ENERGEO MAGAZINE Anno V Giugno-Luglio 2012

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Edipress Communications - Torino - Periodico bimestrale - Poste Italiane Spa - Spedizione postale DI 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art 1, comma 1,CB/Torino - (maggio/giugno/luglio 2012) - N. 3 (doppio) - Abbonamento 6 numeri 40 euro. Edipress Communications - Torino - Periodico bimestrale - Poste Italiane Spa - Spedizione postale DI 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art 1, comma 1,CB/Torino - (maggio/giugno/luglio 2012) - N. 3 (doppio) - Abbonamento 6 numeri 40 euro. Anno V - maggio/giugno/luglio 2012 - Prezzo di copertina 8.00 euro Periodico per la promozione dell’attività dell’Istituto Internazionale Conoscenze Tradizionali - ITKI UNESCO, Banca Mondiale sulle Conoscenze Tradizionali - TKWB, Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, Distretti Energetici e Ambientali, Poli di ricerca, Rete delle Reti Angelo Vassallo, Osservatorio Europeo del paesaggio di Arco Latino. Carlo d’Inghilterra: God save the Earth Dal passato la chiave del futuro del pianeta Agire insieme per sottoscrivere un Patto per la bellezza e il paesaggio Al Teatro Sociale di Trento andrà in scena il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini

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ENERGEO MAGAZINE (www.energeomagazine.com) è il periodico delle Comunità energetiche sostenibili che puntano ad una maggiore conoscenza delle attività di un mercato in forte crescita. La mission di Energeo Magazine è quella di raccontare le vicende, le storie e le notizie che animano l’intero territorio nazionale nell’ambito delle iniziative di promozione delle energie rinnovabili

Transcript of ENERGEO MAGAZINE Anno V Giugno-Luglio 2012

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Anno V - maggio/giugno/luglio 2012 - Prezzo di copertina 8.00 euro

Periodico per la promozione dell’attività dell’Istituto Internazionale Conoscenze Tradizionali - ITKI UNESCO, Banca Mondiale

sulle Conoscenze Tradizionali - TKWB, Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, Distretti Energetici e Ambientali,

Poli di ricerca, Rete delle Reti Angelo Vassallo, Osservatorio Europeo del paesaggio di Arco Latino.

Carlo d’Inghilterra: God save the Earth

Dal passato la chiave del futuro del pianeta

Agire insieme per sottoscrivere

un Patto per la bellezza e il paesaggio

Al Teatro Sociale di Trento andrà in scenail Premio Eco and the City Giovanni Spadolini

Campioni di sostenibilitàL’Abruzzo vince il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini

Una Regione pronta per farti conoscere le sue realtà virtuoseSuperficie regionale: 10,794 Km65,1% area montana34,9% area collinare

4 province: l’Aquila, Teramo, Chieti, Pescara

305 Comuni

1.500.000 abitanti

Un terzo della Regione è parco nazionale e regionale:

Parchi nazionali: “ Gran Sasso e Monti della Laga“,

“Abruzzo, Lazio e Molise e Majella”;

Parco Regionale: “Sirente Velino“.

Le aree protette sono di rilevante importanza ambientale e ospitano rare specie di flora e fauna, come l’orso bruno, il lupo e il camoscio.

E poi …l’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano“ e oltre 25 riserve regionali naturali.

www.regione.abruzzo.it

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Anno V - maggio/giugno/luglio 2012

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“Fare rete è assolutamente essenziale. I problemi posti dai cambiamenti

climatici, dalla sostenibilità ambientale delle nostre scelte, sono tali che

nessun territorio e nessun paese può affrontarli da solo”. Con queste parole

del Presidente della Provincia Autonoma di Trento Lorenzo Dellai, il giornale

Energeo apre una nuova stagione di impegno pensando al futuro.

Fare rete, anzi “reti di reti”, ma con chi? con quali presupposti? con quali stra-

tegie e prospettive? Il Presidente Dellai traccia una strada possibile: “La crisi

va affrontata adottando strategie di sviluppo complesse e di lungo periodo. Il

futuro sarà all’insegna della valorizzazione delle risorse presenti in ciascun ter-

ritorio: il paesaggio, l’ambiente, la qualità della vita, così come i centri per l’in-

novazione, la ricerca, l’alta formazione.” E allora la questione si sposta sulla

consapevolezza di fare politiche aderenti a questi principi ed avere strumenti e

mezzi idonei per affrontare queste ambiziose sfide. Energeo, nel suo ormai ultra

quinquennale impegno, intende dare il proprio contributo nel ricercare, ricono-

scere e divulgare esperienze e buone pratiche italiane che interpretino il senso

e la volontà del paese di voltare pagina, chiedendo e dando voce ai protagonisti

dell’innovazione.

Il successo dell’edizione 2011 del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini,

ideato da Energeo, confortato dalla partecipazione di oltre 1600 tra Comuni,

Comunità montane, Associazioni di Comuni, Consorzi, organizzazioni o sistemi

territoriali, aziende e strutture agricole che riqualificano il territorio difendendo

il paesaggio con innovativi sistemi di produzione ecosostenibili, il settore privato

e le imprese che si sono distinte per azioni innovative e proposte virtuose

nell’ambito delle proprie attività, è stata una prima straordinaria dimostrazione

della volontà del paese di partecipare a questi scenari e dare voce e contenuti

alle scelte coraggiose di crescita ed evoluzione culturale e scientifica a partire

dal territorio di appartenenza e dalle sue conoscenze tradizionali. In questa

direzione il Premio rilancia e si fa interprete dell’”eccellenza italiana”, nella scia

dei principi unescani, coinvolgendo in prima linea la Banca Mondiale sulle Cono-

scenze Tradizionali e il loro uso innovativo (www.tkwb.org). Tale iniziativa, portata

avanti insieme all’UNESCO attraverso la creazione dell’Istituto Internazionale

delle Conoscenze Tradizionali (ITKI), con sede a Firenze, avrà un ruolo determi-

nante nella nuova Convenzione sul Paesaggio proprio nella straordinaria occasione

del 40° Anniversario della World Heritage List dell’UNESCO, che dal 1972 rico-

nosce i Siti Patrimonio dell’Umanità. Infatti la responsabilità di salvaguardia e di

tutela di questo immenso patrimonio internazionale, troppo spesso trascurato,

è affidata alle capacità, sensibilità e volontà territoriali che, nell’occasione, inten-

dono promuovere un Patto per la Bel-

lezza e il Paesaggio che, partito

dall’iniziativa dei Sindaci di Bari e Pol-

lica, vedrà nella sede della Fondazione

Spadolini (nella foto) di Pian dei Giullari

a Firenze, il prossimo 19 settembre,

la condivisione di 100 Sindaci Italiani

da nord a sud che intendono guardare

alla cultura del territorio come risorsa

e come valore, investendo in questa

sfida con scelte consapevoli e corag-

giose. Dalle piccole scelte, infatti,

dipendono gli scenari futuri. I sindaci

lo sanno. Non è di poco conto quanto

è accaduto a Bologna dove, qualche

giorno fa, è stato sottoscritto un Patto

per le popolazioni colpite dal sisma,

promosso dall’UNESCO. Un protocollo

che punta a dare “una risposta rapida,

di qualità e partecipata all’emergenza”,

individuando “modalità innovative di

tutela del territorio, così da dare nel

mondo un’immagine un pò diversa di

un Paese che mostra non pochi pro-

blemi”. “Il Patto arriva nel momento

giusto - ha sottolineato il vice direttore

generale UNESCO Francesco Banda-

rin,- perché dopo l’emergenza questa

è la fase più delicata per il futuro della

regione interessata dal sisma”. “Una

fase in cui la tutela del patrimonio non

va considerata come un’operazione

“marginale” ma, piuttosto, deve diven-

tare una struttura portante della riqua-

lificazione”, - avverte il vice direttore

dell’UNESCO, perché - “qualsiasi ter-

ritorio è il prodotto di una storia, spesso

stratificata”. Da questo punto di vista, l’Italia ha assistito spesso a “disastri di

questa natura e sarebbe utile guardare al passato” - sottolinea Bandarin. Il Friuli,

ad esempio, ha rappresentato:“un caso interessante di ricostruzione che ha

modernizzato il territorio e allo stesso tempo ne ha salvaguardato l’identità”,

ricorda il vicedirettore dell’UNESCO. Mentre un caso “assolutamente negativo

è quello dell’Aquila: lì siamo all’urbicidio e come sia stato possibile abbandonare

una città non riusciamo a capirlo, un guaio colossale”. Bisogna procedere - è

emerso nella riunione - ad una “ricostruzione che non faccia dell’emergenza un

alibi”. “Proprio per questo si stanno riunendo le grandi eccellenze italiane che

a L’Aquila non si sono dispiegate”, ha commentato Pietro Laureano, consulente

UNESCO e fondatore dell’ITKI, invocando una “mobilitazione nazionale che

coinvolga una nuova leva di architetti, progettisti e studiosi che su questa espe-

rienza possano coltivare una vera e propria militanza”. Dall’emergenza, infatti,

bisogna “cogliere un messaggio di lungo periodo”, “L’obiettivo, ad esempio, -

continua Laureano - è evitare che la ricostruzione porti ad un eccessivo consumo

di territorio o vi introduca tipologie architettoniche estranee, privilegiando il

recupero dell’esistente e salvaguardando gli assetti urbani”. In senso generale

è necessario che gli uomini tornino a essere abitanti del loro territorio, riprendano

in mano la questione ecologica della loro sopravvivenza per la crescita della

coscienza del luogo e per l’affermazione di modelli di sviluppo fondati sulle

peculiarità socioculturali, sulla cura e la valorizzazione delle risorse locali - terri-

toriali, ambientali e quindi produttive e sostenibili - e su reti di scambio comple-

mentari e reciprocitarie, invece che gerarchiche, fra entità locali. Allora l’uomo

si sentirà parte di una comunità, protetto, e quindi avrà verso di essa un com-

portamento sobrio, responsabile e consapevole. Perché ogni cittadino ha il

diritto di sentirsi in dovere. È necessario un nuovo paradigma, che mostri l’indi-

spensabilità di un mutamento epocale sul piano reale: culturale, sociale ed

economico. Costruendo delle identità comunitarie tese al bene comune e alla

ciclicità della natura, e mettendole in rete, si possono creare modelli di sviluppo

vincenti, legati alla sostenibilità. Il pacchetto di iniziative presentate, nei giorni

scorsi, dal Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, Mario Catania, porta in

questa direzione, perché rappresentano i primi provvedimenti concreti per frenare

l’edificazione nei territori agricoli. La collaborazione del Tg2, che sarà media

partner del Premio, è stata annunciata

dal direttore Marcello Masi: “sarà una

partecipazione concreta, costante,

propedeutica e di stimolo per le varie

campagne di sensibilizzazione pro-

mosse in questo campo dal nostro

telegiornale che, oggi più di ieri, si

propongono di affrontare le tematiche

ambientali, con un occhio attento a

tutte le tematiche di salvaguardia del

territorio”. Per citare le parole di Spa-

dolini “Una moderna politica dell’am-

biente e del territorio richiede il

concorso di tutte le forze vive della

cultura e della società”. “Il concetto

di sostenibilità è in piena evoluzione

- afferma il professor Augusto Marinelli,

Presidente della Commissione Giudi-

catrice del Premio - e la questione non

è più ora solo ambientale, ma estesa

e livello economico, sociale e istituzio-

nale: le motivazioni di fondo che ani-

mano l’impegno della Fondazione sono

legate alla conoscenza e trasferimento

attivo del patrimonio ambientale e della

diversità culturale alle generazioni

future con un obiettivo nazionale ed

europeo”. Fare rete è assolutamente

essenziale, la sfida è quella di cercare

nel passato il seme del futuro.

Domenico NicolettiComponente del Comitato scientifico

di Energeo Magazine

Fra memoria delle antiche conoscenze e futuro

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L’INTERVISTA6 Costruttori di futuro

LA MEDAGLIA SPADOLINI 8 Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini e l’UNESCO alleati nella difesa del territorio10 Le categorie ammesse13 Focus UNESCO 40° Anniversario World Heritage List 1972-2012 14 Oro blu, un premio alla trasparenza 15 Nel bosco soltanto scelte virtuose16 Buon compleanno Città del Vino

SPECIALE PREMIO 18 Al Teatro Sociale di Trento andrà in scena il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini20 Il Premio, osservatorio di assoluta competenza sulla green economy

ITKI UNESCO 24 Carlo d’Inghilterra: God save the Earth26 Le conoscenze tradizionali, un patrimonio prezioso28 Dal passato la chiave del futuro del pianeta31 I patrimoni di Comunità32 L’ecomuseo delle Khettara in Marocco: un’architettura che produce acqua ed energia LA RETE DELLE RETI 34 Agire insieme per sottoscrivere un Patto per la bellezza e il paesaggio38 Sindaci in prima linea per salvaguardare la bellezza e il paesaggio

APPROFONDIMENTI40 Il paesaggio come infrastruttura dell’agricoltura di qualità

PRIMO PIANO 44 Il Trentino operoso conquista l’Europa dell’est

PROTAGONISTI 46 L’uomo delle missioni impossibili47 Ancora una sfida: il vecchio leone non demorde48 La Green Way Primiero

PROGETTI CONDIVISI 50 Un territorio che fa scuola, eccellenze alimentari a basso impatto ambientale

RAPPORTO SCUOLA52 I ragazzi d’Abruzzo ad un passo dal Premio Awards 2012

RIO+20 54 Crescita verde, il modello della Regione Abruzzo

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Consulente tematicheSistemi di Scienze locali, Tecniche e Conoscenze Tradizionali:Pietro Laureano, Presidente dell’ITKI UNESCO International Traditional Knowledge Institute.

Comitato Scientifico:• AugustoMarinelli,giàMagnificoRettore dell’UniversitàdegliStudidiFirenze, Presidente della Giuria Premio Eco and the City Giovanni Spadolini.• Prof.GiovanniPuglisiPresidente CNIUNESCOeMagnificoRettore dellaLiberaUniversitàdiLingue eComunicazioneIULM.•DarioCarella,MdAMéritEuropeenne, FondationduMériteEuropeenne, Lussemburgo.•AndreaChiaves,progettistaemerito di impianti innovativi di cogenerazione e teleriscaldamento. •AlbertoChini,AssociazioneCulturale Padre Chini.•CarloFrancini,coordinatorescientifico dell’AssociazioneBeniItalianiPatrimonio MondialeUNESCO.• StefanoMasini,responsabileAmbiente e Consumi Coldiretti.•FabrizioMontepara,Presidente ResTipicaANCI.• DomenicoNicoletti DocenteUniversitàdegliStudi SalernoScienzeAmbientali.• AngeloPaladino,Presidente dell’Osservatorio Europeo per il Paesaggio diArcoLatino.• DipakPant,ProfessorediAntropologia e Economia, fondatore e direttore dell’UnitàdiStudiInterdisciplinari per l’Economia Sostenibile presso l’UniversitàdiCastellanza.• CarlinPetrini,fondatoreePresidente diSlowFood.•LuigiSpagnolli,PresidenteCommissione AmbienteANCI(AssociazioneNazionale Comuni Italiani). •PieroSardo,PresidentedellaFondazione SlowFoodperlaBiodiversità.•AlessandroVercelli,docentediEconomia eAmbienteUniversitàdiSiena.

Collaboratori:MichaelaBarilari,DeniseCainelli,PaoloCorbini, Puccio Corona, Claudio Chiaves, LeoneChistè,MariaIdaClementel,FilippoDelogu,LelloGaudiosi,GabrieleManiscalco,StefanoMasini,MariaMazzei,GiacomoMosca,AdrianoPessina,MarcoPontoni,FedericaRolle,CarloSacchettoni,AlessandroSbrana,AlessandraSantini,ChiaraSimonetti.

Fotografie:GerryAnnone,AmbrosioEdilizia,Cavagna-UfficioStampaProvinciaAutonomadiTrento,AssociazioneCulturalePadreChini,MarcoComuzzi Centro Santa Chiara - Teatro Sociale,

Coldiretti-AmbienteeConsumi,CommissioneNazionaleItalianaUNESCO(UfficioStampa),Comune di Pollica, Comune di Transacqua, Consorzio Comuni Trentini, Co.Svi.G.: ComunicazioneeTerritorio,Federutility,AlessandroDeSio,EcomuseodellaCulturae della lavorazione della Canapa di Carmagnola, EcomuseodeiTerrazzamentiedellaVitediCortemilia,FotoGermogli,MassimoGherardini,AlessandraCiullo,CristianoProia/GreenPressEnvironMedia,ITKIUNESCO-Ipogea,ToninodiMarco,MuseodiArteModernaecontemporaneadiRovereto,RomanoMagrone,Parlamento Europeo, Petrolvilla-Pvb, PEFCItalia,MauroRosso,AntonioSiani,UfficioStampaRegioneAbruzzo,UfficioStampaRegione Campania, Ufficio Stampa Regione Piemonte, Ufficio Stampa Regione Toscana, AntonioVassallo.

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Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana.

Carlo d’Inghilterra:God save the Earth

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nostra Protezione civile in Emilia Roma-

gna e prima in Abruzzo o in Kosovo, e

dai tanti progetti di cooperazione allo

sviluppo realizzati in Asia, Africa, Ame-

rica Latina da oltre 250 associazioni di

volontariato”.

Il Premio, che ha messo in circuito una rete di relazioni internazionali (l’ultima con la Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio dei Ministri appena istituita per il rilan-cio dell’immagine dell’Italia), potrebbe diventare strategico anche per il Trentino, un territorio a voca-zione green. Si può lavorare insieme in questa direzione per costruire le grandi vie della sostenibilità verso l’Europa?“Fare rete è assolutamente essenziale.

I problemi posti dai cambiamenti cli-

matici, dalla sostenibilità ambientale

delle nostre scelte, sono tali che

nessun territorio e nessun paese può

affrontarli da solo. Il Trentino è quindi

aperto ad ogni forma di cooperazione

su questo terreno.

Già lo fa nell’ambito dell’Euregio, entità

transfrontaliera che raggruppa i tre

territori del Tirolo storico, oltre al nostro

l’Alto Adige e il Land Tirol.

E lo fa con molte realtà in Europa e nel

mondo, in particolare nel campo della

green economy, soprattutto sui versanti

dell’edilizia sostenibile (con particolare

attenzione alle case in legno), e delle

energie rinnovabili.

La rete di relazioni internazionali creata

dal Premio può essere dunque preziosa

anche per noi”.

Il Piano urbanistico provinciale (Pup), che segna le linee guida per il Tren-tino di domani, mette le basi sulla tutela del paesaggio come elemento cardine di sviluppo dell’intera pro-vincia. Può un territorio così avanti nell’applicazione delle normative fare da traino ad un’azione di sen-sibilità portata avanti dalla Fonda-zione Spadolini Nuova Antologia per tutto il territorio nazionale?

“Ci auguriamo che il Trentino possa

rappresentare per il Paese un piccolo

- se vogliamo - ma importante esempio

di come il paesaggio deve essere con-

siderato al tempo stesso un bene da

tutelare e una risorsa per lo sviluppo.

Le due cose sono viste a volte come

in contrasto: il nostro sforzo è al con-

trario quello di farle convivere, confor-

memente peraltro alla visione della

stessa Unione europea. E i fatti mi

sembra ci stiano dando ragione”.

La Fondazione Spadolini Nuova Antologia, promotrice di questa iniziativa, conta molto sulla colla-borazione della Provincia Antonoma di Trento per dare, attraverso il Premio, un concreto contributo ai lavori che in un futuro, ormai pros-simo, dovranno stabilire le nuove linee guida dell’UNESCO nella tutela del paesaggio. Stando alle prime indicazioni, la protezione del patrimonio non è finalizzata soltanto ai monumenti, ma anche alla salvaguardia delle conoscenze che ci hanno permesso di creare i monumenti e il paesaggio, e quindi, in ultima analisi, l’UNESCO intende tutelare le persone che sono depositarie di queste conoscenze e del saper fare dei popoli, in modo da garantire la manutenzione del patrimonio e la sua trasmissione alle generazioni future. Ci sembra di leggere lo strumento urbanistico del Trentino che poggia proprio su una visione di sviluppo che tiene conto della tradizione e dell’innovazione, della salvaguardia dell’identità e della competitività, dell’apertura internazionale e dell’a-deguatezza delle condizioni di cre-scita umana, intellettuale e sociale. Questo significa anticipare i tempi?“Se è così non possiamo che esserne

orgogliosi. Del resto il Piano urbanistico

nacque, con l’allora Presidente della

Provincia Bruno Kessler, proprio come

una scommessa, dal forte carattere

anticipatore, al pari dell’Università di

Trento. All’epoca il concetto di pianifi-

cazione urbanistica e territoriale era

agli albori, in Italia. Ci lavorarono alcuni

dei migliori cervelli del Paese.

Oggi non c’è chi non veda come la

gestione del territorio, conformemente

alle sue vocazioni e ai valori che esso

racchiude - anche simbolici - sia una

delle sfide fondamentali di qualsivoglia

amministrazione e di qualsivoglia comu-

nità. Non c’è idea di futuro che possa

prescindere da questo punto”.

Ritornando all’UNESCO, le Dolomiti del Trentino hanno saputo utilizzare il brand coinvolgendo gli abitanti e gli enti locali, motivati per salva-guardare il patrimonio culturale e ambientale e le tradizioni culturali. Il metodo Trentino può indicare la strada per tutelare l’immenso patri-monio riconosciuto dall’UNESCO che abbiamo in Italia?“Ci auguriamo di sì. Il Trentino ha il

17% del suo territorio sottoposto a

tutela ambientale e il 60% della sua

superficie coperta da boschi, ma anche

una dorsale in fibra ottica lunga quasi

800 chilometri, fra le più estese in

Europa. Possiamo essere, credo, un

buon esempio di territorio che concilia

tradizione e modernità, tutela dell’am-

biente e servizi wireless innovativi”.

T.R.

“La crisi va affrontata adottando strategie di sviluppo complesse

e di lungo periodo. Il futuro sarà all’insegna

della valorizzazione delle risorse presenti in ciascun territorio:

il paesaggio, l’ambiente, la qualità della vita, così come

i centri per l’innovazione, la ricerca, l’alta formazione.

E’ quello che cerchiamo di fare in Trentino, dove da un lato troviamo

le Dolomiti, uno dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO,

e dall’altro realtà tecnologiche di avanguardia, ai primi posti

nelle classifiche nazionali. Il Premio Eco and the City

Giovanni Spadolini ha il pregio di mettere assieme tutti

questi elementi, all’interno di una cornice che è anche

di natura istituzionale”

Presidente, il Trentino si prepara ad accogliere una manifestazione che racchiude, sotto il segno di Spadolini, storia, cultura, ambiente, territorio, agricoltura sostenibile ed ecologia, raccogliendo anche

il messaggio che viene dall’UNESCO in occasione dei suoi primi quarant’anni di tutela del territorio e dei beni culturali e naturali. E’ una missione possibile?“Direi che non solo è possibile ma è anche necessaria, tantopiù in una fase di

crisi quale è quella che stiamo attraversando e che dobbiamo affrontare non

solo con misure di emergenza ma con strategie di sviluppo complesse e di lungo

periodo. Parlo di sviluppo perché questa parola comprende tutte quelle che Lei

ha adoperato: storia, cultura, ecologia e quant’altro.

