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LIBRI A cura di LUDOVICA RICCIARDI pag.diciassette pag.sedici Il Paginone Il Paginone 5. 10-23marzo2008 5. 10-23marzo2008 S ì, si può fare. Lo slogan della campagna elettorale del candi- dato democratico alle primarie americane, Barack Obama, ha fatto il giro il mondo, rimbalzando ad ogni latitudine. Ma stavolta non è stato né il Quarto Potere - la stampa tradizionale - né tantomeno il Quinto - la televisione - a veicolare il messaggio del primo nero degli Stati Uniti a voler diventare presi- dente. “Yes we can” è forse il primo vero messaggio meta-politico che è nato nella Rete e dalla Rete si alimenta: le tre sem- plici parole hanno conquistato blogger e utenti di social networking che le hanno fatte loro, dando così inizio a una nuova era della comunicazione politica ed eletto- rale. Meet up, forum e liste di discussione funzionano negli Stati Uniti del post Bush molto meglio delle interviste televisive e dei comizi di piazza, che solo fino a quattro anni fa erano in grado di spostare milioni di voti. E in Italia, cosa fanno i partiti candidati alle elezioni politiche del 13 aprile? In che modo pensano di conqui- stare quei 5 milioni di italiani (dati Istat) che hanno un blog o frequentano i social network? “Si tratta di un popolo sensibi- le alle tematiche politiche, ma critico nei confronti delle attuali leadership - spiega Enrico Maria Milic, ricercatore della Swg -. Dalla ricerca effettuata per conto di “Diario Aperto”, l’iniziativa voluta dal- l’università di Trieste e Splinder, emerge che su 4mila utenti del Web intervistati il 61% ripone poca o nessuna fiducia nel Presidente del Consiglio, mentre il 78,9% poca o nessuna per il capo dell’opposi- zione. L’83,9% degli interpellati ripone ‘molta’ o ‘abbastanza’ fiducia nei blog più autorevoli, un valore più alto rispetto a quello dei giornali cartacei (73,1%) o alle versioni Internet dei quotidiani (75,6%) e molto più alto rispetto a telegiornali e radiogiornali (45,6%)”. Una tendenza inaugurata da Beppe Grillo che, per primo, in Italia ha pensato un sito Web 2.0 oriented, dove gli utenti non solo possono commentare gli articoli, ma incontrarsi virtualmente per discute- re e poi decidere di attivarsi nel “mondo reale”. Come ha deciso di fare anche il Partito Democratico che con il progetto Pd 2.0 ha fatto dell’interazione tra utenti il “core” della campagna elettorale. “Il sito del Pd punta al Web 2.0 per creare delle comunità partecipate in Rete, ma che poi proseguono l’attività sul territorio - spie- ga Francesco Verducci, responsabile del settore Internet del Pd -. Non ci in- teressava il solito sito vetrina, volevamo che gli oltre 70mila navigatori giornalieri avessero un’occasione di fare politica in senso partecipato e antigerarchico”. De- mocratica Tv trasmette in streaming il tour elettorale di Veltroni, mentre l’applicazio- ne Attivati, sul modello meet up del sito di Obama, fa incontrare virtualmente ogni giorno oltre 5mila persone per discutere - ci sono anche forum tematici permanen- ti - e decidere se e come attivarsi. “Ogni documento, ogni punto del programma è discusso online da oltre 14mila utenti del social networking - prosegue Verducci - . Un sondaggio della Swg rileva che l’83,9% di 4mila internauti ripone più ducia nei blog piuttosto che nella stampa tradizionale Ecco come il Web 2.0 seduce anche i partiti di casa nostra E ogni video o foto è fruibile su Flickr, Twitter e YouTube”. Anche per Alleanza Nazionale la co- municazione passa per YouTube. Sul sito del partito di Gianfranco Fini gli utenti possono inviare un videomessaggio a cui segue settimanalmente una videori- sposta. Oltre al videosharing, un servizio Voip grazie al quale gli internauti possono contattare con Skype le sedi regionali del partito per avere informazioni sugli eventi della campagna elettorale. YouTube non manca in nessuno dei siti Web dei partiti: da La Destra di Storace alla Rosa Bianca di Tabacci, tutti hanno optato per il videosharing per condivide- re filmati di eventi politico-elettorali. Ma sia la neonata Destra sia il nuovo Centro sembrano snobbare le potenzialità legate al meet up: