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Il Ponte settimanale cattolico dell’Irpinia ANNO  XLII - N°. 30 - euro 0.50 21 Ottobre 2017 web: www.ilpontenews.it | email: [email protected] “Et veritas liberabit vos” sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino Il Ponte è il primo settimanale dell’Irpinia ALL’INTERNO: INTERNATIONAL PRINTING Srl STAMPA IN OFFSET E ROTO - OFFSET ETICHETTE ADESIVE IN BOBINA AVELLINO Zona Ind.le Pianodardine tel. 0825 610243 fax 610244 www.ruggiero.it - www.internationalprinting.it email: [email protected] PROGETTAZIONE GRAFICA E STAMPA PER OGNI TIPO DI PRODUZIONE TIPOGRAFICA SCUOLA pag. 13 IL LAVORO ChE VOgLIAMO Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale”, sarà questo il tema sul quale i cattolici italiani proveranno a riflettere, dal 26 al 29 ottobre, a Cagliari, in occasione della 48ma Settimana Sociale. Una questione importante e decisiva per la vita delle nostre comunità, un tema che tocca i singoli individui (come lavo- ratori o come aspiranti tali) e che inve- ste tutta la società; un’idea che prende spunto dalle parole del Papa:“ Nel la- voro libero, creativo, partecipativo e solidale, l’essere umano esprime ed ac- cresce la dignità della propria vita” (E.G. n. 192). Michele Criscuoli pag. 5 Il Papa chiede alla Fao di “cambiare rotta”, superando i conflitti e i cambiamenti climatici, le due cause della relazione tra fame e migrazioni. “Introdurre nel linguaggio della coo- perazione internazionale la categoria dell’amore”, la proposta. Appello per il disarmo e per fermare il ricorso alle armi di distruzione di massa. “La gestione della mobilità umana richiede un’azione intergovernativa coordinata e sistematica”. M.Michela Nicolais pag. 4 VANgELO pag. 15 MEDICINA pagg. 8 - 9 FISCO pag. 10 IL PAPA INVOCA IL PRINCIPIO DI UMANITÀ MISSIONI pagg. 2 - 3 SLOW FOOD pag. 7 CONVEGNO: “ANGELI” Invitiamo tutti i lettori e le lettrici, del nostro settimanale diocesano, e la cit- tadinanza tutta, a partecipare al Convegno avente per tema gli “ANGELI”, che si svolgerà lunedì prossimo 23 Ottobre alle ore 16,30 al Circolo della Stampa, (presso il Palazzo della Prefettura al Corso Vittorio Emanuele). Per i dettagli del Convegno è possibile consultare il Programma pubblicato a pagina 16 di questo numero de IL PONTE. L’argomento è interessante: Gli Angeli Custodi esistono e ci proteggono! Dopo i saluti di Sua Eccellenza il Vescovo, Monsignor Arturo Aiello, interverranno due esperti di angelologia, don Marcello Stanzione e l’avvocato Carmine Alvino. Vi aspettiamo! Il Direttore Mario Barbarisi InquInamento, fame e mIgrazIonI: bIsogna cambIare rotta

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IlPontesettimanale cattolico dell’Irpinia

ANNO  XLII - N°. 30 - euro 0.5021 Ottobre 2017

web:  www.ilpontenews.it   |  email: [email protected]

“Et veritas liberabit vos”

sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino

Il Ponte è il primo settimanale dell’Irpinia

ALL’INTERNO:

INTERNATIONALPRINTING Srl

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PROGETTAZIONE GRAFICA E STAMPAPER OGNI TIPO DI PRODUZIONE TIPOGRAFICA

SCUOLA pag. 13

IL LAVORO ChEVOgLIAMO

“Il lavoro che vogliamo. Libero,creativo, partecipativo e solidale”,sarà questo il tema sul quale i cattoliciitaliani proveranno a riflettere, dal 26 al29 ottobre, a Cagliari, in occasionedella 48ma Settimana Sociale. Unaquestione importante e decisiva per lavita delle nostre comunità, un temache tocca i singoli individui (come lavo-ratori o come aspiranti tali) e che inve-ste tutta la società; un’idea che prendespunto dalle parole del Papa:“ Nel la-voro libero, creativo, partecipativo esolidale, l’essere umano esprime ed ac-cresce la dignità della propria vita”(E.G. n. 192).

Michele Criscuoli   pag. 5

Il Papa chiede alla Fao di “cambiare rotta”, superando i conflitti e i cambiamenti climatici,le due cause della relazione tra fame e migrazioni. “Introdurre nel linguaggio della coo-perazione internazionale la categoria dell’amore”, la proposta. Appello per il disarmo eper fermare il ricorso alle armi di distruzione di massa. “La gestione della mobilitàumana richiede un’azione intergovernativa coordinata e sistematica”.

M.Michela Nicolais pag. 4 

VANgELO pag. 15

MEDICINA pagg. 8 - 9

FISCO pag. 10

IL PAPA INVOCAIL PRINCIPIO DI UMANITÀ

MISSIONI pagg. 2 - 3

SLOW FOOD pag. 7 CONVEGNO: “ANGELI”Invitiamo tutti i lettori e le lettrici, del nostro settimanale diocesano, e la cit-tadinanza tutta, a partecipare al Convegno avente per tema gli “ANGELI”, chesi svolgerà lunedì prossimo 23 Ottobre alle ore 16,30 al Circolo dellaStampa, (presso il Palazzo della Prefettura al Corso Vittorio Emanuele).Per i dettagli del Convegno è possibile consultare il Programma

pubblicato a pagina 16 di questo numero de IL PONTE. L’argomento è interessante: Gli Angeli Custodi esistono e ci proteggono!Dopo i saluti di Sua Eccellenza il Vescovo, Monsignor Arturo Aiello, interverranno due espertidi angelologia, don Marcello Stanzione e l’avvocato Carmine Alvino.Vi aspettiamo!

Il Direttore  Mario Barbarisi

InquInamento, fame e mIgrazIonI: bIsogna cambIare rotta

2 21 Ottobre 2017ilPonte

Missioni

I  Preparativi: Nessunonasce Cristiano ma lo si di-venta. Nessuno nasceSanto ma lo si diventa.Nessuno nasce Missionarioma lo si diventa!

Durante lo studentato aSant’Angelo a Cupolo (Bn)

dal 1955 al 1959, la visita di qualche nos-tro missionario redentorista nel Perùdiede la carica ad un gruppetto di stu-denti che diede vita al “Proclama peru-viano”. Tutti eravamo presi dal desideriodi partire per il Perù. Ma non fu questo ilpiano di Dio e della Congregazione.Il Perù venne abbandonato e, subitodopo, su richiesta dei Vescovi delle terredi missione, la Congregazione (ProvinciaNapoletana) accetto’ la Missione in Ma-dagascar nella Diocesi di Diego-Suarez ilcui Vescovo, Monsignor JEAN WOLFF, neaveva fatto domanda al ReverendissimoPadre Generale P.William Gaudreau, du-rante la sua permanenza a Roma, altempo del Concilio Vaticano II°(11/10/’62 - 08/12/1965).

Durante l’anno 1966, anche se mi ave-vano affidato la carica di Segretario delSantuario di San Gerardo e vice-parroco,riuscii a trovare il tempo per leggere levarie Encicliche Missionarie, edite dallePaoline e prepararmi spiritualmente epsicologicamente alla grande AVVEN-TURA Missionaria che sentivo ormai alleporte. Ve le cito, non per stancarvi, maper dare un occasione ad altri di av-venturarsi al seguito di Gesù Reden-tore. Esse sono: “Maximum illud” di

Papa Benedetto XV - “Rerum Eccle-siae” di Papa Pio XI - “Evangelii Pre-cones” e “Fidei Donum” di Papa Pio XIIe “Princeps Pastorum” di Papa SanGiovanni XXIII e infine il Decreto delConcilio Vaticano II “Ad Gentes”. Infinefu la messa a punto della lingua francese,appresa un pochino durante le Medie,ma non praticata, a Marsiglia in una co-munità redentorista, che poi in fin deiconti, la si fece in una parrocchia dellacittà; non ricordo quella dove esercito’ ilReverendo Padre Luigi Pentangelo, mala mia era quella di St. Pierre et St.Paul, non lontana dalla Cannebière.Il terzo scelto era Padre Manuli che ando’a Parigi, e vi si ammalo’. Distolto dal dot-tore, rimase a fare il missionario in Italia.Dopo neppure due mesi fummo richia-mati in Provenza per prepararci alla par-tenza per un Paese sconosciuto,destinazione Diego-Suarez, ed all’oscurodi tutto.

Partenza:  Dopo ancora qualche mese dilavoro e di preparativi, ecco finalmentescoccare l’ora dell’addio “alla Patria, alla fa-miglia, agli amici, al benessere” per iniziareil lunghissimo viaggio verso il Madagascar,partendo il 15 Ottobre 1967 da Roma, viaBruxelles-Atene - Entebbe-Nairobi - Tana-narive-Ivato dove arrivai(arrivammo) il 17Ottobre, dopo aver pernottato in Ugandaal “Lac Victoria Hotel”. All’aeroporto civenne incontro Padre Laurent dellaCongregazione del Santo Spirito, cappel-lano delle associazioni cattoliche “IBa-lita” e “TAK”, di stanza nella capitale,delegato dall’ Arcivescovo di Diego Sua-rez. Restammo con lui due o tre giorni,

prima di reimbarcarci su un DC 3 dell’AIRMADAGASCAR, alla volta di Diego -Suarez ove fummo alloggiati nell’Episco-pio. A Novembre, fu indetto il Sinodo Dio-cesano che si svolse nella cittadina diJoffre-Ville, al quale noi pure fummo in-vitati a parteciparvi. Fu una grazia pernoi, sia per la lingua francese sia per lapastorale. Terminato il Sinodo, ripren-demmo l’aereo per raggiungere la Casadei Padri Gesuiti nella cittadina d’Ambo-sitra, ove ritornammo sui banchi discuola per apprendere la lingua malgas-cia insegnata dal Padre Mangiapane, co-adiuvato da insegnanti autoctoni.Durante questo periodo, per farci eserci-tare nella lingua fummo inviati nei vil-laggi di campagna, per celebrare il SantoNatale, la Settimana Santa e la Pasquadel Signore e per confessare.Terminata la scuola e l’esame per poterconfessare in lingua malgascia, il nostroVescovo, Monsignor Albert Tsiahoana, cipermise di visitare il SUD e poi c’invio’ afare degli “stage” missionari nella citta-dina di Fenerive Est, per 3 mesi e poinella cittadina di Andapa per un mesetto,dovendo trovarci tassativamente aDiego- Suarez per l’inizio dell’anno sco-lastico e catechetico. Qui il Vescovo ci as-segno’ a due parrocchie differenti: PadrePentangelo a Tanambao insieme a duesacerdoti malgasci, ed io alla Cattedraleove c’era una folta comunità di Padri delSanto Spirito e vi rimasi fino al mese difebbraio ‘69. Quindi raggiunsi il PadreLuigi Pentangelo a Tanambao, quartiereperiferico di Diego Suarez. Dopo la Pas-qua del 1969 arrivo’ il Padre GiambattistaBattaglia e potemmo estendere la nostraazione pastorale-missionaria prendendocicura di due villaggi di campagna: Ana-makia e Antongombato. Ed in più l’ in-segnamento della religione nel collegiodei Frati Maristi, l’avvicinamento deiCreoli provenienti dall’isola de La Réu-nion, con una messa in francese, riunionenei 12 quartieri della città, una alla setti-mana, e tante altre attività pastorali.