Il futuro, infatti, sarà all’insegna della valorizzazione delle risorse presenti in

ciascun territorio: il paesaggio, l’ambiente, la qualità della vita, così come i centri

per l’innovazione, la ricerca, l’alta formazione.

E’ quello che cerchiamo di fare in Trentino, dove da un lato troviamo le Dolomiti,

uno dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, e dall’altro realtà di avanguardia

nel campo delle ICT o delle biotecnologie, come la nostra Università, costante-

mente ai primi posti nelle classifiche nazionali, le Fondazioni Kessler e Mach o

Trento Rise, nodo di rete europeo dell’EIT-Istituto europeo di innovazione e

tecnologia. La manifestazione da voi promossa ha il pregio di mettere assieme

tutti questi elementi, all’interno di una cornice che è anche di natura istituzionale”.

Nel programma c’è il richiamo a due grandi personaggi del Trentino: padre Eusebio Chini e lo statista Alcide De Gasperi. Cosa rappresenta per la Sua provincia l’eredità morale di questi due personaggi, entrati nella storia del nostro Paese?“Parlavo appunto di cornice istituzionale perchè la “buona governance” è il terzo

elemento da tenere presente, assieme al patrimonio storico-ambientale e a

quello culturale- scientifico, nell’affrontare le sfide poste dalla globalizzazione.

I due personaggi al centro del programma di “Eco and the city” sono in questo

senso emblematici: da un lato abbiamo De Gasperi, il grande statista europeo,

l’uomo a cui dobbiamo l’Autonomia del Trentino Alto Adige, oggi nota in tutto il

mondo come buon esempio di autogoverno regionale e di risoluzione pacifica

dei conflitti che si possono generare in una terra di confine, quale è appunto la

nostra; dall’altro padre Kino, un esempio emblematico della capacità del Trentino

di guardare “fuori da sé”, di aprirsi al resto del mondo anziché chiudersi in difesa,

e di farlo con quella generosità testimoniata oggi ad esempio dall’impegno della

Intervista al Presidente della Provincia Antonoma di Trento Lorenzo Dellai.

Costruttori di futuro

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stimoli e riflessioni a favore del terri-

torio. Per valutare l’efficacia di questo

progetto bastano i numeri a quattro

cifre che hanno segnato il clamoroso

successo della prima edizione. L’edi-

zione del 2012 (madrina sarà la signora

Maria Romana De Gasperi), rilanciando

questi temi fondamentali, sarà cele-

brata a Trento nel centralissimo Teatro

Sociale con un ricco calendario di mani-

festazioni, nell’ambito del 40° Anniver-

sario della World Heritage List UNESCO

(Focus del Premio), assumendo il tema

“Patrimonio mondiale e Sviluppo soste-

nibile: il ruolo delle comunità locali”,

rappresentando, in questa stessa gior-

nata, anche la giornata conclusiva della

Campagna DESS UNESCO.

La manifestazione, unica in Italia, è

stata voluta dalla Provincia Autonoma

di Trento e dal Consorzio dei Comuni

Trentini, che hanno deciso di cogliere

e promuovere nel nostro Paese una

nuova sfida per tutelare il territorio e

il paesaggio quali elementi che svol-

gono importanti funzioni di interesse

generale, sul piano culturale, ecologico,

ambientale e sociale, costituendo una

risorsa favorevole all’attività economica

poiché, se salvaguardati, gestiti e pia-

nificati in modo adeguato, possono

contribuire alla creazione di posti di

lavoro. Il concorso è ricco di iniziative

collaterali come vedremo nelle pagine

che seguono.

D’altro canto, come dicevano lo stati-

sta trentino Alcide De Gasperi e Gio-

vanni Spadolini, la cultura, il paesaggio,

il territorio e l’ambiente (che sono poi

gli obiettivi del Premio) sono simboli

di un nuovo modello di sviluppo.

Il Premio, che intende onorare e cele-

brare chi - istituzioni, Enti e imprese

singole e associate - con le proprie

attività, norme, piani e azioni, ha ope-

rato per l’affermazione del concetto di

sostenibilità, rimane fermo sulla sua

struttura base con quattro categorie

fisse, le cosiddette Sezioni storiche,

inserite fin dal primo momento nel

bando, con l’aggiunta di cinque sezioni

speciali, compreso il capitolo che

riguarda il Focus dedicato ai SITI

UNESCO. Nelle sezioni speciali, infatti,

concorreranno: SITI UNESCO; Asso-

ciazioni di Identità tipiche; Gestione

Forestale Sostenibile; Imprese Acque-

dottistiche (Federutility); una Sezione

Speciale è dedicata alle Città del Vino

per raccontare come l’Associazione

sia riuscita, in 25 anni di attività, a

compartecipare i Comuni vitivinicoli

alla difesa delle loro tradizioni locali,

delle filiere produttive e del territorio.

Chi intende presentare la propria candi-

datura al Premio Eco and the City Gio-

vanni Spadolini dovrà scegliere tra nove

categorie (quattro sezioni ordinarie e

cinque speciali), secondo le modalità

indicate nel bando, che si può scaricare

dal Sito www.ecoandthecity.it.

I candidati dovranno compilare l’appli-

cations form per essere ammessi alla

selezione; le candidature dovranno

pervenire entro il 20 settembre 2012.

Nell’ambito di questo ciclo di manife-

stazioni sono previsti convegni (De

Gasperi, Spadolini, Padre Kino), e

saranno invitati gli autori del documen-

tario di Al Gore (Premio Nobel) “The

last call at the oasis” sulle necessità di

salvaguardia del Pianeta; sono inoltre

previsti dibattiti sulle prossime iniziative

dell’UNESCO e confronti con altre realtà

che adottano gli eco principi di salva-

guardia del paesaggio, tutela dell’am-

biente e del territorio, individuati dalla

Fondazione Spadolini Nuova Antologia,

istituzione di riferimento per la Com-

missione Nazionale Italiana per l’UNE-

SCO, con la quale opera in sinergia.

L. L.

IlFocusèdedicatoal40°Anniversario

della World Heritage List. La manifestazione, unica in Italia,

è stata voluta dalla Provincia AutonomadiTrento

e dal Consorzio dei Comuni Trentini, che hanno deciso

di cogliere e promuovere nel nostro Paese una nuova sfida

per tutelare il territorio e il paesaggio quali elementi

che svolgono importanti funzioni di interesse generale,

sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale, costituendo

una risorsa favorevole all’attivitàeconomicapoiché,

se salvaguardati, gestiti e pianificati in modo adeguato,

possono contribuire alla creazione di posti di lavoro.

L’organizzazione del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini è il

risultato di un lavoro di equipe, che vede coinvolti diversi attori, nel

convincimento che la piattaforma comune per tutte le attività sociali,

in grado di catalizzare e aggregare tutte le energie possibili, in particolare quelle

umane, possa essere costruita con il contributo di tutti. Al Salone del Libro di

Torino è stato dato il via, ufficialmente, al prologo della seconda edizione, che

si preannuncia particolarmente interessante. Siamo dunque partiti dalla più

grande libreria d’Italia che, a maggio di ogni anno, trasuda storia e cultura, in

ogni angolo, ma crea anche occasioni di dibattito sui temi di grande attualità,

come la tutela dell’ambiente, del territorio e del paesaggio. Su questo palcosce-

nico è cominciato il viaggio dell’ambizioso ed esclusivo progetto della Fondazione

Spadolini Nuova Antologia (che opera sotto l’Alto Patronato Permanente del

Capo dello Stato), proseguendo verso Trento (l’appuntamento è per il 10 novem-

bre 2012) per assegnare la Medaglia Spadolini, diventata l’Oscar delle best

practices, della tutela del territorio e del paesaggio e della salvaguardia dei beni

culturali e ambientali, coinvolgendo, nell’anno del 40° Anniversario della World

Heritage List, i 47 Siti del Patrimonio UNESCO del nostro Paese, “eccellenze”

del patrimonio culturale e ambientale. La manifestazione, realizzata a Firenze lo

scorso anno (Palazzo Incontri) nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversa-

rio dell’Unità d’Italia, ritorna dopo il successo della passata edizione (si registra-

rono 1600 adesioni), proponendosi di raccontare le vicende, le storie e i progetti

che animano l’intero territorio nazionale nell’ambito delle iniziative sostenibili di

promozione delle energie rinnovabili e delle buone pratiche, ma anche per con-

fermare la stretta collaborazione nell’organizzazione della Settimana (5-11

novembre 2012), inquadrata nel DESS - Decennio di Educazione allo Sviluppo

Sostenibile 2005-2014 -, campagna mondiale proclamata dall’ONU e coordinata

dall’UNESCO, che ha affrontato negli anni i vari temi chiave dello sviluppo soste-

nibile. Il Premio vuole caratterizzarsi come elemento di discussione e dibattito

a sostegno della salvaguardia del paesaggio e dell’ambiente, quale componente

fondamentale del patrimonio culturale e naturale d’Europa, contribuendo così

al benessere e alla soddisfazione degli esseri umani e al consolidamento dell’i-

dentità europea. Già nella prima edizione il Premio è riuscito a catturare l’atten-

zione di organizzazioni territoriali, Comuni, Unioni di Comuni, città, Enti,

agricoltori, vitivinicoltori e aziende agricole, il settore privato e le imprese virtuose

e innovative delle varie regioni d’Italia con la sua ricca dotazione di proposte,

A Trento, il 10 novembre 2012, la cerimonia conclusiva del Premio Eco and the City, dedicato al fondatore del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali.

Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini e l’UNESCO alleati nella difesa del territorio

Il vice Presidente della Regione Piemonte incontra i promotori del Premio.AncheisindacicheospitanoisitiUNESCOinPiemontetrailpubblico.

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Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini è strutturato in quattro Categorie (Sezioni), che costituiscono la base storica

del Premio. Il bando è stato compilato da un apposito Comitato Scientifico (che fungerà anche da Giuria del Premio), che

ha coinvolto accademici, opinionisti e tecnici di alto livello. La Giuria si avvale del supporto di un rappresentante dell’ANCI

(Associazione Nazionale Comuni d’Italia). Il questionario dovrà essere compilato con risposte semplici e chiare, contenute

negli spazi previsti nel documento. Il bando e il formulario allegato on-line è presente sul Sito www.ecoandthecity.it ed

altri siti che saranno via via collegati come partner del progetto.

Le categorie ammesse

SEZIONE 1Politiche territoriali integrate e soste-

nibili. Focalizza la propria attenzione

sui progetti che riguardano il concetto

di “Comunità sostenibili”, al fine di

selezionare esempi di eccellenza nel

nostro paese da promuovere per un’i-

donea replicazione su tutto il territorio

nazionale. Le candidature avranno per

oggetto progetti e iniziative che, a

giudizio dei proponenti identificano il

proprio territorio come “sostenibile”.

La sostenibilità va intesa in senso

ampio, toccando le tematiche ambien-

tali ed energetiche, sociali ed econo-

miche, includendo le azioni di

comunicazione e formazione adottate

al fine di attivare un processo parteci-

pativo sempre più ampio della collet-

tività. L’adesione al Patto dei Sindaci,

ovvero l’iniziativa della Commissione

Europea promossa in Italia dal Mini-

stero dell’Ambiente, della Tutela del

Territorio e del Mare, e la successiva

redazione del Piano di Azione per l’E-

nergia Sostenibile (PAES), possono

rappresentare un valore aggiunto inte-

ressante (ma non determinante), in

quanto azioni integrate già riconosciute

a livello europeo.

SEZIONE 2Valorizzazione dei patrimoni paesaggi-

stici e culturali. La sezione è dedicata

alla “tutela e valorizzazione del pae-

saggio naturale e culturale italiano”: il

tema apre ai progetti e programmi che

sostengono iniziative di valorizzazione

di aree e patrimoni immateriali inseriti

nelle reti dei paesaggi culturali, parchi

culturali, parchi letterari, distretti cul-

turali evoluti, che mettono al centro

della propria azione di tutela e valoriz-

zazione la nozione di patrimonio che

in questi ultimi anni ha progressiva-

mente ampliato contenuti, ruoli e utilizzi

nella società contemporanea.

SEZIONE 3Riqualificazione dei territori agricoli. Il

paesaggio è stato introdotto quale

obiettivo del Piano Strategico Nazionale

di Sviluppo Rurale 2007-2013. Si tratta

di una vera e propria rivoluzione nel

concepire la ruralità nel suo complesso,

dal momento che la tendenza è attual-

mente quella di ricercare una sorta di

qualità integrale: ciò che presuppone

il rispetto di due aspetti fra loro inscin-

dibili, la qualità del prodotto e la qualità

del paesaggio (ovvero un “marchio”

nel mercato globale della qualità).

Numerose indagini hanno già indicato

la fondamentale importanza della

dimensione paesaggistica nel valore

di mercato di alcuni prodotti tipici (il

vino, per esempio) e nel turismo rurale

(agriturismi). Non casualmente, il

modello territoriale che oggi più gua-

dagna spazio in Europa sul piano di

uno sviluppo insieme economico,

sociale e demografico è quello dei

territori a debole urbanizzazione (assai

spesso a vocazione rurale), in grado di

catturare più che di produrre ricchezza.

Sono le regioni che si caratterizzano

per un’offerta anzitutto territoriale,

basata sul paesaggio e su attività qua-

lificate nei servizi e nella produzione

agricola di qualità.

SEZIONE 4Il settore privato e le imprese virtuose

e innovative. Un riconoscimento alle

imprese e alle istituzioni del settore

privato che si sono distinte per azioni

e proposte virtuose nell’ambito delle

proprie attività, con una particolare

attenzione ai soggetti attivi in Italia

nell’ambito della campagna Sustainable

Energy Europe (SEE), coordinata a

livello europeo dalla Commissione

Europea e a livello nazionale dal Mini-

stero dell’Ambiente e della Tutela del

Territorio e del Mare. Si intende quindi

valorizzare l’azione di promozione della

cultura ambientale ed energetica soste-

nibile da parte degli attori del panorama

nazionale provenienti da settori diversi

da quello pubblico.

CATEGORIE SPECIALI• Una Categoria (Sezione Speciale) dedicata a Padre Eusebio Chini, il religioso

trentino pioniere della cultura della sostenibilità, rivolta alle Associazioni di iden-

tità tipiche e ai Saperi Antichi. In linea con l’attività di Res Tipica, Associazione,

costituita dall’ANCI insieme alle Associazioni Nazionali delle Città di Identità, per

la promozione delle identità territoriali italiane, il Premio intende promuovere

l’immenso patrimonio ambientale, culturale, turistico ed enogastronomico dei

Comuni piccoli e medi del nostro Paese, valorizzando la cultura dei territori, per

far conoscere in Italia e nel mondo la ricchezza di paesaggi, saperi e sapori.

Tramite le conoscenze tradizionali si realizza l’uso appropriato delle risorse natu-

rali: acqua, suolo, energia. Usare il sapere tradizionale non significa riapplicare

direttamente tecniche del passato, ma cogliere la logica di questo modello di

conoscenza. Per le imprese, i centri storici, le aziende, usare e promuovere le

conoscenze tradizionali significa confrontarsi con processi, cognizioni e capacità

che saranno sempre più richiesti a livello internazionale; anticipare le soluzioni

necessarie allo sviluppo sostenibile e conquistare una immagine attrattiva per il

turismo culturale e utile all’affermazione dei propri prodotti a livello internazionale.

Nello specifico il Premio si ispira a Padre Eusebio Chini, antesignano della cultura

della sostenibilità e grazie alle sue mirabili intuizioni, propose un modello di

sostenibilità basato sulle pratiche tradizionali di gestione dell’acqua, dei suoli e

dell’energia di antiche comunità.

Un modello che può essere proposto oggi anche con tecniche innovative nella

città contemporanea, per avviare un programma di conversione in città sosteni-

bili del futuro, adottando tecniche antiche, naturalmente.

Qualità specifica dei siti eccezionali è il valore delle realizzazioni architettoniche

e urbane e dei parchi archeologici inseriti in contesti armonici o naturali di grande

varietà e pregio. Ogni bene eccezionale e opera d’arte é parte di un sistema

strettamente connesso di natura e cultura. La realizzazione e la perpetuazione

di questi beni sono dovute a quel complesso millenario di saperi e di tecniche

che le Nazioni Unite negli organismi e conferenze internazionali hanno chiamato

le Conoscenze Tradizionali e Locali. Si tratta di tecniche e pratiche antiche tra-

mandate attraverso le generazioni diffuse nel territorio, utilizzate nella gestione

dei suoli, nell’uso e nella protezione delle aree naturali, nelle architetture rurali

e nell’organizzazione dei centri urbani. Costituiscono altresì il sapere storico

dell’umanità che ha permesso la realizzazione di architetture e paesaggi di valore

universale protetti dall’UNESCO nella categoria dei paesaggi culturali. Comunitàsostenibili,patrimoniopaesaggisticotoutcourt,riqualificazionedeiterritoriagricoli,settoreprivatoeimpresevirtuosecostituisconolabasestoricadelPremio.

Le conoscenze tradizionali, i saperi antichi o sistemi di scienze locali rientrano nella prima Sezione Speciale dedicata al missionario trentino Padre Eusebio Chini.

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• Una Categoria (Sezione Speciale) dedicata alla gestione Forestale Soste-

nibile in collaborazione con PEFC (Pro-

gramma per il Riconoscimento di

schemi di Certificazione Forestale).

La buona gestione forestale si carat-

terizza attraverso continui controlli dei

boschi da parte delle autorità compe-

tenti e/o da volontari. Questa attività

consente di verificare se nelle aree

boschive si effettuano tagli illegali o

interventi irresponsabili che possono

portare all’impoverimento e alla distru-

zione delle risorse forestali.

In particolare il Premio vuole conside-

rare la Gestione Forestale Sostenibile

che tenga conto di:

• Equilibrio tra crescita legnosa

e tagli di prelievo

• Biodiversità e rinnovamento

naturale del bosco

• Tutela delle funzioni di protezione

svolte dalla foresta nei confronti

del clima, suolo e acqua.

• Vitalità e salute delle foreste

• Circolo del carbonio

• Aspetti sociali e culturali

Gli esaminatori valuteranno le candi-

dature che presentano una corretta

gestione delle risorse forestali che

garantisce nel tempo la loro conserva-

zione e miglioramento per promuovere

la campagna di certificazione PEFC

(Programma per il riconoscimento di

schemi di Certificazione Forestale).

• Una Categoria (Sezione Speciale) dedicata alla gestione sostenibile

degli acquedotti (in collaborazione con

Federutility).

Il Premio si propone di valutare le

proposte dei gestori degli acquedotti

e delle aziende dei servizi pubblici per

la gestione sostenibile della risorsa

idrica, la sua conservazione e la tutela

dell’acqua Il “governo complessivo”

delle risorse idriche disponibili è diven-

tata un’esigenza urgente e prioritaria,

in questo senso Federutility, partner

di Eco and the City Giovanni Spadolini,

vuole evidenziare e promuovere i nuovi

modelli di gestione della risorsa idrica,

basati “sull’ecointelligenza”, per esem-

pio il riciclaggio ; “sull’ecosufficienza”

e su processi produttivi che riescano

a far reagire i sistemi naturali in modo

sempre più naturale.

• Una Categoria (Sezione Speciale) dedicata alle Città del Vino per raccon-

tare come l’Associazione sia riuscita,

in 25 anni di attività, a compartecipare

i Comuni vitivinicoli alla difesa delle

loro tradizioni locali, delle filiere pro-

duttive e del territorio.

In questo saranno considerati i progetti

e i modelli che puntano ad una mag-

giore sostenibilità delle aspirazioni di

crescita dei territori che hanno scom-

messo sulla campagna, sull’agricoltura,

sulla vitivinicoltura perché si consolidi

quel circuito virtuoso che ha consentito

a molte piccole municipalità di tornare

a vivere, di fare restare i giovani, di

guardare ai propri cittadini con l’orgoglio

di rappresentare, non solo per il turista

ma in primis per se stessi, una comu-

nità migliore che vive su un territorio

migliore. L’Associazione Nazionale Città

del Vino, inserita nel circuito Res Tipica,

ha scelto il Premio Eco and the City

Giovanni Spadolini per segnare, tra le

altre celebrazioni, un tappa importan-

tissima nella propria storia: gli esami-

natori dovranno valutare le candidature

che si propongono di salvaguardare un

immenso patrimonio fatto di cono-

scenze, ma anche di storia e cultura,

di ambiente e paesaggio, di produzioni

tipiche e artigianali, di opere d’arte e

bellezze architettoniche.

La candidatura alla Medaglia Spadolini

terrà conto anche del progetto Piano

Regolatore delle Città del Vino, stru-

mento messo a disposizione degli

amministratori per far tesoro di utili

consigli per una corretta gestione del

territorio in fase di programmazione

delle scelte urbanistiche, aiutando i

Comuni a valorizzare e comunicare le

loro attività in questo campo; un impe-

gno che pervade in modo costante

tutte le azioni dell’Associazione che

hanno a che vedere con lo sviluppo

del territorio.

La tutela e valorizzazione specifica, come voleva Giovanni Spadolini, riguarda anche il Patrimonio Mon-

diale dell’Umanità: il Premio, che ha già avuto come partner la Commissione Nazionale Italiana per l’UNE-

SCO, vuole, infatti, evidenziare lo stato di salute dei SITI UNESCO italiani nell’anno in cui si celebra il 40°

Anniversario del riconoscimento ufficiale di questo esclusivo patrimonio. Il 40° Anniversario della World

Heritage List rappresenta il Focus dell’edizione 2012 che si svolgerà a Trento, il 10 novembre 2012.

Focus UNESCO 40° Anniversario World Heritage List 1972-2012

Si sta anche valutando la possibilità di

offrire l’opportunità di candidarsi (in

una categoria a parte) anche ai siti

italiani (sono una quarantina) che, al

momento, aspirano a diventare “Patri-

monio mondiale dell’umanità”, iscritti

nell’apposita Lista propositiva (tentative

list). E’ un modo per far valutare al

grande pubblico, con l’aiuto del web,

questi progetti da vicino. Il logo cele-

brativo del quarantennale della World

Heritage List, assieme a quello ufficiale

dell’UNESCO, ci accompagnerà per

tutto il 2012. Insieme al logo che rap-

presenta il Patrimonio Mondiale, pro-

gettato dall’artista Michel Olyff ed

adottato ufficialmente nel 1978,

saranno utilizzati anche sul materiale

informativo.

