Post on 23-Feb-2019
This publication has been produced with the financial support of the DAPHNE III Programme of the European Union. The contents of this
publication are the sole responsibility of Action Anti Bullying and can in no way be taken to reflect the views of the European Commission
Funded by the
DAPHNE III Programme
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“La pace non è l’ assenza di conflitto, ma la presenza di
alternative creative in risposta al conflitto”
Dorothy Thompson
Azione Anti-Bullismo
formazione
per AAB School Leader !
Project n° JUST/2013/DAP/AG/5655
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Scenario 1 Rendere la scuola e l’ ambiente circostante più sicuri
Carlo è uno studente di scuola media che viene intimorito da un gruppo di
studenti più grandi durante il tragitto che lo conduce a scuola. Questi
studenti sono soliti urlare contro di lui tutti i giorni, definendolo con
appellativi spregiativi. Di recente lo hanno circondato sottraendogli la
paghetta giornaliera e minacciandolo di ricevere percosse nel caso avesse
raccontato a qualcuno l’ episodio.
Gli amici più stretti di Carlo sono a conoscenza della situazione, ma anch’
essi sono spaventati e, quindi, frenati dal chiedere aiuto a qualcuno.
Carlo è diventato un alunno silente ed isolato dal resto della classe
durante le lezioni e non sa a chi rivolgersi per chiedere aiuto.
Cosa potrebbe essere fatto in favore di Carlo e degli altri studenti affinchè
si sentano al sicuro durante il viaggio di andata e ritorno da scuola?
2.3
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Risultati di apprendimento della seconda giornata
1. Considerare il piano e le strategie di intervento per la creazione di un clima non- violento nella scuola
2. Stili generali della leadership e stili propri dei leaders del programma anti-bullismo.
3. Qualità di un buon leader e manager del programma anti-bullismo.
4. Conferire ad altri le competenze necessarie a condurre iniziative anti-bullismo attraverso una leadership distribuita. Alcuni aspetti della leadership del cambiamento.
5. L’ importanza dell’ apprendimento delle capacità sociali ed emotive (SEL) in tutte le attività formative offerte dalla scuola.
6. Come le competenze sociali ed emotive possono essere apprese ed assimilate tramite un percorso formativo formale ed informale.
7. La struttura di un programma SEL, i suoi principali obiettivi di studio e le sue più efficaci strategie di insegnamento edi apprendimento.
2.2
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Cosa potrebbe fare la scuola? 1. Installare un sistema di telecamere per migliorare lo stato di sicurezza della scuola e
dell’ ambiente circostante.
2. Riferire la situazione alla polizia, in quanto la scuola no ha alcuna responsabilità o autorità nell’ area circostante alla scuola, superati i confini del perimetro dell’ edificio scolastico.
3. Fornire supporto psicologico ai bambini vittime di abuso.
4. Stabilire un incontro con le famiglie e dare suggerimenti sui modalità in cui essi posso dare aiuto ai figli e stabilire un sistema di sorveglianza sotto il diretto controllo dei genitori per identificare e punire la gang che sta spaventando i loro bambini.
5. Attivare un sistema di sorveglianza della scuola e dell’ ambiente circostante sotto il diretto controllo di adulti e studenti senior; istruire gli studenti su come affrontare il problema del bullismo e a chi rivolgersi nel caso si ritrovino in uno stato di insicurezza.
6. Revisionare il piano di azione della scuola per la riduzione della violenza, affinchè siano incluse dure sanzioni a carico di studenti sorpresi a commettere atti di bullismo a danno di altri.
7. Organizzare una manifestazione per sensibilizzare al rispetto della legalità, grazie
all’ intervento delle forze dell’ordine locali
Discuti sulle diverse opzioni prima di decidere quale sia la più indicata per la risoluzione del problema.
2.5
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La migliore opzione?
L’ opzione 5 potrebbe essere la scelta migliore
Attivare un sistema di sorveglianza della scuola e dell’ ambiente circostante sotto il diretto
controllo di adulti e studenti senior; in più istruire gli studenti su come affrontare il
problema del bullismo e a chi rivolgersi nel caso si ritrovino in uno stato di insicurezza.
