Corriere vicentino marzo aprile 2015

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“Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza” - 0,42 E Copia omaggio / anno XVI / marzo-aprile 2015 Stampato su carta ecologica Vicentini nello spazio L’INTERVISTA Alessandro Preziosi LAVORARE alle Fiji NOTIZIE DAL distretto conciario vicentino

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Il mensile della provincia di Vicenza

Transcript of Corriere vicentino marzo aprile 2015

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Copia omaggio / anno XVI / marzo-aprile 2015Stampato su carta ecologica

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Sarà un momento esclusivo, un’espressione armonica di colori e profumi per un risultato speciale.

“Sarà la festa dei sogni. Il nostro impegno - spiega Genny Bozzolo organizzatrice di eventi e titolare dell’agenzia Il Veliero di Arzignano - è dare espressione ai desideri di chi ci chiede di occuparci del suo evento. Qualunque esso sia, un convegno, una festa aziendale, una serata a tema, un compleanno, una ricorrenza o un ma-trimonio”.

L’agenzia Il Veliero fa navigare i desideri nelle acque sicure di un’esperienza ventennale nella ristorazione e di una rete consolidata di contat-ti. Il capitano, Genny Bozzolo, qualificato mai-tre italiano, assicura fantasia e suggerimenti insoliti grazie ad una continua formazione e ad una particolare agilità nel cogliere le novità.Una festa è sempre possibile, con qualsiasi bud-get e partendo da una consulenza gratuita: “In questo momento iniziale noi capiamo la sensibi-lità e le esigenze di chi ci chiama, il cliente può cogliere la nostra professionalità”.

Il Veliero, con uno staff di oltre 100 collabora-tori, ha un’anima in movimento.

“Ora - continua Genny - ci stiamo attivando per offrire soluzioni anche on line, un modo veloce e immediato per capire che la festa si può fare e può essere indimenticabile. E poi la novità di un libro dove raccoglieremo le tante esperienze parte del nostro bagaglio e lo sterminato mon-do che ruota intorno all’organizzazione di un evento: sarà il racconto di un dietro le quinte intricato quanto basta per entrare in scena in modo incantevole”.

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i vive al lavoro gran parte della giornata ed è proprio il lavoro a

scandire ritmi e scelte della nostra vita. A meno che non svolgiate un’attività in completo isolamento, lontano da tutto e da tutti, la vita lavorativa presuppone uno stretto contatto di gomito con colleghi e colleghe, capi e subalterni con i quali, vo-stro malgrado, siete costretti a convivere.

Ma Paolo Del Debbio, voi, lo guardate? Io sì, sempre, non riesco a farne a meno. Ve-dermelo lì, strizzato in un completino scu-ro di tre taglie in meno con il pancione che esplode nella camicia bianca, stravaccato sul tavolino che gli serve da canapè mentre con l’accento imparato dai fruttivendoli di Lucca dà e toglie la parola neanche fosse Santoro, mi dà delle vibrazioni indescrivi-bili, mi concilia con la tv. La sua “Quinta colonna” è il riassunto per-fetto di come deve essere una trasmissione di successo: populista, faziosa, bugiarda, superficiale, incline a stimolare i peggiori istinti della bassa plebe, istigatrice di baruf-

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Ecco che diventa fondamentale il rispetto delle elementari regole di “vicinanza” per non rendere oltre modo un incubo dovere respirare la stessa aria per parecchie ore al giorno. Dall’uso morigerato di profumo all’oc-cupazione abusiva delle superfici altrui, dal tono di voce nelle comunicazioni via cavo o via etere al consumo di cibo, tutto richiede una civile reciprocità e soprattutto rispetto. Se proprio non sopportate quel

penetrante Paco Rabanne con cui il vostro vicino si inonda la mattina, fate-lo presente, con i dovuti modi. Non alimentate la rabbia nutrendovi gior-no dopo giorno di sop-portazione. Così come se la vostra collega è regolare nel farvi la telecronaca attimo per attimo della se-

rata appena trascorsa, sarà il caso di ricorrere a tutto il vostro savoir-faire per farle sapere che... non s’ha da fare!

fe a suon di insulti, diseducativa, pericolo-sa: insomma, tutto quello che ci vuole per fare spettacolo di questi tempi.Poteva il benzinaio con la doppietta Gra-ziano Stacchio sfuggire al nostro attento conduttore? Certo che no, come testimoniano le deci-ne di puntate tramesse in diretta da Nanto (da Nanto!) con la Danielona Santanchè ad augurare la morte a tutti i giostrai del-la Riviera del Brenta e loro a replicare con un’intervista nel quale i “porchi” erano più frequenti delle parole e il biiip acustico non riusciva a nasconderli.Questa è la televisione che ci piace!

gianfrancorner

gianfranco sinico

li anni e gli amici che se ne vanno mi invitano a meditare sulla vec-chiaia, verso la quale sto correndo a piccole allegre falcate. Mi guardo

rare volte allo specchio, che mi rassicura sul fatto che nessuna donna farebbe follie per portarmi sotto le sue coltri. Però non cambie-rei minimamente il mio tempo, i miei sogni, la mia famiglia per un cespuglio di capelli in più o per venti chili di ciccia in meno. In-vecchiando, sono diventato più tollerante e meno critico con me stesso: sono diventato mio amico. E andiamo d’amore e d’accor-do. Perché riporre in freezer questa squisita crema al pistacchio? Fammela finire. La ac-compagnerò con un prosecco. Quale dotto-re? Oggi mi va così. Perché non mi rifaccio il letto? Potrei rispondere perché non ci viene nessuno(a). In realtà è che mi va così. Sono disordinato? Può darsi, ma ho visto troppi cari amici lasciare anzitempo questa valle di lacrime senza aver raggiunto la grande libertà che nasce dalla vecchiaia. Chi può sgridarmi se sto a leggere o a strimpellare al computer sino alle quattro del mattino? Chi osa proces-sarmi se mi alzo giusto per l’aperitivo? Sono distratto? A dire il vero mi dimentico tante cose, anche importanti. Ma nella vita ci sono delle cose che devono essere dimenticate. Le risate delle signore scivolano fra i miei pochi capelli, s’incuneano nelle mie rughe e vanno a perdersi nell’incolta boscaglia della mia barba bianca. Non scalfiscono minimamente i baci ancora depositati sulle mia labbra e sulla mia pelle da chi ho amato e da chi amo. E poi alla naturale canizie si aggiunge il tacito diritto di dire e fare qualche vaccata. Ed ora lasciatemi mangiare in pace il mio gelato al pistacchio. Grazie.

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n paese che non educa alle diffe-renze è un paese malato. Quali dif-ferenze? Per esempio quelle che ci

sono fra una relazione omosessuale e una eterosessuale. Dire che sono la stessa cosa è un chiaro sintomo di differenzofobia. Basta considerare l’atto sessuale: nel pri-mo caso, anche senza “protezione”, non si rischierà mai il gonfiarsi di un pancione; nel secondo, invece, sì, incredibilmente può accadere che in seguito all’atto si gon-fi un pancione - quello della donna. Potrà sembrare assurdo, ma in sostanza una vita umana viene fuori così. E una vita uma-na, in teoria, non è un dettaglio. Quindi

una luminosa giornata di prima-vera, dai finestroni del capannone rassicuranti raggi di sole scaldano e

inteneriscono i cuori degli assonnati ope-rai. Cammino leggero con le mani in tasca, fischiettando Take Me To Church e riflet-tendo sui grandi temi dell’esistenza in atte-sa dell’inizio dell’attività. D’altronde l’ago-gnato traguardo della pensione occhieggia da distanze non più siderali, ancorché lon-tane. È una luce tenue ma percepibile e no-nostante il passare degli anni e dei governi sposti sempre più in là il traguardo, m’illu-do di avvicinarmi passo dopo passo anche se la prospettiva è invecchiare tra queste mura fino a un’età un tempo impensabile. Improvvisamente mi incupisco pensando che quand’ero giovane le persone della mia attuale età si accomodavano sulle panchine del parco di fronte alle Poste in attesa di ri-tirare la meritata pensione. Eh già. Adesso mi pare come di sentirle sghignazzare alle mie spalle, forse mi indicano con il dito e dicono “guardalo, poverino”. Devo as-solutamente scacciare questi cupi pensieri e trovare motivi di conforto in quella che mi appare improvvisamente una situazio-ne intollerabile, ed eccolo lì: giovanissimo, appena sfornato dalle scuole professionali, vestito da giovanissimo, pettinato da giova-nissimo, sorride da giovanissimo con quel giusto grado di incoscienza di chi, essendo giovanissimo, non sa a cosa sta andando incontro. Mi avvicino calcolando a spanne che lui andrà in pensione tra circa 50, 55 anni, gli passo accanto guardandolo con un sorriso enigmatico e gli faccio pat pat su una spalla. Lui mi guarda e non capisce.

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PensioneFantasma

alBerTo faBris

giuseppe signorin

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un paese che educa alle differenze non è un paese che legifera contro le differenze, affermando così che le due relazioni sono uguali, quando uguali non sono, con la conseguenza di aprire a scenari ingegneri-stici in cui le vite umane si producono in laboratorio, come oggetti. E su questo, per quanto io mi vesta piuttosto da sfigato, la penso come Dolce & Gabbana.

big dello sport, come tutti i big, non hanno bisogno d’avvocati d’ufficio quando hanno qualche problema in tribunale. Mi per-

metto comunque di spezzare una lancia a favore di Carolina Kostner, una delle atlete copertina dell’Italia. La pattinatrice altoa-tesina s’è beccata 16 mesi di squalifica dal Coni in primo grado con l’accusa d’aver “coperto” il suo ex fidanzato, Alex Schwa-zer, positivo al doping. Lei sostiene di non aver mai sospettato quello che stava succe-dendo, anche se non ha reagito mollando

subito il marciatore azzurro, ha aspettato del tempo. Era innamorata cotta di lui e questo le ha tolto un po’ di lucidità: ma la pena è sproporzionata, quasi fosse stata colta lei in fallo (Schwazer ha preso 3 anni e mezzo). Nel Paese dove un tempo i delitti passionali erano praticamente derubricati, dove si può far credere di possedere un appartamento al Colosseo o a Montecarlo a propria insaputa, lapidare Carolina mi sembra fuori luogo. Ma lasciamo che la giustizia faccia il suo corso, come dicono i politici.

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ultima, eclatante sparata è di alcuni mesi fa, quando un deputato (!) della Repubblica ha affermato che lo sbarco sulla Luna altro non fu che “una farsa”. Si potrebbe liqui-dare il tutto come un colpo di sole, ma indagando si sco-

pre che i sostenitori di questa balzana teoria sono un bel drappello, nonostante i quasi 46 anni passati e il numero schiacciante di prove disponibili. Davvero c’è chi crede che gli Stati Uniti abbiano creato una messinscena (anzi 6 come gli allunaggi) coinvolgendo centinaia di migliaia di persone tra lavoratori e progettisti, per di più sotto il naso dei servizi sovietici? Non basta? Le immagini raccolte da diver-se sonde (non statunitensi) confermano le aree di tutti gli allunaggi. Inoltre durante le missioni Apollo gli astronauti hanno posato sulla superficie lunare particolari specchi che ancora oggi ci permettono di misurarne con precisione la distanza, risultato? La cara Luna si allontana da noi di 38 millimetri all’anno…

La FreGatUra deL mestoLo

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ecolari movimenti hanno tentato di scardinare la donna dal ruolo di massaia tra le quattro mura, ma poi il me-stolo e l’intera bibliografia di Benedetta Parodi nel lasso di tempo del suo cotto e mangiato, quindi poco, hanno

mandato a farsi bened(ett)ire tutto il sudore e i peli non depilati per protesta. Se le femministe sognavano scambi di porno tra le don-ne, oggi i traffici illeciti sono per l’ultima ricetta con il radicchio, mentre i dubbi esistenziali che affliggono le menti “parodiane” sono del tipo: quant’è un pugno di riso e, soprattutto, di chi è il pugno? Un giorno sforneranno il brasato perfetto e lo serviranno al marito: “Oh, grazie mille mamma!”. “Ma io sono tua moglie!”. Con gli scambi di porno tutto questo non sarebbe mai successo.

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Nome Maria Giulia MarchioriEtà 23 anniVive a Camisano VicentinoLavoro Modella, organizzatrice d’eventiSituazione sentimentale FidanzataAspirazioni Fondare un’agenzia di modaCibo preferito Tartare di tonno Bye Bye LUna

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sorpassarti, ma hai molto più fiato di me.

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i l noTaio il d ieTologo lo ps icologo

aGevoLazioni FisCaLi Per La Prima Casa?

Come ritornarein Forma?

teraPia di CoPPia: anChe da soLi?

Si può usufruire delle agevolazioni pri-ma casa anche quando si è titolari di al-tre case, purché si posseggano i requisiti richiesti. In primo luogo, è necessario essere residenti nel Comune in cui l’a-bitazione è ubicata oppure ottenere la residenza nel Comune dove l’immobile è ubicato entro diciotto mesi dall’ac-quisto. Inoltre non si devono avere altri immobili nel medesimo Comune in cui si intende acquistare. Bisogna, poi, non essere titolari di altri diritti su altra casa di abitazione acquistata con le agevola-zioni in oggetto. La casa di abitazione oggetto di acquisto deve essere stata ac-catastata in una categoria diversa dalla villa e/o castello. Importantissimo, poi, è stare attenti a non perdere le agevo-lazioni fiscali accordate; per evitare che queste vadano in fumo e si paghino le relative sanzioni, non si devono vende-re gli immobili acquistati con l’agevo-lazione per cinque anni dall’acquisto, a meno che, effettuata la vendita del det-to bene nei cinque anni dall’acquisto, non si proceda al riacquisto di un’altra prima casa entro un anno.

Estate tempo di sole, vacanze e... diete.Come ogni anno è iniziata la consueta rincorsa primaverile alla forma smarrita! L’educazione alimentare ritorna come buon proposito con le sue indicazioni per piacere e piacersi in buona salute. Spesso chi chiede una dieta è convinto di conoscere cosa fare per star bene, ma purtroppo non è così e gli errori sono sempre gli stessi:- colazione frettolosa e senza carboidra-ti;- pranzo veloce (magari solo pasta) sen-za proteine;- cena spesso troppo abbondante. Credo sia evidente che dedicare del tempo alla tavola è salute, è socializza-zione, è curare il nostro corpo.Oggi i ritmi di vita sono pressanti, ma sta a noi dare delle priorità, quindi ini-ziamo rinunciando magari a dieci mi-nuti di sonno per concederci una bella colazione seduti con chi ci ama.È solo un inizio, ma se ce lo imponia-mo, diventerà forse il più bel momento della giornata.

La risposta è sì. Una larga parte dei problemi di coppia possono essere affrontati lavorando con uno solo dei due partner o alternativamente con l’uno e con l’altro. Anche uno solo dei due membri della coppia potrà quindi rivolgersi a uno specialista senza neces-sariamente dover coinvolgere il partner nella decisione. Se è vero che le tera-pie di coppia prevedono la presenza in seduta di entrambe i partner, è altresì vero che la terapia “per” la coppia può prevedere momenti nei quali sia possi-bile o addirittura preferibile realizzare degli incontri separatamente. Chi vive una situazione problematica o spe-rimenta una difficoltà, potrà quindi chiedere aiuto allo specialista senza l’accordo del partner o addirittura senza coinvolgerlo. Sarà poi il profes-sionista, esaminando a fondo il tipo di problema e la situazione presentata, a valutare se sarà possibile condurre la relazione di aiuto con uno solo dei due membri, o se sarà invece necessario coinvolgere il partner in qualche modo e almeno in qualche fase del percorso.

rosella ManfrÈ dr. claudio TrainoTTiMarco pagliai

Mensile d’informazioneRegistrazione del Tribunale di Vicenza n° 965 del 12-01-2000 -

Bericaeditrice s.r.l.

Direttore Responsabile Stefano Cotrozzi. Vicedirettore Nicoletta Mai. Caporedattore sportivo Stefano Canola. Redazione: Guido Gasparin, Giuseppe Signorin, Francesco Meneghini, Mario Piotto. Editorialisti Lino Zonin, Alberto Fabris, Elisabetta Badiello, Gianfranco Sinico, Luisa Nicoli. Art director Alessandra Peretti. Grafico Amos Montagna. Copertina foto di Ivo Peretto

Stampa: Cora Print Srl - Trissino (VI)

Redazione e Sede legale Piazza Campo Marzio, 12 - 36071 Arzignano (VI) tel. 0444 450693 fax 0444 478247 e-mail: [email protected] la pubblicità:Alberto Faccin335 5319350 Alex Bertacche349 5183614Federico Hanard 335 5293582

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A partire da questo numero, come annunciato lo scorso mese, pubblichiamo una pagina dedicata alle notizie del passato, iniziando dal primissimo anno.

Era dicembre del 2000...

La sezione A.N.A. di Vicenza conta più di 130 gruppi e oltre 20 mila iscritti e, con queste cifre, risulta una delle più rappresentative d’Italia. Il presidente provinciale degli alpini dal 1998 è Ruggero Rossa-to. Al primo sguardo lo si potrebbe facilmente im-maginare nei panni del corazziere: il portamento, la stretta di mano sicura, la parlata schietta e senza incertezze rivelano un carattere aperto, vivace e infatti, non appena la discussione tocca il tema dell’abolizione della leva, Rossato si appassiona. La riforma della legge sul reclutamento è già stata votata e approvata con larghissima maggioranza da entrambe le Camere e nel giro di sette anni dovrebbe entrare effettivamente in vigore. Il futu-ro sembra perciò segnato. Rossato ci spiega che “l’A.N.A. è stata l’unica associazione d’Arma a schierarsi apertamente e fin da subito contro que-sta legge, perché riteniamo che sia un aggiramento di un dovere costituzionale”.“Gli Alpini rischiano di scomparire - continua - e così la nostra fonte di ricambio si esaurirà. Noi pensiamo che gli alpini siano una forza interna che debba essere preservata: abbiamo una versatilità d’impiego che difficilmente si riscontra in altri cor-pi. Una nostra diretta emanazione, la Protezione ci-vile, è un chiaro esempio dello spirito alpino, che si crea prestando servizio e che vuol dire collaborazio-ne, solidarietà, impegno: valori che si concretizzano anche in questi giorni negli interventi d’emergenza

“Non ammainiamo la penna!”Scetticismo nell’ambiente degli al-pini per la riforma della leva che rischia di farli scomparire. Ma il gruppo è compatto...di Matteo Molon e Silvia Castegnaro

in Val d’Aosta, Piemonte e Liguria. Ci aspetta un esercito di soli volontari professioni-sti e retribuiti. [...]Ma ritiene che l’esercito sia ancora necessario? Per capirlo bisogna fare una premessa e porsi una domanda: riusciremo a vedere la pace planetaria tra breve? A malincuore devo dire di no! Se ci fosse la pace, sarei il primo a dire che un esercito sarebbe inutile, anche perché si parla sempre di un eser-cito di difesa. L’internazionalizzazione dei conflitti ha portato a far sì che anche le guerre che hanno per teatro paesi geograficamente lontani da noi, in realtà ci tocchino da vicino e rendano necessario un nostro intervento, attraverso i contingenti delle forze di pace dell’Onu. I punti di crisi sono molti e polli come Milosevic, sfortunatamente, ne nasce-ranno sempre.

Falsi scoop sulla nostra pelleGuido Maran, un anno dopo. Una riflessione sulla difficoltà di conci-liare obiettività e diritto di crona-ca.di Gianmaria Pitton

Vi ricordate di Guido Maran? Un ragazzo normale, normalissimo. Un ragazzo con molte fortune nella vita: nato in un contesto economico e sociale ricco; vissuto in una famiglia unita, che gli voleva bene; inserito in un luogo di lavoro sano, dove era stimato ed apprezzato; amici sinceri con cui trascorrere il tempo libero, con cui confidarsi. Un ragazzo come tanti.Guido è morto un anno fa, per cause del tutto natu-

rali (come gli esami successivi hanno accertato in via definitiva), in una discoteca. Un referto medico stilato forse con superficialità ha acceso il sospetto che dietro la morte del ragazzo ci fosse la droga, oppure l’alcol, o entrambi insieme. E’ bastato que-sto perché la notizia del decesso di Guido Maran rimbalzasse sulle cronache locali e nazionali, di-ventando un tipico esempio del binomio “droga & discoteca”, quando l’argomento imperava su tutti i giornali e le televisioni. Perché notizie di questo genere sono davvero succulente per una redazio-ne: un ragazzo morto in discoteca, “forse” (che poi diventa “quasi”, anzi “certamente”) per overdose. Che c’è di meglio per imbastire pagine e pagine di giornale, ore e ore di riprese televisive, passando al setaccio la vita del ragazzo, della sua famiglia, del circondario? Da una parte i giornalisti ad assediare la casa e l’esistenza della famiglia Maran, bran-dendo taccuini e telecamere come altrettante armi puntate nel nome del diritto di cronaca; dall’altra i politici e i tuttologi di professione a sdottorare sulla necessità di “fare qualcosa”, di “prendere provve-dimenti” contro la “piaga della droga”. E in mezzo, i parenti e gli amici di Guido, a gridare inutilmente la sua innocenza; loro, gli unici a conoscerlo davvero, gli unici a non essere ascoltati.Poi la notizia che fa fare marcia indietro a tutti: le analisi di laboratorio confermano la versione del-la famiglia, Guido non aveva preso nulla, la sua morte poteva accadere ovunque, in ogni momento. La notizia viene data, ma “ovviamente” con molto meno risalto, e non è certo sufficiente per rimediare alla sistematica demolizione della vita del giovane operata fino a quel momento. Si spengono le teleca-mere, i taccuini vengono chiusi, e la famiglia rima-ne con una “collezione” enorme di pagine, articoli, ritagli, registrazioni, cassette che fanno a pezzetti la vita di un normale ragazzo qualunque, in nome del “diritto di cronaca”. Ad un anno di distanza il clamore della vicenda (non il dolore di familiari ed amici) si è sopito, ma quello di Guido Maran non è un caso isolato. [...]

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Questo è l’anno del passaggio del settore al mercato libero, ma nel frattempo gli ultimi col-pi delle temute quote latte seminano il panico tra gli allevatori vicenti-ni. Un imprenditore di Grisignano di Zocco si è tolto la vita dopo aver ri-cevuto la notifica di una multa da 4 milioni di euro accumulati in 15 anni e la bufera a livello provinciale è tutt’al-tro che passata. La stangata sulla nostra re-gione è stata quantificata in 180 milioni di euro, con 401 aziende sanzionate per ecces-so di produzione rispetto ai limiti assegna-

ti, su 3662 produttori. Di queste, sono 153 al momento le vicentine multate, per un totale di 71 milioni di euro. Ora la questione è finita sul tavolo della Corte Euro-pea dei diritti dell’uomo, mentre spunta una sen-tenza che parla di “erro-re contabile” sui numeri

di produzione. Al momento infatti non si spiega la discordanza riscontrata nelle stime degli ultimi anni, che indicherebbero una sovrapproduzione anche a dispetto del 43% di latte importato dall’estero per rispondere al fabbisogno del nostro Paese.