Questi simboli sono entrati ormai nella

memoria collettiva: l’emblema rotondo,

come il mondo, rappresenta un simbolo

di tutela globale per il patrimonio di

tutta l’umanità. Il cerchio che racchiude

un quadrato posto al suo interno: le

due figure geometriche, rappresentano

rispettivamente i beni naturali e quelli

culturali.

E’ evidente il forte richiamo alla figura

di Giovanni Spadolini, che ha fondato

il Ministero per i Beni Culturali e

Ambientali. Una sezione speciale, come

si evince dal programma ufficiale, è

dedicata ai SITI UNESCO: è un modo

di parlare al territorio e alla gente che

vive il territorio, in una società, oggi,

decisamente più aperta e disponibile

con la consapevolezza di poter utilizzare

il brand UNESCO legato al proprio

patrimonio culturale e naturale, sapendo

che la responsabilità nei riguardi di

questo patrimonio internazionale deve

concretizzarsi in efficaci politiche di

conservazione e valorizzazione con un

controllo costante del territorio, con

restauri e manutenzioni efficaci, dan-

done una sempre più ampia accessi-

bilità e visibilità anche per le località

che li ospitano, alle quali è affidato il

compito di tutela e di salvaguardia.

La Fondazione Spadolini condivide il

programma con la Commissione Nazio-

nale Italiana per l’UNESCO, al fine di

ricordare la figura di Giovanni Spadolini,

un nome che significa amore per l’Ita-

lia intera, per le grandi città come pure

per i più piccoli comuni, ricchi di storia

e di tradizioni, senza distinzione fra

nord e sud, centro e isole.

La sua onestà, la sua cultura, la sua

civiltà, il suo alto senso dello Stato sono

valori ancora attuali, patrimonio di tutti,

dell’intera umanità. Ecco perché l’edi-

zione del Premio Eco and the City,

dedicata al 40°Anniversario della pro-

clamazione dei primi “SITI” da parte

dell’UNESCO, gli sarebbe stata parti-

colarmente cara.

LatutelaevalorizzazionedeiSitiPatrimoniodell’UmanitàrappresentanoilFocusdelPremio.Gestioneforestalesostenibile,utilizzovirtuosodellerisorseidriche,CittàdelVinocheraccontano25annidiattivitàrientranotraleSezioniSpeciali.

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rappresentarne una) sono realizzate a garanzia della massima trasparenza e

sicurezza, con l’intento di promuovere l’utilizzo nel territorio gestito, con grandi

benefici per i cittadini e la tutela dell’ambiente. Per quanto attiene al Premio, il

riconoscimento terrà conto anche dell’aspetto etico della gestione degli acque-

dotti. La Giornata Mondiale dell’Acqua (World Water Day), svoltasi lo scorso

marzo, ha avuto come tema centrale:”Il mondo ha sete perché abbiamo fame”,

legato al tema della sicurezza alimentare. Oggi esistono infatti sul pianeta 7

miliardi di persone da nutrire e, entro il 2050, se ne prevedono 2 miliardi in più.

Secondo le statistiche, ognuno di noi beve circa 2-4 litri d’acqua al giorno e la

maggior parte dell’acqua da bere fa parte del cibo che viene consumato. Per

fronteggiare questa emergenza, è necessario in primo luogo garantire la dispo-

nibilità idrica in quantità sufficiente e di qualità adeguata, nonché produrre più

cibo utilizzando meno acqua, ridurre gli sprechi e le perdite e adottare diete più

sostenibili. E’ l’inizio di un percorso al quale si aggiunge una partnership con

l’ITKI UNESCO che si occupa del recupero delle Conoscenze Tradizionali, quindi

anche dell’uso dell’acqua, e del rispetto dell’ambiente. Soluzioni accompagnate

dal rispetto delle normative, sensibilità e buon senso. Attraverso la ricerca e la

promozione di tecnologie appropriate, le candidature al Premio vogliono essere

espressione di valori ecologici, sociali e solidali. E c’è di più: si terrà conto della

responsabilità delle imprese associate, l’utilizzo nel territorio gestito, dai diritti

umani all’ambiente, passando per l’impatto sulla società, mettendo in campo

varie strategie per garantire la sostenibilità lungo tutta la catena del valore. Quello

dell’uso “responsabile” dell’acqua, bene prezioso.

Maria Mazzei

Il Premio Eco and the City, dedicato a Giovanni Spadolini, si

propone di valutare le candidature degli acquedotti e delle aziende

dei servizi pubblici per la gestione della risorsa idrica, la sua

conservazione e tutela. La Giuria terràcontoanchedell’aspetto

etico,nonchèdellaresponsabilitàsociale delle imprese associate, in gradodigarantirelasostenibilità

lungo tutta la catena del valore.

Sottolineare l’importanza delle acque dolci, incentivare la sostenibilità nella

gestione delle risorse idriche. E’ quanto Federutility si prefigge di ottenere

con le sue iniziative di comunicazione, a garanzia della sicurezza e tra-

sparenza nei confronti dei cittadini. Federutility (federazione che riunisce le

aziende di servizi pubblici locali che operano nei settori Energia Elettrica, Gas e

Acqua ) anche per questa edizione, affianca il Premio Eco and the City Giovanni

Spadolini, collaborando nella diffusione del bando (www.ecoandthecity.it) tra i

propri associati, in particolare promuovendo la Categoria dedicata alla gestione

sostenibile degli acquedotti (Sezione Speciale). Il Premio, che vuole assegnare

la Medaglia Spadolini ad un acquedotto “virtuoso“ che sappia coniugare i valori

della sostenibilità con lo sviluppo, si propone, infatti di valutare le proposte dei

gestori degli acquedotti e delle aziende dei servizi pubblici per la gestione soste-

nibile della risorsa idrica, la sua conservazione e la tutela dell’acqua. Il “governo

complessivo” delle risorse idriche disponibili è diventata un’esigenza urgente e

prioritaria, in questo senso Federutility, partner di Eco and the City Giovanni

Spadolini, vuole evidenziare e promuovere i nuovi modelli di gestione basati

sull’“eco-intelligenza” (per esempio il riciclaggio), sull’“eco-sufficienza” e su

processi produttivi che riescano a far reagire i sistemi naturali in modo sempre

più naturale. Federutility ha elencato sul proprio sito web le pagine di tutte le

aziende che pubblicano i parametri chimico-fisici dell’acqua di rete distribuita.

Quella della federazione (che riunisce la totalità delle aziende italiane dell’acqua,

oltre a quelle di energia e gas) vuole essere una campagna di trasparenza fina-

lizzata a comunicare a cittadini e utenti i risultati della complessa e severa filiera

di controlli cui l’acqua potabile è sottoposta per legge. Le campagne portate

avanti da Federutility, (anche il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini vuole

Verso un uso responsabile dell’acqua, bene primario e prezioso.

Oro blu, un premio alla trasparenza

La firma del protocollo di intesa che prevede collaborazione e supporto operativo tra 4 istituzioni, locali (ConsorzioComuniTrentinieBimAdige)enazionali(PEFCeFederforeste).

Nel bosco soltanto scelte virtuose

“Acqua, legno, foreste, territorio”.

Elementi di un nuovo patto di

sistema per le comunità locali: il

dibattito aperto da Consorzio dei

Comuni Trentini, Bim dell’Adige, Feder-

foreste e PEFC Italia, con la collabora-

zione della Provincia Autonoma di

Trento, riassume, in questo modo, la

Categoria (Sezione Speciale) dedicata

alla gestione Forestale.

Il Premio invita a fare scelte di lungo

respiro, lungimiranti, coraggiose e uni-

voche. È necessaria una visione

ambientale e di mantenimento del

territorio, che si coniughi con lo svi-

luppo dell’economia dei territori: il

bosco è una risorsa da coltivare e da

mantenere.

Se ciò non accade c’è il rischio che si

creino dissesti territoriali e idrogeolo-

gici: il bosco va gestito dall’uomo.

A Trento, nel frattempo, è stata avviata

un’iniziativa lungimirante che ha offerto

momenti di confronto e dibattito sui

temi della conservazione del territorio,

della biodiversità, della tutela del pae-

saggio, dei livelli di stabilità dei versanti

e della qualità della vita, con contributi

importanti. In questa occasione è stato

firmato un protocollo di intesa che

prevede collaborazione e supporto

operativo tra 4 istituzioni, locali (Con-

sorzio Comuni e Bim Adige) e nazionali

(PEFC e Federforeste).

La formula individuata associa l’utilizzo

più razionale delle risorse all’integra-

zione delle tecnologie innovative.

L’Europa incoraggia le comunità “intel-

ligenti” che vadano verso soluzioni

integrate e sostenibili in grado di con-

sentire una gestione oculata del terri-

torio e del patrimonio forestale.

Il futuro sta nella filiera ecosostenibile

dei boschi che possono fornire anche

energia pulita e sicura a prezzi acces-

sibili ai cittadini, ridurre i consumi e

creare nuovi mercati.

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A SP

ADO

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I II Premio Eco and the City Giovanni Spadolini segnerà un tappa importantissima nella storia dell’Associazione.

L’Associazione, nata a Siena venticinque anni fa, si propone di salvaguardare un immenso patrimonio fatto di conoscenze,

ma anche di storia e cultura, di ambiente e paesaggio, di produzioni tipiche e artigianali, di opere d’arte e bellezze archi-

tettoniche. Vuole inoltre formare e informare gli amministratori pubblici, ma anche le imprese, dell’importanza del “buon

governo dei territori”, delle buone pratiche, dell’etica e della professionalità, della qualità della vita nei territori del vino.

Buon compleanno Città del Vino

Venticinque anni e non li dimo-

stra.. L’Associazione Nazionale

Città del Vino, nata a Siena il

21 marzo 1987, per volontà di un gruppo

di trentanove sindaci che decisero di

dar vita a questo sodalizio per contribu-

ire a rilanciare l’immagine e la qualità

del vino italiano, ha scelto il Premio Eco

and the City Giovanni Spadolini per

segnare, tra le altre celebrazioni, un

tappa importantissima nella propria

storia. E per ricordare che l’Associazione

si propone di salvaguardare un immenso

patrimonio fatto di conoscenze, ma

anche di storia e cultura, di ambiente e

paesaggio, di produzioni tipiche e arti-

gianali, di opere d’arte e bellezze archi-

tettoniche. Vuole inoltre formare e

informare gli amministratori pubblici,

ma anche le imprese, dell’importanza

del “buon governo dei territori”, delle

buone pratiche, dell’etica e della pro-

fessionalità, della qualità della vita nei

territori del vino. Nel bando è stata

inserita una Sezione Speciale dedicata

a questi temi. Una candidatura alla

Medaglia Spadolini che terrà conto

anche del progetto Piano Regolatore

delle Città del Vino, strumento messo

a disposizione degli amministratori per

far tesoro di utili consigli per una corretta

gestione del territorio in fase di pro-

grammazione delle scelte urbanistiche,

aiutando i Comuni a valorizzare e comu-

nicare le loro attività in questo campo;

un impegno che pervade in modo

costante tutte le azioni dell’Associazione

che hanno a che vedere con lo sviluppo

del territorio. “L’idea fondante fu quella

di organizzare un “movimento” che

potesse sostenere le imprese vitivini-

cole nella promozione del vino ma al tempo stesso individuava già allora nel valore

del territorio la carta da giocare per lo sviluppo delle aree rurali. - dice il Presidente

dell’Associazione Giampaolo Pioli - Un’idea che oggi trova riscontro concreto nel

forte sviluppo che ha avuto il turismo enogastronomico, nella nascita di oltre 140

Strade del Vino in Italia (forma di offerta turistica integrata), rafforzata dai successi

quantitativi e qualitativi del vino italiano sui mercati internazionali e dal crescente

interesse dei consumatori verso il vino, inteso di nuovo anche come alimento e

come parte fondamentale della nostra ‘Dieta Mediterranea’ (riconosciuta patrimo-

nio immateriale dell’umanità dall’Unesco), in grado di aiutare anche a migliorare

la propria qualità della vita. C’è da sottolineare quanto siano stati importanti i

risultati ottenuti dalle ricerche mediche che dimostrano degli effetti benefici del

vino per la salute umana, se consumato con moderazione; studi che continuano

e che riserveranno ulteriori interessanti sorprese”. “Infine, - ricorda Pioli - la stra-

ordinaria crescita culturale del mondo che ruota intorno al vino ha consentito di

realizzare nel corso degli ultimi anni un complessivo salto di qualità che oggi si

manifesta attraverso una sempre più diffusa consapevolezza, sia tra gli ammini-

stratori pubblici e tra i Sindaci, sia tra i vignaioli e i produttori, che al centro di tutto

questo c’è il valore del territorio, il suo rapporto con il prodotto, e la conseguente

necessità di saperlo tutelare, salvaguardando le sue peculiarità ambientali e pae-

saggistiche”. L’Associazione Nazionale Città del Vino, avendo assunto questi

concetti fin dall’inizio della sua attività, ha sviluppato nel corso di questi venticinque

anni un’innumerevole quantità di progetti, organizzato eventi ed iniziative, promosso

convegni ed incontri, sollecitato Governo, Parlamento e Istituzioni pubbliche sui

più importanti temi che interessano la filiera vitivinicola, costruendo attorno al suo

“marchio” un vasto consenso e accrescendo il suo ruolo di interlocutore tecnico

e politico. Fanno parte dell’Associazione soprattutto Comuni piccoli, quelli che da

soli non avrebbero la forza di farsi conoscere, di rivendicare spazi di promozione

e ascolto da parte delle istituzioni superiori; l’Associazione dà loro voce, li mette

in contatto, costruisce la rete dei rapporti e li fa diventare più forti.

Così possono compartecipare alla difesa delle loro tradizioni locali, delle filiere

produttive, sviluppare incoming turistico e impegnarsi per una maggiore sosteni-

bilità delle loro aspirazioni di crescita; sono i Comuni che, prima di altri, sono

disposti a scommettere sulla campagna, sull’agricoltura, sulla vitivinicoltura perché

si consolidi quel circuito virtuoso che ha consentito a molte piccole municipalità

di tornare a vivere, di fare restare i giovani, di guardare ai propri cittadini con l’or-

goglio di rappresentare, non solo per il turista ma in primis per loro, una comunità

migliore che vive su un territorio migliore. La partnership con il Premio Eco and

the City Giovanni Spadolini (il Focus, lo ricordiamo, è dedicato al quarantesimo

Anniversario del riconoscimento dei Siti protetti dall’UNESCO) consentirà di guar-

dare ancora più lontano.

Paolo Corbini

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diventando il portale privilegiato di

certificazione e diffusione per soluzioni

e buone pratiche realizzate dalle

imprese impegnate in produzioni di

qualità e nella diffusione dell’ eccellenza

italiana nel mondo, con il Trentino e la

Toscana (la sede di ITKI UNESCO è a

Bagno a Ripoli) che hanno fatto da

apripista. Il Teatro Sociale di Trento,

fondato nel 1819 da Felice Mazzurana,

da quasi due secoli è il teatro di tradi-

zione della città. Una storia che comin-

ciò il 29 maggio 1819 con la messa in

scena della Cenerentola di Gioachino

Rossini. In una vivace cronaca dell’e-

poca leggiamo che “le persone sagge

e religiose non potevano darsi pace

nel vedere scelta una giornata di tanta

divozione...”: si era infatti alla vigilia di

Pentecoste. Il teatro si chiamava Teatro

Mazzurana, dal nome del fondatore,

promotore della costruzione e primo

proprietario.

Ma chi era Mazzurana? Nato a Trento

nel 1780, la sua prima attività fu la

confezione e la vendita di dolciumi, poi

la gestione di un caffè.

Verso il 1815 aveva in affitto la più

lussuosa locanda della città e l’idea del

teatro doveva contribuire allo sviluppo

della sua attività commerciale, che

proseguì poi anche in altre direzioni.

Adottò Paolo Oss, che, assumendo

anche il suo cognome, divenne poi il

famoso podestà di Trento al quale la

via dove è ubicato il teatro è intitolata.

Un self made man direbbero gli ame-

ricani.Un imprenditore moderno, che

raccolse parte dei soldi per la costru-

zione vendendo i palchi alle famiglie

nobili e benestanti della città. Capace

di accogliere fino a 1200 spettatori, il

Teatro fu realizzato su progetto dell’in-

gegner Giuseppe Maria Ducati all’in-

terno del palazzo del conte Tommaso

Festi. Nel 1835 l’imprenditore-caffet-

tiere cedette la proprietà ed il Teatro

cambiò nome in Teatro Sociale, gestito

dalla Società del Teatro. Nella Trento

ottocentesca, il Teatro Sociale fu

motore di un’intensa attività culturale,

ospitando un cartellone che andava

dalla stagione lirica a quella di prosa,

dalla danza alla musica classica, ma fu

anche utilizzato per comizi politici,

veglioni, spettacoli di magia.

Vi si scrissero pagine di storia: nel 1893

ci fu la seconda rappresentazione asso-

luta di Manon Lescaut con in sala

Giacomo Puccini, nel 1895 e 1896 sul

podio salì Arturo Toscanini, nel 1898

vi cantò Enrico Caruso.

La Società del Teatro ebbe vita trava-

gliata e dopo 102 anni cessò di esistere.

Il Teatro fu venduto a privati e la pro-

grammazione fu in seguito imperniata

sul cinema ma ospitò ancora spettacoli

di prosa e lirica fino agli anni ‘60.

Nel 1983 i proprietari chiusero defini-

tivamente la sala.

Nel 1984 l’immobile fu acquistato dalla

Provincia Autonoma di Trento. Nel 1989

iniziarono importanti lavori di ristruttu-

razione che hanno portato, il 22 giugno

2000, alla restituzione alla città del suo

Teatro. La ristrutturazione dell’archi-

tetto Sergio Giovanazzi lo ha riportato

ai fasti del passato con stucchi dorati

e decorazioni di sapore neoclassico.

L. L.

Il Teatro, non soltanto scena per maestose opere,

il10novembreprossimoospiteràuneventocheentrerànellastoria

dei Siti UNESCO per celebrare i primi quarant’anni della World

Heritage List UNESCO, con l’obiettivo di tracciare le linee

guida per riprogettare il futuro delpatrimoniodell’Umanità.DalTrentinopartiràanche

il “Viaggio alla ricerca della Conoscenze Tradizionali,

sulle tracce di Padre Chini”, inventariate da UNESCO ITKI,

dautilizzareperlaBancaMondialedelle Conoscenze tradizionali.

La cerimonia ufficiale del conferimento della Medaglia Spadolini che si

svolgerà a Trento il 10 novembre prossimo, non avrebbe potuto svolgersi

in un luogo migliore del prestigioso Teatro Sociale di Trento.

Luogo di gran fascino, un vero teatro all’italiana con quattro ordini di palchi, il

loggione e la platea per complessivi 754 posti. Il Teatro, non soltanto scena per

maestose opere, il 10 novembre prossimo ospiterà un evento che entrerà nella

storia dei SITI UNESCO per celebrare a Trento, snodo delle attività UNESCO per

la creazione di una nuova economia e tecnologia sostenibile, i primi quarant’anni

della World Heritage List e per tracciare le linee guida per riprogettare il futuro

del patrimonio dell’Umanità. Verrà ricordata la figura di Padre Eusebio Chini, il

missionario trentino precursore della sostenibilità a cui è dedicato il progetto:

“Il Viaggio alla ricerca delle Conoscenze tradizionali, sulle tracce di Padre Chini”,

inventariate da ITKI UNESCO (Istituto Internazionale delle Conoscenze Interna-

zional), per l’uso della Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali.

Quest’ultima raccoglie le tecniche tradizionali e le tecnologie sostenibili, (il Prin-

cipe Carlo d’Inghilterra, alfiere delle buone pratiche, è uno dei più concreti

sostenitori) e, una volta pienamente operativa, avrà una diffusione mondiale,

Appuntamento a Trento il 10 novembre 2012 .

Al Teatro Sociale di Trento andrà in scena il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini

ImmaginisuggestivedellostoricoTeatroSocialediTrento.Inalto:MarinoSimonieCosimoCeccutidavantiall’ingressodelTeatrochehaquattroordinidipalco,dopo aver fatto un sopralluogo.

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ieri, si caratterizzano di affrontare le tematiche ambientali, con un occhio attento

a tutte le tematiche di salvaguardia del territorio”. Augusto Marinelli, Presidente

della Commissione Giudicatrice composta da nove esperti, ha ricordato che fin

dalla fondamentale conferenza di Stoccolma nel 1972 il tema dell’ambiente è

sempre più al centro dell’attenzione mondiale: la governance deve coinvolgere

le istituzioni e il singolo cittadino. Per citare le parole di Spadolini “Una moderna

politica dell’ambiente e del territorio richiede il concorso di tutte le forze vive

della cultura e della società”. “Il concetto di sostenibilità è in piena evoluzione

- ha ribadito il prof Marinelli - e la questione non è più ora solo ambientale, ma

estesa e livello economico, sociale e istituzionale: le motivazioni di fondo che

animano il Premio sono legate al trasferimento attivo del patrimonio ambientale

e della diversità culturale alle generazioni future con un obiettivo nazionale ed

europeo”. Il professor Augusto Marinelli, intravede per il futuro del Premio un

percorso agevole perché “l’approccio è stato quello giusto perché rappresenta

una grande opportunità per la creazione di valore. L’ottimizzazione sostenibile

sta dando buoni frutti un po’ ovunque, perché lo sviluppo è passato dalla fase

dei bisogni alla fase dei desideri”: ed aggiunge: “Il Premio, in collaborazione

LaFondazioneSpadoliniNuovaAntologiaimpegnata,

in sinergia con la Commissione Nazionale Italiana UNESCO,

verso un Paese più equo, ambientalmente più sicuro, più

sostenibile, si è legata a doppio filo con il Traditional

Knowledge Institute (Istituto per le Conoscenze

Tradizionali), istituito dall’UNESCO, collaborando

alla realizzazione di un evento internazionale(TheInternational

Protection of Landscapes. Aglobalassessmentonthe

occasionofthe40thAnniversaryof the World Heritage Convention)

in cui si metteranno le basi per una nuova convenzione UNESCO per il paesaggio,

al fine di individuarne la tutela anche dal punto di vista “etico”.

