Corriere Ortofrutticolo Maggio 2013

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C orriere O rtofrutticolo 5 MENSILE DI ECONOMIA E ATTUALITÀ DI SETTORE THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET ANNO XXVII Nuova serie Maggio 2013 euro 6,00 daily news: www.corriereortofrutticolo.it PROTAGONISTI Michelangelo Rivoira: investire è la risposta alla crisi PAG.27 GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail: [email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR www.corsispa.it preventivi on line su CORSI spa Verona MALTEMPO Produzioni falcidiate e consumi frenati PAG. 23 MERCATI Progetti ambiziosi a Genova e Verona PAG. 35 REPARTO GD Auchan, ortofrutta sottotono PAG. 44 PRODOTTI Ciliegie e piccoli frutti Campagna in salita PAG. 63

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Corriere Ortofrutticolo Maggio 2013

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CorriereOrtofrutticolo5M E N S I L E D I E C O N O M I A

E ATTUALITÀ DI SETTORE

THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

ANNO XXVII Nuova serie

Maggio 2013

euro 6,00

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PROTAGONISTIMichelangelo Rivoira: investire

è la risposta alla crisi PAG.27

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317e-mail: [email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003(conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR

www.corsispa.itpreventivi on line su

CORSI spa Verona

• MALTEMPOProduzioni falcidiate

e consumi frenati PAG. 23

• MERCATIProgetti ambiziosi

a Genova e Verona PAG. 35

• REPARTO GDAuchan, ortofrutta

sottotono PAG. 44

• PRODOTTICiliegie e piccoli frutti

Campagna in salita PAG. 63

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Anche i ristoranti non sono più quel-li di una volta. E pazienza che qual-cuno si sia finalmente accorto che lafrutta è scomparsa anche dai menùdella ristorazione. Due docenti torinesi Elena Accati eMina Novello ci hanno scritto un li-bro (“Siamo alla frutta”, Blu Edizioni)pieno di ricette per ridare dignità aun alimento che “non appaga il nar-

cisismo degli chef e non stuzzica la golosità del buon-gustaio”. Come tirare la frutta fuori dalla clandesti-nità? Ci vuole voglia, tecnica, ci vorrebbero veri e pro-pri sommelier per farla apprezzare come si fa col vi-no. Ma forse stiamo sognando. Restiamo con i piediper terra. Torniamo al tema della ristorazione/distri-buzione che cambia.La crisi sta rivoluzionando non soltanto i consumi ca-salinghi ma anche quelli extra. Così mentre i risto-ranti tradizionali si svuotano, nascono nuovi formatdi locali, ‘multifunzionali’, un po’ bar, gastronomie,forno, salumeria, enoteche, bistrot, minimarket conpochi prodotti ma selezionati. Si mangia, si fa uno‘spuntino, magari un po’ di spesa. Il format richiamaquello dei megastore Eataly lanciati da Oscar Fari-netti, anche se non sempre la qualità dei prodotti è lastessa. Il concept di fondo è la qualità da comprare eda mangiare a un giusto prezzo, la flessibilità del ser-vizio (apertura spesso fino a notte inoltrata) e l’inte-razione col cliente che viene informato su origine,tracciabilità, ecc. Della rivoluzione in atto nei consu-mi si è accorta anche la Coop, il più grande distribu-tore nazionale, che (ne parliamo in questo numero)ha annunciato che sta studiando in collaborazionecoi cervelloni americani del Mit- Massachussets Insti-tute of Technology un nuovo format di market iper-tecnologico in cui coinvolgere i fornitori all’insegnadelle eccellenze agroalimentari del made in Italy, dicui Coop vuole farsi promotrice anche all’estero at-traverso la rete internazionale delle cooperative diconsumatori. Anche l’universo dei mercati all’ingros-so sta uscendo dal cono d’ombra degli ultimi annipuntando su internazionalizzazione e mercati di ‘ter-za generazione’. Insomma il mondo della distribuzio-ne è attraversato da fermenti nuovi che stanno rivo-luzionando le carte in tavola: si pensi , ad esempio, al-la strategia aggressiva di un grande player dei di-scount come Lidl che si sta riposizionando su una fa-scia alta del mercato in grado di insidiare le catene‘tradizionali’, in primis quelle cooperative. Di tutto questo si parla ancora troppo poco nel mon-do dell’ortofrutta che ha un bisogno disperato di en-trare in nuovi progetti innovativi, dinamici, aperti alfuturo. Ad esempio, abbiamo appreso per caso che neicluster tematici del prossimo Expo 2015 di Milano(motto ‘Nutrire il pianeta’) ci saranno caffè e spezie

(prodotti non propriamente made in Italy) ma nonl’ortofrutta. Speriamo che alla mancanza provvedaCoop che dell’Expo è “Food Distribution Partner”. Inuna delle sue prime interviste da presidente di Frui-tImprese, Marco Salvi ci disse che “siamo un settoreforte ma vecchio nell’immagine, con poca innovazio-ne e comunicazione. Qui c’è tanto da lavorare”. Pro-prio così, il settore ha bisogno di svecchiarsi, non puòpiù accontentarsi di sopravvivere. Matteo Renzi diceal governo delle larghe intese che o si spiccia a fare lecose che servono al Paese o è meglio che vada a casa.Servirebbe un ‘rottamatore’ anche per l’ortofrutta: ba-sta tirare a campare, ognuno chiuso nel suo orticelloo tra le mura della propria azienda. Serve il dialogovero, un confronto aperto tra i player oggi sul merca-to, privati e cooperativi, singoli e associati. Produzio-ne, commercio privato e all’ingrosso (Mercati) , di-stribuzione dovranno prima o poi confrontarsi suqueste nuove sfide per capire quali opportunità siaprono per l’ortofrutta dalla rivoluzione dei consumie dall’ansia di rinnovamento che attraversa la Gdo. Suquesto fronte, giusto per metterci la faccia, noi comeCorriere Ortofrutticolo abbiamo in serbo alcune ini-ziative che speriamo possano dare una scossa in que-sto senso.Tutti auspicano un rilancio dei consumi ma non èche lo si fa per decreto. I consumi alimentari sono tor-nati indietro di vent’anni. Servono idee e progettinuovi. Che il 2013 sia un altro anno di austerity nelfood – un tempo bene ‘incomprimibile’ - lo confermaufficialmente l’Ismea che - commentando i dati delprimo trimestre 2013 - segnala una contrazione dellaspesa del 2,3% su base annua, accompagnata da unaflessione delle quantità acquistate dell’1,4%. In questoquadro per l’ortofrutta si spende quasi il 4% in meno(in volume quasi - 3%). Per la prima volta, accusanouna flessione anche gli acquisti di ortaggi e insalatedi IV gamma (-4,8% in volume), “che fino allo scorsoanno avevano sempre mantenuto incrementi ancheelevati”, annota Ismea. Con l’allarme rosso che suonaper la prima volta anche per la IV gamma lo stato diemergenza è adesso ufficiale.

✍ Lorenzo Frassoldati

Frutta, questa sconosciutaEEDITORIALE

CorriereOrtofrutticolo

3M a g g i o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

LOW COSTColdiretti porta a Bruxelles la sua denuncia sui rischidel cibo low cost. “Di fronte ad una escalation di truf-fe ed inganni sul cibo favorita dalla crisi, è importan-te investire sull’agricoltura europea anche per assicu-rare cibo in quantità e qualità adeguate alle esigenzedei cittadini”. Per carità, denuncia sacrosanta. Però da-vanti ad un Paese che scivola verso la povertà, la do-manda è un’altra: come ci difendiamo dai rischi dellavita low cost? *

PUNTASPILLI

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CorriereOrtofrutticoloI l ricordo

ROBERTO FIAMMENGHI, L’ANIMA CHE CUCIVA I RAPPORTI TRA PRODUZIONE E GDO

Lutto nel settore agroalimentare italiano. Nella nottetra il 28 e il 29 maggio a Cervia è morto improvvisa-mente Roberto Fiammenghi, consigliere delegato diCoop Italia, direttore acquisti di Centrale Italiana, vice-presidente di Ortofrutta Italia (Organizzazione Inter-professionale nel comparto ortofrutticolo), vicepresi-dente di Cpr System. Aveva 64 anni. Nato a Cervia nel1949, dopo aver lavorato nel mondo cooperativo raven-nate negli anni Settanta, Fiammenghi era entrato inCoop Italia nel 1986, prima responsabile del settore car-ni poi del fresco-ortofrutta fino a divenire nel 2009 con-sigliere delegato commerciale food.Lo choc in Coop Italia è stato tale che per ore, il 29 mag-gio, la notizia non è stata ufficialmente diramata nétantomeno commentata. Poi poche righe, gonfie diemozione: “Con profonda tristezza e con grande affettoCoop Italia e tutto il movimento cooperativo partecipaal dolore della famiglia annunciando l’improvvisascomparsa di Roberto Fiammenghi consi-gliere delegato. Coop Italia ricorda con im-mensa gratitudine la figura di un dirigen-te di primo piano del movimento coopera-tivo che negli incarichi ricoperti ha sem-pre unito la grande professionalità conun’autentica passione per gli ideali e i va-lori cooperativi. Ha saputo trasmettereidentica passione in tutti coloro che han-no avuto il privilegio e la fortuna di cono-scerlo e lavorare al suo fianco. Roberto hacosì contribuito in maniera determinantee con innata generosità a far crescere lacooperazione nel nostro Paese con la sensibilità e l’al-truismo del vero cooperatore. L’intero sistema Coopnon potrà non percepire il vuoto della sua assenza”.La prima reazione è stata quella di Renzo Piraccini, topmanager di Apofruit e presidente di Almaverde Bio:“Quando ho saputo della morte di Roberto questa mat-tina alle sette ero letteralmente sconvolto. Mi risultaancora difficile parlare di lui al passato. L’ultima voltache ci siamo sentiti è stato solo venerdì scorso (24 mag-gio, n.d.r.) per parlare di lavoro e dei consueti problemiche il settore deve affrontare. Ma ci vedevamo o senti-vamo almeno un paio di volte alla settimana. Con luiavevo un rapporto fraterno. Roberto lo conoscevo dauna vita, dai tempi dell’Agraria di Cesena e della Coo-perativa Braccianti di Cervia negli anni Settanta. Erapoi entrato in Coop Italia. Per diversi anni le nostrestrade professionali si erano divise. Poi ci siamo incon-trati di nuovo quando è diventato responsabile dei pro-dotti deperibili di Coop Italia. Era davvero una personaspeciale dal punto di vista professionale e umano. Eraschivo e allo stesso tempo disponibile e modesto. Nel-l’ambito della cooperazione ha lavorato in maniera fon-damentale per il settore ortofrutta. Era l’anima che cu-

civa i rapporti, spesso conflittuali, tra produzione eGdo”.Renzo Piraccini ha poi aggiunto nell'intervista rilascia-ta al nostro Emanuele Zanini per il sito del Corriere: “Èstato uno degli artefici della nascita di Cpr System e delsuo sistema. Tutti coloro, e sono tanti, che lo conosce-vano nel settore agroalimentare hanno sempre parlatoin maniera positiva del suo operato e del suo modo difare. Non perdeva mai di vista l’importanza del rappor-to con le persone. Non lo dimenticheremo”.“Un uomo di grande levatura e spessore, che tanto hadato al mondo della cooperazione, e dell’ortofrutta inparticolare, fornendo, con il proprio lavoro, un contri-buto fondamentale che rimarrà nel tempo”. Questo il ri-cordo di Paolo De Castro, presidente della Commissio-ne Agricoltura del Parlamento Europeo. “Fiammenghiè stato un professionista serio, figura di riferimento perl’agro-alimentare italiano di cui è stato portatore di va-

lore e innovazione”.“Un uomo di cuore, con una straordinariapassione per il settore, era legato al mon-do della produzione nonostante lavorasseper la distribuzione e per questo ha sapu-to conservare un’attenzione ed una sensi-bilità rara nei confronti delle aziendeagroalimentari. Esprimo il mio piùprofondo cordoglio per una perdita che la-scerà un grande vuoto nella distribuzioneortofrutticola italiana”. Queste le parolesulla figura di Fiammenghi di Paolo Bru-ni, presidente del Cso.

Anche Domenico Scarpellini, presidente di Cesena Fie-ra, ha voluto ricordare il consigliere delegato di Coop:“Roberto ci mancherai: è stato un punto di riferimento,una persona speciale per professionalità, generosità edumanità. Esprimo il mio profondo cordoglio per unaperdita che lascerà un vuoto per l’intera filiera orto-frutticola". “Roberto era un grande uomo di cooperazione. Era in-namorato del suo lavoro come pochi. Aveva un’onestàintellettuale che oggi è difficile trovare”. Così GianniBonora, fondatore di Cpr System. “Fiammenghi non in-staurava un semplice rapporto tra fornitore e clientema vere e proprie partnership, basate anche molto sulrapporto umano. La sua professione per lui era tutto.Ricordo quando dava gli appuntamenti di lavoro allesette della mattina oppure a cena alle otto. Dava il cen-to per cento per il suo lavoro, per cui metteva tutta lasua passione, dedizione e alta professionalità ed espe-rienza. Ho perso un amico fraterno”. La direzione e la redazione del Corriere Ortofrutticolo par-tecipano al dolore della famiglia di Roberto Fiammenghi,manager di cui abbiamo sempre apprezzato la disponibi-lità e l'onestà intellettuale.

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ProfiloCorriere Ortofrutticolo si è affermatocome rivista “di filiera” del settore orto-frutticolo italiano. La rivista collega chiproduce, chi commercializza e chi ven-de al pubblico, oltre ai settori connessi(dai macchinari ai trasporti).La diffusione è capillare in Italia, dovesi è allargata alla grande distribuzionealimentare e al dettaglio organizzato. IlCorriere Ortofrutticolo è un formidabi-le, unico e specializzato strumento diraccordo e di informazione per l’interosettore. È presente a fiere in Italia e all’esterodove è diffuso a indirizzi specializzati dioltre 30 nazioni.

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AGLIO VOGHIERA pagina 1BATTAGLIO pagina 25CLAUSE ITALIA pagina 5COOP SOLE pagina 31DEL MONTE pagina 2EOS pagina 26FEDAGRO pagina42-43FRUITECOM pagina 22LA COSTIERA pagina 13

CorriereM E N S I L E D I E C O N O M I AE AT T UA L I T À D I S E T TO R E

A N N O X X V I I - N u o v a s e r i eM A G G I O 2 0 1 3

S O M M A R I O

Crisi e maltempo: primavera “no” PAG.23 Un brand per il Mercato di Genova PAG.35

RUBRICHE

THE FIRST ITALIAN

L’ELENCO DEGLI

EDITORIALEFrutta, questa sconosciuta 3

IL RICORDORoberto Fiammenghi, l’anima che cucivai rapporti tra produzione e Gdo 4

GENTE & FATTIVip main sponsor delle due tappealtoatesine della corsa rosa 8

Cso rinnova le cariche21 i consiglieri del nuovo Cda 9

La frutta scompare dai tavoli dei ristoranti 10

A scuola di frutta: laboratori interattiviin nove regioni italiane 11

L’INTERVISTABruni: sogno un Cso senza confiniPiù servizi, ma non cabina di regia 13

NOTIZIARIOSospeso il pagamento dell’Imuper terreni e fabbricati rurali 17

L’edizione 2014 di Tomato Congresssul lago di Garda e a Parma 17

Post raccolta delle pomacee,i risultati del progetto Ager 18

Consorzio di tutela Igp di Pachino,partnership giapponese 18

Aglio: commercio e sinergie temi caldinel summit tra Italia, Francia e Spagna 19

Patata da consumo, firmato a Bolognail contratto quadro 2013-2015 21

Asparago T18 protagonista…dell’allenaza italo-austriaca in tavola 21

FEDAGRO NEWSFedagro, la grande casa

dei grossisti italiani 42

Ritorno... alle origini 42

Patto con Ismea permonitorare crediti e prezzi 43

DISTRIBUZIONEAuchan, ortofrutta sottotono 44

«Il sistema-Barcellona esalta la filiera ortofrutticola» 48

Distribuzione flash 49

LOGISTICACarrelli elevatori, mercato tiepido.Ok noleggio e modelli ecologici 50

Porti, a Savona transita più frutta 54

QUARTA - QUINTA GAMMABonduelle, non solo businessParola d’ordine sostenibilità 55

SPAZIO APERTOQualcuno salvi il Pachino 61

LETTERE DEI LETTORIRipensare logistica e frutta nelle scuole 62Occasione unica per settore e Paese 62

Primo Piano - Sos maltempoGrandina sul bagnato 23

ATTUALITÀ

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7M a g g i o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

5

w w w . c o r r i e r e o r t o f r u t t i c o l o . i t

Auchan “snobba” l’ortofrutta PAG.44 Carrelli elevatori, piace il noleggio PAG.50

Ortofrutticolo

Copertina - ProtagonistiNel nome del padre 27

Copertina - ProtagonistiDal 1950 all’avanguardia per coltivazioni e conservazione 28

Tante sfide per De Girolamoerede del ministro iper-tecnico 30

Michele Corradino confermato Capo di Gabinetto Mipaaf 30

«Imprese private vero pilastrodell’Emilia Romagna» 32

Radicchio anti-crisiHa margini consistenti 33

Mela Annurca, disciplinare da rivedereSolo il 20% dei frutti si fregia dell’Igp 33

Kiwi: batteriosi nel Veronese 34

…e nei frutteti romagnoli 34

Il Mercato di Genova è…Sicuramente Fresco 35

Estero, più servizi e sinergienel futuro di Veornamercato 37

I surgelati tirano e Orogel investe 39

Produttori nei punti vendita 41

Confronto con la Gdo 41

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SCHEDA PRODOTTO

MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

INSERZIONISTI

MONSANTO pagina 15MONTINI pagina 51ORTOFRUIT pagina 67RIJK ZWAAN pagina 16-36-40ROSARIA pagina 12SERMAC pagina 63VALFRUTTA FRESCO pagina 20

NEL PROSSIMO NUMERO

☛ La frutta estiva cerca la strada del rilancioResoconto sull’andamento commerciale della frutta estiva: dalla viva voce deglioperatori un primo bilancio per comprendere se i consumi saranno finalmentedecollati dopo un avvio di stagione reso complicato dalla crisi economica e dal cli-ma avverso.

☛ Insegna della Gdo e Dettagliante, due rubriche ad hocSul prossimo numero riflettori sulla catena Despar e intervista a un dettaglianteortofrutticolo: due rubriche proposte dal Corriere Ortofrutticolo 2013 per avvici-nare chi opera a monte nel settore con piccola e grande distribuzione.

☛ Frigoconservazione, novità e tendenzeApprofondimento sulla frigoconservazione. Dati e interviste ai principali opera-tori con le ultime tendenze e un focus sulle innovazioni, che interessano anche leimprese made in Italy protagoniste in questo comparto.

PICCOLI FRUTTIMaltempo e freddo eredità pesanti per la campagna commerciale 66

CILIEGIAMaturazione in ritardo e qualità inizialebassa, ma ci sono speranze 63

Wuwm casa comune dei MercatiMa all’Italia interessa poco 56

Volumi in calo 57

Organizzazione e.... posizione. Medfel si conferma su buoni livelli 58

Mondo flashSpagna - Almeria, nuovo re dell’exportGermania - Biologico, vendite su. SuperficiinsufficientiFrancia - Cap Seine acquista Pomm’AllianceCostarica - Accordo di libero scambio con ilPerùCanada - Il gelo distrugge i pomodoriVenezuela - Progetti comuni con Cuba 59Vietnam - Revocato il blocco dell’exportverso l’UeColombia - Crollano le vendite di bananeBelgio - Leader per le verdure surgelateCile - Noci, boom delle esportazioniSenegal - Cresce il commercio del mangoTurchia - Danni all’uva apirene 60

MONDO

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FATTIGE

NTE

& CorriereOrtofrutticolo

M a g g i o 20138 www.corriereortofrutticolo.it

VI.P tra i Main Sponsor locali didue delle più importanti tappeGiro d’Italia, competizione cicli-stica tra le più attese e prestigio-se.Giunta alla 96ma edizione, il Girosi è svolto dal 4 al 26 maggio pas-sando per la Val Venosta con duetappe tra le più attese: la prima,la tappa numero 19, ha avuto luo-go venerdì 24 maggio con parten-

za da Ponte di Legno (Brescia),attraverso il Passo dello Stelvio(Cima Coppi grazie ai suoi 2.758metri d’altezza) fino alla Val Mar-tello (Bolzano).Nel corso di questa tappa, tra Si-landro e Laces, patria delle melevenostane, è stato allestito unospeciale traguardo dedicato alla“Mela Val Venosta”. Il vincitore èstato premiato nel corso di unacerimonia, allestita il giorno do-po prima della partenza per l’ul-tima tappa, con un trofeo a formadi mela realizzato con il presti-gioso marmo di Lasa creato da unmastro artigiano locale.Il giorno dopo partenza da Silan-dro (Bolzano) per tutta la Val Ve-nosta, passando quindi da Mera-no e Bolzano fino alle Tre cimedi Lavaredo (Belluno) nelle Dolo-miti.Due tappe impegnative determi-nanti per decidere l’esito dellagara: tra salite vertiginose, arduitornanti e paesaggi mozzafiato,Mela Val Venosta ha affiancato i“girini” accompagnandoli con lagenuinità e l’inconfondibile croc-cantezzezza delle mele venosta-ne, uniche come questa bellissi-ma e storica manifestazione cicli-stica.

Vip main sponsor delle due tappe altoatesine della corsa rosa

I Consorzi di Tutela dell’Insalata di Lusia Igp e dell’Aglio Bianco Pole-sano Dop erano presenti con una esposizione al Vinitaly 2013 nel pa-diglione “Sol&Agrifood”. La presenza delle due eccellenze della Pro-vincia di Rovigo è stata resa possibile all’interno di uno spazio espo-sitivo organizzato dal Cosvipo dove c’era la presenza anche di altri im-portanti ditte dell’agroalimentare polesano. La kermesse è stata l’occasione per far degustare i prodotti Dop e Igpelaborati da Enrico Rizzato chef del ristorante “Al Ponte” di Lusia incollaborazione con lo chef del risotorante “Aurora” di Porto Tolle. L’Insalata di Lusia Igp è stata proposta sotto forma di sorbetto, e comeplumcake con crema di carote. Sono state due preparazioni create ap-positamente per l’evento e che hanno destato molto interesse e com-menti positivi tra i partecipanti. L’Aglio Bianco Polesano Dop è statopresentato con la “Ciabatta Polesana” ed olio extravergine d’oliva, unaproposta che ha permesso di far esaltare le caratteristiche gustativedel prodotto.

Vetrina Vinitaly per insalata diLusia Igp e aglio polesano Dop

Per il secondo anno consecuti-vo F.lli Orsero ha sponsorizzatoil Giro d’Italia.Il logo appariva sulla Magliabianca del Giro d’Italia. Per laseconda volta consecutivaquindi il furgoncino ha accom-pagnato le gesta del migliorgiovane della competizione ci-clistica più famosa della Peni-sola. La Maglia bianca nascenel Giro d’Italia del 1976 e venne regolarmente as-segnata fino all’edizione del 1994. Il primo a con-quistarla è stato il corridore Alfio Vandi, inaugu-

rando, in questo primo avvi-cendamento, una supremaziadei ciclisti italiani. Dopo 12 an-ni la Maglia bianca è stata nuo-vamente assegnata nell’edizio-ne del 2007. A partire dal 2009è intitolata a Candido Can-navò, storico giornalista sporti-vo. Tra i grandi nomi che si so-no fregiati della Maglia biancadurante il Giro d’Italia figura-

no anche Pavel Tonkov (che se l’è aggiudicata perdue anni di seguito, nel 1992 e nel 1993), Andy Sch-leck (nel 2007) e Riccardo Riccò (nel 2008).

Il logo dei F.lli Orsero sulla maglia bianca del Giro d’Italia

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a cura di Mirko A

ldinucciGENTE &CorriereOrtofrutticolo

Il Centro Servizi Ortofrutticoli,riunito in assemblea elettiva, do-po aver eletto il nuovo Consigliodi amministrazione per il trien-nio 2013-2016, ha confermato lacarica di presidente a Paolo Bru-ni (a pagina 13 e 14 l’intervistache gli ha dedicato il Corriere).Il Cda ha confermato le carichedi vicepresidenti a Cesare Bellòdi Opo Veneto e Carlo Manzo diOrtofruit Italia istituendo un Co-mitato di Presidenza a supportostrategico del Cda ed eleggendo al-l’unanimità alla direzione ElisaMacchi 45enne laureata in scienzestatistiche, da sette anni responsa-bile della Sezione Statistica e Os-servatorio di Mercato del Cso.

I consiglieri eletti sono:Bruni Paolo (presidente)Manzo Carlo (vicepresidente)Bellò Cesare (vicepresidente)Tamanti MarioMaldini GiuseppeGarbuglia AlbertoMordenti EgidioBertaiola FaustoChiesa GabrieleCrivellaro FidenzioMagnani EnnioTermanini GiuseppeGrossi MauroMazzoni MarioDrei PierluigiNeri PatrizioGraziani RobertoBenedetti AngeloFalconi VincenzoRomagnoli Giulio Vernocchi Davide

Cso rinnova il Cda confermando i verticie nomina Elisa Macchi alla direzione

È Ilip la vincitrice del premioMedfel’s Best Publicity Contest2013 nella categoria Packaging.L’azienda italiana specialistanell’imballaggio plastico ter-moformato per alimenti è statapremiata nella serata di mar-tedì 23 aprile nel corso della fie-ra professionale del settore or-tofrutticolo di Perpignan (Fran-cia).In particolare, la giuria profes-sionale ha premiato il videorealizzato dall’azienda per illu-strare il ciclo chiuso del Pet ri-ciclato all’interno del gruppoIlpa, di cui Ilip è colonna por-tante. Il filmato è disponibile sul ca-nale Youtube del gruppo(www.youtube.com/ILPA-GROUP). Sui materiali promo-zionali offline è stato inoltre ri-portato un QR code collegato alvideo. Ilip, si legge in un comu-nicato, è l’unico produttore diimballaggi per alimenti in Eu-ropa ad avere integrato il ciclodell’r-Pet, generando e control-lando completamente la produ-zione di questo materiale, dalpost-consumo al nuovo imbal-laggio termoformato. Un tassel-lo di una ampia strategia chemette le tematiche dell’am-biente e della sostenibilità alcentro della propria strategia edella propria comunicazione.

Ilip premiata al Medfel

Sarà di nuovo Paolo Marchesinia ricoprire nel triennio 2013-2015 l’incarico di presidente diAssosementi, l’associazioneche rappresenta l’industria se-mentiera in Italia. Il Consigliodirettivo riunitosi recentemen-te a Bologna, ha inoltre elettoValeria Martino come nuovo vi-cepresidente.39 anni e una laurea in ScienzeAgrarie, Marchesini è al suo se-condo mandato dopo essere sta-to nominato per la prima voltapresidente dell’associazionenel giugno 2010. “La revisione della legislazionesementiera in Europa, all’inter-no del pacchetto normativo eu-ropeo sulla sicurezza e la trac-ciabilità della filiera agroali-mentare, presentato lo scorsolunedì dalla Commissione eu-ropea sarà tra le priorità delprossimo mandato”, ha detto.“Sempre sul tappeto europeo as-sisteremo ad importanti dibat-titi: la riforma della Pac, il di-battito sulla proprietà intellet-tuale e l’evoluzione del proto-collo di Nagoya sull’accesso allerisorse genetiche e l’equa con-divisione dei benefici derivantidal loro utilizzo. A livello na-zionale ci attendono numerosesfide: il contrasto alle illegalitàche affliggono il settore, la dif-fusione di una cultura positivanei confronti della “tutela” deiritrovati vegetali, la definizionedi accordi quadro nell’ambitodell’intesa di filiera per il set-tore sementiero a garanzia disicurezza e tracciabilità del Ma-de in Italy”.Da sottolineare che FrancescoBavicchi guiderà la sezione de-dicata alle orticole.

Assosementi a Marchesini

www.corriereortofrutticolo.itM a g g i o 2013 9

FATTI

Page 12: Corriere Ortofrutticolo Maggio 2013

FATTIGE

NTE

& CorriereOrtofrutticolo

“Siamo alla frutta”: non si trattadi un rassegnato commento perdescrivere l’attuale situazioneeconomica, ma del titolo di un li-bro scritto a quattro mani da Ele-na Accati e Mina Novello, rispet-tivamente docente di Floricoltu-ra e di Parchi e giardini presso lafacoltà di Agrariadell’Università di To-rino e coordinatricedell’attività dell’as-sociazione SaporiBiellesi. Le due cura-trici nel volume, edi-to da Blu Edizioni,hanno raccolto 400ricette in cui la frut-ta diventa protagonista dei piatti.Nell’introduzione, scritta dal pre-sidente del Salone del Libro di To-rino Rolando Picchioni, come ri-porta il quotidiano La Stampa,viene lanciato l’allarme sullascomparsa dai menù dei ristoran-ti, stellati o meno che siano, del-la frutta. Perché? “Non appaga ilnarcisismo dello chef come undessert, non stuzzica la golosità

del buongustaio come un dolceelaborato e sibaritico”, sostienesempre Picchioni che sogna, ungiorno, di trovare nei ristoranti,come un tempo, non solo cestipieni di ogni frutto di stagione,magari locale e a Km0, ma ancheun sua lista dedicata, come capi-

ta con vini, acque ocaffé.Ma perché questadiffidenza, se nonopposizione? Secon-do il quotidiano to-rinese la causa è an-che dovuta alla per-dita di gusto e sapo-re dei prodotti orto-

frutticoli, che non invoglia poi apretenderla anche quando si esceal ristorante. C’è poi anche lamancanza di tecnica da parte de-gli chef nel “trattarla”. Figuriamo-ci i clienti a tavola. Servirebbeforse tornare a educare i consu-matori a come mangiare la frut-ta, ma anche creare degli espertidegustatori, sommelier delle frut-ta.