È importante aiutare le vittime del bullismo, così come sensibilizzare i testimoni di un
eventuale episodio violento a comunicare tempestivamente l’ accaduto e fornire
protezione sia agli uni che agli altri.
Affinchè gli alunni si sentano al sicuro, la padronanza dell’ ambiente sia interno che
esterno alla scuola dovrebbe essere condivisa, ma per il raggiungimento di questo
obiettivo è necessaria la supervisione degli adulti.
Dove è necessario un incremento del controllo bisognerebbe coinvolgere altri adulti – le
forze dell’ ordine e membri della comunità, inclusi i genitori.
Il raggiungimento, almeno parziale, di questo target andrà a stabilire una relazione di
fiducia reciproca tra studenti e staff scolstico, in modo tale che sia garantita la presenza
costante di figure adulte alle quali rivolgersi per richiedere protezione.
2.6
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Quali sono le misure preventive da
adottare? 1. Stabilire il “possesso” da parte della comunità-scuola dell’ ambiente interno ed
esterno alla scuola stessa attraverso un efficiente sistema di supervisione gestito
dagli adulti e dagli studenti senior.
2. Insegnare, sia agli studenti vittime che ai testimoni, come reagire ad un eventuale
atto di bullismo e come evitare che esso si verifichi dinuovo.
3. Costruire delle solide relazioni tra staff e studenti, in modo tale che gli alunni si
sentano sicuri di comunicare con loro ogni qualvolta si sentano non
sufficientemente protetti.
4. Istallare sistemi di sicurezza fisica come cancelli e videocamere di sorveglianza.
Questo aiuta a prevenire la violenza, ma fa anche in modo che essa si trasferisca
in luoghi meno sicuri.
5. Fare una stima del rischio per verificare la sicurezza dei luoghi più animati ed
affollati della scuola ( bar, zone con accesso wifi, ecc), nei quali gli studenti
possono essere maggiormente a rischio.
6. Collaborare con i corpi di Polizia locale ed indurli ad intervenire nei casi in cui la
legge non venga rispettata.
2.7
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È avvenuto un miracolo!
Pensa di svegliarti al mattino e di trovare nella tua scuola uno stato
generale di convivençia
• Quali valori basilari verrebbero applicati nella tua scuola?
• Che cosa farebbero i membri della comunità scolastica, come
parlerebbero e come si relazionerebbero l’ un l’ altra?
• Come sarebbe organizzata la scuola nelle sue aree chiave come il
piano formativo, le strategie di sostegno e il controllo delle aree
interne ed esterne della scuola?
Discuti le risposte con un partner
“La pace non è l’ assenza di conflitto, ma la presenza di alternative
creative per risolvere il conflitto”
Dorothy Thompson
2.8
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Una scuola in cui regna la convivençia
Sei invitato a riflettere sulle risposte alle domande della
slide precedente. Quali parole o espressioni chiave
descriverebbero il modo in cui le persone si comportano all’
interno di una scuola in cui vige uno stato di convivençia?
Tutti noi ………
Scrivi su di un cartellone le parole con le quali
completeresti questa frase – cerca di utilizzare quante più
parole possibili.
Ciascuno di voi dovrebbe scrivere in silenzio e
contemporaneamente nel proprio gruppo.
2.9
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Elaborare una strategia scolastica per la riduzione della
violenza e la promozione della convivençia
Lavorate in gruppi. Utilizzate il foglio risorsa 1.3 per definire le
principali tematiche ricoperte dal piano di azione della scuola
per la riduzione del bullismo e altre forme di violenza e la
creazione di un clima di convivençia.
Preparate una presentazione di cinque munuti per descrivere
gli elementi più importanti della strategia.
Gruppo 1 descriverà allo staff
Gruppo 2 descriverà agli studenti
Gruppo 3 descriverà ai genitori e ai membri di una più ampia
comunità, che integri agenzie ed associazioni che
possano collaborare con la scuola.