ORIgINI DELLA MISSIONE

“Durante lo studentato a Sant’Angelo a Cupolo(Bn)dal 1955 al 1959, la visita di qualche nostromissionario redentorista nel Perù diede la carica

ad un gruppetto di studenti che diede vita al“Proclama peruviano”. Tutti eravamo presi

dal desiderio di partire per il Perù. Ma non fuquesto il piano di Dio e della Congregazione”

p. VincenzoSparavigna 

“Durante l’anno 1966, anche se mi  avevano  affidato  la  carica di Segretariole  varie Encicliche Missionarie, edite dalle Paoline  e  prepararmi   spiritualmente  

321 Ottobre 2017 ilPonte

Missioni

Incremento:  Nel frattempo arrivarono i rin-forzi nelle persone dei Padri Padovano Gio-vanni, Edmondo Redi, Fra Stefano Avagliano,ed i Padri Vincenzo Martone e Giovanni DiMaio che restarono per un certo tempo a Ta-nambao. Poi, su richiesta dell’Arcivescovo,Padre Luigi partì da Vohemar sulla costanord-est, seguito a ruota dal Padre Padovano,che nel 1974 arrivò ad Ampanefena, zonaagricola e di allevamento. Questi, figlio dicontadini, si diede da fare in questi due campima anche nell’edilizia, costruendo una casettain muratura per la comunità ed un’altra inlegno per i piccoli seminaristi. Fu seguito nel1975 da Padre Di Maio e poi dal Padre Pen-tangelo, mentre i Padri Redi e in seguito Mar-tone e Battaglia andarono ad Ambilobe finoa dopo Pasqua del 1977. Qui, il Provinciale deltempo, Padre Giuseppe Capone mi chiese diprendere il loro posto e vi rimasi con PadreRedi fino all’anno ‘80. Qui, su domanda dellostudente in Teologia Vincenzo Fama, ordinatodiacono ad Ampanefena, accettai di farlo or-dinare sacerdote nella mia parrocchia il 23/03/80. In questo stesso anno si lascio’ Ambilobeper ripiegarci su Vohemar e costituire una solacomunità redentorista più consistente. Nelfrattempo Fra Stefano, ed i Padri Redi e Pa-dovano rientrarono in Italia. Nell’ 82, Monsi-gnor Albert mi volle ad Ampanefena percoadiuvare il Padre Luigi, avanzato negli annie indebolito per le lunghe tournées e per lamalattia. Lo raggiunsi il 1° Aprile dell’82, subitodopo il passaggio, del ciclone “Justine”, avve-nuto il 18 Marzo 82 che allago’ la cittadina,spargendo morte e devastazione. Restammoinsieme fino all’84 dandoci, senza risparmiarci,alle tournées nei paesetti di campagna nelnord e nel sud della missione, quando aggra-vandosi lo stato di salute del Padre Luigi, lo siconvinse a partire per l’Italia. Dopo la sua par-tenza, restai per qualche tempo con il PadreDi Maio e Padre Battaglia, che collaboraronoper le tournées più vicine e la pastorale par-rocchiale. Durante questo periodo, si costruìun grande salone per i catechisti che servivacome luogo di riunione, come refettorio e dor-mitorio. Qui ad Ampanefena si diede inizioall’adozione scolastica, grazie all’aiuto econo-mico di Suor Cecilia, peruviana che approdo’in Italia in seguito al disastroso terremoto nellaprovincia di Avellino avvenuto nel Novembredel 1980. Grazie al suo lavoro di ago-puntu-rista cercava tra i suoi pazienti persone prontead adottare un bambino e sostenerlo neglistudi, offrendo una congrua retta al mese.Sfortunatamente quest’opera sociale ed cari-tatevole fallì quando noi dovemmo abbando-nare la missione d’Ampanefena. Una cosainvece che ha preso piede e continua fino ad

oggi, con la partecipazione di una folla im-mensa proveniente da tutti gli angoli della mis-sione: la pratica dei primi 9 venerdì del mesevoluta dagli ispettori-catechisti e da noi appro-vata sotto la condizione della perseveranza.Grazie allo zelo di tutti i confratelli che si sonosucceduti nel servizio pastorale di questa par-rocchia, possiamo asserire che questa praticaè diventata una “missione popolare per-manente”, che ha portato e porta i suoi fruttifino ad ora.

L’Avvenire 

Essendosi assottigliato il contingente missio-nario e volendo dare un avvenire alla nostraCongregazione, si decise l’apertura di una casadi formazione nella Capitale Antananarivo,in-viando due nuovi confratelli dall’Italia, i PadriAntonino Pascale e Francesco La Ruffa e ilPadre Vincenzo Martone arrivato in Madagas-car il 16/12/1974, i quali dopo varie peripeziedi vita nomade presso i Padri Cappuccini,presso i Carmelitani scalzi e poi nel piccolo al-bergo “Nous Deux” ad Alasora misero final-mente piede nel “Foyer St. Alphonse”, chefu inaugurato il 1° Agosto 1992.

Nell’ottobre del 1989, chiusa la missione diAmpanefena, i Superiori maggiori mi asse-gnarono a Vohemar come primo responsabiledella missione, per sostituire il P.adre Martone,inviato a Tanà come prefetto degli studenti e

anche come superiore e Parroco di Mandro-seza e Alasora. Dal 1989 al 2000 si ripreserole “tournées” nella “brousse” (iniziate dalPadre Pentangelo arrivato sul posto nel 1971,dal Padre Martone) e anche le opere sociali:dispensario, scuola di Marobengy, pozzi, tron-cone di strada asfaltata tra la scuola di S. Giu-seppe e la missione, le adozioni scolastiche chesi contavano a migliaia tanto da richiedere unasegretaria, la quale ha continuato a lavorarefino ad oggi in connessione con il Padre Lo-renzo Gasparro,eletto Procuratore delle Mis-sioni Estere redentoriste con residenza in Italia.

Nel 1994 e precisamente il 09/10/1994, dopoil disastroso ciclone “Nadia” che distrusse in-teramente la cittadina di Vohemar, e anche lanostra casa e chiesa, fu ordinato il primo sa-cerdote redentorista malgascio: Padre Tsima-narisoa Pascal, seguito poi da altri 4 nell’Agostodel ‘99; da un altro nel 2001; da altri 6 nel2005; e ancora da 6 nel 2008.... Nel frattempoera arrivato un ottimo contingente dall’ Italianelle persone dei Padri Lafasciano Silvestro, Fi-lippo Strippoli, Lorenzo Gasparro e VincenzoFamà, dopo una lunga permanenza in Italia.Cio’ ci permise di aprire un’altra missionenell’estremo Sud, a VONDROZO, nella Diocesidi Farafangana.

A questo punto, visto il numero dei congregati,vista l’espansione geografica, i nostri SuperioriMaggiori ci spinsero a fare un passo avantichiedendo di erigere la “MISSIO” a “REGIO”.Dopo aver fatto tutte le pratiche necessarie perl’erezione, il 16 Marzo 2006, il Padre GeneralePadre Joseph W. Tobin, accettò la domandaed approvò l’erezione della Regione Malgascia(Prot.N.02002 015/05)

Che il Signore benedica la nostra Mis-sione Malgascia che ormai è sul punto didiventare Vice-Provincia, in quest’annogiubilare  della  presenza  redentoristanell’ “Isola rossa”  17/Ottobre/1967  -17/Ottobre/2017

REDENTORISTA IN MADAgASCARdel Santuario di San Gerardo e vice-parroco, riuscii a trovare  il tempo per  leggeree psicologicamente alla grande AVVENTURA Missionaria che sentivo ormai alle porte”

