Rosarium 2004-03

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Movimento Domenicano del Rosario - Provincia “S. Domenico in Italia” 3/2004 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art ,1 comma 2, DCB Bologna - Anno XXXVII - n.3 - III trimestre

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Movimento Domenicano del Rosario - Provincia “S. Domenico in Italia”

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ROSARIUMPubblicazione trimestrale del

Movimento Domenicano del Rosario

Proprietà:Provincia Domenicana Utriusque LombardiaePiazza San Domenico 13 - 40121 BOLOGNA

Autorizzazione al Tribunale di Bolognan. 3309 del 5/12/1967

Rivista fuori commercioLe spese di stampa e spedizione sono

sostenute da tutti gli amici

Anno 37°- n. 3finito di stampare il 22 luglio 2004

stampa:

Tipolitografia Angelo Gazzaniga s.a.s.

Milano - via P. della Francesca 38

Movimento Domenicano del RosarioVia IV Novembre 19/E

43012 Fontanellato (PR)Tel. 0521822899Fax 0521824056Cell. 3355938327

e-mail [email protected]

www.rosariovivente.org

CCP. 22977409

Collaboratori:fr. Vincenzo Rosario Avvinti o.p.

P. Roberto Coggi o.p.

S. Pio V 3

Convegno del Rosario - Bologna, 26/29 marzo 19

Testimonianze 28

Peregrinatio Mariae 29

Nuovi iscritti 30

Pagina della riconoscenza 31

SOMMARIOManoscritti e fotografie, anche se nonpubblicati, non vengono restituiti.L’invio delle fotografie include il consensoper una eventuale pubblicazione.

In copertina: Vista sul Sinaidal Monastero di Santa Caterinain una foto di Paolo Gavina

Gentilissimi lettori,con molta probabilità dovreste trovare questo numero diROSARIUM al Vostro rientro dall’annuale periodo di ferie...mi auguro che per tutti siano state un vero momento di riposo,necessario per poter poi rientrare ritemprati alle Vostre case ealle Vostre occupazioni. Vorrei ricordarVi che, prima dell’impegnativo mese di ottobre,abbiamo un appuntamento molto importante nelle Vostrezone. Vi invito a consultare l’ultima pagina di questa copertina pervedere dove Vi sarà possibile partecipare. Attenti però che consempre maggior chiarezza, i più, stanno constatando che:- il nostro sforzo non è quello di “fare numero” o di “correre

dietro al sensazionale”, come purtroppo fanno in molti... - ci stiamo impegnando in un serio cammino di crescita comu-

nitaria. Crescita volta a formarci come veri devoti dellaRegina del santo Rosario che, insieme, testimoniano non leproprie idee o i propri sentimenti, ma la verità dei suoi invitiricevuti nella plurisecolare tradizione della Chiesa.

E’ questa la tensione e lo sforzo che ci accomuna... ed è que-sto ciò a cui Vi invitiamo!!!Nella speranza di poterVi incontrare, invoco la materna prote-zione della Beata Vergine e Vi saluto fraternamente

P. Mauro

LETTERA DEL PROMOTORE

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I molti volti di Papa Ghislieri nella ricostruzione dei posteri

InquisitoreSi racconta che lo scrittore russo Dostojevskij nel fissare in pagine indimenticabili il profilo delGrande Inquisitore nel romanzo I “fratelli Karamazov”, si sia ispirato a figure storicamenteesistite quali il terribile Torquemada, Inquisitore generale in Spagna, e al papa Pio V Ghislieri.In effetti la fama spesso ritenuta “equivoca” di questo pontefice deve molto all’attività e all’im-pegno espletati nel supremo ruolo di primo vigilante e guardiano della ortodossia cattolica,anzi si può serenamente affermare che l’ascesa curiale stessa e successivamente l’elezione alfastigio del papato debbano eminentemente la loro riuscita - certamente insieme all’indiscutibi-le fama di santità che avvolgeva la sua umile persona - allo zelo ostinato e al successo di tantesue iniziative tese a scoprire focolai ereticali. Tutto avvenne in quel tornante di mezzo secoloche è il pieno Cinquecento, dopo il Concilio di Trento, e fu la decisa risposta cattolica - anchese ostacolata e tardiva - al dirompente e pervasivo dilagare delle dottrine riformate.

Il Papa del RosarioMa non solo sommo inquisitore. Nell’agiografia e nell’apologetica e in certa approssimata sto-riografia, Pio V viene spesso risolto e divulgato come il papa del trionfo di Lepanto e quindi ilpapa del Rosario: per accertarsene è sufficiente dedicare un po’ di tempo alla perlustrazionedella sua tipologia iconografica incentrata in modo prevalente sullo scontro navale (soccorsomariano, preparativi bellici, visione a distanza della vittoria da parte del pontefice ecc.) e sullasua devozione mariana nella variante rosariana: il pontefice istituisce la festa di santa Mariadelle Vittorie, prega con il Rosario, fonda e concede privilegi alle confraternite del Rosario ecc.

Il Papa dei “nostalgici”Infine, per completare questo ritratto “vulgato” del Ghislieri non si può tacere quanto è avve-nuto, con scarsa avvedutezza storica, nel recente dibattito succeduto alle riforme conciliari delVaticano II, nel corso del quale il nome di Pio V è stato ripetutamente invocato dagli “zelanti”assertori di un avvenuto tradimento nei confronti della tradizione a fonte e garanzia dellamedesima, dimenticando, o facendo finta di dimenticare, che fu proprio il pontefice di Lepantoa rivestirsi del ruolo di esecutore deciso e inappellabile dei decreti tridentini contro ogni resi-stenza e tentativo di ritorno al passato.

Per una revisione criticaIl presente contributo offre la possibilità ai lettori, nella ricorrenza del quinto centenario dellasua nascita, di conoscere alcuni aspetti della vita e dell’attività di san Pio V alla luce dei piùrecenti studi storiografici, con particolare attenzione all’ultimo periodo della sua esistenza,quella cioè che coincide con gli anni del pontificato che va dal 1566 (anno in cui venne eletto)al 1572 (anno della morte).

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La vita di Papa Ghislieri

I primi anniAntonio Ghislieri nacque da una famiglia di modesta condizione sociale a Bosco (oggi

Bosco Marengo) in provincia di Alessandria (da qui il nome di cardinale alessandrino), alloraDucato di Milano, il 17 gennaio 1504. Entrò all’età di quattordici anni fra i domenicani del con-vento di Voghera, dove assunse il nome di Michele. Il noviziato lo svolse presso il convento disan Pietro Martire di Vigevano: si è incerti circa lo Studium conventuale (Vigevano o Bologna?)nel quale compì gli studi istituzionali richiesti per l’ordinazione sacerdotale che gli venne confe-rita a Genova nel 1528. Come Lettore di teologia insegnò in alcuni conventi della sua provinciaesercitando allo stesso tempo l’ufficio di priore a Vigevano, Soncino e Alba.

Precocemente inquisitoreSante da Mantova, priore del convento domenicano di Pavia, lo nominò l’undici ottobre

1542 commissario e vicario inquisitoriale nella diocesi di Pavia «assegnando così al domenica-no le prime responsabilità in un ambito della vita ecclesiastica e religiosa che ne avrebbe segna-to l’esistenza, fino a confondersi con essa, e sarebbe stato determinante per l’ascesa nella gerar-chia dell’ordine e della chiesa». Fu il primo passo di un cammino che doveva portarlo ai verticidella chiesa.

Altri ne dovevano seguire:nomina da parte del Capitolo pro-vinciale riunito a Cesena nel 1550 aInquisitore nella città e nella diocesidi Como. L’anno successivo, dopouna serie di iniziative condotte abuon fine con zelo e rigore (tra lequali il processo a carico del notovescovo di Bergamo, V. Soranzo,arrestato dopo una sedutadell’Inquisizione il 24 marzo 1551),si recò a Roma dove venne notatodal terribile cardinale G. P. Carafache lo prese sotto la sua protezione ea benvolere tanto da suggerire aGiulio III di nominarlo commissariogenerale dell’Inquisizione. Cosa cheavvenne il 3 giugno 1551 e al 9dello stesso mese l’austero domeni-cano prese parte per la prima voltaad una seduta del Sant’Uffizio.

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Casa natale a Bosco Marengo. Due piani e quattro camere

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Sempre più inquisitoreDivenuto il Carafa papa con il nome di Paolo IV, il Ghislieri divenne tra i più influenti e

ascoltati uomini di curia. Nel 1556 viene nominato vescovo di Nepi e Sutri e successivamenteprefetto del Palazzo dell’Inquisizione. Finalmente, a coronamento di tutta un’attività spesa ascovare l’errore e a salvaguardare la purezza della fede cattolica, ricevette la porpora nel marzodel 1557 con il titolo di Santa Maria sopra Minerva che poi cambiò in quello di Santa Sabina.

Sotto il pontificato del successore del Carafa, papa Pio IV Medici, l’Alessandrino vidediminuire la propria sfera d’influenza venendo un poco alla volta esautorato dalle prerogativedel proprio ufficio di Inquisitore generale e sconfessato dal pontefice stesso a riguardo di alcuniprocessi clamorosi che da anni il Ghislieri seguiva con accanita meticolosità, quali quelli inten-tati contro il fiorentino Pietro Carnesecchi, l’antico segretario del papa Clemente VII Medici, econtro il cardinale Morone. Fu a tal punto emarginato da decidersi ad abbandonare la città diRoma e partire per la nuova diocesi che gli era stata assegnata, Mondovì, dove iniziò subito epersonalmente la visita pastorale (1561).

Deluso per la mancata collaborazione del duca Emanuele Filiberto, fece ritorno a Romadove non solo non trovò più il proprio appartamento in curia, ma venne a trovarsi di fronte adun vistoso ridimensionamento di potere all’interno del Sant’Uffizio.