2.10
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Attività di informazione e monitoraggio per il
piano di azione
Lavorate in gruppi di tre persone e discutete
brevemente su come il piano di azione anti-
bullismo della tua scuola dovrebbe essere
a) comunicato a tutte le figure coinvolte nel
progetto
b) monitorato
2.11
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Stili della leadership secondo Goleman
1. Coercitivo
2. Autorevole
3. Aggregatore
4. Democratico
5. Programmatico
6. Formatore/istruttore
2.11
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Stili della leadership
1. Lavorate in gruppi di tre persone
2. La prima persona racconta una storia (non più di
2 minuti)
3. Gli altri due ascoltano senza parlare
4. Dopo aver ascoltato possono posizionarsi sul
pezzo di carta sul quale è scritto lo stile della
leadership che è stato usato nella storia
raccontata
5. Si discute sulla scelta dello stile
2.12
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Stili della leadership - Conclusione
• Nessuno stile è “positivo” o “negativo”, ma
ognuno ha il proprio fine.
• Un buon leader dovrebbe usare lo stile più
appropriato in quella determinata situazione.
• Un buon leader attinge da una varietà di stili.
2.13
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Le qualità di un buon leader
• Lavorate in coppia e scrivete le qualità (capacità,
competenze) di un buon leader e manager
• Siate specifici
You have 5 minutes for this activity:
2.14
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Le qualità di un buon
AAB school leader Sei invitato a pensare quali tra le qualità che hai
appena descritto sono più importanti per il
coordinamento di un programma anti-bullismo e la
promozione della convivenzia in una scuola
2.15
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Le qualità di un buon
AAB school leader • Condividete e confrontate le liste con altre
coppie
• Siete invitati a pensare se cambiereste qualcosa
nella vostra lista
Lavorate in gruppo ed elencate su di un cartellone
le dieci più importanti qualità di un buon AAB
school leader.
2.16
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Qualità di un buon AAB school leader
Conclusione
• Insieme abbiamo cercato di individuare le qualità che
dovrebbe mostrare di avere un leader per esercitare il
suo ruolo in maniera efficiente.
• È improbabile che un leader possa manifestarle tutte ad
un alto livello – ogni individuo possiede delle potenzialità
e delle debolezze.
• Questa è la ragione per la quale la leadership per la
riduzione della violenza in una scuola dovrebbe essere
condivisa.
2.17
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Capacità della leadership che abbiamo usato oggi
1. Elaborare chiare e precise presentazioni
2. Ascoltare attivamente ed interagire
3. Identificare I contenuti più importanti di una
presentazione, attività o discussione
4. Essere ben organizzati e pianificare le attività nel
tempo
Quali delle qualità analizzate pensi siano tra le tue
potenzialità e perchè?
2.19
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Curva di transizione
2.20
Shock
Negazione
Coscienza
Accettazione
Sperimentazione
Ricerca del
significato
Integrazione Adattata da Adams (1976)
Inizio della transizione
TEMPO
RIC
ON
OS
CIM
EN
TO
DE
LL
A C
OM
PE
TE
NZ
A
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Reazioni al cambiamento 1. Shock: reazione iniziale all’ ascolto della notizia del cambiamento.
2. Negazione: tentare di evitare l’ inevitabile.
3. Coscienza: iniziare ad accettare la necessità del cambiamento e
realizzare di esserne parte.
4. Accettazione: rassegnarsi all’ idea che i vecchi modi cambieranno.
5. Sperimentazione: testare i nuovi modi di fare le cose.
6. Ricerca del significato: dare un senso alla nuova situazione.
7. Integrazione: le nuove modalità di lavoro vengono accettate ed
usate.
Pensa ad un cambiamento di successo nel quale sei stato coinvolto.
Cosa ti ha aiutato a superare lo shock e la negazione iniziale, per
passare alla coscienza, all’ accettazione, alla sperimentazione, alla
ricerca del significato e, infine, all’ integrazione del cambiamento?
2.21
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Scenario 2
Piano di azione, strategia e leadership Diversi insegnanti riportano al Preside o al Direttore scolastico che vi è
un incremento nel numero degli episodi di bullismo tra gli studenti.
Il Preside annuncia agli studenti attraverso una comunicazione che la
scuola ha una politica di tolleranza zero nei confronti del bullismo e che
le norme scolastiche stabiliscono che ogni studente responsabile di
scontri violenti o atti di bullismo sarà punito.
