Soul Running #1 - Nov 2011
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Soul
RUNNING
Alex Bellini - Coast to CoastMario Poletti VS Marco De Gasperi
Gross & Gross ITWCesar Rosales - Huascaran tutto d’un fiatoConnie Zamernik - Patagonia experience
TDG People 2011
In esclusiva l’unico e reale Test trail shoes 2012
PERI
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2011
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5.00
jeep-offi cial.it
NEVER ADAPT.
Jeep® Wrangler. Vieni a provarla.
Consumi ciclo combinato da 7,1 a 11,7 l/100km. Emissioni CO2 da 187 a 273 g/km.
Jeep®
è un brand Chrysler Group LLC
Jeep® Wrangler non conosce limiti anche quando si tratta di comfort e
tecnologia: interni in pelle con sedili riscaldabili, sistema Bluetooth Uconnect®, Radio touch screen da 6,5’’ con hard disk da 30GB e
cerchi in lega da 18’’. Jeep Wrangler. C’è chi nasconde il proprio lato selvaggio e chi lo lascia libero.
JEEP_never_doppia460x275.indd 1 07/11/11 12.04
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4
PO
RTFO
LIO
Chi: Alex BelliniDove: nei pressidellA Us44,
A devil elBow, MissoUri. CliCk: MAUro TAlAMonTi
Durante la LA-NY Footrace 2011. 5139 km percorsi in 70 giorni. Negli stati centrali il dislivello è nullo per centinaia di chilometri. Lo sguardo cerca un punto di riferimento all’orizzonte per spingereil corpo ma soprattutto la mente ad andare avanti.
5
“Sul filo di creste rosse alte fino ad 80 mt, vento caldo. Intorno l’infinito” .Edizione 2010 della 100Km of Namib Desert.
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PO
RTFO
LIO
Dove: nAMiBiA CliCk: MAUro CoTTone
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“Sabbia finissima, nera, impalpabile. Si vola come su un enorme nevaio color pece, lungo i ripidi canaloni dell’Etna durante la Lafuma Sicily Volcano Trail”
Chi: Agne pUCkAiTeDove: eTnA
CliCk: peppe d’Urso
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PO
RTFO
LIO
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ed itor i a le
Comportamento etico, politicamente corretto, onestà intellettuale, fair
play. Tante sono le volte che ho sentito usare impropriamente queste
parole che non sono più sicuro del loro esatto significato e nemmeno so
se mi piacciono o non mi piacciono, per dirla alla Facebook. A volte la
mia amata e reiterata incoerenza mi fa somigliare al principe di Machia-
velli, a volte mi scopro paladino del fair play ed inorridisco dei miei stessi
pensieri. A volte primo a tutti i costi a volte ultimo con dignità..
sarà il momento politico, sarà che corro ma non sono quasi mai in
gara ....e forse ci vorrei essere...sarà un po’ tutto ma a me piace così.
si può dire che “corro alla giornata” , cerco già di programmare tutto:
il mio lavoro, la mia famiglia, le vacanze, i ri-
sparmi......anche la passione va programmata?
Che etica c’è nel praticare il running con uno
spirito freeride? esiste un codice di identifica-
zione per un’impresa, così da definirla libera da
schemi? Certo che se definisco qualcosa come
freeride, la incasello in una griglia. e’ corretto?
insomma cosa stiamo pubblicando sul nostro
magazine? Così è sorta la necessità di definire
cos’è freeride nella corsa e questa è la definizione
più vicina a ciò che in queste pagine abbiamo voluto
esprimere: osservare, individuare e correre, essere
liberi di correre perseguendo un’unica meta: la nostra
passione. A quel punto la prestazione è spontanea.
Tutto ciò che troverete di interessante o meno qui dentro e nato così.
Un giorno. Tanto tempo fa o domani. e’ nato perchè doveva nascere,
perchè era dentro a tutti coloro che hanno voluto scrivere, fotografare,
correre con noi. la magnifica incoerenza, il disordine non sapiente-
mente calcolato, la voglia di fare e di esserci che brucia dentro sempre
e porta a creare senza pensarci troppo, non sono pezzi di incoscienza,
sono solo parte essenziale di noi. la parte che odiamo et amiamo
ma che innegabilemente ci rende unici. la passione ci rende unici.
Questo magazine è unico. nel bene e nel male. nelle pagine che
seguono troverete prinicipalmente uomini e donne e le loro storie.
le storie che più rappresentano cìò che questo magazine vuole diven-
tare: un contenitore/laboratorio dove le idee arrivano per farne nascere
altre. Uomini come Alex Bellini e Cesar, donne come Connie speriamo
vi possano ispirare come hanno affascinato noi e guidarvi attraverso la
vostra passione al concepimento di nuovi obiettivi. vogliamo diventare
il vostro spunto creativo.
nella nostra volatilità abbiamo voluto zavorraci ben saldi a terra con
un pizzico di concretezza: oltre 30 pagine di Test prodotto, ovviamente
reale, io stesso con Andrea pizzi e roberto Terazzi (che imparerete a
conoscere in queste pagine) e l’aiuto dei fratelli gross, abbiamo messo
i nostri piedi e le nostre gambe al vostro servizio per potervi dare l’en-
nesimo spunto del tutto personale, ma vero, per guidarvi nella scelta
dell’unico attrezzo davvero fondamentale per un soul runner: la scarpa!
Un servizio che è solo un incipit. in fase di lavorazione con un nutrito
pool di esperti, vi è infatti un Trade Magazine che troverete in tutti i
negozi specializzati da marzo in poi. Un vademecum corso e scritto
per voi..... e per noi!
Criticate con gentilezza ma criticate (anche senza gentilezza) ascol-
teremo tutto con attenzione per crescere. già! perchè questo pez-
zettino di passione non rimarrà solo. Tanti correranno ancora con
noi dal prossimo anno. A Marzo ci rivedremo, ma ci riconoscerete?
sappiamo essere molto diversi.
davide orlandi
Una sola certezza: La passione. Genesi di un progetto. Evoluzione, dubbi ed involuzione di uno psico-runner di montagna
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ed itor i a le
Una sola certezza: La passione. Genesi di un progetto. Evoluzione, dubbi ed involuzione di uno psico-runner di montagna
MOUNTAIN RUNNING REVOLUTION
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RUBRICHE
14 Cover story - KJB18 Run for Free - Andrea Pizzi20 Psico Runner - Valentina Flenda22 Libri - Alex Bellini
EXTRA
58 Test Trail Shoes 2011/201285 Mr Rubber 89 Core
FOCUS
34 Prova a Prenderli - Gross Bross37 Le regole di Connie40 Di corsa dove nasce il mondo44 Tor People
SOMMAR IO
INTERVISTE
25 Alex Bellini - 4 Chiacchere in libertà28 Urban Zemmer - Urban Legend30 Mario Poletti VS Marco De Gasperi42 Cesar Rosales - Huascaran tutto d’un fiato
TEST TRAIL SHOES 2011/2012TOTAL MT 314.800 - TOTAL D+ 28.283 - TOTAL TIME 62h 22 MIN3 PAESI EUROPEI - 25 TRAIL ShOES TESTATE REALMENTE PER VOI 19 AzIENDE PRODUTTRICI COINVOLTE. 5 “TEST RUNNERS”
QUESTI I NUMERI DEL PRIMO “TRy FOR yOU” DEDICATO AL TRAIL.
TEST RUNNERS
ROBERTO TERAZZI
ANNEMARIE GROSS
ANDREA PIZZI
ULRICH GROSS
DAVIDE ORLANDI
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scott-sports.com
TECNOLOGIA CHE RENDE PIU’ EFFICIENTE LA CORSA
(IDRO MENAGEMENT NANO TECNOLOGY) ESPELLE ACQUA E SPORCO – MANTIENE I PIEDI DEL CORRIDORE ASCIUTTI CON UN CONTROLLO OTTIMALE DELLA TEMPERATURA E DELLA TRASPIRAZIONE
MARCO DE GASPERIinnnnneeeerrrr SSSSieeieieerrrrrrrreeee--ZZZZiiinnnnal aa 2000111111
WWWWiiinnnnnnnneeeer rr JuJJunJuJungfgfgfgfrrrauaauaa Ma MaMM rrrathonthonthonthon 220000111100006-ti6-ti-t-t mmmmmeeeee wwwwwoooorld rld ccccchhhhhaaaaampimppimpimp oooon inn inn inn in mou mou moumouounnntaintaintainain ru runnnnnnnnn ininnnggggg
MARCO DE GASPERI
“QUESTA E’ LA PRIMA VOLTA CHE HO UN FEELING CON LA CORSA PIU’ EFFICIENTE E PERFORMANTE”
T2C LTD IM
eRide Icerunner IM
eRide Grip IM
C
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CM
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CY
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2012_DEGASPERI MARCO_230x275_I.pdf 1 9/28/11 2:01 PM2012_DEGASPERI MARCO_2300x2275_I.pdf 1 9 28/11 29/2288/11 2 1 P:01 PMM
SCOTT ITALIA S.r.l. via provinciale 110- 24021 albino (bg) fax +39 035 756122 [email protected]
SOMMAR IO
scott-sports.com
TECNOLOGIA CHE RENDE PIU’ EFFICIENTE LA CORSA
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KJB
SR - Com’è incominciato tutto? La tua passione per la montagna
e la corsa?
kJB- Quando ero piccolo vivevo con i miei genitori e mia sorella nei
pirenei Catalani, nella località sciistica di lles de Cerdanya.
e’ lì che io e mia sorella abbiamo iniziato a fare sci di fondo e ad
andare in montagna. Così è scoppiato l’amore per l’outdoor e la voglia
di fare questi sport per puro piacere.
SR - E’ tutta una questione di testa! Quanto conta la forza mentale
nelle tue performance sia in gara che in allenamento?
kJB - la mente è fondamentale, se sei motivato allora ti alleni bene e
il tuo fisico reagisce migliorando...se la tua mente dice “tu puoi!” allora
ci provi, prendi dei rischi e alla fine puoi anche vincere. e’ impossibile
dire in quale percentuale la mente incida sulle performance perchè
le variabili sono tante...non solo nella corsa ma anche nella vita.
SR - Tu stai correndo sulla Sharp end. Cosa vedi oltre, qual’è il
livello successivo nell’evoluzione di questo sport?
kJB - Andare avanti a questi livelli è davvero difficile. devo allenarmi,
prepararmi duramente e non mollare mai. Qual’è il prossimo passo?
il trail running e la corsa in montagna stanno cambiando di continuo
e velocemente per quanto riguarda le distanze, le tecnica, i percorsi...
ci sono tante vie da esplorare...anche se io preferisco gare tecniche e
sempre in montagna.
SR - Hai mai avuto paura di qualcosa?
kJB - il mio maggior timore è non aver più tempo per andare
in montagna. Quando ci si trova in pericolo e si ha paura
l’importante è essere consci delle condizioni, rispettosi e
non impauriti per pretendere sempre la decisione migliore.
SR - Hai fatto un sacco di record. Cosa ti spinge in questa direzione?
La vittoria, la soddisfazione personale, la fama? Oppure più
semplicemente cerchi di spingere più in là e tuoi limiti e nient’altro?
kJB - non lo faccio per essere famoso, non mi interessa.
paradossalmente vincere in montagna poi mi allontana dalla montagna
stessa. Cosa mi spinge? la scoperta delle montagne, delle culture e di
me stesso. proprio per questo devi spingere al massimo i tuoi limiti per
sapere chi sei veramente.
SR - C’è un record che vorresti battere?
kJB - Certo, ce ne sono tanti! Ma voglio procedere per gradi, quando
sono pronto per tentare lo faccio sapere, mai prima.
SR - Qual’è la cosa più folle a cui pensi mentre corri?
kJB - immagino di essere un soldato, o un pellerossa che insegue il
suo nemico...e quando la fatica diventa troppa allora mi ritrovo in una
sorta di bolla dove non ho più nemmeno le forze per pensare.
SR - Ti alleni in modo specifico studiando le tue caratteristiche e
attitudini o semplicemente corrì per correre?
kJB - Corro perchè voglio correre! Faccio 45 gare all’anno (ndr alcune
durano più giorni, fate voi i calcoli...), impossibile per
me pensare a giorni liberi al di fuori delle competizioni.
Cerco di trarre il maggior piacere ogni giorno stando
in montagna, seguendo le mie sensazioni.
SR - C’è un posto dove ti senti veramente bene?
kJB – Casa mia. Chamonix, il Monte Bianco, le Alpi. sono
montagne giovani, in movimento, tecniche e accessibili.
Hanno un’anima davvero forte.
Kilian Jornet Burgada è indiscutibilmente il numero uno per quanto riguarda skyrunning e sci alpinismo.
Catalano di nascita e francese di adozione, ha il Monte Bianco come terreno di allenamento e le montagne di tutto il Mondo come parco giochi.
Ha appena concluso trionfando una sua personale sfida: vincere 5 gare in 5 continenti diversi.
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new patagonia shells
© Patagonia 2011
Primo JacketPer l’autunno 2011 abbiamo ripensato e riprogettato la linea per lo sci/snowboard per ottenere un prodotto di altissima qualità in grado di fornire le migliori prestazioni possibili. Grazie alla stretta collaborazione con Gore, siamo riusciti ad unire la migliore tecnologia presente sul mercato con il nostro tradizionale design funzionale e ispirato dai nostri migliori atleti. Giacche come la Primo sono il frutto dei test effettuati dai nostri atleti e di un intenso lavoro di aggiustamento successivo. Il risultato: la migliore collezione sci/snowboard offerta da
Patagonia in oltre 35 anni e più di storia di innovazione tecnica.
Per saperne di più sull’impegno di Patagonia a favore dell’ambiente, visita www.patagonia.com/enviro.GORE-TEX®, GUARANTEED TO KEEP YOU DRY®, Gore and design sono marchi registrati di W. L. Gore & Associates, Inc
best-in-class technologyathlete-driven design
environmental leadership
e’ sabato mattina. la settimana di lavoro è alle spalle così come il ve-
nerdì sera, la serata che preferisco perchè mi fa tornare ai miei ritmi,
quelli di casa e quelli della mia famiglia. la sveglia non suona oggi ma
in ogni caso non si può dormire fino a tardi. Mio figlio di due anni alle
7,30 si fa sentire dalla sua cameretta e al grido di “pappa” io e la mia
compagna siamo pronti a rispondere alla chiamata. Così si incomincia
la giornata. in ogni caso non amo dormire fino a tardi, non mi definisco
un nottambulo, forse non ho più il fisico per reggere le ore piccole.
preferisco non tirar tardi per potermi svegliare presto e godere la gior-
nata. oltretutto siamo nella mia stagione preferita: l’autunno. Qualcuno
mi ha definito crepuscolare perchè amo questa stagione, soprattutto
il mese di novembre, quando le temperature finalmente diminuiscono,
i colori si accendono e i profumi cambiano. Mi
piace perfino l’odore di quella nebbiolina che al
mattino ricopre la superficie del lago, ancor di
più quello dei primi camini accesi. Colazione leg-
gera oggi perchè voglio uscire a correre, voglio
farmi un giro nei boschi dietro casa, quelli con
così tanti sentieri che non riesci mai a percorrerli
una seconda volta. Ma chi li avrà mai tracciati?
e perchè? Forse i boscaioli o i fungiat, così chia-
miamo i cercatori di funghi dalle mie parti. non
importa, sono il mio parco giochi. in estate li percorro in mountainbike,
in questa stagione preferisco correre perchè li posso vivere a una ve-
locità diversa, più lenta, e vedere cose che solitamente ti sfuggono di
fianco o sotto le ruote. Con la bici è tutto più rapido, con lo sguardo sei
sempre cinque metri avanti per impostare la traiettoria, non c’è tempo
per guardarsi attorno. in mountainbike è anche più facile, correndo
invece devi guardare non due ma tre volte dove metti i piedi. se poi
sono cadute molte foglie il gioco si fa duro, non parliamo di quando
ha anche piovuto… e i ricci della castagne che pungono sulle cavi-
glie? non importa, li perdono anche perchè sono goloso dei loro frutti!
raramente mi capita di incontrare qualcuno. se accade però non c’è
mai tempo per scambiare delle parole che vadano oltre un semplice
saluto, come se si avesse fretta di andare. Forse è un retaggio del
nostro vivere quotidiano? Mi sembra stupido ma è così. se incontro un
altro runner la prima cosa che guardo è con che scarpa sta correndo,
non so se è mania personale o una deviazione professionale. Capita di
vedere gente indossare scarpe improponibili, completamente inadatte
per correre sullo sterrato, però vanno avanti lo stesso. guardo allora
le mie, supertecnologiche e specializzate e mi chiedo: sono davvero
necessarie? non mi rispondo e continuo a correre. sali, scendi, de-
stra, sinistra, senza un percorso preciso in testa, voglio solo andare.
non sono qui per allenarmi, l’ho fatto per tanti anni e adesso sono
stufo, voglio solo far andare le gambe e l’orolo-
gio mi serve solo per sapere quando dirigermi di
nuovo verso casa. la corsa in solitaria mi serve:
fisicamente a giudicare dalle storte e dall’indo-
lenzimento muscolare forse non è il massimo,
ma la testa rinasce. riesco a vedere tutto con
occhi diversi, la maggior parte delle volte i pro-
blemi diventano più piccoli, forse anche perchè
sono un ottimista, e alla fine posso dire di star
bene davvero. Con me stesso, con la mia fami-
glia, con tutti. Quanti chilometri ho fatto? Fin dove sono andato? so
solo che ho corso, ma anche camminato, per quasi due ore. il resto
non importa. però nello zainetto ho infilato un bel po’ di castagne da
far andare nel pomeriggio sul camino, cosa potrei chiedere di più?
Correre. per alcuni significa mantenersi in forma, per altri dimagrire, altri
ancora corrono per scaricare energie e tensioni. Molti corrono per passio-
ne, per confrontarsi con sé stessi o con gli amici e avversari. Altri corrono e
basta, forse ce l’hanno scritto nel dna. per alcuni, i più fortunati, è un lavo-
ro. per qualcuno, purtroppo ancora oggi, correre significa sopravvivere.
INTROSPETTIVA- MENTE
Di Andrea Pizzi
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RUN
FO
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REE
31 luglio 2007, il mio compagno a quattro
zampe Artù rischia grosso, un uomo di ferro lo
salva. e’ così che che incontro il triathlon che
mi lascia senza fiato, in tutti i sensi. senza fiato
perché ora è il mio uomo di ferro a praticarla.
senza fiato perché ci sono stati giorni in cui
soltanto sospendendo il fiato potevo attendere
il suo arrivo. il triathlon è uno sport o una
malattia? Una laurea in psicologia alle spalle, eppure ho passato 12
mesi a chiedermelo, osservando con sospetto ogni giornata dedicata
alla sua passione: alzarsi alle 5 d’estate, d’inverno con la pioggia, la
nebbia o il sole ed uscire ad allenarsi, correre, tornare a casa fare una
colazione da super eroe e andare al lavoro fresco come una rosa... ma
non basta, a mezzo giorno prendere la bici e fare almeno 30 km e di
nuovo lavoro e due sere a settimana nuotare.
Mi chiedevo: “ma è umano? Ma è completamente impazzito?” e poi
l’ho accompagnato alle gare e ho capito che non era follia... io stessa
da semplice spettatrice ero carica di entusiasmo, agitazione come se
fossi io a dover gareggiare, provavo emozioni così forti che spesso ho
avuto l’idea e la voglia di farlo anche io il Triathlon.
Questa è passione, questa la provano gli umani, questa non è una
malattia....questo è lo sport.
Tre anni dopo la mia vita si imbatte ancora in questo mondo di matti.
Questa volta è per lavoro ma di nuovo mi appassiono e comincio a
provare ancora quelle emozioni che ti fanno aver voglia di partire, per
esempio per il Tor des geants e far parte di tutte
quelle persone che non si fermano a guardare
ma vivono quelle sensazioni forti che soltanto
una passione può darti. Un’altra disciplina, il
trail running, diversa ma altrettanto fatta di
uomini e donne di ferro.
Assisto ancora una volta da spettatrice alla
preparazione di una gara da pazzi... e ancora
una volta mi stupisco e resto perplessa: perché lo fanno? Allenamenti
quasi quotidiani, corsa in montagna con dislivelli che nemmeno
pensavo potessero essere fatti camminando... figuriamoci correndo!
Ma quando hanno finito non parlano mai dello sforzo, della fatica ma
ti raccontano di come si sono sentiti bene, di quel senso di libertà che
hanno provato, soli in uno spazio tutto loro dove si ritrovano a contatto
con la parte di sé più profonda. vivono la fatica ma l’emozione è così
grande che la dimenticano e il giorno successivo ripartono.
Ho scandagliato libri e web alla ricerca di un filo psicologico accademico
che legasse insieme tutti gli sport, la letteratura è vastissima ma io
sono convinta che queste persone vadano a caccia semplicemente
di emozioni, una caccia aperta a tutti e che tutti praticano alla ricerca
di quelle sensazioni che ti fanno sentire bene, appagato, in una sola
parola “Felice”. Chi corre, fa triathlon, scia o pratica qualsiasi altro
sport ha semplicemente trovato una via alternativa, o ulteriore, per
arrivare alla sua meta.
Cacciatori di emozioniDi Valentina Flenda
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PSIC
O R
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COPYRIGHT© SALOMON SAS. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. FOTOGRAFO: CHRISTOFFER SjOSTROM. LOCATION: ANNECY-LE-VIEUx, FRANCIA.
SALOMONruNNiNg.COM
xR CROSSMAx CS
“QUANDO TI ALLENI DURAMENTE TUTTO L’ANNOIL CAMbIO DI STAGIONE E DI CLIMA è MOLTO ECCITANTE.
ACCENDE NUOVI INTERESSI E NUOVI STIMOLI.” - jONATHAN WYATT, PLURICAMPIONE DEL MONDO MOUNTAIN RUNNING
SAL_230x275_SOUL RIDER_Ottobre.indd 1 14/09/11 09.32
perché corriamo, roberto weber, einaudi.
libro sulle ragioni per un cui un’attività così semplice, povera e dolorosa
coinvolge tanta gente in un’epoca dominata dalla sofisticazione. Correre,
come dice l’autore, è la strada più rapida che porta da sé a sé. la corsa
scava, svuota, prosciuga e restituisce in leggerezza quanto ha rapinato di
morbido e sinuoso. la corsa è sottrazione del meraviglioso superfluo che
anni di benessere ci hanno regalato. e produce ogni giorno eroi scono-
sciuti, che si aggiungono alle moltitudini che hanno percorso nel tempo le
stesse strade e compiuto gli stessi gesti.
l’arte di correre, Murakami Haruki, einaudi.
Forse il libro più bello sulla corsa mai scritto, o almeno mai letto. eccellente
riflessione sulla psicologia della corsa, questo libro è da consigliare, oltre a chi
ama correre, a chi ama qualsiasi sport o anche a chi ha semplicemente delle
passioni. rappresenta, infatti, il processo attraverso cui si progettano le proprie
intenzioni, le proprie passioni. e quindi la fatica della concentrazione, la pazienza
della costanza, l’irriducibilità verso l’obiettivo proposto.