Il migliore degli antifurti? Il lavoro. Lo ha te-stato in prima persona un notaio vicentino, alla sua scrivania tra carte e fascicoli mentre dal terrazzino un gruppetto di ladri si stava dando da fare per entrare nello studio. Pic-colo particolare: erano le 5 del mattino. Sta-chanov 1 - Lupin 0, e chissà quanto ci sono rimasti male! Ma il colpo di genio arriva adesso: uno di loro, ferito nell’operazione, è andato poi al pronto soccorso per farsi cu-rare. “Mi sono fatto male facendo un furto” ha dichiarato candido. È partita la denuncia.

I genitori morti, il lavoro precario, una grave malat-tia... tutte fandonie con cui “Gloria” - così gli aveva detto di chiamarsi - ha fatto leva sul buon cuore di un 54 enne vicentino cliente del night dove faceva la ballerina. Il nostro le ha così staccato un assegno dopo l’altro per mesi, finendo per bruciare 50mila euro. Quando ha scoperto che in sua assenza lei an-dava vandandosi del colpo messo a segno, ha intuito che qualcosa non tornava e si è rivolto alla Polizia.

Spunta l’ipotesi di un complotto dietro alla strage costata la vita a suor Olga Raschietti, missionaria di Montecchio Maggiore uccisa in Burundi assieme a due consorelle lo scorso settembre. Lo rivelereb-be l’inchiesta di un giornalista finito in carcere e da poco rilasciato, proprio a seguito delle sue indagini. Le religiose volevano denunciare il traffico di medi-cinali e preziosi coperto da polizia, regime e servizi

segreti. Sul caso insomma le ombre si infittiscono.

quote latte, È caos

-di Mario pioTTo-

Un mese dinoTiZie in Breve

voyeur, ma non troppo

amore con InGanno

stachanov vs lupIn

suor olGa, IpotesI DI complotto

“State attenti ladri, che vi guardo”. Questa la scritta che una pensionata vicentina di 67 anni ha affisso davanti casa indicando la tele-camera - in realtà finta - che aveva installato sul muro per spaventare possibili malinten-zionati. Giusto per capire il personaggio. Il problema però è che il dispositivo sembrava puntare a raggio un po’ troppo ampio, e alla vicina, ignara che si trattasse di un giocatto-lo, mica andava tanto giù l’idea di finire nel personale grande fratello dell’altra, con cui non corre buon sangue, per usare un eufe-mismo. È scattata la denuncia per violazione della privacy, caduta una volta svelato l’arca-no dell’inutile gingillo. Finita qui? Macchè. La pensionata ha avanzato denuncia a sua volta... per calunnia. Così, tanto per dare un po’ di lavoro al tribunale.

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Cose deLL’aLtro mondo

Occhio all’autovelox “precisino” di Piove di Sacco. Ne ha fatto le spese un automobilista vicentino, pizzicato a correre a 75 “virgo-la uno” chilometri orari, con un massimo tollerato di 75. “Ho sbagliato e pagherò - ha detto - anche se ci vorrebbe un po’ di buon senso nell’applicare la legge”. Becco e bastonà, con la multa che ammonta a 46 euro... virgola uno. Ma allora ce l’hanno con lui.

Nessuno le ha dato risposte convincenti e così ha deciso di occupare il Municipio. Mi-rella Gobbo, 89 anni, ha tenuto sotto scacco i dipendenti del Comune di Arcugnano per 9 ore, pretendendo risposte chiare in merito a una presunta “invasione” di un progetto approvato dall’amministrazione in un’area di sua proprietà. “Voglio andare fino in fon-do” ha ripetuto come un mantra ai basiti funzionari, costretti a sera inoltrata a chia-mare i carabinieri, che l’hanno riaccompa-gnata a casa. Il resto alla prossima puntata...

In tempi di vacche magre tutto fa brodo in tema di risparmio e il Comune di Vicenza ha scoperto... l’acqua calda. Togliendola. Boiler spenti in tutti i palazzi istituzionali, con buona pace degli eterni freddolosi, lì per interminabili minuti in inutile attesa con le mani sotto al rubinetto aperto a chiedersi cos’è che non funziona. Apriti cielo - o forse meglio, “gelo” - tra i dipendenti comunali, che hanno subito allertato i sindacati. Ma si consolino: l’estate è prossima e con i con-dizionatori adesso nel mirino dei prossimi tagli, una doccia fredda così finiranno per augurarsela, in senso letterale.

eccesso... con vIrGola Il rIsparmIo venuto Dal freDDo

nonna D’assalto

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efinirlo una specie di “condi-zionatore satellitare” in effetti può suonare quasi blasfemo ma rende l’idea di quello che hanno

inventato. E ci perdoneranno se noi siamo un po’... terra terra, ma alla fine quelli del-lo spazio sono loro, gli otto giovanissimi studenti universitari vicentini che hanno dato vita al progetto Pola-ris, per il controllo termico attivo dei veicoli spaziali. Abbiate fede, tra poco spieghiamo meglio di cosa si tratta. Intanto va detto che a credere in loro è stata l’Agenzia Spaziale Europea (la ESA) che ha selezionato l’idea tra oltre cento al-tre proposte arrivate da università di tutto il contintente. “In effetti è stata una bella soddisfazione - conferma Matteo Zorzan, 23enne di Brendola e tra i “papà” di Polaris - anche perché abbiamo lavorato davvero come parte dell’agenzia per tutta la durata della sperimentazione, a stretto contatto con i loro esperti”. Un’i-dea partita da una prima semplice consi-

vicentini nello spazio

derazione: oggi la temperatura all’interno dei satelliti viene fissata come parametro a priori, “cosa che - chiarisce Matteo - fun-ziona fino a che il dispositivo non incontra variabili non prevedibili all’esterno, come le condizioni atmosferiche di un pianeta, che dipendono da migliaia di fattori. Po-

laris è un radiatore che invece può tenere la temperatura costante, ‘dialogando’ elet-tronicamente sulla base di questi cambia-menti e senza dispendio energetico”. Mesi di lavoro prima di presentare il prototipo, lanciato con un pallone stratosferico a 30 km di altezza a partire dalla base svedese a

Kiruna, a fine 2014. “Abbiamo raccolto le indicazioni che ci servivano, in una condi-zione simile a quella che si può registrare in spazio aperto. È andato tutto secondo le previsioni e quindi siamo molto felici e fiduciosi. Il ciclo dei test è finito e adesso la speranza è che il sistema venga presto spe-

rimentato su una missione più gros-sa”. Un futuro che dunque promette speranze stellari per Polaris, anche se Matteo resta con i piedi per terra, in senso letterale. “Fin da piccolo ero un appassionato di astronomia, mentre oggi in qualche modo lavoro per gli astronomi. Lo spazio ha aperto mondi del tutto nuovi, ma non così lontani a noi sulla terra. Pensiamo all’impor-tanza dei satelliti nelle telecomunica-

zioni, nelle previsioni meteo, nei gps... Mi piace l’idea di poter dare degli strumenti. La cosa che spesso poi la gente dimentica è che per ogni Cristoforetti lanciata nello spazio un’intera squadra è al lavoro su pro-getti magari lunghi anche 20 anni”.

d

dagli studenti universitari che collaborano con l’esa alla ricercatrice in Finlandia.storie di vicentini che puntano lo sguardo in alto e pensano in grande.

il polo d’eccellenza di marana e i misteriosi avvistamenti nel cielo.di Mario Piotto e Guido Gasparin

uniVersitari in orbita

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sempre più in alto

L’osservatorio di Marana di Cre-spadoro diventerà il più im-portante centro divulgativo in campo astronomico dell’intero

Nord Italia? È molto probabile, se non certo. Sta infatti per partire un ambizio-so progetto di ampliamento del punto di osservazione situato a 802 metri sul livello del mare creato nel 2008 grazie alla sinergia tra Comune, Regione e l’associazione Cieli Perduti, che da allora si occupa della gestio-ne della struttura.L’osservatorio si chiamerà MASEC (Ma-rana Space Explorer Center) e occuperà una superficie quadrupla rispetto all’attua-le, come spiegano il direttore Ivo Peretto e il segretario di Cieli Perduti Carlo Negri. Una spesa complessiva di 1 milione e 250 mila euro - finanziata grazie ai fondi ODI per i Comuni confinanti con il Trentino - per realizzare una nuova cupola per l’os-servazione destinata al pubblico, un plane-tario attorno al quale verrà creato il museo dell’astronautica “Rocco Petrone” (dedi-cato al direttore del Programma Apollo della NASA), una nuova sala conferenze e ad-dirittura una sala in cui sarà riprodotto il suolo lunare su

cui si muoverà un piccolo rover – riprodu-zione di quello utilizzato sulla Luna – co-mandato a distanza.Insomma, un vero e proprio gioiello inca-stonato tra i monti di Marana che punta a diventare un tempio per chi vorrà scoprire i segreti dello spazio e la grande avventura della sua conquista da parte dell’uomo. A progetto ultimato, l’attuale cupola di osser-vazione sarà dedicata unicamente all’attivi-tà di ricerca degli astrofili di Cieli Perduti, che in questi anni è stata un po’ sacrificata appunto per dare spazio alla divulgazione, agli eventi scientifico-culturali e alle visite del pubblico. La cupola sarà dotata di un nuovissimo telescopio con un diametro di 50 centimetri (contro gli attuali 36), che consentirà un notevole balzo in avanti nella qualità e nell’accuratezza delle osservazioni della volta celeste.Anche il museo, attualmente allestito in una piccola sala, sarà ampliato con nuovi pezzi e modellini, che si aggiungeranno a piccoli tesori già presenti, come il fram-mento di pellicola che era presente nella fo-

tocamera di Neil Armstrong quando sbarcò sulla Luna

(solo 30 pezzi al mondo) o il pezzetto di scudo termico dell’Apollo 11 (ce ne sono soltanto altri 49 al mondo).Se oggi l’osservatorio di Marana registra 3.000 ingressi all’anno, si può facilmente immaginare il boom di afflusso previsto fra un paio d’anni, quando saranno ultimati i lavori di ampliamento.Ad alimentare questo importante progetto, che potrà avere importanti ricadute turi-stiche ed economiche sull’intera Valle del Chiampo, è la grande passione che anima gli astrofili di Cieli Perduti. Un’avventura, la loro, iniziata nel 2005 con il gruppo di ricerca sulle stelle variabili, poi conflui-to nell’Unione Astrofili Italiani, e passata per vari altri progetti, tra cui, da ultimo, il progetto Digital Sky Gallery, una galle-ria fotografica dei più bei oggetti del cielo, immortalati con macchine digitali reflex di livello medio-elevato e successivamente elaborati con software dedicati.L’osservatorio di Marana si appresta dun-que a diventare un polo di eccellenza per tutto ciò che fa conoscenza e divulgazione dei segreti dello spazio. È proprio il caso di dirlo: gli astrofili puntano lo sguardo verso

l’alto e alte sono an-che le loro ambizioni.

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ra il 2004 quando Laura Porti-nari, dopo la laurea e il dottorato in astronomia all’Università di Pa-dova e un incarico di post-dotto-

rato a Copenaghen, decise di trasferirsi in Finlandia e precisamente a Turku, antica capitale dello stato nordeu-ropeo. Una scelta di vita dettata sia dal cuore – a Copenaghen conobbe il marito finlandese – sia dalla gran-de passione per i misteri dello spazio.Originaria di Arzignano, Laura Portinari è stata ricercatrice all’Uni-versità di Turku e ha lavorato all’Os-servatorio di Tuorla, a 12 chilometri dalla sede universitaria. Si è occupata di evoluzione chimica delle galassie e di sistemi stellari. Ora sta vivendo un anno sabbatico, ma in attesa di un nuovo incarico vive ancora in Finlandia. L’abbia-mo raggiunta al telefono.Cosa si intende per evoluzione chimica

delle galassie?Le galassie sono grandi insiemi di stelle, le quali evolvono singolarmente in luminosi-tà, colore e modificando la composizione chimica dell’ambien-

te circostante. I miei studi sono stati dunque orientati all’interpretazione dell’evoluzione delle ga-lassie viste come sistemi stellari. Ho quindi studiato le proprietà delle stelle vicine, per poi applicarle alla comprensione delle ga-

lassie più lontane da noi.I suoi studi possono avere applicazioni pratiche?In realtà io mi sono sempre occupata di te-

oria, per l’amore dello studio e della sco-perta. Per la ricerca osservativa vengono usati telescopi ad altissima tecnologia e, visti gli altissimi costi, questo è possi-bile soltanto tramite i grandi consorzi internazionali. I dati sono poi a dispo-sizione dell’intera comunità scientifica, per affinare i modelli interpretativi e raggiungere nuovi risultati scientifici.Come si trova in Finlandia?La Finlandia è un paese molto orga-nizzato, con uno stile di vita tranquil-

lo e regolare, anche troppo perfino per la mia indole. Dopo il dottorato cercavo un luogo in Europa in cui proseguire i miei studi e la Finlandia dava ampie prospettive. Ora spero di ottenere un nuovo incarico per proseguire le mie ricerche.

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registrato una decina di avvistamenti di og-getti provenienti dal veronese e poi spintisi fino all’Ovest Vicentino. Se consideriamo episodi ancora più recenti, sono del settem-bre 2014 due filmati dello stesso oggetto ripreso a Colognola ai Colli, sempre nel veronese, e poi visto allontanarsi proprio verso l’Ovest Vicentino. La segnalazione proviene da due operai impegnati in un cantiere: l’oggetto non aveva ali o eliche, non emetteva rumori e aveva movimenti e cambi di direzione velocissimi.Come sono le statistiche degli ultimi anni?Ogni anno fa statistica a sé, perché cambia-no le concentrazioni locali. Tra il 2011 e il 2012 le maggiori concentrazioni sono state registrate nell’Alto Vicentino, tra il 2012 e il 2014 nel Veronese, con code nell’Ovest Vicentino. In generale, però, possiamo dire che in Veneto gli avvistamenti di anno in anno sono pressoché costanti.Cosa si può concludere?Sarebbe interessante capire come mai gli av-vistamenti si concentrano di anno in anno in zone diverse della nostra regione. È un fenomeno che ancora non sappiamo spie-garci.Ma è in generale il mistero degli Ufo a la-sciare aperti ancora moltissimi punti inter-rogativi.

il grande mistero8 luglio 2002Fra Montecchio e Altavilla Vicentina un testimone osserva per due minuti con un binocolo un oggetto volante: ha due grossi fari frontali con cui illumina verso il basso e sei file di luci multicolo-ri. La pianta è quadrata. Lateralmente nella parte caudale, due cerchi di luci multicolori girano sul bordo esterno. L’oggetto è grande come un campo da calcio e ha una velocità stimata dal testimone di 900 Km/h tra i 5/600 metri di quota. Rumore nessuno.

26 ottobre 2012A Montecchio Maggiore un passeggero di un pullman assiste sbigottito al sor-volo a bassa quota di una sfera bianca luminosa e velocissima che si perde die-tro le colline. Il suo moto è regolare e rettilineo in orizzontale.

11 febbraio2006Nella zona di Montecchio Maggiore, un elettricista vicentino nel tardo po-meriggio osserva in auto una serie di barrette luminose, 5 o forse di più, che volano in fila indiana al di sopra delle montagne circostanti. Le luci in breve tempo e dopo una sosta di 10 minuti cambiano le loro direzioni in modo ir-regolare come se stessero perlustrando il luogo. Si dispongono in tutte le direzio-ni e vanno su e giù, a destra e a sinistra in continuazione, in alcuni momenti sembrano anche scontrarsi. Alcune sor-volano da vicino le case, altre volano un po’ più alte. La velocità di manovra è molto lenta, nell’ordine dei 20-30 km/h e non producono alcun rumore.

Queste sono solo alcune delle decine di se-gnalazioni raccolte nel sito della sezione vi-centina del Centro Ufologico Nazionale. Anche l’Ovest Vicentino è stato dunque in-teressato negli anni da diversi avvistamenti di oggetti volanti non identificati. Oggetti dalle forme e dai colori più diversi, alcuni velocissimi e altri molto lenti, come fossero in fase di perlustrazione, osservati nelle si-tuazioni più disparate.“Bisogna subito specificare – spiega Mirko Pellegrin, coordinatore interregionale per il Triveneto del CUN – che soltanto dal 3 al 5 per cento del materiale fotografi-co o video che ci viene inviato ha attinenza in ambito ufologico. Spesso si tratta infatti di fenomeni naturali, di aeromobili parti-colari o delle sempre più utilizzate lanterne cinesi, ma anche i droni negli ultimi tempi stanno facendo la loro parte. Noi, che non siamo ufomani e che ci avvaliamo anche di studi esterni, siamo i primi a dirlo quando si tratta di fenomeni terrestri. In merito a certi avvistamenti, però, non possiamo che dichiarare che si tratta di oggetti a noi sco-nosciuti”.Cosa ci dice dell’Ovest Vicentino? È par-ticolarmente frequentato da questi og-getti?Da aprile 2013 a gennaio 2014 abbiamo

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Dopo l’amleto e cyrano È Il mo-mento Del Don GIovannI.Il Don Giovanni di Molière conclude una trilo-gia iniziata con l’Amleto nel 2008 e proseguita con Cyrano. Questi classici del ‘600 sono un ven-taglio interessante per presentare alcuni elementi della modernità. Con il Don Giovanni affronto soprattutto il tema della seduzione e della persua-sione attraverso il linguaggio.

In che moDo Il Don GIovannI È at-tuale?È un’icona dell’individualismo e della seduzione usata per raggiungere degli scopi. Non serve che dica niente, i riferimenti alla politica vengono da soli… Molière è interessato a scardinare l’ipocri-sia, le persone che per seguire i propri interessi si comportano in maniera ambigua e cinica. Il mondo dei media e dell’intrattenimento è pieno di questi fenomeni.

don Giovanni

alessanDro prezIosI

Spesso dipinto nei media come il Don Giovanni che sta portando nei teatri italiani, Alessandro Preziosi è in realtà un attore di spessore che ha smesso da tempo i panni del seduttore sciupafem-mine. Laureato in Giurisprudenza con 110 e lode e diplomato all’Accademia dei Filodrammatici di Milano, Alessandro Preziosi ha iniziato la sua carriera teatrale nel 1994 in Trappola per topi di Agatha Christie. In ambito televisivo lo ricordiamo in Vivere, Una donna per amico 2 e soprattut-to Elisa di Rivombrosa, che gli ha dato grande notorietà. Ha lavorato nel cinema in Vaniglia e cioccolato di Ciro Ippolito, ne I Vicerè di R. Faenza e ne La masseria delle allodole di Paolo e Vittorio Taviani.

di giuseppe signorin

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come rIsponDe Il pubblIco DI oGGI a un classIco?Con grande partecipazione e sconcertante imme-desimazione. Nelle ultime battute rimane sempre estremamente colpito dall’attualità della conclu-sione. Che ovviamente non vi svelo.

attore protaGonIsta e anche reGI-sta. DIffIcoltà?Soprattutto nell’impostazione del lavoro e nei rapporti umani. Bisogna avere una visione d’in-sieme, riuscire a stare contemporaneamente dentro e fuori lo spettacolo, avere tatto con le persone, combinare il tutto… Ma è anche molto stimolante.

Don GIovannI È un’Icona Dell’In-DIvIDualIsmo e Della seDuzIone usata per raGGIunGere DeGlI sco-pI. non serve che DIca nIente, I rI-ferImentI alla polItIca venGono Da solI…

lo spettacolo presenta una sce-noGrafIa “tecnoloGIca”.Abbiamo optato per una scenografia innovativa, soprattutto per il contesto teatrale italiano, che crea un contrasto con l’ambientazione dell’opera. Le immagini sono create da un designer e vengo-no proiettate sul palco. Una scelta stilistica che sta funzionando.

cInema, teatro o tv?Il teatro è l’ambito in cui mi muovo con più competenza. Ma si tratta di momenti diversi, di-rei complementari. Fanno parte tutti del mestiere che faccio.

com’È nata la passIone per Il te-atro?Mi sono diplomato in accademia, ero portato… Il teatro è il luogo dove mi esprimo meglio. È nato tutto in maniera molto naturale.

avvocato e attore: c’È qualche re-lazIone fra questI Due mestIerI?Richiedono entrambi un grande coraggio, la ca-pacità di mettersi in gioco, di stare sempre sul pezzo, studiare, aggiornarsi… Riuscire a risolvere cavilli con una certa strategia… Diciamo che es-sere avvocato mi ha preparato a essere attore.

