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REGIONE BASILICATA
PROVINCIA DI MATERA
COMUNE DI STIGLIANO
STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE S.I.A.
SINTESI NON TECNICA RE02
Proponente:
Via Arco, 2 20121 Milano – Italy
Amministratore Delegato: Dott. Ing. Rodolfo GARATTI
Progettisti: Dott. Ing. Luca VILLA
Geol. Domenico Michele DAMBROSIO
Scala
-
Data
Gennaio 2013
Emiss. / Rev. Data Descrizione Emissione Gennaio 2013 Progetto Definitivo SSE Terna Garaguso Rev. 1 Rev. 2
PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE
DI UN PARCO EOLICO
Località “Serra Palazzo” Comune di Stigliano (MT)
(AUTORIZZAZIONE UNICA ai sensi del D.Lgs. 29 dicembre 2003, n. 387)
PROGETTO DEFINITIVO SSE TERNA GARAGUSO
Progetto per la realizzazione di un parco eolico in località Serra Palazzo – Comune di Stigliano (MT)
Progetto Definitivo SSE Terna Garaguso
Sintesi non Tecnica – Elaborato RE02
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Progetto per la realizzazione di un parco eolico in località Serra Palazzo – Comune di Stigliano (MT)
Progetto Definitivo SSE Terna Garaguso
Sintesi non Tecnica – Elaborato RE02
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Indice
1. Introduzione ....................................................................................................... 5
2. Relazione fra l’intervento previsto e gli strumenti di pianificazione e
programmazione territoriali ..................................................................................... 6
2.1 Pianificazione e programmazione a livello europeo ......................................................................... 6
2.2 Principale normativa in materia ambientale a livello europeo .......................................................... 7
2.3 Pianificazione e programmazione a livello nazionale ...................................................................... 7
2.4 Principale normativa in materia ambientale a livello nazionale........................................................ 8
2.5 Pianificazione e programmazione a livello regionale ....................................................................... 8
2.5.1 Il PIEAR ..................................................................................................................................... 9
2.5.2 La tutela del Paesaggio e dei beni ambientali in Basilicata ....................................................... 9
2.5.3 Piano di Assetto Idrogeologico PAI ......................................................................................... 10
2.6 Normativa tecnica di riferimento ..................................................................................................... 11
3. Considerazioni sull’area di studio: vincoli territoriali .................................. 11
3.1 Piani Paesistici di Area Vasta ........................................................................................................ 13
3.1 Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico .................................................................. 14
3.2 Comunità Montane ......................................................................................................................... 14
3.3 Parchi e Riserve Naturali Nazionali e Regionali ............................................................................ 16
3.4 Rete Natura 2000 ........................................................................................................................... 16
3.5 Zone Umide di Importanza Internazionale (Convenzione Ramsar) ............................................... 17
3.6 Beni Monumentali ed Aree Archeologiche ..................................................................................... 17
4. Descrizione delle caratteristiche ambientali ................................................. 18
5. Descrizione progettuale della stazione elettrica 150 / 380 kV di Garaguso e dei
relativi raccordi alla linea 380 kV “Matera – Laino” ............................................. 19
5.1 Stazione elettrica ............................................................................................................................ 19
5.2 Raccordi ......................................................................................................................................... 21
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5.3 Aree impegnate e fasce di rispetto ................................................................................................. 23
6. Soluzioni alternative possibili ........................................................................ 26
6.1 Alternativa zero: mantenimento dello stato di fatto ........................................................................ 26
6.2 Alternativa 1: costruzione di una nuova stazione elettrica altrove ................................................. 27
6.3 Alternativa 2: costruzione della stazione elettrica di Garaguso e relativi raccordi ......................... 27
7. Descrizione dei probabili effetti rilevanti, positivi e negativi, del progetto
proposto .................................................................................................................. 29
7.1 Impatto sul clima acustico .............................................................................................................. 31
7.2 Impatto prodotto dai campi Elettromagnetici .................................................................................. 32
7.3 Impatti sugli aspetti geologici ed idrologici dell’area e sul suolo .................................................... 33
7.4 Impatti sulla flora e sulla vegetazione ............................................................................................ 35
7.5 Impatti sulla fauna .......................................................................................................................... 36
7.6 Impatto sul paesaggio .................................................................................................................... 38
7.7 Impatti socio-economici .................................................................................................................. 39
8. Conclusioni ...................................................................................................... 39
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Indice delle Figure
Figura 3.1: Stralcio dell’Elaborato EG05 – Aree protette a scala regionale e ubicazione
della futura sottostazione Terna. ........................................................................................ 12
Figura 3.2: Stralcio dell’Elaborato EG06 – Aree protette a scala locale e ubicazione della
futura sottostazione Terna. ................................................................................................ 13
Figura 3.3: Stralcio cartografico dell’elaborato EG04 – Comunità Montane e ubicazione
della futura sottostazione Terna. ........................................................................................ 15
Figura 5.1: Stralcio dell’elaborato C001PP(IFV)S0300 – Corografia. ................................ 19
Figura 5.2: Stralcio dell’elaborato C001PP(IFV)S0400 – Stazione di rete e Raccordi alla
RTN - Corografia su ortofoto con attraversamenti. ............................................................ 20
Figura 5.3: Stralcio dell’elaborato C001PP(IFV)S0500 REV 3 di Fergas Solar S.r.l. ......... 25
Figura 7.1: Schema di spirale ed elettrodotto dotato di spirali che sovrasta il bordo di un
bosco. ................................................................................................................................ 38
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1. Introduzione
La presente SINTESI NON TECNICA dello STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE è relativa
alla realizzazione della nuova stazione elettrica 380/150 kV di “Garaguso” (MT), da
inserire in entra-esce sull’esistente elettrodotto a 380 kV “Matera-Laino”, così come
descritta negli elaborati inerenti la stazione di rete e facenti parte del Progetto Definitivo di
“Realizzazione di un parco fotovoltaico a terra” nel Comune di Garaguso della Società
Fergas Solar S.r.l., con sede a Rivoli (TO) in C.so IV Novembre n. 195.
Tale Stazione elettrica di Garaguso è quella indicata per la connessione alla RTN del
parco eolico denominato “SERRA PALAZZO” in progetto nel Comune di Stigliano (MT) e
proposto dalla Società RELIGHT ENERGIE S.R.L., il cui Amministratore Unico risulta
essere L’Ing. Rodolfo Garatti.
Per la stesura della presente Relazione di Impatto Ambientale si fa dunque riferimento agli
elaborati progettuali della Società Fergas Solar S.r.l.
L’opera interessa il solo comune di Garaguso, in provincia di Matera. Per maggiori dettagli
si rimanda alla suddetta cartografia allegata. L’ubicazione è stata individuata come la più
idonea a minimizzare la lunghezza dei raccordi all’elettrodotto 380 kV “Matera – Laino”.
La realizzazione della nuova Stazione Elettrica si rende necessaria per consentire
l’immissione nella Rete Elettrica Nazionale (RTN) di proprietà di Terna S.p.A. dell’energia
prodotta dai nuovi impianti di produzione da fonti rinnovabili che alcuni Produttori
proponenti, nell’ambito del proprio piano di sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili nella
Regione Basilicata, prevedono di realizzare nel Comune di Garaguso (MT).
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2. Relazione fra l’intervento previsto e gli strumenti di pianificazione
e programmazione territoriali
Per un corretto inserimento dell’opera in progetto nel territorio prescelto, si sono verificati i
Piani e Programmi di gestione del territorio; in particolare si è tenuto conto del Piano di
sviluppo della Rete Elettrica Nazionale e VAS, del P.I.E.A.R. (Piano di Indirizzo Energetico
Ambientale Regionale), del PAI (Piano di Assetto Idrogeologico), dei Piani paesistici di
Area Vasta della Basilicata, dell’ubicazione dell’area sottoposte a vincoli di protezione
comunitari, nazionali e regionali (Parchi Nazionali e Regionali, siti costituenti la Rete
Natura 2000, Riserve Naturali ed Oasi WWF), delle Aree Archeologiche e dei Beni
Monumentali presenti nell’area di interesse, e di ogni altra forma di tutela e pianificazione
vigenti sul territorio.