Quando il corpo è stremato l’unica risorsa diventa quella mentale, una volontà
prodigiosa, che accumula tutte le risorse rimaste. “non sono una persona, sono
una pura e semplice macchina. e visto che sono una macchina, non ho bisogno
di sentire proprio nulla. devo solo andare avanti”.
rapida che porta da sé a sé. La
corsa scava, svuota, prosciu-
ga e restituisce in leggerezza
quanto ha rapinato di morbi-
do e sinuoso. La corsa è sot-
trazione del meraviglioso su-
perfluo che anni di benessere
ci hanno regalato. E produce
ogni giorno eroi sconosciuti,
che si aggiungonoSoul book by alex bellini
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LIB
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rapida che porta da sé a sé. La
corsa scava, svuota, prosciu-
ga e restituisce in leggerezza
quanto ha rapinato di morbi-
do e sinuoso. La corsa è sot-
trazione del meraviglioso su-
perfluo che anni di benessere
ci hanno regalato. E produce
ogni giorno eroi sconosciuti,
che si aggiungonoEXO S-LAB II SHORT
“LE LungHE dISTAnzE RIcHIEdOnO mASSImA ATTEnzIOnE pER OgnI dETTAgLIO. IL cIBO, LE
BEvAndE E quELLO cHE SI IndOSSA dIvEnTAnO ESSEnzIALI E fAnnO LA dIffEREnzA. TRA cHI AffROnTA LE dIffIcOLTà E cHI InvEcE RIEScE
A SupERARLE.” - KILIAn JORnET
cOpYRIgHT© SALOmOn SAS. ALL RIgHTS RESERvEd. pHOTOgRApHER: cHRISTOffER SJOSTROm. LOcATIOn: mT. LAc BLAnc, cHAmOnIX, fRAncE. pROducT pHOTOgRApHY: SEmApHORE.
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Alex Bellini è uno sportivo estremo e al tempo stesso introspettivo, come lo sono le sue sfide.
Chiacchierare con Alex è istintivo, così quando mi decido a tirare fuori il registratore,
stiamo già parlando, per cui non c’è un inizio logico.
Ci sono persone che parlano di cose fatte e da fare.
Di Richard Felderer e Andrea Pizzi - Immagini Mauro Talamonti
4 chiacchierein libertà
“Alex Bellini lungo linee d’asfalto tendenti al nulla” LA-NY footrace 2011 25
di tutti i progetti che avevamo in mente di fare l’unico che siamo
riusciti a portare a termine era correre, che per me era la cosa
meno importante, perché non c’è uno sport più noioso della corsa
su strada! È limitante. non volevo correre per il piacere di correre,
così come non ho attraversato l’oceano per il piacere di farlo. È
stata una sorta di analisi. A me piace creare delle situazioni e dei
contesti nelle quali cercare di conoscermi più approfonditamente.
Questo è il concetto che ho del viaggio, dello sport.
Alex Bellini si presenta così, è un conversatore serio e
interessante. E dopo 5 minuti di chiacchiere informali
capisco che devo accendere il registratore di nascosto, per
non perdere la magia del “senza filtri”. Riusciamo subito a
trovare un’intesa. Ci accomuna il discorso del tramite. L’importante è cercare, esplorare, dentro e fuori.
Sport? io non potrei mai pensare ad un’attività agonistica, sono più introspettivo, trovo la sfida nel sopravvivere a me stesso, alle mie idee e ai
miei progetti.
Alex Bellini nasce a Edolo, in provincia di Brescia nel 1978, si trasferisce all’Aprica, quindi a Milano poco prima di sposarsi. Da qui muove verso
Trieste per due anni, torna all’Aprica e finisce (per adesso) in provincia di Verona. 49 di piede, mani come due badili e fisico asciuttissimo, è
sposato con due figlie, una di 22 mesi, altra di 45 giorni. L’ultima è nata quando era ancora negli Stati Uniti per la sua ultima avventura!
NO RIMORSE Abbiamo deciso io e mia moglie di non limitarci. e infatti abbiamo vissuto due avventure contemporaneamente! io in America a
correre, lei qui! siamo convinti che per noi la vita debba essere fatta di ricordi e non di rimpianti. Quello che mi dico è che prima o poi tornerai
ad essere un mucchio di carne per vermi, ma finché non ti buttano giù dalla fossa, fai quello che vuoi! se c’è uno sbaglio che riconosco in molti
è quello di programmare la propria vita in funzione “di”. di quello che le altre persone si aspettano da te, della tua compagna, della tua famiglia.
ovvio che con mia moglie spero di condividere tutto il resto della mia vita, però potrebbe succedere che per qualunque ragione con lei vada a finire
male, e in quel momento li, se avrò fatto delle rinunce per lei me lo rinfaccerò, mi dirò “Cazzo, ma io ho fatto questo per te!”. ecco, qualunque cosa
succeda io non voglio trovarmi in questa situazione e non voglio passare per quel sentiero minato che è quello delle rinunce.
MY FAMILY la famiglia è importante perché ti permette di creare attorno quella serenità di dire: andiamo, qualunque cosa succeda! no? io non ho riferimenti di
persone che vivono come vivo io. io ogni mattina mi sveglio e devo inventarmi la maniera per tornare a casa con quattro soldi, ho una famiglia, due figlie!
È chiaramente un grosso rischio, ma siamo sereni perché riusciamo a vivere la vita che abbiamo sempre voluto. Questo ci ripaga dei sacrifici che ogni tanto facciamo.
2ND LIFE io ho rischiato a 19 anni di vivere la vita di un altro, studiavo scienze Bancarie! Ma mi sono chiesto: “Ma chi sono io? Cosa voglio?”
e mi sono accorto che non stavo vivendo la mia vita, quindi ho cambiato strada, ho fatto qualche tentativo finché sono approdato sulla strada che
percorro tutt’oggi e che mi gratifica.
MY LIFE non ho un settore, l’unico denominatore comune delle cose che faccio è la ricerca personale. ogni progetto è una ricerca per scoprire
un piccolo pezzettino di me stesso, acquisire conoscenze nuove. Cosa faccio? Boh? non lo so? penso di essere il bambino cattivo che va dove gli pare
(cit.). Faccio quello che mi va di fare, che per me è l’unica maniera per dare un senso alla mia vita.
Compromessi Chiaro! io devo scendere a compromessi. Ho mille stimoli e riesco a vivere veramente con poco o niente. poi c’è mia moglie che
ha delle esigenze che io rispetto. devi poter dare un futuro alla famiglia! Allora il primo compromesso è fare qualunque cosa non mi costringa a
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mettere in pericolo la mia vita o quella della mia famiglia, sia dal punto di vista fisico che economico. io arrivo fino dove riesco a fare le cose con
quel margine di sicurezza fisico mio ed economico degli sponsor, non avendo del mio da investire. Anche questo è un compromesso. infatti io non
faccio esattamente quello che voglio fare, ma riesco a togliermi talmente tante soddisfazioni che va bene così. per esempio adesso è da due anni che ho un
grosso progetto, ma non è ancora il momento e arriverà.”
SPEAKER MOTIVAZIONALE Questa è la mia attività, quella che svolgo quando sono “a terra”, fermo. Quando sono via, sono via, sono sulle nuvole,
su un altro pianeta! Quest’attività nasce da due esigenze, una prima che è quella di raccontarmi. dall’altra parte c’è la sensazione di tornare da
ogni viaggio un poco più saggio che mi ha spinto a raccontare le mie esperienze ad altre persone che vivono una vita differente dalla mia e che per
mille motivi fanno quello che non volevano fare! ecco, quello che mi dico sempre è che noi abbiamo il diritto di essere felici! Cioè, la felicità non
è un regalo, è un obbligo! io non capisco le persone che stanno dentro i loro clichè mentre non si rendono conto che hanno delle occasioni che
si stanno perdendo! Mi viene spesso risposo: “Ciccio, ma io devo
portare a casa i soldi!” e non si rendono conto di avere migliaia
di strade, di alternative. spesso solo perché non credono di avere
delle altre opportunità.
e’ tempo che la gente ritorni a fare quello che gli piace. Uno si
sente artista, un’altro scrittore? Fatelo, oggi! perché? perché a
livello storico questa è una società che forse da un lato fa schifo,
ma dall’altro è quella che ti da più opportunità! Ma solo se le sai
cogliere.
AVVENTURA Quanti contatti ci sono fra la mia vita di “avventuriero”
e la vita che vivono persone diverse, che so io? Un imprenditore
ad esempio. per poter essere competitivo e sopravvivere devi
avere uno spirito avventuroso, dove l’avventura è intraprendere un
viaggio dal risultato incerto! se nella tua natura c’è di fare business
e lavori 16 ore al giorno per farlo, sei contento, è la tua avventura.
EGOISMO io mi sono spesso chiesto se lo sono. per mia natura cerco sempre i posti più isolati per stare a contatto con me stesso. e prima o poi
emerge la domanda “ma che razza di persona sono?”. Una risposta è: si, cazzo, sono egoista! poi però c’è la voce della coscienza che è anche
quella di mia moglie che dice no, paradossalmente è quasi una forma di altruismo! Cercando di soddisfare il mio bisogno di libertà, tornare a casa
un po’ più maturato, un po’ più cresciuto, penso di poter essere una persona migliore! e quindi vivere meglio con me e le persone che ho intorno!
RINUNCIA il valore probativo della rinuncia l’ho imparato a 60 miglia da sidney, dopo aver attraversato l’oceano ho dovuto rinunciare! Ho
avuto pochi secondi, probabilmente sarei morto, non so, ma ho scelto e ho rinunciato. e ho imparato a non soffermarmi sul punteggio finale
per un successo! e ti dirò di più! da quando ho “fallito” ho cominciato a chiedere di più come speaker motivazionale, proprio perché ho imparato e
metabolizzato una cosa nuova! A differenza di molti ho portato un esempio molto utile alle persone cui mi rivolgo. non limitiamoci all’apparenza. il
fallimento può essere relativo, e magari dietro un piccolo fallimento si nasconde un trampolino verso un maggiore successo. io sono contento: benedico
il signore che mi ha messo di fronte a questa scelta! se fossi arrivato in fondo con le mie forze avrei qualcosa in meno! non avrei imparato una cosa.
Fai quello che vuoi
Quando mia figlia mi parlerà, magari mi chiederà “papà, dov’eri quando sono nata?” e la mia risposta sarà: io ero dov’ero per inseguire qualcosa
che era solo mio! Quindi il mio insegnamento è: non fare qualcosa perché credi che questo porti del bene agli altri, è molto complesso spiegarlo
senza essere “scorretti”. Ci riprovo, è ovvio che ad ogni decisione corrisponda al tempo stesso una rinuncia, ma se la decisione viene dal tuo cuore,
come attraversare gli stati Uniti di corsa, non c’è niente che ti posa fermare! Certo che non calpesterei i valori della famiglia, ma cerca di capire
le priorità, e soprattutto, fai quello che vuoi! ecco, è questo che direi a mia figlia!
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URBAN LEGEND!!!URBAN ZeMMeR
5 LUGLIO 1970CAMPIONE DEL MONDO VERTICAL KILOMETERRECORD 33’ 16’’OBIETTIVO PER IL FUTURO: CONFERMARSI CAMPIONE IL PIÙ A LUNGO POSSIBILE
In una breve pausa lavorativa di Urban ci concediamo una chiacchierata breve ma molto intensa…come le sue imprese.
Una persona piacevole, modesta e concreta con un sorriso da prima stentato, per una sana timidezza, poi pieno e sincero.
Perchè questa disciplina tra tutte quelle che un appassionato di corsa in montagna può praticare ?
da sempre corro in montagna, perchè la amo, perchè mi ha visto nascere, correre il più velocemente pos-
sibile 1000 mt verticali è perfetto per me.....sono sempre davanti!!!
Scherza, ma non troppo Urban infatti questi sono i fatti, ma...poi ci guarda serio
Ma il vero motivo è la difficoltà ad avere una vita sociale “normale” intraprendendo attività come l’endurance o
sky marathon o ultra, gli allenamenti sono infiniti. io ho un lavoro, una fidanzata....e li voglio mantenere entram-
bi. il vertical mi permette di fare ciò che amo, vincere ed avere tempo. gli allenamenti sono relativamente corti.
Qual’è la caratteristica fondamentale di un atleta di vertical?
gambe e testa sono importanti, ma un cardio perfettamente allenato è il vero segreto.....correndo così le
pulsazioni impazziscono.
Qui nella tua magnifica Alpe di Siusi, qual’è il trail che più ami?
il tour completo del sasso piatto e sasso lungo, anche dopo 30 anni che lo faccio mi emoziona ogni volta
in modo diverso
Ed il tuo training trail preferito ed allenante?
la salita diretta al sasso piatto da saltria
.....ci mette poco meno di un’ora....
In bocca al lupo mitico Urban ed a presto.
incontrare Urban è scoprire la semplice e velocissima poesia di una disciplina che ti stupisce per quanto sia
a dimensione umana a dispetto di quanto sembri dall’esterno.URBA
Correre in libertà. Dimenticare la monotonia della palestra, in piscina o sul solito tracciato nel parco e intraprendere una corsa all’Alpe di Siusi, nel cuore dell’Alto Adige. E’ qui che nasce la voglia di intraprendere una corsa! Aria fresca su medie al-ture e la sensazione di libertà su questi tracciati di corsa e Nordic Walking unici, sono il luogo ideale per tutti coloro che amano la corsa, dal principiante all’esperto corridore o Nordic Walker.
Vari dislivelli nel cuore delle Dolomiti. La parti-colarità da un punto di vista topografico, dell’ALPE DI SIUSI è rara, se confrontata con le altre regioni alpine. Nell’arco alpino sono poche le regioni al-pine che possono definirsi, turisticamente par-lando, come regione “dei dislivelli”, ovvero sono presenti profili leggermente ondulati in altitudine.Negli ultimi anni è stato scoperto soprattutto gli effetti che ne aumentano la prestazione del mo-vimento in altitudine. A causa della mancanza di ossigeno nelle altitudini, l’organismo umano è co-stretto ad adattarsi. I primi a risentirne gli effetti sono la respirazione, il sistema cardio-circolatorio e il sangue.Gli sforzi che il corpo fa per adattarsi ad un’alti-tudine ideale (pari a 1800 m) grazie ad un allena-mento efficace, per il fisico sono una sorta di “eli-
sir della giovinezza”. Essi migliorano le prestazione psico-fisiche sulla breve durata e una maggiore ca-pacità di sforzo durante l’allenamento nei luoghi pianeggianti.
Una corsa naturale sul terreno. Non c’è di me-glio, al fine di alleare la muscolatura delle gambe, che il su e giù dei tracciati nei prati e nei boschi dell’Alpe di Siusi. Grazie anche al terreno ondulato vengono allenate al meglio anche le capacità di co-ordinazione.La corsa su un terreno morbido e il continuo cam-bio della lunghezza dei passi costringono anche i muscoli delle gambe meno allenati a coordinarsi nel movimento, cosa che impedisce la formazione di squilibri muscolari e ne influenza la tecnica della corsa in modo positivo.Un corsa sul terreno rinforza anche il sistema car-dio-circolatorio. Grazie al continuo cambio d’in-tensità, il “gioco” con il terreno anche il muscolo del cuore viene allenato in modo ottimale. Questo modo di correre, il più antico è da sfruttare; e il cor-ridore si avvicina sempre più al modo di correre più naturale che ci sia.All’Alpe di Siusi, ogni corridore trova il proprio tracciato individuale e la giusta dose di energia gra-zie alla scelta individuale dei tracciati segnalati.
Natural High Running sull’Alpe di Siusi
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
PS: Sugli sci da fondo alla scoperta di paesaggi da favolaL’Alpe di Siusi, tutta imbiancata nella sua veste invernale, si propone tuttavia soprattutto come autentico paradiso per gli appassionati di sci da fondo e delle escursioni invernali. L’ampiezza apparentemente infinita di questo paesaggio assolato e lievemente collinare interrotto armoni-camente da ameni boschetti e circondato dalle Dolomiti (Patrimonio Naturale dell’Umanità) sembra nato apposta per essere scoperto con un’escursione a piedi o sugli sci da fondo. Un fit-tissimo reticolo di curatissimi sentieri e piste da fondo fa di ogni uscita un’esperienza che non potrebbe essere più bella. A disposizione degli amanti dello sci da fondo, circa 80 km di piste ot-timamente preparate anche per lo skating. Eccel-lente anche la segnaletica grazie ai grandi cartelli che, installati in tutti i punti principali, offrono una panoramica completa delle piste disponibili. Oltre 30 km di sentieri invernali segnati attendono in-vece gli escursionisti desiderosi di scoprire le bel-lezze paesaggistiche dell’Alpe in tutta tranquillitá e a contatto diretto con la natura.
Informazioni turisticheAlpe di Siusi Marketing | Via del Paese, 15Tel. +39 0471 709 600 | Fax +39 0471 704 199 [email protected] | www.alpedisiusi.info
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URBAN LEGEND!!!
In una breve pausa lavorativa di Urban ci concediamo una chiacchierata breve ma molto intensa…come le sue imprese.
Una persona piacevole, modesta e concreta con un sorriso da prima stentato, per una sana timidezza, poi pieno e sincero.
Poletti VS De Gasperi
Chi sei?
Mario poletti, un runner.
descrivi cos’è per te correre con 3 aggettivi.
liberta’, sfogo, piacere.
Corri più veloce tu o l’altro?
l’altro!
Montagna e grattacielo emozioni diverse?
da una parte vedi il mondo come è nato, dall’altra come è
diventato.
Qual’è il tuo trail preferito?
indubbiamente l’orobieskyraid.
entrambi avete fatto tanto per la corsa, cosa deve avere un
progetto perchè tu te ne possa innamorare?
deve fare innamorare anche le persone che vi partecipano.
Qual’è la cosa più grande che ha fatto l’altro?
vincere la sierre-Zinal sotto i miei occhi!!
difetto peggiore dell’altro?
Beve troppo dopo le vittorie!!
pregio più grande?
offre da bere a tutti dopo le vittorie…
il tuo mito sportivo?
nessuno in particolare, ma tutti quelli che per tempo, possibilita’
e impegno raggiungono il proprio traguardo.
Chi sei?
Marco de gasperi, un altro runner amico di Mario poletti...
descrivi cos’è per te correre con 3 aggettivi.
passione, Fatica, soddisfazione
Corri più veloce tu o l’altro?
lui, in macchina pero’...
Montagna e grattacielo emozioni diverse?
la montagna e’ vera, il grattacielo e’ solo un’esibizione indoor dello
sport che pratichiamo.
Qual’è il tuo trail preferito?
non ne ho ancora corso alcuno, ma per popolarita’ direi che mi
piacerebbe fare l’UTMB.
entrambi avete fatto tanto per la corsa, cosa deve avere un progetto
perchè tu te ne possa innamorare?
deve essere stimolante per aprire vie nuove di sviluppo per la corsa
in un’ottica moderna, insomma puntare in alto.
Qual’è la cosa più grande che ha fatto l’altro?
essermi di supporto in molte competizioni quest’anno.
difetto peggiore dell’altro?
Beve troppo anche prima delle mie vittorie (e sconfitte)...
pregio più grande?
la generosita’.
il tuo mito sportivo?
stimo molto alcuni atleti con cui ho avuto la fortuna di correre
assieme e che sono stati degli esempi di grande sportivita’ per me,
fra cui il messicano ricardo Mejia e il neozelandese Jonathan wyatt.
Stesse domande diverse personalità.
Sdrammatizziamo l’ambiente con
i mitici campioni senza tempo che
hanno costruito, passo dopo passo,
un’inossidabile carriera sportiva
nella corsa in montagna!
Poletti VS De Gasperi
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Poletti VS De Gasperi ALPINE FITTHE
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Mi chiamo Cesar rosales, ho 29 anni e vivo a Marcarà
a 2760 m (perù, regione di Ancash). Fino a dieci anni
fa vivevo nella Cordillera negra (catena di fronte alla
Cordillera Blanca) a 3350 m; la mia famiglia si dedica
all’agricoltura, lavorando campi di alta quota. grazie al
padre missionario valtellinese Hugo de Censi, ispiratore
del movimento di volontariato operazione Mato grosso
(oMg) ora sono guida di alta montagna e posso
considerarmi una persona responsabile della mia vita.
CESAR ROSALES. HUASCARAN TUTTO D’UN FIATO. Correre soli su nevai a 6000 metri per una moltidudine di persone. Questo è pensare in grande.
Traduzione a cura di Franco Michieli
Immagini by Montura
“Cesar corre con passo sicuro, in scioltezza, sui nevai d’alta quota del Chopicalqui - gruppo Huascaran”
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SR sei indubbiamente un atleta formidabile. l’altitudine è la tua dimensione.
come affronti gli allenamenti? ti segue un team o fai da solo?
Cr sono un andinista e al tempo stesso un atleta. Mi alleno sempre da solo,
anche se invito i miei amici a correre, però quasi mai qualcuno è venuto con me,
perché ancora da noi manca questa passione di correre in alta quota. non faccio
parte dunque di un team di runners, ma mi piacerebbe molto che si creasse un
gruppo con cui mettermi alla prova e confrontare la nostra resistenza. Ho ricevuto
però molta ispirazione e consigli per l’allenamento e per le corse sui nevados da
un esperto volontario italiano dell’oMg, la guida alpina valerio Bertoglio, pioniere
dell’alpinismo atletico e autore di corse incredibili. valerio o altri esperti italiani mi
hanno sempre seguito nei tentativi di record. in tutte le mie ascensioni di corsa
ho vissuto impressioni molto profonde; normalmente le affronto senza pensare
molto al cronometro, ma mi concentro sul muovermi in sicurezza, con fiducia nelle
mie capacità alpinistiche ma con molto rispetto per la montagna. la corsa del
Chopicalqui mi ha dato emozioni più forti delle altre, anche perché mi aspettavo
di compierla in un tempo un po’ superiore a quello poi realizzato; l’esperienza
raggiunta mi ha aiutato molto a correre con fiducia e serenità. l’aspetto più importante del controllo psicologico riguarda la mia sicurezza.
SR come descriversti il tuo rapporto con la natura così intensa e primoridiale dei tuoi monti?
Cr prima di cominciare la vita da alpinista non riuscivo a capire perché gli scalatori avventurosi ci tenessero tanto ad andare in montagna:
adesso lo so! la natura e la montagna significano molto per me, sono luoghi dove voglio fruire, godere e ammirare l’immensa opera di dio.
SR Operazione Mato Grosso. Cosa rappresenta per te fare parte di una organizzazione così impegnata? E’ importante sentirsi parte di un
movimento? Rappresentare idealmente tutti i traguardi che la tua polazione può e deve raggiungere cosa ti fa pensare?
Cr oMg significa molto per me, perché è un movimento che si preoccupa costantemente di aiutare i più bisognosi, i poveri. sono orgoglioso di
appartenervi. grazie all’oMg, per mezzo dei volontari italiani, mi è stato permesso di compiere un vero balzo in avanti, diventando guida alpina. in futuro
mi piacerebbe realizzare altri record di corsa per dare messaggi positivi e un esempio a tutti i giovani che non sanno che cosa fare della propria vita.
SR La prossima meta?
Cr la mia prossima meta sarà tentare un nuovo record sulla Cordillera Blanca. Ci sono diversi progetti a cui sto pensando, e la scelta dipenderà
da quale montagna sarà nelle migliori condizioni: il Huascaran 6768 m partendo dal villaggio di Musho 3000 m, oppure i nevados Copa 6188 m
o Tocllaraju 6034 m partendo dal nostro Centro Andinismo renato Casarotto a Marcarà 2760 m. l’obiettivo è dunque quello di cercare dislivelli
più grandi che in passato.
