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Resinex Trading S.r.l Milano: ph: +39.02.7201.3463/8901.3176 Torbiato: ph: +39.030.745.7245/745.3063 Via Cappuccio, 14 - 20123 Milano fax: +39.02.7201.6182 fax: +39.030.745.0162 www.resinextrad.com [email protected] [email protected] News �������www.resinextrad.com OTC Houston Stand 3301 Osea 2008 Singapore I giganti del mare Fino a 8.000 metri i test di profondità nel laboratorio Resinex di Adro (Bs) (pag. 2) Oceani sotto controllo Segnalazioni chiavi in mano per la sicurezza dei porti italiani (pag. 6) Offshore: i big del petrolio si affidano ai prodotti Resinex (pag. 8) Boe Resinex per monitorare i terremoti e gli tsunami (pag. 2) Parchi marini: alla ricerca dell’ancoraggio più sicuro e meno aggressivo (pag. 3-4-5) Dall’Africa al Sudamerica le nuove boe Resinex per grandi navi (pag. 7) Oceanology Londra - Stand 330 11 - 13 marzo 2008 5 - 8 maggio 2008 2 - 5 dicembre 2008

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Resinex Trading S.r.l Milano: ph: +39.02.7201.3463/8901.3176 Torbiato: ph: +39.030.745.7245/745.3063Via Cappuccio, 14 - 20123 Milano fax: +39.02.7201.6182 fax: +39.030.745.0162www.resinextrad.com [email protected] [email protected]

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www.resinextrad.com

OTCHoustonStand 3301

Osea 2008Singapore

I giganti del mareFino a 8.000 metri i test di profondità

nel laboratorio Resinex di Adro (Bs)

(pag. 2)

Oceani sotto controllo

Segnalazioni chiavi in mano per la sicurezza dei porti italiani

(pag. 6)

Offshore: i big del petrolio si affidano ai prodotti Resinex

(pag. 8)

Boe Resinex per monitorare i terremoti e gli tsunami (pag. 2)

Parchi marini: alla ricerca

dell’ancoraggio più sicuro e meno

aggressivo(pag. 3-4-5)

Dall’Africa al Sudamerica le nuove boe Resinex per grandi navi (pag. 7)

OceanologyLondra - Stand 33011 - 13 marzo 2008 5 - 8 maggio 2008 2 - 5 dicembre 2008

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Test fino a 8 mila metri

Un nuovo strumento è arrivato ad arricchire la già vasta dotazione di laboratorio del

Resinex Marine Research Centre di Adro. Si tratta di un’autoclave in grado di effettuare test di resistenza alla pressione fino a 800 bar, pari a una profondità di 8.000 metri sotto il livello del mare (foto sotto). La nuova autoclave si aggiunge alle altre cinque già impiegate nel laboratorio.

Sopra: il posizionamento di un sistema di monitoraggio Id Scope dotato di galleggianti Resinex in Angola. Sotto: la messa in acqua del sistema Niot nel Golfo del Bengala.

È questa la nuova frontiera della ricerca e della preven-zione a livello mondiale: il

controllo del fondo degli oceani per tenere sempre monitorate le correnti marine e i megaflussi delle acque e assicurarsi che movimenti tellurici sotterranei non provochino disastri ambientali inattesi e improvvisi. La sorveglianza e lo studio del fondo marino passano naturalmente anche attraverso la tecnologia sviluppata dalla Resinex in quasi 50 anni di attività nel campo del galleggiamen-to. Sono con marchio Resinex, infat-ti, le parti galleggianti di molte delle installazioni più avanzate sparse per il mondo in questo settore.Per restare nel Mediterraneo, basta ricordare il sistema Alenia per il controllo del bradisisma di Pozzuoli, nel golfo di Napoli, formato da una meda elastica che supporta sensori in grado di misurare i movimenti del fondo marino.Oppure la meda elastica fornita da Resinex per una profondità di 65 metri e usata dall’Università di Firen-ze, dipartimento di Scienze della terra, per gli strumenti che tengono sotto controllo dal mare l’attività del vulcano Stromboli, nelle isole Lipari.Più lontano, nel Golfo del Benga-la, galleggianti di profondità Resi-nex vengono impiegati da Envirtech nei dispositivi della classe Posei-don, messi a punto per l’istituto per le ricerche oceanografiche india-