2.1 Pianificazione e programmazione a livello europeo
La Commissione Europea ha individuato tre grandi sfide del futuro comunitario:
• la sicurezza degli approvvigionamenti energetici;
• la competitività dei prodotti e dei servizi sui mercati internazionali;
• la sostenibilità ambientale delle scelte energetiche.
Le azioni dell’Unione Europea tendono pertanto ad una maggiore efficacia dei mercati
dell’energia e del gas; ad una politica ambiziosa a favore delle fonti rinnovabili (FER); al
risparmio energetico; alla cooperazione internazionale ed alla diversificazione della
produzione di energia.
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2.2 Principale normativa in materia ambientale a livello europeo
• Direttiva 79/409/CEE (Direttiva “Uccelli”)
• Direttiva 85/337/CEE (norme in materia di VIA)
• Direttiva 97/11/CE (norme in materia di VIA, integra e sostituisce la precedente)
• Direttiva 92/43/CE (Direttiva Habitat)
2.3 Pianificazione e programmazione a livello nazionale
In Italia si ha l’apertura alla concorrenza del mercato energetico, nel rispetto dei principi di
universalità, qualità e sicurezza del servizio accompagnata alla nascita di una Authority di
vigilanza (Autorità per l’energia elettrica e il gas, Legge n.481/95). Contestualmente si
procede con l’approvazione del Decreto Legislativo n.79/99, che dà il via al processo di
liberalizzazione del mercato elettrico, attraverso la separazione delle attività di filiera, e
attiva meccanismi di incentivazione per il risparmio e l’efficienza energetica.
Analogamente, con il Decreto Legislativo n.164/00, si interviene nel settore del gas,
maggiormente ipotecato dalla presenza di un soggetto dominante.
Il D.M. 20 aprile 2005, recante Concessione delle attività di trasmissione e dispacciamento
dell'energia elettrica nel territorio nazionale, prevede, all’articolo 9, che Terna predisponga,
al fine di assicurare uno sviluppo della RTN in linea con le necessità di copertura della
domanda di energia elettrica e di svolgimento del servizio - entro il 31 dicembre di ciascun
anno - un Piano di Sviluppo, contenente le linee di sviluppo della RTN, definite sulla base:
• dell'andamento del fabbisogno energetico e della previsione della domanda da
soddisfare nell'arco di tempo preso a riferimento;
• della necessità di potenziamento delle reti di interconnessione con l'estero;
• della necessità di ridurre al minimo i rischi di congestione interzonali;
• delle richieste di connessione alla RTN formulate dagli aventi diritto;
• delle eventuali richieste di interventi sulla RTN formulate dalle società proprietarie o
aventi la disponibilità di porzioni della medesima RTN.
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Così come stabilito dalla Concessione, il Ministero dello Sviluppo Economico verifica la
conformità del Piano di Sviluppo alle norme di legge, formulando, se del caso, le
opportune modifiche e integrazioni. Il Piano di Sviluppo è altresì assoggettato a
Valutazione Ambientale Strategica ai sensi del D.Lgs. 152/061.
2.4 Principale normativa in materia ambientale a livello nazionale
• D.P.R. 12 Aprile 1996 (recepimento della Direttiva 85/337/CEE)
• D.P.C.M. 3 Settembre 1999 (adeguamento del precedente alla Direttiva 97/11/CE)
• D.Lgs. 22 Gennaio 2004, n.42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”
• D.P.C.M. 12 Dicembre 2005 (individua la documentazione necessaria alla verifica
della compatibilità à paesaggistica, ai sensi dell’art. 146, comma 3 del Codice)
• D.Lgs. 29 Aprile 2006, n.152 “Codice o Testo Unico dell’Ambiente”
• D.Lgs. 16 Gennaio 2008, n.4 “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, recante norme in materia ambientale”
(sostituisce la Parte Seconda del Testo Unico Ambientale: Procedure per la VAS,
per la VIA e per l’AIA).
2.5 Pianificazione e programmazione a livello regionale
La Regione Basilicata, già nel 1984 con L.R. n.28, disciplinava i criteri e le modalità di
accesso al finanziamento regionale delle iniziative e degli interventi per il contenimento dei
consumi energetici e l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili.
Intanto con la L.R. n.47/1998, recentemente modificata con la L.R. 31/2008, è stata
disciplinata la Valutazione di Impatto Ambientale, in conformità con le Direttive
CEE 85/377 e 97/11, relativamente ai progetti pubblici e privati riguardanti lavori di
1 Fonte: Terna – Piano di Sviluppo 2010.
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costruzione, impianti, opere, interventi che possano avere rilevante incidenza
sull’ambiente.
L’individuazione, classificazione, istituzione, tutela e gestione delle aree protette in
Basilicata è, invece, affidata alla L.R. n.28/1994.
La L.R. n.23/1999 disciplina la pianificazione territoriale ed urbanistica (PT e U), quale
parte organica e sostanziale della programmazione regionale.
Con L.R. n.13/2006 viene costituita la Società Energetica Lucana (SEL) al fine di
supportare le politiche regionali in materia di energia.
La legge Finanziaria per il 2009 (L.R. n.31/2008), infine, prevede misure per la riduzione
del costo dell’energia regionale elaborate dalla Giunta Regionale. La medesima normativa
promuove interventi, affidati alla SEL, per la razionalizzazione e riduzione dei consumi e
dei costi energetici dei soggetti pubblici regionali (art.9).
2.5.1 Il PIEAR
Il Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale (PIEAR), pubblicato sul Bollettino
Ufficiale della Regione Basilicata del 19 gennaio 2010, n° 2, è il documento che fissa gli
obiettivi che la Regione Basilicata intende perseguire, nel rispetto delle indicazioni fornite
dall’Unione Europea e degli impegni presi dal Governo Italiano, nonché delle peculiarità e
delle potenzialità del proprio territorio. L’orizzonte temporale fissato per il conseguimento
degli obiettivi è il 2020.
In generale, le finalità del PIEAR sono quelle di garantire un adeguato supporto alle
esigenze di sviluppo economico e sociale attraverso una razionalizzazione dell’intero
comparto energetico ed una gestione sostenibile delle risorse territoriali.
2.5.2 La tutela del Paesaggio e dei beni ambientali in Basilicata
Il territorio della regione Basilicata è interessato da sette Piani paesistici di area vasta:
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• Piano paesistico di Gallipoli cognato – piccole Dolomiti lucane,
• Piano paesistico di Maratea – Trecchina – Rivello,
• Piano paesistico del Sirino,
• Piano paesistico del Metapontino,
• Piano paesistico del Pollino,
• Piano paesistico di Sellata – Volturino – Madonna di Viggiano,
• Piano paesistico del Vulture.
Il Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n. 42, così come modificato ed integrato dal
Decreto Legislativo 24 marzo 2006 n. 157, oltre a prevedere che lo Stato e le Regioni
assicurino la tutela e la valorizzazione del paesaggio approvando piani paesaggistici,
ovvero piani urbanistico-territoriali con specifica considerazione dei valori paesaggistici,
concernenti l'intero territorio regionale, stabilisce che le Regioni verifichino la conformità
tra le disposizioni dei suddetti Piani paesistici e le nuove disposizioni e provvedano agli
eventuali adeguamenti.
La Regione Basilicata, con Deliberazione di Giunta Regionale n. 1048 del 22.04.2005, ha
avviato l’iter per procedere all’adeguamento dei vigenti Piani paesistici di area vasta alle
nuove disposizioni legislative.
