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2016-10-24 1 Leadership emozionale Formare le emozioni per diventare eccelenti. Dott.ssa Agata Rakfalska Cervia, 17 – 21 ottobre 2016 www.gruppolen.it Indice • Riparto da me – Le mie emozioni in azienda. • Leadership: i miti, le credenze, le verità. • Leaderhip e l’intelligenza emotiva. Come gestire le emozioni in azienda? • 10 mosse per diventare un leader emotionale • Il decalogo del leader efficace. • La mia Personal Mission Statement come Leader

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Leadership emozionaleFormare le emozioni per diventare eccelenti.

Dott.ssa Agata Rakfalska

Cervia, 17 – 21 ottobre 2016

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Indice • Riparto da me – Le mie emozioni in azienda.

• Leadership: i miti, le credenze, le verità.

• Leaderhip e l’intelligenza emotiva.

• Come gestire le emozioni in azienda?

• 10 mosse per diventare un leader emotionale

• Il decalogo del leader efficace.

• La mia Personal Mission Statement come Leader

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Introduzione• Le esigenze dei professionisti sono intimamente legate a quelle della

vita sociale, perciò diventano importanti due approcci:

- Apprendimento per tutto l’arco della vita.

- Ha come scopo di modificare o sostituire competenze e visioni no più adeguate rispetto ai nuovi bisogni sia in campo professionale che personale.

- Abilità cognitive, emotive e relazionali, che consentono alle persone di operare con competenza sia sul piano individuale che su quello collettivo.

LifeLong Learning

LifeSkills

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Riparto da me – le mie emozioni in azienda.

„Le regole del lavoro stanno cambiando. Oggi siamo giudicati secondo un nuovo criterio: non solo in base a quanto siamo intelligenti, preparati ed esperti, ma anche prendendo in considerazione il nostro modo di comportarci verso noi stessi e di trattare con gli altri.Questo nuovo metro viene applicato sempre più spesso quando si deve scegliere chi assumere e chi no, chi licenziare e chi riconfermare, chi scavalcare e chi promuovere.”

„Lavorare con intelligenza emotiva” – Daniel Goleman

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Riparto da me – le mie emozioni in azienda.

„Competenze tecniche e razionalità non sono più sufficienti. Un dirigente valido, oggi, deve essere in grado di saper gestire l'emotività all'interno della sua organizzazione.”

„Il manager emozionale. La gestione eccellente delle emozioni nei luoghi di lavoro”

(Franco Angeli 2015), Roberto Tassan

Capacità di gestire le emozioni

precede

la capacità di gestire le persone.

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Emozioni in azienda

•PAURA•RABBIA•PIACERE•DOLORE

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Cosa sono le emozioni?

Come le emozioni si manifestano in te?

Come gestisci le emozioni (lo stress)

sul posto di lavoro?

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•Che cos’è un’ emozione?

Un sentimento e un pensiero, le condizioni psicologiche

e biologiche che lo contraddistinguono, nonchè una

serie di propensioni ad agire.

D. Goleman

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Dirigente emotivo

Ricordi l’ultima volta in cui ti sei arrabbiato leggendo una mail?

Come la rabbia si è manifestata in te? Come hai reagito?

E la paura??

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Leadership – i miti, le credenze, le verità.

“La Leadership è la capacità di un individuo di influenzare il comportamento degli altri,

in un periodo di tempo limitato”.

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Leadership

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Come diventare leader

secondo D. Goleman?

5 caratteristiche di un leader:

La leadership è la capacità di influenzare la gente, e aiutarla a

lavorare meglio per raggiungere uno scopo finale in comune.

Consapevolezza di sé stessiAutogestione

(self management)

Motivazione Empatia Abilita sociali

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•Consapevolezza emotiva: Riconoscimento delle proprie emozioni e del loro effetti

• Conoscenza dei propri punti di forza e dei propri limiti

• Fiducia in se stessi: sicurezza nel proprio valore e nelle proprie capacità

Consapevolezza

di sé stessi

•Impulso a miglioraer o a soddisfare uno standard di eccellenza

•Impegno: adeguamento agli obiettivi del gruppo o dell’organizzazione

• Iniziativa: prontezza nel cogliere le occasioni

• Ottimismo: costanza nel perseguire gli obiettivi nonostante ostacoli e insuccessi

Autogestione

(Self- managent)

• Percezione dei sentimenti e delle prospettive altrui; interesse attivo per le preoccupazioni degli altri.