Il conclave dell’elezioneAlla morte di Pio IV (9 dicembre 1565) si aprì il conclave. Stando alla ricostruzione del

Pastor, il candidato che vi entrò con maggiore possibilità di essere eletto era il cardinale Morone- un ecclesiastico di elevata statura morale e intellettuale e soprattutto l’uomo che aveva salvatoda un possibile naufragio il Concilio di Trento -, energicamente sponsorizzato da CarloBorromeo, nipote del defunto pontefice, ma l’ostilità del Ghislieri e di altri (i due Este, ad esem-pio), fondata su ambigue e incerte accuse di eterodossia, non ne permise l’elezione: si dice cheil cardinale domenicano andasse in giro per il conclave con le carte del processo contro ilMorone nella “sacchozza”. Altre candidature vennero presto bruciate, quali quelle del Farnese,del Ricci (cardinale troppo mondano e “rinascimentale” e appoggiato dal granduca di Toscana,Cosimo) e del dottissimo Sirleto.

Finalmente con il placet di Filippo II di Spagna e con l’accordo tra le due fazioni maggiori-tarie nel collegio cardinalizio capeggiate dal Farnese e dal Borromeo, si giunse all’elezione delGhislieri il 7 gennaio 1566. Aveva sessantadue anni e gli rimanevano ancora sei anni vita.Sarebbero bastati a fare di lui, secondo l’autorevole giudizio di H. Jedin, uno dei grandi pontefi-ci che più operarono per il «rinnovamento della chiesa nel senso della riforma cattolica».

Esaminiamo ora più da vicino alcuni aspetti e momenti più propriamente politici del suopontificato.

La politica “religiosa” di Pio VRapporto con gli Stati e lotta alla diffusione delle dottrine riformate.«Nella persona e nella conduzione della Chiesa di Pio V il papato si presentò visibilmente

come il sostegno e la guida più decisa del rinnovamento cattolico di tutto il mondo. Si percepiva

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che dietro i suoi interventi non si celavano interessi politici o nepotistici ma una inesorabileserietà religiosa, sostenuta da un altissimo senso di responsabilità nei confronti della chiesa. Daquesto atteggiamento deciso non tardarono a venire successi e insuccessi».

È un giudizio complessivo, questo, condiviso, dalla quasi totalità degli storici. La sua politi-ca da sovrano dello Stato Pontificio fu sempre subordinata alle sue ansie e preoccupazioni per lesorti del cattolicesimo in seno alla cristianità. Tralasciando gli aspetti liturgici e dottrinali (com-prese le iniziative dell’Inquisizione romana che vide negli anni del suo pontificato un’incredibi-le accelerazione nell’orbita di sua competenza), legati tutti alla volontà di attuazione dei decretiemanati dal Concilio di Trento e di cui si parlerà altrove, mi sembra che l’ambito nel qualeappaia chiaro e quasi paradigmatico quanto sopra affermato sia quello dei rapporti con gli Staticattolici e con i restanti stati ormai già quasi completamente riformati.

GRAZIO COSSALI, san Pio V attri-buisce alla Madonna delRosario il merito della vittoriadi Lepanto, chiesa di SantaCroce di Bosco Marengo. In altola Vergine Maria consegna lacorona del rosario a San Do-menico, mentre il Bambino Gesùla consegna a Santa Caterinache gli indica di intervenire làdove si svolge la battaglia. SanPio V, in basso, ha lo sguardorivolto verso chi guarda e con lasua mano ci fa capire che la vit-toria deve essere attribuitaall’aiuto venuto dall’alto. Al suofianco c’è suo nipote, il cardinaleMichele Bonelli, che aveva con-dotto le trattative diplomaticheper formare l’alleanza dellenazioni cristiane, mentre di fron-te è inginocchiato il re di Spa-gna, Filippo II, al suo fianco in at-teggiamento orante il Doge diVenezia, Alvise I Mocenigo

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SpagnaPrima di tutto la Spagna, la più potente forza politica e militare di parte cattolica di allora,

governata da Filippo II (1556-1598), la cui tutela e costante pressione sulla chiesa erano avverti-te con sempre maggiore disagio dai papi.

Ritenendosi campione e difensore della vera fede, re Filippo esercitava la propria autorevo-lezza e le proprie prerogative di “sovrano cattolicissimo” nelle questioni ecclesiastiche non solorifacendosi ad antichi privilegi tramandati da secoli, ma rivendicandone di nuovi, con gravedanno della libertà stessa d’azione della chiesa in Spagna e negli altri territori ad essa soggetti(colonie, vicereami di Napoli e Milano, Fiandre ecc.).

Una vera e propria sudditanza nei confronti della quale più volte Pio V manifesterà il pro-prio disappunto cercando di far valere quei diritti che egli riteneva assolutamente inderogabili eche miravano sostanzialmente a salvaguardare l’autorità di Roma in tutte quelle “faccende” cheriguardavano la difesa della fede, l’indipendenza delle istituzioni ecclesiastiche, la nomina deivescovi ecc.

Tra i casi più famosi dello scontro tra Filippo e il papa, sono da menzionare il processo con-tro il domenicano Bartolomeo Carranza, arcivescovo di Toledo e primate di Spagna, e l’applica-zione della Bolla In coena Domini, ostacolata nei territori spagnoli.

FranciaProfondamente diversa invece la situazione politico-ecclesiale della Francia, dove progres-

sivamente il calvinismo degli ugonotti aveva creato uno stato nello stato, provocando un’ondatadi sanguinose e sconvolgenti guerre interne “di religione”, protrattesi per decenni. Qui, l’atteg-giamento del predecessore Pio IV era stato cauto e riservato e solo con grande e sorvegliata tat-tica diplomatica si era deciso alla fine di intervenire.

Il Ghislieri, invece, fin dall’inizio volle prendervi parte con piglio deciso e tentare così dirisolvere le complesse e aggrovigliate vicende di Francia nelle quali interessi statali e questionireligiose si confondevano e sovrapponevano.

Anche perché la posizione della casa regnante dei Valois era ambiguamente e volutamentealtalenante nei confronti degli ugonotti (così venivano chiamati i calvinisti francesi). Il soccorsopontificio alla causa cattolica prese la forma di un congruo aiuto finanziario e di un fresco arrivodi truppe belliche grazie ai quali alla battaglia di Montcontour (3 ottobre 1569) gli ugonottisubirono una devastante sconfitta.

Ma nonostante le reiterate e minacciose richieste di Pio V di approfittare della situazione digrave debolezza che il calvinismo francese pativa in quel momento, i Valois, scaltri e machia-vellicamente realisti, preferirono non infierire, arrivando addirittura a concedere nella pace diSaint-Germain (8 agosto 1570) la libertà di religione e di culto agli ugonotti; i quali a garanziadi questa libertà si videro assegnati quattro piazzeforti militari.

Fu proprio a causa di ciò che la reggente di Francia, Caterina de’ Medici, si vide risoluta-mente negata da Roma la dispensa necessaria per la celebrazione delle nozze tra sua figliaMargherita e il principe eretico Enrico di Navarra.

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InghilterraUn grave errore diplomatico fu la scomunica della regina Elisabetta I d’Inghilterra, figlia di

Enrico VIII e di Anna Bolena.Pio IV aveva sperato a lungo di poter riagganciare il carro della chiesa anglicana alla loco-

motrice cattolico-romana, appoggiato in questo, ma per esclusivi motivi politici - per non mette-re in pericolo le rotte marittime che congiungevano la Spagna con le Fiandre - da Filippo IIsposo e vedovo di Maria la Cattolica.

Visti inutili i tentativi, Pio V aprì un processo contro Elisabetta, regina eretica e, mal consi-gliato e andando contro le prescrizioni del diritto canonico, il 25 febbraio 1570 emanò la bollaRegnans in excelsis, con la quale non solo scomunicava la «presunta regina d’Inghilterra» per-ché eretica e zelante propagatrice d’eresie (sembra di sentire la Maria Stuarda nell’omonimaopera di Donizetti durante il dialogo delle due regine nel secondo atto: Profanato è il soglioinglese, / vil bastarda, dal tuo piè), ma incitava i sudditi a ribellarsi e a cacciarla dal regno, adabbandonare gli errori nei quali diabolicamente erano caduti e a ritornare nel seno dell’unica

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Lazaro Baldi nel 1673 dipinge per il CollegioGhislieri di Pavia, nel quale san Pio V per lun-ghi anni aveva insegnato teologia, una telache raffigura la “visione” della vittoria diLepanto che lo stesso papa ebbe al terminedella battaglia, la sera del 7 ottobre 1571.

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chiesa, venendo infine sciolti dal giuramento di fedeltà e dall’obbedienza nei suoi riguardi.Si tratta dell’ultimo atto di scomunica di un regnante comminato da un pontefice: un gesto

che non solo si rivelò irrimediabilmente dannoso per i cattolici inglesi che vennero perseguitatie che videro morire ogni speranza di una dignitosa e rispettabile possibilità di vita nella nuovarealtà anglicana, ma un gesto che pare fuori della storia non solo oggi ad una lettura oggettivadel decorso degli eventi successivi, ma che parve tale anche allora a molti contemporanei, poli-tici e uomini di chiesa.

L’impero asburgicoSappiamo che Il Principe di Machiavelli con i suoi principi di spregiudicata e a volte cinica

Realpolitik era stato condannato dal Sant’Uffizio e inserito nel catalogo dell’Indice. Averloletto, chiosato e tenuto nel debito conto avrebbe aiutato il papa a capire la situazione in cui sitrovava ad agire l’imperatore Massimiliano II d’Absburgo (1564-1576), accusato di atteggia-mento favorevole al protestantesimo nelle terre dell’impero.

In verità si trattava per lui di governare un coacervo di stati, città, sedi episcopali ecc. cia-scuno con la propria autorità e le proprie autonomie, esercitanti una pressione ricattatoria suMassimiliano per la libertà e il rispetto del proprio credo e dei quali quest’ultimo doveva in tuttii modi conservare e rafforzare l’obbedienza e la fedeltà per far fronte ai nemici che da più partitentavano di condurlo a guerre lunghe, sanguinose e dispendiose.

Ma tutto ciò era distante anni luce dalla mentalità e dagli interessi di Pio V cui era carasoprattutto la difesa e la propagazione del cattolicesimo e alla cui primaria importanza subor-dinò sempre ogni prassi e tentativo di diplomazia e di reale analisi politica.

