MODULO CENSITORE

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INDICE GENERALE INDICE LEZIONE Capriolo Capreolus capreolus MODULO CENSITORE

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MODULO CENSITORE. Capriolo Capreolus capreolus. Capriolo. Sistematica e distribuzione. Sistematica. Distribuzione. Nel mondo. In Europa. Europa Asia minore Iran Palestina Iraq. - PowerPoint PPT Presentation

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INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

Capriolo Capreolus capreolus

MODULO CENSITORE

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INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

Sistematica e distribuzione

Capriolo

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INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

Sistematica

Classe Mammiferi

Ordine Artiodattili

Famiglia Cervidi

Sottofamiglia Odocoileini

Genere Capreolus

Specie Capreolus capreolus

   

Sottospecie italiane Capreolus capreolus capreolusCapreolus capreolus italicus

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INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

Distribuzione

Europa

Asia minore

Iran

Palestina

Iraq

Nel mondo

Nella porzione centro-orientale

dell’Asia il capriolo è sostituito da

una specie affine, ma di maggiori

dimensioni: il capriolo siberiano

(C. pygargus)

N.B.

Specie ad ampia distribuzione, in

Europa risulta assente solamente in

Islanda, Irlanda, nelle isole del

Mediterraneo e nella porzione più

settentrionale della penisola

scandinava

In Europa

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Distribuzione

Il capriolo è distribuito con continuità

sull’arco alpino e sull’Appennino

centro-settentrionale

Nella porzione centro-meridionale

sono presenti popolazioni isolate

Si ritiene che i nuclei di

Castelporziano (Roma), della

Foresta Umbra (FG) e dei Monti di

Orsomarso (CZ) appartengano ad

una sottospecie autoctona

(C. c. italicus)FontePedrotti L., Dupré E., Preatoni D. & Toso S., 2001Banca Dati Ungulati. Biol. Cons. Fauna 109

In Italia

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Distribuzione

In Emilia-Romagna

In regione, l’areale del capriolo interessa tutto il comprensorio collinare e

montano, con un’interruzione di continuità tra Parmense e Piacentino

FonteRegione Emilia-Romagna, 1998Carta delle vocazioni faunistiche

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Morfologia

Capriolo

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Aspetto generale

GHIANDOLA METATARSALE

PALCHIO

TROFEO

CAPEZZOLI(4, non visibili a distanza)

FEMMINAMASCHIO

PENNELLO

ANELLONASALE

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Aspetto generale

• Dimensioni medio-piccole

• Treno posteriore più alto

dell’anteriore(morfologia da saltatore)

• Trofeo di media grandezza

MASCHIO ADULTO

LETTERATURA

Dati medi Provincia di MODENA e REGGIO E.

PESO PIENO (kg) 21 - 28 /

PESO VUOTO (kg) 75% circa del peso pieno

21 (n=160)

ALTEZZA GARRESE (cm) 70 - 77 72(n=20)

LUNGHEZZA TOTALE (cm) 115117

(n=20)

LUNGHEZZA STANGA (cm) 18 - 30 20(n=320)

Principali dati biometrici

FEMMINA ADULTA

LETTERATURA

Dati medi Provincia di MODENA e REGGIO E.

PESO PIENO (kg) 20 – 23 /

PESO VUOTO (kg) 75% circadel peso pieno

19 (n=36)

ALTEZZA GARRESE (cm) 60 - 70 72(n=50)

LUNGHEZZA TOTALE (cm) 105111

(n=20)

