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voci al castello Raccolta di Poesie Noi. Stranieri spariti come gabbiani in volo in un destino solo di petali di roccia ormai smarriti. I forgot, and I forgot. But I never told you what I really felt: I’m simply your dust. a cura di Giuseppe Mastrangelo Grazia De Michele Renato De Michele Panni (Fg), 2003

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Raccolta di Poesie

Noi. Stranieri spariti come gabbiani in volo in un destino solo di petali di roccia ormai smarriti.

I forgot, and I forgot. But I never told you

what I really felt: I’m simply your dust.

a cura di Giuseppe Mastrangelo Grazia De Michele Renato De Michele

Panni (Fg), 2003

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Il volume è edito in proprio per l’impegno dei curatori.

La stampa è stata effettuata a Bologna presso la tipografia Fotoincisa BI-CO s.n.c.

San Lazzaro di Savena – Bologna nel mese di giugno 2003.

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E’ vietata la riproduzione e la divulgazione dei testi senza esplicita autorizzazione degli Autori.

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In Copertina: “Il Monumento ai Caduti di Panni” per la grafica di Valentino Bianco

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VOCI AL CASTELLO

Indice Presentazione di Renato De Michele p. 9 Anonimo, Dedicata… ad un Angelo p. 11 Annamaria Caroli Ciruolo, Fascinazione p. 12 Luciano Cifaldi, Goccia di rugiada p. 13 Grazia De Michele, Ritrovarsi p. 14

Dora p. 15 Per Panni... per te p. 16 Ninnananna a mia madre p. 16 Duetto p. 17 Starò seduta… p. 18 Ballo p. 19 Ombre d’amore p. 20 Ariette p. 21 Fratello p. 22 Caro papà p. 23 Buonanotte p. 24

Maria De Michele, Era p. 25 In treno per te p. 25 Non più p. 26 Non è poi così brutta p. 26 A mio padre p. 27 Ottobre 2001 p. 27 Novembre 2001 p. 28 Natale 2002 p. 28 Ti Amo p. 29 Renato De Michele, Canzone per una piuma di luna p. 30 L’Alba in volo p. 31 Il Giardino p. 32 Occhi Chiari p. 32 Oggi a Panni c’è la festa p. 33 Lontana laghi di pianto p. 34 Un fiore a Grazia p. 34

Fontana di Sant'Elia p. 35

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Renato De Michele, Giuseppe Ruggiero, La canzone di Nina p. 36 Natale p. 37 Due amici e una rosa p. 38 Vincenzo De Michele (Franco “Tabba”), 28 Agosto p. 40 Ultima sera d’agosto p. 40 Dev Inder Singh, A kiss through time (con trad. di Soqqquadro) p. 41 Vito Di Rienzo, Se non ci fosse p. 42 Vento all’ariedda p. 43 Elvira (Anna Ciarla), Spesso il tempo p. 44 Gegè Lu Ciuccio, Senza rete p. 45 Abracadabra p. 46 Sortilegio p. 47 Simsalabim p. 48 Valzer della montagna p. 48 Sentimi amore p. 50 Annalisa Infante, Quello che non sei p. 51 Alma gitana p. 51 Come un Angelo p. 52 Francisco... mirando al cielo (con trad. ital. di G. De Michele) p. 53 Licietta Capammont, Questo guardarsi p. 54 Bella è la vita p. 55 Licietta & Lenuccia, Buon compleanno p. 56 Solo per lei p. 57 Paola Mandrioli, Volo apparente p. 58 Lucia Manuppelli, Nostalgia p. 59 Lisa Martini, Fragole Gialle p. 60 Francesco Mastrangelo (“Omar”), Mammanonn p. 61

Reminescenze p. 61 Al di là del tramonto p. 62 Freddezza p. 62 Seme p. 63 Piove p. 63 Sesto senso p. 63 Risveglio p. 64 L'Indifesa p. 64 Vetustà p. 64 Neozoico p. 65 Intramontabile dì p. 65

Evasione p. 66 Fedeltà p. 67

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Giuseppe Mastrangelo, Sogno p. 68 Al Castello p. 69 Panni… a primavera p. 70 Sensazione p. 70 Mirtilla (Milena Guerra), Notte… p. 71 Schiavo d’amore p. 71 Il mondo, tra le mani p. 72

