare le esigenze delle popolazioni costieresenza aumentare il deterioramento dell'ambiente. Per aiutare a risolvere questi problemi, specialmentenegli ultimi 10 anni, c'è stato un cambiamento di filosofia, con un maggior interesse verso una gestionesostenibile delle aree costiere. La conoscenza dell'evoluzione costiera e di quanto i processi naturalidebbano essere tenuti in considerazione per addivenire a decisioni sensate è, invece, stata molto piùlenta, nonostante molti esempi di come molti problemi siano stati creati a seguito di effetti indiretticausati dallo sviluppo costiero o da progetti di difesa costiera.

C'è una crescente consapevolezza che, quando possibile, i processi naturali di erosione costiera, ditrasporto e sedimentazione dovrebbero essere lasciati liberi di andare avanti. La difesa costiera puòessere perseguita più efficacemente, in taluni casi, cercando di "lavorare con la natura", ad esempioincoraggiando la formazione dei materiali che andranno a formare le spiagge, che costituiscono unottimo sistema di difesa costiera. La necessità di favorire una maggiore conoscenza dell'evoluzionecostiera quale riferimento per la gestione del rischio costiero è stata dimostrata sia del governo che dagruppi di difesa delle coste in Inghilterra e Galles (Future coast, 20026; SCOPAC, 20037).

Negli anni recenti sono state promosse un insieme di nuove direttive, comunicazioni e linee guidaeuropee, atte a assistere i processi di gestione, così come altre problematiche. Queste includono laDirettiva Quadro sulle Acque (Water Framework Directive), la Strategia Tematica sul Suolo (SoilThematic Strategy) e la Direttiva sulle Inondazioni (Flood Directive), oltre al "Recommendation on theintegrated management of coastal zones" del Parlamento Europeo.

Molti stati membri hanno iniziato ad identificare gli insediamenti costieri ed altre strutture chiave chepotrebbero essere a maggior rischio da rischi naturali quali l'erosione costiera, e l'inondazione marina,dovuti agli effetti del cambiamento climatico. Altrove, i centri costieri sono interessati da fenomeni franosiche possono essere scatenati dall'erosione, da variazioni nella distribuzione delle precipitazioni, o dapratiche antropiche. Questi impatti hanno condotto ad una maggiore domanda verso l'implementazionedi strategie sostenibili per la gestione sia delle difese costiere sia del rischio costiero in senso lato.Tenendo presenti gli alti costi necessari a mantenere le strutture di difesa costiera, è fondamentale chele soluzioni proposte siano sostenibili dal punto di vista tecnico, economico ed ambientale.

Alcune delle situazioni di rischio maggiore lungo le coste europee derivano da una mancanza dicoordinamento tra la pianificazione territoriale e le proposte di sviluppo. Molte zone della UnioneEuropea stanno soffrendo l'eredità di comunità ed insediamenti non pianificati, sviluppatisi nellevicinanze di falesie in erosione, frane, aree inondabili a seguito degli effetti del cambiamento climatico.Nonostante le disastrose inondazioni nell'Inghilterra dell'est e nei Paesi bassi del 1953, ed altri eventipiù recenti, in molti stati membri non sono state sviluppate strategie di gestione del rischio costierosostenibili. Le conseguenze del cambiamento climatico e dell'innalzamento del livello marinorappresentano attualmente una sfida molto seria per la gestione delle coste. Studi ad ampia scala hannomostrato che ci sarà un livello maggiore di rischio per molte strutture costiere sia a causa dell'erosionecostiera che delle inondazioni, associato ad un incremento del rischio sia di nuove frane che diriattivazione di frane quiescenti. I governi centrali, regionali e locali dovranno sviluppare edimplementare politiche che affrontino l'incremento del rischio, pur in considerazione degli inevitabilicondizionamenti tecnici e finanziari.

Allo scopo di assistere il processo di sviluppo di buone pratiche per la gestione del rischio costiero, ilprogetto LIFE "Response" ("Responding to risk from climate change")6 ha raccomandato lo sviluppodi strategie sostenibili per le autorità regionali e locali in modo da assistere nella gestione dei pericolinelle zone costiere. Questo è ottenuto dimostrando una metodologia innovativa a scala regionale perlo studio dell'evoluzione costiera e la mappatura del rischio, tenendo in particolare considerazione gli

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Figura (ii): Frana costiera presso Niton Undercliff,Isola di Wight, Regno Unito. Essa ha interessatoun parcheggio caravan, e la strada costieraA3055. La frana si verificò a seguito di un periododi intense precipitazioni nell'inverno 2000/01.

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impatti del cambiamento climatico. Il progetto Response ha valutato i costi attuali e futuri dei rischinaturali costieri, ed ha fornito un quadro per la preparazione all'impatto del cambiamento climaticolungo le coste europee. Questo processo adotta un principio di precauzione e comprende unametodologia basata su priorità, efficace ed ambientalmente compatibile. Il progetto Responseconsidera sia i sistemi umani che quelli naturali che influenzano le zone costiere, e, basandosi sullafilosofia di operare con processi naturali, suggerisce una metodologia trasferibile per lo studiodell'evoluzione costiera e della mappatura del rischio. La metodologia è basata sul riconoscimento dicondizioni specifiche locali, assicurando che le decisioni di gestione della costa siano appropriate esostenibili, compatibili con gli impatti previsti del cambiamento climatico e adatte per indirizzare losviluppo del territorio ed i sistemi pianificatori.

Un approccio sistematico è stato adottato per assistere la pianificazione costiera e ciò è implementato sustadi differenti. Inizialmente le morfologie costiere sono classificate secondo la loro origine fisica, esuccessivamente è valutato il comportamento generico di ciascun tipo morfologico, basandosi suinformazioni storiche. Sono stati identificati scenari di cambiamento climatico regionale per diversetipologie di zone costiere, ed è stata effettuata una valutazione sulla suscettibilità di ciascuna morfologiacostiera al cambiamento climatico. Relazioni chiave tra varie morfologie completano l'identificazione dei"sistemi di comportamento costiero", identificando probabili impatti derivanti dal cambiamento climatico,ognuno di essi definito da una valutazione di impatto basata su casi di studio. Questo approccio consenteuna analisi delle coste di una regione che, attraverso una logica successione di mappe, fornisce una baseper la valutazione del rischio e l'identificazione di "hotspot" connessi al cambiamento climatico, doveparticolare attenzione dovrà essere poste sia ora che in futuro per gestire il rischio costiero.

Fondamentale per la comprensione delle coste è una completa caratterizzazione della evoluzionedella costa e dei processi naturali; i fattori che devono essere valutati in un primo stadio sono descrittinel capitolo Uno.

Bibliografia1. European Commission, 2004. 'EUrosion - living with coastal erosion in Europe'. Luxembourg:

European Commission. 2. European Commission, 2002. 'Sixth Environmental Action Programme'. Brussels: European

Commission.3. European Commission, 1999. 'Lessons learnt from the European Commission's Demonstration

Programme on the integrated management of coastal zones'. Brussels: European Commission. 4. McInnes, R. G., Tomalin, D. and Jakeways, J., 2000. 'Coastal change, climate and instability'.

Final report of the EU LIFE Environment project. Isle of Wight Centre for the Coastal Environment, Ventnor, Isle of Wight, UK.

5. McInnes, R. G., Jakeways, J. and Fairbank, H., 2006. 'Response - Responding to the risks from climate change'. Final report for the EU LIFE Environment Project. Isle of Wight Centre for the Coastal Environment, Ventnor, Isle of Wight, UK.

6. Halcrow, 2001. 'Futurecoast'. Report for Defra. HMSO London.7. Hosking, A., and Moore, R.., 2001. 'Preparing for the impacts of climate change'.

Report for the Standing Conference on Problems Associated with the Coastline (SCOPAC). Swindon.

Terminologia chiavePericolosità - Un evento pericoloso, o la probabilità di occorrenza di unfenomeno potenzialmente distruttivo in una data area ed in un certointervallo di tempo.Rischio - Le perdite attese (vite umane, feriti, proprietà danneggiate eattività economiche interrotte) dovute ad un particolare evento pericoloso, inuna data area ed in un dato intervallo temporale. Basato su calcolimatematici, il rischio è il prodotto della pericolosità per la vulnerabilità.Vulnerabilità - La condizione alla quale un sistema è suscettibile, o non ingrado di sostenere, vittime, danni o pericoli.

Scource - European Environment Agency

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Evoluzione Costiera, Comportamento e Cambiamento Climatico 11

Capitolo UnoEvoluzione Costiera, Comportamento e Cambiamento ClimaticoLe più varie condizioni geologiche che si riscontrano nelle zone costiere dell'Unione Europea hannodato origine ad un'ampia gamma di situazioni geomorfologiche, dando vita ad una costa moltovariegata, ricca di fascino ed interesse. La costa si è andata formando nei tempi geologici, con rocce didiversa natura, le quali sono state sottoposte ai processi endogeni di sollevamento, compressione,piegamento e fagliazione, prima di venire interessate da processi esogeni quali le glaciazioni, leinondazioni, l'erosione costiera, il vento e la pioggia. Un esame delle carte geologiche di molti paesieuropei mostra una ampia gamma di rocce di varia natura. La geologia della costa e del fondo marino,così come l'assetto strutturale delle rocce (inclusi l'influenza delle lineazioni, dei piani di strato e dellaloro immersione), insieme ad altri fattori quali il livello di falda, i processi sedimentari e l'impatto dicambiamenti entro la crosta terrestre, hanno avuto tutti un'influenza nell'aspetto delle zone costierecome oggi le vediamo.

I Servizi Geologici di numerosi stati membri dell'Europa hanno effettuato un dettagliato lavoro dimappatura che in alcuni casi ha permesso di identificare le interrelazioni tra la geologia continentale esottomarina, portando ad una migliore comprensione dell'evoluzione costiera. Ad esempio, nel Canaledella Manica, tra Inghilterra e Francia, la mappatura della geologia del continente è stata estesa acomprendere quella della piattaforma continentale, permettendo di inquadrare le Isole Britanniche e laFrancia in un contesto geologico europeo, caratterizzato da molte strutture chiave quali importanti lineedi faglia, bacini marini e aree di alto strutturale.

La storia geologica, quindi, influenza la struttura attuale e l'aspetto delle nostre aree costiere. Sin dallaloro formazione i depositi geologici sono stati erosi ed alterati per milioni di anni, a creare il paesaggioattuale. Lungo la costa le differenze più evidenti sono spesso create dal contrasto tra rocce piùresistenti, che formano promontori e altopiani, e quelle più tenere, che formano aree topograficamentedepresse e fronti costieri a morfologie dolci.

La costa è in costante cambiamento, e fattori quali l'ampiezza delle onde, la velocità del vento, laprofondità del mare, la potenza delle maree ed i tassi di variazione del livello marino, così come lepiogge e l'intensità e la frequenza di tempeste, sono tutti fattori determinanti. Studiando le mappegeologiche di vari paesi è possibile rendersi conto della struttura geologica generale ed identificarerocce di particolari periodi geologici, che, date le loro peculiari caratteristiche, creano importantiscarpate, valli od altre peculiari caratteristiche topografiche. Altrove, l'influenza delle glaciazioni hamodellato la geologia mentre in altre aree estesi depositi di materiali più recenti tra i quali le argille,i depositi ghiaiosi, gli accumuli di frana e le alluvioni formano coltri che mascherano la geologia delsottostante substrato. Una influenza particolare è imputabile alle fasi orogenetiche qualil'Armoricano ed in particolare l'orogenesi Alpina, che ha portato alla formazione delle principalicatene del pianeta, quali l'Himalaya e le Alpi. I corrugamenti più esterni di queste importanti fasi diattività crostale portarono alla formazione delle catene dell'Europa nord-occidentale, ad esempio ilbacino di Parigi e le North and South Downs inglesi. Un esame delle sezioni geologiche e delleimersioni degli strati, come mostrate nelle carte geologiche, illustrano l'entità dei piegamenti,l'erosione e l'alterazione che è avvenuta dal momento del loro deposito.

Molti fattori hanno portato all'evoluzione ed al modellamento della costa come la conosciamo oggi.Questi includono i variabili tassi nell'innalzamento del livello marino, che, in alcune aree, è statosignificativo negli ultimi 30.000 anni. Questo, a sua volta, ha influenzato la natura e l'entità dell'erosionecostiera, un fattore chiave nella trasformazione del paesaggio costiero. Anche l'influenza del clima èparticolarmente importante per la costa, come le precipitazioni, ed il ruscellamento che trasportasedimenti dalle zone interne verso la costa è molto significativo, mentre lungo la costa i tassi di erosionee trasporto di materiali da parte delle onde, delle maree e delle correnti hanno portato alla formazionedi spiagge e trappole di sedimenti, con il risultato di un accrescimento in alcune aree ed erosione in altre.

Un'ampia gamma di condizioni climatiche quali la pressione atmosferica, la temperatura, la velocitàdel vento e le precipitazioni hanno avuto tutte un impatto sulla geologia della costa. Questi processi

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naturali non sono, tuttavia, uniformi ed anche negli ultimi 2.000 anni sono state identificate particolarifasi di attività. Tempeste quali quella che colpì l'Inghilterra meridionale nel 1703 e la tempesta costierache colpì il Mare del Nord nel 1953, portarono alla perdita di più di 3000 persone nei Paesi Bassi edi 300 nell'Inghilterra orientale e nell'area dell'estuario del Tamigi. Da allora molte ricerche sono statecondotte sulle cause di tali eventi disastrosi, e per stabilire se queste sono inquadrabili in un modelloo se si tratti di eventi casuali. Studi di questa natura e una migliore conoscenza dell'evoluzionecostiera e dei processi naturali sono di importanza determinante per prepararsi ad un periodo dimodifiche ambientali nei prossimi 100 anni, con l'impatto del cambiamento climatico che si fa semprepiù significativo.

Recentemente, un crescente numero di ricerche si è focalizzato negli ultimi 10.000 anni, periodoconosciuto come Olocene. I un primo momento si verificò un ritiro costante dei ghiacciai, determinandoun incremento del livello marino ed un riequilibrio della crosta terrestre conseguente alla diminuzionedel peso delle enormi calotte glaciali. Queste variazioni hanno avuto vari effetti sul continente europeo.In Gran Bretagna, per esempio, la riduzione dello spessore dei ghiacciai portò ad un abbassamentodelle terre nell'Inghilterra meridionale ed un incremento in Scozia, divise da una zona di cernieradisposta all'incirca lungo il confine scozzese. Un esame dell'evoluzione delle masse continentalieuropee durante questo periodo ed una comprensione delle interrelazioni tra alcune delle aree costiereeuropee contribuisce a capire l'evoluzione costiera a scala regionale. Per esempio, 10000 anni fa laGran Bretagna era collegata all'Europa continentale da un cordone vicino allo Stretto di Dover, mentrea nord la costa orientale dell'Inghilterra era separata dal Belgio e dall'Olanda dal Mare del Nord. Nelperiodo compreso tra 8.000 e 5.000 anni fa, in quello che è conosciuto come l'Olocene medio, il tassodi innalzamento del livello marino iniziò a ridursi e così anche i fenomeni di erosione e di alterazione cheavevano prodotto grandi quantità di materiali di erosione, trasportati sia dai fiumi che dal mare. Durantequesto periodo l'innalzamento del livello marino continuò molto lentamente e ciò portò alla creazione dimolte aree intertidali depresse, nell'interfaccia tra la terra ed il mare.

Circa 7.500 anni fa l'erosione costiera determinò la separazione delle masse continentali tra il Mare delNord ed il Canale d'Inghilterra, portando alla mappa dell'Europa come la conosciamo oggi. Laseparazione di questa connessione comportò correnti molto più forti e trasporto di sedimenti lungo lacosta del Canale d'Inghilterra, prima di stabilizzarsi ad un regime simile a quello attuale. Un progressivoinnalzamento del livello marino portò all'alluvionamento di molte valli fluviali lungo le coste europee, aformare estuari, forre, distese di fango e lagune, e questo processo è andato avanti sino ad oggi.

Figura 1.1: Le falesie di gesso della Cote D'Abatre sono state erose dal mare a formare grotte, archi epinnacoli quali quelli di Etretat, Normandia, Francia.

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In Gran Bretagna ed altrove le evidenze scaturite da ricerche paleoambientali ed archeologiche hannoaiutato a comprendere le variazioni della costa a lungo termine (McInnes et al, 20001). Questa ricerca hafornito una grande mole di informazioni riguardo l'evoluzione costiera a partire dall'ultimo massimo glaciale.Anche le evidenze paleoambientali possono aiutarci a comprendere maggiormente le più recentifluttuazioni climatiche, ad esempio durante il picco noto in Europa come la Fase Calda medioevale e laPiccola era Glaciale. Queste fasi ebbero una loro influenza in termini di modificazione e modellamento diparti delle coste europee. Eventi di pioggia durante le ere geologiche hanno inoltre portato ad attività oinattività in termini di processi geomorfologici. L'entità dell'erosione costiera e delle precipitazioni invernalisono due fattori che possono influenzare l'attività delle frane costiere; a questo proposito la ricerca haindividuato un periodo particolarmente attivo nell'Inghilterra meridionale nell'intervallo tra il 1700 ed il 1850(Brundsen e Lee2, 2000).

Negli ultimi 100 anni l'influenza della Piccola Era Glaciale sembra essere stata molto meno significativa,ed il trend di raffreddamento è andato invertendosi. In molti hanno notato un rapido incremento nelletemperature negli scorsi decenni, sebbene ciò non sia necessariamente un incremento stabile, macaratterizzato da fluttuazioni ed episodi. Questo trend di riscaldamento coincide con unapreoccupazione a livello planetario riguardo l'aumento delle temperature causato dalle attività umane,conosciuto come "effetto serra". La ricerca ha mostrato che la quantità di radiazione solare cheraggiunge la superficie terrestre è in aumento con il risultato di accelerare sempre di più il ritmo delcambiamento climatico. Dagli anni '90 c'è stato un consistente aumento nello scioglimento dei ghiacciaie delle calotte polari, e se fosse proseguito il trend di "oscuramento globale" dovuto alla interferenza diinquinanti con i raggi solari, attualmente in regressione, avrebbe comportato impatti disastrosi perl'umanità e per l'ambiente.

L'ambiente costiero non è influenzato solamente dal clima e dai processi naturali. La costa è stataalterata in modo significativo sin dalla colonizzazione delle coste per motivi commerciali, difesa e svago,in particolare durante il periodo Romano. Questo processo è stato particolarmente importante a partiredalla metà del diciannovesimo secolo, quando, a seguito della diffusione delle attività di balneazione edella pubblicizzazione degli effetti benefici del clima marittimo sulla salute umana, si ebbe un grandesviluppo della costa. Tale intervento antropico ha portato allo sfruttamento di molti estuari, ed allo stessotempo i fiumi sono stati canalizzati, modificati e dragati. Questi cambiamenti non solo hanno un impattosulla formazione e lo sviluppo degli estuari, ma possono condizionare anche le zone costiere adiacenti,determinando un aumento della frequenza dei fenomeni di erosione costiera e di inondazione.

Nel periodo tra la fine del IXX° secolo e l'inizio del XX° secolo, allo scopo di proteggere gli abitati costieri,molti dei quali sono stati costruiti in tratti di costa soggetti ad erosione, frane ed inondazioni, sono staterealizzatre opere di difesa. In talune aree questo ha contribuito a prevenire l'erosione di falesie formateda rocce tenere, che, a sua volta, ha ridotto l'apporto di sedimenti in ingresso al sistema costiero, coneffetti indiretti quali l'arretramento delle spiagge lungo la costa. Infatti, lungo molte delle coste europee,il livello delle spiagge si è abbassato a causa delle attività antropiche, oltre che dell'aumento del livellomarino; la riduzione delle spiagge comporta spesso anche un incremento dell'erosione marina.

Il riconoscimento delle variazioni costiere e le esperienze pratiche delle loro conseguenze nel corsodegli ultimi tre secoli, ha chiaramente dimostrato che la zona costiera è naturalmente dinamica esottoposta a modifiche significative nel tempo e nello spazio. I fattori che danno luogo a variazionicostiere non sempre operano con la stessa frequenza, mentre alcuni fattori possono dipendere dalsuperamento di determinate soglie, seguite da periodi di relativa tranquillità, fino al superamento diun'altra soglia. Alcuni dei fattori che portano a variazioni più importanti possono, quindi, essere statiinfluenzati dalle attività negli scorsi decenni, mentre altri possono avere reazioni rapide. Tutto questocomporta la necessità di adottare particolare attenzione nell'esaminare i processi costieri e la necessitàdi acquisire evidenze da esperienze di lungo termine, piuttosto che prendere decisioni basate su dati dibreve periodo. La comprensione dei processi costieri è, dunque, fondamentale per una efficace gestionedel rischio (Futurecoast, 20023).

Lungo tutte le aree costiere europee l'influenza della geologia sul paesaggio costiero è evidenziata daesempi spettacolari. Nell'Isola di Wight, nell'Inghilterra meridionale, i gessi molto resistenti presenti nelbordo occidentale, che terminano nelle famose Needles rocks, formano un contrasto marcato con i

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sedimenti più teneri presenti a nord ed a sud. Nella Francia settentrionale i processi di erosione costierae di alterazione hanno creato un grandioso ambiente costiero di morfologie da "libro di testo", inclusegrotte marine, pinnacoli ed archi, lungo la falesia gessosa della Cote d'Albatre. Altrove, il trasporto disedimenti ha portato alla formazione di grandi dune costiere, quali quelle di Arcachon, lungo la costa diAquitania nel sud-ovest della Francia.

Nell'Inghilterra meridionale il considerevole innalzamento del livello marino (fino a 100m) tra 6.000 e10.000 anni fa, comportò una maggiore erosione costiera, lasciando gran parte della costa in unacondizione di elevata acclività e quindi di vulnerabilità. L'effetto dell'erosione è stato quello didestabilizzare alcuni fronti costieri, lasciando in eredità frane e problemi di stabilità. Il più grandecomplesso di frane in ambiente urbanizzato nell'Europa nord occidentale è il versante costiero("Undercliff") dell'Isola di Wight, che si estende per 12 km lungo la costa sud dell'isola. La combinazionedell'erosione costiera e dell'elevato livello marino hanno comportato una serie di frane, tuttora attive.

In Inghilterra e nel Galles il Dipartimento Ambiente, Alimentazione e Affari Rurali (Defra) ha finanziato losviluppo di piani di difesa della costa (shoreline management - Defra, 20066), al fine di contribuire aduna corretta gestione del rischio costiero. A seguito del completamento del primo stralcio di questi piani,per l'insieme della costa di Inghilterra e Galles entro l'anno 2000, una ricerca ha sottolineato l'importanzadi eseguire ulteriori studi atti a comprendere l'evoluzione costiera ed i processi naturali, econseguentemente per indirizzare i processi decisionali. Il risultato è stato l'esecuzione di un importantestudio (Futurecoast, 20023) che ha fornito una grande mole di informazioni finalizzate ad assicurare chele decisioni, che potrebbero avere un impatto sulla costa per i prossimi centinaia di anni, siano basatesulla più ampia conoscenza della possibile evoluzione della costa stessa. Il progetto LIFE "Response"ha lo scopo di assistere tale processo, illustrando la preparazione di una serie di mappe che dimostranoil processo di valutazione dell'ambiente fisico, dei processi costieri e la suscettibilità di differenti sistemicostieri al cambiamento, permettendo in tal modo lo sviluppo di mappe di pericolosità e rischio cheevidenziano quelle situazioni dove i problemi potrebbero essere più probabili in futuro.

Figura 1.2: Gli affioramenti di gesso più resistente formano i promontori di Needles all'estremità occidentale dell'Isola diWight, Regno Unito, mentre le sabbie e le argille più tenere a nord, alla baia di Alum, sono state erose più rapidamente.

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Per quasi 200 anni i geologi hanno fornito evidenze delle variazioni costiere. Queste includono notizie diabitati distrutti, così come altre strutture costiere quali fortezze, fari e chiese, (McInnes, 20044), ed altriimportanti siti archeologici che potrebbero risalire a migliaia di anni prima. Alcuni importanti siti storicisono andati perduti a causa dell'erosione, mentre altrove, infrastrutture portuali sono state insabbiate acausa dell'interramento di piane fangose e lagune. Un importante strumento per aiutare questo processoè stato l'uso della datazione mediante il carbonio da parte di archeologi (McInnes et al, 20001), che hannoaiutato a datare gli insediamenti costieri e le variazioni costiere degli ultimi 4.000 anni.

Con oltre 70 milioni di persone che abitano le zone costiere dell'Unione Europea, le quali rappresentanocirca il 16 % della popolazione, prendere adeguate decisioni è fondamentale. Lungo i 2.000 km dellecoste europee (circa il 20%) impatti rilevanti derivano dall'erosione costiera (Eurosion, 20035); 15.000 kmstanno attivamente retrocedendo e circa 5.000 km sono protetti artificialmente. La resilienza costiera è lacapacità della costa di adattarsi alle variazioni del livello marino, al cambiamento climatico, agli eventiestremi ed all'impatto antropico, allo stesso tempo mantenendo le funzioni del sistema costiero nel lungoperiodo; questo deve essere un obiettivo chiave. Il concetto di resilienza è particolarmente importante allaluce delle più recenti previsioni dell'IPCC riguardanti il cambiamento climatico (Eurosion, 20035).

Gli impatti del cambiamento climatico, quindi, fanno nascere la necessità di un approccio proattivo e piùstrategico alla gestione del rischio costiero, allo scopo di ristabilire il bilancio sedimentario, reperire lospazio necessario per favorire l'erosione naturale ed i processi dei sedimenti costieri e raggiungere unamigliore comprensione dell'evoluzione costiera. In molti paesi il rischio da erosione costiera non èsufficientemente considerato, quindi si auspica che le informazioni fornite dal progetto LIFE Responseforniranno metodologie comuni riguardanti la pericolosità costiera e la mappatura del rischio. Questoobiettivo ha rappresentato una raccomandazione chiave fornita dal progetto EUrosion dellaCommissione Europea (2003)5. Includendo l'erosione costiera e la mappatura del rischio in piani a lungotermine, le autorità locali e regionali possono efficacemente indirizzare lo sviluppo lontano da aree arischio, e tentare di modificare o ridurre i rischi in aree dove gli insediamenti sono già esistenti.

Figura 1.3: Il grandioso sistema di dune sabbiose nella costa francese dell'Aquitania, nei pressi di Arcachon.

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Bibliografia

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2. Brunsden, D. and Lee, E. M., 2000. 'Understanding the behaviour of coastal landslide systems - An inter-disciplinary view'. In 'Landslides - Research, theory and practice'. Thomas Telford.

3. Halcrow, 2002. 'Futurecoast project'. Report for Defra, Swindon. 4. McInnes, R. G. 2004. 'A non-technical guide to coastal defence'. Report for SCOPAC. Ventnor,

IW Centre for the Coastal Environment.5. European Commission, 2004. 'EUrosion - Living with coastal erosion in Europe'. Results from the

EUrosion study. Luxembourg.6. Defra, 2006. 'Shoreline management plans guidance'. Crown Copyright. London.

Figura 1.4: Area intensamente urbanizzata nella zona costiera di Biarritz, costa sud-ovest della Francia.

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Qual'è la natura e l'entità dei rischi nelle zone costiere? 17

Capitolo 2Qual'è la natura e l'entità dei rischi nelle zone costiere?I rischi naturali hanno un notevole impatto sulle zone costiere di tutta Europa. I costi delle misure diemergenza, mitigazione e prevenzione possono spesso rappresentare un significativo peso per lecomunità interessate, spesso autorità locali o regionali con limitate risorse, ma anche governi nazionali.E' attualmente riconosciuto che gli effetti delle variazioni climatiche sono reali e che l'innalzamento dellivello marino, in particolare, espone a serio rischio le comunità costiere. Nelle zone costiere, nell'otticadi identificare i rischi relativi ai beni, è necessario stabilire, innanzitutto, il livello attuale di rischio esuccessivamente identificare l'incremento dovuto alle variazioni climatiche, in modo da svilupparesoluzioni sostenibili atte a ridurre o a gestire questi rischi.

Le molteplici caratteristiche geofisiche e climatiche dell'Europa fanno si che questa sia suscettibile adun ampia gamma di eventi naturali. I rischi naturali come l'erosione costiera, le alluvioni e i fenomenifranosi sono piuttosto frequenti lungo le coste dell'Europa e causano notevoli pericoli alle comunità chesi trovano lungo le coste. I rischi naturali, operando in differenti scale temporali, presentano un diversogrado di rischio; mentre l'erosione costiera è un processo graduale, le alluvioni e le frane sono fenomeniepisodici ed improvvisi, relativamente più difficili da prevedere e potenzialmente più costosi (AgenziaAmbientale Europea, 20041).

Nel 2005 in Europa si sono verificati 648 eventi naturali catastrofici (terremoti, tsunami, eruzioni vulcaniche,tempeste di vento, alluvioni, temperature estreme e frane) che hanno causato perdita di beni e persone.Questi eventi hanno causato in particolare 336 morti, una perdita totale di 16.002 milioni di US$ dei quali4.875 milioni rappresentano perdite assicurate. Ci sono chiari segni di un incremento nel numero dellecondizioni del tempo dominate da venti occidentali, ed un aumento significativo delle alluvionicatastrofiche, come quelle dell'Elba e del Danubio (2002), e nel 1999 e nel 2005 nel nord delle Alpi, cosìcome sulla costa. Nel 2005 si sono verificate tre importanti alluvioni nel giro di sei settimane; questorappresenta un chiaro segno che la variazione climatica si sta già verificando nell'Europa centrale.L'osservazione suggerisce che i modelli delle variazioni climatiche si risolveranno in un aumento dellafrequenza e dell'intensità degli eventi e, come conseguenza, in un aumento dei danni e delle perdite, allequali le compagnie assicurative e la società interadevono fornire una efficace risposta.