SR Abbiamo cambiato idea voliamo noi da te!! Dove ci portresti a correre? Qual’è il tuo trail preferito? Il tuo posto segreto dove vai a
correre quando hai bisogno di armonia?
Cr Molto volentieri se verrete! i miei luoghi preferiti per correre sono nella Cordillera Blanca e nella negra, non lontano e intorno a Marcarà. Mi
piacerebbe portarvi nella zona di pashpa e Collon, dove parte la valle che conduce al rifugio ishinca, sopra i 4000 metri.
CESAR ROSALES. HUASCARAN TUTTO D’UN FIATO. Correre soli su nevai a 6000 metri per una moltidudine di persone. Questo è pensare in grande.
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PROVA A PRENDERLI
il nome dei fratelli gross è indissolubilmente legato a quello del Tor des
géants fin dalla nascita di questa manifestazione: nel 2010 Ulrich ha
vinto in 80 ore, 27 minuti e 13 secondi mentre Anne Marie ha trionfato
tra le donne giungendo al traguardo in quarta posizione assoluta con
un tempo di 91 ore, 19 minuti e 13 secondi. Quest’anno Ulrich si
è ritirato alle prime tappe, Anne Marie invece ha bissato il successo
dello scorso anno, ancora quarta assoluta, in 91 ore e 28 minuti. Fare
quattro chiacchere con loro non è cosa da tutti i giorni perchè non si
può farlo seduti davanti a un caffè, bisogna correre e prederli, se si
riesce!
per i fratelli gross correre sembra scritto nel dna, la loro storia li
accomuna a tanti sportivi di resistenza e soprattutto di fatica. per loro
correre è un rito quotidiano, non solo una passione, un allenamneto o
una gara. la vita di tutti i giorni ruota intorno alla corsa, la vita delle
loro famiglie è incentrata intorno a questo sport.
ed è proprio la fatica è il loro compagno di viaggio. Chiaccherando
però si intuisce quanto questa sensazione sia vissuta in modo positivo,
è la fatica che permette di superare quel limite oltre il quale dolore
e fastidio spariscono, allora si può anche star bene. «Quando la fatica
diventa troppa» svela Ulrich, «è come entrare in un tunnel in cui mi
sento più leggero, dolore e stanchezza spariscono, non sento più quello
che proviene dall’esterno, si va oltre la concentrazione e tutto diventa
più facile. A volte mi succede anche in allenamento». Una specie di
trance così intensa da far perdere la percezione di ciò che ci sta intorno
e di quello che stiamo facendo: «mi è successo quest’anno al Tor» ci
dice Anne Marie, «sono stata tanto da sola, specie di notte, e a volte
mi sono dovuta fermare perchè non avevo più la percezione di dove
fossi e di cosa stessi facendo, è un qualcosa di indescrivibile, che va
oltre la coscienza».
di fatica Ulrich e Anne Marie ne “mangiano” tanta, in gara e in
allenamento, fin da quando erano piccoli e dalla val sarentino
scendevano con il padre a Bolzano, 35 chilometri in tutto, a piedi,
per fare la spesa. oggi sono due specialisti nelle gare di ultra
endurance, i loro allenamenti durano anche più di dieci ore, sempre
insieme, legati da un filo invisibile, anche durante le gare quando a
Testo e Immagini Andrea Pizzi34 GROSS BROSS
Distribuito da Nov.ita srl www.nov-ita.com [email protected]
Buff Italy
PROVA A PRENDERLIdividerli sono chilometri e addirittura montagne. Quest’anno Ulrich ha
deciso di ritirarsi al Tor des geants, dopo poche decine di chilometri.
All’inizio è stata per lui una decisione facile, poi invece è arrivato il
dispiacere, ma è stato giusto così. «Quest’anno ho capito di essere
un corridore» ci confessa, «le gambe non andavano come avrei voluto.
Ho capito che non solo non avrei vinto ma anche che non avrei potuto
correre come avrei voluto fare, correvo il rischio anche di farmi male,
non sarebbe stata né una gara né un allenamento per me. e’ stato
giusto così». Ulrich allora ha dedicato ogni ora dei giorni seguenti a
seguire la sorella, dormendo addirittura meno di lei. l’aspettava ai
punti di controllo, le mandava sms, passava ore alla base radio di Aosta
per ascoltare le comunicazioni di servizio. C’è un legame speciale tra
i due, il fatto di vivere gare e allenamenti sempre insieme li rende
quasi una singola entità. per loro correre è una passione fin da piccoli
quando seguivano le orme del fratello maggiore, anche lui esperto delle
lunghe distanze tanto da aver corso sulla Muraglia Cinese. Correre è
divertimento, sfogo dopo il lavoro, serve a Ulrich anche per riposare e
recuperare energie.
si corre perchè si ha voglia di farlo, solo per se stessi. le gare si
fanno per vincere, loro ne sono la testimonianza, ma diventano sempre
occasione di confronto positivo con gli altri, dove si corre affianco
all’avversario, non contro. Ulrich racconta sempre con piacere le ore
trascorse insieme a Marco gazzola, il vincitore morale del Tor 2011:
«mi ha aiutato quando ero in difficoltà, mi ha spronato ad andare
avanti. Ci siamo messi d’accordo per alternarci a fare il ritmo. Marco è
un grande atleta e un grande uomo».
Anne Marie e Ulrich vivono la corsa con uno stile tutto loro, stupisce
la naturalezza con cui raccontano di gare a allenamenti di oltre 10 ore
al giorno. Due atleti eccezionali che possono realizzare i loro obiettivi
agonistici grazie alle loro famiglie che accettano sacrifici, allenamenti e
gare in grande serenità perchè correre è divertimento e passione, la loro vita.
“sono la Connie. non utilizzo titoli nella mia vita, sono
semplicemente qui per vivere e per affrontare “cose”.
non penso che raggiungendo un determinato livello
sportivo si riceva un titolo”.
le regole di Connie
la trochita: 168 km. vento gelido. pioggia. solitudine. Una sola guida: i binari di una ferrovia abbandonata.
pHoTo&words
Words Cornelia Zamernik
Photo by Arc’teryx
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“non ho avuto molto tempo per pensare, sono sempre stata occupata con il posizionamento dei miei piedi. dovevo mantere l’equilibrio e riconoscere
i dislivelli prima che potessero sorprendermi loro. sono stata molto esposta a vento e pioggia, ma i binari sono stati i miei amici e mi hanno indicato
la strada. non ho mai avuto paura e ho sempre saputo che tra le Ande ed il Cile non c’e’ ferrovia, per cui ad esquel, ai bordi delle montagne
sarebbe finito tutto”.
“la Trochita è Un sogno che non pensavo di poter realizzare, ma che ho raggiunto attraverso la spontaneita’”
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“non ho mai paura, sono concentrata sulla montagna o sull’avventura
che sto vivendo. non elaboro la mia concentrazione con la paura o con
l’adrenalina, ma mi affido alla mia esperienza, accumulata in 15 anni
di attivita’. il motore che mi spinge e’ la voglia di nuovo e la voglia di
vivere il nuovo! Quando la situazione diventa veramente dura, non hai il
tempo di elaborare nulla, devi semplicemente andare avanti “!
C’è posto nell’estremo, per le donne come per gli uomini. i percorsi
sono gli stessi che si corra o che si arrampichi. Molte donne cercano
pero’ di vendere “la donna” e non l’avventura. Questo e’ banale,
semplicistico e non corretto nei confronti degli uomini.
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di corsa doveil primo ricordo che ho della corsa in montagna
non è alquanto piacevole, circa tre volte a
settimana mio padre obbligava me e mia
sorella a svegliarci un ora prima del normale
per andare a correre nei boschi dell’etna per
prepararci atleticamente alla stagione sciistica.
Un’oretta di corsa controvoglia per poi tornare
a casa, doccia superveloce e scuola: una vera
tortura! nonostante tutto con il passare degli
anni quest’esperienza non mi ha fatto odiare
la corsa ma ha preparato la mia mente e il mio
fisico a quella che poi sarebbe diventata una
delle mie più grandi passioni. non mi posso sicuramente definire un
atleta della corsa in montagna, nonostante la pratichi da diversi anni
sono sempre stato un pò incostante negli allenamenti, più che uno
sport per me correre è sempre stato un modo di sentirmi libero, cercare
i miei limiti e scoprire le montagne che avevo intorno. solitamente si
preferisce correre nell’ambiente che più ci è congeniale, per alcuni
la strada, per altri i sentieri, in riva al mare, sulle colline, su creste
esposte in montagna, per me sono stati i vulcani. Correre su un vulcano
attivo è un’ emozione unica, la difficoltà dell’ascesa, il terreno instabile
e l’orecchio sempre teso per cercare di carpire che cosa succede
sotto i nostri piedi. già, perché correre su un vulcano attivo significa
avvicinarsi (sempre con cautela) a contesti decisamente pericolosi! i
vulcani sono l’espressione più lampante che viviamo su un pianeta
in continua trasformazione, generano nuove rocce, colate di lava,
cenere, lapilli e bombe, esplosioni che possono cambiare l’aspetto del
paesaggio circostante. Mentre correndo sulle
Alpi o le dolomiti il rischio più grande che si può
correre è quello di beccarsi un temporale e un
fulmine in testa, correndo su dei vulcani attivi
bisogna considerare anche il rischio di esplosioni
e il conseguente “lapillo” sulla testa. non potrò
mai dimenticare l’esperienza che ho vissuto
durante l’eruzione dell’etna nel 2001, quando
insieme a Beppe ci siamo ritrovati a correre
più veloce di un centometrista giamaicano per
evitare una pioggia di lapilli che cadevano a
qualche metro da noi o come quando ci siamo
avvicinati troppo ad una colata lavica e ci siamo ritrovati senza le
suole delle scarpe. insomma correndo sull’etna non ci si annoia mai!
sullo stromboli invece correre guardando le esplosioni è all’ordine del
giorno, la corsa su iddu (così viene chiamato il vulcano dai siciliani) è
un esperienza mistica, si sale seguendo il ritmo delle esplosioni invece
che quello del tuo cardio, e a rendere questa esperienza ancora più
psichedelica ci pensano i gas che ogni tanto sei costretto a respirare e
ti mandano in debito d’ossigeno. la discesa invece è una vera goduria,
900m di dislivello in un pendio di 40° di finissima sabbia vulcanica
che in pochi minuti ti fionda fino in mare. sull’etna, quella che noi
siciliani chiamamo “a muntagna”, ho fatto la mia prima esperienza
agonistica di corsa in montagna, insieme a mio padre ho partecipato
alla traversata dell’etna, una gara a staffetta dal versante sud a quello
nord del vulcano, da lì mi sono cimentato in altre competizioni: la
red bull giant of volcano, il giro dei parchi d’italia, la vesuvio vertical
Testo Marco Tomasello
Immagini Beppe D’Urso
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nasce il mondodi corsa dovekilometer. l’esperienza accumulata in queste gare ha fatto crescere in
me la voglia di organizzare una competizione sui vulcani siciliani ma
con uno spirito diverso da una corsa prettamente agonistica, volevo
organizzare un evento che unisse la sensazione di libertà della corsa
con l’adrenalica sensazione di salire su una montagna “viva”.
grazie a gabriele, un altro “malato” di vulcani come me siamo riusciti
ad organizzare il primo trail running sui vulcani siciliani: il sicily volcano
Trail. Una corsa di 100km e 4500mt di dislivello in 5 tappe: vulcano,
salina, stromboli nell’arcipelago eoliano e le ultime due tappe sull’etna.
Quattro vulcani estremamente diversi l’un l’altro. vulcano affascina per
i colori variopinti, il giallo accesso dello zolfo e l’odore delle fumarole.
salina è un vulcano spento, è
per questo il più verde di tutti
mentre le esplosioni continue
e senza interruzione rendono
lo stromboli decisamente
unico, anche se si sale di
corsa e si scende come dei
razzi planando sulla morbida
sabbia nera, è frequente
ammirare durante la propria
ascesa di corsa un esplosione
di iddu. l’etna è il vulcano per
eccellenza, durante l’ascesa
la vista spazia dai fumanti
crateri sommitali fino alle isole
eolie e la Calabria, mentre il
terreno è a dir poco variegato: la sabbia vulcanica, la tagliente lava
delle ultime colate e la neve mettono a dura prova le suole degli atleti.
organizzare questo evento ma soprattutto vedere le facce sorridenti
ed entusiaste degli atleti a fine corsa che condividevano le mie stesse
sensazioni mi ha spinto a ideare un’altra competizione sui vulcani:
l’etna sky Marathon, una maratona di corsa in montagna lungo le
pendici dell’etna. grazie alla partecipazione di atleti del calibro di
Marco degasperi, sherpa dawa dachhiri, Mario poletti, Marco Zanchi,
Manuela Brizio e grazie anche al supporto tecnico di un veterano della
corsa in montagna come giorgio pesenti siamo riusciti a far diventare
questo evento la finale del circuito mondiale Mountain running
international Cup che si svolgerà
il 6 novembre sul versante nord
dell’etna. Queste competizioni
mi vedono protagonista in veste
di organizzatore e non più di
atleta ma rimane sempre un
atleta in famiglia che partecipa
a tutti gli eventi che organizzo,
è mio padre Umberto, che alla
veneranda età di 65 anni non si
è perso neanche un’edizione del
sicily volcano Trail. io ho solo
una gara che sogno di correre:
la diagonale de Fous, un raid
di 165km e quasi 10000m di
dislivello positivo che si svolge
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alle réunion sul piton de la Fournaise, uno dei vulcani più attivi del nostro pianeta, come dice il nome della gara una cosa da pazzi! il mare, le
esplosioni e la terra che ti trema sotto i piedi, i vapori di zolfo che ti fanno chiudere i polmoni, le rocce dai mille colori, le ripide discese sulla sabbia
vulcanica e la tagliente roccia lavica, tante sono le emozioni che si hanno correndo sui vulcani.
Marco Tomasello è nato 33 anni fa a Catania, lavora come maestro di sci in Francia e guida vulcanologica sullo
stromboli e l’etna. Assieme ad altri appassionati di corsa in montagna ha creato la skytribe, un’associazione che
organizza competizioni di trail running e corsa in montagna sui vulcani attivi della sicilia. e’ il direttore tecnico del sicily
volcano Trail e dell’etna sky Marathon. oltre alla corsa una sua grande passione sono i viaggi, con gli sci a piedi o in
bicicletta ha visitato diversi continenti.
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T O R PeopleA cura di Davide Orlandi
Immagini Lorenzo Belfrond
“Lo sguardo emblematico di Marco Gazzola rimarrà il simbolodi questa incredibile edizione del Tor des Géants”
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il Tdg. Una manifestazione, chiamarla solo competizione sarebbe smi-
nuirla, di un intero territorio che si mostra in tutta la sua potenza.
sembra piccola la vallèe, vista sulla cartina o spostandosi in macchina:
un po’ di autostrada, qualche tornante e sei ovunque. Ma quando si
sorpassa la thuile dirigendosi a piedi, per sentieri, verso Cogne ci si
perde per 80 km nel magnifico nulla, in mezzo ad una natura forte,
incredibilmente integra. poi il parco naturale del Mont Avic e la risalita
da donnas fino a gressoney. gli spazi. Ho sempre lamentato la loro
assenza nel mio paese. Ho dovuto ricredermi.
il Tor des géants. e’ giusto chiamarlo “il Tor”? io credo di no, di Tor
ce ne sono tanti. Uno per ognuna delle persone che lo hanno pensato,
realizzato, amato, aiutato o corso.
C’è il Tor di chi lo ha concepito e permesso: la regione val d’Aosta con
il suo lungimirante Assessore Aurelio Marguerettaz, che per primo ha
visto e sfruttato al meglio la potenzialità insita nel territorio valdostano
e nei suoi orgogliosi abitanti. C’è il Tor di chi lo ha organizzato: Ales-
sandra nicoletti e i tutti i mitici volontari. Ci avete fatto sempre sentire
sicuri e a casa. non posso dimenticare, alla base vita di valgrisanche,
la magnifica nonnina che sorridente e piena di energia, mi ha servito
alle due di notte, prima di ripartire, una pasta in bianco al tavolo. l’ho
abbracciata e baciata con sincero affetto. C’è il Tor di chi crede nei
progetti quando ancora devono affermarsi e li aiuta a divenire unici:
grivel, gruppo Tecnica e 4810. Tre aziende che hanno ragionato an-
che con il cuore! C’è il Tor dei valdostani che ti incitano, ti aspettano
all’ingresso dei loro paesi a tutte le ore, ti aiutano a sentire meno la
fatica. Ci sono poi i 500 Tor dei 500 partecipanti. ognuno in gara con
se stesso. ognuno con la sua motivazione. ognuno con il suo amore
per la montagna. C’è il Tor dei forti, dei professionisti, degli atleti. Ma
si sono davvero sfidati? la risposta è si, ma con uno spirito differente.
Correndo con Ulrich gross (vincitore dell’edizione 2010) per fare i test
delle calzature per questo magazine, mi sono reso conto di una realtà
diversa. Mi ha raccontato di quanto aiuto si danno l’uno con l’altro.
Aspettandosi, ripartendo insieme dalle basi vita durante la notte, così
da essere più efficaci in due nelle risalite. Ho visto Ulrich sereno per
il suo ritiro, pur pronto a vincere ancora ed ammirato, al contempo,
dei vincitori di quest’anno, oltre che della mitica Annemarie (sorella
di Ulrich e vincitrice 2010 e 2011). Abbiamo imparato a conoscere
il significato di fair play reale con Marco gazzola. Ho visto le saux,
gabioud (il vincitore), Annemarie gross e gazzola stesso, al tavolino
del bar all’ingresso di via roma, applaudire, incitare ed accompagnare
all’arrivo, giorno dopo giorno, tutti i partecipanti, fino all’arrivo dell’ulti-
mo eroe: gianni savoia. Ho visto una regione intera in festa, in trepida-
zione. Ho visto partecipazione e coinvolgimento. no, non riesco proprio
a chiamarla solo gara. per me è stato amore a prima vista. per me è
“tutta gente del Tor” che nelle prossime pagine prende voce e vi farà
innamorare della propria esperienza.
People
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“Come sarà mai possibile percorrere 334.536 metri con un dislivello
positivo di quasi 24.000 metri??? Questa domanda mi frullava per la
testa dall’aprile 2010...
Benché spesso provassi a pensarci per trovare una risposta, la so-
luzione non arrivava, anzi la soluzione non era decisamente alla mia
portata, il dubbio, che talvolta ha rischiato di divenire un vero e proprio
tormento mi ha accompagnato per lunghi mesi, fatti ovviamente di alti,
di bassi, e di molto bassi... oggi però ho capito che la risposta è sem-
plicissima, e non l’ho trovata io, è lei che è venuta da me, si è palesata
in una fantastica camminata di 126 ore 12 minuti e 55 secondi, ed è
molto semplice: percorrendo un metro dopo l’altro, mettendo in fila
una serie di singoli, semplici, passi. ok, la serie potrà sembrare un po’
lunga, ma alla fine è stato proprio così, il mio Tor si è rivelato una stre-
pitosa avventura fatta da una serie di singoli passi, tutti meravigliosi,
UN PASSO DOPO L’ALTRO di Roberto Terazzi
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semplici e perciò tutti alla mia portata, tutti goduti dal primo all’ultimo
e assaporati nella loro unicità e specificità.
lunghi mesi a domandarsi quale fosse il modo giusto di allenarsi per
una gara così speciale, unica, e poi d’un tratto, domenica 11 settembre
alle 10.00 mi sono ritrovato con davide sotto lo striscione della partenza.”
PRE-QUELAprile 2010 durante la lettura di Meridiani dedicato al Tdg edizione
“zero” mi venne spontaneo pensare: “io ce la farei a compiere un’im-
presa del genere?” per alcune settimane non ne feci parola con nes-
suno, ma dentro di me il desiderio di mettermi alla prova cresceva
giorno dopo giorno. ero reduce dalla partecipazione come volontario ad
uno progetto di ricerca del Cnr dal curioso titolo “lo stress ossidativo
negli allenamenti di resistenza”, nel corso del quale avevo avuto la
possibilità di conoscere ricercatori e preparatori atletici. Così decisi di
rivolgermi a loro per essere guidato nel cammino di avvicinamento al
tentativo di iscrizione all’edizione 2010 del Tdg. inutile raccontarvi lo
stupore e l’entusiasmo che invasero le persone da me contattate, ed
immediatamente ecco la posta elettronica piena di mail con tabelle con
la descrizione dei “lavori” da svolgere per una preparazione ottimale.
“lavori” è questa proprio la parola che non ha mai trovato la giusta
collocazione nella mia testa abbinata alla mia voglia di avventura.
Centinaia di chilometri, obiettivi precisi, miglioramento della mia ca-
pacità di resistenza, estremizzare la capacità di recupero. per farla
breve tre mesi di “lavori” al mare, in pianura e finalmente anche in
montagna. ero preparato fisicamente. Mancava solo l’iscrizione, entro
il 20 agosto 2010, ma non mi decidevo a farla, ho più volte compilato
il form elettronico sul sito del Tdg, e poi, chissà perché ho sempre
cliccato sul comando “Annulla”. nella mia testa, la paura di non farcela
mi ha condizionato a tal punto da non trovare il coraggio di iscrivermi.
l’avevo presa troppo seriamente, era diventato proprio un “lavoro” e
non un’affascinante avventura. dopo il 20 agosto 2010 ho passato
delle settimane decisamente buie, il mio morale era indiscutibilmente
sotto i piedi. non ero alla partenza.
Basta, nella mia testa il Tor non esisteva più, avrei voluto non aver mai
acquistato quel numero di Meridiani!
APRILE 2011 – UN ANNO DOPO - COLPO DI SCENAincolonnato sulla A4 dopo una normale giornata di lavoro, ricevo una
telefonata da davide, che mi annuncia la possibile “nostra” iscrizione
al Tdg 2011, così senza possibilità di riflettere, prendere o lasciare,
avevo avuto in dono, inaspettatamente, l’opportunità per la vera sfida.
Archiviato definitivamente e senza appello il termine “lavoro” mi sono
concesso solo meravigliose opportunità per fare tanti passi, ma tanti
davvero, con un’unica condizione: godere di ognuno di essi ogni qual-
volta avrei “potuto” e non “dovuto” uscire in allenamento
non mi importava più nulla di tabelle e “lavori”, “ogni singolo passo” è
diventato in fretta il mio motto.
effettivamente, mi rendo conto sia un po’ semplicistico sostenere che
per completare il Tor des gèants, sia sufficiente eseguire in ordinata
sequenza una serie di singoli passi, e che per compierli bastino i piedi
e la testa, ma il mio Tor mi piace ricordarlo così. Alla resa dei conti non
mi sembra di aver fatto nulla di eccezionale, anzi sono convinto di non
aver fatto proprio nulla di straordinario.