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di Mario pioTToono Giulia Giacomuzzo e vi par-lo dal futuro. Si presenta così que-sta 26enne tutto pepe originaria di Montecchio Maggiore e che oggi vive

nella terra dove è già quasi domani. Dagli inizi di febbraio fa l’assistente veterinario in una clinica a Nadi, terza città per dimensioni dell’arcipelago delle Fiji, a 11 ore di fuso orario da qui, e “sfiora-ta” appena dalla linea internazionale del cambio di data: quando al di qua è ancora piena domenica, di là sono già alle prese con il rientro lavorativo post-weekend, giusto per capirci. Solo uno dei tan-ti aspetti affascinanti che porta con sè l’avventura transoceanica di una giovane castellana senza pau-ra e dalla valigia facile. “Amo viaggiare e conoscere sempre posti nuovi - ci spiega - quando ho trovato questa opportunità, al mio fatidico ‘devo dirvi una cosa’ i miei hanno risposto subito ‘dove vai stavol-ta?’”. Una laurea in Scienze della Natura e un amo-re per gli animali diventato adesso anche qualcosa di più. Come hai trovato questo lavoro... dell’altro mondo? “Ho sempre sognato di vivere in un paese tropicale e cercando lavoro come aiuto veterinario ho trovato la Animal Fiji: inviato il curriculum, dopo quattro giorni ho avuto un contratto da assistente e supervisore dello staff”. Pe-ricolosi animali esotici da accudire? “Non prorprio! Qui un grave problema sociale è il randagismo degli animali domestici e con solo sette veterinari in tutta l’isola c’è tanto da fare. Al momento abbiamo 75 tra cani e gatti e il nostro compito è accoglierli, curarli e trovare loro una famiglia”. A che ora comincia la tua giornata? “Mi alzo alle sette del mattino quando il sole è già alto ed è già fin trop-

po caldo! Mediamente ci sono 35°, col 98% di umidità. Ma questa è la stagione delle piogge, che cadono regolari almeno mezzora al giorno, e con il ciclone Pam sfilato poco lontano dalla

nostra isola”. Com’è invece il clima tra la gente? “Molto caloroso. Qui sono tutti sempre allegri,

sorridenti e disponibili ad aiutare chi non è del po-sto. La giornata dei fijani è pacifica e tutt’altro che frenetica, scandita con una calma che loro stessi chiamano ‘fiji time’. Da notare che comun-que la popolazione qui è molto cosmopolita, con una incredibile quantità di turisti. Che sono un pregio e un difetto: molte delle persone che cono-sci, sai che prima o poi dovrai salutarle”. Quanto ti fermerai invece tu? “Il mio contratto scade a luglio ma spero di prorogarlo, per continuare a fare il la-voro che amo in un posto che mi sta dando tutto. La natura, le foreste, i paesaggi, le acque cristalline: incredibile pensare a tutte queste cose assieme in un’unica isola. Però non penso di mettere radici,mi piacerebbe vedere anche l’Australia e la Nuova Ze-landa”. Nostalgia per l’Italia, da così lontano? “Be’ i miei familiari posso sentirli spesso grazie a skype e whatsapp, quindi la grande distanza un po’ pesa

meno. Dell’Italia mi manca soprattutto la cucina, anche per la pochissima scelta di prodotti di qualità che si possono trovare nei supermercati. Per fortuna sono molti i negozi di italiani, dove mi rifugio a volte per fare due chiacchiere e sentirmi ‘a casa’. Un saluto per i lettori del Corriere Vicentino? “Posso dire che a volte può sembrare difficile lasciare tutto e tutti e partire da soli per l’ignoto, ma in realtà non c’è niente di più soddisfacente. La vita non è fatta per essere vissuta in un posto solo!”

io Che LavoroneLL’aLtro mondo

sla storIa DI GIulIa, 26enne castellana che ha cambIato la sua vIta In 4 GIornI.

ha mollato tutto e ora vIve e lavora nel paraDIso Delle Isole fIJI, terra Dove È GIà quasI DomanI.

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A Vicenza è diventato il “principe” e lo Zi-dane della B. E da allora i colori biancorossi gli sono rimasti nel cuore. Del resto è en-trato nella storia calcistica cittadina. Con quel gol realizzato al Menti nella semifinale di Coppa delle Coppe contro il Chelsea che ha consentito alla “Nobile Provinciale” di battere nella gara di andata un pezzo di sto-ria del calcio inglese: i blues di Vialli, Zola e Di Matteo. Era il 2 aprile del 1998. Lam-berto Zauli, romano, classe 1971, con quel numero 10 sulla maglia, ha vissuto 4 anni importanti a Vicenza. Dal 1997 al 2001. Arrivato in biancorosso dal Ravenna, dopo aver conquistato la B, per misurarsi con la serie A. “Sono stati 4 anni meravigliosi – ri-corda Lamberto Zauli – il Vicenza di Dalle Carbonare, Gasparin e Guidolin mi ha dato la possibilità di affacciarmi alla serie A, di farne parte. Un sogno. Per questo sono le-gato alla città e alla società. Che ringrazierò sempre perché mi ha dato la possibilità di diventare un giocatore. Quando sono tor-nato a Vicenza lo scorso anno per allenare il Real, tutti mi ricordavano la partita col Chelsea. Mi sono reso conto che per giova-ni o meno giovani quella doppia semifinale di Coppa delle Coppe a livello calcistico ha rappresentato un momento molto impor-tante. Una città intera ha aspettato quella

partita. E io ho avuto la fortuna di viverla da protagonista. Rimane un momento in-delebile. Il gol? Non l’ho rivisto moltissimo. Quando giochi sei concentrato sulla gara. E poi, oltre alla coppa, in quel momento do-vevamo affrontare una partita decisiva per restare in A contro la Lazio. E quindi devi dimenticare gioie e amarezza e proiettarti sull’impegno successivo, in cui tra l’altro feci pure gol. Oggi però parlano ancora tutti di quella gara col Chelsea. Pur con il mio me-tro e novanta ho trovato la coordinazione per segnare. Ed è esploso lo stadio, che era davvero gonfio di gente. Quando lo rivedo è sempre bello”. A Vicenza per Lamberto Zauli, oltre all’anno con Guidolin e la pro-mozione con Reja, anche qualche momento

che sull’ipotesi di un arrivo di Baggio a Vi-cenza disse che non interessava: noi abbiamo Zauli. Mai avrei potuto avere la presunzione anche solo di avvicinarmi ad un giocatore così. Però le pressioni sono aumentate, do-vevo giocare con quel numero 10 ogni volta dimostrando tanto. E non sono riuscito ad avere continuità. Ma tutto mi ha fatto cre-scere sotto il profilo della personalità. Poi nel 2001 ho lasciato Vicenza. Era arrivato il momento di cambiare. Ma il legame ri-mane. Ho seguito Vicenza-Perugia qualche settimana fa”. Dopo Vicenza per Lamberto Zauli le soddisfazioni sono continuate con Bologna e Palermo. Poi ha vestito la maglia della Sampdoria, per chiudere la carriera con Cremonese e Bellaria. “A Ravenna ero ancora un bambino. Vicenza, Palermo e Bologna sono le tappe significative. A Bo-logna abbiamo sfiorato la qualificazione in Champions League, a Palermo siamo arri-vati in Uefa. Ricordo quando Zamparini mi portò a Palermo e disse: ho comperato lo Zidane della B. A Vicenza poi non sei in una provinciale, considerato i talenti che ci sono passati e la sua storia. Guidolin? Per me è stato tutto. Non soltanto da calciatore ma anche per la professionalità, il modo di esse-re. A Bologna mi ha voluto lui. A Palermo invece mi hanno portato Foschi e Zampa-rini e poi è arrivato Guidolin. Mi ha inse-gnato tutto”. Chiusa la parentesi con il Real Vicenza, quest’anno ha vissuto da allenatore la sfortunata esperienza di Pordenone, eso-nerato dopo cinque partite. Per la prossima stagione attende un’altra possibilità. “Io ci metto passione e serietà, speriamo”. E intan-to progetta una visita in terra vicentina.

LamBerto zaULiviCenza

BianCorossa

difficile, in particolare nella retrocessione del 2001. “Quando smetti però ti rendi conto che sono tutte emozioni da ricordare. Perché vincere è bello ma nello sport anche le scon-fitte ti insegnano molto. E hanno comun-que fatto parte di me. Del resto quella seria A era competitiva, selettiva. C’erano quattro retrocessioni. L’esperienza più negativa che ricordo è stata l’espulsione a Brescia, in cui ho sfogato le tensioni di quel periodo nella maniera più sbagliata. Ma ci sono state tante situazioni a rendere tutto anomalo e diffici-le. Anche l’intervista di Rinaldo Sagramola,

oggi parlano ancora TuTTi di quella gara col chelsea

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La leva di nuoto del ‘72

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In attesa che le vecchIe pIscIne sIano completamente DemolIte, tuffIamocI nel passato e tornIamo al GIorno Della loro InauGurazIone

di giuseppe signorin ino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore”, cantava De Gre-gori nella sua “Leva cal-

cistica del ‘68”. Quello che invece dissero i dirigenti della Garcia Moreno agli Arzigna-nesi che volevano avventurarsi nel nuoto, nel lontano ’72, fu di non aver paura di volare dai blocchi di partenza e raggiun-gere il bordo opposto della nuova piscina costruita dall’Amministrazione Giacomet-ti, inaugurata nel novembre del ’71 con le esibizioni della campionessa Novella Cal-ligaris e di Glauco Fontanive. La vecchia piscina che ha lasciato il posto alla nuova e che fra non molto sarà completamente de-molita, ha una storia importante alle spalle. “All’epoca era difficile che ci fosse una so-cietà sportiva dedita al nuoto – ci racconta-no Giulio Stocchetti ed Egidio Motterle, ex dirigenti della Garcia Moreno -. La no-stra era una società polisportiva che si oc-cupava di calcio, basket, atletica, e con co-

raggio abbiamo affrontato la nuova sfida. Abbiamo contattato le associazioni di nuo-to del Veneto per avere consigli e abbiamo trovato istruttori, bagnini e l’attrezzatura giusta per poter aprire i corsi in piscina e per costruire una squadra”.Per più di una decina di anni è stata so-prattutto la Garcia Moreno a prendere in mano la gestione delle attività natatorie di Arzignano, almeno fino a quando nell’84 è nata l’Associazione Nuoto.“All’inizio degli anni 70 pochissimi sape-vano nuotare. Gli unici avevano imparato a Valdagno, dove l’acqua era gelida come

“Ad Arzingnano c’era la piscina, ma mancavano i nuotatori. Bisognava partire da zero”

Sopra, da sinistra a destra: Paolo Savegnago, Glauco Fontanive, Egidio Motterle, Giulio Stocchetti. Giuseppe Peruzzi e Dario Sartori. Davanti, in mezzo, Novella Calligaris.Sotto: premiazione della Coppa Primavera di nuoto del CSI vinta dalla Garcia Moreno.

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i lavori di abbattimento

terminate le nuove piscine coper-te, si è passati ora alla fase suc-cessiva, la realizzazione del parco esterno di 21.500 mq con una

laguna scoperta di 300 mq per il relax, il divertimento, gli spazi per i bambini e il solarium. Oltre a questo, la nuova area parcheggi davanti all’attuale ingresso prin-cipale. A partire dal 2 marzo, il parcheggio è stato chiuso per favorire i lavori, che pre-vedono anche l’abbattimento dello stabile che ospitava la vecchia piscina. Per l’estate questa fase dovrebbe essere completata.

quella del rubinetto. Ad Arzignano c’e-ra la piscina, ma mancavano i nuotatori. Bisognava partire da zero. Abbiamo orga-nizzato corsi per adulti la sera e corsi di avviamento al nuoto il pomeriggio. Sono venute tantissime persone, gli adulti in particolare sembrava non aspettassero al-tro. Non appena ci siamo accorti che era emerso qualche atleta di discreto livello, è nata la squadra”.

Le vecchie piscine erano nate per offrire un’alternativa al calcio e perché la cura del fisico iniziava a diventare un’esigenza. “Siamo stati in grado di coinvolgere il nuoto ufficiale del Veneto, in quegli anni rappresentato dal CONI - spiegano Stoc-chetti e Motterle -. La nostra era una pi-scina piuttosto lenta perché lo scolmatore per fare uscire l’acqua era posizionato sotto il bordo, così l’onda provocata dagli atle-

ti nuotando sbatteva e tornava indietro, quando di solito gli scolmatori sono a raso proprio per annullare le onde. Diverse gare ufficiali, comunque, e anche alcuni tornei si sono svolti da noi. La gente veniva volen-tieri da fuori perché c’erano grossi premi in palio, grazie a sponsorizzazioni di un certo livello”. Ma erano altri tempi…

Ma c’è chi non vorrebbe che la vecchia pi-scina venisse demolita.“Anche a noi sarebbe piaciuto conservare la struttura – ci spiega l’assessore Angelo Fri-go – ma i tecnici ci hanno detto che non è possibile. Abbiamo incontrato i cittadini qualche tempo fa, ma l’adeguamento sul piano sismico ed energetico avrebbe richie-sto un investimento di almeno 1.400.000 euro per avere comunque poco più che una palestra”.Come mai tanti soldi?La struttura per 40 anni è stata aggredita dal cloro, avrebbe bisogno di interventi pe-santi. Se pensiamo poi al caso di Vicenza, al Palazzetto dello sport accanto alla pisci-na… Alla fine hanno dovuto rifinanziare l’intervento tre volte.Altre problematiche?Sarebbe necessario trovare spazio altrove per i parcheggi, consumando le vicine aree verdi sulle quali, invece, abbiamo in pro-gramma la realizzazione di nuovi impianti.

Sopra: i lavori per abbattere le vecchie piscine. Sotto: come sarà il nuovo parcheggio.

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rInvIato a GIuDIzIo l’amIco DI orIella cazzanello paura In corso mazzInI

DefIbrIllatorI

case popolarI a tezze

el pomeriggio del 24 marzo al-cuni calcinacci si sono staccati dalla facciata di un palazzo in corso Mazzini, cadendo a terra. Il tutto subito dopo il transito

di un passante, rimasto fortunatamente in-colume. È così partita la chiamata al 115 e sono arrivati i vigili del fuoco, che, dopo aver valutato la situazione, hanno richiesto l’intervento dell’autogru. Tanta la curiosità ma anche la preoccupazione dei passanti. Ora la speranza è che si corra presto ai ri-pari e fatti simili non accadano di nuovo. I danni potrebbero essere ben altri.

hiuse le indagini sulla “dolce morte” in Svizzera di Oriella Cazzanello, che il 30 gennaio dello scorso anno è deceduta

nella clinica “Life Circle”. L’uomo che l’a-veva accompagnata, Angelo Tedde, è stato contestualmente rinviato a giudizio per “aiuto al suicidio”. Obiettivo? Capire se la scelta sia avvenuta in autonomia o se Tedde abbia inciso nella decisione, dal momento che ha beneficiato poi di due polizze vita del valore di 800 mila euro sottoscritte dal-la donna prima di scegliere l’eutanasia.

conclusione del Progetto Defi-brillatori, rivolto principalmen-te alle scuole della nostra zona, il 10 marzo l’Asso-

ciazione Amici del Cuore Ovest Vicentino ha consegnato 11 de-fibrillatori agli Istituti Scolastici del comprensorio della Valle del Chiampo presso il Liceo Scienti-fico Leonardo Da Vinci. Oltre ai defibrillatori sono stati effettuati in precedenza vari corsi di for-mazione con personale esperto

lmeno dodici nuovi alloggi di edilizia popolare. L’Amministra-zione comunale ha ceduto gratu-itamente all’Ater Vicenza tre lotti

nella frazione di Tezze, dove andranno a sorgere i nuovi appartamenti. Un volume previsto per le nuove abitazioni di 5.300 metri cubi. In tutto sono 118 gli alloggi dell’Ater. Al momento sono 93 le domande per case di edilizia popolare in graduatoria, 50 di cittadini arzignanesi, 43 di stranieri.

cronaca

salute

socIale

della Croce Rossa Italiana e contempora-neamente sono già stati posizionati altri 20 defibrillatori nelle aziende.

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riscriviamo la storiadi giuseppe signorin

ella mattina del 10 febbraio l’Istituto Comprensivo 2 ha inaugurato il proprio percorso di approfondimento storico sul Centenario della Prima Guerra

Mondiale, “Riscriviamo la storia… con le Penne Nere”. Gli alunni delle classi V di Villaggio Giardino, Tezze e Castello e delle classi III della scuola se-condaria di primo grado saranno impegnati in nu-merose attività fino alla serata di chiusura il 30 aprile al Teatro Mattarello. L’IC2 intende partecipa-re alle celebrazioni previ-ste tramite un percorso di ricerca-azione storica con l’intervento dell’associazio-ne A.N.A., sede di Arzigna-no, nell’ambito del progetto

della Regione Veneto “RICORDAMI - Sulle tracce degli alpini”.“Il progetto si è aperto martedì 10 febbra-io con la presentazione da parte di Silva-no Giacomazzi di reperti recuperati in trent’anni di ricerche e passeggiate sui no-stri monti - ci ha spiegato la prof.ssa Angela del Rosso, responsabile del progetto scola-stico -. Lo

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storico appassionato di Prima Guerra Mondiale ha presentato ai ragazzi una moltitudine di oggetti ed effetti della vita del soldato, riportando indietro nel tempo i ragazzi a toccare con mano come poteva essere la vita di trincea”. La reazione dei ragazzi?Gli allievi, incuriositi e ammutoliti, hanno ascoltato lo splendido oratore che con cura e dovizia di particolari ha ridato vita ad ogni singolo oggetto, raccontando come e dove sia stato ritrovato. Alla fine della lezione è stata data l’opportunità di avvi-cinare questa immensa collezione, sfiorare questi reperti, annusare ancora l’odore del cioccolato racchiuso in una scatoletta, leg-gere i proclami di guerra, porre delle do-mande a Silvano. Quale oggetto li ha colpiti di più?La bomba incastonata nel tronco di un albero, che, dice Silvano, “mostra come la natura si sia ripresa il suo territorio, na-scondendo le vergogne in mezzo a un tron-co, seppellendo con cura quanto è rimasto in essa! Quasi a voler dimenticare quello che è successo!”

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to scontrare con la burocrazia. “L’impianto è comunale - spiega Stefano - e da quello che so esistono precise regole sui tempi da rispettare che vanno oltre le comuni volon-tà”. “Purtroppo è vero - conferma Michele Bruttomesso, consigliere comunale con de-lega allo sport -: è necessario siano passati 10 anni dalla scomparsa, prima di poter intitolare strutture pubbliche a qualcuno”. Nessuna apertura all’orizzonte, quindi, e niente raccolta firme che tenga. “Per noi sarebbe davvero il minimo - aggiunge Bruttomesso - procedere con questo rico-noscimento, ma non è proprio possibile per un ente locale aggirare la disposizione. Le prefetture sono restie a concedere de-roghe e l’unica di cui siamo a conoscenza riguarda Simoncelli, dove è evidente il peso

mediatico”. E allora nell’attesa che il tem-po faccia il galantuomo, la parola tocca al campo. “Ci farebbe davvero piacere - con-clude il consigliere - promuovere assieme alla società un torneo di calcio giovanile attraverso cui portare avanti la memoria di Fernando Anzolin”.

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idi Mario pioTTo

l vociare rumoroso attorno a una tavola troppo stretta per starci tutti; le prese in giro, ripensando a quel gol sbagliato, con il pallo-

ne finito chissà dove, e la “moviola” fatta magari con sale, pepe e un pezzo di pane; qualche discorso da adulti, ma a bassa voce, e le risate e i saluti fraterni sull’uscio, di uomini stanchi ed ebbri della voglia di ritrovarsi ancora assieme grazie al pallone. Il primo ricordo di bambino che Stefano Anzolin associa al grande amore di suo pa-dre per il calcio è un ricordo di festa e con-divisione, senza distinzioni di colori. Dopo la partita della sua Kennedy, Fernando Anzolin, fondatore e primo tifoso, amava infatti aprire le porte di casa ai suoi ragazzi e... via, pure agli avversari, rivali sul cam-po e amici nella vita, come una sorta di antesignano terzo tempo per ricordare a tutti i veri valori dell’essere sportivi. Per questo ad Arzignano se scrivi Kennedy leggi Anzolin, tanto che l’attuale società avrebbe voluto ricambiarne il grande affet-to intitolando a lui, scomparso nel 2014, lo storico campo sportivo ancora oggi affolla-to da tanti piccoli appassionati. “La propo-sta mi ha fatto immensamente piacere - ci racconta il figlio Stefano - anche perchè mio padre e la Kennedy sono due simboli del calcio arzignanese che vanno necessa-riamente assieme”. I dirigenti dell’attuale società si sono mossi per portare avanti la proposta, ma purtroppo il sogno si è dovu-

Un ricordo senza nomeIl soGno DI IntItolare Il campo Della KenneDy a fernanDo anzolIn prIGIonIero Della burocrazIa

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di giuseppe signorin i è esibito venerdì 27 marzo al concerto organizztato dallo Shoegaze Studio al Teatro Mat-tarello. Parliamo di Don Airey,

tastierista dei leggendari Deep Purple.

Ha iniziato a suonare in crociera, come ha fatto a passare al rock?Una volta guadagnati soldi a sufficienza per comprare un posto dove vivere, mi sono trasferito a Londra nella speranza di trovare una rock band. Ho suonato in giro per la città per circa sei mesi e alla fine ho avuto la fortuna di incontrare Cozy Powell. Tutto è partito da lì.

Ora suona in una band che ha fatto la storia. Cosa significa per lei?È come giocare per l’Inghilterra. Ti senti addosso una grande responsabilità per la storia della band e ciò che ha realizzato nel

corso degli anni. Cerco di mante-nere intatte le tra-dizioni legate allo stile musicale dei Deep Purple.

Non dev’essere facile indossare i panni di Jon Lord.È stato paradossal- mente più facile all’inizio. Con gli anni per qualche motivo è diventato più difficile. Jon era un musici-sta e una persona veramente sorprendente, musicalmente molto articolato, pieno di umorismo, oltre a essere un leader natura-le. Assumere tutti questi ruoli è stata una dura prova, ma anche molto piacevole e stimolante.

Lei ha fatto anche un’importante carrie-ra come solista, proponendo musica di

salta qualità. Che genere di canzoni ha suonato ad Arzignano?Un paio di pezzi dall’album che ho regi-strato come solista, Keyed Up and All Out, più alcune vecchie spolverate da Rainbow, Whitesnake, Gary Moore, e un pizzico di cose fatte con Ozzy Osbourne...

Sembra che lei ami molto l’Italia… Vie-ne spesso…Un bel po’! Fantastici fan, ottimo cibo, un sacco di divertimento e alcuni musicisti ve-ramente fini con cui lavorare.

