Enciclopedia della Nutrizione - IVIS · Il comportamento del cane legato all’alimentazione è...

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Nutrizione Enciclopedia della clinica del cane Medico Veterinario, Scientific Publishing Manager, Royal Canin Communication Group Medico Veterinario, Capo del Nutritional Research Program, Royal Canin Research Center Medico Veterinario, Direttore del Scientific Communications, Royal Canin USA Pascale Pibot Vincent Biourge Denise Elliott Close window to return to IVIS This book is reproduced in the IVIS website with the permission of Royal Canin. IVIS thanks Royal Canin for their support.

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NutrizioneE n c i c l o p e d i a d e l l a

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Medico Veterinario,Direttore del Scientific

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Pascale Pibot Vincent Biourge Denise Elliott

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Il ruolo sociale del cibo e le patologiecomportamentali nel cane

Gérard MULLERDVM, Dipl ECVB-CA

1 - Il ruolo sociale del cibo nelle società canine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 483

2 - Il ruolo sociale del cibo nelle società umane . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 484

3 - Il ruolo sociale del cibo nelle relazioni fra l’uomo ed il cane . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 484

4 - Patologia comportamentale e cibo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 487

Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 489

Informazioni Nutrizionali Royal Canin . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 490

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Il comportamento del cane legato all’alimentazione è spessooggetto di segnalazioni aneddotiche o di interpretazioni confuse.

Nelle società animali, la gestione delle risorse, ed in particolaredel cibo, è fondamentale. Frequentemente, l’accesso al cibo è ritualizzato, il che richiede una comunicazione ben sviluppata,una volta che siano state coperte le esigenze essenziali. Nellesocietà umane, quando il cibo è abbondante, l’accesso al pasto ed il suo consumo hanno un valore sociale. Questa ritualizzazionespinge i membri del gruppo a consumare il cibo (o come minimo adadottare i comportamenti associati) per ragioni diverse dalla fame.I nostri cani domestici si trovano in una situazione identica, dal momento che la maggior parte di essi dispone di alimenti a sufficienza. La gestione del proprio cibo viene quindi guidatanella maggior parte dei casi più da esigenze di comunicazione che dalla fame. L’uomo e il cane condividono numerosi aspetti incomune per quanto riguarda la comunicazione a proposito del cibo.Tuttavia, le differenze di minore entità sono la causa di graviincomprensioni che conducono a problemi di educazione, disordinialimentari e persino condizioni patologiche. È anche immaginabileche, oltre alle loro specifiche caratteristiche, alcune malattie o condizioni patologiche portino a delle alterazioni delcomportamento dietetico.I veterinari che osservano un’anomalia della regolazionedell’assunzione del cibo devono valutare il tipo di alterazionepresente ed aspettarsi la comparsa di effetti sia a carico dellacomunicazione che del comportamento.

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Il ruolo sociale del cibo e le patologie comportamentalinel cane

Gérard MULLERDVM, Dipl ECVB-CALaureato nel 1982 presso la Scuola Nazionale Veterinaria di Maisons-Alfort (Francia), Gérard Muller ha esercitato la libera professione

dal 1985 e dal 1998 è vicepresidente di Zoopsy (gruppo di difesa internazionale della scuola di psichiatria animale francese).

Ha ottenuto il diploma di Veterinary Schools Behaviorist ed attualmente insegna questa materia. È anche Charter Diplomate

of the European College of Veterinary Behaviorists for Companion Animals (ECVB-CA).

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Un branco di lupi.Nelle società dei canidi, gli animalidominanti controllano l’accesso al cibo dell’intero gruppo. Gli altrianimali mangiano molto rapidamente,perché l’accesso al cibo può venirerifiutato in qualsiasi momento.

1 - Il ruolo sociale del cibo nelle societàcanine

Proprio come molte specie sociali che vivono in gruppi gerarchici, per i cani l’accesso alle risorse dicibo si basa su una precisa catena che riflette la scala di grado. L’animale alfa che controlla la riprodu-zione ha l’accesso primario alle risorse di cibo. Ciò fa sì che queste ultime siano riservate all’animalepiù forte, il che esita nella selezione dei geni più forti (Goldberg, 1998).

Le regole stabilite in un dato gruppo vengono mantenute e costantemente rafforzate dall’applicazionedi rituali che rimpiazzano e quindi prevengono ogni confronto che sottrarrebbe energia.

