Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

51
the Style Magazine of Spring Summer 2009 n.1 euro 3,00 (Italy) COPIA OMAGGIO

description

Spring Summer 2009

Transcript of Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

Page 1: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

the Style Magazine of

SpringSummer2009

n.1

euro

3,0

0 (I

taly

) COP

IA O

MAG

GIO

Page 2: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

yellindutry.it

Page 3: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

the Style Magazine of YELL INDUSTRY | spring summer 2009 | n. 1

YELL INDUSTRY

Via Bruno Pontecorvo n. 13/1500012 - Guidonia Montecelio

Roma - Italy

numero verde 800.913338

telefono +39 077435481fax +39 07743548112

[email protected]

TEMPORARY MUSIC ROMAPORTA LA TUA GENTE NOI PENSIAMO ALLA MUSICA

SAB 15 AGOSTOORE 21.00-24.00YELL INDUSTRY

DETTAGLI UNICI, DENIM FORGIATO, MATERIALI RICERCATI, ACCESSORI E BENESSERE.

BENVENUTO NEL MONDO DI YELL! © 2009 Yell Industry

PR

EV

EN

DIT

E A

BIT

UA

LI

Page 4: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

yellindustry.it

the Style Magazine of

09 22 30

48 86

09

22

30

48

86

Page 5: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

08 09

Page 6: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

10 11

Page 7: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

12 13

Page 8: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

14 15

Page 9: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

16 17

Page 10: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

Yell! industry espone al Bread and Butter di Barcellona, la piu’importante fiera internazionale dell’abbigliamento, che vedeprotagonisti espositori provenienti datutto il mondo. La fiera ha portatoottimi risultati commerciali e di visibilita’ in Italia ma sopra tutto all’estero.---------------------------------------------------------------

BREAD & BUTTER realizza insieme al „tradeshow for selected brands“ il pro-getto di un evento avanguardistico e contemporaneo per la cultura dell‘ab-bigliamento.

BREAD & BUTTER è una fiera internazionale specializzata per lo Street- und Urbanwear e, come tale, presenta una piattaforma di comunicazione e mar-keting per marchi, etichette e designer nei campi Denim, Sportswear, Street Fashion, Function Wear e Casual Dressed Up nonché per subfornitori dello stadio precedente. Con il suo straordinario portfolio di marche, la BREAD & BUTTER conferma la sua posizione di fiera leader internazionale e trademark – è il punto d’in-contro di acquirenti, rivenditori e rappresentanti della stampa del settore tessile. Più di ogni altro evento, il „tradeshow for selected brands“ rispecchia la cul-tura e la filosofia del marchio dei suoi espositori: i marchi che espongono alla BREAD & BUTTER si presentano in modo conforme all’orientamento del loro marchio, con tutte le relative sfaccettature ed il relativo spettro di emozioni. Due volte all’anno, il „tradeshow for selected brands“ , fedele al principio „Fun & Profit“, combina equamente ispirazione e business. Il primo appun-tamento della BREAD & BUTTER è l’evento kick-off del settore.

----------------------------------------------------------------------------------------------Nazioni di BREAD&BUTTER – unitevi! L’ottava ed ultima edizione di BREAD & BUTTER BARCELONA si è svolta sotto il segno dell’internazionalità, con 800 espositori e quasi 80.000 visitatori da più di 100 Paesi. L’eccellente portfolio di espositori e visitatori ha nuova-mente confermato il ruolo di BREAD & BUTTER come fiera leader nei settori street e urbanwear, e come appuntamento imperdibile per gli operatori del settore.

La Yell! Optical s.r.l. Divisione Orologi ha preso parte per la seconda voltaalla Fiera OroCapital Event, in veste di espositore, con la nuova collezione2009, variegata, colorata, spiritosa,importante. La Mostra dedicata allaGioielleria, Oreficeria, Argenteria, Orologeria, Bigiotteria che prende vitapresso il nuovo quartiere fieristico di Roma, è un evento che rappresenta un importante momento di riconosci-mento per tutto il settore e per gli addetti ai lavori.L’originale stand nero e giallo si faceva ben notare in mezzo a quelli del-le grandi gioiellerie e, nei quattro giorni di Fiera abbiamo accolto visitatori, negozianti, agenti e addetti al settore, riscuotendo un notevole successo. Abbiamo mostrato, abbiamo allacciato nuovi contatti, ci siamo confrontati, e siamo cresciuti ancora un po’.

Orocapital è la mostra-fiera dell’oro, ideata dal Consorzio Oro Italia di Giovan-ni Perrone nel 1986. L’integrazione di competenze ed esperienze, insieme al grande spessore professionale di ciascuno dei membri, ha permesso al consorzio di affermarsi nel settore, diventando presto un punto di riferimen-to, riconosciuto per qualità, competenza e serietà.

Con oltre 20 anni di esperienza, Orocapital si propone come il punto di rife-rimento nel settore della gioielleria e argenteria Made in Italy: competenza e passione consentono di accompagnare il proprio pubblico di riferimento con impegno ed entusiasmo verso le nuove evoluzioni del settore. Orocapital vuole anche coniugare le ragioni del business con elementi emotivi, per cre-are una esperienza multisensoriale, in cui la parte spettacolare e conviviale esalta l’interazione tra gli operatori favorendo la trattativa commerciale.Tutto questo consente alla manifestazione di rappresentare l’effettivo punto di incontro tra domanda ed offerta, in un mercato sempre più competitivo e globalizzato.