Per un breve periodo il bullismo sembra in diminuzione, ma dopo un
mese lo staff comunica che la situazione non è mai stata peggiore.
Quali azioni potrebbero avere un effetto più a lungo termine sulla
riduzione del bullismo e altro comportamento violento da parte degli
studenti nella scuola?
2.22
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Cosa potrebbe fare il Preside?
1. Dare indicazioni agli studenti con comportamenti violenti, o che sono vittima di
violenza, sui servizi di assistenza e consulenza psicologica.
2. Investire più tempo nella supervisione dell’ area esterna prossima alla scuola e dire
allo staff di condurre dal Preside qualsiasi alunno sorpreso a compiere atti di bullismo,
ai fini dell’ assegnazione di una punizione legittima.
3. Ribadire la politica di tolleranza zero, incrementare le punizioni per gli studenti che
sono coinvolti nel bullismo e stabilire un sistema di riconoscimento e premiazione per
gli studenti che contriobuiscono a prevenire il bullismo.
4. Raccogliere le idee e le opinioni degli studenti per utilizzarle nella creazione di nuove
e più efficaci norme di condotta scolastica, che saranno affisse e pubblicate in tutte le
aree della scuola.
5. Costituisci un gruppo anti-bullismo di lavoro e inizia ad esaminare le politiche e le
strategie di intervento relative alla riduzione del bullismo e altre forme di violenza,
prima che il gruppo lavori all’ implementazione della strategia.
Discuti queste opzioni prima di scegliere quella che consideri la migliore.
2.23
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La migliore opzione?
L’ Opzione 5 può essere la scelta migliore per iniziare a
Formare un gruppo anti-bullismo che prima analizzi la politica e la strategia di riduzione del bullismo e di altre forme di violenza, e poi contribuisca all’ implementazione della strategia.
Condividendo la leadership delle azioni di intervento della scuola, la n. 5 è
l’ opzione che più probabilmente riuscirà ad avere un effetto a lungo termine.
Le politiche di tolleranza zero sono raramente efficaci perchè sono essenzialmente legate ad una reazione punitiva e non mirano all’ identificazione e alla risoluzione delle cause che sono all’origine della violenza.
Le figure più autorevoli, come il direttore o il preside, condividono la loro autorità nel momento in cui decidono di adottare una leadership distribuita; in questo modo delegano altre figure professionali della scuola ad intraprendere azioni mirate alle cause del bullismo e altre forme di violenza.
C’è una maggiore probabilità di giungere ad una riduzione del comportamento violento grazie ad un lavoro di squadra che include tutti i membri della scuola (amministratori, insegnanti, genitori, studenti ecc.) . Se inizialmente tutti approvano le modalità di intervento, tutto il gruppo anti-bullismo può così partecipare alla conduzione e al supporto delle strategie indirizzate alle cause del bullismo e delle altre forme di violenza.
2.24
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Come si può evitare che la situazione si ripresenti?
1. Coinvolgere l’ intera comunità scolastica nella condivisione della politica e
della strategia di intervento delineate dal gruppo dei leader anti-bullismo.
Pubblicizzare ampiamente l’ azione, includendo anche i genitori/tutori.
2. Creare un piano di azione con il gruppo dei leader anti-bullismo per
implementare la politica di intervento e focalizzarsi sulle azioni positive che
mirano alla riduzione delle cause di bullismo e altre forme di violenza.
3. Dare enfasi nel piano di azione al riconoscimento del comportamento
prosociale e migliorare ulteriormente i comportamenti positivi che inducono
ad una riduzione della violenza
4. Collaborare con il gruppo dei leader anti-bullismo per sviluppare i ruoli e le
responsabilità di tutti i membri della comunità scolastica ai fini di un’
implementazione del piano di azione.
5. Monitorare e revisionare la politica di intervento, la strategia e il piano di
azione regolarmente e continuare a lavorare sugli aspetti che si rivelano di
maggiore successo.
2.25
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Strategie mirate alla soluzione
Sviluppate dal lavoro dello psichiatra Steve de Shazer.