Di solito esiste uno spostamento fra l’oggettivo ed in simbolico, dato che i privilegi diventano gra-dualmente un simbolo di potere. Nel cane, il controllo del cibo è un simbolo di posizione gerarchicaelevata, anche quando la quantità disponibile è abbondante.

Si può quindi comprendere perché il cane determini un certo numero di comportamenti volti acontrollare il cibo nel gruppo senza che nella loro determinazione intervengano l’appetito o la fame(Scott et al, 1965; Fox, 1978). Quindi, un cane che accattona il cibo dalla tavola può farlo non per ilgusto o la fame, ma per dimostrare che ha accesso alle risorse del gruppo (in senso rappresentativo).

Oltre al controllo del cibo, che acquisisce una funzione rituale di gerarchizzazione, i comportamenticonsentono ad un animale di mangiare prima di altri, mentre questi ultimi aspettano e stanno a guar-dare, il che ha anche un significato sociale. È chiaro che i membri dominanti (alfa) non solo prendonoil cibo migliore per primo, ma anche che obbligano gli altri ad aspettare di mangiare ed attenderepazientemente il proprio turno (Muller, 1998a).

I cani domestici manifestano molti dei comportamenti che sono indubbiamente motivati dalla necessità di imporre dei periodi di osservazione di “rispetto” sul padrone quando il cane mangia. Adesempio, i cani difficili amano attirare l’attenzione quando mangiano.

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tYorkshire TerrierI cani delle razze di piccola taglia vivono più facilmente a contatto del loro padrone(sulle ginocchia ed in poltrona, ecc…). Di conseguenza, sono maggiormente esposti a cattiva educazione ed errori dietetici.

Un rituale è una sequenzacomportamentale che ha perso lapropria funzione iniziale e vieneutilizzato come mezzo dicomunicazione in un gruppo sociale.L’uso di un rituale lega e rassicura ilgruppo (Heymer, 1977).

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2 - Il ruolo sociale del cibo nelle societàumane

Gestite nello stesso modo delle società animali gerarchizzate, nelle società altamente industrializzate ilcibo viene utilizzato anche come un simbolo caricato di significati per esprimere nozioni di uguaglianza.Il principio è lo stesso citato più sopra, ma sua espressione è capovolta. Invitare qualcuno alla propriatavola è segno di amicizia. Questa percezione non deve essere fraintesa, viene spinta dalle medesimecaratteristiche fondamentali della gerarchizzazione dietetica del cane. Nelle mense dei soldati, ad esem-pio, i commensali sono separati in funzione del proprio grado. Ai banchetti di nozze, la pianificazionedei posti a sedere è molto importante. I posti a tavola di solito rispecchiano la precedenza gerarchica.Basta vedere l’imbarazzo con cui un gruppo di persone si siede a tavola per mangiare dopo un convegno di lavoro quando i posti non sono assegnati.D’altra parte, è un segno di buone maniere peri datori di lavoro bere un bicchiere o mangiare un boccone con i propri dipendenti per chiarire chenon esiste una barriera sociale enorme.

Nell’uomo come nel cane, il consumo dei pasti è stato ritualizzato per diventare un simbolo di potereo un collante sociale.

Anche i doni sono mezzi di potere. La persona che li riceve è in debito ed il fatto di accettare un donoè un gesto che può avere un notevole significato sociale. Quale donna accetterebbe fiori o gioielli dachiunque glieli offra senza sentirsi imbarazzata? Il dono lega le persone che lo accettano. Uno dei modiper possedere l’animale è quello di offrirgli un dono. L’offerta del cibo è spesso il flagello dei guardianidegli zoo, che non sono in grado di dissuadere i visitatori dal cercare di dare del cibo agli animali che piacciono loro. Per gli animali, il dono è inevitabilmente il cibo e la posta in gioco è la mancataaccettazione.

3 - Il ruolo sociale del cibo nelle relazionifra l’uomo ed il caneCi sono due fattori legati fra loro: la necessità di ritualizzare le relazioni (uomo ecane sono animali sociali) e l’esigenza di controllare questo rapporto (principal-mente attraverso il cibo). L’ignoranza dell’etologia canina e della comunicazioneporta spesso i proprietari ad accontentarsi di interpretazioni antropomorfiche cheesitano in gravi aberrazioni.