~ ~ ~ Nero & Jo, 40 POESIE e 8 INCANTI D’AMORE p. 73

Io sono Jo p. 74 Io sono Nero p. 75

Il Mago e la Strega p. 76 T’invaderò d’esistenza p. 77 Il mondo cerca ancora p. 77 Vampiro della mia anima p. 78 Silenzi e verità p. 79 Ho cercato maghi e fate p. 79 Fiumi d’insonnia p. 80 Ombra d’eclisse p. 80 In certe ore p. 81 Venti di tormenti p. 82 Hai lasciato una piuma p. 82 Brucio nella stanza p. 83 L’anima mia è in te p. 84 Da non chiedere più niente p. 84 Dove finisci? p. 85 Tanghi sussurrati p. 86 Spazio di mare, di spine e di lune p. 87 Le prime luci p. 87 Crudo aprile p. 88 Parole e acqua p. 89 Luna insonne p. 90 Sogno di mare e di bianche mezzelune p. 91 Amore alla brace p. 91 Migrano le verità p. 92 Cambieremo? p. 92 Arsura d’inferno p. 93 Graffiando grigio p. 93 Acqua dolce d’un’esile fonte p. 94 Nere voglie d’immersione p. 94 Lascia i pentimenti ai chiostri p. 95 A quale mensa siedi p. 95 Se potessi andare all’inferno con te p. 96 Non smetterò di pensare che tu esisti p. 96

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Di te p. 97 Un alito di freschezza al mio giorno p. 98 Voglia di baci peccati p. 99 Amore grande che esisti p.100 Strade e attese p.100 Evidenza d’assoluto p.101 Canzone delle parole insensate p.102

Nero & Jo, INCANTI D’AMORE p.103 I incanto: Suoni e Respiri p.104 II incanto: Fuoco, Aria, Terra, Acqua p.106 III incanto: Cibi d’amore p.108 IV incanto: Strade p.112 V incanto: Arsure p.118 VI incanto: Sortilegi p.121 VII incanto: Giorni e notti di noi p.122 VIII incanto: Orizzonti in forma di versi p.126

~ ~ ~ Nessuno, Folli traghetti p.129 Alfonso Paglia, Gigino Gigetto p.130 Ermenegildo Passarelli, Panni d’estate p.131

A Panni di notte p.131 Panni a settembre p.132

Sandra M., Abissi p.133 Sapore di amarena p.133 Notte dell’anima p.133 Lamento d’amore p.134 Il tempo negato p.135 Sentirsi così p.135 Senza patrie p.136 Oasi p.136 Due anime p.137 Commiato p.138 Estate p.139 Esuli p.140 Paradossi p.140

Sandra M., Grazia D.M., Sulla vita e sull’amore p.141 Sario Monte, Woman p.144 Antonio Silvestre "il Regista", Angelo p.145 6.03 di una mattina di marzo p.145 Il caso p.146 Assenza p.146

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Soqqquadro, Quando l’Amore... p.147 Soqqquadro, Dev Inder Singh, Voci al Castello p.148 Tango, El Sombrero Azul (trad. ital. di Soqqquadro) p.149

Tarot (trad. ital. di Dev Inder Singh; trad. inglese di Soqqquadro) p.149 De cabizbajo (trad. ital. di Soqqquadro) p.151 A una cometa (trad. ital. di Soqqquadro; trad. inglese di Gegè) p.152 Marchàndote a mi lado (trad. ital. di Grazia De Michele) p.154 Luz (trad. ital. dell’Autrice) p.155 Capita... p.155

Z' Carminuccio r Capabbasc, Versi bambini per Panni p.156 Verso d'amore incrociato per Panni p.157

Postfazione di Grazia De Michele p.159

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in memoria di Rosa Staffiere

Questo volume è dedicato agli emigrati e a quelli che abitano terre d’emigrazione, che vivono quotidianamente la comune speranza di veder rinascere la terra delle proprie origini.

Spesso si teme di abitare il mondo e si mette l'amore in un angolo,

prima d’accorgersi che non c'è angolo di mondo che l'amore non abiti.

[Nero & Jo]