ovvero affrontare un tema in Rete che diventi fulcro di iniziative elettorali. Una soluzione, invece, cara al Popolo delle Libertà che ha trasformato i tradi- zionali gazebo di piazza in “supegazebo virtuali”, come spiega Antonio Palmieri, responsabile della Comunicazione di Forza Italia. “Svolgono rincipalmente tre funzioni: informare il cittadino su ini- ziative, mobilitare i militanti e ascoltare le proposte dell’elettorato. La nostra stra- tegia punta al marketing virale che sfrutta le enormi potenzialità della Rete, ma che poggia anche sul ruolo degli elettori. Sa- ranno loro, attraverso il passaparola con i propri conoscenti e amici, ad attivarsi nel- la campagna, personalizzando i manifesti “Rialzati anche tu” e inviando dal sito sms studiati ad hoc per la campagna”. Sul fattore “partecipazione” punta anche la Sinistra Arcobaleno ripensando per la Rete la socialità. “Questo è uno dei valori storici della sinistra - puntualizza Andrea Camurrino, uno dei responsa- bili della comunicazione della Sinistra Arcobaleno -. Il nostro sito (www.sinis trarcobaleno.it) è costruito seguendo lo spirito del web 2.0, strizzando l’occhio al Web di terza generazione”. Nonostante sia in fase di trasformazione, nel portale sono già presenti i principali strumenti: dai tag fino al blog che vuole essere tecnologica- mente aggiornato con gli aggregatori più diffusi oggi sul Web quali Digg, Delicious e altri. Verranno poi inaugurate sezioni con video ufficiali sul partito e anche contributi “dietro le quinte” e più informali, oltre che giochi online per gli utenti. FEDERICAMETA Scenari. Videosharing, Flickr e Twitter cambiano volto alla campagna elettorale Dopo Beppe Grillo anche Pd e Pdl lanciano forme di «meet up» per discutere in Rete e attivarsi offline nei collegi elettorali Elezioni politiche 2008 We want you (Tube) Sul Web arriva la «wikipolitica» Con Wikidemocracy gli utenti scrivono i programmi dei partiti Permettere agli elettori, attraverso Internet, di scrivere i programmi politici dei partiti. Questa è l’idea su cui poggia Wikidemocracy, un’ini- ziativa che favorisce in modo concreto una partecipazione politica dal basso sfruttando la Rete. Realizzato da un manipolo di impren- ditori italiani attenti al mondo di Internet come Stefano Quintarelli, Gianmarco Carnevale, Francesco Face e Guido Tripaldi, il progetto (www.wikidemocracy.org) consente all’utente - previa registrazione - di scegliere un partito di riferimento, quindi partecipare alle discussioni e alla stesura dei programmi. L’obiettivo finale è trasmettere ai partiti italiani le proposte dell’elettorato. Ogni wiki-partito, organizzato con una struttura che ricalca il programma elettorale di ciascun partito e suddiviso per competenze istituzionali, è gestito da un coor- dinatore volontario che può avvalersi della collaborazione di uno o più moderatori. Oltre a leggere i programmi politici ufficiali dei partiti (disponibili in ciascuna area) gli utenti possono anche accedere, nella sezione Biblioteca, a documenti, analisi e dossier su temi politici, sociali ed economici. LA CARTA SFIDUCIATA Il 75,6% degli utenti Web preferisce le versioni Internet dei quotidiani Il Partito Democratico lancia il progetto Pd 2.0 con un sito interattivo e una Tv che trasmette il tour elettorale di Veltroni Su www.votaberlusconi.it gli utenti possono personalizzare manifesti elettorali e condividere i filmati delle iniziative politiche A ndava a vedere la televisione dai vicini di casa, perché nel- la casa della sua infanzia la “scatola magica” non c’era. Tanto basta per capire che le novità tecnologiche non hanno sempre fatto parte della vita di Antonio Di Pietro. Almeno fino alla scoperta del Web. È stato infatti il ministro “che ci azzecca” a capire - primo tra politici di professione ancora affezionati a comizi e tribu- ne televisive - l’importanza assunta dalla Rete nella comunicazione con i cittadini. Una presa di coscienza che lo ha portato a creare il primo blog di partito che ha permesso agli utenti di commentare le notizie e i punti di vista dell’ex magistrato. Condividen- do filmati su Youtube ha cavalcato l’onda lunga della partecipazione “virtuale”, solo