Le catastrofi continueranno ad interessare le zone costiere e l'entroterra dell'Europa. Le ragioni sonodovute ad un incremento della popolazione e dei beni dovuto all'urbanizzazione, all'industrializzazionedi aree esposte come coste e bacini idrografici, alla maggiore suscettibilità delle società moderne e dellenuove tecnologie, e specialmente alle pericolose variazioni del clima e dell'ambiente (Munich Re,20062). Il futuro di certe aree costiere è particolarmente incerto in quanto l'innalzamento del livellomarino causerà lo spostamento di intere comunità costiere e la distruzione dei loro beni con seriproblemi per le zone adiacenti e la loro economia.

I rischi costieri si verificano quando i pericoli associati all'ambiente fisico, come le alluvioni, l'erosione ele frane, interagiscono con la società. Il processo di decisione basato sul rischio fornisce gli strumenti perindirizzare gli sviluppi suggeriti dalle variazioni climatiche e dall'innalzamento del livello del mare. Questoperché tale approccio è basato su una visione del mondo che riconosce l'incertezza piuttosto chepresentare una visione troppo certa di ciò che si conosce (ovvero la visione deterministica). L'approccioprevede un piano per combinare i possibili eventi pericolosi e le loro conseguenze, insieme a un modoper considerare gli eventi incerti e gli effetti. Tale approccio riconosce che sebbene la conoscenza attualepossa essere limitata, le decisioni devono essere comunque prese. Inoltre il metodo sostiene che lemisure di mitigazione possono ridurre i rischi ma non possono eliminarli. Gli approcci basati sul rischiopermettono di stimare il grado di riduzione del rischio e il rischio residuo che deve essere sostenuto dallesocietà e dagli individui dopo che le misure di mitigazione sono state applicate (Lee et al., 20043).

L'analisi del rischio è un processo valutativo volto a determinare quanto sono significativi i valori stimatidel rischio ed a stabilire il miglior percorso per le azioni future, comprendenti anche il tipo di gestionedel rischio necessario. Normalmente il riferimento per le strategie di gestione del rischio è il concettoche c'è un grado di rischio che può ritenersi accettabile. Al di sopra di una certa soglia il rischio deveessere considerato intollerabile o inaccettabile. E' largamente condiviso che tra queste due condizioni illivello di rischio debba essere ridotto ad un livello che è " tanto basso quanto ragionevolmentesostenibile" ovvero il cosiddetto principio ALARP (Lee, 20043).

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Il rischio dovuto all'erosione costiera L'erosione costiera è un processo naturale e/o indotto dall'uomo che è responsabile nel creare la grandevarietà di paesaggi che vediamo lungo le coste e che può essere definito come un processo dirimozione e trasporto di terreno e roccia a causa della degradazione meteorica, l'azione dei corsid'acqua, dei ghiacciai, delle onde, dei venti e dell'acqua sotterranea. La sua importanza nell'ambientecostiero sta nel fatto che rappresenta una fonte principale di sedimenti per i vari ambienti deposizionalicome spiagge, paludi costiere e dune di sabbia, che non soltanto formano difese naturali, ma anchehabitat per flora e fauna ed al contempo rappresentano importanti attrattive. Tuttavia la pericolositàdell'erosione costiera può causare un'ampia gamma di impatti e conseguenze, comprendenti:

perdita di vite umane, proprietà, infrastrutture e terreno agricolo.distruzione di difese naturali o artificiali che possono causare, come conseguenza, alluvioni nellezone interne.

La protezione costiera richiede lo stanziamento di crescenti fondi pubblici nella convinzione chel'impatto dei pericoli naturali è destinato ad aumentare, sia come risultato delle variazioni climatiche,che come conseguenza del pressante sviluppo urbano in aree vulnerabili. La Valutazione dellaVulnerabilità Globale ha stimato che, tra il 1990 ed il 2020, i costi per la protezione costiera, per glistati europei che si affacciano sul mare, supererà 120.000 milioni di euro, con un costo addizionaleindiretto superiore a 41.000 milioni di euro (EUrosion, 20044). Mentre lo sviluppo territoriale puòessere modificato attraverso misure di pianificazione territoriale, le variazioni climatiche sono moltopiù difficili da tenere in considerazione. Ci sono tre principali categorie che comportano le maggiorispese per le autorità locali; queste sono il monitoraggio, i lavori di protezione costiera e la ricerca.

Nel 2001, in Europa, la spesa pubblica rivolta alla difesa delle coste ha raggiunto un valore pari a 3200milioni di euro (2500 milioni di sterline nel 1986). Questi valori comprendono nuovi investimenti (53%), costidi mantenimento delle esistenti misure di protezione e di monitoraggio delle coste (38%) e incentivi perrilevare terreni costieri a rischio (9%). Tra il 1999 e il 2002, 300 proprietà sono state abbandonate comerisultato dell'imminente rischio di erosione costiera e altre 3000 case hanno visto il loro prezzo di mercatodiminuire almeno del 10% (EUrosion, 20044). E' difficile da quantificare, comunque, il numero ed il valoredi proprietà alle quali nessuna perdita è occorsa grazie alla costruzione e al continuo mantenimento delleopere di difesa costiera. Nel frattempo, il valore totale dei beni economici ubicati nel raggio di 500 metri

Tavola 2.1: Le mareggiate creano imponenti onde che si infrangono contro le banchine di St Malo, sullacosta francese della Bretagna.

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dalla costa è aumentato fino ad unvalore di 500-1000 miliardi di euro nel2000. Sebbene sia improbabile che tuttiquesti beni siano esposti a rischio, icosti delle strategie di gestione dellacosta rappresentano chiaramente unafrazione ridotta dei costi relativi ai danniai beni che si verificherebbero se lacosta fosse lasciata non protetta; lagestione della linea di costa diventa,allora, ancora più giustificata.

Qual'è la natura e l'entità dei rischi nelle zone costiere? 19

La gestione del rischio costiero implicala mitigazione e il monitoraggio di questirischi. In Inghilterra il principale impegnonella politica di difesa costiera delgoverno è di ridurre i rischi fornendoschemi di difesa costiera tecnicamenteaccettabili, economicamente giustificabili e sostenibili dall'ambiente, comprendenti anche misure diprevenzione dalle alluvioni. Durante gli ultimi 100 anni, in Inghilterra, sono stati eseguiti 865 km di lavori diprotezione costiera per prevenire perdite; questo numero include la protezione di aree topograficamentedepresse suscettibili all'erosione. In tutte le decisioni volte ad investire in misure di riduzione del rischio, èimplicita la nozione di rischio "accettabile". Il livello di rischio accettabile è in parte controllato daresponsabilità legali ma varia, anche, in base alla percezione degli individui interessati e in base alle risorsedisponibili per gestire il problema. La valutazione del rischio indica un certo numero di domande chiave:

Cosa potrebbe accadere e su che scala temporale?Perché certi eventi potrebbero accadere?Qual'è la possibilità che tali eventi si verifichino?Quali perdite o danni potrebbero causare?Come possono essere gestiti e ridotti i problemi?

Un quadro basato sul rischio si concentra sulle conseguenze dei pericoli naturali e sulle complicazionidovute alle misure di gestione. Per esempio, dovrebbe identificare non soltanto la probabilità che unevento potenzialmente distruttivo si verifichi, ma anche la possibilità di fallimento delle misure digestione, per esempio l'inefficienza di una misura di difesa costiera o il fallimento di un sistema di allerta,così come le risultanti perdite (perdite di vite umane, feriti, perdite economiche e ambientali).L'approccio, inoltre, si basa sul concetto che le misure di gestione possono ridurre i rischi ma nonpossono eliminarli completamente.

Sulla costa, la natura e l'estensione dell'erosione e dell'arretramento della falesia e l'esistenza di pericolinaturali può essere compresa soltanto dopo accurate indagini le quali portano allo sviluppo di un modelloconcettuale dei processi che si verificano, ed a una migliore comprensione del comportamento dellascarpata costiera. La natura della scarpata costiera può essere definita in base a due parametri chiave:

Il potenziale di arretramento, ovvero le dimensioni, lo stile e il range degli eventi di arretramento che possono verificarsiL'intervallo di ricorrenza, ovvero il tempo e la sequenza degli eventi di arretramento.

Basandosi su questi parametri, possono essere sviluppati dei modelli che simulano il comportamentodella scarpata costiera. Tali modelli possono fornire la comprensione dei processi costieri edell'evoluzione storica della costa- spesso definita in base a scenari con fissati tassi di arretramento. Losviluppo di questo quadro probabilistico spesso comporta lo studio di parametri chiave ovvero:

dati storicila natura dei cambiamenti recenti nella forma della linea costiera (es. da carte storiche, fotografieaeree o monitoraggio);mappatura geologica e geomorfologicavalutazione della relazione esistente fra clima e variazioni della costa

Figura 2.1: Disastri naturali globali negli anni 1900-2000.(Fonte EM-DAY(OFDA/CRED database)).

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Nelle aree urbanizzate lungo la costa molte nazioni in tutto il mondo cercano un bilancio fra la necessitàdi misure di difesa costiere e le risorse finanziarie disponibili, tenendo conto anche delle numeroserichieste nazionali competitive tra loro. Per questo motivo, il costo delle misure di gestione è un fattorechiave nel processo decisionale. L'approccio più classico nel risolvere questi problemi è l'uso dell'analisicosti-benefici. Quest'analisi prende in considerazione sia i fattori ambientali che i valori delle proprietàe gioca un ruolo importante nel formulare le migliori politiche operative lungo la costa e nell'ottenerefondi per spese relative a nuove opere di difesa costiera (Thompson, 19985).

Gli strumenti basilari disponibili per il sistema decisionale e la gestione del rischio includono:

l'accettazione del rischio; es. estendere e suddividere i costi fra le assicurazioni e i risarcimenti;evitare le aree vulnerabili; es. attraverso misure volte a controllare i nuovi insediamenti urbani in aree a rischio di erosione costiera, frane e alluvioni;ridurre l'occorrenza di eventi potenzialmente distruttivi; es. attraverso gestione attiva del territorioper ridurre l'intensità e la frequenza dell'erosione, delle frane e delle alluvioni;proteggersi contro eventi potenzialmente distruttivi; es. azioni di prevenzione contro l'alluvione e l'erosione costiera o di stabilizzazione dei pendii e delle scarpate costiere o attraverso il miglioramento degli edifici.

I costi di riduzione dei rischi legati all'erosione costiera sono dipendenti principalmente dai bilancinazionali o regionali, raramente dalle comunità locali e quasi mai dai proprietari dei beni esposti arischio o dalla parte che contribuisce al problema dell'erosione costiera. Questo è enfatizzato dal fattoche in qualche nazione la valutazione del rischio legato all'erosione costiera non è stata incorporatanel processo decisionale a livello locale, e che l'informazione alla comunità riguardo i rischi costieririmane scarsa. Questo evidenzia l'importanza di sviluppare strategie sostenibili per la gestione deipericoli naturali costieri, inclusa l'erosione, le quali contribuiranno allo sviluppo dell'uso del suolo edella pianificazione territoriale assicurando che le decisioni siano compatibili con le specifichecondizioni costiere locali ed anche con gli sviluppi urbanistici futuri.

Figura 2.2: Conseguenze economiche dell'erosione costiera e delle frane. McInnes 2006 (modificato daJones & Lee 1994)

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Costi indirettiAumento dei premi delleassicurazioniIndisponibilità dell'assicurazioneSvalutazione dei terreni agricolie delle proprietàCosto delle azioni legaliCosto delle inchieste

Costi personaliIncidenti fataliferitiproblemi psicologici

Costi di prevenzioneLavori di protezione costieraLavori di stability dei versanti/scarpateStudi e indaginicosti di progettazioneProgrammi di monitoraggio

Costi immediatiDanni/perdita di beniEvacuazioneSistemazioni temporaneeMisure di emergenzaCosti per indagini urgentiCosto degli interventi temporanei

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Figura 2.4: Pericoli costieri, attività umana e rischio (adattato da DOE).

Figura 2.3: Alcune delle conseguenzefisiche del cambiamento climatico sullezone costiere sviluppate (McInnes 2006).

In questa immagine è illustratal'interazione fra l'ambienteumano e l'ambiente fisico.Soltanto quando i due sistemisono in conflitto, le frane,l'erosione costiera e le alluvionidiventano un pericolo per lacomunità. Particolarmenteimportante è il fatto che se learee urbane si espandonoverso zone vulnerabili,aumenta l'impatto potenzialedei pericoli naturali.

Aumento del rischio per gliinsediamenti urbani sullasommità della scarpata L'alterazione dell'argilla, come

risultato di estati più secche,permette la facile infiltrazionedellamaggiore pioggiainvernale

Elevata ricarica diacqua sotterraneaindotta dall'uomo

L'aumento del livello dellafalda durante l'inverno causafrequenti frane costiere

Aumento della degradazionemeteorica e dell'arretramentodella scarpata

Aumento della frequenza dicrolli e scivolamenti

Aumento del rischioper gli utenti dellaviabilità

Aumento della produzionedi sedimenti dalla scarpatain erosione

Aumentodell'erosione costiera

Innalzamentodel livellomarino

Aumento della pendenza eabbassamento della spiaggia

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Il rischio dovuto alle franeLe frane rappresentano il maggior rischio per l'uso del suolo e le aree urbane in Europa. Esempi dall'Italia,dalla Francia e dalla Gran Bretagna illustrano questa loro importanza. Durante gli ultimi 40 anni i maggiorieventi franosi hanno causato notevoli perdite di vite umane e di proprietà, particolarmente nelle zonecostiere, nelle valli fluviali e nelle regioni montuose. E' da sottolineare che i problemi nascono spessodalla mancanza di coordinamento fra la pianificazione dell'uso del suolo e le decisioni riguardo la difesacostiera e le altre strategie. Molte zone dell'Unione Europea soffrono dell'eredità di comunità nonpianificate ed insediamenti urbani costruiti sulla sommità di scarpate in erosione e in altre ubicazioni nonsostenibili - spesso, ma non sempre, come risultato dello sviluppo del diciannovesimo secolo, o comesviluppo speculativo di massa nella metà del ventesimo secolo.

In Europa molte frane catastrofiche sono state innescate da piogge intense abbinate ad erosione delsuolo nelle aree montuose. Zone con pendenze elevate, materiali instabili ed un elevato contenutodi acqua sono a rischio frana, ed i problemi rappresentati da questi fattori sono abbinati alle attivitàumane come la deforestazione e la costruzione di strade ed edifici. Fra il 1980 ed il 2000, a causadei movimenti di frana, ci sono stati 535 morti e centinaia di milioni di sterline di danni alle proprietàed alle infrastrutture. Nelle zone costiere il rischio legato alle frane sta aumentando a causa dellevariazioni climatiche e non soltanto per lo sviluppo urbano, che per scelta o per necessità vienecomunque spesso localizzato in aree vulnerabili.

Gli studi relativi al progetto europeo LIFE Ambiente " Coastal change, Climate and Instability" (McInneset al., 20007) hanno evidenziato che mentre i maggiori eventi franosi hanno inevitabilmente portatonelle aree urbanizzate a perdite significative di vite umane e di danni alle proprietà, anche le franeminori possono risultare, comunque, molto onerose per i danni che provocano alle infrastrutture.Questo è particolarmente vero per quelle comunità costiere che non possiedono nemmeno sistemi dimonitoraggio basilari e nelle quali i movimenti franosi si sviluppano lentamente ed in modo subdolo,producendo però danni irreversibili e notevoli costi. Ciò conferma l'importanza di integrare la gestionedei pericoli naturali con lo sviluppo di un corretto uso del suolo e di politiche di pianificazione, inparticolare perché esistono poche misure di mitigazione che possono essere utilizzate per combatteremolte delle frane più importanti che avvengono spesso con poco o nullo preavviso.

Figura 2.5: Le limitazioni da considerare nella Gestione del Rischio da Frana (modificato da Leroi et al. 2005).

Gestionedel rischio

Valutazione del rischio

Richiestedella società

Aspirazionipolitiche

Misure di mitigazione

Risorsefinanziarie

Normative

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In Europa è ormai riconosciuto che i problemi legati all'instabilità dei versanti sono in aumento. Lostudio dei fenomeni di instabilità e delle variazioni climatiche mostra che in aggiunta ad un trenddovuto all'innalzamento del livello marino c'è una variabilità dei fenomeni legata molto da vicino allevariazioni climatiche di breve termine. Nell'Inghilterra del sud, per esempio, i valori di pioggia efficacemostrano anche un aumento nell'umidità e, quindi, anche del contenuto d'acqua del terreno edell'accumulo di acqua nel sottosuolo. Le frane registrate si sono verificate durante gli anni più umidirispetto ai valori medi annuali. E' quindi facile ipotizzare che la costa europea diventerà piùsuscettibile al verificarsi di fenomeni franosi. Le variazioni meteorologiche avranno un certo impattosia sulle aree montuose interne che sulla costa, e si ritiene che il problema delle frane, sia che siverifichino sulla costa che nelle zone interne, rimanga un importante e crescente pericolo, le cuiimplicazioni sono ancora lontane dall'essere comprese in molti stati membri dell'UE.

E' ragionevole supporre che i fenomeni di instabilità continueranno ad essere un problema importantein Europa, innanzitutto perché lo sviluppo economico e tecnologico ha provocato un massiccioinvestimento in infrastrutture, edifici ed industrie, abbinato ad un complesso sistema di attivitàcommerciali, ognuna delle quali mostra una vulnerabilità crescente rispetto all'impatto dei fenomenifranosi. In aggiunta, la pressione legata allo sviluppo in molte parti dell'Unione Europea ha causato ilprogresso di regioni precedentemente sottosviluppate, aumentando l'esposizione delle attività umane airischi naturali (Jones, 19996).

Il riconoscimento dell'aumento della frequenza dei fenomeni franosi nell'Unione Europea permette diconcludere che il costo dei fenomeni di instabilità è soggetto ad aumentare come conseguenza sia dellavariazione climatica che della pressione legata allo sviluppo, almeno finché non saranno compiuti attivipassi verso la mitigazione. Nel futuro sarà necessario un numero maggiore di misure di mitigazione delrischio, più focalizzate alla pianificazione dell'uso del suolo basata su una attenta valutazione dei pericolinaturali (Jones, 19928).

Jones e Lee (19949) in "A review of landsliding in Great Britain" asseriscono che i problemi legati allefrane non sono imprevedibili e completamente naturali "azioni di Dio" e possono essere risolti almeglio evitandoli oppure realizzando interventi di consolidamento a larga scala. Il ruolo dell'attivitàumana nell'innescare o riattivare problemi legati all'instabilità dei versanti non deve esseresottostimato. L'urbanizzazione ha provocato, negli ultimi anni, l'espansione di molti paesi e città ad untale livello che il territorio più adatto è stato completamente sfruttato; per questo motivo viene spessoproposto l'ampliamento di territori urbani in aree potenzialmente instabili senza appropriate indagini.Ciò può comportare costi estremamente elevati, a volte anche politicamente imbarazzanti.

E' noto anche che eventi franosi minori e relativamente lenti possono avere ripercussioni economiche acausa dei loro effetti sulle strutture e infrastrutture e sui sottoservizi. E' ugualmente vero che ci sononumerosi esempi di fenomeni di instabilità causati, almeno in parte, dall'attività umana. Perdite di acquae tubazioni di drenaggio possono contribuire alla instabilità come pure i sovraccarichi dei versanti dovutia costruzioni inappropriate oppure agli stessi scavi. Tutti questi fattori indicano il beneficio economicoche può derivare dallo sviluppo di un adeguato approccio per la gestione sostenibile dei problemi diinstabilità nelle aree urbane.

Figura 2.6: Distribuzioni cumulative dei fenomeni naturali che hanno causato morti in Italia (modificato daGuzzetti e Salvati)25.

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Molti problemi potrebbero essere risolti se ci fosse un programma a lungo termine di gestione dellefrane. Le comunità locali devono venire a patti con questa situazione ed imparare a "convivere con lefrane". C'è un crescente bisogno di minimizzare i rischi e gli effetti delle frane sulle proprietà e sulleinfrastrutture. Dall'altra parte è necessaria, inoltre, una migliore comprensione delle problematicherelative alle frane, il monitoraggio dei siti interessati da fenomeni di instabilità, l'interpretazione deirisultati e l'implementazione di efficaci misure di gestione.

Negli anni novanta, promossi dalle Nazioni Unite come il Decennio Internazionale per la Riduzione deiDisastri Naturali, il nuovo obiettivo è stato quello di comunicare ciò che era scaturito da attendibili ricercheagli organi pubblici preposti a creare le leggi ed alle autorità locali; le successive strategie internazionali perla riduzione dei disastri continuano a perseguire questa finalità. La gestione del rischio da frana non puòessere lasciata soltanto ai dipartimenti governativi e alle agenzie. Una strategia per essere di successo deveincludere tutti i settori della comunità, come parte di una strategia olistica di gestione del rischio.

Il rischio dovuto alle alluvioniSulla costa il rischio di inondazione è provocato dalla combinazione di livelli marini elevati, attività delleonde e delle mareggiate. L'altezza del livello marino è determinata dalle maree, le quali sono controllatedai movimenti della luna e dei pianeti, mentre le mareggiate risultano da variazioni della pressionedell'aria e della velocità dei venti sulla superficie dell'acqua. Le maree, le mareggiate e le azioni delleonde possono essere modificati dalla forma e dal tipo di fondo marino in prossimità della costa.L'espansione, in tutto il mondo, degli oceani, causata dall'innalzamento globale delle temperature e dalloscioglimento dei ghiacciai, porterà ad un innalzamento del livello marino.

L'inondazione costiera può risultare dalla combinazione delle maree e dei livelli delle mareggiate chesuperano le banchine, ma normalmente è dovuta all'azione delle onde in combinazione con livelli marinielevati. Vicino alla battigia la massima altezza di onda è legata alla profondità dell'acqua, mentre l'entitàdella risalita e della tracimazione è funzione della natura e configurazione della linea di costa. Leinfrastrutture di difesa costiera che comprendono le dighe frangiflutti, le scogliere e le barriere tidali,influenzano i percorsi e controllano l'impatto che le acque che scorrono sopra le difese o attraverso lerotte possono avere sulle pianure costiere. Le dighe frangiflutti agiscono spesso in combinazione conaltre tecniche di protezione della spiaggia e della spiaggia sommersa, quali il ripascimento della spiaggia,le scogliere ed i pennelli per controllare l'energia delle onde, migliorare la resilienza delle strutture costieree limitare la tracimazione delle onde.

I fenomeni di inondazione possono avere un forte impatto sulle persone in termini di feriti o morti.Durante tali eventi notevoli richieste sono rivolte ai sistemi di emergenza ed ai servizi pubblici,soprattutto nelle aree sviluppate (Environment Agency, 200510). Sia le inondazioni costiere che quelleche si verificano nelle zone interne possono causare severi danni alle proprietà ed alle aree urbane, maanche alleattività commerciali ed agli altri servizi.

Tavola 2.2: La città di Portsmouth, uno dei più grandi porti dell'Inghilterra, sviluppata su territorio topograficamentedepresso e quindi vulnerabile all'impatto del cambiamento climatico e dell'innalzamento del livello del mare.

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Le alluvioni sono fra le maggiori preoccupazioni che le comunità costiere affrontano, particolarmente se siconsiderano le previste stime di innalzamento del livello del mare. Il database internazionale dei disastri,EM-DAT, riporta che le alluvioni rappresentano il 43% degli eventi disastrosi fra il 1998 ed il 2002 (EuropeanEnvironment Agency, 20041). Soltanto nel Regno Unito 2 milioni di proprietà si trovano a rischio di alluvionenelle aree costiere e fluviali, con 80.000 proprietà urbane danneggiate da forti rovesci che potrebberomettere in crisi il sistema delle fognature urbane (Foresight, 200422). Soltanto nel sud-est dell'Inghilterra learee a rischio di alluvione raggiungono l'11% dell'area totale, esponendo a rischio 235.000 proprietà(Environment Agency, 200510). Ci si aspetta che, senza una azione appropriata, il rischio da alluvioneaumenterà fino ad un livello inaccettabile, non soltanto per la popolazione ma anche per le proprietà, leattività economiche, gli ospedali e i servizi di emergenza. Si stima inoltre che, se le politiche di gestione dellealluvioni e le spese rimarranno invariate, nel Regno Unito le perdite annuali aumenteranno per tutti i diversiscenari di variazione climatica fino al 2080. Il grado di incremento dipenderà, comunque, da un numero difattori che comprendono l'entità della variazione climatica e la probabilità che i beni continuino ad esseresituati in luoghi vulnerabili. Questo è applicabile a tutte le comunità costiere dell'Unione Europea el'integrazione del rischio di alluvione ai processi di pianificazione e sviluppo è il percorso per aiutare a ridurre,per tutte le comunità costiere, i costi futuri in termini di perdite economiche, sociali ed ambientali.

La ricerca ha mostrato che i sistemi di allerta di possibili alluvioni possono ridurre i danni alle proprietàdi più del 25%, ma soltanto se adeguatamente comunicati (Parker et al 1991, citato in Crichton, 200312).Con le tecnologie oggi disponibili, i sistemi di comunicazione delle emergenze hanno permesso, astrutture come i sistemi di chiuse del Tamigi a Londra, di essere estremamente efficaci nel preveniremilioni di sterline di danni alle persone, alle proprietà ed alle attività economiche nella pianuraalluvionale. L'Agenzia dell'Ambiente stima che il costo delle più gravi alluvioni nel centro di Londrapotrebbe raggiungere i 30.000 milioni di sterline, senza considerare il costo delle perdite di vite umane(Environment Agency, 200413). In confronto la spesa iniziale investita nel costruire le chiuse del Tamigie i loro sistemi di difesa associati ha raggiunto circa 535 milioni di sterline (valutati in 1300 milioni nel2001), mentre il costo di messa in opera e di mantenimento delle chiuse e delle sue difese è circa 6milioni di sterline per anno, più 5 milioni (alla valuta del 2001) per dighe ed argini (Environment Agency,200413). L'Agenzia dell'Ambiente realizza molte chiuse per piccole inondazioni in tutto il Regno Unitoche potrebbero essere usate anche insieme a piani di emergenza.

Tavola 2.3: Selsey vicino Chichester, West Sussex, UK. I maggiori rischi di alluvioni sonoconcentrati nel parcheggio caravan, nella strada che collega il nord e la zona residenziale ad est. Il territorio ad ovest ed a nord è protetto da una barriera lunga 4 km realizzata con ciottoli, mentre

ad est più di 1000 proprietà residenziali e attività economiche sono protette per 1.2 km da unaspiaggia stabilizzata da barriere e da una banchina di cemento costruita negli anni '50.

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Quantificare e mitigare i rischiNelle aree costiere i danni dei rischi naturali ricadono principalmente in tre categorie: economici, socialie ambientali.

I costi economici possono essere suddivisi in due categorie principali:

i costi delle misure di emergenza e di intervento (in particolare applicabile a frane ed alluvioni)i costi delle misure di mitigazione

I costi economici sono i maggiori in termini finanziari e sono probabilmente i più importanti per le autoritàlocali e le altre organizzazioni responsabili della gestione della difesa delle coste. Ci sono, inoltre, anchedei costi indiretti dovuti alle assicurazioni, alla diminuzione del valore economico delle proprietà e deiterreni agricoli ed alle azioni legali.

Il costo delle misure di emergenza comprende lavori di emergenza di difesa della costa, evacuazione dellapopolazione, disponibilità di sistemazioni temporanee, mobilitazione dei servizi di emergenza e di soccorso,costi delle indagini, ritardi nei trasporti ed altre interruzioni. Le misure di mitigazione sono allo stesso tempomolto costose e comprendono studi sull'evoluzione costiera, preparazione di piani di alto livello e strategiedi supporto alla formulazione di politiche operative di pianificazione; i costi dei sistemi di protezione costieraincludono la progettazione e la costruzione, ma anche i costi relativi al monitoraggio.

I costi sociali dei rischi naturali sono largamente intangibili. Il numero delle vittime può esserecorrettamente valutato in termini reali, mentre non possono essere valutati allo stesso modo i fattori legatialla salute come lo stress e la depressione e causati probabilmente dai rischi naturali. Gli altri fattori chepossono influenzare l'individuo o la società sono spesso legati all'imprevisto e sono più difficili da valutare.

I costi ambientali sono difficili da quantificare in quanto i rischi naturali provocano il naturale cambiamentodella costa. Nelle zone costiere c'è una grande quantità di siti ecologicamente importanti(ad es. SPAs,SACs or RAMSAR). La legge può richiedere la protezione di questi siti dall'erosione e dalle alluvioni

Tavola 2.4: Misure di stabilizzazione di una frana, comprendenti sistemi di ancoraggio, che riducono il rischio di fenomeni di instabilità delle scarpate marine sottostanti il centro storico di Sirolo, nella

Regione Marche, in Italia.

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Il villaggio di Sirolo, sulla costa adriatica italiana, a suddi Ancona, è situato sulla sommità di una scarpatamarina alta 125 m. Contemporaneamente almonitoraggio delle frane, diffusi interventi strutturali sonostati realizzati con lo scopo di ridurre il rischio da frana.

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in modo da mantenerle in una condizione favorevole. La mitigazione ambientale e, dove possibile, imiglioramenti possono portare a costi addizionali significativi per i progetti di costruzione.

I costi derivanti dai rischi naturali possono costituire un peso significativo per i contribuenti, soprattuttoriguardo le spese legate alle misure di emergenza. La variazione climatica provocherà l'incrementodell'intensità e della frequenza dei rischi naturali, che a loro volta aumenteranno il peso economico chele autorità locali e regionali dovranno fronteggiare insieme ai dipartimenti governativi. Le risposte diemergenza giocano un ruolo chiave nel minimizzare i costi potenziali di eventi pericolosi. I sistemi diallerta e un'adeguata preparazione a fronteggiare il problema costituiscono il modo migliore per ridurrei costi sociali dovuti agli eventi pericolosi, particolarmente quelli considerati in questo report,permettendo che le procedure di evacuazione siano efficacemente implementate e che le comunità arischio trovino un rifugio. Per questo motivo i sistemi di allerta consistono di tre elementi:

previsione degli eventi incombenti;elaborazione e diffusione dei comunicati di allerta alle autorità politiche ed alla popolazione;preparazione di una appropriata reazione alle allerte.

