Accenture reinventa il broadcasting...centralità, ma dovrà evolvere verso un “servizio” più...

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GIANLUCA FERRANTI, direttore marketing di Reitek 37 SPECIALE BBF & EXPO COMM A udience frammentata, proliferazione delle piattaforme digitali e consumatori sempre più orientati a nuove modalità di fruizione dei video. Nell’era della convergenza il mestiere del broadcaster sta diventando sempre più complicato e anche i modelli di business legati alla televisione tra- dizionale stanno segnando il passo. Per rimanere competitivi occorre innovare tutti i processi operativi, da quelli che consentono di produrre, impacchettare e distribuire i conte- nuti digitali fino a quelli, altrettanto importanti, che permettono di pianifi- care campagne pubblicitarie al passo con i tempi. In aiuto ai broadcaster è arrivata Accenture, la società di consulenza e system integration che attraverso il suo Innovation Center for Broadband mette a punto soluzioni e servizi in- novativi per chi vuole fare business nell’era dei digital media. “Il primo passo per realizzare una soluzione efficace è una corretta ana- lisi dei mutamenti in atto sul mercato - spiega Francesco Venturini, senior executive e responsabile mondiale del settore broadcasting di Accenture -. Per questo abbiamo studiato con atten- zione il comportamento degli utenti sui nuovi media digitali e anche le performance di business delle azien- de che producono e distribuiscono contenuti”. I risultati sono stati sorprendenti. Sul fronte dei digital consumer, l’anali- si condotta in 10 Paesi europei ha evi- denziato una radicale metamorfosi in atto tra gli utenti: “Siamo all’inizio di un passaggio epocale tra una genera- zione di utenti passivi, a cui palinsesti e programmi venivano imposti secon- do un modello top-down, a una new generation di spettatori-consumatori che vogliono decidere cosa vedere, su quale piattaforma e all’orario più congeniale” sottolinea Venturini. In questo contesto il concetto di palin- sesto continuerà a mantenere una sua centralità, ma dovrà evolvere verso un “servizio” più profilato e personaliz- zabile sulla base della conoscenza dei propri utenti, fortemente arricchito da elementi di “customer experience” a Venturini: «Scalabilità e time to market sono elementi di successo per la multicanalità» Digital business FRANCESCO VENTURINI Per il senior executive e responsabile worldwide del settore broadcasting di Accenture, gli editori televisivi per rimanere competitivi nell’era della convergenza devono innovare i processi operativi: da quelli che permettono di produrre, impacchettare e distribuire i contenuti digitali a quelli che consentono di pianificare la pubblicità ENRICOGARDUMI Convergenza. Una soluzione integrata per gestire contenuti video su tutte le piattaforme Accenture reinventa il broadcasting 360 gradi e incentrato sulla valoriz- zazione di elementi quali la brand, la loyalty e l’engagement. E se i telespettatori stanno cam- biando pelle molto velocemente, i broadcaster faticano ancora a caval- care l’onda del cambiamento: “Forti della loro posizione di dominio nella tv tradizionale gli editori televisivi hanno cercato di difendere il loro walled garden invece che studiare soluzioni diverse - spiega Venturini - un ritardo innovativo evidenziato con chiarezza dalla nostra Sharehol- der Value Analysis e che potrebbe costar caro ai broadcaster in termini di profittabilità del business”. Ma come si supera l’impasse? Accenture ha studiato e sviluppato due soluzioni in grado di semplifica- re la vita dei broadcaster. La prima, battezzata con il nome di Digital Supply Chain, è una combinazione tra elementi hardware e software che consente di gestire l’intero ciclo di vita dei video digitali in un’ot- tica multicanale: dalla nascita del contenuto alla sua produzione, dal- l’impacchettamento come prodotto editoriale alla sua distribuzione sui differenti piattaforme digitali: “Si tratta di una soluzione che permette di utilizzare una sola supply chain, alta- mente scalabile e molto efficiente dal punto di vista dei costi, per produrre contenuti destinati a qualsiasi piatta- forma video” spiega Venturini. Ma non basta. Per assicurarsi il successo nell’era digitale i broadcaster devono mettere a punto una nuove strategie pubblicitarie: “Con la soluzione Digital Advertising di Accenture si pianificano campagne e si vendono spazi pubblicitari sui new media di- gitali