LepantoInfine l’evento bellico-politico grazie al quale è consegnata alla storia la fama del Ghislieri

è senza dubbio la battaglia di Lepanto.A metà del Cinquecento l’avanzata dei Turchi nel Mediterraneo e in Europa centrale si era a

tal punto spinta in avanti da giungere alle porte di Vienna, da minacciare l’integrità dei dominiabsburgici in Ungheria e da ridurre i possedimenti veneziani nell’Adriatico a piccole e sparuteisolette (nel 1570 cadde Cipro).

I ripetuti sforzi e accorati appelli dei pontefici avevano sortito scarso successo: fu graziealla caparbietà e al fervore di Pio V che si giunse allo scontro e alla vittoria decisiva.

L’abbondante profusione di mezzi, in denaro, uomini, flotte, messi a disposizione dal ponte-fice, la risposta di Venezia e della Spagna, l’ardimento di due abili e valorosi capitani, qualiMarc’Antonio Colonna e don Giovanni d’Austria, figlio di Carlo V, portarono il 7 ottobre 1571all’annientamento della flotta turca nel golfo di Lepanto.

Il papa attribuì la vittoria all’intercessione della beata Vergine Maria cui, con il titolo disanta Maria delle Vittorie, dedicò quel giorno lieto e fausto. Immensi furono la meraviglia e lostupore che in tutta Europa suscitò questa vittoria, anche se non poté essere per nulla sfruttatasul piano politico e militare perché le potenze cattoliche, a battaglia conclusa, ripresero a litigaretra loro...

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Concludendo, per chi volesse deliziarsi ed amasse la tanto vituperata prosa dell’età barocca,consiglio di leggere la magnifica e pirotecnica descrizione della battaglia fatta da GirolamoCatena nella sua biografia di Pio V, gettata sulle pagine in un così superbo e colorito stile da farricordare - e in certi punti non rimpiangere - alcune indimenticabili pagine belliche di TitoLivio.

P. Gianni Festa

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In questa tela del 1675 che sitrova nella chiesa di BoscoMarengo, un ignoto pittore mila-nese, forse Carlo Preda, raffiguraCristo risorto e la Vergine Mariache guardano con benevolenza eproteggono dieci santi dell’Or-dine di san Domenico.Da sinistra in alto, S. Pietro Mar-tire con il giglio, simbolo di casti-tà e di amore indiviso, il librodella Sacra Scrittura e una ronco-la sulla testa, S. Raimondo diPeñafort con due chiavi (simbo-leggiano il suo ufficio di peniten-ziere e confessore del Papa), S.Caterina da Siena con il cuore inmano, S. Tommaso D'Aquino,ispirato nel suo insegnamentodallo Spirito Santo simboleggiatodalla colomba, la B. Margheritadi Savoia con una corona perchéentrando in monastero rinunciòal marchesato di Monferrato econ tre frecce in mano, simbolodelle sue croci spirituali, S.Vincenzo Ferreri con la fiammelladello Spirito Santo sul suo capoper ricordare la sua ispirata pre-dicazione. In basso: s. Agnese daMontepulciano che mostra unacordicella rossa con una croce, s.Ludovico Bertràn con il caliceavvelenato da cui esce un ser-pente e un fucile che si trasformain crocifisso per ricordare duemiracoli della sua vita; la B.Giovanna di Portogallo, monacae figlia del re di Portogallo e infi-ne s. Antonino, arcivescovo diFirenze.

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San Pio V, il Papa del Rosario

San Pio V è conosciuto come il Pontefice che ha promosso e rilanciato in modo autorevolee universale la preghiera del Rosario.

Propone a tutti i credenti la preghiera del RosarioA metà del suo pontificato, il 17 settembre 1569, Pio V emana una bolla che costituisce la

base della devozione mariana che da allora si è diffusa nel mondo intero. In questo documentoPio V presenta “un modo facile, accessibile a tutti e oltremodo pio per pregare e implorare Dio,cioè il Rosario o Salterio della Beata Vergine Maria, mediante il quale la stessa BeatissimaVergine Maria viene venerata con il saluto dell’angelo Gabriele (cioè l’Ave Maria) ripetuta cen-tocinquanta volte secondo il numero dei Salmi di Davide, interponendo ogni dieci ‘Ave’ la pre-ghiera del Signore (cioè il Padre nostro) con delle meditazioni che illustrano tutta la vita dellostesso Signore nostro Gesù Cristo” (Bolla del 17.9.1569).

Questa bolla di Pio V sul Rosario è il primo intervento pontificio destinato a tutta la cristia-nità, ha cioè un carattere universale, mentre i documenti dei Papi precedenti erano indirizzati acategorie particolari di fedeli. Quindi Pio V propone a tutti i credenti la recita del Rosario, per-ché con esso: “i cristiani si convertono in uomini migliori, le tenebre dell’eresia si diradano, e siapre la luce della fede cattolica”.

In questo documento il Papa sottolinea anche che il Rosario unisce in modo mirabile la pre-ghiera vocale e la preghiera mentale: mentre ripetiamo il Padre nostro e le Ave Maria, meditia-mo gli eventi principali della vita di Gesù Cristo rapportandoli alla nostra vita quotidiana, checome quella di Cristo è intessuta di gioie, di dolori e di speranze.

Fissa la seconda parte dell’Ave MariaInoltre, durante il pontificato di Pio V, nel 1568, viene codificata e accettata la seconda

parte dell’Ave Maria. Alla prima parte, che è unapreghiera di lode basata sul Vangelo (Ave Maria,piena di grazia....) viene aggiunta la secondaparte, che è una implorazione e una supplica(Santa Maria, Madre di Dio prega per noi...)

Quest’aggiunta si impose nell’uso dei fedeliquando Pio V, per incarico del Concilio di Trento,pubblicò il nuovo Breviario romano e diede cosìforma ufficiale alla seconda parte dell’Ave Maria.

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Il sepolcro di S. Pio V nella Basilica di S. Maria Maggiore aRoma. Nelle due foto come si vede normalmente e comeappare il 30 aprile quando nella festa del Santo viene aperto

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San Pio V, riformatore e innovatore

L’attività di Pio V fu prodigiosa, come si può constatare dalle migliaia di pagine del suoBollario. L’imperatore Massimiliano si lamentava che “il Papa intraprendesse ogni giorno qual-cosa di nuovo”.

La riforma liturgicaApplicando le direttive del Concilio di Trento, Pio V riformò la liturgia della Chiesa. Nel

1568 pubblicò il nuovo Breviario romano che presenta diverse novità. Nel 1570 fa pubblicare ilnuovo Messale con testi più organici e con le parti della Messa meglio coordinate. La riformamuoveva da un principio solido e seguiva una traiettoria verticale fino a toccare il centro delculto e della preghiera: l’azione sacrificale della Messa.

C’era anche un bisogno inderogabile di unità nella fede e nel culto. Le teorie eretiche con-temporanee negavano alla celebrazione dell’altare il valore del sacrificio e della presenza realedi Cristo nella sostanza del suo corpo. Inoltre una fantasmagoria di riti si frapponeva all’unifica-zione del culto: solo nella diocesi di Aosta c’era la possibilità di celebrare la S. Messa seguendocinque tipi di messale. Perciò tutti i riti che non avevano una tradizione di almeno due secolifurono soppressi per privilegiare un unico ordinamento liturgico.

Il Catechismo e la promozione degli studiIl Concilio di Trento aveva chiesto che fosse redatta un’esposizione chiara, succinta e inte-

grale della dottrina cattolica: Il Papa Pio IV desiderava un testo ufficiale della Chiesa e neaffidò la redazione a tre Domenicani.

Pio V, diventato Papa, seguì la redazione del testo e lo fece esaminare da diverse commis-sioni. Fu pubblicato nel settembre del 1566 con il titolo “Catechismo del Concilio di Trento per

i parroci”. Incoraggiò e spinse i vescovi a farloinsegnare, a istituire dei gruppi di catechesi e atradurlo nelle diverse lingue.

Obbligò a usare la Summa Teologica di S.Tommaso d'Aquino come testo di studio neiseminari e nelle facoltà di Teologia. E a talescopo proclamò S. Tommaso d’Aquino “Dottoredella Chiesa”. Incaricò anche Vincenzo Giu-stiniani, Maestro dell’Ordine Domenicano, eTommaso Mauriquès, Maestro del sacro palazzodi preparare un’edizione completa delle opere diS. Tommaso e a questo scopo non risparmiò nédenaro né attenzioni.

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San Pio V, il Papa di Lepanto

Il pericolo dell’invasione turcaNel 1566, nello stesso anno in cui San Pio V fu eletto Papa, moriva Solimano il Magnifico.

Questi era il temutissimo sultano turco che aveva conquistato l’Ungheria fino a minacciare lacittà di Vienna, e che aveva spinto il suo esercito fino in Persia. A Solimano il Magnifico suc-cesse il figlio Selim II, che ereditò dal padre il sogno di conquistare l’Italia e di unire così idomini di Roma e di Costantinopoli.

Gli sforzi del Papa per difendere la cristianitàIl Papa avvertì il pericolo turco e musulmano contro la cristianità e scrisse ai principi prote-

stanti tedeschi: “Davanti al pericolo comune dimentichiamo tutte le nostre polemiche”. Ma l’ap-pello non fu accolto. Dopo alcuni mesi di pazienti contatti riuscì a riunire le flotte venete, spa-gnole e pontificie sotto il comando di Giovanni d’Austria, fratellastro dell'imperatore spagnoloFilippo II.

7 ottobre 1571: il giorno della battagliaEra domenica 7 ottobre quando le flotte alleate incontrarono improvvisamente la flotta turca nelgolfo di Patrasso, nei pressi del castello di Lepanto: la battaglia fu inevitabile e si protrasse damezzogiorno alle cinque del pomeriggio. Nonostante i turchi fossero superiori ai cristiani pernumero di uomini e navi (300 contro le circa 210 dei cristiani) subirono una schiacciante scon-fitta. Questa sconfitta segnò la fine del predominio turco nel Mediterraneo e sfatò il mito del-l’invincibilità della flotta turca.