M a g g i o 201310 www.corriereortofrutticolo.it

La frutta scomparedai tavoli dei ristoranti

La fiera Agrosud, tenutasi re-centemente a Napoli è statascelta da alcune aziende perpresentare le proprie novità. Laditta Graziani Packaging haportato per la prima volta inuna fiera in Italia gli angolariidrorepellenti. Un migliora-mento tecnico dei tradizionaliangolari che servono per fissareil carico nei pallet durante iltrasporto su gomma. “Da tempogli operatori - spiega Luigi Re-sta, direttore vendite della Gra-ziani - ci avevano segnalato lanecessità di un angolare resi-stente all’acqua che non sideformasse in particolari situa-zioni di umidità”.La cooperativa Sole ha optatoper Agrosud per mostrare (e fa-re assaggiare) una nuova culti-var di fragola adatta ai climimeridionali. Presenta polpaconsistente e un buon gradozuccherino che si esprime almeglio in primavera.Anche International Paper Ita-lia (Ipi) ha scelto Agrosud perfar conoscere un una nuova tec-nica per migliorare le caratteri-stiche dell’imballaggio. Anchein questo caso si vuole superareil problema del tradizionalecartone ondulato che, quandoviene riempito con ortaggi ba-gnati quali finocchi, insalate oasparagi, tende a perdere leproprie caratteristiche di resi-stenza e protezione. “In pratica andiamo ad applica-re sul cartone - spiega StefanoBuono di Ipi - un trattamentoantiumido che respinge l’acquae lascia integro il cartone”.

Innovazioniad Agrosud

Martedì 30 aprile si è riunita l’assemblea dei so-ci di Cesena Fiera Spa per l’approvazione del bi-lancio consuntivo 2012 e per la rielezione delConsiglio di Amministrazione e collegio sindacale. Il bilancio con-suntivo 2012, chiuso nuovamente in utile, denota che Cesena Fiera hacapacità e strumenti per mantenere un ruolo di rilievo nel panoramadella fiere nazionali e internazionali. Quest’ultimo aspetto grazie aipositivi risultati riscontrati da Macfrut, la rassegna dedicata alla filie-ra ortofrutticola. Su proposta del sindaco di Cesena, l’Assemblea haapprovato all’unanimità di ridurre del 25% i compensi del collegiosindacale e del CdA (presidente da 20 mila a 15 mila euro, vice presi-dente da 15 mila a 11.250 euro, consiglieri da 7 mila a 5.250 euro, tut-ti compensi intesi al lordo), e la durata del CdA stesso è stata fissata al30 giugno 2014. Per quanto riguarda l’assetto della governance, l’as-semblea dei soci ha riconfermato alla presidenza Domenico Scarpel-lini ed alla vicepresidenza Roberto Sanulli ed ha completato l’assettocon i Consiglieri Guido Pedrelli, Luca Pagliacci, Stefano Montaguti,Maddalena Forlivesi e Susanna Magnani.

Cesena Fiera, in utileil bilancio 2012

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FATTIGENTE &CorriereOrtofrutticolo

11M a g g i o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

Imparare fin da piccoli a combi-nare in maniera equilibrata in-gredienti diversi, superando ilpregiudizio nei confronti di alcu-ni cibi grazie ad un percorso divalorizzazione del momento dipreparazione della merenda.Questo l’obiettivo di A Scuola diFrutta, il format di educazionealimentare ideato da Alimos e of-ferto dalle aziende Alegra, Apo-fruit Italia e Orogel Fresco in no-ve regioni italiane nel contestodella quarta annualità di Fruttanelle scuole, programma comu-nitario gestito dal Ministero dellePolitiche Agricole Alimentari eForestali.

L’attività consiste in un laborato-rio interattivo in cui, guidati daun esperto di alimentazione (unadietista qualificata), genitori e fi-gli vengono coinvolti contempo-raneamente in un alternarsi dimomenti di apprendimento teo-rico e pratico che ha come risul-tato finale la preparazione collet-tiva di una serie di ricette a basedi frutta da degustare insieme al-la fine delle due ore abbondantidi incontro. A Scuola di Frutta ha fatto tappaa Faenza (Ravenna), sede di Ale-gra-Agrintesa, l’azienda che si oc-cupa di gestire le distribuzioni difrutta e verdura per circa 133 mi-la bambini di oltre 700 scuole inEmilia-Romagna, Toscana e Um-bria.

A scuola di frutta: laboratori interattiviin nove regioni italiane

Fabio Ferrari, da febbraio nuovodirettore commerciale di Orto-romi, sta guidando con autore-volezza e risultati oltremodoconfortanti - a dispetto di unacrisi che non risparmia ormaineppure i prodotti pronti alconsumo - la terza azienda ita-liana del settore.Netto il cambio di rotta dell’a-zienda che all’eccellenza quali-tativa ormai da anni riconosciu-ta dai consumatori e dal merca-to ha aggiunto una ambiziosa strategia di restyling del marchio e delportafoglio prodotti. Obiettivo dichiarato: diventare il riferimento ita-liano nelle insalate confezionate.I risultati non si sono fatti attendere: quello “portato a casa” da Ferra-ri, che vanta una pluriennale esperienza nel settore della IV gamma,è infatti il migliore bilancio trimestrale degli ultimi cinque anni cuisi aggiungere il record di vendite assoluto, nella storia dell’azienda,nel mese di aprile 2013. Se il buongiorno si vede dal mattino...

Ortoromi... in Ferrari:trimestrale ok e aprile record

Il consiglio d’amministrazionedi Alimos Alimenta la Salute haconfermato alla guida della coo-perativa cesenate Romeo Lom-bardi (nella foto). “L’anno appe-na concluso positivamente ci in-duce a guardare in avanti con fi-ducia - ha detto il presidente,giunto al terzo mandato conse-cutivo - allargando le nostre pro-spettive”.“Ciò ci permette di estendere lenostre attività di educazione allasalute oltre all'ortofrutta anchead altri alimenti e ad altri terri-tori, in sintonia con il percorsogià intrapreso tramite i progettieuropei grazie ai quali Alimossta lavorando in Francia e Ger-mania”.Nel ruolo di vicepresidente della

cooperativa è stato nominatoGiuseppe Maldini, presidente diOrogel Fresco. Due le new entrynel consiglio d’amministrazio-ne: Domenico Scarpellini (Cese-na Fiere) e Gabriele Chiesa(Apoconerpo).

Alimos conferma Lombardialla presidenza

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● Lorenzo Frassoldati

Paolo Bruni, altri treanni al vertice del Cso.Per fare che? “Il Cso nasce nel 1998 dalle ce-neri del Centro Operativo Orto-frutticolo con obiettivi e impian-to societario innovativi e dina-mici. È stata una esperienza disuccesso come attesta la crescitadella base sociale che dai 9 fon-datori è passata agli attuali 66compresi i Soci di filiera. Ed è dalsuccesso della formula Cso che sideve partire per centrare gliobiettivi del prossimo triennio. IlCso è un tavolo comune dell’orto-frutta italiana dove si possonoconfrontare idee e strategie traaziende concorrenti, è uno stru-mento di servizio unico in Italia,in grado di rispondere alle com-plesse esigenze di conoscenza einformazione dell'ortofrutta. Èuna straordinaria piattaformaprogettuale. Queste le basi di rife-rimento per il prossimo triennio:consolidare la nostra vocazionedi servizio alle imprese sociemettendo a punto strumenti ope-rativi anche nuovi che possanodare risposte concrete alla com-petitività. Penso al grande temadella sostenibilità, alla comuni-cazione, alla logistica, alla pro-grammazione delle produzioni”.

All’Assemblea Fruitimprese il pre-sidente Salvi ha citato il Cso “unagrande realtà che ora deve allarga-re gli orizzonti inglobando anche leorticole del sud, l’uva e altre pro-duzioni, perché sia il tavolo dei ser-vizi di tutta l’ortofrutta italiana”.Un Cso a vocazione nazionale, insostanza. Lei che dice?“È senza dubbio uno dei nostriobiettivi a breve termine e ci stia-mo già organizzando in questosenso con azioni concrete e nuo-ve progettualità che presto saran-no operative. Sono completamen-te d’accordo con Salvi sia perchéil Mezzogiorno rappresentasenz’altro l’areale di maggiore

sviluppo dell’ortofrutta italiana,sia perché il Cso è l’unico ambi-to ove possono convivere espres-sioni imprenditoriali diverse co-me le cooperative e gli esportato-ri privati”.

La base sociale del Cso in questianni si è allargata. Sono previstealtre new entry prossimamente?“La base sociale di Cso è destina-ta senza dubbio a crescere coin-volgendo altre imprese della filie-ra e nuove realtà nazionali anchedel comparto orticolo”.

Di sistema ortofrutta Italia non sipuò parlare senza pensare all’ex-

CorriereOrtofrutticolo L’INTERVISTAI

13M a g g i o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

Bruni: sogno un Cso senza confini Più servizi ma non cabina di regia

Fresco di rielezione al vertice del Centro servizi ortofrutticoliil manager ferrarese illustra le priorità per il triennio:

espansione, sostenibilità, comunicazione, programmazione

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port. I progetti internazio-nali del Cso in che direzio-ne vanno?“La nostra sezione inter-nazionalizzazione che siè implementata in questianni con l’ingresso delleimprese di filiera (packa-ging, logistica, macchi-nari, ecc) è uno strumen-to strategico importante per lacrescita del settore. Abbiamo inprogramma di consolidare il no-stro supporto alle imprese che in-tendono operare sui mercatimondiali con l’attività di coordi-namento della rimozione dellebarriere fitosanitarie, la realizza-zione di nuovi Progetti finanziatidall’Unione Europea per favorirela conoscenza dei nostri prodottiin mercati lontani, la partecipa-zione comune a fiere in tutto ilmondo con una immagine coor-dinata sotto il marchio Italy, lapianificazione di missioni com-merciali in mercati interessanti”.

Nei progetti sull’estero il Cso puòincrociare altri soggetti che si dedi-cano all’internazionalizzazione co-me Macfrut o altri. Sarebbe un’oc-casione di fare squadra…“Macfrut è entrato nella compagi-ne sociale di Cso e stiamo giàprogrammando attività insiemea partire dal mese di giugno conuna missione in Polonia. Credomolto nella sinergia all’internodel settore e non vi è dubbio cheil Macfrut, nonostante la compe-tizione internazionale, è la Fierache dobbiamo valorizzare”.

Fare squadra, sinergie è la parolad’ordine per il settore. Il Cso è untavolo importante, forse unico nelsuo genere, che vede protagonistiOp, coop e privati che qui collabo-rano anche quando sul mercato so-no in competizione fra loro. Il Csonasce per dare servizi, ma l’ambi-zione è individuare strategie comu-ni per valorizzare il settore…dacentro servizi a cabina di regia èrealisticamente possibile? “Parlare di cabina di regia in que-sto momento è controproducen-te. Prima uniamo le forze e fac-ciamo cose concrete per il setto-re. Il tema della cabina di regia èpiù politico che tecnico e quindinon ci compete. Abbiamo ribadi-to anche nel corso dell’ultima as-semblea che il Cso avrà semprepiù interesse a specializzarsi inservizi avanzati alle imprese epromozione del settore. Questo èciò che intendiamo fare”.

Il settore soffre di un deficit di im-magine e comunicazione. A chepunto è il progetto Ortofrutta d’I-talia? Proseguirà anche nel 2013?Con quali strumenti e obiettivi? “Il progetto Ortofrutta d’Italia hagrandissime potenzialità che in

questo momento sonofrenate dalla crisi che im-pone alle imprese di li-mitare i costi.È un progetto che oggi ciconsente di rendere pro-tagonista sui media na-zionali il nostro sistemaproduttivo organizzatocon i suoi valori e la sua

grande forza anche sociale. Ilprogetto Ortofrutta d’Italia dovràdiventare anche uno strumentoistituzionale con l’appoggio delMipaaf e delle istituzioni localiper dare voce ad un compartoimportantissimo per l'economiaitaliana”.

Risorse finanziarie: il Cso dipendesempre meno dalla mano pubblica.Arriveranno dal mercato le risorseper le proprie attività? “Come ogni organismo efficiente,nell’epoca della spending reviewdovremo saper fare meglio spen-dendo meno. La grande forza delCso, comunque, dalla sua costi-tuzione è stata quella di prevede-re un forte coinvolgimento eco-nomico delle imprese associateche da sempre sostengono le no-stre attività. La mano pubblica edin particolare il supporto ai pro-getti è venuto in questi anni dal-la Regione Emilia Romagna, ol-tre che da Ue, Ministero, RegionePiemonte,ecc. Le risorse pubbli-che sono in diminuzione, certa-mente, ma a fronte di validi pro-getti e servizi sono certo che nonmancherà il sostegno delle istitu-zioni”. ●

CorriereOrtofrutticolontervista

M a g g i o 201314 www.corriereortofrutticolo.it

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CorriereOrtofrutticolo nNOTIZIARION

Il Consiglio dei Ministri ha so-speso il pagamento dell’Imu per iterreni e fabbricati rurali. Ri-guardo al provvedimento il mini-stro delle Politiche Agricole Nun-zia De Girolamo esprime grandesoddisfazione: “È un grande risul-tato per il comparto. Questa bat-taglia l’abbiamo condotta insie-me, con le associazioni e con tut-to il mondo agricolo"."Non si tratta di una vittoria delGoverno o di chi ne ha parlato incampagna elettorale. Oggi vincel’agricoltura, che subiva un’in-giustizia, perché non si può tas-sare uno strumento di lavoro co-me la terra”. De Girolamo aggiun-ge: “È un passo molto importanteper gli imprenditori agricoli.Cerchiamo di dare una parzialerisposta anche al problema dellaliquidità. In questo modo diverserisorse, parliamo di circa 350 mi-lioni di euro, resteranno in manoagli agricoltori e potranno esserereinvestite nel settore, da sempremolto attento al rispetto e al giu-sto impiego delle risorse. Gli ulti-mi dati Istat ci dicono che l’agri-coltura registra segnali positivi.Senza l’Imu sono sicura che mol-ti avranno una boccata d’ossige-no e potranno pensare a ripartirecon le loro aziende”.La notizia è stata accolta con sod-disfazione dai rappresentanti del-le categorie e dal mondo agricoloin generale.

17M a g g i o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

Sospeso il pagamento Imuper terreni e fabbricati rurali Per l’agricoltura italiana suona l’allarme. La situazione per le impre-

se è sempre più difficile e i produttori sono ormai sull’orlo del collas-so. Costi (produttivi, contributivi e burocratici) pesanti, prezzi nonremunerativi, redditi tagliati, mancanza di interventi incisivi e di po-litiche realmente propulsive. Con la prospettiva di una riforma dellaPolitica agricola comune quanto mai incerta. La denuncia è venuta ametà maggio dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori durantel’Assemblea nazionale dei Gie-Gruppi di interesse economico svoltasia Roma sul tema “Più agricoltura, più reddito: si può fare insieme”,che è stata conclusa dal presidente confederale Giuseppe Politi.I bilanci aziendali -è stato affermato durante l’Assemblea Gie-Cia- so-no “in rosso”. Nel 2013, senza immediati e straordinari interventi a so-stegno degli agricoltori, oltre 50 mila aziende possono chiudere i bat-tenti (già nel primo trimestre più di 13 mila sono uscite dal mercato)e più di 2 milioni di ettari di terreni coltivati sono in grave pericolo.Non solo. Si potrebbero verificare un “taglio” deciso all’occupazione epesanti conseguenze anche del “made Italy”.Negli ultimi 12 anni -è stato rilevato nel corso dell’Assemblea dei Gie-Cia- i redditi delle aziende sono scesi del 25 per cento. La perdita dicompetitività dell’agricoltura è molto antecedente alla crisi economi-ca, anche se, con il crollo della domanda e il blocco del credito, si èfortemente acuita.Sempre nello stesso periodo la forbice tra i costi dei fattori e i prezzidei prodotti alimentari è mediamente aumentata del 20 per cento asvantaggio degli agricoltori.

Agricoltura italiana, Sos della Cia:a rischio 50 mila aziende nel 2013

4,5 milioni di tonnellate di po-modoro trasformato nell’ultimoanno, di cui 2,5 prodotti dalle in-dustrie del Distretto del Pomodo-ro del Nord Italia. Con questi nu-meri l’Italia si prepara ad acco-gliere il World Processing TomatoCongress (WPTC) che si terràdall’8-11 giugno 2014 sul lago diGarda e proseguirà fino al 13 inun post congress tour a Parma,nel cuore della food valley italia-na. L’evento, annunciato dal Di-stretto del Pomodoro del NordItalia il 22 aprile scorso, sarà se-guito dal punto di vista logisticodall’autorevole expertise dell’en-te Fiere di Parma e conterà su unmain sponsor di prestigio checon il suo claim ha fatto il girodel mondo come simbolo della

vera passata italiana: Pomì.Il marchio del Consorzio Casala-sco del Pomodoro è in perfetta si-nergia, per mission e visionaziendali, con il fil rouge che av-volge tutte le tematiche che sa-ranno affrontate durante il Con-gresso: “Dalla terra alla tavola: unimpegno comune per il futurodei prodotti trasformati a basepomodoro”. Da sempre l’obiettivoprimario di Pomì è, infatti, quel-lo di garantire qualità e servizionel rispetto e nella valorizzazio-ne piena del territorio, dell’am-biente e delle persone attraversotecnologie e piani di business in-novativi e contemporanei.

Sul lago di Garda e a Parma l’edizione 2014 di Tomato congress

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CorriereOrtofrutticoloNotiziario

Presentati a metà maggio al CRe-SO - Centro di Ricerca per la Frut-ticoltura di Manta (Cuneo), i ri-sultati del Progetto Ager - Qualitàdella mela sulla prevenzione del-le fisiopatie del post-raccolta. Ilprogetto “Qualità della mela” ve-de coinvolti i più importantiCentri di ricerca italiani, a parti-re dalla Fondazione Edmund Ma-ch di San Michele all’Adige, alleUniversità di Bologna, Padova,Udine e Milano, al Creso.La tecnologia del post-raccolta èdiventata lo strumento chiave perprogrammare l’immissione sulmercato. I temi caldi del post-rac-colta sono le fisiopatie, sia quelleche possono compromettere l’e-stetica del frutto, come il riscal-do, sia il decadimento della croc-cantezza della polpa.Luca Giordani del CReSO haaperto l’incontro tracciando unquadro delle strategie adottatedai centri di lavorazione e stoc-caggio piemontesi nel prevenirele fisiopatie da conservazione,con particolare riferimento al ri-scaldo superficiale. A oggi i ma-gazzini piemontesi integrano ef-ficacemente l’AD – atmosfera di-namica con una serie di praticheche vanno dalla corretta gestionedel frutteto all’uso l’1-MCPSmartFresh®. Quest’ultimo vieneutilizzato da tutti i magazzini perla sua efficacia nel prolungare lashelf-life dei frutti. La molecola,andandosi a legare con i ricettori

dell’etilene blocca i processi bio-chimici che favoriscono la sovra-maturazione dei frutti. A frontedi alcune centrali che ne fannoun uso generalizzato, la maggiorparte dei magazzini ne concentral’utilizzo sulle partite destinate aimercati d’oltremare o a queimercati che richiedono parame-tri di durezza elevati come quelloinglese. Guglielmo Costa dell’Universitàdi Bologna ha illustrato la fisiolo-gia della maturazione, raccontan-do quanto a oggi si sa sui proces-si biochimici che causano lacomparsa del riscaldo superficia-le. Nel caso delle varietà sensibili(nell’ordine: Granny Smith, RedDelicious, Pink Lady, Fuji), laprevenzione del riscaldo si giocasulla combinazione di più fattori.Nell’ambito del Progetto AGERl’Università di Bologna, insiemeal CReSO, ha definito per ogni va-rietà le finestre di raccolta cheminimizzano la sensibilità al ri-scaldo. Si tratta di parametri og-gettivi, dall’ormai consolidatoamido test, al più recente indicenon distruttivo DA. Costa ha ri-ferito dello sviluppo di metodipredittivi e del relativo model-ling per programmare e gestirecorrettamente il delicato periodopre-raccolta in funzione di pre-venzione del riscaldo e della mas-simizzazione della qualità.

M a g g i o 201318 www.corriereortofrutticolo.it

Post raccoltadelle pomacee,i risultati del progetto Ager

Partnership in vista tra il Con-sorzio di Tutela Igp del Pomodo-ro di Pachino e la società giappo-nese Kyomocoo Corporation diKyoto. A fine aprile i vertici del-l’impresa nipponica hanno in-contrato i dirigenti del consorziosiciliano individuando nell’orga-nismo di tutela il partner idealeper definire una nuova strategiadi mercato.Sembra infatti che i giapponesiabbiano perfezionato un sistemainnovativo di conservazione delpomodoro, che permetterebbe difacilitare l’esportazione del pro-dotto fresco bypassando tutte lecomplicazioni burocratiche lega-te alla dogana (messa in quaran-tena del prodotto prima dell’en-trata nel Paese). Un sistema sem-plice, che non richiede particola-ri investimenti, conforme ai re-quisiti alimentari e legislativigiapponesi, già adoperato consuccesso con altri prodotti ali-mentari simili. “È stata concor-data una sperimentazione in lo-co, per individuare il tipo di po-modoro più adatto ai gusti delpopolo del sol levante”, ha di-chiarato il vicepresidente delconsorzio, Massimo Pavan. “Se itest risulteranno positivi, il pas-so successivo sarà quello di indu-strializzare il processo di conser-vazione per organizzare quanti-tativi importanti per il mercatogiapponese, che conta ben 120milioni di abitanti”.

Consorzio di tutelaIpg di Pachino,partnership giapponese

Vog lanciaLeni’s,brandper

le melelavorate

Arriva un nuovo marchio dei trasformati a base di mela: si trattadi Leni’s, il brand degli specialisti dei derivati di mele del Trenti-no-Alto Adige che per tre giorni a partire dal 19 maggio è stato fragli espositori della edizione 2013 di Tuttofood. Alla manifestazione di Fiera Milano i visitatori potevano assaggia-re le fettine di mela rossa, gialla e verde pronte al consumo e il succo 100% mela. Una go-losa premiere che ha anticipato di alcune settimane il lancio ufficiale della nuova griffedel panorama delle mele trasformate, pronta al suo debutto presso gli operatori del settore.Leni’s è un marchio di Vog Products, realtà leader in Europa nel settore dei prodotti tra-sformati a base di mela.

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CorriereOrtofrutticolo nNOTIZIARION

Primo incontro dell’anno delgruppo di contatto italo-franco-spagnolo dell’aglio a Voghiera(Ferrara). Nella due giorni, tenu-tasi il 18 e 19 aprile scorsi, i rap-presentanti dei tre Paesi hannodiscusso degli aspetti produttivi ecommerciali dell’aglio e come iproduttori europei possono unir-si in un percorso aggregativo co-mune che mira a valorizzare l’a-glio europeo.Nel mondo è la Cina il primoPaese produttore con 17,5 milio-ni di tonnellate, circa il 75% dellaproduzione mondiale, che ali-menta anche una forte correntedi esportazione verso l’Europa eche spesso è in grado di influen-zare il prezzo dell’aglio sul mer-cato mondiale. InEuropa è la Spagnail primo Paese pro-duttore in con cir-ca 140.000 tonnel-late prodotte preva-lentemente nelleregioni di Casti-glia-La Mancha eAndalusia. La Spa-gna è anche primopaese esportatoreeuropeo e destinala sua produzioneprevalentemente almercato italiano eda quello francese, oltre a quellodel Regno Unito e tedesco. InFrancia la produzione si attestaintorno alle 20.000 tonnellate; diqueste, circa l’80% è di aglio bian-co, coltivato soprattutto nel SudEst e nel Sud Ovest del Paese. InItalia, su di una superficie di2980 ettari nel 2012 sono stateprodotte 27.000 tonnellate, nonsufficienti per soddisfare il fabbi-sogno interno visto che circa unterzo della produzione italianaviene esportata.La prima giornata dei lavori èstata dedicata alle visite tecnichepresso le imprese aderenti alConsorzio dell’Aglio Bianco diVoghiera costituito da imprese di

piccole e medie dimensioni cheindividualmente coltivano e con-fezionano il prodotto secondo leindicazioni del consorzio che necura l’immagine e la valorizza-zione. Nella seconda giornata gli opera-tori del settore - coordinati da Lu-ciano Trentini del Cso - hannoposto l’attenzione sulle difficoltàcommerciali dell’anno 2012, do-ve i prezzi di mercato hanno su-bito una flessione rispetto all’an-no precedente. Per l’Italia, Fran-cesco Delfanti, del gruppo Del-fanti Trade, ha spiegato come un2012 caratterizzato da un invernoparticolarmente nevoso ed unandamento estremamente sicci-toso del periodo primaverile esti-

vo abbia condizio-nato la produzio-ne. Al secondopunto all’ordinedel giorno si è di-scussa l’opportu-nità di dare vita aduna organizzazio-ne europea deiproduttori di aglioper difendere gliinteressi di un pro-dotto che può van-tare numerosi ri-conoscimenti diqualità quali l’a-

glio Bianco di Voghiera DOP, op-pure l’aglio Bianco PolesanoDOP, mentre troppa produzioneitaliana ed europea non vienesufficientemente valorizzata el’immissione sul mercato non èsufficientemente programmata.La discussione ha posto poi inevidenza come in Francia e inSpagna oggi esistano associazio-ni che raccolgono le istanze deiproduttori e di coloro che immet-tono il prodotto sul mercato. Era-no presenti Christiane Pieters,presidente di ANIAIL in rappre-sentanza della delegazione fran-cese, e Antonio Escudero presi-dente ANPCA e Iulio Bacete inrappresentanza della Spagna.

19M a g g i o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

Aglio: commercio e sinergie temi caldinel summit tra Italia, Francia e Spagna

“Condivido in pieno quanto di-chiarato dal Ministro NunziaDe Girolamo in ordine allospreco del cibo così come quan-to richiesto dal presidente dellaCommissione Agricoltura delParlamento europeo Paolo DeCastro per il recupero delle ec-cedenze alimentari: una societàcivile in cui il fabbisogno di ci-bo è destinato ad aumentarenon può essere impreparata da-vanti ad una sfida sempre piùimportante, anche in funzionedell’incremento della popola-zione mondiale“. Così Ambro-gio De Ponti, presidente Una-proa, a proposito dei recenti in-terventi del Ministro De Girola-mo e del Presidente De Castrocontro lo spreco del cibo e delleeccedenze alimentari. “Serveperò un quadro di riferimentocomunitario nuovo e diverso”.

Eccedenze alimentariImpegno Unaproa

I migliori prodotti dell’agricol-tura veneta, riconosciuti dalmarchio europeo di origineprotetta, hanno fatto bella mo-stra di sé al Circolo di Campa-gna Wigwam di Arzerello diPiove di Sacco (Padova). All’e-vento, promosso da VenetoAgricoltura-Europe Direct e pa-trocinato dalla Regione Veneto,hanno partecipato oltre unaventina di Consorzi di Tutelache hanno messo in vetrina leloro preziose produzioni. Il Veneto, con le sue 17 Deno-minazioni di Origine Protetta(DOP), 18 Indicazioni Geografi-che Protette (IGP), 28 Denomi-nazioni di Origine Controllata(DOC), 14 DOCG (Controlla eGarantita) e 10 IGT (Indicazio-ni Geografiche Tipiche), rap-presenta la Regione più titolataa livello europeo.

I Consorzi espongonole eccellenze venete

Page 22: Corriere Ortofrutticolo Maggio 2013

Dalle nostre cooperative Frutta Fresca Valfrutta

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Page 23: Corriere Ortofrutticolo Maggio 2013

CorriereOrtofrutticolo nNOTIZIARION

È una voce importante dell’agri-coltura emiliano-romagnola, conun valore di oltre 40 milioni dieuro, una superficie interessatache supera i 5 mila ettari ed al-cune eccellenze come la patata diBologna Dop. Per sostenere equalificare ulteriormente questoimportante comparto, le organiz-zazioni dei produttori Appe e As-sopa, le principali cooperativedel settore, i commercianti, Frui-timprese, Ascom, con la parteci-

pazione del Centro documenta-zione per la Patata, hanno fir-mato a Bologna alla presenza del-l’assessore regionale all’agricol-tura Tiberio Rabboni il rinnovodel Contratto quadro per la pata-ta da consumo fresco 2013-2015.Due gli obiettivi di fondo: fornireai consumatori un prodotto di si-cura qualità e ai diversi soggettidella filiera un’equa e trasparen-te remunerazione. Il contratto conferma il rispettodel disciplinare di Produzione In-tegrata, come standard per tuttala produzione contrattualizzata,al quale si aggiungono i discipli-nari di Selenella e della Patata diBologna DOP. Per elevare ulte-riormente la qualità del prodottoviene costituito un Comitato Tec-nico Agronomico, con un rappre-sentante per ogni organizzazionefirmataria, che coordina e svilup-pa azioni di tipo tecnico sia sulfronte produttivo che della con-servazione, per aumentare l’omo-geneità di comportamento deglioperatori e alzare il livello di qua-

lità del prodotto immesso sulmercato. Il CTA potrà predispor-re ulteriori indicazioni in meritoa coltivazione, raccolta e conser-vazione che si rendessero neces-sarie, frutto anche di sperimenta-zione comune (es. su varietà, tec-niche irrigue, modalità di raccol-ta ecc). ll CTA lavorerà in siner-gia con il Servizio regionale Fito-sanitario e con il Centro RicercheProduzioni Vegetali di Cesena.Invariate le modalità di classifi-cazione dei tuberi, anche attra-verso l’uso di un manuale foto-grafico dei principali difetti. Siavvia l’impegno delle strutture distoccaggio a monitorare per laprossima campagna l’indice dilavabilità: l’obiettivo è valutare idati in funzione di un loro utiliz-zo come indicatori diqualità. Confermato il funziona-mento generale del contrattoquadro: i produttori sottoscrivo-no, attraverso le OP, contratti coicommercianti utilizzando unmodello contrattuale standardiz-zato.