SEQUELil mio Tor, vissuto con la mia testa e i miei piedi a singoli passi, ora
costituisce una sorta di voragine spazio-temporale nella mia vita, nelle
mie esperienze, nella mia memoria. Tutto quello che è avvenuto prima
della partenza mi sembra lontanissimo, ad esempio i minuziosi pre-
parativi dello zainetto e del borsone giallo del sabato pomeriggio mi
sembra di averli fatti un secolo fa. Mi piace pensare al borsone giallo
con il mio numero di pettorale, anche lui ne ha fatta di strada, con lui
tutti gli altri borsoni, ognuno con il suo numero, sono stati puntualmen-
te trasportati dall’organizzazione in pulmino da una base vita all’altra,
e nel frattempo io e i miei compagni di avventura viaggiavamo a piedi,
passo dopo passo sui sentieri del Tor. solo pochi importantissimi ricordi
della mia vita hanno attraversato questa voragine praticamente inden-
ni, ovviamente non posso e non voglio raccontarveli qui, ma giusto per
darvi una idea sono del tipo “il mio primo bacio” e cose del genere per
intenderci.
i giorni, le ore, i minuti e i secondi vissuti lungo i sentieri del Tor e le
persone che ho incontrato hanno avuto per me una bellezza ed una
intensità tale da far letteralmente evaporare la fatica e da lasciarmi
solo lo stupore e la meraviglia di aver avuto il coraggio di intraprendere
una avventura del genere.
Mi è anche rimasta una convinzione: ognuno è in grado di fare un po’
di più di quello che è abituato a credere di poter fare. Anche l’impresa
più impegnativa può essere affrontata con umiltà e in serenità, sempli-
cemente “un passo dopo l’altro”.
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“Il Tor des Géants è stata la prima grande competizione
sponsorizzata da Tecnica entrando nel trailrunning,
quando il TdG era amcora solo un progetto, e ha quindi
un posto speciale nel nostro cuore, come il primo
grande amore.
Il Tor des Géants non è una semplice gara di trail:
è soprattutto una eccezionale esperienza umana,
individuale e collettiva. La natura meravigliosa della
Valle d’Aosta è un palcoscenico unico al mondo, ma
la vera differenza la fanno gli attori, che sono i veri “giganti” del TdG:
i fantastici volontari dell’organizzazione, i runners di ogni livello, età e
provenienza che si ritrovano insieme per una settimana condividendo
fatica ed emozioni, vivendo insieme ad un’intera comunità che li accoglie
e li sostiene come se tutti fossero parte di un’unica, grande famiglia. Nel
TdG riescono a convivere la dimensione epica di un’impresa sportiva
straordinaria con la dimensione umana di una “normalità” fatta di amicizia,
condivisione, partecipazione aperta a tutti: è forse questa miscela che
rende unico il Tor des Géants, e che l’ha fatto diventare in così breve tempo
un appuntamento irrinunciabile per la comunità dei trailers”
Il Tor des Géants nasce da un sogno, organizzare una corsa di trail-running lungo i sentieri della Valle d'Aosta. Sono diversi anni che
organizziamo corse in montagna di lunga distanza e l'idea di far conoscere i sentieri valdostani, le nostre vallate e le nostre montagne
è sempre stato uno dei nostri desideri. Il percorso era già pronto: le Alte Vie della Valle d'Aosta. Un vero e proprio viaggio nel cuore della Vallèe, ai piedi di
tutti i maggiori 4.000 regionali. Il TDG è la vera espressione dello spirito trail, un'intera regione si riunisce per condividere un'esperienza unica insieme ai
corridori. Ogni concorrente viene riconosciuto, dai “montanari” valdostani, come un nuovo amico della montagna stessa. Questo spirito, che forse si era
andato perdendo, è ritornato con forza e rappresenta, secondo me, la vera forza del TDG.
Da parte mia, vedere la gioia di tutti i partecipanti, corridori o volontari, ogni volta che un atleta taglia il traguardo, è un'emozione immensa. La felicità che
si legge negli occhi di tutti, anche a distanza di tempo, nel raccontare la propria esperienza è il regalo più grande che il TDG potesse farmi.
Il Tor non è solo mettersi alla prova, non è solo ricercare dei limiti, è anche e soprattutto vivere intensamente sensazioni nuove
e scoprirle ancora più intense di quanto avessi immaginato. E’ però anche la possibilità, rara per uno sportivo dilettante, di
incontrarsi alla pari con i campioni di questa attività e scoprirli sorprendentemente veri e lontani dai cliché di quasi tutti gli altri
sport. E’ un sogno, un viaggio, una passione. Sono le notti di pioggia e quelle di luna, la solitudine, la solidarietà e la compagnia,
le lunghe file di luci nel buio, tutta la valle d’Aosta drogata di entusiasmo, il sonno, la fame, il dolore e la gioia. Insomma, intollerabile
non provarci almeno una volta. La cosa più sorprendente di tutte però, è che dopo due giorni ripartiresti per farlo di nuovo.
Per prima cosa s’impone una domanda, perché,
io che sono più un “climber” che un “runner”
ho scelto di fare questa gara? Innanzitutto sono
stato colpito dall’alto livello di avventura. C’è un
magico segreto nel TDG che è difficile da capire:
nonostante la sua lunghezza e gli spaventosi
dislivelli, è tutto sommato ragionevole chiuderla
in 150h. Forse “ragionevole” è la parola sbagliata,
forse “possibile” o “realistico” sono più adatte, e
se la durezza del percorso ti preclude una lunga
corsa all’aria aperta, ti mette nella condizione
di organizzarti una lunghissima camminata. Devi agire con saggezza,
munirti di grande entusiasmo e cameratismo. Quando sei un climber e uno
snowboarder come me, passi un sacco di tempo a riflettere sul tipo di terreno
e di montagne che dovrai affrontare e ad essere infastidito dal tempo che
sprechi per l’avvicinamento. Con il TDG è diverso, hai il tempo di riscoprire
i veri “fondamentali” di tutti questi sport: le montagne. Il TDG ha 32 grandi
vette e innumerevoli viste mozzafiato, che camminando lentamente ti fanno
riscoprire la natura olistica della montagna di cui ti sei innamorato. Un
altro plus di questa gara è lo spirito rilassato dei partecipanti. I runners di
montagna si aiutano e simpatizzano tra di loro. La competizione esiste ma è
più a livello personale, non ci sono manifestazioni esteriori di “ego”. Forse è
più facile da capire se vi dico che, in generale, le prime due tappe ti fanno
buttare fuori tutto l’ego e completare la gara, piuttosto che vincerla, diventa
il traguardo per chiunque. E così ritrovi la magia.
GENTE DEL TOR > GENTE DEL TOR > GENTE DEL TOR
Alessandra NicolettiResponsabile Organizzazione Tor Des Géants
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Durante una delle notti di gara, credo la
terza, siamo passati sulla dorsale che divide
la Valle d’Aosta dal Piemonte nei pressi del
rifugio Coda. C’era una luna piena incredibile.
Nonostante fossimo in piena notte, nell’aria
tersa sulla sinistra distinguevi gran parte dei
principali rilievi valdostani: il Monte Rosa,
il Bianco, l’Emilius, la Tersiva, la Grivola. A
destra invece era visibile la distesa della
pianura: le luci di Biella e poi oltre, all’orizzonte, altre città. Ecco, credo
che la magia del Tor des Géants stia qui. In questi attimi che ti porti dietro
per mesi- forse per anni. I giorni dopo la fine del Tor mi è capitato quasi
tutte le notti di sognare la gara. E’ il segno che le emozioni continuano a
turbinare nel profondo delle interiora. Ma più che la gara – in quanto gara
- quelli che sogno sono i luoghi: infatti nelle visioni oniriche non ci sono
quasi mai gli altri – quelli che nella veglia chiamiamo “gli avversari”. Credo
che il Tor sia in gran parte una gara con sé stessi, qualcosa che ti mette
a nudo. E credo che questo valga per quasi tutti, perfino per quelli che la
gara la fanno per “vincerla “ e non per “finirla”. Anche loro si confrontano
con tutto ciò che il Tor ti muove dentro. Delle emozioni che sono andate
smarrite nella dimensione ordinaria della vita: quelle legate ai ritmi naturali
della vita, al contatto con il freddo, il maltempo, la paura, al rapporto con
un corpo limitato, mortale e dolorante. Cose che gare più brevi o ambienti
più circoscritti non possono darti. Rincantucciati in un mondo innaturale ed
auto-referenziale pensavamo di non avere più limiti, avevamo staccato il
cordone ombelicale con la realtà. Qui tutta la tua finitezza ti ritorna addosso
brutalmente e la natura ti ricorda la verità: che non sei niente, stupido
insetto pieno di te stesso. Non te lo ricordavi più, vero?
Eppure non fa così male. Si perde l’ego ma si ritrova un mondo infinito.
Il mio orizzonte quotidiano è fatto di
montagne che influenzano le mie azioni
Mi è capitato di decidere di fare il
Mezzalama, senza avere mai fatto una gara
di sci alpinismo, per sfida e perchè il Rosa
era li. Lo stesso col Tor: Il percorso passa
davanti a casa e la Vecchia e è da sempre nei
miei occhi eppure non ci ero mai stato. In 5
mesi ho cercato di diventare un ultra runner.
Chilometri e chilometri in primavera, tutto il percorso ad agosto, passavo
e ripassavo dalla Vecchia, pensavo che sarebbe stato bello solamente
chiuderlo, il Tor, certo che il fuoco della competizione mi avrebbe per una
volta lasciato in pace. Invece no, allenandomi in estate con Giancarlo è
ricomparso, prepotente. Scoprivo ogni giorno ed ogni notte qualcosa di
nuovo di me. Avrei corso il mio Tor, non sarei partito solo per finirlo, ma per
finirlo come volevo, abbastanza presuntuoso da seguire una tabella oraria,
per finire il giorno immaginato. E così è stato, ho camminato veloce in salita
e corso in discesa ed in piano, mi sono fermato solo a mangiare, non ho
dormito, ho continuato e per 100 chilometri stavo bene. Un tendine mi ha
fermato; mancava il resto dell’esperienza, ma quello che avevo percorso
nei mesi passati fino a quel momento è stato così forte da appagarmi,
almeno per quest’anno. Dopo un mese di riposo completo ho ripreso a
correre, due giorni fa sono salito al Pinter e faceva quasi caldo, oggi è tutto
bianco di neve Qualche giorno di gelo ed il Lazoney sarà pronto per gli sci
Betta e Gioacchino Gobbi titolari di Grivel, la più antica
fabbrica di materiali di alpinismo, raccontano il loro Tor.
Betta: Abbiamo deciso di essere sponsor del TDG con
il cuore! Perché quando l’assessorato al turismo ci ha
mostrato il progetto, abbiamo visto che l’obiettivo era di
parlare al mondo della nostra Valle d’Aosta. Grivel, che
esporta in tutti i paesi dove ci sono le montagne, ha sempre esportato
anche il nome del Monte Bianco e si è sempre scontrata con la “cre-
denza” che fosse un luogo solo francese. Non è vero! Oltretutto il lato
italiano del Bianco è quello con le temperature più miti, dove c’è più
sole! Un’ occasione unica di poter parlare finalmente della nostra terra
e di poter spiegare che è un luogo speciale dove ogni valle, anche la
più sconosciuta, ha una sua bellezza ed una sua peculiarità. Un mondo
tutto da scoprire fatto di natura, cultura e tradizione.
Gioachino: Sono nato a Courmayeur, da sempre per me il
posto migliore al mondo. Mi è sembrato importante poter
condividere le emozioni che vivo ogni giorno. Accanto a
questa parte emozionale, Grivel vive di montagna. Siamo
i più antichi fabbricanti di materiali d’alpinismo. Dal
1818! E proprio grazie alla diffusione di questo sport che è nato sotto il
Bianco siamo oggi un’azienda che esporta i suoi prodotti in tutto il mondo.
Da qualche anno Grivel ha una nuova sede, un’unità produttiva più gran-
de dove, ai materiali d’alpinismo, abbiamo affiancato la produzione di
ogni genere di bastoncino. Il bastone”Tor des Geants” è nato qui, dalla
sinergia con i runners locali. In questa sede, dove tutto è prodotto usando
l’energia del sole! Più ecologici e rispettosi dell’ambiente dove viviamo.
GENTE DEL TOR > GENTE DEL TOR > GENTE DEL TOR VOCI CHE COMPONGONO IL MANIFESTO DI UN MOVIMENTO EPICO,
POETICO, NUOVO CHE PUNTA DRITTO E DECISO ALL’ANTICO
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paura: la regina dei sentimenti Lo spettro
Di Davide Orlandi
11 settembre 2011. partiti. Cordoni di folla che applaude. rido.
euforia. Attacca il sentiero. ritmo buono, veloce, ma non fluido: sarà
che mi devo scaldare. Comunque sono allenato, oppure non abbastan-
za? primo piccolo dubbio, ma sarà l’emozione e poi fa caldo, stranamen-
te caldo, umido. io l’umidità non la sopporto. voglio spezzare il fiato.
ritmo sempre buono ma ancora meccanico, legnoso. respiro male,
altro che spezzare il fiato. Fingo serenità, ma sono nervoso. spingo
ancora perchè spesso mi è successo e, quando ho spinto, mi sono
sbloccato, ma oggi no! proprio durante la mia impresa! Quella che
aspettavo, che ho voluto. Che nervi! Ma continuo pur non trovando
quell’armonia magica tra gambe e fiato che allenta la fatica.
Finalmente il primo valico e giù. in discesa, sono sempre stato una
scheggia, ma non è possibile! Anche qui niente! Mi sento legato. ri-
storo. Bevo molto. sudo, gocciolo, sono fradicio. Ma certo! non c’è
dubbio! e’ questa stramaledetta umidità che non ci dovrebbe essere e
invece sembra di stare nel Borneo, non in valle d’Aosta al Tor. io sono
un animale invernale! Continuo e finalmente cambia meteo: vento
freddo, pioggia, tuoni. Credo di essere l’unico che benedice il cam-
bio. e allora via. reagisco, o almeno ci provo, ma se per un attimo la
mia testa vede la luce dell’ottimismo, le mie gambe raccontano verità
differenti. e’ sera. Mi lamento anche del percorso, ce l’ho un po’ con
tutti, soprattutto con me stesso. Base vita. sto meglio. Forse. in effetti
non sono affatticato come sembrava. Cos’è stato allora? emozione?
si! deve essere stato quello, ci ho pensato troppo. via allora, alla luce
delle frontali. si viaggia bene di notte e finalmente sento il mio corpo.
primo dei tre colli della seconda tappa. Foto. discesa. dolore.
no! ginocchio destro esterno, dolore forte, punge. ogni passo punge.
vedi?! proprio adesso che andavo. e’ dura, non riesco, scendo lento e
questo mi frustra. piano piano non ascolto più il male, ma rimango ner-
voso. sonno, fame, caldo, ma quanto mi sto lamentando! Mi sto sulle
palle da solo, ma non riesco a farne a meno. primo pensiero negativo:
non ce la farò. ristoro. sto meglio generalmente ma le gambe non
girano come sanno fare, ma salgo ancora e siamo al secondo colle. Ma
forse ci siamo allora! in effetti ora c’è una discesa, poi lo spauracchio
del loson e poi sono fuori anche dalla seconda tappa. Ma quella che
dovrebbe essere il mio punto di forza, dove ho velocità, alta capacità
di recupero e scioltezza, mi devasta: una discesa infinita che arriva
addirittura a deprimermi ed il pensiero di ritiro a fondo valle mi invade
nuovamente, tra l’altro il caldo ora è canicola estiva. Trovo le forze e
riparto. la salita dovrebbe essere la più dura, la più alta, la più tutto
ed infatti così sarà. ritmo lentissimo e lo spettro che corre con me da
30 ore, ormai è dentro di me. io e robi, il mio amico, abbiamo anche
una divergenza, che all’inizio non mi da noia, poi diventa un tarlo che
nella discesa al buio mangia tutte le mie energie mentali. Arrivo a Cogne.
sono solo. e’ quasi mezzanotte, sono nervoso, stanco e arrabbiato con me
stesso con robi, con la gara, con tutto. notte, febbre, alta, tremo. e’ finita.
leggendo queste righe a distanza di un mese è stupefacente vedere quan-
to sono ancora vive in me quelle sensazioni, ma soprattutto sembra incre-
dibile pensare che tutto questo sia stato bellissimo. Masochista? Forse un
po’. Ma ciò che è intenso è sempre fondamentale per crescere ed oggi
mi sento bene sono contento del mio fallimento, sono felice di raccontarlo
senza peso, ho scoperto che la gara in sè sarebbe svilente per raccontare il
Tor. il mio Tor è fatto di persone, volti, parole, colori, sentimenti. il mio Tor è
stato tutto tranne che fallimentare. il mio Tor è stato incredibilmente unico.
il mio Tor l’ho concluso quando robi è arrivato 107 in 120 ore.
il mio Tor è stato un buon allenamento per quello del prossimo anno.
50
Correre una gara di ultra trail è proprio una sfida, con gli altri runners
tra le montagne ma, prima di tutto, con se stessi. Correre un’ultra trail,
infatti, significa saper faticare, saper resistere, ma soprattutto sapersi
auto sostentare. Questa è la vera impresa dei giganti. Bisogna sa-
per scegliere non solo la tattica ma anche la strategia vincente, saper
gestire mente e corpo con la miglior saggezza ed esperienza, otti-
mizzare l’aspetto della nutrizione oltre che, ovviamente, quello
tecnico-logistico. non bisogna dimenticare l’importanza dell’idrata-
zione: bere regolarmente è indispensabile contro i disturbi digestivi e
favorisce il corretto funzionamento dell’organismo.
la disidratazione implica un abbassamento rapido della forza musco-
lare e della capacità di resistenza: una perdita del peso dovuta ad una
diminuzione dei liquidi corporei può portare ad una perdita di perfor-
mance fino al 10%.
la lotta contro la disidratazione è una priorità assoluta della gestione
del Tor des géants: in caso di squilibrio si può avere un aumento della
temperatura corporea e il corridore, pertanto, deve sapersi idratare
preventivamente e costantemente.
il consiglio è quello di bere 150 ml di acqua (in termini pratici mezzo
bicchiere) ogni mezz’ora-quaranta minuti, senza attendere la sensa-
zione di sete. l’acqua, infatti, oltre che essere eliminata in maniera
evidente attraverso le urine, viene consumata dal nostro corpo per
favorire il corretto funzionamento muscolare, viene smaltita con la
sudorazione in quantità più o meno consistente e attraverso il vapo-
re acqueo della respirazione. Quando l’organismo è in riserva di liquidi
tende a preservare l’acqua e lo stimolo ad espellere liquidi viene meno.
Una verifica dello stato di idratazione è il controllo delle urine: se sono
troppo scure significa che l’atleta si trova in uno stato di carenza
idrica. per quanto riguarda la miscela è bene alternare borracce di
sola acqua a borracce di acqua e sali minerali. e’ importante che que-
ste ultime siano piuttosto diluite durante la corsa in modo da facilita-
re l’assorbimento dei micronutrienti. Una miscela troppo concentrata
potrebbe creare problemi a livello gastrointestinale, oltre che gene-
rare ulteriore sensazione di sete. il manifestarsi di eventuali disturbi
digestivi potrebbe esser dovuto, oltre che all’intensità della gara ed
allo stress, all’importante volume di liquidi ingeriti e a tratti di gara in
forte pendenza corsi velocemente, con conseguente vasocostrizione
dell’apparato digestivo. ecco perché è consigliabile moderare l’an-
datura in questi tratti, evitare di alimentarsi prima di discese lunghe e
impervie e prevedere successivamente delle piccole pause di recupero.
per limitare il più possibi le questo genere
di disturbi assai diffusi tra i corridori e limitare
lo stress è consigliabile mangiare in un
ambiente tranquillo, masticare minu-
ziosamente gli alimenti senza fretta e
lasciare il punto di ristoro camminando,
prima di riprendere la corsa. nei punti di ri-
storo è bene anche sapersi orientare nella
scelta degli alimenti da assumere: la prima
regola è quella di lasciarsi guidare dall’i-
stinto ma con moderazione, risulta molto
vantaggioso limitare le porzioni e scegliere
alimenti a basso contenuto di grassi, poi-
ché rallenterebbero la digestione richia-
mando sangue allo stomaco e sottraendolo
ai muscoli. in questo caso gli integratori
energetici potrebbero essere d’aiuto du-
rante il percorso: essi contengono tutti gli
alimenti necessari ad un’alimentazione
efficace e bilanciata. Qualora la nausea la
facesse da padrona sull’apparato digerente
è consigliabile attendere che si attenui e successivamente assumere ali-
menti in forma liquida come, per esempio, minestre leggermente salate o
bevande gassate tipo cole. Questi sono solo piccoli avvertimenti di cui
far tesoro per imparare a s.o.s.tentarsi in una delle gare più belle ed
eroiche del mondo dell’ultra trail.
“ComeS.O.S. tentarsial Tor des Géants”
paura: la regina dei sentimenti
51
MENO UNODi Davide Orlandi
52
Affrontare il Tor des géants per la prima volta è un’avventura imme-
diata. già! dal minuto zero i dubbi ti si accumulano nel cervello.
la gara di otto, dodici. venti ore è una cosa, gestirsi per una
settimana è un altro sport. Anche solo nell’organizzazione.
Una domanda ti rimbalza per giorni nella testa: cosa mi porto?
Mi sono sentito come quattro anni fa in nepal, non avevo idea di cosa
avrei trovato. la prima volta nasconde dentro l’avventura fin da subito.
da buon milanese fighetto, ormai mi prendo in giro da solo, sono infatti
famoso per essermi presentato con il “beauty” anche a quote ed in
luoghi insospettabili, sai non si sa mai chi puoi incontrare!! insomma,
da buon meneghino, mi trovo a portarmi tutto e di più a Courmayeur
e poi, borsone giallo davanti (te lo da l’organizzazione e solo quello
dovrai usare!) e l’osservazione degli altri, mi diranno cosa scegliere.
ritiro il pettorale, stringo la mano ad Ulrich gross, saluto due amici
valdostani, mi giro e mi allungano il borsone. Bello. visibile. piCColo!
indiscutibilmente piccolo!
Ciò che ritenevo impossibile si realizza con estrema facili-
tà: ci sta praticamente tutto, anche una bella “dose di futile”,
che non si sa mai! (tanto non lo porto io sulle spalle, una
volta tanto). Qualche ora dopo consegno il suddetto all’orga-
nizzazione, che puntuale me lo recapiterà ovunque io mi trovi.
inizio a riflettere sul fatto che per la prima volta in vita mia ho fatto
stare tutto in un borsone ed avanzava anche spazio.
impossibile! Certamente la roba che ho non basterà. ne sono certo, ma
Come vivere meglio il Tor con un problema in meno
“2857mt Passo Alto prima di scendere verso Valgrisanche,investiti dal temporale”
53
Come vivere meglio il Tor con un problema in meno
sono altrettanto certo che non posso ormai farci nulla. via! Alla partenza!
di questa gara ho corso “solo” 102 km in 37 ore (notte, doccia,
pasti, soste e cambi d’abito compresi). già! Cambi d’abito: in un
così breve lasso di tempo il clima è variato in maniera sostanziale
almeno quattro volte non solo a seconda della quota: dalla par-
tenza di Courmayeur umida e calda, al vento gelido del colle Arp,
alla pioggia fredda della discesa in valgrisa, fino al caldo secco
di un sole caraibico della salita al loson del giorno seguente.