2.5.3 Piano di Assetto Idrogeologico PAI
Il Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico (PAI) rappresenta un primo stralcio
di settore funzionale del Piano di Bacino della Regione Basilicata.
Il PAI ha la funzione di eliminare, mitigare o prevenire i maggiori rischi derivanti da
fenomeni calamitosi di natura geomorfologica (dissesti gravitativi dei versanti) o di natura
idraulica (esondazioni dei corsi d’acqua).
Il PAI costituisce il quadro di riferimento a cui devono adeguarsi e riferirsi tutti i
provvedimenti autorizzativi e concessori. La valenza di Piano sovraordinato, rispetto a tutti i
piani di settore, compresi i piani urbanistici, comporta quindi, nella gestione dello stesso,
un’attenta attività di coordinamento e coinvolgimento degli enti operanti sul territorio. Le
tematiche inerenti alle inondazioni e ai processi di instabilità dei versanti sono contenuti
rispettivamente nel Piano delle aree di versante e nel Piano delle fasce fluviali.
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2.6 Normativa tecnica di riferimento
Tutte le opere, se non diversamente precisato nelle Prescrizioni o nelle Specifiche
Tecniche TERNA in esse richiamate o nel Progetto Unificato TERNA, saranno in ogni
modo progettate, costruite e collaudate in osservanza di:
• norme CEI, IEC, CENELEC, ISO, UNI in vigore al momento della accettazione, con
particolare attenzione a quanto previsto in materia di compatibilità elettromagnetica;
• vincoli paesaggistici ed ambientali;
• disposizioni e prescrizioni delle Autorità locali, Enti ed Amministrazioni interessate;
• disposizioni nazionali derivanti da leggi, decreti e regolamenti applicabili, con
eventuali aggiornamenti, vigenti al momento della consegna del nuovo impianto,
con particolare attenzione a quanto previsto in materia antinfortunistica.
3. Considerazioni sull’area di studio: vincoli territoriali
Nella seguenti figure si riportano uno stralcio degli elaborati EG05 ed EG06, che riportano,
rispettivamente, le aree protette a scala regionale e a scala locale relativamente
all’ubicazione della futura sottostazione Terna.
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Figura 3.1: Stralcio dell’Elaborato EG05 – Aree protette a scala regionale e ubicazione della futura
sottostazione Terna.
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Figura 3.2: Stralcio dell’Elaborato EG06 – Aree protette a scala locale e ubicazione della futura sottostazione
Terna.
3.1 Piani Paesistici di Area Vasta
In riferimento all’elaborato EG05 – Aree protette a scala regionale e ubicazione della
futura sottostazione Terna, il cui stralcio è riportato nella Figura 3.1, si può vedere come
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il Piano Paesistico più vicino all’area di ubicazione della futura sottostazione Terna di
Garaguso sia il Piano Paesisitico di Gallipoli Cognato, che dista quasi 4 km chilometri in
linea d’aria ad Ovest.
3.1 Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico
Da quanto emerge dall’elaborato C0001PP(IFV)R3400 – Relazione geologica ed
idrogeologica redatta da Sea Consulting S.r.l. su incarico della Società Fergas Solar S.r.l.,
non risultano dissesti rilevanti per l’area in oggetto e non sono indicati vincoli di sorta.
L’area oggetto del presente studio non è interessata da particolari criticità legate al PAI
regionale, così come evidenziato nell’elaborato EG06.
3.2 Comunità Montane
La Regione Basilicata comprende 14 Comunità Montane, enti di diritto pubblico istituiti con
la legge 1.102 del 03/12/1971 con lo scopo di valorizzare le zone montane “favorendo la
partecipazione delle popolazioni, attraverso le Comunità montane, alla predisposizione e
all'attuazione dei programmi di sviluppo e dei piani territoriali dei rispettivi comprensori
montani ai fini di una politica generale di riequilibrio economico e sociale nel quadro delle
indicazioni del programma economico nazionale e dei programmi regionali”. L’area
oggetto di studio, comprensiva dei raccordi e della sottostazione elettrica, ricade all’interno
della Comunità Montana del Medio Basento, come emerge anche dall’elaborato grafico
allegato (EG04 – Comunità Montane e ubicazione della futura sottostazione Terna) e
di cui si riporta lo stralcio cartografico in Figura 3.3.
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Figura 3.3: Stralcio cartografico dell’elaborato EG04 – Comunità Montane e ubicazione della futura
sottostazione Terna.
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3.3 Parchi e Riserve Naturali Nazionali e Regionali
La Regione Basilicata, con la L.R. n. 28 del 28/06/94 “Individuazione, classificazione,
istituzione, tutela e gestione delle aree naturali protette in Basilicata”, si è adeguata al
dettato della legge n. 394/91 “Legge quadro sulle aree protette”.
Nessuna di queste aree protette risulta interessata dall’opera, come risulta anche dalla
tavola EG05 – Aree protette a scala regionale e ubicazione della futura sottostazione
Terna, già visibile in Figura 3.1.
3.4 Rete Natura 2000
La Comunità europea, con la direttiva 92/43/CEE del 21 maggio 1992, denominata
“Habitat”, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e
della fauna selvatiche, delega agli Stati Membri il riconoscimento nei propri territori di Siti
di Importanza Comunitaria (SIC) la cui conservazione richiede la designazione di zone
speciali di conservazione, al fine di garantire una tutela del patrimonio ecologico e della
biodiversità.
Le Zone di Protezione Speciale (ZPS) sono siti dedicati alla conservazione dell'avifauna
previsti dalla Direttiva "Uccelli" 79/409/CEE, sia per le specie considerate di importanza
comunitaria (Allegato I direttiva Uccelli), sia per le specie migratrici.
I SIC e le ZPS vanno a costituire i nodi della rete chiamata «Natura 2000», ideata per
conservare dunque la biodiversità e in particolare le specie e gli habitat di interesse
comunitario (nonché le specie migratrici nel caso della Direttiva "Uccelli").
La legislazione europea fissa gli obiettivi ma lascia gran parte degli strumenti per
realizzarli alla discrezionalità dello Stato Membro. La redazione di un piano di gestione del
sito può risultare utile ma il sito può anche essere gestito in maniera soddisfacente
attraverso gli strumenti di pianificazione esistenti (Dipartimento Conservazione Natura -
LIPU-BirdLife Italia).
Nelle aree che compongono la rete Natura 2000 non sono a priori precluse attività di
origine antropica, per cui possono continuare attività precedenti quali gestioni di tipo agro-
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silvo-pastorale: la direttiva “Habitat” intende garantire la protezione della natura tenendo
anche “conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità
regionali e locali” (Art. 2). A questo scopo il Decreto del 3 settembre 2002 fornisce “Linee
guida per la gestione dei siti Natura 2000”.
L’area prescelta per l’ubicazione della sottostazione elettrica di Terna S.p.A. sita nel
Comune di Garaguso non ricade in alcun Sito di Importanza Comunitaria (SIC), né in
alcuna Zona di Protezione Speciale, né in altre aree vincolate dal punto di vista
naturalistico. I siti Natura 2000 più vicini sono rappresentati dal SIC e ZPS “Valle Basento-
Grassano Scalo-Grottole” (distante circa 7 km) e dal SIC e ZPS “Foresta Gallipoli-
Cognato” (distante circa 9 km).
Si rimanda all’elaborato EG05 e alla Figura 3.1.
3.5 Zone Umide di Importanza Internazionale (Convenzione Ramsar)
L’area oggetto del presente studio è posta a sufficiente distanza da Zone Umide di
Importanza Internazionale così come riconosciute dalla Convenzione Ramsar e non
interferisce in alcun modo con queste; si rimanda all’elaborato EG06 – Aree protette a
scala locale e ubicazione della futura sottostazione Terna, il cui stralcio è riportato
nella Figura 3.2.