21M a g g i o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

Asparago T18protagonista sulle tavole Slow Food

Patata da consumofirmato a Bologna il contratto quadro2013-2015 I parametri di riconoscimento

per le Op ortofrutticole sono at-tualmente fissati dalla normativanazionale in 5 soci e 1.500.000 eu-ro di fatturato, prevedendo una ci-fra più bassa per alcuni prodotti,tra cui la frutta in guscio. Il Mi-paaf sta ora valutando la possibi-lità di innalzare i parametri mini-mi di riconoscimento.L'innalzamento porterebbe il nu-mero minimo di soci da 5 a 25 edil fatturato a 2.500.000 euro, con deroghe per alcune tipologie di pro-duzioni minori in termini di diffusione. Tale proposta, ipotizzata invista dell'aggiornamento della normativa per il 2014, vorrebbe anda-re nella direzione di avere Organizzazioni di produttori più forti eco-nomicamente, capaci di stare in modo più efficace sul mercato, pun-tando a risolvere nel contempo alcuni problemi di democraticità chesi sarebbero venuti a creare in OP con un numero limitato di soci. Ilrischio è, però, quello di penalizzare le realtà che funzionano, nonportando ai miglioramenti attesi. Sono in atto le verifiche relative aiproblemi che tale impostazione comporterebbe per le OP esistenti,che comunque avrebbero tempo fino al 31/12/2016 per adeguarsi ainuovi requisiti.

Op, il Mipaaf valutadi innalzare i parametri

Dal gusto deciso, ma anche natu-ralmente dolce, l’asparago T18, èstato il protagonista della cena“Bianco, Violetto e...Verdone: Ita-lia e Austria, Larghe Intese sull’a-sparago”, per presentare la regio-ne austriaca della Carinzia, chesi è tenuto mercoledì 22 maggioal Ristorante Carignano delGrand Hotel Sitea di Torino. La serata, in collaborazione conla Condotta Slow Food Torino, hacelebrato uno dei prodotti di ec-cellenza della primavera.“Siamo lieti - dice Edoardo Ra-mondo, AD del Gruppo T 18 - diquesto evento che ha contribuitoad esaltare ulteriormente la qua-lità dei nostri asparagi, prodottinelle zone più vocate d’Italia, dal-la Puglia, alla Campania, al La-zio, al Piemonte”.

Page 24: Corriere Ortofrutticolo Maggio 2013

a

Page 25: Corriere Ortofrutticolo Maggio 2013

CorriereOrtofrutticoloSOS M

ALTEMPO

PRIMO PIANO P

Ortofrutta con l’acqua... alla gola.E non in senso figurato. Il mal-tempo che ha imperversato inItalia praticamente per tutta laprimavera, ha messo a dura provale coltivazioni distruggendo rac-colti e facendo ritardare in modoconsistente la maturazione dellespecie estive. I danni per le campagne italianeammontano a oltre 500 milionidi euro, secondo la Cia. Le conse-guenze maggiori si registrano alNord, specialmente in Piemonte,Lombardia, Veneto ed Emilia Ro-magna. Ed è allarme -avverte la Cia- perla frutta estiva, come pesche, al-bicocche e prugne; ci sono grossiritardi nella prima fruttificazio-ne, uno dei momenti più impor-tanti dello sviluppo del futuroraccolto. Mentre sono in perico-lo, oltre a molte piante di ciliegi,fragole, meloni, patate e insalate,completamente sott’acqua osoffocati dal fango. Per l’ortofrut-ta si prevedono perdite di raccol-to del 15% in Lombardia e Pie-monte, del 10% in Veneto, mentrein Emilia Romagna il calo pro-duttivo per il settore può rag-giungere dimensioni superiori,soprattutto per quello che riguar-da i pomodori.A fine maggio Ambrogio DePonti, presidente di Unaproa e diAop UnoLombardia, esprimeva

con forza la preoccupazione delleOrganizzazioni associate e di tut-ti i produttori.Il maltempo ha causato gravedanno per le programmazionicon inevitabili problemi nelleforniture, soprattutto nei con-fronti della Gdo. “A maggio, in unanno normale, si sarebbe già rac-colto il prodotto messo a dimoranei mesi precedenti”, sottolinea-va a fine maggio De Ponti. “Oggiinvece non siamo nelle condizio-ni né di seminare, né di trapian-tare le piantine che da settimanesono ferme nei magazzini e que-sto perché i terreni, anche se pre-parati per accoglierle, sono lette-ralmente sommersi dall’acqua”.“Dal mese di febbraio - l’analisidi De Ponti - abbiamo avuto sol-tanto alcune “finestre” di bel tem-po subito compromesse da forti epersistenti piogge e temperaturefuori dalla norma stagionale, chehanno infierito sui trapianti dizucchine, melanzane, meloni,zucche, insalate e altri prodotti afoglia nonché le semine di coltu-re come patate, cipolle, piselli epomodoro da industria e altrecolture destinati all’industria di

trasformazione. Ma anche le col-ture protette non stanno avendosorte migliore”. Le basse temperature, associatealla scarsa luminosità, creanoproblemi di allegagione e di cre-scita dei frutti, l’allungamentodei cicli colturali delle piante afoglia in serra (lattughe, insalate,bietole, ecc.), e delle erbe aroma-tiche. “Anche il comparto frutticolo, lemele della Valtellina e le pere nelMantovano, risentono del climaavverso con il rischio di non riu-scire a controllare problematichefitosanitarie conseguenti al pro-lungato maltempo”, proseguivaDe Ponti parlando della realtàlombarda.Una situazione che - oltretutto -ha fortemente influenzato le abi-tudini alimentari, con le venditedi frutta in calo del 5% rispetto al-lo stesso periodo dello scorso an-no. Allarme rosso anche a dettadi Coldiretti che mette in rilievogravi difficoltà nelle semine dipatata, pomodoro ed altre ortico-le fatto che influirà notevolmen-te sulle produzioni al momentodel raccolto.

23M a g g i o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

Grandina sul bagnatoNon solo crisi: il clima anomalo (freddo, piogge torrenziali,tempeste) ha distrutto ingenti quantitativi di coltivazioni eritardato la maturazione di frutta e verdura specie a Nord

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CorriereOrtofrutticoloSO

S M

ALTE

MPO

La violenta tromba d’aria e la pe-sante grandinata che il 3 maggiohanno colpito le province di Mo-dena, Bologna e Ferrara hannocreato problemi strutturali ad al-cune cooperative operanti inqueste zone e parallelamentehanno provocato ingenti dannialle produzioni agricole, in parti-colare alle colture frutticole, dicui al momento non è possibilequantificare l’esatta entità.In questo caso, come sottolineatodal presidente di Confcooperati-ve Emilia Romagna, MassimoCoccia, i problemi maggiori sisono registrati sugli alberi di pe-re. Il tornado ha lambito anche gliappezzamenti di meloni dell’a-zienda Lorenzini di Sermide(Mantova) nei terreni di pro-prietà a San Martino Spino (Mo-dena), al confine tra il Mantova-no e il Modenese. “Per fortuna latromba d’aria ha solo lambito inostri terreni, nell’estremità sud.Sono stati colpite solo alcunecentinaia di metri di area. La for-za e la devastazione del fortunaleperò è stata impressionante. Sivedeva distintamente al centrodel vortice oggetti di tutti i tipisospesi in aria”.Il problema maggiore per l’im-presa lombarda rimane tuttaviail persistere del maltempo chenon dà tregua alle coltivazioni. “Iritardi nella maturazione dei me-loni sono notevoli. Temiamo chesuccessivamente arrivi il caldoall’improvviso, magari in giu-gno, e che a luglio si crei una fi-nestra con scarsità di offerta. Lasituazione è molto complessa”.Una conferma arriva pure daFrancesca Nadalini dell’omoni-ma azienda mantovana, produt-trice a sua volta di meloni. “Nonsi hanno ricordi, anche tra le per-sone più anziane, di una stagionecome questa”, afferma sconsolatala giovane imprenditrice. Una “maledetta primavera” an-che quella vissuta dagli orti delVeneto: finora non hanno datotregua le piogge e le basse tempe-rature. Tutti gli ortaggi sono in ri-tardo: va meno peggio per quelli

coltivati in serra, mentre per leverdure all’aperto sono stati qua-si bloccati semine e trapianti.L’intero settore è sconvolto. Sicontinuano a commercializzareortaggi provenienti dall’estero.La primavera orticola finora qua-si non si è vista: forti perdite perle insalate di Lusia, marcato ri-tardo per tutti gli asparagi, siabianchi che verdi, problemi per iradicchi precoci. Buona partedelle piantine “crescono” nei vi-vai in attesa che finalmente cisiano giorni di sole.“Il mercato - commenta SergioTronchin, responsabile commer-ciale di Opo Veneto - è in subbu-glio: scarsità di prodotto, qualitànon sempre al top, quotazioni intensione”. Tronchin sottolinea,inoltre, il rischio di una possibileconcentrazione di offerta di pro-dotto nelle prossime settimane,con conseguenze negative suiprezzi. Forti perdite per le insalate di Lu-sia, marcato ritardo per tutti gliasparagi, sia bianchi che verdi,problemi per i radicchi precoci. L’intero settore ortofrutticolo, ri-leva anche il collega Federico Na-daletto, responsabile del repartomezzi tecnici di Opo Veneto, sof-fre in modo pesanteParte dellacerasicoltura veronese è stata du-ramente colpita dalla violentagrandinata che si è abbattuta sualcune zone della provincia il 3maggio. Danila Bragantini, presidente di

Fruitimprese Veneto e vicepresi-dente nazionale, conferma i dan-ni: “il maltempo persistente nonaiuta la campagna ciliegie, cheaccusa un ritardo di almeno 15giorni. Se il tempo non si rimet-terà in sesto a breve l’annata ri-schia di subire seri danni”. Gra-vissimi i danni nella regione: perColdiretti sono tra il 30 e il 40% aseconda delle colture.Non va meglio al Sud, con tratto-ri fermi e terreni allagati: le piog-ge intense e i violenti nubifragiprimaverili hanno impedito i la-vori nei campi, facendo slittareulteriormente in avanti il calen-dario delle colture primaverili. Le precipitazioni sopra la normaregistrate a cominciare dal mesedi marzo, che è stato il più piovo-so degli ultimi 60 anni, hannospostato in avanti l’agenda delleoperazioni agricole. Un ritardoche soprattutto per le foraggere,ma non solo quelle, significheràin moti casi la perdita della pri-ma raccolta, che va generalmentedai primi di maggio ai primi digiugno. Una violenta grandinata ha col-pito anche la città di Foggia e iterritori limitrofi. Nella Capita-nata agricola numerose sono lecoltivazioni seriamente danneg-giate dalla grandine. Interi viti-gni sono stati letteralmente di-strutti dai chicchi di acqua eghiaccio che si sono abbattuti suiraccolti. Diversi anche i danni auliveti e alberi da frutta.

Primo piano

M a g g i o 201324 www.corriereortofrutticolo.it

Da sinistra Francesca Nadalini, Ambrogio De Ponti e Sergio Tronchin

Page 27: Corriere Ortofrutticolo Maggio 2013

Da quarant’anni il nostro Gruppo produce, confeziona e distribuisce frutta scegliendo i migliori prodotti e le zone più vocate.

L’attenzione rigorosa alla qualità, alla professionalità, all’impegno e la cura nei rapporti con partner, collaboratori e clienti hanno fatto di noi un importante player

nel settore ortofrutticolo internazionale.Battaglio importa e distribuisce in Italia. Geagri e Cosur producono e confezionano, rispettivamente, in Italia e in Argentina: entrambe le aziende esportano in Europa,

Russia, Medio Oriente e America Latina.Dentro la nostra frutta, la nostra consistenza!

Sotto, c’è tutto un gruppo.

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CorriereOrtofrutticoloPROTAGONISTI

COPERTINA C

● Mirko Aldinucci

Fondato nel dopoguer-ra e oggi alla terza ge-nerazione, il gruppoRivoira è stato precursore nellacoltivazione del kiwi in Italia, trai primissimi a cimentarsi nell’ex-port oltremare e a creare allean-ze strategiche a migliaia di chilo-metri di distanza per essere pre-sente con i propri prodotti ovun-que, senza frontiere, 12 mesi l’an-no. Una vocazione da “primi dellaclasse” ribadita oggi con l’intui-zione di Ambrosia, varietà di me-la sulla quale detiene l’esclusivadi commercializzazione in Euro-pa, Medio Oriente e Nord Africanonché con il progetto finalizza-to ad avere i diritti su una nuovavarietà di kiwi a polpa rossa dal-l’elevato grado zuccherino, almomento sospeso per colpa dellabatteriosi.Una vocazione consolidata ancheda ingenti investimenti azienda-li che in questi mesi stanno in-crementando la capacità produt-tiva e modificando il peso speci-fico delle diverse referenze del“paniere” frutticolo.

Ne parliamo con MichelangeloRivoira, presidente di Kiwi Uno evicepresidente di Rivoira Giovan-ni & Figli Spa, che con pragmati-smo e passione sta tenendo ilgruppo piemontese lontano dallatempesta della crisi.

Innovazione varietale, internazio-nalizzazione, destagionalizzazione,diversificazione, certificazioni del-le aziende agricole per garantire laqualità hanno fin qui caratterizza-to l’azione di Rivoira: sulla cartagli elementi per sfuggire alla crisici sono tutti, ma il mercato è tal-mente complesso e “compresso” darendere la vita dura anche a chipunta sempre in alto. È così? Comesta vivendo il gruppo la delicata fa-se attuale? E quali contromosse haattivato per preservare il propriobusiness?I fattori che ha elencato ci hannopermesso di raggiungere risultatiimportanti. Abbiamo cercato diprecorrere i tempi investendo in

Cile, dove in partnership con ilgruppo Unifrutti è stata costitui-ta la Unikiwi e successivamentein Cina, dove è stata realizzatauna struttura per la lavorazionedella frutta finalizzata a rifornireil mercato locale ed esportare ne-gli altri Paesi dell’Estremo Orien-te. Nel Paese asiatico però ci sia-mo dovuti fermare: costi e onerisono troppo elevati, il progetto ècongelato. Vista con gli occhi del-l’investitore straniero direi che laCina è più adatta a importare,che a esportare. Certo, quella at-tuale non è una fase facile perl’intero settore ma, come dicevamio padre Giovanni, i momentidi crisi sono i migliori per fareinvestimenti. Negli scorsi mesiabbiamo pianificato e dato il viaa lavori che incrementeranno laproduzione e modificheranno gliimpianti nell’ottica di elevare laqualità, incrementare i margini eridurre i costi: a Verzuolo stannoper entrare in funzione nuove

27M a g g i o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

Michelangelo Rivoira narra la storia del gruppo piemontesea forte impronta familiare, tra i primi a credere nel kiwi

e a spingersi Oltreoceano. «L’antidoto alla crisi? Investire»

Nel nome del padre

Michelangelo Rivoira (a destra) con il fratello Piero

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CorriereOrtofrutticolo

celle frigorifere e impianti di la-vorazione di pesche, nettarine emele. Opere che verranno com-pletate entro questa estate e cheuna volta terminate aumenteran-no del 30% circa la capacità dicondizionare e commercialzzare.L’importo dell’investimento?Non lo dico, sennò qualcuno ciprende per matti…

Un “riposizionamento” che ridurràl’incidenza del kiwi sull’offertacomplessiva del gruppo; proprio ilkiwi del resto sta soffrendo la con-correnza di competitor emergenti e

tradizionali e l’effetto-batteriosi.L’Italia rischia di perdere lo scet-tro? “Abbattere” barriere fitosani-tarie per arrivare in nuove areestrategiche, come ad esempio ilNord America, basterà?Cercare nuovi sbocchi è fonda-mentale ma bisognerebbe con-centrarsi su mercati che non sia-no produttori: puntare ad espor-tare mele negli Usa o kiwi in Co-rea va bene ma non basta certo arisolvere i problemi perché en-trambi già dispongono di mate-ria prima locale. Perché non cer-care rotte alternative? In Estre-

mo Oriente, penso ad esempio aVietnam e Cambogia, avremmovita facile: dispongono di unmercato interno interessante eospitano ogni anno milioni dituristi. Però vi si trova solo fruttaamericana. Sono convinto cheapprezzerebbero molto le nostremele e i nostri kiwi. A propositodella batteriosi vorrei dire unacosa. Noi consigliamo ai produt-tori di essere cauti nell’espianta-re perché il mercato non regge-rebbe a una riconversione dimassa verso pomacee, pesche enettarine. Bisogna cercare di

Copertina

M a g g i o 201328 www.corriereortofrutticolo.it

PROT

AGON

ISTI

Tutto inizia nel 1950: Giovanni Rivoira fonda in-sieme ai fratelli Andrea e Michele, la società cheporta il cognome di famiglia. La societàinizialmente si dedica alla produzione di mele epesche, distribuendo sui mercati del Nord Italial’intera produzione. Il primo frigorifero viene co-struito nel 1954 in Falicetto (nel comune di Ver-zuolo). Per quei tempi e in particolar modo perla Provincia di Cuneo, si trattava di una strutturadavvero importante, con una capacità frigoriferadi 3.000 q.li. Un anno dopo furono esportati i pri-mi quantitativi di mele e pesche in Francia, Ger-mania e Algeria.Nel 1960 Giovanni, che ha già coinvolto i figliMichelangelo e Pietro, costruisce un impiantofrigorifero della capacità di 11.000 quintali. Igrossi quantitativi di frutta esportati portano pre-sto la “Rivoira Giovanni & Figli SpA” a livelli diprim’ordine nel comparto delle esportazioni d'ol-tre mare. Sei anni dopo vengono costruite le pri-me celle ad atmosfera controllata; da allora è unsusseguirsi di investimenti tecnologici che porta-no la società ad essere riconosciuta leader nelsettore ortofrutticolo italiano. Nel 1972 vengonoimportate le prime piante di kiwi in Italia e nel1975, in collaborazione con alcuni produttori lo-cali, ecco le prime piantagioni di kiwi. Dieci an-ni dopo nasce la “Kiwi Uno S.p.A.” e si costruisceun frigorifero e un impianto di lavorazione pro-gettato specificamente per il frutto. Lo stesso anno, in partnership con il gruppo Uni-frutti Ltda, si costituisce la “Unikiwi Ltda”, com-pagnia con sede in Santiago del Cile, che rapida-mente diventa la più grande produttrice del Pae-se sudamericano. Cinque anni più tardi Unikiwiinizia a preparare le prime piante di Abate Fetele in pochi anni mette a dimora un frutteto inten-

sivo di 110 ettari diventando il più grandeproduttore di Abate Fetel del Cile. “Rivoira”, “KiwiUno” e “Unifrutti” riescono a essere presenti suimercati mondiali tutto l’anno senza frontiere:kiwi e mele per tutte le stagioni, grazieall’integrazione tra produzione italiana e cilena. Nei tre stabilimenti con capacità frigorifera di ol-tre 60.000 tonnellate ubicati a Verzuolo vengonolavorati complessivamente ogni stagione:- 45.000 tonnellate di mele di cui il 35% produzio-ne propria e 65% produttori conferitori.-9.000 tonnellate di pesche e nettarine di cui il35% produzione propria e 65% da conferitori.- 20.000 tonnellate di kiwi di cui il 35% produzio-ne propria e 65% conferitori.A quelli sopra elencati vanno aggiunti altri pro-dotti di importazione: kiwi, mele, pere, pesche enettarine, uva, susine.Le aziende agricole italiane di proprietà sono seiper un totale di 300 ettari in provincia di Cuneoe di Torino. Tutte le aziende agricole sono certifi-cate Globalgap. I produttori conferitori del Grup-po sono circa 200, certificati Globalgap. Le azien-de agricole cilene di proprietà sono invece 7 perun totale di circa 700 ettari disposte secondo iprodotti su tutto il territorio. Viene altresì cura-to dal gruppo il management varietale delle cul-tivar sui nuovi impianti gestendole in modo dasoddisfare le esigenze della clientela.

Dal 1950 all’avanguardia per coltivazioni e conservazione

Page 31: Corriere Ortofrutticolo Maggio 2013

CorriereOrtofrutticoloPROTAGONISTI

COPERTINA C

“convivere” con il problema, pri-ma o poi si troverà il modo di de-bellarlo.

Consumi interni in ribasso, prezziinadeguati a remunerare la produ-zione, export sottodimensionato,scarsa organizzazione, caratteriz-zano il panorama dell’ortofruttaitaliana. Fruitimprese, nella recen-te assemblea annuale, ha lanciatol’invito a fare sistema, ad attivarecollaborazioni di filiera per dareforza a un settore ancora troppofragile anche sul fronte dell’imma-gine e della comunicazione. È lastrada giusta? I consumi internisono calati ma per quanto riguar-da l’export non possiamolamentarci: dalla campa-gna estiva 2012 abbiamovisto aumentare volumi efatturati. Indubbiamenteperò al settore servonostrategie complessive, bi-sogna mettere dei puntifermi. Per prima cosa vadata maggiore soddisfazio-ne al produttore e deve es-sere migliorata la qualità.Non basta fare promozio-ne se chi fornisce la mate-ria prima non porta a casaun utile che gli permettadi investire in nuove va-rietà. Il produttore deveguadagnare. È quindi ne-cessario rafforzare i lega-mi tra le aziende commer-ciali, o meglio di servizi - perchéle nostre, di fatto, sono semprepiù aziende di servizio - e chiopera a monte della filiera. Peròattenzione. Le aggregazioni sonoimportanti a patto vi siano sog-getti omogenei per mentalità eprodotto. Altrimenti non appor-tano benefici. Qui in Piemontec’è ancora molto individualismo.Il problema numero uno resta inogni caso la burocrazia devastan-te che soffoca la voglia di fare im-presa. E tuttavia non sono pessi-mista sul futuro di questo settorea patto di riuscire a portare suibanchi di vendita frutta e verdu-ra buona, selezionata, quella in-somma che il mercato richiede epremia con prezzi adeguati.

Quello legato ad Ambrosia è unprogetto innovativo. Il nome iden-tifica sia la varietà di mela (fotosotto, ndr) sia il trademark e ilpackaging è uguale in tutto il mon-do. Quale bilancio e quali progetti?Con Ambrosia abbiamo fin quiottenuto risultati superiori adogni migliore aspettativa, impen-sabili fino a 4-5 anni fa. Dopo iprimi test nei supermercati ab-biamo ricevuto centinaia di e-mail di consumatori che chiede-vano dove avrebbero potuto ac-quistare ancora questa varietà,che ha il grosso merito di piacereai giovani. Per il momento vienecoltivata su 250 ettari, divente-

ranno 300 nel 2015; un centinaiodi ettari saranno seguiti dallaVip che produce ad altitudineelevata. Potremo così estenderedi un mese circa il periodo dicommercializzazione, concor-dando le strategie di immissionesul mercato.

Rivoira al traguardo della terza ge-nerazione. Con quale filosofiaaziendale? Io e mio fratello Piero siamo dasempre impeganti nell’aziendadi famiglia. Abbiamo superato i70 anni ma lavoriamo dalla mat-tina alla sera. Qualcuno dei gio-vani dice che rompiamo un po’ma io credo che ogni tanto sia an-che giusto rompere un po’… Ai

tempi della scuola, mio padre,d’estate, ci faceva venire in azien-da per imparare. Lo stesso ho fat-to io con i figli e credo di poterdire che i risultati sono arrivati:Gualtiero porta avanti Kiwi Unoed è amministratore delegato del-la Fonti Alta Valle Po SpA, prota-gonista nel business delle acqueminerali: l’acqua, che abbiamodenominato “Eva” sgorga a 1.820metri di altezza nel Monviso e as-sicura una produzione attuale di60.000 bottiglie l’ora, esportateanche in Egitto, Libia e MedioOriente; Daniela, segue l’ammi-nistrazione della Rivoira Giovan-ni e Figli Spa; Marco e Silvia, figli

di Piero, si occupano ri-spettivamente del prodot-to-mele e dell’amministra-zione di Kiwi Uno.

Se dovesse indicare i mo-menti topici della pluride-cennale storia del gruppo?C’è stato un biennio carat-terizzato da decisioni im-portanti; il 1984 quandosiamo partiti con KiwiUno e il 1985 con Unifrut-ti in Cile. Due progetti checi hanno impegnato mol-to; abbiamo capito che senon ci fossimo mossi inquella direzione l’aziendane avrebbe sofferto, si sa-rebbe probabilmente are-nata. Avevamo pensato di

creare una società anche in Nuo-va Zelanda ma alla fine non sen’è fatto niente… L’investimentoin Cile ci ha portato al top pro-duttivo, ora abbiamo bloccati gliinvestimenti. Anche perché i co-sti del personale sono lievitati del20-30% in un anno, tanto che stia-mo pensando di assumere operaidi Bolivia e Perù. Inoltre è au-mentata in modo consisntentel’incidenza di logistica e traspor-ti e questo scoraggia l’export dalPaese, il cui mercato interno èpoco ricettivo. In ogni caso ades-so per un po’ staremo fermi, inItalia come in Sudamerica: dicarne al fuoco ne abbiamo messaabbastanza…[email protected]

29M a g g i o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

● Lorenzo Frassoldati

L’abbraccio caloroso tra un sorri-dente Paolo de Castro e il neomi-nistro delle Politiche Agricole,Nunzia De Girolamo, segna ilprimo punto a favore del più gio-vane componente dell’Esecutivoguidato da Enrico Letta, appuntola 37enne avvocatessa beneventa-na, di cui finora non si conosce-vano particolari interessi versol’agroalimentare, se non nellabiografia paterna come presiden-te del locale Consorzio agrario.Da un ministro iper-tecnico co-me Mario Catania a un ministrotutto politico come la De Girola-mo il salto è davvero grande,tant’è che si era parlato di un ri-torno di Catania al ministero inqualità di viceministro, per offri-re un forte supporto di conti-nuità in una fase delicatissima ditrattative europee e con unastruttura ministeriale destruttu-rata dallo scandalo del “centurio-ne” Ambrosio e dai tanti pensio-namenti dei vertici degli organi-grammi interni. La foto-opportu-nity del neoministro col presi-dente della Commissione agricol-tura dell’Europarlamento testi-monia di una sintonia con un“interlocutore fondamentale, conil quale sono certa che riuscire-mo a condurre in porto una rifor-ma della Politica agricola comu-ne adeguata alle caratteristiche erispondente alle esigenze delmondo agricolo e delle impreseitaliane”, come ha dichiarato ilministro.Un buon viatico per una avventu-ra ministeriale che ha davvero bi-sogno del sostegno convinto ditutto il Governo, a partire dal pre-sidente del Consiglio (come loebbe Catania da Mario Monti), edel raccordo col Parlamento eu-ropeo (oggi in veste di co-deciso-re), per portare a casa risultati si-gnificativi nell’ambito della trat-

tativa Pac. Da Bruxelles a Romaprendiamo atto con rammaricoche il dopo-Catania segna un ri-torno al malvezzo di usare la pol-trona di via XX settembre comemerce di scambio tra le forze po-litiche, ma tant’è… d’altronde do-po il tris Zaia-Galan-Romano dif-ficile fare peggio. Quindi megliopuntare sulle qualità di intelli-genza, passione ed equilibrio chenon mancano al giovane neomi-nistro, certamente consapevoledell’importanza del compartoagroalimentare, seconda vocedell'economia nazionale dopo ilmanifatturiero, bandiera del ma-de in Italy nel mondo e campio-ne di export con i due cavalli dibattaglia vino e ortofrutta. En-

trambi asset che dovrebbero esse-re cari al cuore di un ministroche non nasconde l’orgoglio del-le sue radici nel profondo Meri-dione d’Italia.Nel formulare al neo-ministro inostri personali auguri di buonlavoro nell’interesse del sistema-paese, contiamo sulla presenzadella De Girolamo ai prossimiappuntamenti col mondo dell’or-tofrutta, a partire da Macfrut, epoi a Berlino dove l’Italia si con-fronta col resto del mondo. E do-ve la presenza di un ministro, nelquadro abbastanza disarticolatodelle iniziative regionali e locali,sarebbe un segnale confortanteper un comparto che ha bisognodisperato di fare più sistema. ●

M a g g i o 201330 www.corriereortofrutticolo.it

Tante sfide per De Girolamo erede del ministro iper-tecnico

Trattativa sulla Pac banco di prova severoper la giovane succeditrice di Mario Catania.