4 21 Ottobre 2017ilPonte

Attualità

“Cambiare rotta” significa introdurre nellinguaggio della cooperazione internazio-nale la categoria dell’amore. Declinare,cioè, il termine “umanitario”, tanto invoga in questo settore, come “principiodi umanità”. Nel suo terzo discorso allaFao, durato circa 25 minuti e pronunciatoin spagnolo, Papa Francesco ha affer-mato che la gestione della mobilitàumana richiede “un’azione intergoverna-tiva coordinata e sistematica, condottasecondo le norme internazionali esistentie permeata da amore e intelligenza”. Vul-nerabili sono tutti coloro che non possonodifendersi: gli esclusi, come i migranti co-stretti a lasciare la loro terra a causa dellafame o della guerra. È la loro voce che gliorganismi internazionali devono impararead ascoltare: le iniziative messe in camponon bastano. All’inizio del suo interventoin occasione della Giornata mondialedell’alimentazione, quest’anno dedicatoal tema “Cambiare il futuro della migra-zione. Investire nella sicurezza alimen-tare e nello sviluppo rurale”, Francesco hasalutato i ministri dell’Agricoltura del G7presenti in aula – tra cui il ministro ita-liano, Maurizio Martina – incontrati pocoprima nel secondo piano dell’edificio, su-bito dopo il direttore generale della Fao,José Graziano da Silva, che appena arri-vato nella Sala plenaria ha rivolto a Fran-cesco il suo saluto. Bisogna fare di piùper cambiare il futuro della migra-zione, agendo sulle sue due causeprincipali: i conflitti e i cambiamenticlimatici. Sul primo versante, il Papachiede “un disarmo graduale e siste-matico”, già previsto dalla Carta delleNazioni Unite, anche per porre rimedioalla funesta piaga del traffico delle armi.Sul versante dei cambiamenti climatici,Francesco cita l’Accordo di Parigi, dalquale “alcuni si stanno allontanando”, e

stigmatizza la noncuranza verso i delicatiequilibri degli ecosistemi e la presunzionedi manipolare le risorse del pianeta innome di un profitto avido. “Non pos-siamo rassegnarci a dire ci penseràqualcun’altro”, l’invito per cambiare glistili di vita, l’uso delle risorse, i criteri diproduzione e i consumi. La famenon è “una malattia incurabile”, af-ferma il Papa ricordando che sono leguerre e i cambiamenti climatici a deter-minarla. Il cancro da evitare è la specu-lazione, che favorisce i conflitti e glisprechi e fa aumentare “le file degli ultimidella terra che cercano un futuro fuori dalloro territorio d’origine”. Di fronte a tuttoquesto, “possiamo e dobbiamo cam-biare rotta”: non si risolve il problemadella fame diminuendo il numero delle boc-che da sfamare, ma prendendo coscienzache “ridurre è facile, condividere in-vece  impone  una  conversione”.“Riflettere su come la sicurezza alimen-tare può incidere sulla mobilità umana si-gnifica ripartire dall’impegno per cui laFao è nata, per rinnovarlo”, afferma ilPapa all’inizio del suo discorso, ricordandoil 16 ottobre 1945, data in cui la Fao èstata istituita in un periodo di grave insi-curezza alimentare e di grandi sposta-menti di popolazione. Come accade oggi:“La morte per fame o l’abbandonodella propria terra è notizia quoti-diana, che rischia di provocare indif-ferenza”. Introdurre la categoria diamore nel linguaggio del diritto in-ternazionale, la proposta controcor-rente  di  Francesco: il termine“umanitario” va declinato come “princi-pio di umanità”, e la diplomazia e leistituzioni multilaterali devano alimentaree organizzare questa capacità di amare,perché le migrazioni forzate non po-tranno essere fermate da barriere fisiche,

economiche, legislative, ideologiche:“Non possiamo operare solo se lofanno gli altri, né limitarci ad averepietà, perché la pietà si ferma agliaiuti di emergenza, mentre l’amoreispira la giustizia ed è essenziale perrealizzare un giusto ordine socialetra realtà diverse che vogliono cor-rere il rischio dell’incontro reciproco.Amare vuol dire contribuire affinchéogni Paese aumenti la produzione egiunga all’autosufficienza alimen-tare. Amare si traduce nel pensarenuovi modelli di sviluppo e di con-sumo, e nell’adottare politiche chenon aggravino la situazione dellepopolazioni meno avanzate o la lorodipendenza esterna. Amare significanon continuare a dividere la famigliaumana tra chi ha il superfluo e chimanca del necessario”. “Fermare ilricorso  alle  armi  di  distruzione  dimassa è possibile”, assicura il Papa,sottolineando come questo ricorso mietavittime tra i poveri e gli esclusi. Quandosi parla di migranti, ci si divide sul con-cetto di “vulnerabilità”, ma per Francesconon possono esserci equivoci o sofismilinguistici: “Vulnerabile è colui che èin condizione di inferiorità e non puòdifendersi, non ha mezzi, vive cioèuna esclusione. E questo perché ècostretto dalla violenza, da situa-zioni naturali o peggio ancora dal-l’indifferenza, dall’intolleranza epersino dall’odio”. Ecco perché occorreprestare ascolto al grido di tanti nostrifratelli emarginati ed esclusi: “Ho fame,sono forestiero, nudo, malato, rinchiusoin un campo profughi”. “È  una  do-manda di giustizia, non una supplicao un appello di emergenza”, precisaFrancesco: “Il giogo della miseria gene-rato dagli spostamenti spesso tragici deimigranti, può essere rimosso medianteuna prevenzione fatta di progetti di svi-luppo che creino lavoro e capacità di ri-posta alle crisi climatiche e ambientali”.Si è fatto tanto, ma bisogna fare di più,ad esempio per evitare il “land grabbing”o la corruzione.

M.Michela Nicolais (Sir)

IL PAPA INVOCA IL PRINCIPIO DI UMANITÀ

Il Papa chiede alla Fao di “cambiare rotta”, superando i conflittie i cambiamenti climatici, le due cause della relazione tra fame e migrazioni.

“Introdurre nel linguaggio della cooperazione internazionale la categoriadell’amore”, la proposta. Appello per il disarmo e per fermare il ricorso allearmi di distruzione di massa. “La gestione della mobilità umana richiede

un’azione intergovernativa coordinata e sistematica”

521 Ottobre 2017 ilPonte

Politica

“Il lavoro che vogliamo. Li-bero, creativo, partecipa-tivo e solidale”, sarà questoil tema sul quale i cattolici ita-liani proveranno a riflettere,dal 26 al 29 ottobre, a Ca-gliari, in occasione della

48esima Settimana Sociale.Una questione importante e

decisiva per la vita delle nostre comunità,un tema che tocca i singoli individui (comelavoratori o come aspiranti tali) e che inve-ste tutta la società; un’idea che prendespunto dalle parole del Papa:“ Nel lavoro li-bero, creativo, partecipativo e solidale l’es-sere umano esprime ed accresce la dignitàdella propria vita” (E.G. n. 192).Tutte le Diocesi sono impegnate, da mesi, ariflettere ed a discutere per avanzare pro-poste da presentare alla Politica, alla Fi-nanza ed alle Imprese italiane. L’approccio, per noi cattolici, non può chepartire dal Magistero e dai valori della Dot-trina Sociale. San Giovanni Paolo II ribadivacon forza che “Il primo fondamento del va-lore del lavoro è l’uomo stesso, il suo sog-getto…” sicché “…per quanto sia una veritàche l’uomo è destinato ed è chiamato al la-voro, però prima di tutto il lavoro è perl’uomo e non l’uomo per il lavoro” (La-borem exercens, n.6) e Papa Francesco, ri-flettendo  sul  dramma  delladisoccupazione, ha aggiunto: ”Grandimasse di popolazione si vedono escluse edemarginate: senza lavoro, senza prospet-tive, senza vie di uscita. Si considera l’es-sere umano in sé stesso come un benedi consumo, che si può usare e poi get-tare. Abbiamo dato inizio alla cultura dello“scarto” (Evangelii Gaudium, n. 53).Per questo, è opportuno provare a ragio-nare partendo, soprattutto, dal “soggetto”principale del lavoro, la persona umanache, come tale, vale molto di più deglialtri fattori che concorrono al sistemaproduttivo: i mezzi, il denaro ed il pro-dotto!Quindi, ogni, sia pur sintetica, analisi nonpuò non tener conto della distinzione tra isoggetti che un lavoro ce l’hanno e quelli

che invece sono in attesa di trovarlo. I primi,perché spesso sono alle prese con le diffi-coltà che l’organizzazione del lavoro im-pone (raramente il loro lavoro è,veramente, libero, creativo e partecipativo).I secondi (e tra questi soprattutto i giovani)perché vivono il dramma dell’attesa diun lavoro che non c’è e che probabil-mente non arriverà mai. I primi sono inuno stato di tensione e di paura, perché laloro vita è come se fosse appesa ad un“chiodo messo male”: ogni segnale di cam-biamento e di innovazione è visto come unpericolo per la stabilità del loro lavoro! I se-condi, perché spesso si sono stancati di cer-care, sicché si trovano nella drammaticacondizione di chi non ha veramente nulla,nemmeno il diritto (o la speranza) di averequalcosa da fare. Per costoro, la vita ècome  se  fosse  “in  pausa”: mentreaspettano, immaginano un futuro in-certo, perché hanno già sperimen-tato tutte le difficoltà che la recentecrisi economica ha riservato alle lorosperanze.Un altro metodo utile, per avanzare propo-ste concrete ed efficaci, potrebbe esserequello di distinguere le soluzioni (e le pro-poste) a seconda del “tempo” al quale sonodestinate: il  presente o il futuro più omeno prossimo! Perché, da un lato, è as-solutamente urgente “inventare” delle so-luzioni immediate per sconfiggere (oalmeno ridurre) la disoccupazione (quellagiovanile prima di tutto) e, dall’altro, è beneapprestare tutti gli strumenti necessari peraffrontare la rivoluzione tecnologica che stagià investendo la nostra società (quella chegli esperti chiamano: Industria 4.0 e/o Eco-nomia digitale). Subito, interventi mirati perfavorire la crescita e l’occupazione (incenti-vando le assunzioni con sgravi fiscali e conpenalizzazioni per quelli che, dopo aver go-duto i benefici, decidono di licenziare i lavo-ratori appena assunti) e soprattuttoinvestimenti pubblici in tutti i settori chepossono creare nuova occupazione. Con laconsapevolezza che il mercato, da solo, nonbasta: perché spesso segue regole contrariealla “solidarietà” ed alla “partecipazione” o

si propone obbiettivi che privilegiano il pro-fitto rispetto alla “libertà ed alla creatività”del lavoro!Quindi è indispensabile che le Istitu-zioni siano anche in grado di coglierele opportunità che l’innovazione tec-nologica porterà nel mondo del lavoro.Perché se è vero che probabilmente si per-deranno alcuni milioni di vecchi posti di la-voro (la robotica e l’informatica“rottameranno” tante figure di lavoratori), èaltrettanto certo che la nuova struttura dellavoro potrà creare molti, altri, posti di la-vori. Certamente, nei settori della forma-zione e qualificazione dei lavoratori (inon nativi digitali), dell’invenzione  dinuove professionalità e di una nuovaimprenditorialità, con l’arricchimentodi settori (turismo, agricoltura, servizi ewelfare) verso i quali si dovranno ap-prontare proposte innovative in gradodi soddisfare una domanda crescentee qualificata.C’è, purtroppo, il rischio che la classe diri-gente possa riproporre soluzioni sbagliate(come, ad esempio, Garanzia Giovani o la“contestata” Scuola-Lavoro) che si sono di-mostrate insufficienti e senza prospettive(una mancia per giovani parcheggiati a nonimparare niente), che sono servite a fareclientelismo e non formazione vera. Cosìcome c’è la possibilità che le risorse a dispo-sizione siano insufficienti: “una goccia” nelmare dei bisogni delle persone. Perciò, la sfida che attende i cattolici italianiè importante. E’ un’opportunità che nondovrà essere tradita da discorsi vuoti edinutilmente professorali! Si dovrà lavoraread una nuova mentalità per formulare pro-poste capaci di mutare il corso delle cose:una  “rivoluzione  ragionata”,  chescelga una visione cristiana del futuroe che riporti  la persona umana e lasua  dignità  al  centro  di  tutto.  Persconfiggere gli egoismi e le scelte dellibero  mercato  che  hanno  dettatol’agenda economica di questi ultimidieci anni, distruggendo quel poco (otanto) di solidarietà che la cultura cat-tolica era riuscita ad iniettare nella so-cietà contemporanea! Dovremo pregareper questo!

