Lanx n°2

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Secondo mitico numero!

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Febbraio 2012 - Numero 2 - Anno 25

Sommario

Eh sì, cari lettori: il nostro LANXcompie 25 anni. Fondato da un pic-colo gruppo di studenti nel lon-tano 1987, è sopravvissuto fino adoggi. Durante questi anni sonocambiate tante cose: è stato ab-battuto il muro di Berlino, sonostati uccisi Falcone (a lui è de-dicato il numero del giugno '92) eBorsellino, c'è stato l'attentatoalle Torri Gemelle e, arrivandoall'oggi, la Primavera Araba. Nelpiccolo invece, per quanto ri-guarda la nostra scuola, il LANXha visto cambiare il preside, haassistito al bicentenario del Fo-scarini e alla nascita del nuovoliceo classico europeo.La nostra testata ha comunqueavuto, non neghiamolo, una storiaun po' travagliata. Ci sono statianni in cui i numeri usciti sonostati soltanto uno o due, o addi-rittura anni di totale silenzio(vedi gli ultimi 3). Il giornale ècomunque sopravvissuto a questimomenti difficili, a tentativi diboicottaggio e di cambio del nome.A proposito... tra i vecchi numeriche sto spulciando in vista del-l'autogestione ho trovato un arti-colo sul "perchè LANX"; ebbene, perchi non lo sapesse, Satura quidemtota nostra est, diceva con orgo-glio Quintiliano. La satira (let-teralmente "miscuglio") ètotalmente romana. L’aggettivo la-tino satur ("pieno, sazio"), condi-vide con l'avverbio satis("abbastanza") la radice impli-cante il concetto di varietà, ab-bondanza, mescolanza. Il terminesatira deriva dall'espressione"lanx satura", un piatto di primi-zie caratterizzato da vari tipidi frutta. [grazie Wikipedia!] Dun-que qualcuno scelse questo nome,LANX, scartando i banali e scon-tati "Psychè" o "Kaos" e "Anar-chòs", che sottointendeval'appartenenza ad una parte poli-tica, volendo dire che questogiornale è un piatto su cui tuttipossono democraticamente esporrele proprie opinioni.Quello che ci auguriamo è chepossa continuare ad essere cosìanche in futuro. Nel frattempo,tanti auguri, LANX!

Di Sara Granzotto

Buon compleanno Lanx

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Editoriale

Di Federico Casali

AttualitàNon solo la pirateria è illegale

Di FedericoBoulos

RiflessioniMorales

Di Martina Occhioni

Freak!

Di Giorgia Giacometti

e FedericaFilippi

VarietàVuoi Sentirtidiverso? Regala un abbraccioDi Lisa La

Marra

Diverso? IlFuturo!Di Silvia

Fregonese

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Story TellingLa favola di Steven Bradbury

Di Fulvio Longagnani

e Filippo Urbinati

Il Diverso

Di Caterina Almansi

ArteIl diverso nelcinema

Di Zoe Innocenti

FotografiaLa ragazzaafgana

Di MartaFormentello

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PoesiaAlda Merini

Di Francesca Ballin

MusicaIl nuovomondo

Di Giacomo Mazzucato

Viaggi Missione speciale India

Di ClaudiaDonà e Gioia Stefinlongo

LibriHo il tuo numero

Di MargheritaFallani

Someone is wathcing you

Di IreneMalusà

Giochi

OroscopoDi Erica Fuga

Ipse DixitDi Isotta

Conte

Posta

“Non mi ero perso, avevo trovato destinazioni

alternative”Anonimo

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Lanx

Direttori:Talon Alex e Visintin Furio

Vicedirettore:Granzotto Sara

Redazione:Federico Casali (III D)Federico Boulos (III D)Martina Occhioni (I AE)

Giorgia Giacometti (IV CO)Zoe Innocenti (II D)

Marta Formentello (III D)Margherita Fallani (III D)

Irene Malusà (III D)Francesca Ballin (I DE)

Giacomo Mazzucato (III C)Lisa LaMarra (II AE)

Silvia Fregonese (II AE)Fulvio Longagnani (II D)

Filippo Urbinati (II A)Caterina Almansi (V AO)

Claudia Donà (II D)Gioia Stefinlongo (II B)

Erica Fuga (III D)Isotta Conte (III D)

Disegnatori:Silvia Fregonese (II AE)

Furio Visintin (III D)

Impaginazione:Alex Talon (III D)

Per info e suggeri-menti rivolgersi a

Visintin Furio, Talon Alex(III D)

eGranzotto Sara (III C)

Oppure potete con-tattarci agli indirizzi

e-mail:[email protected]

[email protected] [email protected]

Hanno collaborato:Brancaleone

e Panda furioso,la 2D,

Federica Filippi,Carlo Catani (I B)

e Niccolò Onesto (I B)

EDITORIALE

Quello di cui parleremoin questo numero del no-stro giornale è un temaimportante, complesso earticolato, con millesfaccettature e altret-tanti argomenti. Il "di-verso" rimanda aqualcosa di estremamenteampio, una dimensione chepuò avere molti signifi-cati, a se-conda dellaprospettivada cui la siguarda. La no-stra nonvuole essereuna prospet-tiva banale omonotona, mapiuttostovaria e sem-plice, che diala giusta im-portanza al-l'argomentoanalizzato,scherzando sempre dovesi può scherzare e un po'meno dove scherzare sa-rebbe impossibile. Latanto richiesta serietàannoia a lungo andare,si fa pesante. Ma anchelo scherzo ha lo stessoproblema, bisogna rideredelle cose si dice, ma poisi dice anche che loscherzo è bello finchédura poco. Sono due di-mensioni diverse che pos-sono però convivere,coesistere, due oppostiche ci aiutano a non re-stare intrappolati aimargini dei nostri pen-

sieri, e in questo numerole diversità si trove-ranno negli articoli, neitemi e nei modi di trat-tarli. Il "diverso" è untema che ammette le dif-ferenze per definizione.Noi con il Lanx diamospazio a tante personediverse tra loro, per ca-rattere, temperamento o

modo di pen-sare, facendosi che tuttiquelli che vo-gliono espri-mersi,scrivendo dalmessaggio piùleggero allariflessionepiù seria, nonsiano inibitinel farlo. Ri-prendo per fi-nire soloqualche rigadal libro

Sulla felicità e dintornidi Giovanni Salonia,grande psicoterapeutacontemporaneo, per ricor-darvi ( e ricordarmi) disorridere delle propriediversità: ""Non espri-mersi per paura che lapropria diversità nonvenga accettata (...) signi-fica tradire sè stessi.Solo chi vive con sere-nità il fatto di essereunico, inevitabilmente di-verso dagli altri, può di-ventare il "poeta" dellapropria esistenza." Buona lettura a tutti.

di Federico Casali

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Non solo la pirateria è illegale

scorso, che sicuramente hanno una rile-vante importanza, oppure dedicarmi e con-centrarmi su un tema più attuale delquale sicuramente tutti voi avrete sentitoparlare. Ebbene, cari lettori, si tratta ov-viamente della chiusura del noto portalemegaupload e di tutti i svariati serviziad esso collegati, come il celebre megavi-deo.