Che dovrà confrontarsi con i gravi problemi dell’ortofrutta

Il Ministro De Girolamo ha confermato come Capo di Gabinetto ilConsigliere di Stato Michele Corradino. Corradino, 44 anni, si èlaureato a 21 anni in giurisprudenza, acquisendo successivamenteun dottorato di ricerca in diritto penale italiano e comparato.Dopo aver prestato servizio presso la Banca d’Italia, nel 2000 supe-ra il concorso di Magistrato del tribunale Amministrativo e vieneassegnato prima al Tar della Sicilia e poi a quello della Calabria.Già Capo di Gabinetto del Ministero per l’Attuazione del program-ma e del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e delmare, è magistrato del Consiglio di Stato.

Michele Corradino confermatoCapo di Gabinetto Mipaaf

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Cop sole

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Nonostante la crisi, il calo deiconsumi, le difficoltà del creditoe l’aggravio burocratico, le im-prese commerciali private del-l’ortofrutta rappresentano un pi-lastro dell’agricoltura emilianoromagnola: lo ha detto GiancarloMinguzzi (foto), presidente dell’o-monima società consortile diAlfonsine (Ravenna) e leader diFruitimprese Emilia Romagna(aziende che lavorano 1 milionedi tonnellate di prodotto all’an-no, per 700 milioni di fatturato eil 60% di export) alla recente as-semblea dell’associazione dove èintervenuto sui principali temidi attualità legati all’ortofrutta. “Le nostre aziende, negli anni,hanno instaurato solidi rapportidi fiducia con le imprese agricoleconferenti e costituiscono il loroanello di congiunzione con i con-sumatori. Consigliano, orienta-no, supportano con tecnici quali-ficati le produzioni e spesso aiu-tano le aziende agricole ad otte-nere reddito anticipando, a volte,quelle risorse finanziarie che lebanche non possono o non vo-gliono concedere”. “Si delinea - ha proseguito - unatendenza a forme di aggregazio-ne per migliorare l’aspetto strut-turale del sistema. Un esempio èdato dall’Organizzazione Inter-professionale della Pera, alla qua-le anche noi partecipiamo”.Minguzzi è intervenuto anchesull’art.62 del decreto “Salva Ita-lia”. “Una grande novità per il set-tore. Nato per stroncare le prati-che commerciali sleali ha, però,di fatto creato un appesantimen-to degli aspetti gestionali dell’at-tività lavorativa. C’è attesa per ilsecondo decreto attuativo da par-te del Ministero contenente alcu-ne semplificazioni che riguarda-no non tanto le scadenze di paga-mento quanto piuttosto le fatturedifferite e quelle promiscue, non-ché il chiarimento che la norma-

tiva si applica solo alle gestioniin Italia”. Ad ogni modo - il commento diMinguzzi - si deve valutare moltopositivamente l’introduzione diregole e paletti che limitino gliabusi della Gdo: “Secondo nostrestime, l’accorciamento dei tempidi pagamento ha generato allaGdo un esborso di 3 miliardi dieuro a favore dei fornitori. Vi èperò stata una contro-reazionedella Gdo nei confronti dei forni-tori, generalmente di due tipi: ri-chiesta di sconti; congelamentodel debito verso i fornitori al 24ottobre 2012: correttivi aperta-mente in contrasto con lo spiritodella normativa”.I nuovi termini di pagamentohanno avuto anche effetti negati-vi per le imprese agricole perquanto riguarda i tempi di paga-mento degli acquisti di prodotticome piante, sementi, ha aggiun-to Minguzzi: “L’obbligo del rispet-to dei tempi di pagamento a 60giorni ha peggiorato le condizio-ni finanziarie dell’agricoltore. Inragione di ciò, molti produttori sisono trovati nella condizione didover chiedere alle nostre azien-de di anticipare le somme neces-sarie per questi nuovi impegni”.

E ciò in un contesto in cui le dif-ficoltà di accesso al credito pena-lizzano anche le imprese. “Sono convinto - ha conclusoMinguzzi - che il nostro Paese po-trà ritrovare una via sostenibiledi sviluppo e competitività suimercati locali e globali solo sesaprà valorizzare e tutelare lacreatività delle imprese oggisoffocate da sterili adempimentiburocratici, da un’imposizionefiscale iniqua, da difficoltà di ac-cesso al credito e da disparità ditrattamento rispetto ad altri sog-getti della filiera”.

Export nazionale dinamicoNei primi due mesi del 2013 si èregistrato un andamento moltodiversificato per il settore orto-frutticolo. Rispetto ai primi duemesi del 2012 vi è stato un calodei volumi esportati (-10,9%) cuiha fatto riscontro un aumentodel valore (7,1%). In aumento leimportazioni sia in quantità(6,1%) che in valore (11,5%). Ilsaldo è di circa 240 milioni di eu-ro con un decremento del 2,9%.Complessivamente nel primo bi-mestre l’Italia ha esportato circa615.000 tonnellate per un valoredi 694 milioni di euro. In dimi-nuzione i flussi di ortaggi (-10,9%), agrumi (-5,7%) e fruttafresca (-13,4%); solo il compartodella frutta secca ha aumentato ivolumi (37,3%). In valore segnopositivo per tutti i comparti adeccezione degli ortaggi che han-no fatto registrare un calo del3,3%. Per quanto riguarda le im-portazioni l’Italia ha importatocirca 526 mila tonnellate di orto-frutticoli per un valore di 452 mi-lioni di euro. ●

M a g g i o 201332 www.corriereortofrutticolo.it

«Imprese private vero pilastrodell’Emilia Romagna»

Giancarlo Minguzzi all’assemblea regionale Fruitimpreseha ribadito l’importanza delle aziende commerciali

soffermandosi in particolare sugli effetti dell’articolo 62

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ATTUALITÀA

Il radicchio è uno dei pochi or-taggi che, in questo momento cri-tico per l’economia, non solo tie-ne le posizioni, ma le migliora elascia intuire per il futuro un no-tevole sviluppo. Il trend è positi-vo sia in termini di produzioneche di prezzi (più 4% nello scorsoanno rispetto al 2011), di consu-mi (più 2%) e di esportazioni(più 4%, con una crescita di valo-re dell’8%). Sono dati elaborati ediffusi dal Cso di Ferrara che pre-vede nel futuro una ulteriore cre-scita. Il Veneto conferma il pri-mato nel settore. Dati, situazione di mercato, pro-spettive sono stati esaminati daOpo Veneto, l’organizzazione diproduttori con sede centrale a Ze-ro Branco nel trevigiano, chetratta il 12% del radicchio prodot-to nel Veneto, che nello scorsoanno (dato Istat) ha raggiunto ilmilione 117 mila 365 quintali,metà della produzione nazionale.“Il miglioramento di Opo Veneto- rileva il direttore Cesare Bellò - èancora più accentuato. Il radic-chio è un ortaggio “giovane”, an-cora poco conosciuto fuori delsuo territorio, che mantiene tuttele promesse di gusto e di qualità.C’è dunque spazio per una ulte-riore crescita”. Da oltre un decennio la produ-zione di radicchio nel Veneto èsostanzialmente stabile, ma contendenza alla crescita in alcuneprovince. Un incremento rilevan-te si è avuto in provincia di Pado-va mentre “esplosiva” è risultatala crescita nel Trevigiano, cuoredell’attività di OPO Veneto. Inuna decina di anni la coltivazio-ne dell’ortaggio ha quasi raddop-piato le superfici ad esso destina-te (si è arrivati a 1.150 ettari dai750 del Duemila) ed è quasi tri-plicata la raccolta (da 48 milaquintali a 103 mila). Stabile laproduzione nelle altre aree orti-cole del Veneto. ●

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Radicchio anti-crisiMargini consistenti

Positivo il consuntivo di Opo Veneto dal punto di vista produttivo, dell’export e dei consumimentre nel trevigiano è boom delle superfici coltivate

Mela Annurca: agli agricoltori devono essere pagati almeno 80 cen-tesimi il chilogrammo affinché la produzione possa essereremunerativa. E il presidente del Consorzio Igp lancia un allarme:occorre rivedere il disciplinare di produzione. Sono alcuni dei temiscaturiti durante il convegno organizzato nell’ambito della recenteedizione della fiera Agrosud di Napoli. “Il disciplinare di Identificazione geografica protetta - ha affermatoGiuseppe Giaccio, presidente del Consorzio di tutela MelannurcaCampana - è da rivedere in quanto non è più in linea con laproduzione. Le tecniche produttive tradizionali vanno mantenute,ma occorre adeguarsi ai moderni impianti che prevedono unnumero maggiore di piante perettaro”. Di tutta la produzione campanadi mela Annurca, solo il 20% sifregia dell’Igp. “Occorre usciredall’autoreferenzialità - ha dettoGennarino Masiello, presidenteregionale Coldiretti - e far cono-scere il nostro prodotto anchefuori dai mercati locali”.Il prodotto tradizionale è unicoal mondo: le mele, raccolte ametà settembre, vengono stesenei “melai” in modo che acqui-siscano una colorazione rossa,intensa e uniforme. Dopo ottogiorni, ogni mela viene girata amano. L’esposizione al sole du-ra in tutto 12-15 giorni. Le melesono appoggiate, in genere, su un letto di trucioli, mentre una reteombreggiante nera le protegge dai raggi solari diretti.L’assessore regionale all’Agricoltura, Daniela Nugnes, ha ribaditoche porterà le istanze dei produttori in Ministero: “Riguardo al di-sciplinare Igp - ha detto l’assessore - non subiremo decisioni, maaffronteremo un confronto costruttivo che vada a soddisfare nelmigliore dei modi il mondo produttivo”. E circa il prezzo, il presidente Giaccio è stato chiaro: “I costi di pro-duzione fino alla raccolta compresa sono di 50 centesimi il chilo-grammo. Poi vanno aggiunti 30 centesimi per l’arrossamento neimelai: ovvio che se ci pagano meno di 80 centesimi il chilo, siamoin perdita”.

Mela Annurca, disciplinare da rivedereSolo il 20% dei frutti si fregia dell’Igp

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

La batteriosi del kiwi è arrivata anche nel veronese.Nei campi vicini a Villafranca, secondo Comune pernumero di abitanti della provincia, sono in corso iprimi espianti, necessari per cercare di fermare ildiffondersi della Psa.I danni economici per gli operatori sono enormi.Negli ultimi anni molti agricoltori, nel Villafran-chese, hanno optato per i kiwi, sostituendoli alle pe-sche, non più remunerative. Hanno affrontato inve-stimenti per decine di migliaia di euro: un impian-to, tra piantine (dai 3,5 a 6 euro l’una), pali di ce-mento, reti antigrandine, e sistema di irrigazione apioggia, costa dai 30 ai 45mila euro a ettaro. Ora ètutto da smantellare.“A primavera, al risveglio vegeta-tivo le piante erano secche”, haraccontato al quotidiano L’Are-na Simone Barlottini, di Qua-derni, tra i primi coltivatori aespiantare. “I periti della Regio-ne sono venuti in sopralluogo eabbiamo constatato la presenzadella Psa. Mi hanno consigliatoo di pulire il frutteto o di elimi-nare tutte le piante”.È amareggiato Barlottini: colti-vava pesche, ma per la Sharka hasmesso e si è orientato sui kiwi.“Il frutteto del 2005 era in produzione e ha ripagatole spese. Quello del 2010 doveva dare i primi fruttiquest’anno. Tolgo tutto in questi giorni”. Le temperature basse e le piogge delle scorse setti-mane hanno aiutato la proliferazione della malattia.“La situazione è grave. Non sappiamo ancora quan-tificare l’importo totale del danno che abbiamo pa-tito”, spiega Luigi Scattolini, direttore del mercatoortofrutticolo di Villafranca. “È stata colpita tutta lafascia sud, da Villafranca a Valeggio, lungo la cintu-ra mantovana. Siamo in apprensione. Temo un’eca-tombe”.Verona coltiva a kiwi 2.500 ettari (sui 3.300 in tuttoil Veneto) con una produzione annua di oltre 570mi-la quintali e un fatturato di 27 milioni di euro. LaPsa, conosciuta all’estero dal 1989, giunse in Lazionel 1994, ma fu “avvistata” in Veneto a Treviso nel2010. La Regione vietò nuovi impianti fino al di-cembre dello scorso anno. ●

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Kiwi: batteriosinel Veronese

Nell’area di Villafranca attivatii primi espianti necessari

per fermare il diffondersi della Psa

...e nei fruttetiromagnoli

A rischio 4.000 ettari, soprattutto nel ravennate: la recrudescenza favorita

dalle piogge insistenti

A rischio occupazione le aziende agricole in EmiliaRomagna a causa della recrudescenza della batte-riosi del kiwi, un’infezione che mette a rischio4.000 ettari di frutteti (di cui il 70% prodotto nellasola provincia di Ravenna, con il territorio faentinoa fare da capofila) per una produzione di oltre 80milioni di chilogrammi, con un valore al consumodi oltre 120 milioni di euro. Lo evidenzia ColdirettiEmilia Romagna in riferimento alla grave batterio-si che già dallo scorso anno ha colpito il kiwi. L’eccesso di pioggia di questa primavera ha reso lalotta contro questa malattia ancora più difficile inquanto il batterio ha trovato le condizioni favorevo-

li per diffondersi. Mentre lepiante collassano e muoiono(circa 200 ettari colpiti fino adoggi), gli agricoltori sono impo-tenti in quanto la ricerca nonha ancora trovato un rimedio ef-ficace per questa malattia cheattacca solo le piante, ma non ifrutti.In questo momento, l’unico mo-do di contrastare l’epidemia - ri-corda Coldiretti - è quello di te-nere attentamente monitoratigli impianti e di intervenire conprontezza ai primi sintomi, ab-

battendo e bruciando sul posto le piante infette.Una soluzione che ha ovviamente costi pesantissi-mi per le imprese agricole.Coldiretti, come già lo scorso anno, ha sollecitatoun intervento della Regione perché non venga la-sciata solo sulle spalle degli imprenditori agricoli lalotta contro una vera calamità per l’agricoltura e l’e-conomia emiliano romagnola. I rischi in questo2013 si sono anche aggravati anche a causa della ri-duzione del 56% dei contributi previsti per le azien-de agricole colpite nel 2012.La Regione ha peraltro promesso di aumentare le ri-sorse stanziando complessivamente un milione dieuro. “Ora - commenta Massimiliano Pederzoli, vicepresidente Coldiretti Emilia-Romagna - si tratta dipassare dalle promesse ai fatti, con indennizzi a tut-ti i produttori colpiti, anche perché ignorare anchesolo un piccolo focolaio significa ridare spinta allamalattia”. ●

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

Da Genova ha preso il largo un nuovo marchio, “Si-curamente Fresco”, che si propone di trasmettere ivalori trasmessi dal Mercato Ortofrutticolo ligure:ortofrutta garantita, rintracciabile, di qualità. Pro-dotti che nell’immediato puntano al mercato localee a quelli limitrofi, ma con lo sguardo rivolto ad al-tri... porti, come dimostra la bella immagine pro-mozionale con un’arancia, un kiwi e una cipolla cheveleggiano sul mare, “novelle” Nina, Pinta e SantaMaria.Una iniziativa, quella presentata al Mercato genove-se a fine aprile in una conferenza stampa, che miraal controllo e al raggiungimento di elevati standarddi sicurezza a favore del consumatore finale.L’attuazione del progetto, che va a supporto dell’at-tuale sistema di autocontrollo già operativo all’in-terno del Mercato, permette di realizzare attività diverifica sui singoli associati aderenti all’iniziativacon campionamenti ed analisi dei prodotti ortofrut-ticoli da essi commercializzati. “Tra i diversi obiettivi di questa iniziativa la verificadell’eventuale presenza di residui di fitofarmaci o al-tri contaminanti chimici al fine di garantire la salu-brità dei prodotti commercializzati - ha spiegato ilvice direttore di Società Gestione Mercato, Nino Te-stini -. Con un piano di campionamento puntuale erazionale, da integrarsi con un efficiente sistema diautocontrollo, siamo in grado di garantire un eleva-to livello di sicurezza dei prodotti ortofrutticoli”.Per facilitare il coordinamento sia dell’attività di ve-rifica che quelli di campionamento e analisi chimi-ca, gli associati del mercato sono stati suddivisi a se-conda delle loro dimensioni in grandi, medi e pic-coli. I controlli saranno effettuati secondo un pianoprogrammato e validato annualmente.Il progetto, al quale hanno aderito tutti gli operatorisoci del consorzio Comag, comporta un dettagliatoprogramma di verifiche sulla base della normativacogente seguendo una specifica check list. L’attivitàdi verifica dei singoli associati è integrata con un ca-lendario di campionamenti di prodotti ortofruttico-li e successiva analisi a cura della Sata di Quargnen-to (Alessandria), società di consulenza agronomicada 25 anni attiva nella filiera ortofrutticola. “Il disciplinare tecnico approntato - ha confermatoGregorio Della Rupe, consigliere di Amministrazio-ne di SGM e operatore grossista del mercato - è frut-

to di un lavoro dettagliato che ha coinvolto gli ope-ratori per definire il più alto standard di sicurezzapossibile per i prodotti”.Solo gli operatori che applicheranno correttamentei requisiti richiesti dalla legge e le condizioni defi-nite nel disciplinare tecnico del progetto potrannoutilizzare il marchio “Sicuramente Fresco”. Un brand che a quel punto potrà identificare i pro-dotti commercializzati da questi operatori e i relati-vi imballaggi (bancali, cassette) con fascette, bollinied altri elementi identificativi riportanti il marchio. Potranno inoltre fornire ai clienti brochure, locan-dine e materiale informativo, realizzato da SocietàGestione Mercato in modo coordinato, in grado diattestare e informare il consumatore finale che ilprodotto acquistato soddisfa le caratteristiche richie-ste dal disciplinare tecnico. “Il consumatore - ha affermato l’assessore allo Svi-luppo Economico del Comune di Genova, FrancescoOddone - avrà la possibilità di conoscere e ricono-scere i prodotti che acquista con questo marchio; idettaglianti potranno garantire che ciò che vendonoè sicuro e svolgere un’azione di educazione al con-sumo; tutti i grossisti garantiranno in prima perso-na l’alto livello di sicurezza dei prodotti”. Il nuovo disciplinare tecnico di controllo non si ap-plica ai prodotti delle grandi marche che arrivano alMercato già sottoposti ad azioni di controllo. “Ilmarchio tra l’altro - ha detto il vice segretario gene-rale della Camera di Commercio genovese FrancoAgostini - ci aiuta a promuovere i nostri negozi inun momento certamente non facile, puntando sullaqualità e sulla sicurezza dei prodotti per invertire latendenza attuale”. (M.A.)

35M a g g i o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

Il Mercato di Genova è...Sicuramente Fresco

Un nuovo marchio garantisce e rende tracciabile l’ortofruttaper assicurare valore aggiunto ai prodotti e alla filiera locale.Ma il progetto potrebbe presto assumere valenza più ampia

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Rijk Zwaan, filiale dell’omonima multinazionaleolandese, leader nella ricerca, produzione e com-mercializzazione di sementi orticole di qualità, èprotagonista di rilievo nel mercato della melanza-na.Ha una conoscenza approfondita dei gusti dei con-sumatori e dei trend presenti e futuri. Lavora con losguardo rivolto sia al passato, alla riscoperta dellatradizione, che al futuro, ricercando prodotti inno-vativi. In questo modo è in grado di soddisfare al megliole esigenze del mercato attraverso una propostavarietale ampia e ricca di qualità: tutte sicurezzeper i clienti.Per la prossima stagione primaverile-estiva, RijkZwaan propone le seguenti specialità nei segmen-ti della tipologia tondo-viola e striata.

SABELLE RZ F1 SEMPLICEMENTE ECCELLENTEÈ una melanzana violetta dialta qualità, tipicamente ita-liana. Presenta frutti di formatondeggiante, dal coloreviola intenso con una parti-colare sfumatura biancasubito sotto il calice, tipicadella sua tipologia. Ha unimpatto visivo di forte ap-peal, nonché un gusto ec-cezionale.

LEIRE RZ F1 DOLCEZZA CHE CONQUISTAÈ la melanzana striata che fonde tradizione ed in-novazione. I suoi frutti, diforma ovale-allunga-ta, sono di colorebrillante. È ap-prezzatissimadai consuma-tori per le suenotevoli qua-lità organoletti-che, come l’estremadolcezza ed il sapore unico.

ANGELA RZ F1SPECIALE FUORI, STRAORDINARIA DENTROÈ una varietà caratterizzata da forma ovale così co-me da buccia striata e sottile. Per la sua cromia vie-ne definita “striata”, ma anche “zebrata”,“listata” o“graffiti”. Ha una polpa bianchissima e di elevatadolcezza. Altri plus del prodotto sono la sua grandeduttilità di utilizzo in cucina e l’ottima conservabilità.

Per informazioni:Segreteria Rijk Zwaan Italiatel. 051 729448e-mail:[email protected] web: www.rijkzwaan.it

i CorriereOrtofrutticolo

Rijk Zwaan: lʼeccellenzanelle melanzane

Senza melanzane non esisterebbe la cucina mediterranea. Ma anche nel resto del mondo, la melanzana è protagonista di moltissime ricette ricche di gusto. Le varietà proposte da Rijk Zwaan hanno la polpa dolce, sono ideali al forno e alla griglia perché assorbono molto meno olio, rimanendo sempre leggere e appetitose. Le melanzane Sabelle RZ F1, Leire RZ F1 e Angela RZ F1 fanno parte di Sensational Flavours, una gamma di varietà orticole di Rijk Zwaan dal sapore straordinario e dal gusto unico, selezionate per la gioia del palato dei consumatori.

Sapori eccellenti sulla tavola degli italianiMeno olio, più sapore.

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Aziende informano

M a g g i o 201336 www.corriereortofrutticolo.it

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

● Emanuele Zanini

Aprire nuovi canali commercialiall’estero, creare iniziative e ser-vizi agli operatori per offrirenuove opportunità, sviluppare si-nergie per affrontare la crisi elanciare nuove sfide raccoglien-do le opportunità della globaliz-zazione. Parte da qui il futuro diVeronamercato, che sabato 18maggio ha festeggiato il decenna-le della nuova sede.La struttura è stata infatti inau-gurata nel 2003 in un’area logisti-ca strategica, tra le autostrade Se-renissima e Brennero, l’aeropor-to di Verona Catullo e il centrointermodale Quadrante Europa.“Dieci anni fa VeronaMercato hacoronato un percorso fondamen-tale - ha spiegato Erminia Perbel-lini, presidente di Veronamerca-to SpA - collocandosi nell'areapiù favorevole per ottimizzare lalogistica e i trasporti che sono og-gi più che mai gli elementi fon-damentali di un'attività commer-ciale di successo”. Nel suo intervento Perbellini haannunciato le nuove iniziativeportate avanti dal centro agroali-mentare scaligero, sottolineandoin particolare l’importanza dellacreazione di VeronamercatoNetwork, rete d’imprese, a cuihanno aderito 60 aziende delmercato ortofrutticolo veronese,che ha l’obiettivo di rafforzare lapresenza all’estero delle aziendeattraverso servizi specifici. “In-tendiamo premere sull'accelera-tore delle nuove iniziative e deinuovi servizi per dare un valoreaggiunto ai nostri operatori chesono i nostri partner, il nostro fu-turo”.Il presidente della società di ge-stione del centro agroalimentaredi Verona ha inoltre presentatol’accordo con GrossMarkt Ham-burg, il mercato all’ingrosso diAmburgo, operativo dal primo

giugno. “Con Amburgo - ha rive-lato Perbellini - abbiamo firmatoun contratto per l’affitto di un’a-rea che sarà una sorta di filialeveronese nel Nord Europa, in cuicompariranno i colori della no-stra città e dei suoi prodotti orto-frutticoli e agroalimentari. Paral-lelamente VeronaMercatoNetwork si è accordata con ungrande importatore di Amburgoper dare il via concretamente alflusso commerciale”. Il presidente di Veronamercatoha inoltre ricordato l’importantealleanza con il Maap di Padovavolta all’internazionalizzazione ealla ricerca di nuovi sbocchicommerciali all’estero. Sulla po-sitiva e costruttiva sinergia natatra i due centri agroalimentariveneti si è soffermato pure Gian-carlo Daniele, amministratoredelegato del Maap .“Affinché le gestioni dei nostricentri agroalimentari all’ingros-so abbiano successo - ha afferma-to Daniele - sono fermamenteconvinto che un’importantechiave di successo sia la collabo-razione e la piena sintonia traoperatori grossisti ed enti gestori.È ancora più fondamentale per

mercati che si sono specializzatinell’esportazione, come Padova eVerona che insieme commercia-lizzano oltre 800 mila tonnellatedi prodotti freschi ogni anno,configurandosi come primo polonazionale per volumi venduti eper capacità di esportazione”.Daniele ha poi ricordato la re-cente nascita di una filiale delMaap in Albania da cui è nato ilconsorzio di imprese Alba cheraggruppa grossisti padovani eche punta all’export nell’areabalcanica. “Penso che in futurosia fondamentale e strategico la-vorare con piattaforme direttepresenti all’estero”, ha affermatol’amministratore delegato delmercato patavino. “Se si agirà inmaniera differente - ha avvertito -la concorrenza spagnola e turca,già presente in quelle aree, cisoppianterà”.“L’ente gestore VeronamercatoSpA - ha aggiunto successivamen-te Giuseppe Giomaro, presidentedi Fedagro Verona - si pone comeanello di supporto strategico edeconomico delle nostre aziende,offrendoci le opportunità di co-stituire e, soprattutto, di gestireuna rete di imprese in grado di

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Estero, più servizi e sinergienel futuro di Veronamercato

Convegno, tavola rotonda ed evento convivialeper celebrare il decennale della nuova sede. Progetto“network” e patto con Amburgo ciliegine sulla torta

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

muoversi come un’unica grandeimpresa a livello europeo. Si trat-ta di una grande innovazione checi ha portato nella giusta direzio-

ne. La sinergia che si è creata trale imprese e la società di gestioneci sta portando verso risultati im-portanti, proprio mentre è in at-

to una forte crisi economica. Unbell’esempio che molti possonocogliere”.Nel corso della manifestazionesono intervenuti anche LorenzoFontana, della Commissioneagricoltura del Parlamento Euro-peo, Alessandro Bianchi, presi-dente della Camera di commer-cio ed Enrico Toffali, assessore al-le società partecipate del Comu-ne di [email protected]

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Fare sistema creando nuove sinergie tra operato-ri, valorizzare le produzioni ortofrutticole, comu-nicare di più e meglio, puntare decisamente sulleesportazioni. Questa la ricetta per tornare vincen-ti sui mercati emersa dalla tavola rotondaorganizzata in occasione del decennale di Verona-mercato il 18 maggio scorso.All’incontro, moderato dal giornalista del Sole24Ore Massimo Agostini, hanno partecipato Mar-co Salvi, presidente di Fruitimprese, Paolo Bruni,presidente del Cso di Ferrara e Giuseppe Pavan,presidente di Mercati Associati.Bruni ha posto l’accento in particolare su trepriorità da affrontare: la ripresa dei consumi diortofrutta che negli ultimi 10 anni sono calati di100 chili a famiglia (da 450 chili annui a famiglianel 2002 si è passati a 350 nel 2012), ilmiglioramento della logistica e la conquista dinuovi mercati attraverso l’abbattimento delle bar-riere fitosanitarie che impediscono, per esempio,a mele e pere italiane di raggiungere il mercatodegli Stati Uniti.Salvi ha esaminato nel dettaglio i datidell’import-export ortofrutticolo italiano. “L’Italiaha ancora un peso significativo nell’export. Nel2012 le esportazioni ortofrutticole italiane a valo-re hanno sfiorato i 4 miliardi di euro (+3% sul2011). In molti comparti tuttavia si potrebbe faremeglio, ha sottolineato il presidente diFruitimprese che ha aggiunto: “Il nostro settoreha numeri importanti. Dovremmo però comuni-carli meglio, imparando per esempio dal mondodel vino”. Salvi ha portato alcuni esempi eclatan-ti, come quello delle pere. L’Italia ha in mano unterzo della produzione europea ma esporta solo il

27% della produzione. Il presidente di Fruitimpre-se ha poi citato il caso delle fragole, “di cui l’Italia15 anni fa era leader indiscussa in Europa. Oggiinvece il mercato lo fa la Spagna, mentre noi ar-ranchiamo, specie nelle esportazioni verso la Ger-mania, Paese che si è organizzato fino a essereproduttore grazie a investimenti su 15 mila ettaridi terreni coltivati a fragola”.Salvi ha poi ricordato come “la frutta stia sparen-do dalle tavole dei ristoranti. L’unico frutto che sitrova con regolarità è l’ananas (le importazionidel frutto si sono moltiplicate, passando dalle 50mila tonnellate del 1997, alle 80 mila del 2002 fi-no alle 151 mila del 2011, ndr). Dovremmo invecefar ritornare nei ristoranti anche l’ortofrutta dicasa nostra nell’ottica di dare nuovo impulso aiconsumi”. Salvi è poi tornato sulla necessità “di fare sistema:anche la politica deve capire come questo settoredebba diventare strategico”.Pavan dal canto suo ha sottolineato il ruolo strate-gico che stanno assumendo gli enti di gestionedei mercati nello sviluppo dell’internazionalizza-zione. Il presidente di Mercati Associati ha quindiriferito che l’ente si sta impegnando per “favorirela creazione di maggiori sinergie tra gli entigestori, portare le esperienze dell’associazione intutti i Mercati Agroalimentari che stannocrescendo e allargare la base associativa”.Pavan ha inoltre ha sollecitato maggiori sinergietra gli operatori su tutto il territorio nazionale ela ripresa di un dialogo con i ministericompetenti, Mipaaf e Sviluppo economico - perun rilancio e una razionalizzazione dei centristessi. Paolo Merci, direttore di Veronamercato,

ha infine ripercorso la storia delcentro agroalimentare e i nume-ri importanti raggiunti, gettan-do uno sguardo ottimista e pie-no di speranze sul futuro.