Avere l’attrezzatura corretta è fondamentale per affrontare un’impresa
come questa. ed io ero molto dubbioso che in quel misero spazio
potessi avere tutto. Montura, invece, mi ha stupito, non c’è stato un
secondo in cui non avessi tutto il necessario: canotta ipetraspirante
e ciclisti fermi e morbidi addosso per il caldo umido, un’impalpabile
giacca e gilet antivento (con quel gilet potrei viverci) che a 3000 mt
sotto la tempesta mi hanno protetto come fossero un enorme piumo-
ne, maglie con o senza cerniera, con taschine tattiche per barrette
od altro ed asciugabili in tempo zero, pantaloni 3/4 sui quali avevo
dubbi in merito all’utilità e mi sono dovuto, come sempre, ricredere,
con il freddo riparano come i lunghi ma sei più libero. Affrontare
queste gare vuole dire affrontare svariati problemi e risolverli o quan-
tomeno conviverci, che dire, questi intoppi possono essere davvero
tanti, con un in meno in testa viaggi più leggero! poi c’è chi diventa
un finisher e chi no.... ma questo l’abbiamo già detto mi pare!
Fighetto milanese
“lungo gli infiniti e selvaggi 11km di salita al Loson tra branchi di stambecchie caprioli, nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso”
“Roberto Terazzi, Soul Running Team By Montura,
Finisher del TDG 2011”
A pochi passi dal cielo
ALPE DI SIUSIRUNNING PARK
Di Marcella Magliucci
54
Fascino training e competizione si coniugano nello spettacolare Running Park del comprensorio dell’Alpe di Siusi, luogo d’elezione insostituibile per trail runners, maratoneti e scattisti, nonchè teatro del primo Test delle Scarpe di Soul Running.
55
Clima, altitudine e conformazione geografica eccezionale fanno
dell’Alpe di siusi un luogo meravigliosamente adatto per un allenamento
in grado di soddisfare anche i runners più esperti, come nel caso dei
professionisti kenioti che, per il quinto anno consecutivo, hanno scelto
il comprensorio dell’Alpe di susi come loro campo di allenamento
estivo per la stagione 2011. indiscutibilmente gli atleti più forti del
mondo, i corridori kenioti con le loro sessioni di work-out hanno
ispirato la nascita, nel 2010, del running park Alpe di siusi, un perfetto
intreccio di sentieri composto da otto tracciati circolari che si snodano
attorno all’Alpe di siusi e da dodici percorsi che incorniciano i paesi di
Castelrotto, siusi e Fiè allo sciliar. Tutti ben bilanciati e perfettamente
segnalati, con distanze a difficoltà diverse, danno vita a un totale di 180
chilometri di parco con sentieri che corrispondono alle direttive dell’oiss
– istituto austriaco per la costruzione di scuole e impianti sportivi.
Classificati, segnalati e apprezzati dai runners di tutti i livelli, i tracciati
sono divisi in tre categorie: tracciati in piano, adatti ai principianti,
tracciati di difficoltà media con dislivello rivolto soprattutto ai corridori
di livello avanzato e tracciati difficili, con dislivello soprattutto per
corridori esperti con esigenze specifiche. il grado di difficoltà dei
sentieri è indicato dai colori blu, rosso e nero ed è quindi di facile,
immediata e universale comprensione. Bello, stimolante e molto vario
l’Alpe di siusi running park può contare anche su un ulteriore e
insostituibile atout: una posizione unica al mondo che fa si che, otto
dei percorsi proposti, si trovino ad un’altitudine compresa tra 1800
e 2300 metri e che, i restanti dodici, siano situati tra 900 e 1100
metri s.l.m: un saliscendi non asfaltato, immerso in un paesaggio
56
mozzafiato, dove la severa regolamentazione del traffico contribuisce
all’assenza di elementi di disturbo e amplifica il fascino di questo sport.
ideale per la maratona, ma altrettanto perfetto per un allenamento che
ha come obiettivo il dislivello, infatti concatenare i circuiti a diverse quote
è automatico, semplice e risulta un training di un’efficacia assoluta per
runners che si cimentano nelle discipline più disparate: dall’endurance
alle sky race fino al vertical kilometer (il mitico Urban da noi intervistato
nelle pagine precedenti e campione mondiale di questa disciplina, è un
local ed è su questi pendii che costruisce quotidianamente le sue vittorie)
da quota 800 metri dell’incatetevole Fiè allo sciliar fino ai 3000 metri
della cima del sasso piatto, tutto è percorribile di corsa. Basta volerlo!
Con queste caratteristiche uniche, è assolutamente logico che questi
luoghi si confermino il palcoscenico ideale per la v edizione dell’Alpe
di siusi running, gara amatoriale in programma il 22 luglio 2012 (data
da confermare). Appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di
running, la gara si svolgerà lungo un percorso di 12,7 chilometri che
si snoderà tra saliscendi montani e paesaggi da mille e una notte. i
partecipanti, divisi in categorie maschile e femminile previste dal FidAl,
saranno accompagnati e motivati durante tutta la gara dai professionisti
kenioti. Un’occasione da non perdere dunque, per conoscere da vicino
alcuni tra i più grandi atleti del mondo e per innamorarsi perdutamente
di un luogo magico e incontaminato, dove si corre a pochi passi dal cielo.
PER INFORMAZIONI:
Alpe di Siusi Marketing Soc. ccop. Via del Paese 15 I-39050 Fiè allo
Sciliar - Tel. 0471 709600 – Fax 0471 704199 - www.alpedisiusi.info
57
TEST TRAIL SHOES 2011/2012TOTAL MT 314.800 - TOTAL D+ 28.283 - TOTAL TIME 62h 22 MIN3 PAESI EUROPEI - 25 TRAIL ShOES TESTATE REALMENTE PER VOI 19 AzIENDE PRODUTTRICI COINVOLTE. 5 “TEST RUNNERS”
QUESTI I NUMERI DEL PRIMO “TRy FOR yOU” DEDICATO AL TRAIL.
Nelle prossime 38 pagine il magazine cambia volto, per fornire un servizio ad hoc per i lettori e i negozianti. I primi potranno trovare informazioni dettagliate sulle scarpe che vorranno acquistare, i secondi sapranno indirizzare meglio nell’acquisto i loro clienti. Il nostro ambizioso obiettivo è essere utili anche alle aziende che, attraverso i nostri giudizi, a volte anche severi, possano trovare spunti utili al miglioramento della propria gamma, per adattarsi alle molteplici esigenze di un settore in grande evoluzione ed espansione.In quest’ultimo anno si sono moltiplicati i prodotti in quest’ambito, al pari dell’aumento vertiginoso delle gare e degli adepti. Abbiamo provato, quindi, a fare un po’ d’ordine. Questo è solo l’inizio, però, dato che dopo un inverno di corse, dal 15 Marzo 2012, sarà disponibile in tutti i negozi di settore (outdoor, running, montagna, grandi catene) il Trade Mag dedicato alla scarpa “fuoristrada” e a tutte le sue declinazioni. Ci metteremo ai piedi oltre 50 paia di scarpa!Le prime 25 le abbiamo già testate: Un pool di esperti (giornalisti, amateur e professionstii) che si sta rimpinguando in questi giorni, ha lavorato per voi, correndo realmente per quattro mesi, ogni volta che il tempo ed il clima lo hanno permesso, per portare un concreto servizio ai lettori ed alle aziende stesse, che da oggi avranno a disposizione un vero banco di prova e non solo una semplice vetrina.Con un pizzico di coraggio e tanta passione noi proviamo a cambiare le regole. Potrete leggere i nostri giudizi e non trovarvi d’accordo, potremmo avere divergenze, potremmo pensarla diversamente, ma non potrete mai dire che non sono vissuti, veri e incondizionati. Sono le aziende stesse ad avercelo chiesto. Il settore è sano produce ottime scarpe. La professionalità deve essere riconosciuta e riconoscibile e l’unico modo è valutare i prodotti e le loro differenze con distacco.Eccoci, quindi, a presentarvi una carrellata dei modelli 2012 provenienti da più conosciuti produttori, oltre a qualche gradita novità che abbiamo incontrato lungo i sentieri percorsi per testare queste scarpe. Dieci gambe e altrettanti piedi hanno corso e lavorato per creare questa guida, tra queste quattro molto illustri e veloci: Anne Marie e Ulrich Gross sono stati infatti i nostri “test guest star”L’Arco alpino ma non solo, viste le piacevoli digressioni nella Alpi Apuane, lungo l’Appennino ligure, in Svizzera e Germania, è stato lo scenario del test di Soulrunning. “Qual-che” centinaia di chilometri e svariate migliaia di metri di dislivello per raccontare le nostre sensazioni, in presa diretta e certamente soggettive, per darvi delle indicazioni il più possibile utili sulla scelta della scarpa da utilizzare in gara o in allenamento. Senza la presunzione di dare dei giudizi assoluti abbiamo semplicemente messo a vostra disposizione la nostra passione e voglia di correre.Troverete le informazioni relative al percorso dove è stato eseguito ciascun test, un’immagine della scarpa e in particolare della sua suola, uno degli aspetti più importanti per un modello da trail. Abbiamo deciso anche di redigere una tabella con tanto di punteggio, da 1 a 5 stellette, per ognuno degli aspetti che abbiamo ritenuto importanti.
ORLANDI & PIZZI
LEGENDA TEST SOUL RUNNING
NB: PER COMPRENDERE AL MEGLIO E UTILIZZARE LE NOSTRE VALUTAZIONI LEGGERE ATTENTAMENTE LA SPIEGAZIONE CHE SEGUE ED INCROCIARE SEMPRE I GIUDIZI ED I VOTI CON LA DESCRIZIONE
DEL PERCORSO. COSì DA CAPIRE AL MEGLIO LA RISPOSTA DI QUEL PRECISO ATTREZZO SU QUEL DETERMINATO TERRENO E POTER, QUINDI, ACQUISTARE UN PO’ PIù CONVINTI.
GRIP: QUANTO LA SCARPA OFFRE IN TERMINI DI TENUTA SUL TERRENO, SIA IN SALITA CHE IN DISCESA
COMFORT: NON SOLO COMODITà NELLA CALZATA MA ANCHE QUANTO LA SCARPA ASSECONDA LA RULLATA DEL PIEDE
DESIGN: ANCHE L’OCCHIO VUOLE LA SUA PARTE...
STABILITà: DIPENDE DA QUANTO IL PIEDE è SALDO ALL’INTERNO DELLA SCARPA, DALLA RIGIDITà TORSIONALE DELLA SUOLA E DAL SUPPORTO DATO ALLA CAVIGLIA
ADATTABILITà AL TERRENO: COME LA SCARPA SI DEFORMA PER ADATTARSI AL TERRENO SENZA INFLUIRE SULLA STABILITà.
ASSORBIMENTO DEGLI URTI: FONDAMENTALE IN DISCESA E NEI TRATTI DOVE SI CORRE PIù VELOCEMENTE. NON SOLO A LIVELLO DEL TALLONE MA ANCHE SULL’AVAMPIEDE PER NON SENTIRE
LE ASPERITà DEL TERRENO
CHIUSURA: CARATTERISTICHE DELLA LINGUETTA, PASSAGGIO DELLE STRINGHE E AVVOLGIMENTO DEL COLLO DEL PIEDE
TRASPIRABILITà: DIPENDE MOLTO DAI MATERIALI UTILIZZATI (MESH, GORE TEX...)
TEST RUNNERS
ROBERTO TERAZZI
ANNEMARIE GROSS
ANDREA PIZZI
ULRICH GROSS
DAVIDE ORLANDI
58
ADiDASkANADiA 4 TR
UN MARCHIO CHE ALLO SNOBISMO DEI “SALOTTI BENE” DEL TRAIL FARà STORCERE IL NASO. ADIDAS? MA FIGURATI...
FA PRODOTTI COMMERCIALI. SORPRESA! COSì NON è!! LA SCARPA SI PRESENTA CON UN LOOK ACCATTIVANTE ED UNA
SCELTA DI COLORI A DIR POCO MAGNIFICA, MA QUESTO DALL’AZIENDA TEDESCA CE LO ASPETTAVAMO; DOVE STUPISCE
SUBITO è NEL GRIP. LA SUOLA PERMETTE, INFATTI, DI CORRERE SICURI ANCHE SU TERRENI TECNICI, ROCCIOSI, RIPIDI
ED UMIDI. FAVOLOSA LA TRASPIRABILITà. LA PECCA è NELLA CALZATA: MOLTO COMODA E MORBIDA: TROPPO! NE VA
DELLA STABILITà E NELLA ECCESSIVA RIGIDITà DELL’INTERSUOLA. COMUNQUE IL PRIMO ESPERIMENTO CI PIACE ASSAI!!
BENARRIVATI IN MONTAGNA!
PESO DICHIARATO: 340 G
FielD TRiAl BY Davide orlandi
Grip
comfort
desiGn
stabilità
adattabilità al terreno
assorbimento urti
chiusura
traspirabilità
5
4
5
3
3
3
4
5
BBBBB
BBBB
BBBBB
BBB
BBB
BBB
BBBB
BBBBB
Percorso: Fiè Allo SCiliAR MAlgA SeSSel
sviluPPo: 8,6 kM
D+: 1060 MT
D-: 1060 MT
Descrizione salita: pRiMA pARTe ASFAlTo, SeNTieRo
e STRADA BiANCA NellA pARTe CeNTRAle, SeNTieRo
TeCNiCo e MolTo RipiDo Negli UlTiMi 400 MT Di
DiSlivello.
FoNDo RoCCioSo e BAgNATo Nell’UlTiMA pARTe
Descrizione Discesa: pRiMA pARTe SUl SeNTieRo
“Dei poNTiCelli” MolTo BAgNATo e TeCNiCo.
poi SeNTieRo, STRADA BiANCA e FiNAle SU ASFAlTo
temPo Di salita: 1h28’
temPo Di Discesa: 42’
59
ASiCSgel UpTeRRA 2
BASTA GUARDARE LA SUOLA DELLA GEL UPTERRA2 PER IMMAGINARE COME SARANNO GRIP E STABILITà IL DISEGNO DEL
BATTISTRADA E LE SPESSORE DELLA GOMMA RENDONO QUESTA ASICS DAVVERO COMODA E ATTACCATA AL TERRENO.
LA STRUTTURA AVVOLGE MOLTO BENE IL PIEDE E LO TIENE STABILE AL SUO INTERNO PERMETTENDO UN APPOGGIO
SEMPRE SICURO: MOLTO PARTICOLARE IL GUSCIO ESTERNO PLASTICO CHE AVVOLGE IL TALLONE E CHE, COLLEGATO
ALL’ULTIMA ASOLA DELLE STRINGHE, CHIUDE PERFETTAMENTE IL PIEDE.
IDEALE PER TRAIL MEDIO LUNGHI MA ANCHE IN QUELLE GARE DOVE NON SI CERCA UNA SCARPA LEGGERISSIMA MA
COMUNQUE PERFORMANTE. IL SISTEMA DI COPERTURA DEI LACCI SOPRA LA LINGUETTA DAVVERO UTILE ED
ESTETICAMENTE INTERESSANTE. PESO DICHIARATO: 300 G
Grip
comfort
desiGn
stabilità
adattabilità al terreno
assorbimento urti
chiusura
traspirabilità
4
4
5
5
3
4
5
3
BBBB
BBBB
BBBBB
BBBBB
BBB
BBBB
BBBBB
BBB
FielD TRiAl BY Andrea pizzi
Percorso: FIè ALLO SCILIAR MALGA SESSEL
sviluPPo: 8,6 kM
D+: 1060 MT
D-: 1060 MT
Descrizione salita: pRiMA pARTe ASFAlTo, SeNTieRo
e STRADA BiANCA NellA pARTe CeNTRAle, SeNTieRo
TeCNiCo
e MolTo RipiDo Negli UlTiMi 400 MT Di DiSlivello.
FoNDo RoCCioSo e BAgNATo Nell’UlTiMA pARTe
Descrizione Discesa: pRiMA pARTe SUl SeNTieRo
“Dei poNTiCelli” MolTo BAgNATo e TeCNiCo.
poi SeNTieRo, STRADA BiANCA e FiNAle SU ASFAlTo
temPo Di salita: 1h28’
temPo Di Discesa: 42’
60
Grip
comfort
desiGn
stabilità
adattabilità al terreno
assorbimento urti
chiusura
traspirabilità
4
4
4
3
4
3
4
3
BBBB
BBBB
BBBB
BBB
BBBB
BBB
BBBB
BBB
FielD TRiAl BY Andrea pizzi
Percorso: Fiè Allo SCiliAR MAlgA SeSSel
sviluPPo: 8,6 kM
D+: 1060 MT
D-: 1060 MT
Descrizione salita: pRiMA pARTe ASFAlTo, SeNTieRo
e STRADA BiANCA NellA pARTe CeNTRAle, SeNTieRo
TeCNiCo e MolTo RipiDo Negli UlTiMi 400 MT Di
DiSlivello.
FoNDo RoCCioSo e BAgNATo Nell’UlTiMA pARTe
Descrizione Discesa: pRiMA pARTe SUl SeNTieRo
“Dei poNTiCelli” MolTo BAgNATo e TeCNiCo.
poi SeNTieRo, STRADA BiANCA e FiNAle SU ASFAlTo
temPo Di salita: 1h28’
temPo Di Discesa: 42’
61
BRookSCASCADiA 6
LA CASCADIA SENZA DUBBIO E’ UNA SCARPA DA GARA, FORSE NON PER LUNGHISSIME DISTANZE. APPENA CALZATA SI
HA LA SENSAZIONE CHE IL TALLONE SIA POCO FASCIATO E STABILIZZATO, UNA SCARPA CHE SPINGE AD AUMENTARE LA
VELOCITA’ GRAZIE ALLA LEGGEREZZA E A UN BUON AVVOLGIMENTO DEL COLLO DEL PIEDE, DOVUTO AL PARTICOLARE
POSIZIONAMENTO ASIMMETRICO DELLE ASOLE PER I LACCI. IL GRIP BUONO ANCHE SE IL DISEGNO NON PROFONDO, IN
CASO DI FANGO PERDE IN GRIP. E’ UNA SCARPA ADATTA A CHI VUOLE CORRERE VELOCE IN ALLENAMENTI O GARE NON
TROPPO LUNGHE ED E’ DISPOSTO A SACRIFICARE UN POCO DI COMFORT E SOSTEGNO. BUON AMMORTIZZAMENTO A
LIVELLO DEL TALLONE, SULLE LUNGHE DISTANZE SI SENTONO I SASSI SOTTO L’AVAMPIEDE.
PESO DICHIARATO: 317 G
DYNAFiTFeliNe gTX
UNA MARCA “NUOVA” (OVVIAMENTE PER IL SETTORE) CHE EVOCA PROFESSIONALITA’ E PRECISIONE. E’ NEL SUO DNA.
ED IN EFFETTI NON DELUDE AFFATTO QUESTO ESORDIO, ANZI! LE DyNAFIT A GUARDARLE SEMBRANO SUBITO USCIRE DA
CIO’ CHE SI E’ GIA’ VISTO, PROPONENDO UNA LINEA AFFUSOLATA ED ESSENZIALE, NON SEMBRANO SCARPE DA TRAIL.
IN AZIONE CI SI ACCORGE SUBITO CHE LA LEGGEREZZA E L’AFFIDABILITA’ SONO LA PRIMA PREROGATIVA: DOVE METTI
IL PIEDE, STA!
LA SUOLA VIBRA E’ BEN STUDIATA. UN UTILE “DENTINO” PROPRIO SULLA PUNTA AIUTA E NON POCO, SU ERRENO INFIDO
E INSTABILE. E’ UNA SCARPA PER “PIEDI VELOCI”, MAGARI NON TROPPO ADATTA ALLE LUNGHISSIME DISTANZE.
LA CALZATA UN PO’ RIGIDA, TESA.....ANCHE SE AIUTA NELLA SENSAZIONE DI PRECISIONE CHE LA SCARPA POSSIEDE.
PESO DICHIARATO: 300 G
FielD TRiAl BY Davide orlandi
Grip
comfort
desiGn
stabilità
adattabilità al terreno
assorbimento urti
chiusura
traspirabilità
5
3
3
5
4
3
5
2
BBBBB
BBB
BBB
BBBBB
BBBB
BBB
BBBBB
BB
Percorso: DA MiTTeNwAlD A CARweNDel SpiTZe MT
2385 (geR)
sviluPPo: 9,8 kM
D+: 1462 MT
D-: 1462 MT
Descrizione salita: iNiZio SU STRADA BiANCA MolTo
RipiDA peR poi pRoSegUiRe A Zig ZAg SU FRANA peR
300 MT Di DiSlivello, MolTo RipiDo. BReve FAlSopiANo
SegUiTo DA UNA NUovA iMpeNNATA SU ghiAioNe FiNo A
UNA lUNgA gAlleRiA NellA RoCCiA (FReDDo polARe!).
UlTiMi 100 MeTRi iN SAliTA SU RoCCiA CoN TRATTi
ATTReZZATi CoN CATeNe FiNo Alle veTTA
Descrizione Discesa: Dopo il pRiMo TRATTo CoN ATTeNZio-
Ne peR l’eSpoSiZioNe e lA peNDeNZA Si lASCiANo ANDARe le
gAMBe SU UNo SpleNDiDo ghiAioNe, RipiDo, TeCNiCo e DiveR-
TeNTiSSiMo. Ci Si RiCoNgiUNge iNFiNe AllA STRADA BiANCA.
temPo Di salita: 1h50’
temPo Di Discesa: 34’
62
hokA oNe oNe MAFATe
CHE DIRE....DOPO AVER CORSO IL TOR GUARDANDO I TALLONI DI TANTISSIMI STRANIERI CHE INDOSSAVANO LE “ZEPPE” NON
VEDEVAMO L’ORA DI TESTARLE!! EFFETTIVAMENTE SIAMO IN ODOR DI INNOVAZIONE!! PRIMA SENSAZIONE: A DISCAPITO DELLE
DIMENSIONI SONO DEI PESI PIUMA. SUBITO DOPO, INEVITABILMENTE, TUTTA L’ATTENZIONE VA ALLA SUOLA: IN SALITA SIA TEC-
NICA CHE FACILE NON SEMBRA AVERE PROBLEMI. LA DISCESA SU TERRENO ANCHE RIPIDO MA FACILE E REGOLARE E’ LA PER-
FEZIONE: VOLI E NON FATICHI!! QUANDO IL FONDO SI FA INSIDIOSO: ROCCE E RADICI, LE DIMENSIONII NON CONSENTONO UNA
VELOCITA’ D’AZIONE ALTA. IL CERVELLO DEVE RECEPIRE CHE NON HA PIIU’ IL 42 MA UN 44 ABBONDANTE ED ALTO. BISOGNA
AFFIDARSI ALL’ATTREZZO PASSO DOPO PASSO PERCHE’ NON SARA’ UNA SCARPA VELOCISSIMA, MA REGALA SODDSIFAZIONI
INASPETTATE. TRUST IT!!
UNA DRITTA IN ESCLUSIVA : UNA VOLTA USATE PER UN PAIO DI USCITE, RENDERANNO MOLTO DI PIU’. AUMENTA IL GRIP E SI
AMMORBIDISCE LA SUOLA, ADERENDO AL TERRENO SEMPRE MEGLIO.