Attualità

e non si può tenere conto della strettaminoranza, anche perché se fossero in mi-noranza gli utenti che abusavano del ser-vizio, il servizio non rimarrebbe di certolegale. Esso favoriva la pirateria e que-sto dato di fatto non si può confutare. Ipunti di vista possono essere molteplici,c’è chi ha accusato il fondatore, KimSchmitz, che di fatto grazie a megauploadera diventato estremamente ricco, di es-sersi appropriato di quel denaro in modo“sporco”. Già anni prima era stato arre-stato per frode informatica e adesso dopoessergli stato sequestrato ogni bene ri-schia ben 50 anni di carcere.

Di Federico Boulos

Ero indeciso se dedicare il mioprimo articolo di questo giornaleai nuovi e-books interattivi intro-dotti da Apple il 19 gennaio

Con la sua chiusura da parte dell’Fbi ilmese scorso, si sono sollevate numerose eaccese critiche, chi affermava la legitti-mità e giustificava la chiusura del por-tale mentre la maggior parte del web siriversava contro la decisione, ritenutainutile e ingiusta. Personalmente e since-ramente non sono affatto dispiaciuto daquesta notizia: abbiamo semplicemente as-sistito alla fine di una fase che ne pre-vedrà una seguente. A favore dellapirateria che è illegale in ogni stato,nessuno escluso, tutti noi abbiamo cono-sciuto e avuto familiarità con eMule, rite-nuto da tantissimi il visir dei programmipeer-to-peer, addirittura superiore a Nap-ster il primo software di file-sharing cheiniziò a far circolare la musica illegal-mente. EMule lentamente è stato accanto-nato per lasciar spazio al torrent, cheancora adesso grazie a software comeµTorrent e BitTorrent riesce ad andareavanti. È logica conseguenza che serviziche favoriscono la pirateria come appuntoil medesimo megaupload, prima o poi sa-ranno chiusi e dagli errori del passatosaranno sviluppati nuovi metodi e nuoviprogrammi capace di durare ancora più alungo. C’è chi sostiene che megaupload nonera un servizio illegale, Questo perchéeffettivamente una gran parte di utentine faceva quotidiano uso legalmente cari-cando e scaricando documenti di propriodominio. Certo è che sappiamo tutti l’usoprevalente che veniva fatto del servizio

Un sito che vantava il ben4% di tutto il traffico in-ternet mondiale.

“Salutava sempre” dichiarala vicina di casa, dopo loshock dell’arresto.

Come dicevo, i punti di vista sono molte-plici. È difficile stabilire se è giusto osbagliato, si può riconoscere però che ef-fettivamente il servizio, soprattutto me-gavideo che conteneva film in streamingcoperti da diritti d’autore, era illegale.Si può riconoscere anche che nei giorninostri la pirateria è molto frequente, benpiù della musica. Andare a vedere un filmo comprarne uno diventa sempre più co-stoso, ora con i film in alta definizione iprezzi sono piuttosto alti. La pirateria èfrequente perché ci ritroviamo quasi “ob-bligati” e lo stesso appunto era successocon la musica una decina di anni faquando per ovviare a questo problema fuintrodotto iTunes Store e molta gente chefino a quel punto “rubava” preferì co-gliere l’occasione che gli veniva presen-tata smettendo cosi di scaricare,comprandola a basso prezzo in modo le-gale e sicuro. Con i film la situazione èanaloga e gli internauti preferiranno an-cora continuare a scaricare illegalmentee la chiusura di website come megauploade tutti i suoi simili (rapidshare, media-fire, hotfile etc…), che a breve verrannooscurati, continuerà a rimanere inutilefinchè non si modificherà radicalmente ilsistema di distribuzione cinematografica.

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Un elemento di diversità fra persone può essere lacultura. A volte le persone tendono a giudicare “di-versi” coloro che hanno altre culture e religioni, eciò potrebbe anche sfociare in una vera e propriaforma di razzismo. Per evitare questo, andrebbe insegnata, sin da quando si è bambini, un’educazioneche non discrimini nessuno. Questo articolo, scritto dall’autore peruviano Mora-les, tratta il tema della diversità e della varietàdi fattori che incidono nella società attuale. Posi-zione fondamentale per risolvere in maniera co-struttiva tutte le differenze sociali e culturali,viene attribuita all’educazione interculturale, re-putata come la nuova sfida della scuola modernaaperta a tutte le diversità culturali.

“Qualcosa ha sempre caratterizzato la società at-tuale ed è senza dubbio la varietà di gente che lacompone. Una società democratica sempre più globa-lizzata. Il rispetto delle persone e la dignità, almomento, dovrebbe diventare uno degli elementi fon-damentali della stessa educazione. La scuola quindidovrebbe essere uno degli organismi di formazioneincaricati di educare i bambini alla democrazia edalla diversità umana. Ciò presuppone, senza dubbiouna nuova responsabilità e anche una sfida entu-siasmante per la scuola e gli insegnanti, una sfidache ha portato alla riflessione sulla intercultu-ralità, ormai diventata un problema per gli inse-gnanti delnostro paese, abbastanza omogeneo perquanto riguardi credenze, valori, lingua, visionedel mondo e della vita. A questo proposito, gli studisul rapporto tra socio-culturale e la scuola, sonodiventati un campo essenziale e affascinante per lariflessione e la ricerca educativa.È necessario disporre di un quadro generale e ampiodelle problematiche che possono emergere dalla di-versità della società in cui viviamo, spiegando ifattori e le cause che hanno determinato l'improv-

viso interesse, offrendo una risposta educativaalla diversità culturale. In un paese come il nostro,tale prova deve essere presa in considerazione comeun fattore di primaria importanza in quanto ci sononotevoli differenze culturali tra le diverse re-gioni. Ci sono paesi in cui vivono una serie di sot-toculture con marcate differenze tra loro e,naturalmente, con variazioni nell'uso di codici asimboleggiare la realtà e lo scambio di informa-zioni.Stendere una proposta per cercare di ridefinirel'educazione interculturale da un complesso resi-denziale nel contesto dell'educazione globale, è lanuova sfida da porsi. Ricostruire il significato dieducazione interculturale da questo nuovo quadroglobale di emancipazione e critica, basato sulla de-finizione di una nuova proposta, alcune delle ca-ratteristiche di un curriculum multiculturaleglobale, dovrebbe essere la nuova sfida da raggiun-gere. Lo scopo è quello di articolare le modifichenecessarie per costruire una scuola completa, sensi-bile alle differenze e aperta alla diversità socio-culturale. Il rispetto delle diversità culturali, checaratterizzano le società moderne,rappresenta unadelle sfide più importanti per l'educazione gene-rale”.Articolo a cura di Angel CarranzaMorales

L’articolo di Morales mi ha molto colpito per comerisulta fondamentale l’ambiente educativo scolastico, al fine di evitare che differenze culturali/religiose possano essere presupposto di contrasti. Invece, un diversificato contesto di educazione scolastica interculturale, ritengo sianecessario per creare la base di una società for-mata da uomini e donne le cui differenze sianoelemento di possibile spinta nel raggiungimento diobiettivi migliori.