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IL LAVORO ChE VOgLIAMO

”Grandi masse di popolazione sivedono escluse ed emarginate: senza lavoro,

senza prospettive, senza vie di uscita. Si consideral’essere umano in sé stesso come un bene di

consumo, che si può usare e poi gettare.Abbiamo dato inizio alla cultura dello “scarto”

(Evangelii Gaudium, n. 53).

MicheleCriscuoli

Dal 26 al 29 ottobre, a cagliari, la 48esima settimana sociale

6 21 Ottobre 2017ilPonte

Società

Mentre in Parlamento hannoprovato a tagliare i vitalizidella “casta”, ora, però si at-tende che il provvedimentopassi al Senato e successiva-mente alla Consulta, in casodi ricorso, per la sua even-tuale incostituzionalità, il

Consiglio Regionale della Campaniain una delle ultime sedute si è limitato adapprovare un emendamento-burla,con il quale “si rimette ogni decisionesulla  rinunzia del vitalizio alla vo-lontà di  ciascun  consigliere  regio-nale”, mentre è  stato  respinto ilprovvedimento che avrebbe vietato il cu-mulo di un vitalizio di un consigliere equello di parlamentare o europarlamen-tare. I Verdi, con il capogruppo France-sco Emilio Borrelli già firmatario deipredetti emendamenti presenterannoun disegno di legge “per consentireil passaggio al sistema contributivosulla scia della legge in discussionealla Camera”. Secondo Borrelli è”inde-cente che ex parlamentari e consiglieriregionali come Giuseppe Scalera per-cepiscano tre vitalizi più la pensione.

Qui non siamo in presenza di dirittiacquisiti, ma solo di privilegi inaccet-tabili. E’ giusto ricordare che dalla legi-slatura in essere i vitalizi sono aboliti inRegione Campania”. Si spendono ognianno nella Regione Campania 10mi-lioni 752mila639,12 euro (pari ad oltre20 miliardi delle vecchie lire) per pa-gare 246 vitalizi di  cui 60, per unasomma di 2milioni264mila355,60, aglieredi degli ex consiglieri regionali. Perquanto riguarda i parlamentari, se do-vesse passare la nuova legge presentatada Richetti  del  Pd,  si  avrebbeun’eventuale  decurtazione  del  40per cento del vitalizio.In Campania Nicola Mancino, ex Presi-

dente del Senato, il cui vitalizio di 6.939euro al mese passerebbe a 4.164 euro,Ciriaco De Mita, ex leader della Demo-crazia Cristiana, ex Presidente del Consi-glio, con un vitalizio di 5.811  europasserebbe a 3.486 euro, Paolo Ci-rino  Pomicino da  5.570  euro  po-trebbe  ricevere  3.250  euro,Clemente Mastella dagli attuali 6.939euro potrebbe ricevere 4.164 euro almese, Antonio Bassolino, che ricevesoltanto 3.000 euro, potrebbe rice-vere 1.800 euro al mese senza consi-derare il vitalizio regionale di 3.480,82euro netti al mese.

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AlfonsoSantoli

IL CONSIgLIO REgIONALE DELLA CAMPANIA VARA LA LEggE SUI VITALIzI

CON UN EMENDAMENTO-bURLA. LA RINUNCIA SOLO SU bASE VOLONTARIA

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L’Angolo del Sociologo a cura di Paolo Matarazzo

Molti nostri comportamenti anomali di adulti,al di là degli accadimenti sociali, sono dettatida linguaggi negativi, che rimandano alla no-stra memoria emotiva infantile, nella relazionegenitore-bambino(a) e che riaffiorano quandouna svalutazione dell’altro(a), un confronto,un’incomprensione in qualche modo li ripro-pongono, facendo riemergere l’antica perso-nale modalità di risposta, connessa ad unaantica frustrazione emotiva. Per dirla in dueparole: le svalutazioni, i confronti, i dinieghiprivi di spiegazioni segnano per sempre la no-stra personalità di adulti. Frasi del tipo: vai via,

non mi seccare, il tuo amico è piu bravo, staizitto, non fiatare, sei lento, ecc ……sono deiveri e propri pugni allo stomaco emotivo delbambino, che comprime la propria personalitàcaratterizzata nel tempo da frustrazioni, cioèda incapacità a relazionarsi in modo proposi-tivo ed autorevole con il mondo circostante,con conseguente basso livello di autostima. Ilgenitore intelligente accarezza con le parole,non giudica, non fa confronti, non emette sen-tenze o generalizzazioni sul proprio bambinoe non dà nulla per scontato. Accompagnare ilbambino con fiducia nella difficoltà è quanto dipiù bello ed entusiasmante ci sia nel rapportogenitoriale. Le piccole difficoltà, superate conriconoscimenti e carezze del cuore e del lin-guaggio, implementano sia l’affettività che lamaturazione di entrambi i soggetti della rela-zione. Solo le carezze date con autorevoli esempre dimostrabili no, aiutano a crescere ifuturi uomini, in un rapporto consapevole epieno di senso in questo difficile e complicatomondo.

Non sensi di colpa ma carezze ai bambini

721 Ottobre 2017 ilPonte

Tra coloro che hanno lettola Dichiarazione  diChengdu, approvata altermine del settimo Con-gresso Internazionale diSlow Food (29 settem-bre - 1° ottobre 2017, 400rappresentanti di 90Paesi), sicuramente qual-cuno ha pensato; ”Ecco,

ora Slow Food si mette in politica”.Niente di più inesatto, perché già da trent’annila nostra Associazione fa politica nella societàcivile, valorizzando il cibo Buono, PulitoGiusto eSano, difendendo i consumatori damalattie e frodi, sostenendo piccoli produttori,pescatori, contadini ed artigiani, salvaguar-dando l’ambiente, incrementando il turi-smo  sostenibile, combattendo la fame,formando i giovani a scuola e tutti i consuma-tori all’acquisto consapevole del cibo, collabo-rando con le Istituzioni ad ogni livello, daquello comunale fino alle grandi organizza-zioni internazionali, grazie all’impegno di cen-tinaia di migliaia di volontari e, naturalmente,a quello diretto e personale nella vita politicae nelle istituzioni amministrative.Nel Congresso Internazionale appena con-cluso, abbiamo preso coscienza della neces-sità di utilizzare la forza dell’Associazione perdifendere la diversità, ridurre le disugua-glianze e garantire a tutti l’accesso alla cono-scenza ed ai diritti fondamentali, tra cui lasalute, il benessere, il piacere. Il Congressoha rafforzato il nostro rifiuto dell’attuale tipodi sviluppo della società e dell’economia, lavolontà di realizzare nuovi modelli. «Rivitaliz-ziamo la rete, le imprese eque, di piccolascala. Nel locale, nel piccolo, abbiamo la forzae la potenza d’incidere. Rimaniamo dallaparte dei più umili, affianchiamoli nei campi,difendiamoli nei mercati contadini, rafforzia-moli con l’alleanza tra cuochi e produttori.».Con queste parole, Carlo Petrini ha indicatola strada da percorrere insieme a chiunqueabbia la volontà di fare altrettanto, a partiredalla Chiesa di papa Francesco.Chiarissimo il messaggio di Gaetano Pa-scale, Presidente di Slow Food Italia: «Pos-siamo sentirci orgogliosi di far parte diun’Associazione che sa rilanciare i temi piùnobili delle politiche alimentari planetarie,come diritto al cibo, difesa dell’ambiente edella biodiversità, lotta ad ogni genere d’ini-quità, e mette in campo azioni e progetti perraggiungere questi obiettivi politici.».Lo scrittore ed ambientalista statunitenseWendell Berry ha detto: “Mangiare è unatto politico”. Il cibo è uno dei fattori princi-pali di crescita economica ed un mezzo im-portante per la difesa della nostra salute, maanche una delle principali fonti d’inquina-mento, dissipazione di risorse, generazione didisuguaglianze e conflitti, sfruttamento dellapopolazione. Nella vita in media ognuno

mangia circa 150.000 volte, quindi l’alimen-tazione ha una forza potenziale enorme, chele multinazionali e le imprese dell’industriaagroalimentare sanno sfruttare, attraversocui hanno acquisito e gestiscono uno strapo-tere economico e politico, orientando a lorofavore le scelte dei governanti e dei consu-matori, allontanandoci sempre più dal godi-mento dei nostri fondamentali diritti, senzarispetto per la salute, l’ambiente, le popola-zioni povere.Se “fare politica” è opporsi a tutto ciò e ado-perarsi ad ogni livello per cambiare l’attualemodello sociale da crescita quantitativa asviluppo qualitativo, allora sì: Slow Foodfa politica e, a partire da Chengdu, lo farà