PESO DICHIARATO: 320 G (8)
FielD TRiAl BY Davide orlandi
Grip
comfort
desiGn
stabilità
adattabilità al terreno
assorbimento urti
chiusura
traspirabilità
4
5
5
4
4
5
3
4
BBBB
BBBBB
BBBBB
BBBB
BBBB
BBBBB
BBB
BBBB
Percorso: vAlle CiAMiN. pARTeNZA DAll’iNgReSSo
Del pARCo NATURAle Dello SCiliAR Di SAN CipRiANo
FiNo Al RiFUgio CiTTA’ Di BeRgAMo MT 2165
sviluPPo: 10 kM D+: 950 MT
D-: 950 MT
Descrizione salita: iNiZiAleMeNTe SeNTieRo TeCNi-
Co e RipiDo SU FoNDo ANChe RoCCioSo e pReSeNZA
Di RADiCi. SegUe lUNgo TRATTo SU STRADA BiANCA
FiNo All’Alpeggio DA Dove iNiZiA UN SeNTieRo piU’
TeCNiCo, RipiDo e RoCCioSo.
Descrizione Discesa: DiSCeSA TeCNiCA, veloCe e
DiveRTeNTe NellA pRiMA pARTe FiNo AllA STRADA
BiANCA
temPo Di salita: 1h17’
temPo Di Discesa: 40’
63
iNov8XTAloN 212
LE SI PRENDE IN MANO E SI E’ CONVINTI DI SOFFRIRE PER TUTTO IL GIORNO TANTO SONO MINIMALI, LEGGERE E CON
UNA SUOLA INESISTENTE COME SPESSORE (2CM SUL TALLONE, DA 1 A 0,7 SULLA PIANTA...DAVVERO POCO) ED INVECE
NO! IL NOME DELLA MARCA E’ AZZECCATISSIMO: DIVERSA SUL SERIO! SI TORCE E SI PIEGA COME UNA SCARAPETTA DA
CLIMBING, MA AMMORTIZZA COME LE MIGLIORI FRA LE SUE COLLEGHE. HA UN GRIP AGGRESSIVO (MEGLIO ALLA SECON-
DA USCITA...L’USO GLI FA BENE) ED E’ LA SCARPA PIU’ PRECISA IN ASSOLUTO.
SE SI E’ IN FORMA E LA VELOCITA’ E’ L’OBIETTIVO, INNOVATE E’ LA SCARPA! OTTIMA! INFINE LE IMMANCABILI NOTE
STONATE DEL NOSTRO OCCHIO CRITICO: LA LEGGEREZZA DEI TESSUTI FA SI CHE I VOSTRI PIEDI SI RICORDERANNO BENE
DI ALCUNI SASSI VOLANTI (POCA PROTEZIONE) E LE GARE LUNGHE NON SONO CERTO L’AMBIENTE IDEALE PER QUESTO
PRODOTTO (OK L’AMMORTIZZAZIONE INCREDIBILE IN POCO SPESSORE MA I MIRACOLI ANCORA NO).
PESO DICHIARATO: 212 G (8)
FielD TRiAl BY Davide orlandi
Grip
comfort
desiGn
stabilità
adattabilità al terreno
assorbimento urti
chiusura
traspirabilità
3
5
3
4
3
5
5
4
BBB
BBBBB
BBB
BBBB
BBB
BBBBB
BBBBB
BBBB
Percorso: DA vAlBoNDioNe (900 MT) Al RiFUgio
CoCA (1898 MT)
sviluPPo: 2,9 kM
D+: 1000
D-: 1000 MT
Descrizione salita: TeATRo DA UN ANNo Di UNA
gARA Di veRTiCAl kiloMeTeR iDeATA DAll’iNeSAURi-
Bile MARio poleTTi, il peRCoRSo SAle RipiDiSSiMo e
DiReTTo FiN DA SUBiTo pRiMA SU TeRReNo TeCNiCo e
BoSChivo e poi RoCCioSo e gRADiNATo FiNo Al RiFUgio. Descrizione Discesa: MASSiMA ATTeNZioNe peR
QUANTo RigUARDA lA FASe DiSCeNDeNTe SpeCie Nei
TRATTi RoCCioSi, A volTe iNSTABili. ARTiColAZioNi
SeMpRe SolleCiTATe ANChe DAlle gRADiNATURe
ARTiFiCAli SpeSSo MolTo AlTe.
temPo Di salita: 1h02’ temPo Di Discesa: 38’
64
iNov8RoCliTe 295
CALZATA ECCEZIONALE, CHIUSURA TRADIZIONALE BEN POSIZIONATA SUL COLLO DEL PIEDE E BEN PROTETTA DALLA
LINGUETTA: IL PIEDE E’ DECISAMENTE SEMPRE AL SUO POSTO. LEGGERE E FLESSIBILI SONO ADATTE A SALITE AGILI E
VELOCI, LA PARTICOLARE SUOLA GARANTISCE UN BUON GRIP, MA NON IN TUTTE LE CONDIZIONI DI TERRENO COME PER
ESEMPIO ROCCIA LISCIA INCLINATA E ZONE UMIDE. PERTANTO LA DISCESA DEVE ESSERE AFFRONTATA CON ATTENZIONE,
SCEGLIENDO BENE GLI APPOGGI. AMMORTIZZAZIONE ACCETTABILE. BUONA LA TRASPIRABILITà
PESO DICHIARATO: 295 GR (8)
FielD TRiAl BY Roberto Terazzii
Grip
comfort
desiGn
stabilità
adattabilità al terreno
assorbimento urti
chiusura
traspirabilità
3
5
5
4
3
3
4
4
BBB
BBBBB
BBBBB
BBBB
BBB
BBB
BBBB
BBBB
Percorso: DA vAlBoNDioNe (900 MT) Al RiFUgio
CoCA (1898 MT)
sviluPPo: 2,9 kM
D+: 1000
D-: 1000 MT
Descrizione salita: TeATRo DA UN ANNo Di UNA
gARA Di veRTiCAl kiloMeTeR iDeATA DAll’iNeSAURi-
Bile MARio poleTTi, il peRCoRSo SAle RipiDiSSiMo
e DiReTTo FiN DA SUBiTo pRiMA SU TeRReNo TeCNiCo e
BoSChivo e poi RoCCioSo e gRADiNATo FiNo Al RiFUgio. Descrizione Discesa: MASSiMA ATTeNZioNe peR
QUANTo RigUARDA lA FASe DiSCeNDeNTe SpeCie Nei
TRATTi RoCCioSi, A volTe iNSTABili. ARTiColAZioNi
SeMpRe SolleCiTATe ANChe DAlle gRADiNATURe
ARTiFiCAli SpeSSo MolTo AlTe.
temPo Di salita: 1h02’ temPo Di Discesa: 38’
65
lA FUMA SpeeDTRAil
LA CASA FRANCESE PRESENTA UN PRODOTTO CHE RUGGISCE AI PIEDI FIN DA SUBITO, OTTIMO IL GRIP DELLA SUOLA
VIBRAM, MOLTO BEN CONCEPITA! SU TERRENO TECNICO PERMETTE DI DIVERTIRSI E GODERSI LE SENSAZIONI POSITIVE.
UN’ ORIGINALE CHIUSURA DOPPIA REGOLA LA CALZATA COSI’ CHE IL PIEDE SIA FERMO E IL PASSO ACQUISTI IN PRECI-
SIONE. OTTIMA LA TRASPIRABILITà
PAGA QUALCOSA IN RIGIDITA’. MEGLIO, QUINDI, SU PERCORSI BREVI E MEDI CHE SU LUNGHE DISTANZE.
PESO DICHIARATO: 250 (5)
FielD TRiAl BY Davide orlandi
Grip
comfort
desiGn
stabilità
adattabilità al terreno
assorbimento urti
chiusura
traspirabilità
5
3
2
4
3
3
3
3
BBBBB
BBB
BB
BBBB
BBB
BBB
BBB
BBB
Percorso: Fiè Allo SCiliAR MAlgA SeSSel
sviluPPo: 8,6 kM
D+: 1060 MT
D-: 1060 MT
Descrizione salita: pRiMA pARTe ASFAlTo, SeNTieRo
e STRADA BiANCA NellA pARTe CeNTRAle, SeNTieRo
TeCNiCo e MolTo RipiDo Negli UlTiMi 400 MT Di
DiSlivello. FoNDo RoCCioSo e BAgNATo Nell’UlTiMA
pARTe
Descrizione Discesa: pRiMA pARTe SUl SeNTieRo
“Dei poNTiCelli” MolTo BAgNATo e TeCNiCo. poi
SeNTieRo, STRADA BiANCA e FiNAle SU ASFAlTo
temPo Di salita: 1h28’
temPo Di Discesa: 42
66
lA SpoRTivA C-liTe 2.0
IL GRIP DELLA C-LITE E’ ECCEZIONALE IN QUALUNQUE CONDIZIONE, IL DISEGNO DELLA TASSELLATURA MANTIENE LA
SUOLA SEMPRE PULITA ANCHE IN CASO DI FANGO. APPENA CALZATA SI NOTA CHE IN PUNTA RIMANE DELLO SPAZIO
VUOTO NONOSTANTE LA CALZATA SIA PRECISA: VI ACCORGERETE NELLA LUNGHE DISCESE QUANTO QUESTO SPAZIO SIA
UTILE PER PRESERVARE LE DITA! LA GHETTA INTEGRATA ANCHE SE RENDE DIFFICILE L’ACCESSO ALLA PARTE INFERIORE
DELLA STRINGHE FA DIVENTARE QUESTA SCARPA IDEALE IN CASO DI CONDIZIONI CLIMATICHE DIFFICILI, LEGGERMENTE
CALDA IN ESTATE. LA C-LITE SPINGE IL RUNNER A CORRERE IN MODO AGGRESSIVO, IDEALE PER ALLENAMENTI E GARE
DI MEDIA LUNGHEZZA, ANCHE IN CONDIZIONI METEO DIFFICILI.
PESO DICHIARATO: 290 G
FielD TRiAl BY Andrea pizzi
Grip
comfort
desiGn
stabilità
adattabilità al terreno
assorbimento urti
chiusura
traspirabilità
5
5
4
5
4
4
4
3
BBBBB
BBBBB
BBBB
BBBBB
BBBB
BBBB
BBBB
BBB
Percorso: vAlle CiAMiN. pARTeNZA DAll’iNgReSSo
Del pARCo NATURAle Dello SCiliAR Di SAN CipRiANo
FiNo Al RiFUgio CiTTA’ Di BeRgAMo MT 2165
sviluPPo: 10 kM D+: 950 MT D-: 950 MT
Descrizione salita: iNiZiAleMeNTe SeNTieRo TeCNi-
Co e RipiDo SU FoNDo ANChe RoCCioSo e pReSeNZA
Di RADiCi. SegUe lUNgo TRATTo SU STRADA BiANCA
FiNo All’Alpeggio DA Dove iNiZiA UN SeNTieRo piU’
TeCNiCo, RipiDo e RoCCioSo.
Descrizione Discesa: DiSCeSA TeCNiCA, veloCe e
DiveRTeNTe NellA pRiMA pARTe FiNo AllA STRADA
BiANCA
temPo Di salita: 1h17’
temPo Di Discesa: 40’
67
lA SpoRTivA RApToR
OTTIME, LEGGERE, REATTIVE, UNA CALZATA FORMIDABILE. LE DUE ALETTE IN CARBONIO DIETRO AL TALLONE BLOCCANO
IL PIEDE ALLA PERFEZIONE, ANCHE QUANDO NON SI ECCEDE NELLO STRINGERE I LACCI. MOLTO BENE SUI TRATTI TEC-
NICI, IL GRIP E’ OTTIMO SUI TUTTI I TIPI DI TERRENO, LA STABILITA’ BUONA, ANCHE SE IN ALCUNI CASI E’ NECESSARIO
AVERE CAVIGLIE BEN SALDE. LA REATTIVITA’ CONSENTE DI SPINGERE BENISSIMO NEI TRATTI PIU’ SCORREVOLI, A SCAPI-
TO A VOLTE DELL’AMMORTIZZAZIONE. QUESTE CARATTERISTICHE LA RENDONO PIU’ ADATTA A PERCORSI MEDIO-CORTI.
BUONA LA TRASPIRABILITA’
PESO DICHIARATO: 325 G
FielD TRiAl BY Roberto Terazzi
Grip
comfort
desiGn
stabilità
adattabilità al terreno
assorbimento urti
chiusura
traspirabilità
5
4
3
4
4
2
4
3
BBBBB
BBBB
BBB
BBBB
BBBB
BB
BBBB
BBB
Percorso: RiFUgio MeZZAlAMA vAl D’AYAS
sviluPPo: 7,8 kM
D+: 1400 MT
D-: 1400 MT
Descrizione salita: pAllA piAZZeTTA Di SAiNT JAQUeS,
SeDe Di pARTeNZA DellA SToRiCA e RiMpiANTA MeZZA-
lAMA SkYRACe Si SAle SUBiTo DeCiSi lUNgo il SeNTieRo
Che poRTA Ai piANi Di veRRA, TeCNiCo e RipiDo. DA QUi Ci
Si DiSTeNDe SU STRADA BiANCA peR CiRCA UN ChiloMe-
TRo peR poi RigUADAgNARe QUoTA SU SeNTieRo FACile
FiNo Al lAC BleU, Al QUAle SegUe UN BReve FAlSopiA-
No. DA QUi pRiMA peR pRATi e poi SUllA CReSTA DellA
MoReNA il SeNTieRo SAle SeMpRe piU’ TeCNiCo e RipiDo
FiNo Al MiTiCo e pANoRAMiCo RiFUgio MeZZAlAMA. Descrizione Discesa: TeCNiCA e iMpegNATivA, RiChieDe
ATTeNZioNe iN MolTi TRATTi pUR RiMANeNDo veloCiSSiMA e
DiveRTeNTe: FoRSe lA DiSCeSA peRFeTTA! NDR: UN AMiCo vAl-
DoSTANo iMpiegò “CoMoDAMeNTe” MeZZ’oRA peR SCeNDeRe...
temPo Di salita: 1h48’
temPo Di Discesa: 57’ 68
lA SpoRTivA eleCTRoN
ATTENZIONE ALLA SUOLA!! COMPLETAMENTE LISCIA!! SOLO MORBIDE ONDE DI GOMMA DEVONO TENERE IN EQUILIBRIO
SU BAGNATO O RIPIDO O ROCCIA LISCIA....O TUTTE TRE INSIEME?? SI! E LO FANNO IN MANIERA ECCELLENTE. STUPEFA-
CENTE! UN OTTIMO GRIP, QUINDI, ACCOMPAGNATO DA UNA CALZATA D’ECCEZIONE CHE AVVOLGE IL PIEDE, LO FERMA,
RENDENDO IL MOVIMENTO PRECISO E SICURO SIA IN SALITA CHE IN DISCESA.
CALZATURA ADATTA SIA A GARE MISTE E VELOCI CHE SU LUNGHE DISTANZE. LA PERFEZIONE, SI SA, NON E’ DI QUESTA
TERRA E SE PROPRIO DOBBIAMO TROVARE UNO SPAZIO PER MIGLIORARE (L’ENNESIMA SFIDA CHE LASPORTIVA PROVERA’
A VINCERE??) L’AMMORTIZZAZIONE....QUALCHE SASSO SI FA SENTIRE OGNI TANTO, RICORDANDO AL RUNNER CHE NON
STA CORRENDO LA MARATONA DI NEw yORK.
FielD TRiAl BY Davide orlandi
Grip
comfort
desiGn
stabilità
adattabilità al terreno
assorbimento urti
chiusura
traspirabilità
5
5
3
5
5
2
4
3
BBBBB
BBBBB
BBB
BBBBB
BBBBB
BB
BBBB
BBB
Percorso: Fiè Allo SCiliAR MAlgA SeSSel
sviluPPo: 8,6 kM
D+: 1060 MT
D-: 1060 MT
Descrizione salita: pRiMA pARTe ASFAlTo, SeNTieRo
e STRADA BiANCA NellA pARTe CeNTRAle, SeNTieRo
TeCNiCo e MolTo RipiDo Negli UlTiMi 400 MT Di
DiSlivello. FoNDo RoCCioSo e BAgNATo Nell’UlTiMA
pARTe
Descrizione Discesa: pRiMA pARTe SUl SeNTieRo
“Dei poNTiCelli” MolTo BAgNATo e TeCNiCo. poi
SeNTieRo, STRADA BiANCA e FiNAle SU ASFAlTo
temPo Di salita: 1h28’
temPo Di Discesa: 42
69
MAMMUT CYCloN DlX MAN
SCARPA, QUELLA DELLA CASA SVIZZERA, CHE HA CARATTERISTICHE DIVERSE DAGLI ALTRI PRODOTTI DA COMPETIZIONE.
ADATTA PIU’ PER SESSIONI DI ALLENAMENTO, QUINDI PER RESISTERE NEL TEMPO E PROTEGGERE IL PIEDE, CHE PER
VOLARE SUI SENTIERI. E’ UNA SCARPA RIGIDA CHE IN DISCESA SU TERRENO TECNICO E’ LENTA MA SICURA.
MOLTO BUONO IL GRIP, NON ANCORA AL MASSIMO L’AMMORTIZZAZIONE.
OTTIMA LA CALZATA, COMODA ED ACCOGLIENTE GRAZIE ANCHE AI TESSUTI ED I MATERIALI USATI. SICURAMENTE NON
ECCELLE NELL’AFFRONTARE SKy RACE OD ALTRE DISCIPLINE VELOCI. MOLTO MEGLIO PER LE LUNGHE DISTANZE
FielD TRiAl BY Davide orlandi
Grip
comfort
desiGn
stabilità
adattabilità al terreno
assorbimento urti
chiusura
traspirabilità
3
2
3
4
2
3
4
3
BBB
BB
BBB
BBBB
BB
BBB
BBBB
BBB
Percorso: DA pASSo SellA Al RiFUgio viCeNZA
pASSANDo peR il RiFUgio DeMeTZ
sviluPPo: 8,5 kM
D+: 922 D-: 922
Descrizione salita: ANDATA SU SeNTieRo Di ghiAiA e
RoCCe iNiZiAleMeNTe FACile MA SUBiTo Dopo RipiDo
e A Zig ZAg FiNo AllA FoRCellA Del RiF. DeMeTZ.
SegUe DiSCeSA TeCNiCA SU RoCCe e ghiAioNe iNiZiAl-
MeNTe MolTo TeCNiCA e RipiDA, poi piU’ veloCe e
DiveRTeNTe FiNo Al RiFUgio viCeNZA.
Descrizione Discesa: RiToRNo iN SAliTA veRSo il
RiFUgio DeMeTZ iNiZiAlMeNTe CoRRiBile e poi DeCi-
SAMeNTe piRipiDo e TeCNiCo, pRiMA SU ghiAiA e poi
SU RoCCiA. DiSCeSA DAl DeMeTZ Al pASSo SellA CoN
UN pRiMo TRATTo RipiDo SU SeNTieRo A Zig ZAg, poi
piU’veloCe e viA viA piU’ FACile DA CoRReRe.
temPo totale: 1h46’
70
MoNTRAil MASoChiST
A DISPETTO DEL NOME QUESTA “MASOCHIST” NON RISULTA PER NIENTE SCOMODA, ANZI LA CALZATA è BUONA FIN DAI
PRIMI PASSI E TUTTO SI TRADUCE IN SENSAZIONE DI GRANDE STABILITà. LEGGERMENTE RIGIDA E QUINDI PIù ADATTA
AD ALLENAMENTI LUNGHI E TRAI. MENO INDICATA QUANDO SI CERCA LEGGEREZZA E REATTIVITà. NON ENTUSIASMANTE
L’ASSORBIMENTO DEGLI URTI DOVUTO ALLA RIGIDITà DELLA SUOLA. BEN DISEGNATA LA CHIUSURA, PERMETTE IL GIU-
STO AVVOLGIMENTO DEL COLLO DEL PIEDE ANCHE SENZA ESAGERARE NELLA TENSIONE DEI LACCI. TRASPIRABILITà
MIGLIORABILE.
PESO DICHIARATO: 306 G
FielD TRiAl BY Annemarie gross
Grip
comfort
desiGn
stabilità
adattabilità al terreno
assorbimento urti
chiusura
traspirabilità
3
4
3
5
4
3
4
3
BBB
BBBB
BBB
BBBBB
BBBB
BBB
BBBB
BBB
Percorso: Fiè Allo SCiliAR MAlgA SeSSel
sviluPPo: 8,6 kM
D+: 1060 MT
D-: 1060 MT
Descrizione salita: pRiMA pARTe ASFAlTo,
SeNTieRo e STRADA BiANCA NellA pARTe
CeNTRAle, SeNTieRo TeCNiCo e MolTo
RipiDo Negli UlTiMi 400 MT Di DiSlivello.
FoNDo RoCCioSo e BAgNATo Nell’UlTiMA
pARTe
Descrizione Discesa: pRiMA pARTe SUl
SeNTieRo “Dei poNTiCelli” MolTo BAgNATo
e TeCNiCo. poi SeNTieRo, STRADA BiANCA e
FiNAle SU ASFAlTo
temPo Di salita: 1h28’
temPo Di Discesa: 42
71
New BAlANCe MT10gY
DECISAMENTE MINIMALE. QUESTA NEw BALANCE E’ UNA SCARPA ESTREMA IN TERMINI DI LEGGEREZZA FACENDO SE-
GNARE OLTRE 100 G IN MENO RISPETTO ALLE CONCORRENTI. LA LEGGEREZZA E’ DOVUTA PRINCIPALMENTE AL MINOR
MATERIALE IMPIEGATO: IL PIEDE E’ AVVOLTO DA UN MORBIDO MESH CHE RENDE OTTIMA LA TRASPIRABILITA’ E LA SEN-
SAZIONE DI CALZATA, MOLTO NATURALE, QUASI COME ESSERE SCALZI. IL CONTRO E’ LA MANCANZA DI SUPPORTO CHE
SUI PERCORSI STERRATI E’ IMPORTANTE. LA SUOLA VIBRAM HA UN OTTIMO GRIP, L’INTERSUOLA RIDOTTA AL MINIMO FA
VENIR MENO L’ASSORBIMENTO DEGLI URTI.
UTILIZZO: CI SENTIAMO DI CONSIGLIARE QUESTA “MINIMUS” SOPRATTUTTO PER LA SALITA DOVE SE NE APPREZZERA’ LA
LEGGEREZZA E DOVE, VISTA LA SCARSA VELOCITA’ SI PUO’ FARE A MENO DELL’AMMORTIZZAZIONE A LIVELLO MEDIANO
E DEL TALLONE. NON ADATTA A PERCOSRI MOLTO LUNGHI E TECNICI.
PESO DICHIARATO: 201 G
FielD TRiAl BY Andrea pizzi
Grip
comfort
desiGn
stabilità
adattabilità al terreno
assorbimento urti
chiusura
traspirabilità
4
2
3
2
3
1
4
5
BBBB
BB
BBB
BB
BBB
B
BBBB
BBBBB
Percorso: gRigNA MeRiDioNAle MT 2177 DAi piANi
Dei ReSiNelli (leCCo) peR il SeNTieRo “DiReTTiSSiMA”
sviluPPo: 4 kM
D+: 877 MT
D-: 877 MT
Descrizione salita: SAliTA DeCiSA MA SU TeRReNo
NoN TeCNiCo e CoN FoNDo ghiAioSo e RegolARe. gli
UlTiMi 50 MeTRi SoNo SU RoCCeTTe Dove oCCoRRe
pReSTARe UN po’ Di ATTeNZioNe.