Martina Occhioni

Freak: (sost.) fenomeno, mostro, capriccio, scherzodella natura; (verbo) variegare; (agg.) strano, singo-lare, curioso.Soffermiamoci sui sostantivi 'mostro', 'scherzo dellanatura' e sugli aggettivi 'strano', 'singolare'. A primoacchitto, verrebbe da pensare che il freak sia qual-cosa di assolutamente anomalo, diverso. Diverso, ecco.Questa è la prima interpretazione che salta subitoalla mente come riassunto di tutto quello che ab-biamo trovato sul dizionario. Ora, nel pensiero e nelgiudizio comuni, la parola 'diverso' è associata su-bito al concetto di 'negativo'. Una sinapsi istantanea,un filo sottile che lega subito queste due parole eci fa storcere il naso. Dato che a me non interessapensare con il cervello degli altri, ma neanche im-porre il mio punto di vista, voglio tentare di dareun quadro d'insieme alla questione. Einstein dicevache 'tutto è relativo'. Affermazione molto importantequesta, ma rilassatevi, non ho nessuna intenzione diparlare di fisica. Anche il 'diverso' è relativo, nelsenso che l'accezione negativa di questo termine non

è da prendere come buona solo perché è la più dif-fusa. Usciamo ora un attimo dai nostri panni, e guar-diamo le cose dall'alto: per chi ha avuto la fortuna)di sviluppare gusti comuni alla stragrande maggio-ranza dei suoi coetanei, si sentirà apposto con sestesso, di sicuro il concetto di diverso non gli ap-partiene. Parlando della mia generazione, questigusti comuni possono essere sesso già a 14 anni, tac-chi alti, pantaloni cadenti, musica house e birre,tanta voglia di farsi notare. Ritorniamo nei nostripanni e digeriamo quello che abbiamo appena visto.Io sono diverso? Ci si chiederà. E soprattutto, se losono, va bene oppure dovrei tentare di cambiarmi? Secredete di esserlo allora abbiamo qualcosa in co-mune. I freaks, i diversi, nei telefilm ce li presen-tano sempre in maniera iperbolica, come 'i singolari'per eccellenza, per far arrivare in maniera imme-diata agli spettatori l'essenza di ciò di cui si staparlando. “è facile: abbiamo i superpoteri. e io sonoquello estremamente figo e imbattibile, mi pareovvio.”

RiflessioniMorales e il diverso

Freak!

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Il diverso… nel cinema

A dicembre è uscito in tutte le sale italiane un filmfuori del comune considerando la concezione che ab-biamo noi oggi di “film”. Questa pellicola si chiama“The Artist” e consiste in un lungometraggio in biancoe nero e “muto”; sì, muto, proprio come i film di iniziosecolo, prima che l’invenzione del sonoro avesse rivo-luzionato totalmente e per sempre tutto il mondo ci-nematografico. Il film muto consta in unarappresentazione dove gli attori naturalmente nonparlano e che per farsi capire enfatizzano a dismisurai loro gesti e le loro espressioni; in modo sporadicoappaiono sullo schermo dei riquadri con su scritti al-cuni dialoghi, per far comprendere meglio ciò che stadicendo il personaggio in quel determinato momento.Un esempio di questo tipo di rappresentazione cinema-tografica può essere “Tempi Moderni” di Charlie Cha-plin, che tutti conosciamo. Il primo film dove è statautilizzata la tecnica del sonoro è “Il cantante dijazz” del 1927 e dopo quello il metodo del “muto” èstato quasi del tutto abbandonato. Fino al celebrecaso dei giorni nostri. “The Artist”- presentato al Fe-stival del Cinema di Cannes, dove ha vinto il premioper la miglior interpretazione maschile - racconta lastoria, ambientata negli anni ’20, di un attore di filmmuti, George Valentin (interpretato da Jean Dujardin),che si trova travolto dall’avvento del sonoro, rima-

nendone schiacciato. L’altro personaggio principale èuna giovane ballerina, Peppy Miller (impersonata daBérénice Bejo) , che riesce a raggiungere la notorietàproprio con la nuova rivoluzione del cinema “parlato”.Ormai George è caduto sul lastrico, viene lasciatodalla moglie e tenta addirittura il suicidio, ma poi,grazie all’aiuto di Peppy, torna ad essere una starballando con lei il tip-tap in un nuovo film. Consigliovivamente di guardare questo film, e magari di con-frontarlo con altri “muti” che conoscete. Per certiversi la trama di “The Artist” potrebbe somigliare aquella di “Singin’ in the rain”, che però è un musicaldegli anni ’50, dove il protagonista (interpretato dalceleberrimo Gene Kelly) presenta una situazione similea quella di George Valentin, solo che egli invece ac-cetta subito il “sonoro”, e anzi, lo utilizza a suo van-taggio per avere ancora più successo. Nondimeno, ilfatto che vorrei maggiormente sottolineare – datoanche il tema del giornale di questa settimana, il “di-verso”, appunto – è che questa pellicola sia sì assolu-tamente differente dai lungometraggi odierni, ma hacomunque riscontrato un grande successo di pubblico.Perciò questo “diverso” è stato molto apprezzato, mainvece spesso ciò non accade in molti altri aspetti(forse più importanti) della vita quotidiana …

Arte

Di Zoe Innocenti

Ecco, essere freaks non è solo questo, non è credereinizialmente di avere un gran culo e poi scopriredi essere telecinetico. questo è solo l'esempio esa-gerato: come ho già detto .il freak non è il supere-roe tradizionale, è a metà strada tra ciò che nonnoteresti e ciò che invece veneri, come qualcosa diincredibile e meraviglioso che spara ragnatele quae là o che porta il mantello e un paio di mutanderosse sopra la calzamaglia. Il freak è una via dimezzo. Si confonde nella maggioranza senza saperedi far parte di una minoranza, finché un lampo dilucidità, venuto da chissà dove, lo porta ad unanuova considerazione di sé. Essere freak non è sem-plice. l'uomo è un animale socievole, è normale tro-vare in lui il desiderio di essere accettato daglialtri. Essere freak però non è (anti)conformismo, èessere, punto. O sei freak o non lo sei. Essere freakpuò voler dire farsi i chilometri solo per andare avedere il concerto della tua band preferita, por-tare scarpe basse ad un festa di diciott'anni,ascoltare un programma alla radio che dove viviconosci solo tu, stare svegli fino all'una per fi-nire un libro, agire secondo la propria logica, ri-flettere prima di parlare. Essere freak può voler

dire semplicemente fare delle scelte, avere unapassione e investire le proprie energie in quella;andare fuori dagli schemi tradizionali, E in que-sto mi ricollego al significato di 'freak' intesocome verbo: variegare. Essere freak è variegare, ve-dere la vita con occhi diversi. Un po' come il ge-lato, se è variegato è più buono, no? Si spendonotante belle parole su quanto la diversità muova ilmondo, su quanto sia fondamentale. Dicono che per cambiare il mondo ci sarà bisognodi tutta la nostra intelligenza. Ma allora se avereun'opinione propria, se credere di avere diritto adun futuro di progetti realizzati, se muoversi versoquello che si vuole, se essere FREAK oggi è cosìdifficile, mi viene da pensare che nessuno intendamai realmente ciò che dice, che parli giusto per-dire qualche frase fatta. Essere freak, essere un'mostro' in questo senso, ora è la cosa migliore checi possa capitare. Anzi, Gli altri semmai dovrebberovenir considerati freaks, pazzi, che per sentirsiemancipati credono davvero che basti imporre aipropri genitori la decisione di andare ad unafesta con o senza il loro permesso oppure che lavita sia gossip girl 2, la vendetta.