La visione di San Pio VDopo poche ore dalla battaglia, quella stessa sera, Pio V, mentre stava incontrando un suo colla-boratore, tronca improvvisamente il discorso, corre alla finestra, la spalanca e resta attonito congli occhi rivolti verso l’alto per un bel pezzo; quindi richiude la finestra, quasi per impedire a unsegreto del cuore di sfuggire, ritorna dal suo collaboratore e gli confida: “Non è questo ilmomento per discutere di affari, ma per ringraziare Dio; l’ora della vittoria è suonata”. Il Papa sipone subito in ginocchio davanti ad un altarino.La notizia della vittoria giunse a Roma solo il 21 ottobre ma, per ispirazione divina, il SantoPontefice aveva conosciuto la sera stessa della battaglia che tutta la cristianità era passatada una minaccia di morte alla sicurezza della vita.Pio V attribuì la vittoria alla protezione e all’intercessione della Vergine Maria. Perciò,pieno di riconoscenza e di gratitudine, l’anno successivo, il 1572, pochi mesi prima dellasua morte, stabilì che ogni anno, il 7 ottobre, fosse celebrata una festa di ringraziamento inonore di Maria Regina della Vittoria o del Rosario.

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Anonimo (sec: XVI), La battaglia di Lepanto, Venezia, Museo Correr. ▼

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IL PASTORE DI BOSCOMARENGO Fra Michele Ghislieri, divenuto papa nel 1566,era stato attaccato da un libellista per i suoi oscuri natali da cui dipendevano tanti errori.Il pontefice invitò l’ostile autore in Vaticano e gli disse: «Se voi aveste insultato il papa,vi avrei punito; siccome però ve la siete presa con fra Michele, andate pure in pace.Quanto all’aver scritto che non si può apprezzare chi come me ha pascolato le pecore,pazienza. Io non mi vergogno certo di aver avuto a che fare con gli agnelli prima didover trattare con i lupi».

GLI IDOLI IN VATICANO Papa Ghislieri non amava l’arte classicheggiante e pagana.Donò 127 reperti e sculture delle collezioni papali al Senato del popolo romano; altridipinti e statue regalò ad alcuni cardinali e nel 1569 inviò all’imperatore Massimiliano IIdue statue più grandi del naturale rappresentanti un Ercole e un’Afrodite che poi finironotra i beni dei Medici a Firenze (N.d.R.: poteva permetterselo, poiché all’epoca non c’e-rano né le Soprintendenze statali né la Pontificia Commissione per i Beni Culturali dellaChiesa). Queste alienazioni furono dapprima giudicate favorevolmente, poi aspramentecriticate. Il papa fece sapere testualmente: «Il pontefice non ha molto interesse per questeopere d’arte pagana, anzi considera sconveniente che degli idoli ornino il Vaticano».

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alcune “storielle” su san Pio V

P Reginaldo Fraciscio haraccolto alcune “storielle”su S. Pio V: “storielle” che,se hanno il vantaggio di esse-re capite, gustate e lette datutti, sono non da meno basa-te su rigorosi dati storici.

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PROMESSA DALL’EBREO Pio V, quando era ancora un semplice religioso domenicano,aveva fatto amicizia con un ebreo onesto e facoltoso di nome Elia Circasso, che era poi il rabbi-no capo della sinagoga di Roma. I due conversarono spesso e parve che si potesse giungere auna conversione e al battesimo, magari amministrato dal frate in privato. Ma Elia Circasso esita-va a compiere un passo così significativo anche per la comunità ebraica dell’Urbe.Diplomaticamente promise: «Ebbene, quando sarete papa, mi battezzerete voi in privato e senzadover chiedere il permesso a nessuno». La scherzosa promessa fu mantenuta quando il Ghislieridivenne prima cardinale e poi papa. Il vecchio Elia andò a rendergli omaggio pubblicamente: futirato in disparte e convinto a farsi battezzare: «Ho già pensato a darvi il nuovo nome: Michele!Volete?». L’altro pieno di commozione accettò e il battesimo avvenne in S. Pietro per mano delpontefice. Anche i figli del rabbino furono battezzati e tutti ebbero come nuovo cognome“Ghislieri”.

UN BACIO AVVELENATO Una decina di artisti hanno effigiato Pio V che a Romasfuggiva il pericolo di morte come già era sfuggito a un massacro a causa della sua predi-cazione quando era inquisitore generale. Il pontefice si era portato in Vaticano un croci-fisso d’avorio che aveva tenuto nella sua cella da frate e usava baciarlo ai piedi prima didecidere su questioni importanti. I suoi nemici trovarono modo di cospargere i piedi diquel crocifisso con un potentissimo veleno che l’avrebbe ucciso in pochi istanti. I biogra-fi unanimi raccontano che miracolosamente quel Cristo di avorio ritrasse i piedi sullacroce, appena il papa l’aveva preso tra le mani per i consueti baci alle sacre piaghe.Mostrata la cosa agli intimi, fu scoperto il proditorio attentato. Questo Crocifisso si con-serva tuttora nel nostro convento di S. Sabina a Roma e lo si venera come ricordo d’unagrazia speciale accordata dal Signore al suo servo fedele.

LA MESSA DI PIO V Per benevola concessione della Santa Sede e a determinate con-dizioni, attualmente è permesso celebrare la cosiddetta “Messa di Pio V” in latino, macon formulario diverso. Il santo pontefice nel 1570 aveva fatto pubblicare il nuovoMessale Romano in cui veniva resa obbligatoria al principio di ogni messa la recita delsalmo Introibo del Confiteor e come epilogo l’intensa e sostanziosa invocazione delPlacet. Vi fu inserito il Suscipe Sancta Trinitas, regolati i riti dell’Hanc igitur e del PerIpsum, precisate le formule e le cerimonie della benedizione finale ed imposta la letturadell’In Principium erat Verbum del prologo del vangelo di Giovanni.

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S. Pio V, al contrario dei suoi immediati predecessori e successori, nonprogettò e non finanziò grandi opere architettoniche e artistiche per lacittà di Roma. Continuò la costruzione della Basilica di S. Pietro e fececostruire alcuni edifici monastici e religiosi, in particolare il monasterodelle Monache Domenicane di San Sisto, sul colle Quirinale, che ora èdiventato la sede della Pontificia Università S. Tommaso d’Aquino, e ilcomplesso conventuale di Santa Croce a Bosco Marengo, suo paesenatale. Il Convento di Santa Croce, costruito per ospitare cento fratidomenicani, fu soppresso con l’avvento di Napoleone. Riprese poi la sua vita normale ospitando anche un certo numero didomenicani francesi, compreso il loro animatore P. Enrico Lacordaire(che qui soggiornò dal 1841 al 1845). Questi religiosi più tardi rifondaro-

no le comunità domenicanefrancesi. Il convento fu definiti-vamente soppresso nel 1855dallo Stato italiano.Attualmente restaurato è utiliz-zato per scopi civili.

Nelle foto: vista dall’alto; il log-giato superiore del Chiostrogrande e il Chiostro piccolo

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il Convento di Bosco Marengo

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CONVEGNO DEL ROSARIOcon la partecipazione di alcuni Promotori Domenicani Europei

In occasione del CONVEGNO annuale sul santo Rosario, fissato per domenica 28 marzo, si è svoltonel convento patriarcale di Bologna un incontro particolare nei giorni 27 e 29: infatti abbiamo invitatoi Padri Domenicani Promotori del Rosario in Europa di cui siamo riusciti ad avere il recapito.

Il tutto ha avuto inizio nel tardo pomeriggio del 26 marzo con l’accoglienza dei P. Promotori del Rosariod’Europa che, interpellati, avevano accolto l’invito; in serata è stata concelebrata l’Eucaristica nella celladi S. Domenico. I padri Promotori intervenuti sono: ✓ P. Ljudevit Josip Jed–ud o.p. per la provincia di Croazia✓ P. Peter Vojtech Rakovsky o.p. per la provincia di Slovacchia in vece del Promotore✓ P. Jean-Marie Schyma o.p. per la provincia di Austria e Germania del Sud✓ P. Guy Tardivy o.p. per la provincia di Francia✓ P. Mauro Persici o.p. per la provincia dell’Italia del Nord✓ fr. François Mifsud o.p. per la provincia di Malta in rappresentanza di P. Ugo Cremona ✓ fr. Vincenzo Rosario Avvinti o.p.

Mentre i Padri Promotori che, dispiaciuti, non hanno potuto partecipare per impegni assunti precedente-mente e che quindi manterremo informati sono:✓ P. Lorenzo Minetti o.p. per la provincia dell’Italia del Nord✓ P. Antonio De Vivo o.p. per la provincia dell’Italia del Sud✓ P. Eugenio Zabatta o.p. per la provincia dell’Italia centrale✓ P. Juan Carlos Vaz Lucas o.p. per la provincia di Portogallo✓ P. Miguel Iribertegui Eraso o.p. per la provincia di Spagna

BOLOGNA 26-29 MARZO 2004

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La giornata del 27 marzo è stata interamente consacrata alla condivisione e alla preghiera… concluden-dosi nella cella in cui è morto san Domenico con la meditazione del santo Rosario nelle varie lingueeuropee e la preghiera di Compieta. Il 28 marzo è stato il giorno del Convegno del Movimento Domenicano del Rosario al quale hanno presoparte i rosarianti. Il Convegno ha avuto il seguente programma: ritrovo in piazza s. Domenico a Bologna,S. Rosario meditato nella Sala Bolognini del convento, tavola rotonda sul tema “Il Rosario in Europa”proposta dai pp. promotori europei, seguita da interventi dei partecipanti. Nel pomeriggio poi la presenta-zione della figura di Pauline Jaricot, terziaria domenicana venerabile e fondatrice del Rosario vivente conrelativi interventi e testimonianze dei partecipanti. S. Rosario e concelebrazione Eucaristica di ringrazia-mento hanno concluso la giornata. Il mattino del 29 marzo la concelebrazione Eucaristica all’altare dell’Arca, che accoglie le spoglie morta-li del santo Padre Domenico, è stata presieduta da p. Bernardino Prella o.p., priore provinciale della pro-vincia S. Domenico in Italia. Poi, fino a tarda sera, sono continuati i lavori fra i vari Promotori ancorapresenti affrontando diverse problematiche mariane comuni in tutta Europa.Nel corso del Convegno di domenica 28, sin dall’inizio, è stato messo in evidenza che nel Rosario oggipiù che mai meditando gli episodi principali della vita di Gesù e Maria, chiamati Misteri, si rivela ilmisterioso e amorevole intervento di Dio nella storia umana. Per cui il cristiano sente il bisogno: di cam-biare e di diventare migliore (ecco la conversione), di pregare perché il Signore lo aiuti nel suo cammino(ecco l’intercessione), di amare intensamente le cose di Dio trovando in esse una pienezza di bene (eccola contemplazione) e infine di comunicare agli altri quelle verità divine che danno significato e gioiaall'esistenza (ecco l'evangelizzazione).I Domenicani sono stati e sono i primi propagatori del Rosario: infatti ancora oggi la diffusione delRosario, richiamata e ripropostaci da Giovanni Paolo II con la lettera Apostolica Rosarium VirginisMariae, avviene in tutta Europa non solo con la recita personale e la proposta dei singoli, ma anche esoprattutto attraverso il Movimento Domenicano del Rosario, organo ufficiale dei Padri Domenicani perla promozione, la diffusione e la cura della devozionemariana e rosariana perché, come ricorda la “MarialisCultus”, «i figli di s. Domenico, per tradizione sono custo-di e propagatori di così salutare devozione». Questo “mandato”, che da secoli la Chiesa ha affidato inmodo particolare ai Domenicani, li ha sempre impegnaticon grande fedeltà al Magistero; anche oggi si concretizzain vari modi: – la predicazione - che nella tradizione domenicana è