successivamente utilizzata dagli altri partiti. E se oggi non c’è formazione politica che non abbia sul sito un link al videosharing o form per postare commenti, molto lo si deve all’ex magistrato che, dal canto suo, è già avanti sulla strada della tecnologia: si chiama Neverland l’isola di Second Life su cui l’Italia dei Valori ha piantato la bandiera nel luglio 2007. “Non ci sono alternative: o si sale sulla barca del futuro o si resta sulla spiaggia del passato. Io ho scelto il futuro”. Con queste parole il politico più “Web 2.0” che il nostro paese abbia conosciuto ha commen- tato lo “sbarco”, stravolgendo ancora una volta le modalità della politica. Piatto forte di Neverland un’agorà di ateniese memoria dove gli utenti contribuiscono a definire le linee programmatiche del partito. “Il mio avatar è un pungolo ai tardoni della politica - ha commentato Di Pietro - che ancora non hanno capito che è fondamentale mettersi al passo con quei cittadini che scelgono il virtuale per fare politica”. Resta ora solo da capire se, dopo blog e YouTube, il ministro sia riuscito a sdoganare il virtuale in un ambito, come la poli- tica, che più reale non si può. Di Pietro, un pionere hi-tech cresciuto senza tv VINCENTI L’ex magistrato è stato il primo politico ad essere sbarcato su Second Life Mentre i partiti politici si attivano per fare campagna anche attraverso sms e mail, il Garante per la Privacy detta le linee a tutela della riservatezza degli elettorali. L’Autorità ricorda a partiti politici e candidati come utilizzare correttamente i dati personali dei cittadini, tra cui numero di cellulare e indirizzo mail. “Per inviare materiale di propaganda - spiega il Garante - partiti, organismi politici, comitati promotori, sostenitori e singoli can- didati possono usare senza il consenso dei cittadini soloi dati contenuti delle liste elettorali dei Comuni. Ai titolari di cariche elettive, invece, l’Authority dà la possibilità di utilizzare i dati e le informazioni raccolti nel quadro delle relazio- ni interpersonali da loro intrattenute con cittadini ed elettori. Al contrario è necessario il consenso dell’interessato per particolari modalità di comunicazione elettronica come sms, mms, mail e telefonate preregistrate. Autorizzazione necessaria che nel caso si utilizzino dati raccolti automaticamente su Internet, ricavati da forum o newsgroup, liste di abbonati ad un provider o dati presenti sul web per altre finalità. Sms, «ni» del Garante privacy «Ma in Italia il politico usa il blog come una tv» «Forum e mailing list strumenti ideali per ristabilire un contatto con la base elettorale» «U n canale bidirezio- nale di comunica- zione fra politica ed elettori». Così Stefano Quin- tarelli, punto di riferimento della blogosfera italiana, presidente di Eximia, descrive Wikidemocracy (vedi box): un progetto che sfrutta la Rete per favorire una partecipa- zione politica dal basso. Come nasce l’idea di Wikide- mocracy? All’inizio l’avevamo pensato come uno strumento per veicolare le istanze dei cittadini ai ministri in carica. La caduta del governo ci ha costretto ad anticipare i tempi per adattarlo alla nuova fase elet- torale. Come giudica il rapporto fra politica e nuovi media in Italia? La classe politica è vecchia, ha poca dimestichezza con i nuovi media come Internet. Non è quindi in grado di capirne le potenzialità. Inoltre, avendo perso la cultura dell’ascolto, non capisce che la Rete potrebbe essere uno dei luoghi privilegiati per la partecipazione e il confronto, un po’ il ruolo della vecchia sezione. Invece il politico concepisce Internet come uno dei tanti media che possono aggiunger- si alla tv. Se lo usano, lo fanno per parlare e non per ascoltare. Qual è la ricetta allora? Non c’è una soluzione unica. Dovrebbero tornare a parlare “con” le persone, e non “alle” persone. Come? Guardando quel che accade in Rete, leggendo i blog, partecipando ai forum di discussione, usando le mailing list per stringere relazioni con la gente. Alcuni politici come Di Pietro ad esempio si sono mostrati inte- ressati alle nuove tecnologie. Ma come ho detto è una comu- nicazione unidirezionale. I politici non dovrebbero