MIDO 2009: terzo anno da espositoriper YELL! OPTICAL s.r.l., è senz’altro uno degli eventi più importanti almondo per il settore dell’occhialeria, dove si danno appuntamento le firmepiù prestigiose, i designer, i fornitorie i visitatori da ogni parte. Una scommessa per la divisione ottica chesi può considerare vinta. Molti visitatorisi sono soffermati e congratulati per le collezioni vista e sole, nuovi contatti esteri che ci permetteranno di espandere il nostro business, nuove idee e nuovi progetti, scaturiti dal fermento di quei giorni, faranno si che il brand YELL! OPTICAL diventi noto in altre nazioni, europee ed extra europee.

Mido, Mostra Internazionale di Ottica, Optometria e Oftalmologia che si tiene annualmente alla Fiera di Milano, è la più importante fiera del settore, il punto di riferimento per gli ottici e i buyer stranieri (54%) e per quelli italiani (46%). La fiera si divide in due settori, uno dedicato alle aziende e l’altro ai fornitori. E’ un evento unico, in cui si trova tutto ciò che di nuovo viene proget-tato, prodotto e presentato in anteprima agli operatori, è una manifestazione ricca di avvenimenti, personalità, informazioni e servizi, è soprattutto un luo-go d’incontro per creare contatti e scoprire le tendenze del futuro.

Giunta quest’anno alla trentanovesima edizione e concentrata in quattro giornate, dal 6 all’8 marzo, la fiera ha presentato in anteprima assoluta tutte le nuove tendenze moda. Si sono potuti toccare con mano occhiali da sole e da vista, di ogni forma e materiale, osservare da vicino le nuove lenti, prota-goniste di spicco dell’esposizione, grazie alla sempre maggiore perfezione. Buono anche l’apprezzamento riscosso dalla seconda edizione di Mido De-sign Lab, l’area che ospita tutte quelle aziende che si distinguono per ricer-ca e innovazione, che quest’anno ha sfoggiato un nuovo look avveniristico giocato sull’abbinamento black&white .

Mido si conferma un salone all’avanguardia e guarda già al futuro, con un at-teggiamento positivo, e dà appuntamento, a Milano, dal 5 al 7 marzo 2010 per la quarantesima edizione della fiera che, a grande richiesta delle azien-de espositrici, sarà tutta concentrata in 3 giornate.

ORO CAPITALYell Optical a Oro Capital

MIDOYell Optical al Mido di Milano

BBBYell al Bread and Butter

18 19

Page 11: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

yellindustry.it

La chiave per creare la mobilità del futuro è la disponibilità di mettere in dub-bio ciò che è affermato e la capacità di sviluppare delle soluzioni nuove. Al fine di soddisfare queste premesse, il BMW Group Design utilizza il principio GINA (Geometry and Functions In “N” Adaptions – geometria e funzioni in un numero N di interpretazioni) che produce dei concetti innovativi lasciando ai designer la massima libertà creativa. Questo porta a soluzioni completa-mente nuove nella forma e nelle funzionalità di un’automobile del futuro. Il vision model GINA Light in cui sono stati realizzati vari concetti innovativi tra-smette un’impressione di questo processo di trasformazione. Il BMW Group Design non cerca solo delle risposte relative all’immagine dell’automobile del futuro ma esamina soprattutto gli spazi di libertà che offrirà. Per entram-bi i fattori sono decisivi i criteri che dovrà soddisfare l’automobile del futuro. Per questo motivo, i desideri e le esigenze del cliente a livello di estetica e di funzionalità dell’automobile del futuro e il tentativo di esprimere il proprio individualismo e stile di vita costituiscono la base di tutte le idee rappresen-tate nel vision model GINA Light.

Il vision model GINA Light è caratterizzato da una pelle esterna quasi esente da linee di unione, realizzata in un materiale tessile flessibile teso su una sotto-struttura mobile. Le singole funzioni vengono autorizzate solo al mo-mento in cui sono effettivamente necessarie.

Con questa vettura il BMW Group Design fornisce degli impulsi per una di-scussione fondamentale sulle caratteristiche che influenzeranno lo sviluppo futuro dell’automobile. Questa è anche la differenza principale rispetto a una concept car nella quale si riflette già l’aspettativa di realizzare un nume-ro possibilmente alto di elementi nella futura automobile di serie. Il vision model GINA Light rappresenta invece una visione del futuro dell’automobile ed è un progetto di ricerca.

Il BMW Group Design ha concretizzato la sua visione di automobile del futuro in una roadster a due posti. Saltano immediatamente all’occhio le propor-zioni dinamiche tipiche del marchio. Le forme modellate, già realizzate in varie vetture di serie, sono state sviluppate nel vision model GINA Light con una coerenza finora mai raggiunta. Il modulo frontale e le fiancate, incluse le porte, rappresentano un’unità unica, fluida, esente da linee di unione, non solo a livello estetico ma anche strutturale.

Per potere realizzare una forma del genere, è stato necessario mettere in dubbio tutti i concetti finora noti di progettazione e di realizzazione di una scocca automobilistica e dei relativi materiali. Il vision model GINA Light non è composto dai classici elementi di una carrozzeria, come minigonna anteriore, cofano motore, fiancate, porte, passaruota, tetto, cofano del ba-gagliaio e coda. Le loro funzioni sono state assunte da una struttura nuova, composta solo da pochi elementi. Una struttura metallica è ricoperta di un tessuto speciale elastico, altamente resistente. Questo materiale nuovo as-sicura ai designer dei livelli di libertà nettamente superiori nella realizzazio-ne di forme e di funzioni.

La carrozzeria è composta da solo quattro elementi. Il componente più grande e il modulo frontale che si allunga fino alla base del parabrezza e lateralmente fino alla conclusione posteriore delle porte. Le ampie fianca-te si estendono generosamente dalla base anteriore dei longheroni laterali sottoporta fino ai passaruota posteriori e alla coda. Il quarto componente è l’elemento centrale della coda.