Giorgia Giacometti e Federica Filippi

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FotografiaRagazza AfganaQuante volte abbiamo soffermato lo sguardonegli occhi di questa ragazza senza sapernel’identità né la storia?Il suo nome è Sharbat Gula ed è il soggetto diuna delle più famose fotografie dell’altret-tanto celebre fotografo Steve McCurry, nato aPhiladelphia nel 1950 e divenuto uno dei piùprestigiosi fotoreporter di tutto il mondo. Lastoria di questa foto inizia nel 1984 duranteun viaggio tra l’Afghanistan e il Pakistandel fotografo, incaricato di realizzare un re-portage sui disastrosi effetti del conflittocausato dall’invasione sovietica in queglistati, effetti che che stavano mettendo in gi-nocchio le popolazioni residenti vicino aiconfini. Lo scopo era proprio proprio quellodi metterein luce, at-traverso isuoi scatti,le condi-zionidivita e leemozioni diuomini edonne chestavano vi-vendo unacosì tra-gica espe-rienza.SteveMcCurryquel giorno si trovava in una scuola nelcampo profughi di Peshawar in Pakistan e fuproprio qui che venne subito catturato daiverdissimi occhi di Sharbat Gula, all’epoca do-dicenne, che in sua presenza spiccava - inve-rosimilmente – per la sua riservatezza etimidezza. Ed è proprio per questo motivo chevolle avvicinarsi a quella ragazza, parlan-dole e cercando di metterla a proprio agio,per poi rubarle degli scatti di straordinariaintensità emotiva e cromatica. Due con il visocoperto dal velo tra le mani e lo sguardo unpo’ impaurito ed un terzo, il più famoso, avolto scoperto con uno sguardo penetrantemisto di timore e sospetto e allo stesso tempodi rabbia e fermezza. Fu così che l’ultimafoto, chiamata dal fotografo ‘La ragazza af-gana’ in quanto ancora non conosceva la suaidentità, finì dritta dritta sulla copertinadel numero di giugno 1985 del National Geo-graphic, divenendo in breve tempo l’iconadella condizione dei profughi di tutto ilmondo e portando il fotografo a ricevere in-numerevoli premi di massimo riconoscimento.Ma la storia di Steve McCurry e Sharbat Gulanon si limitò a quell’episodio a Peshawar. In-fatti nel 2002, ben 17 anni dopo quel repor-

tage, Steve McCurry si trovò a ripercorrerequelle terre proprio per incontrare nuova-mente la ragazza. Inizialmente mostrò la fotodella giovane nel campo di Nasir Bagh, pur-troppo senza successo. In seguito, dopo alcunigiorni di ricerche nelle zone intorno alcampo, un uomo finalmente riconobbe nell'im-magine una cara amica d'infanzia che non ve-deva più da un pezzo ma della quale avevaqualche notizia, e così dicendo indicò al fo-tografo il villaggio nel quale ella si eratrasferita, tra le montagne vicino a ToraBora. Il viaggio durò tre giorni ma la soddi-sfazione nel riconoscere finalmente il voltodi quella che era stata la timida ragazzadagli occhi verdi fu molta. I tratti del viso –

ormaiquellodi unadonnadi 38anni -sonostatisegnatiindele-bil-mentedallerughe,ma losguardoera ri-

masto lo stesso di 17 anni prima. Per tuttoquesto tempo Sharbat Gula non era mai venutaa conoscenza dell’impatto che aveva avuto ilsuo ritratto sul resto del mondo, non era maiuscita dal suo villaggio e si era dedicatasolo ed esclusivamente alla famiglia e allapreghiera. Dopo questo secondo incontro National Geogra-phic ha deciso di fondare la “Afghan ChildrenFund”, per dare un’educazione ai giovanissimiabitanti di queste zone.Nonostante la carriera fotografica di SteveMcCurry abbia avuto effettivamente inizio nelmomento in cui egli attraversò l’Afghanistanvestito con abiti tradizionali nei quali na-scose i rullini con le sue fotografie, i luo-ghi a cui dedicò i suoi reportage furonosvariati: dai templi di Angkor Wat all’Africa,fino al Tibet e all’India e ai più recenti re-portage sull’attentato alle Torri Gemelle ,sul disastro di Fukushima e sui 150 annidell’unità d’Italia.Inoltre, per arrivare infine proprio ai giorninostri, oltre duecento dei suoi lavori sono inquesto periodo esposti negli spazi della Pe-landa al Marco Testaccio (Roma) dove rimar-ranno in mostra fino al 29 aprile.

Di Marta Formentello

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Ho il tuo numero, di Sophie Kinsella

Poppy è una strampalata fisioterapista che sta persposare l’affascinante professore Magnus Tavish. Ecosa si sogna di combinare poco prima del grangiorno: tradisce il fidanzato con un pompiere spo-gliarellista? No. Finisce in carcere per schiamazzi notturni? Peggio: perde il costosissimo anello di smeraldi cheMagnus le aveva regalato e si fa rubare il cellulare!Per lei questo sì che è un vero disastro! Ma c’è comunque un matrimonio da organizzare, deisuoceri genialoidi con cui confrontarsi e un’attivitàda gestire. Fortunatamente Poppy scorge un cellularenel bidone della spazzatura e non può resistere allatentazione di prenderlo: dopotutto ciò che si trovanella spazzatura è a disposizione di tutti, secondo lei.Insieme alle telefonate delle amiche però continuanoad arrivare strani messaggi che la portano a condividere il cellulare con uno sconosciuto, Sam.

Di Margherita Fallani

Libri

Combina una serie di pasticci e diventa la salvatricedi un’importante azienda. Una serie di imprevisti sisusseguono in maniera esilarante come quando, pernon far sapere ai futuri suoceri di aver perso l’anello,indossa dei guanti di lana, in primavera.Un romanzo divertente che segue, però, il solitoschema della Kinsella: una ragazza goffa e superfi-ciale che, per la sua spontaneità, fa innamorare unuomo ricco e importante conosciuto per caso. Come Rebecca Bloomwood, protagonista di I loveshopping, Poppy racconta una marea di bugie a findi bene per trovarsi invischiata fino al collo in situa-zioni paradossali. Ma grazie alla sua ingenuità e amolta fortuna riesce sempre a cadere in piedi. Di certo non è una lettura impegnativa, ma di sicuroconsigliata a chi ha voglia di svagarsi spensierata-mente dopo settimane di studio intensivo!

1984Someone is wathcing you

Aprile 1984, Londra, capitale dell’Oceania. E’ una giornata limpida e ventosa, e Winston Smith lotta contro leraffiche di vento che sembrano volergli impedire di tornare nel suo appartamento dopo un’intensa giornata di la-voro al Ministero della Verità. In ogni spazio libero troneggia la foto del Grande Fratello, che lo scruta con uncipiglio severo. Entrando nel suo appartamento con un’aria fintamente tranquilla – non è opportuno mostrarsipreoccupati e intimoriti davanti al teleschermo che registrava ogni parola, ogni movimento – Winston si siedenell’unico angolo non coperto dalla costante vigilanza del teleschermo, ed estrae dalla tasca della giacca un dia-rio. Pensando, Winston si rende conto che la sua mano si è mossa in maniera automatica lungo il foglio, trac-ciando con linee fluide e sicure:

ABBASSO IL GRANDE FRATELLOABBASSO IL GRANDE FRATELLOABBASSO IL GRANDE FRATELLO

Da quel momento, da quella prima, piccola, grande ribellione, niente sarà più come prima.