Consumi, export, logistica, barriere fitosanitarie, aggregazioni:i temi clou del settore nella tavola rotonda con Salvi, Bruni e Pavan

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

Bilancio positivo per il settoresurgelati del Gruppo Orogel cheha chiuso l’esercizio con un fat-turato di 176,2 milioni di euro,registrando un incremento del3,6% a valore. I quantitativi diprodotti surgelati venduti nel2012 sono pari a 88.900 tonnella-te (+2% rispetto al 2011).Il mercato vede Orogel leader as-soluto nel settore Food Service(ristorazione collettiva e com-merciale) dove l’azienda crescedel 2,3% a valore. Anche il com-parto Retail vede Orogel protago-nista in Italia: il gruppo è il pri-mo produttore nazionale di vege-tali con una quota complessivadel 21,8%. Praticamente un quar-to dei prodotti vegetali consuma-ti in Italia proviene dagli stabili-menti di Cesena e 11 milioni difamiglie (700 mila in più rispettoall’anno precedente) acquistanoabitualmente i prodotti prove-nienti dalla sede cesenate. Inol-tre Orogel è leader nel segmentospinaci con una quota del 20,5%;nell’area minestroni è ai verticicon una quota del 17,4%; Verdurì,prodotto di punta dell’azienda,mantiene la leadership assolutadi vendite nel settore piatti pron-ti con 21,4% di quota (+1,6% ri-spetto al 2011); nel settore delleerbe aromatiche la produzioneOrogel copre addirittura il 55%del mercato nazionale. “Grazie a questi risultati positivi -spiega Bruno Piraccini, ammini-stratore delegato del gruppo -Oro-gel continua a investire sul futu-ro; come avvenuto sino a oggi ilcash flow (nel 2012 pari a 20,2milioni di euro; +3% rispetto al-l’esercizio precedente) sarà inte-ramente destinato agli investi-

menti produttivi e tecnologici.Complessivamente dal 2008 al2012 le risorse ottenute dall’atti-vità (pari a 90,5 milioni di euro,ossia la cassa prodotta in questiesercizi) sono state reinvestitecon l’obiettivo di proseguire lapolitica destinata all’espansioneed all’innovazione. Sono questele ragioni del buon andamentoaziendale in grado di assicurarebuoni risultati ai produttori agri-coli, alle loro aziende cooperati-ve e all’economia dei territori incui queste ultime operano”.Per mantenere la competitivitàdelle aziende del sistema Orogel-Fruttadoro è stato necessario con-tinuare a perseguire la via del-l’innovazione con investimentitecnologici indispensabili per ec-cellere sul mercato, per potenzia-re la ricerca e sviluppo e per con-tenere i costi di produzione. Oltrea ciò, il gruppo sta sostenendoimportanti investimenti nel set-tore della sostenibilità e del ri-sparmio energetico.Gli investimenti sono inseriti nelprogetto “Orogel 360°” che certifi-ca e assicura il controllo comple-to della filiera dal campo alla ta-vola e promuove la politica diprodurre solo verdure italianedai terreni più vocati. ●

39M a g g i o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

Approvato dall’assemblea deisoci il bilancio di esercizio al31 dicembre 2012 della OpTerra Orti. Un 2012 di crescitacon 50 milioni di euro (41 mi-lioni di fatturato più 9 milio-ni di fatturazione delegata adue cooperative associate),per un complessivo più 11%rispetto al precedente eserci-zio 2011. Una gestione chepunta soprattutto sulla grandecapacità di innovazione delleaziende agricole associate sulmiglioramento qualitativo esulla ottimizzazione dei costidi produzione. Il presidenteAlfonso Esposito ha dato ap-puntamento all’imminenteinaugurazione del nuovo sta-bilimento in località SantaCecilia a Eboli (Salerno).

Op Terra Orti,bilancio positivo

I surgelati tiranoe Orogel investe

Nel 2012 vendute quasi 90 mila tonnellate (+2% sul 2011).Il gruppo è il primo produttore nazionale

di vegetali con una quota del 21,8%

Con la liquidazione ai sociconferenti si e conclusa lacampagna di commercializ-zazione dell’ortofrutta autun-nale (susine Angeleno, kaki,pere William ezucche) di Terremerse“che possiamo valuta-re complessivamentein maniera positiva econ un andamentomigliore rispetto allaproduzione diortofrutta estiva” dichiaraEgidio Mordenti, direttore or-tofrutta della Cooperativa.“Terremerse ha liquidato20.749 ql. di pere William,11.569 ql. di susine Angeleno,8.696 ql. di kaki e 2.350 ql. dizucche, per un totalecomplessivo di 43.364 ql. diortofrutta autunnale. Laliquidazione complessiva ero-gata ai soci e stata pari a1.445.000 euro.

Terremerse liquidala frutta autunnale

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Rijk Zwaan Italia, filiale dell’omoni-ma multinazionale olandese, lea-der nella ricerca, produzione ecommercializzazione di sementiorticole di qualità, si sta distin-guendo nel mercato del pomodorodatterino grazie alla sua varietàSolarino RZ F1 che ha riscossogrande successo fin dalla sua in-troduzione: un risultato previstograzie alla straordinaria dolcezzadel prodotto. Inoltre le sue dimen-sioni ed il peso di appena 10grammi rendono Solarino RZ F1uno snack perfetto ed estrema-mente gustoso grazie ad un gradoBrix costantemente elevato.Solarino RZ F1 può essere anchedefinito un pomodoro versatile: èadatto alle preparazioni in cucinaperché esalta o intensifica il sapo-re di ogni piatto. Inoltre, la bellaconformazione ed il colore moltoattraente, invogliano bambini edadulti a consumare questo pomo-doro come sanissimo snack.Ben presto è diventato il leader delsegmento dei pomodori datterininei principali supermer-cati. La varietà è carat-terizzata da un’ele-vata produttività efrutti uniformi. Il co-lore, rosso intenso ebrillante, l’elevatogrado zuccherinoe la buona consi-stenza, inoltre,rendono Sola-rino RZ F1perfettamenteidoneo alleesigenze deiconsumatorifinali.Oltre ad of-frire frutti diqualità su-periore, So-larino RZ

F1 è una varietà fa-cile da coltivare. Lapianta, dal porta-mento aperto, pos-siede caratteristi-che spiccatamentegenerative che lorendono eccezio-nale per qualsiasi produttore. So-larino RZ F1 può essere coltivato

sia da agricoltura biologica che inmaniera tradizionale e ben siadatta alle diverse condizionidi coltivazione, guadagnandosi

una posizione di primo pianonel segmento dei pomodori dat-

terini. Il gusto risulta costantedurante tutto il periodo di col-tivazione, sempre in linea oaddirittura oltre lo standarddi qualità fissato per que-sta tipologia di pomodoro.Un varietà selezionata inmaniera affidabile comeSolarino RZ F1 è quindi laprima garanzia di succes-

so presso acquirenti e pro-duttori.

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i CorriereOrtofrutticoloAziende informano

M a g g i o 201340 www.corriereortofrutticolo.it

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CorriereOrtofrutticolo A

L’ortofrutta di Naturitalia saràpromossa direttamente dagliagricoltori, che incontreranno iconsumatori nell’area ortofruttadei punti vendita della grande di-stribuzione per rispondere alleloro domande. È quanto prevedela nuova campagna di comunica-zione di Naturitalia, “Passioni ra-dicate”, ideata per far emergere ilvalore della produzione agricola.Tutto ciò attraverso la testimo-nianza diretta e appassionata deiproduttori, cuore di un sistemaintegrato di aziende agricole spe-cializzate nella produzione difrutta e ortaggi che vanta nellapropria compagine associativaalcune delle realtà italiane piùrappresentative del settore. Con isuoi produttori, la società rappre-senta quindi un serbatoio impor-tante e unico di valori e cono-scenze da mettere in campo perrispondere in maniera diretta edesauriente alle richieste di infor-mazione del consumatore erafforzare il rapporto di fattivacollaborazione con la clientela.“Per questi motivi - dichiara ilpresidente, Roberto Cera - Naturi-talia ha scelto di avvalersi deipropri agricoltori come testimo-nial per trasmettere ai consuma-tori i concetti di naturalità, tra-sparenza e vicinanza”. “I nostriproduttori - afferma il responsa-bile marketing, Augusto Renella -saranno poi ‘affiancati’ in questoimpegno da un personaggio difantasia creato appositamenteper l’occasione, vale a dire GigiFilare (www.gigifilare.it), simpa-tica icona della campagna”.“L’avvio delle prime azioni pro-mozionali rivolte ai consumatori- prosegue Renella - è previsto per

il mese di luglio e vedrà il coin-volgimento di numerosi puntivendita della Distribuzione Orga-nizzata, concentrati prevalente-mente nei grandi centri urbanidel Nord Italia e in alcune im-portanti località turistiche. Laprima fase del progetto si con-centrerà sui prodotti più tipica-mente estivi, vale a dire pesche enettarine, mentre nella stagioneautunnale ed invernale i protago-nisti della innovativa campagnadi comunicazione saranno altriprodotti di punta dell’ampiagamma Naturitalia, cioè pere,kiwi e patate”.Oltre alle iniziative in program-ma presso i punti vendita delladistribuzione organizzata, il nuo-vo progetto di comunicazioneprevede anche un’articolata pre-senza sulle principali riviste deltrade. “La campagna promozio-nale messa a punto da Naturitalia- sottolinea il direttore generale,Gabriele Ferri - nasce anche co-me risposta alle nuove tendenzedel consumo in base alle qualinegli ultimi tempi la maggioran-za degli Italiani ha modificato ilproprio comportamento di acqui-sto. In particolare, recenti ricer-che dimostrano che si sta diffon-dendo rapidamente l’esigenza diun’ampia parte dei cittadini diessere considerati consumatoriintelligenti ed informati”. “Eccoquindi - conclude Ferri - la gran-de importanza che può assumere,in questo scenario, la nuova cam-pagna ideata per informare econquistare il consumatore”. ●

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Produttorinei Pv

L’ortofrutta di Naturitaliapromossa direttamente

dagli agricoltori

CONFRONTO CON LA GDOLa nuova campagna promoziona-le di Naturitalia (Gruppo Apo Co-nerpo) prevede la presenza deiproduttori negli spazi di venditadella Gdo italiana in qualità ditestimonial della bontà dell’orto-frutta da loro prodotta, messagge-ri di qualità, narratori della filie-ra, ‘stimolatori’ di consumi.Scriviamo da tempo che l’exportnon potrà da solo risolvere i pro-blemi del settore. Serve interveni-re per arrestare la spirale negati-va del mercato nazionale, deiconsumi che hanno preso unachina quasi irreversibile in basso,soprattutto per la frutta evidente-mente percepita dalle famiglie co-me un bene voluttuario, di cui sipuò fare a meno. Questa iniziati-va - maturata nello staff di Ga-briele Ferri e Augusto Renella -coglie la doppia valenza di fareconcretamente qualcosa di nuo-vo, di uscire dall’angolo del ring edi avviare un percorso di con-fronto serio con la Gdo.Perché, nessuno se lo nasconde,sarà l’atteggiamento della Gdo afare la differenza in un progettoche vede un forte impegno delgruppo cooperativo (almeno400.000 euro per il primo anno).Le catene distributive sono preoc-cupate del calo dei consumi, vo-gliono un nuovo rapporto colcliente, soddisfare il nuovo stiledella spesa quotidiana, la richie-sta dei consumatori di essereinformati, rassicurati su origine,tracciabilità, ecc? Questo progettosposa tutte queste pulsioni e saràimbarazzante per le catene - an-che quelle più legate alla propriamarca commerciale - dire di no oostacolare. Infine questa campa-gna “Passioni radicate” può an-che essere vista come la rispostadi Confcooperative all’offensivaColdiretti in tema di vendita di-retta e Farmer market: là si vuoleportare il consumatore dal pro-duttore, qui si fa l’inverso, si por-ta il produttore dal consumatore.

(L.Frass.)

PUNTASPILLI

ATTUALITÀ

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CorriereOrtofrutticoloFedagro news

Fedagro-Mercati è l’organiz-zazione che comprende leAssociazione degli operato-

ri grossisti dei maggiori mercatiall’ingrosso dell’ortofrutta italia-ni: Bologna, Bergamo, Brescia,Firenze, Fondi, Genova, Mestre,Parma, Pescara, Pistoia, Savona,Torino Treviso, Trieste, Udine,Verona, Vicenza, Vittoria, Ca-gliari e Napoli.Complessivamente aderisconocirca 700 aziende di operatorigrossisti.sviluppa prevalentemente unaattività politico sindacale e rive-ste un’importanza decisiva a li-vello istituzionale, grazie allaquale: - supporta nell’interpretazionedelle normative di settore;- è sintesi e diffusore di informa-zioni mirate e professionalmen-te corrette;- si confronta con soggetti istitu-zionali per la redazione dellenormative di settore.Fedagro è attiva nell’OrganismoInterprofessionale - OrtofruttaItalia (dove sono presenti tuttele componenti dell’Agro Ali-mentare ortofrutticolo) con dueconsiglieri, Guala e Galasso.Guala dopo anni di vicepresi-denza è stato presidente fino ametà 2012.Svolge un ruolo determinantenel proporre un modello di ge-stione, adottato da quasi tutti iMercati e Centri Agroalimenta-ri, che prevede la presenza deglioperatori grossisti nel Consigliodi Amministrazione delle So-cietà di Gestione.Molti dei rappresentanti deglioperatori sono presenti nel Con-siglio Direttivo di Mercati Asso-ciati (Associazione Enti Gestorie realizzatori dei mercati e deiCentri Agro Alimentari Italiani)che ha visto la presidenza di

Guala negli ultimi dieci anni eattualmente vede quella di Giu-seppe Pavan, vicepresidente diFedagro-Mercati Confcommer-cio.I circa 150 centro agroalimenta-ri e mercati all’ingrosso italianiattualmente attivi servono tuttele forme del dettaglio: garanti-scono la quasi totalità degli ap-provvigionamenti al dettaglioortofrutticolo specializzato fissoed ambulante, l’80% di quelli de-stinati alla ristorazione com-merciale, il 55% della ristorazio-ne collettiva e il 30% della distri-buzione moderna. Si tratta in to-tale di circa 11 milioni di ton-nellate all’anno, direttamentedentro le strutture o tramite ma-gazzini di complemento esternie con un fatturato di 11-12 mi-liardi di euro: significa tra il 60 eil 70% dell’ortofrutta fresca chetransita sulle tavole degli italia-ni, con un trend di crescita negliultimi anni, al contrario diquanto succede in Spagna eFrancia (quota di mercato 21%circa). Gli addetti sono 42 mila.Il fatturato con indotto è stimatointorno ai 22 miliardi di euro,con gli addetti che diventano500 mila.In futuro le prospettive di svi-luppo di queste strutture sonosoprattutto legate alla capacitàdi trasformarsi in vere piattafor-me logistico-commercaili forte-mente specializzate.

Fedagro “sposa” Confcom-mercio. Martedì 14 maggiola federazione dei grossisti

ha insediato un proprio ufficioall’interno della confederazioneguidata da Carlo Sangalli. “Dopooltre dieci anni - afferma il pre-sidente Ottavio Guala (foto so-pra) - siamo tornati alla casa ma-dre dalla quale peraltro non cieravamo mai distaccati e con laquale collaboriamo fin dai tem-pi in cui l’organizzazione sichiamava Federmercati prima diessere ribattezzata, nel 1989, Fe-dagro; abbiamo deciso di inse-diarci fisicamente in Piazza Bel-li perché la federazione è cre-sciuta e gli interessi degli ope-ratori si sono ampliati così comela necessità di avere una ancoramaggior tutela a livello di nor-mative, aspetti fiscali, in unmercato in profondo cambia-mento. Confcommercio intendetutelare sempre più e sempremeglio le aziende e si avvale diun apparato dirigenziale e fun-zionariale, diretto dal Dg Fran-cesco Rivolta, di alta professio-nalità”. “E poi - prosegue Guala - non bi-sogna dimenticare, in un mo-mento come quello attuale di ri-flessione e di apertura a nuoviorizzonti, che è proprio grazieall’apporto di Confcommercioche è stato concepito il quadronormativo che avrebbe rivolu-zionato il mondo dei mercaticon la legge 41/86. Se oggi il no-stro Paese vanta una rete di mer-cati all’ingrosso tra i più moder-ni ed efficienti lo si deve proprioall’opera di Fedagro e di Conf-

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Fedagro, la grande casa deigrossisti italiani

Ritorno...alle origini

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CorriereOrtofrutticolo FEDAGRO NEWS

F

commercio, insomma”. “Conl’avvento della 41/86 - continuail leader di Fedagro - si è assisti-to a una rivoluzione del sistemagestionale dell’ingrosso che pre-vede l’obbligo della presenza dioperatori nella proprietà e vedegli operatori stessi protagonistiassoluti della gestione. Da sem-plici luoghi di commercio, infat-ti, i mercati si sono trasformaticulturalmente e strutturalmen-te, diventando centri strategicidi erogazione di servizi, nonchèdi promozione commerciale evalorizzazione del prodotto ita-liano. Gli effetti della legge si so-no estesi a tutto il sistema: nonsoltanto nelle città in cui sonostati costruiti centri agroalimen-tari nuovi, ma anche in molti al-tri mercati che hanno recepitola filosofia modernizzatrice allabase della legge, cominciandodal modello gestionale. La ge-stione è stata trasferita dalle am-ministrazioni comunali, inmolti casi rimaste proprietariedegli immobili, a società di capi-tale nate dalla partnership traenti pubblici ed operatori priva-ti. Nei 14 mercati realizzati con ifinanziamenti della legge 41 lesocietà di capitale sono anche leproprietarie delle strutture, masono ugualmente composte dal-l’incontro di soci pubblici e sociprivati. Non si è trattato quindidi una privatizzazione, bensì diuna modernizzazione”.“Rientrare in Confcommercio -conclude Guala - significa riven-dicare la storia di una federazio-ne che ha lasciato un segno de-cisvo nello sviluppo dei mercatie dei centri agroalimentari e po-tenziare un’attività che non è so-lo storia ma cronaca quotidiana;un evento che potrà essere forie-ro di opportunità e importantinovità per Fedagro”.

Negli ultimi anniparticolare im-portanza ha as-

sunto la collaborazio-ne tra Fedagro eIsmea, l’Istituto di Ser-vizi per il MercatoAgricolo Alimentare del Mipaaf,sia nello sviluppo di progetti re-lativi all’agroalimentare, sia nel-la rilevazione dei prezzi dei pro-dotti ortofrutticoli. Un’intesa,come sottolinea Valentino Di Pi-sa (foto sopra), vicepresidente vi-cario di Fedagro, che ha consen-tito la realizzazione di progettispecifici su temi strategici pertutta la filiera quali le proceduredi tracciabilità della merce, lebuone pratiche commerciali, lacreazione di un Osservatorio delcredito e dei prezzi. “Siamo par-titi nel 2007 con l’Osservatoriocrediti che ha messo in rete 11mercati (primo dei quali Fondi)e circa 270 aziende che tengonomonitorati 21-23 mila dati ana-grafici”, racconta Di Pisa. “Unostrumento che va a “pescare” nelgestionale delle aziende e, purgarantendo la privacy, fa cono-scere l’esposizione di un cliente.Basandoci su questo sistema ab-biamo dato vita nel 2009, con

Isema, all’Osservato-rio prezzi, che forni-sce la possibilità diverificare le quotazio-ni facendo un’analisieffettiva del prodottovenduto”. Una serie

di dati importanti “che possiamoanalizzare e mettere a disposi-zione dell’intero sistema agroa-limentare”, prosegue Di Pisa.“Con Ismea si è creato un lega-me forte che ci offre la possibi-lità di costruire progetti che infuturo potranno dare ulteriorevalore aggiunto”. Strategico poiil ruolo di Cerved, “la più impor-tante società di informazionicommerciali che collabora conl’Osservatorio crediti, con laquale vorremmo implementareservizi per associazione ed asso-ciati; ci ha permesso di aumen-tare efficienza e credibilità”. “Og-gi - conclude Di Pisa - siamo vi-sti come fornitori di servizi allaproduzione, non più e non tantocome commercianti, e per noiciò è motivo di soddisfazione.Merito anche e soprattutto degliimprenditori che hanno decisodi aderire a questi progetti deno-tando maturità e una modernavisione aziendale”.

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Patto con Ismea per monitorare crediti e prezzi

Raccolta di firme della Federazione nazionale degli operatoriall’ingrosso Fedagro, e dell’associazione Grossisti ortofruttaortomercato Brescia, venerdì 3 e sabato 4 all’Ortomercato brescia-no, per aderire all’appello “Adesso Tocca a Voi!” promosso da ReteImprese Italia. Una petizione su alcuni punti programmatici rite-nuti prioritari per la ripresa dell’economia indirizzata dagliimprenditori al Governo, al Parlamento ed alla politica.“Abbiamo fatto nostro questo appello nazionale perchè crediamo

che sia necessario frenare il trend di chiusura delle attivitàcommerciali”, ha spiegato Oliviero Gregorelli, presidente Grossistidel Mercato. All’iniziativa è intervenuto anche Ottavio Guala.

“Adesso tocca a Voi!”: raccolta di firmecontro la crisi al Mercato di Brescia

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CorriereOrtofrutticoloDistribuzione

Sarà che la settimana 21 (20-25maggio) è stata interessata da fe-nomeni climatici abbastanza ec-cezionali, tali da incidere sui rac-colti e sul commercio dell'orto-frutta, sta di fatto che le visite danoi compiute in questa settima-na in alcuni reparti ortofruttaitaliani della catena Auchan nonhanno dato risultati eccezionali.La valutazione media che abbia-mo dato per la frutta è di una suf-ficienza appena (6 su 10) mentreper gli ortaggi è migliore perchéabbiamo riscontrato buona va-rietà di assortimento e qualitàmediamente superiore (voto 7).La convenienza, che è un ele-mento che in genere caratterizzai costi dei prodotti esposti allaAuchan, non era particolarmen-te forte, anzi alcune referenzeavevano prezzi decisamente im-portanti (forse proprio a causadelle turbolenze create al merca-to dal clima). A differenza di altri grandi distri-butori, Auchan non presenta ilreparto ortofrutta all’ingresso deisuoi ipermercati; a volte il repar-to è addirittura abbastanza appar-tato o proprio alla fine del per-corso più naturale del consuma-tore. Questo dà l’impressione che

Auchan non punti in modo parti-colare sull’ortofrutta, a differen-za di altre insegne che stanno fa-cendo di questo reparto il lorofiore all’occhiello. All’estero, in particolare in Rus-sia, Ungheria e Ucraina, avevamonotato reparti ortofrutta Auchan(neppure lì messi all’ingresso delnegozio) più “pimpanti”, ampi emolto bene organizzati (peresempio: controllo solerte dellaqualità del prodotto esposto suibanconi). Quest’ultima annota-

zione trova pure un’importantegiustificazione: quei mercatiesteri “tirano”, non c’è calo neiconsumi, sono economie in pro-gresso mentre in Italia la crisi sifa molto sentire e incide proba-bilmente di più su un grandegruppo, con grandi superfici, co-me Auchan, piuttosto che su cate-ne meno strutturate e importan-ti.Tutto questo premesso, entriamoin alcune annotazioni specifiche,in particolare sui prezzi dei pro-dotti esposti all’Auchan italiananella settimana 21. Su alcunibanconi ortofrutta campeggia uncartello con la scritta “Qui” congrande evidenza e l’aggiunta diun testo con caratteri più piccoli:

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Ortofrutta sottotono

Rapporto qualità-prezzonon esaltante in un repartoortofrutta poco valorizzato

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CorriereOrtofrutticolo DISTRIBUZIONED

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Auchan è diventato, dopo quasi 50 anni diattività, uno dei leader della grande distribuzionemondiale. Conta nel mondo (dati aggiornati al 31dicembre 2012) su 616 ipermercati, 759 supermer-cati, 320 gallerie commerciali per un totale di1,84 milioni di metri quadrati di superficie com-plessiva. Auchan è presente in 13 paesi tra Euro-pa Occidentale, Europa Orientale e Asia, ha 269mila dipendenti e 152 mila azionisti. Il fatturatodel gruppo è intorno ai 45 miliardi di euro. Laforza di Auchan sono le grandi superfici. Gli iper-mercati sono così suddivisi nei 12 Paesi: in Fran-cia 126 ipermercati e 7 Les Halles d'Auchan; inItalia 58 ipermercati; in Spagna 53 ipermercatiAlcampo; in Cina 45 ipermercati e 185 RTMart; aTaiwan 180 ipermercati RTMart; in Russia 48 iper-mercati; in Portogallo 33 ipermercati Jumbo ePao de Acucar; in Polonia 22 ipermercati; in Un-gheria 12 ipermercati; in Romania 9 ipermercati;in Ucraina 8 ipermercati; in Lussemburgo unipermercato; a Dubai una nuovissima superficiedi vendita. L’attività di Auchan include la gestio-ne del parco immobiliare costituito dai centricommerciali attraverso Immochan e il mondo deiservizi finanziari al consumo at-traverso Banque Accord.Auchan SpA è la società italianadel gruppo, attiva nel nostroPaese dal 1989, con punti vendi-ta in 12 regioni e proprietariadelle insegne Bricocenter, CittàMercato, Cityper, Leroy Merlin,Rinascente, Sma e Upim. La se-de centrale di Milano gestisce 58ipermercati, di cui 51 a gestionediretta, 6 in franchising e 1 affi-liato. Conta circa 13 mila colla-boratori, il 98% dei quali è azio-nista. Nel 2011 gli ipermercatiAuchan hanno emesso in Italia83 milioni di scontrini, raggiun-gendo un fatturato di 3,1 miliardi di euro.Auchan sviluppa un rapporto di collaborazionecostante con i fornitori. I fornitori con cuiAuchan collabora da oltre dieci anni sono pari al35% del totale. Auchan predilige, a parità di qua-lità e condizioni d'acquisto, fornitori italiani - nel2011 pari al 92% del totale - e prodotti locali, permantenere il legame con il territorio e valorizzar-lo con una sempre più strutturata attività di sele-zione e monitoraggio. Per l'ortofrutta, Auchanprevede la rintracciabilità di tutte le fasi della fi-liera, dalla coltivazione alla raccolta, dal traspor-to al confezionamento, fino alla vendita, per

garantire prodotti sicuri. Nel 2011 iniziativeimportanti di promozione e valorizzazione deiprodotti locali sono state sviluppate dagliipermercati Auchan della Sardegna e della Puglia(120/130 referenze).Il bilancio ufficiale del primo trimestre 2013 perle vendite di ortofrutta e generi agroalimentari ri-spetto al primo trimestre 2012 segna un trend po-sitivo a volume venduto di (+3%) e un fatturatostabile.Per soddisfare tutte le esigenze in fatto di gusto ebenessere, Auchan ha creato linee speciali, quali:I Sapori delle Regioni, prodotti tipici regionali se-lezionati per gustare l'autentica tradizione gastro-nomica italiana; Bio, i prodotti biologici certifica-ti CCPB che offrono benessere e attenzioneall'ambiente con 30 referenze a meno di 1 euro;Mmm! la linea golosa pensata per i palati più esi-genti; Fairtrade, l'equo-solidale garantito secondostandard internazionali.Il progetto I Sapori delle Regioni mira a valorizza-re i prodotti enogastronomici delle diverse regio-ni italiane. Il patrocinio ottenuto dal ministerodelle Politiche agricole, alimentari e forestali -

rinnovato a partire dal 2012 peraltri 5 anni - rappresenta un si-gnificativo riconoscimento perl’importante attività sostenutada Auchan.Le iniziative quindi sono nume-rose e importanti. Ciò che si ve-de sui banconi rimane però lasostanza.Forniamo due dati significativisull’estero. Nel 2010 un’agenziaspecializzata indipendente hacondotto a Kiev, in Ucraina,una gara tra le catene di super-mercati in base alla qualità deiloro reparti ortofrutta. Auchanha ottenuto i risultati migliori,

con ben 78 punti su 100 nella valutazionecomplessiva del reparto ortofrutta. La catena erain particolare risultata imbattibile per la varietàdei prodotti in vendita.A Parigi Auchan sta sperimentando quest’anno inuovi format per il futuro. Come Arcimbo, nomericavato dal pittore milanese Arcimboldo per lesue famose composizioni a base di ortofrutta fre-sca, che è un negozio dedicato ai prodotti freschidi qualità e insieme alla gastronomia gourmet,con una cantina fornitissima. Ecco, questo anche per l’Italia potrebbe essere ildomani di Auchan. (a.f.)