tenendo conto della tipologia di utenti a cui sono indirizzati”. Sono bastati pochi anni al colosso cinese Zte per mettere radici nel mercato europeo. Il produttore di apparati di telecomunicazioni e soluzioni di rete è sbarcato sulla piazza del Vecchio Continente nel 2000 e oggi conta già 400 dipendenti e uffici in 25 Paesi europei. E una lunga lista di clienti di grosso calibro tra cui British Telecom, France Telecom e Telefonica. Nel febbraio del 2007, Zte ha siglato un accordo per la produzione di una gamma di cellulari ultra-economici per Vodafone, e le due aziende hanno ulteriormente rafforzato la partnership nel 2008, con un global framework agreement che comprende la fornitura di tutto il portafoglio di dispositivi di infrastruttura di Zte all’opera- tore. Inoltre, Zte è stata sele- zionata da 3 Italia per produrre il nuovo tvfonino Momodesi- gn, sulla scia dei precedenti successi ottenuti com Md-2 e Md-3. Il modello Md-900 è un sofisticato tvfonino Umts slide che supporta le tecnologie Dvb-h e Hspda. Il cellulare consente una connessione dati alla velocità di 7,2 Mbps ed è dotato di uno schermo di 2.4 pollici e due fotocamere. In 25 Paesi ZTE METTE RADICI IN EUROPA «Più controllo sui processi aziendali» Gianluca Ferranti (Reitek): «Governance centralizzata per teleselling e crm» I deatori, realizzatori e gestori di progetti innovativi per aziende che vogliono migliorare i pro- cessi di relazione con il mercato e la comunicazione con i clienti. È questa la mission di Reitek, l’azienda italiana che da più di quindici anni è leader di mercato nelle soluzioni di call e contact center: “In un mercato caratterizzato da una sempre maggiore competitivi- tà, evolute strategie di relazioni con la customer base sono fattori determinanti per la creazione di un vantaggio com- petitivo sostenibile e di lungo termine”, sostiene Gianluca Ferranti, direttore marketing di Reitek: “Ma se fino a ieri la tendenza dominante sul mercato era quella di appaltare in outsourcing i servizi di crm e quelli destinati alla creazione di canali di vendita, oggi le aziende vogliono avere un controllo maggiore su questi processi”. Quindi la stagione dei call center afdati agli outsourcer è giunta al termine? Non è esattamente così. Nella mag- gior parte dei casi le medie e grandi aziende continueranno a servirsi di personale esterno per i loro call cen- ter, l’inversione di tendenza riguarda piuttosto la volontà di queste aziende di crearsi internamente degli strumenti che permettano di controllare giorno per giorno la buona gestione, l’efficacia e le performance di chi svolge telesel- ling e servizio crm al posto loro. E come si riesce a centralizzare la governance di tutti questi processi? Fornendo alle aziende un’unica piattaforma, da gestire internamente, su cui girano e vengono sviluppate tutte le campagne vendita affidate a partner esterni. Il nostro business model pre- vede due opzioni differenti: la vendita diretta della soluzione, per le aziende che vogliono gestire il sistema in house, oppure la possibilità di utilizzarla come un servizio chiavi in mano. Che vantaggi ne traggono le aziende? In primis la possibilità di valutare l’efficacia della forza vendita sul campo attraverso l’analisi dei volumi di contratti conclusi in certo lasso di tempo. In precedenza, un’operazione di questo genere richiedeva settimane se non mesi perché ogni outsourcer utilizzava piattaforme tecnologiche diverse e la governance dei processi di vendita era talmente spezzettata da rendere impossibile la ricomposizione di quadro generale in tempo reale. Ma non è tutto. Inoltre, attraverso i feed- back sulle performance di vendita le aziende hanno sempre il polso della situazione: in caso di scarsi risultati commerciali, ad esempio, è possibile cambiare in corsa modificando correg- gendo il tiro delle campagne marketing. Un altro punto di forza delle soluzioni targate Reitek è la riduzione dei costi. Lavorando su una sola piattaforma tecnologica il costo medio dei servizi esternalizzati cala in modo significativo perché i partner delle aziende non han- no bisogno di investire in Information Technology: Reitek provvede infatti a installare software capaci di dialogare con l’infrastruttura centrale in modo immediato ed efficiente. Enrico Gardumi Forniamo alle imprese piattaforme hi-tech per il monitoraggio dei loro call center Soluzioni Grazie a feedback in tempo reale si possono modificare le azioni di marketing Flessibilità