con sempre maggiore convinzione, impegnoe collaborazione per difendere e sostenere intutto il mondo la biodiversità, i saperi, le co-munità e le culture che vogliono realizzare lostesso obiettivo. La biodiversità alimentare e culturale (specievegetali, razze animali, prodotti tradizionali),frutto della evoluzione delle conoscenze lo-cali e dei saperi artigianali, sta subendo unaerosione vertiginosa, aggravatasi negli ultimidecenni a causa dei cambiamenti climatici.Causa principale del rapido declino di questopatrimonio è il modello di produzione che hagradualmente colonizzato il nostro pianeta,con una industrializzazione sempre piùspinta dell’agricoltura, uso massiccio dellachimica, diffusione delle monocolture (ancheOgm), allevamenti intensivi, privatizzazione

delle risorse naturali (terra, acqua, semi),scomparsa dell’agricoltura di piccola scala edei piccoli produttori.Da anni Slow Food, in particolare attraversoi progetti Arca del Gusto e Presìdi, con-duce un lavoro di recupero, tutela, salva-guardia e valorizzazione della biodiversità intutto il mondo. Nel rinnovare e rilanciare ilnostro impegno per difendere questi valorisostenendo piccoli produttori e comunità cu-stodi di conoscenze e competenze, pilastridel modello di sviluppo che vogliamo pro-muovere, ci proponiamo di collaborare sem-pre più con altre Associazioni, Enti edIstituzioni; in particolare c’impegniamo adavviare azioni e progetti che mirino a:proseguire l’attività di ricerca e segnalazionedi prodotti, razze animali, specie vegetali esaperi a rischio di estinzione, per promuo-verne la tutela, proteggerli dall’appropria-zione da parte dell’industria alimentare efavorire lo sviluppo della consapevolezzanella opinione pubblica;mettere in atto progetti concreti con comu-nità ed istituzioni locali per sostenere Presìdi,Mercati della Terra ed Alleanza tra Cuo-chi e Produttori, diffondere saperi artigia-nali, realizzare attività di formazione ed ogni

altra azione che possa contribuire a questiobiettivi e ad instaurare un rapporto direttotra consumatori e produttori;supportare attività di studio, ricerca e valo-rizzazione della biodiversità;sostenere campagne di sensibilizzazione ecomunicazione finalizzate a spiegare la bio-diversità e sottolineare i rischi che corre, adillustrare le conseguenze dell’agricoltura in-dustrializzata che, inseguendo le ingannevolichimere di una globalizzazione male intesae peggio realizzata, impoverisce le risorsedel pianeta, inquina terra, aria ed acqua, ra-pina suoli e semi, danneggia la nostra salute,cancella culture e diversità.

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A CURA DELLA CONDOTTA SLOW FOOD AVELLINO

MANgIARE è UN ATTO POLITICO

Lucio Napodano

Cultura e Territorio

8 21 Ottobre 2017ilPonte

Medicina

In lingua latina “obesitas”indicava  la condizione diessere  grosso,  grasso  ederivava da “esum” parti-cipio  passato  del  verbo“edere” (mangiare) con ilprefisso “ob” che significa“a causa di”. L’”obesitas”

oggi è la patologia principe della so-cietà del benessere, anche se non esclu-siva. E’  anche  la maggiore  causa  dimorte prevedibile nel mondo e sta diven-tando il problema più grave di salute pub-blica del XXI secolo. Non può però essereconsiderata il simbolo della ricchezza, per-ché proprio le fasce più svantaggiate eco-nomicamente sono quelle che mangianopiù carboidrati rispetto a frutta e verdurache costano di più.Per  l’obesità  esiste  anche  un  livellopsicologico ed uno genetico. L’obesitàpuò sconvolgere la vita di una persona.Chi è obeso è isolato e vituperato conuna vita sociale difficile. Soprattutto ibambini che sono in sovrappeso hannoun  rapporto  difficile  con  il  propriocorpo e con i compagni di scuola e digioco, che fa in modo che l’isolamento au-menti sempre più, contemporaneamentealle abitudini sedentarie.In diversi studi si è sottolineata la compo-nente genetica nella natura multifattorialedell’obesità. Ci sono fattori genetici combi-nati che favoriscono la capacità di perderepeso e di mantenerlo in certi limiti più cheaccettabili.L’obesità, ma anche il sovrappeso, sonofortemente disabilitanti, con elevato ri-schio per la salute dell’uomo, che vederidotta la propria capacità lavorativa coni contemporanei disturbi cardiovasco-lari, endocrini e metabolici che modifi-cano   di molto  in  senso peggiorativol’aspettativa di vita.La settimana scorsa, precisamente il 10 ot-tobre, si è tenuta “l’Obesity day”, gior-nata dedicata al sovrappeso…. moltoelevato e si è ampiamente discusso sullaereditarietà e sulla fisiopatogenesi che viene

considerata, tra i tanti suoi aspetti, ancheneuroendocrina.Nei P aesi occidentali, dove l’obesità èuna prerogativa ma non esclusiva, unterzo degli abitanti è sovrappeso. Nel1999 in Italia  il 9% della popolazioneera  obesa ed il 33% in sovrappeso,contro  il  10%  ed    il  34,2% di oggi.In Europa siamo ultimi insieme a Gre-cia e Spagna, ma la statistica peggiore ri-guarda i bambini, che vede l’Italia all’ultimoposto e la Campania ultima tra le regioni.Per ridurre il peso corporeo si utilizza spessol’associazione di una dieta restrittiva insenso calorico e la somministrazione di unperiodo quotidiano di esercizio fisico e nondi sport di tipo agonistico che può far solomale. Si raggiunge in breve il calo ponde-

rale, ma poi subito dopo l’ago della bilanciatira un brutto scherzo e risale. Una strategiadi mantenimento è quella che ci vuole aquesto punto, ma non esiste un qualcosache blocchi il peso su quello forma. O al-meno non esisteva fino a settembre scorso,allorquando negli Stati Uniti è stata messaa punto una strategia terapeutica che si an-nuncia straordinaria. Alla Mayo Clinic di Rochester, grandecentro di ricerca di fama mondiale inuna piccola città di uno degli Stati piùa  nord  d’America:  il  Minnesota,  ungruppo di studiosi  ha utilizzato un far-maco  che  consente  di mantenere  ilpeso corporeo ottenuto negli animaliex-  obesi. Si  tratta  di  una  semplice

iniezione che blocca la grelina, dettoanche “l’ormone della fame” e  fa  inmodo che non si riprenda peso per unlungo tempo dopo la dieta. Lo studio,pubblicato sulla rivista dell’Accademia Na-zionale delle Scienze  targata U.S.A.,sottolinea il breve periodo di osserva-zione e soprattutto il fatto che l’espe-rienza è stata finora  condotta solo suanimali. Infatti, i maggiori successi in viasperimentale sono stati quelli sui topi di la-boratorio, che prima erano stati “ingras-

sati” e poi “dimagriti”. Ad ognuno è statasomministrata una sola iniezione di butiril-colinesterasi, che è stata capace di inibirela grelina e, sembra, che sia avvenuto il mi-racolo di mantenere il peso forma.L’obesità continua ad essere la malat-

tia più difficile da curare, perché puressendo  la  più  diffusa  al  mondo  èl’unica per cui non esistono medicine.Abbiamo a disposizione la chimica contro itumori, contro le malattie metaboliche econtro la malattie rare, ma non abbiamo unsolo farmaco che vince l’obesità e che nonsia solo un po’ di fantasia pubblicitaria nondimostrabile scientificamente. L’iniezionecontro  l’obesità  è  il  primo  passo. Sitratta di aspettare, anche se bisognerebbefare in fretta, perché obesità e sovrappesosono veramente un rischio enorme per lasalute.

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GianpaoloPalumbo

L’obesità può sconvolgere la vita di una persona. Chi è obeso èisolato e vituperato con una vita sociale difficile. Soprattuttoi bambini che sono in sovrappeso hanno un rapporto difficile

con il proprio corpo e con i compagni di scuola e di gioco

bASTA UNA SEMPLICE INIEzIONECONTRO L’ObESITA’

921 Ottobre 2017 ilPonte

Nella mia esperienza, buonirisultati con limitati effetticollaterali si raggiungono conla combinazione della fotote-rapia con la luce UV-B abanda stretta (UVB-NB 313-315nm), effettuata in ambu-latorio, seguita da un ciclo diterapia topica con tacrolimustopico allo 0,1%.

Per praticarla disponiamo di diverse lam-pade. La prima classificazione le distinguein lampade ad alta pressione e quelle for-nite da lampade a tubi. Le prime in casodi urti possono dar luogo a piccole esplo-sioni, come facevano le vecchie lampa-dine a filamento incandescente, motivoper cui preferisco i tubi a fluorescenza.Possiamo ancora scegliere tra cabine epannelli irradianti. Le prime offrono il van-taggio che il paziente non deve girarsi pertrattare tutto il corpo, ma hanno lo svan-taggio che i pazienti claustrofobici e glianziani non si sentono a proprio agio.I pannelli radianti, quelli che preferisco,hanno lo svantaggio che il paziente devegirarsi per trattare la schiena e il torace,ma non perde il contatto con l’ambienteche lo circonda, potendo parlare tranquil-lamente con il medico.Prima d’iniziare la terapia con luce ultra-violetta si deve escludere che il pazientesoffra di malattie del collagene. Questesono un grande gruppo di patologie chepeggiorano con l’esposizione alla luce so-lare. Vengono diagnosticate con l’accu-rata anamnesi e con gli esami dilaboratorio che, nella mia esperienza, de-vono precedere l’inizio della terapia (ANA,ENA, Ac. Anti DNA). Eseguiti questi esami, se sono nellanorma, si comincerà la fototerapia conUVB-nb effettuando due o tre sedute set-timanali.In corso di fototerapia si può associareuna premedicazione con la Kellina o congli psoraleni per uso topico.I metil-psoraleni possono essere sommi-nistrati anche per via orale, due ore primadell’esposizione agli UVA, dosandoli se-condo il peso corporeo. In questo caso,tutta la cute diverrà fotosensibile e lo ri-marrà anche per diverse ore dopo il trat-tamento medico. Di conseguenza, nelresto del giorno il paziente dovrà adegua-tamente proteggersi dalla luce solare. Maci sono anche alternative alla fototerapiaper coloro che non vogliono, o non pos-sono, farla e per coloro che vivono lontanida un centro di fototerapia.Nel 2014 un amico del II Policlinico di Na-poli, Antonello Baldo, portò a termine unostudio allo scopo di valutare l’efficacia, in

termini di tasso di repigmentazione, deltacrolimus topico 0,1% rispetto all’UVB abanda stretta, in pazienti affetti da vitili-gine bilaterale.