no (Niot). Si tratta di sistemi per il segnalamento precoce dei fenomeni di tsunami, posizionati a profondità superiori ai 3 mila metri dalla nave oceanografica Sagar Kanya. Queste stazioni abissali vengono usate per la rilevazione e la misurazione degli tsunami nel nuovo sistema di allar-me dell’Oceano Indiano.Anche impianti colossali come i sistemi FPSO (Floating Produc-

Allerta contro tsunami e terremotiDall’Italia all’Oriente la nuova frontiera del controllo marino

tion, Storage and Offloading) per l’estrazione del petrolio in alto mare hanno bisogno di tenere sotto costante controllo le onde. La Id Scope del principato di Monaco è specializzata in meteorologia mari-na e per i suoi sistemi di monito-raggio forniti in Angola e in Nige-ria per i campi offshore della Total, ha richiesto la sicurezza dei galleg-gianti Resinex.

Sotto da destra: un’altra fase di posizionamento del sistema Niot nel Golfo del Bengala e la meda Resinex messa in opera da Alenia a Pozzuoli.

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Soluzioni ad hoc per parchi marini

La forte domanda di turismo ecocompatibile, con l’istituzione di nuove aree marine pro-tette, ha trovato nei super affidabili prodotti

Resinex una pronta risposta alle proprie esigenze di sicurezza. In collaborazione con i gestori di parchi e con le autorità locali, la nostra società è stata tra le più attive nell’installazione di boe di perimetra-zione delle aree marine protette e di gavitelli per l’ancoraggio in tutta sicurezza dei natanti.Nell’ambito della segnalazione, già nell’autunno 2006 Resinex aveva ristrutturato le boe delle zone A delle aree marine protette del Sinis, in Sardegna, attorno alle Isole di Mal di Ventre e del Catalano.A nord di Mal di Ventre, su un basso fondale esposto alla forza del maestrale, è stata installata un’innovativa spar buoy di segnalazione, pensata proprio per resistere anche a condizioni meteo-marine molto critiche.Per la perimetrazione in mare del parco regio-nale dei Campi Flegrei, istituito a protezione di un’area vulcanica attiva tra le più importanti d’Europa a Bacoli, in Campania, gli enti preposti si sono affidati a galleggianti Resinex.E anche la riserva marina di Torre Guaceto, sul Gargano, che tutela un tratto di costa lungo sei chilometri, è stata perimetrata da boe Resinex.Resinex è la società più attiva anche nella forni-tura di boe da ormeggio per le imbarcazioni da diporto destinate sia ai parchi marini sia alle zone costiere di maggior pregio ambientale. Nel 2007, tra gli altri, è stato realizzato l’ampliamento dei campi ormeggio all’Asinara, in Sardegna. Sem-pre nell’isola, Resinex ha consegnato le sue boe di grandi dimensioni per due zone d’ormeggio a Cala di Volpe, in Costa Smeralda, destinate a ospi-tare i maxi yacht sino a cento metri di lunghezza.

Una spar buoy a Mal di Ventre

A nord dell’isola Mal di Ventre (Sardegna occ.), una spar buoy su un basso fondale.

Solo Resinex è una garanzia

Telecontrollo nel Sinis

Boa di perimetrazione a sud del Catalano con sistema per il telecontrollo a distanza.

Asinara: jumper e boe

Un ormeggio con corpo morto, jumper e boa. Installato nel parco dell’Asinara.

A Cala di Volpe le grandi barche

Cala di Volpe: galleggianti Resinex e siste-ma MarPark per barche da 25 a 100 metri.

Sardegna, speciale per maxi yacht

Campo d’ormeggio della FoxMooring a Cala di Volpe per maxi yacht.

A Capraia boe con porgi cime

Capraia: boe Resinex con uno speciale sistema porgi cime (progetto Bollani).