Scritto nel 1948 e pubblicato nel 1949, il più famoso dei libri di Orwell descrive come sarà secondo lui il mondonel 1984: un sistema di governi totalitari. Tema principale di questo romanzo è infatti la dittatura, una dittaturanon solo fisica ma anche e soprattutto mentale. A rendere inquietante l’atmosfera del libro è la presenza di unafolla omologata, anonima e propensa alla violenza contro chiunque il Partito designi come nemico. L’unico chesembra mantenere una coscienza e una memoria peronale e storica nei confronti della realtà circostante è Win-ston; la sua consapevolezza non lo protegge però dalla tortura fisica e mentale inflitta dal regime contro i dis-sidenti. E ancora, è sconvolgente la lungimiranza di Orwell nell’identificare nella tecnologia un formidabilestrumento di controllo del consenso, impedendo di fatto ogni forma di libertà individuale. Nonostante si tratti diun romanzo unico nel suo genere, coinvolgente ed appassionante, il lettore di oggi non può non notare quantoOrwell abbia saputo descrivere l’effetto di omologazione prodotto dalla dittatura e quanto sia invece importantedifendere la propria memoria e la propria libertà di scelta. Un libro importante e indimenticabile.

Di Irene Malusà

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IL MONDO NUOVOMusica

L’ultima fatica discografica de Il Teatro Degli Orrori si chiama “ Il Mondo Nuovo” ed è un concept album incen-trato sul tema sempre attuale della migrazione, dei migranti, sulle condizioni variabili ma spesso disagiate di chi ècostretto , per scelta o per necessità, a costruirsi una vita al di fuori dei confini della propria patria. Un progettoambizioso e immerso nel sociale, che non ci sorprende essere figlio di una band che da sempre porta avanti la suacausa ideologica con vigore, come quando nel 2009 con la canzone “A Sangue Freddo” tratta dall’omonimoalbum, diffuse le vicende del poeta e attivista nigeriano Ken Saro-Wiwa, ucciso nel 1995. La band capitanata daPierpaolo Capovilla, frontman carismatico celebre per esser stato fondatore e membro dei One Dimensional Man ,riesce a realizzare questo volere lasciandone trasparire una chiara idea di denuncia,portando l’ascoltatore inun’atmosfera musicale acida e violenta addolcita e allo stesso tempo inasprita ulteriormente dalle liriche poetiche espesso ricche di riferimenti intellettuali di Capovilla. Ritmi serrati, chitarre distorte e tutti i crismi stilistici del rockpesante,ma suoni più morbidi rispetto ai precedenti album e addirittura presente una collaborazione con l’amatoCaparezza e gli Aucan, punta di diamante dell’avanguardia elettronica italiana, “Cuore d’oceano”. Canzoni come“Rivendico”, “Martino” e “Non vedo l’ora” che per l’appunto, con le loro linee di basso distorte pungenti come lame,permettono a Capovilla di comunicare in modo molto più diretto, teatrale, dando una carica potente a questi pezzi.Il primo singolo estratto “Io Cerco Te” presenta un leggero ammorbidimento sonoro dello stile del gruppo veneto,ma come in “Skopje” si può chiaramente sentire lo stile dei loro capitoli precedenti. In “Gli Stati Uniti D’africa” in-vece si può sentire il lato più sperimentale dell’album , che colpisce molto ma delude un po’ nel finale, così come in“Vivere E Morire A Treviso” in cui però l’unione di arpeggi calmi, ritmiche elettroniche d’orizzonte glitch e readingmusicale creano un prototipo che sorprende nell’insieme e porta una ventata di novità . “Cleveland-Baghdad” col-pisce dritta al petto per il testo, che cerca di intuire i pensieri di un soldato e per le atmosfere calme omogeneiz-zate dal lavoro degli archi,molto presenti in questo pezzo. Non esiste riferimento più esplicito alla realtà socialeitaliana di “Ion”, pezzo completamente acustico e commovente,con una attenta armonia di cori, che narra la vi-cenda di Ion Cazacu, 40enne piastrellista rumeno, che venne bruciato vivo dal suo datore di lavoro, un imprendi-tore italiano, colpevole di aver chiesto un contratto regolare ed espresso la sua intenzione di smettere di lavorarein nero, fiero della vita onesta che aveva condotto fino a quel momento. Infine i pezzi biografici “Monica”,“Pablo” e “Nicolaj”, che ci chiarificano ancora qual è l’argomento trattato dall’album,mettendo al centro le liriche.Un disco forse più commerciale dei precedenti, ma nella misura in cuiil gruppo è cresciuto: un disco che proponeuna musica che si fa strumento di protesta,fatto “d’ amore e di profonda coerenza intellettuale”, come lo stessoCapovilla ha dichiarato in una recente intervista.

Track list

01. Rivendico02. Io cerco te03. Non vedo l’ora04. Skopje05. Gli Stati Unitid’Africa06. Cleveland – Baghdad07. Martino08. Cuore d’oceano09. Ion10. Monica11. Pablo12. Nicolaj13. Dimmi addio14. Doris15. Adrian16. Vivere e morirea Treviso

Di Giacomo Mazzucato

Alda Merini nasce a Milano il 21 marzo 1931. Sinda giovanissima manifesta un talento per la poe-sia, che, scoperto da Giacinto Spagnoletti, laporta all'esordio come autrice a quindici anni.Nel 1947 fa la conoscenza di Giorgio Manganelli,che per tutta la vita verrà da lei identificatocome maestro, e nello stesso anno viene per laprima volta ricoverata in una clinica psichia-trica. Nel 1950 Spagnoletti pubblicherà alcune sueliriche nella Antologia della poesia italiana;nel 1953 viene pubblicato il primo libro, La pre-senza di Orfeo, e nello stesso anno la Merinisposa Ettore Carniti. Negli anni seguenti esconoPaura di Dio e Nozze romane. Nel 1962, con Tu seiPietro, ha inizio un lungo silenzio poetico, chedurerà quasi vent'anni, dovuto alla degenza nel-l'ospedale psichiatrico Paolo Pini, e che si inter-rompe nel 1979 con La Terra Santa, cui seguirannoaltre raccolte di poesie ed aforismi; i più celebrisono Vuoto d'amore (1991), Fiore di poesia (1951-1997),Superba è la notte (2000), Più bella della poesia èstata la mia vita (2001). Dal 1983 al 1988 Alda Me-rini vive a Taranto, dove sposa Michele Pierri esperimenta nuovamente gli orrori del manicomio.La poetessa e scrittrice è deceduta a Milano nel2009. Dall’esperienza della poetessa in manicomioè nato L’altra verità. Diario di una diversa, editoper la prima volta da Scheiwiller nel 1986. L’operanon è tanto un grido di accusa contro le soffe-renze patite al Paolo Pini, quanto una testimo-nianza di come perfino in quello spaziodepravato

sia stato impossibile uccidere l’incorruttibilespirito dell’infanzia, che si esprime attraverso lepoesie che intervallano le pagine dell’opera. Ilmanicomio, per Alda Merini, non è correzionale; ladiversità, la malattia che viene imputata ai de-genti come peccato non è tale, ma è anzi un valoresostanziale che nemmeno i vituperi perpetrati aidanni dei cosiddetti ‘malati’ potranno distorcere.Attraverso le parole è facile per il lettore percepire soprattutto lo sperdimento, la paura difronte ad un inferno, il manicomio, dove frequentisono le apparizioni divine nella purezza intattadegli incontri con l’altro. È bello sentire una cheè stata etichettata come “diversa” parlare delladiversità. Ci fa riflettere su quanto il vero in-ferno, la crudeltà, l’incapacità o la mancata vo-lontà di capire non siano relegati nel manicomioma vaghino fuori, nelle strade che percorriamotutti i giorni, e siano sempre in agguato. Nelle aggiunte in margine la scrittrice esprimela propria fiducia nel virtuosismo delle nuovegenerazioni e si augura che siano in grado di ca-pire anche la diversità e di non condannarla; e,certo, dopo aver chiuso l’ultima pagina dell’opera,ci si sente in grado di dare la propria parolache questo avverrà. Forse poi ci dimenticheremo diquesta promessa, forse lasceremo che le parolelette si disperdano nel vento di cose più impor-tanti o presunte tali; ricordiamocene invece, ri-cordiamoci di questa poetessa che ci ha lasciatola sua testimonianza del valore della diversità.