L’utilizzo di una pelle esterna flessibile rappresenta un’innovazione rivolu-zionaria nel settore automobilistico. Questa soluzione apre delle possibili-tà finora impensabili sia a livello di design che di produzione e di funzioni. Conseguentemente, anche l’interazione del guidatore con la sua automobile viene arricchita di sfaccettature completamente nuove. I singoli elementi che compongono la sottostruttura sono mobili. Attraverso un comando elet-troidraulico questi elementi modificano la loro posizione, così da mutare la pelle esterna secondo la situazione e i desideri del guidatore, conferendole una forma nuova e ampliando al contempo la natura e il contenuto delle funzionalità della vettura. L’esempio più affascinante è costituito dai grup-pi ottici. Nella posizione normale, cioè quando non è necessario illuminare la strada, essi sono invisibili, nascosti sotto una copertura realizzata in un tessuto speciale. Quando il guidatore accende i proiettori si modifica la sa-goma del modulo frontale: a destra e a sinistra del doppio rene BMW si apre la copertura azionata dal movimento della struttura metallica sottostante e appaiono i doppi fari BMW.

continua a pg. 26

GINABMW Press Release

20

Page 12: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

SE NON SAI COSA VUOI ...

ALLORASTUPISCILI TUTTI

22 23

Page 13: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

24 25

Page 14: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

26 27

Page 15: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

yellindustry.it

da pg. 18

Anche la coda e i longheroni laterali sottoporta del vision model GINA Light offrono delle possibilità di adattare la forma e la funzione alla situazione di guida momentanea. In entrambi i casi la forma della pelle esterna soddisfa la richiesta del guidatore di una guida particolarmente dinamica. Il concet-to considera anche una possibile interazione con l’aerodinamica. La forma dell’elemento della coda include la possibilità di far salire automaticamente lo spoiler posteriore della vettura al momento in cui viene raggiunta una determinata velocità, generando così ad elevate velocità una deportanza supplementare. Dato che tutta la coda, incluso lo spoiler, è rivestita fino alla sezione posteriore degli interni con un unico tessuto, la forma omogenea della coda viene conservata in qualsiasi posizione dello spoiler. Il sistema meccanico che aziona i movimenti resta invisibile.

La realizzazione della superficie della carrozzeria come copertura tessi-le flessibile, posata su una sottostruttura metallica, richiede un’altissima qualità dei materiali impiegati. Per la pelle esterna è stato scelto un tessu-to ibrido prodotto industrialmente e composto da un intreccio di base ad effetto stabilizzante e una pelle superficiale idrorepellente e resistente al caldo e al freddo. Un’altra caratteristica importante è la massima stabili-tà alla deformazione del materiale. Indipendentemente dalla temperatura e dall’umidità dell’aria, il materiale conserva la propria forma anche dopo un’intensiva e ripetuta estensione. Questo garantisce che la copertura su-perficiale della carrozzeria non deteriori nel tempo. Inoltre, i movimenti dei singoli elementi della carrozzeria generano delle pieghe riproducibili con la massima precisione. Nella selezione del materiale il BMW Group Design si è lasciato ispirare dall’architettura edilizia e degli interni. Al fine di raggiungere la massima precisione nel taglio delle superfici tessili, nella definizione dei punti di fissaggio e nell’applicazione della pelle esterna, è stato sfruttato anche il know-how dei costruttori di campioni di sedili dell’interior design di BMW Group. Il risultato sono delle superfici e delle linee che si distinguono per un’armonia straordinaria, risultanti dalla tensione costante che si forma tra due punti predefiniti.

Il tessuto speciale viene fissato su una struttura formata da fili metallici. Il metallo ad alta resistenza viene rinforzato in vari punti da centine di carbo-nio altamente flessibili. Questi elementi vengono utilizzati soprattutto laddo-ve sono necessarie delle forme circolari mobili o dal raggio particolarmente stretto.

Ancora più affascinante è la formazione della piega del tessuto superficiale durante l’apertura delle porte, le quali si spostano verso l’esterno e verso l’alto. Grazie all’elevato numero di punti di fissaggio del tessuto al modulo frontale e ai bordi posteriori delle porte, il materiale esegue un movimento di piega predefinito e perfettamente riproducibile. La piega si forma soprat-tutto nella zona tra la base anteriore della porta e la fiancata; alla chiusura delle porte essa sparisce completamente e al suo posto appaiono delle su-perfici perfettamente tese.

Attraverso il vision model GINA Light il BMW Group Design esamina numero-si quesiti relativi alla forma della mobilità futura. Lo studio presenta i risultati di una ricerca intensa nei settori di disegno di forme, delle funzionalità, dei materiali e della produzione. Il punto di partenza di tutte le idee concretiz-zate nel vision model GINA Light era il mettere in dubbio le soluzioni finora perseguite. Nella ricerca di soluzioni alternative sono stati definiti numerosi criteri che queste dovevano soddisfare. Al centro del lavoro vi erano la flessi-bilità generale e l’orientamento alle esigenze dei clienti. In base al principio GINA ogni ampliamento di una funzionalità deve contribuire a promuovere il legame emotivo di un guidatore alla sua vettura. Tutte le soluzioni nuove comprendono anche il criterio di una produzione rapida, flessibile ed eco-nomica.