Generalmente i terapisti hanno ricercato le cause del
problema,
ma individuare la causa di un problema può non aiutare a
risolverlo.
2.25
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Cosa possiamo apprendere da una terapia
mirata alla risoluzione del problema
Gli adulti e i bambini con problemi risultano essere
maggiormante aiutati quando:
• parlano del futuro, non del passato
• descrivono cosa vogliono nella vita
• scoprono ciò che per loro è stato più produttivo
• si soffermano su ciò che potrebbe cambiare
• si concentrano sul tipo di comportamento da adottare, sulle
competenze e potenzialità individuali
2.27
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Domande mirate al problema e alla soluzione
Focus sul problema Come posso aiutarti?
Potresti parlarmi del problema?
Puoi dirmi di più riguardo al problema?
Come possiamo capire il problema alla luce
dell’ esperienza passata?
Quali sono gli ostacoli al miglioramento?
Quanto grave si presenta il problema?
Quali sono gli effetti che procura alle persone?
2.27
Focus sulla soluzione Come saprai che le cose stanno migliorando?
Cosa vorresti cambiare?
Qual è la principale questione sulla quale concentrarsi?
Possiamo conoscere le eccezioni al problema?
Come sarebbe il futuro senza la minaccia di questo problema?
Come possiamo usare le nostre competenze e qualità?
Abbiamo raggiunto risultati abbastanza soddisfacenti?
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Usare la Domanda del Miracolo
Che tipo di problema potresti avere nello sviluppo
di un programma anti-bullismo nella tua specifica
situazione?
Discutine con un partner e prendi nota
brevemente del problema che ha l’ altra persona
2.29
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Il Miracolo è avvenuto Mentre dormi nel tuo letto, il tuo problema scompare per miracolo.
Quando al mattino seguente ti sveglierai:
• Cosa sarà cambiato?
• Come lo saprai?
• Quale sarà la prima cosa che noterai?
• Chi altro lo noterà?
• Come saprai che essi lo hanno notato?
• Cosa potrebbe accadere?
• Quali piccoli segnali hai già visto?
Discuti le risposte a queste domande con un partner – ognuno di voi
dispone di cinque minuti
2.30
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Usare le risposte alla Domanda del Miracolo
Ora sai cosa deve essere cambiato, in che modo
vorresti iniziare?
Cosa farai per ottenere un piccolo
miglioramento?
2.31
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Punteggio
Lavora con un nuovo partner. Pensa ad un problema che ti affligge al momento. Parlane brevemente con il tuo partner.
Su una scala da 0 a 10, che punteggio daresti al tuo problema?
0 è un problema mollto grave,10 non è assolutamente un problema.
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 GRAVE PROBLEMA NON SI TRATTA DI UN PROBLEMA
2.32
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Domande basate sul punteggio
Discuti con il tuo partner le seguenti domande
• Che cosa sarebbe cambiato se la volta successiva il punteggio fosse aumentato di uno o due punti?
• Come sei riuscito a non avvicinarti al punteggio 0?
• Perchè il tuo punteggio non è inferiore di un punto?
• Chi noterà la differenza?
• Cosa cambierà quando il punteggio si muoverà verso il10?
• Cosa dovrebbe capitare per aumentare il punteggio di uno o due punti?
2.33
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Trovare le eccezioni Perfino per i problemi più difficili da risolvere si possono riscontrare eccezioni
• Cosa pensate delle circostanze in cui il fenomeno non si presenta?
• Cosa pensate delle circostanze in cui esso si verifica in misura minore?
• Quali sono le volte in cui esso reca un danno minimo?
• Quando ti astieni dalla necessità di… ?
• Quali sono le diverse azioni da intraprendere in tali circostanze?
• Quali erano le condizioni di vita prima che il fenomeno si presentasse?
• Ci sono persone che ti prendono in considerazione, o che gestiscono il problema meglio di altri?
• Ci sono persone che ritengono sia importante il lavoro che hai intrapreso?
2.34
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Strategie mirate ad altre soluzioni
• Fissare obiettivi – Quali risultati ti proponi di raggiungere?
• Pospettare giornate producenti - Come sai che la giornata si sta rivelando positiva?