Il fraintendimento si instaura spesso nei primi momenti della relazione (nelleprime settimane dopo l’adozione), quando il padrone cerca di conquistarsi l’affettodel cane con doni di cibo. In questo caso, se il suo sviluppo fino a questo momentoera stato normale l’animale si fa un’impressione sbagliata della nuova famiglia.Cosa ancora più grave, se questo atteggiamento viene adottato troppo precoce-mente nella vita del cucciolo, può contrastarne l’armonioso sviluppo soffocandoi vincoli sociali essenziali dell’autocontrollo nelle specie sociali (Moorcroft, 1981).

Le abitudini si instaurano rapidamente. Il proprietario cerca di dare piacere al cane soddisfacendone levarie domande di cibo, mentre il cane cerca di acquisire lo status sociale più elevato possibile.

La relazione sociale viene gradualmente ridotta a questi scambi di cibo, che consentono ai proprietaridi esonerarsi dalle loro varie inadempienze. Invitare il cane a tavola è un segno di stima sociale ed unmodo per conquistare il cuore dell’animale. Gradualmente, l’abitudine trasforma il dono del cibo in unrituale. Oltre al cattivo comportamento nella relazione, queste pratiche portano anche a disordini dell’alimentazione. Per queste ragioni, il cane diventa difficile e ingordo. Questo viene esacerbato quandola relazione del cane con il suo padrone si basa sul dono ritualizzato del cibo, che rende più difficile perentrambi attuare delle modificazioni. Il senso di colpa svolge una parte importante in questa offerta dicibo. Tanto più il proprietario pensa che il cane sia infelice, tanto più troverà importante ricompen-sarlo con il dono del cibo (Muller, 1998b).

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Giovane Pastore Tedesco dopo lo svezzamento

La ritualizzazione dietetica inizia alla fine del periodo

della suzione e viene raggiunta intorno alla sedicesima settimana.

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Al di fuori dei pasti, si deve dare del cibo soltanto come ricompensa per aiutare il cane ad imparare. Ciò significa che bisogna offrire deibocconcini alla fine della sequenza deicomandi che si vogliono rafforzare nelcane. Bisogna ricordare che è possibilesostituire facilmente un bocconcino con poche parole gentili o con qualchecarezza.

I veterinari devono conoscere questi punti se desiderano eliminare le cattive abitudini. Un rituale nonpuò essere eradicato senza una compensazione. D’altra parte, non si deve in alcun modo far sentire incolpa il proprietario, dato che ciò rafforzerebbe involontariamente l’atteggiamento che scatena il donodel cibo (Tabella 1 & 2).

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TABELLA 1 - SETTE SUGGERIMENTI UTILI PER L'ARRIVO DI UN CUCCIOLO

1. Non cambiate il cibo il primo giorno dell'arrivo del cucciolo, e lasciateglielo a disposizione solo per brevi periodidi tempo: cinque volte al giorno per cinque minuti dovrebbero essere sufficienti. Non restate sul posto mentre il cucciolo sta mangiando. In seguito, è preferibile offrire i pasti per un breve periodo (cinque minuti) in momentiregolari. Il numero ideale dei pasti per un cucciolo allo svezzamento è di cinque al giorno, mentre per un caneadulto è di due al giorno.

2. Sin dal primo giorno, non permettere al cane di avvicinarsi alla tavola durante i vostri pasti, indipendentementedalla sua età. Questa regola non deve mai essere violata. Ricordatevi che anche la prima colazione è un pasto.

3. Scegliete le crocchette in modo razionale, senza soccombere ad un acquisto impulsivo. Qualsiasi cambiamentodeve avvenire in un periodo di transizione. Non fidatevi delle preferenze del vostro cane o gatto, che sonobasate sul gusto e non sempre rappresentano il meglio per la salute dell'animale.

4. Utilizzate piccoli pezzi di cibo come ricompensa dopo un esercizio, ma assicuratevi che l'offerta di questibocconcini corrisponda realmente ad uno sforzo compiuto o ad un comando appreso.

5. Date al cane i suoi pasti dopo che avete consumato i vostri, oppure in momenti del tutto differenti.

6. Lasciate la stanza quando il cane sta mangiando. Non cercate di prendere la ciotola, perché ciò provocherà un conflitto e non potete essere certi di essere i vincitori, anche nel caso che riusciste a portarla via.