ATrento cresce l’attesa per dare il via a questo percorso di aggregazione

tra comunità eco-sostenibili: un progetto che ha convinto per l’impor-

tanza strategica di trasmettere modelli di sviluppo poco diffusi che si

integrano anche nelle conoscenze tradizionali promosse dal all’Istituto Interna-

zionale Conoscenze Tradizionali (UNESCO-ITKI), fondato dall’UNESCO e con la

Traditional Knowledge World Bank (TKWB) www.tkwb.org (Banca Mondiale

delle Conoscenze Tradizionali) con sede a Firenze e non soltanto limitati all’am-

biente e al paesaggio. Se ne è parlato, nel corso della conferenza stampa (12

giugno 2012), nella sede della Provincia Autonoma di Trento, i relatori ( erano

presenti: Cosimo Ceccuti, Presidente della Fondazione Spadolini Nuova Anto-

logia; Augusto Marinelli, Presidente della Commissione Giudicatrice; Pietro

Laureano, Presidente dell’Istituto per le Conoscenze Tradizionali UNESCO;

Alberto Pacher, vice Presidente della Provincia Autonoma di Trento; Marino

Simoni, Presidente del Consorzio dei Comuni Trentini; Alberto Chini, Presidente

dell’Associazione Culturale Padre Eusebio Chini) hanno mostrato molto interesse

per questa iniziativa della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, coadiuvata dal

nostro giornale, che promuove un confronto tra le varie realtà locali, creando tra

loro opportunità di dialogo sullo sviluppo di questi temi specifici. Un dialogo che

dovrà consolidarsi negli anni rappresentando le varie tappe di un lungo percorso

attraverso il Paese dell’Energia possibile. Un percorso che dovrà prendere in

considerazione, in questo caso, anche l’energia umana, poichè ogni singolo può

cogliere e proporre immediatamente proposte e idee per sviluppare e tutelare

il territorio. Queste tematiche sono parte integrante del progetto Eco and the

City Giovanni Spadolini che si propone di far lavorare insieme le realtà territoriali

che hanno realizzato le soluzioni tecnologiche più interessanti per promuovere

l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili: luoghi più efficienti per infrastrutture,

amministrazione, servizi e più attraenti per la qualità della vita, ambiente, pae-

saggio, cultura, chiamati a vincere facendo una gara verso nuovi orizzonti di

sviluppo qualitativo e sostenibile. A sostenere le stesse istanze c’è il Tg2 che

affianca, ufficialmente, il Premio, per ribadire la linea editoriale e l’impegno della

testata giornalistica di Rai Due nell’avviare campagne di successo per sensibi-

lizzare azioni a favore della green economy e di tutti i settori che si sono distinti

per l’ispirazione eco-friendly, mostrando particolare interesse per la natura, la

tutela del paesaggio e dell’ambiente, in tutti i suoi aspetti.

“Una collaborazione - annuncia il direttore del Tg2 Marcello Masi - che sarà

concreta e costante, propedeutica e di stimolo per le varie campagne di sensi-

bilizzazione promosse in questo campo dal nostro telegiornale che, oggi più di

La Rai, attraverso il Tg2, in qualità di media partner, collabora alla realizzazione del progetto.

Il Premio, osservatorio di assoluta competenza sulla green economy

MarcclloMasi,direttoredelTg2.

con Res Tipica ANCI e l’UNESCO, e di

tutti i partners, vuole provare a ridefinire

l’identità territoriale e la competitività

dei territori conferendo valore aggiunto

a tutti i servizi emanati in quell’area”.

In sostanza la formula ruota attorno a

tre concetti base.

Il primo viene chiamato elemento di

comunità. Passa attraverso il recupero

di tutte le risorse culturali, compresi i

momenti di aggregazione locali e le

tradizioni, che contribuiscono a rinsal-

dare appunto la comunità, lo stare

insieme. Il secondo è un elemento di

riordino ambientale: occorre creare

luoghi gradevoli, sostenibili da un punto

di vista socio-ecologico, che puntino

decisamente sulle energie alternative.

Il terzo elemento è la connettività: il

salto di qualità che potrà rendere i

piccoli comuni appetibili è uno sforzo

di investimento tecnologico per la mas-

sima connettività ed operatività info-

telematica. Eccolo dunque l’obiettivo

del Premio Eco and the City Giovanni

Spadolini che vuole rappresentare tutti

i luoghi “virtuosi”: una grande mix tra

comunità ecostenibili e filiere locali tra

creatività, tecnologie e risorse del ter-

ritorio, come modello vincente di com-

petitività. “Questo evento si colloca

all’interno di un percorso che il Trentino

sta facendo a tutti i livelli in direzione

delle scelte sostenibili - ha commentato

l’assessore provinciale all’ambiente

Alberto Pacher - il 30% del nostro

territorio è sotto tutela e le aree pro-

tette sono diventate motivo e motore

di sviluppo”. Il Presidente del Consor-

zio dei Comuni Trentini Marino Simoni,

spiega così la candidatura: “La scelta

di ospitare la nuova edizione del Premio

in Trento, porta d’Europa dal Mediter-

raneo verso la Germania e terra di

autonomia che guarda a buone pratiche

esportabili. La rete di relazioni che ha

messo in circuito questa prestigiosa

iniziativa può senz’altro passare da

Trento: un paese come il nostro spiega

la green economy lungo strade di saperi

e sapori, strade dei fiori, vino, mele e

formaggi in risposta a un’economia in

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crisi, in un territorio virtuoso, insomma”.

Pietro Laureano, Presidente dell’Istituto

per le Conoscenze Tradizionali

UNESCO, che attraverso l’ITKI, ha

portato nuova linfa all’organizzazione

del Premio (è anche componente della

Commissione Giudicatrice), ha ricono-

sciuto un ruolo di primo piano al Premio

Eco and the City dedicato al fondatore

del Ministero per i Beni culturali e

Ambientali, in un contesto legato a

doppio filo ad un evento internazionale

(The International Protection of Lan-

dscapes. A global assessment on the

occasion of the 40th Anniversary of

the World Heritage Convention) in cui

si metteranno le basi per una nuova

convenzione UNESCO per il paesaggio,

al fine di individuarne la tutela anche

dal punto di vista “etico”.

La manifestazione è parte integrante

del Premio, tant’è che a Pian de’ Giul-

lari, è prevista, in concomitanza una

grande manifestazione che coinvolgerà

i proponenti del Patto della Bellezza e

del Paesaggio che sottoscriveranno i

documento programmatico e tutte le

Associazioni di Identità Res Tipica che,

nella stessa giornata, (ore 15,00), nella

Biblioteca Spadolini, prepareranno un

documento sulla tutela del paesaggio

da allegare ai lavori).

Una collaborazione che lusinga gli orga-

nizzatori ben sapendo che l’impegno

diventa ancora più grande. Inoltre,

facendo riferimento al territorio delle

Dolomiti, inserito tra i Patrimoni dell’U-

manità, ha sottolineato: “la necessità

della consapevolezza di una crisi epo-

cale delle risorse negli ecosistemi,

giacché consumiamo in pochi mesi le

risorse producibili in un anno.

È quindi fondamentale l’educazione

alla scienza e alla cultura: l’UNESCO

intende risolvere i problemi con chi li

ha creati e con chi agisce il proprio

territorio”. La diga di Abu Simbel è un

simbolo della catastrofe compiuta

senza una visione del progetto, insieme

locale e globale. “A questo proposito

- ha concluso l’architetto Laureano - la

figura di padre Chini risulta esemplare

per portare il benessere dove non c’era:

con lui il concetto di oasi e di sosteni-

bilità viene rilanciato a livello mondiale

ed abbiamo scelto di affiancare al con-

vegno sulla sua figura la presenza degli

autori del nuovo documentario di Al

Gore Ultima chiamata per l’Oasi”.

Alberto Chini, Presidente dell’Associa-

zione Culturale Padre Eusebio Chini,

ha infatti espresso interesse nel “coin-

volgimento della figura del missionario

trentino come precursore della soste-

nibilità del territorio.

Passando per diverse realtà, portò

sempre con sé le diverse esperienze

vissute in Germania, Spagna, California,

Messico Arizona: oltre a collaborare al

convegno, inviteremo i partecipanti a

visitare il museo di Segno, il monu-

mento equestre donato dalla città di

Tucson e la statua che abbiamo invece

messo lungo la strada, visibile dalla

statale”.

Luigi Letteriello

ImmaginidellaconferenzastampanelPalazzodellaProvinciaAutonomadiTrento.

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ITKI

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and the City Giovanni Spadolini (novem-

bre 2012), promosso dalla Fondazione

Spadolini Nuova Antologia (partner

dell’ITKI UNESCO). Il lavoro sarà moni-

torato dall’Associazione Culturale

Padre Eusebio Chini, il missionario

trentino precursore delle Conoscenze

tradizionali e della sostenibilità, a cui

è dedicata una seconda iniziativa deno-

minata “Viaggio alla ricerca delle Cono-

scenze tradizionali, sulle tracce di Padre

Chini”. Il Principe Carlo è rimasto affa-

scinato dall’idea di costituzione della

Banca Mondiale sulle Conoscenze

Tradizionali, cogliendo in pieno il signi-

ficato e il modo di operare delle tecni-

che tradizionali e, per conto dell’ITKI

UNESCO, promuoverà in Romania le

Conoscenze tradizionali come amba-

sciatore di queste antiche pratiche che

non sono un espediente per risolvere

un singolo problema, ma rappresentano

un metodo elaborato, spesso polifun-

zionale e che fa parte di un approccio

integrato (società, cultura, economia),

strettamente legato a una concezione

del mondo basata sulla gestione accu-

rata delle risorse locali. Ad Highgrove,

nella residenza reale di campagna c’è,

tangibile, l’applicazione del credo del

principe. Nell’azienda agricola di sua

proprietà, che funziona e produce nel

rispetto dell’ambiente, sono vietati i pesticidi e i fertilizzanti chimici per le colti-

vazioni e l’allevamento del bestiame viene fatto secondo i metodi tradizionali.

Questo principio, così simile al funzionamento della natura in cui ogni residuo

di un sistema è utilizzato da altri sistemi e non esiste il concetto di rifiuto o la

possibilità di ricorrere a risorse esterne, è quello che ha permesso la sopravvi-

venza dei gruppi umani nella storia. Carlo d’Inghilterra ne è un convinto soste-

nitore e da molti anni, con vera passione, predica queste buone pratiche. Pietro

Laureano, membro del gruppo di esperti UNESCO che sta lavorando alla stesura

della nuova Convenzione sul Paesaggio, non si sbilancia. Preannuncia il valore

esclusivo di questa manifestazione internazionale (sarà presente il vice direttore

Generale dell’UNESCO Francesco Bandarin) e, come Presidente del Panel per

le conoscenze tradizionali, non dissimula la propria viva soddisfazione, poichè

l’UNESCO vuole segnare quasi una svolta epocale promuovendo concetti nuovi

e innovativi che saranno determinanti nella realizzazione di una Banca Mondiale

sulle Conoscenze tradizionali e il loro uso innovativo (www.tkwb.org).

Pierpaolo Bo

L’erede al trono inglese, affascinato dall’idea di costituzione

dellaBancaMondialedelleConoscenze Tradizionali

(www.tkwb.org),siècandidatoper promuovere

le conoscenze tradizionali, antiche pratiche diffuse in tutto

il mondo. L’UNESCO, attraverso l’ITKI(IstitutoInternazionale

delle Conoscenze Internazionali), vuol promuovere una nuova

economia sostenibile, mettendo in rapporto la domanda di tecniche

appropriate crescente nel mondo, ed in particolare negli oltre 800 siti UNESCO,

con le imprese che operano inquestosettore.Attraverso

l’AssociazioneCulturalePadreEusebio Chini, uno snodo delle attivitàèprevistoinTrentino,

terra di origine del missionario precursore delle Conoscenze

tradizionaliedellasostenibilità.

Si svolgerà a Firenze, dal 19 al 22 settembre 2012, il Convegno dal titolo

“The International Protection of Landscapes. A global assessment on

the occasion of the 40th Anniversary of the World Heritage Convention”,

con lo scopo di lanciare la nuova iniziativa UNESCO (Organizzazione delle Nazioni

Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) che vuole promuovere l’ Istituto

Internazionale delle Conoscenze Internazionali, denominato ITKI

UNESCO(International Traditional Knowledge Institute). In questo ambito si

metteranno le basi per una nuova Convenzione UNESCO per il paesaggio, al

fine di individuarne la tutela anche dal punto di vista “etico” e saranno avviate

nuove iniziative collaterali per riflettere sulle emergenze e gli interventi da effet-

tuare subito, in maniera concreta e coordinata, con tutte le realtà territoriali. Il

Principe di Galles, fervido ecologista e amico della Toscana, ha manifestato vivo

interesse per i temi del convegno. E’ nota la stima del primogenito di Elisabetta

per Pietro Laureano, l’uomo che recupera le oasi nei deserti sahariani, architetto

e urbanista, consulente dell’ Unesco per le zone aride, la civiltà islamica e gli

ecosistemi in pericolo (recentemente è stato inserito nella Commissione UNESCO

per la ricostruzione delle zone terremotate dell’Emilia), promotore del Convegno.

Tra i due è nato un feeling profondo che si fonda su una marcata affinità ed una

comune sensibilità ambientale. Entrambi condividono l’obiettivo di tutelare il

pianeta: ne discutono per corrispondenza, incontri, scambi di idee. Un legame

intellettuale diventato ancora più saldo ora che l’architetto lucano (è nato a Tri-

carico il 16 febbraio 1951), quasi coetaneo dell’erede al trono inglese, ha avviato

uno studio che propone l’inventario delle conoscenze tradizionali come una lista

di 78 voci di tecniche o pratiche raggruppate in 7 differenti tematiche che vanno

dalla lotta contro l’erosione eolica o idrica, all’organizzazione idrica per la con-

servazione dell’acqua. Ed ancora: Il miglioramento della fertilità dei suoli, la

protezione della vegetazione, la silvicoltura, l’organizzazione sociale. Infine:

architettura ed energia. L’inventario così strutturato è motivato per la necessità

di sintetizzare una materia molto vasta e, progressivamente ampliato e corredato

da elaborati grafici sulle differenti tecniche e procedure, costituisce un utile

repertorio delle conoscenze tradizionali necessarie per la creazione di una nuova

economia e tecnologia sostenibile, mettendo in rapporto la domanda di tecniche

appropriate crescente nel mondo, e in particolare negli oltre 800 SITI UNESCO,

con l’offerta di imprese che operano in questo settore. Tale iniziativa avrà uno

snodo delle attività UNESCO anche in Trentino, dove si svolgerà il Premio Eco

Il Principe Carlo ambasciatore delle Conoscenze tradizionali nel mondo.

Carlo d’Inghilterra: God save the Earth

Il primogenito della Regina Elisabetta si confronta con Pietro Laureano.

Colazione di lavoro nel villaggio restaurato con tecniche tradizionali: ospite Carlo d’Inghilterra.

La coltivazione della canapa nella zona di Carmagnola ha origini remote: fibra grezza e corde robustissime furono oggetto di un commercio fiorente.

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Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini,

insieme all’Istituto Internazionale ConoscenzeTradizionali(ITKI),

fondato dall’UNESCO e al Traditional Knowledge

WorldBank(TKWB)-BancaMondialedelleConoscenze

Tradizionali -, partendo da padre Eusebio Chini, pioniere

dell’alta Pimerìa, antesignano dello sviluppo sostenibile,

vuole premiare, in omaggio al missionario trentino,

le antiche pratiche usate dai nostri avi, con lo scopo di riscoprirle

per risparmiare energia ed emissioni.

Le “conoscenze tradizionali” sono quei saperi, innovazioni o pratiche

legate alla tradizione di un territorio o di un popolo. Fanno parte della

cultura materiale, e costituiscono autentici laboratori di approfondite

ricerche archelogiche-industriali : ci sono luoghi come gli ecomusei, aree attrez-

zate e musei della memoria dove si possono ripercorrere la storia, la cultura e

lo stile di vita della civiltà contadina e protoindustriale. Esistono aziende che

utilizzano sistemi che si rifanno all’esperienza trasmessa da generazioni, appli-

cazioni che vengono utilizzate nella preparazione dei prodotti alimentari: storici

mulini a pietra, laboratori tessili come il Gualchiere che sorge sull’Arno, alla

periferia di Firenze, alambicchi per preparare esclusivi infusi, cantine storiche

che lasciano riposare vini famosi, campi coltivati con sistemi antichi che appar-

tengono ai nonni. Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, insieme all’Isti-

tuto Internazionale Conoscenze Tradizionali (ITKI), fondato dall’UNESCO e al

Traditional Knowledge World Bank (TKWB) - Banca Mondiale delle Conoscenze

Tradizionali -, che classifica le antiche pratiche usate dai nostri avi, vuole mettere

in luce le conoscenze tradizionali, al fine di non dimenticarle e ricominciare ad

usarle per risparmiare energia ed emissioni. E vuole rendere omaggio a padre

Eusebio Chini, pioniere dell’alta Pimerìa, antesignano dello sviluppo sostenibile,

che spese la propria vita tra le popolazioni meno progredite di Paesi lontani,

trasformando argini di fiumi in fattorie, recuperando dimore antiche e chiese.

L’edizione del 2012 dedica una Sezione Speciale a queste tecniche antiche, che

sono state classificate dall’ITKI UNESCO in 700 “grandi famiglie” di tecniche

“salva-ambiente” sopravvissute allo scorrere del tempo. Uno sguardo al passato

e alle tecniche “green” usate dai nostri nonni può essere illuminante in tema di

risparmio energetico. La società Ipogea, di Bagno a Ripoli (dove sorge il Centro

Internazionale) che si avvarrà anche di Energeo Magazine per divulgare le Cono-

scenze tradizionali, ha lanciato l’idea della “Banca Mondiale delle Conoscenze

Tradizionali”, che metterà a disposizione di governi, amministrazioni pubbliche

e cittadini i risultati di questa capillare indagine. Un caso particolare riguarda le

antiche tradizioni culturali per una corretta gestione della risorsa idrica che pos-

sono fornire, anche nel terzo millennio, risposte alla desertificazione e alle crisi

siccitose che si stanno espandendo in molte aree del pianeta a causa dei cam-

biamenti climatici. Di questo si è discusso, recentemente a Yazd, in Iran, dove

si è tenuto il primo congresso internazionale sulle Conoscenze tradizionali per

la gestione delle risorse idriche. Il luogo scelto per l’evento è un simbolo degli

Le conoscenze tradizionali e il loro uso innovativo, che rappresentano la base per una tecnologia sostenibile, indispensabile per l’elaborazione di un nuovo modello di progresso umano, sono un giacimento di possibilità che si va perdendo.

Le conoscenze tradizionali, un patrimonio prezioso

antichi saperi messi a frutto per la

gestione dell’acqua. Infatti la città di

Yazd, posta a cavallo dei due grandi

deserti iraniani, iscritta nel patrimonio

mondiale UNESCO come una delle più

antiche città del mondo, è celebre per

i Qanat, i tunnel di captazione lunghi

anche 40 chilometri che convogliano

l’acqua verso la città, i caravanserragli

di terra cruda e i badgir, le torri del

vento che rinfrescano le abitazioni. “Le

conoscenze tradizionali hanno per-

messo nel passato la realizzazione dei

monumenti, delle città e dei paesaggi

che apprezziamo, ma non vanno stu-

diate e protette solo per il loro signifi-

cato storico: esse hanno una validità

di riproposizione di grande attualità”

- ha dichiarato Pietro Laureano, diret-

tore di Ipogea e Presidente dell’Istituto

internazionale delle conoscenze tradi-

zionali, che ha tenuto una lectio magi-

stralis di apertura dal titolo “Le

conoscenze tradizionali per rispondere

alla crisi globale”.

“La crisi idrica, il degrado dei suoli, la

desertificazione - ha puntualizzato Lau-

reano - possono trovare risposta in

queste conoscenze e tecniche, che

permettono un approccio più adatto

alla situazione locale e rispettoso degli

ecosistemi. Queste tecniche recupe-

rano le identità delle comunità, sono

ad alta componente di lavoro e non

distruggono risorse naturali, contri-

buendo alla diminuzione della povertà,

al perseguimento della pace e di un

futuro sostenibile”.

Ai margini del congresso, organizzato

dal Centro internazionale sui Qanat e

da altri organismi internazionali, oltre

300 esperti e studiosi da 30 paesi del

mondo, hanno fatto il punto sulle ricer-

che e gli interventi di tutela in corso,

e sul modo in cui le tecniche tradizionali

di gestione dell’acqua possano essere

utili nella società contemporanea,

hanno lanciato un appello per salva-

guardare le tecniche e le conoscenze

tradizionali dell’agricoltura e dell’archi-

tettura, che ad oggi stanno scompa-

rendo, ma che è necessario conservare

per poter rispondere alla crisi ambien-

tale ed economica globale e migliorare,

come conseguenza virtuosa, la qualità

della nostra vita. Semsar Yazdy, diret-

tore del Centro Internazionale dei Qanat

dell’Iran, ha proposto di organizzare in

Italia presso l’Istituto Internazionale

delle Conoscenze tradizionali (sede

attuale a Bagno a Ripoli), il prossimo

appuntamento internazionale.

E’ entrato a questo punto in gioco la

Medaglia Spadolini che, con l’obiettivo

di premiare gli esempi più singolari di

utilizzo di tecniche tradizionali, vuole

servire da stimolo per l’arricchimento

della banca dati ITKI UNESCO: Energeo

Magazine, cinghia di trasmissione del

Premio, vuole indagare sui segreti della

memoria, favorendo un progetto già

avviato dall’ITKI UNESCO.

La mappatura dei casi più eclatanti

(ecomusei, antichi frantoi, storici labo-

ratori tessili), potrà essere consultata

da tutte le pubbliche amministrazioni

del mondo, tramite un report annuale

disponibile on-line, che raccoglierà le

centinaia di migliaia di soluzioni antiche

e attuali ai problemi della desertifica-

zione, della mancanza d’acqua, delle

frane e dello spreco di energia.

“Il lavoro di ITKI UNESCO - ha com-

mentato il vice direttore Generale

dell’UNESCO, Francesco Bandarin - è

una buona notizia per l’UNESCO”.

“Le conoscenze tradizionali e il loro

uso innovativo rappresentano la base

per una tecnologia sostenibile, indi-

spensabile per l’elaborazione di un

nuovo modello di progresso umano,

sono un giacimento di possibilità che

si va perdendo, con l’affermarsi della

monocultura del cemento e anche con

gli spostamenti di popolazioni”.

Pierpaolo Bo

L’applicazionedell’intonaconaturaleTERMIT-Biorappresentaunritornoallatradizioneitalianaconlariscopertadeimaterialipiùnobiliusatinell’antichità. NonnoFelicementrefalamanutenzionedelmulinoMarinoapietranaturaleeacilindridaluiresofunzionante,nel1955,aCossanoBelbo.

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Protezione del territorio, inteso non solo in senso fisico, ma anche come storia della popolazione che

ci vive e dei segni materiali e immateriali lasciati da coloro

che lo hanno abitato in passato. Pietro Laureano:

“Ogni pratica tradizionale è sempre un metodo elaborato,

spesso polifunzionale e che fa parte di un approccio

integrato (società, cultura, economia), strettamente legato ad una concezione del mondo

basata sulla gestione accurata delle risorse locali”.