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Mantello

Mantello estivo Mantello invernale

• Colore rossiccio

• Specchio anale poco evidente di tonalità

leggermente più chiara rispetto al resto

del corpo

• Colore grigio-bruno

• Specchio anale bianco molto visibile e di

conformazione diversa nei due sessi

• Presenti macchie golari di colore bianco

Mantello dei piccoli

Pomellato, fino a 2 mesi d’età circa

Aberrazioni cromatiche

Sono noti esemplari bianchi e/o albini

Caratteri generali

Page 11: MODULO CENSITORE

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Mantello

La pomellatura del piccolo

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Mantello

Mantello e specchio anale in inverno

FEMMINAMASCHIO

MACCHIA GOLARE

FALSACODA

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Mantello

Testa e collo

Zampe

Fianchi

I primi a mutare sono i giovani; seguono gli adulti

e per ultimi gli anziani, insieme a femmine

gravide o in lattazione

Muta estiva APRILE – GIUGNO

Muta invernale SETTEMBRE - NOVEMBRE

Tempi di muta Sequenza di muta

Periodi di muta

Le mute

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Ghiandole cutanee

Facciali

Esclusive del maschio,

sono attive in

primavera-estate

Funzione: marcatura

del territorio

Metatarsali

Interdigitali posteriori

Presenti in entrambi i

sessi

Funzione: richiamo

sessuale

Presenti in entrambi i

sessi

Funzione:

riconoscimento

intraspecifico e, nel

maschio, marcatura

del territorio

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Palco

ROSA

OCULARE

VERTICE

STOCCO

PERLE

VELLUTO

La pulitura del trofeo

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Ciclo dei palchi

Sviluppo del primo palco

All’età di 3 mesi circa

(luglio-agosto)

compaiono gli steli che “stirano” la

pelle del cranio

All’età di 8-9 mesi circa

(dicembre-gennaio)

termina l’accrescimento del I° palco

costituito da piccole protuberanze

dette “bottoni”. Esso viene pulito e

gettato a distanza di un breve lasso

di tempo

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Ciclo dei palchi

Sviluppo del secondo palco

A 11-12 mesi circa d’età(aprile-maggio)

viene “fregato” il secondo trofeo che si può presentare:

• puntuto

• forcuto

• palcuto (raro)

Raggiunti i 19-20 mesi circa d’età (novembre-dicembre), avviene la

caduta del secondo palco

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Ciclo dei palchi

Gli individui di età avanzata puliscono e perdono i palchi prima dei giovani

Caduta(ottobre-metà novembre)

Palchiin velluto

Palchipuliti

Pulitura(febbraio-aprile)

Tempi di pulitura e caduta

A partire dal terzo trofeo

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Anomalie irreversibili dei palchi

È una deformazione causata dal danneggiamento dei testicoli

Provoca la morte dell’animale

“Parrucca”

Causa la crescita in posizione anomala della stanga interessata

Di norma non è fatale per l’animale

Frattura scomposta dello stelo

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Classi d’età

Capriolo

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INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

Classi d’età

Maschi Femmine

Classe 0 Piccoli(nati nell’anno)

Classe 0 Piccoli(nate nell’anno)

Classe 1 Giovani(nati l’anno precedente)

Classe 1 Giovani(nate l’anno precedente)

Classe 2 Adulti(da 2 anni in poi)

Classe 2 Adulte(da 2 anni in poi)

• Nei confronti dei soggetti di classe 0, per convenzione, non si opera distinzione di sesso

• Le Province di Modena e Reggio Emilia prevedono, limitatamente al prelievo,

l’accorpamento delle classi femminili 1 e 2

N.B.

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INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

Riconoscimento delle classi d’età

MaschiClasse 1 Classe 2

Periodo dei censimenti

Stanghe in velluto

Mantello invernale con tracce di muta anche evidenti

Stanghe spesso pulite

Mantello invernale

Possibili tracce di muta

Page 23: MODULO CENSITORE

INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

Riconoscimento delle classi d’età

FemmineClasse 1 (sottili) Classe 2

Periodo dei censimenti

Differenza di taglia

scarsamente apprezzabile

Falsa coda visibile in entrambe

Mantello invernale con tracce di muta anche evidenti

Mantello invernale

Possibili tracce di muta

Page 24: MODULO CENSITORE

INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

Riconoscimento delle classi d’età

MaschiClasse 1 Classe 2

Periodo venatorio

Pennello visibile

Mantello estivo

Aspetto esile

Aspetto “massiccio”

Palchi lunghi circa come le

orecchie

Palchi di norma più lunghi delle

orecchie

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INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

Riconoscimento delle classi d’età

Femmine e piccoliClasse 0 Classe 1 o 2

Periodo venatorio

Fisionomia “infantile” del

cranio

Differenza di taglia

apprezzabile

Mantello invernale

Le femmine di classe 1 per dimensioni e struttura sono sostanzialmente identiche a quelle di classe 2

N.B.