Un pezzo dei deep Purple 27corriere vicen

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Premio specialeper la roboticadi giuseppe signorin

ragazzi di seconda me-dia dell’Istituto Com-prensivo 2 hanno vinto il premio per il “Miglior

progetto scientifico” alle finali nazio-nali della First Lego League 2015 il 6 e 7 marzo presso l’EXPO di Milano. Ne ha parlato anche il Corriere della Sera. Tutto è iniziato lo scorso anno scolastico con un nuovo progetto di robotica educativa.“La robotica nella scuola è, attualmen-te, una scienza emergente - ci ha spie-gato il dirigente scolastico Pier Paolo Frigotto - che sta nascendo dalla fusione di molte discipline tradizionali, apparte-nenti sia al campo delle scienze naturali che umane”.“Abbiamo cominciato a costruire e a impa-rare a programmare (utilizzando solo i mo-

tori) dei robot - hanno detto i ragazzi stessi. Siamo stati subito entusiasti e motivati, an-che perché ci hanno fatto utilizzare i pezzi della Lego con cui giocavamo anche da p ic-

coli”. E così a novembre 2014 - sotto la guida di Bruno Bruna, docente appassionato di

informatica e robotica, e della vicepreside Lucia Grieco – è stata presa la decisione di partecipare alla First Lego League, una competizione promossa anche dal Mini-stero della Pubblica Istruzione che mette a confronto team di giovani di età compresa tra i 9 e i 16 anni. Quest’anno si chiedeva alle squadre di trovare soluzioni per inno-vare e migliorare il sistema scolastico ed educativo.I 16 ragazzi hanno partecipato con il pro-getto “Il differenziatore intelligente”, un dispositivo con sensori che rilevano allu-minio, plastica, umido e carta. Risultato alla First Lego League? Sorprendente.“A Milano ci siamo confrontati con le altre 28 squadre selezionate nelle com-petizioni del Nord Ovest, del Centro Italia e del Sud Italia. Eravamo felici di rappresentare Arzignano e l’Istituto Comprensivo 2 in una competizione nazionale. Davanti ai giudici abbia-mo presentato il nostro progetto e le sue possibili applicazioni nei luoghi

pubblici, scuole, ospedali, parchi cittadini. La nostra invenzione è piaciuta alla giuria tanto che ha voluto premiarci per il ‘Mi-glior progetto scientifico!’”.

il disegnatore riservatoato nel 1939, fin da bambino Silvano Stocchetti ha avuto la passione per il disegno. Ma sono dovuti passare 75 anni prima che si decidesse ad espor-

re i suoi lavori, in buona parte incisioni, grazie soprattutto all’impegno del dott. Lora e della prof.ssa Nicolin Tonelato che hanno curato le mostre di Arzignano e Lo-nigo nel 2014. Come mai non ha mai esposto prima?Per me si tratta di un hobby, una cosa me-ravigliosa senza velleità commerciali o di farmi conoscere. Non basta un bel tratto per definirsi artisti, ci vogliono cultura e tante altre qualità…Una passione per le incisioni.L’incisione è una tecnica bellissima, ma

completamente dimenticata. Ho iniziato negli anni Ottanta con Vico Calabrò. Ora i problemi cardiaci non mi permettono di stare a contatto con l’acido nitrico, quindi mi occupo principalmente di disegno.I soggetti preferiti?Di tutto. Molta natura: boschi, laghi, fiu-mi, funghi. Ma più dei soggetti mi sta a cuore che il disegno sia fatto bene.Ha seguito però un’altra strada nella sua vita lavorativa.L’insegnante di dise-gno insisteva con mio padre perché intra-prendessi la carriera

ngrafica, ma all’epoca le priorità erano altre. Sono stato per anni negoziante e poi diret-tore commerciale di Expert.Dove si possono trovare i suoi lavori?Ne ho centinaia a casa e poi molti sono sparsi per il mondo, tutti regali che ho fat-to ad amici. g.s.

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Lavorare in svizzeraanti gli italiani che cercano e trovano fortuna all’estero. Fra questi Luca Preto, arzignanese classe ’82 che ormai da qualche anno si è trasferito e ha messo

su famiglia in Svizzera, a Bellinzona. “Mi sono trasferito nel 2006 per un ma-ster in Tecnologie per la comunicazione - ci racconta -. Dopo un semestre di studio alla Copenhagen Business School e una collaborazione con un laboratorio didatti-co dell’USI, sono entrato nel mondo del lavoro”. Di cosa ti occupi?Lavoro da circa due anni per Ticino Turi-smo, l’ente cantonale per la promozione turistica. Sono responsabile del settore web.Pro e contro della Svizzera? La Svizzera mi ha dato tantissime oppor-tunità, tra cui quella di poter pianificare a lungo termine, costruirmi una famiglia

ed essere in breve tempo indipendente per potermi fissare degli obiettivi. Qui ci siamo sposati e qui è nato nostro figlio. Inoltre mi ha consentito di lavorare in un ambito che mi appassiona e che difficilmente riuscirei a svolgere in Italia alle stesse condizioni. Il contro è che da italiano è stata un po’ dura

inserirsi all’inizio, soprattutto consideran-do i rapporti a volte tesi con la Lombardia per la questione del frontalierato. Sono pur sempre arrivato qui solo e da “straniero”…

Pro e contro dell’Ita-lia?In Italia lascio tanti af-fetti, ricordi e uno sti-le di vita che è ancora invidiabile, nonostante tutti i problemi rico-nosciuti. In generale, per i giovani credo in Italia manchino basi solide su cui costruire il proprio futuro. Pesan-do a tutti gli elementi in gioco, comunque, la Svizzera ne esce netta-mente favorita.

Progetti per il futuro?Vorrei proseguire la specializzazione in questo settore, magari avviando un’attività in proprio. Un giorno mi piacerebbe poter promuovere la mia Regione, prima in Italia per numero di turisti, ma chissà... g.s.

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Un sogno chiamato nazionale

sdi Mario pioTTo

i tinge d’azzurro la passione di tre giovani dell’Arzignano Cal-cio a 5, che possono sognare in grande, anche se i piedi restano

rigorosamente per terra. Alberto Tumiatti, Carlo Houenou e Marco Mar-zotto erano stati convocati dal ct della Nazionale under 21 Raoul Albani per uno stage a Terni lo scorso febbraio, e vista come è an-data adesso sperano che il telefo-no squilli un’altra volta. “È andata bene - conferma il portiere Marco Marzotto, 19 anni, al nono anno in biancorosso - e la soddisfazione è grande anche perché dal punto di vista personale, pur sapendo che stavo facendo bene, non me lo aspettavo di es-sere chiamato”. Una sorpresa anche per il

pivot Alberto Tumiatti, 20 anni, da due in forza all’Arzignano... anzi quasi un trauma. “Ero a Padova per l’università - racconta - tutto agitato perché aspettavo la telefonata di conferma di un esame. A un tratto il telefono suona,

ma è il presidente Rossetti, che mi dice che mi vogliono in Nazionale. Ci ho messo un po’ a rendermi conto di quello che stava

succedendo”. Per il laterale Carlo Houe-nou si è trattato invece di una riconferma, ma non per questo accolta con meno sod-disfazione dal 18enne nato in Italia ma con genitori originari del Benin: “Sono davvero tanto contento di quello che sto facendo. Ho iniziato a giocare nel 2008 spinto dai molti amici già nell’orbita dell’Arzignano, e all’inizio non è stato facile. Piano piano però sono cresciuto, in un gruppo davvero fantastico”. Ottime le sensazioni rimaste ai

tre al termine dell’esperienza umbra, “anche se alla fine non ti dicono nulla”, spiega Marco. “Per sapere se abbiamo superato la prima selezione dovremo aspettare il prossimo stage e vedere se ci chiamano”. “Per me comunque prima di tutto resta un divertimento - precisa Alberto - una cosa che se darà altri frutti ben venga, anche se resto con i piedi per terra”. A Carlo invece non dispiace pensare anche un po’ più

in là. “Mi piacerebbe davvero fare qualcosa di importante, crescere con questa squadra e portarla a grandi traguardi sarebbe il mas-simo”.

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strarzignano atto secondo

idi giuseppe signorin

l 19 aprile ritorna la StrArzigna-no - Trofeo Autovega. Dopo il clamoroso successo dello scorso anno si replica. Percorso di 12

km competitivo e di 3, 6 e 12 km a passo libero. La regia dell’evento è dell’Atletica Arzignano, capitanata dal presidente Chri-stian Belloni e da Michele Mimmo. La gara competitiva si svolgerà in collabora-zione con la UISP di Vicenza. Il comune di Arzignano e il Comando dei Vigili anche quest’anno stanno facendo il massimo per garantire il buon esito della manifestazio-ne, assieme a 200 volontari. “Come percorso cambia poco - ci spiega Christian Belloni -. Quest’anno avremo un ristoro in più ma soprattutto un anno di esperienza alle spalle. Prevediamo quasi il doppio di agonisti e le premesse, già dai primi dati delle scuole che ci arrivano sot-tobanco, sono ultra positive... Come nella

prima edizione, poi, daremo un contribu-to a chi ne ha più bisogno: quest’anno è il turno di Moby Dick cooperativa sociale”.Ma non c’è solo la StrArzignano: una grande novità è prevista infatti per i più piccoli, la StraKids Banco Popolare di Ve-rona, prevista per il pomeriggio di sabato 18 aprile sempre in piazza ad Arzignano. La StraKids è una corsa non competitiva

riservata ai bambini dai 3 ai 14 anni, con percorsi che variano da 150 mt fino a 1 km a seconda dell’età, da correre da soli o ac-compagnati dai genitori. Per tutti i bambini all’arrivo ci saranno la medaglia e l’animazione di Menny (ma-scotte StrArzignano) e Bruky (mascotte Banco Popolare di VR).

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MonTecchio

romeo ha l’X-FactormontecchIo ha scelto Il volto per la statua DI romeo al castello DI GIulIetta: È DavIDe merlInI, stella Del talent e ora cantante DI musIcal

di giuseppe signorinavide Merlini, il cantante bas-sanese protagonista del musical “Romeo e Giulietta – Ama e cambia il mondo” e terzo clas-sificato a X-Factor 6, ha vinto il

concorso indetto dal gruppo Facebook “Le amiche di Romeo” per scegliere il model-lo che darà il volto alla statua di Romeo prossimamente collocata al Castello di Giulietta.Merlini, premiato sabato 7 marzo in Sala Civica Corte delle Filande, ha avuto la me-glio sul comasco Alfonso Praticò ma anche su nomi “eccellenti”, come gli attori Leo-nardo Di Caprio, Keanu Reeves e Reynal-do Gianecchini,

gli sportivi Ro-berto Baggio e Mirco Bergamasco o politici come l’assessore regionale Marino Finozzi.Tra il pubblico anche due giovani fan giun-te addirittura da Napoli per incontrare il loro beniamino.Ti aspettavi che un giorno saresti diven-tato il volto di una statua?Assolutamente no… È stata davvero una sorpresa.Emozioni?Soprattutto soddisfazione. Non capita tutti i giorni una cosa simile. Poi, considerati gli altri candidati, vincere questo concorso è per me un motivo di grande orgoglio.

Ormai vesti i panni di Romeo da parec-chio tempo… Come ti trovi?Ormai ci sto comodo, abbiamo già supe-rato le 230 repliche… Ora siamo a Milano e gireremo l’Italia fino a quest’estate. Sono abituato, quasi ogni sera salgo sul palco in-carnando questo personaggio e cercando di dare emozioni alle persone. In fondo que-sto è il compito di noi artisti.Cosa ti porti dietro di X-Factor?Solo cose positive. Sono stato molto for-tunato. È stata la mia prima esperienza importante, a contatto con grandi artisti. La tv porta notorietà, inutile nascondersi,

ora la gente mi riconosce come Davide di X-Factor.Nostalgia dei vecchi tempi, quando la-voravi come tecnico delle caldaie?Nostalgia per quel lavoro no… Però quando sono in giro per cantare ho sem-pre nostalgia di casa, degli ambienti dove sono cresciuto. Mi riportano alla realtà, mi rimettono con i piedi per terra. Il mondo dello spettacolo si chiama così proprio per-ché è distante dalla realtà…Consigli a chi volesse seguire le tue orme?Crederci, perché il giorno e l’ora non si sa mai quando arrivano. Io non avevo idea di come si facesse, eppure ho imparato. Non bisogna avere paura.Un saluto alla “amiche di Romeo” che hanno indetto il concorso?Grazie di cuore, sono onorato che abbiano scelto me.

Quasi ogni sera salgo sul palco

incarnando questo personaggio e cercando

di dare emozioni alle persone

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Figli della Provvidenza“Il nostro sÌ a DIo”. la straorDInarIa storIa Della famIGlIa marrone, che ha aperto le porte DI casa all’accoGlIenza DI bambInI DIsabIlI

di paolo fongaroaola ed Eugenio Marrone han-no sei figli: don Francesco (sa-cerdote in Canada), Romina, Sara, Samuele, Miriam e Tere-

sa. Hanno anche sofferto la perdita di al-tri sette bambini, in altrettante gravidanze concluse prima del termine senza motivo apparente. Devotissimi a Santa Teresa di Lisieux (ai cui genitori - i beati Martin - han dedicato la loro casa), alla fine del 2000 sentono una vera e propria chiama-ta: adottare altri bambini, anche quelli che nessuno vuole. “All’inizio ci prendevano per matti. Poi abbiamo dato la nostra di-sponibilità ad accogliere bimbi disabili e ora sono i tribunali a contattarci”. Sono quindi arrivati Camilla, i gemellini Clau-dio ed Elisabetta, infine Michele. Poi han-no avuto in affido Amal, Giulia, Mohamed e Valentina. Tutti soffrono di disabilità di vario tipo.Sono originari di Verona. “La Provviden-za ci ha donato la possibilità di trasferirci a Montecchio Maggiore in questo ex con-vento di suore di clausura, ideale con i suoi ampi spazi”. Non sono una casa-famiglia e gestiscono un progetto coraggioso: “Dal bozzolo alla farfalla”, pensato anche per aiutare i bambini disabili a crescere ama-ti e “spiccare il volo”. A breve nascerà una Onlus. Eroi, matti o incoscienti? “Eroi no”, sorri-dono alla provocazione. “Forse incoscienti, razionalmente parlando, perché stiamo fa-cendo qualcosa che va contro ogni regola umana. Matti… sì: ci piace dire che siamo matti di Dio, perché ci siamo innamora-ti di Lui che ci ha letteralmente salvato la vita. Papa Francesco ha parlato di paternità responsabile: non conta tanto il numero dei figli, ma se ti fidi davvero di Dio. Noi gli abbiamo detto il nostro “sì” e lasciamo fare a Lui”.La storia della loro vita è come un roman-

zo, con pagine tremende. “Può capitare, come a noi, di toccare il fondo. E poi ac-cade il miracolo: capisci che in qualunque situazione tu ti trovi Dio ti ama. Non per-ché tu sia o meno bravo: semplicemente perché sei tu”.“Casa Martin” è ben organizzata, negli spa-zi e nei tempi. Sveglia all’alba: la preghiera, i figli da mandare a scuola, le mille incom-benze, le terapie per i ragazzi. Poi www.buongiornonelsignore.it, il sito dove Eu-genio racconta esperienze e progetti della sua famiglia. “Non per fare catechismo o dire cosa facciamo noi, ma cosa fa Dio attraverso di noi. E che quindi può fare attraverso ciascuno, nessuno escluso. Non siamo matti né presuntuosi: non diciamo certo che ogni coppia dovrebbe avere sei figli ed adottare dei bambini disabili!”. A casa Martin c’è posto per tutti. Per chi si trova in difficoltà, ma soprattutto per chi è disposto a dare una mano. “Abbia-mo bisogno di persone che vengano a darci una mano. I bambini necessitano di fisio-terapia, logopedia, psicomotricità ed altre attività, di qualcuno che li segua nei com-piti. E tutto questo con la continuità di cui hanno bisogno i ragazzi, soprattutto quelli con disabilità. Se non arrivano volontari, queste figure dobbiamo pagarle e non è mai semplice far quadrare i conti.

Ci fidiamo comunque della Provvidenza”.Cos’è la Provvidenza? “Madre Teresa dice-va che la Provvidenza sei tu che mi ascolti, che mi leggi. Ci vuole fede e preghiera: se gli affidi davvero la tua vita, Dio risponde sempre e lo fa anche concretamente”.Le difficoltà più grosse che incontrate? “Senza dubbio la burocrazia. E poi i bam-bini disabili, per alcune istituzioni, non sono nessuno. Non siamo ancora una On-lus e non riceviamo nessun aiuto, se non quello di volontari e benefattori. Siamo qui a Montecchio da poco e vorremmo far passare il messaggio che il nostro progetto non è fine a se stesso, ma è utile anche alle famiglie e alla realtà che ci circonda.

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Se gli affididavvero la tua vita,

Dio rispondesempre

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MonTecchio

sul set della raccolta differenziatadi Mario pioTTo

ossi no, non lo sono diventati neanche da-vanti alla telecamera. Stefano, Mauro e An-

drea, operatori di Agno Chiampo Ambiente e attori per un giorno nel docu-video dell’azienda, che racconta l’universo dietro la rac-colta differenziata porta a porta, all’inizio ci hanno scherzato su per un’attimo, certo intimiditi da quel-le apparecchiature per le riprese, ma poi via come missili, a raccontare con innata semplicità la loro giornata tipo. “È andata bene - racconta col sorriso Stefano Cresta-ni, 47 anni di Montecchio Maggiore - ed è stato anche divertente. Mai avrei pensato di essere intervistato”. “Un’esperienza po-sitiva - conferma Mauro Tibaldo, 41 anni e castellano pure lui - tranne che per gli orari: lavorare, e in parallelo assecondare

la troupe mi ha scombinato la mattinata! (ride, ndr)”. “Riguardarsi fa un certo effet-to - ammette Andrea Caldonazzo, 42 anni di Brendola - ma alla fine sono soddisfatto, anche se mio figlio, che ha la passione del teatro, mi sa che mi batte. La prima cosa che ho pensato? Che devo imparare... a parlare meglio!”. “Si, quando sei davanti alla telecamera ti devi concentrare per par-lare l’italiano corretto - ammette Stefano -

ed è stata la cosa più difficile, più del ricordarsi cosa dire”. Il video, realiz-zato da Hassel Comunicazione, sarà utilizzato nell’ambito del progetto di sensbilizzazione alla corretta raccolta differenziata da presentare alle scuo-le. “È davvero un video interessante, e speriamo che chi lo vede ne faccia tesoro”, dicono in coro. “Ormai sia-mo allenati - conclude Mauro - quin-di potremmo anche rifarlo”.

Alberto Carletti - Presidente ACAIl video ha riscosso la nostra massima sod-disfazione, perchè mostra come lavoriamo e l’importanza della differenziazione. Bravi gli attori, per il giusto approccio a un’av-ventura nuova, e bravi tutti i colleghi pre-senti

Guarda il video sul sito:www.agnochiampoambiente.it

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oh my Job!scuole montecchIane suGlI scuDI

borse DI stuDIo per Il DIrItto all’IstruzIone

InformaGiovani organizza la rassegna “OH MY JOB!”: in-contri e workshop dedicati al tema del lavoro e dell’orienta-mento professionale.

La rassegna coinvolgerà molte realtà del territorio che svolgono un ruolo attivo nell’ambito del lavoro, dalla formazione alla selezione e ricollocamento, dall’orien-tamento professionale, al supporto all’im-prenditoria fino alle nuove forme contrat-tuali post riforma.Tutti gli incontri, a ingresso libero, si svol-geranno i martedì sera fino al 5 maggio 2015 alle ore 18.15 all’InformaGiovani. Farà da coda alla rassegna il Workshop “Trova il tuo lavoro: tecniche e metodolo-gie per la ricerca attiva di impiego”, che si terrà le mattine del 7 e 8 maggio 2015 dalle 9 alle 13.

ttime prestazioni delle scuole primarie montecchiane in con-corsi nazionali e regionali.Tre classi quarte della “Man-zoni” hanno vinto il concorso

regionale “Tutela, Valorizzazione e Pro-mozione del Patrimonio Linguistico e cul-turale Veneto” con una raccolta di ricette

n sostegno concreto al diritto allo studio, rivolto in particola-re alle famiglie a basso reddito. È questo l’obiettivo del bando

per l’assegnazione di borse di studio comu-nali per l’anno scolastico 2014/2015, che è già aperto e si chiuderà il 15 maggio 2015.Le borse di studio sono a favore degli stu-

denti con buon profitto e che vivono in famiglie residenti a Montecchio Maggio-re con un I.S.E.E. non superiore a 9.000 euro. Le domande vanno presentate all’uf-ficio protocollo del Comune, utilizzando gli appositi moduli di domanda disponibili in Municipio o scaricabili dal sito internet istituzionale del Comune.

tradizionali intitolata “In cusina tra i fornei co l’aiuto dei putei”. Le terze, le quarte e le quinte della “Man-zoni” e della “San Francesco” si sono inve-ce classificate terze nella gara nazionale di Matematica “I giochi di Achille e la tarta-ruga”, patrocinati dal Comune di Chieti.Complimenti a tutti!

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Brendola

Guerra alle “brutture” Calcio? roba (anche)da femmineIl comune approva Il nuovo pIano InterventI

che rIvoluzIona l’urbanIstIca Del terrItorIo

di valerio luisonBrendola è guerra alle “brutture” ar-chitettoniche. Lo ha stabilito il Comune,

approvando con parere unani-me del consiglio il nuovo Piano Interventi, redatto dall’Ammi-nistrazione per uno sviluppo futuro del paese al passo con i tempi, ma al contempo in pie-na sinergia con la tutela paesaggistica e le radici agricole del territorio. Dito puntato contro l’urbanizzazione selvaggia del pa-ese portata avanti dagli anni ‘70 fino agli anni ‘90, “anche se sappiamo - spiega il sindaco Renato Ceron - che gli errori del

La Scuola Calcio Brendola apre le porte alle pulcine. Tutto è nato dal grande suc-cesso del progetto del calcio a scuola, pro-mosso dal giovane mister Stefano Zaccaria tra le classi terze, quarte e quinte in collabo-razione con il comprensivo “Galilei”: tanto è stato l’entusiasmo dimostrato, e non solo dai maschietti, che la dirigenza brendolana ha pensato di provare ad avviare una speri-mentazione tutta in rosa. “Avvieremo una serie di allenamenti gratuiti per un paio di mesi - spiega Matteo Lago, della Scuola Calcio Brendola - per portare avanti il per-corso avviato a scuola, ma in una squadra di sole bambine. Se i numeri che andremo a raccogliere rispetteranno le aspettative che il grande interesse ha suscitato a scuola, allora potremo gettare le basi per un pro-getto davvero unico da queste parti: creare una squadra interamente composta da pul-cine. Il calcio è uno sport bellissimo, e non è vero che è solo “da uomini”, o che rovina l’armonia del fisico: vogliamo sfatare que-sto falso mito, aprendo davvero a tutti la possibilità di divertirsi dietro a un pallone”. Si comincia martedì 7 aprile, con lezioni una volta alla settimana, il martedì dalle 14.45 alle 16. Obbiettivo, raccogliere al-meno una decina di adesioni: “in quel caso - continua Lago - potremo pensare a una squadra iscritta ad un campionato a tutti gli effetti, progetto unico da queste parti”. Per info: pagina facebook Brendola Scuola Calcio; oppure 346 210 4288 (Matteo).

passato non si cancellano in un giorno. La cosa importante però è che ci siamo dotati di uno strumento efficace e per lavorare nella direzione giusta”. Basta giganti di cemento e di-vieto di edificazione a nastro, oltre a riconoscere agevolazio-ni per chi riqualificherà edifici considerati non in armonia con il contesto: queste le linee guida

del piano, cui si aggiunge il progetto di edi-lizia agevolata e riordino dell’area del “Mo-linetto”. Un documento da 1 milione di euro complessivi d’impegno, che risponde a 60 domande accolte tra le 80 presentate dai cittadini. Di queste, 50 riguardano vo-lumetria residenziale, (con 44 richieste per prima casa), le quali daranno possibilità a molti cittadini di costruire vicino all’abita-zione dei genitori. “E questo era un punto chiave che avevamo fissato nel mandato elettorale - continua Ceron - sapendo che al contempo così andremo a risistemare aree sparse e degradate”. Massimo rispetto, poi, della superficie territoriale: i volumi approvati occuperanno circa 20 mila mc, circa la metà di una lottizzazione delle stes-se dimensioni, e il consumo di superficie agricola è stato abbattuto a 15 mila mq, su-perficie che peraltro resterà per la quasi to-talità destinata a verde privato o pubblico.