L’area umida protetta dalla Convenzione Ramsar più vicina al sito di ubicazione della
sottostazione elettrica di Garaguso è il Lago di San Giuliano (sito Ramsar n. 1663), già
protetto come sito Natura 2000 (SIC e ZPS), il quale è distante circa 18 km, in direzione
Nord-Est.
3.6 Beni Monumentali ed Aree Archeologiche
L’area prescelta per l’ubicazione della futura sottostazione Terna di Garaguso è posta a
sufficiente distanza da Beni Monumentali e da Aree Archeologiche, come si può vedere
nell’elaborato EG06.
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4. Descrizione delle caratteristiche ambientali
L’area di ubicazione della stazione elettrica di Garaguso, della futura viabilità di accesso
alla stazione elettrica stessa e dei due raccordi alla linea risulta essere tipica di un
ecosistema di tipo agricolo, caratterizzato dalla presenza predominante di seminativo;
alcune aree difficilmente raggiungibili dai mezzi agricoli, come i bordi delle strade, possono
senza dubbio ospitare specie vegetali ruderali, cioè specie con scarse esigenze
ecologiche e alta adattabilità, tipiche di ambienti disturbati e/o abbandonati dall’uomo.
Vi è la presenza nelle vicinanze di altri tipi di ambienti, come boschi di latifoglie, spiagge,
dune e sabbie, e aree prevalentemente occupate da colture agrarie con spazi naturali, ma
non si prevede che l’opera in progetto impatti negativamente su di essi, in quanto non
direttamente coinvolti.
La fauna presente può essere ricondotta alla tipica fauna di ambiente agricolo, cioè
caratterizzata da specie tipiche di ambiente aperto, colture cerealicole, pascoli ed incolti.
Non si esclude però la presenza di specie di uccelli tipiche di ambienti umidi e boschivi,
vista la presenza di ambienti di questo tipo nelle vicinanze. Il progetto di realizzazione
della stazione elettrica non prevede un impatto negativo rilevante sulla fauna presente.
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5. Descrizione progettuale della stazione elettrica 150 / 380 kV di
Garaguso e dei relativi raccordi alla linea 380 kV “Matera – Laino”
5.1 Stazione elettrica
Figura 5.1: Stralcio dell’elaborato C001PP(IFV)S0300 – Corografia.
La stazione elettrica 380/150 kV è composta da un’area di rete (di proprietà Terna S.p.A.),
dove si sviluppano gli edifici e le apparecchiature elettriche costituenti l’impianto di rete, e
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da un’area destinata agli impianti di utente. È prevista altresì una ulteriore zona da
destinare ad altre aree a servizio di opere future (impianti di utente e arrivi linea).
La stazione interesserà un’area di circa 225 m x 246 m che verrà interamente recintata e
sarà accessibile tramite un cancello carrabile largo 7,00 m di tipo scorrevole ed un
cancello pedonale, ubicato lungo il lato est della stazione e posto in collegamento,
mediante un tratto di circa 380 m di nuova viabilità, con la strada comunale che corre nei
pressi del sito, ad ovest di esso, e che consentirà l’accesso alla stazione stessa nonché
all’area destinata ai produttori. La nuova stazione interesserà un’area di circa 81400 m², di
cui circa 55400 m² interamente recintati.
Figura 5.2: Stralcio dell’elaborato C001PP(IFV)S0400 – Stazione di rete e Raccordi alla RTN - Corografia su
ortofoto con attraversamenti.
La nuova stazione di Garaguso sarà composta da una sezione a 380 kV e da due sezioni
a 150 kV.
Sono previsti dei Servizi Ausiliari (S.A.), alimentati da trasformatori MT/BT derivati dalla
rete MT locale ed integrati da un gruppo elettrogeno di emergenza che assicuri
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l’alimentazione dei servizi essenziali in caso di mancanza tensione alle sbarre dei quadri
principale BT.
La rete di terra della stazione interesserà l’area recintata dell’impianto.
Saranno inoltre previsti i seguenti fabbricati:
• Sala quadri;
• Edificio per punti di consegna MT;
• Chioschi per apparecchiature elettriche;
• Edificio magazzino.
Sarà presente un Sistema di Automazione, che integra le funzioni di protezione, controllo,
automazione, supervisione e monitoraggio di stazione, il quale sarà realizzato in
tecnologia digitale, con apparati, struttura e funzionalità analoghe a sistemi di tale tipo
realizzati in stazioni elettriche Terna.
5.2 Raccordi
Si riportano nel seguito la descrizione e le caratteristiche tecniche salienti dei raccordi AT
della nuova “Stazione” elettrica 380/150 kV di “Garaguso” per il collegamento alla RTN.,
così come da progetto di Fergas Solar S.r.l.
Per approfondimenti si rimanda all’elaborato C0001PP(IFV)R2800 REV.2 - SSE FERGAS
Raccordi RTN - Relazione tecnico descrittiva.
Il comune interessato dalla realizzazione dei raccordi a 380 kV della nuova stazione
elettrica di trasformazione 380/150 kV di Garaguso (MT) è quello di Garaguso, in provincia
di Matera.
Si veda in proposito anche l’elaborato C001PP(IFV)S0300 – Stazione di rete e raccordi
alla RTN – Corografia del progetto di Fergas Solar S.r.l.
Il tracciato dei raccordi prevede la demolizione di un solo sostegno della linea a 380 kV
“Matera – Laino” e la costruzione di 2 nuovi sostegni, in posizione prossima a quella del
sostegno demolito, indicati nella corografia allegata rispettivamente come M03S e L03S.
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Lo sviluppo complessivo del tracciato dei raccordi dall’incrocio con l’elettrodotto in
semplice terna “Matera - Laino” alla nuova S.E. di Garaguso ha una lunghezza di circa
920 metri per il raccordo est (verso Matera) e circa 910 m per il raccordo ovest (verso
Laino).
I tracciati dei due raccordi coinvolgono, come detto, il solo comune di Garaguso,
interessando aree a prevalente uso agricolo e scarsamente antropizzate, situate nella
zona meridionale del comune di Garaguso.
L’elettrodotto sarà costituito da una palificazione a semplice terna armata con tre fasi
ciascuna composta da un fascio di 3 conduttori di energia e una corda di guardia, fino al
raggiungimento dei sostegni capolinea; lo stesso assetto, ma con fascio di conduttori
binato, si ha tra il sostegno capolinea e i portali di stazione.
La distanza tra due sostegni consecutivi dipende dall’orografia del terreno e dall’altezza
utile dei sostegni impiegati; mediamente in condizioni normali per elettrodotti a 380 kV si
può ritenere essere circa pari a 500 m.
Come emerge dall’elaborato C0001PP(IFV)R2800 REV.2 di Fergas Solar S.r.l. approvato
da Terna, I sostegni saranno del tipo a delta rovesciato (E e C) e a pettine (tipo EP) a
semplice terna, di varie altezze secondo le caratteristiche altimetriche del terreno.
Essi avranno un’altezza tale da garantire, anche in caso di massima freccia del
conduttore, il franco minimo prescritto dalle vigenti norme; l’altezza totale fuori terra sarà di
norma inferiore a 61 m. Nei casi in cui ci sia l’esigenza tecnica di superare tale limite, si
provvederà, in conformità alla normativa sulla segnalazione degli ostacoli per il volo a
bassa quota, alla verniciatura del terzo superiore dei sostegni e all’installazione delle sfere
di segnalazione sulle corde di guardia.
I sostegni saranno provvisti di difese parasalita.
Per quanto concerne detti sostegni, fondazioni e relativi calcoli di verifica, TERNA si
riserva di apportare nel progetto esecutivo modifiche di dettaglio dettate da esigenze
tecniche ed economiche, ricorrendo, se necessario, all’impiego di opere di
sottofondazione.