BMW Press Release

GINABMW Press Release

28

Page 16: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

vestirsi “ogni giorno” senza scivolare nella banalità.

seducing AMY

30 31

Page 17: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1
Page 18: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

DOT DOT

35

Page 19: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1
Page 20: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

sulky sliK

38

Page 21: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

Inconfondibile il segno contemporaneo della Chair One, capofila della ormai classica linea di sedute Family One di Magis. Nata dalla creatività di Kon-stantin Grcic, è disponibile nella versione a quattro gambe e in altre edizioni che ne ampliano l’uso a 360°. Segno distintivo della Chair One è la compo-sizione simmetrica di triangoli irregolari che costruisce la seduta, capolavoro di dinamismo e leggerezza, appoggiata alle quattro gambe a sezione rettan-golare. Frutto della logica compositiva di sottrazione che ispira il designer tedesco, tecnicamente è concepita sfruttando le potenzialità dell’alluminio pressofuso. La gamma cromatica essenziale – bianco, nero, grigio, alluminio lucido e rosso come unico colore - alleggerisce l’aspetto materico della strut-tura esaltando gli spazi vuoti. Insieme razionale e poetica, grafica e tridimen-sionale, la Chair One è un arredo dalla spiccata versatilità indoor e outdoor, impilabile e, soprattutto, confortevole.

Geometria spigolosa e un particolare effetto ragnatela per Chair One a quat-tro gambe. Arredo dalla forte identità, è tecnicamente progettata sfruttando le proprietà di leggerezza e resistenza dell’alluminio pressofuso

La sedia Chair One è definita dalle stesso Grcic “misto di innocenza e brutali-smo”, qui nella versione verniciata nera, adatta anche a spazi esterni

Disponibile in più edizioni, Chair One è qui nella prestigiosa e brillante ver-sione a quattro gambe in alluminio lucido. Per rendere la seduta più confor-tevole sono disponibili anche cuscini a misura

MaterialiGambe in profilato di alluminio lucido o anodizzato Sedile in pressofusione di alluminio lucido o trattamento di fluo- titanizzazione verniciato poliestere

VariantiChair One è disponibile nei colori rosso, bianco, grigio antracite metallizzato, nero, o in alluminio lucido A scelta sono disponibili cuscini, realizzati in ma-teriale ignifugo Adatta anche per esterni (versione verniciata)

MisureL 55 cm P 59 cm H 82 cm H seduta 45 cm

www.altacasa.corriere.it

CHAIRSedie da pranzo Chair_One di MAGIS

41

Page 22: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

eyewear

HER

yellindustry.it

Page 23: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

eyewear

yellindustry.it

HIM

Page 24: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

Ormai è assodato che negli ultimi anni le “chicche” provenienti dal meravi-glioso mondo della tecnologie e dell’ High-tech fanno gola a tutti, più o meno giovani. Di seguito, vi presentiamo quattro “chicche” che, dalla più raffinata e sofisticata ricerca tecnologica, possono arrivare tranquillamente nelle vo-stre case o al vostro seguito.Budjet permettendo “ovviamente.

www.altacasa.corriere.it

ELECTRO GIFT

Tv color Brionvega “Doney” da 14”, in finitura cromato e bianco, 1; sui qua-derni color antracite di Muji, penna stilografica Pelikan verde e nera “170 Years”, da E.E. Ercolessi.

Nuovo lettore LG “DVS450H”, compatibile con i più diffusi formati oggi dispo-nibili sul mercato (DVD, CD, DivX, MP3, WMA e JPEG), in grado di convertire lo standard DVD in quello full HD 1080p; portasigari-portapenne Dalvey; penna roller e stilografica Montblanc “Etoile”.

Stazione barometrica professionale “WMRS200” di Oregon Scientific: rileva temperatura e umidità interna ed esterna; inoltre, sensori remoti rilevano di-verse informazioni e le trasmettono via wireless alla unità Hub USB collegata al computer, provvista anche di orologio sveglia radiocontrollato.

Diffusore per iPod B&W “Zeppelin”, prodotto da Bowers & Wilkins, con 5 altoparlanti e 3 amplificatori.

Rotaliana propone “Multibook”, lampada, orologio-sveglia, ma anche presa multipla a 3 uscite con spazio per alimentatori all’interno.

Lo schermo domestico supera quello delle sale cinematografiche. Con tec-nologie sofisticate che rendono la visione più reale della realtà

Per il cinema è un periodo duro. Le famiglie sedotte dalla televisione nascen-te e da trasmissioni come “Lascia o raddoppia?”, stanno a casa sempre più spesso.

Per riconquistare il pubblico perduto le grandi Major cinematografiche pun-tano sulle innovazioni tecniche che il vecchio tubo catodico non è in grado di offrire: schermi panoramici Cinemascope, suono su più piste e technicolor.

Così il cinema riuscì a superare la crisi ma la televisione, col tempo, tende-rà ad assimilare tutte quelle novità che il grande schermo fece proprie per sopravvivere. Complice il design che la renderà più sottile e il mercato più appetibile.

Dopo il 16:9, il Dolby e il DVD oggi il cinema deve combattere un altro nemi-co: l’Alta definizione. L’HD, così la chiamano gli addetti ai lavori, è il nuovo dogma, il compimento di quel processo di “Cinema in casa” iniziato negli anni ’90.

HD è sinonimo di una qualità dell’immagine che, per ora, le nostre sale non sono in grado di riprodurre. Una nuova tridimensionalità apre le porte a una visione diversa, tattile, troppo perfetta per alcuni, un traguardo per la mag-gior parte.

Ma di HDTV ce ne sono diverse, quale scegliere? Le prime che rispettano i requisiti per l’alta risoluzione fissati a gennaio 2005 dall’EICTA (European Information, Communications and Consumer Electronics Technology Indu-stry Associations) si chiamano HD Ready. La risoluzione è di 1280x720 li-nee rispetto alle 720x480 del nostro vecchio televisore, circa il doppio della qualità di un DVD. Un ottimo passo in avanti, recentemente superato da una tecnologia che procede alla massima velocità.