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BiologiaEco-etologia

Capriolo

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Habitat

Specie caratteristica delle fasce

ecotonali (zone di transizione tra

ecosistemi differenti)

Predilige le situazioni in cui le

aree boschive e/o fittamente

cespugliate si alternano ad aree

aperte (prati/coltivi)

Dal livello del mareall’alta montagna

Range altitudinale

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Habitat

Grazie alla plasticità ecologica che lo contraddistingue, il capriolo è in grado di

colonizzare anche:

• faggete (sino a quote superiori a 1000 m s.l.m.)

• boschi misti (faggio, abete bianco, abete rosso)

• boschi a predominanza di conifere con scarso sottobosco

• pioppeti e fasce golenali

• ambienti agricoli con elementi naturali in tracce (siepi, filari, incolti)

• ambienti agricoli puri

Altri ambienti frequentati

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Alimentazione

Erbivoro ruminante, si comporta da

brucatore selettivo

Il rumine di modeste dimensioni

impone a questo cervide la scelta

di alimenti ad elevata

concentrazione proteica

(gemme, apici fogliari)

Preferenze alimentari

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Alimentazione

Esempi di vegetali consumati dal capriolo

Vegetali arborei Vegetali arbustivi Vegetali erbacei

Abete bianco

Frassino

Acero campestre

Faggio

Tiglio

Olmo

Ciliegio

Quercia

Sambuco nero

Sambuco rosso

Rovo

Mirtillo

Rosa canina

Biancospino

Prugnolo

Sanguinello

Trifoglio

Erba medica

Fagiolo

Avena

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Ciclo vitale e biologia riproduttiva

Maschio Femmina

Maturità sessualeFisiologica 1 anno

Sociale 2 – 3 anni 1-2 anni

Apice dello sviluppo corporeo 4 anni 3 anni

Durata della gestazione 280 - 290 giorni

Ciclo estrale 1 solo ciclo estrale annuale

Numero di nati 1 (primipare) - 2; rari parti trigemini

Peso alla nascita 0,9 - 1,6 kg

Durata dello svezzamentoCirca 2 mesi,

in seguito poppate con funzione sociale

Longevità 8 - 10 anni

Page 32: MODULO CENSITORE

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Gravidanza

Il capriolo si caratterizza per uno sviluppo embrionale molto particolare, unico tra

gli Artiodattili. Si distinguono infatti:

• una pre-gravidanza, che interessa i 4 mesi e ½ - 5 successivi

all’accoppiamento durante i quali l’ovulo fecondato, dopo una prima

differenziazione cellulare, interrompe il proprio sviluppo (diapausa

embrionale)

• una gravidanza vera e propria a partire da dicembre-gennaio. Essa dura

all’incirca 5 mesi durante i quali si verificano l’impianto dell’embrione

nell’utero ed il successivo sviluppo del feto

Le due fasi complessivamente hanno una durata di 9 mesi e ½ - 10 mesi

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Struttura di popolazione

Lo “stato di salute” di una

popolazione è valutabile a partire

da alcuni parametri demografici,

in particolare

Sex ratio

Il rapporto tra i sessi (PS) in condizioni ottimali deve tendere alla parità, con una leggera prevalenza di femmine (1 : 1,3)

Rapportogiovani/femmine adulte

Da valutare dopo l’inverno e mettere a confronto negli anni

In condizioni ottimali deve essere a vantaggio dei giovani

Tasso di natalità

Il numero di piccoli per femmina (da

valutare a fine estate e mettere a

confronto negli anni) in condizioni ottimali

deve essere a vantaggio dei piccoli

Page 34: MODULO CENSITORE

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Struttura di popolazione

Le operazioni annuali di censimento permettono di estrapolare i valori della sex

ratio e del rapporto giovani/femmine adulte e quindi di fare alcune valutazioni

circa lo stato di salute della popolazione

Anno 2002

Provincia di Modena Provincia di Reggio Emilia

Sex ratio (M/F) = 0,91 Sex ratio (M/F) = 0,89

Giovani /femmine adulte = 1,17 Giovani/femmine adulte = 1,27

M118%

F120%

F232%

M230%

M120%

F121%

F231%

M228%

Esempi

Page 35: MODULO CENSITORE

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Dinamica di popolazione

Fattori limitanti di origine naturale

Fattori climatici

In Appennino, i casi di mortalità associati a nevicate abbondanti o

rigore climatico sono scarsi. La cosa è sostanzialmente diversa in

altre parti d'Italia (sulle Alpi ad esempio)