Queste misure permettono di minimizzare le sofferenze per le popolazioni e le perdite di vite umane,mentre le perdite economiche di un evento inevitabile sono più difficili da controllare, in particolare nelcaso di danni alle proprietà dovute alle frane.

In molti paesi europei i governi sostengono il peso dei costi associati alle misure di emergenza e dibonifica. I servizi di emergenza, le forze armate, i dipartimenti delle autorità locali predisposti allapianificazione delle misure di emergenza ed i servizi nazionali di allerta dalle alluvioni possono esseretutti mobilitati insieme ad altri gruppi specializzati nella risposta a situazioni di emergenza.

I proprietari delle case pagano un prezzo personale molto elevato come conseguenza degli eventipericolosi dovuto a morti, feriti ma anche a stress. Le alluvioni e le frane possono essere eventi traumaticiper le persone interessate soprattutto quando non c'è stato preavviso. L'aumento delle polizze assicurativerappresenta un costo aggiuntivo per i proprietari delle case ed in certe zone l'assicurazione non è piùdisponibile. Il valore economico del tempo speso lavorando può essere calcolato; la perdita di produttivitàe di tempo libero è spesso un problema significativo per i proprietari delle case durante gravi eventi naturali(UKCIP, 200411). Questo può essere accompagnato dall'interruzione delle linee di trasporto e delleinfrastrutture che quasi sempre si verifica duranti eventi pericolosi, in particolare durante le alluvioni. Anchele compagnie assicurative si stanno interessando ai costi legati ai pericoli naturali; in tutto il modo le perditeassicurative dovute a catastrofi naturali hanno raggiunto quasi 100 miliardi di US$ negli anni novanta(Munich Re, 2000, citato in Crichton, 200312), mentre i pericoli da subsidenza costano alle assicurazioni 1milione di sterline in media al giorno (ABI, citato in Crichton, 200312).

Uno dei metodi più efficaci per ridurre il rischio è di continuare a sviluppare la "cultura dellaprevenzione". Le misure di mitigazione del rischio si basano, in larga maggioranza, su tecnologie diallerta come la telemetria che controlla il contenuto d'acqua del terreno nei bacini imbriferi potendofornire l'allerta di alluvione a valle, o i sensori satellitari che possono rilevare segni evidenti di collassodel versante prima che l'evento si verifichi (ISDR, 200214). Anche se queste metodologie non possonoevitare le catastrofi, esse possono limitare significativamente il loro impatto sulle comunità vulnerabili. Ilmonitoraggio è un importante strumento che fornisce le basi per i sistemi di allerta. Il monitoraggiopermette di ridurre i costi associati alle procedure di emergenza incoraggiando la preparazione ad unevento incombente, sia proteggendo le persone ed i beni a rischio, sia evacuando le persone e le coseche non possono essere protette. Le misurazioni del livello idrico dei fiumi, particolarmente durante edopo piogge intense, possono permettere previsioni accurate su possibili variazioni del livello dell'acquasulla base del monitoraggio degli eventi precedenti. Di conseguenza, possono essere previste le areea rischio di inondazione e prese decisioni accettabili per minimizzare i danni. I sensori sui ponti possonoessere utilizzati come un sistema efficace per azionare sistemi di allarme quando il livello dell'acquaraggiunge un'altezza critica. Questo permette, dove possibile, l'azionamento delle chiuse e quindi diridurre l'impatto dell'evento alluvionale.

Allo stesso modo, il monitoraggio delle frane e dei tassi di erosione costiera permette previsioni sui futurimovimenti in termini temporali e di estensione. Il monitoraggio da satellite delle frane può riconoscere

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Tavola 2.5: Il villaggio di Fairlight, East Sussex, UK è ubicato sulla sommità di una scarpata marina costituitada arenarie poco cementate. Parte del villaggio (all'estrema destra della fotografia) beneficia già di misure di

protezione, mentre sono previsti interventi per proteggere la parte rimanente della scarpata non difesa.

Tavola 2.6: Parte del territorio costiero topograficamente depresso vicino il paese di Sete nella regione francesedella Languedoc-Roussilon. Le barriere proteggono dall'erosione costiera i beni, in particolare l'autostrada e la

laguna, che presenta una elevata importanza ambientale.. Anche i lavori di difesa costiera riducono i rischi dovutialla erosione marina nei confronti dell'autostrada.

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piccole variazioni nella massa del terreno e può aiutare a prevedere l'ubicazione di possibili eventifranosi. Il monitoraggio è, anche, alla base delle decisioni riguardo la politica operativa di protezionecostiera, particolarmente dove l'analisi del trend dei dati a lungo termine permette una buonacomprensione delle variazioni spaziali della costa. Questo può anche essere utile nel nostro tentativo diprevedere gli effetti delle variazioni climatiche e conseguentemente il livello di protezione che puòessere appropriato in futuro. Si deve notare che sebbene il monitoraggio fornisca assistenza nellagestione dei costi dei pericoli naturali, questo ha un suo proprio costo. Tuttavia il costo di talestrumentazione è piccolo se comparato alle spese che sarebbero necessarie per fronteggiare i danni ele perdite associate a frane e alluvioni non previste, e ai danni causati da inappropriate difese costruitea seguito di decisioni non motivate.

La ricerca è la terza componente per una efficace gestione dei pericoli naturali nelle aree costiere. Lemisure di protezione costiera hanno salvaguardato tradizionalmente contro gli attuali livelli di rischio, conalcuni stati membri che hanno previsto nei loro piani degli stanziamenti per fronteggiare l'innalzamentodel livello marino. Ad ogni modo, sta diventando molto chiaro che, alla luce della previsione dellavariazione climatica, è molto probabile che anche il livello di pericolosità subirà una variazionesignificativa. E'necessario, pertanto, stabilire anticipatamente il livello di rischio e agire di conseguenza.La ricerca in questi futuri scenari consentirà di adattarsi a queste nuove condizioni, minimizzandol'impatto degli eventi pericolosi ed i costi associati.

Il ruolo delle assicurazioniLe imprese di assicurazione stanno attivamente valutando gli sviluppi e gli impatti dei rischinaturali,riconoscendo gli effetti del cambiamento climatico. Osservato in tutto il mondo negli ultimidecenni e chiaramente riflesso nel peso crescente che stanno assumendo le compagnie diassicurazione, l'incremento nelle perdite dovute alle catastrofi naturali è la più forte evidenza chel'impatto dei cambiamenti ambientali globali, generati dall'attività umana, sta aumentando. Levariazioni del valore degli elementi a rischio e della vulnerabilità non giustificano completamentel'incremento delle perdite dovute alle catastrofi naturali. Al contrario, esiste l'evidenza che lafrequenza e l'intensità delle catastrofi naturali legate al tempo sono sempre di più influenzate dallevariazioni ambientali globali e soprattutto dalle variazioni climatiche. (Munich Re, 200315)

L'assicurazione contro i pericoli naturali si assume i rischi derivanti da questi pericoli e tende asuddividere i costi fra tutte le parti interessate dai rischi. I pericoli naturali sono un settore in evoluzionedel mercato assicurativo. Gli ultimi decenni hanno visto un notevole incremento delle perdite associateai pericoli naturali, non soltanto a causa di una quadruplicazione della popolazione mondiale, soprattuttonelle zone costiere, ma anche perché il numero delle grandi catastrofi naturali è triplicato. C'è la paurache in certe zone perdite potenziali possano svilupparsi fino a "sfruttare la capacità dell'industriaassicurativa fino ad i suoi limiti", (Munich Re, 200315). Come risultato, assicurativele assicurazioni hannotentato di giocare un ruolo crescente nella gestione degli impatti dei pericoli naturali attraverso misurecome le esclusioni e incoraggiando i clienti non soltanto a contare sulle misure di mitigazione delleperdite ma anche ad agire in una maniera "ambientalmente amichevole".

Subito dopo il verificarsi di un disastro naturale, uno dei modi apparenti di stimare l'intensità di un eventoè di valutare i costi in termini di perdite di vite umane. Questo è particolarmente vero per i mezzi dicomunicazione, in quanto questo è il costo al quale normalmente si riferiscono. Si stima che, nel 2002,ci sono stati, in Europa, 459 morti a seguito di eventi catastrofici, la maggioranza dei quali sono staticausati da alluvioni (Munich Re, 200315). A causa della natura delle catastrofi naturali il numero di mortiche si verificano ogni anno è spesso non rappresentativo delle perdite medie in un certo numero di anni.Di conseguenza, il valore relativo alle perdite medie da una visione più accurata della vulnerabilità. Lenazioni e le regioni più povere sono spesso più vulnerabili in quanto non sono equipaggiate perproteggersi e prepararsi. In queste zone è più probabile che si sviluppino insediamenti localizzati in areea rischio, causando costi umani maggiori durante catastrofi naturali.

Vivere in una zona soggetta a pericoli naturali può contribuire ad aumentare il livello di stress. LaValutazione Globale della Vulnerabilità realizzata per UN-IPCC ha stimato che come risultatodell'innalzamento del livello marino il numero annuale delle vittime dovute ad erosione costiera e adalluvioni sarà di 158.000 nel 2020. (EUrosion, 20044). Quando si considerano le frane ed altri problemiidrogeologici questo numero aumenta drammaticamente.

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Lo studio realizzato a seguito di una importante alluvione in Lewes, Sussex, sulla costa suddell'Inghilterra, evidenzia alcuni dei potenziali problemi di salute per le persone a rischio. Lewes hasubito un'importante alluvione nel 2000 ed è stato scoperto che le persone le cui case erano statealluvionate erano quattro volte più sensibili a stress psicologico che quelle persone le cui case nonerano state alluvionate affatto. Inoltre, l'alluvione era associata ad un maggiore rischio di otiti, malesseree vomito (Health Protection Agency, 200416). Nello studio è stato notato che gravi alluvioni possonodiventare più comuni a causa del cambiamento climatico e, quindi, è importante comprendere leimplicazioni a lungo termine sulla salute umana così da permettere politiche per la prevenzione dellealluvioni e sostenere gli individui e le comunità interessate (Health Protection Agency, 200416).

Le compagnie assicurative stanno diventando sempre più coinvolte nella mitigazione della pericolosità,identificando le zone nelle quali il rischio è così grande da rendere necessaria l'assicurazione. Il sistemadi pianificazione sta diventando molto restrittivo riguardo a dove i costruttori possono realizzare nuoviinterventi. In questo modo le persone vengono indirizzate all'utilizzo di zone a minor rischio, chepermettono di ridurre i danni nel caso un evento pericoloso si verifichi. Ne consegue che le persone nonriescono a vivere in zone dove desidererebbero vivere e che le stesse sono vittime di decisioni forzate.

Le implicazioni economiche del cambiamento climatico e del rischio costieroGli effetti dei cambiamenti climatici attesi sono fonte di grande preoccupazione per gli attori responsabilidella gestione del rischio nelle zone costiere. Senza una efficace ed integrata pianificazione della costa, leconseguenze per le aree costiere potrebbero essere gravi. Sia l'aumento dell'intensità delle precipitazioniche l'innalzamento del livello marino e la tendenza ad un aumento delle tempeste, aumenteranno il rischiodi inondazione nelle zone costiere. Ciò avrà particolari conseguenze per aree sensibili che sono già vicineo sotto il livello medio dei mari, come la costa olandese e tedesca del Mare del Nord (IPCC, 200117).

Anche l'Europa meridionale appare più vulnerabile a queste variazioni, ma è stato osservato che l'Europasettentrionale possiede già una elevata esposizione alle inondazioni costiere (Acacia, 200018). Uninnalzamento del livello marino aggraverà i rischi per le comunità costiere, in quanto porterà probabilmenteuna accelerazione dell'erosione costiera ed alla inondazione di aree umide e topograficamente depresse,alla erosione delle spiagge, all'intensificazione delle inondazioni costiere ed al deterioramento della qualitàdell'acqua. (IPCC, 200117). Il progetto Eurosion (20044) ha stabilito che "la prospettiva di un ulterioreaumento del livello marino a seguito del cambiamento climatico e l'eredità della cattiva gestione delpassato, implica che l'erosione costiera rappresenterà un crescente oggetto di preoccupazione in futuro".

Il potenziale impatto di un innalzamento del livello marino di un metro potrà determinare l'inondazione di13 milioni di persone in cinque nazioni europee, con il massimo impatto nei Paesi Bassi. Numerose zonecostiere europee sono topograficamente depresse e vulnerabili alle alte maree ed alle mareggiate; talitendenze saranno aggravate dagli effetti del cambiamento climatico quali l'innalzamento del livello marinoe l'incremento dell'intensità e della frequenza delle tempeste. Si stima che il 9% di tutte le aree costiereeuropee (definite come una fascia di costa larga 10 km) si trova sotto i 5 m di quota s.l.m. e sonopotenzialmente vulnerabili all'innalzamento del livello marino, con l'85% della costa dei Paesi Bassi e delBelgio sotto i 5 m di quota, il 50% in Germania e Romania, il 30% in Polonia ed il 22% in Danimarca, doveil 100% della popolazione vive entro 50 km dalla costa. Nel Regno Unito il 75% della popolazione viveentro 50 km dalla costa, mentre la media della UE è di un terzo della popolazione (EEA, 200519).

Anche le possibili conseguenze di eventi estremi quali piogge e burrasche sono un elemento dipreoccupazione. Precipitazioni più intense sono già state registrate, e le previsioni future nello scenarioclimatico più caldo indicano che il nord Europa diventerà più umido, con più giorni di elevateprecipitazioni e periodi di siccità estiva, e che il sud Europa diventerà più arido, con siccità prolungateed una maggiore quantità di pioggia caduta in giornate molto umide. Le crescenti precipitazioniinvernali attese nella maggior parte d'Europa porteranno ad un maggiore rischio di alluvione, compresele conseguenze derivanti da alluvioni improvvise, dal drenaggio urbano, dalla gestione delle acque,dall'erosione, dalla stabilità dei versanti e dalla ricarica delle falde.

Il numero di tempeste invernali in Europa occidentale è atteso in aumento. La vulnerabilità alle burraschein Europa è dimostrata dall'impatto della tempesta Lothar in Francia, il 26 dicembre 1999, che uccise 87persone e distrusse 5.000 chilometri quadrati di foresta. Nell'Europa occidentale (ad esempio RegnoUnito, Francia e Germania) ci si attende che le tempeste di vento incrementeranno le perdite dovute ai

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danni agli edifici del 15% tra il 2070 ed il 2099 (confrontato con il periodo di riferimento 1961-1990) nelcaso si adottino misure di adeguamento, o del 20% o più senza misure. Nel 1999, ad esempio, una seriedi tre tempeste produsse, ai costi del 2004, 16 miliardi di euro di perdite (MICE Project, 200520).

Ricerche recenti sul cambiamento climatico si stanno sempre più focalizzando sui cambiamenticlimatici rapidi. Se un cambiamento graduale è atteso nei prossimi secoli, ci sono alcuni processi chepotrebbero avere un punto di innesco che, una volta superato, renderebbe i cambiamenti inevitabili,talvolta repentini e spesso irreversibili. Sebbene sia piuttosto difficile quantificare il rischio di questieventi, e sebbene la probabilità di occorrenza sia bassa nel clima attuale, essi potrebbero avere unimpatto molto elevato, quindi stimare gli effetti in ambito europeo e regionale può fornire plausibiliscenari di "caso peggiore" per gli studi di impatto e le strategie di adattamento.

In termini di perdite economiche, l'Europa ha subìto nel 2005 la quarta peggiore catastrofe naturale, latempesta invernale Erwin/Gudrun, con 18 vittime, 5.800 milioni di US$ di perdite economiche e 2.500 milionidi US$ di perdite assicurative (Munich Re, 200615). Nel giugno 2005 l'Europa subì anche seri danni dalcambiamento climatico, e si sta riscaldando il 40% più velocemente del pianeta nel suo complesso. Letempeste del 1999 e le alluvioni del 2002 costarono ognuna 13 miliardi di euro, mentre l'onda di calore del2003 costò 10 miliardi di euro. La Commissione Europea ha stimato che i costi futuri del potenziale dannomondiale complessivo, se non saranno prese contromisure, saranno di 74 miliardi di miliardi di euro attuali.

Il IPCC ha compilato una selezione di stime a livello nazionale, per evidenziare i sistemi antropici edecologici che potrebbero essere influenzati dall'innalzamento del livello marino, mostrati nella seguentetabella (IPCC, 200117): gli impatti dell'innalzamento del livello marino nei paesi europei selezionati,assumendo assenza di adattamento, e con i costi dell'adattamento.

I Paesi Bassi si attendono le maggiori perdite potenziali tra i paesi selezionati, con una perdita del valorecapitale del 69% del loro PIL, ed una perdita di territorio del 6,7% del totale. Ciò rappresenta una graveperdita, considerando che le perdite potenziali della successiva nazione più a rischio, la Germania,raggiungono solo il 30% del PIL totale, meno della metà in confronto. Tuttavia, si può notare l'importanzadi determinare uno scenario accurato di innalzamento del livello marino, dato che la perdita di territoriovaria dallo 0,1 allo 0,5 % del totale. Questa variazione nella stima rende difficile, a chi gestisce la costa,pianificare efficacemente.

Figura 2.7: Gli impatti dell'innalzamento del livello marino in alcuni paesi europei selezionati, assumendoassenza di adattamento, più i costi di adattamento; Estratto dal report dell'IPCC "Climate change 2001:

Working Group II: Impacts, Adaptation & Vulnerability, Chapter 13, Table 13-5" (IPCC, 2001)

Nota: Gli impatti dell'innalzamento del livello marino nei paesi europei selezionati, assumendo assenza di adattamento, più i costi di adattamento (da Nichollse de la Vega-Leinert, 2000). " I risultati nazionali disponibili enfatizzano gli elevati valori antropici ed ecologici che potrebbero essere influenzatidall'innalzamento del livello marino. La tabella mostra i risultati di valutazioni nazionali nei Paesi Bassi (Baarse et al., 1994; Bijsma t al., 1996), Polonia (Zeidler,1997), e Germania (Sterr e Simmering, 1996; Ebenhoh et al., 1997) per complessi esistenti e tutti costi riferiti a US$ del 1990. Nella tabella, l'adattamentocomprende le protezioni, eccetto in aree a bassa densità di popolazione. Le persone a rischio sono il numero di persone alluvionate da mareggiate in un annomedio. I costi di adattamento/protezione per la Polonia includono i costi in conto capitale ed i costi di funzionamento annuali; la % del PIL considera che icosti sono tutti sostenuti in un anno. Anche studi locali e subnazionali dalla East Anglia, Regno Unito (Turner et al., 1996), così come studi regionali (Tooleye Jelgersma, 1992; Nicholls e Hoozemans, 1996) sostengono questa tesi. Molte delle maggiori città europee, quali Londra, Amburgo, San Pietroburgo eSalonicco sono costruite su estuari e lagune (Frasetto, 1991). Tali localizzazioni sono già esposte a mareggiate, ed il cambiamento climatico è un fattoreimportante da considerare per la pianificazione e lo sviluppo a lungo termine."

Paese

Paesi BassiGermaniaPoloniaPoloniaPoloniaEstoniaTurchia

Scenariodi innal-zamentodel livello

marino

(m)

Perdite diaree

umide

(km2)

Popolazionedelle pianure

costiere

# 103 %totale

1.01.00.10.31.01.01.0

10,0003,120n.a.n.a.235472,450

3,6002572558196n.a.560

240.30.10.10.5n.a.0.8

1864101.84.722.00.2212

6930252436

6.7n.a.n.a.0.250.5>1.3n.a.

12.3300.71.84.8n.a.20

5.52.22.15.414.5n.a.10

6422,400n.a.n.a.n.a.225n.a.

2,165n.a.n.a.8451,700>580n.a.

674n.a.n.a.0.633.7

Popolazionealluvionataper anno

# 103 %totale

Perdite divalore

capitale

US$ %103 PIL

Costidell'adatta-

mento

US$ %109 PIL

Perdite diterritorio

Km2 %totale

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L'Assicurazione quale strumento di gestione del rischio nel contesto delcambiamento climaticoNegli scorsi decenni si è assistito ad una crescente preoccupazione riguardo all'entità ed alla frequenza deidisastri naturali, con importanti implicazioni per le compagnie assicurative europee. Questo è principalmenteil risultato della costante crescita della popolazione, e della crescente concentrazione di persone e valorieconomici in aree urbane (Berz, 199921). Tuttavia, c'è il contributo ulteriore del cambiamento climatico, chesi pensa possa complicare il quadro, portando ad un aumento di tempeste, temporali e rovesci, tutticomportanti rilevanti conseguenze in termini di alluvioni, erosione costiera ed instabilità.

I premi assicurativi per eventi meteorici estremi e per l'innalzamento del livello marino sono attesi inaumento di almeno 10 volte entro l'anno 2050, fino a rendere non assicurabili talune aree. L'incremento èdovuto principalmente a "crescenti valori economici e valori assicurati in aree metropolitane altamenteesposte" (Berz, 199921); le perdite porteranno alla bancarotta parte delle attività assicurative, le qualipretendono azioni governative per arrestare il cambiamento climatico. I costi per le compagnie assicurativepossono essere minimizzati da misure di compensazione, se prese in tempi brevi. Le stesse attivitàassicurative dovranno assumere un ruolo attivo nel controllo dei propri costi (Acacia, 200018).

E' con questo intendimento che dobbiamo indicare appropriate strategie di risposta, che tengano inconsiderazione l'esistenza di un rischio costante nelle aree costiere. Molti degli impatti dell'innalzamentomarino potrebbero essere evitati o efficacemente gestiti, se si adottassero già da ora misure efficaci(Acacia, 200018). Tuttavia, ciò richiede lo sviluppo di strategie di lungo termine per la gestione dellecoste. Foresight (2004)22 afferma che "le decisioni prese oggi avranno un grande impatto sull'entità deirischi da alluvione che le future generazioni si troveranno a gestire. Esse inoltre influenzerannofortemente le strategie per affrontare tali rischi". Le strategie delle diverse comunità costiere dell'UEvarieranno molto in funzione di vari fattori. Chiaramente, sarà effettuata una valutazione del valoreeconomico delle proprietà a rischio; questo sarà influenzato dal livello dei fondi necessari per gliinterventi di protezione. Klein et al, 1999 (citato in IPCC, 200117) affermano che una efficace rispostarichiede un approccio integrato, comprendente il riconoscimento della necessità di "risposta,pianificazione, implementazione e valutazione". L'Agenzia europea per l'Ambiente (2004)1 ritiene che larisposta al cambiamento climatico dovrebbe iniziare il prima possibile, in quanto:

"una risposta anticipata e cautelativa è più efficace ed economica di risposte di emergenza, forzatee dell'ultimo minuto"; e che"il cambiamento climatico potrebbe essere più rapido e più pronunciato rispetto alle attuali stime.C'è il rischio di un risposta inadeguata per eventi improvvisi ed inaspettati".

Le responsabilità inerenti i pericoli naturali e gli impatti del cambiamento climatico sono spesso divisi alivello nazionale, con competenze inerenti la gestione dei disastri, la prevenzione e gli interventi, spessoassociate con la Protezione Civile od il Ministero degli Interni, mentre le politiche sul cambiamentoclimatico e la cooperazione internazionale sono frequentemente assegnate al Ministero dell'Ambiente edell'Energia (Sperling e Szekely, 200523). Sono richieste cooperazione attiva e condivisione diinformazioni per una efficace pianificazione della risposta ai più alti livelli. Analogamente, è essenzialeuna sinergia in termini di coordinamento tra regioni ed autorità locali, tenendo in considerazione leindicazioni e l'assistenza del governo centrale.

Una delle difficoltà nel valutare le implicazioni economiche del cambiamento climatico è la mancanza didati concreti sui costi dei singoli pericoli nelle aree costiere. E' risaputo che le cifre esatte inerenti leperdite economiche sono sempre difficili da determinare, in quanto i dati sono disponibili solo per unaparte di tutti gli eventi che si verificano in un dato periodo di tempo. Frequentemente, la maggior partedei costi sono raggruppati in ampie categorie. Una ulteriore mancanza è l'assenza di stime per aree piùlocalizzate, essendo la maggioranza dei dati riferibili a costi nazionali, europei o globali. Inoltre, è difficilefare paragoni fra i costi sostenuti dai diversi stati membri, in quanto manca una metodologia uniformedi raccolta dei dati. Stimare le perdite alla scala dell'UE non evidenzia le differenze nelle perdite per isingoli paesi; l'impatto può variare significativamente, e può essere particolarmente importante per queipaesi con economie in transizione. Inoltre, le stime tendono a variare tra le varie fonti, in particolare dovecerte pubblicazioni fanno uso di previsioni ed altre forniscono costi reali.

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La crescente entità dei costi associati ai rischi naturali nelle zone costiere, particolarmente in termini didanni alle strutture, protezione e manutenzione delle opere di difesa, è una preoccupazione rilevante. Icosti associati per la protezione di queste strutture sono piccoli se comparati alle perdite che siverificherebbero se nessuna azione fosse messa in pratica, e si dimostrano quindi economicamentevalidi. Tuttavia, nonostante le incertezze inerenti le condizioni future, c'è la consapevolezza che ilcambiamento climatico porterà sempre di più ad aumenti rilevanti dei costi associati ai pericoli naturalinei prossimi decenni. Sarà impossibile sviluppare strategie che annullino il cambiamento climatico,perché il livello di rischio futuro non può essere definito con un adeguato grado di accuratezza. E' quindisolo possibile diminuire il rischio e la vulnerabilità dei pericoli naturali ad un livello accettabile.

C'è un sostanziale accordo sul fatto che gli investimenti devono aumentare per reagire al previstoaumento di costi associato al cambiamento climatico nelle zone costiere. Questo sarà sempreeconomicamente valido, anche se il valore delle strutture a rischio non dovesse aumentare comeprevisto. La mappatura delle pericolosità rappresenterà probabilmente la base più efficace per gestire irischi naturali, aiutando ad evitare aree a rischio. Data l'incertezza riguardante il cambiamento climatico,ci sono stati inviti a ricomprendere il rischio associato con i pericoli naturali nel quadro pianificatorio,quale mezzo di controllo degli impatti e dei costi. In questo modo sarebbe possibile muoversi verso lacreazione di una cultura di prevenzione, privilegiando azioni economicamente valide a costosi interventipost-disastro.

Il progetto LIFE Ambiente Response fornisce una metodologia per le autorità locali e regionali, ed altrigruppi di interesse, per identificare e valutare il rischio derivante dal cambiamento climatico lungo la lorocosta, rendendo possibile assegnare una priorità ai risultati ed assistere nella formulazione di interventipreventivi economicamente validi. Il progetto Response fornisce anche una serie di esempi innovativi ebuone pratiche per dimostrare come, una volta identificati, questi rischi possano essere gestiti.

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24. LGA - Local Government Association, 2004. 'Sustainable energy and climate change, a survey of local authorities'. LGA Publications, London.

Tavola 2.7: A Criel-Sur-Mar, nella parte della Francia che si affaccia sul canale della Manica, una rapidaerosione delle ripide scogliere di gesso ha provocato la perdita di proprietà alla sommità della falesia.Per motivi ambientali ed economici la difesa della costa non era una possibile opzione; recentemente

una fila delle proprietà più vulnerabili (A) è stata demolita con i fondi della legge Barnier.

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Capitolo TreIl quadro legale ed amministrativo per la gestione dei rischi costieriLa geologia e la morfologia delle coste europee presenta una enorme varietà di condizioni, pericolinaturali e problemi derivanti dallo sviluppo in siti non adatti o solo in parte stabili. L'interazione tra erosionecostiera, stabilità dei terreni ed urbanizzazione comporta la necessità di un quadro pianificatorio e legaleche favorisca uno sviluppo sostenibile e la gestione della costa in generale. In alcuni casi l'erosionecostiera e le inondazioni sono fenomeni frequenti, mentre altrove risultano episodici, attivati solo a seguitodi eventi climatici o dagli effetti dell'alterazione e dell'intervento antropico. Qualunque sia la natura delproblema, è necessario adottare un valido approccio per pianificare lo sviluppo delle aree costiere,tenendo in debita considerazione i fattori geologico-ambientali.

Questo capitolo esamina la legislazione e le politiche di gestione dei pericoli naturali ai vari livelliamministrativi, illustrati da una serie di esempi provenienti dai vari stati membri. Lo svilupposostenibile delle aree costiere e la gestione delle risorse costiere in modo integrato sono dueimportanti settori di intervento. Queste politiche di intervento rappresentano concetti chiave per lagestione dei pericoli naturali nelle aree costiere.

Il concetto di sostenibilità fu introdotto alla conferenza delle Nazioni Unite di Rio de Janeiro del 1992(United Nations Conference on Environment and Development - UNCED). In tale occasione furonofissati i principi ed il programma di azioni necessarie a perseguire lo sviluppo sostenibile. In questaconferenza globale fu adottata Agenda 21 da più di 178 governi. Agenda 21 è un piano di azione dasviluppare a livello globale, nazionale e locale, da parte di organizzazioni delle Nazioni Unite, governie gruppi, in ciascuna area nella quale l'uomo ha un impatto sull'ambiente. Il Capitolo 17 si prefigge la"protezione degli oceani, di tutti i tipi di mari, inclusi i mari chiusi e semi-chiusi, delle aree costiere,nonché la protezione, l'uso razionale e lo sviluppo delle loro risorse viventi" (UN, 20031).

Gli obiettivi del Programma Area A (Capitolo 17.5): Gestione integrata e sviluppo sostenibile di areecostiere e marine, incluse zone economiche esclusive, sono i seguenti: gli stati costieri si impegnanoalla gestione integrata ed allo sviluppo sostenibile delle aree costiere e dell'ambiente marino sotto la lorogiurisdizione nazionale. A tale scopo, è necessario:

elaborare una politica integrata ed un processo decisionale, che includa tutti i settori coinvolti, perpromuovere la compatibilità ed un equilibrio negli usi;identificare le attuali e le future utilizzazioni delle aree costiere e le loro interazioni; concentrarsi su problematiche ben definite riguardanti la gestione della costa; applicare approcci di prevenzione e precauzione nelle progettazioni e nelle realizzazioni, includendo la valutazione preliminare e l'osservazione sistematica degli impatti dei progetti più importanti;promuovere lo sviluppo e l'applicazione di metodi, quali il censimento delle risorse nazionali ed ambientali, che riflettano i cambiamenti di valore derivanti dall'uso di aree marine e costiere, includendo l'inquinamento, l'erosione marina, la perdita di risorse e la distruzione di habitat; fornire accesso, per quanto possibile, ai singoli, alle organizzazioni ed ai gruppi interessati, alle informazioni di rilievo, e fornire opportunità di consultazione e partecipazione alla pianificazione edal processo decisionale, ai livelli appropriati (UN, 20031).