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GIANLUCA FERRANTI, direttore marketing di Reitek

37SPECIALE BBF & EXPO COMM

Audience frammentata, proliferazione delle piattaforme digitali e

consumatori sempre più orientati a nuove modalità di fruizione dei video. Nell’era della convergenza il mestiere del broadcaster sta diventando sempre più complicato e anche i modelli di business legati alla televisione tra-dizionale stanno segnando il passo. Per rimanere competitivi occorre innovare tutti i processi operativi, da quelli che consentono di produrre, impacchettare e distribuire i conte-nuti digitali fino a quelli, altrettanto importanti, che permettono di pianifi-care campagne pubblicitarie al passo con i tempi.

In aiuto ai broadcaster è arrivata Accenture, la società di consulenza e system integration che attraverso il suo Innovation Center for Broadband mette a punto soluzioni e servizi in-novativi per chi vuole fare business nell’era dei digital media.

“Il primo passo per realizzare una soluzione efficace è una corretta ana-lisi dei mutamenti in atto sul mercato

- spiega Francesco Venturini, senior executive e responsabile mondiale del settore broadcasting di Accenture -. Per questo abbiamo studiato con atten-zione il comportamento degli utenti sui nuovi media digitali e anche le performance di business delle azien-de che producono e distribuiscono contenuti”.

I risultati sono stati sorprendenti. Sul fronte dei digital consumer, l’anali-si condotta in 10 Paesi europei ha evi-denziato una radicale metamorfosi in atto tra gli utenti: “Siamo all’inizio di un passaggio epocale tra una genera-zione di utenti passivi, a cui palinsesti e programmi venivano imposti secon-do un modello top-down, a una new generation di spettatori-consumatori che vogliono decidere cosa vedere, su quale piattaforma e all’orario più congeniale” sottolinea Venturini. In questo contesto il concetto di palin-sesto continuerà a mantenere una sua centralità, ma dovrà evolvere verso un “servizio” più profilato e personaliz-zabile sulla base della conoscenza dei propri utenti, fortemente arricchito da elementi di “customer experience” a

Venturini: «Scalabilitàe time to market sonoelementi di successoper la multicanalità»

Digital business

FRANCESCOVENTURINI Per il senior executive e responsabile worldwide del settore broadcasting di Accenture, gli editori televisivi per rimanere competitivi nell’era della convergenza devono innovare i processi operativi: da quelli che permettono di produrre, impacchettare e distribuire i contenutidigitali a quelli che consentono di pianificarela pubblicità

ENRICOGARDUMI

Convergenza. Una soluzione integrata per gestire contenuti video su tutte le piattaforme

Accenture reinventa il broadcasting

360 gradi e incentrato sulla valoriz-zazione di elementi quali la brand, la loyalty e l’engagement.

E se i telespettatori stanno cam-biando pelle molto velocemente, i broadcaster faticano ancora a caval-care l’onda del cambiamento: “Forti della loro posizione di dominio nella tv tradizionale gli editori televisivi hanno cercato di difendere il loro walled garden invece che studiare soluzioni diverse - spiega Venturini - un ritardo innovativo evidenziato con chiarezza dalla nostra Sharehol-der Value Analysis e che potrebbe costar caro ai broadcaster in termini di profittabilità del business”.

Ma come si supera l’impasse? Accenture ha studiato e sviluppato due soluzioni in grado di semplifica-re la vita dei broadcaster. La prima, battezzata con il nome di Digital Supply Chain, è una combinazione tra elementi hardware e software che consente di gestire l’intero ciclo di vita dei video digitali in un’ot-tica multicanale: dalla nascita del contenuto alla sua produzione, dal-l’impacchettamento come prodotto editoriale alla sua distribuzione sui differenti piattaforme digitali: “Si tratta di una soluzione che permette di utilizzare una sola supply chain, alta-mente scalabile e molto efficiente dal punto di vista dei costi, per produrre contenuti destinati a qualsiasi piatta-forma video” spiega Venturini. Ma non basta. Per assicurarsi il successo nell’era digitale i broadcaster devono mettere a punto una nuove strategie pubblicitarie: “Con la soluzione Digital Advertising di Accenture si pianificano campagne e si vendono spazi pubblicitari sui new media di-gitali tenendo conto della tipologia di utenti a cui sono indirizzati”.