• Anticipazione, riconoscimento e soddisfazione delle esigenze del cliente

• Promozione dello sciluppo altrui: capacità di mettere in risalto e potenziare abilità altrui

• Sfruttamento delle diversità offerte dalle personedi diverso tipo

•Consapevolezza politica: saper leggere e interpretare le correnti emotive e i rapporti di potere in un gruppo

Motivazione

Empatia

Abilità sociali

• Autocontrollo: dominio delle emozioni e degli impulsi distruttivi

• Fidatezza: mantenimento di standard di onestà e integrità

• Coscienziosità: assunsione delle responsabilità per quanto attiene alla propria prestazione

• Flessibilità nel gestire il cambiamento

• Capacità di sentirsi a proprio agio e di avere un atteggiamento aperto di fronte a idee, informazioni nuovi

• Influenza: impiego di tattiche di persuasione efficienti

• Comunicazione: invio di messaggi chiari e convincenti

•Leadership: capaciltà di ispirare e guidare gruppi e persone

•Capacità di iniziare e dirigere il cambiamento// gestione del conflitto // Costruzione di legami // Lavoro in team

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Leader emotivamente intelligente

Consapevolezza di sé stessi

Auto controllo

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Come gestire le emozioni in azienda?

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Come gestire le emozioni in azienda?

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Debriefing

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Visione

• Leader deve sapere guardare in prospettiva, oltre i limiti del “tattico” e l’apparenza del convenzionale. Deve saper ascoltare le sue emozioni e le sue sensazioni, interpretandole nel tempo presente a fronte della realtà di ogni giorno, per poter delineare teatri e obiettivi da raggiungere. Deve cioè percepire e capire la situazione del team e del mercato, decodificarne i sogni e i bisogni, e agire di conseguenza.

Credibilità

• Sia tecnica, che morale ed etica. Il vero Leader deve conoscere a fondo il proprio lavoro, deve essere aggiornato e attento ai cambiamenti, interni ed esterni, man mano che questi avvengono. Deve anche essere trasparente e chiaro nei suoi pensieri e nelle azioni, mai irriverente o inattendibile.

Coerenza

• l leader deve saper fare ciò che afferma, e in questo deve essere d’esempio per tutti gli altri. Può essere un compito pesante edifficile talvolta, ma la solidità e fermezza nel comportamento è una leva efficacissima che può essere utilizzata nella Leadership.

Apertura

• Nel senso di disponibilità assoluta all’ascolto e al confronto schietto e autentico. Il Follower deve sentirsi ascoltato e assistito in ogni momento. Anche, se possibile, fuori dall’orario di lavoro. Il leader deve saper delegare, deve motivare, deve far “crescere” i propri collaboratori. Questo “dare” è, per il leader, un investimento strategico nella sua opera di Leadership per il raggiungimento degli obiettivi comuni.

Onestà

• Intellettuale e materiale. Insieme all’apertura nei confronti del Follower, l’onestà è un pilastro fondamentale che genera sinergia e forza di reazione, soprattutto nei momenti di crisi o di stress. La Leadership non ha paura di ammettere la propria fallibilità cosi come di accettare una idea o soluzione che viene dal Team. Al contrario di quanto si pensi, dichiarare o accettare la segnalazione di un proprio errore o accogliere e implementare una proposta da parte dei Follower è un segno di gran forza e di coraggio, elementi che rafforzano la Leadership anziché minarla.

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Attenzione

• Attenzione nei confronti di quanti richiedano, sia direttamente che “tacitamente”, il nostro supporto ed aiuto. Può anche essereattiva e offerta spontaneamente. Questo rafforza enormemente il legame che tiene unito il Team e fornisce ulteriori strumenti diautorevolezza alla Leadership interna

Positività

• La Leadership deve essere percepita sempre come all’altezza della situazione, anche e soprattutto nelle crisi profonde e di difficile superamento. Anche il linguaggio corporeo deve saper trasmettere forza e fiducia, consolidando e irrobustendo il Team dall’interno.