chiamata «opus misericordiae» -“mariana o rosariana”di vario genere (conferenze, ritiri, esercizi spirituali, tri-dui, novene, settimane, mesi di maggio e ottobre, festi-vità particolari, momenti di preghiera nelle comunità onelle famiglie, incontri particolari con le varie categoriedi fedeli, e quant’altro a questo proposito possa essererichiesto);

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– promozione delle tradizionali associazioni del santo rosario: “rosario vivente”, “gruppo o fraternita delrosario”, “ora di guardia o rosario perpetuo”;

– costituzione di nuovi gruppi del s. rosario nelle comunità e nelle famiglie; - l’animazione e il sostegnoai vari gruppi del s. rosario già esistenti in qualsiasi ambito siano sorti, con eventuali proposte di atti-vità, formazione ed incontri specifici; - la formazione dei responsabili nei vari gruppi di preghiera siamariani che rosariani;

– la “peregrinatio Mariae” specialmente in Italia (portando la statua della Madonna del s. rosario con S.Domenico e S. Caterina) che, promossa nelle comunità o direttamente nelle case, è finalizzata a stimo-lare la preghiera in famiglia e alla costituzione di nuclei di meditazione e preghiera “casalinghi” che siriuniscano periodicamente invitando vicini, amici e conoscenti… quel che in fin dei conti si propongo-no i “centri d’ascolto” qui si ripropone sotto lo sguardo materno della Vergine e con lo strumento privi-legiato per l’approfondimento: il santo rosario meditato e condiviso;

– la produzione di vari sussidi disponibili presso la sede del Movimento a sostegno della devozionemariana o rosariana;

– la pubblicazione e diffusione di riviste per la formazione e il collegamento dei gruppi del s. rosario edei singoli devoti della Beata Vergine e della Sua preghiera prediletta;

– la promozione e la cura dei pellegrinaggi del s. rosario organizzati con delle giornate di ritiro celebratenei luoghi mariani di maggior risonanza (Lourdes, Fatima, Loreto, Pompei, Czestockowa) o di impor-tanza biblica (Terra santa, Grecia, Turchia, Siria).

Il Rosario è una semplice ed elementare scuola di preghiera per chi già prega, ma anche per chi non saancora pregare e vuole imparare. Sono stati poi ribaditi i contenuti teologici del Rosario dove appaionosubito e in maniera evidente il carattere: trinitario, cristologico, biblico ed ecclesiale. Ma oltre a questeriflessioni prettamente teologiche i padri Promotori, nei loro interventi, hanno aiutato i convenuti alConvegno a cercare di capire altre problematiche che sono state appunto oggetto di discussione dellatavola rotonda e delle conferenze avvenute il 28 marzo e precisamente:

✔ Il Rosario in Europa ✔ I gruppi del Rosario in Europa ✔ Problematiche derivanti dall’Anno del Rosario ✔ Possibile pianificazione per un unico programma✔ Statuti e piano formativo.

Si è anche meditato sulla figura della venerabile terziariadomenicana PAULINE JARICOT con l’aiuto del P. GuyTardivy o.p. che ha suscitato nei presenti un desiderio nonsolo di santità, alla quale tutti siamo chiamati, ma anche esoprattutto di attenzione alla sua opera per metterla in pra-tica anche ai nostri giorni come metodo di evangelizzazio-ne del terzo millennio dell’era cristiana.

Nel corso degli incontri fraterni i vari padri promotori sisono quindi avvicendati nel presentare le varie attività e le

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proposte di diffusione rosariana nelle loro nazioni manifestando un forte desiderio di seguire un pianounico che dia un forte segno di comunione di intenti e collaborazione fra le nazioni.

Rallegrandosi per aver potuto finalmente condividere situazioni, progetti e speranze, gioie edolori, perplessità e timori, luci ed ombre si è passati a trattare di varie problematiche che animano ilmondo della pastorale mariana e rosariana:

✔ in primo luogo si espone ampiamente la questione posta in diversi paesi europei dalMovimento Sacerdotale Mariano di cui è promotore don Stefano Gobbi. Dopo averlasciato che ognuno potesse esporre le proprie motivate perplessità ci si auspica una col-laborazione per arrivare al più presto ad una chiarezza in questa incresciosa questione.

✔ Un’altra questione presa in esame è stata quella suscitata dalla proposta fatta da SuaSantità Giovanni Paolo II nella Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae con l’intro-duzione di altri cinque misteri, quelli della luce, presi dalla vita pubblica di Gesù trattatanei Vangeli.

I Padri promotori convenuti in questa sede si sono avvicendati nel manifestare lo “smarrimento” che èsorto nei fedeli, ma anche in vari confratelli, a causa della mancanza di una doverosa spiegazione cheaiutasse a integrare la visione tradizionale sul rosario, e la vita delle sue associazioni, con il provviden-ziale intervento pontificio che con i nuovi misteri ha donato nuovi spunti. In Slovacchia e Croazia, ad esempio, nella formulazione che si sta operando nella rinascita dell’Ordine inquei paesi, considerando il Rosario di 20 misteri, i componenti dei gruppi del Rosario Vivente e dellealtre associazioni rosariane sono stati definiti nel numero di 20, mentre nelle altre nazioni europee invecesono rimasti 15, anche se “perplessità e domande hanno affollato i nostri centri di diffusione delRosario”. Il padre francese esponendo la perplessità dei fedeli francesi ha proposto una riflessione che portava avedere i nuovi misteri proposti da Giovanni Paolo II nei misteri del gaudio come luce derivantedall’Incarnazione senza la quale non ci sarebbe stato nemmeno questo tipo di annuncio… ✔ c’è una gioia, quella dei misteri gaudiosi, che scaturi-

sce essenzialmente dall’Incarnazione;✔ così come c’è una luce, quella dei misteri luminosi,

che scaturisce sempre dall’Incarnazione;perciò i misteri della luce, non sommando numericamentecon i misteri tradizionali, sarebbero da intendere unica-mente come un’estensione in parte dei misteri del gaudio,e in parte dei misteri del dolore: a questa riflessione sisono uniti anche gli altri padri promotori.Dalla storia sappiamo che i 15 misteri suddivisi in tregruppi di 5 sono stati individuati in momenti ben precisiperché sintesi dei fondamentali misteri della vita Christi edella stessa fede cristiana.E questo anche se già all’inizio il certosino Domenico diPrussia individuò quei fatti che Giovanni Paolo II denomi-na misteri della luce come “clausole” per quegli eventi

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evangelici non ancora esposti come misteri del gaudio perché non era ancora stabilito lo schema triparti-tico. E quanti dopo di lui: si veda l’opera del domenicano P. Alberto da Castelvetro (di cui P. Maurodona a tutti i presenti un CD con il reportage fotografico dell’intero libro del 1521). Il B. Alano de la Roche o.p. poi, rendendo fisso il numero delle salutazioni angeliche quanti sono i Salmidel salterio davidico e dividendoli in 15 decine, suggeriva di meditare su parti del Vangelo a scelta tenen-do però presente: le gioie (allegrezze di Maria), i dolori del Redentore e della Madre e la glorificazione diCristo e della Madre.Nel 1500 S. Pio V con la lettera enciclica “Consueverunt” fissa e canonizza non solo questo metodo dipreghiera ma anche i misteri che oggi noi abbiamo tra le mani per la contemplazione donando questometodo a tutta la Chiesa come metodo per vincere le tribolazioni sia sociali (vedi le battaglie per la fede ela dottrina cristiana: battaglia di Lepanto, ecc.) sia individuali (vedi la tentazione quotidiana nella vitaspirituale).Il suo successore poi, confermando questo metodo di preghiera, su proposta del domenicano G. Sprencerchiamerà i misteri gaudiosi quelli della gioia, dolorosi quelli del dolore e gloriosi quelli della gloria diCristo, di Maria e della vita oltre la morte. Addirittura a questo metodo di preghiera attribuisce indulgen-ze e in modo particolare agli appartenenti a confraternite che assumono come compito specifico la pre-ghiera e la diffusione del Rosario.Il motivo che rende stabili i misteri da contemplare con il Rosario deriva dalla Sacra Scrittura dove, apartire dai Vangeli e poi attraverso gli Atti degli Apostoli, appaiono quelli verso i quali è rivolta piùattenzione sia nell’estensione che nella composizione. Infatti saranno questi i maggiori avvenimenti che iprimi cristiani annunciano nella predicazione del messaggio lasciato da Cristo per la conversione… nelrosario appare evidente l’annuncio del kerigma: Gesù nato, morto e risorto per la nostra salvezza. Non ultimo apparirà chiaramente dalla predicazione di San Paolo che ne rende testimonianza esplicita inFilippesi 3, 6-11. Guardando allora al lato catechetico possiamo affermare che già dall’inizio della predicazione sono i

misteri tradizionali che della vita di Cristo vengono ritenu-ti fondamentali per la conversione… un’altra testimonian-za la troviamo nei primi concili dei successori degli apo-stoli quando ci si interroga sui suddetti misteri e sul perchée come sono misteri. I primi sette concili chiamatiCristologici discussero tanto sul Cristo che annunciavano,ma non tanto sul messaggio e sulla sua vita… perché perquanto riguarda il messaggio era dato evidente e chiaro,ma ad avere bisogno di luce erano proprio i fondamentalipunti della Sua vita che tra l’altro riassumono e ne com-pendiano anche il messaggio espresso proprio nella vitapubblica.Quando finalmente a Nicea si raggiunge la chiarezza siannuncerà la fede attraverso l’Incarnazione, la Passione, laMorte e la Risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo conla proclamazione ufficiale del Credo chiamato appunto

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Niceno. A livello catechetico dunque l’insegnamento dei primi concili espresso nel Credo e riportato daiCatechismi fino all’ultimo (Catechismo della Chiesa Cattolica) si struttura secondo le suddette parti prin-cipali concludendo con la vita della Chiesa terrena e oltre terrena e dunque anche con la vita oltre lamorte. Già da questo esame storico è emerso in maniera evidente che quella del Papa non è stata una invenzioneo una sua brillante idea ma una “ri-presentazione e una ripresa” di ciò che già era stato proposto secoliprima. Infatti proprio per tutti i contenuti espressi che hanno caratterizzato e caratterizzano ancora ilRosario non poteva imporre o cambiare il Rosario, non sarebbe stato più il Rosario, infatti propone e nonimpone, lascia alla libera volontà e non afferma… ma li propone alla libera discrezione dei fedeli.