preoccuparsi di quel che gli utenti scrivono sui loro blog, ma sui blog di altri o sui forum. Paradossalmente è inutile avere un blog. È meglio partecipare in prima persona, magari in forma anonima. I parlamentari hanno un bacino di 15-20mila elettori. Inter- net consente di arrivare a queste persone. La campagna elettorale comunque è sono solo una fase. Bisogna estendere quest’approccio alla politica di tutti i giorni. Eppure con i nuovi media i politici potrebbero agganciare i giovani, quelli che più usano Internet. Oggi in Italia i giovani sono una fetta elettorale minoritaria. Il 17% della popolazione ha dai 25 anni in giù. I votanti sono circa il 3-4%. Pesa di più la maggioranza adulta che non usa Internet. I politici non prendono iniziative forti per i giova- ni perché non vincono grazie a loro. Purtroppo viviamo in un Paese che non parla inglese, poco alfabetizzato informaticamente e agli ultimi posti in Europa per diffusione della banda larga, secondo i dati dell’European competitive telecommunications as- sociation. Non siamo in Danimarca dove c’è una diffusione di connes- sioni broadband del 70%. Qual è la via da percorrere? Occorre instillare in ogni partito alcuni virus d’innovazione, dei tarli di modernità per far entrare i temi tecnologici nell’agenda politica. Con ciò non sostengo un partito di Internet tout court, perché le sensibilità sono diverse all’interno della Rete. Quale fra Pd e Pdl le sembra più innovativo? Non vedo differenze sostanziali. Il Pd sembra fare i primi passi nella direzione giusta, ma non scalfisce lo status quo. Oltreoceano c’è la campagna elettorale statunitense. Si può fare un confronto con l’Italia? No. Negli Usa i candidati rac- colgono i fondi tramite le lobby economiche o i privati cittadini proprio grazie a Internet. Obama ha reperito circa l’80% dei fondi dai suoi elettori tramite la Rete. In Italia sono gli stessi partiti a finanziarsi quindi c’è meno interesse all’uso di Internet in tal senso. Lorenzo Stracquadanio «Occorre instillare in ogni partito i virus dell’innovazione per portare la tecnologia fra i temi caldi dell’agenda politica» L’intervista. Stefano Quintarelli, esperto e avanguardista della Rete I rigidi schemi comunicativi degli scorsi decenni lasciano il passo a una comunica- zione fatta di piccole e grandi emergenze quotidiane: un recapi- to telefonico introva- bile, una domanda che non trova risposta al numero verde, diven- tano sempre “urgen- ti” perché possono provocare un tilt nel sistema comunicazio- nale. Mauro Miccio si propone di completa- re, ampliare e aggiornare nuovi modelli di lavoro derivati dall’esperienza sul campo, dai più recenti ritrovati della tecnologia e dai mutamenti in atto nella società. In appendice le normative di settore aggiornate al 2007. Il messaggio Narciso La comunicazione nella complessità DI MAURO MICCIO 240 PAGINE, 24 EURO FRANCO ANGELI Lʼaumento indefinito del consumo implica una spinta indefinita di lavoro necessario a finanziarlo e di tempo da dedi- care all’attività profes- sionale, a scapito delle relazioni umane che invece costituiscono il principale generatore di felicità. De Biase mette in luce le contraddizio- ni tra crescita e qualità della vita: l’impatto di Internet è decisivo. Cerca di individuare un legame tra lo sviluppo dei nuovi media e l’emergere di una “cultura della felicità”. Il risultato è un libro pieno di stimoli e una crescente consapevolezza che la questione del benessere collettivo non può più fondarsi sulla crescita economica. Economia della felicità DI LUCA DE BIASE 200 PAGINE, 13,50 EURO FELTRINELLI Le aziende hanno appreso a usare la Rete integrandone le potenzialità e svilup- pandone le opportu- nità in aggregazione alle normali attività di marketing. Da una fase pionieristica si è passati a una con- dizione di normale utilizzo: il web è uno strumento quotidiano e come tale va inte- grato nelle strategie e nelle operazioni di mercato, non deve più essere considerato uno spazio a parte nella gestione aziendale, ma deve costituire uno strumento integrato nelle politiche di marke- ting generali. Il marketing e la rete DI TIZIANO VESCOVI 256 PAGINE, 27 EURO IL SOLE 24 ORE