Concretezza

• Realismo. La politica deve rimanere fuori dal lavoro del Team. I rapporti interni devono rimanere il più possibile chiari, diretti, aperti e collaborativi, guidati dal senso pratico e dal buon senso comune.

Flessibilità

• La leadership non è un abito da indossare per ogni occasione. Deve adattarsi, con la giusta velocità e tempistica, alla situazione e alle esigenze interne ed esterne. In questo, la variabile del tempo a disposizione gioca una parte essenziale, condizionando il passaggio dal tipo di Leadership “Democratica” a quella più “Autoritaria e Diretta”, forse per alcuni più sgradevole ma necessaria in quei momenti in la velocità di azione o reazione diventa essenziale.

Comunicazione

• Il Leader deve saper comunicare internamente e “vendere” il prodotto del proprio team all’esterno. Questo è un capitolo importante, che richiede un’analisi e una trattazione a se stante.

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Che cosa fa il dirigente eccellente per

migliorare la qualità delle relazioni? � Segnala ciò che non va senza troppa severità e non contesta mai la

persona, ma solo il comportamento: se l’errore è dovuto a scarsa competenza ma nota nel collaboratore buona volontà, programma interventi formativi.

� Incoraggia a trasformare critiche e lamentele in proposte costruttive, che abbassano il livello di frustrazione dei collaboratori.

� Controlla le proprie emozioni nella lotta incessante tra neocorteccia (funzioni logico-razionali) e amigdala (memoria emotiva ed emozioni). La moderazione è sempre auspicabile, con argomentazioni corrette e non contestabili, per trarne autorevolezza e credibilità.

� Fa un’autodiagnosi periodica di competenze e professionalità sia tecnica sia comportamentale. L’essere umano progredisce o regredisce, per cui è richiesto un continuo miglioramento professionale, culturale, emozionale.

� Assegna traguardi sfidanti, ma raggiungibili. Imporre obiettivi chiaramente irraggiungibili crea frustrazione e troppa severità al riguardo fa scappare i migliori.

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� Delega i compiti esecutivi e operativi e si concentra su progettazione, innovazione e creatività. Il manager accentratore che mette il naso dappertutto non fa bene il proprio mestiere e crea malumore nei collaboratori.

� Non ricerca la perfezione, non pretende di essere sempre nel giusto, di non sbagliare mai e di avere sempre ragione: volerla ottenere a tutti i costi spesso porta a negarla agli altri, fa rifiutare le osservazioni e non fa ammettere i propri errori.

� È franco e onesto nella comunicazione e non fa sorgere dubbi infondati, che sono la prima causa di un clima aziendale sgradevole. Se invece timori e incertezze sono fondati, li espone con chiarezza e sincerità in modo che sia più facile affrontarli.

� È attento al proprio benessere psicofisico e a quello dei suoi collaboratori, che non sottopone a un numero di ore di lavoro eccessive se non nelle emergenze. È ha conoscenza, infatti, che il pericolo di stress e burn out è sempre presente e che ogni risorsa deve avere una vita personale con affetti, amicizie e attività culturali che la completino come individuo e come lavoratore.

� Comunica bene, con un linguaggio verbale e non verbale empatico, curando anche i dettagli in sede di riunione o colloquio. Al tempo stesso, fa attenzione ai messaggi verbali, non verbali ed emotivi dei suoi collaboratori: se coglie un disagio, cerca di approfondirlo aiutandosi con domande mirate.

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La tua Personal Mission Statement come leader

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Approfondimenti

• Goleman D. „Intelligenza Emotiva” (Rizzoli, 1995)

• Goleman D., „Lavorare con Intelligenza emotiva” (BUR, 2006)

• Tassan R., „Il manager emozionale. La gestione eccellente delle emozioni nei luoghi di lavoro” (Franco Angeli, 2015)

• Nardone, G. „Psicotrappole”

• Nardone, G. „ Cogito ergo soffro. Quando pensare troppo fa male”.

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„La vita è una commedia per coloro che pensano

e una tragedia per coloro che sentono”.

Horace Walpole

Dott.ssa Agata Rakfalska

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