Un esempio? Oggi viene lanciato sul mercato un nuovo rivoluzionario forma-to: il Full HD. Full perchè coinvolge tutti i 2.073.600 pixel (ovvero dei puntini elementari che formano l’immagine) dello schermo, per una risoluzione 4 volte superio-re (1920x1080 linee) all’ormai obsoleto DVD. E siamo da capo: la televisione supera il cinema per la seconda volta. La qualità riprodotta è pressoché superiore a quella dell’occhio umano: sco-priamo dettagli che prima non riuscivamo a cogliere, colori che mai ci erano sembrati così brillanti e anche attori, diciamo, non all’altezza della qualità.

ALTA DEFINIZIONE

È già ora di cestinare i nostri vecchi/nuovi schermi e buttarsi sull’ultima no-vità del mercato? Siamo sicuri, ad oggi, di poter percepire in modo chiaro la differenza tra alta, bassa e media risoluzione? In effetti di film in HD ce ne sono pochi e i nuovi giochi (Playstation3, Xbox360) non sono ancora sfruttati al meglio. Inoltre è bene ricordare che per visualizzare l’Alta definizione non basta avere una televisione di nuova generazione, è necessario possedere anche un deco-der-lettore che sia in grado di trasmettere un segnale più capiente. La Sony nel 2002 ha lanciato Il Blu-Ray disc (spesso abbreviato in BD). Un supporto ottico, che grazie all’utilizzo di un laser blu riesce a contenere fino a 54 GB di dati rispetto ai 5-7 di un DVD normale. Concorrente attuale del BD è il forma-to HD DVD che, di contro, ha una capacità di soli 15-30 GB. Meno capiente ma più economico. Chi tra questi uscirà vincitore? Meglio aspettare?

LEGENDA

HDTV- Alta Definizione In sigla HDTV (acronimo dell’analogo termine inglese High Definition TeleVi-sion), o anche semplicemente alta definizione, è la televisione con video di qualità significativamente superiore a quello degli standard televisivi analo-gici maggiormente diffusi nel mondo nella seconda metà del XX secolo.È in altre parole un termine che sta a indicare genericamente un livello qualitati-vo dell’immagine televisiva.

EICTA L’Eicta (European Information, Communications and Consumer Electronics Technology Industry Associations) è una associazione che rappresenta 44 partner mondiali e 29 associazioni nazionali di 19 paesi europei. Rappre-senta oltre 10.000 aziende in Europa con oltre 1 milione e mezzo di addetti www.eicta.org.

HD Ready Con il termine HD ready si indicano televisori che rispettano i requisiti, fissati a gennaio 2005, dall’EICTA per visualizzare il segnale televisivo ad alta de-finizione. Oltre alla risoluzione minima di 720 linee orizzontali, un televisore per potersi fregiare del logo HD ready deve avere un rapporto di 16:9 tra larghezza e altezza (widescreen), poter ricevere in ingresso di segnali digitali con risoluzione 1280x720 a 50 o 60Hz.

Risoluzione Indica il grado di qualità di un’immagine. Generalmente si usa questo ter-mine riguardo immagini digitali, ma anche una qualunque fotografia ha una certa risoluzione. Nelle immagini su computer, la risoluzione indica la densi-tà dei pixel, ovvero dei puntini elementari che formano l’immagine. Lo scher-mo di un computer non può mostrare linee o disegni, ma soltanto punti; se questi sono sufficientemente piccoli, tali da essere più piccoli della risolu-zione percepita dall’occhio umano, l’osservatore ha l’impressione di vedere linee anziché punti allineati, e disegni anziché ammassi di puntini distinti.

Full HD Il formato 1080p, comunemente chiamato FULL HD, è il più recente formato di Alta Definizione per cui ogni aggiornamento coinvolge tutte le 1080 linee e i 2.073.600 di pixel dello schermo.

Pixel Con il termine pixel (contrazione della locuzione inglese picture element) si indica ciascuno degli elementi puntiformi che compongono la rappresenta-zione di una immagine nella memoria di un computer. Solitamente i punti sono così piccoli e numerosi da non essere distinguibili ad occhio nudo, ap-parendo fusi in un’unica immagine quando vengono stampati su carta o visualizzati su un monitor.

DVD Il DVD, acronimo di Digital Versatile Disc (in italiano Disco Versatile Digitale, originariamente Digital Video Disc, Disco Video Digitale) è un supporto di memorizzazione di tipo ottico.

Blu-Ray disc Spesso abbreviato in BD è il supporto ottico proposto dalla Sony agli inizi del 2002 come evoluzione del DVD per la televisione ad alta definizione. Grazie all’utilizzo di un laser a luce blu, riesce a contenere fino a 54 GB di dati, quasi 12 volte di più rispetto a un DVD.

HD DVD HD DVD (acronimo di High Defintion Digital Versatile Disc) è un formato otti-co digitale che è stato sviluppato al fine di diventare uno standard per i DVD di nuova generazione adatti ai contenuti ad alta definizione, promosso da Toshiba, NEC, Sanyo, Microsoft e supportato da quattro case di produzione di Hollywood. Un disco HD DVD ha una capacità di 15 GB per ogni singolo layer

www.altacasa.corriere.it

46 47

Page 25: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

Per una stagione che finisce, ce n’è un’altra che comincia ... e allora scrollatevi di dosso il freddo dell’inverno e godetevi un tuffo nelle tendenze per la primavera-estate 2009.