7. Contrariamente a quanto comunemente si crede, le ossa non apportano al cane molti principi nutritivi.E' preferibile dare all'animale delle barre masticabili. Lasciatelo poi in pace mente è occupato col suo spuntino.

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TABELLA 2 - DIECI ERRORI DA EVITARE

1. Dare del cibo proveniente dalla vostra tavola: condividendo il cibo, distruggete l'immagine che il caneha di voi. Il cane ammira e si affeziona ai padroni che proteggono il proprio cibo.

2. Implorare il vostro cane perché mangi o incoraggiarlo alimentandolo con le vostre mani.Se volete che il cane vi rispetti, non dovete restare in sua compagnia mentre sta mangiando. Mostrandogli che volete davvero che mangi, assumete una posizione subordinata e lo invitate a rifiutare il cibo nel suodesiderio di scalare la gerarchia.

3. Confondere una buona dieta con il benessere. Ciò può valere per l'uomo, ma non per il cane. Un canefelice è un cane sano che può fare una passeggiata e giocare con il padrone. Il cibo deve essere utilizzato soloper placare la fame, non come metodo per ottenere affetto. Gli animali non sono in grado di gestire in alcunmodo ragionevole il piacere derivante dall'alimentazione.

4. Non alimentate il cane subito prima di sedervi a tavola per mangiare voi al fine di evitare che venga ad accattonare il cibo. Ciò confonde l'animale, che certamente non chiede da mangiare perché ha fame, ma perché vuole assumere lo status di padrone condividendo il vostro cibo.

5. Dare al cucciolo degli alimenti differenti perché si senta a proprio agio sin dal suo primo arrivo.I primi giorni in una casa nuova sono decisivi. E' normale cercare di riprodurre un ambiente che il cucciolo riescaa comprendere. Non dovete modificare l'immagine che ha degli umani adulti. E' normale che quando arriva nonabbia il coraggio di mangiare e che manifesti un comportamento timido. E' anche importante imporre le regolesin da subito.

6. Usare piccoli bocconcini per stimolare l'appetito del cane verso la sua crocchetta.Ciò non ha alcuna utilità. Se il cane ha fame, mangerà la crocchetta. Altrimenti, esiste il rischio di farlo mangiarequando non ha fame, il che provoca un aumento di peso indesiderato. Inoltre, se continuate con questo ritualeaumentate il rischio che l'animale non accetti più le crocchette.

7. Farsi perdonare le vostre assenze e mancanze con dei bocconcini. C'è il rischio di ridurre la relazione cane-padrone ad uno scambio di cibo.

8. Ridurre la quantità di cibo e bevande per ragioni di pulizia. Si tratta di una tecnica comune che mette idesideri del padrone davanti alle necessità del cane. Ai cuccioli giovani si devono lasciare almeno quattro pastial giorno e l'accesso all'acqua fresca deve essere garantito sempre. C'è il rischio che una distribuzione irregolareporti a disturbi digestivi che influiscono negativamente sull'apprendimento.

9. Non preoccuparsi di un cucciolo che mangia molto di più delle indicazioni del produttore.Il consumo eccessivo può essere un segno di problemi del senso di sazietà, del comportamento (ipersensibilità-iperattività) o della digestione. Sarebbe bene non aspettare molto prima di parlarne con il veterinario.

10. Offrire una volta alla settimana un pasto fatto in casa. Questo esprime la mancanza di fiducia del proprietario negli alimenti preparati del commercio. Il proprietario teme che ci sia qualche carenza,o è preoccupato che il cane non sia felice. E' necessario discutere seriamente con lui per dimostrargli le qualità dietetiche degli alimenti preparati.

Per ottenere un certo tipo di comportamento attraverso l’addestramento, si raccomanda un sistemadi ricompense casuale. All’inizio, il comportamento desiderato deve essere incoraggiato e rinforzatosistematicamente con dei premi. Quando l’animale inizia regolarmente a produrre la sequenza richiesta, la ricompensa può essere alternata (una volta ogni due e poi ogni tre). Dopo un certoperiodo di tempo, è una buona idea passare a ricompense casuali, che permettano di ottenere il com-portamento desiderato e garantiscano che questo non scompaia quando non viene più rinforzato.

I proprietari insegnano inavvertitamente ai loro cani che possono mendicare a tavola impiegando ilmetodo della ricompensa alternata e poi smettendo di fornire un premio quasi totalmente, adottandocosì un modello di ricompensa casuale. È normale che il cane accattoni il cibo in queste circostanze,anche quando il proprietario praticamente non cede mai (Lorenz, 1978).