Blog, numeri da recordHa superato quota 50.000 visite brendo-ladialoga.it, il nuovo portale con tutte le news del territorio! Vuoi pubblicare i tuoi contenuti? Scrivi a [email protected]

60 - domande approvate su 80 pervenute

6m - Altezza massima consentita edifici (aree extraurbane e collinari)

800 mc - Occupazione massima consentita al singolo edificio

20 mila mc - volumi approvati

15 mila mq - superficie agricola utilizzata

20% - sconto su oneri di urbanizzazio-ne per opere di riqualificazione

Foto Daniel Maran

I NUMERI DEL PIANO

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La musa del beato Claudio

di giuseppe signorinella Grotta di Lourdes riprodot-ta in maniera fedele all’origina-le dei Pirenei dal beato Clau-dio, estasiata in preghiera di fronte all’altare e alla Madonna,

c’è la statua di santa Bernadette Soubirous. Quasi nessuno ha mai saputo, però, a chi si è ispirato il beato Claudio per realizzare il volto della santa, fino a quando, qualche tempo fa, la signora Rina Marchesini, ve-dova Portinari, classe 1924, ha raccontato al nipote Giovanni Portinari la sua storia.Ancora lucida e vivace, la signora Rina ha ricordato insieme a noi quello che è suc-cesso nell’estate del ’43, quando ancora aveva 18 anni. Andava a Messa alla Pieve ogni domenica alle 8.30. Durante la setti-mana lavorava ad Arzignano, alla Filanda Bonazzi. Una domenica era seduta con al-cune amiche in una panchina di fronte alla Grotta, quando si è sentita battere su una spalla. Si è girata e ha visto fra Claudio. Su-bito si è spaventata, ha pensato che magari era vestita in maniera sconveniente… In-

vece gli ha detto semplicemen-te di seguirlo. Fra Claudio indossava il grembiule che usava per lavorare, per scolpire. Poco di-stante le ha spiegato che la osservava da qualche settimana. Doveva ter-minare la statua di santa Bernadette ma non riusciva a trovare qualcuna con le misu-re giuste. O meglio, una ragazza c’era, ma non l’aveva contattata perché aveva sempre il “becco” rosso (un rossetto molto vistoso, ma erano altri tempi...). Fra Claudio ha raccontato alla Rina che aveva un brutto raffreddore e non riusciva a guarire. Era molto magro. La vedeva agitata e allora ha chiacchierato un po’ con lei, prima di prendere un metro da sarta e misurarle il viso. Alla fine l’ha ringraziata e le ha det-to di tornare anche la domenica successiva. La Rina l’ha preso in parola e la settimana successiva ha incontrato di nuovo fra Clau-dio, che aveva già realizzato lo stampo.

Però non era venuto perfetta-mente. Voleva regalarglielo,

le ha detto che c’era lei, in quello stampo, però lì per lì la Rina non ha sa-puto cosa rispondere… (lo stampo oggi è ancora

custodito nella gipsoteca del Convento). Fra Clau-

dio le ha ripreso le misure, le ha detto che sperava che quella

fosse la volta giusta e poi l’ha consigliata di mettersi sempre vicino alla statua di santa Bernadette, quando andava a Messa, per-ché avevano la stessa testa e allora la santa l’avrebbe di certo aiutata. La Rina però si è sempre vergognata e non ha mai ascol-tato il consiglio del beato Claudio. Anzi, ha sempre tenuto questa storia nascosta. L’aveva raccontata a padre Redento che la voleva inserire nel bollettino del Santuario, ma poi non se l’è sentita. Per fortuna alla fine si è decisa e oggi possiamo finalmente sapere chi è stata la musa del beato Claudio per realizzare la bellissima statua.

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san pieTro Mussolino - crespadoro

“Più potere alla Polizia Locale”

Carciofi di marana in serie a

di Mario pioTTon giro di vite alla criminalità, per dare risposte concrete a tutta la vallata. È quello che il sindaco di San Pietro

Mussolino Gabriele Tasso ha voluto chiedere direttamente alla Regione Veneto, scendendo in campo con i sindacati della Polizia Locale per chie-dere maggiore autonomia normativa per l’organo di sicurezza più diffuso nel territorio. “Carabinieri e Polizia di Stato non bastano - spiega il primo cit-tadino al tavolo di presentazione dell’i-stanza - e mai come adesso i cittadini hanno bisogno di risposte, come ha di-mostrato il caso-Stacchio. Nessuno qui vuole vedere il far west”. Sono i numeri a invitare alla riflessione, come per esempio la ventina di reati predatori registrati in alta valle solo tra febbraio e marzo. “Numeri incredibili, se confrontati con il passato

di Mario pioTTohi lo avrebbe mai detto solo un anno fa, quando il progetto dei carciofi di Marana era anco-ra un’idea, che in pochi mesi il

nome della frazione di Crespadoro avrebbe girato tutta l’Italia sulle magliette di una squadra di serie A… Eppure i carciofi - e poi le rose - di Marana di strada ne hanno fatta molta. Da un’idea, quella di essere tra i primi a coltivare i carciofi nel Veneto (ci sono solo quelli di Sant’Erasmo a Venezia) è nato un progetto che si sta ingrandendo sempre di più nella sua importanza: quella di dimostrare che in alta valle l’agricoltu-ra non è morta e che per di più può avere un valore sociale altissimo. Un assist che i campioni dell’Arzignano Calcio a 5 han-no subito raccolto, trasformandolo in un gol in favore del territorio e della solida-rietà. L’aspetto più gratificante dell’espe-

non troppo lontano di queste zone - conti-nuna Tasso - e che danno l’idea di quanto in proporzione il fenomeno sia cresciuto dappertutto. Le cause? L’immigrazione in-

controllata, prima di tutto”. Una valle che annuncia di volersi muovere a fronte com-patto, chiedendo quindi in particolare di dare agli agenti di Polizia Locale gli stessi

strumenti riconosciuti al resto del compar-to sicurezza nazionale. “Oggi sottostiamo a una norma obsoleta - spiega Domeni-co Natangelo, agente della Polizia Locale

Ovest Vicentino e rappresentante sin-dacale – che ci equipara a un qualsi-asi impiegato pubblico, al di là dei rischi che corriamo e nonostante per conoscenza del territorio potremmo essere davvero l’avanscoperta della tu-tela dell’ordine”. “Procedo in sintonia con i collgehi del territorio - chiude il sindaco Tasso - e busso in Regione sa-pendo che in tempi pre-elettorali non potranno ignorare il tema sicurezza. L’idea che porteremo avanti in questa direzione è quella di riaprire la Scuola Regionale Veneta per la Sicurezza e la

Polizia Locale, chiusa poco tempo fa, orga-no necessario a garanzia della corretta for-mazione del personale operativo a stretto contatto con la cittadinanza”.

rienza realizzata in collaborazione con la Cooperativa AgriMea, è infatti legato alla coltivazione affidata ai ragazzi assistiti da Villa Santa Rita, struttura per persone af-fette da disturbi del comportamento. Per tre di loro, Cristopher, Joshua e Takieddin, il derby con il Came Dosson è stata l’oc-casione di coronare un sogno: nell’ambito dell’iniziativa “Un cuore, una maglia” per presentare le nuove divise dell’Arzignano

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con il logo dei carciofi, hanno ricevuto l’abbraccio del PalaTezze. “Credere nel ter-ritorio - spiega Mirco Rossetti, presidente dell’Arzignano - è un aspetto che fa parte anche della nostra filosofia calcistica, così come fare del bene nel sociale”. La squa-dra ha ricambiato la visita qualche giorno dopo, recandosi a Marana, e regalando magliette, tute e palloni a dei nuovi tifosi davvero con un grande cuore... di carciofo.

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nogarole

torna laFesta del Formaggiodi Marco alessandri

opo l’incredibile successo della prima edizione, nel weekend tra l’8 e il 10 maggio a Nogaro-le tornerà l’appuntamento con la buona cucina e i prodotti

del territorio. Le associazioni e i comitati di volontariato di tutto il paese, affianca-ti dall’Amministrazione comunale e oggi anche dalla neonata Pro Loco, hanno già iniziato a lavorare per organizzare una ma-nifestazione unica ed eccezionale: la “Festa del Formaggio e dei Prodotti De.Co.”.“Questo evento l’anno scorso ha portato migliaia di persone a conoscere Nogarole, le meraviglie del nostro territorio e le no-stre eccellenze gastronomiche – commenta il primo cittadino Romina Bauce – e pro-prio per questo abbiamo voluto fortemen-te riproporla. Il formaggio è un prodotto con cui la gente ormai identifica il nostro paesino che, pur trovandosi a pochi minu-ti dal fondovalle, permette di immergersi nel verde e nelle bellezze naturalistiche dei

nostri monti, ultime propaggini dei Lessini in terra vicentina. L’obiettivo è far sì che la festa non duri un giorno solo, ma che possa portare la gente a Nogarole per tutto l’anno, alla ricerca dei nostri prodotti”.Cosa avete in mente per la seconda edizione?Il programma è vera-mente ricco di eventi. Partiremo con una cena di degustazione il venerdì sera – prosegue il sindaco – e poi sabato e domenica il menù prevederà assaggi di formaggi, miele, salumi e, in primis, i gnochi co’ la fioreta. Ma abbiamo anche la cam-minata dei capitelli in tre percorsi diversi a seconda della preparazione fisica di ciascuno, il concorso che vedrà sfidarsi i quattro caseifici delle valli Agno-Chiampo (Altissimo, Nogarole, Castelgom-berto e Trissino) per aggiudicarsi il premio del miglior formaggio, con possibilità per la gente di partecipare alla degustazione e alla votazione. In più, per la prima vol-ta organizzeremo una rassegna dei formaggi De.Co. della provincia di Vicenza, con possibilità di conoscerli e scegliere il migliore che poi verrà pre-miato. Insomma un bel program-ma! Per tutti i dettagli si può consultare il sito www.festadelformaggio.it.

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n gioco vietato ai deboli… di testa! A Nogarole sbarca “Il cervellone”, il social quiz multimediale che impazza

tra i tavoli dei locali di tutto il mondo, lanciando uno scontro tra i clienti dav-vero… all’ultima risposta. Una novità in arrivo al ristorante pizzeria Chalet Clara di Via degli Alpini, per una sfi-da davvero alla “only the brave”, che dà anche la possibilità di gareggiare in live match con i tavoli di altri locali. Appuntamento venerdì 17 aprile con inizio del gioco alle 21.30.

UtuttI pazzI per “Il cervellone”

Sotto: immagini della prima edizione della Festa del Formaggio

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MonTeBello

di lisa dugaTTohe qualcosa stia bollendo in pentola lo capirebbe anche un ignaro forestiero di passaggio. Non occorre nemmeno aguzzare

troppo la vista, dato che i festoni bianco-azzurri spuntano un po’ ovunque: sotto i porticati in attesa di primavera, nei garages lasciati aperti, dai bagagliai delle macchine. “Ma è solo la punta dell’iceberg, non c’è dubbio!”. Parola di Raffaele Casaro, uno degli organizzatori della XXVI° edizione della “Festa quinquennale della Madonna di Montebello”, meglio conosciuta come “La Solenne”. Un appuntamento arrivato all’importante traguardo dei 130 anni di età, ma che tutta Montebello non smette di amare.

“Sì - racconta Casaro - il paese tutto si sta preparando per celebrare questa festa mol-to sentita e molto antica. I primi appunta-menti del programma liturgico, formativo e culturale sono già iniziati a marzo e pro-seguiranno fino alla fine di maggio. Sono previsti incontri, concerti, approfondimen-ti. Nei primi quattro giorni di maggio si af-fiancherà anche il programma folcloristico, ricco di eventi musicali, sportivi e cabaret. L’apice della festa è previsto per domenica 3 maggio, quando ci sarà la solenne pro-cessione con la statua della Madonna, pre-sieduta dal Vescovo di Vicenza Monsignor Pizziol”.Da dove nasce tutto questo fermento?Innanzitutto dalle origini antiche di que-sta festa: la primissima processione risale al

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viaggio verso La solenne 2015

Igienizzazione degli interni all’ozonoServizio carro attrezziAuto sostitutiveConcordataria assicurazioni

Riparazione cristalli •

Montebello Vic.no (Vi) - s.s. 11 Ca’ Sordis, 8/c tel 0444 649458 - fax 0444 440891

le facciamo di tutti i colori

1793, quando i Montebellani si affidarono alla Madonna per invocare la fine di una grande siccità. Furono esauditi e a partire dal 1885 venne deciso di rinnovare la so-lenne processione ogni cinque anni.Quindi motivazioni prettamente religio-se?Non solo. Nasce sicuramente per motiva-zioni religiose, ma è sentita anche da chi fervido credente non è. Il paese riscopre il gusto di fare le cose insieme, riconosce le proprie radici e le celebra con orgoglio. Novità di questa XXVI edizione?Quest’anno verrà montata per la prima vol-ta una tensostruttura in piazzale Cenzi, per ospitare alcuni degli appuntamenti previsti. Lo scopo è di centralizzare di più la festa, di creare un nucleo forte al centro del paese.

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MonTeBello - MonTorso

montebello e altre visioni

Un cuore grande così

di lisa dugaTToassione. È forse la parola che meglio rappresenta il fotografo emergente, Nenad Blagojevic. Classe 1980, Nenad di profes-

sione fa l’operaio ma è nella fotografia che mette l’anima e tutto il suo tempo libero. E i frutti stanno arrivando: è di fine dicem-bre 2014 la sua prima mostra personale

a una drammatica esperienza personale ad un gesto di grande generosità. Giovanni Bastia-nello, ottantenne imprenditore

in pensione, fondatore nel 1963 della BM Officine, un anno fa ha rischiato la vita. Durante un’operazione per un’angioplasti-ca all’ospedale di Bassano è caduto in coma ed è stato salvato dai medici grazie all’uso immediato del defibrillatore. “Dopo due ore e mezza mi sono risvegliato – spiega – e subito ho pensato che come aveva salvato me, il defibrillatore può salva-re qualcun altro. Ho capito che dovevo fare qualcosa e ho deciso di donarne uno alla squadra di calcio de La Contea, la quale però ne era già provvista. Allora ho deciso di donare un defibrillatore alla palestra di via 4 Novembre, dove si allenano e giocano la pallavolo e la pallacanestro de La Contea e la mia proposta è stata accolta positiva-mente”.

“Montebello e altre visioni”, all’interno della chiesetta di San Giovanni in Piazza Italia.Come è nata la tua passione per la fo-tografia?Ho scoperto recentemente che già da bim-bo giravo per casa scattando foto con la vecchia “Kiev” del papà e non la mollavo mai, quindi credo proprio sia nel mio dna.

Il ringraziamento della società sportiva e del Comune a Bastianello è avvenuto du-rante una cerimonia alla quale erano pre-senti anche il sindaco Antonio Tonello, il consigliere comunale delegato allo sport Valerio Nori e alcuni allenatori. “A Bastianello va un grande ringraziamento – commenta il sindaco – perché ha saputo trasformare una grande paura personale in

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Nel 2007 mi sono iscritto al Fotoclub di Montecchio Maggiore e a quello di Lo-nigo, iniziando quindi a confrontarmi e a imparare da altri fotografi. Da lì ho co-minciato con le prime mostre collettive, ho letto vari libri, cercato informazioni su internet… il tutto sempre da autodidatta. C’è stato un momento particolarmente significativo nel tuo percorso?Sicuramente nel 2011, quando mi sono aggiudicato il primo posto nel concorso fotografico organizzato dal Fotoclub “Il Campanile” di Noventa Vicentina. Non me lo aspettavo assolutamente, le foto in gara erano circa 700. Progetti per il futuro?Cercare di crescere costantemente, di su-perare i miei limiti, per avvicinarmi ogni volta di più al vero obiettivo di ogni mia foto: emozionare.

un’azione orientata al bene e a favore del prossimo”.Partite ed allenamenti si svolgeranno ora in un ambiente più sicuro, perché il defibril-latore, se usato immediatamente e in modo corretto, è in grado di salvare chi è colto da un arresto cardiaco. Un grande gesto di solidarietà, a beneficio soprattutto dei gio-vani atleti. f.c.

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lonigo

aspettando le elezioni comunali

di lino Zonini sicuro, per ora, c’è che a Lo-nigo si voterà per il rinnovo del sindaco e del consiglio co-munale. La data delle elezioni è stata fissata per il 31 maggio,

sfidando il ponte del 2 giugno e la ten-tazione per gli elettori, già poco propensi a rispondere all’appello, di passare il fine settimana al mare. Il tempo che manca alla scadenza è ancora parecchio e concede alle formazioni politi-che che parteciperanno alla corsa elettorale la possibilità di valutare con calma strategie e alleanze.Tutto già deciso, invece, per quanto riguar-da Luca Lazzari, consigliere di minoranza uscente che ha bruciato le tappe presen-tando prima di tutti la sua lista di candidati in Comune, dove chi vuole può recarsi fin d’ora per apporre la firma a sostegno del-la candidatura. Sotto il logo “Movimento dalla parte del cittadino” si presenteranno: Loretta Bastianello, Sonia Bernardi, Anna Busato, Barbara Cera, Margherita Croglia-no, Monica Donadi, Ivana Gelain, Patri-zia Isolati, Luca Battocchio, Siro Cestaro, Mirco Galliazzo, Alessandro Lazzari, Mar-cello Pegoraro, Daniele Rio, Bruno Rosset-to, Giampietro Soldà. Delegato di lista è Luciano Tomba, fiduciaria Andreea Enea.E gli altri? Per adesso la pretattica la fa da padrona. Spulciando tra le indiscrezioni,

si può anticipare che probabilmente sarà Chiara Gianesin, attuale assessore alla Scuola e al Teatro, la capolista della forma-zione di centro sinistra guidata nell’ultima legislatura da Giuseppe Boschetto, il qua-le sembra deciso a non ricandidarsi (anche se potrebbe farlo e a questo proposito c’è qualcuno che non esclude del tutto un col-po di scena finale).In appoggio a Gianesin dovrebbe esserci una lista del Pd più un paio di civiche ca-pitanate da esponenti di spicco che fanno riferimento al centro sinistra.Sull’altro fronte, la Lega Nord non ha an-cora sciolto la riserva sorta dal dualismo tra

ddue candidati eccellenti alla carica di sin-daco: Luigi Tassoni, per moltissimi anni a capo dell’Amministrazione comunale nella vicina Alonte, e Luca Restello, consigliere uscente di minoranza. Le ultime notizie danno quest’ultimo come favorito. Anche Forza Italia deve ancora comunica-re a chi affidare lo stendardo del capolista. Sembra che il candidato prescelto possa essere Angelo De Pieri, attivo nel mondo sindacale e associativo legato all’agricoltu-ra, ma anche qui non c’è niente di sicuro.Tra i nuovi entrati si attendono notizie dal Movimento 5 Stelle, presente in città con alcune iniziative ma ancora indeciso sulla composizione di una squadra che potrebbe partecipare alla tornata elettorale. Si sta guardando attorno anche il neo costi-tuito movimento “Per una nuova Lonigo”, un gruppo che fa capo a Diego Masetto e Andrea Dal Maso e che sta valutando se sia il caso di scendere in campo. Anche “Prima il Veneto”, gruppo da poco costituito a Lonigo con l’uscita dalla Lega Nord di Antonio Tessari, deve decidere cosa fare.Insomma, domina l’incertezza, aumentata dalla novità principale delle prossime ele-zioni leonicene, quando per la prima vol-ta si voterà con il doppio turno e il gioco delle alleanze e degli apparentamenti sarà più complicato di quanto non sia stato in passato.

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di sTefano canolaa Google Maps alle mappe delle decime della Parrocchia leoni-cena il passo non è breve: quasi 300 anni, visto che i cinque car-

teggi riportati di recente all’attenzione sono stati eseguiti tra il 1736 e il 1738. Notevole il loro valore storico: tante le scoperte che gli studiosi potranno fare quando i danni causati dal tempo e dall’incuria saranno stati riparati. Di nuovo il passo non è breve perché il restauro di ciascuna mappa costa quasi 5.400 euro. L’appello è lanciato e… “Qualche risposta è già arrivata – confida Mario Cera, che cura l’archivio parroc-chiale e segue molto da vicino la vicenda – però è presto per esultare”.Di che cosa si tratta esattamente?Secondo le iscrizioni che s’intravedono sono opera di Carlo Crestani pubblico perito per conto della Venerabile Pieve di Lonigo. Stabilivano quali possidenti di case o terreni dovevano versare gli oboli alla

Chiesa e chi invece ne era esentato. Ripro-ducono il territorio della Parrocchia in quel tempo: la pianta del Castello di Lonigo, i beni della Contrà del Misan (Almisano), il Pavaran (Madonna), Vo e Basegnan (ter-re tra Almisano e Madonna) e i beni del Monte (zona collinare). Quattro piantine misurano cm 142 per 196, la quinta cm 115 per 233. Ne manca all’appello una, quella della Contrà di Braggio (da Via Battisti verso Sud ndr). Perché sono importanti?Perché sono andate in gran parte perdute, come hanno conferma-to i responsabili dei musei e degli archivi diocesani: nel Vicentino solo tre o quattro parrocchie le hanno conservate. Il confronto con quelle esposte in Municipio e realizzate nel 1778 da Carlo Colombari per scopi catastali e con gli studi degli storici locali permetterà di verificare molti

nel 1700 con le mappe delle decime

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cambiamenti avvenuti in quegli anni. An-che la valenza artistica e la cura dei dettagli sono notevoli.In che condizioni sono le cartine?Lo stato di conservazione non è uniforme. I disegni sono stati incollati con colla ani-male alla tela, montata su tavole in legno. La carta s’è scurita per l’assorbimento del tannino del legno ed è stata danneggiata da un parassita della cellulosa. La mappa dell’area cittadina, il Castello, è in con-dizioni migliori delle altre e consente di decifrare nomi e date, ma in qualche caso il marrone scuro copre tutto. Gli esperti dell’abbazia benedettina di Praglia, dopo un accurato sopralluogo, hanno conferma-to la possibilità di intervenire con successo.

E come in un thriller storico religioso, non mancano i colpi di scena. Per esempio la collocazione di un certo convento che ha messo in disaccordo Pomello, Vitaliani e Mazzadi. Non resta che aspettare il re-stauro, una mappa alla volta, e “sparare” al massimo lo zoom. Ah già, qui non si può…

La pianta del Castello completa e il dettaglio della bussola.