Predazione

Lupo: su tutte le classi sociali

Cinghiale, volpe, aquila reale: sui piccoli

Ove presenti, anche lince e orso

Patologie

Tranne isolate eccezioni (di solito riconducibili ad altre concause),

non costituiscono un fattore di mortalità in grado di compromettere lo

status della specie

Fattori limitanti

Page 36: MODULO CENSITORE

INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

Dinamica di popolazione

Fattori limitanti

Fattori limitanti di origine antropica

Bracconaggio

È un fattore di mortalità non trascurabile. Numerosi sono i casi di

esemplari colpiti con proiettili a pallini, probabilmente durante

l’esercizio di altre cacce. Rilevante anche il numero di capi rinvenuti

nei lacci

Randagismocanino

Una vera piaga. Localmente pare essere la principale causa delle

difficoltà di colonizzazione ed insediamento stabile della specie

Meccanizzazione agricola

Numerosi casi registrati ogni anno sembrano indicare le operazioni di

sfalcio dei foraggi tra le cause di mortalità più impattanti a carico dei

piccoli

Page 37: MODULO CENSITORE

INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

Dinamica di popolazione

Fattori limitanti

Fattori limitanti di origine antropica

Incidenti con automezzi

Rappresentano un fattore di mortalità non trascurabile, che interessa

in modo particolare i maschi in dispersione e quelli coinvolti nelle

dispute territoriali

Investimenti stradali di caprioli

Provincia di Modenaanni 2000 - 2001

Provincia di Reggio Emiliaanno 2001

N = 135 N = 85

Maschi77%

Femmine23%

Maschi73%

Femmine27%

Esempi

Page 38: MODULO CENSITORE

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Dinamica di popolazione

Competizione interspecifica

CervoLa compresenza di consistenti popolazioni di cervo limita la crescita

numerica del capriolo

Daino

Questo cervide alloctono è spesso ritenuto responsabile di

interazioni competitive con il capriolo. Localmente tuttavia il

fenomeno non si manifesta in modo chiaro

Cinghiale

È ipotizzata una competizione di tipo spaziale tra questi due ungulati

ed il capriolo. In particolare quando essi raggiungono densità elevateMuflone

Fattori limitanti

Page 39: MODULO CENSITORE

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Dinamica di popolazione

Incremento Utile Annuo

I.U.A. in ambienti appenninici

(popolazioni soggette a gestione venatoria)

Esempi

In popolazioni in fase di

accrescimento

(che non hanno raggiunto la capacità

portante dell’ambiente)

I.U.A. = 30 – 50%

della consistenza pre-riproduttiva

Provincia di Modena

IUA(media anni 2000-2002)

13,7 %

Mortalità venatoria(s.v. 2001-2002)

6,2 %

Provincia di Reggio Emilia

IUA(media anni 2000-2002)

15 %

Mortalità venatoria(s.v. 2001-2002)

15 %

Page 40: MODULO CENSITORE

INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

Socialità

L’unità sociale di base è

rappresentata

dalla femmina adulta e dai piccoli

dell’anno

I maschi adulti sono solitari e

territoriali. Possono tuttavia

aggregarsi, durante l’inverno, a

gruppi di femmine e piccoli

I “mezzi” di comunicazione sociale più

importanti sono l’olfatto e l’udito

È infatti soprattutto ricorrendo a questi

sensi che:

• si esplica il comportamento di

marcatura

• i maschi adulti riconoscono le

femmine in estro

• avvengono il riconoscimento ed il

contatto madre-figli

• gli individui di un gruppo sociale si

mantengono in contatto tra loro

Comunicazione

Page 41: MODULO CENSITORE

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Etologia

Ritmi circannuali

MASCHI FEMMINE

Fase del raggruppamento GENNAIO Fase del raggruppamento

Fasi gerarchica e territoriale

FEBBRAIO

Scioglimento del gruppo familiare e parti

MARZO

APRILE

MAGGIO

GIUGNO

AccoppiamentiLUGLIO

AccoppiamentiAGOSTO

Fase indifferenteSETTEMBRE

Fase del raggruppamentoOTTOBRE

Fase del raggruppamentoNOVEMBRE

DICEMBRE

Page 42: MODULO CENSITORE

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Etologia

Fase gerarchica

Coincide con il completamento del trofeo (febbraio-aprile). L’aumento

della concentrazione ematica di testosterone induce comportamenti

“rituali” volti all’affermazione del rango sociale

Se gli antagonisti hanno pari prestanza fisica sovente si arriva al

“combattimento”, di norma incruento, che si conclude con la fuga dello sconfitto, inseguito dal vincitore anche per lunghi tratti

Durante la fase gerarchica si verifica la dispersione maschile, che interessa in particolare

i giovani (classe 1), attivamente scacciati dai maschi dominanti

La dispersione

AB

Combattimento

Comportamento di imposizione (A) a cui corrisponde sottomissione (B)

Page 43: MODULO CENSITORE

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Etologia

Fase territoriale

Comportamento stagionale tipico dei maschi adulti

Segue la fase gerarchica ed include il periodo degli accoppiamenti

Si esplica con la detenzione di un territorio che diventa di uso esclusivo da parte

di un solo individuo, il quale marca attivamente l’area che difende

Di norma, il territorio del capriolo maschio ha un’estensione di 5 – 30 ha

Il territorio

Page 44: MODULO CENSITORE

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Etologia

La marcatura del territorio

Si distinguono tre tipi di marcature:

• visive:

• fregoni

• raspate con zampe anteriori

• olfattive:

• raspate con zampe posteriori

• sfregamento delle ghiandole del capo

• urina

• acustiche:

• abbaio

“Raspata”

Marcatura tramite ghiandole del capo

Page 45: MODULO CENSITORE

INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

Etologia

I parti e la fase parentale

In maggio-giugno le femmine adulte si isolano, abbandonando la prole

dell’anno precedente, per partorire. Di norma sono selezionate aree con

vegetazione bassa ai margini del bosco: spesso prati e medicai

Nelle prime settimane i piccoli restano acquattati nell’erba per sfuggire ai

predatori (pronazione). La madre li raggiunge solo per allattarli. In questa fase si ha l’imprinting

In seguito (in particolare a partire dal termine del periodo degli

accoppiamenti), essi seguono attivamente la madre e la reazione di pronazione è sostituita dalla fuga

L’allattamento

Reazione di pronazione e criptismo dei piccoli

Page 46: MODULO CENSITORE

INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

Etologia

Il periodo degli accoppiamenti

Tra luglio ed agosto le femmine abbandonano temporaneamente i

piccoli per accoppiarsi

Il rituale di corteggiamento consiste in un lungo inseguimento da parte

del maschio territoriale, che culmina con la copulazione. Poco dopo i due si dividono: il maschio, di abitudini poliginiche, ricerca

una nuova compagna; la femmina ritorna ad occuparsi della prole

Se la femmina è al suo primo accoppiamento e perciò priva di

piccoli, il legame della coppia può protrarsi sino all’inizio della fase

gerarchica

L’inseguimento

Accettazione del maschio da parte della femmina

Page 47: MODULO CENSITORE

INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

Etologia

Si tratta di un comportamento

stagionale tipico dei maschi adulti

che al termine del periodo degli

accoppiamenti abbandonano

l’atteggiamento territoriale e si

dedicano per la maggior parte del

tempo a nutrirsi per recuperare il

peso perduto durante il periodo degli

amori (15-20% del peso totale)

Questa fase si protrae sino

all’autunno inoltrato (ottobre)