L’UNESCO lo ha comunicato ai responsabili dell’Istituto Internazionale

Conoscenze Tradizionali ITKI soltanto pochi giorni fa. Se n’è fatto carico

lo stesso direttore generale Francesco Bandarin, spiazzando un po’ tutti.

In autunno, subito dopo il Convegno, previsto a Firenze “The International Pro-

tection of Landscapes. A global assessment on the occasion of the 40th Anni-

versary of the World Heritage Convention”, si darà il via ad una massiccia

campagna di sensibilizzazione sulla raccolta e mappatura delle “Tecniche tradi-

zionali o sistemi di scienze locali”, stimolando una gara tra territori (saranno

coinvolte anche le scuole) in un Viaggio alla ricerca delle Conoscenze Tradizionali:

l’iniziativa sarà dedicata al missionario trentino Padre Eusebio Chini.

A quasi dieci anni (2003) dalla Conferenza generale di Parigi, quando l’UNESCO

iniziò ad affrontare il difficile tema della tutela del patrimonio immateriale, si

preannuncia una svolta epocale, partendo dalla nostra storia. Il patrimonio locale

delle Conoscenze Tradizionali può essere promosso, secondo i responsabili

dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (che sta tracciando le nuove linee guida

per una nuova Convenzione UNESCO per il Paesaggio), soltanto coinvolgendo

le popolazioni e i Comuni, creando un collegamento tra le diverse iniziative avviate

In autunno partirà una massiccia campagna di sensibilizzazione sulla raccolta e mappatura delle Tecniche tradizionali o sistemi di scienze locali.

Dal passato la chiave del futuro del pianeta

sul territorio. Le sinergie qui sono obbli-

gatorie. Ed occorre far rete. In questo

contesto, come abbiamo visto a pag.

20, il Principe Carlo d’Inghilterra ha già

annunciato la propria disponibilità ad

essere il primo ambasciatore di questo

“viaggio nella conoscenza” che inte-

resserà l’intero pianeta. Altri autorevoli

personaggi sono apparsi particolar-

mente interessati a questo nuovo

movimento che coinvolgerà i popoli

del mondo che dovranno aprire il “libro

dei ricordi”. Altri ne seguiranno: già

sono interessati imprenditori che hanno

messo in campo strategie idonee per

valorizzare le comunità locali, garan-

tendo la sostenibilità lungo tutta la

catena del valore, personaggi dello

spettacolo sensibili a queste tematiche,

gente comune. Possono partecipare

a questo ambizioso progetto piccoli

Comuni, Unioni di Comuni, associazioni

di Città Tipiche, Province, Regioni,

G.A.L. (Gruppo di Azione Locale) e gli

Ecomusei che in questi ultimi anni sono

diventati sempre più l’espressione di

un territorio dove si è potuto conservare

ma anche saper utilizzare, per l’oggi e

per il futuro, il proprio patrimonio cul-

turale in modo da aumentarne il valore

anziché consumarlo.

“Territorio” inteso non solo in senso

fisico, ma anche come storia della

popolazione che ci vive e dei segni

materiali e immateriali lasciati da coloro

che lo hanno abitato in passato. Gli

ecomusei rappresentano le strutture

dove sono state già inventariate queste

antiche pratiche.

Anche in questo caso, la Fondazione

Spadolini Nuova Antologia, il Premio

Eco and the City Giovanni Spadolini e

l’ITKI UNESCO viaggeranno insieme

verso lo stesso obiettivo di tutela del

territorio anche dal punto di vista etico.

Il Trentino e la Toscana diventano lo

snodo delle attività UNESCO per la

creazione di una nuova economia e

tecnologia sostenibile, mettendo in

rapporto la domanda di tecniche appro-

priate crescente nel mondo, e in par-

ticolare negli oltre 800 SITI UNESCO,

con l’offerta di imprese che operano

in questo settore. L’inventario così

strutturato è motivato per la necessità

di sintetizzare una materia molto vasta

e, progressivamente ampliato e corre-

dato da elaborati grafici sulle differenti

tecniche e procedure, costituisce un

utile repertorio delle conoscenze tra-

dizionali che saranno d’ora innanzi

certificate dall’ITKI UNESCO dopo un

attento esame.

L’Istituto, fondato da Ipogea, The Maria

Nobrega Foundation, Fondazione

Romualdo Del Bianco, Comune di

Bagno a Ripoli, Politecna, riconosciuto

dall’UNESCO, gode della collaborazione

delle amministrazioni toscane (regio-

nali, provinciali e comunali), nella forma

giuridica di un’associazione privata

partecipata da soci, sostenitori e fon-

dazioni, ed è lo snodo di una rete

internazionale preposta all’inventario,

alla salvaguardia e alla diffusione inno-

vativa delle Conoscenze Tradizionali.

Tuttavia la classificazione basata sulla

separazione per obiettivi e funzioni

rischia di impoverire la tematica e di

non cogliere il significato e il modo di

operare della tecniche tradizionali. Le

conoscenze tradizionali e locali fanno

parte di un sistema complesso e quindi

non possono essere ridotte ad una

lista di soluzioni tecniche e circoscritte

a un insieme di applicazioni distinte

secondo i risultati da ottenere.

FrancescoBandarin,vicedirettoregeneraleUNESCOafiancol’attivistaeambientalistaindianaVandanaShiva. FabrizioMontepara,PresidentediResTipicaANCI.

Una riunione a Trento per lanciare il progetto “Viaggio alla ricerca delle Conoscenze tradizionali sulle tracce di Padre Eusebio Chini”.Nellafoto:PietroLaureanoeAlbertoChini,Presidente dell’associazione Padre Kino incontrano i giornalisti.

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“La loro efficacia dipende da interazioni tra più fattori - spiega Pietro Laureano

- Questi vanno accuratamente considerati se si vuole comprendere i successi

storicamente realizzati tramite le conoscenze tradizionali e comprenderne la

logica per una riproposizione contemporanea”.

“Ogni pratica tradizionale - precisa - non è un espediente per risolvere un singolo

problema, ma è sempre un metodo elaborato, spesso polifunzionale e che fa

parte di un approccio integrato (società, cultura, economia) strettamente legato

ad una concezione del mondo basata sulla gestione accurata delle risorse locali”.

Il Presidente di Res Tipica Fabrizio Montepara, che da novembre guida la rete

per salvaguardare e promuovere l’im-

menso patrimonio ambientale, cultu-

rale, turistico ed enogastronomico dei

Comuni piccoli e medi del nostro

Paese, valorizzare la cultura dei territori,

per far conoscere in Italia e nel mondo

la ricchezza di paesaggi, saperi e sapori.

Altro giacimento prezioso per ricercare

le Conoscenze tradizionali sono gli

Ecomusei, quali processi “dal basso”

e strumenti di gestione del territorio

in grado di porre l’accento sulla con-

delle associazioni di identità che include 27 associazioni in rappresentanza di

circa 2000 Enti Locali, commenta: “Ci sembra che l’UNESCO con questa inizia-

tiva - spiega Montepara - abbia fatto un notevole passo in avanti, continuando

a dar voce agli ideali di un territorio: le nuove politiche dovranno preservare e

favorire l’immenso patrimonio che incorpora i saperi delle comunità, le caratte-

ristiche dell’ambiente e le produzioni tipiche, trasformando questo grande

capitale culturale e sociale in qualità della vita per chi in quei luoghi risiede anche

solo temporaneamente e in occasioni di sviluppo sociale ed economico rispettoso

dei valori e della cultura locale”. Montepara è favorevole a collaborare a questa

iniziativa, destinata a varcare i confini nazionali, per dare ulteriore slancio a Res

Tipica. Insiste: “si mettano i piccoli Comuni nelle condizioni di poter valorizzare

al meglio i propri territori e soprattutto si incentivino con premi coloro che portano

avanti politiche virtuose del territorio”.

Res Tipica, l’Associazione, costituita dall’ANCI insieme alle Associazioni Nazio-

nali delle Città di Identità, che promuove le identità territoriali italiane, è, infatti,

perfettamente allineata con le più recenti politiche dell’UNESCO: nasce, infatti,

servazione della memoria e del passato,

in funzione di una progettazione del

futuro.

La realtà e l’evoluzione dell’ecomuse-

ologia italiana e straniera, in alcune

regioni è regolata da un’apposita legge

regionale. Friuli Venezia Giulia, Lom-

bardia, Molise, Piemonte, Provincia di

Trento, Sardegna e Umbria hanno fatto

da apripista per garantire il necessario

sostegno tecnico-scientifico alla politica

regionale sugli ecomusei, istituendo,

in molti casi, un gruppo di lavoro, con

specifica competenza ecomuseale.

L’esperienza gestionale acquisita sia a

livello regionale, sia nazionale e inter-

nazionale in materia di ecomusei e di

aree protette, ha reinterpretato il loro

ruolo quali strumenti a disposizione

delle comunità locali per conoscere,

conservare e valorizzare le proprie

risorse ambientali, le proprie tradizioni,

la propria storia.

In questo percorso politico e culturale,

in cui il “territorio” nelle sue varie

componenti, emerge come sistema di

valori e di relazioni, le realtà locali sono

interpreti insostituibili per affrontare in

Il Principe Carlo d’Inghilterra in una fase dei lavori con Pietro Laureano. L’Ecomuseo dei terrazzamenti sul monte Oliveto a Cortemilia, in alta Langa.

modo efficace, risolutivo ed equo i

grandi e i piccoli problemi connessi alla

conservazione delle risorse naturali e

non, dando vita a processi di sviluppo

fondati su veri criteri di sostenibilità.

Sotto questo profilo il “territorio” offre

esperienze antiche e consolidate di

gestione delle risorse naturali, attuate

dalle comunità locali attraverso strut-

ture organizzative sviluppate e modu-

late sulle caratteristiche delle specifiche

realtà, per rispondere a criteri da un

lato di conservazione e incremento

delle risorse stesse e dall’altro di equa

ripartizione dei loro prodotti.

I patrimoni di ComunitàSebbene alcuni siano antichissimi, i Patrimoni di Comunità (nome coniato solo

da alcuni anni) da un punto di vista concettuale stanno appena emergendo: si

tratta di realtà spesso ancora vive e vitali, nella maggior parte dei casi non cono-

sciute, comunque superficialmente ritenute marginali e poco significative, se

non aspetti del folklore popolare, comunque utili per allestire la Banca Mondiale

delle conoscenze tradizionali (www.tkwb.org).

La definizione di Patrimonio di Comunità parla di “... ecosistema naturale o

modificato, che include una biodiversità significativa, fornisce servizi di natura

ecologica e/o possiede valori culturali propri, conservato in modo volontario da

una o più comunità interessate secondo costumi tradizionali o tramite altri mezzi

efficaci”.

Tipiche attrezzature nell’Ecomuseo della cultura della lavorazione della canapa di Carmagnola.

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ITKI

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L’ecomuseo delle Khettara in Marocco: un’architettura che produce acqua ed energiaSi tratta dell’eco museo delle Khettara.

L’architettura sarà realizzata in terra

cruda e pietra e sarà completamente

autosufficiente per acqua ed energia.

Il progetto è finanziato dal Ministero

dell’Urbanistica del regno del Marocco

e dalla Regione del Tafilalelt, il cui

governatore Ahmed Marghich, in una

riunione con i più alti responsabili locali

e nazionali, ha approvato il progetto

esecutivo. Questo coinvolgerà la popo-

lazione locale, costituirà una attrattiva

turistica, salverà la memoria delle anti-

che tecniche tradizionali che hanno

permesso la vita in uno dei luoghi più

aridi del pianeta e costituirà un centro

propulsivo per il restauro e la salva-

guardia delle oasi. In particolare il

museo è dedicato alle khettara, gli

antichi tunnel di captazione d’acqua

chiamati anche qanat in Iran, foggara

in Algeria e falaj in Oman che riescono

in modo che sembra miracoloso a

produrre acque libere dove non esiste

alcuna risorsa superficiale apparente.

Il progetto è stato realizzato dall’archi-

tetto Pietro Laureano, consulente

UNESCO per le zone aride e gli ecosi-

stemi in pericolo e uno dei più impor-

tanti esperti mondiali di oasi e

tecnologie sostenibili.

Architetto Laureano, come nasce questo progetto? Due anni fa con la mia società IPOGEA

(www.ipogea.org ), centro internazio-

nale delle conoscenze tradizionali,

partecipammo a una gara indetta dal

Ministero dell’Urbanistica del Marocco

(DAT), il Programma delle Nazioni Unite

per lo sviluppo (PNUD) e il Programma

Oasi Tafilalelt (POT) per lo studio delle

tecniche idriche locali, la scelta del sito

e la realizzazione di un museo nel

deserto. Vincemmo la gara battendo

importanti progettisti, università e

centri di ricerca internazionale; così

iniziammo il lavoro con gli studi sulla

storia, le tecniche, le tradizioni locali e

la concezione del progetto che ora è

stato approvato.

Perché la vostra proposta vinse la gara?Proponemmo non un museo conven-

zionale ma un ecomuseo, un museo

vivente del territorio e del paesaggio.

Con l’obiettivo di proteggere, promuo-

vere e valorizzare tutta l’area con i suoi

abitanti, i modi di vivere, le identità, le

tecniche, le pratiche ancestrali e anche

i modi appropriati di gestione ed evo-

luzione. Dimostrammo la nostra forte

conoscenza di queste tematiche e la

capacità di creare un’architettura in

continuità con la tradizione locale e

avanzatissima dal punto di vista della

sostenibilità.

Come avete realizzato tutto questo?E’ stato fatto lo studio dettagliato dei

luoghi e l’inventario tramite le carte

satellitari e la geo localizzazione sul

web di tutti gli elementi di interesse

utilizzando il Sistema Informatico delle

Tecniche Tradizionali e Innovative

(SITTI) da noi elaborato per l’Istituto

Internazionale delle Tecniche Tradizio-

nali dell’UNESCO (ITKI) e la Traditional

Knowledge World Bank (sito www.

tkwb.org). La procedura utilizzata, per

le sue particolari caratteristiche inno-

vative, ha avuto il riconoscimento di

essere pubblicata dalla Agenzia Spa-

ziale Europea. E’ stato possibile tramite

Google Earth individuare e recensire

tutte le antiche gallerie sotterranee e

ricostruire gli ecosistemi delle oasi.

Ogni luogo di interesse, le associazioni

e le stesse famiglie che partecipano

al progetto sono taggate, identificate

nel sistema e diventano parte vivente

del circuito museale.

Quindi dal monumento al paesaggio e dal turismo all’agriturismo, fino al geo turismo. Ma esiste anche un’architettura specificatamente progettata?Lungo la strada che, a sud di Marra-

kech, va dalla celebre Ouarzazate verso

sud est alle dune di Merzougha, è stato

individuato un luogo nell’Oasi di Fezna

dove si può ammirare un’area di

deserto solcata da centinaia di chilo-

metri di gallerie che convergono verso

le oasi. Qui abbiamo progettato il centro

di interpretazione e diffusione delle

visite in un’architettura appositamente

costruita.

Quali sono le sue caratteristiche?La tipologia e i materiali si riallacciano

alla tradizione locale.

Abbiamo individuato una collina di

pietra che si affaccia sullo splendido

paesaggio delle oasi. La collina viene

scavata e fornisce i materiali per la

costruzione del museo. In essa è rea-

lizzata una grotta che fornirà l’energia

passiva e l’acqua per l’edificio.

L’energia attiva è ottenuta tramite

l’utilizzo sulla copertura di mosaici in

maiolica locale integrati con tasselli

fotovoltaici che diventano parte della

composizione. L’edificio è completa-

mente integrato nel paesaggio. Il visi-

tatore che arriva dal deserto entra in

un giardino murato irrigato da canaliz-

zazioni superficiali. Seguendo a ritroso

il percorso dell’acqua si ritrova negli

ambienti freschi e protetti della caffet-

teria ristorante, le sale di esposizione,

attrezzate con schermi interattivi sulle

oasi e infine entra nella grotta dove

scopre il segreto della origine dell’ac-

qua. Poi si risale all’aria aperto sulla

terrazza e la collina rocciosa da dove

si ha la visuale del paesaggio. Intorno

è attrezzato uno spazio nomade con

tende, artigianato, gli stand delle asso-

ciazioni che invitano ai circuiti sul ter-

ritorio e i terrazzamenti per il riciclo

dell’acqua e la fito depurazione.

Quali sono le dimensioni dell’archi-tettura, i costi, le collaborazioni utilizzate e i passi futuri per la rea-lizzazione?L’edificio è di circa 9.000 m2, compresi

i giardini e le corti, e costa 1.100.000

euro. A questo si aggiungeranno i costi

degli interventi a scala territoriale.

Il direttore del Programma Oasi, Tafi-

lalelt Mohamed Baddou, ha dichiarato

di avere per la realizzazione un budget

di 2.000.000 di euro. Alla progettazione

ha collaborato tutto il team IPOGEA,

in particolare l’architetta Miriam Bruni

e l’architetto marocchino Amine Ahlafi.

Il prossimo passo è preparare entro

settembre prossimo i documenti per

l’appalto dei lavori e lanciare le gare

per la realizzazione.

Pierpaolo Bo

ITKI

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L’ecomuseo e la grotta nella collina. Internodell’ecomuseodelMarocco.

Inserimentodell’ecomuseonelpaesaggiodeldesertodelMarocco.

Da alcuni anni (il sud anche in questo

caso viaggia ad un’altra velocità) c’è

un vivace confronto di diverse espe-

rienze da tutta Italia, avendo tra i tanti

obiettivi l’apertura verso forme di coo-

perazione internazionale tra Patrimoni

di Comunità del nord e del sud del

mondo, prendendo spunto dalle impor-

tanti collaborazioni maturate in questi

anni tra numerosi Parchi piemontesi e

africani con l’accompagnamento e

l’assistenza tecnica fornita dalle Regioni

che hanno iniziato questo percorso da

tantissimi anni.

Consapevoli che l’identità e l’apparte-

nenza territoriale sono elementi stra-

tegici nei processi di sviluppo di un

territorio, costituendo entrambi la base

di partenza per costruire e sviluppare,

a livello locale, un’attiva partecipazione

e una corretta gestione dei progetti di

sviluppo, torneranno in auge con

questo ambizioso progetto le parole:

partecipazione, identità territoriale,

patrimonio locale. Basta affacciarsi

sulla costa del continente africano, nel

sud est del Marocco, a Fezna, nella

regione del Tafilalelt (Errachidia), per

aver un esempio di best practices dove

nascerà nel deserto un’architettura che

produce acqua ed energia, da un pro-

getto di Pietro Laureano.

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L’iniziativaèdellaFondazioneSpadoliniNuovaAntologia

che,fortedell’ereditàculturaledel suo fondatore, guarda oggi con particolare attenzione alle

tematiche ambientali e di tutela e fruizione del territorio e del

paesaggio, portando avanti un’azione di sensibilizzazione

tra le forze del Paese. Il progetto ambizioso

(laRai,attraversoilTG2,èmediapartner dell’iniziativa),

realizzato in collaborazione con l’Osservatorio Europeo

delPaesaggiodiArcoLatino,con l’obiettivo di rafforzare

l’interconnessione con le Reti UNESCO, si snoda

attraverso la Rete delle reti (www.retedellereti.it)

per la tutela e valorizzazione del paesaggio naturale e culturale

italianoinmemoriadiAngeloVassallo,ilSindacodiPollica,

vittima di un agguato.

“Il paesaggio è quella parte del mondo che esiste realmente per ogni indi-

viduo, è la sua stessa realtà, è la sua stessa vita. Il resto dell’universo ha

solo un valore astratto. E ogni specie umana ha il suo paesaggio ed ogni

uomo il suo…”. E ancora: “il Buono, con la natura, è un immenso paesaggio

nel quale l’uomo avanza attraverso secoli di esporazioni”. Cosi scriveva il filosofo

spagnolo Josè Ortega y Gasset. Il professor Giovanni Puglisi, Presidente della

Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO nello scorso numero di Energeo

Magazine ha denunciato con determinazione: “Il Paesaggio è il grande malato

d’Italia. Nonostante esso sia tutelato dalla Costituzione della Repubblica (art. 9)

e dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, ogni anno nel nostro paese

vengono cementificati indiscriminatamente centinaia di migliaia di ettari di ter-

ritorio”. La Fondazione Spadolini Nuova Antologia, che si fregia dell’ l’Alto

Patronato permanente del Presidente della Repubblica, forte dell’eredità cultu-

rale del suo fondatore, guarda oggi con particolare attenzione alle tematiche

ambientali e di tutela e fruizione del territorio e del paesaggio, attraverso il Premio

Eco and the City Giovanni Spadolini, portando avanti una concreta azione di

sensibilizzazione tra le forze vive del Paese. Verrà sottoscritto un Patto per la

bellezza e il Paesaggio, una sorta di “costituente della bellezza e il paesaggio”,

fra i rappresentanti di una parte viva del Paese incaricati di studiare un documento

programmatico in grado di stabilire le linee guida di un nuovo percorso, che si

snoda attraverso la Rete delle reti (www.retedellereti.it) per la tutela e valoriz-

Cultura del paesaggio e tutela dell’ambiente rappresentano impegni prioritari dell’azione di governo del territorio.

Agire insieme per sottoscrivere un Patto per la bellezza e il paesaggio

zazione del paesaggio naturale e cul-

turale italiano, organizzazione dedicata

alla memoria di Angelo Vassallo, il

Sindaco di Pollica ucciso dalla malavita

organizzata per difendere il territorio

minacciato dalle speculazioni. Un pro-

getto ambizioso (la Rai - attraverso il

Tg2, in qualità di media partner - col-

laborerà alla realizzazione dell’iniziativa)

avviata, in collaborazione con l’Osser-

vatorio Europeo del Paesaggio di Arco

Latino, con l’obiettivo di rafforzare

l’interconnessione con le Reti UNESCO,

e ripensare un nuovo modello di svi-

luppo che includa cultura e tutela del

paesaggio e dell’ambiente tra i para-

metri da considerare come priorità di

un’azione di governo del territorio. La

sottoscrizione del Patto da parte dei

proponenti (Fondazione Spadolini

Nuova Antologia; Provincia Autonoma

di Trento che farà da capofila, in quanto

ha adottato per prima uno strumento

urbanistico che poggia proprio su una

visione di sviluppo che tiene conto

della tradizione e dell’innovazione, della

salvaguardia dell’identità e della com-

petitività, dell’apertura internazionale

e dell’adeguatezza delle condizioni di

crescita umana, intellettuale e sociale;

Consorzio Comuni Trentini; Regione

Abruzzo alla quale è stata conferita la

Medaglia Spadolini 2011; Osservatorio

Europeo del Paesaggio di Arco Latino;

i promotori del manifesto “100 Sindaci

per la Bellezza e il Paesaggio”- d’intesa

con l’ANCI; Istituto Internazionale delle

Conoscenze Tradizionali, denominato

ITKI-UNESCO International Traditional

Knowledge Institute; il (TKWB) Tradi-

tional Knowledge World Bank - Banca

Mondiale delle Conoscenze Tradizionali,

Associazione dell’A.N.C.I. Res Tipica;

Distretto Energie Rinnovabili - Co.