Le politiche internazionali sul cambiamento climatico sono state difficili da stabilire, in quanto richiedonoun accordo globale. Nel 1988 è stato creato dalle Nazioni Unite il Cartello Intergovernativo sulCambiamento Climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change - IPCC), riunendo scienziatiprovenienti dai governi mondiali. Durante gli anni '80 il dibattito sul cambiamento climatico si èfocalizzato sulla variazione di temperatura media a livello globale, e la creazione dell'IPCC harappresentato un importante passo verso la definizione delle risposte a livello scientifico.

Nel 2005 è stato ratificato il Protocollo di Kioto, impegnando 55 paesi industrializzati ad attuare taglisignificativi nelle emissioni di gas quali, l'anidride carbonica, entro il 2012.

La Dichiarazione del Decennio Internazionale per la Riduzione dei Disastri Naturali (UN InternationalDecade for Natural Disaster Reduction - IDNDR - 1990-1999) ha aiutato ad alzare il livello delladiscussione riguardante le cause socio-economiche dei rischi da disastro. Nel 1999 i paesi facentiparte del Forum del Programma Internazionale IDNDR hanno sottoscritto una Dichiarazione di Intenti,

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prendendo atto che il pianeta è sempre più minacciato da disastri a larga scala e accordandosi peragire in modo da garantire un mondo più sicuro per le generazioni future. Quale successoredell'IDNDR nel 2000, la Strategia Internazionale per la Riduzione dei Disastri (UN InternationalStrategy for Disaster Reduction - ISDR) è stata fondata per sostenere questa agenda, focalizzandosisui processi inerenti la consapevolezza, la valutazione e la gestione dei rischi da disastro.

Livello europeoLa legislazione e la politica europee forniscono un quadro strategico per tutti gli aspetti relativi all'uso ed allosviluppo del territorio nell'Unione Europea, inclusi i pericoli naturali. La Prospettiva Europea per lo Sviluppodello Spazio (European Spatial Development Perspective - ESDP) ha posto una maggiore enfasi sulbisogno di sostenibilità e protezione ambientale. Quale diretta conseguenza di ciò, dovrebbe essere postauna attenta considerazione ai fattori geologici, in relazione allo sviluppo ed al rinnovo economico. Negli statimembri, la pianificazione dell'uso del territorio e le decisioni gestionali sono generalmente di competenzaregionale o locale. Tuttavia, la Commissione gioca un ruolo nell'assicurare che gli stati membri tengano inconsiderazione le questioni ambientali al momento della redazione dei piani di sviluppo territoriale.

I fattori geologici si relazionano direttamente a molte problematiche legate allo sviluppo e, quindi,devono essere tenuti in piena considerazione nella pianificazione dell'uso del territorio. La legislazioneeuropea riguardante la Protezione delle Acque Sotterranee (80/68/EC), lo Stoccaggio dei Rifiuti (75/442,e successive modifiche) e la Salute e Sicurezza (89/391, 89/654, 92/57), ha un impatto sulle questionidello sviluppo e della pianificazione in relazione alla stabilità del territorio (Thompson, 19982). Permigliorare il flusso di informazioni tra i decisori politici ed i cittadini riguardo le problematiche generalilegate all'uso del territorio, due iniziative della Commissione, INSPIRE (Infrastructure for SpatialInformation in Europe) e GMES (Global Monitoring for Environment and Security), si prefiggono diaiutare l'accesso dei cittadini all'informazione ambientale.

Più dell'80% dei 377 milioni di cittadini dell'Unione Europea vivono in città e paesi con una significativapercentuale che vive nelle aree costiere. La sfida per gli amministratori ed i politici è di sviluppare unapproccio integrato e sostenibile per lo sviluppo e la gestione delle aree urbane, che agisca in armoniapiuttosto che in contrapposizione con i sistemi naturali. Per aiutare a vincere questa sfida, il SestoProgramma Quadro di Azione Ambientale ha chiesto alla Commissione di sviluppare una nuova StrategiaTematica per l'Ambiente Urbano (Thematic Strategy on the Urban Environment) per aiutare a promuovereun approccio integrato e supportare le azioni a livello locale. Nel gennaio 2004, la Commissione ha adottatola Comunicazione COM(2004)60 "Towards a Thematic Strategy on the Urban Environment", che ha messoin atto l'idea della Commissione per la Thematic Strategy on the Urban Environment. La Comunicazione haevidenziato i problemi e le sfide che si trovano ad affrontare le aree urbane europee, focalizzandosi sullagestione dell'ambiente urbano, i trasporti urbani, le costruzioni sostenibili e la progettazione urbana.

Infine la Commissione ha cercato di migliorare la pianificazione, la gestione e l'uso delle aree costiereeuropee mediante la Gestione Integrata delle Zone Costiere (Integrated Coastal Zone Management -ICZM). Molte delle zone costiere europee soffrono problemi di deterioramento delle loro risorseambientali, socio-economiche e culturali. Dal 1993, la Commissione ha lavorato per individuare epromuovere misure per sanare questo deterioramento e per migliorare la situazione complessiva dellenostre aree costiere. Il Quinto Programma Europeo di Politiche e Azioni in Relazione allo SviluppoAmbientale e Sostenibile (Fifth Community Programme of Policy and Action in relation to theEnvironment and Sustainable Development) è stato sviluppato in risposta alla richiesta del Consiglioper una strategia comune per la Gestione Integrata delle Zone Costiere.

Dal 1996 al 1999, la Commissione ha implementato un Programma Dimostrativo per l'ICZM (DemonstrationProgramme for ICZM), realizzando circa 35 progetti dimostrativi e 6 studi tematici. Nel 1999 la Commissioneha riassunto i risultati di questi importanti studi nei suoi documenti "Better management of coastal resources"e "Lessons learnt from the EU demonstrative programme" (European Commission, 1999a3; 1999b4).

I Progetti Dimostrativi hanno individuato in particolare la necessità di una pianificazione partecipata alfine di implementare una Gestione Integrata delle Zone Costiere, ed una serie di conflitti tra i detentoridi interessi nelle aree costiere, causati da interessi in competizione, culture e tradizioni differenti, datiimprecisi, contesi o non concessi, ignoranza o disinteresse verso i bisogni altrui, e conflitti di interessesu specifiche procedure o questioni.

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Basandosi sulle esperienze ed i risultati del Programma Dimostrativo, la Commissione ha adottato duedocumenti: una Comunicazione dalla Commissione al Consiglio ed il Parlamento Europeo riguardante"Integrated Coastal Zone Management: A Strategy for Europe" (COM/00547 del 17/09/20005); ed unaproposta per Raccomandazioni del Parlamento Europeo ed il Consiglio inerente l'Implementazione diuna Gestione Integrata delle Coste in Europa (COM/00/545 del 08/09/20026). QuestaRaccomandazione è stata adottata dal Consiglio e dal Parlamento il 30/05/2002. La Comunicazionespiegava come la Commissione avrebbe lavorato per promuovere ICZM attraverso l'uso di strumenti eprogrammi comunitari. La Raccomandazione ha sottolineato i passi che gli stati membri dovrebberointraprendere per sviluppare strategie nazionali per l'ICZM. Le strategie nazionali sono attese per il 2006e verranno esaminate dalla Commissione al fine di decidere se siano necessarie nuove leggi.

La Direttiva Quadro sulle Acque (Water Framework Directive 2006/60/EC - WFD), che è entrata in vigorenel 2000, ha stabilito un nuovo approccio integrato per la protezione, il miglioramento e l'uso sostenibiledei fiumi, dei laghi, degli estuari, delle acque costiere e delle acque sotterranee europee. La Direttivacontribuisce ai principi ed agli obiettivi più importanti dell'ESDP. La Direttiva ha introdotto un sistema dipianificazione basato sulla "gestione del bacino idrografico" che rappresenta il meccanismo chiave perassicurare la gestione integrata di acque sotterranee e acque costiere. Saranno istituiti i Distretti diBacino Idrografico (River Basin Districts - RBD's), caratterizzati da ecologia, geologia, idrogeologia,demografia ed uso del territorio. Le acque costiere saranno assegnate al più appropriato e vicino tra gliRBD; la suddivisione amministrativa di un RBD può inoltre essere separata in sottobacini.

Nel gennaio 2006 la Commissione Europea ha proposto una Direttiva per aiutare gli stati membri aprevenire e limitare le inondazioni e gli effetti negativi di questi eventi sulla vita, la salute, leproprietà, le infrastrutture e l'ambiente. Questa iniziativa è nata in risposta ai recenti disastri inEuropa, ma è stata intrapresa anche perché i prossimi decenni vedranno quasi inevitabilmente unmaggiore rischio da inondazioni e maggiori danni economici. Questa proposta creerà un quadroeuropeo per la gestione del rischio da inondazione che si basa ed è strettamente connesso con laDirettiva Quadro sulle Acque. Viene proposto un processo a tre fasi. Primo, gli stati membriopereranno una Valutazione Preliminare sul Rischio da Inondazione dei loro bacini fluviali e delleloro zone costiere. Dove sussiste un rischio reale, gli stati membri dovrebbero quindi sviluppareMappe del Rischio da Inondazione. Infine, dovrebbero essere redatti Piani di Gestione del Rischioda Inondazione (European Commission, 20067).

Al fine di assicurare collegamenti tra importanti discipline scientifiche quali la geologia ed i pericoli naturali,la Commissione ha formato vari Gruppi di Lavoro che si focalizzeranno sulle previsioni meteorologiche,mappatura del rischio e pianificazione dell'uso del territorio. Come stabilito nel Sesto Programma di AzioneAmbientale, è stata adottata una Strategia Tematica per la Protezione del Suolo (Thematic Strategy on SoilProtection), che porterà ad una Politica Comunitaria di Protezione del Suolo (Community Soil ProtectionPolicy) ed una proposta legislativa per una Direttiva Quadro sul Suolo (Soil Framework Directive -European Commission, 20068). Queste misure terranno in considerazione i precedenti studi di rischio daerosione ed includeranno questioni legate alla perdita di suolo da frane, alterazione ed erosione.

Erosione Costiera, Inondazioni ed Instabilità - Principi di politica gestionaleLe linee guida per la gestione sostenibile della costa stabiliscono che i processi naturali dovrebbero esserebloccati da difese costiere solo nel caso che la vita umana o importanti strutture siano a rischio. Dovrebbeessere eseguita una valutazione del rischio in aree costiere antropizzate, al fine di determinare gli impattidelle variazioni della linea di costa, dell'innalzamento del livello marino e dell'arretramento costiero, in mododa determinare strategie di pianificazione e aree di possibile edificazione. Le misure di difesa dovrebberoessere comprese in un piano strategico per le aree costiere più importanti, nelle quali tutte le opere di difesasiano basate su una conoscenza scientifica dei processi naturali. Ove possibile, le misure di difesa costieradovrebbero essere incorporate, a livello nazionale o regionale, in piani ICZM, i quali:

siano basati sulla conoscenza dettagliata della geomorfologia costiera e dei processi naturali; considerino le relazioni tra parametri fisici, ecologici ed economici; integrino questi parametri nell'ambito di specifiche strategie di sviluppo costiero; siano fondati su adeguate strutture amministrative e legali.

Nel passato, le imprese individuali o private hanno evitato le aree ad alto rischio, hanno accettato le

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Tavola 3.1: La storica città costiera di Lyme Regis, nel Dorset, Regno Unito, fu edificata su una franacomplessa. A seguito di studi dettagliati e di rilievi sul terreno, è stato implementato un importante

programma di opere di protezione costiera e drenaggio del versante, in modo da ridurre l'erosione ed ilrischio da frana. Ulteriori opere sono attualmente in studio per la zona orientale.

Tavola 3.2: West Bay, Dorset, Regno Unito. Il miglioramento delle difese costiere a West Bay ha ridotto ilrischio per le proprietà, fornendo allo stesso tempo benefici per la qualità della vita.

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perdite quale prezzo da pagare per vivere e lavorare in tali aree, o hanno cercato di "migliorare" lecondizioni attraverso opere ingegneristiche. Manutenzione, riparazione e pulizia rappresentano spessol'elemento centrale di molte strategie per affrontare i pericoli naturali (Lee et al, 20009). Sono divenutedisponibili assicurazioni per mitigare le perdite associate ad alcuni pericoli naturali, ma questeescludono quelle dovute all'erosione marina; talvolta i risarcimenti sono stati ricercati per vie legali. Negliultimi secoli, in diversi stati membri, il governo ha progressivamente acquisito un ruolo chiavenell'affrontare una varietà di problemi specifici associati con le problematiche costiere; questi includono:

il controllo delle sviluppo urbano in aree a rischio e la minimizzazione dell'impatto di nuove strutture sulla base del rischio già affrontato altrove, attraverso il sistema della pianificazione territoriale;la realizzazione di opere di difesa costiere finanziate pubblicamente per prevenire l'erosione ele inondazioni;il finanziamento e il coordinamento della risposta agli eventi più significativi.

Generalmente il costo e la complessità della difesa costiera o della bonifica di frane sono oltre le possibilitàdei privati, con l'eccezione delle importanti compagnie o proprietari terrieri. Peraltro, spesso non è fattibilené desiderabile tentare di proteggere una singola proprietà. Fare ciò porterebbe inevitabilmente ad unavarietà di strutture di difesa di differente tipologia, standard ed efficacia. Il coinvolgimento dello statogarantisce inoltre un elemento di previdenza sociale. Ad esempio, ridurre le perdite conseguenti aderosione, inondazione ed instabilità potrebbe aiutare a promuovere una maggiore prosperità, assicurandola salvaguardia delle proprietà, una forza lavoro in salute ed una economia efficiente. C'è inoltre lanecessità di bilanciare da una parte il peso che agisce sulla comunità a causa del perseguimentodell'obiettivo di riduzione del rischio e dall'altra l'onere di tenere in considerazione gli interessi di altri gruppi,quali le associazioni ambientaliste e le imprese legate alla pesca.

Le politiche inerenti la difesa costiera, l'instabilità e la pianificazione dell'uso del territorio sviluppate alivello nazionale sono implementate principalmente a livello di governi regionali o locali, o daorganizzazioni non governative quali l'Agenzia per l'Ambiente (Environment Agency) in Inghilterra. Isistemi di pianificazione sono progettati per regolare lo sviluppo e l'uso del territorio nell'interessepubblico. La legislazione ha lo scopo di fornire:

assistenza nella pianificazione dell'uso del territorio e nel far sì che le autorità che pianificano interpretino l'interesse pubblico in maniera saggia e concreta;un incentivo, con le autorità locali che stimolano lo sviluppo allocando territorio in piani istituzionali;controllo dello sviluppo, che assicuri che esso avvenga nel pubblico interesse e per permettere agliindividui interessati di esprimere il proprio parere.

I sistemi di pianificazione hanno anche un ruolo vitale da giocare nel promuovere i principi di svilupposostenibile. La legislazione che forma la base del sistema pianificatorio è spesso supportata daregolamenti istituzionali o da circolari non istituzionali dei governi centrali, raccomandazioni sulle strategiedi pianificazione e indirizzi diffusi in varie forme. L'assistenza e gli indirizzi sono diretti principalmente alleautorità locali, per assisterle nell'implementazione di legislazione mediante la preparazione di piani disviluppo e per la determinazioni di applicazioni pianificatorie (Thompson, 19982).

Prima della metà degli anni '80, le autorità di pianificazione locale spesso consideravano i pericoli naturali,quali l'erosione costiera, come problemi tecnici che il proprietario o il costruttore dovevano superare, o laresponsabilità delle autorità di protezione della costa; non erano visti come una questione legata allapianificazione (Lee et al.,20009). Dalla metà degli anni '80, tuttavia, c'è stato un notevole cambio dipercezione riguardo al modo in cui questi problemi sono gestiti. Questi cambiamenti riflettono unacrescente consapevolezza che il vecchio approccio non seguiva il pubblico interesse, ed in particolare che:

lo sviluppo in aree vulnerabili può portare alla necessità di costose opere di difesa finanziate da denaro pubblico;lo sviluppo può avere effetti negativi sul livello di erosione e di rischio di inondazione in aree da esso non direttamente interessate;le opere di difesa possono avere un significativo effetto negativo sugli interessi di altri utilizzatori della zona costiera;le opere di difesa possono favorire ulteriore sviluppo in aree vulnerabili, aumentando il potenzialeper danni maggiori in occasione degli eventi estremi.

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Nel valutare le domande per nuove edificazioni in aree costiere, le autorità pianificatorie locali devonoessere guidate dai loro piani di sviluppo e da ogni altra considerazione concreta, incluse quelle chefanno riferimento alla natura ed alla condizione del suolo. Se lo sviluppo avviene in un'area a rischio diinondazione, l'autorità pianificatoria locale dovrebbe consultare esperti o agenzie di consulenza. Aquesto proposito, l'autorità locale dovrà considerare la capacità fisica e l'idoneità dei singoli siti allosviluppo, ed i possibili effetti negativi delle condizioni del suolo e dei processi naturali sulle strutture,inclusa la necessità di misure di prevenzione o mitigazione per contrastare tali effetti, così come ipotenziali effetti delle strutture sulle condizioni del suolo, sui processi naturali, le risorse fisiche o lepeculiarità ambientali, sia entro il sito stesso che nelle aree adiacenti (Thompson, 19982).

In molti paesi non ci sono poteri istituzionali generali per proteggere la costa contro l'erosione el'instabilità. Tuttavia, spesso le autorità regionali o locali, o i più grandi proprietari terrieri, provvedonoalla difesa, sotto Atti o poteri delle autorità locali. E' riconosciuto che la protezione completa è raramentepossibile; deve essere trovato un bilanciamento tra i costi ed i benefici per la nazione nel suocomplesso. Per esempio, tentare di proteggere tutta la costa dalle modifiche non solo sarebbeantieconomico, ma andrebbe contro i processi dinamici che determinano la morfologia costiera, epotrebbe avere effetti negativi sulle difese in altre aree e sull'ambiente naturale.

In aggiunta all'erosione costiera, molte aree dell'Unione europea sono vulnerabili agli effetti delle inondazionicostiere. Le strategie di difesa dalle inondazioni di solito hanno l'obiettivo di ridurre il rischio di inondazioneper le persone e l'ambiente antropizzato e naturale, favorendo la messa in atto di misure valide e sostenibilidal punto di vista economico, ambientale e tecnico (MAFF, 199310). Questo obiettivo può essere ottenuto:

favorendo la messa in atto di un adeguato ed economicamente valido servizio di allarme inondazioni;incoraggiando la messa in atto di adeguate misure di difesa costiera e dalle inondazioni, che sianoeconomicamente, tecnicamente ed ambientalmente valide e sostenibili;contrastando le costruzioni in aree a rischio di inondazione.

In molti paesi, le strategie di protezione delle coste e di difesa dalle inondazioni sono implementatedal governo, in accordo con le autorità locali o regionali che mirano ad una gestione sostenibile dellacosta attraverso:

la predisposizione di piani di gestione costiera (difesa delle coste);studi strategici dettagliati sulla difesa delle coste, in particolare in relazione al trasporto di sedimentilungo costa, legati a studi inerenti gli estuari, che identifichino le opzioni strategiche più appropriatedi difesa costiera per ciascun tratto, tenendo in considerazione tutti i fattori;l'esecuzione di studi locali specifici, inerenti la costruzione di un particolare schema di difesa costiera.

In Inghilterra, per affrontare più specificamente i problemi di prevenzione dalle inondazioni, l'AgenziaAmbientale sta preparando un programma di Piani per la Gestione delle Piene a livello di Bacino (CatchmentFlood Management Plans), i quali sono pensati per fornire un quadro per gestire il rischio di inondazione ascala di bacino. Per assistere l'implementazione di politiche nazionali di difesa della costa e riduzione delrischio, il Dipartimento per l'Ambiente, l'Alimentazione e gli Affari Rurali (Defra) ha definito un numero di"Obiettivi di Alto Livello" (High Level Targets - Defra, 200511) per misurare il livello di successo delle "autoritàoperative" costiere nel rispettare i loro obiettivi di difesa della costa. Nel 2005 Defra ha pubblicato i risultatidi un importante programma di consultazione inerente la sua strategia avanzata per la gestione del rischiodi inondazione e di erosione in Inghilterra, chiamato "Making Space for Water" (Defra, 200512). L'intenzionedella strategia è di cercare di migliorare la gestione del rischio costiero nell'ottica dei prossimi 20 anni.

Le inondazioni dovrebbero rappresentare una considerazione pratica nel processo pianificatorio. Lestrategie delle autorità locali nei confronti delle inondazioni dovrebbero essere portate avanti nei loropiani di sviluppo, tenendo in considerazione l'impatto previsto del cambiamento climatico. Le autoritàpianificatorie dovrebbero adottare un "principio di precauzione" rispetto alla questione del rischio dainondazione, tenendo in considerazione le migliori informazioni disponibili; esse hanno inoltrenecessità di effettuare valutazioni strategiche del rischio da inondazione a supporto delle loro politichedi sviluppo; i costruttori dovrebbero produrre una "Valutazione del Rischio da Inondazione" (Flood RiskAssessment) per ciascun complesso a rischio.

La valutazione e la gestione dei rischi in un estuario dovrebbe generalmente essere considerata quale partedel processo pianificatorio di gestione della costa per il particolare tratto in questione. Tuttavia, per gli estuari

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più importanti, sarebbe appropriato redigere un "piano di gestione dell'estuario" (estuary management plan- EMP). Qualunque approccio si adotti, il requisito fondamentale includerà una comprensione dei processidi trasporto di sedimenti, una valutazione di come l'estuario si è evoluto e di come potrebbe cambiare, eprevisioni delle evoluzioni a lungo termine, tenendo in considerazione fattori come l'innalzamento del livellomarino e l'apporto fluviale. In aggiunta, potrebbero esserci impatti dell'estuario sulla costa e viceversa e,quindi, nel considerare la costa, dovrebbe essere adottato un approccio olistico.

L'implementazione della gestione del rischio costieroLo sviluppo di politiche sostenibili per la riduzione del rischio in aree costiere necessita un approcciostrategico. Un Piano di Gestione della Costa (Shoreline Management Plan - SMP - Defra, 200613) oPiano di Gestione dei Sedimenti Costieri (Coastal Sediment Management Plan - CSMP - Eurosion,200414) fornirà una valutazione a larga scala del rischio associato con i processi costieri, e permetteràlo sviluppo di un quadro di strategie atte a ridurre in modo sostenibile questi rischi per le persone el'ambiente naturale, storico e costruito. Facendo ciò, questi documenti di "alto livello" rappresentano unimportante contributo per la strategia nazionale di gestione del rischio da inondazioni e da erosionecostiera. Gli SMP si integrano con altri tipi di gestione costiera quali i Piani di gestione degli Estuari e ilPiano di Gestione delle Zone Costiere sovraordinato.

Gli ingegneri costieri ammettono che la costa non può essere completamente priva di rischi. Data lavaria natura geologica e della morfologia costiera, i processi costieri danno evidentemente luogo apericoli naturali quali le inondazioni, l'erosione costiera e l'instabilità. Questi pericoli, in zone suscettibili,possono interessare le persone e le proprietà. Le misure di difesa costiera possono ridurre il rischio, manon eliminarlo completamente. Già da soli, i processi e le forme costiere possono aiutare a minimizzarel'impatto di eventi estremi di tempesta, agendo come una soluzione naturale di difesa costiera.

Al fine di gestire il rischio, sono disponibili una varietà di risposte per le autorità costiere locali, quali:evitare urbanizzazioni in aree vulnerabili mediante la pianificazione dell'uso del territorio o il riallineamento controllato della costa;ridurre la probabilità di perdita di vite e di proprietà lungo la costa, mediante efficaci tecniche ingegneristiche di gestione della costa;la messa a punto di adeguati sistemi di monitoraggio ed allarme;la protezione contro tempeste distruttive mediante schemi di difesa costiera e dalle inondazioni, oadeguamento degli edifici.

E' tuttavia chiaro, quindi, che un beneficio chiave del processo SMP è il "pensare partecipato", che puòessere ottenuto mediante la partecipazione, ad esempio, i Gruppi Regionali Costieri (Regional CoastalGroups) che mettono insieme ingegneri di difesa costiera provenienti da autorità locali adiacenti. IGruppi Costieri comprendono idealmente una sezione di ingegneri costieri, di pianificatori strategici, diambientalisti ed altre discipline delle autorità locali. La necessità di una stretta alleanza fra le autorità didifesa costiera e le locali autorità pianificatorie non può essere troppo enfatizzata. Lungo tutto losviluppo, sia dei piani di gestione costiera, sia dei piani di sviluppo delle autorità locali, ci sono forticollegamenti ed interazioni. Ad esempio, il piano di sviluppo può fornire informazioni per assistere lapreparazione del piano di gestione costiera, e parimenti il piano di gestione costiera adottato forniràsupporto informale e contribuirà al piano di sviluppo ed alle sue revisioni future (Ballinger et al., 200415).

Il piano di gestione della costa istruirà il processo di controllo dello sviluppo, fornendo informazioniinerenti l'evoluzione costiera ed i rischi costieri, e l'opportunità o meno per l'urbanizzazione di territoriadiacenti a particolari tratti di costa. Riassumendo, quindi, i piani di gestione della costa possonosupportare il sistema pianificatorio, primo, ad un livello sub-regionale, identificando le questioni chenecessitano di essere considerate su un'area più ampia di quella di una singola autorità locale, e,secondo, indirizzando la locale autorità di pianificazione sulle problematiche inerenti la gestione dellacosta, ed individuando aree a rischio di inondazione ed erosione costiera nei prossimi 100 anni. Questopuò essere supportato dalla preparazione di mappe dell'evoluzione costiera e del rischio ad una scalaappropriata, come illustrato nel capitolo 5.

Dove le locali autorità di pianificazione stanno valutando la localizzazione di aree costiere perl'urbanizzazione, il SMP fornirà informazioni sui rischi associati con i potenziali siti e sulla possibilità diprevedere difese costiere. Prima di considerare applicazioni pianificatorie in definite aree costiere, il SMP

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Niton

Blackgang

u u uFRANE INATTIVE ANTICHE;nessun movimento significativo registrato negliultimi 200 anni. Queste aree sono state per lo piùinattive o soggette a movimenti impercettibili

FRANE ANTICHE ATTIVE AD INTERMITTENZA;aree dove sono stati registrati in passatoimpercettibili movimenti con periodi non frequentidi movimenti accelerati, comportanti l'apertura ditension cracks e subsidenza

AREE DI FRANE ANTICHE IN DEGRADAZIONE;aree interessate da movimenti intermittenti a largascala comprendenti la dislocazione e la rotazionedi blocchi, assestamenti differenziali efessurazione estensiva.AREE DI FRANE ANTICHE IN DEGRADAZIONEATTIVA; aree interessate da frequenti movimenti alarga scala, occasionalmente rapidi

FRANE ATTIVE; aree interessate da movimentia larga scala occasionalmente rapidi all'interno disistemi di frana o scivolamenti in terreni coesiviben definiti

SCARPATE SUBVERTICALI SU TERRAFERMA;sono stati registrati occasionali crolli in roccia,soprattutto dove le scarpate sono state scalzate daopere ingegneristiche

Strutture di protezione della costa Costa non protetta

PROCESSI ATTUALI IMPATTOMolte proprietà non sono stateinteressate da movimenti, anchese effetti cumulativi di movimentidel terreno hanno talora causatolievi danni alle proprietà

Alcune proprietà sono stateinteressate da assestamentidifferenziali comportanti rota-zione, torsione, tilting esubsidenza. L'effetto cumulativodei movimenti ha taloraprovocato danni moderati alleproprietà. I movimentidifferenziali hanno causato seridanni alle proprietà, alleinfrastrutture e strade.

Movimenti estensivi hannoprovocato danni seri alle stradeed hanno causato l'abbandonodelle proprietà colpite

Movimenti attivi estensivi sonoavvenuti in aree per lo piùinedificate

Gli impatti sono variabili aseconda degli elementi arischio sottostanti la scarpata.In talune aree ci può essere unrischio per la pubblicasicurezza.

SUSCETTIBILITÀ RELATIVAMOLTO BASSA; non sonoavvenuti movimenti significativiin risposta alle piogge invernalidegli ultimi 150 anni

BASSA; periodi di movimentiaccelerati sono avvenuti inrisposta a piogge invernali contempo di ritorno di 100 anni opiù

MODERATA; periodi dimovimenti a larga scala sonoavvenuti in risposta a pioggeinvernali con tempo di ritornodi 50 anni

ALTA; movimenti a larga scalasono avvenuti in risposta apiogge invernali con tempo diritorno di 5 anni

MOLTO ALTA; i movimentisono molto sensibili a pioggecon tempo di ritorno annuale,particolarmente durante i mesiinvernali

SCONOSCIUTA: i crolli diroccia non sembrano essere inrelazione alle piogge invernali. Idati storici indicano che 7eventi di crollo sono avvenutidal 1800

-Controllo della pianificazione-Controllo degli edifici-Controllo dell'acqua-Fattibilità del drenaggio profondo

-Controllo della pianificazione-Controllo degli edifici-Controllo dell'acqua-Fattibilità del drenaggio profondo-Monitoraggio-Rilievo delle cavità

-Controllo della pianificazione-Controllo degli edifici-Controllo dell'acqua-Monitoraggio-Fattibilità del drenaggio profondo-Drenaggio superficiale

-Controllo della pianificazione-Monitoraggio-Drenaggio superficiale

-Controllo della pianificazione-Drenaggio superficiale

-Controllo della pianificazione-Valutazione della pericolosità dellascarpata-Stabilizzazione della scarpata

OPZIONI GESTIONALI

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Figura 3.1: Carta geomorfologica riassuntiva della Undercliff dell'Isola di Wight

Quadro legale ed amministrativo peraffrontare l'instabilità del terreno nelcomplesso franoso dell'Undercliffdell'Isola di Wight, Regno Unito

Il Consiglio dell'Isola di Wight è l'Autorità diProtezione Costiera dell'Isola di Wight, oltre adessere l'autorità di pianificazione e delle strade;il Consiglio è inoltre uno dei maggiori proprietaridell'area costiera. Una ricerca commissionatadal governo (1988-91) a Ventnor, ha fornitoassistenza nello sviluppo di una strategianazionale per l'edificazione di aree instabili.Studi geotecnici e costieri coadiuvano ora lestrategie pianificatorie, indirizzando lo sviluppolontano da aree a rischio. Queste conoscenzeassistono inoltre il Consiglio nel gestire ledifese costiere, oltre a indirizzare le politiche disalute e sicurezza.