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LIBRIA cura di LUDOVICA RICCIARDI

pag.diciassettepag.sedici Il PaginoneIl Paginone N°5. 10-23marzo2008N°5. 10-23marzo2008

Sì, si può fare. Lo slogan della campagna elettorale del candi-dato democratico alle primarie americane, Barack Obama, ha

fatto il giro il mondo, rimbalzando ad ogni latitudine. Ma stavolta non è stato né il Quarto Potere - la stampa tradizionale - né tantomeno il Quinto - la televisione - a veicolare il messaggio del primo nero degli Stati Uniti a voler diventare presi-dente. “Yes we can” è forse il primo vero messaggio meta-politico che è nato nella Rete e dalla Rete si alimenta: le tre sem-plici parole hanno conquistato blogger e utenti di social networking che le hanno fatte loro, dando così inizio a una nuova era della comunicazione politica ed eletto-rale. Meet up, forum e liste di discussione funzionano negli Stati Uniti del post Bush molto meglio delle interviste televisive e dei comizi di piazza, che solo fino a quattro anni fa erano in grado di spostare milioni di voti. E in Italia, cosa fanno i partiti candidati alle elezioni politiche del 13 aprile? In che modo pensano di conqui-stare quei 5 milioni di italiani (dati Istat) che hanno un blog o frequentano i social network? “Si tratta di un popolo sensibi-le alle tematiche politiche, ma critico nei confronti delle attuali leadership - spiega Enrico Maria Milic, ricercatore della Swg -. Dalla ricerca effettuata per conto di “Diario Aperto”, l’iniziativa voluta dal-l’università di Trieste e Splinder, emerge che su 4mila utenti del Web intervistati il 61% ripone poca o nessuna fiducia nel Presidente del Consiglio, mentre il 78,9% poca o nessuna per il capo dell’opposi-zione. L’83,9% degli interpellati ripone ‘molta’ o ‘abbastanza’ fiducia nei blog più autorevoli, un valore più alto rispetto a quello dei giornali cartacei (73,1%) o alle versioni Internet dei quotidiani (75,6%) e molto più alto rispetto a telegiornali e radiogiornali (45,6%)”.

Una tendenza inaugurata da Beppe Grillo che, per primo, in Italia ha pensato un sito Web 2.0 oriented, dove gli utenti

non solo possono commentare gli articoli, ma incontrarsi virtualmente per discute-re e poi decidere di attivarsi nel “mondo reale”. Come ha deciso di fare anche il Partito Democratico che con il progetto Pd 2.0 ha fatto dell’interazione tra utenti il “core” della campagna elettorale. “Il sito del Pd punta al Web 2.0 per creare delle comunità partecipate in Rete, ma che poi proseguono l’attività sul territorio - spie-ga Francesco Verducci, responsabile del settore Internet del Pd -. Non ci in-teressava il solito sito vetrina, volevamo che gli oltre 70mila navigatori giornalieri avessero un’occasione di fare politica in senso partecipato e antigerarchico”. De-mocratica Tv trasmette in streaming il tour elettorale di Veltroni, mentre l’applicazio-ne Attivati, sul modello meet up del sito di Obama, fa incontrare virtualmente ogni giorno oltre 5mila persone per discutere - ci sono anche forum tematici permanen-ti - e decidere se e come attivarsi. “Ogni documento, ogni punto del programma è discusso online da oltre 14mila utenti del social networking - prosegue Verducci - .

Un sondaggio della Swg

rileva che l’83,9%

di 4mila internauti

ripone più ducia

nei blog piuttosto che nella

stampatradizionaleEcco come il Web 2.0

seduce anche i partiti

di casa nostra

E ogni video o foto è fruibile su Flickr, Twitter e YouTube”.

Anche per Alleanza Nazionale la co-municazione passa per YouTube. Sul sito del partito di Gianfranco Fini gli utenti possono inviare un videomessaggio a cui segue settimanalmente una videori-sposta. Oltre al videosharing, un servizio Voip grazie al quale gli internauti possono contattare con Skype le sedi regionali del

partito per avere informazioni sugli eventi della campagna elettorale.

YouTube non manca in nessuno dei siti Web dei partiti: da La Destra di Storace alla Rosa Bianca di Tabacci, tutti hanno optato per il videosharing per condivide-re filmati di eventi politico-elettorali. Ma sia la neonata Destra sia il nuovo Centro sembrano snobbare le potenzialità legate al meet up: ovvero affrontare un tema

in Rete che diventi fulcro di iniziative elettorali.