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Il comportamento bulimico in un cane può essere un’espressione di ansia. Mangiare può essere diventataun’attività di sostituzione.

Un Golden Retriever attivoLa terapia ricreativa fa parte del trattamento dei problemicomportamentali della dieta. Lo scopo è quello di aumentarel’attività esplorativa per ottenere un contesto emozionale positivo.

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4 - Patologia comportamentale e ciboProblemi relazionali

Il concetto della ritualizzazione del comportamento alimentare ci consente di comprendere lo sviluppodei rapporti in relazione al cibo per il cane addomesticato. Il rituale deve essere compreso come unaparte essenziale della relazione del cane con il padrone. Per mantenere il contatto con i nostri amici econoscenti lontani, almeno una volta all’anno cediamo al rituale di spedire una cartolina di auguri.

La prevalenza dei rituali aumenta quando la relazione cane-padrone si indebolisce e l’animaleinizia spontaneamente delle sequenze comportamentali simboliche. Ad un certo livello, questoaumento diventa un comportamento patologico di ricerca di attenzione (Overall, 1997).

I rituali dietetici sono chiaramente coinvolti e l’animale può adottare un comportamentodietetico che è contrario alle sue necessità primarie (fame e sazietà). Il cane può mangiareanche se è sazio per dimostrare la sua posizione o per compiere un atto rituale. D’altrocanto, può rifiutarsi di mangiare se le circostanze non corrispondono più ad un atto ritua-lizzato (Houpt, 1991). Questi comportamenti sono governati da forti motivazioni e nonsono facili da cambiare. Denunciarli non è sufficiente ad eliminarli. Esprimono il profondomalessere del cane, del proprietario e della loro relazione (Beaumont et al, 2003).

Ansia ed attività di sostituzione

L’animale può diventare ansioso a causa di problemi relazionali o per altre ragioni. La condizione portail cane a voler essere tranquillizzato più di un animale normale ed a cercare di massimizzare i propricontatti con i proprietari (può diventare impossibile lasciarlo da solo). La necessità di contatto (iper-attaccamento secondario) può rendere l’animale incapace di alimentarsi se i proprietari non sono piùpresenti (fino a morire alla fine per inedia). Inoltre, un cane ansioso tenterà di recuperare la propriastabilità emotiva attraverso rituali ripetitivi ad infinitum. Sfortunatamente, questi comportamentieccessivi automatici (stereotipi) perdono la propria funzione primaria e soprattutto il loro potere confortante. Solo un aumento considerevole di numero può compensare la perdita di questa funzione.La sequenza ritualizzata diviene gradualmente un’attività di sostituzione.

Se l’alimentazione fa parte del comportamento adottato dal cane per recuperare unatteggiamento calmo, ci si deve attendere un’ingestione sproporzionata di cibo ed unaumento di peso spettacolare.

Questo comportamento non può essere eliminato senza uno specifico trattamento ezio-logico (antidepressivi e ripristino di un ambiente socialmente adattato).

Animali malati

Spesso i proprietari tendono ad interpretare erroneamente la mancanza di appetito deiloro animali come un segno di malattia in via di sviluppo ed incoraggiano il cane amangiare anche se è in buona salute.

È vero che un animale malato – soprattutto se ha la febbre – presenta tipicamente una perdita dell’appetito. Questo comportamento è stato descritto come risposta di adattamento (Hart, 1990 & 1991).L’interleuchina svolge un ruolo nel comportamento demotivato dell’animale malato (Dantzer, 1999).Al contrario, non è sufficiente a spiegare una chiara mancanza di motivazione a mangiare senza una causa organica visibile, attribuendo alla malattia un’origine comportamentale. Questa diagnosiautomatica conduce spesso a trattamenti improduttivi.

Problemi relativi alla sazietà

La relazione del cane con il proprietario non è l’origine di tutte le malattie comportamentali. Alcunicani presentano anomalie di adattamento o possono anche soffrire di una malattia. Alcune di questecondizioni si esprimono attraverso problemi della sazietà.