48 49

Page 26: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

Jeans & Co.

50 51

Page 27: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

color ARTRosso Fluo, Rosa Candy, Blu Denim:una tavolozza ultra-strong contagialo stile uomo e donna.

52 53

Page 28: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

Offi

ce S

tyle

54 55

Page 29: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

Pass partout

56 57

Page 30: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

cocktail DRESS

58 59

Page 31: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

sportCHIC

60 61

Page 32: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

life is very SHORT

62 63

Page 33: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

Night fever

64 65

Page 34: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

Swim Slide Show

66 67

Page 35: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

Richiami sportivi anni ‘50 per le borse Yell donna P/E 2009: pratiche, resistenti, colorate, pensate per accompagnare in modo divertente le ragazze durante gli impegni della giornata; l’oro e le superfici smaltate esaltano le fibbie delle cinture in pelle che diventano il punto di attrazione per un look sofisticato e seducente. Elemento grafico di stampe all-over è il logo, usato per le capienti borse bauletto, perfette sia per il giorno che per la sera.

Per la P/E 2009 il gusto sportivo di Yell Uomo è assicurato dai cappellini dalle visiere impunturate a contrasto e dai ricami a rilievo del logo; le cinture hanno fibbie dalle superfici smaltate nei colori istituzionali del marchio; pelle e metallo si combinano sulle cinture dando vita ad un look decisamente rock; borchie e personalizzazioni in metallo invecchiato rendono gli accessori grintosi, perfetti in abbinamento al denim e ai bermuda di cotone della collezione.

68 69

Page 36: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

yellindustry.it

shoes

Page 37: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

shoes

yellindustry.it

Page 38: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

“Questo è Resident Evil - puntualizza Masachika Kawata - non è un video-game horror qualunque”. Il che significa che ha i suoi marchi di fabbrica, oggi però quasi degli anacronismi, a renderlo diverso. I mostri sopra citati sono un esempio. Così come l’impossibilità di muoversi quando si mira o l’esigua libertà d’azione. Ogni zona è un sentiero stretto che va percorso dal punto A al punto B senza possibilità di deviazioni e con i suoi ostacoli che devono essere superati nell’ordine stabilito dal team della Capcom. La vera novità sta nella presenza attiva di Sheva, che può essere giocata via Web da un’altra persona, e negli scenari africani battuti dal sole. “Salvo la parte nelle miniere, tutto avviene di giorno -, conferma Kawata -. Credo che sia un altro aspetto che rende il gioco differente dai classici horror”. E che ricorda molto Resident Evil: Extinction, terzo e per ora ultimo capitolo della versione cinematografica che ha Milica Jovović come protagonista.

Per il resto Resident Evil 5 è l’erede diretto di Resident Evil 4, che ha venduto oltre sei milioni di copie ed è stato considerato come uno dei migliori vide-ogame del 2005. Compresi alcuni scontri dove il tutto si risolve attraverso i cosiddetti “quick time event”, sequenze di tasti che vanno spinti quando compaiono brevemente sullo schermo, che proprio Resident Evil 4 aveva rilanciato e che poi sono diventati l’asse portante di giochi come God of War. Ma si cadrebbe in errore pensando che l’ultima fatica dei ragazzi della Capcom non appassioni. Perché alla fine è un gioco ben confezionato e fatto da gente che conosce il proprio mestiere, con una storia e personaggi meno banali del solito. Peccato solo che fra Chris e Sheva alla fine non scocchi la scintilla come sarebbe accaduto in qualsiasi romanzo o film. Il motivo? “Troppo impegnati a far fuori zombie”, risponde ridendo Kawata-san. Certo però, commentiamo noi, è davvero strano che nei giochi elettronici baci e sentimenti siano ancora un tabù. “Vero. Ma chissà, magari nel prossimo capitolo qualcosa del genere potrebbe anche accadere”.

RESIDENT EVIL, I NUMERI DI UN SUCCESSO: - Oltre 35 milioni di copie vendute- 5 milioni solo di Resident Evil 4 - 20 capitoli apparsi su oltre 15 diverse piattaforme - citazioni in più di 10 videogame - 3 lungometraggi live-action, per un incasso di circa 500 milioni di dollari - 2 film in computer grafica - 16 romanzi scritti da autori americani e giapponesi - una serie a fumetti pubblicata nel 1998 - un manhua (manga cinese) disegnato a Hong Kong - una miniserie in quattro parti - 5 linee di giocattoli differenti - 30 riproduzioni in scala 1:1 delle armi

www.xl.repubblica.it

Sheva lo fa di nuovo, come se non fossero bastate le volte precedenti. E allora vien voglia prima di urlarle in faccia di smetterla, poi di spararle un bel colpo in testa e farla finita una volta per tutte. Ma nulla, lei continua imper-territa a soffiarci le munizioni. Anche quando abbiamo addosso quei quattro energumeni, tutti di colore, armati di machete e con appena tre proiettili in canna. Un assaggio degli altri otto che ci aspettano al di là della porta di lamiera in questo villaggio chiamato Kijuju. E pensare che in un tale inferno di polvere e catapecchie, noi dovremmo essere la soluzione al problema e Sheva la nostra guida.

Già, perché in Resident Evil 5, vestiamo i panni di Chris Redfield. Uno che avrebbe volentieri fatto a meno di fare l’eroe, ma che suo malgrado viene spedito in un non meglio precisato paese africano a combattere il nuovo focolare di T-Virus. Arma biologica sviluppata modificando un germe scoper-to proprio a Kijuju dalla Umbrella Corporation, multinazionale farmaceutica priva di scrupoli, che trasforma le persone in zombie invasati. La Umbrella, nel corso di questa saga horror da 35 milioni cominciata nel 1996, l’hanno finalmente fatta fuori. Ma non il virus che ora è finito nelle mani sbagliate, il solito gruppo di terroristi, e sta trasformando questo pezzo d’Africa in covo di non morti mugugnanti e assetati di sangue. Tutti o quasi di pelle nera, il che ha scatenato un mezzo putiferio.