Bonchurch

Ventnor

St Lawrence

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faciliterà la consultazioni fra gli ingegneri delle autorità locali competenti e le locali autorità di pianificazionesu singole applicazioni pianificatorie, specialmente in riferimento a condizioni di pianificazione, prescrizioniper mitigare i rischi o modificazioni ai progetti proposti (Ballinger et al, 200415).

In relazione ai problemi di instabilità costiera, c'è una continua necessità di aumentare la conoscenza edi identificare la loro entità ed il loro significato nel contesto della pianificazione dell'urbanizzazione. Ladisponibilità di risorse e le opzioni per la gestione del rischio negli stati membri sono dati da:

l'ambiente franoso, o la natura della pericolosità da frana in una data area, che può variare da movimenti lenti del terreno associati con la riattivazione di frane preesistenti, fino ad improvvisi erapidi movimenti quali i debris flow;il quadro legale ed amministrativo; questo in genere comporta meccanismi per il controllo di nuoveurbanizzazioni e la prevenzione o la stabilizzazione di frane. La legislazione ambientale e gli impegni internazionali hanno una significativa influenza nella definizione di quali siano le opzioni accettabili per la prevenzione e la stabilizzazione delle frane.

Una valutazione del rischio è l'elemento chiave nel considerare le proposte di edificazione. Il quadro perla gestione del rischio può essere molto complesso, e spesso è peculiare per ciascun stato membro.Tuttavia, gli strumenti base disponibili per la gestione del rischio sono a grandi linee simili:

accettazione del rischio; ad esempio, spalmando o condividendo i costi attraverso le assicurazioni,i risarcimenti o gli aiuti di emergenza;evitare le aree vulnerabili, ad esempio attraverso misure per controllare nuove edificazioni in areea rischio, ad esempio, per instabilità costiera;ridurre l'occorrenza di eventi potenzialmente dannosi, ad esempio mediante gestione attiva del territorio per mitigare l'entità e la frequenza di eventi franosi;protezione da eventi potenzialmente dannosi, ad esempio, misure per prevenire l'erosione costierao la stabilizzazione di frane o il miglioramento degli edifici.

Nel Regno Unito, il Dipartimento per l'Ambiente ha pubblicato indirizzi di pianificazione cheenfatizzavano la necessità di tenere in considerazione le questioni di stabilità a tutti gli stadi delprocesso pianificatorio (Planning Policy Guidance Note 14 "Development on Unstable Land", 199116).Questo documento afferma che:

"la stabilità del suolo, nel momento in cui influenza l'uso del territorio, è una considerazione pratica chedovrebbe essere tenuta in conto nel decidere una applicazione pianificatoria".

Lo scopo di questa norma non è di prevenire l'urbanizzazione di territori instabili o potenzialmente tali,sebbene in alcuni casi questa potrebbe essere la risposta appropriata. Piuttosto, è quello di assicurareche l'urbanizzazione avvenga correttamente e che sia i vincoli fisici naturali che quelli antropici presentisul territorio siano considerati a tutti i livelli di pianificazione. Dove è proposta urbanizzazione su areeinstabili o potenzialmente tali, l'autorità pianificatoria dovrebbe assicurare che varie questioni sianoadeguatamente affrontate da tale proposta:

la capacità fisica del territorio di essere edificato;i possibili effetti negativi dell'instabilità sull'edificato;i possibili effetti negativi sulla stabilità di aree adiacenti; i possibili effetti su aree di pregio e di interesse culturale e gli impatti di ciascuna misura di rimedioo di precauzione proposta.

La valutazione delle condizioni del suolo e la preparazione di mappe geomorfologiche, delcomportamento del suolo e di indirizzi di pianificazione, assisteranno nella implementazione di strategiedi questo tipo.

Bibliografia

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Tavola 3.5: Isle of Portland e ChesilBeach. - L'imponente argine inpietrisco collega l'Isola di Portland allacosta continentale adiacente. Le ondedi tempesta di sud ovest prodottedall'Oceano Atlantico attaccanoChesil Beach mettendo a rischio lestrutture nelle aree depresse.

Tavola 3.4: Barton-on-sea, Hampshire, RegnoUnito, presenta scarpate in argille soffici chesono soggette a frane, particolarmente quandoil livello delle acque sotterranee è elevato. Lemisure di protezione costiera, comprese lescogliere, hanno risolto il rischio di erosionecostiera per le proprietà residenziali situate altetto della scarpata.

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Plate 3.6: East Head vicino a Chichester, West Sussex, Regno Unito. Il rischio per East Head èrappresentato dall'erosione marina del sistema dunale, vicino alla giunzione tra il promontorio e le

difese rigide nella costa aperta. Se si verifica una breccia tidale, questa potrebbe danneggiareseriamente l'approdo interno ed i canali navigabili.

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Capitolo QuatroValutare e monitorare le variazioni costiere e climatiche La gestione del rischio costiero richiede informazioni di elevata qualità per sostenere un efficenteprocesso decisionale; queste informazioni consistono nel comprendere i processi costieri in atto e glieffetti che questi processi hanno sull'evoluzione della costa. Il monitoraggio fornisce una fonte di datiestremamente utile per i ricercatori costieri e gli ingegneri. Inoltre, fornisce le basi per la progettazionee lo sviluppo di opere di difesa costiera e lavori di stabilizzazione delle frane, così come una maggioresicurezza nella progettazione di opere di ingegneria civile. Utilizzando i dati del monitoraggio possonoessere previsti futuri sviluppi delle opere di sistemazione, che possono cambiare la filosofia di gestionedel rischio da reattiva a proattiva.

Esiste un'ampia gamma di tecniche disponibili per monitorare la linea di costa, mentre altre hanno piùestese applicazioni in numerosi campi. Le tecniche di monitoraggio possono essere aeree, da satellite,montate su nave o basate a terra. Le categorie di informazioni richieste per valutare la variazione dellacosta includono dati sulle onde, sul vento, sulle maree, sulle correnti, sulla topografia, la geologia, lageomorfologia, l'idrogeologia, la batimetria, l'ecologia e l'uso del territorio.

Le tecniche aeree e satellitari sono largamente usate per raccogliere dati e fornire la copertura dellecaratteristiche di interesse, dove queste tecniche sono sia più pratiche che efficienti di quelle basatea terra. Queste tecniche sono spesso chiamate "telerilevamento", in quanto raccolgono dati ad unadistanza notevole dal dispositivo sensore. Le principali tecniche aeree usate per il rilevamentodell'ambiente costiero tramite telerilevamento includono l'Interferometria Radar ad Apertura Sintetica(IfSAR o InSAR), la tecnica radar (LiDAR), i Sistemi Aerei Multispettrali (MS), Radiometri aereiTermali ad Infrarossi (TIR), e sensori iperspettrali, fotografie analogiche e digitali (Channel CoastObservatory Website, 20051).

Le tecniche satellitari prevedono dei sensori montati a bordo di veicoli spaziali che orbitano intorno allaterra (satelliti e navette spaziali). La forma principale di telerilevamento è tramite immagini satellitari, dellequali esistono due tipi principali, quelle a moderata risoluzione e quelle ad elevata risoluzione. Le tecnichemontate su navi, per esempio, rilievi batimetrici, sonar a scansione laterale e campionamento del fondo,sono limitate all'ambiente marino e raccolgono dati riguardo, soltanto per citarne alcune, le variazioni deitassi di cambiamento dei sedimenti dinamici al di sotto di acque basse, variazioni e tassi di erosione delsubstrato al di sotto di acque basse, l'identificazione di elementi sommersi che possono influenzare iprocessi di trasporto dei sedimenti, le variazioni nelle trappole di sedimenti al largo e la mappatura deglihabitat, soltanto per citarne alcuni. Le tecniche basate a terra sono i rilievi topografici, teodolite a stazionetotale o sistema di posizionamento globale (GPS), sebbene i metodi usati varino da luogo a luogo.

Una volta che i dati sono stati raccolti, numerosi modelli sono disponibili per ulteriori analisi e perprevedere la variazione della linea di costa. Le tecniche di modellazione possono consistere o in modellinumerici e matematici, che possono essere usati, per esempio, per prevedere il volume di sedimentitrasportati lungo costa come funzione dell'altezza, periodo e direzione delle onde, o in modellicomputazionali. I modelli computazionali possono essere usati per analizzare e prevedere il trasportodei sedimenti, ma anche per modellare la variazione costiera e l'erosione. I modelli idrodinamicicomputazionali sono dipendenti dal sito e variano da modelli regionali a bassa risoluzione a quelli localiad elevata risoluzione. Il modello idrodinamico può essere utilizzato durante eventi estremi per cercaredi prevedere come i sedimenti possono muoversi all'interno di una data area.

I sistemi di monitoraggioSebbene in tutto il mondo sia usata un'ampia gamma di tecniche di monitoraggio, uno studio condottonel 2004 ha evidenziato che le tecniche di monitoraggio non sono tuttora utilizzate ampiamente inEuropa. C'è un divario fra il nord ed il sud dell'Europa nell'uso sistematico delle tecniche di monitoraggiodella linea di costa, come parte delle politiche di gestione della costa (Eurosion, 20043). Il Regno Unito,l'Olanda e la Germania hanno istituito programmi di monitoraggio della costa usando principalmente ilLiDAR, tecniche su nave o sistemi video applicati localmente. Mentre nazioni come il Portogallo, laGrecia e la Francia raramente implementano tecniche di monitoraggio costiero e tendono ad utilizzarlisoltanto per progetti di ricerca sperimentali.

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Il monitoraggio a lungo termine delle onde lungo la costa dell'Inghilterra è attualmente realizzato daDefra (Dipartimento per l'Ambiente, l'Alimentazione e gli Affari Rurali), insieme all'Agenzia dell'Ambientee all'Ufficio Meteo del Regno Unito. Questo fornisce un network nazionale di monitoraggio delle ondemarine, usando una singolo fonte di dati delle onde in tempo reale, fornita da un sistema di galleggiantilocalizzati in aree a rischio di inondazione. I dati di questo network migliorano la gestione delleinondazioni e del rischio di erosione costiera. Iniziative locali per monitorare il regime delle onde lungole coste continuano ad essere implementate e mantenute, insieme ai programmi di monitoraggioregionale delle condizioni delle onde vicino alla costa, come il Programma Strategico Regionale dellaCosta nel sud-est dell'Inghilterra.

Uno studio a tavolino del trasporto di sedimenti nella costa centro-meridionale dell'Inghilterra fra LymeRegis in Dorset e Shoreham-By-Sea in Sussex è stato preparato nel 1991 per Scopac (ConferenzaPermanente sui Problemi Associati alla Costa). Questo gruppo di autorità locali ed altri enti con compitilegati alla protezione della costa, difesa marina ed altri aspetti di gestione costiera hanno commissionatoe aggiornato recentemente una versione web dello studio (SCOPAC, 20063). Lo studio fornisceinformazioni sulle fonti di sedimento (marine; fluviali; erosione scogliera/costa, versantesottomarino/piattaforma; ripascimento della spiaggia); la deriva litorale; sulle perdite di sedimenti(includendo il trasporto al largo, le perdite in estuario); la morfodinamica della spiaggia; le zone di accumulodei sedimenti, per i compartimenti di trasporto (celle e/o subcelle) lungo la costa sud. La figura 4.1 (sotto)illustra il tipo di cartografia interattiva che dettaglia le fonti di sedimento, i percorsi di trasporto e le trappoledi sedimenti, disponibile per tutte le zone della regione. L'accuratezza di questa informazione ècontinuamente migliorata attraverso un programma regionale strategico di monitoraggio (descritto sotto).

Le tecniche aeree e satellitariLe tecniche aeree e satellitari sono largamente usate per raccogliere dati e fornire la copertura dellecaratteristiche di interesse dove queste tecniche sono sia più pratiche che efficienti di quelle basate aterra. Queste tecniche sono definite telerilevamento in quanto consistono nella raccolta di dati adistanza tramite fotografie aeree, immagini satellitari, dati acustici e immagini radar.

Figura 4.1: Carta del trasporto dei sedimenti: questa carta illustra i percorsi di trasporto dei sedimentimostrando come le onde, le maree e le correnti trasportano limo, sabbia e ciottoli lungo la costa delWestern Solent. Una nuova carta disponibile sul web è stata preparata dall'Università di Portsmouth per laConferenza Permanente sui Problemi Associati alla Costa (SCOPAC) e copre l'intera costa dell'Inghilterracentro meridionale da Lyme Bay, ad ovest, a Shoreham-By-Sea, ad est, comprendendo anche le acqueintorno all'Isola di Wight.

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I dati telerilevati da satellite rappresentano una importante fonte di dati alternativi a quelli ricavati tramitele misure in-situ (Doody et al, 19984). I dati satellitari sono simili a quelli disponibili dagli aerei, ma poichéi satelliti sono in costante orbita, il dato è aggiornato senza il bisogno di commissionare un rilievoapposito (Millard et al, 20005). I satelliti forniscono i mezzi per osservare un'area molto grande in unperiodo di tempo molto ristretto. I sensori satellitari creano immagini della Terra dallo spazio usandoradiazioni elettromagnetiche con frequenze variabili dalle onde radio ai raggi gamma (The NationalOceanic and Atmospheric Administration Coastal Services Centre, 20066).

I satelliti possono anche registrare in modo accurato le temperature della superficie del mare, chepossono essere usate per studiare la variazione climatica. I sistemi radar adattati ai satelliti possonoosservare lo stato del mare, registrando le onde superficiali, i fronti, le correnti ed i venti. I dati a lungotermine ottenuti da satelliti possono essere usati per produrre modelli previsionali. Gli scienziati possonodeterminare caratteristiche come il tipo di vegetazione sul fondo marino basandosi sul segnale riflesso.

L'immagine satellitare è utile perché può coprire grandi aree (diversi km) ad un costo relativamentemodesto. Le tecniche di telerilevamento rappresentano generalmente il modo più economico diraccogliere informazioni per aree che sono inaccessibili, o che sono troppo estese per essere gestitecon i metodi di rilevamento tradizionali. Quando il rilevamento di grandi aree con tecniche tradizionalipuò durare settimane ma anche anni, i dati telerilevati permettono che una immagine sia raccolta in unmomento. Questo assicura che nessuna variazione si sia verificata mentre il dato veniva raccolto, e chel'immagine possa essere usata in futuro per confrontare la stessa zona nel tempo (The National Oceanicand Atmospheric Administration Coastal Services Centre, 20066).

L'Interferometria Radar ad Apertura Sintetica è costituita da un sensore montato su un aereo, destinatoa misurare la quota, utile per produrre immagini topografiche. Gli impulsi radar sono indirizzati adobiettivi sulla Terra, e i segnali di ritorno sono ricevuti da due antenne che registrano la quota aspecifiche coordinate a terra. Le coordinate a terra sono stabilite in base al Sistema di PosizionamentoGlobale (GPS) e tramite la tecnologia dell'unità di misura inerziale (IMU). Il post-processamento diquesti dati produce informazioni topografiche sottoforma di immagini radar ortorettificate (ORRI).

Tavola 4.1: GIS e Monitoraggio Costiero

Analisi delle variazioni di una spiaggiaI risultati della analisi delle variazioni della spiaggia, ottenutiquale parte del programma annuale di monitoraggio costiero,possono essere riassunti per ciascun profilo assegnando adesso 2 valori chiave: il Foreshore Change Parameter (qualeindicatore delle tendenze di evoluzione della spiaggia) e lamodifica dell'area di sezione, che possono entrambi esseremostrati come etichette di testo in ciascun profilo. Al fine difornire informazioni "a colpo d'occhio" ciascun profilo ècolorato in modo codificato per mostrare erosione edaccrescimento. Tutte le informazioni del profilo sonomemorizzate in un modulo collegato alla cartografia. Questoè un reale vantaggio e permette ad utenti non GIS diaggiornare facilmente le informazioni.

Soglia di sovra-sommersione delle spiagge a barreI GIS possono essere usati per determinare le soglie di sovra-sommersione. Nel diagramma seguente, le linee di profilosono colorate secondo un codice, a seconda del periodo diritorno delle onde vicino alla spiaggia che causeranno unasovra-sommersione di MHWS + 1.0 m. Ciò fornisce un utilestrumento di visualizzazione per chi gestisce la costa.

I GIS vengono usati sempre di più nella gestione costiera,quale strumento di memorizzazione, interrogazione, analisi epresentazione di serie di dati multipli, e gli esempi presentatiqui sono solo due delle molte opportunità per trarre vantaggiodalle capacità analitiche e di visualizzazione dei GIS.

I GIS (Geographical Information Systems) possono essere usati in svariati modi per aiutare il monitoraggio della costa. Nonsolo possono essere usati come strumenti di visualizzazione per l'utente finale, ma anche come un potente strumento dianalisi. Ecco due esempi:

GIS e Monitoraggio costiero

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Uno dei maggiori vantaggi nell'uso dei sistemi radar è la loro capacità di monitorare gli spostamenti delterreno in tempo reale o quasi reale. Questo permette che le immagini possono essere usate in futuroper confrontare la stessa area, procedimento ideale per il monitoraggio delle variazioni costiere. Altribenefici della tecnica radar includono l'osservazione in remoto, la operatività di giorno e di notte e lamassima flessibilità in termini di capacità visiva e di frequenza di osservazione. IfSAR /InSAR puòessere uno strumento particolarmente utile in quanto non dipende dalle condizioni climatiche ed è menocostoso del sistema LIDAR.

Il LIDAR (Light Detection and Ranging) è una tecnica di telerilevamento aerea che raccoglie milioni dipunti georeferenziati in un singolo rilievo, permettendo la mappatura del rischio da alluvioni ed ilmonitoraggio della spiaggia e della scarpata costiera. Un sensore simile a quello radar trasmette degliimpulsi radar ad un obiettivo, e registra il tempo che il segnale impiega a tornare indietro al sensorericevitore determinando cosi la quota. I rilievi, generalmente realizzati da una quota di 1000 mproducono dati con una larghezza spaziale di 700 m. Questa copertura è perfetta per le analisi dellearee costiere. Per questo sistema è stimata un' accuratezza verticale di +/- 0,15 m dovuta all'incertezzanella posizione dell'aereo ma anche alla trasformazione, e proiezione del dato raccolto nel sistemalocale di coordinate (Bradbury, 20049).

Il sistema LIDAR è perfetto per le applicazioni che cercano di fornire una visione generale delproblema quando l'accuratezza verticale è meno importante. Le applicazioni a livello dipianificazione strategica, per esempio, permettono la valutazione delle variazioni relative del livello

Tavola 4.2: Letture inclinometriche a Ventnor, Isola di Wight; un datalogger raccoglie dati sui movimentidel terreno che possono essere scaricati e utilizzati nella gestione del rischio da frana.

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dell'acqua su ampie zone e identificano il dettagliato rilievo delle falesie e delle paludi. Il LIDAR saràin grado di sostituire i metodi fotogrammetrici convenzionali nel futuro, ma non sembra attualmentedel tutto soddisfacente (Bradbury, 20049).

Le fotografie aeree sono ampiamente usate in programmi di monitoraggio della costa, perl'interpretazione di variazioni geomorfologiche e la valutazione dell'accrescimento e dell'erosionecostiera. Tipiche applicazioni includono la delimitazione della spiaggia e la mappatura topografica.Fotografie aeree di buona qualità sono acquisite durante l'acqua bassa delle maree primaverili ad unascala di 1.10000, fotografie acquisite ad una scala più piccola possono non mostrare dettagli sufficienti.Le fotografie aeree digitali consistono in due tipi di immagini, fotografie georeferenziate e ortorettificate.In entrambi casi sono prodotte scansioni ad elevata risoluzione di fotografie aeree. Immagini digitaligeoreferenziate sono prodotte da immagini scansionate, trasformate nel sistema di coordinate locali,cercando di adattare le immagini scansionate ad una base topografica o ad un modello di triangolazioneaerea (sviluppato usando il controllo a terra). I dati ottenuti possono essere visualizzati all'interno di unGIS, a scale anche migliori di 1.5.000 (con fotografie a scala 1.5000), anche senza perdere la qualitàdell'immagine (Channel Coast Observatory website, 20061).

Le macchine fotografiche digitali possono raccogliere dati georeferenziati in tempo reale fornendo datiaccurati ad elevata risoluzione, permettendo di evitare la scansione e la georeferenziazione dellefotografie aeree (Moore et al, 20036; Moore et al, 20037).

I principali vantaggi nell'uso di fotografie aeree digitali includono l'ampia area di copertura dei dati, lacapacità di fornire risoluzione sufficiente per individuare piccoli elementi ma anche elementi più piccolidi un metro, l'integrabilità dei dati ottenuti nel processo di gestione della costa. In aggiunta a questo, leimmagini sono disponibili istantaneamente, e c'è un veloce beneficio dal processo di acquisizione,attraverso l'elaborazione dei dati, la distribuzione e l'utilizzo. Le immagini sono trasferibili in internet enon c'è nessun bisogno di digitalizzazioni costose.

Le fotografie aeree digitali in formato raster offrono notevoli vantaggi rispetto alle stampe ordinariee alle convenzionali mappe OS a larga scala. Se correttamente georeferenziate, i dati possonoessere usati nell'ambiente GIS, in combinazione con carte vettoriali, per molte applicazioni legatealla gestione della costa.

Le tecniche montate su naveLe tecniche montate su nave, per esempio i rilievi batimetrici, i rilievi idrografici, i sonar a scansionelaterale e il campionamento a fondo, sono limitate all'ambiente marino e permettono di raccogliere datisui cambiamenti e i tassi di variazione dei sedimenti in zone di acqua bassa, variazioni e tassi di erosionedel substrato al di sotto di acqua bassa, l'identificazione di elementi sommersi che possono influenzare iprocessi di trasporto dei sedimenti, le variazioni nelle trappole di sedimenti al largo e la mappatura deglihabitat, soltanto per citarne alcuni. La batimetria è l'equivalente sottomarino della topografia. Una cartabatimetrica fornisce i limiti di profondità del terreno, della roccia o della sabbia che forma il fondo marino.In aggiunta, un diagramma batimetrico fornisce informazioni per la navigazione. Misurazioni idrograficheincludono le informazioni di oceanografia fisica legate alle maree, alle correnti ed alle onde.

In molte regioni l'analisi dei dati esistenti sulle spiagge è inadeguata a fornire una stima dell'erosione edell'avanzamento. Nell'ottica di comprendere la circolazione ed il trasporto dei sedimenti all'interno delsistema è necessario identificare e monitorare le potenziali trappole di sedimenti. Tale tipo dimonitoraggio aiuterà a comprendere la circolazione dei sedimenti e potrà fornire informazioni sulle fontidi materiali per il ripascimento delle spiagge, i quali possono essere riciclati sulla costa, su basisostenibili. I rilievi batimetrici sono particolarmente validi in queste zone; questo particolare aspetto delmonitoraggio batimetrico è stato fino ad ora completamente trascurato in molte zone (Channel CoastalObservatory Website, 20061).

Il sonar a scansione laterale è un sistema sonar (Sound Navigation and Ranging) specializzato per laricerca e la scoperta di oggetti sul fondo marino. Il sistema sonar a scansione laterale riconosce differentitipi di sedimenti sulla superficie del fondo e identifica la direzione del movimento dei sedimenti. I sistemisonar multiraggio forniscono una copertura a forma di cono del fondo marino simile a quella dei sonar ascansione laterale, ma i dati di output sono in forma di dati di profondità piuttosto che di immagini.

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I sistemi di rilevamento del profilo del fondo identificano e misurano i vari strati di sedimenti che esistonoal di sotto dell'interfaccia acqua/sedimento. Questi sistemi acustici usano una tecnica che è simile ad unsemplice ecoscandaglio. Un sistema di produzione di segnali acustici emette un segnale verticale direttoverso il basso, all'interno dell'acqua, ed un ricevitore monitora il segnale di ritorno che viene riflesso dalfondo del mare. Alcuni dei segnali acustici penetrano il fondo del mare e sono riflessi al contatto fra duestrati che presentano differenti proprietà acustiche. Questo sistema utilizza l'energia riflessa per fornireinformazioni sugli strati di sedimenti al di sotto dell'interfaccia sedimento/acqua (The National Oceanicand Atmospheric Administration Coastal Services Centre, 20066).

Le informazioni sulle correnti di marea e sulla distribuzione dei livelli marini e delle onde è essenziale nellostudio della difesa costiera e per la validazione dei modelli numerici delle onde. I dati storici sulle ondepossono fornire informazioni negli studi sulla variazione climatica, e i dati sulle onde in tempo quasi realepossono essere usati per la previsione di inondazioni costiere e per le allerte. Le misurazioni delle ondesono condotte attraverso l'uso di un sistema di rilevatori di onde vicino alla costa ed una grande quantitàdi galleggianti, tipicamente ad una profondità di 10-12 metri. I dati sono successivamente trasmessi,tramite un collegamento radio, alla stazione base vicino alla costa. I galleggianti utilizzati per registrare leonde possono essere di due tipi, direzionali e non direzionali. I galleggianti direzionali inviano i dati riguardola direzione e l'altezza delle onde che sono trasmessi ad un ricevitore sulla costa, mentre i galleggianti nondirezionali inviano dati soltanto riguardo l'altezza delle onde. Nel momento in cui il galleggiante vienesollevato dall'onda che passa, la sua accelerazione verticale viene misurata e processata. In aggiunta aquesto, molti galleggianti misurano anche la temperatura dell'acqua e forniscono anche informazioniriguardo la loro posizione attraverso un sistema interno di GPS.

I dati sulle maree sono necessari per avere una stima delle condizioni estreme del livello dell'acqua;questo permette la valutazione degli standard di servizio per le difese dalle inondazioni. E' necessarioavere a disposizione dati di lungo termine ed attendibili per fornire una previsione attendibile dei livelliestremi dell'acqua e per determinare le variazioni del livello medio dell'acqua. I dati sono necessari,inoltre, per fornire la validazione e lo sviluppo di modelli di allerta alle mareggiate (Channel CoastObservatory Website, 20061). Nel 1953, nel Regno Unito è stato allestito un sistema permanente dirilevazione delle maree, a seguito di violente tempeste nel mare del Nord. Il sistema di rilevazione dellemaree del Regno Unito registra le altezze delle maree in quarantaquattro siti in tutta la nazione, mentrei programmi come il Programma Strategico Regionale di Monitoraggio Costiero nel Sud-Est Inghilterrapermette che i dati delle maree raccolti in tempo reale siano scaricati dal sito del progetto.

Le tecniche basate a terraI programmi storici di monitoraggio meglio sviluppati a lungo termine, in tutte le nazioni includono rilievitopografici a terra, in una forma o nell'altra. Le tecniche di rilevamento possono includere l'uso di GPS,stazioni totali con teodolite e distanziometro. Un approccio comune nel monitorare movimenti superficialiè l'uso di rilievi a terra tramite triangolazione e trilaterazione. Sono stabiliti indicatori fissi di rilevamentoe le coordinate orizzontali e verticali di ognuno sono calcolate attraverso rilievi successivi.

La livellazione dei profili, attraverso un sistema automatico, fornisce le basi per lo sviluppo di uno deiprogrammi esistenti di più lungo termine di rilevamento delle spiagge. I profili possono essere misuratiregistrando le altezze relative rispetto a un dato fisso di riferimento. Le differenze di altezza possonoessere registrate misurando le distanze verticali direttamente su una riga graduata con l'uso di unostrumento di livellazione come un distanziometro o un teodolite. La livellazione ha il vantaggio che puòessere realizzata con attrezzatura economica e semplice, è generalmente attendibile e quandol'attrezzatura è ben mantenuta difficilmente fallisce la prestazione (Channel Coastal Observatory, 200410).

Il Sistema di Posizionamento Globale (GPS) è un sistema di radio-navigazione diffuso in tutto il mondo,comprendente ventiquattro satelliti che orbitano a 20.000 km di quota. I ricevitori GPS a terra analizzanola differenza di fase/tempo del segnale radio trasmesso da questi satelliti, in modo da determinare ladistanza del satellite dalla base. Comparando con quanto ritardo gli impulsi del satellite appaiano sulricevitore è possibile determinare quanto tempo hanno impiegato a raggiungere la terra, rendendopossibile calcolare la distanza.

Il monitoraggio dei fenomeni di instabilitàI datalogger sono spesso usati per registrare e trasferire i dati riguardo il monitoraggio dei fenomeni di

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instabilità ad un operatore. Questi possono essere usati, anche, se collegati ad allarmi telefonici, perallertare quando i movimenti del terreno registrati eccedono un limite pre-definito. Sono ideali per l'usoin aree costiere suscettibili alle frane, quando è richiesto un monitoraggio continuo.