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> Sindrome di ipersensibilità-iperattività (HSHA) bifasica

Nel peggiore dei casi, l’ipersensibilità-iperattività o la mancanza di autocontrollo è accompagnata daun’assenza di sazietà. L’animale diviene incapace di adattare il proprio comportamento ai messaggiinterni che riceve. La vista del cibo scatena l’atto di mangiare e la vista dell’acqua quello di bere. Ilcane smette soltanto quando è incapace di continuare oppure quando la sua attenzione viene attrattada eventi che lo ispirano maggiormente (Pageat, 1995).

Questi cani sono raramente obesi, perché spendono più energia di quelli sani. Spesso sono insonni ela loro ipersensibilità li porta a reagire con grande energia alla stimolazione. Le loro esigenze dietetichegeneralmente non sono affatto compatibili con le raccomandazioni dei produttori di alimenti com-merciali, che non sono mirati ad un simile dispendio di energia.

È raro che questo disordine si risolva senza il trattamento. Alla fine si sviluppa l’ansia, che modifica ilquadro clinico iniziale (Dehasse, 1996). Questi animali hanno difficoltà di apprendimento. È abbastanzararo che in questa situazione si instaurino dei rituali dietetici nella relazione cane/padrone.

> Dissocializzazione primaria e secondaria

La dissocializzazione è il risultato di cattive condizioni di sviluppo (Muller, 2000). Questo disordine puòessere primario quando è la conseguenza di carenze iniziali di maggiore entità e può essere secondarioquando è dovuto a condizioni sfavorevoli precoci e tardive (Arpaillange, 2000).

I pazienti presentano vari segni clinici, che si riducono ad una cattiva o persino inesistente conoscenzadelle regole sociali del cane. Per questi animali, naturalmente, i rituali dietetici sono assenti o frustranti.

Il cibo desiderato viene consumato e l’animale si batte con-tro qualsiasi ostacolo che gli impedisca di soddisfare questobisogno disperato. Questi cani arrivano talvolta a saltare sultavolo per rubare il cibo dal piatto del proprietario. Questacondizione presenta un’ampia gamma di gravità, dalla pessi-ma educazione al comportamento psicotico estremamenteviolento.

> Depressione

I problemi emozionali possono talvolta portare con sé deidisordini dell’umore. Il più noto è la depressione, che nelcane può essere acuta o cronica. La distinzione fra queste dueforme è incentrata sull’appetito e sul sonno. Sembra esistereuna correlazione fra questi due fattori.

Nella depressione cronica, il sonno aumenta mentre l’appe-tito diminuisce (Habran, 1998). Un appetito irregolare puòessere il primo segno di questo forma cronica.

La forma acuta è più allarmante: il cane smette di mangiare e dorme eccessivamente. Nei cuccioli, lacondizione rappresenta un’emergenza.

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Conoscere l’esistenza di disordini comportamentali

di questo tipo può aiutare il veterinario a dimostrare più pazienza per aiutare a

trattare questi difficili problemi.

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ConclusioniLo studio del comportamento dietetico va ben oltre i confini della nutrizione. D’altro canto, non è possibile sperare di riuscire a comprendere a fondo la nutrizione canina senza una buona conoscenzadel valore psicologico del cibo e dei pasti, sia per l’uomo che per il cane.

I clinici che affrontano i problemi legati al comportamento dietetico devono tenere in considerazionegli elementi del comportamento come segni clinici di malattia. La visita va utilizzata per identificarele manifestazioni correlate al cibo ed altre componenti per arrivare ad una descrizione sistematica dellamalattia.

La prescrizione dipende dalla malattia e deve comprendere tutti gli aspetti eziologici della stessa. Unaprescrizione esclusivamente sintomatica non avrà lo stesso impatto. Se deve essere efficace, la nutri-zione da sola deve essere mirata unicamente su alcuni dei problemi del comportamento dietetico e laprescrizione deve comprendere tutti gli aspetti psicologici ed organici.

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Informazioni Nutrizionali Royal Canin

In termini generici, l’assunzione delcibo si articola nella sequenza ripor-tata più sotto.

Le fasi di ricerca,identificazione e selezione

Il cane utilizza il proprio senso dell’olfatto per coglieregli aromi emessidal cibo e quellodel tatto per giudi-carne la tempera-tura. In questafase, è l’olfatto ilsenso più discrimi-

nante. Il cane possiede 70-200 milio-ni di recettori olfattivi, in confrontoa 5-20 milioni dell’uomo (Vadurel &Gogny, 1997).

Quando un cane fiuta, il flusso del-l’aria è di 1 l/sec, cioè 10 volte piùrapido della respirazione normale(Vadurel & Gogny, 1997).