“Davvero non credevo che la cosa avrebbe suscitato una tale quantità di po-lemiche”, spiega Masachika Kawata, producer del gioco marchiato Capcom. “In Code Veronica, il quarto capitolo, si disse che il virus veniva dall’Africa. Ecco perché Resident Evil 5 lo abbiamo ambientato lì. E’ il punto di origine ed è un luogo pieno di misteri proprio perché lontano, dominato da logiche che non sempre sono facili da capire”. Anche Roma è un posto pieno di misteri, ribattiamo, però un videogame pieno di zombie preti guarda caso non ne avete fatti. “In genere i luoghi esotici, distanti, funzionano meglio. Perché liberano la fantasia”. E così, con la fantasia che dovrebbe correre a briglie sciolte, eccoci a combattere quest’ennesima minaccia nei panni di Chris Redfield, protagonista del primo episodio.

Appena arriviamo per indagare, Sheva ci conduce per strade di terra battuta fra edifici scalcinati e baracche verso il negozio di un informatore. La gente ci guarda male, ma a distanza. Poi, d’improvviso, scompaiono tutti. Resta solo il vento a sollevare la polvere. E’ l’inizio dell’incubo, perché di lì a poco ci troveremo circondati da un’orda inferocita che prima giustizia l’informatore e poi si lancia al nostro inseguimento. Con Sheva possiamo scambiate armi, medicinali, bombe. Possiamo anche dirle di attaccare o di ritirarsi e a volte potrà andare in avanscoperta o coprirci le spalle da un tetto o un terrazzo. Se poi siamo messi male e lei ha un po’ di disinfettante, verrà a curarci. Ma in ogni caso tende a fregarsi le munizioni, che non possono essere acqui-state a differenza delle armi, lasciate al suolo assieme ai soldi dagli zombie eliminati. Già, ora fra una sezione e l’altra (oppure prima di rientrare nel vivo dell’azione dopo esser morti) si possono comprare medicinali, fucili, pistole, mitra, doppiette, con i soldi raggranellati in giro. E volendo li si può anche modificare. A patto di aver trovato in precedenza nel gioco quel determinato modello di arma. Sistema un po’ artificioso per permettere a Sheva di avere il nostro stesso arsenale. Pallottole escluse.

“Sheva originariamente era molto peggio - spiega Kawata-san -. Serviva per aumentare la tensione. Ti correva davanti e prendeva tutto quel che c’era in giro”. Da attacco apoplettico. “Peggio. Poi però abbiamo, come dire, mi-gliorato il suo carattere e ora solo a volte prende le pallottole”. In genere quando servono a Chris, che vive nella perpetua condizione di non sapere mai se ha colpi a sufficienza per fronteggiare le ondate di infettati. Quelli di Resident Evil 5 in aggiunta si sono evoluti: usano armi da fuoco più che nel precedente capitolo, sono organizzati, vanno perfino in barca, motocicletta, jeep, camion. Anche se continuano a esser caratterizzati dal passo lento, ebete, che alternano a scatti improvvisi estemporanei. Poi ci sono quelli grossi, mutati, pieni di cicatrici e dotati di armi abnormi che vanno dalla sega circolare al martello. Esseri che strada facendo diventano sempre più imponenti e mostruosi. Compaiono all’improvviso, in genere alla fine di un livello, e hanno sempre un solo punto debole. Tutto sta nel capire quale prima che ci facciano a fette.

RESIDENT EVIL 5di Jaime D’Alessandro

74 75

Page 39: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

eyewear

yellindustry.it

Page 40: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

Osannato e maltrattato, stracciato, tinto e arricchito. Il pantalone a cin-que tasche di tessuto più famoso della storia ha conquistato il suo posto nell’armadio grazie ad una lunga storia che è iniziata nella seconda metà dell’800.

Tutti ne hanno almeno un paio nell’armadio, la resistenza del tessuto è fa-mosa in tutto il mondo, alcuni lo considerano un modo di vivere, altri un oggetto di culto, altri ancora una moda: è il jeans. Osannato e maltrattato, stracciato, tinto e arricchito. Il pantalone a cinque tasche di tessuto più fa-moso della storia della moda ha conquistato il suo posto nell’armadio grazie ad una lunga e tormentata vita che è iniziata nella seconda metà dell’800.

BLUE-JEANS STORYdi Valentina Accardo

La fine degli anni ‘90 è stata caratterizzata, dopo un periodo di silenzio e di minimalismo in cui si era quasi persa traccia del benamato pantalone in de-nim, da un ritorno alla grande della moda jeans. Non è più solo per i giovani e per il tempo libero, ma ora il suo spazio nell’armadio occupa un altro livello. E’ diventato un oggetto di lusso. Per la sera e per il giorno, indifferentemente il jeans regna ancora una volta incontrastato alla faccia dei nuovi tessuti supertecnologici e delle mode che si alternano e vengono dimenticate. Ap-prezzato arricchito la sua immagine è oggi sfruttata ai limiti dell’inflazione. Nella famosa tela denim oggi si può trovare di tutto dalle borse al costume, agli stivali, pochette, portafogli, bracciali...

Il jeans sta morendo o è rinato in altra forma? L’importante è portalo sempre come si vuole e con tanta personalità. Immortale e sempre blue-jeans.