Poesia

Di Francesca Ballin

LA 'DIVERSITÀ' NELLA POESIA:ALDA MERINI

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Vuoi sentirti diverso? Regala un abbraccio!

in questo periodo di crisi, salassi tributari e naufragi insenso più o meno figurato, non c’è da stupirsi se qualcuno,stanco del pessimismo, si inventa una trovata per far sorridere la gente. Questa persona è Amma, un’allegra signora indiana dal cognome impronunciabile ma dal sorrisocontagioso che ha deciso di girare il mondo regalando achiunque incontri, e intendo proprio tutti (sì, anche Mr.AscellaSudata e la nonnina senza denti),

Di Silvia Fregonese

Varietà

Di Lisa LaMarra

Siamo all'inizio di un nuovo anno, e dando perscontato che il 2012 non sia la fine del mondo, ègiusto interrogarsi un po' sul futuro che ciaspetta. Sembra che molta gente veda negativa-mente il destino del mondo, e sembra anche cheuna buona percentuale dei pessimisti non abbianessuna intenzione di sforzarsi per cambiarequesta prospettiva. Che in verità si spaccinosolo per pessimisti? Non credo, e quindi ho decisodi indagare questa passività che sembra afflig-gere le "nuove" generazioni. Con l'aggettivonuove intendo le persone che hanno un'età mi-nore rispetto agli attuali detentori del potere edella politica. Quindi anche fino ai 45 anni,siamo onesti. Uno dei problemi è l'assenza di unacoscienza nelle persone. E non intendo ciò chechiamiamo senso di colpa, empatia, solidarietà osenso del giusto. Intendo più che altro l'esserecoscienti che stiamo vivendo. Il fatto di cono-scere la realtà totale del mondo grazie ai media,fa disperdere la nostra coscienza. Viviamo in at-tesa di una "nostra realtà", viviamo, per dirla inmaniera poetica, astrattamente. Abbiamo inoltrela convinzione, erronea, che la gente vivesse me-glio qualche decennio fa. Infine, siamo convintiche ciò che desideriamo sia per noi impossibileda ottenere, e perciò siamo pervasi da un certodisinteresse verso quello che non ci riguarda

concretamente. Ed è così, cari lettori, che arri-viamo al tema principale di questo articolo. Ov-vero alla fiacchezza politica che dilaga nellapopolazione, così tanto diffusa che riesco a im-maginarmi gli statisti del passato mentre si ri-voltano nelle loro tombe, davanti a questaindolenza spirituale. La politica, in fin deiconti, è il mezzo con cui possiamo cambiare ilnostro pessimistico futuro, eppure non sembriamointeressati a questa eccezionale possibilità. Lescuse per questo disinteresse sono tante, ma sonosolo scuse, perché la politica è una realtà vi-cina a noi, a cui possiamo contribuire. Purtroppola verità è che non abbiamo fiducia nei nostridesideri, che non crediamo più in ciò che diciamodi volere. Allora qual è la soluzione? Dunque,dobbiamo trovare nuovi modelli, scoprire nuoverealtà. E soprattutto, dobbiamo abbattere la ge-rontocrazia, la timocrazia e la "mignottocrazia".Questi sono il frutto dell'incapacità e della me-diocrità delle generazioni passate, senza ovvia-mente voler generalizzare. Non ha senso pensarea come la gente stesse bene qualche decennio fa,o a come sia impossibile fare qualcosa di deci-sivo, perché quello che conta è stare bene,adesso. E possiamo esserlo solo cambiando, costruendoci un presente diverso, per un futuro diverso.

Diverso? Il futuro!

In questo periodo di crisi, salassi tributari e naufragiin senso più o meno figurato, non c’è da stupirsi sequalcuno, stanco del pessimismo

tanto che centinaia di persone da tutto il mondo hanno de-ciso di imitarla e di cimentarsi in quest’attività. Un ragazzoaustraliano ha fondato la Free Hugs Campaign, un’associa-zione che, tramite video pubblicati su YouTube, ha contribuitoa far diventare quello dei “Free Hugs” un fenomeno dimassa in cui qualsiasi persona voglia fare qualcosa di di-verso e utile per gli altri, possa appendersi al collo un car-tello, piazzarsi in un luogo pubblico molto affollato ediventare Hugs Doner per un giorno. Quindi, se anche tuvuoi esprimere quello che sei, dona un abbraccio o fai qual-siasi cosa ti renda unico, senza aver paura di sentirti fuoriposto perché… è questo che fanno i veri cool!

questa signora infatti svolge questa attività daben trent’anni e in tutto questo tempo hasempre vissuto una vita agiata e serena,

un caloroso abbraccio che pare abbia effetti miracolosi.Secondo quanto lei stessa racconta, una bella stritolatinatra le sue braccia poderose è assolutamente un toccasanaperché, oltre a mettere di buon umore, aiuta anche a mi-gliorare la stima in se stessi e ad affrontare al meglio lagiornata. Insomma, non solo un valido sostituto del nostrocaro Actimel, ma anche un vero business:

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Il diverso

Di Caterina Almansi

Ogni giorno, la sua solita camminata per i corridoi.Le occhiate di tutti che gli trapa-navano la nuca.

Eppure era strano: le ragazze fa-cevano un gran chiasso con i lorotacchi, troppo alti ma portati persembrare grandi; eppure loro rice-vevano solo qualche occhiata ma-liziosa o invidiosa. Nessuno lescrutava dall’alto al basso.I ragazzi invece passavanochiacchierando ad alta voce, sispintonavano, eppure anche loronon venivano fissati come lui.Ogni mattina controllava più e piùvolte la sua immagine riflessa nellospecchio. Probabilmente era uno deiragazzi della sua età che prestavapiù attenzione al suo aspetto. No-nostante questa sua attenta ispe-zione quotidiana, non era mai

riuscito a capire cosa in lui stu-pisse e scandalizzasse gli altri,così un giorno decise di intrapren-dere un’indagine. E da questa sco-prì che tante cose potevanorisultare ‘sbagliate’ in una persona:il colore della pelle, il suo peso, isuoi capelli, le sue preferenze ses-suali, il modo di atteggiarsi e ve-stirsi e le frequentazioni, adesempio.

Trascorse così molto tempo a cer-care di uniformarsi agli altri inqueste caratteristiche, a quelli chestavano dalla parte giusta, cheerano talmente perfetti in tutto dapoter puntare il dito contro coloroche invece sbagliavano.Credendo di aver raggiunto il suoobiettivo, entrò a scuola più decisoche mai. Camminava a testa alta. Rag-

giunto il corridoio, rallentò la suaandatura, per cogliere meglio lereazioni di chi lo guardava. Macol senno di poi avrebbe preferitonon farlo, perché quegli sguardinon erano cambiati di una virgola:vi leggeva ancora scherno, stupore,come nei suoi era evidente l’imba-razzo.Ma come poteva sapere che,le suelunghe orecchie d’asino potesserosuscitare tanto sconvolgimento?Proprio quelle che lui vedeva intutti gli altri, dai quali le avevaimitate.