Ciascun sostegno si può considerare composto dai piedi, dalla base, da un tronco e dalla
testa, della quale fanno parte le mensole. Ad esse sono applicati gli armamenti (cioè
l’insieme di elementi che consente di ancorare meccanicamente i conduttori al sostegno
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pur mantenendoli elettricamente isolati da esso) che possono essere di sospensione o di
amarro. Vi sono infine i cimini, atti a sorreggere le corde di guardia.
I piedi del sostegno, che sono l’elemento di congiunzione con il terreno, possono essere di
lunghezza diversa, consentendo un migliore adattamento, in caso di terreni acclivi.
5.3 Aree impegnate e fasce di rispetto
Come evidenziato nel progetto di Fargas Solar S.r.l. vidimato Terna, attorno all’area
recintata della stazione dovrà essere realizzata per esigenze di servizio e manutenzione
una strada perimetrale di larghezza circa 5 m, dovrà inoltre essere prevista, comprensiva
della suddetta strada, una fascia di rispetto circa 25 m per consentire anche le opere di
sistemazione e l’eventuale tracciato di linee con ingresso in cavo.
L’elaborato “Planimetria catastale” del progetto della stazione elettrica elaborato da Fargas
Solar S.r.l. riporta l’estensione dell’intera area impegnata dalla stazione con la fascia di
rispetto e delle opere connesse (viabilità di accesso). I terreni ricadenti all’interno di detta
area risulteranno soggetti al vincolo preordinato all’esproprio.
In merito all’attraversamento di aree da parte dell’elettrodotto, si possono individuare, con
riferimento al Testo Unico 327/01, le aree impegnate, cioè le aree necessarie per la
sicurezza dell’esercizio e manutenzione dell’elettrodotto (circa 25 m dall’asse linea per
elettrodotti a 380 kV). Il vincolo preordinato all’esproprio sarà invece apposto sulle “aree
potenzialmente impegnate” (previste dalla L. 239/04), equivalenti alle “zone di rispetto” di
cui all’articolo 52 quater, comma 6, dello stesso testo unico (come integrato dal Decreto
Legislativo 27 dicembre 2004, n. 330), all’interno delle quali poter inserire eventuali
modeste varianti al tracciato dell’elettrodotto senza che le stesse comportino la necessità
di nuove autorizzazioni.
L’estensione delle zone di rispetto nel caso in specie sarà di circa 50 m dall’asse linea: la
planimetria catastale 1:2 000 Doc. n. (C001.PP.(I.FV).S.31) riporta l’asse indicativo del
tracciato e un’ipotesi di posizionamento preliminare dei sostegni e la fascia delle aree
potenzialmente impegnate sulle quali sarà apposto il vincolo preordinato all’esproprio. In
fase di progetto esecutivo dell’opera si procederà alla delimitazione delle aree
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effettivamente impegnate dalla stessa con conseguente riduzione delle porzioni di
territorio soggette a vincolo preordinato all’esproprio e servitù.
Per “fasce di rispetto” si intendono quelle definite dalla Legge 22 febbraio 2001 n° 36,
all’interno delle quali non è consentita alcuna destinazione di edifici ad uso residenziale,
scolastico, sanitario, ovvero un uso che comporti una permanenza superiore a 4 ore, da
determinare in conformità alla metodologia di cui al D.P.C.M. 08/07/2003.
I valori di Dpa ottenuti nel caso del sostegno in singola terna a delta rovesciato sono pari a
52 m rispetto all’asse linea. Nel caso di due terne affiancate tale valore sale a 80 m
rispetto al centro della coppia di elettrodotti.
Nella rappresentazione grafica del progetto definitivo tali distanze sono state maggiorate
per tener conto delle variazioni di tracciato previste ai sensi dell’articolo 52 quater, comma
6, del Decreto Legislativo 27 dicembre 2004, n. 330. In fase di progetto esecutivo
dell’opera si procederà ad una definizione più esatta della distanza di prima
approssimazione che rispecchi la situazione post-realizzazione, in conformità col par.
5.1.3 dell’allegato al Decreto 29 Maggio 2008, con conseguente riduzione delle aree
interessate.
Per approfondimenti sulla metodologia di calcolo delle fasce di rispetto si rimanda
all’elaborato C0001PP(IFV)R2800 REV.2 di Fergas Solar S.r.l.
La rappresentazione di tali distanze ed aree di prima approssimazione, sulle quali
dovranno essere apposte le necessarie misure di salvaguardia, è riportata nella corografia
allegata, e nella seguente figura.
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Figura 5.3: Stralcio dell’elaborato C001PP(IFV)S0500 REV 3 di Fergas Solar S.r.l.
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6. Soluzioni alternative possibili
Tra le possibili soluzioni, in fase di progettazione Fargas Solar S.r.l. ha individuato il
tracciato più funzionale, che tenga conto di tutte le esigenze e delle possibili ripercussioni
sull’ambiente, con riferimento alla legislazione nazionale e regionale vigente in materia.
Il tracciato degli elettrodotti, quale risulta dalla corografia allegata, è stato studiato in
armonia con quanto dettato dall’art. 121 del T.U. 11/12/1933 n. 1775, comparando le
esigenze della pubblica utilità delle opere con gli interessi pubblici e privati coinvolti,
cercando in particolare di:
• contenere per quanto possibile la lunghezza del tracciato per occupare la minor
porzione possibile di territorio;
• minimizzare l’interferenza con le zone di pregio ambientale, naturalistico,
paesaggistico e archeologico;
• recare minor sacrificio possibile alle proprietà interessate, avendo cura di vagliare le
situazioni esistenti sui fondi da asservire rispetto anche alle condizioni dei terreni
limitrofi;
• evitare, per quanto possibile, l’interessamento di aree urbanizzate o di sviluppo
urbanistico;
• assicurare la continuità del servizio, la sicurezza e l’affidabilità della Rete di
Trasmissione Nazionale;
• permettere il regolare esercizio e manutenzione dell’elettrodotto.
In questo paragrafo si esaminano in dettaglio le varie possibilità che sono state prese in
considerazione come possibili soluzioni alternative al progetto.
6.1 Alternativa zero: mantenimento dello stato di fatto
L’alternativa zero rappresenta il mantenimento dello stato di fatto.
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Non progettare e di conseguenza non costruire la nuova stazione elettrica 380/150 kV di
Garaguso causerebbe un mancato potenziamento della capacità di trasferimento
dell’energia elettrica prodotta da impianti di produzione di energia elettrica da fonte
rinnovabile alla RTN. Tale alternativa sarebbe contraria a ogni principio dettato dalle
normative e dai programmi di sviluppo europei e nazionali, che mirano a rendere più sicuri
gli approvvigionamenti energetici e a favorire la produzione energetica da fonti rinnovabili.
Infatti non costruendo tale stazione elettrica sita nel Comune di Garaguso (e mantenendo
lo stato di fatto, rinunciando dunque alla costruzione di qualsivoglia stazione elettrica), si
dovrebbe rinunciare ad allacciare i futuri parchi eolici e fotovoltaici che sorgeranno nei
territori limitrofi, limitando lo sviluppo dell’approvvigionamento energetico da fonti di
energia rinnovabile.
6.2 Alternativa 1: costruzione di una nuova stazione elettrica altrove
Prevedendo di costruire la nuova stazione elettrica altrove, si dovrebbe scegliere un’area
meno idonea dal punto di vista tecnico, probabilmente dovendo realizzare dei raccordi di
lunghezza maggiore ed eventualmente dovendo sfavorire gli allacciamenti delle future
centrali a FER.
6.3 Alternativa 2: costruzione della stazione elettrica di Garaguso e relativi
raccordi
L’alternativa 2 è quella prescelta e ampliamente descritta nel presente Studio di Impatto
Ambientale e nel progetto per la realizzazione della Stazione Elettrica 380/150 kV di
Garaguso (elaborato C0001PP(IFV)R0100 REV.2).