Nello studio sono stati trattati 48 pazientiadulti, affetti da vitiligine che simmetri-camente colpiva gli arti. I pazienti hannoricevuto la terapia NB-UVB due volte asettimana per 36 settimane, le chiazzelocalizzate su quella sinistra e tacrolimustopico 0,1% due volte al giorno, per lostesso periodo le chiazze vitiligoidee lo-calizzate sulla metà destra del corpo. Lavalutazione è stata eseguita, ogni 2 set-timane, clinicamente, con fotografie emediante una scala di soddisfazione glo-bale compilata dai pazienti.Al termine dello studio si è osservata una

repigmentazione parziale nel 71% deipazienti in trattamento con tacrolimus to-pico 0,1% e nel 69% dei pazienti trattaticon NB-UVB.Ciò consente di concludere che l’efficaciadel tacrolimus topico 0,1% in termini ditasso di repigmentazione è paragonabilea quella della fototerapia NB-UVB. Il ta-crolimus topico 0,1% risulta ben tolleratosia durante un trattamento a breve che alungo termine e consente una validissimaterapia domiciliare per tutti quei pazientiche non possono raggiungere centri di fo-toterapia.Pur non avendo una terapia sicuramenteefficace, si può dire che disponiamo diuna serie di metodiche che offrono unaampia possibilità di scelta, così da poterleadeguare alle esigenze individuali, e sonoseguite da una discreta percentuale disuccesso terapeutico.

[email protected]  

LA FOTOTERAPIA, IL TACROLIMUS E I JAKINIbITORI PER LA CURA DELLA VITILIgINE

RaffaeleIandoli

Medicina

Per saperne di più:

baldo e Coll. giorItaliano di Dermat

e Venereol2014;149(1):123-30.

10 21 Ottobre 2017ilPonte

Fisco

Il sisma bonus 2018, è la nuova detra-zione fiscale introdotta dal governo conla scorsa legge di stabilità ed in vigore apartire dal 1° gennaio di quest’anno.In pratica, il sismabonus è un’agevola-zione che consente ai contribuenti di ot-tenere una detrazione fiscale Irpef diuna percentuale delle spese sostenuteper lavori edilizi antisismici su abitazionied immobili per per attività produttive.Ilsismabonus è in vigore fino alle spesesostenute a tutto il 31 dicembre 2021.Con la nuova Legge di Stabilità, il sismabo-nus 2018, dovrebbe subire delle importantimodifiche al fine di incentivare ancora di piùla prevenzione e i lavori antisismici, attraversol’estensione del sisma bonus anche ai capan-noni e alle imprese.Attualmente, infatti, è prevista la possibilitàdi usufruire dell’agevolazione per gli interventisull’abitazione, prima e seconda casa, sull’im-mobile adibito ad attività produttiva e sulleparti comuni dei condomini, qualora l’adegua-mento sismico sia regolarmente certificato.Si evidenzia che gli immobili, oggetto dellanuova detrazione sisma bonus, non sono soloquelli ubicati nelle zone 1 e 2, ma anche quellidella zona 3, a medio rischio sismico.Vediamo  quindi  cos’è  il  sisma  bonus

2018,  come  funziona,  quando  spettal’aumento dello sconto dal 50% al 70 o80%, o dal 75 all’85%, e come fare perfruire del nuovo incentivo fiscale.Ecco le novità sismabonus:1) Bonus terremoto: per le spese soste-nute per l’adeguamento antisismico degli edi-fici ricadenti nelle zone 1 e 2, altissima e altapericolosità sismica, è prevista una detra-zione pari al 50%delle spese per un so-glia massima di spesa di 96 mila euro dasuddividere in 5 quote annuali di pari importoa partire dall’anno in cui si sono sostenute lespese.2) Nuovo sismabonus: a partire dal 1°gennaio e fino al 31 dicembre 2021, le

famiglie e le imprese, che effettuano inter-venti di riduzione di rischio sismico di immobiliricadenti nelle zone 1, 2 e 3, di cui all’ordi-nanza del Presidente del Consiglio dei Ministrin. 3274 del 20 marzo 2003, pubblicata nelsupplemento ordinario n. 72 alla Gazzetta Uf-ficiale n. 105 dell’8 maggio 2003, spetta:- sismabonus con detrazione spese al70%: se c’è il passaggio ad una classe infe-riore di rischio terremoto;- sismabonus con detrazione all’80% sei lavori determinano la riduzione di 2 classi dirischio.3) Sisma bonus condomini: fino 31 di-cembre 2021, per gli interventi di riduzionerischio sismico effettuati sulle parti comuni deicondomini e intero edificio, spetta:- sismabonus con detrazione del 75% segli interventi portano al passaggio di unaclasse inferiore;-  sisma  bonus  con  detrazione  finoall’85% se il passaggio è di due classi.Analizziamo  come  funziona  il  sismabonus 2018.Innanzitutto va detto che per fruire dellanuova detrazione fiscale che fa salire lo scontoIrpef dal 50% al 70 e 80% per le case e al75% e all’85% per i condomini, occorre che:i lavori di adeguamento sismico devonoessere effettuati tra il 1° gennaio 2017ed il 31 dicembre 2021;

- i lavori eseguiti devono determinareuna  riduzione  di  rischio  sismico  di  1classe o 2 classi;

- gli interventi antisismici devono es-sere eseguiti su: case private, prime eseconde case, immobili adibiti ad atti-vità produttiva e condomini. Siamo in at-tesa di conoscere i nuovi  requisitisismabonus 2018 introdotti dalla nuovaLegge di Stabilità 2018.

- gli immobili oggetto di intervento e de-trazione,  devono  essere  ubicati  nellezone 1, 2 e 3 di cui all’ordinanza del Pre-sidente del Consiglio deiMinistri n. 3274del 20 marzo 2003, pubblicata nel supple-mento ordinario n. 72 alla Gazzetta Ufficialen. 105 dell’8 maggio 2003.

-  La spesa  massima agevolabile  nondeve superare i 96.000 euro, ivi compresele spese effettuate per la classificazione e ve-rifica sismica degli immobili.

- lo sconto sisma bonus, deve essere re-cuperato non in 10 anni ma in 5 quoteannuali di pari importo;

- il credito d’imposta può essere cedutoa soggetti terzi o all’impresa, in modo taleda permettere ai condomini incapienti, dipoter fruire dell’agevolazione, le modalità diconcessione e cessione del credito, sarannopoi chiarite dall’Agenzia delle Entrate.La detrazione sisma bonus 2018 primae seconda casa, spetta a tutti i cittadiniche  eseguono  interventi  di  adegua-mento sismico sull’abitazione, sia essaadibita ad abitazione principale che aseconda casa.Si segnala, poi, che la manovrina delloscorso giugno ha esteso il sisma bonusagli acquisti di case antisismiche nei Co-muni a maggior rischio sismico (zona1), cedute da imprese edili dopo la de-molizione e ricostruzione (art. 46-qua-ter del D.L. 50/2017, convertito nellalegge 96/2017).Con questa disposizione si intendono favorirele operazioni di acquisto di interi fabbricati daparte di imprese di costruzione destinati allasuccessiva demolizione e ricostruzione ed ilsuccessivo trasferimento delle singole abita-zioni, prevedendo un riconoscimento di unadetrazione Irpef dell’85% del prezzo divendita  (per  un  importo  massimo  di96mila euro) per gli acquirenti. Questamisura che è partita a giugno scorso, rimarràin vigore per cinque anni, e cioè fino 31 di-cembre 2021.In ultimo è da tener presente che i Co-muni italiani vengono suddivisi, ai finidegli eventi sismici, in quattro zone pre-viste dalla citata ordinanza del Presi-dente del Consiglio dei Ministri:- Zona 1 - Sismicità alta: è quella a più altapericolosità sismica, dove cioè si possono ve-rificare forti terremoti e comprende 708Comuni, tra cui quelli dove si sono registratigli ultimi terremoti più forti (Abruzzo, Friuli,Campania, Calabria, Marche, Lazio).- Zona 2 - Sismicità media, vi rientrano2.345 Comuni in cui potrebbero verificarsiterremoti abbastanza forti.- Zona 3 - Sismicità bassa, vi rientrano1.560 Comuni che potrebbero essere sog-getti a terremoti modesti.- Zona 4 - Sismicità molto bassa, è lameno esposta al verificarsi di eventi sismici,vi rientrano 3.488 Comuni.I comuni della provincia di Avellino rien-trano tra le zone 1 e 2.

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RUbRICA “A TU PER TU CON IL FISCO” a cura di Franco Iannaccone

PER I LAVORI EDILIzI ANTISISMICIC’E’ IL “SISMA bONUS”

e’ oPeratIVo fIno aL 31 DIcembre 2021

1121 Ottobre 2017 ilPonte

Cultura

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La scrittrice contemporaneaAlda Merini, sebbene conno-tata da una biografia contro-versa, ha scritto opere acarattere religioso, si ricor-dano Magnificat. Un incontro

con Maria, La carne degli an-

geli, Cantico dei Vangeli,

Padre mio, etc….. e tra que-ste anche Francesco. Canto

di una creatura, scritto che riproponel’esistenza a tratti tormentata del Santodi Assisi. Il cammino verso la fede, che siconfigura come scoperta e come fine sal-vifico, sembra per certi versi avvicinare idue autori, inseriti in contesti ed epochestoriche molto distanti. Alda Merini inse-rita nell’età delle tante rivoluzioni scienti-fiche, tecnologiche, l’altro invece inun’epoca, il Basso Medioevo, in cui si di-sputavano contrasti tra famiglie chehanno caratterizzato la genesi e l’evolu-zione dell’età comunale. Francesco d’As-sisi fa una scelta molto coraggiosa, quella

di abbandonare le ricchezze derivatedall’origine familiare, e con la sua “sve-stizione” si oppone alla volontà del padree coraggiosamente abbraccia la fede, ab-braccia la Povertà, quest’ultima personi-ficata anche negli scritti. Fonda un ordinee il suo seguito diffonderà la voce della

fede su spazi geograficamente vasti.La sua figura in alcuni versi della Merini èvicina a quella di Paolo di Tarso, altro pi-lastro del Cristianesimo e della Chiesaspecialmente: Così, come Paolo di

Tarso,/ sono stato disarcionato,/ sono

stato buttato per terra,/ e miracolosa-

mente mi sono rialzato nudo./ Allora ogni

elemento terreno/ ha assunto uno splen-

dore senza pari./ Ho visto il significato

dell’acqua,/ il perché senza colpa/ del filo

d’erba/ che brucia sotto il sole./ Ho capito

il piacere di un piede nudo/ che divora la

terra piena di asperità/ e che queste

spine le sente/ come le spine di Dio./

Giorno per giorno/ ho vissuto il calvario,/

e la mia pazzia/ ha entusiasmato molti.Una scelta senza eguali, che fonda unapossibilità di riscatto, di ascesa alla pu-rezza e di abbandono della materialità,questa l’aspirazione di Francesco d’Assisi,tramite della possibile salvezza nelle pa-gine e nelle intenzioni di Alda Merini.