Svi.G.), avverrà il 19 settembre 2012,

a Firenze a Pian de’ Giullari, ospiti della

esclusivo legato a doppio filo ad un

evento internazionale (The Internatio-

nal Protection of Landscapes.

A global assessment on the occasion

of the 40th Anniversary of the World

Heritage Convention) in cui si mette-

ranno le basi per una nuova conven-

zione UNESCO per il paesaggio, al fine

di individuarne la tutela anche dal punto

di vista “etico”, secondo un nuovo

Fondazione Spadolini Nuova Antologia,

nella Casa-Museo o Tondo dei Cipressi

o più comunemente Casa dei Libri (la

preziosissima biblioteca, composta da

100 mila volumi, è la sede di rappre-

sentanza del Premio), in un contesto

modello appena tracciato (e non ancora

divulgato), anche alla luce del recente

terremoto che ha colpito l’Emilia. L’i-

niziativa ha già determinato la promo-

zione di un patto per il sisma che ha

già importanti firmatari tra università,

amministrazioni, categorie professio-

nali. In estrema sintesi l’idea è impe-

gnarsi ad aiutare tutti con inventari,

soluzioni urgenti, codici di procedure

in rete, prezzi trasparenti in cambio

della garanzia di salvaguardia degli

ecosistemi rurali e urbani e del pae-

saggio e la sostenibilità nel lungo

periodo (ne parleremo dettagliatamente

nel prossimo numero). Spiega l’Archi-

tetto Pietro Laureano, consulente

UNESCO, Presidente dell’ITKI: “L’U-

NESCO vuole ribadire, nelle nuove

linee guida, che la protezione del patri-

monio non è finalizzata soltanto ai

monumenti, ma anche alla salvaguar-

Inalto:lacopertinadellibrodedicatoadAngeloVassallo,scrittodalfratelloDario,editodallaMondatorisullastoriaesemplarediuneroe

civile, moderno e meridionale, capace di farsi interprete del riscatto del Sud Italia.

Alato:AngeloVassallo,ilSindacopescatoreè stato un uomo capace di fare il bene,

di pensare per gli altri, di alzare lo sguardo verso quell’orizzonte limpido che aveva imparato

a guardare durante le albe al lavoro sulsuopeschereccio.Unuomocheeragià

un eroe prima che qualcuno lo ammazzasse.

IlprofessorCosimoCeccuti,PresidentedellaFondazioneSpadoliniNuovaAntologiaospiterànellaCasa-MuseooTondodeiCipressiopiùcomunementeCasadeiLibri,inuncontestoesclusivo,la firma del Patto per la Bellezza e il Paesaggio.

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ETE

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dia delle conoscenze che ci hanno permesso di creare i monumenti e il paesag-

gio, e quindi, in ultima analisi, l’UNESCO tutela le persone che sono

depositarie di queste conoscenze, dimostrando di essere vicina alle popolazioni

e ai problemi di coloro che sono stati colpiti dal terremoto (sono intervenuti nella

zona sismica affermati consulenti internazionali)”. L’occasione sarà utile per

riflettere sulle emergenze e gli interventi da effettuare subito, in maniera concreta

e coordinata con tutte le realtà territoriali, non soltanto con i Comuni che bene-

ficiano della presenza di un sito UNESCO sul proprio territorio e nelle aree

confinanti. A Firenze saranno presenti i massimi vertici dell’Istituzione Intergo-

vernativa dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e tutti i rappresentanti

di Res Tipica, l’Associazione costituita dall’A.N.C.I. insieme alle Associazioni

Nazionali delle Città di Identità, per la promozione delle identità territoriali italiane,

che raggruppa 1968 Enti locali. Il convegno, intitolato: “La protezione interna-

cioè un legame tra etica ed estetica,

ritenendo che la bellezza ha un valore

educativo e che la crisi si supera inve-

stendo sul paesaggio”. Lo scopo è la

diffusione di competenze, conoscenze

e capacità necessarie per assumere

un atteggiamento responsabile nei

confronti dei beni comuni e ambientali

di cui tutti fruiamo o, più semplice-

mente, dovremmo/potremmo fruire.

Ecco i punti principali che verranno sottoscritti:• La bellezza e il paesaggio, la ric-

chezza e la qualità del patrimonio arti-

stico, archeologico e architettonico,

l’originalità e l’importanza della ricerca

culturale e della tradizione musicale,

teatrale, della moda e più in generale

della creatività fanno dell’Italia un Paese

unico al mondo.

• Il diritto alla bellezza e la tutela del

paesaggio costituiscono una delle mis-

sioni irrinunciabili della Repubblica

italiana, risultato di un’identità millena-

ria e riconosciuta nel dettato costitu-

zionale.

• L’impegno e la costruzione di un

percorso comune di consolidamento

dei principi e delle iniziative attinenti

la cultura del territorio come risorsa e

come valore, assumono priorità nella

difesa della bellezza e del paesaggio,

tanto da meritare un’ apposita norma-

tiva nazionale a sostegno e rilancio

dell’Art. 9 della costituzione italiana.

• Il presupposto di questa scelta è un

concetto di cultura ampio, che ricom-

prende i beni e le attività culturali e

ambientali, le imprese verdi e creative,

l’innovazione innestata sulla tradizione,

la cura e la manutenzione del territorio

e tutti gli ambiti di produzione di con-

tenuti e di valorizzazione materiale e

immateriale di storie e beni di eccel-

lenza dichiarati dall’UNESCO Patrimoni

dell’umanità. Esperienze, queste, acco-

munate dall’essere aperte a una ricerca

di bellezza e di verità che rende posi-

tivamente inquieti, aperti, creativi.

• Sono tutti ambiti che producono

ritorno economico, identità, coesione

e sicurezza sociale, ma soprattutto

zionale dei paesaggi, una valutazione globale in occasione del 40° Anniversario

della Convenzione del Patrimonio Mondiale”, è organizzato da UNESCO e ITKI

dal 19 al 21 settembre a Firenze, Palazzo Medici Ricardi, sala del Luca Giordan.

In tale ambito si inserisce il Patto, che aderisce ad una costituente della bellezza

e del paesaggio che si propone di riattivare il circolo virtuoso tra conoscenza,

promozione, tutela e salvaguardia, in una nuova visione del governo del territo-

rio nella sua complessità, inteso quale matrice identitaria dei territori e dei suoi

abitanti, come già compreso nell’Art. 9 della Costituzione. I territori promotori,

disponibili al confronto con altre realtà simili, si candidano come “laboratorio a

cielo aperto per l’adozione e promozione delle politiche unescane”, con la con-

sapevolezza che le scelte effettuate per soddisfare i bisogni del presente non

devono compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i

propri bisogni. Con questa iniziativa si vogliono mettere basi solide per guardare

lontano, “perché la difesa del paesaggio, i beni culturali, l’ambiente, le buone

pratiche, la sostenibilità, rappresentano un gesto etico e propositivo per la tutela

del territorio”. Energeo Magazine è in grado di illustrare in anteprima la bozza

del Patto, redatto dall’architetto Domenico Nicoletti, docente di gestione e

salvaguardia delle aree protette dell’Università di Salerno che anticipa: “E’

necessario promuovere nel paese una nuova stagione di consapevolezza, riscatto

d’identità e orgoglio di appartenenza, riscoprendo nella “bellezza e nel paesag-

gio”, un bene prezioso e vitale per la stessa economia della nazione. Una recente

indagine del Censis (febbraio 2012), ha rilevato che per il 70% degli italiani,

vivere in un posto bello aiuta a diventare persone migliori, viene riconosciuto

valore in termini di sviluppo comples-

sivo di un territorio e di una comunità.

Esiste una fortissima relazione tra cul-

tura e innovazione, tra accesso alla

cultura e qualità della vita, tra forma-

zione permanente, istruzione, occupa-

zione e sviluppo, tra valorizzazione del

patrimonio culturale e attrazione degli

investimenti internazionali.

• I progetti per lo sviluppo della cultura

del territorio dovranno contenere pre-

cise indicazioni di sostegno alla ricerca

e all’innovazione, dovranno orientarsi

verso la crescita di una società che fa

della conoscenza un terreno fonda-

mentale di impegno, dovranno dimo-

strare capacità di produrre occupazione,

favorire lo sviluppo della moderna

impresa, avere la capacità di connet-

tersi con altri settori, a partire dalla

ricerca, la formazione e il turismo.

• Indispensabili sono, in tal senso, un

comune sentire e una comune volontà

che nascano da proposte condivise,

capaci di superare i limiti di un ecces-

sivo attaccamento al proprio specifico

e alla propria realtà.

• l sottoscrittori del presente patto

per la bellezza e il paesaggio, potranno

svolgere, anche con il sostegno del

Premio Eco and the City Giovanni Spa-

dolini, una funzione di stimolo, propo-

sitiva per programmi e progetti

condivisi fra una pluralità di Enti, per

lo sviluppo di sistemi e di reti di reti,

che vedano il coinvolgimento anche di

soggetti privati, delle fondazioni ban-

carie, la collaborazione degli operatori

dei beni e delle attività culturali con le

Università, le Accademie, i Conserva-

tori e gli Istituti di ricerca, l’intreccio

fecondo tra il mondo della cultura e

quello dell’economia e del lavoro.

• La condivisione dello spirito e l’ade-

sione a questo documento per la difesa

e la valorizzazione della cultura del ter-

ritorio, della bellezza e del paesaggio,

costituiscono gli elementi di partenza

di un lavoro che si dovrà sviluppare,

anche con il sostegno del Premio Eco

and the City Giovanni Spadolini, con-

cretamente nell’immediato futuro.

• Il Patto aderisce ad una “costituente

della bellezza e il paesaggio” che riat-

tivi il circolo virtuoso tra conoscenza,

promozione, tutela e salvaguardia, già

compreso nell’Art. 9 della Costituzione.

Con l’obiettivo di rafforzare l’intercon-

nessione con le Reti UNESCO, per

ripensare il nostro modello di sviluppo

che include cultura e tutela del pae-

saggio e dell’ambiente tra i parametri

da considerare, come priorità di un’a-

zione di governo del territorio.

Luigi Letteriello

IlporticciolodiAcciarolisulmaredabandierabludiPollicadadovepartivailpeschereggiodiAngeloVassallo.

Stefano Pisani, attuale Sindaco di Pollica, promotore del manifesto “100 Sindaci per la Bellezza e il Paesaggio”- Domenico Nicoletti, docente di gestione esalvaguardiadelleareeprotettedell’UniversitàdiSalernoeAngeloPaladino,Presidentedell’OsservatorioEuropeodelPaesaggiodiArcolatino,arteficidiunprogetto,insiemeadEnergeo,cheguardalontano:laRetedelleRetiAngeloVassallo.

Il professor Giovanni Puglisi, Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, ha aperto il dibattito sul Paesaggio, il grande malatod’Italia.

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LA R

ETE

DEL

LE R

ETI

LA R

ETE

DEL

LE R

ETI

la propria presenza numerose perso-

nalità, tra cui il direttore generale

UNESCO Francesco Bandarin, il pro-

fessor Giovanni Puglisi, Presidente

della Commissione Nazionale Italiana

per l’UNESCO, Claudio Ricci, Sindaco

di Assisi, Presidente dell’Associazione

Italiana Siti UNESCO, il principe arabo

Sultan Bin Salman al Saud. In qualche

modo farà sentire la sua voce anche

Carlo d’Inghilterra, appassionato pala-

dino della salvaguardia del paesaggio.

I sindaci “intendono guardare alla cul-

tura del territorio come risorsa e come

valore, investendo in questo settore

con scelte consapevoli e coraggiose,

in controtendenza rispetto alle politiche

nazionali”. Il raduno, fissato il 19 set-

tembre prossimo, considerato il “pro-

logo” alla grande manifestazione che

ha fissato le sue tappe nei luoghi più

prestigiosi del capoluogo toscano, avrà

luogo a Pian de’ Giullari, nella Casa dei

Libri di Giovanni Spadolini, dove sarà

allestito un “laboratorio a cielo aperto”

per discutere sulle linee guida della

nuova proposta sul Paesaggio

UNESCO. In questo inconsueto salotto

nel verde della collina di Montici, dove,

il 19 maggio 2011, decollò il progetto

legato al nome del grande statista

fiorentino, fondatore del Ministero per

i beni culturali e ambientali, si confron-

teranno i rappresentanti di territori per

conoscersi, discutere, capire. Parteci-

peranno i sindaci di tre città capoluogo

(Bari, Bologna e Potenza) e gli altri

Comuni medio-piccoli, dai più noti (Posi-

tano, Amalfi, Urbino, Fontanellato.

Brisighella, Greve in Chianti, Acquala-

gna, San Miniato, San Gemini) ai luoghi

amati e conosciuti per lo straordinario

giacimento di risorse materiali e imma-

teriali, profumi e sapori irresistibili,

panorami suggestivi, di cui sono ricchi.

Nel “Tondo dei cipressi”, gli spazi della

villa che ospita la Fondazione Spadolini

Nuova Antologia, tra prati verdi e pro-

fumati, saranno trasformati in un’agorà

in cui la cultura del territorio tornerà ad

essere elemento di crescita individuale

e collettiva dei cittadini che definiscono

e identificano il paesaggio come “sog-

getto” ideale, dotato di una specifica

qualità, e come “oggetto” materiale,

estremamente reale.

Dibattiti, tavole rotonde, incontri di

lavoro sono previsti, invece, a Palazzo

Medici Riccardi e nell’Auditorium del

Duomo. Il cardine della discussione

sarà costituito da tutte le proposte

locali promosse dalle Associazioni di

Comuni d’Identità Res Tipica, Province,

Regioni, Consorzi di Comuni, che

vogliono dare un concreto contributo

al lavoro degli esperti internazionali,

cercando allo stesso tempo di stabilire

relazioni efficaci con istituzioni esterne,

creando un campo di relazioni favore-

voli allo sviluppo di programmi e di

iniziative di sostegno al progetto, inte-

ragendo con la Fondazione Spadolini

Nuova Antologia, il Premio Eco and

the City Giovanni Spadolini, attraverso

Energeo Magazine, partners ufficiali

dell’ITKI UNESCO, che ha curato la

complessa organizzazione.

Un ruolo attivo lo avrà anche ICCROM

(Centro Internazionale di Studi per la

Conservazione e il Restauro dei Beni

Culturali), l’organizzazione intergover-

nativa di cui fanno parte 130 Paesi, che

sovrintende alla conservazione e al

recupero dei Beni Culturali mobili e

immobili ritenuti patrimonio dell’uma-

nità. “Non c’è che dire - ammette il

professor Augusto Marinelli, Presi-

dente della Commissione giudicatrice

- Il Premio ha implementato la sua

attività, facendo fino in fondo la sua

parte, prevedendo una Sezione che

tenga conto della salvaguardia del patri-

monio culturale, naturale e umano“.

“Ora - prosegue Marinelli - dobbiamo

dialogare con i Centri di studi dedicati

al paesaggio, prevalentemente pro-

mossi da Fondazioni, Musei, Sovrin-

tendenze, Regioni, per lo più dediti alle

tematiche della sostenibilità, della

difesa del territorio, della valorizzazione

delle culture locali. Per questo abbiamo

appoggiato i sindaci che hanno lanciato

una nuova sfida che l’UNESCO ha

intenzione di promuovere partendo da

Firenze e dal Trentino”. Ciò renderà

necessaria la divulgazione di temi e

problemi che appartengono a una

dimensione internazionale, in una pro-

spettiva “globale”, con estrema atten-

zione alla rapidità dei cambiamenti

prodottisi negli ultimi decenni, essendo

il paesaggio una realtà in sempre più

rapido movimento.

P. B.

APiande’Giullariconfluirannoalmeno 100 sindaci che potranno

svolgere, alla vigilia della nuova Convenzione UNESCO per la

tutela del paesaggio, una funzione di stimolo per programmi

e progetti condivisi fra una pluralitàdiEntiperlosviluppodi sistemi e di reti che vedano il

coinvolgimento anche di soggetti privati, fondazioni bancarie, oltre

alla collaborazione degli operatori deibeniedelleattivitàculturali

conleUniversità,leAccademie,iConservatoriegli

Istituti di ricerca, innescando un intreccio fecondo tra il

mondo della cultura e quello dell’economia e del lavoro.

Cresce l’attesa per un evento planetario (The International Protection of

Landscapes), organizzato in occasione del 40°Anniversario della World

Heritage Convention UNESCO, che lascerà un forte segno a Firenze.

Di fronte ai massimi esperti di tutela del patrimonio mondiale nel settore dei

monumenti e dell’ambiente, vogliono fare la loro parte anche i sindaci italiani

che hanno condiviso il manifesto “100 sindaci per la bellezza e il paesaggio” a

cui hanno di recente dato adesione le Città slow d’Italia e i proponenti di un Patto

tra territori che pongono particolare attenzione alle tematiche ambientali (la

Provincia Autonoma di Trento e la Fondazione Spadolini Nuova Antologia faranno

capofila, con la partecipazione della Regione Abruzzo, l’Osservatorio Europeo

del Paesaggio di Arco Latino, Res Tipica, lo stesso Istituto Internazionale Cono-

scenze Tradizionali UNESCO, il Distretto delle Energie Rinnovabili della Toscana

e il Consorzio dei Comuni Trentini). L’iniziativa, che intende promuovere una

nuova Costituente del Paesaggio, ha l’obiettivo di rafforzare l’interconnessione

con le Reti UNESCO attraverso la Rete delle Reti intitolata ad “Angelo Vassallo”,

consolidando l’interesse per il paesaggio - in quanto entità culturale e progettuale,

nonché etica - in modo durevole, polarizzando l’attenzione di studiosi, progettisti,

amministratori, e favorendo il dialogo tra tutti coloro che operano nel complesso

sistema di relazioni riguardanti la natura, il territorio, le città, l’architettura.

I Sindaci “virtuosi” coinvolti, hanno scelto di impegnarsi in programmi e progetti

innovativi, di tutela e rispetto per la bellezza e il paesaggio, diventando esempio

per il Paese. Insieme potranno svolgere, alla vigilia della nuova Convenzione

UNESCO per la tutela del paesaggio, una funzione di stimolo, propositiva per

programmi e progetti condivisi fra una pluralità di Enti, per lo sviluppo di sistemi

e di reti che vedano il coinvolgimento anche di soggetti privati, fondazioni ban-

carie, oltre che la collaborazione degli operatori dei beni e delle attività culturali

con le Università, le Accademie, i Conservatori e gli Istituti di ricerca, innescando

l’intreccio fecondo tra il mondo della cultura e quello dell’economia e del lavoro.

L’incontro è stato stimolato dai sindaci di Bari Michele Emiliano e dal Sindaco di

Pollica Stefano Pisani, forte del proprio impegno per ricordare il suo predecessore

e maestro di vita Angelo Vassallo, ucciso dalla malavita organizzata. Stefano

Pisani, sostenuto dalle Città Slow, si farà portavoce di queste istanze, di fronte

ad un parterre esclusivo (la sede sarà scelta tra il Salone dei Cinquecento, a

Palazzo Vecchio, o il Palazzo Medici Riccardi nella vicina via Cavour), dove sono

attesi autorevoli ospiti internazionali. Oltre a decine di studiosi, hanno confermato

La “Casa dei Libri” di Giovanni Spadolini si trasforma in un’agorà in cui la cultura del territorio torna ad essere elemento di crescita individuale e collettiva della nostra società.

Sindaci in prima linea per salvaguardare la bellezza e il paesaggio

L’arrivo dei sindaci virtuosi a Pian de’ Giullari prevede una grande festa.

AugustoMarinelli,CommissioneGiudicatricedelPremioEcoandtheCityGiovanniSpadolini.

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APPR

OFO

ND

IMEN

TI

APPR

OFO

ND

IMEN

TI

naturali e, soprattutto, da una prassi

umana che, senza interruzione, pro-

muove il miglioramento delle condizioni

di vita e delle possibilità di sviluppo

della persona nell’ambiente.

In questo contesto, l’agricoltura si trova

a perseguire la valorizzazione delle

specificità ambientali anche attraverso

la diversificazione delle attività e delle

opportunità occupazionali connesse al

valore culturale e ricreativo della cam-

pagna, in un contesto in cui il paesag-

gio assume nuove importanti valenze,

specialmente per attività quali l’agritu-

rismo e la vendita diretta.

Il paesaggio è in grado di produrre

benefici sociali ed economici relativi

alla salute ed al benessere, migliora il

valore immobiliare dei terreni e dei

fabbricati, promuove una domanda

ricreativa ed agrituristica e crea le con-

dizioni per un vero e proprio marketing

del territorio. Non stupisce, allora, il

fatto che la sfida più recente delle

imprese agricole sia proprio quella di

presentare negli scambi commerciali

non solo prodotti di eccellenza ma,

soprattutto, l’identità dei territori di cui

sono espressione. Ed è proprio il ter-

ritorio riconducibile a forme di paesag-

gio, a testimonianze artistiche e

naturali a dare personalità ad un pro-

dotto, in particolare a quello alimentare,

aggiungendo una irresistibile seduzione

alla sua immagine commerciale.

Nel moderno mercato, infatti, la neces-

sità dei bisogni ha lasciato il passo alla

logica dei desideri e questa presidia

l’orientamento all’acquisto al di là del

confronto sul prezzo. Ecco, allora, che

la pubblicità è indotta a rivedere le

proprie tecniche di persuasione per

soddisfare le attese di un consumatore

che non è più influenzato dal rispetto

di standard produttivi o dall’assenza di

difetti, quanto dalla relazione con il

territorio di origine, dai connotati di

qualità, soggettivamente percepiti e

non oggettivamente stabiliti, in termini

di attributi di artigianalità-tradizione,

genuinità-sicurezza, natural ità-

ambiente.

Si assiste, così, ad una riscoperta delle

aree rurali e dell’agriturismo con una

domanda di prodotti a forte contenuto

simbolico, così come si registra la

crescita della domanda di prodotti ter-

ritoriali, a Km0, presenti nei farmer

markets e nelle botteghe degli agricol-

tori, in risposta al timore della pertur-

bazione chimica o transgenica.