Le celle pressiometriche misurano la tensione risultante dalla pressione efficace e dalla pressionedell'acqua. In generale sono usate per verificare le ipotesi della fase di progettazione e per segnalarepressioni del terreno in eccesso rispetto a quelle che la struttura è progettata a resistere. Tipicheapplicazioni includono:

monitoraggio delle pressioni totali esercitate su una struttura per verificare le ipotesi della fasedi progettazione.determinare l'intensità, la distribuzione e l'orientazione delle tensioni (Durham Geo website, 20069)

Gli assestimetri sono usati per registrare i cedimenti del terreno in punti specifici. Il sistema consiste inun trasduttore di pressione, un tubo riempito di liquido ed un serbatoio. Il serbatoio è fissato ad un puntoal di fuori dell'area interessata dal cedimento, ed agisce come punto di riferimento rispetto al quale iltrasduttore di pressione inserito in un foro, è confrontato. Il tubo riempito di liquido connette il trasduttoreal serbatoio, ed il trasduttore misura la pressione del liquido all'interno del tubo. Questa lettura èconvertita in mm o in pollici di carico di acqua in modo da avere una misura del cedimento del terreno.

Se il trasduttore cede all'interno del terreno, la pressione aumenta ed un maggior cedimento èregistrato. E' importante correggere il dato dalla pressione atmosferica che può avere un effettosignificativo sulle letture, per questo motivo gli assestimetri includono generalmente un barometro. Gliassestimetri sono normalmente collegati ad un datalogger per registrare in continuo le letture. Gliassestimetri richiedono un'installazione accurata per minimizzare i percorsi dei cavi sulla superficie e ledeviazioni nella parte alta del versante, dei tubi fra la cella e il serbatoio (Durham Geo website, 20069).

I tiltimetri sono dipositivi elettrici utilizzati per monitorare le variazioni di inclinazione del terreno rispettoalla verticale, con una risoluzione molto elevata. Sono essenzialmente livelle a bolla di precisione cheformano un ponte di resistenza, con il circuito del ponte che fornisce un voltaggio proporzionaleall'inclinazione del sensore. Il sensore può essere installato su qualunque struttura, ma nel caso delmonitoraggio dei fenomeni di instabilità è normalmente installato su una punta metallica inserita nelterreno e fissata con un rivestimento rigido. Le variazioni nell'inclinazione sono determinate comparandola lettura iniziale a quelle successive e questo confronto può produrre dati continui sul movimento delterreno quando l'unità è collegata ad un datalogger.

Studi idrologiciLo studio delle condizioni idrologiche di un versante generalmente comprende l'analisi delleprecipitazioni, dell'evaporazione, dell'infiltrazione e del ruscellamento superficiale. Lo studio dei dati diingresso, trasferimento e uscita delle acque aiuta a identificare la soglia della pioggia critica e l'istantedurante il quale si verifica la rottura del versante in relazione alle condizioni climatiche. La precipitazionepuò essere monitorata molto più efficacemente utilizzando una stazione meteo collegata ad undatalogger. Le stazioni meteo che monitorano l'intensità di precipitazione e il tasso di evapotraspirazionesono utilizzate per determinare il volume di acqua che entra nel terreno, che può essere un fattore moltoimportante nel causare fenomeni di instabilità e sarà sempre più importante a causa del cambiamentoclimatico. I dati continui ottenuti permettono di ricavare l'intensità della pioggia, la durata dell'evento ele condizioni antecedenti, permettendo l'analisi nel tempo della rottura del versante.

I piezometri sono dispositivi utilizzati per misurare le pressioni dell'acqua nel terreno. Questi possonoessere installati all'interno dei fori dei sondaggi o direttamente nel terreno. Sono posizionati a profonditàspecifiche per misurare l'altezza della superficie freatica e le pressioni nel terreno. Un tubo con unapunta porosa, posizionata alla sua estremità inferiore, è installato all'interno di un sondaggio,successivamente sono utilizzati bentonite e cemento per riempire il sondaggio al di sopra della punta.Questo permette all'acqua di entrare nel tubo soltanto attraverso la punta. La pressione dell'acqua vienemisurata attraverso una sonda (un nastro con una sonda all'estremità che emette un suono quandoraggiunge il pelo dell'acqua) e corrisponde all'altezza dell'acqua nel tubo piezometrico. Questaprocedura può essere automatizzata installando una punta piezometrica con trasduttore di pressione acorda vibrante all'interno del sondaggio, connesso ad un datalogger in superficie.

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Affrontare i rischi derivanti dal cambiamento climatico nelle zone costiere54

Il programma Strategico Regionale per ilmonitoraggio costiero dell'Inghilterra sud-orientale(Strategic Regional Coastal Monitoring for SouthEast England) è iniziato nell'agosto del 2002; essoraggruppa trentuno partner appartenenti ad AutoritàLocali e Agenzie per l'Ambiente, e fornisce unapproccio coordinato per il monitoraggio costiero. Ilprogramma è finanziato in parte dal Dipartimento perl'Ambiente, l'Alimentazione e gli Affari Rurali (Defra)ed il suo scopo prioritario è di fornire un metodostandard, ripetibile ed economicamente efficace peril monitoraggio dell'ambiente costiero tra Portland nelDorset e l'estuario del Tamigi.

Storicamente, il monitoraggio costiero e la gestionedei dati è stata effettuata su base "ad-hoc" in tutta laregione. Questo si è rivelato inadeguato sia dal puntodi vista tecnico che finanziario. La nuova iniziativaregionale fornisce un approccio coordinato ed a scalaregionale per la raccolta dati, rappresentando unaeconomia di scala, una buona soluzione tecnica ed uncompleto quadro gestionale.

Gestione del ProgrammaIl lavoro di rilevamento, di analisi dei dati e di gestionedel progetto è coordinato da un team di specialistiformato specificamente per il programma.L'osservatorio Channel Coastal Observatory èospitato dal New Forest District Council e basato nelCentro di Oceanografia di Southampton. Negli scorsimesi sono state attivate nuove forme dicollaborazione, quali la condivisione delle risorse distaff; ciò ha reso possibile un miglioramento dellecapacità ed uno scambio di esperienze tra autoritàlocali. Alcune autorità sono ora coinvolte attivamentenella raccolta e nell'analisi dei dati.

Contenuto del programma strategico dimonitoraggioIl Programma include:

rilevamenti topografici della spiaggiarilevamento idrografici del fondo vicino alla spiaggiafotografie aereeLiDARdati idrodinamici (onde e maree)

I programmi di rilievo topografico sono eseguiti dallesquadre interne di rilevatori delle Autorità Locali,usando i più recenti GPS cinematici in Tempo Reale.I rilievi batimetrici sono effettuati sia dalle AutoritàLocali che da imprese commerciali.

AddestramentoSono effettuati regolari corsi di addestramento sullagestione dei dati e le tecniche di rilevamento dalChannel Coast Observatory; essi sono statifrequentati dal personale delle Autorità Locali e delleAgenzie per l'Ambiente.

Addestramento sul rilevamento GPS

Gestione dei datiTutti i dati sono gestiti e archiviati presso il ChannelCoastal Observatory a Southampton. L'esperienzaper l'interpretazione dei dati è resa disponibile pertutte le autorità. I dati sono forniti a ciascunaautorità in formati personalizzati per le specificheesigenze.

Benefici tecniciIl piano di progetto presenta una visione a lungotermine inerente la fornitura di informazioniessenziali per il processo decisionale che riguardala gestione della spiaggia. Questioni quale ilcambiamento climatico e la realizzazione di difesecostiere sostenibili nel lungo termine fannoaffidamento particolare su dati di buona qualità.Sono necessari serie di dati di lungo termine (varidecenni) per portare questi benefici. Ci sono moltirisultati a breve termine derivanti dal programma;questi includono la fornitura di dati di alta qualità perla progettazione di sistemi di difesa costiera edaumento dell'efficienza derivante dal lavoro incollaborazione.

Molti sstemi di difesa costiera nella regionenecessitano attualmente di soluzioni gestionalidinamiche quali la ricarica ed il ripascimento dellespiagge; se queste tecniche sono sostenibili, esse

Il programma Strategico Regionale per il monitoraggio costierodell'Inghilterra sud-orientale

Rilevamento aereo - Ringstead Bay, Dorset,Regno Unito

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richiedono un notevole sforzo gestionale, incluso ilmonitoraggio, per assicurare che funzioninoefficacemente. Buoni esempi di soluzioni benrealizzate che hanno beneficiato del monitoraggio alungo termine possono essere osservati nelle Baie diPoole e Christchurch e nell'Isola di Hayling nellecoste del Dorset e dell'Hampshire. Programmi dimonitoraggio a lungo termine in questi siti hannoaiutato a fornire soluzioni gestionali economicamentevalide, riducendo i costi ingegneristici e mantenendola sicurezza. Il programma di monitoraggiocontinuerà a fornire dati per queste soluzioni, cosìcome per nuovi siti.

Il monitoraggio a lungo termine a Bournemouth haaiutato ad ottimizzare la progettazione di soluzioniper la gestione delle spiagge

Valutazione dei danni delle tempesteMolte delle nostre difese costiere sono progettateper resistere ai maggiori eventi di tempesta. Lacomprensione delle prestazioni di questi sistemi èessenziale per una pianificazione efficace dellagestione di lungo termine e della manutenzione. Idanni da tempesta sono spesso valutativisivamente, ma rilevamenti della spiaggia post-evento e di alta qualità, associati con i dati sulleonde e modelli di previsione, rendono possibile laquantificazione del rischio di rottura delle difese.

Dati sulle onde e profili della spiaggia sono usatiper prevedere il rischio di rottura a Hurst Spit

nell'Hampshire

Progettazione evoluta di difese costiereLa fornitura di materiale per il ripascimento dellespiagge è spesso un problema. I dati dimonitoraggio a lungo termine hanno aiutato a

identificare sorgenti di materiale adatto ed a bassocosto. Nuovi siti di ripascimento saranno realizzaticon l'aiuto di nuovi programmi di monitoraggio. Talidati aiuteranno a ridurre i costi dei sistemi digestione delle spiagge.

Il rilevamento idrografico della zona vicino allaspiaggia della Hayling Island, nell'Hampshire, haidentificato una sorgente a basso costo di materialeper il ripascimento delle spiagge.

Registratori del moto ondoso sono stati sistemati lungole aree di studio sulla costa di Boscombe, Milford,Sandown Bay, Hayling Island, Rustington e Lymington.Il programma farà uso dei dati per migliorare i metodidi modellazione, affinare la progettazione dei sistemi didifesa e per l'analisi delle tempeste.

Messa a dimora di una nuova boa per ilmonitoraggio del moto ondoso

Risparmio economico a lungo termineMolti dei benefici del programma non sarannovisibili nei primi 10-15 anni, ma si ritiene che ibenefici del programma supereranno di 6 volte isuoi costi nell'arco di 10 anni.

Divulgazione dei datiSia le autorità locali che le agenzie governativesono tenute aggiornate con report, incontrisemestrali e dalla newsletter mensile ChannelCoast News.

WebsiteI dati in tempo reale delle onde e delle maree,assieme a molte altre informazioni quali fotografieaeree, sono disponibili sul sito web del progetto

www.channelcoast.org

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Ci sono diversi tipi di piezometri. Il tubo piezometrico, installato in un sondaggio, consiste in una puntafiltro collegata ad un tubo. Le letture sono realizzate utilizzando un indicatore del livello dell'acqua. Ilpiezometro pneumatico consiste in un trasduttore di pressione pneumatico e un tubo. Può essereinstallato in un sondaggio che può essere o meno riempito per isolare la cella piezometrica dallasuperficie. Le letture sono ottenute attraverso un indicatore pneumatico. Il piezometro a corda vibranteconsiste in un trasduttore di pressione a corda vibrante e un cavo per il segnale. Le letture vengonorealizzate con un lettore portatile oppure un datalogger.

Gli inclinometri sono utilizzati per misurare le deformazioni del terreno attraverso lo scostamento dallaverticale del tubo inclinometrico installato nel sondaggio. Il sistema consiste in un tubo inclinometrico inseritoe cementato all'interno del sondaggio, di una sonda inclinometrica e di una centralina di acquisizione. Questotubo è progettato per muoversi insieme al terreno e permettere alla sonda di misurare il movimento. La sondaè costituita da due accelerometri che misurano l'inclinazione del tubo. Un accelerometro misura l'inclinazionenel piano di allineamento dell'inclinometro, l'altro misura l'inclinazione nel piano perpendicolare. La sondaviene generalmente fatta risalire dal fondo, fermandosi ogni 50 cm per fare l'acquisizione della misura diinclinazione, che viene registrata cumulativamente lungo la lunghezza del sondaggio. Una volta che il tubo èinstallato, vengono fatte una prima serie di letture del profilo iniziale per stabilire il riferimento rispetto al qualetutte le misure successive vengono comparate. Qualunque deviazione dal profilo iniziale rappresenta unmovimento del terreno (dopo aver considerato la risoluzione strumentale della sonda).

Gli estensimetri in foro sono usati per misurare i cedimenti, le spinte, la convergenza e le deformazionilaterali in terreni e rocce. Le applicazioni tipiche includono il monitoraggio dei cedimenti e delle spintein scavi, fondazioni e rilevati, il monitoraggio dei cedimenti o spinte al di sopra dei tunnel e di altreaperture sotterranee, il monitoraggio della convergenza nelle pareti dei tunnel e il monitoraggio deglispostamenti laterali nei versanti.

I fessurimetri sono utilizzati per misurare l'apertura delle fratture, come le fratture di tensione nei terrenie le discontinuità nelle rocce, così come le lesioni negli edifici, nei ponti, nelle tubature e neglisbarramenti, etc. La strumentazione consiste generalmente di un elemento costituito da un cavosensibile vibrante collegato ad un molla, a sua volta collegata ad un'asta di connessione all'altraestremità. Se posizionati permanentemente in corrispondenza di una frattura, l'asta di connessione ètirata via dal corpo dello strumento e la molla si allunga causando un incremento di tensione, percepitodall'elemento a corda vibrante. La tensione nel cavo è direttamente proporzionale all'estensionepermettendo così una registrazione molto accurata dell'estensione stessa.

Bibliografia1. Channel Coastal Observatory, 2004. Website information: http://www.channelcoast.org2. Eurosion, 2004. 'Living with coastal erosion in Europe: Sediment and Space for Sustainability'. A guide to

coastal erosion management practices in Europe: lessons learned. Coastal erosion - Evaluation of the need for action. Directorate General Environment. European Commission. January 2004. Prepared by the National Institute of Coastal and Marine Management of the Netherlands.

3. Bray, M., Hooke, J. and Carter, D., 2005. 'SCOPAC Sediment Transport Study'. Report for the Standing Conference on Problems Associated with the Coastline'. University of Portsmouth.

4. Doody, J., Pamlin, C., Gilbert, C. and Bridge, L., 1999. 'Information required for integrated coastal zone management'. European Union.

5. Millard, K. and Sayers, P., 2000. 'Maximising the use and exchange of coastal data. A guide to best practice'. CIRIA.

6. Moore, R., Fish, P., Glennester, M. and Bradbury, A. 2003. ‘Cliff behaviour assessment - a quantitative approach using digital photogrammetry and GIS’. 38th Defra Coastal Conf.

7. Moore, R., Fish, P., Koh, A., Trivedi, D. and Lee, A. 2003. ‘Coastal change analysis: a quantitativeapproach using digital maps, aerial photographs and LIDAR.’ Proceedings Int. Coastal Mgt. Conf.Brighton. Thomas Telford.

8. National Oceanic and Atmospheric Coastal Services Centre, 2006. Website information:http://www.chartmaker.ncd.noaa.gov/HSD/wrecks.html

9. Bradbury, A. P., 2004. 'Strategic monitoring of the coastal zone - Towards a regional approach'. SCOPAC. South Downs Coastal Group. South East Coastal group. Environment Agency.

10. Channel Coastal Observatory, 2004. Annual Report. Southampton.11. Durham Geo, 2006. Website information: http://www.slopeindicator.com

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I rischi costieri - Indirizzare le politiche di pianificazione 57

Capitolo Cinque I rischi costieri - Indirizzare le politiche di pianificazione La valutazione del rischio è un elemento chiave nell'esaminare le proposte di nuove edificazioni. Ilquadro per la gestione del rischio può essere molto complesso, e spesso è peculiare per ciascun statomembro. Tuttavia, gli strumenti base disponibili per la gestione del rischio sono a grandi linee simili:

accettazione del rischio; ad esempio, distribuendo o condividendo i costi attraverso le assicurazioni, i risarcimenti o gli aiuti di emergenza;evitare le aree vulnerabili, ad esempio attraverso misure per controllare nuove edificazioni in areea rischio, ad esempio per frane, erosione ed inondazione; ridurre l'occorrenza di eventi potenzialmente dannosi, ad esempio mediante gestione attiva del territorio per ridurre l'entità e la frequenza degli eventi;proteggere da eventi potenzialmente dannosi, ad esempio, misure per prevenire l'erosione costiera, per la stabilizzazione di frane o per il miglioramento degli edifici.

I sistemi di pianificazione sono progettati per regolare lo sviluppo e l'uso del territorio nell'interessepubblico. Molti sistemi di pianificazione hanno lo scopo di:

assistere nella pianificazione dell'uso del territorio e nel far sì che le autorità che pianificano interpretino l'interesse pubblico in maniera saggia e concreta;fornire un incentivo, con le autorità locali che stimolano lo sviluppo prevedendo nuovi terreni nei piani istituzionali;stabilire le regole per il controllo dello sviluppo in alcuni stati membri che aiutino ad assicurare cheesso avvenga nel pubblico interesse e per permettere agli individui interessati di far valere le proprie idee.

E' solo relativamente di recente che le autorità pianificatorie in alcuni paesi hanno considerato l'erosionecostiera, le inondazioni e l'instabilità nel quadro pianificatorio. Più recentemente c'è stato un crescentecambiamento nella percezione riguardante il modo in cui il rischio e la pianificazione sono affrontati.Questi cambiamenti riflettono una crescente consapevolezza che il precedente approccio non andavasempre verso l'interesse pubblico. La valutazione delle condizioni del suolo e la preparazione di cartegeomorfologiche, del comportamento del suolo e di indirizzi di pianificazione, assisteranno nellaimplementazione di strategie di questo tipo.

Una serie di carte per indirizzare la pianificazione del rischio costiero nel contesto del cambiamentoclimatico è stata sviluppata quale parte del progetto UE Life Ambiente "Response" (McInnes et al.,20062). I partners del progetto Response hanno basato le loro ricerche su investigazioni di dettaglio incinque regioni costiere europee, rappresentative delle condizioni dei mari europei:

costa centro-meridionale dell'Inghilterra (Canale della Manica)costa inglese del North Yorkshire (Mare del Nord)costa francese dell'Aquitaine (Oceano Atlantico)Regione del Languedoc-Roussillon, Francia (Mar Mediterraneo)Regione Marche, costa centro-orientale italiana (Mare Adriatico)

Una valutazione accurata ha confermato che questecoste, varie ed estese, sono rappresentativedell'ampia gamma di caratteristiche geomorfologichee forme costiere esistenti lungo le coste europee. Loscopo di questa valutazione è stato quello disviluppare e testare una metodologia efficace etrasferibile per gli studi di evoluzione costiera emappatura del rischio che potesse essere applicatanell'ambito dell'Unione Europea.

Figura 5.1: Ubicazione delle cinque aree distudio del progetto RESPONSE.

© European Commission 2006

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Il primo obiettivo del progetto Response è stato di valutare gli attuali impatti dei fattori agenti su questecoste, e successivamente di stabilire una sensibilità al cambiamento una volta definiti ed applicati gliscenari del cambiamento climatico. Questo processo ha aiutato a definire il rischio laddovel'urbanizzazione e i fattori socio-economici interagiscono con il paesaggio fisico, e ad individuare unquadro di gestione del rischio a più ampio respiro.

Nelle cinque aree di studio europee è stato seguito un approccio uniforme al lavoro di mappatura cheha compreso, primo, il completamento di uno studio di revisione a tavolino comprendente la raccolta diinformazioni conoscitive inerenti i processi costieri, le forme costiere ed i dati climatici storici. Dopo ilcompletamento di questa fase, è stato realizzato un database di eventi storici che ha messo insiemeinformazioni sulla frequenza e l'entità degli eventi naturali, inclusi l'estensione dell'erosione costiera edelle inondazioni, registrazioni di frane storiche ed attuali, movimenti del suolo.

A questo è seguita una mappatura geomorfologica atta a sviluppare una valutazione del rischio costiero.Il primo stadio è consistito nel perfezionare e far uso di una classificazione aggiornata della geomorfologiacostiera, basata su un lavoro commissionato precedentemente dalla Standing Conference on ProblemsAssociated with the Coastline (Hosking et al., 20013) per un tratto di 400 km della costa centro meridionaleinglese. Questo approccio ha permesso di classificare le forme costiere in tre zone:

la spiaggia sottomarina - che controlla l'energia delle onde, il trasporto dei sedimenti e la loro deposizione;la spiaggia intertidale - che controlla l'erosione e l'inondazione della spiaggia emersa (backshore);la spiaggia emersa - che controlla la disponibilità di sedimenti (ed esempio la loro origine dalle falesie e la loro sedimentazione negli estuari).

'I "sistemi di comportamento costiero" sono definiti in funzione delle seguenti caratteristiche chiave:-

forme interconnesse che controllano la risposta del sistema agli eventi;la connettività delle forme trasversali e longitudinali alla spiaggia;le modifiche di una forma possono provocare aggiustamenti alle altre.

Riassumendo, quindi, il processo di sviluppo di sistemi di comportamento costiero ha compreso un esamedi: primo, il meccanismo di risposta degli elementi e dei processi geomorfologici; secondo, il comportamentostorico. Ciò ha permesso di considerare la sensibilità del sistema di risposta costiera al clima, il "potenzialedi cambiamento" di quel particolare sistema di comportamento costiero ed il trasferimento di conoscenze ageomorfologie simili, se applicato con attenzione. Una volta che la sensibilità ed il comportamento sono statistabiliti, può essere effettuata una valutazione della pericolosità costiera e del rischio, che tenga inconsiderazione gli impatti previsti del cambiamento climatico e che sia basata su modelli del clima regionaleeuropeo. Lo studio ha l'obiettivo di indirizzare coloro che prendono le decisioni riguardo all'impatto dellepressioni future sulle zone costiere, che includerà:

tracimazione delle difese costiere dovuto all'innalzamento del livello marinoperdita dei depositi intertidaliforze delle onde in aumentocambiamento nei sistemi di trasporto longitudinale costieroinnalzamento del livello di falda nelle falesie e ridotto supporto al piede per i sistemi di frana costieriinterazione di marea/fluvialepotenziale per alluvioni improvvise

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Tavola 5.1: Erosione in falesie costituite da argille soffici ed arenarie, Chale, Isola di Wight, Regno Unito

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SISTEMI DI COMPORTAMENTO DELLA COSTAElementi

geomorfologici

Spiaggiasottomarina

Linea di riva

Spiaggia emersa

Tecnichegestionali

Falesie in roccedure

Ripida

Falesie in rocce dure

Falesie in roccetenere

Aree depresse Aree depresse Aree depresse Debolmente acclive

Scogliera dimassi frangentee/o piattaformacostiera

Nessuna

Spiaggia frangentedi sabbia, ciottoli omista

Strutture di controllo;Strutture disostegno; Completastabilizzazione dellafalesia; Bonificadella falesia(riduzione oarretramento);Difese abbandonate

Gestione deisedimenti; Strutturedi controllo;Strutture disostegno;Difese abbandonate

Gestione deisedimenti; Strutturedi controllo;Strutture disostegno

Strutture disostegno; Difeseabbandonate/inrovina (checontinuano adinfluenzare iprocessi)

Strutture disostegno o gestione deisedimenti e/ostrutture dicontrollo.

Piana di marea;Palude salmastra;Fiume di marea

Insenature; delta dimarea; spiaggia conciottoli isolata

Spiaggia frangentedi sabbia, ciottoli o mista;Barriera di ciottoliisolata; Spiaggiafrontale a sabbia o ciottoli

Spiaggia frangentedi sabbia, ciottoli omista

Blanda Blanda Blanda Blanda Blanda

Falesie in rocce tenere

Aree depresse, barrecostiere e dune

Cordoni, insenature edelta di marea

Estuari e fiumi dimarea

aree costiere elevate

Figura 5.2: Classificazione dei sistemi di comportamento della costa applicata alle aree di studio del progetto Response.

Tavola 5.2: Falesie in rocce dure,es.: Collioure, irenei orientali,Francia

Tavola 5.4: Aree depresse e barrecostiere, es.: Lancing, West Sussex,Regno Unito

Tavola 5.5: Cordoni, insenature edelta di marea, es.: PaghamHarbour, West Sussex, Regno Unito

Tavola 5.7: Estuari e fiumi dimarea, es.: fiume Western Yar,Isola di Wight, Regno Unito

Tavola 5.6: Dune costiere, Aquitania,Francia

Tavola 5.3: Falesia in rocce tenere,es.: Chale, Isola di Wight, Regno Unito

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Le informazioni raccolte nelle aree di studio europee sono state illustrate da una sequenza logica dicarte costiere a scala regionale che possono essere realizzate su carta o usando un GIS, a secondadelle risorse disponibili.

Carta n. 1. Forme costiere e geomorfologiaLa fase 1 della mappatura (carte da 1 a 4) fornisce una rappresentazione dei dati conoscitivi,identificando il quadro fisico e le questioni chiave per la gestione di un tratto di costa. La carta n.1illustra le forme ed i processi costieri e fornisce importanti informazioni di base inerenti la costa.

Le forme costiere sono classificate in base alla forma ed al comportamento della spiaggiasottomarina, della linea di riva e della spiaggia emersa. La carta, quindi, rappresenta caratteristichequali le dune, le tipologie di falesie, le spiagge e gli estuari. Si noterà che una variabilità significativadi forme e di comportamenti è evidente per molte delle tipologie di forme. Se necessario, sarannosviluppate ulteriori suddivisioni.

La Carta n.1 include anche una rappresentazione dei processi costieri. Essa dovrebbe comprendereuna rappresentazione dei confini delle celle e delle sub-celle di sedimenti, del trasporto di sedimenti,della direzione netta di trasporto, dei dati sui fenomeni di erosione, delle trappole di sedimenti, oltread informazioni sulla energia delle onde, sull'erosione costiera e sui processi attivi sulle falesie. Lacomprensione dei processi costieri quali il movimento dei sedimenti lungo la costa ed i trend erosivie deposizionali sono importanti per la valutazione dell'impatto futuro del cambiamento climatico.

Figura 5.3: - Metodologia del progetto Response per lo sviluppo di "carte per l'evoluzione costiera integrataed il rischio" (adattata da Hosking & Moore, 2001)

Identificare gli elementimorfologici

Revisione del comportamento costiero storico

Confermare gli attuali meccanismi dirisposta ai processi

Stabilire la sensibilità della costa al clima ed al

cambiamento climatico

Identificare il sistema dicomportamento costiero (potenziale

di cambiamento costiero)

Integrare i fattori fisici, umani e strategici

Cartografare la pericolosità ed il rischiocostiero (carte integrate dell'evoluzione

costiera e del rischio)

Carte di supporto alla pianificazione

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Carta n. 2. Tipologie e pratiche di gestione per la difesa costieraQuesto esempio della Carta n.2 è ripreso dall'area di studio della Regione Marche, nella costa centroorientale italiana. Molte delle coste europee non possono evolversi naturalmente, a causa dell'impatto dellestrutture di difesa costiera. La distribuzione e la natura delle difese costiere deve essere analizzata, inquanto esse hanno un effetto sulle morfologie della costa, e modificano l'impatto dei fattori di influenza. Ledifese hanno un valore in termini di protezione garantita a complessi quali città o terreni agricoli, ed anchein termini di costo economico della loro costruzione e manutenzione. Questo è importante nel valutare ilrischio costiero potenziale se le difese vengono meno. Le difese costiere possono degradarsi in futuro,comportando un incremento nel tempo della probabilità di collasso ed un incremento associato del rischiodei complessi da esse protetti. Le politiche gestionali potrebbero cambiare in futuro, con possibilità dirimuovere o riallineare le difese, in modo da permettere alla costa di evolversi in modo più naturale.

Figura 5.4: esempio di Carta 2 "Tipologie di difesa costiera e pratiche gestionali nell'area di studio dellaRegione Marche, Italia".

E.C. LIFE - Environment “RESPONSE” Project LIFE 03ENV/UK/000611

Map 2: COASTAL DEFENCE TYPES AND MANAGEMENT PRACTICESPartner no2: IRPI-CNR Perugia Italy and Regione Marche with the contribution of

Provincia di Macerata and Provincia di Pesaro-Urbino

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Carta n. 3. Pericolosità storica della costaLe registrazioni di pericoli costieri pregressi ed attuali evidenziano indizi di attività, e sono un ottimoindicatore di pericolosità potenziali. Le registrazioni storiche forniscono una utile fonte di informazioniriguardo la localizzazione e la natura dei pericoli attuali e pregressi. Le carte delle aree di studioforniscono tre tipi di dati: gli inviluppi delle inondazioni, che mostrano le aree attualmente interessateda alluvionamento fluviale o da marea; informazioni sulla localizzazione approssimata dell'erosionecostiera o eventi di frana pregressi risultanti da registrazioni storiche; informazioni sulle aree attuali difrana attiva.

Per la costa centro meridionale dell'Inghilterra, per esempio, le piane alluvionali sono indicate dapoligoni ombreggiati derivati da modelli numerici del terreno accurati e verificati. La localizzazione dieventi attuali e storici è indicata sulla carta mediante punti, che possono avere un riferimento incrociatoad un database che fornisce ulteriori informazioni. Le informazioni contenute nel database includonodettagli quali la data, la dimensione, i costi relativi e la localizzazione dell'evento.

Carta n. 4. Popolazione e complessi costieri

La figura 5.5 (sotto) mostra parte del fronte dell'Aquitania meridionale, nella costa sud occidentalefrancese. Come sopra discusso, il rischio è spesso definito come il risultato della combinazione dellepericolosità e delle loro conseguenze, che possono includere la perdita di vite, proprietà o habitat.Queste caratteristiche sono presentate nella Carta n.4, che illustra la popolazione ed i complessiantropici, oltre ai sistemi ambientali.

La Carta n. 4 fornisce una rappresentazione dei dati conoscitivi. I complessi antropici, inclusi i maggioricentri abitati, sono mostrati in termini di densità di popolazione, e le industrie importanti insieme con isistemi ambientali (naturali), quali le aree classificate di interesse nazionale ed europeo.