Una soluzione, invece, cara al Popolo delle Libertà che ha trasformato i tradi-zionali gazebo di piazza in “supegazebo virtuali”, come spiega Antonio Palmieri, responsabile della Comunicazione di Forza Italia. “Svolgono rincipalmente tre funzioni: informare il cittadino su ini-ziative, mobilitare i militanti e ascoltare le proposte dell’elettorato. La nostra stra-tegia punta al marketing virale che sfrutta le enormi potenzialità della Rete, ma che poggia anche sul ruolo degli elettori. Sa-ranno loro, attraverso il passaparola con i propri conoscenti e amici, ad attivarsi nel-la campagna, personalizzando i manifesti “Rialzati anche tu” e inviando dal sito sms studiati ad hoc per la campagna”.

Sul fattore “partecipazione” punta anche la Sinistra Arcobaleno ripensando per la Rete la socialità. “Questo è uno dei valori storici della sinistra - puntualizza Andrea Camurrino, uno dei responsa-bili della comunicazione della Sinistra Arcobaleno -. Il nostro sito (www.sinistrarcobaleno.it) è costruito seguendo lo spirito del web 2.0, strizzando l’occhio al Web di terza generazione”. Nonostante sia in fase di trasformazione, nel portale sono già presenti i principali strumenti: dai tag fino al blog che vuole essere tecnologica-mente aggiornato con gli aggregatori più diffusi oggi sul Web quali Digg, Delicious e altri. Verranno poi inaugurate sezioni con video ufficiali sul partito e anche contributi “dietro le quinte” e più informali, oltre che giochi online per gli utenti.

FEDERICAMETA

Scenari. Videosharing, Flickr e Twitter cambiano volto alla campagna elettorale

Dopo Beppe Grillo anche Pd e Pdl lanciano formedi «meet up» per discutere in Rete e attivarsi offlinenei collegi elettorali

Elezioni politiche 2008We want you (Tube)

Sul Web arriva la «wikipolitica»Con Wikidemocracy gli utenti scrivono i programmi dei partitiPermettere agli elettori, attraverso Internet, di scrivere i programmi politici dei partiti. Questa è l’idea su cui poggia Wikidemocracy, un’ini-ziativa che favorisce in modo concreto una partecipazione politica dal basso sfruttando la Rete. Realizzato da un manipolo di impren-ditori italiani attenti al mondo di Internet come Stefano Quintarelli, Gianmarco Carnevale, Francesco Face e Guido Tripaldi, il progetto (www.wikidemocracy.org) consente all’utente - previa registrazione - di scegliere un partito di riferimento, quindi partecipare alle discussioni e alla stesura dei programmi. L’obiettivo finale è trasmettere ai partiti italiani le proposte dell’elettorato. Ogni wiki-partito, organizzato con una struttura che ricalca il programma elettorale di ciascun partito e suddiviso per competenze istituzionali, è gestito da un coor-dinatore volontario che può avvalersi della collaborazione di uno o più moderatori. Oltre a leggere i programmi politici ufficiali dei partiti (disponibili in ciascuna area) gli utenti possono anche accedere, nella sezione Biblioteca, a documenti, analisi e dossier su temi politici, sociali ed economici.

LA CARTASFIDUCIATAIl 75,6% degli utenti Web preferisce le versioni Internet dei quotidiani

Il Partito Democratico lancia il progettoPd 2.0 con un sito interattivo e una Tv che trasmette il tour elettorale di Veltroni

Su www.votaberlusconi.it gli utenti possonopersonalizzare manifesti elettorali e condividere i filmati delle iniziative politiche

Andava a vedere la televisione dai vicini di casa, perché nel-

la casa della sua infanzia la “scatola magica” non c’era. Tanto basta per capire che le novità tecnologiche non hanno sempre fatto parte della vita di Antonio Di Pietro. Almeno fino alla scoperta del Web. È stato infatti il ministro “che ci azzecca” a capire - primo tra politici di professione ancora affezionati a comizi e tribu-ne televisive - l’importanza assunta dalla Rete nella comunicazione con i

cittadini. Una presa di coscienza che lo ha portato a creare il primo blog di partito che ha permesso agli utenti di commentare le notizie e i punti di vista dell’ex magistrato. Condividen-do filmati su Youtube ha cavalcato l’onda lunga della partecipazione “virtuale”, solo successivamente utilizzata dagli altri partiti. E se oggi non c’è formazione politica che non abbia sul sito un link al videosharing o form per postare commenti, molto lo si deve all’ex magistrato che, dal