• Trovare le eccezioni – Descrivimi le circostanze in cui questo non accade.
• Costruire sulle potenzialità – Quando in passato dovevi far fronte a questo tipo di problema, come ti proponevi di risolverlo?
• - Quale area di interesse risponde meglio al tuo lavoro?
• Altre impressioni – Cosa poterbbe dirti oggi un tuo collega riguardo al tuo operato?
• Controllo – Cosa stai facendo per evitare che le cose peggiorino?
2.35
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Uso di tecniche mirate alla soluzione
Quale strategia finalizzata alla soluzione potresti usare nella seguente situazione?
Un insegnante sostiene di avere delle difficoltà con una classe. Ricorre a continui rimproveri per tenere in silenzio gli alunni. Si rivolge a te per avere un aiuto.
(Consultare la lista di tecniche mirate alla soluzione, reperibile nella Sezione 4.6.4 del Manuale di Azione Anti-Bullismo )
2.35
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Strategie mirate alla soluzione
“Non si può risolvere un problema usando la
stessa mentalità che lo ha creato.”
Albert Einstein
2.36
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Definizione di SEL • L’ apprendimento delle capacità sociali ed emotive (Social and Emotional Learning - SEL) è
un processo di acquisizione di valori, attitudini, competenze, conoscenze e capacità, che si
rivelano essenziali per l’ efficienza, il benessere e l’ affermazione dell’ individuo durante il
corso della vita.
• Tra queste capacità sono incluse la coscienza del sé, l’ alfabetizzazione emotiva, la
resilienza, la perseveranza, la motivazione, l’ empatia, le competenze sociali e relazionali, l’
efficacia della comunicazione, l’ autostima, la sicurezza di sé, il rispetto e l’ autoregolazione.
• Tali capacità ci rendono capaci di riconoscere noi stessi e di avere cura di noi e degli altri, di
gestire ed esprimere emozioni positivamente, prendere decisioni in maniera responsabile,
stabilire e raggiungere obiettivi, imparare, costruire relazioni sociali positive, risolvere i
problemi equamente, lavorare con gli altri, gestire lo stress, assolvere i propri compiti,
affrontare le difficoltà della vita con successo, essere felici e soddisfatti. Attraverso queste
competenze saremo protetti dai comportamenti che minacciamo il benessere degli individui
e delle comunità.
• Il SEL è garantito da una sistematica ed appropriata istruzione, combinata all’ esperienza
sostenibile di contesti formativi di qualità.
2.37
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Aspetti sociali ed emotivi dell’
apprendimento secondo Goleman
I cinque aspetti sociali ed emotivi dell’
apprendimento sono:
• coscienza di sé
• gestione dei sentimenti
• motivazione
• empatia
• competenze sociali
2.39
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Obiettivi di un programma SEL
Consapevolezza ed
importanza:
di se stessi
degli altri
dell’ appartenenza ai
gruppi
2.40
Gestione di:
di se stessi
delle relazioni
dell’ apparteneza ai
gruppi
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Esempi dei risultati del percorso di apprendimento
Gestione del sé Gli studenti a scuola:
• Possono controllare gli impulsi e pensare prima di agire.
• Hanno strategie per il mantenimento di uno stato di calma, da usare al bisogno.
• Hanno una serie di strategie per il controllo dell’ ansia e di altri sentimenti di disagio, compresi quelli di rabbia.
2.40
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Esempi dei risultati del percorso di
apprendimento
2.41
Strategie associate
all’ appartenenza ad
un gruppo A scuola gli alunni lavorano
meglio in gruppo.
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I quattro elementi basilari del SEL • Un ethos positivo di
convivençia
• Staff con delle buone capacità sociali ed emotive che fornisce supporto ai giovani nel processo di acquisizione delle competenze sociali ed emotive
• Un piano formativo strutturato per l’ insegnamento delle capacità
• Potenziamneto delle capacità in ciascun ambito previsto dal piano di studi
2.43
Potenziamento delle
capacità SEL in tutte
le aree formative
Un piano formativo
strutturato per
supportare gli
studenti nel processo
di acquisizione delle
capacità sociali ed
emotive (SEL)
Un ethos positivo di
convivençia
Benessere emotivo
dello staff docente e
non docente.