Da questa argomentazione ne è nata poi un’altra circa i gruppi componenti il MovimentoDomenicano del Rosario. Cosa proporre come condizione di appartenenza: 15 o 20 misteri?Conseguentemente, i gruppi rimangono di 15 persone o si portano a 20?

Per tale argomentazione si è resa necessaria allora la lettura della lettera del Santo Padre doveal capitolo secondo al numero 19 dice:

“Ritengo tuttavia che, per potenziare lo spessore cristologico del Rosario, sia opportunaun'integrazione che, pur lasciata alla libera valorizzazione dei singoli e delle comunità, gliconsenta di abbracciare anche i misteri della vita pubblica di Cristo tra il Battesimo e laPassione… Questa integrazione di nuovi misteri, senza pregiudicare nessun aspetto essenziale dell’asset-to tradizionale di questa preghiera, è destinata a farla vivere con rinnovato interesse nella spi-ritualità cristiana, quale vera introduzione alla profondità del Cuore di Cristo, abisso di gioiae di luce, di dolore e di gloria”.

Da queste affermazioni allora sono derivate le seguenti conseguenze: una volta che la strutturastorica e teologica non è stata modificata, allora, non verranno modificati né i gruppi né tanto meno gliobblighi dei membri delle varie associazioni rosariane. Rimane tutto “talis et qualis” e si propone allalibera volontà la contemplazione dei suggeriti misteriluminosi.

Si conclude allora in maniera chiara ed esplicitache il Rosario con la contemplazione dei misteri luminosi(della vita pubblica) non è allo stesso livello del Rosariocon la contemplazione dei misteri fondamentali “compen-dio del Vangelo”, ma sarà di pari valenza delle altre coron-cine devozionali (pratiche di pietà) che aiutano ad una pre-ghiera continua ma non indispensabili alla vita cristiana enon della stessa portata del Rosario propriamente detto coni 15 misteri.“Il Rosario, è stato ribadito, non è stato cambiato; è quelloche abbiamo tra la mani, il Rosario di 15 misteri. Secondoquesta chiarezza anche i gruppi del movimento domenica-no del Rosario, è stato dettato con forza, devono pregare equesto devono diffondere… e questo anche se, prudente-

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mente, ci si ripromette di riparlarne alla prossima occasione lasciando, per rispetto, che per ora ogniPromotore continui nella direzione già intrapresa.

Dalla profonda esperienza di comunione che si è avuta tra i promotori d’Europa è emersa poiuna proposta che oltre ad essere una proposta è stata interpretata come autentica mozione dello Spirito diDio che anima e guida la vita dei suoi figli. La proposta consiste nel continuare questo spirito di comu-nione sia per condividere pareri, sia per condividere proposte ed avere così una proposta unica per tuttaEuropa (ove possibile), ma soprattutto per cercare insieme come gli apostoli nel cenacolo e secondo lanostra spiritualità le risposte alla società odierna e non solo alla società ma ad ogni questione che nascenei gruppi del Rosario e nella Chiesa tutta (ovviamente per ciò che riguarda l’ambito specifico dellamariologia e della pietà popolare in particolar modo nel Rosario). A questo fine ci si ripromette di ripete-re l’esperienza presso il nostro convento di Vienna per il prossimo 10 aprile 2005.Le parole forti e significative di Paolina Jaricot nelle quali si coglie l’intero suo progetto rosariano, e cheil P. Guy Tardivy ha letto all’assemblea dei convenuti la domenica pomeriggio, possano guidarci portan-do luce al nostro operato:

“Posso dire della devozione del rosario, ciò che la Scrittura dice della saggezza: «con essa horicevuto tutti i beni!». La meditazione dei misteri del santo rosario ha prodotto nel mio spirito ildisgusto per tutti i ragionamenti vani della saggezza umana, e mi ha convinta di questa verità:che la salvezza della Francia, come pure la salvezza dell’universo sta unicamente nella cono-scenza, nella memoria, nella contemplazione dei misteri della vita e della morte di un Dio che siè fatto uomo e vittima per amore dell’uomo. Inoltre, in virtù del rosario il mio debole cuore haosato unire la sua voce a quella del Salvatore, il quale nelle sue lagrime, nella sua povertà e sof-ferenza, non ha smesso mai, nella sua vita mortale, di far risuonare le richieste del «PadreNostro». Attraverso la meditazione dolce e continua di questi misteri ho compreso che ogni piùpiccolo gesto del Verbo incarnato dava gloria al Padre Celeste e in seguito ho compreso anchela riparazione sovrabbondante che una sola goccia di sangue di Gesù Cristo, una sola delle sue

lagrime, uno solo dei suoi sospiri ha offerto allaGiustizia, per cancellare e riparare i peccati delmondo. Così ho sperato con una certezza intima,completa, che sarei stata esaudita, e, provandoun sentimento di confidenza assoluta verso ilRedentore Onnipotente, ho dimenticato la miapersonale indegnità, e ho chiesto tutto, ho spera-to tutto, ho atteso tutto, nella convinzione che ilcristiano, in qualunque modo egli sia, ha il dirit-to a far prevalere in umiltà i meriti del suoSignore e che nulla gli può essere rifiutato quan-do parla alla Giustizia Suprema mediante le pia-ghe di Gesù Cristo per la via di Maria”.

fr. Vincenzo Rosario M. Avvinti o.p.

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SI SENTIREBBE UN PO’ MENO SOLO…

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Partecipare al Convegno del Rosario di Bologna, il 27 e 28 marzo, è stata una bellaesperienza: la presenza dei Padri Promotori del Rosario di Francia, Malta, Croazia,

Slovacchia e Austria, oltre a P. Mauro per l'Italia, mi ha dato la possibilità di conoscerecome viene vissuto il Rosario in altri paesi europei.

Ne è emerso che per tutti l'impegno più grande è quello di diffondere il Rosario comelettura del Vangelo, e perché questo avvenga bisogna che recitandolo si faccia un passoavanti e non lo si viva come una semplice sequela di preghiere, ma come una scuola dimeditazione sulla vita, passione, morte e resurrezione di Gesù e l'unico mezzo per farequesto salto in avanti è quello di meditare, e non solo recitare, il rosario. Meditato, ilRosario diventa molto più che una preghiera, diventa un incontro continuo con Gesùattraverso Sua Madre.

Secondo me imparare a meditare il Rosario può aiutarci anche ad avvicinarci aiVangeli e alla Bibbia e quindi alla Parola che per noi Cristiani dovrebbe essere l’unicafonte da cui attingere modelli per la nostra vita quotidiana. Mi dispiace solo che raramen-te il Rosario è presentato in questo modo (più spesso, in verità, non viene presentato pernulla), e quindi, come sempre, è difficile cambiare le abitudini, per brutte che siano, spe-cialmente se questo cambio implica un supplemento di impegno e applicazione.

Fra poco comincerà il mese di Maggio, come sarebbe bello se in tutte le chiese simeditasse il Rosario nel modo che più ci avvicina a Gesù, forse anche Lui si sentirebbe unpo’ meno solo, visti i tanti Giuda e Pietro del nostro tempo.

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organizzazione tecnica: Eteria Viaggi s.r.l.

MOVIMENTO DOMENICANO DEL ROSARIO

del Rosario guidati dai Frati di San Domenico

Per ogni informazioneP. Mauro Persici o.p. tel 335 5938327

oppure www.sulrosario.org (voce pellegrinaggi)

LLoorreettoo PPoommppeeii

PPaaddrree PPiioodal 29 ottobre all’1 novembre 2004in pullman dai luoghi di raduno

Termine ultimo per le iscrizioni 15 settembre 2004

EEssooddoo ssuullllee oorrmmee ddii MMoossèè

dal 27 dicembre 2004 al 6 gennaio 2005 in aereo da Milano, Venezia, Trieste

Termine ultimo per le iscrizioni30 ottobre 2004

LLoouurrddeessdal 10 al 12 febbraio 2005 volo speciale da Bologna

Termine ultimo per le iscrizioni 15 novembre 2004

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Circa un anno fa, durante una riunione del Consiglio Pastorale, ilnostro Parroco, monsignor Giuseppe Costalonga, scagliò il suo “fulmine aciel sereno”: "Ho intenzione di fare a Camolli una “peregrinatio Mariae”"!All’oscuro della cosa, tutti rimanemmo di sasso chiedendoci cosa fosse: per-ciò furono subito chiesti chiarimenti e aiuto a Padre Mauro, promotore eresponsabile dell’iniziativa e, dopo alcuni incontri cominciammo a mettere afuoco l’importanza e la profondità di questo avvenimento. Finalmente… il 26 ottobre 2003, l’inizio: un’intera settimana di “MissioneMariana” durante la quale tutte le famiglie della parrocchia sono state rag-giunte dall’annuncio della proposta della visita di Maria con la recita delsanto rosario.E’ stata una settimana intensa, ricca di spunti, preghiera e meditazione e, avolte di riavvicinamento alla realtà dello Spirito, conclusasi la domenica conla consegna dell’immagine della Madonna alla prima famiglia. Da alloraMaria è entrata di settimana in settimana nelle case delle nostra comunitàparrocchiale e la lista d’attesa va, inaspettatamente, sempre aumentando.La costante ed insistente preghiera nel totale affidamento a Maria con i qualisia il Parroco prima e in seguito tutta la comunità hanno preparato ed accom-pagnato la “peregrinatio” ha sciolto le perplessità, i dubbi e le resistenze deiprimi giorni.Una coppia di sposi della comunità segue con costanza questo cammino,preparando ed accompagnando la famiglia ad accogliere e a pregare insie-me con la Vergine… anche il Parroco almeno una volta alla settimana entranella famiglia unendosi al momento di comune preghiera. Proprio queste per-sone sono testimoni che le famiglie coinvolte stanno accogliendo l’immaginedella Beata Vergine Maria con gioia ed entusiasmo manifestando spesso visi-bile emozione al momento del saluto.In alcuni casi, le famiglie che in questi mesi si sono unite nella comune preghie-ra quotidiana con Maria, stanno continuando questa feconda esperienza.