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Alghero: si materializza l’ancora fantasma Resinex ha organizzato il primo convegno sugli ormeggi eco-compatibili

Al problema degli ancoraggi eco-compatibi-li, diventato centrale nell’evoluzione della gestione dei parchi marini per rendere frui-

bili al pubblico, in modo super controllato, tutte le aree protette, Resinex ha dedicato un convegno dal titolo “L’ancora fantasma - Gli ormeggi ecocom-patibili nelle aree marine protette” svoltosi venerdì 9 novembre 2007 ad Alghero. Va ricordato che in Italia spesso si impiegano ancora i “corpi morti”, realizzati con la posa sul fondo marino di una serie di blocchi in calcestruzzo, più o meno grandi, col-legati con una catenaria alla quale vengono fissate le boe. Ingombrante, invasivo e, a volte, devastante per l’habitat, l’utilizzo dei corpi morti è un sistema da superare. Già, ma in che modo? Il convegno Resinex è stato l’occasione per riunire gli esperti del settore: i direttori delle aree marine protette, i produttori dei più innovativi sistemi di ancoraggio al fondale, i tecnici progettisti, gli operatori subacquei, gli imprenditori, i gestori dei campi ormeggio, i produttori di boe come Resinex e gli utenti erano tutti impazienti di raccontare le proprie esperienze ed esporre le future esigen-ze alla luce delle varie problematiche tecniche emerse sul campo. Gli intervenuti hanno concor-dato sulla necessità di un approccio sistematico, nelle indagini preliminari, alla realizzazione di un campo ormeggio. È indispensabile un esame delle caratteristiche peculiari del luogo: le condi-zioni meteomarine, le batimetrie, le problematiche legate alla flora e alla fauna presenti, la tipologia e stratigrafia del fondale (indagini geotecniche).Tutte queste informazioni, associate alle tipologie e alle dimensioni delle imbarcazioni che dovran-no utilizzare il campo ormeggio, sono elementi fondamentali per un’adeguata progettazione del-l’installazione. È anche indispensabile un’accu-rata scelta dell’abbinamento tra i diversi elementi tecnici, con un’analisi globale dell’intervento: gli ancoraggi ecocompatibili, le linee di ormeggio dotate di jumper, le boe di superficie, non possono essere che la risoluzione di specifiche problemati-che legate alle caratteristiche del luogo.Il convegno organizzato da Resinex, il primo in Italia nel suo genere, ha iniziato a dare risposta a una serie di esigenze tecniche strategiche per il futuro dell’ecoturismo.

L’ancoraggio Manta Ray

Il sistema Manta Ray è stato messo a punto dalla Marina degli Stati Uniti con la denominazione di “pile-driven plate anchors” (PDPA),

ma dopo la privatizzazione del brevetto la società Foresight products di Denver, attuale produttore, ha cambiato il nome in Manta Ray. Le ancore Manta Ray possono essere di varie dimensioni per offrire la scelta migliore in base al tipo di suolo in cui devono essere impiegate e alla trazione a cui saranno sottoposte. Tutte sono dotate di una cuspide a croce con terminale svasato ed ali laterali, anch’esse svasa-te, per favorirne la penetrazione al suolo. Nella parte posteriore dispongono di un alloggiamento cilindrico per accogliere l’utensi-le guida del martello percussore e seguirne la direzione di infis-sione. L’ancoraggio Manta Ray è inamovibile e in nessun caso, quando viene posato corretta-mente, può “arare” il fondale.

Il tassello Divemex

Il tassello a doppia espansione Divemex è stato progettato per otte-nere degli ancoraggi al fondo roccioso che garantiscano tre condi-

zioni: basso impatto ambientale, sicu-rezza e ridotti costi di messa in opera ed esercizio. È fabbricato in acciaio inox Aisi 416: la testa del tassello è sostituibile in base alle necessità. Il golfare in acciaio zincato standard, può essere rimpiazzato con un manicotto in acciaio inox, oppure con una pia-stra per ancoraggi al fondo in acciaio zincato, con un golfare in acciaio inox o altro. Rispetto al corpo morto, il tas-sello Divemex ha il vantaggio di poter essere posizionato in basso fondale, ottenendo ancoraggi più stabili e occu-pando meno spazio. Per ottenere la stessa tenuta serve un corpo morto di 6 metri cubi.