Buon esempio da
parte dello staff
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Struttura ad “iceberg” del SEL
2.43
Programma teorico per lo sviluppo delle
capacità degli studenti
Potenziamento attraverso tutte le aree del
piano di studi
Competenze e capacità di
insegnanti che fungono da modello
ETHOS
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La struttura del SEL
2.44
Per gli studenti che necessitano di
supporto speciale per lo sviluppo delle
capacità sociali ed emotive, e per le
loro famiglie
Lavoro in piccoli gruppi
Per tutti gli studenti
Insegnamento delle capacità sociali ed emotive con conseguente potenziamento in tutte le attività formative
Piano di azione messo in pratica dalla scuola nel suo complesso
Un clima sicuro di apprendimento per promuovere la convivençia
Coinvolgimento della famiglia e delle persone della comunità
Per studenti con
speciali bisogni
educativi
Attenzione individuale
Project n° JUST/2013/DAP/AG/5655
Funded by the
DAPHNE III Programme
of the European Union
Il SEL per tutti i membri della scuola può ridurre
il bullismo • Gli studenti responsabili di bullismo hanno elevate capacità di
interazione.
• Essi non hanno bisogno di apprendere competenze sociali.
• Ma essi utilizzano le loro capacità per ottenere gratificazioni sociali o
ricompense materiali a spese degli altri. Questo aspetto deve essere
corretto.
• Il SEL per tutti i membri della scuola può creare un clima positivo che
rende il bullismo inaccettabile e riduce il riconoscimento che i bulli
ottengono in termini di status sociale.
2.46
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2.47
Ogni insegnante sa che, per apprendere con successo, i bambini devono sentirsi felici e sicuri all’ interno dell’ ambiente scolastico.
Hellaby, L. ‘Walking the Talk…’ 2004
Le persone che sono felici e sicure comprendono appieno le informazioni ricevute e le utilizzano nel modo giusto.
Goleman, D. Emotional Intelligence 1995
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Un ethos favorevole alla convivençia
Gli elementi fondamentali
dell’ ethos sono:
Relazioni
Linguaggio
Ambiente
fisico
sociale
emozionale
2.48
Benessere emotivo
dello staff docente e
non docente.
Buon esempio da parte
dello staff
Potenziamento delle
capacità SEL in tutte le
aree formative
Un piano formativo
strutturato per
supportare gli studenti
nel processo di
acquisizione delle
capacità sociali ed
emotive
Un ethos positivo di
convivençia
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Creare un clima sicuro per l’ apprendimento
La ricerca dimostra che uno stile di insegnamento
autorevole sia la chiave per lo sviluppo di un clima
di supporto reciproco all’ interno della classe e di
un contesto di prevenzione del bullismo.
2.49
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Un ethos positivo – Relazioni
2.50
Le persone non sono
interessate a quanto tu
sappia, fin quando non
sapranno quanto tu ne
sia interessato... John C. Maxwell
È stato domostrato che la qualità
del rapporto insegnante-studente
sia uno dei più significativi fattori
che influenzano gli obiettivi di
apprendimento dello studente (Cornelius-White (2007),Hatie (2009),Rowe (2001)
Un ethos favorevole alla
convivençia
Relazioni
Linguaggio
Ambiente
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A positive ethos - Language
2.51
Le parole possono guarire o
ferire, e sono necessari solo
pochi secondi per dimostrare
questo fatto neurologico
Newberg & Waldman (2102)
Un ethos favorevole per la
convivençia
Relazioni
Linguaggio
Ambiente
Un sorriso affettuoso
è il linguaggio
universale della
gentilezza William A. Ward
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Un ethos positivo - Ambiente
Fisico – es. aree ricreative
sicure e confortevoli
Sociale – es. aree nelle quali
gli studenti possano sedersi
e parlare
Emozionale – es.
dimostrazioni per dare valore
al lavoro degli studenti
2.52
Un ethos favorevole alla
convivençia
Relazioni
Linguaggio
Ambiente
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Personale docente e non docente = un modello
da seguire
2.53
Il modo in cui gli alunni
sono trattati e gli esempi
che vengono loro dati da
coetani ed adulti sono
sicuramente gli aspetti che
influenzano maggiormante
il modo in cui essi
tratteranno gli altri e il
modo in cui essi
svilupperanno il rispetto
per gli altri. Jim Rose
Un ethos positivo di
convivençia
Benessere emotivo dello
staff docente e non
docente.