L’acutezza olfattiva è massima quan-do il cane è affamato e diminuiscequando è sazio. Il senso dell’olfattodeclina con l’età.

La fase orale

A questo punto, il cane percepisce ledimensioni, la forma, la consistenzaed il sapore del cibo.

Il senso del gusto è incentrato sullepapille gustative di lingua, palato efaringe. I cani possiedono circa1700 calici gustativi, in confronto ai9000 dell’uomo.

I cani distinguono 5 sapori distinti:amaro, dolce, acido, salato e umami,che è il riconoscimento di un ami-noacido essenziale, il glutamato.Questi animali tendono a rifiutare isapori amari e ad essere attratti daquelli dolci. Occorre ricordare che icanidi selvatici mangiano anche fruttae bacche.

Il condizionamento comincia primadella nascita, quando il sistemagustativo del cucciolo inizia a funzio-nare appena prima del parto (Ferrel,1984). È sensibile a certe molecolepresenti nel cibo della madre, chevengono trasmesse attraverso la cir-colazione placentare e il liquidoamniotico (Thorne, 1995). Questaesposizione intrauterina influiscesulle preferenze future del cucciolo(Doty, 1986).

Fase di digestione

Se il cane associa sensazioni negativeall’ingestione di un cibo (ad es., se siammala subito dopo averlo mangiato)può sviluppare un processo di avver-sione che lo porta ad evitare questoalimento in futuro (Cheney & Miller,1997).

Punti chiavenell’analisi di:

La sequenza del comportamento dietetico

L’appetibilità di un alimento dipende dal modo in cui il cane lo consuma,

dato che ciò riflette la sua percezione delle qualità organolettiche del cibo.

Un alimento altamente appetibile verrà consumato con maggiore piacere,mentre uno non appetibile potrà essere

consumato meno o persino rifiutato. ©R

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CONFRONTO FRA LE PRESTAZIONI OLFATTIVE DEL CANE E DELL'UOMO(da Vadurel & Gogny, 1997)

Cane Uomo

Superficie della mucosa olfattiva (cm2) da 60 a 200 da 3 a 10

Numero di cellule recettoriali (milioni) da 70 a 200 da 5 a 20

Parte olfattiva dell'encefalo/encefalo totale 35 volte superiore

Soglia di rilevamento per certe molecole concentrazione 106-108 volte più debole

Il cane è naturalmente attratto daglialimenti con un elevato contenuto digrassi. Aumentare la quantità di questiultimi nel rivestimento delle crocchetteè il modo più semplice per incremen-tarne l’appetibilità, anche se questastrategia può essere controproducentedal punto di vista nutrizionale. Esisteil pericolo che un alimento ricco digrassi favorisca l’obesità se il proprie-tario non riesce a controllare diretta-mente le quantità somministrate.

Tanto più si cerca di limitare il conte-nuto di grassi, tanto più il gusto risultaimportante per l’appetibilità.Inizialmente i sapori erano limitati,fino a che non si è iniziato a produr-ne di nuovi con i metodi tradizionalicome l’idrolisi enzimatica e le reazionidi Maillard, che vengono utilizzatenella produzione dei biscotti. Unprogresso tecnologico ha permessolo sviluppo di una terza generazionedi sapori, con risultati ancora migliori.

L’effetto è notevolmente migliorato,dato che rappresenta la sinergia deidue tipi di sapori che erano utilizzatiin precedenza nel cane.

Il lavoro sui sapori consiste nelseguirne lo sviluppo nel tempo.L’appetibilità deve rimanere soddis-facente fino al termine limite di consumo indicata sulla confezione.

L’attenzione su:

I SAPORI DEL CIBO

1. Le reazioni di Maillard vengono usate per conferire il sapore a vari prodotti(caffè, gallette, carne arrostita, ecc..)

2. Gli idrolisati sono spesso ottenuti da proteine del pollameriscaldate e acidificate. Per ottenere l’autolisi proteica si utilizzano degli enzimi.

LE PRINCIPALI TECNOLOGIE UTILIZZATE PER LO SVILUPPO DI SAPORI

Imbrunimento del prodottoe formazione di sapori

Idrolisienzimatica

Peptidi

Proteineanimali o

vegetali

Zuccheri+Aminoacidi

Calore

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Informazioni Nutrizionali Royal Canin

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Bibliografia