Convegno di AlgheroAree marine protette

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Alghero: si materializza l’ancora fantasma Resinex ha organizzato il primo convegno sugli ormeggi eco-compatibili

Il sistema Mark Park

Lo studio Mirelli Engineering, per la Italgest Mare e la Safebay, ha sviluppato la realizzazione di ormeggi con gavitelli a tecnologia

wireless. Tramite il raggruppa-mento d’imprese Em Sailing e Sisgen sono stati realizzati campi boa per l’ormeggio di navi da diporto con metodologie inno-vative, ma soprattutto a basso o quasi nullo impatto ambienta-le. Resinex ha poi realizzato su specifiche tecniche esclusive i gavitelli predisposti per l’elet-tronica destinata al pilotaggio e gestione del campo boe. Dopo diverse sperimentazioni si è giunti alla configurazione, gavi-tello – boa “Mar Park”, catenaria con jumper ed ancora di fondo con Manta Ray o micro pali.

L’ormeggio Eco Blue 300

Si tratta di un sistema di ormeggio a impatto ambientale zero e facil-mente rimovibile lasciando inalterato il fondale anche dopo lunghi

periodi di utilizzo. Eco Blue 300 è stato studiato per i fondali sabbiosi e fangosi del Mediterraneo e non dà problemi anche in presenza di formazioni di alghe e praterie di Posidonia. Il sistema si compone di uno speciale strumento brevettato, in acciaio inox, che viene “avvita-to” manualmente sul fondo da due soli subacquei, e dal quale fuorie-sce la parte terminale dotata di anello, per fissare la linea di ormeggio desiderata. Sulla base del tipo di fondale riscon-trato, che deve in ogni caso essere di natura sabbiosa, fan-gosa o con presenza di Posido-nia, vengono realizzate e poi installate le Eco Blue 300 nelle dimensioni ideali. Per ulti-mo viene montato lo speciale dispositivo antisvitamento.

Gli esperti intervenuti

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Convegno di AlgheroAree marine protette

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1. Giulia Ceccherelli, Università di Sassari.2. Vincenzo Pascucci, Università di Sassari.3. Roberto Neglia, giornalista di Nautica.4. Andrea Macioccu, EcoBlu300.5. Michele Mirelli, Em Sailing.6. Valerio Lombarbi, Italgest Mare.7. Alessandro Chini, consulente.8. Gianfranco Mazza, Amp Plemmirio.9. Emanuele Mollica, Amp Ciclopi.10. Vincenzo Satta, Parco La Maddalena.11. Bruno Paliaga, Amp Sinis.12. Gianfranco Russino, Amp Capo Caccia.

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Sicurezza sulle autostrade del mare

Resinex fabbrica e installa i sistemi chiavi in mano più sicuri per l’accesso guidato ai porti nonchè per la segnalazione di