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l primo appuntamento mondiale della stagio-ne 2015 sulla pista Santa Marina di Lonigo è alle porte. La macchina organizzativa del Moto Club Lonigo è già al lavoro da diverso tempo, per non lasciare nulla al caso e per

presentarsi in grande spolvero visto l’importante manifestazione che li attende.Dopo qualche stagione di assenza rivedremo in terra Leonicena il 3 Maggio un Round di Qualifi-cazione Individuale che darà alla fine l’accesso ai Grand Prix 2016.I nomi dei piloti che saranno protagonisti nella pista iridata Santa Marina saranno resi noti dalla FIM, Federazione Motociclistica Internazionale, sola-mente pochi giorni prima della manifestazione.Questo non significa però che i presenti saranno piloti di secondo livello, in quanto tutti coloro che aspirano alla massima serie dei Grand Prix do-vranno darsi battaglia sin dall’inizio.Molte saranno le nazioni rappresentate, ad iniziare dai “vicini” di casa di Slovenia, Francia e Repubbli-ca Ceca, per passare poi a paesi scandinavi come Danimarca, Svezia e Finlandia. Non mancheranno

di certo nel line-up i piloti Inglesi e gli onnipresenti Polacchi, oramai al vertice della specialità da diver-si anni, mentre le nazioni oltreoceano saranno rap-presentate da Stati Uniti, Australia e, dopo parec-chi anni di assenza, anche dalla Nuova Zelanda.Vi aspettiamo quindi numerosi per vivere un po-meriggio che sarà sicuramente ricco di suspence, brividi ed emozioni, solo come lo speedway sa dare. L’inizio della gara è fissato alle ore 16.00 di domenica 3 maggio. Le prove ufficiali sono previste lo stesso giorno, con inizio alle ore 11.00.

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di sTefano canolaormai terminato il tempo del-la sofferenza per il Santuario di Madonna dei Miracoli e in particolare per la sua splendida facciata con le sculture in pietra,

messa a dura prova dagli anni e dalle in-temperie. I lavori di restauro partiranno a breve, sembra più questione di settimane che di mesi. Agli sforzi del Comitato per i restauri della Parrocchia leonicena si pos-sono aggiungere ora le donazioni dei sin-goli cittadini, anche attraverso la formula del cartellone puzzle (che sta riscuotendo buon successo nel capoluogo per la facciata del Duomo). La parte centrale del pannel-lo posto nella chiesa della frazione è suddi-visa in 1000 tasselli: con 25 euro è possibile togliere un tassello dalla facciata ingrigita e donarle simbolicamente luce e splendore. A dare slancio ai molti che si prodigano

per il Santuario (gioiello del Rinascimento vicentino che dopo l’evento miracoloso del 1486 ha attirato per secoli pellegrini da lar-ga parte della Pianura Padana) sono arriva-ti a febbraio i risultati del censimento 2014 “I Luoghi del Cuore”, che il FAI (Fondo Ambiente Italiano) propone per indivi-duare i siti artistici e ambientali più amati nel nostro Paese. Complessivamente oltre un milione e mezzo le segnalazioni, 6616 delle quali hanno riguardato la chiesa di

ÈMadonna, al 52° posto nazionale, settimo nel Veneto e primo nella nostra provincia. “Il successo si deve all’attività capillare di divulgazione e informazione svolta dal-le associazioni culturali, dalle scuole e da tante persone – ha spiegato il coordinatore della raccolta firme Michele Sedda -. Que-sto risultato rappresenta un segnale forte dal territorio per salvare i nostri luoghi del cuore dai pericoli e dall’indifferenza”[email protected]

al via il restauro44

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lonigo - sarego

di giovanni salviaTiltre ai danni alla salute, quanto costa l’inquinamento delle fal-de acquifere a Sarego? È presto detto con un esempio. Attualmente il ge-

store e proprietario dell’ac-quedotto, il Centro Veneto Servizi, spende circa 10 mila euro ogni mese per sostituire i filtri in uscita del pozzo di Monticello di Fara, che serve le case della medesima frazione. Fra quelli del territorio comunale, è quello più zeppo di perfluoruri alchilici, la famiglia di sostanze tossiche che da anni vengono inviate qui da alcune industrie soprattutto della zona di Trissino.È per questo che il CVS ha preso una de-cisione drastica: dismettere quel pozzo e collegare Monticello al pozzo che già serve Meledo, e che si trova in zona S. Antonio. Costo dell’operazione: 600 mila euro. Il progetto è già in fase di elaborazione nell’uf-ficio tecnico dell’azienda, la quale poi chie-derà il finanziamento relativo all’A.T.O.

Bacchiglione, di cui il vicentino fa parte. “Si prevede che i lavori possano partire in mag-gio – stima il sindaco Roberto Castiglion – per poi durare un altro paio di mesi, dato

che bisognerà rompere delle strade ed eseguire scavi che comporte-

ranno del tempo”.Quanto alle famiglie (ma ci sono anche imprese) at-tualmente servite da pozzi privati autorizzati, verranno

allacciate anch’esse all’acque-dotto. Dunque, disagi e costi,

che prima o poi non potranno non farsi sentire su tariffe già relativamen-

te elevate, anche se l’impatto di queste spese straordinarie sarà ripartito sui 59 comuni con 240 mila abitanti gestiti dalla società. Di qui la seconda fase di questa vicenda: la richiesta di risarcimenti. Da tempo Comu-ne e CVS avevano interessato l’Avvocatura della Regione Veneto per adire le vie legali in merito. “Siccome però – fa sapere Ca-stiglion – non abbiamo ricevuto riscontri dall’Avvocatura regionale, noi e il CVS abbiamo deciso di incaricare uno studio le-gale privato di procedere autonomamente

tylia addio. Da luglio la socie-tà di smaltimento dei rifiuti non servirà più il Comune di Sarego. Lo ha deciso la Giun-ta dopo la scelta dell’azienda

di cambiare assetto trasformandosi in società mista pubblico-privato. Scelta non condivisa dall’Amministrazione comunale, assieme ad Orgiano, Cam-piglia, Sossano, Pojana e Asigliano. “Abbiamo indetto una gara – ricorda il sindaco – nella quale ha vinto un’asso-ciazione di tre imprese: Padova 3, Sesa e Ideal Service. Prima di affidare l’inca-rico dobbiamo attendere i 30 giorni di legge per eventuali ricorsi e osservazioni da parte degli altri concorrenti”. g.s.

UrIfIutI: Da luGlIo sI cambIa

inquinare costa

o

per chiedere i danni relativi ai responsabili dell’inquinamento. Per ora siamo solo noi, ma l’iniziativa è aperta agli altri enti pub-blici vittime di questo fenomeno di inqui-namento, a cominciare dai comuni vicini a Sarego e ai loro enti gestori. La scelta cadrà probabilmente sull’avvocato Matteo Ceruti di Rovigo, noto per aver già vinto l’anno scorso una causa analoga contro la centrale Enel di Porto Tolle.

a tanti anni canta, suona la chitarra e compone musiche e testi, seguendo l’ispirazione e pescando nel retroterra di studi

filosofici. Ha appena passato i 50 Luigi Gravino, product manager in un’azienda elettromeccanica e una passione grande e disincantata per la musica. Dopo quattro cd da cantautore (anche con don Matteo Zorzanello, al tempo della sua presenza all’ombra del Duomo), nell’ultimo “Il co-raggio di esistere” lascia il microfono, ma non è un passo indietro. “L’incontro con Carmine Cirillo in arte Kavour è stato provvidenziale per entrambi – spiega Luigi -. Per lui la prima occasione di eseguire un intero disco di inediti, per me una chance

di notevole visibilità. Kavour è un interprete eccellente: ha vinto gio-vanissimo il Karaoke di Fiorello, ha fatto coppia con Fausto Leali nella Canzone del Secolo, ha partecipato a The Voice of Italy. ProjectK Band è formata da fior di musi-cisti vicentini: un pop raffinato, dal sapore internazionale ma con i testi italiani, senza rinunciare alle sperimentazioni”. Dubbi? Cercate “Dopo il temporale” su internet e alzate al massimo il volume: arriverà la voce incredibile di Kavour, rara per poten-za ed estensione. Nei passaggi successivi si assaporano i testi di Luigi, che raccontano le debolezze dell’uomo senza lasciare cam-po libero alla resa. “Siamo soddisfatti di

dvendite e download – afferma Gravino -. La web radio romana Twitmix.it ci ha dato molto risalto dopo che per settimane siamo rimasti nella sua top ten, a fianco di Jova-notti e Mengoni. Non c’è verso invece di far ascoltare un minuto della nostra musica a qualche etichetta, major o indipendente che sia: noi andiamo avanti comunque”.

La ProjectK Band con Luigi Gravino e il cantante Kavour (Foto di Giuliana Milos)

La musica dei ProjectK Band 45

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Il bilancio dopo la fiera Linea-pelle, che si è tenuta a Milano dal 25 al 27 febbraio, è più che positivo. cominciamo dai numeri. I visi-tatori sono stati 20.031. Un bel +10% sull’edizione del marzo 2014 e addirittura il +3% sul settembre 14. ciò accade raramente, perché il campionario primaverile richia-ma solitamente di meno, per-tanto il dato è segnale impor-tante di come lineapelle stia diventando sempre più primo riferimento mondiale di tutte le fasce qualitative della domanda e dell’offerta. Sono arrivati a Milano da 107 nazioni 8.563 operato-ri e dall’Italia 11.468. i 1.086 espositori hanno confermato le dimensioni planetarie di li-neapelle, con la presenza di 41 Paesi e un valore complessivo di fatturato pari a 15 miliardi di dollari, di cui il 67% realizzato dalle 724 società italiane.A testimoniare la vitalità del-la rassegna è anche la quota di imprese nuove e il grande l’investimento sui giovani. nel quadro delle sfilate milanesi s è puntato sulla next Generation

dopo lineapelle: bilancio positivounder 30, con pellami pregiati forniti ai vincitori (claudio cutu-gno, luca lin, alessandro can-ti e Gianluca viscomi). la colla-borazione con la Fashion week milanese si è arricchita di una mostra a Palazzo dei Giurecon-sulti. Infine, Lineapelle ha radu-nato 600 ragazzi dai 10 ai 13 anni, provenienti dalle famiglie e dalle scuole dei distretti con-ciari campano, toscano, veneto e lombardo, per premiare le più originali interpretazioni in pel-le della Pop art nel concorso Amici per la Pelle.

“in genere il nostro campionario primavera-estate ha meno suc-cesso di quello invernale – di-chiara il presidente di Unic Rino Mastrotto – perciò tutti siamo andati all’ultima lineapelle con preoccupazione, perché, oltre

a questo fattore, ci aspetta-vamo un interesse minore del lusso, assenze dall’oriente e fiacchezza diffusa. Le aziende visitatrici, che sono un dato più significativo dei visitatori intesi come singole persone, sono invece aumentate e di tanto: 14% sul marzo dell’anno scor-so. Un altro dato molto interes-sante è che le aziende “nuove” visitatrici sono aumentate del 33% rispetto a marzo 2014”.Le ragioni di questo succes-so?“lineapelle, con la sede mila-nese e il calendario anticipato, ha acquistato una vivacità e una dinamicità eccezionali, una centralità mondiale assoluta. anche la presenza francese è stata molto forte, con un +19% rispetto allo scorso anno. adesso la parola passa al mer-cato, che è una cosa diversa; però a lineapelle abbiamo ca-pito che stanno aumentando i nuovi compratori e noi dovre-mo essere bravi a intercettarli e servirli”.

il prossimo appuntamento con lineapelle è a Milano il 9-10-11 settembre.

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Material Manufacturing & Tecnologysi è svolta a Hong Kong dal 30 marzo al 1 aprile la fiera MM&T (Material Manufacturing & Tecnology. In attesa dei dati ufficiali, l’esposizione si confer-ma un appuntamento importante dal momento che il mercato cinese, nonostante il momento di flessione, rimane la prima area di esportazione per le concerie italiane. nel 2013 le concerie ita-liane hanno esportato nell’area cinese circa 160 mila tonnellate di pelli conciate, per un valore cor-rispondente di 793 milioni di euro.

Lineapelle ModaÈ in fase di definizione il calendario di Trend Se-lection by Lineapelle. Queste presentazioni stili-stiche nelle principali città estere prevedono una formula di una sola giornata con conferenza stili-stica ed esposizione dei materiali di tendenza, di cui vengono illustrate le caratteristiche e le possi-bilità di utilizzo. Gli appuntamenti finora realizzati – in Messico, spagna, colombia, Brasile, Polo-nia, russia, vietnam e Korea – hanno registrato grande successo e partecipazione; sicuramente si tratta di uno strumento importante che permet-te di portare e raccontare in giro per il mondo le tendenze della moda attraverso la pelle italiana.

18° GrUPPo Mastrotto s.P.a. 265.414.624 8,87 22° rino Mastrotto GroUP s.P.a. 243.441.264 7,60 26° dani s.P.a. 208.157.536 190,39 29° conceria PasUBio s.P.a. 196.087.040 17,99 44° Faeda sPa 128.030.800 15,7645° conceria cristina sPa 127.062.856 31,07 48° conceria cadore s.r.l. 125.344.016 23,85

Altro dato interessante: l’Ebitda, indice che misura il cash flow generato dall’attività tipica dell’azienda, è in crescita per il settore della concia e del commercio all’ingrosso di pelli e cuoio che hanno registrato rispettivamente un +130% e +102% sul 2008.

Fatturato 2013 % Var. Fatt. 2013

Nella classifica delle top imprese del Vicentino, tra le prime 50 ci sono 7 aziende del settore conciario

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assione, cura del

dettaglio, e occhio

d’artigiano. A Graziano

Beschin non serviva

altro per aprire la conceria che

ancora oggi porta il suo nome,

avviata credendo fermamente

nella lunga vita del fashion della

pelle, pur sapendo guardare

dritto negli occhi i cambiamenti

imposti dai tempi e dalle mode.

Da allora sono trascorsi quasi

40 anni, fatti di innovazione nelle

tecnologie di lavorazione, di studio

costante nella scelta dei materiali,

di certificazioni dei prodotti lungo

tutta la filiera. Ma lo spirito del

lavoro artigianale, in risposta a un

mercato sempre più alla ricerca di

a prodotti con personalità, resta lo

stesso di quell’avventura iniziata

nel 1978, lo stesso che Graziano

ha saputo trasmettere ai tre figli

che ora lo affiancano. La Conceria

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nota anche ben al di fuori del polo

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P

produttivo dell’ovest vicentino. Un

marchio fin dagli inizi orientato al

servizio della più ampia varietà

di prodotti per l’abbigliamento, e

che via via ha saputo affinarsi fino

a specializzarsi nella lavorazione

di pelle per la produzione di

calzature d’alta qualità: Beschin

oggi è nome noto tra le aziende

di settore, con clienti tra le più

affermate case di moda d’Italia

e d’Europa. A fare la differenza

è proprio quell’attenzione al

particolare che contraddistingue

i prodotti Beschin, segno di un

amore profondo per la pelle e

per il proprio lavoro, di quelli che

davvero non passano di moda.

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Produzione 2014i dati di preconsuntivo, relativi ai primi 11 mesi, segnano un au-mento del valore di produzione (+1% sul corrispettivo 2013), a fronte di un ribasso dei volumi complessivi (-3%). il segmento bovino, inclusi i vitelli, ha mo-strato risultati più soddisfacenti dell’ovicaprino e del cuoio suo-la (entrambi in calo sia in valore che in volume).

Dati UNIC inviati nel mese di febbraio alle aziende associate.

congiuntura del settore concia

Tendenze 2015i prezzi della materia prima registrano tuttora andamenti molto dif-ferenziati in un trend complessivo invariato con eccezioni al rialzo (es. vacche). Nella concia, sostanziale stabilità dei flussi di export a dicembre e gennaio. il distretto veneto registra un rallentamento delle spedizioni verso la cina, compensato dal maggiore protagonismo di vietnam, cambogia e Filippine. in toscana aumento consistente dell’invio di campioni di calzature e borse realizzate con pelli locali verso gli Usa. campania ancora rallentata, possibile un’inversione grazie ai ribassi degli agnelli.

Export 2014il valore delle esportazioni nazio-nali di conciato verso 119 Paesi tra gennaio e novembre è cre-sciuto del 2%. tra le principali destinazioni, perdita dell’11% sulla cina, crescita in Germania (+15%) e Polonia (+17%), rialzi con iberici (spagna +8%, Por-togallo +4%), Usa (+4%), re-gno Unito (+7%), corea (+4%), austria (+4%) e aree di deloca-lizzazione calzaturiera (roma-nia +6%, tunisia +4%, vietnam +37%, albania +25%, Bulga-ria +21%). scendono Francia (-8%) e turchia (-19%).

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si è tenuto a Hong Kong lo scorso 29 marzo il congresso mondiale dell’International Council of Tanners che rac-coglie 38 associazioni conciarie nazionali di categoria. tra le li-nee d’azione introdotte dall’itc, sotto l’attuale presidenza di rino Mastrotto, segnaliamo:

• Contratto internaziona-le d’acquisto n.6. il modello risale al 1999 e risulta lo stru-mento più diffuso. Essendo i maggiori compratori al mon-do, Unic con le associazioni

notizie dall’international councilconciarie cinesi e taiwanesi ha definito e proposto le modifiche contrattuali a icHslta, ispira-te dalle “linee guida Unic per l’acquisto di materie prime”. vi si prevede, per esempio, l’in-dicazione specifica di origine e caratteristiche fisiche della pelle, l’abbassamento delle tol-leranze, la conformità chimica e ambientale. le prime rispo-ste sono state sostanzialmente negative: se ciò continuasse, in accordo con i cinesi si procede-rà autonomamente a un nuovo contratto di parte acquirente.

• Contratto internazionale di vendita n.7. esiste dal 1999, è poco utilizzato, potrebbe esse-re rinnovato in alcune clausole su reclami e tolleranze.

• Protezionismo. a fronte di oltre metà del grezzo mondiale sottratto al libero export, è stato rivolto a tutti un invito a sottoli-neare il rischio di guerre com-merciali presso i propri Governi. reattività bassa o negativa da parte dei protezionisti brasiliani.

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dell’INchIOStrO

n esperimento semplice ma estremamente efficace: al-cune pelli tinte immerse in bocce riempite d’acqua che, giorno dopo giorno, non

cambia colore ma rimane perfettamen-te trasparente. Allo stand di Syn–Bios, durante l’ultima edizione di Lineapelle, la dimostrazione ha suscitato grande interesse e riscosso un forte successo in quanto testimonianza lampante di un’autentica svolta in tema di colorazio-ne della pelle.“L’innovazione e la ricerca ecologica fanno da sempre parte del dna della nostra azienda – spiega Massimo Re-meggio, Responsabile Commerciale Italia -. Questa attitudine, che coniuga l’attenzione per l’aspetto ambientale e della sostenibilità con quello delle pre-

stazioni, ci ha permesso in molti casi di anticipare le richieste sia del merca-to sia delle normative. L’ultima novità uscita dai nostri laboratori è il risultato di ricerche e test durati ben cinque anni. Stimolati da una concia sempre più tendente al green e dagli input dei nostri clienti, con i quali abbiamo testato l’efficacia dei risultati di laboratorio nella produzione vera e propria, siamo riusciti a mettere a punto non un semplice nuo-vo prodotto ma un innovativo sistema per la tintura del cuoio in botte”. La rivoluzione consiste nella sostituzio-ne totale, sia in passante che in rimonta, dei coloranti classici (aniline) con la no-vità degli inchiostri per botte. La gamma INk fOr leAther® con-sente di ottenere risultati eccezionali in termini di brillantezza dei toni e morbi-

Dai laboratori Syn-Bios un sistema di tintura che sostituisce in maniera definitiva i tradizionali coloranti da botte.

dezza della pelle. Gli inchiostri per botte vantano tenute chimico fisiche ottimali, che si manifestano con massima resi-stenza alla luce e all’acqua, e un ridot-tissimo impatto ambientale, differen-ziandosi quindi nettamente dai coloranti tradizionali che comportano il rilascio di sali da taglio, cloruri e solfati nelle ac-que reflue, oltre allo sviluppo durante la lavorazione di ammine aromatiche per le quali ci sono indicazioni sempre più restrittive.“Gli inchiostri per botte – continua Re-meggio – ci permettono quindi di man-tenere gli aspetti più positivi dei colo-ranti eliminando però quelli negativi. La base di partenza degli inchiostri è com-pletamente diversa: si tratta di pigmen-ti che, grazie ad una microdispersione esasperata, riescono ad essere lavorati e gestiti come coloranti. In questo modo riusciamo a coniugare brillantezza e morbidezza dell’articolo con altissime prestazioni e una maggiore ecologici-tà. L’articolo in cuoio tinto con i colo-ri INK FOR LEATHER® permette quindi all’utilizzatore finale di entrare in con-tatto con un prodotto totalmente sicuro.Dal punto di vista applicativo, presen-tandosi sotto forma liquida, essi ga-rantiscono inoltre una manipolazione più sicura da parte degli operatori, che evitano in questo modo di maneggiare e inalare prodotti in polvere. Per loro stes-sa natura chimica, in fase di fissazione si assorbono sul cuoio permettendo di ottenere un bagno totalmente esaurito, evitando quindi contaminazioni di colore delle acque reflue.Tutte le tonalità inserite in catalogo han-no superato alla perfezione i test più rigorosi”.

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I pUNtI dI fOrzAla formulazione prevede una micro macinazione delle polveri talmente spinta da ottenere le prestazioni di una soluzione colorante.

la tintura delle pelli avviene in bottale secondo il procedimento tradizionale.

l’eccellente grado di penetrazione garantisce una colorazione omogenea sia in sezione che in superficie con toni intensi e brillanti.

la superificie naturale della pelle resta inalterata.

la resistenza alla luce, allo stingimento e alla migrazione su pcv è massima, così come quella al lavaggio.

la gamma INk fOr leAther® è completamente salt free, per questo non contribuisce al carico inquinante dei reflui conciari con sali da taglio, cloruri e solfati, come avviene invece per i coloranti.

la particolare attenzione nella scelta delle materie prime garantisce all’intera linea una classificazione priva di pericoli per la salute umana e l’ambiente.

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concia e occupazione: secon-do i dati del 2013 l’industria co-ciaria, storicamente formata da piccole e medie imprese, conta 1269 unità, in leggero calo ri-spetto al 2012 (-0,8%) ma im-piega 17.958 addetti, vale a dire l’1,6% in più rispetto all’anno precedente.Un settore in controtendenza, dunque, che ha manifestato continuità e buona tenuta anche in tempi di crisi. Anna De Gregori, responsabi-le d’area dell’agenzia per il lavo-ro Staff, specializzata nel settore concia: “ le richieste che arriva-no dalle aziende riguardano sia

Fonte: Unic, istat,Unioncamere, Movimprese

VeneTo anno 2013

occupazione: valore in crescitafigure da impiegare in produzio-ne sia figure specializzate, come periti chimici e conciari, per mansioni specifiche o di control-lo di processi. l’esperienza rive-ste un’importanza fondamenta-le, unitamente alla formazione. Ciò si riflette nella difficoltà che a volte si ha nel reperire figure par-ticolari, come quella dello spac-catore o del rasatore che neces-sitano di grande professionalità;

a noi in questi casi è capitato di dover attingere fuori regione, in toscana o in lombardia, per trovare qualcuno di disponibile. a livello impiegatizio, invece, un valore aggiunto è rappresentato dalle lingue straniere: se l’ingle-se è ormai scontato, aggiungere nel proprio curriculum la cono-scenza del russo o del cinese è sicuramente un vantaggio”.