Descrizione Discesa: il pRiMo TRATTo DA peR-
CoRReRe CoN ATTeNZioNe, poi il SeNTieRo DiveNTA
SCoRRevole peR UNA CoRSA SCiolTA e DiveRTeNTe
FiNo All’ARRivo. temPo Di salita: 1h28’
temPo Di Discesa: 42’
72
Nike AiR pegASUS+ 28 TRAil
STIAMO PARLANDO DI UNA PEGASUS, DA SEMPRE UNO DEI MODELLI PIPOLIVALENTI DELLA LINEA NIKE INDICATA PER
APPOGGI NEUTRI. LA VERSIONE TRAIL PRESENTA UNA STRUTTURA ESTERNA A FASCE CHE PARTENDO DAL TALLONE PER-
METTONO UNA CHIUSURA PRECISA E MOLTO AVVOLGENTE. LA SUOLA MORBIDA, ASSECONDA BENE LA RULLATA E OFFRE
UN ASSORBIMENTO DEGLI URTI MOLTO VALIDO. LA NOTEVOLE MORBIDEZZA PERO’ FA SI CHE LE ASPERITA’ DEL TERRENO
SI SENTANO PARECCHIO SOTTO LA PIANTA DEL PIEDE E CHE SI PERDA UN PO’ DI RIGIDITA’ SULLE SCONNESIONI, DOVE CI
VORREBBE MAGGIOR PRECISIONE. IN COMPENSO IL GRIP RISULTA OTTIMO. IDEALE PER ALLENAMENTI LUNGHI SU TER-
RENI NON TROPPO ROCCIOSI E TRAIL INVERNALI: IL GRIP E’ OTTIMO ANCHE SUL BAGNATO MA CON ALTE TEMPERATURE
LA TRASPIRABILITà NON è IL MASSIMO.
PESO DICHIARATO: 331 G
FielD TRiAl BY Andrea pizzi
Grip
comfort
desiGn
stabilità
adattabilità al terreno
assorbimento urti
chiusura
traspirabilità
5
5
3
4
3
5
4
3
BBBBB
BBBBB
BBB
BBBB
BBB
BBBBB
BBBB
BBB
Percorso: Fiè llo SCiliAR MAlgA SeSSel
sviluPPo: 8,6 kM
D+: 1060 MT
D-: 1060 MT
Descrizione salita: pRiMA pARTe ASFAlTo, SeNTieRo
e STRADA BiANCA NellA pARTe CeNTRAle, SeNTieRo
TeCNiCo e MolTo RipiDo Negli UlTiMi 400 MT Di
DiSlivello. FoNDo RoCCioSo e BAgNATo Nell’UlTiMA
pARTe
Descrizione Discesa: pRiMA pARTe SUl SeNTieRo
“Dei poNTiCelli” MolTo BAgNATo e TeCNiCo. poi
SeNTieRo, STRADA BiANCA e FiNAle SU ASFAlTo
temPo Di salita: 1h28’
temPo Di Discesa: 42’
73
peARl iZUMi SYNCRo FUel TRAil 2
GRAZIE ALLA SUOLA DECISAMENTE LARGA LA SyNCRO FUEL OFFRE UN’OTTIMA SUPERFICIE D’APPOGGIO CHE SI TRA-
DUCE IN UN BUON GRIP. E’ STABILE E PRECISA IN DISCESA, SULLE LUNGHE PERCORRENZE, SPECIE PER CHI HA IL PIEDE
SOTTILE, SI AVVERTE UNA LEGGERA MANCANZA DI SOSTEGNO IN QUANTO IL DISEGNO DELLA PIANTA E’ LARGO. GRAZIE
ALLA PARTICOLARE LINGUETTA, CHE PARTENDO DALL’INTERSUOLA AVVOLGE TUTTO IL PIEDE, LA CALZATA COMUNQUE
E’ CONFORTEVOLE E PRECISA. LA CHIUSURA E’ COMODA NONOSTANTE LA LINGUETTA SIA MOLTO LEGGERA. DISCRETO
L’AMMORTIZZAMENTO SULL’AVANPIEDE, MEGLIO A LIVELLO DEL TALLONE. NON SI SENTONO MOLTO I SASSI SOTTO LA
SUOLA. IDEALE PER TRAIL MEDI O ALLENAMENTI MEDIO/LUNGHI.
PESO DICHIARATO: 309 G
FielD TRiAl BY Andrea pizzi
Grip
comfort
desiGn
stabilità
adattabilità al terreno
assorbimento urti
chiusura
traspirabilità
4
3
3
4
3
3
5
3
BBBB
BBB
BBB
BBBB
BBB
BBB
BBBBB
BBB
Percorso: Fiè Allo SCiliAR MAlgA SeSSel
sviluPPo: 8,6 kM
D+: 1060 MT
D-: 1060 MT
Descrizione salita: pRiMA pARTe ASFAlTo, SeNTieRo
e STRADA BiANCA NellA pARTe CeNTRAle, SeNTieRo
TeCNiCo e MolTo RipiDo Negli UlTiMi 400 MT Di
DiSlivello. FoNDo RoCCioSo e BAgNATo Nell’UlTiMA
pARTe
Descrizione Discesa: pRiMA pARTe SUl SeNTieRo
“Dei poNTiCelli” MolTo BAgNATo e TeCNiCo. poi
SeNTieRo, STRADA BiANCA e FiNAle SU ASFAlTo
temPo Di salita: 1h28’
temPo Di Discesa: 42’
74
pATAgoNiA TSAli SToRM
MARCHIO STORICO, PRODOTTO NUOVO. PRIMA SPONTANEA RIFLESSIONE “NELL’ASSAGGIARLO”: SOLIDITà E DURATA
NEL TEMPO. INSOMMA NOVITà PER QUESTE CALZATURE CHE HANNO DESTINII SOLITAMENTE PIù BREVI.
PATAGONIA SI PRESENTA INFATTI CON TESSUTI ROBUSTI, QUASI DA TREKKING PER QUESTO MODELLO DAL GRIP PIù CHE
SODDISFACENTE E DAL LOOK SOBRIO.
SCARPA RIGIDA E NON MOLTO AMMORTIZZATA, NON PERFETTA PER GARE E VELOCITà MA MAGNIFICA PER CORSE
“PLAISIR” DOVE L’AMBIENTE ED IL PIACERE DELLA CORSA FINE A SE STESSA SONO GLI OBIETTIVI.
PESO NON DICHIARATO
FielD TRiAl BY Davide orlandi
Grip
comfort
desiGn
stabilità
adattabilità al terreno
assorbimento urti
chiusura
traspirabilità
3
4
3
4
3
3
4
4
BBB
BBBB
BBB
BBBB
BBB
BBB
BBBB
BBBB
Percorso: Fiè Allo SCiliAR MAlgA SeSSel
sviluPPo: 8,6 kM
D+: 1060 MT
D-: 1060 MT
Descrizione salita: pRiMA pARTe ASFAlTo, SeNTieRo
e STRADA BiANCA NellA pARTe CeNTRAle, SeNTieRo
TeCNiCo e MolTo RipiDo Negli UlTiMi 400 MT Di
DiSlivello. FoNDo RoCCioSo e BAgNATo Nell’UlTiMA
pARTe
Descrizione Discesa: pRiMA pARTe SUl SeNTieRo
“Dei poNTiCelli” MolTo BAgNATo e TeCNiCo.
poi SeNTieRo, STRADA BiANCA e FiNAle SU ASFAlTo
temPo Di salita: 1h28’
temPo Di Discesa: 42’
75
SAloMoN XT wiNgS S lAB4
TUTTI ABBIAMO INIZIATO A CORRERE IN MONTAGNA LUNGO I SENTIERI CON LE SALOMON AI PIEDI. SONO ANNI CHE MA-
CINANO CHILOMETRI E CONTINUANO A STUPIRE E MIGLIORARSI.
ALLA VISTA: LOOK AGGRESSIVO E COLORI FORTI NON LASCIANO DUBBI SULL’USO CHE BISOGNA FARNE ED ECCOCI QUINDI
AD AFFRONTARE SALITE TECNICHE E RIPIDE E DISCESE A CAPOFITTO. LA SCARPA RISPONDE OGNI VOLTA CHE NE HAI
BISOGNO. LASCI CORRERE LE GAMBE SENZA PENSIERI PERCHE’ SAI CHE LEI C’è E CHE TIENE, CHE è STABILE, CHE SI
TORCE MA TI LASCIA IL PIEDE IN ASSE, CHE ADERISCE AL TERRENO QUANTO BASTA E TI ACCOMPAGNA A CASA SENZA
ERRORI. E’ LA SCARPA PERFETTA PER BREVI E MEDIE DISTANZE, “SOLO” BUONA PER LE LUNGHE; INFATTI SE IL TALLONE
è BEN AMMORTIZZATO NON SI PUò DIRE LO STESSO PER L’AVAMPIEDE CHE SUBISCE I CONTRACCOLPI DEL TERRENO UN
PO’ TROPPO (SOLO ALLA LUNGA!!).....INSOMMA ABBIAMO TROVATO IL PELO NELL’UOVO!!
NB ATTENZIONE AI NUMERI SONO LEGGERMENTE CAMBIATI RISPETTO AGLI ALTRI MODELLI, PROVARE, PROVARE E
PROVARE ED INEVITABILEMENTE ACQUISTARE.
FielD TRiAl BY Davide orlandi
Grip
comfort
desiGn
stabilità
adattabilità al terreno
assorbimento urti
chiusura
traspirabilità
5
4
4
4
4
3
5
4
BBBBB
BBBB
BBBB
BBBB
BBBB
BBB
BBBBB
BBBB
Percorso: DA CoMpATSCh Alpe Di SiUSi MT 1825 Al Ri-
FUgio Alpe Di TiReS, viA pANoRAMA e FoRCellA Di TiReS
sviluPPo: 5,7 kM
D+: 700 MT
D-: 700 MT
Descrizione salita: iNiZiAlMeNTe SU ASFAlTo,
poi SeNTieRo SU pRATo CoN FoNDo FACile e poCo
peNDeNTe Che iNviTA AllA CoRSA veloCe. veRSo lA
FoRCellA Zig ZAg piU’ RipiDo e TeCNiCo e CoN FoNDo
Di ghiAiA e RoCCiA.
DeSCRiZioNe DiSCeSA: pRiMA pARTe RipiDA , MolTo
veloCe e DiveRTeNTe. plAiSiR peR TUTTo il ReSTo
DATo ANChe DAl FAvoloSo pANoRAMA
temPo Di salita: 48’
temPo Di Discesa: 25’
76
SAloMoN S-lABFeelCRoSS
Grip
comfort
desiGn
stabilità
adattabilità al terreno
assorbimento urti
chiusura
traspirabilità
5
4
5
5
4
3
4
4
BBBBB
BBBB
BBBBB
BBBBB
BBBB
BBB
BBBB
BBBB
PURTROPPO DURANTE IL PERIODO DEI NOSTRI TEST, COMPLICE LA MANCANZA ASSOLUTA DI PIOGGIA, NON ABBIAMO
MAI TROVATO LE CONDIZIONI MIGLIORI PER PROVARE QUESTE SALOMON. VOLEVAMO IL FANGO, QUELLO PER CUI SONO
STATE STUDIATE QUESTE SCARPE. CI SIAMO DOVUTI ACCONTENTARE EVITANDO I PERCORSI DI MONTAGNA PREFERENDO
INVECE PRATI E BOSCHI IN VESTE AUTUNNALE.
ABBIAMO TROVATO IN QUESTE S-LABFEELCROSS DELLE OTTIME COMPAGNE DI VIAGGIO: MOLTO STABILI E AVVOLGENTI
SUI PIEDI E CON UN GRIP DAVVERO IMPRESSIONANTE, SOPRATTUTTO IN DISCESA QUANDO SI PUò “MOLLARE” DAVVERO
IN COMPLETA SICUREZZA. RISPETTO ALLE XT wINGS ABBIAMO NOTATO UN MINOR ASSORBIMENTO DEGLI URTI, SPECIE
A LIVELLO DELL’AVANPIEDE; MA D’ALTRA PARTE SONO STATE STUDIATE PER TERRENI MORBIDI E QUINDI CI PUò STARE.
IL DISEGNO DEI TACCHETTI, MOLTO APERTO, è FORMIDABILE CON IL FANGO MA SE SI CORRE SUI SASSI SI AVVERTONO
MOLTO LE ASPERITà SOTTO LA PIANTA DEL PIEDE. MA COME GIà DETTO NON SONO PENSATE PER SASSI E TERRENI DURI.
FielD TRiAl BY Andrea pizzi
Percorso: TRAil Delle TeRRe Di MeZZo, DAveRio
(vA)
sviluPPo: 14 kM
D+: 400 MT
D-: 400 MT
Descrizione Percorso: UN SUSSegUiRSi Di pRATi
e BoSChi lUNgo le pReAlpi vAReSiNe, UN CoNTiNUo
SAliSCeNDi CoN poChiSSiMi TRATTi ASFAlTATi. FoNDo
SFoRTUNATAMeNTe MolTo ASCiUTTo e SABBioSo.
temPo Di Percorrenza: 1h18’
77
SAUCoNY XoDUS 2.0
DALLA STRADA AL TRAIL IL PASSO LUNGO, MA DA UNA CASA CHE HA UN DNA TECNICO IMPORTANTE CI SI ASPETTA
TANTO. SAUCONy NON DELUDE.
LA SUOLA CONCEPITA DA VIBRAM E’ AGGRESSIVA E PERFORMANT. CON LA SUA LINEA AFFUSOLATA, LA SCARPA, DA
SUBITO L’IDEA DI SICUREZZA E VELOCITà. LA CALZATA è OTTIMA.
DA MIGLIORARE IL PESO E LA RIGIDITà CHE LA RENDONO POCO VERSATILE E DIFFICILE DA GESTIRE SULLE LUNGHE
DISTANZE. QUALCHE PASSO IN AVANTI ANCHE CON LA TRASPIRABILITà AIUTEREBBE (ANCHE A PERDERE QUALCHE GRAM-
MO). IN ULTIMO IL LOOK: RIMASTO SUL TRAGUARDO (SEPPUR SEMPRE VINCENTE) DI QUALCHE MARATONA CITTADINA,
MA UN PO’ POCO “DA RIFUGIO” DI MONTAGNA. AGGERSSIVA!!
PESO DICHIARATO: 337 G
FielD TRiAl BY Davide orlandi
Grip
comfort
desiGn
stabilità
adattabilità al terreno
assorbimento urti
chiusura
traspirabilità
4
4
2
3
3
3
4
5
BBBB
BBBB
BB
BBB
BBB
BBB
BBBB
BBBBB
Percorso: Fiè Allo SCiliAR MAlgA SeSSel
sviluPPo: 8,6 kM
D+: 1060 MT
D-: 1060 MT
Descrizione salita: pRiMA pARTe ASFAlTo, SeNTieRo
e STRADA BiANCA NellA pARTe CeNTRAle, SeNTieRo
TeCNiCo e MolTo RipiDo Negli UlTiMi 400 MT Di
DiSlivello. FoNDo RoCCioSo e BAgNATo Nell’UlTiMA
pARTe
Descrizione Discesa: pRiMA pARTe SUl SeNTieRo
“Dei poNTiCelli” MolTo BAgNATo e TeCNiCo. poi
SeNTieRo, STRADA BiANCA e FiNAle SU ASFAlTo
temPo Di salita: 1h28’
temPo Di Discesa: 42’
78
SCoTT eRiDe gRip iM
LA CARATTERISTICA CHE COLPISCE DI PIù IN ASSOLUTO è L’OTTIMO EFFETTO AMMORTIZZANTE DOVUTO AL PARTI-
COLARE MATERIALE DELLA SUOLA, LO SI APPREZZA MOLTISSIMO DURANTE LA DISCESA. OTTIMO ANCHE IL GRIP E LA
STABILITà DEL PIEDE SIA PER LA SALITA CHE PER LA FASE DISCENDENTE, CI SI SENTE SEMPRE SICURI. LA CALZATA è
AVVOLGENTE, LA LINGUETTA SOTTILISSIMA E LA POSIZIONE DELLE ASOLE PER I LACCI MOLTO ALTA SUL COLLO DEL
PIEDE, SE SI STRINGONO TROPPO POSSONO DARE FASTIDIO. TRASPIRABILITà NELLA MEDIA, ANCHE SE PROVATE IN UNA
GIORNATA MOLTO CALDA.
PESO: NON DICHIARATO
FielD TRiAl BY Roberto Terazzi
Grip
comfort
desiGn
stabilità
adattabilità al terreno
assorbimento urti
chiusura
traspirabilità
BBBBB
BBB
BBB
BBBB
BBBB
BBBBB
BB
BBB
5
3
3
4
4
5
2
3
Percorso: MoNTe ReSegoNe DAl pARCheggio DellA
FUNiviA Dei piANi D’eRNA (leCCo)
sviluPPo: 9 kM
D+: 1266 MT
D-: 1266 MT
Descrizione salita: Dopo UNA BReve DiSCeSA peR
CollegARSi Al SeNTieRo Si RiSAle SUBiTo DeCiSi SU
RoCCiA, RADiCi e SCAliNATo FiNo A poCo Dopo l’ATTAC-
Co Del CANAloNe CoMeRA Dove DeviANDo A SiNiSTRA
DeCiSi veRSo lA CiMA Si peRCoRRoNo 350 MeTRi Di
DiSlivello SU SeNTieRo RipiDiSSiMo, iNSTABile e MolTo
TeCNiCo. giUNTi iN CReSTA lA Si SCAvAlCA pRoSe-
gUeNDo SUl CANAloNe pRiNCipAle, RoCCioSo, RipiDo e
TeCNiCo FiNo Al RiFUgio AZZoNi e QUiNDi iN veTTA.
Descrizione Discesa: CANAloNi, CReSTe e RipiDi
peNDii FRANoSi, iNSTABili e TeCNiCi peR i pRiMi 600
MeTRi Di DiSlivello, poi RieNTRATi Nel BoSCo Si RieSCe
A CoRReRe CoN piU’FACiliTA’ MA CoN ATTeNZioNe peR il
FoNDo SCoNNeSSo Del SeNTieRo.
temPo Di salita: 1h33’
temPo Di Discesa: 40’ 79
SCoTT eRiDe iCe RUNNeR
LA PARTICOLARE FORMA DELL’INTERSUOLA, CON IL TALLONE LEGGERMENTE RIALZATO, FIN DA SUBITO FORNISCE UNA
SENSAZIONE DI COMODITà E LA RULLATA DEL PIEDE RISULTA NATURALE E AGEVOLATA. QUESTA SCOTT E’ STUDIATA
PER LE CONDIZIONI INVERNALI: IL MATERIALE DELLA SUOLA RENDE AL MEGLIO CON FREDDO E PIOGGIA, LA COPERTURA
SUPERIORE AIUTA A TENERE IL PIEDE CALDO E ASCIUTTO. NOI PERò L’ABBIAMO PROVATA AL CALDO RISCONTRANDO UNA
DISCRETA TRASPIRABILITà. BUONO IL GRIP. MOLTO CONFORTEVOLE ANCHE SE LA COPERTURA SUPERIORE PUò DARE
UN SENSO DI COSTRIZIONE A CHI HA IL COLLO DEL PIEDE ALTO. BUONO IL SUPPORTO E L’AMMORTIZZAZIONE. E’ UNA
SCARPA DA TRAIL CHE PERò PERMETTE UN’OTTIMA CORSA ANCHE SU STRADA.
PESO: NON DICHIARATO
Percorso: ChAMUeS – ChAMUeS AD ANello viA vAl
ChAMUeRA, vAl pRUNA, FUoRClA MURAgl, MUoTTAS
MURAgl, BeveR. eNgADiNA (Svi)
sviluPPo: 30,6
D+: 1300 MT
D-: 1300 MT
Descrizione Percorso: DAl pAeSe Di ChAMUeS Si
iMBoCCA lA lUNgA e RipiDA STRADA BiANCA Che
SeNZA DiFFiColTà TeCNiChe poRTA FiNo A SeRlAS
e DA lì CoNTiNUA peR lA MAgNiFiCA vAl pRUNA. A
QUoTA 2300 Si ATTRAveRSA il ToRReNTe e Si RiSAle
RipiDi pRiMA peR pRATi poi SU RoCCe iNSTABili FiNo A
FUoRClA MURAgl, 2891 MT.
DiSCeSA RipiDiSSiMA e MolTo TeCNiCA peR RoCCe e
NevAi FiNo A leJ MURAgl. BReve e RipiDA RiMoNTA Di 100
MT Di DiSlivello peR poi CoRReRe SU FoNDo FACile e
SCoRRevole FiNo A BeveR iN FoNDo vAlle. DA QUi STRA-
DA STeRRATA piANeggiANTe RieNTRANDo A ChAMUeS
temPo totale: 5h40’
FielD TRiAl BY Andrea pizzi
Grip
comfort
desiGn
stabilità
adattabilità al terreno
assorbimento urti
chiusura
traspirabilità
4
5
3
3
4
4
3
3
BBBB
BBBBB
BBB
BBB
BBBB
BBBB
BBB
BBB
Percorso: ChAMUeS – ChAMUeS AD ANello viA vAl
ChAMUeRA, vAl pRUNA, FUoRClA MURAgl, MUoTTAS
MURAgl, BeveR. eNgADiNA (Svi)
sviluPPo: 30,6
D+: 1300 MT
D-: 1300 MT
Descrizione Percorso: DAl pAeSe Di ChAMUeS Si
iMBoCCA lA lUNgA e RipiDA STRADA BiANCA Che
SeNZA DiFFiColTà TeCNiChe poRTA FiNo A SeRlAS
e DA lì CoNTiNUA peR lA MAgNiFiCA vAl pRUNA. A
QUoTA 2300 Si ATTRAveRSA il ToRReNTe e Si RiSAle
RipiDi pRiMA peR pRATi poi SU RoCCe iNSTABili FiNo A
FUoRClA MURAgl, 2891 MT.
DiSCeSA RipiDiSSiMA e MolTo TeCNiCA peR RoCCe e
NevAi FiNo A leJ MURAgl. BReve e RipiDA RiMoNTA Di 100
MT Di DiSlivello peR poi CoRReRe SU FoNDo FACile e
SCoRRevole FiNo A BeveR iN FoNDo vAlle. DA QUi STRA-
DA STeRRATA piANeggiANTe RieNTRANDo A ChAMUeS
temPo totale: 5h40’
80
TeCNiCADiABlo
USCITA MARITTIMA PER LE DIABLO, SU UNO DEI PERCORSI PIù PANORAMICI E SUGGESTIVI DEL MONDO: IL PROMONTO-
RIO DI PORTOFINO (TEATRO DI UNO SPLENDIDO TRAIL NOVEMBRINO). IL PERCORSO è VARIO, UMIDO, TECNICO, RIPIDO
E PIENO DI SALSEDINE IN VARI PUNTI. LA SCARPA HA SUBITO UN TEST SENZA DUBBIO PROBANTE, RISPONDENDO BENE
PER QUANTO RIGUARDA L’AMMORTIZZAZIONE E LA RESA IN VELOCITà, NONOSTANTE LE DIMENSIONI. MIGLIORE IL GRIP
RISPETTO ALLE INFERNO, PEGGIORE INVECE LA CALZATA CHE NON DA UNA SENSAZIONE DI SICUREZZA SU TERRENO
TECNICO. OTTIMA LA SCELTA DI COLORI E VALIDO IL DESIGN CHE SEGUENDO IL PROFILO DELLA SUOLA FA CAPIRE SUBITO
PER COSA SONO STATE CONCEPITE : GAREGGIARE!