Si profila, dunque, lo sviluppo di una

moderna ed efficiente agricoltura ter-

ritoriale e di prossimità laddove le

imprese siano in grado di legare la

dimensione economica dell’iniziativa

a quella geografica di localizzazione

spaziale per trarne elementi distintivi

e caratterizzanti nell’offerta di beni e

servizi. Ciò che rende ogni prodotto

agricolo ed ogni offerta agrituristica

unica ed irripetibile è, infatti, proprio il

radicamento con il territorio di prove-

nienza. Non è un caso, quindi, che

l’Italia vanti come primato assoluto la

cultura enogastronomica, un panorama

ricchissimo di biodiversità agroalimen-

tari e di itinerari paesaggistici di grande

pregio. Tuttavia occorre ancora un

maggiore impulso alla promozione di

strumenti innovativi ed in grado di

condurre il turista alla scoperta ed alla

fruizione di queste ricchezze che rap-

presentano anche un’occasione di

sviluppo economico e culturale del

territorio e del suo paesaggio, in sin-

tonia con la salvaguardia delle sue

L’agricoltura si trova a perseguire lavalorizzazionedellespecificità

ambientali anche attraverso ladiversificazionedelleattività

edelleopportunitàoccupazionaliconnesse al valore culturale e ricreativo della campagna,

in un contesto in cui il paesaggio assume nuove importanti valenze,

specialmenteperattivitàqualil’agriturismo e la vendita diretta.

Il paesaggio è in grado di produrre benefici sociali ed economici

relativi alla salute ed al benessere, migliora il valore immobiliare

dei terreni e dei fabbricati, promuove una domanda ricreativa

ed agrituristica e crea le condizioni per un vero e proprio

marketing del territorio.

Nell’affrontare il tema del paesaggio e delle sue interconnessioni con il

mondo dell’agricoltura il pensiero corre a quel magnifico affresco del

Lorenzetti esposto a Siena nel Palazzo Pubblico, noto con il titolo con-

venzionale di Allegoria del Buono e Cattivo governo, nel quale l’artista dimostra

come sia possibile costruire un rapporto armonico tra l’intervento dell’uomo e

la natura, mettendo a punto le funzioni di relazione che legano gli esseri viventi

al loro ambiente. Si tratta di una concezione che abbraccia l’identità del paesag-

gio italiano, configuratosi grazie al lavoro di generazioni di agricoltori e oggetto

di importanti trasformazioni anche a seguito dell’influenza della stessa Politica

Agricola Comunitaria (PAC). Vengono in mente, ad esempio, le immagini delle

colline toscane illuminate dal giallo della colza e dei girasoli quali esempio di una

fisionomia paesaggistica legata alla diffusione di colture scelte dall’uomo a fronte

di incentivi previsti nell’ambito dell’evoluzione delle misure del piano regionale

di sviluppo rurale. Ad ulteriore testimonianza della consistente influenza eserci-

tata dalla PAC sul paesaggio italiano, si osserva come l’evoluzione delle superfici

destinate a colture estensive (oleaginose, mais, grano ecc.) nonché di quelle

interessate dalle misure agroambientali (realizzazione di siepi, boschetti, zone

umide) o destinate all’agricoltura biologica, abbiano determinato un cambiamento

nei colori, nelle forme e a volte nell’assetto stesso del territorio.

L’intervento dell’agricoltore appare, in generale, determinante nel modificare il

paesaggio, aggiungendo la propria opera ai doni che la natura ha già impresso.

Si è già evidenziato come i fattori che incidono sulla qualità estetica del paesag-

gio in senso migliorativo siano proprio la presenza di siepi e filari, di prati e di

alberi sparsi e da frutto, di boschi in pianura, così come quella di corpi idrici e di

fabbricati rurali, di strade bianche non rettilinee; mentre peggiorano l’immagine

del paesaggio, ad esempio, i tralicci dell’alta tensione, i fabbricati moderni e le

strade di grande percorrenza. In sostanza, risultano preferiti i paesaggi che con-

tengono, al loro interno, elementi di carattere storico culturale e naturalistico

oppure paesaggi funzionali ad alcune attività svolte o svolgibili dall’osservatore

(produttive, ricreative ecc.). Le pratiche di sistemazione del suolo e di bonifica

delle acque e le caratteristiche di determinate zone hanno finito, infatti, per

contrassegnare, nel tempo, la tipologia di un paesaggio che risulta costruito

artificialmente, sebbene in equilibrio biologico con la natura.

Il paesaggio, quindi, non può sottrarsi ai condizionamenti di una dinamica di forze

Il professor Stefano Masini, responsabile Ambiente e Consumi Coldiretti, nonché membro del Comitato Scientifico di Energeo Magazine, affronta il tema del paesaggio e delle sue interconnessioni con il mondo dell’agricoltura.

Il paesaggio come infrastruttura dell’agricoltura di qualità

Lavori in risaia in piena estate.

StefanoMasini,ComitatoScientificodiEnergeoMagazine.

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Anno V - maggio/giugno/luglio 2012AP

PRO

FON

DIM

ENTI

risorse ambientali e dei suoi valori rurali. Nel momento in cui l’accesso ai territori

anche piu’ interni non rappresenta piu’ un semplice processo di rimbalzo dalle

aree litoranee da parte dei turisti, occorre cominciare a dotare i luoghi di adeguate

infrastrutture attraverso servizi di supporto e predisposizione di eventi e di

attrattive. A tal fine uno strumento utile è costituito dagli itinerari per la scoperta

dei sapori e dei luoghi quali, ad es., le strade del vino (l. 268/99) e dell’olio che

assicurare che le inevitabili mutazioni

del paesaggio avvengano in modo

ordinato e nel rispetto dell’ambiente

nella sua interezza. Privilegiare la qua-

lità della vita attraverso una maggiore

sicurezza sociale, una buona alimen-

tazione ed un ambiente più sano rap-

presentano scelte che implicitamente

portano al riconoscimento dei valori

rappresentano i mezzi attraverso i quali pubblicizzare l’offerta turistica di alcune

aree apprezzate per le loro produzioni, soprattutto vinicole e olivicole, ma anche

di altri prodotti tipici a denominazione di origine DOP e IGP.

Altro strumento interessante è rappresentato dalle greenways. Si tratta di aree

riservate alla mobilità lenta (ciclistica, pedonale, acquea ecc.) e, cioè, percorsi

verdi, protetti e riservati a biciclette, pedoni, cavalli, che si snodano lungo un

percorso di pregio ambientale e culturale e che permette di conoscere il territo-

rio, il paesaggio agricolo e le sue ricchezze, connettendo gli insediamenti urba-

nistici con il territorio e le sue risorse (naturali, agricole, paesaggistiche,

storico-culturali). Per le ragioni sopra evidenziate, appare di grande importanza

la messa a punto di una programmazione territoriale che abbia come obiettivo

quello di contrastare ogni possibile minaccia all’integrità del paesaggio agrario,

quali, ad esempio, la perdita di superficie produttiva, l’installazione di grandi torri

eoliche o di centrali termoelettriche ed ancora il fenomeno degli incendi.

Si tratta, infatti, di fattori che pregiudicano in maniera inesorabile le attività turi-

stiche offerte dalle imprese agricole. In sostanza, tutelare il territorio ed il pae-

saggio dalle deturpazioni delle opere infrastrutturali ed urbanistiche diviene un

obiettivo prioritario per l’agricoltura di qualità.

Né l’azione di tutela del paesaggio deve essere limitata alla protezione delle

forme che esprimono un valore estetico ed alla conservazione delle preesistenze

naturali, ma deve considerarsi, invece, come uno strumento in funzione del

controllo e della direzione degli interventi che agiscono sul territorio, al fine di

della campagna e dei suoi prodotti,

specie laddove questi rappresentano

una componente fondamentale del

tessuto economico, sociale ed ambien-

tale. Anche in questo contesto ci

sembra indispensabile recuperare,

come opportunità per un nuovo rap-

porto fra impresa e ambiente, i valori

e l’importanza del paesaggio agrario.

Si tratta di un segnale che testimonia

come l’Italia, oggi, stia tornando a

capire e a sostenere l’agricoltura non

tanto per nostalgia del mondo antico

o per quello che storicamente ha signi-

ficato, ma per quello che le nostre

imprese possono dare come contributo

per un ambiente salubre, per un pae-

saggio godibile, per una serie di servizi

utili a migliorare la qualità della vita dei

cittadini: una direzione non modificabile

per una crescita responsabile.

Stefano Masini

Un gregge sul tratturo a Cugnoli.

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Anno V - maggio/giugno/luglio 2012

45

PRIM

O P

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O P

IAN

O

prevede la realizzazione di 9 centrali

idroelettriche. L’inaugurazione dell’im-

pianto di Tserovo, la terza della serie,

è stata un po’ una festa per tutta la

valle, in cui ai discorsi ufficiali si sono

alternati momenti di spettacolo con

gruppi folcloristici locali. “Sono parti-

colarmente lieto di partecipare all’

inaugurazione di un opera tanto impor-

tante per lo sviluppo di questo territo-

rio e improntata a criteri di sostenibilità

e di produzione di energia pulita - ha

detto Dellai nel corso della cerimonia.

“Siamo felici di poter lavorare assieme

per il perseguimento di obiettivi e

priorità che accomunano l’intera Unione

europea. Continueremo a scambiarci

idee, esperienze, tecnologie, consa-

pevoli come siamo che quella dell’e-

nergia è la sfida fondamentale per il

futuro e che quello che stiamo facendo

qui può essere di esempi”. Con il

Sindaco di Sofia Dellai ha parlato inol-

tre della possibilità di una candidatura

congiunta della capitale bulgara e di

Venezia a capitale europea della cultura,

che coinvolgerebbe anche il Trentino

assieme agli altri territori del Nord est

italiano. L’Italia, dal canto suo, è dive-

nuta nel 2011 il quarto partner com-

merciale della Bulgaria. Le premesse

per una buona prosecuzione di questa

partnership ci sono dunque tutte. L’ac-

cordo siglato in Bulgaria dal Trentino

con la Regione ed il Comune di Sofia,

in margine alla recente inaugurazione,

si incentra sullo sviluppo della collaborazione in campo economico, tecnologico

e culturale e segue a quello firmato nel 2003, con cui è partito il progetto per

la realizzazione delle 9 centrali sull’Iskar. L’attività nel campo dello sfruttamento

dell’energia elettrica fa capo alla Pvb Power Bulgaria spa, società del gruppo

fondata nel 2003 di cui fanno parte anche Dolomiti Energia e Azienda energetica

spa Etcschwerke ag. La Pvb ha in corso anche altri progetti in Bulgaria come

pure nella confinante Romania. Ma l’accordo siglato nel mese di giugno scorso,

pone le basi anche per le attività che altre imprese trentine, in diversi settori,

vorranno sviluppare il Bulgaria. Uno degli ambiti più interessanti e’ quello della

casa-passiva, su cui il Trentino ha sviluppato forti competenze. Sergio Bortolotti,

Presidente del Gruppo, ricorda il recente passato del Petrolvilla Group, diventato

già all’inizio del nuovo millennio, un’impresa leader in tutto il Nordest e, grazie

alla tecnologia avanzata nel trading di prodotti energetici e nella produzione di

energia da fonte rinnovabile, pronta e preparata per l’esperienza internazionale.

Dice: “Nel 2006 il progetto Bulgaria era già decollato (nove centrali idroelettriche

nella regione di Sofia) e nel 2010 prese avvio il progetto Croazia (realizzazione

di campi eolici nell’area dei Balcani). Nel 2010 il Gruppo Petrolvilla festeggiò i

trent’anni di attività e intraprese un profondo processo di riorganizzazione interna.

Il risultato fu l’adozione di una nuova ragione sociale, PVB, e un diverso assetto

organizzativo, con il Gruppo ripartito non più in aziende ma in quattro grandi

business area: Fuels, Power, Facility, Systems. Ora siamo pronti a nuove sfide”.

Marco Pontoni

LaProvinciaAutonomadiTrentoaffiancal’impresaPetrolvilla-PVC

Group nelle sfide in Europa. Il Presidente Lorenzo Dellai:

“Siamo felici di poter lavorare assieme per il perseguimento

di obiettivi e priorità che accomunano l’intera Unione

europea. Continueremo a scambiarci idee, esperienze,

tecnologie, consapevoli come siamo che quella dell’energia

è la sfida fondamentale per il futuro e che quello

che stiamo facendo qui può essere di esempio”.

C’è un pezzo di storia del Trentino operoso nella crescita di un gruppo

industriale che ha conquistato, con un avanzato know out, l’Europa

dell’Est. Un esempio positivo di internazionalizzazione, come sottoline-

ato dal Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, che

premia una realtà trentina diventata leader internazionale in questo settore,

portando al tempo stesso un importante contributo alla produzione di energia

pulita. È la storia di tre amici (Sergio Bortolotti, Renzo Bortolotti e Diego Maule)

cominciata nel 1980. Un progetto decollato a Villa Lagarina, dove ha iniziato

l’attività Petrolvilla (è intuibile il significato del nome), azienda regionale incentrata

su attività tradizionali legate alla commercializzazione dei prodotti energetici. In

pochi anni Petrolvilla (che oggi si chiama PVB Group) ha saputo trasformarsi in

un gruppo internazionale sempre più orientato verso la produzione tecnologica

avanzata e lo sviluppo di soluzioni a forte compatibilità ambientale, realizzando

impianti eolici (anche in Croazia) e centrali idroelettriche tra le più avanzate in

Europa (quella di Tserovo utilizza la più grande turbina del suo genere, con un

impatto paesaggistico peraltro ridottissimo). Nel mese di giugno si è raggiunto

un altro ambizioso obiettivo: a Svoghe, in Bulgaria, è stata inaugurata la centrale

elettrica di Tserovo, sul fiume Iskar, realizzata da Petrolvilla-Pvb group sulla base

dell’accordo siglato fra il Trentino e il governo bulgaro nel luglio 2003 a Sofia.

Alla cerimonia hanno preso parte numerose autorità del governo bulgaro, fra cui

il ministro dell’economia, dell’energia e del commercio Delian Dobrev, segno

dell’importanza strategica che il progetto riveste. Presenti inoltre l’ambasciatore

d’Italia a Sofia, Stefano Benazzo, il Presidente di Petrolvilla Sergio Bortolotti e

diversi altri ospiti trentini fra cui i vertici di Dolomiti energia e Aew, partner di

Pvb, e di Habitech. Con l’occasione, il Presidente Lorenzo Dellai, ha anche siglato

un nuovo memorandum di collaborazione fra la Provincia autonoma di Trento,

la regione di Sofia, con il governatore Krassimir Gifkov, e il Comune di Sofia, con

il Sindaco Yordanka Fandakova. Ospite d’onore alla cerimonia Radostin Stoytchev,

allenatore dell’Itas Diatec Trentino volley. Un progetto all’avanguardia, sul piano

della partnership pubblico-privato da cui ha preso vita, delle tecnologie impiegate,

della sicurezza, delle certificazioni (le più avanzate a livello europeo), dell’impatto

ambientale. Un’iniziativa in evoluzione (altre due centrali sono in fase di collaudo),

che utilizza al meglio le competenze locali, giovani ingegneri e progettisti bulgari

che si affiancano al personale italiano. Un volano per l’economia locale, con i

posti di lavoro creati, oltre 300 e naturalmente l’indotto, compresi i lavori di

infrastrutturazione. Tutto questo è il programma che Pvb sta portando avanti a

circa un’ora di auto da Sofia, su un affluente del Danubio, il fiume Iskar, che

Nel mese di giugno, in Bulgaria, è stata inaugurata la centrale elettrica di Tserovo, realizzata da Petrolvilla-Pvb, il cui programma prevede la realizzazione di 9 centrali idroelettriche a circa un’ora di auto da Sofia, su un affluente del Danubio, il fiume Iskar. PVB Group, una realtà trentina all’avanguardia, ha saputo trasformarsi in un gruppo internazionale sempre più orientato verso la produzione tecnologica avanzata e lo sviluppo di soluzioni a forte compatibilità ambientale.Il Trentino operoso conquista

l’Europa dell’estLorenzoDellai,PresidentedellaProvinciaAutonomadiTrentoeSergioBortolotti,PresidentediPetrolvillaP.V.C.Groupvisitanogliimpianti.Inbasso:LafirmadelmemorandumdicollaborazionefralaProvinciaAutonomadiTrentoeRegionediSofia,inBulgaria.

Un momento della cerimonia dell’inaugurazione.

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termine concorrenziali con i prezzi del

gas metano e del barile, ma spingere

per risorse locali potrà creare un circolo

virtuoso ed un indotto di settore. Dice

Zeni: “La transizione verso un’econo-

mia ad emissioni zero e ad alto utilizzo

di rinnovabili, in sostituzione delle fonti

di energia fossile, doveva passare ine-

vitabilmente per laboratori pilota di

piccole dimensioni, in aree dove le

risorse naturali si combinano con un

tessuto economico ad alta innova-

zione.” Aggiunge che: “la visione per

il futuro green di questo territorio ha

fatto il suo percorso nell’uso equilibrato

dell’acqua e del legno, unita ad una

mobilità sostenibile”.

Senza dimenticare i problemi legati alle

giovani generazioni: “se non lavoriamo

per creare una cultura diffusa partendo

dalle scuole elementari, che consideri

il rapporto innovazione - tradizione

locale, difficilmente potremo rendere

autonomo energeticamente il nostro

territorio”.

Ancora una sfida: il vecchio leone non demordeNon è questa l’ultima sfida di Zeni.

Oggi il tecnico-manager che ha contri-

buito a rivoluzionare la vita del Primiero

facendolo diventare un esempio vir-

tuoso di glocal, propone di creare un

movimento di opinione trasversale

finalizzato ad ottenere e programmare

la creazione di uno strumento auto-

nomo regolato per la gestione dei beni

comuni (acqua e legno almeno) in capo

alle comunità territorialmente vicine.

In sostanza vuole creare una nuova

forma di organizzazione sociale che

riscopre il valore delle “comunità”.

Suggerisce: “Non più risorse affidate

al mercato o ad un potere centralista

ed accentratore (spesso si dice sotto-

poste alla tutela pubblica) ma mante-

nute nel loro stato di bene collettivo

comune”. E propone alle popolazione

e ai comuni: “di rivendicare un ruolo

nella gestione e valorizzazione dei beni

comuni ad essi più vicini”. Aggiunge: “Dobbiamo creare un organo di rappre-

sentanza istituzionale che possa sedere ai tavoli romani dove si scrivono le

norme contribuendo alla stesura delle proposte di legge nel rispetto degli interessi

anche delle genti di montagna: la marginalità non deve essere un destino! Non

possiamo lamentarci sempre a cose fatte ...da altri”.

E’ importante, secondo Zeni:“far convergere in questo progetto tutte quelle

spinte autonomistiche non condivisibili dal sistema-paese, senza mai provare

ad emarginarle. Le province confinanti sono per noi, gente del Trentino, una

risorsa e alleati preziosi perchè rientrano in un ambito di interessi comuni. Le

pressioni sulle Regioni a statuto speciale non servono proprio a nessuno. Soltanto

in questo modo si può far nascere dal basso un’economia del margine quale

spinta propulsiva dello sviluppo spontaneo di iniziative che non trasformano beni

di terzi provenienti da fuori e che tornano fuori, ma che utilizzano risorse locali

rinnovabili, materia prima a costo contenuto ed indipendente da terzi, per dare

inizio ad una “soft economy compatibile “ con forti ricadute locali. Integrare tali

attività con altre per la promozione turistica al fine di poter condividere, con la

gente di pianura, un interesse comune: quello di disporre di un territorio per il

tempo libero - la salvaguardia dello stesso dal punta di vista idrogeologico - il

governo dell’ acqua, bene comune, e del bosco/legno indispensabile a tutti per

la funzione regolatoria della CO2”. Una proposta “in progress” che, in via preli-

minare, è stata ampiamente condivisa e si prepara a compiere i primi passi: “I

L’exPresidentedellamunicipalizzatadellacomunità

di Primero fu il primo a credere che sarebbe stato possibile

trasformarelaValledelCismonin una Oil free zone Valley. Questo

incantevole territorio ai piedi del Gruppo Dolomitico delle

PalediS.Martino,recentementenominate dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità,hapercorsolastrada

versolacompletasostenibilitàenergetica ed ambientale attraverso

un progetto avveniristico. Zeni oggi medita nuove sfide a favore

della montagna per costituire un movimento trasversale non generalizzato ma con un focus

specifico, in grado di essere espressione della gente di

montagna e dei territori interessati.

Si commuove ma dissimula. Sul volto di Luciano Zeni, uomo di montagna

di 65 anni ( il Primiero è la sua terra d’origine), vecchio soldato della

Scuola Militare Alpina di Aosta, si intravedono una lacrima e il sorriso

buono di chi non ha perso la voglia di credere nel futuro.

Attorno a lui tantissimi invitati all’inaugurazione della nuovissima centrale di

teleriscaldamento a biomasse di Primiero festeggiano: l’avveniristica realizzazione

costituisce un’altro importante tassello che è servito per svincolare l’area dall’in-

quinamento e dall’oscillazione dei prezzi dei derivati dal petrolio. Un progetto

che rientra nel sistema green del Primiero, realizzato con un coinvolgente gioco

di squadra. Il Presidente Lorenzo Dellai ha appena tagliato il nastro tricolore e si

concede alle luci delle numerose televisioni presenti. Luciano Zeni, si muove a

piccoli passi, quasi si schermisce. Il 30 giugno del 2012, questa giornata parti-

colare, l’ha registrata con gli occhi: è tutta da ricordare. Scorrono attraverso dei

flash back le memorie di tanti anni di lavoro, impegno, dedizione al territorio. In

questi luoghi, negli anni passati, c’è stata la volontà politica, con il coinvolgimento

di tutta la popolazione, di creare un nuovo mix energetico: più sostenibile, più

verde e meno dipendente da fonti fossili. Questi obiettivi sono stati raggiunti

solo incentivando la nascita di nuove “filiere” di prodotti ad alto contenuto tec-

nologico ed utilizzanti risorse rinnovabili (scarti agricoli e forestali, idroelettrico,

solare, ecc.), in modo da creare economie verdi. Ed ora si sta sperimentando

anche la mobilità sostenibile. Racconta: “Nel 1902, sei piccoli Comuni della valle

di Primiero, nel Trentino orientale, decisero di puntare all’indipendenza energe-

tica e di realizzare, con notevoli sacrifici delle popolazioni locali, un impianto

idroelettrico e una rete di distribuzione che rifornisse di energia elettrica l’intero

territorio montano”. A più di un secolo da allora, il Primiero gioca ancora la carta

della lungimiranza. Tanti meriti vanno a Luciano Zeni, sognatore coraggioso che

ha visto in questi anni crescere l’azienda municipalizzata Acsm, dove ha lavorato

dal 2001, fino a rivestire la carica di Presidente, realizzando un grande desiderio:

trasformare la Valle del Cismon in una Oil free zone Valley. Questa verdeggiante

valle alpina ai piedi del Gruppo Dolomitico delle Pale di S. Martino, recentemente

nominate dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, ha percorso infatti la strada verso

la completa sostenibilità energetica ed ambientale attraverso il progetto “oil free

zone”. Un’iniziativa sostenuta dalla locale municipalizzata energetica (ACSM),

dalla Comunità di Primiero con le otto amministrazioni comunali e dal Distretto

Tecnologico Trentino. Le rinnovabili made in Italy non potranno essere a breve

A colloquio con Luciano Zeni.