Quegli asini che giudicavano per ilcolore della pelle, il peso, i capelli, lepreferenze sessuali, il modo di at-teggiarsi e di vestirsi e le frequen-tazioni.

Story telling

Ognuno di voi si starà chiedendo chi è l’amico Steven. Ebbene,si faccia i………. propri!

Correva l’anno 2002 ed egli, Steven, si presentò per le sue ul-time olimpiadi; pattinava ormai a stento, eppure aveva corag-gio da vendere. Nessuno si permetteva di non portargli rispetto,in quanto era stata una sfumata promessa: da giovane, infatti,aveva conquistato un terzo posto ai mondiali ed altre scottantiposizioni nei più prestigiosi campionati.Ma quando si dice che la fortuna è cieca, si sottintende che lasfiga ci vede benissimo; infatti quasi giunto all’apice della suacarriera ebbe un brutto infortunio, dal quale però si rialzò consfrecciante velocità e mirabile tenacia.Tornato, forse prima del tempo, nei campionati che contano fupartecipe di una carambola, che come presto potremo consta-tare sono molto frequenti nel suo sport, nella quale, purtroppo,venne tagliato all’altezza della femorale, perse litri e litri disangue, un’infinità di mesi fermo per la riabilitazione, e poil’inaspettata qualificazione alle olimpiadi. Riuscì miracolosamente ad arrivare fino ai quarti di finale inpattinaggio di velocità ma a questi livelli la sua preparazionefisica, nonostante il suo impegno, non era più sufficiente. Già inpartenza spicca la superiorità degli avversari ma il nostro eroe,Steven, ci crede ancora, eccome se ci crede. In batteria sonoin cinque, passano i primi due. Ultimo giro, parte la volata.

Steven è ultimo, ma tutto il mondo sta aspettando la sua ab-bagliante volata, che non avverrà mai. Nemmeno una cadutache bloccò due atleti, facendolo arrivare terzo, gli permise diguadagnare la qualificazione; ma bensì furono i giudici che,squalificando il primo arrivato per scorrettezza, regalarono aSteven la gioia delle semifinali. Partenza delle semifinali, stessamodalità di qualificazione, stessa grinta di Steven, stessa ca-rambola che fece cadere tre avversari. Così da ultimo si ri-trovò secondo e qualificato! La finale olimpica, il sogno traguardo di ogni atleta, qui contasolo vincere non c’è niente oltre, solo un’infinita gloria! Stevenscotta di adrenalina e voglia di rifarsi. Bang!! Sono partiti! Comunque vada il nostro eroe ha cambiatoil suo destino ma a questi livelli, i vertici del mondo la tenacia ela volontà d’animo non bastano più.Steven prova e riprova a restare lì vicino al gruppo ma perfortuna, sua fortuna, non ci riesce; la sfortuna che la sua in-tera vita lo aveva circondato (i molteplici infortuni, le donne, ibulli a scuola……) sul gelido ghiaccio della pista di Vancoovernon riesce a toccarlo, anzi all’ultima curva dell’ultimo giro pro-voca la caduta di tutti i concorrenti che sfrecciavano versol’arrivo, tutti!!! Tutti tranne uno, che non sfrecciava affatto, sìlui! Il nostro eroe ,nonché mito e mentore, lui l’olimpionico Steven j. Bradbury!

Di Fulvio Longagnanie Filippo Urbinati

La favola di Steven Bradbury,o come vincere un’olimpiade?

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Viaggi Missione speciale India

gnin, sono decollati alla volta di NuovaDelhi. Dopo essersi imbattuti in strani pas-seggeri e aver trascorso più di 10 ore traaerei e aeroporti vari, sono finalmentegiunti nella caotica, affollata, colorata,variegata ma soprattutto terribilmentecalda India. Dopo essere stati accolti dallaModern School di Nuova Deli, i nostri fanta-stici quattro foscariniani hanno dato ilvia a quella che sarebbe stata un espe-rienza davvero indimenticabile. A seguito della sontuosa inaugurazione delSummit CDLS 11 (Community Develoment & Lea-dership Summit) a cui hanno partecipato piùdi 300 ragazzi provenienti da ben 18 na-zioni diverse, sono iniziate le attività diquesto prestigioso progetto. Fin dai primi giorni è stato possibile cono-scere, apprezzare ed ammirare le meravigliedi questo paese ma anche aprire gli occhisui suoi lati meno affascinanti.Una delle esperienze più incredibili èstata certamente la visita al Taj Mahal.Come si potrebbe omettere la descrizione deltragitto (che più sembrerebbe un Odissea!) daNuova Delhi ad Agra?! Separata da soli 200km, Agra sembrava unameta velocemente raggiungibile e invece&tra mucche, scimmie, viandanti, mendicanti evari personaggi alquanto ambigui, il viag-gio si è protratto per oltre 6 ore! Certo, neè valsa la pena: il bianco splendente diquesto mausoleo e la sua perfezione archi-tettonica hanno ripagato anche la noiadelle successive sei ore di ritorno. Nei giorni seguenti si è dato il via ad unaserie di interessanti e sfarzose conferenzesul tema dello sviluppo della società, dellacomunità, dei valori del nostro mondo, maanche dell ambiente. Peccato che durante lamaggior parte di queste formali riunioni,in alcuni momenti i quattro delegati siscambiavano occhiate di sconforto per ladifficoltà di comprendere quella lingua chepiù che inglese pareva un miscuglio con l’indù!! Tuttavia quello smarrimento era con-diviso da più di qualche delegazione, nonsolo dai ragazzi, ma anche dagli inse-gnanti, e questo ha sollevato di gran lungai poveretti che avevano iniziato a pensaredi essere come dei pesciolini fuor d acqua.Ma niente paura, perché a spruzzare sempreuna bella dose di risate ha provveduto in

cui il nostro caro delegato ha superatoqualsiasi tipo di truffa su oggetti e pro-dotti vari! Nel vederlo arrivare carico diborse e sacchetti, le tre amiche hanno piùvolte tentato di frenare questa shopping-mania ma non c’era niente da fare! Ad ogniuscita gli acquisti -e che acquisti!- si face-vano sempre più numerosi e pesanti, tantoche ormai iniziavano ad essere addiritturasuperflui come souvenir; d’altronde si sa,quando si prende gusto a fare qualcosa...Nel frattempo, tra una lezione di yoga euna dimostrazione di danza indiana, sonostati organizzati laboratori di gruppo, gio-chi e attività all aria aperta, volte allariflessione su tematiche come la fame nelmondo, il sottosviluppo, le catastrofi natu-rali, la pace, la collaborazione tra le na-zioni e così via.Per di più c’è stata anche una sorprendenteuscita alla Blind house, una scuola dove idelegati hanno potuto parlare, discutere econoscere alcuni ragazzini ciechi, capirecome riescono a leggere, suonare strumentimusicali ma anche usare il computer!E poi, che dire di quelle cene e quei pranzifavolosamente lussuosi, ricchi di ogni bendi Dio, dove i nostri cari amici hanno po-tuto assaggiare le più svariate pietanze ti-piche! Le lunghe tavolate erano colme dicibo, dal buon pane morbido alle terribil-mente piccanti zuppe e carni, che solo adun primo assaggio hanno quasi causato ilsoffocamento di una innocua assaggiatriceitaliana, forse troppo ben abituata all ot-tima cucina nazionale!! Tuttavia questa estrema ricchezza facevarisaltare maggiormente la ben più diffusapovertà, facilmente trovabile anche dietro l’angolo di ville e palazzi prestigiosi.Infine i quattro viaggiatori si sono resiconto della straordinaria occasione capita-tagli, ritenendosi estremamente fortunati diquesta emozionante avventura, che non sololi ha resi consapevoli delle più diversefacce del mondo che convivono tuttora inpaesi come l’India (e non solo) ma che li haanche fatti tornare a casa con un bagagliodi esperienze difficilmente dimenticabili.