canto suo, è già avanti sulla strada della tecnologia: si chiama Neverland l’isola di Second Life su cui l’Italia dei Valori ha piantato la bandiera nel luglio 2007. “Non ci sono alternative: o si sale sulla barca del futuro o si resta sulla spiaggia del passato. Io ho scelto il futuro”. Con queste parole il politico più “Web 2.0” che il nostro paese abbia conosciuto ha commen-tato lo “sbarco”, stravolgendo ancora una volta le modalità della politica. Piatto forte di Neverland un’agorà

di ateniese memoria dove gli utenti contribuiscono a definire le linee programmatiche del partito. “Il mio avatar è un pungolo ai tardoni della politica - ha commentato Di Pietro - che ancora non hanno capito che è fondamentale mettersi al passo con quei cittadini che scelgono il virtuale per fare politica”. Resta ora solo da capire se, dopo blog e YouTube, il ministro sia riuscito a sdoganare il virtuale in un ambito, come la poli-tica, che più reale non si può.

Di Pietro, un pionere hi-tech cresciuto senza tv

VINCENTIL’ex magistrato è stato il primo politicoad essere sbarcato su Second Life

Mentre i partiti politici si attivano per fare campagna anche attraverso sms e mail, il Garante per la Privacy detta le linee a tutela della riservatezza degli elettorali. L’Autorità ricorda a partiti politici e candidati come utilizzare correttamente i dati personali dei cittadini, tra cui numero di cellulare e indirizzo mail. “Per inviare materiale di propaganda - spiega il Garante - partiti, organismi politici, comitati promotori, sostenitori e singoli can-didati possono usare senza il consenso dei cittadini soloi dati contenuti delle liste elettorali dei Comuni. Ai titolari di cariche elettive, invece, l’Authority dà la possibilità di utilizzare i dati e le informazioni raccolti nel quadro delle relazio-ni interpersonali da loro intrattenute con cittadini ed elettori. Al contrario è necessario il consenso dell’interessato per particolari modalità di comunicazione elettronica come sms, mms, mail e telefonate preregistrate. Autorizzazione necessaria che nel caso si utilizzino dati raccolti automaticamente su Internet, ricavati da forum o newsgroup, liste di abbonati ad un provider o dati presenti sul web per altre finalità.

Sms, «ni» del Garante privacy

«Ma in Italia il politicousa il blog come una tv»

«Forum e mailing list strumenti ideali per ristabilire un contatto con la base elettorale»

«Un canale bidirezio-nale di comunica-zione fra politica

ed elettori». Così Stefano Quin-tarelli, punto di riferimento della blogosfera italiana, presidente di Eximia, descrive Wikidemocracy (vedi box): un progetto che sfrutta la Rete per favorire una partecipa-zione politica dal basso.

Come nasce l’idea di Wikide-mocracy?

All’inizio l’avevamo pensato come uno strumento per veicolare le istanze dei cittadini ai ministri in carica. La caduta del governo ci ha costretto ad anticipare i tempi per adattarlo alla nuova fase elet-torale.

Come giudica il rapporto fra politica e nuovi media in Italia?

La classe politica è vecchia, ha poca dimestichezza con i nuovi media come Internet. Non è quindi in grado di capirne le potenzialità. Inoltre, avendo perso la cultura dell’ascolto, non capisce che la Rete potrebbe essere uno dei luoghi privilegiati per la partecipazione e il confronto, un po’ il ruolo della vecchia sezione. Invece il politico concepisce Internet come uno dei tanti media che possono aggiunger-si alla tv. Se lo usano, lo fanno per parlare e non per ascoltare.

Qual è la ricetta allora?Non c’è una soluzione unica.

Dovrebbero tornare a parlare “con” le persone, e non “alle” persone.

Come?Guardando quel che accade in

Rete, leggendo i blog, partecipando

ai forum di discussione, usando le mailing list per stringere relazioni con la gente.

Alcuni politici come Di Pietro ad esempio si sono mostrati inte-ressati alle nuove tecnologie.