L’uomo delle missioni impossibili

Don Gianpietro Simion, decano di Primiero benedice l’impianto prima del taglio del nastro.

L’inaugurazione dell’impianto di teleriscaldamento del Primiero: Luciano Zeni taglia il nastro, adestrailPresidentedellaProvinciaAutonomadiTrentoLorenzoDellai.

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Presidenti dei Consorzi dei Comuni di

montagna, per il tramite delle loro

organizzazioni (ANCI - UNCEM ecc.),

rispolverando i documenti a suo tempo

istituzionalmente condivisi (conven-

zione delle Alpi, raccomandazione del

Consiglio d’ Europa del 2004, carta

europea dell’ acqua, protocolli vari ecc),

si attivino per costituire un movimento

trasversale non generalizzato ma con

un focus specifico in grado, per numeri

ed autorevolezza, di farsi ascoltare

dentro le stanze del decisore politico,

utilizzando movimenti di parlamentari

già esistenti (amici della montagna) e

sensibilizzando su tali questioni tutti i

parlamentari che sono espressione dei

territori interessati. Alla fine ammoni-IlSindacodiTransacquaMarinoSimonisicongratulaconl’arteficediquestosuccessoLucianoZeni.

La Green Way Primiero

Natura come modo di essere. E’ il claim che identifica un territorio che ha scelto di diventare

“Oil free zone”. La “Green Way Primiero” è decollata con il suo carico di progetti avveniristici: un insieme di

azioni che riguarderanno tutta la comunità, volte a ridurre l’impiego di combustibili fossili, sostituendole con fonti

rinnovabili, ma anche a catalizzare e coordinare tutte le azioni volte alla sostenibilità ambientale nel territorio (produzione

di energia e impiego della stessa, mobilità e promozione dell’immagine turistica). Il territorio del Primiero già indipen-

dente sotto il profilo elettrico grazie alla locale produzione idroelettrica, punta, tramite il teleriscaldamento a biomassa, a

costruire con il legno i combustibili fossili destinati al riscaldamento urbano. Questo progetto, unitamente ad altre azioni

di tipo ambientale, contribuiscono fortemente al perseguimento in Primiero di una nuova strada di sviluppo e gestione

del territorio, basata sull’ambiente e sulle fonti rinnovabili.

Il ProgettoIl progetto prevede la realizzazione di una centrale in zona baricentrica nel Comune di Transacqua connessa ad una capil-

lare rete per il trasporto di energia termica su tutto il fondovalle di Primiero (Comuni di Fiera di Primiero, Imer, Mezzano,

Siror, Tonadico e Transacqua). Il dimensionamento dell’impianto viene calcolato in funzione delle potenziali necessità ter-

miche del territorio, anche in considerazione delle fluttazioni determinate dall’afflusso determinate dall’afflusso turistico.

Il combustibile prescelto è il cippato legnoso integrato in minima parte da gasolio solo in occasioni di punte di prelievo o

emergenze. Unitamente la produzione termica, al fine di valorizzare ulteriormente l’impiego della biomassa, viene instal-

lato in accoppiamento ad una caldaia anche un modulo ORC per la produzione di energia elettrica tramite cogenerazione.

L’impianto viene gestito per tramite di ACSM S.p.A: società degli enti pubblici locali che vanta una esperienza ultracen-

tenaria nel campo energetico e nello sviluppo di progetti ambientali a livello locale.

sce: “Si costituisca una lobby finalizzata allo scopo utilizzando uffici e logistica

esistente a Bruxelles e si utilizzino gli uffici romani per organizzare il movimento

nelle modalità più opportune”. Il vecchio leone non demorde. Chi lo conosce

nel privato sa che non lascia cadere nessuna sfida. Anche quelle più grandi.

P. B.

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i loro squisiti prodotti”. Slow Food avviò

questo progetto, auspicando che gli

agricoltori facessero qualche sforzo in

più per il destino del pianeta. Da allora

sono entrati nel vocabolario degli agri-

coltori e vitivinicoltori, a fianco alla

definizione di filiera corta, parole come

risparmio energetico, sostenibilità,

obiettivi del protocollo di Kyoto, carbon

free, riduzione delle emissioni di CO2,

impatto ambientale, off grid (che è poi

la definizione che riassume l’autonomia

energetica della struttura agricola,

senza collegamento alla rete di distri-

buzione elettrica). Oggi in quest’Oasi

Toscana dei saperi e dei sapori, consi-

derando che il rilancio del territorio

dovrà puntare sulla ricerca di qualità,

l’ideazione, la sperimentazione di nuovi

prodotti e sui benefici dei trasferimenti

delle ultime esperienze nel settore

strategico delle energie rinnovabili, si

è realizzato un laboratorio a cielo aperto,

che è diventato sede didattica dell’U-

niversità di Scienze Gastronomiche di

Pollenzo. Gli agricoltori di questo com-

prensorio, custodi e tutori del saper

fare di intere generazioni, sono auten-

tici paladini di un nuovo modo di pro-

durre nel settore agroalimentare, dando

priorità alla sostenibilità ambientale e

per questo motivo sono saliti in catte-

dra per insegnare ad un gruppo inter-

nazionale di giovani laureati, provenienti

da tutto il mondo (hanno partecipato

al viaggio master di specializzazione in

“food culture and communications”,

lo scorso giugno) come si possono

ottenere prodotti alimentari d’eccel-

lenza grazie alle energie da fonti rin-

novabili, imparando soprattutto a

conoscere i luoghi dove si produce e

si ottiene l’energia dalle forze della

natura. E’ un corso di studio in piena

regola, con un fitto programma di lavoro

che prevede visite guidate nelle

aziende e cooperative del territorio che

producono a basso impatto ambientale

utilizzando il vapore e le altre energie

rinnovabili, riducendo sensibilmente i

costi di gestione. Il territorio geoter-

mico della Toscana ha fatto da apripista

a queste nuove applicazioni aprendo

una nuova era condivisa da Slow Food,

diventando, nei fatti, sede di uno stage

della rinomata Università fondata da

Carlin Petrini. Soddisfatto, il direttore

generale del Consorzio Sergio Chiac-

chella dice: “L’iniziativa offre certa-

mente una nuova opportunità per lo

sviluppo del sistema economico e

imprenditoriale legato alle fonti ener-

getiche rinnovabili. Anche in agricoltura

il miglioramento dell’efficienza ener-

getica, la soluzione di problemi ambien-

tali e di sicurezza sono indispensabili

per l’ottimizzazione del processo pro-

duttivo, con la promozione di soluzioni

all’avanguardia, in questi campi, con-

tiamo di fare numerosi proseliti”. E gli

studenti? Molti sono venuti da Paesi

lontani: Brasile, Australia, Usa, Taiwan,

Costarica, Giappone, Zimbabwe, Isra-

ele, Tailandia, Turchia, Svizzera, Olanda,

Belgio, Germania. Una soltanto da

Sondrio: “L’esperienza che mature-

ranno i nostri allievi - sostiene Piero

Sardo, Presidente della Fondazione

Slow Food per la Biodiversità - contri-

buirà a far capire come si può integrare

la produzione di energia geotermica

con le produzioni alimentari di piccoli

e medi operatori di qualità. L’integra-

zione dell’energia geotermica nel

modello produttivo rappresenta una

sfida importante per cogliere concre-

tamente il concetto di sostenibilità

ambientale con la valorizzazione eco-

nomica delle risorse e la comunicazione

al mercato di un prodotto realizzato

con ingredienti “puliti” non solo sul

piano gastronomico ma anche sotto il

profilo energetico.”

P. B.

Gli agricoltori del Distretto delle Energie Rinnovabili,

custodi del saper fare di intere generazioni,dannoprioritàallasostenibilitàambientaleesonoautentici paladini di un nuovo modo di produrre nel settore

agroalimentare. Per questo motivo sono saliti in cattedra per insegnare ad un gruppo

internazionale di giovani laureati dell’UniversitàdiScienze

Gastronomiche di Pollenzo, provenienti da tutto il mondo.

C arlin Petrini, fondatore e Presidente di Slow Food lo ha sempre affermato:

“la sostenibilità salverà le economie malate”.

Il Distretto delle Energie Rinnovabili della Toscana ha sposato in pieno

la filosofia di Slow Food “Buono, Giusto e Pulito” e fin dal 2006 ha adottato un

modello “virtuoso” di efficientamento e produzione energetica rinnovabile

applicato all’agricoltura, valido anche sotto il profilo della riproducibilità e dell’im-

patto ambientale e sociale in generale. I protagonisti sono piccoli imprenditori

del settore agro-alimentare, autentici pionieri di un nuovo modo di produrre

prelibati formaggi, salsicce e prosciutti di cinta senese con DNA Toscano e con

tanto di certificazione eco-compatibile. E’ stata aperta, in questo modo, una

strada nuova che avrebbe portato lontano, grazie all’alleanza tra Slow Food e

Co.Svi.G., creando proseliti in tutt’Italia, favoriti dalla diffusione di nuove tecno-

logie: pannelli fotovoltaici, pompe di calore, piccoli sistemi di cogenerazione a

biomasse prodotte in azienda (ad esempio cippato di vigneto), geotermia, col-

lettori solari ed anche mini-eolico. E’ questa l’idea originale della prima Comunità

Mondiale ad energia rinnovabile, presentata a Terra Futura nel 2007, in un’ante-

prima nazionale. Il progetto sperimentale, frutto di un’intesa tra Slow Food

Toscana, Fondazione Slow Food per la Biodiversità e Co.Svi.G (Consorzio per lo

sviluppo delle aree geotermiche), aveva l’obiettivo di dare vita in questo com-

prensorio ad un’ iniziativa assolutamente nuova, individuando soluzioni appropriate

per la produzione agro-alimentare con sistemi innovativi per il risparmio energe-

tico e la tutela dell’ambiente, puntando sulle produzioni caratterizzate dalla

tecnologia di processo. Il progetto si caratterizza, infatti, per la qualità e la

sostenibilità delle produzioni agro-alimentari in un territorio particolarmente

favorito dall’uso diretto della geotermia, dove sono state individuate e sperimen-

tate soluzioni innovative (nel distretto è operativo il Centro di Ricerca per le

Energie Rinnovabili EnerGea) per la riduzione dell’impatto e per lo sviluppo

sostenibile, nelle fasi di allevamento del bestiame e di produzione di formaggi,

salumi, ortaggi ed erbe officinali. La nuova sfida di Slow Food, che teneva conto

anche del tipo di energia utilizzata per ottenere i prodotti della terra, decollò

proprio nell’area geotermica tradizionale e rientrava a pieno titolo tra le scelte

del Distretto Energetico, nell’ambito della rete locale di Terra Madre, facendo

registrare un’autentica svolta nel settore agricolo e in quello vitivinicolo. Piero

Sardo, Presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità, ricorda: “questi

produttori si sono preoccupati per primi del tipo di energia utilizzata per ottenere

E’ un corso di studio in piena regola, con un fitto programma di lavoro che prevede visite guidate nelle aziende e cooperative del territorio che producono a basso impatto ambientale utilizzando il vapore e le altre energie rinnovabili, riducendo i costi di gestione.Un territorio che fa scuola,

eccellenze alimentari a basso impatto ambientale

UnaserradellaCooperativaParvusFlos. Una lezione nel caseificio Podere Paterno.

SergioChiacchellaintervistatodall’inviatodelTg2EatParadeAndreaMartino.

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cabilità anche in altre regioni italiane

ed europee, nonché un riconoscimento

all’impegno della Regione Abruzzo e

di tutti gli alunni e gli insegnanti delle

scuole. “I nostri under 16 rappresen-

tano l’eccellenza in Europa - dice l’As-

sessore all’Ambiente Mauro Di

Dalmazio - piccoli campioni che cre-

scono nella nostra terra dove nasce il

seme della continuità nella promozione

della sostenibilità ambientale”.

A Chieti, in una piazza gremita all’in-

verosimile di giovanissimi, animata da

un festoso ritmare di cori e di voci, i

rappresentanti di oltre 10 mila studenti

della Regione Abruzzo in nomination,

si sono riuniti per festeggiare, a modo

loro, l’importante riconoscimento e

l’energia (quella rinnovabile e sosteni-

bile) che da queste parti (siamo in terra

d’Abruzzo, la Regione più verde d’Eu-

ropa) si coniuga con il messaggio “sal-

viamo il mondo“. Oggi i protagonisti,

piccoli e grandi, che hanno partecipato

alla settima edizione di Energiochi,

insieme ad una folta rappresentanza

di sindaci (scuola e istituzioni viaggiano

nella stessa direzione), guardano all’Eu-

ropa, sapendo di essere “osservati

speciali” dalla Commissione Europea,

per accrescere la consapevolezza e la

conoscenza sui temi dell’energia ed

inoltre contribuire al raggiungimento

degli obiettivi della politica energetica

comunitaria in materia di fonti di ener-

gia rinnovabili, efficienza energetica,

trasporti e combustibili alternativi. Il

concorso ha ricevuto già il plauso della

Regione Ile de France e il riconosci-

mento “Un Bosco per Kyoto”.

La Settimana dell’Energia Sostenibile

é un evento che si ripete ormai ogni

anno con l’obiettivo di catalizzare l’at-

tenzione dell’opinione pubblica europea

sui temi dell’energia e fare il punto

della situazione sullo sviluppo della

campagna. In tali occasioni é possibile

partecipare in tutta Europa a confe-

renze, workshop, attività didattiche e

visite ad aziende ed impianti che pro-

ducono o utilizzano energia rinnovabile

e tecnologie per l’efficienza energetica.

P. B.

L’Abruzzopuòvantareilprimatod’aver raggiunto i vertici in Europa perl’attivitàeducativainmateria

energetica realizzata nelle scuole della Regione.

Il progetto Energiochi, il concorso che ha coinvolto tutte le scuole

abruzzesi e che punta le sue basi su un’attenta e validissima attivitàdidattica,inseritonella

cinquinavincentepergliAwards,rappresenta un autentico

laboratorio didattico sul territorio. Essere in nomination per la

Campagna Sustenergy rappresenta un risultato importantissimo

poichétestimonialavaliditàdiquesto progetto nell’educazione sostenibile sui temi dell’energia elasuareplicabilitàanchein

altre regioni italiane ed europee, nonchéunriconoscimento

all’impegnodellaRegioneAbruzzoe di tutti gli alunni e gli insegnanti

delle scuole.

Per un soffio non ce l’hanno fatta. A Bruxelles, lo scorso giugno, i ragazzi

d’Abruzzo che hanno coronato il sogno di essere tra i bravi d’Europa,

hanno toccato il Premio Awards con un dito. Non è mai accaduto che tra

le nominations per la categoria Istruzione nell’ambito del Premio Awards 2012

della Campagna Europea Sustainable Energy Europe, fosse segnalato il lavoro

di oltre 10 mila studenti di una regione italiana. L’Abruzzo può vantare il primato

d’aver raggiunto i vertici in Europa per l’attività educativa in materia energetica

realizzata nelle scuole della Regione. Il progetto Energiochi, inserito nella cinquina

vincente, per Bruxelles, dove si è svolta, lo scorso giugno, la Cerimonia Ufficiale

di premiazione, nella prestigiosa sala dell’Albert Hall, ha comunque colto nel

segno. “La conquista della prestigiosa statuetta che riproduce il logo della

Campagna SEE - dicono in Regione - è stata soltanto rinviata: metteremo ulteriore

impegno nell’attività di promozione delle esperienze locali già, comunque apprez-

zate”. La manifestazione era stata inserita nella settimana europea dell’energia

sostenibile e, più in generale, nella campagna europea per l’energia sostenibile.

L’obiettivo di questo concorso internazionale è quello di puntare i riflettori sulle

iniziative più lodevoli e innovative nel settore dell’energia sostenibile e si propone

di premiare i progetti più meritevoli. Con questo riconoscimento si vuole favorire

lo sviluppo delle più recenti iniziative in materia di energia in Europa.

Il concorso Energiochi, organizzato dal Servizio Politica Energetica della Regione

Abruzzo, unitamente al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca,

all’Ufficio Scolastico Regionale e all’Università degli Studi dell’Aquila, Teramo,

Chieti e Pescara, giunto alla sua settima edizione, rappresenta un autentico

laboratorio didattico sul territorio. Essere in nomination per la Campagna Suste-

nergy rappresenta un risultato importantissimo poiché testimonia la validità di

questo progetto nell’educazione sostenibile sui temi dell’energia e la sua repli-

La nomination è stata festeggiata a Chieti da tantissimi giovani radunati nella piazza di San Giustino.

I ragazzi d’Abruzzo ad un passo dal Premio Awards 2012

IrisFlacco(adestra),responsabiledelServizioPoliticaEnergeticadellaRegioneAbruzzohacoordinatoilavoriperlarealizzazionedellesettimaedizionediEnergiochi.

ImmaginidellagrandefestavissutaaChietidairagazzidellescuoledellaRegioneAbruzzo.

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Il World Summit of the Regions ha riunito i rappresentanti dei principali governi

sub-nazionali da tutto il mondo per discutere di green economy e sviluppo soste-

nibile. L’evento è stato un’importante occasione di confronto fra gli Stati, le

Regioni, le Province dei cinque continenti che hanno ribadito il proprio impegno

per lo sviluppo sostenibile in stretta collaborazione e complementarietà con tutti

gli altri livelli di governo e con il settore privato.

Crescita verde, il modello della Regione Abruzzo

Non c’erano molte aspettative

alla conferenza Onu Rio + 20,

dedicata al futuro del pianeta,

che si è chiusa il 22 giugno a Rio de

Janeiro. Energeo ha raccolto il com-

mento della dirigente del Servizio Poli-

tica Energetica e qualità dell’Aria Iris

Flacco che, insieme ad Alessandra

Santini, ha rappresentato la Regione

Abruzzo alla Conferenza delle Nazioni

Unite sullo Sviluppo Sostenibile.

Direttore, come giudica l’ultimo summit Rio+20?“Le conclusioni del vertice riconoscono

che la crescita verde è l’obiettivo

comune di tutti i Paesi. La Regione

Abruzzo ha relazionato circa le proprie

attività e l’importanza per lo sviluppo

sostenibile della Governance delle

Regioni in un’ottica Bottom UP durante

la conferenza ‘Rio Conventions Pavilion:

Business Day. Examples of innovative

regional action’ svoltasi il 18 Giugno

presso l’Atlets Park, organizzata da

RTCC (Responding to Climate Change).

In particolare per l’Abruzzo è stato

evidenziato il ruolo chiave degli enti

locali intermedi per lo sviluppo soste-

nibile delle Regioni, anche a seguito

delle risultanze dei lavori dell’ OCSE

(Organisation for Economic Co-opera-

tion and Development) pubblicati nel

documento “Linking Renewable

Energy to Rural Development:Drivers

and Constraints”.

La Regione Abruzzo può fare la differenza?“Da tempo abbiamo impostato una politica che deve essere predisposta e

garantita da una governance strategica da sviluppare nei livelli intermedi (ammi-

nistratori pubblici e stakeholders), come ad esempio le amministrazioni regionali.

In quest’ottica l’attività sinergica svolta dalla Regione Abruzzo, dalle Province e

dai Comuni per l’attuazione del Covenat of Mayors rappresenta una best practice

a livello europeo”.

Un commento?“Al summit deve seguire una collaborazione maturata a livello nazionale e regio-

nale con scambi di esperienze tra enti locali, l’Abruzzo può fare la sua parte

perché, nonostante la crisi economica dei paesi come l’Italia, è in grado di fare

una green economy redditizia”.

La Regione Abruzzo ha dimostrato una certa vivacità d’azione nei vari contesti internazionali, come è andata al World Summit of the Regions?“Il Summit è stato organizzato dal Governo di Rio de Janeiro, in collaborazione

con le Regioni Unite (ORU-FOGAR), la Rete dei governi regionali per lo sviluppo

sostenibile (nrg4SD) e il Climate Grou ed ha riunito i leader e i rappresentanti

dei principali governi sub-nazionali da tutto il mondo per discutere di green eco-

nomy e sviluppo sostenibile”.

Che cosa è accaduto?“L’evento è stato un’ importante occasione di confronto fra gli Stati, le Regioni,

le Province dei cinque continenti che hanno ribadito il loro impegno a continuare

la loro azione concreta per lo sviluppo sostenibile in stretta collaborazione e

complementarietà con tutti gli altri livelli di governo e con il settore privato” .

Missione compiuta?“Si, positivamente. Abbiamo potuto incontrare i rappresentanti di altre regioni

e realtà europee tra cui Michelle Sabban del AER (Assembly of European regions),

John Griffiths, Ministro dell’Ambiente

e dello Sviluppo Sostenibile del Galles,

Annick Delhaye e la delegazione della

Regione Provenza e Costa Azzurra.

Abbiamo stretto un prezioso con-

tatto”.

T.R.

IrisFlaccoallaconferenzaOnuRio+20.

UN’ASSOCIAZIONISMO ISPIRATO AI VALORI DELLA COOPERAZIONEL’A.N.C.I. ha riconosciuto statutariamente (art. 32) il Consorzio dei Comuni Trentini quale sua articolazione istituzionale in Provincia di Trento. Il Consorzio dei Comuni Trentini (A.N.C.I. TRENTINO) è una Società Cooperativa costituita il 9 luglio 1996 alla quale sono associati la totalità dei Comuni (217) e delle Comunità (16).

Considerati gli scopi statutari, il Consorzio dei Comuni Trentini:

presta ai Comuni e alle Comunità ogni forma di assistenza anche attraverso servizi, con particolare riguardo al settore contrattuale, amministrativo, contabile, legale fiscale, sindacale, organizzativo, economico e tecnico;

esercita tutte le prerogative, compiti e funzioni atte ad assicurare al Consigliodelle Autonomie Locali ogni forma di assistenza, collaborazione e supporto;

rappresenta, difende e tutela gli interessi dei Comuni e delle Comunità intrattenendo, allo scopo, opportuni contatti con enti, istituzioni, uffici ed organi di ogni ordine e grado;

promuove e favorisce l’innovazione nei Comuni e nelle Comunità attuando iniziativee compiendo operazioni atte a favorirne l’ottimale assetto organizzativo, anche attraverso relazioni con enti di ricerca;

presta ai Comuni e alle Comunità ogni forma di assistenza per i problemi legati all’applicazione dei contratti provinciali di lavoro al personale dipendente; è presente con un proprio rappresentante nell’A.P.R.A.N. per la definizione degli strumenti contrattuali;

promuove e attua la formazione e l’aggiornamento professionale del personale dipendente dei Comuni e delle Comunità; attiva specifici interventi di formazione e aggiornamento per gli Amministratori comunali;

attua tutte le iniziative previste per il mantenimento della certificazione della gestione forestale sostenibile delle foreste di proprietà comunale secondo lo schema PEFC.

Consorzio dei Comuni TrentiniVia Torre Verde, 23 - 38122 TRENTO

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