Presente in 13 Paesi, dispone di oltre 600 iper e 750 supermercatiGrandi superfici, gestione del parco immobiliare e dei servizi finanziari

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CorriereOrtofrutticoloDistribuzione

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“Qui difende il potere d’acquisto”.Su questi banconi si trovano le of-ferte della settimana. Vediamole:melanzane a 0,99 euro al chilo,ananas senza ciuffo pure a 0,99,pesche a polpa gialla (2.a catego-ria) a 1,99 euro e a prezzo ugualele nettarine, il pomodoro insala-taro (2.a categoria) a 1,29 eurochilo, i cetrioli sfusi a 1 euro; lebanane sfuse (provenienza Ca-merun) a 1,19 euro chilo. Fuorida “Qui”, ecco le mele Golden invassoio a 2,99 euro chilo, le RedDelicious a 3,69, le Golden Melin-da a 3,29, le Granny Smith a 2,99.Le arance Valencia sfuse espostea 1,99 euro chilo. I kiwi sfusi a2,69 euro chilo. I limoni primofiore in rete a 1,99 euro chilo e iprimo fiore con foglie di 1.a cate-goria a euro 2,99 al chilo. Pom-pelmi bianchi e rossi sfusi a 1,79.Albicocche in cestino (nota do-lente, calibro piccolo e matura-zione incerta) a 2,99 euro chilo.Uva Red Globe (questa bella) a4,79 euro chilo (prezzo notevole).Melone retati sfuso a 1,99 al chi-lo. Carciofi sfusi di prima catego-ria a 2,49 euro chilo, zucchinescure sfuse a 1,99 al chilo, pomo-doro allungato sfuso (alla vistapoco invitante, il peggiore ortag-gio esposto) a 2,69 euro chilo, po-modoro cuore di bue (non ecce-zionale) a 3,99 euro chilo, pomo-doro ciliegino a 3,19 al chilo. In-salata scarola sfusa a 2,49, insala-ta romana sfusa a 2,19. Carote a1,49.La conclusione indipendente cheabbiamo fatto alla fine delle visi-te è stata uniforme: la crisi deiconsumi mostra i suoi effetti sul-la gestione del reparto ortofrutta.La settimana precedente alle no-stre visite alla Auchan, un sito dianalisi della grande distribuzio-ne aveva scritto: “Questa settima-na sarà caratterizzata da una se-rie di nuove promozioni in arri-vo nelle più importanti catene diipermercati. Ad aprire la stradasono i volantini di Auchan eUnes. Sfogliandoli scopriamo ini-ziative piuttosto diverse tra loro,ma purtroppo accomunate dallacarenza di buone offerte. In pra-

tica, le occasioni di risparmio so-no poco numerose e riguardanoprodotti che non riescono ad in-cidere sull’importo complessivodella spesa”.Questo ci conferma nella nostraimpressione: anche le strategiepiù di fondo di un gruppo ancheimportante sono alla fine condi-zionate dall’andamento del mer-cato. Auchan aveva allettato alungo i consumatori con offerteimportanti, oggi forse gli riesce

meno.Dobbiamo tuttavia precisare, co-me si evidenzia nella scheda pub-blicata nella pagina precedente,che nel primo trimestre 2013 idati Auchan si sono confermatipositivi in Italia. Auchan è ungrande gruppo con una forte con-notazione e una forte crescita nelmondo (e in Italia) negli ultimianni e tuttavia, concludiamo, for-se risente della stasi del suo for-mat vero: l’ipermercato. (A.F.)

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QCorriereOrtofrutticolo Cesena 25-27 settembre

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Qui Macfrut

C’è soddisfazione dello staff diMacfrut sullo “stato dell’arte”, in re-lazione all’andamento della rasse-gna che rappresenta un punto con-solidato dell’ortofrutta mondiale.Di tale soddisfazione si fa interpreteDomenico Scarpellini, Presidente diCesena Fiera che sottolinea: “l’or-ganizzazione di Macfrut 2013 è giàad un ottimo punto e ci fa grandepiacere aver avuto le adesioni delleimprese leader dell’intera filiera or-tofrutticola italiana ed estera”.Alle aziende top si aggiungono -mai come in questa edizione - di-verse Regioni particolarmente vo-cate alla produzione ortofrutticolache in Macfrut vedono il luogo adat-to per dare maggiore risalto alla va-lorizzazione dei loro prodotti, in par-ticolare IGP, DOP, ed al loro territo-rio.“Tali adesioni e la parte convegnisti-ca, sempre più orientata all’esamedella situazione internazionale -prosegue Scarpellini - sono impor-tanti elementi che denotano comel’edizione che stiamo preparandosarà assai attrattiva sia a livello na-zionale che per quanto riguarda leprovenienze estere, dove si riscon-tra un particolare interesse ancheda mercati nuovi ed emergenti”.Come dimostra, ad esempio, la mis-sione dell’Ufficio estero di Macfrutche, dal 7 al 9 maggio, ha incontra-to a Cipro l’Unione degli agricoltoriturco-ciprioti per programmare la lo-ro partecipazione. Anche il Ministrodell’Agricoltura di Cipro - in una ap-posita riunione - ha espresso l’inte-resse della zona turca dell’isolaverso la rassegna di Cesena. E’ unapprezzamento importante, inquanto questa parte di Cipro è mol-to legata alla situazione dello svi-luppo ortofrutticolo della Turchia,Paese che da anni si sta afferman-do sui mercati. La visita ha eviden-ziato come i turco ciprioti non risen-

tano della crisi greca, ma si stianoattrezzando per incrementare i pro-pri orizzonti produttivi e commercia-li.Un interesse che si è toccato conmano anche ad Algeri, dove Mac-frut è stato presente alla Fiera SI-PSA Agrofood (14-17 maggio) as-sieme a imprese italiane di granderilevanza. Visitatori e operatori alge-rini, oltre agli esponenti dell’Umagri(Unione Magrebina degli agricoltori- incontrati appositamente) hannodimostrato interesse per Macfrutcome momento per avere contattisui due grandi fronti che interessa-no l’ortofrutticoltura del Paese afri-cano: tecnologie e packaging. E seil packaging sta muovendo i primipassi, per la tecnologia c’è l’esigen-za di utilizzare la catena del freddo,per elevare la qualità dell’offerta al-gerina.E’ una conferma dell’attenzione in-ternazionale verso Macfrut che, ol-tre ad essere la rassegna dell’interafiliera ortofrutticola (dal campo allatavola), si tiene in Italia, uno deiPaesi più vocati per la produzionedi frutta e verdura di qualità.La vocazione produttiva italiana nonsi limita alla qualità dei prodotti pri-mari (pesche e pomodori, kiwi emeloni) o a quelli trasformati (con-fetture e passata di pomodoro), tan-to per citare), ma si è estesa a tuttoquel know how e alle tecnologie,derivanti dalla ricerca, che si appli-cano alle attrezzature e ai macchi-nari per “lavorare” la produzione e,

con un packaging adeguato, la ren-dono più gradevole (si pensi alle va-schette che difendono frutti maturida urti e manipolazioni) ed anchealla IV e V gamma, al surgelato e alBiologico.Macfrut ha il vantaggio di esserestata concepita come la “vetrina” diquesto mondo, una vetrina che nonè una semplice esposizione di Frut-ta e Verdura, con le ultime varietà ocon l’ingresso dell’elettronica nelleattrezzature e nelle tecnologie.Macfrut è punto di riferimento di tut-ta la filiera (o settore) in quanto lapenisola italiana è geograficamenteil crocevia fra nord e sud, est (so-prattutto Estremo Oriente) ed ovest.Un crocevia in cui “fanno tappa”produttori e buyers della DM (distri-buzione moderna), ricercatori eoperatori dei Paesi emergenti. Macfrut è un appuntamento irrinun-ciabile per il settore anche a causadi una convegnistica di alto livello edi oltre 350 incontri B2B fra impreseitaliane e operatori esteri, program-mati in precedenza in base allespecifiche esigenze dei partecipan-ti.Macfrut, la maggior rassegna delbacino del Mediterraneo dedicataalla filiera ortofrutticola, si presentacon l’anteprima del Simposio Inter-nazionale, che anche quest’anno(martedì 24 settembre) anticipa l’a-pertura di Macfrut (l’inaugurazionec’è il giorno dopo). Il Summit 2013esaminerà produzione e commer-cializzazione di uno dei frutti prota-gonista del mercato mondiale: ilkiwi. Ne parleranno con relazioni,esperienze e ricerche, operatori edesperti, esponenti della Gdo e pro-duttori provenienti da ogni parte delglobo.Infine, Macfrut proseguirà nella va-lorizzazione dell’innovazione, diprodotto e di processo, con l’edizio-ne 2013 dell’“Oscar Macfrut”.

Aziende top, Regioni e nuovipartner esteri in vetrina a Macfrut

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CorriereOrtofrutticoloDistribuzione

Dettaglianti italiani alla scopertadel sistema-Barcellona, una reteorganizzata di mercati e struttureche tengono vivo e stretto il lega-me tra commercianti di ortofrut-ta e consumatori. A metà maggiouna delegazione della Fida-Conf-commercio guidata dal presiden-te Dino Abbascia e dai vice Do-natella Prampolini e AntonelloDi Liberto (vicepresidente) hatrascorso alcuni giorni nella me-tropoli catalana compiendo untour tra i colorati e suggestivimercati, in tutto una quarantina,disseminati per la città. Donatella Prampolini ci ha fattoavere le impressioni scaturite dalviaggio.“Quando sulla tua strada ti si pre-senta un esempio come quello diBarcellona, una città che ha sa-puto ricreare se stessa, attorno al-l’asse vincente della buona colla-borazione tra pubblico e privato,i sentimenti sono contrastanti”,esordisce Donatella Prampolini.“C’è ammirazione, forse ancheuna punta di invidia, ma c’è so-prattutto la consapevolezza ditante occasioni perdute… Mentrela Spagna, libera dal franchismo,rincorreva le cugine europee nel-la corsa alle grandi superfici, ungruppo di amministratori illumi-nati stringeva un patto con gliimprenditori e con i cittadini,per programmare a Barcellona,una città a misura d’uomo, sim-bolo oggi della gioia di vivere, deicolori e dei profumi che non tiaspetti più di trovare”.“Son partiti dalle politiche di lun-go respiro, dalla vera program-mazione pluriennale, non chiu-dendo la porta alla Grande Distri-buzione, ma relegandola fuoridalla città, e studiando un siste-ma di mercati coperti (ben 39)che potesse servire ogni parte diBarcellona, senza entrare in con-correnza tra loro, ma dando a tut-ti l’opportunità di eseprimere le

proprie eccellenze, che oggi ciconsegnano una varietà ed unaprofondità assortimentale ecce-zionali”.“Qualcuno potrà chiamarlo pro-tezionismo, ma la realtà è che lavera programmazione si fa così,avendo ben presenti le dinami-che che permettono la sopravvi-venza delle attività di vicinato,ma soprattutto avendo ben chia-ro il fatto che attorno agli inte-ressi di un sano tessuto commer-ciale, ci sono gli interessi dell’in-tera collettività. L’Amministra-zione di Barcellona non si è limi-tata a programmare la nascita e ilbacino di influenza dei mercaticoperti, ma ha lavorato sulle viecommerciali e sull’educazionedella cittadinanza. Ogni annoparte una importante campagnapubblicitaria pubblica in cui sispiega ai cittadini e alle nuovegenerazioni, l’importanza dei ne-gozi di vicinato e della difesa diquesti valori.” “L’effetto di questa scommessache ha giocato la città? Bè, lo sipuò vedere nella quantità di per-sone che frequentano le vie diBarcellona, anche in un giornoqualsiasi della settimana, soprat-tutto giovani e famiglie”.“I 39 mercati coperti, tra cui i fa-mosi Mercato di Santa Caterina e

la Bouqueria, sono i fulcri su cuisi muove la vita cittadina, gestitida pubblico e privato in perfettasinergia. Qui la concertazione èreale, le decisioni sono prese as-sieme, nel rispetto delle singolecompetenze. Il grosso dell’inve-stimento è stato fatto dal pubbli-co, ma il privato, per poter gode-re di queste migliorie è soggetto aregole ben precise ed è tenuto acompartecipare al bene dell’im-presa”.“All’interno dei mercati possia-mo vedere anche medie strutture,supermercati di quartiere, checompletano l’offerta commercia-le, ma la parte da leone la fannoi meravigliosi e specializzati ban-chi di frutta, di pesce , di spezie,di salumi e di carne. Un’apoteosidi colori, di sapori, dove nulla èlasciato all’immaginazione. Sonotantissimi competitors, uno afianco all’altro e devono cattura-re l’attenzione degli avventori,per cui la cura nel dettaglio, nel-la presentazione, nella ricercadell’eccellenza è maniacale. Puoitrovare un banco specializzato so-lo in spezie, così come fragole eciliegie dalle pezzature impossi-bili, presentati come dei gioielliin tutto il loro splendore”. “I mercati curano anche i servizialla clientela, dalle consegne adomicilio, ai parcheggi gratuitiper chi arriva in macchina, al ci-clo integrato dei rifiuti. La risto-razione completa l’offerta”. “La politica della lungimiranzapaga molto di più di quella delprofitto a breve degli oneri di ur-banizzazione che la grande di-stribuzione offre ogni qual voltaeffettua una nuova apertura”,conclude Prampolini. ●

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«Il sistema-Barcellona esalta la filiera ortofrutticola»

La rete organizzata dei 39 mercati della metropoli catalanameta di un recente viaggio di studio compiuto dalla Fida.

«Un modello vincente, l’Italia dovrebbe prendere nota»

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CorriereOrtofrutticolo DISTRIBUZIONE FLASHD

Vendite al dettaglio su-periori a 1,25 miliardidi euro (+7%), fatturatodi 874 milioni (+7%) eun patrimonio netto diquasi 530 milioni, coninvestimenti nell’arcodei dodici mesi di 43milioni di euro. È la fo-tografia del bilancio2012 di CommerciantiIndipendenti Associati,cooperativa del sistemaConad attiva in Romagna, Mar-che, Veneto e Friuli-Venezia Giu-lia.Regioni quest'ultime in cui asso-cia 206 negozi che ogni anno bat-tono 58 milioni di scontrini. Il si-stema CIA-Conad – tra dipenden-ti dei negozi, cooperativa e so-cietà collegate – dà lavoro a circa5.300 persone. Nonostante unoscenario competitivo durissimo ela crisi dei consumi che prosegueda sei anni, i quattro canali divendita (ipermercati E.Leclerc-Conad, superstore e supermercatiConad, negozi City) mantengonotutti numeri positivi. Nel 2013 sono previsti 53 milionidi euro di investimenti. Verrannoampliati i magazzini surgelati diCesena e quelli dei freschi a Forlì,dove a breve è attesa la conclusio-ne dell’iter amministrativo per ilnuovo magazzino secchi e il nuo-vo centro uffici, i cui lavori do-vrebbero partire entro la fine del-l’anno. Dopo la recente inaugu-razione dell’ipermercato di SanBiagio di Callalta, in provincia diTreviso, nel 2013 è prevista l’a-pertura di due superstore (a Por-denone e a Forlì, in via Bengasi)e l’ampliamento del negozio diPunta Marina, a Ravenna. La retecarburanti verrà estesa con l’a-pertura del distributore di Azza-no Decimo, presso Pordenone, el’ampliamento di quello di Faen-za.Intanto Maurizio Pelliconi, 45

anni, titolare del Conad La Filan-da di Faenza, è stato eletto nuovopresidente di Commercianti In-dipendenti Associati (CIA-CO-NAD), cooperativa di esercentiattiva in Romagna, Marche, Vene-to e Friuli-Venezia Giulia, doveassocia 206 negozi che realizzanooltre 1,25 miliardi di vendite.Subentra a Mario Natale Mezza-notte, uno dei titolari del super-store Conad Giardino di Forlim-popoli, al vertice di Commer-cianti Indipendenti Associati dal1991. Classe 1942, cooperatore sindall’età di 14 anni, Mezzanotte èsocio Conad dal 1967 e ha rico-perto anche la carica di presiden-te nazionale, dal 1995 fino a po-che settimane fa. Insieme a Pelli-coni il Consiglio della cooperati-va ha eletto il nuovo vicepresi-dente, Daniele Galluzzi, 60 anni,socio di Pesaro-Urbino. Nuovanomina a consigliere anche perEnrico Gaspari, 36 anni, titolaredel Conad di Castrocaro e Terradel Sole.Socio imprenditore dall’età di 24

anni, vicepresidente di CIA-Co-nad dal 2003, Pelliconi ha lancia-to numerosi punti vendita in Ro-magna ed è stato uno dei primiimprenditori della grande distri-buzione in Italia ad aprire un di-stributore di carburante.“Sostituire un punto di riferimen-to come Mario Natale Mezzanottenon sarà facile è un grande ono-re succedergli”, dice Pelliconi.

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CIA-CONAD

Vendite al dettaglio, fatturato e investimenti okMaurizio Pelliconi è il nuovo presidente

DISCOUNT

Si riduce la forbicedi prezzo con la Gd

Più di sei famiglie su dieci fannola spesa solo al discount. E i su-permercati tentano di riconqui-stare la loro quota di mercato ab-bassando i prezzi: nel corso del-l’ultimo anno, si è ridotta note-volmente la differenza dei prezzitra i discount ed i supermerca-ti/ipermercati tradizionali, pas-sando dal 35-40% degli anni pas-sati all’attuale 28%.È quanto rileva una ricerca del-l’O.N.F., Osservatorio NazionaleFederconsumatori. Una rileva-zione che non riguarda i prezzidei singoli prodotti, ma interessaesclusivamente il costo comples-

sivo della spesa, spesso moltoscontato grazie alle numeroseiniziative e promozioni attivatedai supermercati e dagli iper-mercati. Considerando lo stessopaniere di prodotti (ovviamentele marche non sono le stesse), laspesa settimanale di una fami-glia di 4 persone risulta pari a98,00 euro presso un supermer-cato (sfruttando, appunto, scontied offerte) e 70,26 euro presso undiscount, con un risparmio, pres-so quest’ultimo, del 28%.

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● Mirko Aldinucci

Vendite in flessione, selettività,grande attenzione alle innovazio-ni, interesse per il noleggio: i ca-relli elevatori attraversano un pe-riodo difficile, anche se nonmancano i distinguo: “Nel 2012 ein questo inizio 2013 siamo tor-nati ai livelli del 2009, che erastato un anno di stagnazione”, di-ce Loreno Leri, Head of Marke-ting & Intralogistics Services OmStill.“Il mercato è contratto anche seci sono segnali positivi: si voglio-no prodotti efficienti, ecologici,si ponte grande attenzione allasicurezza, a dimostrazione che ilè mercato attivo e non in statocomatoso. L’Italia, in particolare,è al vertice per i carrelli a batte-ria a dimostrazione della grandeattenzione posta all’aspetto am-bientale. Inoltre il mercato lo“fanno” ancora le aziende euro-pee, proprio perché si voglionocarrelli di qualità, performanti,sicuri”. La crisi non è vissuta in tutti gliambiti nella stessa maniera: “Lafase della distribuzione e della lo-gistica è quella meno colpita, sia-no in attesa di una ripresa del-l’industria. Il mercato assorbeper lo più macchine per il ma-gazzino”. “L’Italia soffre di più rispetto aGermania e Francia - prosegueLeri - ma meno di Spagna e Gre-cia; è stato per tanti anni il terzomercato d’Europa, in questo mo-mento vi è un testa a testa conl’Inghilterra. Sarà un 2013 diffici-le ma credo che prima o poi tor-nerà il sereno”.A livello di produttori di carrellila crisi si fa sentire in particolaresulle realtà di minor dimensione,che per sopravvivere debbonopuntare alla nicchie mentre haagevolato alcune aggregazioni.“Il settore ortofrutticolo è per noi

fonte di interesse, abbisogna diprodotti e necessità specificheche noi vogliamo soddisfare, hastandard quasi unici”, proseguel’esponente di Om Still. “E’ unsettore di riferimento anche per ivolumi importanti oltre che esse-re stimolante. Richiede soluzioniparticolari come le bilance perpesare sui carrelli…”. Una soluzione interessante percontenere i costi di gestione, èquello del noleggio dei carrelliper chi li utilizza saltuariamente.Nel mercato italiano vale circa il40% dei prodotti immessi sulmercato; “il ciente preferisce pa-gare un servizio che fare un inve-stimento e doverlo gestire”, spie-ga Leri. Un fenomento che sta in-crementando il parco usato; imezzi vengono certificati da OmStill e reimmessi sul mercato sud-

divisi in tre fasce (Gold, Silver eBronzo), a seconda dell’utilizzoche ne è stato fatto, con la possi-bilità di avvalersi quindi del car-rello sostenendo investimentipiù contenuti. Francesco Garotti, direttore ge-nerale di Montini non nascondeche il settore dei carrelli elevato-ri risente della grave crisi econo-mica dei mercati internazionalie della frenata dell’economia glo-bale: “l’instabilità di mercato, ilperdurare della performance ne-gativa del mercato domestico, laforte pressione sui prezzi dellematerie prime e la competizionetra i vari soggetti - afferma - han-no provocato, in generale, un net-to calo dei fatturati, lo scorso an-no. E questa, purtroppo, è la ten-denza del primo semestre del2013 mentre la prospettiva per i

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Carrelli elevatori, mercato tiepidoOk noleggio e modelli ecologici

2012 e inizio di 2013 particolarmente difficile nel compartoma gli operatori colgono segnali di vitalità.

Aspetto ambientale sempre più rilevante

In alto Francesco Garotti; sotto Loreno Leri e Marco Minotti con i due figli

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prossimi mesi non è certo positi-va”.“Nonostante ciò - prosegue Garot-ti - l’anno passato si è chiuso perMontini con un andamento ab-bastanza positivo, nel senso chele vendite effettuate per le azien-de del settore agroalimentare ita-liano sono quelle che hanno te-nuto e “rimediato” al calo regi-strato negli altri settori”.Le vendite all’estero ed in Europain particolare si sono posizionatead un livello del 20% del fatturatototale. “Le scelte strategiche mes-se in atto da “MONTINI” per farfronte ai problemi dati dalla crisieconomica puntano soprattuttosull’offerta di prodotti e di servizidal valore aggiunto”.“Il 2012 è stato migliore del 2011ma l’inizio di quest’anno è nega-tivo, nei primi tre mesi si è regi-strato un -10% nelle vendite diprodotti da interni, frontali elet-trici e frontali termici, rispettoall’analogo periodo del 2012”, di-ce Gian Carlo Rondinini, presi-dente della ravennate Icem cheha lo scorso anno ha fatturato cir-ca 5 milioni di euro, il 60% deri-vante da vendite all’estero.“Negli ultimi anni abbiamo au-mentato la propensione all’ex-port, fino a quattro anni fa ilcommercio interno era prepon-derante”, prosegue Rondinini.“Il momento sicuramente è deli-

cato, forse se ci fossero incentiviil comparto si rimetterebbe inmoto e si tornerebbe a vendere. Aessere in difficoltà non è solo ilmercato italiano, anche nel restod’Europa abbiamo registrato un“rilassamento”. Difficile fare pre-

visioni, forse adesso abbiamo toc-cato il punto più basso..”.“Nel 2012 il mercato ha registratoun forte calo di vendite di tran-spallet elettrici nuovi, un calo deiprezzi e una forte svalutazionedel mercato usato e ricambi/assi-

Montini per far fronte ai problemi dati dalla crisi economica pun-ta soprattutto sull’offerta di prodotti e servizi dal valore aggiunto: - presentazione del modello “BINGOplus N 250 COMPACT.P XL”(ideale per il lavoro nei magazzini da frutta, in corridoi di stivag-gio ristretti e celle frigorifere poiché compatto nelle ridotte dimen-sioni di lunghezza e larghezza).Portata: 1.600 kg a 6.950 mm di alzata a baricentro 500 mm.Dotato di Super Sterzo Montini per lavorare con la massimamaneggevolezza, poiché equipaggiato di serie con assale posterioresterzante fino a 101 gradi.Può essere equipaggiato con batteria fino a 80V/775Ah e con cari-ca batteria “Super Charger”, per ottenere un’autonomia di lavorofino a 12 ore);- presentazione della nuova serie di carrelli elevatori “BINGOZINC”;- presentazione del modello “BINGOplus N 123 .H Light 700“ e“BINGOplus N 163 Light 1100” (trattasi dei carrelli MONTINI“leggeri”, ma con una buona portata nominale).I loro minimi pesi complessivi a vuoto di soli 2150 kg (per ilmodello 123) e 2500 kg (per il modello 163) permettono di operarein soppalchi rispettando, in tutta sicurezza, le portate degli stessisoppalchi); - vendita di carrelli elevatori con Servizio di Assistenza Tecnica;- servizio di monitoraggio delle batterie, tramite il sistema GPRS(via internet), per ridurre tempi e costi delle manutenzioni.

Montini fa... Bingo Prodotti e servizi ad alto valore aggiunto

Jungheinrich espande la presen-za in Cina con l’apertura di unnuovo stabilimento produttivo aShanghai.La decisione segnala, al contem-po, la volontà dell’azienda di in-vestire fortemente nello sviluppodi nuovi modelli per ampliare,nel medio periodo, la propriaquota di mercato complessivanel segmento dei carrelli elevato-ri con motore a combustione - che in Cinarappresentano oltre il 75% del mercato - domina-to ad oggi dai concorrenti Toyota e Kion. Con 73.000 carrelli elevatori prodotti a livello glo-

bale da Junheinrich nel 2012, ilvero core business dell’azienda ècostituito da carrelli a trazioneelettrica, venduti soprattutto inEuropa occidentale, mentre sola-mente il 5 percento della produ-zione è rappresentata da modellia combustione.Grazie anche al nuovostabilimento cinese, Jungheinri-ch si pone come obiettivo il rad-

doppio di tale percentuale nell’arco dei prossimicinque anni, puntando ad una crescita della pro-pria quota di mercato nel segmento pari all’1-2%su base annuale.

Jungheinrich si espande in Cina: stabilimento produttivo a Shanghai,l’obiettivo è raddoppiare la quota di modelli a combustione

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stenza”, sottolinea Marco Minot-ti, titolare di Carrellificio Cese-nate.“L’inizio del 2013 continua a regi-strare forti malumori sia nellaclientela che nei nostri concor-renti; l’andamento dei primi tremesi è stato ancora di calo e amio parere a fine anno avremo, alivello generale, un sostanzialepareggio con il 2012”.Carrellificio Cesenate lavora peril 95% in Italia.“Oramai il mercato richiede unservizio a 360 gradi”, spiega Mi-notti: “All’inizio del 2000 si ac-quistavano macchine che facesse-ro bene il lavoro; ora non solo ri-chiedono macchine prive di di-fetti, ma soprattutto un service aloro disposizione e finanziamen-ti all’“acquisto”: leasing, noleggisoprattutto, oltre a dilazione dipagamenti che fino a due anni fanessuno autorizzava”.“Il nostro cliente tipo vuole una

macchina specifica per l’ortofrut-ta; di qualità; bella e performan-te. Il 2013 è molto positivo per inostri transpallet elettronici conpedana modello Joker e per le bi-ci da mercato (carrelli a tre ruo-te). Per noi l’anno in corsoè di crescita. Con le mac-chine che andremo a conse-gnare entro il 31 giugno pa-reggeremo la produzionedel 2012. I transpallet elet-trici JOLLY e JOKER pre-sentati al Macfrut 2012 stan-no avendo molto successo:siamo molto orgogliosi de-gli sforzi fatti nel progettodurato quasi tre anni. Se-gno comunque che il mer-cato in flessione numerica,recepisce molto volentieri dellemacchine di nuova concezione”.“Il 2012 ha registrato un fatturatopiuttosto scarso rispetto ai nostristandard con poca produzione dimacchine elettriche e grandi nu-meri di transpallet manuali”,conclude Minotti. “Quest’anno laprospettiva è di fatturato è+22/28%”. L’anno scorso Carreli-ficio Cesenate ha presentato trenuovi transpallet elettrici: Jolly,Joker, Jiant. ●

CorriereOrtofrutticolo LOGISTICAL

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Il 18 aprile, Linde Material Handling Italia, società controllata daLinde Material Handling GmbH, uno dei maggiori produttorimondiali di carrelli elevatori frontali e gamma da magazzino, hainaugurato la nuova filiale diretta a Bologna.Operativa da settembre 2012, la nuova sede è situata a Castel Mag-giore ed è al servizio delle province di Bologna, Ravenna, Forlì Ce-sena, Pesaro Urbino, Rimini e Repubblica di San Marino.Durante il battesimo della nuova filiale sono state presentate leformule di acquisto e noleggio, oltre ai servizi di assistenza postvendita ed alle tecnologie che accompagnano l’evoluzione degliultimi modelli dei carrelli elevatori frontali e gamma da magazzi-no.La nuova sede, a pochi mesi dall’apertura, occupa oltre 12 addettinei settori del servizio post vendita, vendita e back office.Nonostante le importanti flessioni del mercato interno, Linde MHGmbH ha ritenuto opportuno proseguire il rilevante piano di svi-luppo che prevede un’ulteriore integrazione dell’organico fino a20 unità nel corso del 2013. Andrea Lusvardi, direttore Business &Development di Linde MH Italia, dichiara: “La consapevolezza del-l’unicità dei nostri prodotti, corredati di servizi confezionati perle specifiche e diverse esigenze di ciascun cliente, rappresenta lamolla al nostro determinato piano d’investimenti che vedrà LindeItalia incrementare progressivamente la propria quota sul mercatonazionale”.Linde ha presentato sul mercato la nuova generazione di carrelliretrattili R14/R20 con una portata da 1,4 t a 2 tonnellate. I nuovi carrelli permettono una movimentazione ancora più pro-duttiva delle merci all’interno dei magazzini, mentre le nuove so-

luzioni tecniche rendono ilveicolo più confortevole, po-tente, sicuro e di semplicemanutenzione. L’ampia scel-ta di montanti, batterie, telaied equipaggiamenti specialipermette, inoltre, di offrire alcliente soluzioni su misuraderivate direttamente dallaproduzione di serie.I carrelli sono in grado diraggiungere un sollevamentodi 13 metri, così da poter uti-lizzare ulteriori posti-pallet.