La necessità della realizzazione di tale opera è dettata da criticità riscontrate durante
l’esercizio della RTN, le quali hanno riguardato principalmente le trasformazioni
380/150 kV delle maggiori stazioni elettriche di trasformazione e le direttrici della rete di
sub-trasmissione, e che in condizione di elevati transiti di potenza, sono state sede di
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frequenti congestioni, e da criticità dovute alle limitate capacità di trasporto anche sulle
direttici 150 kV della provincia di Matera.
La realizzazione di tale opera renderà possibile convogliare sulla rete 380 kV l’energia
prodotta dalle future centrali a FER.
Il sito prescelto per l’ubicazione della futura stazione elettrica è stato individuato come il
più idoneo tenendo conto delle esigenze tecniche e dell’opportunità ambientale di
minimizzare la lunghezza dei raccordi all’elettrodotto 380 kV ad alla rete locale AT.
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7. Descrizione dei probabili effetti rilevanti, positivi e negativi, del
progetto proposto
In questo capitolo si descrivono le possibili interferenze e gli impatti che la realizzazione
della stazione elettrica di 380/150 kV di Garaguso può causare sull’ambiente e sulle sue
componenti.
Per meglio descrivere questi aspetti bisogna prendere in considerazione le caratteristiche
degli ambienti naturali, semi-naturali ed antropici del sito e dell’area vasta in cui si insedia
l’opera in progetto. Importanti sono ovviamente le caratteristiche della sottostazione
stessa.
In base alle caratteristiche dell’uso del suolo, l’area risulta già modificata dall’uomo: infatti
qui prevale l’attività agricola; in particolare l’area prescelta per la realizzazione della
stazione elettrica stessa è sita in prossimità della già esistente linea 380 kV “Matera-Laino”
(a circa 920 m), non lontano dal tratto già realizzato della strada Cavonica (circa 800 m) in
fase di realizzazione, e da altre infrastrutture esistenti, come una strada asfaltata locale da
cui si accederà per arrivare alla sottostazione stessa.
Gli impatti o le possibili interferenze sugli ecosistemi o su alcune delle sue componenti,
possono verificarsi o essere maggiormente incidenti in alcune delle fasi della vita di una
sottostazione elettrica e relativi raccordi.
Questa infatti può essere distinta in tre fasi:
� Costruzione;
� Esercizio;
� Dismissione.
La fase di costruzione di sottostazioni elettriche consta nella realizzazione dei raccordi, di
strutture in cemento armato, quali muri di contenimento e/o di recinzione, fondazioni di
apparecchiature elettriche, corpi di fabbrica necessari a racchiudere le apparecchiature
elettromeccaniche di energia e tele-controllo, nonché tutte le apparecchiature necessarie
per il loro funzionamento.
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Gli impatti che si hanno in questa fase sono soprattutto a carico del suolo, infatti si ha
sottrazione e impermeabilizzazione del suolo. Altri impatti sono riconducibili alla
rumorosità dei mezzi e alla frequentazione da parte degli addetti, nonché alla produzione
di polveri.
Si sottolinea però il fatto che l’area prevista per l’ubicazione della stazione elettrica di
Garaguso e dei relativi raccordi è interamente caratterizzata da uso agricolo, e quindi si
avrà una riduzione di sola superficie utile all’agricoltura. Inoltre la durata prevista di
realizzazione della stazione elettrica è stimata in 24 mesi; terminato questo periodo, gli
impatti strettamente legati alla fase di cantiere cesseranno di prodursi.
La fase di esercizio, quindi il funzionamento di una sottostazione elettrica e relativi
raccordi, comporta essenzialmente disturbo in termini di rumorosità, che risulta comunque
contenuta e risulta rispettare i limiti dettati dalla Normativa Vigente come indicato negli
elaborati C0001PP(IFV)R0100 REV.2 (paragrafo 11) e C0001PP(IFV)R2800 REV.2
(paragrafo 7) del progetto della Stazione Elettrica Terna eseguito da Fergas Solar S.r.l.; un
impatto di tipo elettromagnetico, per il quale si garantisce il rispetto dei limiti di legge come
descritto ampliamente nella relazione C0001PP(IFV)R0100 REV.2 (paragrafo 11) e
C0001PP(IFV)R2800 REV.2 (paragrafo 7) del progetto della Stazione Elettrica Terna; un
impatto di tipo visivo e paesaggistico, che risulta però circoscritto in un’area avvallata e
circondata da promontori che fungono da barriera visiva e già caratterizzata da
infrastrutture lineari quali la linea ad altissima tensione “Matera-Laino” e la strada
Cavonica; la possibilità di un impatto negativo sull’avifauna a causa di fenomeni di
collisione con i conduttori delle linee elettriche ed elettrocuzione è ridotta al minimo.
L’eventuale fase di dismissione di una sottostazione elettrica ha impatti generalmente
simili alla fase di costruzione, in quanto bisogna aprire un cantiere necessario per
abbattere le strutture in cemento armato e le fondazioni di apparecchiature elettriche, per
demolire i corpi di fabbrica, nonché smantellare tutte le apparecchiature elettromeccaniche
e provvedere al loro recupero o smaltimento. A conclusione dei lavori di dismissione in
genere è prevista una rinaturalizzazione dei luoghi, che permette di riportare il sito alla
situazione antecedente alla costruzione dell’intera sottostazione elettrica.
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Di seguito si riportano nel dettaglio i possibili impatti sulle singole componenti ambientali
che l’opera in progetto potrebbe causare.
7.1 Impatto sul clima acustico
Come si evince dall’elaborato C0001PP(IFV)R0100 REV.2 di Fergas Solar S.r.l., Nella
stazione elettrica sarà presente esclusivamente macchinario statico che costituisce una
modesta sorgente di rumore ed apparecchiature elettriche che costituiscono fonte di
rumore esclusivamente in fase di manovra.
Il rumore sarà quindi prodotto in pratica dalle unità di trasformazione principale e dai
relativi impianti ausiliari (raffreddamento).
Le macchine che verranno installate nella nuova stazione elettrica saranno degli
autotrasformatori 400/150 kV a bassa emissione acustica.
Il livello di emissione di rumore sarà in ogni caso in accordo ai limiti fissati dal D.P.C.M.
1 marzo 1991, dal D.P.C.M. 14 novembre 1997 e secondo le indicazioni della legge
quadro sull’inquinamento acustico (Legge n. 477 del 26/10/1995), in corrispondenza dei
recettori sensibili. L’impianto sarà inoltre progettato e costruito in accordo alle
raccomandazioni riportate nei parr. 3.1.6 e 8.5 della Norma CEI 11-1.
La produzione di rumore da parte di un elettrodotto in esercizio è dovuta essenzialmente a
due fenomeni fisici: il vento e l’effetto corona. Il vento, se particolarmente intenso, può
provocare il “fischio” dei conduttori, fenomeno peraltro locale e di modesta entità. L’effetto
corona, invece, è responsabile del leggero ronzio che viene talvolta percepito nelle
immediate vicinanze dell’elettrodotto.
Per quanto riguarda l’emissione acustica di una linea a 380 kV di configurazione standard,
misure sperimentali effettuate in condizioni controllate, alla distanza di 15 m dal conduttore
più esterno, in condizioni di simulazione di pioggia, hanno fornito valori pari a 40 dB(A).
Occorre rilevare che il rumore si attenua con la distanza in ragione di 3 dB(A) al
raddoppiare della distanza stessa e che, a detta attenuazione, va aggiunta quella
provocata dalla vegetazione e/o dai manufatti. In queste condizioni, tenendo conto
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dell’attenuazione con la distanza, si riconosce che già a poche decine di metri dalla linea
risultano rispettati anche i limiti più severi tra quelli di cui al D.P.C.M. marzo 1991, e alla
Legge quadro sull’inquinamento acustico (Legge n. 447 deI 26/10/1995).