Fase indifferente

All’unità sociale di base,

rappresentata dalla femmina adulta e

dai piccoli dell’anno, nell’autunno e

per tutto l’inverno, possono unirsi la

figlia nata l’anno precedente ed il

maschio adulto detentore del

territorio

In ambienti con scarsa copertura

vegetale (es. aree agricole) si

possono formare assembramenti

invernali di numerosi soggetti: molto

probabilmente si tratta di una

strategia anti-predatoria adottata in

risposta alle condizioni ambientali

Fase del raggruppamento

Page 48: MODULO CENSITORE

INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

Etologia

L’assembramento invernale

Page 49: MODULO CENSITORE

INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

Segni di presenza

Capriolo

Page 50: MODULO CENSITORE

INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

Fregoni

Sono provocati dall’azione meccanica

di sfregamento dei palchi che i maschi

compiono:

• per pulirsi dal velluto

• come sfogo della tensione

• durante l’azione di

marcatura

Di solito interessano piante legnose

(spesso ginepri) con diametro non

superiore a 2-3 cm

Page 51: MODULO CENSITORE

INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

Impronte

Ben riconoscibili grazie a forma e

dimensioni (cm 3,5 x 2,5 circa)

Su terreno favorevole (fango, neve)

sono spesso visibili anche gli speroni

Page 52: MODULO CENSITORE

INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

Escrementi

Sovente ben riconoscibili grazie alle

dimensioni (1,4 x 0,8 cm circa) ed alla

forma (a volte presentano una piccola

protuberanza ad una estremità)

PROTUBERANZA

Page 53: MODULO CENSITORE

INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

Vocazionalità ed interazioni con le attività economiche

Capriolo

Page 54: MODULO CENSITORE

INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

La Carta delle Vocazioni Faunistiche

Vocazionalità biotica ed agro-forestale a confronto

Vocazionalità del territorio regionale per il capriolosecondo la Carta delle Vocazioni Faunistiche

Gradodi vocazione

Densitàdi riferimento

(capi/km2)

Superficie“biotica”

Superfice“agro-forestale”

Nullo 0 54 % 54 %

Basso 8 - 10 32 % 37 %

Medio 12 - 15 12 % 8 %

Alto 17 - 20 2 % 1%

Essendo il capriolo una specie a basso impatto nei confronti delle attività di tipo

agricolo e forestale, non si osserva un vistoso scollamento tra la situazione

potenziale (biotica) e quella reale (agroforestale)

Page 55: MODULO CENSITORE

INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

Cartografia tematica

m

VOCAZIONE BIOTICA

VOCAZIONE AGROFORESTALE

FonteRegione Emilia-Romagna, 1998Carta delle vocazioni faunistiche

Page 56: MODULO CENSITORE

INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

Danni

Esempi di entità ed incidenza dei danni

Provincia di Modena

1998 1999 2000

Somme liquidate

(€)

Incidenza(%)

Somme liquidate

(€)

Incidenza(%)

Somme liquidate

(€)

Incidenza(%)

Altre specie 259.238 100 330.474 99,8 317.180 99,3

Capriolo 0 0 620 0,2 2.363 0,7

Totali 259.238 100 331.094 100 319.543 100

Provincia di Reggio Emilia

1998 1999 2000

Somme liquidate

(€)

Incidenza(%)

Somme liquidate

(€)

Incidenza(%)

Somme liquidate

(€)

Incidenza(%)

Altre specie 170.482 99,1 252.134 98,8 184.323 98,6

Capriolo 1.498 0,9 3.099 1,2 2.634 1,4

Totali 171.980 100 255.233 100 186.957 100

Page 57: MODULO CENSITORE

INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

Danni

Tipologie di danno

I danni causati dal capriolo interessano preminentemente le colture legnose e

semilegnose, in particolare i frutteti di nuovo impianto

Sono inoltre noti casi di intenso pascolo delle colture da foraggio

Per quanto attiene la tipologia, la casistica è ridotta a:

• brucatura degli apici fogliari per scopi alimentari

• scortecciamento delle giovani piantine per fregamento dei palchi

• pascolo dei medicai e prati da sfalcio

Page 58: MODULO CENSITORE

INDICE GENERALE INDICE LEZIONE

Fine

Capriolo

Fotografie