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tutte le nostre offerte sono da ritenersi riferite ad entrambi i sessi (Legge 125/91 art.4) Aut. Min. Prot. N. 18223 del 20/12/2012

Staff spa agenzia per il lavoro nasce dall’iniziativa imprenditoriale di professionisti con esperienza decennale nella somministrazione di lavoro del H.R. Management.Il nostro ufficio a Montebello Vicentino vanta una competenza specifica nella selezione e nella formazione del personale per il settore conciario.

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Imprese 468 (Var. 12/13: -0,8%)

Produzione 2.732 mln e (Var. 12/13: +9,9%)

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I.P.

Progetto GREENLIFE: Green Leather Industry For Environment

A seguito di un’iniziativa UTIAC S.p.A. (Società di ge-stione delle acque reflue di Arzignano) si è costituito con un accordo triennale un tavolo di lavoro finalizzato a modificare la struttura del processo di produzione e le regole di funzionamento dei rapporti tra imprese del polo conciario di Arzignano.L’obiettivo è quello di trasformare il distretto in un modello da seguire dal punto di vista dell’impatto ambientale e della diminuzione degli scarti dalle at-tività in esso presenti. Dopo essere passato al vaglio dei commissari dell’Unione Europea e ritenuto merite-vole, il progetto, è stato finanziato dalla stessa per cir-ca il 50% per un importo complessivo di € 2.300.000.Nell’ambito di questa iniziativa ci è stata richiesta, come Acque del Chiampo S.p.A., la partecipazione al denominato “Progetto GreenLIFE+13”.Il ruolo di Acque del Chiampo in questo progetto è subito parso chiaro: la consulenza tecnico-analitica e l’elaborazione di dati raccolti nelle fasi di analisi dei reflui e dei sottoprodotti che il polo conciario produ-ce. Lo scopo è quello di valutare quale può essere il potenziale impatto sulla funzionalità dell’impianto di depurazione nel caso in cui i nuovi processi in fasi di sperimentazione venissero adottati nelle concerie al-lacciate al depuratore.Il modus operandi adottato dall’azienda è un susse-guirsi di tre fasi: una prima raccolta ragionata dei dati storici, la raccolta di dati sugli attuali cicli di produ-zione nelle concerie che effettuano le sperimenta-zioni e fare infine una proiezione teorica eseguendo calcoli ed estrapolazioni ragionate.Dall’avvio del progetto Acque del Chiampo ha indivi-duato circa 20 aziende aderenti e ha fissato i parame-tri chimici per caratterizzare i reflui prodotti e classifi-carli nella fase di monitoraggio di tali concerie. Il 27 giugno 2014, in particolare, è iniziato il monitoraggio di queste per un totale ad oggi di 750 campionamenti e analisi specifici. Oltre ai monitoraggi si sono svolte delle visite presso le aziende partners, al fine di com-prendere al meglio il processo in fase di sperimenta-zione, in modo da effettuare i corretti campionamenti

nelle diverse fasi e per ricercare nei singoli campioni i diversi composti chimici d’interesse. Infatti per due delle aziende prese in considerazione è iniziata anche la fase successiva e cioè il campionamento ed analisi di queste singole fasi di lavorazione per valutarne il diverso impatto ambientale.Parallelamente ai monitoraggi, Acque del Chiampo ha redatto un importante censimento conoscitivo sul-le lavorazioni di calcinaio e concia e distribuito alle aziende partners che permetterà di ottenere le corrette informazioni per estrapolare i dati raccolti e succes-sivamente stimare un possibile impatto ambientale. Documento molto importante perché permette di indi-viduare eventuali fattori di rischio prima dell’adozione su larga scala di queste nuove tecnologie.L’Amministratore Unico Alberto Serafin sottolinea come sia fondamentale questa sinergia tra il polo in-dustriale conciario e l’ente gestore del servizio idrico integrato: “quando ci è stata chiesta la collaborazione abbiamo subito aderito riconoscendone l’importanza. In una visione di sistema questo progetto rispecchia a pieno la volontà di tutti di perseguire un unico scopo: la sostenibilità e la salvaguardia di tutta la valle”.

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Sostenibilità: un concetto complesso e articolato che per un’azienda significa fondare le proprie azioni imprenditoriali sul riconoscimento della re-sponsabilità socio ambientale e sulla convinzione che il proprio sviluppo non possa prescinde-re da quello delle persone che lavorano al suo interno e delle generazioni future. Un approc-cio che, anche per il settore conciario, sta diventanto sem-pre più importante.il 27 marzo l’itis Galilei ha ospi-tato un seminario dedicato alla sostenibilità dell’indu-stria conciaria, traguardo in-

Quando lo sviluppo è sostenibile

termedio nella collaborazione tra scuola e impresa destinato a proseguire con lo sviluppo da parte dei ragazzi dell’ulti-mo anno di alcune ricerche su questo tema. accanto alla presentazione del rapporto di

DA PIÙ DI TRENT’ANNI, LA QUALITÀ E LA PASSIONE AL SERVIZIO DELLA CONCIA

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Adler esporta i suoi prodotti dall’America all’Europa dell’Est fino in Asia.La nostra eccellenza è apprezzata in tutto il mondo.

Adler ha ottenuto nel 1998 la certificazione UNI EN ISO dall’istituto Certiquality, aderendo agli standard internazionali.Perchè la qualità è il nostro principale obiettivo.

Adler crea prodotti personalizzati per i propri clienti, effettuando studi accurati sugli impianti e le caratteristiche delle concerie.La soddisfazione del cliente è la nostra soddisfazione.

ILSA S.p.A. | Via Quinta Strada, 28 36071 - Arzignano (VI) ItaliaSede legale: Via Roveggia, 31 - 37136 Verona Tel. 0444 452020 - www.ilsagroup.com

Da gennaio 2015, Ilsa si presenta con un nuovo marchio a testimoniare la sua evoluzione verso biotecnologie ancora più evolute. Dall’estrazione di molecole vegetali purissime, utilizzando tecnologie mutuate dal settore farmaceutico e alimentare, fino all’imminente raddoppio dei nuovi impianti di produzione di liquidi, ecco le ultime tappe di un percorso che ha spinto l’azienda a darsi una nuova veste e a dismettere lo slogan “Agrotecnologie”, dopo due decenni di utilizzo. Il vecchio pay-off viene sostituito dal nuovo “The green evolution” perché i nuovi prodotti vegetali, estratti con metodi unici al mondo, permettono oggi all’azienda di estendere il business ai settori della nutraceutica e della cosmesi. Era necessario quindi esprimere la nuova filosofia aziendale con un pay-off che non si limitasse ad evocare il solo settore agricolo. Ilsa, fin dal 1956, inizia valorizzando fonti rinnovabili spesso provenienti da altre filiere produttive, per elaborare prodotti di nutrizione per le colture ad alta sostenibilità ed efficacia. Produce e vende concimi organici e organo minerali, solidi e liquidi, biostimolanti e prodotti ad azione specifica. Dispone di una gamma completa di prodotti sia per l’agricoltura convenzionale che biologica. L’azienda è dotata di tre impianti produttivi, due in Italia (Arzignano-VI, Molfetta-BA) e uno in Brasile (Porto Alegre). Dal 1994 Ilsa aderisce a Responsible Care, il programma

ILSA RInnoVA IL mARchIo e cReSce neLLe TecnoLogIe gReenvolontario dell’industria chimica mondiale basato sull’attuazione di principi e comportamenti riguardanti la sicurezza e salute dei dipendenti e la protezione ambientale. Nell’ultimo rapporto, il ventesimo, presentato alla Camera dei deputati a Roma, Ilsa era citata come buona prassi aziendale grazie ad una estesa analisi di impronta ambientale che ha riguardato sia i suoi processi produttivi che i suoi prodotti. La stessa analisi le ha valso, lo scorso dicembre, anche il premio Product Stewardship 2014 di Federchimica.

Da sx, Franco Campanaro, Paola e Barbara Piona di Ilsa ricevono il premio “Product

Stewardship 2014” da Claudio Benedetti e Cesare Puccioni di Federchimica.

sostenibilità del settore da par-te dell’Unic, l’azienda dani ha spiegato il proprio bilancio di sostenibilità aziendale coinvol-gendo la scuola nella fase finale di diffusione di questo progetto finanziato dalla Regione.

i.P.

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DA PIÙ DI TRENT’ANNI, LA QUALITÀ E LA PASSIONE AL SERVIZIO DELLA CONCIA

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Macchine ed attrezzatureper l’industria conciaria

Via Montorso, 22 - 36071 Arzignano (Vicenza) tel: +39 0444 671457 - fax: +39 0444 674005

“Un bilancio di so-stenibilità azienda-le – spiega Guido Zilli, responsabile innovazione e so-stenibilità della dani spa - è uno stru-mento estrema-mente interessante perché consente di considerare un’azienda da tre prospettive: quella economica, quella socia-le e quella ambientale. È sicuramente espressione di responsabilità sociale perché tiene conto di tutti i diversi sta-keholders dell’azienda, ma di-venta al tempo stesso pratica di buona gestione, in grado di influire sull’aspetto economico, perché introduce una nuova vi-sione, più completa e struttu-rata, anche per quanto riguarda gli aspetti produttivi. ed è sicu-ramente un mezzo di comuni-cazione dei risultati e del dna dell’azienda, guardato sempre con grande interesse dagli in-vestitori perché in grado di far emergere il futuro e le potenzia-lità di un’impresa, a differenza dei bilanci civilistici che rifletto-no scelte organizzative già rea-lizzate e quindi legate al passa-to dell’azienda”.

nel concetto più ampio di soste-nibilità, la tutela dell’ambiente è per il settore con-ciario una priorià e ormai una par-te integrante del suo sviluppo.

“certamente. dani, ad esem-pio, è coordinatore del proget-to greenLIFe, nato nel 2014 e finanziato dall’Unione Europea, che coinvolge oltre a noi altre quattro aziende appartenenti alla filiera vicentina della concia: la conceria Gruppo Mastrot-to, ikem, industria del settore chimico, ilsa del settore delle biotecnologie e mezzi tecnici per l’agricoltura e acque del chiampo, gestore di servizi di depurazione.Gli obiettivi riguardano la ri-duzione in vari aspetti dell’im-patto ambientale della filiera conciaria. in particolare si mira a ridurre del 20% i rifiuti solidi, il consumo di acqua e di pro-dotti chimici nelle fasi di riviera; a diminuire sostanzialmente il solfuro nella fase di depilazione delle pelli e a recuperare e valo-rizzare il 15% dei sottoprodotti del ciclo conciario.

ciò che rende greenliFe par-ticolarmente interessante è il fatto di rappresentare una col-laborazione di filiera e un pro-getto di ricerca condiviso che riunisce competitor, controllori e controllati. inoltre, la gran-de importanza data all’aspetto della comunicazione e del coin-volgimento, anche degli enti locali, rende il progetto un luo-go di convergenza di spunti e proposte, un “hub tecnologico” per condividere idee e innova-zioni”.Anche la riduzione del consu-mo energetico è un aspetto su cui si sta investendo molto.“a questo proposito è stato avviato un progetto europeo, ind-eco, coordinato da Unic e di cui siamo partner, che pre-vede un’analisi dei consumi dell’azienda per poi mettere in atto interventi mirati di efficien-za energetica. nel nostro caso abbiamo già realizzato alcune azioni con ottimi risultati. Per esempio abbiamo installato degli inverter in bottali e com-pressori, risparmiando il 15% di energia elettrica, e sostituito le lampade tradizionali con quel-le a basso consumo per un ri-sparmio del 50%”.

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Macchine ed attrezzatureper l’industria conciaria

Via Montorso, 22 - 36071 Arzignano (Vicenza) tel: +39 0444 671457 - fax: +39 0444 674005

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lo sviluppo delle attività di gre-enliFe si completerà nell’arco di tre anni a partire dal giugno 2014, impegnando un inve-stimento di 2,3 milioni di euro, finanziati dalla Commissione europea per circa il 50%. Queste le principali linee di ri-cerca:• sperimentazione fino alla sca-la industriale del calcinaio os-sidativo e con recupero dei bagni;• sperimentazione fino alla scala semi-indu-striale del calcinaio enzimatico e di conce

il progetto ind-eco, nell’ambi-to del programma “intelligence ENergy Europe e con il sup-porto dell’agenzia eaci della commissione europea, ha una durata di tre anni e si propone quattro obiettivi principali:• individuare, tramite audit energetici, i principali ambiti di miglioramento dell’efficienza energetica in conceria e nella filiera; • identificare le soluzioni tecniche migliori; • sviluppare accordi con operatori economi-ci e finanziari; • accompagnare le aziende verso lo sviluppo dei piani d’investimento.

Consumo idrico per unità di prodotto

Rapporto di sostenibilitàUNIC- Principali trend 2002/2013

Consumo energetico (dal 2003)

-21% -40%

-23,8%

+112,6%

Consumo di solventi (dal 2004)

Incidenza costi ambientali

esenti da metalli;• recupero, trattamento e valo-rizzazione dei sottoprodotti del processo conciario in ambito industriale, agro-industriale ed energetico;• valutazione dell’effetto delle nuove tecnologie sul comples-sivo sistema della depurazione delle acque;• analisi degli impatti ambienta-

li e socio-economici delle nuove tecnologie, con

simulazione su scala di-strettuale.

greenLIFE: le linee di ricerca IND-ECO

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FER-CON s.r.l Via Prima Strada, 32 -Z.I 36071 Arzignano (Vi)Tel. 0444/670104 - 0444 450016 |fax 04444/ 456626 | [email protected]

Dal 1951 FER-CON è punto di riferimento per la fornitura di utensili, ferramenta, attrezzature da lavoro e manutenzione per privati e professionisti.L’azienda è inoltre specializzata nella commercializzazione dei metalli, distribuzione di gas tecnici e impianti di irrigazione.

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Che quadro si delinea se consideriamo il legame tra concia e ricerca scientifica, tra capacità di produrre e quella di innovare?

“direi un quadro positivo con una visibilità decisamente in-feriore rispetto alle reale situa-zione – afferma il segretario nazionale dell’aicc Adriano Peruzzi-. La filiera conciaria è costituita da aziende di piccole e medie dimensioni che porta-no avanti e realizzano decine e decine di lavori sulla spinta di idee riprese direttamente dal-la produzione e che portano a dei risultati importanti, spesso non pubblicizzati. ecco perché l’italia, benché sia riconosciuta a livello internazionale come un Paese tecnologicamente avan-zato nel settore e molto attivo nel campo dell’innovazione, non ha in questo momento una grande visibilità nelle pub-blicazioni di settore e nei con-vegni internazionali. in termini di numero di pubblicazioni il nostro Paese non ha un rico-noscimento adeguato al suo saper fare”.L’AICC, raggruppando figure

Oggi non si lavora con un solo obiettivo ma con la consapevolezza che ogni novità deve essere inquadrata nel processo, considerandone tutti gli aspetti.

concia e ricerca: legame stretto

diverse che operano in attività riguardanti l´area pelle, si pone proprio come obiettivo prin-cipale quello di promuovere e divulgare la ricerca scientifica portando alla luce lavori, inven-zioni, scoperte, esperienze fat-te sia in italia sia all´estero. a livello internazionale l’aicc partecipa alle attività della i.U.l.t.c.s. (intenational Union of leather technologists and chemists societies) che con apposite commissioni si occu-pa di formazione, ricerca, co-municazione. la stessa orga-nizzazione è anche il riferimento mondiale per i metodi analitici del settore conciario grazie ad un accordo di mututo ricono-scimento con la iso. nel no-

Consegna delle borse di studio AICC agli studenti dell’Itis Galilei: Adriano Peruzzi (al centro), Carla Vertuani, Giancarlo Dani

vembre di quest’anno è in pro-gramma il convegno mondiale, organizzato in Brasile, che sarà sicuramente un’importante oc-casione di confronto e scambio culturale tra chimici e tecnici del cuoio.

Quali sono le linee guida e le tendenze in fatto di ricerca?“oggi – continua Peruzzi - si parla di concetti che coinvol-gono tutto il ciclo di produzione come la sostenibilità o la car-bon footprint, non ci si limita ad una fase ma si cerca di vedere l’insieme del processo. ogni nuova proposta viene più atten-tamente valutata, non si lavora con un solo obiettivo ma con la consapevolezza che ogni novi-

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Un’azienda dove sentirsi a casa. Quello della Pieropan&Bauce

è un impegno trasformato in realtà, e costruito fin dagli inizi attor-

no a una precisa certezza: per diventare davvero grandi bisogna

saper prima di tutto essere piccoli. Bruna Bauce e il marito Gian-

carlo Pieropan avviarono nel 1976 quella che allora era poco più

di una scommessa, e oggi è una delle più ricercate aziende di rifi-

nizione pelli del polo produttivo dell’ovest vicentino, specializzata

nella finitura con disegni a rullo con oltre 40 cilindri incisi da 3500 mm e 6 macchine per trattare pelli intere. Da allora ne è

stata fatta quindi di strada, e al passo con la continua evoluzione

del fashion della pelle, sono cambiate anche le tecnologie e le

modalità di lavorazione, ma non l’approccio a un prodotto che re-

sta prima di tutto artigianale, pur riuscendo a far fronte ad ogni

esigenza di numeri e tempistica da parte del cliente. L’installazio-

ne del fotovoltaico, il passaggio ad auto elettriche e l’automazio-

ne di parte dei processi produttivi hanno consentito all’azienda di

raggiungere in modo ecologico il proprio fabbisogno energeticio,

ma il cuore della Pieropan&Bauce, anche grazie all’ingresso in

azienda dei figli Davide e Silvia, ha saputo mantenere lo spirito

delle origini, con la massima cura ai dettagli del singolo pezzo, un

dialogo costante con il cliente, e un’attenzione ad ambienti sti-

molanti e davvero a misura di lavoratore, in particolare gli ambiti

produttivi dove le tecniche sono state mantenute manuali. Anche

Via Prima Strada, 27 - 36071 Arzignano (VI)0444 672105 [email protected] www. pieropan-bauce.it

perché questa è la rotta che richiede un mercato costruito sem-

pre meno sulla produzione di massa, e interessato al contrario a

pochi pezzi ma fatti con fantasia, personalità e grande qua-lità. A fare la differenza diventa allora il particolare, e in questo

la Pieropan&Bauce è davvero garanzia di successo: maestri nelle

lavorazioni manuali, i suoi artigiani sanno trattare le pelli con

occhio attento e mano sapiente, come nelle lavorazioni di una

volta, per una personalizzazione costruita su creatività e qualità,

e davvero senza confini.

Tra le rifinizioni più apprezzate di una moda che punta molto

su richiami vintage, lo

stile invecchiato, che

attraverso l’applicazio-

ne puntuale del colore,

è studiato per effetti

che ne esaltano l’este-

tica, mantenendone

resistenza e integrità.

Pieropan&Bauce è

calzatura, pelletteria,

arredamento e car-

rozzeria.

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tà deve essere inquadrata nel processo considerandone tutti gli aspetti. tra questi posso ci-tare qualità del prodotto finito, sicurezza chimica per i consu-matori finali e per gli operatori, consumi di risorse, impatto sui residui. Questo è un approccio più consapevole, che non ap-partiene solo al settore concia-rio ma a tutti i campi.

Su cosa ci si concentrerà, a suo avviso, nei prossimi anni?“Gli argomenti di interesse sono molteplici per un proces-so che coinvolge molte fasi. certamente si continuerà a la-vorare nel campo delle conce per migliorare la concia al cro-mo e per proporre nuove alter-native esenti da metalli. anche nel campo della depilazione ci sono diverse proposte in fase di sperimentazione, come an-che per gli enzimi. sono gran-di temi che generano a loro volta un gran numero di lavori in quanto rivoluzionano il pro-cesso tradizionale e la reatti-vità del materiale con ricadute importanti su tutte le altre fasi

della lavorazione. la raziona-lizzazione delle risorse è certa-mente un altro forte stimolo, si è lavorato molto in tal senso ma c’è una continua ricerca sia per il risparmio sia per la depurazio-ne. Personalmente mi aspetto anche nuovi stimoli dalle ricer-che in corso da parte di Univer-sità e istituti di ricerca sul col-lagene e le sue trasformazioni durante il processo. si tratta di un ambito di ricerca pura che potrebbe avere nel lungo perio-do ricadute importanti anche a livello produttivo. conosciamo ancora parzialmente i mecca-nismi di reazione che guidano il processo e questo potrebbe aprire le porte a nuove soluzio-ni alternative oggi inesplorate.”. Qual è l’atteggiamento vin-cente perché il legame tra concia e ricerca sia sempre più forte ed efficace?“Ragionare in ottica di filiera, coinvolgendo le figure e le re-altà che a livello diverso posso-no portare il proprio contributo. l’aicc ci ha provato anche con l’ultimo convegno organizzato a chiampo lo scorso novem-

bre con interventi che voleva-no andare proprio in questa direzione. tra i soci abbiamo da sempre i tecnici impiegati in conceria, industrie di prodotti chimici, costruttori di macchine ma registriamo un crescente interesse alle nostre attività an-che da parte degli utilizzatori di pelle come le firme della moda italiana, calzaturifici e pellette-rie che vogliono conoscere e capire meglio il prodotto pel-le. Questo ci stimola a fare di più e a ragionare ancora mag-giormente come una filiera. Il nuovo assetto della stazione sperimentale di napoli potreb-be essere un ulteriore incentivo alla ricerca del settore, è una struttura di riferimento per l’i-talia e penso possa giocare un ruolo importante nei prossimi anni. Un ulteriore aspetto che vede coinvolta l’aicc e che ha un legame molto stretto con la ricerca è la formazione. attrar-re giovani tecnici e mantenere vive e aggiornate le scuole di formazione come il Galilei sono delle priorità se si vuole proget-tare un futuro di alto livello per il settore”.

Il Convegno AICC dello scorso novembre a Chiampo

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Less waste, more nature

Photo: G. M

aitan

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OSMO E HTF, UN LAVORO DI SQUADRA.DUE MARCHI, UN’UNICA PASSIONE, QUELLA PER LA PELLE.