Confrontando i valori acustici relativi alla rumorosità di alcuni ambienti tipici (rurale,
residenziale senza strade di comunicazione, suburbano con traffico, urbano con traffico) si
constata che tale rumorosità ambientale è dello stesso ordine di grandezza, quando non
superiore, dei valori indicati per una linea a 380 kV. Considerazioni analoghe valgono per
il rumore di origine eolica.
Per una corretta analisi dell’esposizione della popolazione al rumore prodotto
dall’elettrodotto in fase di esercizio, si deve infine tenere conto del fatto che il livello del
fenomeno è sempre modesto e che l’intensità massima è legata a cattive condizioni
meteorologiche (vento forte e pioggia battente) alle quali corrispondono una minore
propensione della popolazione alla vita all’aperto e l’aumento del naturale rumore di fondo
(sibilo del vento, scroscio della pioggia, tuoni). Fattori, questi ultimi, che riducono sia la
percezione del fenomeno che il numero delle persone interessate.
7.2 Impatto prodotto dai campi Elettromagnetici
Si rileva che nella stazione, che sarà normalmente esercita in teleconduzione, non è
prevista la presenza di personale se non per interventi di manutenzione ordinaria o
straordinaria.
Il contributo di campo elettrico e magnetico dei componenti di stazione (macchinari e
apparecchiature), in corrispondenza delle vie di servizio interne, risulta trascurabile
rispetto a quello delle linee entranti.
Tale contributo diminuisce ulteriormente in prossimità della recinzione dove si può
affermare che il campo elettrico e magnetico è principalmente riconducibile a quello dato
dalle linee entranti per le quali risulta verificata la compatibilità con la normativa vigente
come riportato nella documentazione progettuale dell’elettrodotto alla quale si rimanda per
approfondimenti. In sintesi, i campi elettrici e magnetici esternamente all’area di stazione
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sono riconducibili ai valori generati dalle linee entranti e quindi l’impatto determinato dalla
stazione stessa è compatibile con i valori prescritti dalla vigente normativa.
Per quanto riguarda i raccordi, nei casi di carico previsti dalla norma CEI 11-60 si
raggiunge l’obiettivo di qualità di 3 µT intorno ai 50 metri dall’asse linea. Allo stesso modo
si può calcolare il campo elettromagnetico per le due terne affiancate (con distanza di
interasse pari a circa 40 m).
In questo caso il valore di qualità di 3µT si raggiunge per distanze di circa 78 m dall’asse
degli elettrodotti.
Dalle valutazioni su esposte, considerate le distanze delle abitazioni e dei luoghi destinati
a permanenza prolungata della popolazione dell’elettrodotto in progetto, si dimostra
ovunque il rispetto con margine dei limiti di esposizione stabiliti dalla normativa vigente.
7.3 Impatti sugli aspetti geologici ed idrologici dell’area e sul suolo
Da quanto emerge nell’elaborato C0001PP(IFV)R3400 – Relazione geologica ed
idrogeologica redatto da Sea Consulting S.r.l. per conto di Fergas Solar S.r.l., sulla base
degli studi svolti e dei sopralluoghi effettuati si ritiene che l’intervento in progetto sia
compatibile con l’assetto geologico, geomorfologico ed idrogeologico del sito e che siano
rispettati i vincoli imposti dagli strumenti urbanistici in vigore.
I movimenti di terra per la realizzazione della nuova Stazione Elettrica consisteranno nei
lavori civili di preparazione del terreno e negli scavi necessari alla realizzazione delle
opere di fondazione (edifici, portali, fondazioni macchinario e apparecchiature, torri faro,
etc). L'area di cantiere in questo tipo di progetto sarà costituita essenzialmente dall’area su
cui insisterà l’impianto, per cui sarà ridotta al minimo.
I lavori civili di preparazione, in funzione delle caratteristiche planoaltimetriche e
fisico/meccaniche del terreno, consisteranno in un eventuale sbancamento/riporto al fine
di ottenere un piano a circa 60÷80 cm rispetto alla quota del piazzale di stazione, ovvero in
uno “scortico” superficiale di circa 30 cm con scavi a sezione obbligata per le fondazioni; il
criterio di gestione del materiale scavato prevede il suo deposito temporaneo presso l’area
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di cantiere e successivamente il suo utilizzo per il riempimento degli scavi e per il
livellamento del terreno alla quota finale di progetto, previo accertamento, durante la fase
esecutiva, dell’idoneità di detto materiale per il riutilizzo in sito.
L’eventuale terreno rimosso in eccesso sarà conferito in discarica nel rispetto della
normativa vigente.
Ciascun sostegno costituente i raccordi è dotato di quattro piedini separati e delle relative
fondazioni, strutture interrate atte a trasferire i carichi strutturali (compressione e trazione)
dal sostegno al sottosuolo.
Saranno inoltre realizzati dei piccoli scavi in prossimità del sostegno per la posa dei
dispersori di terra con successivo reinterro e costipamento.
La realizzazione delle fondazioni di un sostegno prende avvio con l’allestimento dei
cosiddetti “microcantieri” relativi alle zone localizzate da ciascun sostegno. Essi sono
destinati alle operazioni di scavo, getto in cemento armato delle fondazioni, reinterro ed
infine all’assemblaggio degli elementi costituenti la tralicciatura del sostegno.
Mediamente interessano un’area circostante delle dimensioni di circa 30x30 m e sono
immuni da ogni emissione dannosa.
Durante la realizzazione delle opere, il criterio di gestione del materiale scavato prevede il
suo deposito temporaneo presso ciascun “microcantiere” e successivamente il suo utilizzo
per il reinterro degli scavi, previo accertamento, durante la fase esecutiva, dell’idoneità di
detto materiale per il riutilizzo in sito. In caso contrario, saranno eseguiti appositi
campionamenti e il materiale scavato sarà destinato ad idonea discarica, con le modalità
previste dalla normativa vigente.
In particolare, poiché per l’esecuzione dei lavori non sono utilizzate tecnologie di scavo
con impiego di prodotti tali da contaminare le rocce e terre, nelle aree a verde, boschive,
agricole, residenziali, aste fluviali o canali in cui sono assenti scarichi, vale a dire nelle
aree in cui non sia accertata e non si sospetti potenziale contaminazione, nemmeno
dovuto a fonti inquinanti diffuse, il materiale scavato sarà considerato idoneo al riutilizzo in
sito.
Per la raccolta e lo smaltimento delle acque meteoriche, sarà realizzato un sistema di
drenaggio superficiale che convogli la totalità delle acque raccolte dalle strade e dai
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piazzali in appositi collettori e quindi in due distinte vasche di prima pioggia per essere
successivamente conferite ad un corpo ricettore compatibile con la normativa in materia di
tutela delle acque.
Per la raccolta delle acque di scarico dei servizi igienici provenienti dall’edificio principale
dovrà essere predisposto un apposito circuito di tubi ed eventuali pozzetti a tenuta che
convogli le acque nere in appositi collettori (serbatoi da vuotare periodicamente o fosse
chiarificatrici tipo IMHOFF).
In generale, quindi, per lo smaltimento delle acque, meteoriche o nere, ai sensi delle
norme vigenti e dei regolamenti regionali, si dovrà realizzare un idoneo sistema di
smaltimento da collegare alla rete fognaria (mediante sifone o pozzetti ispezionabili, da un
pozzo perdente o altro).
7.4 Impatti sulla flora e sulla vegetazione
L’impatto che l’opera in progetto avrà sulla flora e la vegetazione si verificherà
principalmente durante la fase di cantiere, riconducibile essenzialmente alla perdita di
suolo dovuta alla realizzazione della stazione elettrica e dei sostegni dei raccordi.