secche oppure di ostacoli alla navigazione. Pro-duciamo inoltre parabordi di ogni dimensione che rendono sicuri gli ormeggi in banchina. L’esperienza di Resinex nei porti di tutto il mondo è testimoniata dalle centinaia di installa-zioni effettuate negli anni. Qualche esempio recente? In Sardegna, cinque mede elastiche Resinex dota-te di fanale e impianto fotovoltaico segnalano il canale navigabile per l’ingresso nel porto-canale di Cagliari. Si aggiungono alle tre fornite nell’au-tunno del 2005 e servono per delimitare la rotta di sicurezza per le navi che transitano nel canale.L’autorità portuale di Anzio ha acquistato una solidissima meda Resinex fissa (verde) per la segnalazione dell’ingresso nel porto laziale.Nel 2007 sono stati completamente rinnovati anche i segnalamenti (rosso e verde) che marcano l’ingresso del porto-canale di Cervia. Non solo con la manutenzione completa dei due candelabri metallici di supporto e la messa in opera dei nuovi fanali Fa250, ma anche con l’installazione di un nuovissimo nautofono direzionale (tipo Ued300) con Rivelatore automatico di nebbia (tipo Fd300) e quadro di controllo CG1000 (Pharos Marine).Quattro boe luminose di 2,5 metri di diametro, con piano focale a 4 metri, sono state messe in opera nel novembre 2007 nel canale navigabile dell’avamporto di Ravenna. Sono dotate di fanale a Led con impianto efficiente che necessita di poca manutenzione.Tre nuovi pali metallici fissi sono stati posizio-nati da Resinex nello scalo di Portoferraio, sul-l’isola d’Elba, sui tre pontili dove attraccano, da entrambi i lati, le imbarcazioni. Sono dotati di fanali binati verticali a luce fissa Led rosso/verde con batteria-tampone per ovviare a eventuali black-out della rete elettrica fissa. Sempre nei porti di Piombino e Portoferraio sono presenti i fender giganti Resinex per la sicurezza dell’at-tracco in banchina.A Venezia, la presenza di Resinex è fondamen-tale per la sicurezza della navigazione in laguna, gli interventi più recenti, nel 2007, sono stati la fornitura di nuove boe di segnalazione sull’isola di Mezzo del progetto Mose, all’ingresso della bocca di porto del Lido e per il ripristino del canale navigabile. Sono state usate grandi boe galleggianti Resinex di 2,5 metri di diametro, con fanali e impianto fotovoltaico.Poco più in là, alla bocca di porto di Malamocco, altre boe luminose Resinex (sempre con 2,5 metri di diametro) segnalano ora i lavori di consolida-mento in corso presso la conca di ingresso del canale navigabile.

Pali, mede e fanali aiutano i naviganti

Anzio

Segnalazione dell’ingresso del porto di Anzio.

Trieste

Porto di Trieste: manutenzione del faro.

Piombino

Jumbo fenders Resinex a Piombino.

Nervi

A Genova Nervi segnali a terra Resinex.

Cagliari

Mede Resinex nel porto-canale di Cagliari.

Portoferraio

Pali fissi binati rosso-verdi a Portoferraio.

Ravenna

Messa in opera all’avamporto di Ravenna.

Cervia

Fari Resinex per il porto-canale di Cervia.

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Alcune fasi della messa in mare della grande boa d’ormeggio Resinex Pem 43, installata nel novembre 2007 a Carenero, in Venezuela. Con un diametro di 4,3 metri, fornisce una spinta netta di oltre 20 tonnellate e garantisce stabilità sotto il tiro di ormeggio delle petroliere.

Resinex è leader mondiale nel campo delle grandi boe, veri e propri giganti del mare in grado di fornire spinte molto elevate

sia per rispondere alle esigenze più varie del-l’industria petrolifera sia per l’ancoraggio e il supporto delle navi. Il riconoscimento da parte dei clienti di tutto il mondo dimostra il successo di questi prodotti che hanno un’importante carat-teristica: sono basati su un sistema modulare e progettati su misura per soddisfare ogni specifica esigenza, trasportati con facilità e bassi costi sul sito di posa. Anche nel 2007 la nostra società ha progettato e costruito alcuni di questi colossi, in grado di affrontare senza problemi le più avverse e difficili condizioni meteo-marine.Una grande boa catamarano modello Resinex Pem 43, in grado di fornire una spinta netta supe-riore alle 20 tonnellate, con sistema di ormeggio con gancio a scocco e un diametro di 4,3 metri è stata installata in Venezuela (a Carenero, stato di Miranda, 250 chilometri a Est del porto di La Guaira), per essere utilizzata in un terminal della compagnia petrolifera di Stato PDVSA.In Sud Africa, nell’ambito del Moma mineral sands project, è stata invece installata un’altra boa catamarano, stesso diametro ma più piccola, con una spinta netta di 11 tonnellate. La zona mine-raria di Moma si estende per ben 58 chilometri lungo la costa e per 7 chilometri all’interno. Si calcola che possa produrre più di 750 mila tonnellate di sabbie minerali all’anno. L’im-pianto di ancoraggio ad alta stabilià delle navi cargo, fornito da Resinex alla Anchor Industries, è anche dotato di un sistema per il rilevamento e la segnalazione della presenza (Atonis della Pha-ros Marine).