Fino alla Seconda Guerra Mondiale il jeans rimase un abito da lavoro, nel dopoguerra fu il boom del casual e il jeans ne fu protagonista. Dagli anni ‘50, i “red label” cominciarono ad entrare nelle case dei giovani insieme ai primi idoli del cinema e del rock’n’roll: da James Dean ad Elvis Presley. La crescita e la popolarità dell’azienda fu inarrestabile almeno fino agli anni ‘70, periodo in cui le griffe hanno iniziato ad impadronirsi del jeans come parte integrante del loro pret-à-porter. In questo periodo il famoso pantalone entra negli armadi dei giovani di tutto il mondo per non uscirne mai più. Tra slim fit e zampa d’elefante raggiunge il primato di pantalone passepartout, il preferito dai giovani e in assoluto il più portato.

Ma l’evoluzione continua e il pubblico sembra preferire il jeans firmato, un po’ per la novità e un po’ perché negli anni ‘80 la tendenza è mostrare so-prattutto il marchio, così anche per il jeans. Il numero di persone che ne compra uno o lo porta è cresciuto. Diverse, però, sono le scuole di pensiero: alcuni lo considerano un oggetto di culto e ricercano, nel campo dell’usato, il modello più antico o il tessuto più pregiato; altri, i più giovani, lo considerano un modo di vivere, anche se oggi è stato in parte soppiantato da altri tipi di pantaloni sportivi; altri ancora lo portano sempre all’ultima moda acquistan-do jeans di questa o di quell’altra ditta.

Adesso anche il più famoso dei pantaloni sta diventando vittima della moda. Se prima era concepito come pantalone da lavoro e aveva un taglio e un tessuto di un certo tipo, oggi la moda e le esigenze di un pubblico sempre più critico e competente portano il jeans a cambiare forme e colori, lunghezza e larghezza a seconda dello stile più attuale.

78 79

Page 41: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

TIME

yellindustry.it

Page 42: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

TIME

yellindustry.it

Page 43: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

Esplode la moda dei bento, i pranzi al sacco alla giapponese oggi persona-lizzati nei modi più folli.

E così gli eroi dei giochi elettronici, dei film d’animazione, dei fumetti, perfi-no figure politiche del calibro di Barack Obama, finiscono letteralmente nel piatto. Ormai si mangia di tutto: dal Nintendo Ds fatto di riso ai protagonisti del videogame Katamari Damacy o Bioshock, passando per il robottino di Wall-e. Sembra quasi che la creazione di queste piccole opere d’arte abbia sostituito i lavori all’uncinetto come principale attività domestica a Tokyo e dintorni.

E pensare che si tratta di uno dei pilastri della cucina tradizionale nipponica. I bento hanno fatto la loro apparizione del periodo Sengoku, dal 1479 al 1605, quando pescatori e contadini portavano con sè i propri pasti a base di riso e verdure. Oggi i tempi sono cambiati e i bento non sono più contenuti in scatole di bamboo intrecciato ma di plastica. E, oltre a riso e verdure, si utilizzano molti altri ingredienti.

Per iniziare basta acquistare un bento box, riso e qualche foglio di alghe e visitare uno dei numerosi blog dedicati alla loro preparazione come quello di Anna The Red, giovane studentessa americana che, grazie alle proprie cre-azioni, è diventata una star della rete in fatto di pranzi al sacco made in Ja-pan. Un po’ come la protagonista (virtuale) del videogame Cooking Mama.

www.xl.repubblica.it

FashionCosmopolitan

Ingredienti:Vodka 5/10Cointreau 3/10 Succo di Cranberry 2/10

CasualManhattan

Ingredienti:2 parti di Bourbon WhiskyUna parte di Vermouth DryUna parte di Vermouth dolceAlcune gocce di Angostura

BeachRhum fizz

Ingredienti:4 parti di Rum giamaicano scuro4 parti di Rum chiaro4 parti di succo di limone3 parti di succo di cedroUna fettina di ananas una di cedroAcqua tonica ghiacciata

DenimBlack Russian

Ingredienti:7/10 di vodka bianca3/10 di kahlua (liquore al caffè)

BeachCaipiroska alla fragola

Ingredienti:5 cl di Vodka neutra1/2 lime a pezzi2 cl di sciroppo di fragola1 cl di succo di limone3 fragole fresche

COCKTAILCompleta il tuo look con il cocktail giusto per te

MADE IN JAPANdi Francesco Fondi

84 85

Page 44: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

Stile unico ed inconfondibile per la tua ESTATE

86

Page 45: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1
Page 46: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1
Page 47: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1
Page 48: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1
Page 49: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

eyewear

yellindustry.it

Page 50: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

franchising

ITALY

CYBORG srlvia Duilio Cambellotti n. 133

00133 - Roma

LINK M.V.P. srlvia Piave n.7/9/12

00044 - Frascati - Roma

EUROFASHION TBM srlvia P. F. Quaglia n. 144

00133 - ROMA

CYBORG srlvia dei Castani n. 26/28

00172 - ROMA

ROSSI ARMANDOcorso della Repubblica n. 381

04012 - CISTERNA DI LATINA - LATINA

VESTALE SALVATOREviale Italia n. 7

83100 - Avellino

CINA

centro commerciale Super Brand Mall168, Lujiazui west road, Pudong

Shanghai 200120 China

centro commerciale Hangzhou Tower21, Plaza Wuling

Hangzhou 310006 China

MAROCCO

12, Rue Ibnou HillalQuartier Racine - Casablanca - Maroc

yellindustry.it

Page 51: Yell! Industry Fashion Magazine Issue 1

the Style Magazine of

yellindustry.it

numero verde [email protected]