Durante il processo di sviluppo dei nuovi carrelli retrattili, Lindeha concentrato la propria attenzione sul miglioramento dell’ergo-nomia. Le migliorie introdotte riducono lo stress per il conducen-te e contribuiscono a salvaguardare la sua salute. Gli operatoripossono regolare la console di comando, il volante, il display, ijoystick ed il bracciolo, in modo da adattare perfettamente il postodi guida alle proprie esigenze. Le vibrazioni causate da superficiirregolari, dossi o pavimentazioni danneggiate vengono ridotte alminimo grazie ad un sedile ammortizzato ad aria, che permetteanche la regolazione in altezza. In relazione al peso dell’operato-re, è anche disponibile il posizionamento automatico ottimale del-la corsa del sedile.

Linde investe e apre a Bologna Nuova generazione di carrelli retrattili

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Aumentano i traffici di frutta alporto di Savona. Secondo l'anali-si dell'Autorità Portuale savonesenel periodo gennaio-maggio 2013i traffici si sono chiusi con unadifferenza di 105.323 tonnellate,pari al -2%, rispetto allo stesso pe-riodo dello scorso anno. Si è veri-ficato un minor traffico di greg-gio (-7.2), raffinati (-30.2%) e al-tre (biocarburanti, -54.2%), da ad-debitarsi per la quasi totalità a unminor consumo del settore indu-striale.Tiene positivamente il trafficodelle rinfuse solide: quadruplica-to il movimento di minerali e ilmovimento di combustibili mi-nerali solidi (+20.9%), mentre inperdita sono risultate le rinfusealimentari (granaglie etc. -29.9%)e le altre (coke di petrolio etc., -40.2%). Buono il risultato dallemerci convenzionali che chiudo-no a +9.8%: con i minerali piùche raddoppiati rispetto alloscorso anno, i rotabili +38.6%, lafrutta +6.5% e forestali + 1.9%,negativi soltanto i dati della mer-ce in container (-11.1%) e le altremerci varie (-4.7%). In ripresa ilsettore dei container, dopo uninizio 2013 negativo: il trend amaggio ha registrato + 13% ri-spetto al 2012.

Spagna, giù le tasse portuali Il ministro spagnolo dello Svilup-po, Ana Pastor ha annunciatoche il governo di Madrid ridurràentro quest'anno le tasse portualiper favorire il commercio delPaese. Pastor ha segnalato che laSpagna ha un sistema portuale diinteresse generale con un grandepotenziale di crescita, con lamaggior parte dei porti risanati ein buona situazione economica.L’annuncio del ministro è un col-po ad effetto che non può che su-scitare l’invidia degli operatoriitaliani, che quest'anno hannosubito un aumento medio delletasse portuali pari al 30%.Ma si può fare un paragone fraItalia e Spagna? Come vanno dav-vero le cose sull'altra sponda delMediterraneo occidentale? A giu-dicare dai dati disponibili, sem-bra proprio che la politica spa-gnola, che sta facendo di tuttoper favorire i propri porti, stiadando frutto. Basterebbe guarda-re l'andamento del traffico negliultimi dieci anni per vedere il re-cupero effettuato nel settore con-tainer. Ad aprile, ha spiegato Pa-stor, le operazioni di import-ex-port in Spagna sono aumentatedel 6,5% migliorando del 20% i ri-sultati delle Autorità portuali. ●

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CorriereOrtofrutticoloLogistica

Porti, a Savonatransita più frutta

Traffico in crescita del 6,5% nei primi cinque mesi del 2013Intanto la Spagna, spinta dai buoni risultati dei container,

si accinge a ridurre le tasse portuali

La complessità dell’attualescenario impone alle aziendescelte economiche e strategi-che improntate a massimiz-zare l’efficienza, riducendo alcontempo i costi. Una delle più recenti eimportanti innovazioni OmStill in tal senso è ilprogramma Blue-Q che, aseconda dell’impiego edell’attrezzatura, garantiscerisparmi del 10-20% nei con-sumi di energia attraversouna gestione intelligente del-le curve caratteristiche, conconseguente ottimizzazionedella trazione. Nel caso di uncarrello elettrico con una

portata di 1,6t, impiegato per5 anni su tre turni, ciò si tra-duce in un risparmio di valu-tato da Om Still in 2.500 eu-ro. E dal conteggio sono statitralasciati gli altri effetti diriduzione dei costi dovuti al-la minor usura. Questorisparmio si traduce inoltrein minori emissioni di CO2relative alla produzione dicorrente elettrica. Ma la mo-dalità Blue-Q non influenzasolo il comportamento diguida, bensì anche il disinse-rimento intelligente di uten-ze elettriche. A seconda delladotazione e impiego, proprioqueste utenze secondarie (lu-ci, riscaldamento elettrico,tergicristalli…) sommate traloro contribuiscono anche si-no al 35% del consumo totale(carrello elettrico). Ilprogramma Blue-Q è monta-to di serie su tutti i carrellifrontali della serie RX.

Om Stillpunta su Blue-Q

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Sorridono, nonostante la crisieconomica, i conti del GruppoBonduelle e di Bonduelle Italia.La conferma dello stato di salutedel Gruppo agro-industriale, spe-cialista mondiale nelle verdure, èarrivata da Jean-Bernard Bon-duelle, direttore Relazioni Ester-ne e sviluppo Sostenibile delGruppo Bonduelle, e da UmbertoGalassini, amministratore dele-gato di Bonduelle Italia in occa-sione del recente Open Day Bon-duelle. Secondo i due top manager, il2,4% di incremento nel fatturato2012 del Gruppo Bonduelle, cheha raggiunto quota 1,7 miliardidi euro, unitamente all’aumentodell’utile operativo (101 milionidi euro) e dell’utile netto (48 mi-lioni di euro) rispetto al 2011, sispiegano con le doti di resilienzadell’azienda, ma anche con gliinvestimenti fatti nello svilupposostenibile che stanno alimen-tando l’innovazione, l’efficienzae la produttività, consentendo aBonduelle di cogliere le opportu-nità di crescita presenti nello sce-nario economico internazionale.Jean-Bernard Bonduelle (nella fo-to sopra), rappresentante della se-sta generazione della famigliaBonduelle, ha sottolineato come,fin dal 2002, il Gruppo stia perse-guendo obiettivi di sostenibilitàcoerenti con la mission azienda-le, ovverosia essere referentemondiale che assicura il benesse-re attraverso l’alimentazione ve-getale, per rispondere a tre gran-di sfide globali: nutrire l’umanitàsalvaguardando il pianeta, mette-re l’uomo al centro del progettoeconomico e controllare e ridur-re l’impatto ambientale.Bonduelle ha illustrato i risultatiraggiunti nella sostenibilità so-ciale, nella riduzione dell’impat-to ambientale delle attività agri-cole e nell’uso responsabile dellerisorse naturali. Nei confronti

dei dipendenti spiccano le misu-re assunte sulla sicurezza sul la-voro, con il tasso d’incidenza de-gli infortuni passato dal 39,7 del2002 al 18,76 del 2012. Inoltre, l’e-quità e l’inclusività delle lineeguida del Gruppo in materia dicontratti di lavoro trovano ri-scontro nel fatto che tra il 2011 eil 2012 la presenza di dipendentiportatori di disabilità ha toccatoil 10,65% contro il 7,76% del pe-riodo 2010-2011.Per quanto riguarda le attivitàagricole, gli obiettivi del GruppoBonduelle consistono nell’esten-dere al 100% delle aziende agrico-le partner la sottoscrizione dellaCarta degli Approvvigionamenti,documento vincolante che fissain dettaglio i parametri per lacorretta gestione delle coltivazio-ni, ma anche nel ridurre del 20%l’impiego di fitosanitari entro il2015 e nel proseguire le collabo-razioni scientifiche in campoagronomico, specie nell’ambitodello sviluppo di modalità diagricoltura integrata.Sul piano del rispetto e della sal-vaguardia delle risorse ambienta-li, i risultati raggiunti dal Grupponel periodo 2011-2012 possono es-sere sintetizzati nella riduzionedel 6% di energia elettrica, del

14% dei consumi idrici per ton-nellata di prodotto lavorato, non-ché nel riciclaggio a fini energe-tici del 73% dei rifiuti industrialinon pericolosi prodotti dalle la-vorazioni, con l’obiettivo di arri-vare al 80% entro il 2015. Jean-Bernard Bonduelle, inoltre, hasottolineato come il Gruppo sistia muovendo sul fronte dell’ot-timizzazione del packaging al fi-ne di ridurre la produzione di ri-fiuti da avviare a smaltimento,con risparmi pari a 155 tonnella-te di cartone ottenuti nel seg-mento dei surgelati, un taglio del11% nei consumi di film plasticonel Fresco confezionato e nuovesoluzioni applicate alle conserveche, a regime, porteranno a ri-sparmiare fino a 90 tonnellateannue di imballaggi. Autentichesfide appaiono gli obiettivi di ri-duzione della carbon footprintcomplessiva dei prodotti, conl’abbattimento di 3.000 tonnella-te nelle emissioni di CO2 da con-seguire nel biennio 2012-2013,l’ottimizzazione delle piattafor-me logistiche e l’uso di alternati-ve al trasporto su gomma.Galassini ha rimarcato la soliditàfinanziaria della filiale italiana,che ha chiuso il 2012 con un fat-turato di 224,5 milioni di euro eha mantenuto stabili i livelli dioccupazione. Ha messo in lucecome gli ingenti investimenti ef-fettuati negli ultimi anni, in par-ticolare per la ricostruzione dellostabilimento di IV Gamma di SanPaolo d’Argon. Ha citato poi sen-so la confezione eco-friendly diAgita & Gusta che consente untaglio delle emissioni di anidridecarbonica del 40% rispetto allaversione precedente. ●

CorriereOrtofrutticolo QUARTA - QUINTA GAMM

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Bonduelle, non solo businessParola d’ordine sostenibilità

Il gruppo che nel 2012 ha incremento fatturato (+2,4%) e utile operativo, investe sull’asset-ambiente per consolidarsi

in Italia così come negli altri mercati di riferimento

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● Antonio Felice(da Helsinki)

Il Wuwm serve a qualche cosa? Larisposta più probabile è sì, per-ché l’Unione mondiale dei Mer-cati all’Ingrosso e dei Centriagro-alimentari è l’unico raccor-do internazionale tra Mercati euna volta all’anno, nel corso del-l’assemblea generale, che si svol-ge ogni anno in una città diversa,offre l’opportunità di un fonda-mentale scambio di informazio-ni sullo stato di salute del settorea cui si rivolge. Eppure l’Italia snobba il Wuwm,commettendo un errore non dapoco, sotto il profilo strategico,per la stessa tenuta del sistemaitaliano dei Mercati. Infatti, an-che i Mercati sono nella globaliz-zazione e se il loro raccordo in-ternazionale è debole ciò indebo-lisce inevitabilmente anche i sin-goli sistemi nazionali.All’ultima assemblea generaledel Wuwm, lo scorso maggio aHelsinki, era presente per l’Italiail solo Mercato Agro-Alimentaredi Padova. Un atteggiamento na-zionale di questo genere compor-ta inevitabilmente che l’Italia -nonostante l’ottima figura fattada Padova a Helsinki grazie agliinterventi di Francesco Cera e Al-lberto Filippino - pesi pochissi-mo nel Wuwm. Eppure l’Italia ha un sistema diMercati tra i più forti al mondo,almeno sotto il profilo della mo-dernità delle strutture. Di conse-guenza, ancora una volta, il no-stro Paese è stato tagliato fuoridalle cariche rappresentative delWuwm rinnovate a Helsinki. Ed èun vero peccato, un peccato dimiopia.Il 25 maggio a Helsinki alla cari-ca di presidente è stato nominatolo spagnolo Manuel Estrada-No-ra, capo a Madrid del Diparti-mento internazionale di Mercasa

(l’organizzazione dei mercati al-l’ingrosso spagnoli). Guarda unpo’, uno spagnolo (e poi ci la-mentiamo se la Spagna ci batteormai su tutti i mercati mondialiin termini di vendite, le quali inparte dipendono anche dall’orga-nizzazione generale che un siste-ma-Paese riesce a darsi all’este-ro). Alla vicepresidenza è statonominato il tedesco Torsten Be-rens, direttore generale del Mer-cato di Amburgo. E’ stato ancherinnovato, parzialmente, il comi-tato direttivo del Wuwm, dovenon trova posto nessun italiano.All’assemblea hanno partecipato120 dirigenti di mercato prove-nienti da 30 Paesi su 200 membriaderenti all’Unione.Manuel Estrada-Nora ha espressol’intenzione di valorizzare il ruo-lo del Wuwm a livello internazio-nale nella promozione del ruolodei Centri agro-alimentari e nel-lo scambio di idee e esperienzetra gli associati finalizzate ad ac-crescere l’efficienza dei Mercati.Estrada-Nora e Berens resterannoin carica due anni.

All’assemblea di Helsinki ilMAAP ha presentato l’unica rela-zione italiana, molto seguita, il-lustrata dal direttore FrancescoCera e dal direttore dell’Associa-zione grossisti Alberto Filippino.Il MAAP è stato riconosciuto co-me caso interessante, a livello in-ternazionale, per la sua organiz-zazione generale e i servizi cheha saputo sviluppare per i suoigrossisti e a supporto delle espor-tazioni. Tre gli elementi che han-no caratterizzato la relazione deidue dirigenti padovani: il concet-to di ‘carico misto’ che dà il sen-so della definizione del mercatoall’ingrosso come piattaforma lo-gistica; la prima ‘filiale’ apertaall’estero; il dinamismo delGruppo Grossisti e i servizi svi-luppati dal GROCED.L’organizzazione dei grossisti è lavera forza del MAAP e questo èstato un concetto abbastanza ri-voluzionario per l’assemblea diHelsinki. Ma anche la specializ-zazione nel realizzare i cosiddetticarichi misti ha sollevato interes-se. Ciò significa che il mercato di-

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Wuwm casa comune dei MercatiMa all’Italia interessa poco

Solo il Maap di Padova a rappresentare il nostro Paeseall’assemblea generale di maggio dell’Unione mondialedei Centri agroalimentari. Nessun italiano nel Direttivo

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venta una naturale piattaformaredistributiva dove viene svoltauna vera e propria attività di‘cross docking’; il MAAP racco-glie sulle proprie piattaformequantità notevoli di prodotti fre-schi ed è in grado di riassemblar-li e prepararli per la spedizioneorganizzando pallets di prodottimisti, già pronti per i punti ven-dita di smercio. Un ulterioreaspetto che ha contribuito allosviluppo dell’attività di export èdato da un approccio alla venditache premia più il servizio e lacollaborazione con il cliente chenon la parte meramente com-merciale. Ciò significa garantire:controlli di qualità dei prodotti;estrema velocità di fornitura dal-l’ordine; definizione e gestioneconcordata del prezzo di venditache è spesso franco partenza. Daevidenziare, poi, un altro aspettoimportante per la garanzia dellavelocità ed efficienza logisticadel sistema di esportazione ovve-ro la flessibilità negli orari dimercato garantita dall’Ente ge-store. Infine il MAAP ha illustra-to la sua recente ‘operazione-co-raggio’: la nuova società MAAPAlbania con sede a Tirana. La so-cietà, partecipata dall’Ente gesto-re padovano, dal Gruppo Grossi-sti del Mercato e da un socio al-banese, è nata nell’intento di te-stare e sviluppare un nuovo for-mat sperimentale di approccioper incrementare l’esportazioneverso l’estero. Un format che pre-vede di creare veri e propri avam-posti all’estero, da utilizzarsi qua-li vere e proprie piattaforme logi-stiche per gestire l’esportazione.Ciò anche per contenere la forteconcorrenza in tal senso svilup-pata da Paesi competitors dell’Ita-lia per le aree dell’Est Europa, inparticolare Spagna e Turchia. In conclusione, la relazione pa-dovana è stata un segnale per tut-ti: è finita l’éra degli enti gestoridi mercati all’ingrosso che aspet-tano la fine del mese per tirarel’affitto dai grossisti. Oggi ci vuo-le di più, molto di più, pena la fi-ne stessa dei Mercati.

editor @greenmed.eu

Sono previsti in calo i volumi dipesche e nettarine quest’estate. Aseguito della riunione del gruppodi lavoro della Commissione Eu-roepa dedicato ai due prodotti or-tofrutticoli tenutasi recentemen-te a Bruxelles, le prime proiezio-ni sono state riviste al ribasso ri-spetto alle prime previsioniespresse in occasione di Europe-che nell’aprile scorso che davanovolumi in crescita rispetto al2012.Secondo i rappresentanti delgruppo si stima una riduzionedel 4,6% della produzione di net-

tarine nell’Unione Europea, ri-spetto alla campagna del 2012, euna riduzione del 7,9% nel rac-colto di pesche. Per le nettarine imaggiori cali produttivi attesi inquesta campagna riguardano laFrancia, con il 19,7% in meno el’Italia, con il 9% in meno.Note negative in particolare perle pesche per le quali è atteso undeclino generale: in Italia si sti-ma il 9% in meno di raccolto. Lanotizia, riportata dall’associazio-ne degli esportatori ortofrutticolispagnoli Fepex, desta preoccupa-zione tra gli addetti ai lavori. ●

Volumi in caloRiviste al ribasso le stime riguardanti i volumi

di pesche e nettarine nell’Unione Europea.L’Italia potrebbe far segnare una flessione del 9%

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Numeri confortanti per Medfel,la fiera dedicata all’ortofrutta chesi è tenuta a Perpignan (Francia)dal 22 al 24 aprile scorsi. La ras-segna internazionale, pur essen-do di medie dimensioni, ha con-fermato un suo ruolo per il com-parto ortofrutticolo nel Mediter-raneo: nell’edizione di quest’an-no, in cui l’Egitto e gli agrumierano i protagonisti, ha visto unaumento dei visitatori del 13%.Sono stati 141 i buyer internazio-nali provenienti da 40 Paesi ditutto il mondo. Il numero diespositori è arrivato a 225, pro-duttori, trasportatori e operatoridi logistica di frutta e verdura fre-sca provenienti dai Paesi di tuttoil Mediterraneo. La fiera ha orga-nizzato 3.840 appuntamenti b2b,13 conferenze e previsioni di rac-colta (tra cui Europeach) condot-te da esperti di fama internazio-nale e un concorso per la miglio-re comunicazione degli esposito-ri. La forza di Medfel è la buona or-ganizzazione che gli sta alle spal-le e l’importante posizione diPerpignan nel commercio orto-frutticolo della Francia. L’orga-nizzazione fa capo all’agenziaSud de France Developpement,braccio operativo della RegioneLanguedoc-Roussillon. La posi-zione di Perpignan si spiega poicon il fatto che è proprio Perpi-gnan lo snodo logistico per l’or-tofrutta non solo della regione incui si trova (sede di una forte pro-duzione) ma per l’ortofrutta chedal Marocco risale in Europa at-traversando la Spagna e che aPerpignan, in particolare nellapiattaforma di Saint Charles, vie-ne smistata per le diverse desti-nazioni europee.Soddisfatta dell’andamento dellafiera Chantal Passat, responsabiledella filiera agro-alimentare diSud de France, e quindi principa-le referente organizzativa: “Pos-

siamo dire che Medfel tiene inquesto periodo non facile per l’e-conomia europea e quindi ancheper le manifestazioni fieristiche -ci ha detto -. Abbiamo avuto piùvisitatori che nelle precedenti treedizioni e abbiamo riempito tut-ta l’area espositiva a disposizio-ne. Ma il significato di Medfel vaoltre le cifre. Il nostro è un in-contro annuale che deve darel’occasione di lavorare insiemetra nord e sud del Mediterraneo.E quest’anno abbiamo avuto mol-ti incontri b2b qualificati chehanno dato concretezza a questoconcetto strategico, perché han-no confermato che c’è una do-manda e c’è un’offerta”.Su questa base (sviluppare il bu-siness mediterraneo) il Medfelintende crescere nel prossimo fu-turo. Il punto di partenza è soli-do. Ed è un segnale anche perMacfrut, che si sta muovendo invarie direzioni per la sua cresci-ta, in cerca di un’identità inter-nazionale.La rappresentanza italiana a que-sta fiera francese è stata soprat-tutto incentrata sul CSO, il Cen-tro Servizi Ortofrutticoli di Ferra-ra, che attorno al logo ‘Italy the

beauty of quality’, ha riunito inuna stessa area espositiva Apo-fruit, Canova, Ghelfi, Frutta C2,Macfrut, Mazzoni e Unitec. “Med-fel ha risposto alle aspettativeche avevamo”, è stato il commen-to di Federico Milanese, respon-sabile per il CSO delle iniziativeall’estero. “Interessante la pre-senza così numerosa di buyersesteri, ci saremmo aspettati qual-che azienda francese in più, traquelle che contano. Ma questa ri-mane un punto di riferimentocome fiera di eccellenza per laFrancia, nonostante certe lacune.Per questo ritengo ci saremo an-che nel 2014 per portare avanti ilmessaggio racchiuso nel nostromarchio di filiera Italy thebeauty of quality”.Elisa Macchi del CSO ha premutoin ambito Areflh (l’Associazionedelle regioni ortofrutticole euro-pee) per lo spostamento della fie-ra da aprile a maggio in modoche il lavoro di studio sulle previ-sioni produttive della frutta esti-va possa presentare, in occasionedella prossima edizione di Med-fel, dati più completi e affidabilidi quanto non sia potuto avveni-re quest’anno. (AF)

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Organizzazione e... posizioneMedfel si conferma su buoni livelli

Numeri confortanti per la fiera dell’ortofruttadi Perpignan che dal 22 al 24 aprile ha registrato

un aumento di espositori, visitatori e buyer

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Pomodoro scalzato dal peperone:ad Almeria, in Spagna, dopo an-ni, nelle classifica dei prodottipiù esportati l’oro rosso perde ilprimato. Nei primi due mesi del-l’anno infatti il peperone è statoil prodotto ortofrutticolo mag-giormente inviato all’estero perun valore di 156,8 milioni di eu-ro, pari al 24,1% del totale espor-tato. Al secondo posto il pomodo-ro con 156,5 milioni di euro, se-guito dal cetriolo (14,8%), dallozucchino (6,7%) e dalla melanza-na (4,6%). L’export di Almerianei primi sessanta giorni del2013 ha raggiunto 498,2 milionidi euro, con un incremento del3,04% rispetto al 2012. La Germa-nia è il primo Paese di destina-zione, con il 31,4%, poi Olanda,con il 13,8% e Francia (12,9%).

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SPAGNA

Almeria, peperone nuovo re dell’export

FRANCIA

Cap Seine acquista Pom’Alliance

Cap Seine rileva i leader francesidelle patate fresche e delle patatee verdure cotte sotto vuoto. Lacooperativa francese, con sedenel dipartimento Haute-Nor-mandie, specializzata in cereali esemi oleosi con un fatturato di716 milioni di euro, volendo di-versificarsi e dipendere menodalle esportazioni di cereali, CapSeine è entrata sul mercato dellepatate e delle verdure.Lo ha fatto con l’acquisizione diPom’Alliance, numero uno dellepatate fresche e Lunor, al top perpatate e verdure sotto vuoto.Pom’Alliance raccoglie e com-mercializza 250.000 tonnellate dipatate ogni anno, il 40% dei qua-li destinato all'esportazione. Ilsuo fatturato è di 100 milioni dieuro l’anno. Lunor ha un girod’affari di 47 milioni di euro.

GERMANIA

Biologico, vendite su Superfici insufficienti

Il biologico è in forte espansionein Germania, ma i produttori te-deschi non sono in grado di sod-disfare la crescente domanda.Gran parte del cibo bio è quindiimportato. Questo è il risultato diuno studio dell’Università diBonn. Le vendite sono triplicatenel periodo dal 2006 al 2012. I te-deschi spendono più di 7 miliar-di di euro l’anno, con una mediadi 73,60 euro pro capite. La su-perficie produttiva è solo raddop-piata e ora copre il 6,3%.

COSTARICA

Accordo di liberoscambia con il Perù

CANADA

Il gelo distruggei pomodori

L’assembea legislativa del Costa-rica ha approvato l’accordo di li-bero scambio con il Perù. Il mi-nistero del Commercio Esterodel Paese centroamericano hacelebrato la votazione eviden-ziando le opportunitá derivantidall’accordo per le Pmi dei duepaesi. In America Latina si mol-tiplicano gli accordi di liberoscambio per cogliere le opportu-nità derivanti dalla crescenteapertura internazionale. L’ac-cordo prevede il reciproco acces-so in regime preferenziale deibeni podotti nelle zone franche.In particolare, l’intesa copre cir-ca il 68,2% dei beni esportati dalCostaria ed il 76,2% dei beni im-portati. Il governo del Costaricapunta a far parte dell’Alleanzadel Pacifico che annovera Cile,Colombia, Messico, Perú.

La regione di Leamington, notacome la capitale canadese del po-modoro, è appena stata colpitada un’ondata di gelo distruttiva.Nella regione, quella più a suddel Canada sul lago Erie, ci sonograndi coltivazioni di pomodoroe un impianto della società ame-ricana Heinz. Il gelo ha danneg-giato tra il 10 e il 30% delle colti-vazioni di pomodori. La maggiorparte dei produttori non ha ab-bastanza piante per sostituirequelle che sono gelate. La raccol-ta sarà dimezzata.

VENEZUELA

Progetti comunicon Cuba

I governi di Cuba e Venezuelahanno annunciato un importan-te programma di investimenti darealizzare nel 2013. La XIII riu-nione intergovernativa che harafforzato la collaborazioen tra idue paesi. Nel 2013 si prevede larealizzazione di 51 progetti co-muni nei settori del trasporto, sa-lute, formazione, alimentazione,costruzione per un valore com-plessivo pari 2 miliardi di dolla-ri. Il presidente cubano Raúl Ca-stro ed il presidente venezuelanoNicolás Maduro hanno firmatoun accordo per sviluppare unagenda economica bilaterale amedio e lungo termine cherafforza l’allenza strategica tra idue paesi dell’America Latina.Dal 2000 il Venezuela ha avviatouna collaborazione con l’isolacaraibica.

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Dopo il blocco delle esportazionivietnamite di basilico Thai(“hung que” in vietnamita), pe-perone, sedano, zucca amara(“muop dang”) e coriandolo lun-go (“ngo gay”) per non confor-mità alle norme fitosanitarie eu-ropee, dal Paese asiatico riprendel’export di molta frutta e verduraverso il vecchio continente.Il divieto sarà revocato il 30 giu-gno prossimo, ha specificato l’A-genzia di quarantena delle piantee il Ministero dell’Agricoltura.Nel 2012 il Vietnam ha esportatoper un valore di più di 10 milionidi dollari, 11,7 volte in più rispet-to al 1997 e 5,5 volte in più ri-spetto al 2003. Quest’anno il valo-re dell’export, grazie al miglior-mento qualitativo, potrebbe arri-vare a 1 milione di dollari.

M a g g i o 2 0 1 360 www.corriereortofrutticolo.it

VIETNAM

Revocato il bloccodell’export verso l’Ue

BELGIO

Leader europeo perle verdure surgelate

Con una quota del 27,6%, il Bel-gio è il più importante produtto-re europeo di verdure surgelate:ha raggiunto una produzione to-tale di 885.100 tonnellate nel2011 (+16% in confronto al2010) e precede la Spagna(490.000 tonnellate), la Polonia(435.000 tonnellate) e la Francia(430.0000 tonnellate).Anche la bilancia commercialein questo settore è nettamente afavore del Belgio (738.000 ton-nellate), visto che i volumiesportati, che continuano a cre-scere, hanno raggiunto, nel 2011,un totale di 1.169.000 tonnellate.Ciò non toglie che anche le im-portazioni (+20% nel 2011) rive-stono un ruolo importante an-che per colmare la scarsità dicerti prodotti.

COLOMBIA

Crollano le venditeall’estero di banane

La Colombia ha subito un crollonelle esportazioni di banane. Se-condo Fedeplátano, la Federazio-ne nazionale dei produttori, ilPaese sarebbe passato dal primoal terzo posto degli esportatorimondiali di banane, con una di-minuzione del 22% delle esporta-zioni lo scorso anno, che ha con-sentito a Guatemala ed Ecuadordi superare la Colombia nellaclassifica dei Paesi esportatori.Tra le cause la mancanza di inte-resse delle giovani generazioni.