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La “Peregrinatio Mariae” è stata promossa:

◗ dall’equipe di collaboratori nelle provincie di Milano e Varese:a Lissone (Mi) da Concetta D’Alessandro Salemi dal 21 gennaio al 16 febbraio; da Mario e FrancaTurrini dal 16 al 23 febbraio; a Busto Arsizio (Va) da Paola Valvo dal 23 febbraio al 18 marzo;a Gorla Minore (Va) da Pina Mazzamuto dal 18 marzo al 9 aprile.

◗ dalla Confraternita del S.Rosario di S.Giorgio a Morgeto (Rc):dalla famiglia Giacomo Addario dal 29 ottobre al 4 novembre; dalla famiglia Salvatore Monteleone dal5 al 11 novembre; dalla famiglia Domenico Raco dal 12 al 18 novembre; dalla famiglia dott. LuigiLocopo dal 19 al 25 novembre; dalla famiglia Annunziata Beltempo dal 26 novembre al 2 dicembre;dalla famiglia Giuseppe Condello dal 3 al 9 dicembre; da Antonietta Mammoliti dal 10 al 16 dicembre;dalla famiglia Salvatore Pezzano dal 17 al 23 dicembre; dalla famiglia Giorgio Ligato dal 24 al 30dicembre; …………………… dalla famiglia Rao Giuseppe il 3 maggio; dalla famiglia Peppina Fiore il 4maggio; dalla famiglia Domenico Luccicano il 5 maggio; dalla famiglia Giorgio Belcatro il 6 maggio;dalla famiglia Giovinazzo il 7 maggio; dalla famiglia Giovinazzo l’8 maggio; dalla famiglia RasoCasentino il 9 maggio; dalla famiglia Giovanni Macrì il 10 maggio; dalla famiglia Salvatore Raso l’11maggio; dalla famiglia Raso Amato il 12 maggio; dalla famiglia Antonio Amato il 13 maggio; dallafamiglia Antonio Sorbara il 14 maggio; dalla famiglia F.lli Fazari il 15 maggio; dalla famiglia PronestiMaugeri il 17 maggio; dalla famiglia Giacomo Fonte il 18 maggio; dalla famiglia Valerioti Francesco il19 maggio; dalla famiglia Concetta Sorrenti il 20 maggio; dalla famiglia Concetta Nasso Spanò il 21maggio; dalla famiglia Vincenzo Fazari il 22 maggio; dalla famiglia Giorgio e Marilena Ligato il 24maggio; dalla famiglia Salvatore Monteleone il 25 maggio; dalla famiglia Vittorio Nasso il 26 maggio;dalla famiglia Mattiola Giovinazzo il 27 maggio; dalla famiglia Carmelina Sorrentino il 28 maggio; dallafamiglia Fazari Pezzano il 29 maggio; dalla famiglia Cannatà Furfaro il 29 maggio.

◗ dal Padre Promotore nella parrocchia S. Ignazio a Filottrano, in provincia di Ancona:da Liduino Faloppa dall’11 al 18 aprile; da Giuseppe Saraceni dal 18 al 25 aprile; da Achille Andreoladal 25 aprile al 2 maggio; da Gino Saraceni dal 2 al 9 maggio; da Bruno Martinangeli dal 9 al 16 mag-gio; da Gino Cesaretti dal 16 al 23 maggio; da Italo Villini dal 6 al 13 giugno.

◗ dal Padre Promotore in provincia di Pordenone:a Tamai di Brugnera: da Roberto Camol dal 9 al 15 maggio;a Maron di Brugnera: da Roberto Breda dal 25 aprile al 2 maggio; a Brugnera: da Venanzio Baita dal 23 maggio al 6 giugno; a Fontanafredda: da Alessandro Bergamo dal 20 al 27 giugno; da Ezio Pavan dal 28 giugno al 4luglio; a Sacile: da Reginaldo Vendrame dal 25 aprile al 2 maggio; da Gabriella Carli dal 2 al 9 maggio; daMaurizio e Domenico Gava dal 13 al 19 giugno; a Camolli di Sacile: da Ambrogio Zamai dal 16 al 23 maggio; a Camolli di Fontanafredda: da Ezio Pavan dal 6 al 13 giugno.

◗ dall’equipe di collaboratori in Romagna:a Solarolo (Ra): da Gian Luigi Fagnocchi dal 28 gennaio al 29 febbraio; nella parrocchia di Gaianodall’1 al 7 marzo; nella parrocchia di Casamola dall’8 al 14 marzo; da Giorgio Orantes dal 21 al 28marzo.

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A) SONO STATI ISCRITTI ALL’ASSOCIAZIONE DEL ROSARIO VIVENTE:1. dalla segreteria: Marco D’Amato di Firenze; Luigi Di Teodoro di Colonnella (Te); Anna Turini di S.Giovanni Valdarno (Ar); Teresa Gianoli di Milano; Massimo Rosati di S. Bartolomeo al Mare (Im);Laura Pittiglio di Medicina (Bo); Daniela Ottolini di Cavriago (Re); Mauro Cagnazzo di SaliceSalentino (Le); Vincenzo Putorti di Reggio Calabria; Rosanna Boccacci di Genova; Anita Baraldini diMirandola (Mo); Alessandro Tassin di S.Martino (Fe); Federico Golfarini di Casalecchio di Reno (Bo);Luigi Stabile e Maria Vitrugno di Acquarica di Lecce.2. dalla sig.a Paola Valvo di Busto Arsizio (Va): Adalgisa Giangrande di Avola (Sr); Sebastiana DiMaria di Noto (Sr); Maria Rita Scrinieri di Milano; Marinunzia Di Lena e Carmen Totaro di Legnano(Mi); Anna Meneguzzo, Giovanna Pinotti e Lucia Corcella di Borgonuovo di Pontecchio Marconi (Bo);Rita Zitello e Carmencita Picaro di Pian del Voglio (Bo); Rosa Gagliardi di Bari; Maria Esposito,Rosalino Catoggio, Michele Catoggio e Raffaele Maiello di Busto Arsizio (Va).

B) SONO STATI ISCRITTI ALLA FRATERNITA O GRUPPO DEL ROSARIO:1. da fr. Vincenzo Rosario Avvinti di Barra (Na): fr. Alessio Giovanni Maria Romano o.p. diParabita (Le); fr. Antonio Benedetto Idda o.p. di Ittiri (SS); Fr. Roberto Viglino o.p. di Alessandria; fr.Simone Bellomo o.p. di Piani d’Archi (Ch); fr. Davide Maria Traina o.p. di Torino; Francesco Marinodi Bitritto (Ba); Padre Eugenio o.p. di Barra (Na); Fra Gennaro o.p. di Barra (Na); P. Angelo MariaAbbondandolo di Cercemaggiore (Cb); Suor Margherita Seclì di S.Anastasia (Na); Suor CarmelaParente di Catanzaro; Suor Angelina di Barra (Na); Anna Scala, Angela Madonna e MariaBevilacqua di Barra (Na). 2. dalla segreteria: Massimo Rosati di Torino; Debora Guachi di Pesaro; Maria Casadei diGambellara (Ra); Sara Sabbatani di Ravenna; Fausta Galli di Fiorenzuola (Pc); Sabrina Cacciotti diRoma; Giuliano Bolzan di Firenze; Francesca Romana Sabella di Grosseto; Mario Supino, Rosa Mele,Gennaro Boccia, Maria Esposito, Pasquale Guadagnuolo, Luigia Andolfo e Giuseppina Arena diBarra (Na).3. da Luigi Cipriano dal Canada: Rolando Baldazzi, Tina D’Aurizio, Maria Ruzzi, Maria e NicolinaTata di Oakville; Emilia Cacciamo e Angelina Siciliano di Toronto; Anna Russo di Queensville;Filomena Di Cerbo di Mississauga; Pasqualina Di Cerbo e Maria Di Matteo di North York; Giovanna eMaria Geraneo di West Hill; Maria Faraone di York e Carmina Palestina di Bolton.4. da fr. Vincenzo Rosario Avvinti di Barra (Na): Antonietta Samberti, Francesca Ottaviano, TeresaScognamiglio, Rosa Aprea, Antonietta Ferrara, Carmela Pistacchio, Rita Anastasio, Anna Roccia,Franco Punzone, Ottavio Ottaiano, Gaetano Palumbo, Patrizia Casapulla, Lucia D’Ambrosio di barra(Na); Anna D’Esposito e Immacolata Rizzitelli di S. Giorgio a Cremano (Na).5. dalla segreteria: Giovanni Battista Marino di Laurignano di Dipignano (Cs); Rosanna santoni eAnna Maria Morgoni di Porto Potenza Picena (Mc); Giorgio Fermani di di Civitanova Marche (Mc);Ornella Del Muro di Ancorano (Te); Angela Seregni di Paterno Dugnano (Mi); Adele Gola di PotenzaPicena (Mc); Iolanda e Patrizia Mordini di Recanati (Mc); Rosella Franchi di Milano; Giuseppe Leonedi Pesaro; Francesca e Anna Maria Macaluso di Palermo; Maria Muzio di Giovecca (Ra); HenryMansour di Nazareth (Israele).6. da fr. Vincenzo Rosario Avvinti di Barra (Na): Piccolo Lucia e Carolina Guida di Ponticelli (Na);Giuseppina Di Franco, Maria Battisti, Maria Rosaria Solimene, Lucia D’Avina, Margherita Borrelli,Vincenza Bastone, Carmela Esposito, Elisa D’Alessandro, Fortuna Scognamiglio, Antonietta Romano,Pasquale Scola, Maria Scola, Anna Piccolo di Barra (Na).