Ma come ho detto è una comu-nicazione unidirezionale. I politici non dovrebbero preoccuparsi di quel che gli utenti scrivono sui loro blog, ma sui blog di altri o sui forum. Paradossalmente è inutile avere un blog. È meglio partecipare in prima persona, magari in forma

anonima. I parlamentari hanno un bacino di 15-20mila elettori. Inter-net consente di arrivare a queste persone. La campagna elettorale comunque è sono solo una fase. Bisogna estendere quest’approccio alla politica di tutti i giorni.

Eppure con i nuovi media i politici potrebbero agganciare i giovani, quelli che più usano Internet.

Oggi in Italia i giovani sono una fetta elettorale minoritaria. Il 17% della popolazione ha dai 25 anni in

giù. I votanti sono circa il 3-4%. Pesa di più la maggioranza adulta che non usa Internet. I politici non prendono iniziative forti per i giova-ni perché non vincono grazie a loro. Purtroppo viviamo in un Paese che non parla inglese, poco alfabetizzato informaticamente e agli ultimi posti in Europa per diffusione della banda larga, secondo i dati dell’European competitive telecommunications as-sociation. Non siamo in Danimarca dove c’è una diffusione di connes-sioni broadband del 70%.

Qual è la via da percorrere?Occorre instillare in ogni partito

alcuni virus d’innovazione, dei tarli di modernità per far entrare i temi tecnologici nell’agenda politica. Con ciò non sostengo un partito di Internet tout court, perché le sensibilità sono diverse all’interno della Rete.

Quale fra Pd e Pdl le sembra più innovativo?

Non vedo differenze sostanziali. Il Pd sembra fare i primi passi nella direzione giusta, ma non scalfisce lo status quo.

Oltreoceano c’è la campagna elettorale statunitense. Si può fare un confronto con l’Italia?

No. Negli Usa i candidati rac-colgono i fondi tramite le lobby economiche o i privati cittadini proprio grazie a Internet. Obama ha reperito circa l’80% dei fondi dai suoi elettori tramite la Rete. In Italia sono gli stessi partiti a finanziarsi quindi c’è meno interesse all’uso di Internet in tal senso.

Lorenzo Stracquadanio

«Occorre instillare in ogni partito i virus dell’innovazione per portare la tecnologiafra i temi caldi dell’agenda politica»

L’intervista. Stefano Quintarelli, esperto e avanguardista della Rete

I rigidi schemi comunicativi degli scorsi decenni lasciano il passo a una comunica-zione fatta di piccole e grandi emergenze

quotidiane: un recapi-to telefonico introva-bile, una domanda che non trova risposta al numero verde, diven-tano sempre “urgen-ti” perché possono provocare un tilt nel sistema comunicazio-nale. Mauro Miccio si propone di completa-

re, ampliare e aggiornare nuovi modelli di lavoro derivati dall’esperienza sul campo, dai più recenti ritrovati della tecnologia e dai mutamenti in atto nella società. In appendice le normative di settore aggiornate al 2007.

Il messaggio Narciso La comunicazione nella complessitàDI MAURO MICCIO 240 PAGINE, 24 EUROFRANCO ANGELI

Lʼaumento indefinito del consumo implica una spinta indefinita di lavoro necessario a finanziarlo e di tempo da dedi-

care all’attività profes-sionale, a scapito delle relazioni umane che invece costituiscono il principale generatore di felicità. De Biase mette in luce le contraddizio-ni tra crescita e qualità della vita: l’impatto di Internet è decisivo. Cerca di individuare

un legame tra lo sviluppo dei nuovi media e l’emergere di una “cultura della felicità”. Il risultato è un libro pieno di stimoli e una crescente consapevolezza che la questione del benessere collettivo non può più fondarsi sulla crescita economica.

Economia della felicitàDI LUCA DE BIASE200 PAGINE, 13,50 EUROFELTRINELLI

Le aziende hanno appreso a usare la Rete integrandone le potenzialità e svilup-

pandone le opportu-nità in aggregazione alle normali attività di marketing. Da una fase pionieristica si è passati a una con-dizione di normale utilizzo: il web è uno strumento quotidiano e come tale va inte-grato nelle strategie

e nelle operazioni di mercato, non deve più essere considerato uno spazio a parte nella gestione aziendale, ma deve costituire uno strumento integrato nelle politiche di marke-ting generali.

Il marketing e la rete DI TIZIANO VESCOVI256 PAGINE, 27 EUROIL SOLE 24 ORE