Grip
comfort
desiGn
stabilità
adattabilità al terreno
assorbimento urti
chiusura
traspirabilità
3
4
4
3
3
4
3
4
BBB
BBBB
BBBB
BBB
BBB
BBBB
BBB
BBBB
FielD TRiAl BY Davide orlandi
Percorso: DA pARAggi A pARAggi, peRCoRSo AD
ANello. CiNQUe TeRRe
sviluPPo: 15 kM
D+:1300 MT
D-: 1300 MT
Descrizione Percorso: DAllA SpiAggiA Si SAle SU
CioTTolATo SpeSSo RipiDo, MA RegolARe, peR CiRCA
4 kM, Si CoNTiNUA SU STRADA BiANCA FiNo Al MoNTe
Di poRToFiNo e poRToFiNo veTTA. DiSCeSA peR
BoSChi RipiDA e TeCNiCA FiNo A S. RoCCo Di CAMogli.
SAliTA pANoRAMiCA A MeZZA CoSTA, FACile, SU
FoNDo Di ghiAiA e TeRRiCCio FiNo A BASe ZeRo. DA QUi
DiSCeSA TeCNiCA, RipiDA e MolTo BAgNATA FiNo AllA
SpiAggiA Di S. FRUTTUoSo. UlTiMA SAliTA SU TeRReNo
iNSTABile FiNo A pieTRe STReTTe peR poi RipeRCoRReRe
iN DiSCeSA UNA STRADA BiANCA veloCe FiNo A pARAggi temPo totale: 2h10’
81
TeCNiCA iNFeRNo
USCITA IMPEGNATIVA ED ALTERNATIVA PER TESTARE LE INFERNO: MTB + TRAIL FINO AD UNA DELLE CIME PIù BELLE
DELLE APUANE. TANTI CHILOMETRI PER APPREZZARE LEGGEREZZA, AMMORTIZZAZIONE, CALZATA AVVOLGENTE E STABI-
LE, DI UNA DELLE NOVITà DEL MERCATO.
GRUPPO TECNICA SI AFFACCIA IN UNO SCENARIO NUOVO, PORTANDO SUBITO NUOVA BREZZA.
PRESERVARE LE ARTCOLAZIONI CON L’ABBONDANTE STRATO CHE SEPARA DAL TERRENO IL PIEDE, SENZA PERDERE NUL-
LA IN VELOCITà D’AZIONE. QUESTO L’OBIETTIVO RAGGIUNTO DA QUESTO MODELLO CHE PECCA UN PO’ DI PRECISIONE
(NON SI PUò AVERE TUTTO!!). MIGLIORABILE IL GRIP SU BAGNATO.
NB LA PARTICOLARE CONFORMAZIONE DELLA SUOLA AD ARCO INVITA ALLA CORSA VELOCE : “SE NE HAI LE GODI ANCORA DI PIù”
FielD TRiAl BY Davide orlandi
Grip
comfort
desiGn
stabilità
adattabilità al terreno
assorbimento urti
chiusura
traspirabilità
3
5
4
4
4
4
5
4
BBB
BBBBB
BBBB
BBBB
BBBB
BBBB
BBBBB
BBBB
Percorso: DA FoRTe Dei MARMi A pANiA DellA CRo-
Ce 1858, pASSANDo peR il pASSo CRoCe
sviluPPo: 75 kM ToTAli Di CUi 47 iN BiCiCleTTA e 28
Di CoRSA
D+: 2466 MT ToTAli Di CUi 1100 iN BiCi e i ReSTANTi A
pieDi
D-: 2466 MT ToTAli Di CUi 1100 iN BiCi e i ReSTANTi A
pieDi
Descrizione salita: SeNTieRo CoN FoNDo FACile e
RegolARe, SUCCeSSivAMeNTe RipiDo, ABBASTANZA
TeCNiCo e RoCCioSo FiNo AllA CiMA. Descrizione Discesa: DiSCeSA TeCNiCA NellA pRiMA
pARTe e piU’ veloCe Nel FiNAle
temPo Di salita: 2h20’ Di BiCi, 3h15’ A pieDi
temPo Di Discesa: 2h A pieDi, 1h5’ Di BiCi
82
The NoRTh FACe DoUBle TRACk gTX XCR
LA DOUBLE TRACK E’ UNA SCARPA CHE SI DIMOSTRA SUBITO PIù ADATTA A LUNGHE MARCE PIUTTOSTO CHE ALLA COR-
SA: PESO E STRUTTURA LA RENDONO MOLTO PROTETTIVA, ANCHE DALL’ACQUA GRAZIE ALLA MEMBRANA IN GORE TEX
XCR. CONFORTEVOLE NELLA CAMMINATA E ABBASTANZA RIGIDA. IL GRIP IN SALITA NON SI è DIMOSTRATO ECCELLENTE,
MOLTO MEGLIO IN DISCESA. SE SI DECIDE DI CORRERE SI TROVA UNA SCARPA CON UN BUON ASSORBIMENTO DEGLI
URTI MA POCO ELASTICA NELL’ASSECONDARE LA RULLATA DEL PIEDE, PIUTTOSTO RIGIDA E DI CONSEGUENZA POCO
PERFORMANTE. QUESTA NORTH FACE è CONSIGLIATA PER PASSAGGIATE, ANCHE A BUON RITMO, ALLENAMENTI LUNGHI
INVERNALI E AVVICINAMENTI IN MONTAGNA.
PESO DICHIARATO: 340 G
FielD TRiAl BY Andrea pizzi
Grip
comfort
desiGn
stabilità
adattabilità al terreno
assorbimento urti
chiusura
traspirabilità
3
3
3
4
3
4
3
3
BBB
BBB
BBB
BBBB
BBB
BBBB
BBB
BBB
Percorso: DA CoMpATSCh Alpe Di SiUSi MT 1825 Al
RiFUgio Alpe Di TiReS, viA pANoRAMA e FoRCellA Di
TiReS
sviluPPo: 5,7 kM
D+: 700 MT
D-: 700 MT Descrizione salita: iNiZiAlMeNTe SU ASFAlTo,
poi SeNTieRo SU pRATo CoN FoNDo FACile e poCo
peNDeNTe Che iNviTA AllA CoRSA veloCe. veRSo lA
FoRCellA Zig ZAg piU’ RipiDo NoN TeCNiCo e CoN
FoNDo Di ghiAiA e RoCCiA. Descrizione Discesa: STeSSo iTiNeRARio peRCoRSo
All’ANDATA. DiSCeCA piACevole e veloCe, e TeCNiCA
NellA pRiMA pARTe. poi veRo plAiSiR.
temPo Di salita: 48’
temPo Di Discesa: 25’
83
durante una gara, un allenamento o più semplicemente una lunga
escursione il numero degli appoggi a terra dei nostri piedi sono
tantissimi. ogni contatto con il terreno rappresenta un urto che
inevitabilmente, attraverso le strutture moscolo-tendinee e ossee, si
trasferisce come un’onda a tutto il corpo.
immaginate correre i 330 km del Tor des geants, con i suoi 24.000 metri
di dislivello, quasi interamente sterrati: la stanchezza si accumula, sonno
e recupero diventano un lusso, si corre, si cammina e i dolori a piedi,
gambe e schiena diventano compagni di viaggio con cui convivere.
durante questa nostra esperienza abbiamo avuto l’opportunità di testare
sotto i nostri piedi le nuove solette noene con tecnologia nexus. per chi
non conoscesse il materiale si tratta di un elastomero in grado di neutra-
lizzare, anche con solo 1 mm di spessore, il 98% delle onde d’urto che
provengono dall’appoggio del piede a terra. Tutto ciò si tramuta
ovviamente in un maggior comfort ma soprattutto in una forte riduzione dei
microtraumi che inevitabilmente, specie in corse così lunghe, si traducono
in infiammazioni osteo articolari, tendiniti e persino fratture da fatica.
la nuova soletta optimum Footpad è arricchita dalla fibra nexus
es, un filato contenente micro polveri metalliche che produce una
naturale e costante emissione infrarossa. Questa benifica radiazione,
da sempre utilizzata a scopo terapeutico, è in grado di determinare
un aumento della temperatura che induce rilassamento muscolare,
aumenta la vasodilatazione e il flusso sanguigno con conseguente
miglior apporto di ossigeno e sostanze nutritive.
in una gara come il Tor des geants l’infiammazione muscolare e tendinea
è un problema in cui si incorre con grande facilità, evitarlo può
siginificare la differenza tra un ritiro e il poter terminare l’intero percorso.
il nostro roberto Terazzi ha concluso il suo Tor, alla prima partecipazione,
in poco più di 126 ore: la stanchezza fisica e le pochissime ore di
sonno sono stati i suoi compagni di viaggio. durante l’intero percorso
roberto ha utilizzato la soletta noene all’interno della calzatura da
corsa, grazie al ridotto spessore non ha inciso sulla calzata: «per me
è stata una prima volta, non ho mai utilizzato questo tipo di solette
anche se ne avevo già sentito parlare», racconta roberto,
«solitamente non utilizzo mai un nuovo prodotto in gara ma il timore
di incorrere in dolori o infortuni mi ha convinto. oltre a ciò il ridotto
spessore della soletta non cambiava la calzata nella scarpa.
devo dire che durante il percorso ho avvertito spesso stanchezza
muscolare, nulla può evitare tutto ciò, niente a cui non si possa
rimediare con un po’ di riposo. però non ho mai accusato fastidi e
indolenzimenti ai piedi o ai tendini; anche la schiena, punto debole
spesso per molti atleti, non mi ha mai creato problemi, nemmeno durante
i giorni successivi alla gara, quando solitamente vengono fuori i dolori».
Correre a lungosenza danni>
84
senza danni
85
Chi sei e nome della tua azienda:
Mi chiamo nino Flenda e sono il Ceo della rubber&plastic Foams,
affiliata italiana della rubber and plastics Corporate Usa. la nostra
compagnia è leader nel settore dei semilavorati in schiume espanse
reticolate a celle chiuse e gomma espansa cellulare. si presentano sot-
toforma di rotoli e lastre, realizzati in differenti polimeri di base come
xlpe-eva Copolymer, epdm e Cr, usati nel settore della calzatura.
Quali sono le parti che compongono una suola di una scarpa da
running o trail running moderna?
Una suola da running moderna è composta da: suola in poliuretano
(vibram per esempio), intersuola in eva, tomaia in sintetico (Fabrics),
sottopiede anatomico in xlpe/Foam - eva Copolymer e materiali anti-
shock come il nostro prodotto extrastop, la cui caratteristica è quella di
assorbire gli urti al 98 % di valore dissipato
Quali sono i materiali più utilizzati oggi per la intersuola?
Copolimero di Eva espanso o gomme sintetiche
Tutti li usano, ma nel modo giusto? o solo per seguire la tendenza?
i produttori di scarpe da running utilizzano questi materiali in modo
tutto sommato corretto. potrei però dire che pur essendoci un’ampia
offerta di validi materiali non sempre i produttori scelgono materiali
“corretti”, questo dipendente dal livello dei prezzi dei semilavorati oltre
che dai costi di produzione che determinano il grado di competitività
dell’impresa.
Quale di questi materiali è il migliore rispetto alla sua funzione?
indubbiamente il poliuretano, il polietilene e l’etilene vinile acetato garan-
tiscono un alto livello qualitativo e di garanzia per i manufatti in oggetto.
Qual’è il migliore nel rapporto costi benefici?
nei rispettivi campi d’impiego – suola, intersuola e sottopiede ana-
tomico - i polimeri sopra citati detengono un positivo rapporto costo/
beneficio.
Quanto incide la presenza o meno di questi/o materiali sul costo del
prodotto finito?
indubbiamente è una componente di costo molto importante.
Il materiale viene sempre usato nella giusta quantità dalle aziende?
Assolutamente si poichè è parte integrante dell’attivita di produzione,
stiamo parlando sempre di materia prima.
Fa davvero la differenza usare o meno questi materiali?
Certamente perchè una scelta sbagliata di uno di questi componen-
ti può generare problemi tecnici del manufatto sopratutto a livello di
prestazione tecnica. Utilizzare una densità di materiali non idonea per
l’applicazione del sottopiede anatomico può determinare dei problemi
tecnici legati al livello di resistenza sia alla lacerazione che alla com-
pressione, oltre che flessione a cui il sottopiede sarà sottoposto duran-
te la corsa. sorprese per il futuro? (materiali nuovi e nuovi impieghi)
il campo dei semilavorati espansi è molto vasto, la ricerca e lo svilup-
po legati a questi materiali sono in continuo movimento, i rumors di
mercato dicono che a breve ci sarà qualche cosa di nuovo.
Aspettiamo e vediamo.
nino Flenda
Ceo at rubber&plastic foams
Sono Mr Rubber e risolvo problemi
Nino Flenda Dritto al cuore della scarpa
86
48.10 VESTE L’ITALIA.
i materiali più evoluti e performanti, modellati per chi la montagna la divora correndo, danno vita ai capi della collezione TrAil
rUnning di 48.10; il marchio specializzato in abbigliamento per la montagna e già apprezzato da tutti gli atleti del Tor des géants,
sarà, a partire da oggi, anche il fornitore della squadra nazionale di sky running, giovane disciplina sportiva sempre più popolare. i
migliori atleti italiani infatti indosseranno durante le gare (gara d’esordio il 04/11/11 a valencia in spagna) i capi studiati apposita-
mente per esaltare al massimo le loro prestazioni, grazie alla combinazione di tessuti altamente tecnologici.
pAnTAloni ergonoMiCi dA CorsA 3/4
e lUngHi BY 48.10
87
Un’estate che non vuole finire, un amico, attrezzatura nel borsone (quello del Tor che ormai è un optional
del mio sporchissimo 4x4), una veloce scorsa in internet la sera prima per vedere dove dirigersi. la scel-
ta non è mai facile, i parametri sono cambiati da due anni fa quando non ero ancora padre, infatti per
non perdersi neanche un attimo per stare con giacomo ottimizzo tutto, ho persino creato una tabella:
Raggiungibilità 1h30’ max (compresa previsione traffico) - Dislivello max 1500 mt - Sviluppo max 12 km
Indice di gradimento (ovviamente mio personale) che si divide in due: voglia di esplorazione o attac-
co nostalgico per luoghi d’elezioni dei miei pellegrinaggi montani del passato.
la mia odiata e amata Milano da questo punto di vista aiuta, in un raggio di un’ora d’auto trovi
tutto quello che cerchi, anche verso sud! la scelta questa volta è caduta sul rifugio Coca, me ne
ha parlato il poletti che ha organizzato una gara di vertical kilometer, proprio quest’anno. Tra l’altro
da testare ci sono oggi i capi da trail running di 48.10, andiamo quindi a provarli a casa loro nella
“bergamaschissima” valle seriana. sentiero perfetto per un vertical, da subito fa capire che oggi si
allena la fase cardio! si sale e si scende sempre su ripido e tecnico, il sentiero non molla mai! e se
la voglia d’estate non finisce in bassa valle a valbondione dove ci sono sole e 22°, in quota le cime
reclamano la giusta stagione e in un’ora di corsa ci ritroviamo sottozero con vento forte e nevischio.
Beh! così i capi d’abbigliamento li testiamo tutti! Corriamo infatti con ciclisti io e lunghi robi ed en-
trambi ci troviamo molto bene per la morbidezza del tessuto e, nel caso di quelli lunghi, un’inserto di
tessuto nell’incavo del ginocchio che rende davvero aderente e comodo il pantalone. Maglie tecniche
di buon livello. ottimi i piumini fatti a gilet, aderenti ed esteticamente magnifici. efficaci (credetemi
era il primo vento freddo della stagione) le giacche anti vento. e poi impariamo dai francesi che giu-
dicano anche i vini in base al rapporto qualità prezzo, infatti l’azienda bergamasca mantiene questo
coefficiente ad un livello davvero ottimale rendendo molto appetibile il prodotto. Bravi! devo un saluto
all’accogliente rifugio Coca ed al suo gestore Fabrizio, simpatico, giovane e pieno di iniziative, ci invita
anche a fare una serata da loro in primavera per raccontare un po’ di esperienze. non macheremo!
dimenticavo: nella mia personalissima scala di valutazione ecco i voti del Coca. lo so che siamo in
tanti con il più bel problema del mondo e magari vi sarà utile :
Raggiungibilità 1h30’ - Dislivello 1000 mt - Sviluppo 3km - Indice di gradimento 8
Cari mamme e papà runner a pranzo sarete già a casa, doccia e giochi con il vostro campione per
tutto il pomeriggio.
lat. N 46°3’19,95’’long E 10°0’28,83’’h 1892D+ 1000 mt
“a cura del Soulrunning Team”
piUMino A gileT 48.10
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grado di sostenere la muscolatura e aiutare la respirazione
sotto sforzo. Confortevole anche grazie alla cuciture piatte
e al materiale Softshell. ideale l’abbinamento con il panta-
lone realizzato in materiale exo Sensifit Motion che durante
la corsa facilita il lavoro muscolare e attiva la circolazione.
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parte superiore che scompare in
una tasca, la sua forma ergono-
mica lo fa aderire alla schiena
per il massimo comfort. Con
due protaborraccia, di cui uno
romovibile sullo spallaccio, e
la predisposizione per la sac-
ca idrica facilita il trasposto
dei liquidi fondamentali per
l’idratazione durante lo sforzo,
anche durante le competizioni o
gli allenamenti più lunghi.
www.dynafit.it
Frequenza cardiaca, altitu-
dine e calorie consumate in
tempo reale. Ma la caratteri-
stica più interessante di que-
sto Suunto è la misurazione
dell’epoc (consumo di ossi-
geno post esercizio): fornisce
un’indicazione del recupero
post esercizio e dell’effetto
reale dell’allenamento sulla
nostra forma fisica.
la fascia cardio Dual comfort
bell è inclusa. opzionale il
sensore per avere i dati in
tempo reale relativi a velocità e distanza. Sulla piattafor-
ma Movescount.com è possibile visualizzare, analizzare e
archiviare tutte le informazioni relative agli allenamenti.
www.suunto.com – www.movescount.com
Dynafit – Zaino X4 performance
Suunto – orologio t6d
Nel nuovo modello 004 di Salice il disegno del
telaio e della lente sono studiati per assicurare una calzata stabile
anche quando si corre. i terminali e il nasello in gomma antiscivolo
e il sistema di ventilazione garantiscono il comfort necessario per
potersi concentrare solo sulla corsa.
la grafica tricolore indica l’orgoglio dell’azienda comasca di
realizzare questo prodotto interamente in italia.
lo 004 è disponibile con lenti specchiate Raimbow, fotocromatiche
Chromolex in tre colori o polarizzate polar Flex, le più adatte per la
corsa in montagna. la confezione comprende un paio di lenti inter-
cambiabili trasparenti e un panno in microfibra.
www.saliceocchiali.it
in doppio strato di Coolmax
extremeperformance la bandana Buff trasferisce
rapidamente il sudore dalla fronte offrendo una grande
traspirabilità. Molto utile durante l’attività sportiva non
solo per il sudore ma anche per proteggere dal vento e dai
raggi Uv (protezione del 95%).
la fibra con cui è realizzata offre dei tempi di asciugatura
molto ridotti rispetto alla microfibra tradizionale
www.buff.eu
AttrezzatureSuunto BuffDynafit Salice
Buff – headband
Salice – occhiale 004
AGISKO ENERGY GEL
Agisko Energy Gel è un gel energetico a base di una particolare miscela (AGISKO FUEL) di carboidrati e MCT (Trigliceridi a Catena Media).
LLa sua particolare ed esclusiva composizione è stata realizzata per un unico scopo: essere il migliore integratore energetico sul mercato e contribuire a migliorare le prestazioni di chi lo utilizza.
AgiskAgisko Energy Gel contiene (Agisko Fuel), una miscela di carboidrati di alta qualità e di diver-so tipo che non provoca variazioni delle curva glicemica e quindi non induce l’effetto di fatica “apparente”.
Grazie alla sua composizione Agisko Gel permette una durata dell'ap-porto energetico circa doppia rispetto a quella offerta dai prodotti concorrenti.
AGISKO ENERGY GEL è il gel energetico con il miglior rapporto peso/calorie: 128Kcal con solo 37gr. di peso.
E' stato testato ed utilizzato con successo in condizioni estreme. Ben pochi altri prodotti hanno superato dei test così difficili.
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Molti Atleti di livello hanno scelto Agisko Energy Gel:
Giuliano Cavallo (Nazionale Italiana Ultra Trail):"Ho scelto Agisko Energy Gel perchè è l'unico in grado di fornirmi tutta l'energia di cui ho bisogno nelle mie imprese. Durante un Ultra Trail assumo un
gel ogni ora, alternandolo ad una barretta Spirubar".
i nuovi cerotti Compeed sono a base di idro-
colloide, materiale studiato per chi fa sport,
in grado non solo di evitare lo sfregamento
ma anche di offrire una protezione alle
notevoli pressioni e sollecitazioni a livello
del tallone. elastici e flessibili questi cerotti
si adattano alla pianta del piede riducendo
la pressione, favorendo la guarigione delle
vesciche e prevenendo anche le infezioni.
www.compeed.it
Compeed – vesciche extremee vesciche pianta del piede
www.lorpen.com Innovative Technical Socks
Distribuito da:
Raffaelli srl via Mendola, 21 - BolzanoTel. 0471 590477 - [email protected]
LORPEN FIT TECHNOLOGYUna gamma evoluta di calze dedicata agli sportivi appassionati che assicurano una gestione ottimale dell’umidità garantendo eccezionale comfort e e durata.
Calza per trail running, multisport e walking con tecnologia Trilayer® a tre strati. La composizione con tre diversi tipi di fibre assicura un migliore comfort, regola la tem-peratura e riduce la proliferazione batterica. Imbottiture extra su tacco e punta.• Struttura differenziata e rinforzata• Regola la temperatura e disperde l’umidità• Grande elasticità data dalla Lycra®
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XTR XTRWCalza studiata specificamente per donne adatta per trail running, multisport e walking. La tecnologia Trilayer® a tre strati con tre diversi tipi di fibre assicura un migliore comfort, regola la temperatura e riduce la proliferazione batterica. Imbottiture extra su tacco e punta. Nuovo design. • Struttura differenziata e rinforzata• Regola la temperatura e disperde l’umidità • Alto comfort e traspirabilità• Grande elasticità data dalla Lycra®
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PERIODICITA’ TRIMESTRALE NUMERO 1 - NOVEMBRE 2011530 25 OTTOBRE 2011
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SEMBRA CHE STIATE CORRENDO.SENTITE CHE STATE VOLANDO.
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http://eu.thenorthface.com/tnf-eu-en/running-pageHal Koerner - Tracy Garneau, Patagonia, Argentina. Photo: Tim Kemple
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