CILE

Noci, boom delle esportazioni

SENEGAL

Cresce il commerciodel mango

Dati molto soddisfacenti per l’ex-port di noci cilene. Secondo irapporti della società di analisiiQonsulting, le esportazioni sonoaumentate notevolmente: a fineaprile le spedizioni ammontava-no a 1.147 tonnellate di noci inguscio e 1.101 tonnellate di nocisgusciate, con incrementi rispet-tivamente del 107% e del 41% ri-spetto all’anno precedente.Attualmente il Cile è il primoPaese dell’emisfero meridionaleper l'esportazione di noci e si col-loca tra i primi 5 fornitori mon-diali. Il Paese conta 20.000 ettaridi noci e nel 2014 prevede di arri-vare a una produzione di 60.000tonnellate. Chilenut, l’associazio-ne dei produttori ed esportatoridi noci, ha chiesto al governo ci-leno di raddoppiare gli sforzi perl’accesso al mercato cinese.

Cresce l’export di mango del Se-negal. Il Paese africano nel 2012ha esportato circa 8.500 tonnella-te di prodotto, contro le 7.648tonnellate del 2011. Nonostante ilrisultato positivo i volumi inviatiall’estero rimangono ancora bas-si, vista anche la produzione to-tale che è stimata in 118.950 ton-nellate. Le organizzazioni delsettore stanno lavorando comun-que per migliorare la situazione.Con 1.610 tonnellate, l’Europa èil principale destinatario deimanghi senegalesi.

TURCHIA

Grandine, gravi danniall’uva apirene

Turchia piena di problemi in que-sto periodo, anche nel settore pri-mario. Il ministro dell’Agricoltu-ra turco ha fatto visita ad alcunidei 1.500 agricoltori i cui vigneti -per circa 60.000 ettari - sono statiduramente colpiti dalla grandine.Le tre province colpite sono fa-mose per la produzione di uvasenza semi, utilizzata per ottenerele celebri uve sultanine che sonoesportate in oltre cento Paesi.I danni variano dal 10 al 100% aseconda dei vigneti, e il ministrodell’agricoltura garantisce chel’assicurazione per gli agricoltorili compenserà, almeno in parte,mentre i programmi speciali dicredito possono essere attuati.Non si conosce ancora esattamen-te l’impatto che questa calamitànaturale avrà sulle importazionidi quest’anno.

CorriereOrtofrutticoloM ondo flash

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CorriereOrtofrutticolo

Salvatore Chiaramida *

Il nuovo Governo, se vorrà dimostrare di avere acuore le sorti dell’agroalimentare, dovrà occuparsidella valorizzazione e della difesa dei tanti marchiDop e Igp riconosciuti e di cui l’Italia, non dimen-tichiamolo, ha il primato in Europa (quasi 250,contro i 180 o poco piu della Francia e i 160 circadella Spagna).Non mancheranno perciò le “gatte da pelare” per ilMinistro delle politiche agricole.Il precedente, con l’approvazione del famosoart.62, ha incominciato a mettere mano allo stra-potere della Grande Distribuzione affrontando, tranumerose difficoltà, la problematica dei tempi dipagamento.L’Antitrust con il suo presidente Catricalà in pas-sato aveva preannunciato delle indagini sulla spro-positata forbice dei prezzi dal campo alla tavola:peccato che ai proclami non sono mai seguitiprovvedimenti significativi.A questo proposito emblematico è il caso del Po-modoro di Pachino. Prodotto famoso e conosciutodappertutto, da dieci anni ha ottenuto dalla Ue ilmarchio Igp. Eppure le aziende di produzione so-no in crisi, ogni anno a decine chiudono i batten-ti e Pomodoro di Pachino se ne fa sempre meno, alpunto che qualcuno provocatoriamente, ma nontanto, propone di rinunciare al marchio di tutela.Di chi la colpa? Di alcune catene della GDO, sicu-ramente. Lo comprano a due soldi, lasciando aiproduttori solo le briciole ma lo mettono in vendi-ta con prezzi alle stelle applicando delle margina-lità spropositate. Così facendo lo rendono un pro-dotto d’elite, inaccessibile ai più, e che solo una fa-scia limitata di consumatori si può permettere.Il risultato? Se ne consuma poco e di conseguenzase ne produce sempre di meno.Anche perché la legislazione non aiuta visto che

non permette ai Consorzi di Tutela di poter com-mercializzare, ravvisando un ipotesi di cartello(“trust”). Ma se il cartello lo fa chi compra il prodotto e locommercializza, pur essendoci un abuso di posi-zione dominante scandaloso, nessuno ravvisa al-cuna ipotesi di reato.Ed è così che “muore” un pro-dotto. Un prodotto non solo buono, grazie ai fatto-ri climatici della zona in cui viene coltivato (la zo-na più assolata d’Italia secondo l’Enea dal terrenosabbioso e l’acqua salmastra) ma anche salutare,visto l’alto contenuto di licopene e di sostanze an-tiossidanti. E naturalmente non muore solo unprodotto ma un’intera economia formata da tantepiccole famiglie che vivono solo di quello.Ma a chi importa? Facciamoci arrivare pure vago-nate di pomodoro marocchino, con il beneplacitodei nostri lungimiranti eurodeputati. Sarà coltiva-to con prodotti non ammessi, può essere tossico enocivo ma chissenefrega... L’importante è che co-sta meno!

* Direttore O.P. “FARO” Scapa(già Presidente A.T.P.T.P.-Associazione per la Tutela

dei Prodotti Tipici di Pachino dal 2001 al 2004 e Di-rettore del Consorzio per la Tutela dell’IGP Pomodo-

ro di Pachino dal 2005 al 2012)

Qualcuno salvi il “Pachino”

SPAZIO APERTO

Il nuovoGoverno dovrà

occuparsidella difesadei prodottiDop e Igp,“ostaggio”della Gdo

61M a g g i o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

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CorriereOrtofrutticoloLETTERE dei LETTORIL

Mi spiace per l’avvicendamentodel Ministro Catania, che ho ap-prezzato nella sua presa di posi-zione riguardo al consumo disuolo agricolo, ma era solo, Davi-de contro Golia, e via via nei me-si l’ho visto ritratto con un mon-do che poco ha a spartire conquello agricolo.Questo a dimostrazione che è ilsistema che va riformato, pulito emesso in condizione di governa-re secondo logiche di buon senso;quelle del buon padre di famigliaper intenderci.Di Frutta nelle scuole, che dire?Io vendo direttamente al Caab eposso assicurare che i produttoriche vendono la loro frutta, rac-colta al giusto grado di matura-zione difficilmente hanno rima-nenze e spuntano prezzi discreti.Certo è faticoso, le raccolte sonomolteplici, i mercati sono nottur-ni ed il sistema non ti aiuta… lafiliera è la filiera. Il discorso èlungo e complesso…Ritornando al progetto comunita-rio era troppo semplice affidarnela realizzazione ai Comuni?Questi, in base alle scuole cheaderivano al progetto seleziona-vano le aziende agricole, con lestesse avrebbero potuto realizzaredei piani di consegna legati allastagionalità ed alla territorialità.I frutti potevano essere consegna-ti in casse e distribuiti dal perso-nale ausiliario, previo lavaggiodello stesso.Io come genitore rifuggo dall’i-dea che i miei ragazzi manginomele cubettate, lavate in acido ci-trico e messe sottovuoto; manda-ranci avvolti in plastica con tan-to di logo, tutto biodegradabile siintende…Nel suo primo anno di applica-zione il progetto costò 30 euro abimbo; tre i kg di frutta e verduradistribuiti in confezioni da 150

grammi. Mele, pere, kiwi, arance,mandarini, carote furono i fruttiche andarono per la maggiore.Trent’anni or sono andavamo neicampi alle quattro per raccoglie-re le insalate con cappelli da mi-natore; alle sette cominciavano iprimi arrivi di tagli freschi sulmercato di Bologna, a volte nonsi finiva prima delle quattordici.Da li partivano per tutta Italia, ilcittadino dell’Elba alle tredici po-teva mangiare le lattughe freschedi giornata.Ora è impensabile per i bologne-si mangiare una lattuga raccoltain giornata, se non la si acquistadirettamente dal produttore o inun mercatino.Raccogli, consegni alla tua Op,che trasporta alla piattaformache smercia nei vari punti vendi-ta e la tua lattuga ritorna a Bolo-gna con qualche centinaio di chi-lometri percorsi e un paio digiorni in più.Ma se ad ogni passaggio aggiungiun rincaro del 30% avrai un costofinale molto piú alto, quasi ildoppio nei tre passaggi con unguadagno doppio anche per laGdo che rincarerà su un prezzofinale piú che doppio.Chiunque, con il buon senso ca-pirebbe che questo sistema nonregge piú.Avrei tanto da raccontare, dicosolo che quando passo davanti aquello che era il mercato orto-frutticolo di Bologna, mi si strin-ge il cuore e gli occhi navigano inun mare in piena.Cordiali Saluti

Carla ZanariniBologna

La giornata dedicata dal Presi-dente del Consiglio Enrico Lettaa Expo 2015 non ha solo sancitola nomina di Giuseppe Sala acommissario unico ed ammini-stratore delegato dell’esposizionemilanese ma ha anche concen-trata tanta attenzione sulla mani-festazione universale che potreb-be rappresentare la rinascita delpaese dopo lunghi anni di sta-gnazione.Per il mondo agricolo questa èun’occasione formidabile per ap-propriarsi del Leit Motiv di que-sta fiera: tutti i temi legati all’ali-mentazione, all’agricoltura, allasostenibilità. “Nutrire il Pianeta,Energia per la Vita” riassume co-me slogan il concetto di base. Solo gli aiuti pubblici superano i1.300 milioni di euro che servi-ranno ad attrezzare un area di ol-tre 1,1 milioni di metri quadrati.126 sono finora i paesi che han-no aderito ed entro dicembre sa-ranno consegnati i primi terreniai paesi che verranno a realizzarei loro padiglioni. In sei mesi diattività sono previsti 20 milionidi visitatori.A me piace la raffigurazione visi-va dei prodotti agricoli cheavranno il loro proprio spazio,ben in evidenza Frutta e Legumisituati al centro nella parte alta,in zona centralissima. Altri spazisaranno a disposizione delle re-gioni nel padiglione Italia chepromette di non sfigurare nelcontesto generale.Ci sono ancora centinaia di gior-ni prima dell’apertura dei can-celli e dovrebbe essere compitodi tutti gli operatori italiani diprepararsi bene per questo showche ci porta in casa tanti ospitima anche tanta visibilità media-tica.

Roland DrahoradVignola

FILIERA (E ALTRO)

Ripensare logisticae Frutta nelle scuole

EXPO 2015

Occasione unicaper settore e Paese

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CorriereOrtofrutticolo CILIEGIAnum

ero 5 del 2013SCHEDA PRODOTTO S

● Emanuele Zanini

Annata 2013 molto tribolata perle ciliegie italiane, soprattuttoper il Nord Italia. Nella parte piùsettentrionale del Paese il mal-tempo, come del resto per moltialtri prodotti ortofrutticoli, haprovocato grossi problemi ai pro-duttori. Le piogge abbondanti eassai frequenti degli ultimi mesiin molti casi hanno seriamentedanneggiato il prodotto, ritardan-do la maturazione e abbassandoil livello qualitativo. Ciliegina, èproprio il caso di dire, sulla tortai frequenti fenomeni di crackingche vanno solo a peggiorare unquadro già di per sé a tinte moltofosche.“La situazione è quasi disperata”.Non usa mezzi termini DanilaBragantini, a capo dell’omonimaazienda di San Martino Buon Al-bergo (Verona), dedita all’im-port-export di prodotti ortofrutti-coli tra cui ciliegie, per descrive-re la situazione del mercato. “Ilclima rigido e piovoso sta crean-do molti problemi alla produzio-ne. L’assenza di giornate calde esoleggiate impedisce la pienamaturazione delle ciliegie. Diconseguenza - spiega Bragantini -stiamo assistendo a un ritardo sul

calendario di almeno una venti-na di giorni. Particolarmente cri-tica la situazione per le precociBigarreaux, che scontano unabassa qualità a causa di una pre-senza eccessiva di acqua. La si-tuazione ci sta preoccupando,per recuperare almeno in partela stagione dovrebbe arrivare il

bel tempo, altrimenti sarannodolori”.“Anche per le altre tipologie me-die e tardive i volumi sembranoesserci speriamo non maturinodopo tanto attendere tutte assie-me, le duracine arriveranno sulmercato più tardi del normale.Bisognerà aspettare almeno fino

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Ciliegie, quiete dopo la tempesta?Maturazione in ritardo e qualità

iniziale bassa, prospettive così cosìIl maltempo crea gravi problemi soprattutto al Nord,

gli operatori però confidano nelle varietà tardive.E intanto a Vignola viene lanciato il marchio “Tentatrice”

per il prodotto che non si può fregiare dell’Igp

SERMAC

Da sinistra a destra, Bragantini, Monari e Giuliano

i tuoi frutti meritano la n

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Sistemi e TECNOLOGIE per impianti di lavorazione ortofrutta

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LIEG

IASCHEDA PRODOTTOS

al 10 giugno. Vedremo le tardivecome si comporteranno potreb-bero avere ancora possibilità”.Sui banchi dei supermercati ilprodotto è presente, “anche se ab-biamo già notato sconti notevoli,fino al 33% per le diverse tipolo-gie a causa dei limitati consumi,certo non incentivati dalle condi-zioni climatiche che stanno pe-nalizzando in generale i consu-mi di tutta la frutta estiva. La sta-gione si fa davvero dura”.“La Spagna - prosegue Bragantini- non è messa meglio di noi, vistoche anche nel Paese Iberico sonoindietro con la produzione e laqualità non è alta, e c'è il rischiodi una sovrapposizione di offerta,anche questo non potrà di certorisollevare le sorti di un’annatache si profila assai negativa”.Per Walter Monari, presidentedel Consorzio di Tutela della Ci-liegia e della Susina di Vignola(Modena) lo scenario è menopreoccupante anche se è indub-bio che il maltem-po ha condiziona-to la campagnache ha portato leproduzioni a unritardo di almenouna decina digiorni rispetto al-la media. Le pri-me ciliegie preco-ci sono state rac-colte attorno al 20maggio, caratte-rizzate da un cali-bro non eccezio-nale a causa pro-prio delle bassetemperature edelle scarse gior-nate soleggiate.Le varietà di ma-turazione media arrivano inveceai primi di giugno, mentre le tar-dive tra il 10 e il 15 giugno. “Laproduzione è scarsa - afferma Mo-nari - a causa di una fiorituraanomala e di breve durata. Tutta-via la qualità del prodotto è alta,specialmente per le medie e letardive. Non ci sono stati fenome-ni di cracking”. A livello com-merciale i primi prezzi secondo

Monari sono stati nella mediacon quotazioni che variavano aseconda della tipologia e qualitàtra 5,5 e 8,5 euro al chilo.Una delle novità di quest’annoinvece è rappresentata dal lanciodi un nuovo marchio: si chiama“Tentatrice, la ciliegia del deside-rio” e rappresenta il prodotto nonidentificato con l’Igp di Vignola.“Si tratta di un marchio che rac-chiude quel prodotto che nonpuò essere registrato come Igpma che comunque ha caratteri-stiche qualitative molto simili alprodotto con l’indicazione geo-grafica protetta. Abbiamo decisodi creare questo brand per nonsvilire la produzione “non Igp”,che ha comunque le caratteristi-che per essere venduta bene suimercati. Si tratta del primo annodi “Tentatrice”: siamo fiduciosi”.Dei 25 mila quintali di produzio-ne (di cui circa il 25% è sotto co-pertura) prevista, tra i 12 e i 15mila saranno Igp, mentre il resto

sarà marchiata“Tentatrice””.Spostando losguardo a Sud leprevisioni sonopiù incoraggian-ti, sebbene anchequi il clima abbiainfluenzato lastagione, specienella prima fase.A testimoniarlo èNicola Giuliano,a capo dell’omo-nima azienda ba-rese. “La stagioneè partita subitocon una riduzio-ne dei quantitati-vi: di fatto nellaprima fase si sti-

ma per le ciliegie Bigarreaux unariduzione del 20% della produzio-ne, dovuta principalmente allecondizioni meteo avverse duran-te la fase della fioritura. La qua-lità, invece, sembra essere mi-gliore di quella degli ultimi annisoprattutto perché non abbiamoavuto cattivo tempo durante ilperiodo della raccolta”.Il tutto, riferisce Giuliano, si ri-

flette in un incremento mediodei prezzi del 10% in più rispettoal 2012. “Relativamente al calen-dario di raccolta si pensava ini-zialmente di essere in ritardo ri-spetto all’anno scorso, invece 15giorni prima dello stacco si sonoregistrate temperature elevate, ta-li da provocare un’accelerazionedella maturazione e portarci allastessa epoca di raccolta della pas-sata annata”. I primi raccolti del-la varietà precoce Bigarreaux sisono avuti nei primi giorni dimaggio. “Le prospettive produtti-ve quindi sono incoraggianti perla seconda fase della campagnaperché a differenza della Bigar-reaux, si prevede un incrementodi produzione di circa il 30% ri-spetto al 2012 per la varietà Fer-rovia. Un prodotto, quest’ultimo,che si presenta di elevata qualità,supportato da condizioni climati-che favorevoli che stanno caratte-rizzando questa fase della stagio-ne”.Buone aspettative anche per lequotazioni: “Ci aspettiamo per ildurone, soprattutto Ferrovia, deiprezzi migliori nel 2013 - confer-ma Giuliano - visto che, come di-cevo, abbiamo una qualità buonae non si sono avuti danni da in-temperie. In più sembra che nel-le altre zone vocate in italia e al-l'estero ci sia, invece, una drasti-ca riduzione dei quantitativi.Quindi ci può essere un'aspettati-va di prezzi leggermente miglio-re rispetto alla media”.Per Giuliano srl il comparto delleciliegie rappresenta circa il 20%dell’intero fatturato raggiungen-do in volumi circa 40 mila quin-tali (media degli ultimi tre anni),che dovrebbero essere conferma-ti pure quest’anno. Oltre al NordItalia l’impresa pugliese invia ilprodotto in Austria, Germania,Inghilterra e da quest’anno an-che Russia, con una quota exportche si attesta attorno al 50% dellevendite. Inoltre Giuliano ha im-plementato ulteriormente il lavo-ro sull’innovazione. “Abbiamo al-lestito nella nostra azienda agri-cola di Turi (Bari) un campo spe-rimentale basato sul potenzia-

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CorriereOrtofrutticolo CILIEGIAnum

ero 5 del 2013SCHEDA PRODOTTO S

mento e miglioramento della va-rietà Ferrovia, che è la indiscussaleader tra le ciliegie. Abbiamoinoltre testato nuove varietà, didiverse provenienze. Tale im-pianto è munito di sistemi di pro-tezione contro le intemperie econsente una raccolta più como-da agli operatori. Contestualmen-te - conclude l’imprenditore pu-gliese - stiamo collaborando conl'Assessorato all'Agricoltura dellaRegione Puglia per incentivarele “protezioni su ciliegieti”, cer-cando di inserire nei Programmidi Sviluppo Regionali un para-grafo particolare dedicato alle ci-liegie ad alle protezioni degli im-pianti. In tal modo tra qualcheanno potremo garantire ai nostriclienti una standardizzazione delprodotto e soprattutto evitare diinterrompere la fornitura e di-sponibilità a causa di eventi cli-matici sfavorevoli, che stanno di-ventando sempre più [email protected]

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VIGNOLA

Partenza sottotono e in ritardo per le ciliegie di Marostica a causa an-che in questo caso del maltempo che ha causato uno slittamento sulcalendario già stabilito perché si è stati costretti ad aspettare il pro-dotto “bloccato” dal maltempo. “Un disastro per le precoci: una sta-gione compromessa”, commenta molto sinteticamente la situazioneGiuseppe Zuech (foto) presidente del Consorzio della ciliegia Igp diMarostica. Poche ciliegie precoci, acquose, tante spaccate dalla’acquaabbondante. Il mercato e le quotazioni, com-menta Federico Corradin, di OPO Veneto, cheha un centro di raccolta presso il Mercato Or-tofrutticolo di Bassano del Grappa, riflettonotale situazione. Manca il prodotto locale, che,tra l’altro, non risponde alla qualità tradizio-nale. Perdute le precoci, si nutre una qualchesperanza per le medio precoci e, soprattutto,si confida sulle tardive, che pure sono feritedal maltempo. Se dovesse esserci, come ci si attende, un rapido cam-biamento delle temperature e arrivasse finalmente il sole, potrebbeesserci un discreto recupero. Le stesse condizioni critiche si registra-no anche per i ciliegeti della confinante area della provincia di Trevi-so: le colline di Asolo, di Maser, di Montebelluna e dintorni, dove ne-gli ultimi anni la cerasicoltura è rafforzata e si è qualificata, con unapotenzialità che viene valutata vicino ai 10 mila quintali.

Partenza sottotono a MarosticaPrecoci ko, si confida nell’arrivo dell’estate

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● Emanuele Zanini

Il maltempo degli ultimi mesi hacondizionato, seppur in manierameno evidente rispetto ad altriprodotti ortofrutticoli, anche leproduzioni di piccoli frutti chehanno risentito delle temperatu-re nettamente più basse rispettoalla media e delle abbondantissi-me piogge di questa prima parted’anno. Tali fenomeni hannonella maggior parte dei casi pro-vocato un ritardo nel calendariodi raccolta.La conferma arriva da StefanoGatto, direttore commerciale del-la veronese Garden Frutta. “Sia-

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Maltempo e freddo “eredità” pesanti per la campagna

commerciale dei piccoli fruttiLa carenza di prodotto spagnolo assicura prezzi inizialisoddisfacenti ma c’è il rischio di future sovrapposizioni,anche se gli addetti ai lavori sono cautamente ottimisti.Ortofruit sviluppa nuove varietà e amplia gli orizzonti

Inizio d’anno di grandi cambiamenti in casaSant’Orsola, cooperativa di Pergine Valsugana(Trento), una delle principali realtà italiane nellaproduzione e commercializzazione di piccoli frutti.Dopo la separazione dal direttore Michele Scrinziavvenuta in marzo, il presidente Silvio Bertoldi hachiamato al suo fianco Fabio Rizzoli, già ammini-stratore delegato del gruppo Mezzacorona. Si trattadi un incarico a tempo deciso per costituire unanuova squadra di esperti e professionisti, indivi-duando da subito economie di spesa, e, sulla carta,senza ulteriori sacrifici per i soci. Rizzoli (a destranella foto) ha individuato in Matteo Bortolini (a si-nistra), ingegnere, il nuovo responsabile di filiera.Sant’Orsola continuerà inoltre le attività di ricercain collaborazione anche con la Fondazione Mach diSan Michele. La cooperativa intende lavorare per ot-tenere una presenza più costante sui mercati nazio-nali ed internazionali, un assetto organizzativo connuovi canali di vendita e marketing.Tra le strategie di rilancio ci sono anche la riduzio-ne dell'acquisto di frutta e prodotto fresco dall'este-ro, che oggi arriva a circa il 10% dei conferimenti,oltre a una maggiore sinergia con i soci extra-regio-nali (4 milioni di fatturato vengono oggi dai socidella Calabria) e la rinnovata collaborazione con lealtre cooperative del territorio, ad iniziare da Me-

linda. L’ambizioso obiettivo è ritrovarsi tra un annocon un bilancio risanato e una realtà più modernaed efficiente.Il 2012 infatti è stato un anno complesso perSant’Orsola, che ha chiuso l’annata con un fattura-to leggermente inferiore a 49 milioni di euro e uncalo dei conferimenti, in particolar modo per cilie-gie (-31,8%), ribes (-27,4%) e soprattutto amarene(-77,62%). “Risparmiate” invece dal “taglio” fragole,fragoline, mirtilli e more. In totale sono stati confe-riti 4.730.250 chilogrammi di piccoli frutti, il 5,71%in meno rispetto all'anno precedente.

Grandi cambiamenti in casa Sant’Orsola: Rizzoli e Bortolini i volti nuovi per consolidarsi in italia e all’estero

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CorriereOrtofrutticolo PICCOLI FRUTTInum

ero 5 del 2013SCHEDA PRODOTTO S

mo in ritardo di una quindicinadi giorni rispetto alla media -spiega Gatto - a causa soprattuttodel maltempo di aprile e maggioche ha condizionato la matura-zione dei frutti e di conseguenzala raccolta. Siamo partiti a finemaggio con le prime produzionidi lampone nella pianura verone-se. Ai primi di giugno partiremocon le primissime more. Per ilmirtillo invece bisognerà aspetta-re metà giugno”.Questo slittamento potrebbe tut-tavia provocare qualche proble-ma al mercato. “Il rischio è ritro-varsi più avanti in sovrapposizio-ne con altri areali produttivi co-me quello piemontese”, continuail responsabile vendite di GardenFrutta. “La qualità del prodotto tuttavia èbuona, discreta la pezzatura, te-nendo conto soprattutto del tem-po non favorevole che ci ha co-stretto ad effettuare trattamentiper prevenire problemi di qualità

alla produzione”.I produttori tuttavia rimangonoavviliti per le difficili condizionimeteo che li ha costretti a uncontinuo lavoro “start and stop”,lavorando solo nei momenti sen-za pioggia. Un fenomeno che hacreato qualche difficoltà nella ge-stione aziendale in generale epiù nello specifico in quella delpersonale.

A livello commerciale la stagioneè comunque partita in manierapositiva. “La mancanza di prodot-to spagnolo sul mercato ha com-portato prezzi iniziali soddisfa-centi per il lampone”, aggiungeGatto. “Negli ultimi giorni dimaggio sono arrivate sui banchile produzioni rifiorenti spagnolecon prezzi aggressivi, seppur dif-ficilmente paragonabili alla mer-

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ORTOFRUIT

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SCHEDA PRODOTTOS

ce italiana che rimane di qualitàe consistenza nettamente supe-riori. Per i prossimi mesi - con-clude Gatto - siamo comunquecautamente ottimisti. Dobbiamoadeguarci alle caratteristiche diquesta stagione anomala, almenodal punto di vista meteorologico.Speriamo invece che nelle prossi-me settimane (giugno, ndr) nonesploda improvvisamente il cal-do. Il rischio sarebbe una accele-razione della maturazione delprodotto e un ulteriore sovrappo-sizione delle produzioni e unsensibile calo delle quotazioni”.Garden Frutta quest’anno preve-de un aumento tra il 20 e il 30%dei volumi commercializzati gra-zie in particolare alla nuova en-trata di soci produttori. Il princi-pale prodotto venduto è il mirtil-lo, seguito da lampone, mora, ri-bes e fragoline. Le produzioni so-no dislocate tra la pianura vero-nese, raccolte nella prima partedella stagione e le pendici trenti-ne, per il periodo estivo. Le pro-duzioni proseguono fino a otto-bre. Da quel momento fino amarzo entrano in gioco le impor-tazioni da oltreoceano: in parti-colare more dal Messico, mirtilloda Argentina, Uruguay e Cile. Idue prodotti vengono importantiin parte anche dalla Spagna.Spostandoci invece in Piemonte

da Ortofruit, organiz-zazione di produttorisaluzzese, i segnali so-no piuttosto positivi.“L’interesse per il setto-re rimane vivo”, dichiara CarloManzo (nella foto qui sopra) diret-tore dell’Op cuneese. “È un seg-mento su cui crediamo: lo testi-moniano le attività di promozio-ne e valorizzazione che stiamoportando avanti. Siamo convintiinoltre che nel comparto ci sianoancora buoni spazi di crescita.Per quest’anno però - precisaManzo - c’è una grossa incognitacontrassegnata da una sensibilecontrazione dei consumi e dalclima. Il calendario per quanto ciriguarda non subirà grandi slitta-menti, come invece è accadutoper le fragole che hanno subitoventi giorni di ritardo (da inizioa fine maggio)”. Nella categoria dei piccoli fruttiOrtofruit sta puntando con deci-sione in particolare su mirtilli elamponi che da soli rappresenta-no l’80% dei volumi di berrei. “Suquesti due prodotti - mette in ri-lievo Manzo - abbiamo in proget-to lo sviluppo di nuove varietà ca-ratterizzate da alta qualità e so-prattutto da un’ottima shelf life”.I piccoli frutti nel 2012 hanno tol-to grandi soddisfazioni in Orto-fruit, grazie a una buona remu-

nerazione agevolataanche da una politicadi marketing efficaceche ha avuto presa sulmercato con buoni

prezzi in linea con quelli del2011”. “Lo scorso anno sono statiprodotti circa 4 mila quintali diberries, mentre per il 2013 la quo-ta dovrebbe salire anche grazieall’ingresso di nuovi soci. Circal’80% del prodotto viene inviatoalle catene della grande distribu-zione organizzata”. “Per quest’anno - rivela ancoraManzo - l’obiettivo è quello di al-largare il panorama delle fornitu-re rivolgendoci pertanto non soloal Nord Ovest dell’Italia ma spin-gendoci anche nelle altre zonedel Paese e aumentare legger-mente le vendite fuori confine”.C’è ancora incertezza sulla sta-gione in casa di Aurora Fruit,Consorzio Piccoli Frutti di Vero-na. La causa rimane ancora unavolta il clima “Il maltempo stacondizionando l’annata. Stiamoraccogliendo i primi lamponi ele primissime more (fine maggio,ndr), mentre in Trentino siamoindietro con il calendario di rac-colta. I volumi dovrebbero man-tenersi stabili attorno ai 10 milaquintali, ma è ancora presto perstabilire con precisione che an-nata sarà”.

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International Exhibition of the Fruit and Vegetable Industry

25 26 27 September 2013 Cesena ITALY

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