AlDA MErini E SAn FrAnCESCo

Michela Marano

12 21 Ottobre 2017ilPonte

Nelle consulenze tecniche d’ufficio, il giu-dice  può  legittimamente  ridurre  icompensi al C. T. U. laddove la pre-stazione non venga completata neltermine stabilito, così come può sce-gliere di aumentare fino al doppio lesomme liquidate, ma in tal caso è tenutoa motivare specificamente la scelta chia-rendo quali sono i presupposti di impor-tanza, complessità e difficoltà checonsentono tale aumento.

Tale principio pacifico è stato ribadito dauna sentenza della Corte di Cassazionedello scorso anno (la n. 9023/2016 dellaI sezione civile), la quale pronunciandosisul ricorso di una società avverso il de-creto di liquidazione del compenso del no-minato CTU (relativamente alla causapromossa dalla stessa avverso un’ammi-nistrazione comunale) ha colto l’occasioneper chiarire le modalità di applicazione delTesto Unico delle disposizioni legislative eregolamentari in materia di spese digiustizia (D.P.R. 115/2002).

Nel caso di specie una s.r.l. ricorreva in-nanzi alla Suprema Corte avverso l’ordi-nanza con la quale il tribunale, in sede diopposizione, aveva in parte accolto la do-manda di parte attrice contro il decreto diliquidazione del compenso spettante alCTU incaricato, giustificando tuttavia ilraddoppio del compenso operato dal giu-dice istruttore.

Davanti ai giudici di Piazza Cavour, in par-ticolare, la parte ricorrente lamentava laviolazione dell’art. 52, co. 1 e 2, delD.P.R. n. 115 del 2012, oltre che viziodi motivazione, per avere il Tribunale rad-doppiato l’importo calcolato a percen-tuale, applicando l’aumento massimoprevisto, senza  motivare  sul pregiodell’opera, e senza applicare la ridu-zione del quarto degli onorari, in con-siderazione del ritardo con il quale larelazione è stata depositata.

Il motivo veniva integralmente accoltodalla Cassazione, la quale evidenzia cheda parte del giudice dell’opposizione nonè stato in alcun modo motivato il raddop-pio degli onorari, con riferimento ai pre-supposti  che  ne  consentonol’applicazione ai sensi della norma ci-tata; questa, infatti, giustifica sì l’au-mento, fino al doppio, ma solo inpresenza di prestazioni di eccezionaleimportanza, complessità e difficoltà.

La stessa norma, inoltre, stabilisce che,se la prestazione non è completatanel termine originariamente stabilito oentro quello prorogato per fatti sopravve-nuti e non imputabili all’ausiliario del ma-gistrato, per gli onorari a tempo non sitiene conto del periodo successivo allascadenza del termine e gli altri onorarisono ridotti di un terzo.

Alla luce di questo quadro normativo, perla Suprema Corte, l’ordinanza impugnatava quindi censurata, sia in relazione al-l’aumento del compenso, sia in relazionealla mancata riduzione dello stesso per ilritardo.

Nel caso di specie, peraltro, ricorre pacifi-camente l’ipotesi di ritardo e gli onoraripercentuali  vanno  ridotti  di  unquarto, percentuale applicabile ra-tione temporis in quanto la norma èstata riformata ai sensi della L. 18giugno 2009, n. 69. 

La pronuncia, del resto, si pone in conti-nuità con i precedenti indirizzi giurispru-denziali, in base ai quali la Corte hasottolineato come la facoltà di aumentarei compensi del CTU fino al doppio, costi-tuisce esercizio di un potere discrezionaleda parte del giudice, come tale insinda-cabile in sede di legittimità, soltanto peròse congruamente motivato (cfr. Cassa-zione, n. 20235/2009).

Inoltre, ai fini dell’operata maggiorazione,assumono rilievo alcuni elementi del giu-dizio, come: l’oggetto e il valore della con-troversia, la natura (e l’importanza)dell’accertamento, oltre al tempo e all’im-pegno profusi nel ruolo dall’ausiliare del

giudice. L’omissione dell’esercizio di talepotere discrezionale da parte del giudice,invece, non è sottoposta all’obbligo dimotivazione, giacché, in tal caso, è impli-cita la valutazione negativa sull’opportu-nità di avvalersene, oltre che insindacabilein sede di legittimità (cfr. Cassazione, n.6414/2007).

IL gIUDICE PUò LEgITTIMAMENTE RIDURRE I COMPENSIAL C. T. U. (CONSULENTE TECNICO D’UFFICIO)

OSSERVATORIO gIURIDICO a cura di Ernesto Pastena

Foto - Avellino Palazzo di Giustizia

LL IIEE TTEE NNOOTT IIzzIIEE

Laurea PalumboA conclusione di una brillantecurriculum universitario Fran-cesco Palumbo,  si  è  laureatopresso l’Università di Salernoin Scienze dei Beni Culturali,discutendo  una  significativaed attuale Tesi su  Etruscolo-gia e Archeologia Italica: “Ma-teriali di importazione Medio –Orientale della Campania an-tica”, che ha visto come rela-tore  il  Chiarissimo  ProfessorCarmine Pellegrino, che al ter-mine  della  discussione  dellaTesi  si  è  complimentato  colneo dottore.Il Direttore, unitamente all’in-tera  redazione  de  “Il  Ponte”esprime al caro Francesco, aigenitori, al Dottor Giampaolo,nostro  validissimo  collabora-tore, alla mamma Liliana Ma-tarazzo, al fratello Giancarlo,alla cognata Simona Berto edai parenti tutti, sinceri auguri.

1321 Ottobre 2017 ilPonte

Il Ministro dell’IstruzioneValeria Fedeli è intervenutaal Convegno “Arte-Forma-zione-Cultura”, svoltosipresso l’Istituto Marcelline

di via Quadronno di Milano, in occa-sione dell’inaugurazione dei nuovi lo-cali dell’Accademia Ucraina di BallettoLa Fedeli, intervistata prima dellapartecipazione al convegno, ha rispo-sto alle diverse tematiche che inte-ressano le scuole paritarie: il costostandard per studenti “argomento dastudiare e approfondire – creeremoun gruppo di lavoro presso il Miur”;la libertà di scelta della scuola, il re-clutamento dei docenti nella scuolaparitaria.Rincalzando l’osservazione di DonGiorgio Zucchelli, direttore de “Ilnuovo Torrazzo” di Crema, in meritoallo svuotamento delle scuole catto-liche perché con le assunzioni statalitanti docenti hanno lasciato l’incarico,la Fedeli, ha sottolineato che sonostati gli insegnanti a scegliere e cheil problema essenziale sta nel garan-tire la qualità dell’offerta formativaanche nelle paritarie e tale garanziasi può avere solo con criteri di reclu-tamento uguali a quelli previsti per lascuola statale.Il reclutamento nelle scuole paritarieprevede l’assunzione in primis dei do-centi abilitati, in mancanza dei qualiricorrere a quelli in possesso del solotitolo di studio.Il decreto legislativo n. 59/2017 haintrodotto delle novità in merito, in-fatti, per insegnare nelle paritarie sideve essere in possesso del diplomadi specializzazione per l’insegna-mento secondario, che si conseguenel primo anno del nuovo percorsoFIT, al quale si accede tramite con-corso. Al percorso FIT, però, o meglio alprimo anno dello stesso, si può acce-

dere anche senza aver superato ilconcorso, al fine di conseguire il sud-detto diploma e insegnare presso lescuole paritarie.Le scuole paritarie svolgono un ser-vizio pubblico che però viene mortifi-cato dal gravame del doppio costodelle tasse e con delle rette.Applicando il costo standard di so-

stenibilità, come sostiene Suor AnnaMonia Alfieri, presidente della FidaeLombardia, anche nel volume “Il di-ritto di apprendere” si potrà garan-tire un servizio di qualità, nel rispettodi principi di libertà educativa checompete ai genitori, di pluralismoeducativo e si constata che lo Statone avrebbe anche un beneficio ap-

portando un notevole risparmio perla spesa pubblica.L’accoglienza degli alunni disabilinelle scuole paritarie, anche senza ul-teriori aggravi finanziari per le fami-glie, è oggi una realtà diffusa connotevole successo. Le buone pratiche di sperimentazionee d’innovazione nella didattica, comedimostrato dall’inaugurazione dellanuova sede dell’Accademia Ucraina diBalletto, un’eccellenza dell’Istitutomilanese che conta un centinaio diragazze iscritte, e frequentanti ancheil Liceo e il convitto.Le strutture delle scuole paritariesono ideali per la realizzazione di si-mili progetti, mentre le scuole statali,spesso stentano nel garantire il mi-nimo indispensabile delle attività cur-

riculari.“Tutta la filiera del sapere”, come usadire la Ministra Fedeli, necessita di uncollegamento e di una reale sinergia,senza contrapposizioni ed ostacoli diprevenzione ideologica.Il bene degli studenti, la loro forma-zione integrale non dovrebbe averelimitazioni e barriere.