Di Claudia Donà e Gioia Stefinlongo

Una tiepida mattina del 3 Novembre2011, quattro fortunati rappresen-tanti del Foscarini accompagnatidalle professoresse Sartorio e Cava-

più di qualche volta il Signor Andrea T.Solo per dare un piccolo assaggio delle sueavventure, non si può non ricordare, tra lenumerose passeggiate al mercato, quella in

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Sudoku

Giochi

Di Claudia Donà e Gioia Stefinlongo

Orizzontali1.E’ cinerino – 6. OrganismiGeneticamente Modificati – 9.Il regno di Minosse – 10. Siusano per far rinvenire 11. L’arte latina – 12. E’ un attimodi follia – 14. L’ arnese delchirurgo – 16. Esempio – 17.Si deposita sui denti – 18.Portata meno porta – 19. La Igreca – 20. Il coach dellanazionale – 21. Con C fannoun trio – 22. Fa provincia conTempio– 24. Montagne cal-abresi – 26. Fornisce luce inItalia – 27. Viene trainatada una muta – 29. Non qui –30. Componeva antichi versi –31. Incantesimo.

1. Il nemico di Moby Dick –2. Facilmente suscettibile– 3. Folla – 4. Fuori di-scorso – 5. Famoso mangagiapponese – 6. Il centrodi boato – 7. La colla in-glese – 8. Reginetta dibellezza italiana – 10. Fi-gura geometrica curvilinea– 13. Il campo allestito –15. Macinato – 18. Lo è l’IMU – 20. Sono solcatidagli uccelli – 23. Bene-vento – 25. Mantello lito-sferico – 28. Sono inanglosassone.

Verticali

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Oroscopo

Di Erica Fuga

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Ipse dixit-PROF.BERLINI: “Dopo aver studiato latino e greco che cosa può spaventarci nellavita?”-PROF.MELILLO: “Dopo questo compito Babbo Natale dovrebbe denunciarmi per lamia bontà”-PROF.ZAMPIERI: “Sono più vecchia dell’uomo mascherato! Voglio andare in pen-sione!”-PROF.PALOSCHI: “Non dovete mettere le mie foto su facebook! Per fortuna sono-bellissimo!”-PROF.PALOSCHI: “Ma Irene non puoi bere il tè in classe! Adesso lo prendo e lobevo io…”ALEX: “Ma anche io voglio il tè!”PROF.PALOSCHI: “Vuoi me? Lo so Alex, ma non possiamo, sono sposato”-PROF.PALOSCHI: “Emanuele so che ti piaccio ma non riuscirai ad avermi!”-PROF. TREVISAN: “Ma avete bisogno di un Premio Nobel per la fisica per farequesto esercizio?” -PROF. MADARO: “Dove l'hai letto questo?"GIOVANNA: “Nel libro”PROF. MADARO: “Mostrami dove!”GIOVANNA: “No, non in questo..”MADARO: “In un altro? Un libro segreto?”- ARIANNA: “E questa è una relativa impropria..”PROF. CALEBIRO: “E' talmente impropria che non è neanche una relativa”- STEFANO (istruttore di arrampicata): “ Oggi arrampichiamo con i percorsi a co-lori...”BARNABA: “No!”PROF. GALVAN: “Puoi far finta di essere daltonico”-PIETRO: “Leucate è in Grecia? Sul confine?”

PROF. CALEBIRO: “Talmente sul confine che non è neppure in Grecia..”-PROF. GOTTARDI: “Leopardi e Schopenhauer si sono chiesti l’amicizia su facebooke hanno fatto il gruppo: “siamo tutti sfigati” ”-PROF. GOTTARDI: “Siete delle merdacce! E posso confermarlo anche sul Lanx!”-PROF. ZAMPIERI: “Odio quelli che guidano con il cappello e mostrano le montagnealla moglie!”-PROF. PALOSCHI: “Margherita non fare la spiritosa.. Pagherai tutto alla fine!”-PROF. GOTTARDI: “Enrico l’arrampicata sugli specchi è sempre stato il tuosport preferito!”-PROF. GOTTARDI: “Kierkegaard dice che il matrimonio può rendere felici, infattilui non si sposa”-PROF. SABBADIN: “Patata lessa che non sono altro!”-PROF. GOTTARDI: “Godo nel vedere le vostre facce spaurite!”-EMANUELE: “Per non suicidarsi bisogna andare in sud-Italia”-BOULOS: “All’esame mi faccio esplodere!”-PROF. GOTTARDI: “Kantiano, hegeliano…”CASALI: “Saviano..”-PROF. GOTTARDI: “Perché nel compito nessuno ha parlato degli indiani? ”ERICA: “Perché la loro storia ci fa soffrire”-MARGHERITA: “Gli austriaci parlavano austriaco”-PROF. LA GRASTA: “E’ una caratteristica che abbiamo già trovato in un grandepoeta”LORENZO: “Moccia!”-PROF. CALEBIRO: “Bene chi mi legge un altro commento?...Maria!”MARIA: “No, la prego prof, sto mangiando!”-PROF. CALEBIRO: “Come siamo a religione romana?”BARNABA: “Si… praticante..”

Di Isotta Conte

Posta!!!

IL MISTERO DEL LANX PERDUTO

Il Lanx ha avuto un enorme successo. Certo, per chi ha avutol’onore di leggerlo. Sfortunatamente gli alunni di IID no. La lorolegittima copia del giornale è stata loro slealmente sgraffignata ilgiorno stesso della sua uscita.

Inutile dire che sono fioccati parecchi sospetti, alcuni dei qualiestremamente fondati, ma non sono riusciti a riaverlo. Siamo felici che il “nostro” lanx sia stato apprezzato,purtroppo noi non possiamo dire lo stesso!

La IID

IUS PRIMI CAFFè

Si sa, noi alunni ci sentiamo spesso e volentieri tiranneggiati daiprofessori. Costoro fanno pesare la loro autorità tanto alla lava-gna, quanto alla macchinetta del caffè. Possibile? Ebbene sì. L’alunno M. ha testimoniato in proposito. E’ risaputo chela coda alle macchinette sia sempre chilometrica, soprattutto per-ché raramente entrambe sono funzionanti. All’inizio della ricrea-zione studenti, insegnanti, segretari, bidelli (?) e chi più ne ha più nemetta, si apprestano a perdere dieci minuti (se non di più) nell’at-tesa. M., una volta giunto il suo agognato turno, si è visto brutal-

mente spodestare da ben due professoresse. Il poverino le haguardate alquanto sconvolta, ma una di queste, per niente cruc-ciata, anzi trionfante, ha sprezzantemente asserito: ”Sono un’in-segante… posso!”. E così il sventurato ragazzo è mestamentetornato in classe, senza caffè e senza onore.Fino a che punto i professori possono approfittare della loro posi-zione? Quousque tandem abutere, magistri, patientia nostra?

Di Brancaleone e Panda furioso

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