Il gruppo fonda il suo successo sulla ricerca e sviluppo di prodotti all’avanguardia per la lavorazione della pelle, tecnologie avanzate,sempre in linea con le ultime tendenze della moda. Nel DNA che condividiamo la parola d’ordine è INNOVAZIONE. Prodotti di grande qualità nel rispetto dell’ambiente e del consumatore.

Quando vuoi ti intratteniamo con la pelle.www.htfsrl.it | www.osmo.it

Page 69: Corriere vicentino marzo aprile 2015

OSMO E HTF, UN LAVORO DI SQUADRA.DUE MARCHI, UN’UNICA PASSIONE, QUELLA PER LA PELLE.

Il gruppo fonda il suo successo sulla ricerca e sviluppo di prodotti all’avanguardia per la lavorazione della pelle, tecnologie avanzate,sempre in linea con le ultime tendenze della moda. Nel DNA che condividiamo la parola d’ordine è INNOVAZIONE. Prodotti di grande qualità nel rispetto dell’ambiente e del consumatore.

Quando vuoi ti intratteniamo con la pelle.www.htfsrl.it | www.osmo.it

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Un tavolo che ha chiamato a raccolta le aziende e le asso-ciazioni tecniche e di categoria per dare vita a un grande riferi-mento di tutta la filiera concia-ria, che vuole parlare al mondo con una voce unica e costruire un futuro sostenibile per la pel-le. non un semplice consorzio, ma qualcosa in più: una vera e propria unione di intenti tra tutte le aziende della filiera pelle e le associazioni di categoria. Que-sto è l’aspetto peculiare e inno-vativo del neonato distretto.

venerdì 20 febbraio, nella sede di acque del chiampo, ha avu-to luogo la prima assemblea durante la quale c’è stato l’in-sediamento del consiglio di-rettivo e una prima discussione sugli elementi fondativi e i pro-grammi per il futuro. il 16 marzo il consiglio si è nuo-vamente riunito per pianificare l’attività del 2015 e procedere all’elezione dei vicepresidenti. A fianco del presidente Paolo Gurisatti sono stati così elet-ti in qualità di vicepresidenti

Gabriele Boschetti e Guerrino Mazzocco; il direttivo ha inoltre accolto l’adesione di 15 nuo-vi soci che attualmente hanno raggiunto quota 52, ma il nu-mero è in evoluzione e già altri 40 hanno segnalato il proprio l’interesse a far parte del di-stretto. soci che sono distribuiti in tutta la filiera della concia: as-sociazioni di categoria, aziende conciarie, intermediari com-merciali, aziende di prodotti chimici, produttori di macchine per conceria.

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nasce il distretto conciario vicentino

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corriere vicen

Tino

| speciale

Ambiente - QuAlità - SicurezzA

Gli obiettivi del DistrettoAmbiente e innovazione – nuovi investimenti in ricerca, che riducano l’impatto ambientale della lavorazione della pelle, in tutte le fasi. nuove re-gole per la gestione dell’acqua e dei processi di depurazione. codice etico.

Formazione scolastica – trasformare l’istituto “Galilei” in “politecnico della pelle”, attraverso l’in-vestimento sui laboratori e la creazione di nuovi corsi superiori per esperti nella gestione di pro-

cessi conciari sostenibili.

Regolamenti tecnici e normative – collegare tutti i soggetti della filiera, per avere più peso nei rapporti con le istituzioni nazionali e internazionali che decidono certificazioni e sistemi di qualità dei prodotti.

Comunicazione – Far conoscere i traguardi rag-giunti dal distretto a favore del territorio e di chi lo vive. Promuovere una nuova immagine dei pro-dotti in pelle.

Presidente Paolo Gurisatti vicepresidentiGabriele BoschettiGuerrino Mazzocco

Per le impreseMirko Balsemin (tintura e rifinizione) Adriano Boller (tintura e rifinizione)Gabriele Boschetti(conceria a ciclo completo)Francesco Corradi (tintura e rifinizione)Gianfranco Dalle Mese

(conceria a ciclo completo)Giancarlo Dani (conceria a ciclo completo)Gianni Faedo (tintura e rifinizione)Paolo Gurisatti (servizi di ricerca e innovazione)Gianni Maitan (produzione di macchine)Graziano Marana (tintura e rifinizione)Santo Mastrotto (conceria a ciclo completo)Sergio organo

(stampatura pelli)Giuseppe olivieri (conceria ciclo competo)Bruno Simonetto (raccolta pelli)Piero Rilievo (commercio pellami)

Per le associazioniBernardo Finco (Confindustria)Guerrino Mazzocco (confartigianato) Paolo De Marzi (apindustria)edgardo Stefani (Unpac)Antonio Galiotto (assomac)

Il Consiglio Direttivo

Paolo Gurisatti Gabriele Boschetti Guerrino Mazzocco

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l’unità di intenti di Unic e soci del distretto ha permesso di trovare l’accordo sul nome del presidente e la candidatura di Gurisatti non ha incontrato ostacoli da parte delle tre ca-mere di commercio di Pisa, napoli e vicenza. Un risultato importante, che si unisce alla soddisfazione per questi pri-mi mesi di attività del distretto conciario vicentino.“dall’inizio di quest’anno – af-ferma Paolo Gurisatti - il processo di aggregazione del-la filiera ha subito una eviden-te accelerazione. sono molto contento, perché c’è ottimismo tra gli imprenditori e voglia di fare. all’interno del distretto sono già stati costituiti gruppi di lavoro per portare avanti gli obiettivi del programma.Quali opportunità vede nel futuro della concia?“dobbiamo ripensare i pro-cessi produttivi: da industria inquinante possiamo diventare una componente sostenibile e tecnologica del sistema pelle. dobbiamo però investire in ri-cerca, in formazione, nelle tec-nologie di gestione degli scarti. Possiamo cambiare l’immagine del settore e contribuire a rige-nerare l’identità della valle.”

Paolo Gurisatti, presidente del Distretto Conciario Vicentino, è stato nominato presidente della Stazione Sperimentale di Napoli.

ssiP: ora un nuovo programma

Cosa le fa pensare che sia la volta buona?“ci sono condizioni di contesto più favorevoli, quest’anno. in primo luogo c’è più domanda. il 2014 si è chiuso con un fat-turato superiore a 2,8 miliardi di euro. e la svalutazione dell’euro favorisce le esportazioni anche nel 2015. in secondo luogo c’è la disponibilità della regione veneto a sottoscrivere un ac-cordo di programma con il di-stretto, per accedere ai fondi europei. in terzo luogo c’è una situazione nuova nella stazione sperimentale dell’industria del-la Pelle, con risorse a disposi-zione per formazione e ricerca.”La Stazione sperimentale parla con accento vicentino: un successo ottenuto grazie al lavoro di squadra? “Grazie alla forza raggiunta dall’organismo di distretto, non solo è stata accettata la mia nomina all’interno del consiglio della stazione sperimentale, ma il consiglio stesso mi ha chiesto di assumere l’incarico di presidente, in rappresentan-za della pelle veneta e della le-adership che il nostro distretto detiene. Questo ci mette nelle giuste condizioni per ragiona-re sulle sfide del mondo della

concia. ci sono molte idee da proporre e da condividere con gli altri distretti”.Che impressione si è fatto della Stazione Sperimentale? “alla stazione lavorano una quindicina di ricercatori, per molto tempo sono rimasti sen-za guida ma anche loro hanno voglia di fare. la nuova azien-da ha un capitale di 9 milioni di euro, diviso in parti uguali nelle camere di commercio di vicenza, Pisa e napoli, e ogni anni può contare su un budget di circa 2 milioni. Fino ad ora la struttura ha lavorato sulle prove di laboratorio e su alcuni pro-getti di ricerca. Ma può, deve, fare molto di più, in collabora-zione con i tre distretti: valle del chiampo, santa croce sull’ar-no e solofra. entro aprile met-teremo a punto un nuovo pro-gramma.”Prossime tappe?“dobbiamo assolutamente ri-lanciare gli investimenti sulla scuola. il Galilei deve tornare a essere il punto d’incontro tra tecnici dell’industria, docenti e ricercatori. e poi dobbiamo ri-prendere la questione dei fan-ghi, che rappresenta un grande problema irrisolto. non possia-mo far finta che non esista.”

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alla scrupolosa scelta delle materie prime, fino all’ultima sartoriale rifinitura: un prodotto

Faeda si riconosce in ogni momento della sua storia. Il fashion della pelle davvero non ha segreti per la storica azienda avviata nel ‘56 e divenuta oggi riferimento per le più prestigiose firme internazionali del lusso e dell’alta moda di settore. Faeda vuol dire controllo costante della qualità, attraverso severi test lungo tutta la filiera, a garanzia di precisi parametri d’integrità e resistenza del materiale nel tempo; vuol dire competenza tecnica, con personale specializzato impiegato ogni giorno nella ricerca e nell’analisi dei materiali per offrire al cliente il migliore prodotto; vuol dire specializzazione, con i diversi processi produttivi dei singoli articoli affidati a specifici rami aziendali. Ma il vero punto di forza

che distingue il marchio Faeda è la capacità di ritagliare passo passo ogni progetto sulle più particolari esigenze del cliente, arrivando davvero a creare qualcosa di unico, assieme. Il tutto, naturalmente, con una grande attenzione alle ultime tendenze della moda, e soprattutto con il massimo rispetto della sicurezza e dell’ambiente. Proprio in questa direzione infatti Faeda ha fatto sua una vera e propria “filosofia - green” estesa a ogni comparto del gruppo, con i laboratori di ricerca impegnati ogni giorno nell’individuare le migliori tecnologie per realizzare pelle sempre più ecologica e sicura, e controllata lungo tutti i processi di lavorazione. Rispetto per l’ambiente e la qualità, dunque, ma senza scordare l’estetica, biglietto da visita dell’eccellenza. Per questo la pelle Faeda si sente e, soprattutto, si riconosce a prima vista.

D Faeda S.P.a.

Divisione Arredamento e Auto

Via Roggia di Mezzo, 53 -36050 Montorso Vicentino (VI)tel +39 0444 422000

Divisione Calzature e Pelletteria

Via Valchiampo, 236050 Montorso Vicentino (VI)tel +39 0444 485111

Divisione Wet Blue

Via della Concia, 936071 Arzignano (VI)tel +39 0444 422071

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i.P.

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Il Grifo e il Leone è un’associazione di Arzignano che oltre a promuovere attività culturali tra i più giovani è riusci-ta ad acquistare l’archivio storico del fotografo Cerretti di Arzignano.Oltre 12 mila fotografie tra le più svariate, dalle immagini delle famiglie storiche alle foto tessere ai panorami della Valle del Chiampo. Quasi cent’anni di storia tra cui spiccano le immagini del comparto più importante per l’eco-nomia del nostro territorio: quello conciario.Abbiamo estrapolato alcune fotografie che lo raccontano...

come eravamo

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sede legale c.so matteotti, 74/7636071 arzignano (Vi) italy t. +39 0444 670091 - 0444 670977t.f. +39 0444 675368

sede operatiVa Via ferraretta, 14 36071 arzignano (Vi) italy t. +39 0444 671715 t.f. +39 0444 677070

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la collaborazione all’interno della filiera tra concerie e forni-tori e un’attività di ricerca molto intensa, stanno indirizzando le aziende di prodotti chimici verso soluzioni sempre più efficaci in termini di prestazioni dei mate-riali, di sostenibilità e di riduzione dell’impatto ambientale.“la nostra missione – spiega Giulia Fontana, direttore tec-nico Syn-Bios SpA - consiste da sempre nell’ideare e nel met-tere in pratica soluzioni innova-tive che anticipino le esigenze del cliente, nell’ottica precisa del rispetto di regolamenti nazionali ed internazionali sempre più re-strittivi. così come in passato credemmo per primi nell’utilizzo di formulazioni all’acqua, pro-ponendo un’alternativa più che valida ai prodotti in solvente, al tempo universalmente impiegati nell’industria conciaria, così ora presentiamo una tintura in bot-te che prevede la sostituzione totale dei coloranti tradizionali, recentemente sempre più sotto accusa in quanto contenenti sali da taglio – che possono influire sul carico inquinante dei reflui conciari per quanto riguarda solfati e cloruri – e perché per degradazione riduttiva essi pos-sono rilasciare ammine aromati-che vietate in quanto cancero-gene”.“nel settore si sta evidente-

aziende chimiche sempre più greenmente diffondendo una rinno-vata sensibilità ecologica che sta cambiando a poco a poco il modo di lavorare la pelle – spiegano dall’Ufficio Tecnico di osmo -. interventi mirati al miglioramento delle tecnologie di processo o al trattamento degli effluenti inquinanti hanno portato nell’ultimo decennio ad una riduzione dei piu vistosi ef-fetti negativi sull’ambiente, ma il cammino che resta da percor-rere è ancora lungo. oggi sono soprattutto i grossi produttori di articoli in pelle a volere manufatti anallergici, senza metalli ma che mantengano le performance che solo la pelle al cromo ha sa-puto conferire in decenni di sto-ria della lavorazione del cuoio”. “l’orizzonte ecologico della concia - spiega Lino Marana, titolare di Adler - è una lavo-razione totalmente “metal free”, obbiettivo ormai prossimo. Già oggi siamo in grado di garan-tire un abbattimento di metalli pesanti fino al 99%, o di portare avanti trattamenti senza l’utilizzo di sali. a spingere in questa di-rezione, certo, sono state anche le richieste da parte dell’Unio-ne europea al settore, ma c’è da dire che noi addetti ai lavori

abbiamo fatto la nostra parte, puntando a ottenere parametri ben al di sotto dei valori di per-formance consentiti”. “Per essere ecologica - spiega Raoul Sartori, direttore ricer-ca e sviluppo di Samia - un’a-zienda deve lavorare prima di tutto in modo sostenibile. la di-rezione da seguire richiede quin-di un duplice sforzo: da un lato utilizzare prodotti di qualità certi-ficata; dall’altro, ridurre sprechi e scarti. Prendiamo, ad esempio, la gestione del colore, principale motivo di contestazioni e rilavo-razioni quando il risultato finale non è quello sperato. in realtà esistono sistemi all’avanguar-dia - di cui abbiamo deciso di dotarci - che permettono di pro-cedere a una campionatura più mirata. Meno errori vuol dire sia meno pelli non conformi, ma an-che meno miscele impiegate. e questo è solo uno dei nuovi me-todi di lavorazione che, unendo tecnologia a efficienza econo-mica, può dirsi anche ecologico oltre che sostenibile”.

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Samia rende compatibili le esigenze dell’economia con le ragioni dell’ambiente

SAMIA Leather Color System®, dosaggio computerizzato per la precisione cromatica

La produzione di SAMIA è un cuore che pulsa per assicurare ordini evasi nel giro di poche ore grazie a un sistema di ge-stione integrato che valorizza la qualità del prodotto, la sicu-rezza delle risorse umane e il rispetto dell’ambiente. La capa-cità produttiva è stata notevol-mente aumentata progettando impianti automatizzati che pos-sono produrre 24 ore su 24 per soddisfare le richieste sia in ambito nazionale che internazio-nale.La produzione si è costante-mente evoluta con tecnologie che garantiscono il rispetto del-le specifiche di prodotto e il re-cupero totale dei sottoprodotti dei cicli lavorativi.SAMIA, già leader nel settore delle paste pigmento per la ri-finizione del cuoio, arricchisce ora la sua offerta con due nuove serie di paste pigmento.

STARTEX è una serie compo-sta da 12 colori unitari a base di pigmenti idrodispersi. La for-mulazione che dona a questi prodotti carattere anfotero, ne permette l’utilizzo sia in misce-le cationiche che anioniche, rendendoli ideali per colorare miscele utilizzabili come prefon-do, e per nobilitare i pellami già dalla prima rifinizione, dando la possibilità di ridurne la quanti-tà per ottenere pellami nobilitati dall’aspetto più naturale.

DRUMTEX® rappresenta il contributo della grande espe-rienza SAMIA nei pigmenti al processo di “tintura in bot-tale”. Le paste idrodisperse di questa serie sono formulate per essere utilizzate in “bottale”,

sostituendo in buona parte i co-loranti solubili tradizionali. Con piccoli accorgimenti e una cor-retta messa a punto del colore, in cui sarà costante il supporto dei tecnici SAMIA, si otterran-no pelli con toni più vivaci e uniformi, con maggiore solidi-tà alla luce e resistenza al PVC, e la possibilità di soddisfare i requisiti della pelle Metal-Free (a norma EN 15987).

Le serie si collocano nell’ottica di produrre pelli maggiormen-te utilizzabili, ma nel contempo dall’aspetto più naturale e più valorizzante, in modo che gli ar-ticoli possano distinguersi per il pregio e riportino la pelle ad essere considerata come mate-riale ideale per beni di lusso.

SAMIA Leather Color Sy-stem® è un sofisticato sistema di dosaggio computerizzato che permette la realizzazione preci-sa di una vastissima gamma di tinte. Il metodo utilizzato in passato è stato totalmente rin-novato con il risultato di riuscire a riprodurre fedelmente i colori richiesti dal cliente, ottimizzando i tempi di produzione, recupe-rando totalmente i sottoprodotti dei cicli lavorativi e superando il vincolo quantitativo.

Interfacciando uno spettrofoto-metro e sofisticati sistemi di do-saggio automatici è infatti oggi possibile definire rapidamente la formula per la riproduzione della tonalità e, da un primo campione, prodotto inpiccola quantità, si passa all’industria-

lizzazione del colore nell’esat-ta sfumatura richiesta.

Ridurre l’impatto ambientale ed eliminare gli sprechi di risorse sono due obiettivi strategici di SAMIA, impresa leader nella produzione di prodotti chimici per l’industria conciaria. Fon-data ad Arzignano nel 1976, l’azienda fornisce alle concerie una gamma completa di pro-dotti per la rifinizione con lo scopo di anticipare le tenden-ze e le richieste del mercato. Il capillare, rapido e qualificato Servizio Clienti è inoltre un grande punto di forza dell’azien-da, che permette di rispondere alle esigenze in modo efficace ed efficiente. SAMIA negli anni ha aumentato la capacità pro-

duttiva ed il tasso di innovazio-ne con impianti totalmente au-tomatizzati, ed è in prima linea nello sviluppo tecnico di nuovi prodotti che uniscano lo svi-luppo tecnologico alla sicu-rezza e, soprattutto, alla tutela ambientale.

Luigi Ciarlo,Amministratore Delegato Samia S.p.A.

Raoul Sartori,Direttore R&D Samia S.p.A.

SAMIA SPA | Via Decima Strada 15/17 - 36071 Arzignano (VI) - Italy Tel: +39-0444451651

www.samiaitaly.com

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Samia rende compatibili le esigenze dell’economia con le ragioni dell’ambiente

SAMIA Leather Color System®, dosaggio computerizzato per la precisione cromatica

La produzione di SAMIA è un cuore che pulsa per assicurare ordini evasi nel giro di poche ore grazie a un sistema di ge-stione integrato che valorizza la qualità del prodotto, la sicu-rezza delle risorse umane e il rispetto dell’ambiente. La capa-cità produttiva è stata notevol-mente aumentata progettando impianti automatizzati che pos-sono produrre 24 ore su 24 per soddisfare le richieste sia in ambito nazionale che internazio-nale.La produzione si è costante-mente evoluta con tecnologie che garantiscono il rispetto del-le specifiche di prodotto e il re-cupero totale dei sottoprodotti dei cicli lavorativi.SAMIA, già leader nel settore delle paste pigmento per la ri-finizione del cuoio, arricchisce ora la sua offerta con due nuove serie di paste pigmento.

STARTEX è una serie compo-sta da 12 colori unitari a base di pigmenti idrodispersi. La for-mulazione che dona a questi prodotti carattere anfotero, ne permette l’utilizzo sia in misce-le cationiche che anioniche, rendendoli ideali per colorare miscele utilizzabili come prefon-do, e per nobilitare i pellami già dalla prima rifinizione, dando la possibilità di ridurne la quanti-tà per ottenere pellami nobilitati dall’aspetto più naturale.

DRUMTEX® rappresenta il contributo della grande espe-rienza SAMIA nei pigmenti al processo di “tintura in bot-tale”. Le paste idrodisperse di questa serie sono formulate per essere utilizzate in “bottale”,

sostituendo in buona parte i co-loranti solubili tradizionali. Con piccoli accorgimenti e una cor-retta messa a punto del colore, in cui sarà costante il supporto dei tecnici SAMIA, si otterran-no pelli con toni più vivaci e uniformi, con maggiore solidi-tà alla luce e resistenza al PVC, e la possibilità di soddisfare i requisiti della pelle Metal-Free (a norma EN 15987).

Le serie si collocano nell’ottica di produrre pelli maggiormen-te utilizzabili, ma nel contempo dall’aspetto più naturale e più valorizzante, in modo che gli ar-ticoli possano distinguersi per il pregio e riportino la pelle ad essere considerata come mate-riale ideale per beni di lusso.

SAMIA Leather Color Sy-stem® è un sofisticato sistema di dosaggio computerizzato che permette la realizzazione preci-sa di una vastissima gamma di tinte. Il metodo utilizzato in passato è stato totalmente rin-novato con il risultato di riuscire a riprodurre fedelmente i colori richiesti dal cliente, ottimizzando i tempi di produzione, recupe-rando totalmente i sottoprodotti dei cicli lavorativi e superando il vincolo quantitativo.

Interfacciando uno spettrofoto-metro e sofisticati sistemi di do-saggio automatici è infatti oggi possibile definire rapidamente la formula per la riproduzione della tonalità e, da un primo campione, prodotto inpiccola quantità, si passa all’industria-

lizzazione del colore nell’esat-ta sfumatura richiesta.

Ridurre l’impatto ambientale ed eliminare gli sprechi di risorse sono due obiettivi strategici di SAMIA, impresa leader nella produzione di prodotti chimici per l’industria conciaria. Fon-data ad Arzignano nel 1976, l’azienda fornisce alle concerie una gamma completa di pro-dotti per la rifinizione con lo scopo di anticipare le tenden-ze e le richieste del mercato. Il capillare, rapido e qualificato Servizio Clienti è inoltre un grande punto di forza dell’azien-da, che permette di rispondere alle esigenze in modo efficace ed efficiente. SAMIA negli anni ha aumentato la capacità pro-

duttiva ed il tasso di innovazio-ne con impianti totalmente au-tomatizzati, ed è in prima linea nello sviluppo tecnico di nuovi prodotti che uniscano lo svi-luppo tecnologico alla sicu-rezza e, soprattutto, alla tutela ambientale.

Luigi Ciarlo,Amministratore Delegato Samia S.p.A.

Raoul Sartori,Direttore R&D Samia S.p.A.

SAMIA SPA | Via Decima Strada 15/17 - 36071 Arzignano (VI) - Italy Tel: +39-0444451651

www.samiaitaly.com

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