Figure 5.5: Carta n. 4 - "Complessi urbani e costieri"; parte della costa Atlantica della Francia sudoccidentale (Preparato da BRGM, Francia).

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Carta 5. Sistemi di comportamento costieroBasandosi sulle forme presenti e sulle loro interazioni, èpossibile definire appropriati sistemi di comportamentocostiero per ciascuna area costiera studiata. Le formepresenti lungo ciascuna costa sono state esaminate edassegnate in una delle sei categorie di sistemi dicomportamento costiero (es. falesie in rocce dure, falesiein rocce tenere, barre costiere, ecc.). Se fossero necessariulteriori sistemi di comportamento costiero, essidovrebbero essere determinati in funzione delle formepresenti e della loro generica sensibilità ai fattori legati alcambiamento climatico. Possibili affinamenti includono ladifferenziazione delle aree depresse costiere dalle barrecostiere, e una separata trattazione dei cordoni, delleinsenature e delle lagune di marea.

Figura 5.6: Sistemi di comportamento costiero

E.C. LIFE - Environment “RESPONSE” Project LIFE 03ENV/UK/000611

Carta n. 5: SISTEMI DI COMPORTAMENTO COSTIEROPreparata da: IRPI-CNR Perugia Italia & Regione Marche con il contributo delle Provincie

di Macerata e Pesaro-Urbino

Falesie in rocce dure

LEGENDA

Falesie in rocce tenere

Aree costiere depresse e barre costiere

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Affrontare i rischi derivanti dal cambiamento climatico nelle zone costiere64

Carta 6. Pericolosità costiera potenziale (anno 2100)Le proiezioni sul cambiamento climatico nei prossimi 100 anni sono state pubblicatedall'Intergovernmental Panel for Climate Change (IPCC, 2001).

In alcune parti dell'Europa il livello marino potrebbe salire fino ad 80 cm entro il decennio del 2080(UKCIP, 2005) e, in uno scenario medio-alto, le temperature medie annuali potrebbero salire fino a 4°Ce le piogge invernali potrebbero aumentare fino al 30% rispetto ai livelli attuali. Questi cambiamenticlimatici avranno un impatto diretto sui ritmi e la natura dei processi costieri, portando a modifiche dellanatura dei futuri pericoli costieri.

La carta n.6 (vedi pagina opposta) identifica tre tipi di pericolosità: inondazione, erosione costiera eriattivazione di complessi di frana costieri. In ciascun caso, il pericolo è identificato come "in atto" dovenon sono presenti opere di difesa, o "potenziale" dove il pericolo è legato alla eventuale rottura delleopere di difesa.

La classificazione della pericolosità futura è determinata sovrapponendo le carte dei sistemi dicomportamento costiero, delle difese costiere, e degli eventi di pericolo passati e presenti. Lapericolosità da erosione costiera è classificata in riferimento al tasso medio di arretramento atteso neiprossimi 100 anni, sia esso progressivo o per episodi successivi. Le classi di pericolosità da erosionecostiera sono classificate come bassa, media o alta, e riflettono la possibile estensione dell'ambitocostiero che potrebbe essere perso nei prossimi 100 anni.

Figura 5.7: Carte del progetto Response e loro correlazioni

Tavola 5.8: Danni per frana alla strada costiera A3055,presso Niton, Isola di Wight, Regno Unito, Primavera 2001.

Tavola 5.9: Un crescente rischio di inondazione sullacosta sarà dovuto all'innalzamento del livello marino e a

un andamento metereologico meno prevedibile.

Carta 8 Carta riassun-tiva della pericolosità

Carta 9 Carta di supp-orto alla pianificazione

Carte per coloroche decidono

Carte interpretativeCarta 5 Sistemi dicomportamentocostiero

Carta 6 Pericolositàcostiera potenziale

Carta 7 Rischio costiero potenziale

Cambiamentoclimatico e scenariodi rischio

Carta 4 Complessi costieri

Carta 3 Pericolositàattuali e storiche

Carta 2 Difese costiere e gestione

Carta 1 Geomor-fologia costiera

Informazione Raccoltadi carte

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I rischi costieri - Indirizzare le politiche di pianificazione 65

Figura 5.8: Carta n. 6 - Pericolosità costiera potenziale

E.C. LIFE - Environment “RESPONSE” Project LIFE 03ENV/UK/000611

Carta n. 6: PERICOLOSITA' COSTIERA POTENZIALEPreparata da: IRPI-CNR Perugia Italia & Regione Marche con il contributo delle

Provincie di Macerata e Pesaro-Urbino

LEGENDA

Variazioni della pericolosità Erosione/arretramento

Diminuzione consistente

Diminuzione significativa

Nessuna variazione significativa

Aumento significativo

Aumento consistente

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Carta n. 7. Rischio costiero potenziale (anno 2100)Non c'è una misura quantitativa di base inerente il rischio rispetto al quale le variazioni possano essereconfrontate (quale il valore attuale delle proprietà); viene quindi usato un approccio descrittivo,utilizzando una matrice dei livelli di rischio relativo. Questo approccio valuta il rischio confrontando leconseguenze economiche di una inondazione, dell'erosione costiera o della riattivazione di complessidi frana costieri, con la probabilità di eventi a differente intensità.

Le probabilità di accadimento di un evento pericoloso sono misurate in modo differente, a seconda deltipo di pericolosità, come segue:

L'erosione costiera può essere quantificata in funzione del tasso medio di arretramento atteso neiprossimi 100 anni. Le classi sono > 1 m/anno; da 0,5 a 1 m/anno; <0,5 m/anno e assenza di erosione (dovuta a difese costiere); Il rischio di inondazione può essere quantificato dal tempo di ritorno atteso dell'evento di inondazione.Le pianure alluvionali non protette sono attese essere inondate ogni 10 anni; le aree difese dalle inondazioni sono attese essere protette dall'evento centennale; altre aree adiacenti alla pianura comprese tra 5 e 10 m sul livello medio del mare sono attese essere inondate ogni 1000 anni;Il rischio di instabilità costiera può essere misurato dal tempo di ritorno dei movimenti di frana, come segue: eventi decennali, centennali, cinquecentennali, millenari.

Usando questi tre criteri in una matrice, è possibile assegnare a ciascuna "cella costiera" un livello di rischiorelativo. Questo studio usa una classificazione a quattro punti, da 1 (Rischio Basso) a 4 (Rischio MoltoElevato), ma possono essere aggiunte ulteriori classi, se necessario. Deve essere chiaro che i livellipotenziali di rischio da pericoli differenti (erosione costiera, inondazione e instabilità costiera) sono soggettivie non possono essere confrontati direttamente. Questo perché i dati quantitativi sul rischio e sulleconseguenze sono sconosciuti. La metodologia permette di testare un qualsiasi numero di scenari, ma nellametodologia attuale viene valutato l'impatto sulla costa rispetto a due scenari:

"ordinaria amministrazione", con una limitata risposta della costa al cambiamento climatico e nessuna variazione nelle pratiche di gestione costiera nei prossimi 100 anni; "caso peggiore", con il cambiamento climatico che ha un impatto diretto e negativo sui processicostieri e variazioni consistenti nelle pratiche di gestione costiera, con tutte le difese distrutte neiprossimi 100 anni.

(a) Scenario "ordinaria amministrazione" Nello scenario "ordinaria amministrazione", la densità di popolazione ed il grado di pericolosità per ciascuntratto di costa (es. i pericoli attuali e futuri mostrati nella Carta n. 6) sono valutati visivamente, e un grado dirischio è assegnato ad ogni sistema di comportamento costiero.Per il rischio di erosione, il grado di pericolosità da erosione è derivato dalla Carta n.6, nella quale tutte le costein potenziale erosione ed attualmente protette da difese, sono classificate come in "assenza di erosione". Ilgrado di rischio più elevato può essere raggiunto solo in aree con alta densità di popolazione ed elevatapericolosità, e, al contrario, il grado di rischio più basso è raggiunto dove l'erosione è molto lenta o inesistente,in aree a densità di popolazione media o molto bassa.Il rischio da inondazione è determinato dalla presenza o assenza di difese dalle inondazioni e dalla densità dipopolazione dell'area di pianura alluvionale. Il grado di rischio più elevato è assegnato ad aree urbanelocalizzate in pianure alluvionali non difese. Il grado di rischio più basso è assegnato se sono presenti difese ese la densità di popolazione è bassa. Il rischio da instabilità costiera è valutato in modo simile, usando laprobabilità di movimenti significativi del terreno quale misura della pericolosità. I gradi alti sono, quindi, assegnatiad aree dove la densità di popolazione è elevata e dove sono attesi significativi movimenti del terreno.Il rischio associato ai diversi tipi di pericolosità non può essere confrontato direttamente, in quanto il rischioè valutato in modo relativo. Quindi, la mappatura per l'area di studio dell'Inghilterra meridionale mostra,separatamente, il grado di rischio relativo dovuto ad erosione, inondazione ed instabilità costiera,identificandoli con i prefissi E, F o C. Questo significa che livelli di rischio molto elevati di inondazione (F4)e erosione (E4) non sono la stessa cosa, e non possono essere considerati confrontabili.

(b) Scenario "caso peggiore"Per valutare l'impatto sul rischio costiero dello scenario peggiore di cambiamento climatico, possonoessere usate le stesse serie di matrici di rischio. Per tenere in considerazione l'impatto del cambiamentoclimatico in ciascun tratto di costa, il grado di pericolosità (es. tasso di erosione medio, probabilità diinondazione o di movimenti significativi del terreno) è aumentato. Usando una matrice (vedi il "Response"

o

o

o

o

o

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Figura 5.9: Carta n.7b, rischi costieri potenziali attuali e futuri: cambiamento climatico e perdita delle difese.

Training Pack associato), ciò viene implementato muovendosi di una cella verso destra lungo la stessa riga"Consequence" (classi di uso del territorio). A seconda della struttura della matrice, ciò potrebbe portaread un incremento del rischio.L'impatto della rimozione di difese costiere sul tasso di erosione e sulla instabilità costiera è valutatoscegliendo un periodo di ritorno del tasso di arretramento/riattivazione per le scarpate/frane non protette,e quindi muovendo una cella verso destra per considerare l'impatto del cambiamento climatico. L'impattodella rimozione delle difese sul rischio da inondazione è determinato assumendo che tutte le aree di pianaalluvionale siano inondate con tempo di ritorno decennale.

Scenario 2 di valutazione del rischio:Cambiamento climatico e perdita delle difese

Rischio da erosione

Rischio da inondazione

Rischio da scarpate costiere instabili

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Carta 8. Carta riassuntiva della pericolositàPer dimostrare le ulteriori potenziali applicazioni del set di dati del progetto Response, sono stateprodotte due carte riassuntive non tecniche, che includono informazioni aggiuntive e di supporto. Sideve notare che le carte n.8 e n.9 sono adatte all'uso nel solo Regno Unito, dove i regolamentipianificatori danno l'onere della responsabilità al lottizzante, e le Autorità locali necessitano solo disupporto generale. I regolamenti pianificatori possono essere diversi in altri stati membri e, quindi, lanatura di qualsiasi ulteriore carta non tecnica dovrebbe essere verificata.

La Carta n.8 è la carta riassuntiva della pericolosità costiera, ed è pensata per evidenziare zonesignificative lungo la costa centro meridionale dell'Inghilterra ad uso di non-esperti. Le informazionipossono essere usate per fornire una visione generale dei processi che agiscono nell'area di studio e perfocalizzare le future ricerche lungo taluni tratti di costa. La carta è uno sviluppo della carta del pericolopotenziale, ma solo le pericolosità più significative sono mostrate. Quindi, le aree a moderato o bassotasso di erosione non sono mostrate, per dare preminenza a tratti costieri ad erosione più rapida,scarpate costiere instabili e piane alluvionali.

Figura 5.10: Carta riassuntivadella pericolosità

Rosso - pericolosità più elevataBlu - pericolosità meno elevata

Pericolosità attuale: scarpata costiera instabile. Sono probabili movimenti del terreno localizzati e assestamenti in corso, con possibilitàdi dilavamento di detrito verso la spiaggia. Bassa probabilità di riattivazione di frane a larga scala con movimenti del terreno estesi eda larga scala. L'attività è generalmente associata a periodi di piogge intense e sostenute.

Pericolosità attuale: erosione costiera > 1 m/anno. Costa rapidamente erosa, con perdite annuali da erosione moderata o attivitàepisodica associata a perdite irregolari ma a più ampia scala. I pericoli includono il crollo in roccia, il dilavamento di detrito verso laspiaggia e il collasso della sommità delle falesie

Pericolosità attuale: inondazione. Area su pianura alluvionale che può essere inondata con tempo di ritorno 10 anni, da acque fluvialio di marea

Pericolosità attuale: barre e cordoni costieri. Risposta al cambiamento climatico incerta, che dipenderà dal livello marino, dal sistemafiume/estuario e dalla disponibilità locale di sedimenti. I pericoli possono includere l'erosione e rotture nelle barre, che portano ainondazione, a sormonto delle barre e perdita degli habitat di marea.

Pericolosità potenziale: scarpata costiera instabile. Sono probabili movimenti localizzati del terreno e assestamenti in corso,nonostante la presenza di difese. Ancora possibile il dilavamento di detriti verso la spiaggia. Possibilità di riattivazione a larga scala difrane con movimenti del terreno estesi. L'attività è generalmente associata con periodi di pioggia intensa e sostenuta.

Pericolosità potenziale: erosione costiera da 0,5 a 1 m/anno. Le coste protette sono a potenziale rapida erosione se le difese vengonomeno. La probabilità di rottura delle difese può aumentare nel tempo a causa di usura, abbassamento della spiaggia e scalzamentoal piede delle strutture e/o sormonto dovuto a livelli del mare più alti e maggiore possibilità di tempeste.

Pericolosità potenziale: inondazione. Area su piana alluvionale protetta fino ad eventi di allagamento fluviale o di marea con tempo diritorno di 1000 anni. L'area verrà inondata da eventi con tempo di ritorno più elevato. La probabilità di rottura delle difese puòaumentare a causa di usura, scalzamento al piede delle strutture da parte del fiume, o sormonto dovuto a livelli delle piene più elevatie maggiori piogge invernali

Pericolosità potenziale: barre e cordoni costieri. Risposta al cambiamento climatico incerta, che dipende dal livello del mare, dalsistema fiume/estuario e dalla disponibilità locale di sedimenti. I pericoli possono includere l'erosione e rotture nelle barre, che portanoa inondazione, a sormonto delle arre e perdita degli habitat di marea.

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Le informazioni della carta n.9 sono derivate dalla mappatura del rischio e forniscono un supporto suivincoli alla urbanizzazione per zone significative lungo la costa. La carta evidenzia inoltre quei tratti dicosta dove i livelli di rischio relativo sono cresciuti a causa dell'impatto del cambiamento climatico e/odella progressiva perdita delle difese; ad esempio il livello di rischio è cambiato se si compara gli scenari"ordinaria amministrazione" e "caso peggiore" (carta n.7). Il rischio potrebbe inoltre crescere se leconseguenze della pericolosità crescono, circostanza che potrebbe verificarsi a seguito dell'incrementodella densità di popolazione.

Figura 5.11: Carta di supporto alla pianificazione

Rosso - vincoli più restrittiviBlu - vincoli meno restrittivi

KEY (CHIAVE):Costa attualmente in erosione. Possibile perdita di più di 100 m di territorio interno neiprossimi 100 anni.

Area costiera depressa attualmente soggetta a inondazioni fluviali e di marea regolari. E'richiesta una stima dettagliata delle inondazioni prima di urbanizzare.Area di costa ed interna attualmente formata da una scarpata costiera instabile e nonprotetta. Sono attualmente probabili piccole frane occasionali ed assestamenti localizzati.Completa riattivazione di complessi di frana e possibile perdita di più di 500 m di territoriointerno in uno scenario di cambiamento climatico. E' richiesta una dettagliata indagine delterreno prima di urbanizzare.Area costiera attualmente soggetta a pericolo di inondazione ed erosione, per la quale èrichiesta una dettagliata indagine del terreno prima di urbanizzare.Costa attualmente protetta da difese, ma con possibili perdite di territorio interno a causa dierosione costiera, fino a 100 m nei prossimi 100 anni, se le difese non sono mantenute.

Area costiera depressa, attualmente protetta da difese dalle inondazioni regolari. Inondazionipotenziali nei prossimi 100 anni, a causa del cambiamento climatico e della perdita delledifese. E' richiesta una valutazione dettagliata delle inondazioni prima di urbanizzare.

Area di costa e territorio interno attualmente formata da una scarpata costiera instabile chepresenta alcune difese e misure di protezione. Piccole frane occasionali e possibilità dilocalizzati assestamenti, con completa riattivazione di complessi di frane e possibile perditadi più di 500 m di territorio interno in uno scenario di cambiamento climatico. E' richiesta unadettagliata indagine del terreno prima di urbanizzare.Area a pericolosità potenziale per inondazione ed erosione che richiede una dettagliataindagine del terreno prima di qualsiasi intervento di urbanizzazione.Bacino di sedimenti costiero o di mare aperto. L'escavazione o il dragaggio di questisedimenti può avere un impatto sul bilancio sedimentario costiero e non dovrebbe avveniresenza prima eseguire studi più dettagliati.Sezioni di costa con incremento del rischio relativo dovuto all'impatto del cambiamentoclimatico o della perdita di difese. In queste aree è richiesta una attenta valutazione delleproposte di urbanizzazione .

Carta 9. Supporto allapianificazione per la costacentro meridionaledell'Inghilterra

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Figura 5.12: ‘Metodologia del progetto "Response" per lo sviluppo di carte del rischio e dell'evoluzione integrata della costa

Bibliografia

1. Thompson, A., Hine, P.D., Poole, J.S., Grieg, J.R., 1998. ‘Environmental geology in landuseplanning’.Report by Symonds Travers Morgan for the Dept. of the Environment, Transport and the Regions.

2. McInnes, R. G., Jakeways, J. and Fairbank, H., 2006. 'Response - Responding to the risks from climate change'. Final report of the European Commission LIFE project. Ventnor, Isle of Wight.

3. Hosking, A. and Moore, R., 2001. 'Preparing for the impacts of climate change'. Report for SCOPAC. Swindon.

SUPPORTO ALLAPIANIFICAZIONE

RISULTATI PER ILPROCESSODECISIONALE

CARTEINTERPRETATIVE

INFORMAZIONERACCOLTA DICARTE

CARTA 9

CARTA 8

CARTA 7

CARTA 6

CARTA 5

CARTA 4

CARTA 3

CARTA 2

CARTA 1

Supporto alla pianificazione

Carta riassuntiva della pericolosità

Rischio costiero potenziale (2100)

Pericolosità costiera potenziale (2100)

Sistemi di comportamento costiero

Popolazione e complessi costieri

Pericolosità storica della costa

Pratiche e tipologie di difesa costiera

Forme costiere e geomorfologia

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La gestione del rischio costiero in pratica 71

Capitolo SixLa gestione del rischio costiero in praticaLo sviluppo sostenibile delle zone costiere richiede una gestione efficace sia oggigiorno che nell'otticadi un crescente impatto dovuto al cambiamento climatico. Fondamentale a questo scopo è il bisogno dimigliorare la nostra comprensione della pericolosità e del rischio, fornendo gli strumenti per informaremeglio la politica di pianificazione e quindi migliorare la gestione del rischio.

Nei precedenti capitoli sono stati evidenziati molti esempi di gestione del rischio. Le raccomandazioniproposte nel progetto EUrosion (European Commission, 20041), e le linee guida e le buone praticheraccomandate dal Dipartimento per l'Ambiente, l'Alimentazione e gli Affari Rurali (Halcrow, 20022, Defra20053 e 20064) riguardo la loro ricerca sull'evoluzione costiera, piani di gestione della linea di costa estudi sulle strategie di difesa costiera sono esempi provati e testati di un approccio coordinato adottatodal governo centrale dell'Inghilterra per fornire informazioni ai governi locali all'interno di un quadro digestione del rischio chiaramente definito. Gruppi regionali o sub-regionali di autorità locali che lavoranonelle zone costiere, insieme ad altri attori chiave, forniscono uno strumento per l'implementazione dipolitiche sostenibili di gestione della costa.

Il piano di gestione della costa, che è stato con successo implementato per tutta l'Inghilterra e la Scozia,e che a breve sarà seguito da un secondo progetto nazionale, fornisce un esempio eccellente di come irischi costieri possono essere gestiti in modo coordinato, muovendosi verso la comprensionedell'evoluzione costiera e dei processi naturali. Questo approccio è stato anche fortemente sostenutodalla Commissione Europea (EUrosion, 20041) che ha promosso il concetto di "piani di gestione deisedimenti costieri". Allo stesso modo il progetto EUrosion sottolinea l'importanza particolare di fornireinformazioni accessibili su basi sub-regionali agli azionisti costieri. Il concetto di "sistemi di informazionelocale" (Fairbank et al, 20046) è stato promosso ed illustrato bene dai gruppi costieri regionalinell'Inghilterra centro meridionale (SCOPAC, 20057) dove è stato realizzato un database bibliograficocomprendente 8000 riferimenti di pubblicazioni riguardanti la gestione della costa lungo 400 km di costanell'Inghilterra centro meridionale.

Figura 6.1: Generico supporto alla pianificazione per differenti tipi di costa, per aiutare la gestione delrischio (da Hosking, Moore & Lee, 2001)

Falesie in rapida erosionePendii attivamente instabiliAree depresse non protetteDifese costiere naturali (es. dunesabbiose)Coste a sensibilità molto elevata

oooo

o

Falesie in erosionePendii potenzialmente instabiliAree depresse con difese costiere dibassa qualitàDune sabbioseAree di palude salmastraSpiaggia di marea in zone diimportante trasporto di sedimentiCoste a sensibilità da moderata adelevata

oo

ooo

o

o

Area retrostante falesie in erosioneCondizioni problematiche del terrenoEstuariSpiagge di marea

oooo

Aree non adatte allaurbanizzazione a causa dellecondizioni fisiche. Proposte disviluppo pianificato soggette aimportanti vincoli

Aree soggette a vincolisignificativi dovuti allecondizioni fisiche. Le propostedi sviluppo dei piani localidovrebbero identificare etenere in considerazione lanatura dei potenziali problemie identificare i requisiti perappropriate difese costiere

Aree che potrebbero o menoessere adatte all'urbanizzazione,ma potrebbero essere richiesteindagini e monitoraggio prima dipresentare qualsiasi proposta dipiano locale

Se si propone l'urbanizzazione,essa dovrà essere preceduta daun'indagine dettagliata, unacompleta valutazione del rischio e/ostudi ambientali. Molte applicazionipianificatorie in queste areepotrebbero essere rifiutate sullabase di potenziali problemi fisici.

E' necessario uno studio diinquadramento del sito, seguitoda una indagine dettagliata,inclusa la valutazione del rischioe/o studi ambientali, prima dipresentare una proposta dipianificazione

Aree che necessitano di essereindagate e monitorate per determinarei rischi, la sensibilità ed il bilancio deisedimenti. L'urbanizzazione dovrebbeessere evitata, a meno che non sianofornite adeguate evidenze sullaappropriatezza delle scelte

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Affrontare i rischi derivanti dal cambiamento climatico nelle zone costiere72

Figura 6.2:Lafalesia in erosionea Criél-Sur-Mermette a rischio gliedifici privati.Recentemente,sulla base delledisposizioni dellaLegge Barnier, leproprietà privatevengono demoliteuna volta divenuteinsicure (ved.anche pag. 34).

Qual è il rischio potenziale nella zona costiera della Coted'Albâtre, lungo la costa del Canale della Manica francese?I 130 km di costa della Cote d'Albâtre comprendono scarpate di gesso intervallate a valli simili alla costa dell'estSussex in Inghilterra. Esiste una lunga storia di erosione costiera lungo la costa della regione della SennaMarittima. L'erosione può essere spettacolare con larghi tratti della scarpata che collassano, causando danni eperdite di infrastrutture e provocando il rischio per i residenti locali ed i visitatori. Il rischio dovuto all'erosioneprovoca una minaccia alle varie attività nella zona della falesia. Fortunatamente non ci sono state perdite di viteumane. I movimenti del terreno hanno avuto un impatto molto più serio sulle proprietà e sulle infrastrutture. Peresempio, a Criel-sur-mer, gli edifici privati sono stati interessati gravemente dalla costa in erosione. I rischi costieri rappresentano un problema permanente per le autorità costiere e una grande preoccupazione per lapopolazione locale. Comunque i maggiori processi in corso non sono sempre molto ben compresi. I crolli dalle falesiesono il risultato dei processi naturali come l'erosione costiera e l'alterazione meteorica. Le tensioni all'interno dellefratture nelle falesie aumentano nel momento in cui l'erosione marina rimuove il materiale roccioso dalla base dellascarpata. L'infiltrazione di acqua incrementa il problema riducendo l'omogeneità del materiale della falesia eaumentando il livello dell'acqua nel gesso; inoltre anche le tempeste attaccano la falesia; anche l'assenza di materialeal piede della scarpata rappresenta un problema. Tutti questi fattori contribuiscono al rischio di collasso della falesia.Quando una parte della falesia collassa provoca una maggiore propensione all'erosione nelle zone vicine econduce ad un ciclo continuo di alterazione e rottura. Il Laboratorio di Ricerca dell'Università di Caen è statocapace di stimare il tasso di arretramento della falesia. Il tasso medio lungo le falesie costiere della regione dellaSenna Marittima è di circa 20 cm all'anno. Comunque fra Veuves-les-Roses e Puys, dove il gesso è molto fragile,il tasso di arretramento è di 51 cm all'anno. Fra Benouvilles e Veulettes-su-Mer, dove le rocce sono più dure, iltasso è compreso tra 14 e 17 cm all'anno. Nell'Etretat, durante gli ultimi secoli, le scarpate non sono quasi maiarretrate in quanto ai piedi della scarpata il gesso è "du tilleul", ovvero un materiale molto resistente.L'urbanizzazione lungo le coste ha avuto come risultato la costruzione di difese costiere, particolarmente alla finedel diciannovesimo secolo quando fu adottata "la politica di difesa dal mare". Come risultato, molte strutture didifesa furono costruite, compresi moli e banchine, in modo da contrastare l'erosione costiera. Più recentementeè stato proposto il rinforzo di alcune strutture, fatto questo giudicato inappropriato in quanto la forza del marevincetene sempre a prevalere.Una delle più importanti strategie per rispondere all'erosione costiera è quella di creare delle zone di sicurezza.La definizione di zone di sicurezza può essere basata sullo spostamento della popolazione in una certa zona. La creazione di zone di sicurezza, anche se essenziale, presenta degli svantaggi, ma la necessità di questapolitica è stata accettata dalla popolazione e dai governi locali. La questione che sussiste riguarda la sicurezzadei visitatori che si avventurano vicino al limite della falesia, non curandosi dei segnali di pericolo. Tutti gliinsediamenti lungo la costa hanno creato in quelle aree una illusione di sicurezza, ma in realtà la linea di costarimane vulnerabile alle forze della natura e può inoltre presentare rischi ai fruitori della costa.

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La gestione del rischio costiero in pratica 73

Le varie iniziative descritte sopra completano l'obiettivo chiave di fornire una migliore informazione allapolitica di pianificazione. E' stato sottolineato precedentemente che la pianificazione gioca un ruolochiave nella gestione del rischio costiero. Aiuta ad assicurare che il rischio sia bilanciato rispetto ad altreconsiderazioni come quelle economiche, di sviluppo, di conservazione e di ricreazione (Ballinger et al.,20058). Un sistema di pianificazione strategico, inoltre, aiuta a minimizzare il rischio per la vita dellepersone e per le proprietà assicurando che soltanto lo sviluppo che non genererà un rischio nonaccettabile sarà permesso. Questo può avvantaggiarsi del miglioramento nelle conoscenze e di espertinei campi di gestione del rischio costiero in relazione all'erosione costiera, alle inondazioni e alle franeed informare, inoltre, nel modo migliore chi prende le decisioni riguardo la fattibilità dello sviluppo dellezone costiere, guardando avanti ai prossimi 50-100 anni. Gli esperti dei problemi costieri possono,inoltre, assistere i pianificatori identificando i pericoli costieri e spiegando i rischi risultanti, identificandoquindi chiaramente se lo sviluppo può essere permesso, e se così, per quale periodo di tempo.

Figura 6.4: Gestione delrischio per frane di crollo

attraverso la pianificazionea zone (adattato da

Capans, 2004).

Figura 6.3:Un possibilemodello per lapianificazione nellazona retrostante diuna scarpata inerosione dove leopere di difesesono insostenibili(McInnes, 2006)

Arretramento stimato della falesia (anni)

Territoriocompreso neiPiani diUrbanizzazione per nuovifuturiinsediamenti,molto piùall'interno.

Le onde attaccano il piede della falesia

Alterazione meteorica della falesia

Strategie dipianificazione

Zona a rischio 1: Non èpermesso alcun nuovoinsediamento urbano emiglioramento delle proprietàesistenti. Alcune proprietà sonogià andate perse o demolite.

Zona a rischio 2: Sonopermesse soltantomodeste modificazionied ampliamenti.

Zona a rischio 3: Leproprietà esistenti possonoessere migliorate ma nonè pèrmesso alcun nuovoinsediamento urbano.

Zona a rischio 4: Sonopermessi nuovi insediamentiurbani ma possono esserelimitati nel tempo dalle condizionidi pianificazione consentite.

N.B.: Le zone arischio si spostanoindietro conl'arretramento dellascarpata.