Buon esempio da parte
dello staff
Un piano formativo
strutturato per
supportare gli studenti
nel processo di
acquisizione delle
capacità sociali ed
emotive
Potenziamento delle
capacità SEL in tutte le
aree formative
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Personale docente e non docente = un modello
da seguire Cosa insegniamo agli alunni …
• Non lasciare che la rabbia prenda il sopravvento
• Impara a riconoscere i tuoi punti deboli
• Riconosci i segnali di allarme nel momento in cui stai per infuriarti
• Cerca di mantenere la calma
• Non inasprire la situazione alzando il tono della voce, avvicinandoti troppo, usando un linguaggio aggressivo del corpo, interrompendo, rifiutando di ascoltare…
2.54
Non preoccuparti se gli altri
sembrano non ascoltare una
parola di ciò che stai dicendo,
preoccupati del fatto che essi
osservano tutto ciò che stai
facendo!
Se non stai mettendo in
pratica ciò che insegni, stai
insegnando qualcosa di
diverso
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Personale docente e non docente = un modello
da seguire
Il personale scolastico non può dare il giusto
esempio se non presta la dovuta attenzione al
proprio benessere emotivo e se le sue
competenze sociali ed emotive non sono ben
sviluppate.
2.55
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Sviluppare le competenze del SEL
Hai 10 minuti a disposizione
Sei invitato a discutere sulle modalità in cui il benessere
emotivo dello staff può essere sviluppato.
Scegli una di queste modalità e descrivila all’ intero
gruppo attraverso una dimostrazione.
Puoi farlo usando diverse modalidà – parlando,
cantando, ballando, disegnando o simulando (role play).
Hai a disposizione due minuti per presentare la tua idea.
2.56
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Uno strutturato percorso formativo SEL
Materiali da
usare con
ciascun gruppo
di età
2.57
Benessere emotivo
dello staff docente e
non docente.
Buon esempio da parte
dello staff
Potenziamento delle
capacità SEL in tutte le
aree formative
Un piano formativo
strutturato per
supportare gli studenti
nel processo di
acquisizione delle
capacità sociali ed
emotive
Un ethos positivo di
convivençia
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Potenziare gli obiettivi di apprendimento
del percorso formativo formale (SEL) Opportunità di potenziamento
• Assemblee per presentare idee a
tutta la scuola
• In tutte le attività formative, durante
tutte le lezioni
• Manifesti e avvisi in bacheca in tutte
le aree della scuola
• Intervalli per le ricreazione ed il
pranzo
• Attività di rientro a scuola
• Attività di famiglia da svolgere a
casa
2.32
Un piano formativo
strutturato per
supportare gli
studenti nel
processo di
acquisizione delle
capacità sociali ed
emotive
Potenziamento delle
capacità SEL in tutte le
aree formative
Un ethos positivo di
convivençia
Benessere emotivo
dello staff docente e
non docente.
Buon esempio da
parte dello staff
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Obiettivi di apprendimento della seconda
giornata 1. Considerare il piano e le strategie di intervento per la creazione di un
clima non- violento nella scuola
2. Stili generali della leadership e stili propri dei leaders del programma anti-bullismo.
3. Qualità di un buon leader e manager del programma anti-bullismo.
4. Conferire ad altri le competenze necessarie a condurre iniziative anti-bullismo attraverso una leadership distribuita. Alcuni aspetti della leadership del cambiamento.
5. L’ importanza dell’ apprendimento delle capacità sociali ed emotive (SEL) in tutte le attività formative offerte dalla scuola.
6. Come le competenze sociali ed emotive possono essere apprese ed assimilate tramite un percorso formativo formale ed informale.
7. La struttura di un programma SEL, i suoi principali obiettivi di studio e le sue più efficaci strategie di insegnamento edi apprendimento.
2.59