La perdita di superficie dovuta al progetto in questione è comunque sostenibile se si fa
riferimento all’importanza dell’opera, inoltre questa è interamente ricadente su coltivi e
seminativi: non verrà quindi sottratto alcuno spazio ad habitat naturali o seminaturali.
Le aree interessate dalle apparecchiature elettriche saranno sistemate con finitura a
ghiaietto, mentre le strade e piazzali di servizio destinati alla circolazione interna, saranno
pavimentate con binder e tappetino di usura in conglomerato bituminoso e delimitate da
cordoli in calcestruzzo prefabbricato.
La vegetazione può subire disturbi dalla produzione di polveri che si avrà in particolar
modo nella fase di cantiere (scavi, riporto e spostamento materiale inerte, traffico veicolare
su strade non asfaltate), ma gli impatti prevedibili (comunque molto limitati nel tempo)
sono trascurabili in quanto non ci sono habitat naturali di particolare importanza nel sito.
Si può affermare quindi che la realizzazione della sottostazione elettrica e dei relativi
raccordi interferirà in modo trascurabile sulla componente vegetazionale dell’area.
Progetto per la realizzazione di un parco eolico in località Serra Palazzo – Comune di Stigliano (MT)
Progetto Definitivo SSE Terna Garaguso
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7.5 Impatti sulla fauna
La superficie agricola, quale quella presente nell’area circostante, anche se di valore
naturalistico inferiore rispetto ad un’area naturale o semi-naturale, costituisce comunque in
alcuni casi habitat rifugio per alcune specie animali e rappresenta una superficie utile a fini
trofici per la fauna; la realizzazione dell’impianto in questione ricade in un’area
caratterizzata da grandi estensioni di campi coltivati, per cui la realizzazione della stazione
elettrica in progetto ridurrà la superficie agraria in maniera decisamente trascurabile, e la
fauna non subirà un impatto negativo in tal senso.
Durante la fase di cantiere e di esercizio, la presenza di personale nel sito e la
conseguente produzione di rumore e vibrazioni possono provocare disturbo alla
componente faunistica presente nel sito; per quanto riguarda la fase di cantiere, una
buona programmazione delle operazioni può evitare il sovrapporsi di fonti di rumore e
quindi limitarne l’impatto. Per quanto riguarda invece la fase di esercizio, si garantisce il
rispetto dei limiti di legge.
Garantendo i limiti di legge, si presuppone che l’impatto acustico e il conseguente disturbo
alla componente faunistica sia limitato; per quanto riguarda il rumore emesso in fase di
cantiere, è da considerarsi limitato nel tempo, e per quanto riguarda la fase di esercizio,
l’impatto acustico è ridotto e limitato al fenomeno fisico del vento e all’effetto corona, oltre
che al limitato rumore dovuto al traffico veicolare per le operazioni di esercizio.
Il fenomeno dell’elettrocuzione (morte per folgorazione) degli uccelli con le linee elettriche
è legato soprattutto alle linee elettriche a media tensione (MT)2.
Nel caso in questione, non è prevista l’installazione di elettrodotti in MT se non
eventualmente per pochi e brevi tratti all’interno dell’area recintata. Questo implica un
impatto sull’avifauna in termini di elettrocuzione praticamente trascurabile.
2 Fonte: L’impatto delle linee elettriche sull’avifauna – Vincenzo Penteriani, WWF delegazione Toscana.
1998.
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Gli altri elettrodotti aerei presenti saranno in AT, per cui l’impatto in termini di
elettrocuzione è praticamente nullo; infatti per gli elettrodotti a 150 kV i conduttori sono ad
una distanza pari a 2.20 m l’uno dall’altro, mentre per gli elettrodotti a 380 kV i conduttori
sono ad una distanza pari a 5.5 m l’uno dall’altro. Tali distanze tra i conduttori fa sì che
nessuna delle specie di volatili presenti nel nostro Paese possa restarne vittima.
Si rileva, invece, per le linee ad alta tensione, il problema della collisione degli uccelli
contro i conduttori e i tralicci; siccome il rischio di collisione aumenta quando i conduttori
risultano poco visibili, per le sottostazioni elettriche tale rischio può ritenersi del tutto
ininfluente, in quanto non esistono le condizioni tali per cui gli uccelli non si accorgano
della presenza di linee aeree. La situazione è diversa nel caso dei raccordi a 380 kV; una
possibile soluzione al problema è quella di applicare alla linea AT della semplici spirali di
plastica colorata (Figura 7.1). Queste spirali, oltre ad aumentare la visibilità dei cavi, se
colpite da vento producono un sibilo che ne aumenta il rilevamento da parte degli uccelli in
volo. Spirali bianche e rosse vanno collocate in alternanza lungo conduttori e funi di
guardia ad una distanza tanto più ravvicinata quanto maggiore è il rischio di collisione3.
3 Fonte: Linee guida per la mitigazione dell’impatto delle linee elettriche sull’avifauna – Istituto Nazionale per
la Fauna Selvatica. Maggio 2008.
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Figura 7.1: Schema di spirale ed elettrodotto dotato di spirali che sovrasta il bordo di un bosco4.
7.6 Impatto sul paesaggio
”Paesaggio designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle
popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro
interrelazioni” (art.1, Convenzione Europea per il Paesaggio).
Il paesaggio del sito d’intervento risulta essere parzialmente compromesso: vi è la
presenza della linea 380 kV “Matera-Laino” a poche centinaia di metri dal sito di
ubicazione della stazione elettrica in progetto, a cui ci si collegherà con i raccordi previsti;
vi è la presenza della strada Cavonica a poche centinaia di metri e di altre infrastrutture
esistenti, come una strada asfaltata locale da cui si accederà per arrivare alla
sottostazione stessa.
4 Fonte dell’immagine: Linee guida per la mitigazione dell’impatto delle linee elettriche sull’avifauna – Istituto
Nazionale per la Fauna Selvatica. Maggio 2008.
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7.7 Impatti socio-economici
Investendo nel potenziamento della rete si riducono i rischi di congestione interzonali e si
soddisfano le richieste di connessione alla RTN formulate dagli aventi diritto, creando il
presupposto per un adeguato sviluppo energetico locale, che porta beneficio quindi non
solo agli investitori, ma anche alla popolazione locale, creando posto di lavoro e
migliorando il tenore di vita.
Nello specifico, vengono utilizzate risorse locali favorendo quindi lo sviluppo interno; si
contribuisce alla creazione di posti di lavoro locali per le attività di cantiere e si rafforza
l'approvvigionamento energetico a livello di comunità locali. L'intervento genera inoltre, per
via diretta ed indiretta (ampliamento della sottostazione e garanzia di connessione per le
centrali di produzione di energia elettrica), un flusso di reddito per i Comuni stessi che
potranno in tal caso investire le risorse derivanti dall'uso “controllato” del territorio.
In tale contesto, l'investimento nello sviluppo della rete, rende quindi possibile un
miglioramento sia del tenore di vita della popolazione che del reddito comunale.
8. Conclusioni
Si può sostenere che la realizzazione della stazione elettrica 380/150 kV di Terna a
realizzarsi in agro di Garaguso, necessaria per trasferire l’energia elettrica prodotta da
impianti di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile alla RTN, verrà realizzata
nel pieno rispetto della Normativa Vigente, in osservanza delle norme CEI, IEC,
CENELEC, ISO, UNI in vigore al momento della accettazione, con particolare attenzione a
quanto previsto in materia di compatibilità elettromagnetica, in osservanza dei vincoli
paesaggistici ed ambientali e delle disposizioni e prescrizioni delle Autorità locali, Enti ed
Amministrazioni interessate, e in osservanza delle disposizioni nazionali derivanti da leggi,
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decreti e regolamenti applicabili, con eventuali aggiornamenti, vigenti al momento della
consegna del nuovo impianto, con particolare attenzione a quanto previsto in materia
antinfortunistica.