Sono bastati pochi anni al colosso cinese Zte per mettere radici nel mercato europeo. Il produttore di apparati di telecomunicazioni e soluzioni di rete è sbarcato sulla piazza del Vecchio Continente nel 2000 e oggi conta già 400 dipendenti e uffici in 25 Paesi europei. E una lunga lista di clienti di grosso calibro tra cui British Telecom, France Telecom e Telefonica. Nel febbraio del 2007, Zte ha siglato un accordo per la produzione di una gamma di cellulari ultra-economici per Vodafone, e le due aziende hanno ulteriormente rafforzato la partnership nel 2008, con un global framework agreement che comprende la fornitura di tutto il portafoglio di dispositivi di infrastruttura di Zte all’opera-tore. Inoltre, Zte è stata sele-zionata da 3 Italia per produrre il nuovo tvfonino Momodesi-gn, sulla scia dei precedenti successi ottenuti com Md-2 e Md-3. Il modello Md-900 è un sofisticato tvfonino Umts slide che supporta le tecnologie Dvb-h e Hspda. Il cellulare consente una connessione dati alla velocità di 7,2 Mbps ed è dotato di uno schermo di 2.4 pollici e due fotocamere.

In 25 Paesi

ZTE METTERADICIIN EUROPA

«Più controllo sui processi aziendali»Gianluca Ferranti (Reitek): «Governance centralizzata per teleselling e crm»

Ideatori, realizzatori e gestori di progetti innovativi per aziende che vogliono migliorare i pro-

cessi di relazione con il mercato e la comunicazione con i clienti. È questa la mission di Reitek, l’azienda italiana che da più di quindici anni è leader di mercato nelle soluzioni di call e contact center: “In un mercato caratterizzato da una sempre maggiore competitivi-tà, evolute strategie di relazioni con la customer base sono fattori determinanti per la creazione di un vantaggio com-petitivo sostenibile e di lungo termine”, sostiene Gianluca Ferranti, direttore marketing di Reitek: “Ma se fino a ieri la tendenza dominante sul mercato era quella di appaltare in outsourcing i servizi di crm e quelli destinati alla creazione di canali di vendita, oggi le aziende vogliono avere un controllo maggiore su questi processi”.

Quindi la stagione dei call center afdati agli outsourcer è giunta al termine?

Non è esattamente così. Nella mag-gior parte dei casi le medie e grandi aziende continueranno a servirsi di personale esterno per i loro call cen-ter, l’inversione di tendenza riguarda piuttosto la volontà di queste aziende di crearsi internamente degli strumenti che permettano di controllare giorno per giorno la buona gestione, l’efficacia e le performance di chi svolge telesel-ling e servizio crm al posto loro.

E come si riesce a centralizzare la governance di tutti questi processi?

Fornendo alle aziende un’unica piattaforma, da gestire internamente, su cui girano e vengono sviluppate tutte le campagne vendita affidate a partner esterni. Il nostro business model pre-vede due opzioni differenti: la vendita diretta della soluzione, per le aziende che vogliono gestire il sistema in house, oppure la possibilità di utilizzarla come un servizio chiavi in mano.

Che vantaggi ne traggono le

aziende?In primis la possibilità di valutare

l’efficacia della forza vendita sul campo attraverso l’analisi dei volumi di contratti conclusi in certo lasso di tempo. In precedenza, un’operazione di questo genere richiedeva settimane se non mesi perché ogni outsourcer utilizzava piattaforme tecnologiche diverse e la governance dei processi di vendita era talmente spezzettata da rendere impossibile la ricomposizione di quadro generale in tempo reale. Ma non è tutto. Inoltre, attraverso i feed-back sulle performance di vendita le aziende hanno sempre il polso della

situazione: in caso di scarsi risultati commerciali, ad esempio, è possibile cambiare in corsa modificando correg-gendo il tiro delle campagne marketing. Un altro punto di forza delle soluzioni targate Reitek è la riduzione dei costi. Lavorando su una sola piattaforma tecnologica il costo medio dei servizi esternalizzati cala in modo significativo perché i partner delle aziende non han-no bisogno di investire in Information Technology: Reitek provvede infatti a installare software capaci di dialogare con l’infrastruttura centrale in modo immediato ed efficiente.

Enrico Gardumi

Forniamo alle impresepiattaforme hi-techper il monitoraggiodei loro call center

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