Grandi idee, grandissime boeCatamarano innovative per l’ormeggio sicuro di maxinavi

Sopra, una boa Pem 43 durante un test di mon-taggio nell’impianto Resinex di Torbiato prima di essere spedita in Sud Africa: ha una spinta netta di 11 tonnellate.

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Negli impianti per l’offshore petrolifero situati in mare aperto e più in generale in tutte le installazioni per il trasferimento

e lo stoccaggio di idrocarburi, comprese le varie fasi di carico-scarico delle petroliere, gli standard di sicurezza sono il massimo e l’attenzione per l’ambiente è d’obbligo. Per questo anche i sistemi di galleggiamento vengono scelti dalle compagnie petrolifere con la massima cura e devono rispet-tare i più rigidi ed elevati criteri per garantire la sicurezza dei costosi impianti FSO (Floating, sto-rage and offloading), FPSO (Floating, production, storage and offloading) e i nuovissimi FDPSO (Floating, drilling, production, storage and offloa-ding). Tra i clienti di Resinex ci sono naturalmente da sempre le principali compagnie attive nel set-tore degli idrocarburi. Una fornitura importante è quella effettuata da Resinex per la società tunisina Pireco, alla quale la nostra azienda ha consegna-to l’intero sistema delle segnalazioni marittime (Pharos Marine) per la piattaforma El Bibane

situata al largo delle coste dello Stato nordafri-cano. Si tratta di cinque fanali che riproducono la lettera Morse “U” (++-) e di un nautifono che ripete lo stesso segnale con il sonoro. Il tutto con-trollato da un quadro di comando centralizzato.La segnaletica, luminosa ed acustica, è del tipo studiato e testato per l’impiego nelle zone perico-lose dove si estraggono gli idrocarburi. Si tratta di materiale resistente alle alte temperature e fun-zionante in modo completamente automatizzato sia per gli impianti principali sia per quelli di riserva. Il tutto in base alla normativa Imo e alle raccomandazioni Aism-Iala.Sempre nel campo petrolifero, 50 galleggianti Resinex modello tie-in (studiati apposta con un incavo per il sostegno delle tubazioni e testati per l’impiego fino a 150 metri di profondità), e 40 arrow per il taglio a distanza dei cavi sono stati consegnati a Saipem per il progetto egiziano Denise. Si tratta della posa di una condotta da 32 pollici per collegare l’impianto di trattamento dal

gas di El-Gamil con una piattaforma situata nel giacimento gas Denise Pliocene, circa 60 chilo-metri al largo della costa egiziana a una profon-dità d’acqua di circa 85 metri.La Sonlis, società della logistica di Sonangol, la compagnia petrolifera di Stato dell’Angola, e la Sbm Imodco hanno acquistato da Resinex altre boe elastiche di supporto destinate agli impianti africani.Anche la società Sonsub del gruppo Saipem, spe-cializzata in esplorazioni marittime e proprietaria di navi e di ROV (Remotely Operated Vehicles) usa prodotti Resinex per i sistemi di galleggiamen-to della sua macchina per il taglio dei tubi impiega-ta in profondità e senza equipaggio (DWCM). Ma Resinex non fornisce solo boe in materiale pla-stico: per i clienti abituati a prodotti più tradiziona-li vengono fabbricati anche grandi galleggianti in acciaio, come quello che la Chevron ha inviato in un proprio impianto africano, in grado di assicura-re 15 tonnellate di spinta netta.

Il boom dell’offshore petroliferoC’è Resinex dove non bisogna

commettere errori

Negli impianti per la produzione petrolifera in alto mare i sistemi galleggianti sono Resinex. A destra: boe tie-in per il progetto egiziano Denise (Saipem).

Da sinistra a destra: una grande boa in acciaio Resinex per Chevron, il ROV per il taglio a distanza dei tubi di Sonsub, tubi resi galleggianti per Manuli.

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