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    540 Capitoloquindicesimotembre 1907. l rappresentante principale del modernismo fu I'abate LucIsN l-esnnrnoNrqrÈRE1860-1932) che insisteva oprattutto sull'immanenza del soprannaturalenella vita stessa ell'uomo in quantoperò questavita è azione e sentimento,più ch e conoscenza.

    8. SorelLa filosofia dell'azione ha, in generale, interesse e carattere religioso; assume nveceinteresse e carattere politico nell'opera di Georges Sorel (1847-1922), autore delleRiflessi,onisulla uiolenza (1906) .Sorel accetta da Marx il principio della lotta di classe,e quindi la negazione totaledella società capitalistica; ma fonda questo principio su di una filosofia della storiadesunta da Bergson. La storia umana è divenire incessante, movimento, azione: come, tale, è libertà. Ma la libertà si realizza soltanto nell'atto di un contrasto radicale,violento e totale con la realtà storica già stabilita. L'azione libera perciò contrappone aquesta realtà storica un

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    l-542 Capitoloquindicesimo

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    La durata realein noi e nellanatura

    Lo slancio vitalecome creazioneliberae iìnprevedibile.Rifiuto delfinalismo e delmeccanicismo

    matefializzazione, operata dal cervello, di un evento del passato. Materializzazione chenon sempre awiene e ch e spieg a come la coscienza,pur essendo membria, non sianecessariamente ricordo. Anzi, quella che noi chiamiamo comunemente memoria (= ilricordo-immagine) è solo una piccola parte della memoria complessiva (= la memoriapura). Tanto più, osserva Bergson, che il cervello trasforma in ricordi-immagini solociò che serve all'azione, mantenendo nell'inconscio Ia massima parte clel passato (daciò il paradosso, evidenziato dal filosofo, secondo cui la memoria è più oólzochericordo). La percezione, a sua volta, agisce come un continuo filtro selettiao ei dati, invista delle esigenze dell'azione.Con questo tipo di discorso , Bergson, pur avendo posto un ben preciso rapporto fracoscienza e corpo, ha continuato a presupporre il dualismo fra spirito (che è memoriae durata) e materia. A risolvere questo dualismo è diretta la sua opera maggiore.

    9.4.Lo slanciovitaleL'Eaoluzionecreatrice tesa a mostrare come non solo la coscienza. ma I'universcrstessosia interpretabile secondo il concetto di durata reale. In primo luogo, Bergsonriporta la vita biologica alla vita della coscienza, alla durata reale. La, uita è sempre rea-

    zione, impreuedibilità e nello stesso empo conseraaz'ionentegrale ed automatica dell'interopassato.Tale è la vita dell'individuo come quella della natura; ma le sorti dell'una edell'altra sono diverse. Ciascuno di noi, considerando retrospettivamente la sua storia,constaterà che la sua personalità infantile, per quanto indivisibile, riuniva in sé personediverse che potevano restare insieme allo stato nascente, ma che sono úa via divenuteincompatibili, ponendoci più volte di fronte alla necessità di una scelta. .La via che per-corriamo nel tempo, dice Bergson, è cosparsa dei frammenti di tutto ciò che comincia-vamo ad essere, di tutto ciò che avremmo potuto diventare". Noi non possiamo vivereche una sola vita, perciò dobbiamo scegliere. La vita della natura, invece, non è costret-ta a simili sacrifici: essaconserva le tendenze che si sono a un certo punto biforcate ecrea serie divergenti di specie che si evolvono separatamente. In altri termini, la vitanon segue una linea di evoluzione unica e semplice. Si sviluppa

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    Lo spiritual;ismo,af,losofia dell'azioneeBergson 543d'insieme abbia presieduto al dettaglio di questeazioni elementari: e saranno finalisti. La verità è chevi è stato un atto indivisibile, quello della mano che ha attraversato Ia limatura: I'inesauribile dettagliodei movimenti dei grani, come il loro ordine finale, esprime negatiuamentz uesto movimento indivisoperché è la forma globale della resistenza non una sintesidi azioni positiveelementari. L'azione indi-visibile della mano è quella dello slanciovitale; l suddividersidello slanciovitale n individui e specie, nciascun ndividuo nella verità degli organi che lo compongono e in ciascunorgano negli elementi chelo costituiscono,è dovuto alla resistenza el la materia bruta (corrispondente, nell'esempio citato, allalimatura di ferro).