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MENTON: Pianificazione territoriale in una regione interessatada fenomeni franosi

Uno studio innovativo che offre nuove prospettive sulla gestione del rischioE' possibile urbanizzare la città di Mentone,in Francia, e contemporaneamenteproteggerla dai fenomeni naturali come lefrane? Questa era la domanda alla qualerispondere attraverso uno studio realizzatoper il comune di Mentone, in collaborazionecon il Departmental Direction of Equipment(Servizio di Stato), il Dipartimento delle Alpi-Marittime e la Regione Provence-Alpes-Côte d'Azur. Tavola 6.1

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UN TERRITORIO COLPITO DALLE FRANE LIMITAZIONI ALL'USO DEL TERRITORIO

ANALISI COSTI-BENEFICICOSTI SIGNIFICATIVI

Contacts: E. Leroi, URBATER, 48, avenue Trespoey, 64000 PAU, FRANCE. Tel +33 (0)559304650 email: [email protected] Vettori, CANCA, 405 Promenade des Anglais, BP 3087, 06202 NICE Cedex 3, FRANCE. Tel: +33 (0)489981240 email: [email protected]

comune. Nel 1952 una franacausò la morte di 11 persone;nel 1887 un intenso terremotoha provocato il crollo dinumerosi edifici e la completadistruzione dell'abitato diCastillon, ubicato a 5 km anord di Mentone. Sebbenemeno drammatiche, le alluvionicausano regolarmente seridanni a diverse parti della città.

A causa degli intensi eventi dipioggia alla fine del mese diNovembre 2000, più di 400frane si sono verificate nelterritorio di Mentone, nellaRiviera francese. Durantequesto evento si sonoverificati danni agli edifici, allestrade ed alle infrastrutture.Questi fenomeni non sono neeccezionali ne unici in questo

I Piano di Prevenzione dei Rischi preparato dalloStato per il Comune di Mentone ha stabilito che il 30%del territorio non è idoneo per l'urbanizzazione.Queste limitazioni sullo sviluppo sono da aggiungerea quelle già esistenti a causa di altre normative, inparticolare la "Legge Litorale" che salvaguarda learee naturali e quelle definite all'interno del Piano diSviluppo Urbano.

A seguito dei fenomenifranosi sono stati spesi 10milioni di euro nellarealizzazione di lavori dibonifica, in modo daripristinare l'accesso alleproprietà. Inoltre, sonostati realizzati studi alivello generale sullavalutazione e mitigazionedel rischio.

A KEY PRIORITY: MANAGEMENT AND CONTROLOF SURFACE WATER FLOWS

Figura: 6.5: La gestione del rischio da frana a Mentone, in Francia.

Occore trovare un equilibrio tra l'urbanizzazione e laprotezione del territorio dato che i rischi naturalicostituiscono solo una limitazione fra tante altre.Le soluzioni sono state basate su:- studio dei fenomeni- studio del territorio mediante l'uso di dati storici- realizzazione di un inventario dei beni e

classificazione della loro vulnerabilità- sviluppo di strumenti (es. GIS) per la gestione e la

visualizzazione dei datiLe soluzioni devevano essere recepite da tutti ipartners (Stato, Comune, residenti locali), e furonosviluppate in base ad una logica di tipo "win/win".

High constraintsLow constraints

Land-usePlanning

(POS)

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RISCHIO DAFRANE DICROLLO

Preparazione dicarte di pericolosità

Consigli eorientamenti asupporto dellapianificazione

Questionari per iresidenti locali

Mappe di pianifi-cazione urbana

Progettazione dilavori di protezione

Urbanizzazione/Progetti disviluppo turisticoPPR

Beni a rischio

Modellazione 3Ddella traiettoria del

crollo

La Désirade: un esempio di gestione integrata del rischioL'isola della Désirade nelle Antille francesi è lunga 11 km e larga 3 km. Si trova all'estremità orientale dell'arcipelago dellaGuadalupe. L'isola è costituita da un altopiano delimitato verso la costa da una scarpata alta 200 m. La Désirade è localizzata lungoil percorso dei cicloni e nella zona di contatto fra la placca caraibica e la placca atlantica, ed ha, inoltre, una esposizione moltoelevata al rischio da frane, da terremoti e da cicloni. A Le Souffleur una casa fù fortemente danneggiata da un crollo avvenuto nel 1997 e due persone rimasero ferite. Reti di protezionetemporanee furono installate e lo Stato incaricò un consulente di proporre soluzioni sostenibili per mettere in sicurezza il sito. LoStato, inoltre, aveva previsto la delocalizzazione di alcune abitazioni, se le misure di protezione fossero risultate troppo costose. Le ricerche mostrarono che le reti di protezione non erano economicamente giustificate se comparate al numero di proprietà chene avrebbero beneficiato ed i residenti erano fortemente contrari alla soluzione della delocalizzazione. Lo Stato allora decise di preparare i Piani di Prevenzione del Rischio (PPR) per la Désirade e contemporaneamente uno studiosulla pianificazione e lo sviluppo della zona di Le Souffleur, in modo da analizzare il territorio disponibile per sistemare quellefamiglie esposte al livello più alto di rischio. La metodologia adottata prevedeva previsto:- una diagnosi territoriale esaustiva dell'isola della Désirade;- la proposta di una soluzione per la riduzione del rischio e di un progetto per lo sviluppo e la pianificazione basato su unapproccio integrato alle soluzioni (protezione ed ambiente) insieme a un approccio multi-scala (analisi globale e locale);- l'abilità di ascoltare, comunicare ed educare (includendo uno studio della popolazione per capire la loro percezione dei rischi ecomprendere le loro aspirazioni; incontri pubblici spiegarono l'approccio e le azioni proposte)- una zonazione del rischio e regolamenti associati

Un piano per la gestione del rischio da crolli sull'isola La Désirade, Antille francesi

Tavola 6.2: Ubicazione della Désirade e del sito dove nel 1997 si sono verificati i crolli a Le Souffler

Figura 6.6: Quadro generale perla gestione del rischio da crollosull'isola della Désirade(adattato da Leroi, 2005)9

200m

1997 Rockfalls

Attraverso una combinazione dirimedi fisici e di miglioramenti socialisono state sviluppate soluzionipolitiche sul rischio e sullapianificazione, che risultavanoentrambi sia sostenibili cheaccettabili dalla popolazione locale.

* Il piano di Prevenzione delRischio (PPR) è il più importanteelemento per la gestione dei rischinaturali in Francia, combinando l'usodel territorio, informazioni per lapopolazione ed il risarcimento aseguito di un disastro (Leroi, 2005)

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La gestione del rischio costiero in pratica 77

Gestione del rischio da inondazionenella città di Venezia, Italia

Negli ultimi decenni, il fenomeno dell'acqua alta aVenezia è aumentato sia in termini di frequenzache di intensità. Questo è dovuto agli effetticombinati dell'innalzamento del livello marino(eustasia) e dell'abbassamento del suolo(subsidenza). Il risultato è un abbassamento delterreno rispetto al livello del mare di circa 23 cmdall'inizio del ventesimo secolo.

Le aree più depresse della città sono quelleinteressate più seriamente da questo fenomeno.Piazza S. Marco inizia ad allagarsi con maree dilivello +60 cm, ed a +100 cm la piazza è quasiinteramente sommersa; l'acqua invade la piazzacirca 250 volte l'anno.

Un nuovo programma di lavori per la riduzionedelle inondazioni si prefigge di proteggere l'areadalle inondazioni più frequenti, di ristrutturare lapavimentazione e di migliorare le condizionisotto la superficie.

Tavola 6.3: Un evento di allagamento in PiazzaS.Marco. La piazza è parzialmente allagata

circa 250 volte l'anno.

Il progetto si prefigge di proteggere Piazza S. Marco dalle maree più frequenti ed assicurerà l'accesso allapiazza fino a maree di +110 cm, mediante una combinazione di misure che affrontano ciascuno dei tre tipi diallagamento. Per combattere l'acqua che sormonta la laguna, la zona prospiciente l'acqua e lapavimentazione retrostante verranno innalzati e ristrutturati; per combattere l'acqua che risale dal sistema didrenaggio e dalla infiltrazione superficiale i lavori restaureranno e poi chiuderanno antiche gallerie sottostantila piazza, dopodichè sarà installata una nuova rete di raccolta delle acque meteoriche. Il collasso di questeantiche gallerie ha a sua volta causato danni alla pavimentazione sovrastante. Esse saranno ristrutturatesenza modificare il livello attuale della piazza. In aggiunta, uno strato di bentonite sarà steso sotto lapavimentazione della piazza, in modo da renderla impermeabile.

Le difese dalle inondazioni per la piazza sono parte di unpiù vasto programma di misure per la protezione dellacittà e della laguna dagli allagamenti, ed è integrato conil sistema MOSE attualmente in costruzione ai treingressi della laguna, per difendere l'intera laguna datutte le acque alte, inclusi gli eventi estremi.

Tavola 6.4: Lavori di prevenzione dalleinondazioni in corso in Piazza S.Marco..

Figura 6.7: Frequenza degli eventi diinondazione per decade nella città di Venezia

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Tavola 6.5: La simulazione (figura 6.8 sopra) rappresenta una sezione della falesia in arenarie friabili in rapida erosione nella costa sud occidentale dell'Isola di Wight. Questa fotografia della reale linea

di scarpata illustra la scala dei processi erosivi che il Comune vorrebbe quantificare nel contesto del cambiamento climatico.

Affrontare i rischi derivanti dal cambiamento climatico nelle zone costiere78

Simulazione del rischio costiero - pianificazione per una futura gestione sostenibileLa previsione delle tendenze della geomorfologia costiera e conseguentemente la valutazione deipericoli associati si focalizza sulla comprensione delle variazioni che sono avvenute nel passato.Storicamente questo è stato ottenuto monitorando e riferendosi ad una varietà di serie di dati quali rilievitopografici o fotogrammetria aerea. Questa metodologia è stata recentemente perfezionata per produrreuno strumento quantitativo per una rapida valutazione della futura evoluzione costiera usando un GIS.Traendo vantaggio da serie storiche di foto aeree risalenti alla metà del ventesimo secolo è possibileottenere una stima accurata delle variazioni della linea di costa che offre molti vantaggi rispetto adapprocci più tradizionali quali il confronto delle falesie in arretramento ottenuto dalle precedenti carte.Metodi sempre più sofisticati di elaborazione dei dati, incluse serie di dati "Ordnance Survey" e dati dasatellite sono disponibili per produrre una serie di modelli e simulazioni. Queste tecniche, combinate conle foto aeree, forniscono un potente strumento per permettere la divulgazione di informazioni su unaserie di questioni ingegneristiche e geologiche.

Figura 6.8:Simulazione di

arretramento del piededella falesia in una

periodo di cinquantaanni per parte della

costa sud-ovestdell'Isola di Wight,

Regno Unito

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Gestione del rischio nella Regione Marche, nell'Italia centro-orientale

La Regione Marche si estende per 172 km lungo la costa orientale italiana, sul Mare Adriatico, orientatoNO-SE; la Regione comprende 23 Comuni e 4 province. I pericoli naturali sono una questione chiaveper le Autorità Regionale e Provinciali dell'area, che è una delle Regioni italiane più avanzate nellostudiare ed affrontare pericoli e rischi naturali sempre crescenti.

La costa della Regione Marche è sia economicamente che ambientalmente ad alto valore. Tuttavia,l'intensa urbanizzazione degli ultimi cinque decenni, lo sviluppo di infrastrutture residenziali e turistiche,di attività commerciali ed industriali non ha sempre tenuto conto dei vincoli fisici ed ambientali della zonacostiera. La costa marchigiana è interessata da erosione costiera, alluvioni fluviali, frane e rischiosismico. Tra questi, l'erosione costiera rappresenta uno dei fattori di preoccupazione più importanti inriferimento alla stabilità della sua economia, particolarmente in relazione all'industria turistica.

La Regione Marche ha sviluppato nel 2004 due strumenti pianificatori chiave:

per affrontare l'erosione costiera: una legge regionale inerente la "Gestione integrata delle aree costiere"10, seguita da un Piano specifico finalizzato ad affrontare le questioni legate alla erosionecostiera ed all'urbanizzazione;per affrontare le alluvioni fluviali e le frane: il "Piano per l'Assetto Idrogeologico"11 inerente le alluvioni fluviali e le frane ad una scala regionale - comprendente le aree costiere. Questo ha lo scopo di definire condizioni di pericolosità e rischio, di stabilire regole per l'uso del territorio, di identificare azioni prioritarie per migliorare la sicurezza e ridurre i rischi in generale.

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Engaging the Community and Co-ordinating the Response to Coastal Risks 79

Tavola 6.6: la costa dellaRegione Marche in Italia èpesantemente sviluppata peril turismo. La zona costieracomprende anche unaimportante ferrovia nord-sud,collegamenti stradali e tunnelche interessano areecostiere interessate da franecostiere e da attività sismica.Questa fotografia dellaimportante città diGrottamare è stata oggetto distudi dettagliati allo scopo diindirizzare le politichepianificatorie ed in generalela riduzione del rischio.

Tavola 6.7: Molte delle zonecostiere della RegioneMarche sono densamenteurbanizzate per supportarel'industria turistica.

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Al fine di rendere possibile alle autorità locali e regionali la valutazione dei loro progressi versol'implementazione della gestione del rischio costiero, sono importanti le seguenti domande:-

pensi che le indicazioni di politiche gestionali del rischio nei tuoi piani di urbanizzazione siano: esaurienti, parziali, limitate o inesistenti? i tuoi piani di urbanizzazione considerano la durata limitata di alcune difese costiere in relazione alle potenziali future urbanizzazioni?i tuoi documenti pianificatori riflettono un approccio collaborativo tra ingegneri costieri, specialisti in inondazioni, rischio di erosione e frana, oltre allo staff di pianificazione?

(Ballinger et al, 20058).

E' fondamentale che i consigli degli esperti del rischio costiero siano ascoltati dal sistema pianificatorioe dai politici. Un crescente rischio derivante da erosione, frana e inondazione può essere ridotto se neipiani di urbanizzazione sono fornite indicazioni che verranno seguite durante tutto il processo dicontrollo della urbanizzazione. Se questo non si ottiene, allora potrebbe essere necessario imporreulteriori misure regolamentari, al fine di prevenire una enorme crescita dei costi per gli stati membri intermini di misure di emergenza o opere di bonifica post-disastro.

Storicamente c'è stata una limitata relazione tra la pianificazione ed il rischio costiero. Questo haprovocato un'eredità di siti urbanizzati in aree costiere non adatte e uno apposito sistema di opere didifesa costiera. Un falso senso di sicurezza è spesso stato dato da difese estese e vecchie e moltecomunità sono ancora tentate dal porre una ingiustificabile fiducia nella affidabilità a lungo termine disoluzioni ingegneristiche come i muri frangiflutti. Questo accade nonostante la minaccia delcambiamento climatico e la associata veloce variazione delle condizioni fisiche lungo la costa.

Ora c'è una diffusa consapevolezza che in determinati siti sono stati commessi errori in passato, e sispera che il supporto ed i consigli, oltre ad eccellenti esempi di buone pratiche che sono state forniteda vari stati membri ed illustrate in questa guida, possano aiutare a migliorare il processo,assicurando che le nuove urbanizzazioni, le persone e le proprietà non siano sottoposte ad inutilerischio (Ballinger et al, 20058).

Bibliografia

1. European Commission, 2004. 'EUrosion - living with coastal erosion in Europe'. Luxembourg.2. Halcrow, 2002. 'Futurecoast report for Defra'. Swindon. 3. Defra, 2005. 'High level targets for flood and coastal erosion risk management'. Defra, London.4. Defra, 2006. 'Shoreline management plans guidance'. Crown copyright, London. 5. Bray, M., Hooke, J. and Carter, D. 2005. 'SCOPAC sediment transport study'. Report for the

Standing Conference on Problems Associated with the Coastline. University of Portsmouth.6. Fairbank, H. and McInnes, R. G. 2004. 'Report for the EUrosion project on Local Information

Systems'. Ventnor, Isle of Wight. Centre for the Coastal Environment.7. SCOPAC, 2005. 'Bibliographic database for SCOPAC'. Isle of Wight.8. Ballinger, R., Potts, J., Taussik, J., McInnes, R. G. and Fairbank, H. 2004. 'Local authority

coastal risk management pack'. Local Government Association, London.9. Leroi, E., Bonnard, Ch., Fell, R., McInnes, R., 2005. ‘Risk assessment and management’. State of

the Art Paper No.6. Int. Conf. on Landslide risk mgt. Vancouver. Balkema.10. Regione Marche. 2005. ‘Integrated management of coastal zones’. Ancona, Italy.

http://www.autoritabacino.marche.it/costa/costa.asp11. Regione Marche. 2004. ‘Plan for hydrogeological assets’. Ancona, Italy.

http://www.autoritabacino.marche.it/pai/paiintro.asp

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Coinvolgere la comunità e coordinare la risposta ai rischi costieri 81

Capitolo setteCoinvolgere la comunità e coordinare la risposta ai rischi costieriLa gestione delle zone costiere richiede intelligenti decisioni prendendo in considerazione le condizionicostiere passate, presenti e potenziali. Questo può essere raggiunto in modo più efficace attraverso unapproccio coordinato alla gestione del rischio costiero, minimizzando i rischi alle comunità costierevulnerabili, identificando e comprendendo la natura e l'estensione del cambiamento climatico, econseguentemente indirizzando lo sviluppo verso ubicazioni più idonee. Un approccio del genere aiuteràad assicurare che le esistenti e le future aree sviluppate non siano esposte a rischi inaccettabili e che taliaree non incrementino il rischio per il resto della comunità costiera. Non c'è dubbio che le implicazioni delcambiamento climatico e dell'innalzamento del livello marino rappresentino serie sfide per la futuragestione delle coste. Sempre di più, le decisioni di politica operativa presenti e future hanno bisogno diessere posizionate all'interno di un quadro a lungo termine, che fornisca alle politiche operative una"visione" ed una "direzione" (Lee, 20001). Lo sviluppo di una comprensione dell'evoluzione costiera alungo termine aiuta, inoltre, ad assicurare l'identificazione di aree dove i problemi di gestione possonocomparire in futuro. I partners del progetto Response sono certi che l'approccio adottato, che si proponedi cartografare le variazioni costiere ed evidenziare aree che meritano particolare attenzione dal punto divista della prospettiva di gestione del rischio, rappresenta un esempio di buona pratica.

La rilevanza dei rischi naturali ed antropici per il sistema di pianificazione è già stata evidenziata ed èora possibile trarre vantaggio da nuove tecnologie che forniscono eccellenti opportunità di scambio diinformazioni e divulgazione della ricerca, sia all'interno della comunità scientifica che tra gli scienziati egli utilizzatori. Questo studio ha inoltre evidenziato la necessità di una stretta integrazione fra l'azionedegli ingegneri, dei pianificatori, dei politici e degli altri attori interessati alle zone costiere e riconosceanche che le autorità locali giocano un ruolo centrale nel coordinare la gestione delle zone costiere e leattività di gestione del rischio costiero "sul terreno" e che sono ben posizionate nel mantenere il controllosia della gestione delle aree costiere e della gestione del rischio costiero in collaborazione con altreimportanti organizzazioni.

Gli specialisti nei campi delle scienze della terra, della protezione delle coste e delle inondazionicostiere saranno sempre più richiesti al fine di gestire il crescente rischio associato con il cambiamentoclimatico nei prossimi decenni. Vivendo in un ambiente costiero spesso turbolento ed imprevedibile, igeologi possono contribuire al processo decisionale mediante un quadro di gestione del rischioprogettato per esaminare le questioni tecniche e sociali legate alla sostenibilità. Questo significa, inpratica, anticipare i rischi antropico-naturali mediante un'ampia discussione e calcolo delle potenzialisituazioni future e valutando le certezze, le incognite e le probabilità di vulnerabilità e dell'esposizionedelle persone ai pericoli. Questa indicazione aiuterà a valutare e determinare tutte le possibili opzioniper controllare, mitigare ed adattarsi al rischio. In relazione alla gestione del rischio da inondazione, lacreazione di mappe della pericolosità e del rischio da inondazione dei bacini idrografici in aree costiere,insieme alla creazione di squadre di esperti a livello nazionale o a livello di autorità di bacino edall'aumento della consapevolezza e dell'educazione del cittadino, sono considerate fondamentali perla gestione sostenibile delle inondazioni, guidate a livello europeo dalla Direttiva Quadro e da proposteper una Direttiva sulle Inondazioni.

Gli studi inerenti le coste, le indagini sul terreno ed altre valutazioni scientifiche possono sollevare variepreoccupazioni in gruppi ed individui differenti all'interno della comunità. Quindi, una appropriatadivulgazione delle informazioni alla comunità, durante e dopo gli studi del rischio costiero, costituisconouna parte essenziale di un programma di comunicazione di successo. I proprietari di immobili inparticolare, che possono avere una conoscenza molto scarna della storia o dell'estensione del rischiocostiero, dell'instabilità o dei problemi di inondazione in un'area, possono essere particolarmentepreoccupati dei risultati dei rilievi; la preparazione di informazioni non tecniche può essere utile nel farcrescere la consapevolezza ed alleviare questi timori. C'è stata una crescente cognizione, quindi, che ilmantenimento di un dialogo con gli interessati, sin dall'inizio degli studi e delle indagini, è vitale se lacomunità deve capire e supportare i risultati finali.

Le ricerche precedenti (McInnes et al, 20002) hanno mostrato che molto può essere fatto per ridurrel'impatto dei pericoli naturali mediante un approccio coordinato che coinvolga tutti i settori della comunità,così come i professionisti coinvolti nella pianificazione, nelle strade, nelle industrie di servizio, nelle attività

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SUPPORTO AI RESIDENTI IN ZONE COSTIERECOME PUO' ESSERE GESTITO

Figura 7.1: In termini digestione del rischio costierola comunità locale puògiocare un ruolo importante,ma ciò sarà raggiunto solose le complesse questionitecniche sono spiegate inmodo non tecnico. Questocartello è uno dei cinquerealizzati per spiegare airesidenti delle zone costiereil rischio da frana nell'Isola diWight nel Regno Unito.

Gli elementi chiave delleindicazioni fornite inquesto cartello sono:

I piani attuali per lagestione del rischio dafrana nell'Isola di Wight.Il ruolo del Comune qualeautorità pianificatorianell'Isola di Wight.Come le misure diprotezione della costapossono aiutare a ridurre ilrischio da franaI programmi di monitor-aggio delle frane ed isistemi di allarme.Migliorare la stabilità deiterreni mediante drenaggiincluse misure per ridurrela perdita dai dreni e dalletubature..Cosa possono fare iproprietari di immobili perassicurare che le pratichedi gestione sui loro terreninon aggravino i problemidi instabilità.Come le nuove tecnologiequali il GIS possonoassistere mediante lagestione dei dati e lafornitura di informazionipubbliche.Il ruolo del Centro Visitedell'Isola di Wight intermini di assistenza perl'informazione pubblica edil lavoro di educazione.Supporto per i proprietaridi immobili e le impresemediante pubblicazioni,volantini ed il sito web.

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INTERESSATE DAI RISCHI DA FRANA ED EROSIONEIL PROBLEMA DELLE FRANE?

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assicurative, così come i costruttori, gli architetti, i lottizzanti. E' molto importante per questi gruppi lavorareinsieme con lo scopo di assicurare che i problemi di gestione del rischio non siano aggravati da unaprogettazione inappropriata o quale risultato dell'implementazione di progetti di ingegneria, costruzione oaltro. Una crescente ampia gamma di strumenti è disponibile per assistere questi processi e non c'è scusaper una consultazione insufficiente. Nuove tecnologie, fonti provenienti dai "media", centri di informazionecostiera e funzionari delle autorità locali, così come i programmi educativi, tutti forniscono un mezzo peraumentare l'interesse e la consapevolezza nei problemi di gestione del rischio costiero. L'interessamentomediatico quasi giornaliero intorno al cambiamento climatico fornisce anche un veicolo per aumentarel'interesse e la consapevolezza delle sue implicazioni, fornendo una opportunità per calare questequestioni globali in un contesto locale o regionale.

Si auspica che questa guida di buone pratiche, assieme all'allegato Response Training Pack ed alleprecedenti pubblicazioni inclusa "Managing ground instability in urban areas" (McInnes, 20003) e "Anon-technical guide to coastal defence" (McInnes 20044) aumenterà l'interesse e la consapevolezza efornirà assistenza pratica per coloro che sono impegnati nel ridurre i rischi nelle zone costiere. E'parimenti riconosciuto che molte delle indicazioni e del supporto fornito con il progetto LIFE Responsepuò essere applicato ad altri ambienti quali le regioni montuose.

Bibliografia1. Lee, E. M, Jones, D. K. C. and Brunsden, D. 2000. 'The landslide environment in Great Britain'.

In 'Landslides - Theory, research and practice'. Thomas Telford, London. 2. McInnes, R. G., Tomalin, D. and Jakeways, J. 2000. 'Coastal change, climate and instability'.

Final report of the LIFE Environment project. Ventnor, IW. 3. McInnes, R. G. 2000. 'Managing ground instability in urban areas'. Ventnor, IW. 4. McInnes, R. G. 2004. 'A non-technical guide to coastal defence'. Report for SCOPAC, Ventnor, IW.

Tavola 7.1: Specialisti costieri e geotecnici che studiano il Piano di Gestione della Costa dell'Isola diWight al Centro Visite della Costa di Ventnor. Il Centro è di grande importanza per la gestione del

rischio costiero, con risorse disponibili per la ricerca di scienziati, gruppi scolastici e cittadini.

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SCOPAC Regional Coastal GroupCentral-southern coast of England, UK

Scarborough Borough Council, UK

Maritime Office in Gydnia (Urzad Morski w Gdyni), Poland

Provincia di Macerata, Italy

Provincia di Pesaro e Urbino, Italy

Regione Marche, Autorità di Bacino Regionale, Ancona, Italy

Bureau de Recherches Gèologiques et Minieres, France

Consiglio Nazionale della Richerche (CNR)Istituto di Ricerca per la ProtezioneIdrogeologica (IRPI) Perugia, Italy

Centre for the Coastal EnvironmentIsle of Wight Council, UK

Riguardo questa pubblicazioneQuesta guida di buone pratiche costituisce uno dei risultati del progettoLIFE Ambiente "Response" - "Affrontare i rischi del cambiamentoclimatico nelle zone costiere"; il progetto ha beneficiato del supportofinanziario del Programma LIFE Ambiente della Commissione Europea.Il progetto nel suo complesso è stato realizzato da ricercatori del RegnoUnito, Francia, Italia e Polonia, sotto la direzione del Centro perl'Ambiente Costiero (Centre for Coastal Environment) del Consigliodell'Isola di Wight (UK).

Il programma del progetto Response (2003-2006) è descritto nel sitoweb www.coastalwight.gov.uk/response Si ringraziano i team scientificidei partner di progetto, sotto elencati.

Professor Jacqueline McGlade, Direttore Esecutivo,Agenzia Europea per l'Ambiente (European Environment Agency)" Il cambiamento climatico sta già avvenendo e sta avendo impatti diffusi, molti deiquali con costi economici sostanziali, per le persone e per gli ecosistemi di tuttal'Europa. Sono necessarie strategie, ad un livello europeo, nazionale, regionale elocale, per adattarsi al cambiamento climatico."

Kofi Annan*, Segretario Generale dell'ONU, Klaus Toepfer**, Funzionario Senior ONU, Organizzazione Nazioni Unite"Il cambiamento climatico non è una prognosi, è una realtà che sta portando eporterà sempre di più alla sofferenza umana ed economica."**"C'è stata una crescente frequenza di eventi meteorici estremi negli scorsi anni. C'èuna crescente preoccupazione che questa tendenza sia destinata a proseguire"*

La Commissione Europea"Il valore totale dei complessi economici situati entro 500 metri dalla linea di costaeuropea, incluse le spiagge, i terreni agricoli e le industrie, è attualmente stimatoin 500-1000 miliardi di Euro""Flood risk management: Flood prevention, protection and mitigation"Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, aiComitati Economici e Sociali delle Regioni, Bruxelles.

Dr. R K Pachauri, Chairman, Gruppo Intergovernativo sul CambiamentoClimatico (Intergovernmental Panel on Climate Change)"L'effetto del cambiamento climatico sulla salute umana, gli ecosistemi, laproduzione alimentare, le risorse idriche, le piccole isole e le regioni costieredepresse, sarà probabilmente grave""Il Terzo Report di Valutazione, quindi, ha concluso che i benefici economici primaridella mitigazione deriverebbero dai costi evitati associati con gli impatti avversi delcambiamento climatico"Discorso alla Nona Conferenza delle Parti alla Convenzione Quadro sulCambiamento Climatico delle Nazioni Unite, Milano.

Munich RE (2006), Revisione Annuale: Catastrofi Naturali 2005"Il 2005 ha frantumato tutti i record negativi. Le catastrofi naturali non sono maistate così dispendiose, sia per le economie mondiali che per le attivitàassicurative. È stato inoltre uno degli anni con più vittime degli ultimi decenni."Dr Gerard Berz, Capo del Dipartimento di Ricerca sui Rischi Geologici,Munich Re (2006), Climate Change - Modest warming, dramatic effects."Osservato in tutto il mondo negli scorsi decenni e chiaramente riflesso nelle richiestedi risarcimento alle assicurazioni, l'incremento delle perdite da catastrofi naturali èuna delle principali e più forti evidenze che l'impatto dei cambiamenti ambientaliglobali generato dall'uomo sta crescendo"

Associazione degli Assicuratori Britannici (Association of British Insurers)"Nel Regno Unito, il cambiamento climatico potrebbe aumentare il costo annualedelle inondazioni di almeno 15 volte entro il decennio del 2080 sotto uno scenario dialte emissioni, portando le perdite totali potenziali derivanti da inondazioni fluviali,costiere e urbane a più di 40 miliardi di dollari (22 miliardi di sterline). Tenere inconsiderazione il cambiamento climatico nelle politiche di gestione delle inondazioni,incluso lo sviluppo controllato nelle piane alluvionali ed investimenti crescenti nelladifesa dalle alluvioni, potrebbe limitare la crescita dei costi ad un possibile incrementodi quattro volte (a 9.7 miliardi di dollari o 5.3 miliardi di sterline)."Association of British Insurers (2005), Financial Risks of climate change,Summary report, June 2005.

Alcuni pareri di esperti del cambiamento climatico

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www.coastalwight.gov.uk/response.html

Affrontare i rischi derivanti dal cambiamento climatico nelle zone costiere

Una guida di buone pratiche

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