C) SONO STATI ISCRITTI ALL’ORA DI GUARDIA:P. Giovanni Battista Marino il 13 di ogni mese dalle 23 alle 24.

D) SONO STATI NOMINATI ZELATORI O ZELATRICI:Giacomo Casoli di Reggio Emilia; fra Vincenzo Rosario Avvinti di Barra (Na); Neris Stefani diCampodarsego (Pd); Matilde Neri di S. Cassiano (Ra).

Ricordo che per gli iscritti (vivi o defunti) alle Associazioni del Rosario nella Basilica Patriarcale diS. Domenico a Bologna nelle prime quattro domeniche del mese, alle ore 18, viene celebrata unasanta messa.

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HANNO INVIATO OFFERTE: 1) per onorare la B.Vergine, sostenere ROSARIUM e il Movimento del Rosario:Gino e Rosetta Uggeri; Giuseppe Scarnato; Mario e Gina Ferrari; Parrocchia di S.Ignazio di Filottrano (An); Partecipanti al conve-gno del rosario del 28 marzo; Parrocchia Immacolata Concezione di Montanara (Mn); Angela Portini; Elena Augusti; RocchiBazzarini; Paolino e Beltrame Uliana; Nocita Buzzacchi; Claudio Campanella; Maria Carella Virgili; Clarice Rinaldi; Russo DiMartino; Margherita Giadrossi Dalfiume; Paola Grassi; Don Damiano Marco Grenci; Enrico Lambertini; Antonio Luna; ErminaMazzaretto con 20 abbonamenti; Giuseppina Poletto; Mina Raffaelli; Espedito e Pina Riccio; Silvia Sangiorgi; Lucia Schiavo; AnnaStamerra; Lodovico Stamerra; Arieda Tavano; Giancarlo Tione; Marta Vicentini; Piccola Opera del Divino Amore; AgneseMasenello; Maria Teresa Cenciarini; Anna e Teresa Bolmini; Ennio Borin; Lucia Carli; Maria Santilli; Jole Sedani; Grazia Stevani;Fulvia Vatta; Jolanda Martelli; Francesca Romana Sabella; Gabriele Da Ros; Domenicane Missionarie di S.Sisto; Maria Formaggio;Giuseppina Saratti; Antonia Sgrò; Maria Vittoria Tommasini; Lucia Landonio; Francesco Maulà; Anna Fiengo; Felicia Persico;Aurora Simoncelli; Monastero S. Chiara; Maria Grazia Cambogiani; Sergio Cavelli; Silvia Vita Seppi; Orietta Rabini; Anna MariaGaluppi; Maria Teresa Vinello; Bianca Maria Castelli; Don Luigi Pasinato; Parrocchia di Serramazzoni (Mo); Casa Beata OsannaAndreasi; Mario Buresta; Paolo Cipriani; Liviano Del Piccolo; Marta Fantuzzi Vacchi; Luisella Pivato; Lorenzo Pedali; Anita e FabioRegeni; Nini Gavina Zanucchi Pompei; Angiolina Gualandi; Corrado Bergamini; Gina Angioletti; Maria Anna Betty Bognanni;Marco D’Amato; Gabriele Da Ros; Luciano Marinelli; Caterina Monti; Nazzarena Mori; Guido e Gabriella Pioppi; Maria Sandonà;Santuario della Madonna del Pelingo (Pu); Famiglia Persici; Maria Diletta Montanari; Famiglia Marcocci; Milena Gurioli; DonellaBriguglio; Rinaldo Pestrin; Salvatore Balistrieri; Michele Giuseppe Bertè; Vera Capucci Pensalfini; Paola Marra; Trieste Picuti;Maddalena Piermarini; Grazia Stevani; Maria Toscani; Marco e Barbara Trentini; Maria Letizia Galeazzi; Angela Russo; DonGiuseppe Bergamaschi; Piero De David; Giovanni Nosari; Maria Santilli; Franca Tornelli; Confraternita del Rosario di San GiorgioMorgeto (Rc); Dorotea Lancellotti; Anna Scarpenti; Partecipanti alla Peregrinatio Mariae di Solarolo (Ra); Clemente Simeon; RitaRebustini; Ongaro Danilo; Alberto Minisini; Alda Meinero; Lucia Marchesano; Anna Mariani; Teresa Gianoli; Erminia Balena;Mirella Caffarra; Famiglia Chiereghin Boscolo; Gloriana Ciccarelli; Gaetano Giovanni Covezzi; Francesco D’Aurelio; Aurora DeDominicis; Luigi Di Teodoro; Maria Esposito; Mirella Esposti; Giuseppina Franceschelli; Maria Mainini;Silvia Marconi Arduini; EnricaMinelli; Luciana Montanari; Bruna Pivetta; Giovanna Simoncini; Anita Vecchi; Nicola Fiasconaro; Mario Vicariotto; Gruppo delRosario di Montodine (Cr), Maria Donati, Aida Romano, Gruppo del Rosario del quartiere Don Bosco a S.Felice sul Panaro (Mo);Galliano Picaro; Tosca Pretin Carraro; Mauro Cagnazzo; Rosa Lemut; Suor Maria Rosilda Favaretto o.p.; Fausto Bizzarri; MirkoBazzarro; partecipanti all’incontro dei collaboratori il 3 e 4 luglio; Alda Bini Bonzi.

2) in memoria dei defunti, per preghiere, chiedere grazie o celebrazione di ss. messe:N.N. per Giuseppe ed Enrica Marcelloni, per Italo Maria e Gilda Evangelisti, per defunti Cesare Piccini; Tilde De Fanis per la figliaFrancesca; Lorenzo Pedrali per un’anima abbandonata del purgatorio; Anna Minto per defunto Nereo; N.N. per famiglia Mattioli;N.N. per famiglia Bonomi; N.N. per un bambino di nome Gilberto; Maria Vittoria Marastoni Carducci per Francesco e Roberto;Ambretta Negri per una sua amica; Maurizio e Maria Paola Arceri secondo le loro intenzioni; Bianca Maria Castelli per la famiglia;Carlo Lezzi; Famiglia Radi Cipriani per Luigi e Amato, Gino e Mario, Enrico e Carola, Fulvio e Gemma, Paolo e Maria, Romano eMaria, Enrico e Carola, Amato e Mario, Amato e Eugenio, Amato e Ersilia; Famiglia Persici in suffragio di Maurizio; IlariaGiannarelli secondo le sue intenzioni; Debora Trombettoni secondo le sue intenzioni; Angelo Russo secondo le loro intenzioni;Confraternita del Rosario di San Giorgio Morgeto (Rc); Giampaola Negri una per famiglia di Laura e una per famiglia di Rosanna;Elisabetta Rocchetti una per la famiglia e una per Melania Romana; Massimo Restano per i defunti della Famiglia; da MariaCipriano in memoria dei defunti Cipriano e Di Tommaso.

3) per acquisto di sussidi:Partecipanti al convegno del rosario del 28 marzo; Bruna Molinari; Negozio dei ricordi della Basilica San Domenico di Bologna;Suor Innocenza Casanova; Maria Grazia Crasà; Caterina Della Torre; Alberta Dufour Multedo; Silvano Ferrari; Glauca Menduini;Bruna Bonazzi; Don Lorenzo Paglioni; Grazia Caravaggio; Bianca Maria Castelli; Fr. Vincenzo Della Pietra o.p.; MonasteroDomenicano “Ara Crucis” di Faenza (Ra); Padri Domenicani di Fontanellato (Pr); Parrocchia S. Croce; Glauca Menduini; PietraBuscetta; Don Luciano Volpe; Emanuela Gorreri e Ilaria Giannarelli; P. Giustino Casciano; Anna Scarpenti; Fausto Bizzarri; MariellaAlberini; Fra Vincenzo Rosario Avvinti o.p..

4) per le adozioni a distanza: Paola Fabbi; Ambrogio Caserini per Ana Paula Ferreira Caetano; Giampaola Negri per Isabela Oliveira Riston; Dorotea Lancellottiper Camila da Silva Rodriguez; Michele Ravaioli per Igor Wielington Verissimo; Ambretta Negri per Lucas Oliveira Riston; AdaGiacomello per Matheus Alves Siqueira; Andrea Vanti per Cristina Ferriera Traina; Maura Persici per Garcia Alex Aparecido; IldeD’Algenio per Luiz Eduardo Brechò Dos Reis; Anna Scarpenti per Ariane Batista De Souza.

HANNO COLLABORATO CON LA LORO OPERA:

Coordinatori regionali per aver promosso la partecipazione al Convegno di Bologna; Marcella Soravia e Ennio Francescato per ser-vizio di traduzione simultanea; Maria Pia Bartoli; Ilaria Giannarelli; Elvio Barzotti; Fausto Bizzarri; Vittoria Radi; Ambretta eGiampaola Negri; Domenica Cangiotti; Emanuela Gorreri; Padri della Comunità di Fontanellato (Pr).

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In caso di mancato recapito inviare all’ufficio di Bologna CMP detentore del contoper la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa

Per ogni informazioneP. Mauro Persici o.p. tel 335 5938327

oppure www.sulrosario.org

(voce Raduni del Rosario)

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ore 10,00 Ritrovo davanti al Santuarioore 10,30 Celebrazione di un’Ora Marianaore 11,30 Conferenza del Padre e interventiore 12,30 Pranzo al saccoore 14,00 Testimonianze, interventi ed avvisiore 15,00 Riflessione personaleore 15,30 Celebrazione della Santa Messaore 16,15 Adorazione Eucaristicaore 17,00 Conclusione e saluto

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