    La prima biforcazione fondamentale dello slancio vitale è quella che ha dato originealla divisione fra la pianta e l'animale. Il vegetale è caratterizzato dalla capacità di fab-bricare le sostanze organiche con sostanze minerali (funzione clorofilliana). Gli ani-mali, obbligati ad andare a cercare il loro nutrimento, si sono evoluti nel senso del-I'attività locomotrice e quindi di una coscienza sempre più sveglia. Le due tendenze sisono dissociate crescendo, ma nella forma ru dimentale si implicano reciprocamente; elo stesso slancio, che ha portato I'animale a darsi nervi e centri nervosi, ha dovuto per-venire nella pianta alla funzione clorofilliana.Dall'altro lato, neppure la vita animale si è sviluppata lungo un'unica linea. Gli Artropodi e i Verte-brati son o le linee nelle quali l'e voluzione della vita animale nel sensodella mobilità e della coscienzaha avuto maggior successo.Le altre due direzioni della vita animale, quelle indicate dagli Echinodermie dai Molluschi, sono finite invece n un vicolo cieco. L'evoluzione degli Artropodi ha raggiunto il suopunto culminante negli Insetti e in particolare negli Imenotteri, quella dei Vertebrati nell'uomo. Suqueste due linee, il progresso si è verificato tuttavia in forma diversa, giacché nella prima direzione si èdiretto verso 'istinto, nella secondaverso 'intelligenza.

    9.5. Istinto e intelligenzaIstinto ed intelligenza sono tendenze diverse, ma connesse e mai assolutamenteseparate. Non c'è intelligenza senza traccia d'istinto, né istinto che non sia circondatoda un alone di intelligenza. Nella loro forma perfetta, I'intelligenza si può definirecome la facoltà di fabbricare strumenti artifidali e di variarne indefinitamente la fabbrica-

    zione; I'istinto come la facoltà di utikzzare o costruire strumenti organizzati (gli organicorporei). Originariamente, I'uomo non è homosapiens,na homoaber.La sua caratteri-stica è quella di sopperire alla deficienza dei mezzi naturali di cui dispone con stru-menti adatti a difenderlo contro i nemici e contro la fame e il freddo. Gli strumenti cheI'uomo crea artificialmente corrispondono, nell'altra direzione della vita, agli organinaturali di cui si awale I'istinto.Ciò stabilisce i caratteri fondamentali dell'intelligenza umana e della scienza che diessasi awale. Essaè diretta essenzialmente ai fini della vita, serve a costruire strumentiinorganici, perciò si trova a suo agio solo quando si trova a che fare con la materia inor-ganica. Il funzionamento dell'intelligenza è determinato dalla natura dell'oggetto chele è proprio. Essa si rappresenta chiaramente soltanto ciò che è solid,o,discontinuo,immobile,ed è perciò caratferizzata da una incomprensione naturale per il mouimento, ldivenire e la aita.Bergson efiniscel funzionamentoell'intelligenzaomeun mecrunismoinematograflco.ssanfattiprende sul divenire delle istantane? cerca di rip rodurre il movimento mediante la successione i taliistantanee(che non rappresentanose non cose mmobili). Questomeccanismosi asciasfuggire ciò chevi è di proprio nella vita, cioè la continuità del divenire neì qu ale non si possono distinguere statiimmobili. Ciò spiega perché l'intelligenza, che è perfettamente a suo agio nel mondo della materia, sitrova completamente disarmata di fronte alla vita.

    Le biforcazionidello slanciovitale

    Intelligenzae istinto

    Il funzionamentodell'intelligenza

    Tuttavia I'intelligenza non si separa mai completamente dall'istinto. E possibile L'intuizione aquindi un ritorno consapevole dell'intelligenza all'istinto; e tale ritorno è l'intuizionp- metafisica

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