Ben venga la possibilità offertaanche alle scuole paritarie, come pre-visto dalla legge di bilancio 2017, diaccedere ai finanziamenti europei deiprogetti PON, dai quali prima eranoescluse, ma ancora la strada è tuttain salita e spesso anche il linguaggiorisente di una contrapposizione trastatale e paritaria, noi e voi, mentrel’essere scuola dovrebbe accomunaretutti per il bene e la crescita dei ra-gazzi consentendo loro di avere glistrumenti necessari per affrontare lacomplessa realtà in cui vivono e digestire le repentine mutazioni di cul-tura e di stili di vita.“Educare, non solo istruire” non puòrestare solo il titolo di un convegno,ma costituisce la nota caratteristicadi una progettualità educativa chemotiva e giustifica la libera scelta deigenitori. “Per insegnare, infatti, bastasapere, ma per educare è necessarioessere”. Il 26 ottobre, presso la CEI sarà pre-sentato il rapporto annuale sullascuola paritaria cattolica che, comedimostra la storia, ha tutti i numeriper essere scuola di vita e di forma-zione ed ora ha necessità di sostegnoe di aiuti finanziari per bloccarel’emorragia di sempre numerose ediffuse chiusure d’istituti scolastici,un tempo fari luminosi e centri di cul-tura e di formazione, ora “fari spenti”che diffondono nel territorio le ombredel buio e della paura di un domanisenza speranza.

Giuseppe Adernò

Il 26 ottobre, presso la CEI sarà presentato il rapporto annuale sullascuola paritaria cattolica che, come dimostra la storia, ha tutti i numeriper essere scuola di vita e di formazione ed ora ha necessità di sostegno

e di aiuti finanziari per bloccare l’emorragia di sempre numerosee diffuse chiusure d’istituti scolastici, un tempo fari luminosi e

centri di cultura e di formazione, ora “fari spenti”

SCUOLE PARITARIE:UgUALI DOVERI, MINORI DIRITTI

Scuola

14 21 Ottobre 2017ilPonte

Lavoro

Il Centro Servizi per il Volontariato“Irpinia Solidale”, in seguito alla pub-blicazione del Bando di MicroProgetta-zione Sociale, valido per le annualità2014 e 2015, su 48 progetti presentatidalle OdV ne ha valutati 41 positiva-mente.

20 sono state le iniziative in rete, realiz-zate in partenariato con altre associazionio enti (tra cui comuni, istituti scolastici eparrocchie) con almeno il 50% di par-tnership associativa volontaria.21 i progetti con capofila una singola OdV.Il bando dì microprogettazione sociale sicolloca nell’ambito delle attività istituzio-nali di sostegno alle azionidel volontariato realizzate dalle OdV dellaprovincia di Avellino.L’iniziativa, finalizzata al sostegno dellaprogettualità delle 0dV intesa come stru-mento di crescita del volontariato stessoe come contributo all’infrastrutturazionesociale, prevede il finanziamento di pro-gettivolti a rafforzare i servizi e le attività chele associazioni normalmente offrono sulterritorio.Molteplici sono state le aree di interventodelle proposte presentate: dall’ istruzioneall’assistenza sociale e socio-sanitaria,dall’ambiente alla tutela dei diritti, finoalla cultura.Al dodicesimo posto della graduatoria siposiziona I’ Associazione Bancodi So-lidarietà  “LA  RETE”  -  MonsignorMario Todisco ONLUS, con il progetto“OrìentiAmo gli immigrati”, attività di for-mazione, orientamento ed informazione,frutto della collaborazione tra soggetti delprivato sociale, nata dall’esigenza dì unirele esperienze e le azioni che ciascunodegli aderenti, con le proprie competenzee peculiarità, attua per favorire la pienaintegrazione dei cittadini stranieri nellasocietà italiana e nel mercato del lavoro.All’obiettivo generale di consentirel’emancipazione sociale dei cittadini ex-tracomunitari attraverso la socializza-zione al lavoro, si affiancano le seguentifinalità specifiche:- la piena conoscenza del mercato del la-voro sul territorio provinciale e regionale;un’attenta analisi del mercato del lavoro,servizi di orientamento professionale,realizzazione di percorsi mirati eaccompagnamento della persona nellevarie fasi necessarie al collocamento la-vorativo;- la valorizzazione dell’esperienza migra-toria, anche in funzione di progetti di for-mazione professionale finalizzata alrientro nel Paese di origine e quindi a pro-cessi di sviluppo in loco;

- il riconoscimento dei cittadini extraco-munitari a favore della crescita del dia-logo interculturale ed interetnico, in vistadi un miglior rapporto con le realtà socialidel territorio;- la promozione di ulteriori sinergie e pro-grammi di azione comune con altri sog-getti, pubblici o privati, italiani, stranieri omultietnici, che condividano le finalitàstabilite dal progetto.

La partnership formata dalla Società Coo-perativa Gea lrpina - Impresa Sociale -Fattoria Sociale Onlus, la Caritas Dioce-sana di Avellino e la Fondazione Opus So-lidarietatis Pax, trae origine dallaconstatazione che il percorso di inseri-mento lavorativo incontra difficoltà e pro-blematiche complesse che soggettisingoli da soli non possono, né sono ingrado di affrontare. Una rete di sostegno

ed accompagnamento strutturata, in-vece, può cercare di dare risposte ade-guate alle istanze di questa tipologia diutenza rendendo più efficace il percorsodi inserimento socio-lavorativo.

Il Corso avrà inizio il 13.10.2017, per unadurata di 5mesi, nella Cittadella della Carità, sita inVia Morelli e Silvati presso la “ParrocchiaSs. Trinità dei Poveri”.

Per ulteriori informazioni, potete contat-tare il Dottor Antonio Cosmo, oppure laDottoressa Adelina Galdo.Il recapito telefonico è lo 082571114,mentre l’e-mail di riferimento è la se-guente: [email protected]

A cura di Vittorio Della Sala

ORIENTAMENTO  AL  LAVORO

1521 Ottobre 2017 ilPonte

Vangelo

Perché bussi al mio cuore stanco?

Va oltre la porta senza più chiave,

e cerca la pietra d’un sogno antico,

il segreto di un giorno e di un giuramento.

Ora che il vento ha rapito veloce

molti fiori dal mio pesco fiorito,

non puoi riempire la cesta antica

di frutti che non sono mai nati.

L’amore non è un vago sentimento,

ma è la vita che t’agita dentro,

è l’eterno che vive nel tempo.

Regge sui binari il tuo treno in corsa,

perché una storia non chiusa nell’ora

entra in un mistero privo di data.

l’AMorE……di Pierluigi Mirra

LITURgIA DELLA PAROLA: XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Quale il rapporto tra il Regno di Dio ei regni della terra? È il tema centrale deitesti biblici di questa Messa. Il brano diIsaia, ci riporta al 538 avanti Cristo. L’im-peratore persiano Ciro ha, da un anno,conquistato Babilonia. Tra i suoi primi edittic’è quello della libertà per gli ebrei: po-tranno tornare nella loro patria. Isaia de-scrive questa decisione del re persianocome voluta da Dio: anche se Ciro non co-nosce il Dio di Israele, sottostà alla sua vo-lontà. Nel brano profetico Dio proclama:“Sappiano dall’oriente all’occidente che nonc’è nulla fuori di me. Io sono il Signore, nonce n’è altri”. Una proclamazione fondamen-tale: solo Dio è il Signore del Mondo; nes-sun re terreno, anche se dotato di unpotere grandissimo, può considerarsi Si-gnore del mondo. In  tema  torna  nelVangelo di Matteo. Il partito dei farisei equello degli erodiani sono acerrimi nemici:i primi decisamente antiromani, i secondialtrettanto decisamente filoromani. Ciò no-nostante si accordano per porre un tranelloa Gesù, in modo da poterlo comunque con-dannare: “È lecito, o no, pagare il tributo aCesare?”. Se Gesù risponde “sì”, sarà con-dannabile come traditore della patria; se ri-sponde “no” potrà essere denunciato aidominatori romani come sobillatore.La risposta di Gesù, dopo aver voluto ve-dere la moneta del tributo che porta l’im-magine dell’imperatore, va molto al di là diquanto gli uni e gli altri potessero aspet-tarsi: “Date a Cesare quello che è di Cesaree a Dio quello che è di Dio”. Gesù non ac-cetta confusioni  tra piano politico epiano religioso; riconosce una sfera diautonomia alla politica, ma mette in luceche il vero problema dell’uomo è quello re-

ligioso/morale: Dio è prima di tutto e nellaesistenza dell’uomo il primo dovere è rico-noscere l’autorità di Dio sulla sua vita esulla vita della società. Alla politica si devedare quello che le spetta, ma anche la po-litica deve dare a Dio quello che è di Dio; leistituzioni umane devono accettare di nonavere potere assoluto sulla vita degli uo-mini e della società. La moneta che portal’immagine dell’imperatore romano, siadata all’imperatore, ma la vita dell’uomo,che porta l’immagine del suo creatore,deve essere orientata a Dio. Il potere dellostato ha dei limiti reali, non può mettersi aldi sopra di Dio. Qual è dunque il rap-porto tra il regno di Dio e i regni dellaterra? La risposta è chiara: il Regno di Dioè l’unico assoluto a cui gli uomini devonodedicarsi. Lo stato e i suoi poteri non pos-sono travalicare e mettersi al posto di Dio.Un insegnamento più che mai attuale oggi,in un tempo in cui gli stati pretendono diessere superiori alla legge suprema di DioCreatore, facendosi padroni della vita deiloro cittadini con leggi contro la vita e con-tro la dignità umana. I cristiani dovrannosempre riconoscere che sì, si deve dare alloStato quello che è dello Stato: ma la vitadell’uomo è esclusivamente nelle mani diDio.

Vincenzo Rini

Vangelo secondo Matteo 22,15-21

In quel tempo, i farisei se ne andarono e tenneroconsiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoidiscorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, congli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero

e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non haisoggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a

nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no,pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la

loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermialla prova? Mostratemi la moneta del tributo».

Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro:«Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?».

Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare

e a Dio quello che è di Dio».

rendete a Cesare quello che è diCesare e a Dio quello che è di Dio

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