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PRESENTAZIONE L’emigrazione delle popolazioni del Sud Italia, i terremoti, la siccità, han-no duramente colpito questa nostra terra che ancor oggi reca nelle pieghe del suo vivere quotidiano i segni delle ferite recenti e antiche. Ma non ha piegato la voglia di riunirsi della sua gente intorno alle proprie origini e alle proprie tradizioni. La ormai più che dimostrata radice greca delle nostre antiche origini, e del-la gente di Panni in particolare (basti ricordare non solo la radice del nome, deri-vante dal dio Pan, ma anche i riferimenti culturali dialettali, la tipologia della or-mai famosa zampogna di Pan, i rituali pagani documentati e sopravvissuti fino al settecento), pare sopravvivere anche nella enorme produzione poetica pannese. I contenuti sono fortemente emotivi, laici, con improvvise puntate passionali che ri-cordano direttamente la stessa passionalità dei riti greci antichi. Il carattere del pannese, notoriamente introverso e scontroso, quanto profondo ed elaborativo, pro-rompe spessissimo in spunti creativi fantastici e innovativi e, soprattutto, numero-si. Non c’è, quindi, da meravigliarsi se vari altri poeti pannesi, o di altre terre vici-ne ma legati per tanti “versi” al nostro paese, abbiano già pubblicato varie raccolte. Voglio ricordare, tra le altre, quelle di Annamaria Caroli Ciruolo (“Fiocchi d’Amore”, “La vita è…”, “E sarà poesia”, “Fascinazione. Il gioco della vita”), di Donato De Michele (“Lu paeesi mii”, “Maamm e lu paeesi sui”); dell’Associazione Culturale Amici di Panni (“Poesie Pannesi”) e soprattutto quelle della appena scomparsa e amatissima Rosa Staffiere (“Dell'amore io sento il sussurro”, “Canti di Nostalgia”, “Voci dell’anima”) a cui questo stesso volume è dedicato. Per non parlare della notevole mole di poesie di vari autori pubblicata sul giornale periodico locale “il Castello” per l’impegno instancabile e tenace del suo direttore Pietro De Michele, il quale dal 1996 ha sempre offerto ampio spazio alla produzione dei poeti di origine pannese. E’ stupefacente come questa raccolta che presentiamo, nata da un’idea dell’incontenibile Grazia De Michele – e composta da 166 poesie di ben 32 Autori, pseudonimi compresi, assolutamente parziale (ne potremmo pubblicare un’altra corposa dal titolo “Panni è…” per tutto il materiale che ci ritroviamo fra le mani; e contiamo, magari, di farlo più in là) –, sia nata in poco tempo (all’incirca nell’arco degli ultimi tre anni) per la cura soprattutto dello straordinario Giuseppe Ma-strangelo (Bologna), il quale ha offerto il proprio impegno puntuale e generoso per ospitare sul proprio sito prima, in questo volume poi, il frutto dell’attività poetica dei pannesi locali e di quelli sparsi nel mondo.

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Il tipo di presentazione degli Autori che abbiamo preferito è stato quello in ordine alfabetico. Fra questi compaiono anche alcuni pseudonimi (Dev Inder Singh, Elvira, Gegè, Licietta & Lenuccia, Nero & Jo, Nessuno, Sario Monte, Soqqquadro, Tango, Z’ Carminuccio) dietro i quali si celano, il più delle volte, alcuni degli stessi Autori presenti nel volume, altre volte persone assolutamente sconosciute. Un apposito spazio, come un libro nel libro, è stato riservato alla straordi-naria produzione poetica di Nero & Jo (“40 Poesie e 8 Incanti d’Amore”), una cop-pia di poeti autori di splendidi versi d’amore a due voci. Le loro composizioni già viaggiavano “clandestinamente” – si fa per dire – in fogli volanti e fotocopie a chi ne faceva accoratamente richiesta. Di loro colpisce l’incredibile ricchezza di imma-gini metaforiche, struggenti e surreali. Non mancano poesie in lingua straniera, a testimonianza dell’ampiezza culturale e del largo respiro che si allontana decisamente dal provincialismo (ri-schio che è sempre dietro l’angolo in operazioni come questa) per sfociare in un ampio campo creativo in cui l’appartenenza si espande oltre i confini della propria terra, fino a ridurre il concetto di “emigrazione” a quello di semplice “lontananza”, ma anche ad elevarlo a quello dell’orgoglio per la terra delle proprie origini. Un particolare ringraziamento va a Vincenzo (Franco) De Michele che ha fornito, e fornisce, ai pannesi varie occasioni di scambio, oltre che il primo spazio di pubblicazione per varie poesie presenti in questo volume. Il suo sito internet [www.hirpus.net] è un luogo importante per l’incontro e l’interazione della realtà culturale pannese.

Renato De Michele Napoli, maggio 2003

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ANONIMO Dedicata… ad un Angelo [Panni, 4 marzo 2000] Questa notte mi è capitato di volare di volare verso di te che sei l’impossibile Già. L’impossibile di riaverti qui e di entrare nei tuoi occhi per scoprire il loro insolito blu che porta all’immensità L’immensità e la gioia di vivere che è rimasta su di te anche mentre l’ultimo tuo atto di vita tramontava La tua voce sarà sempre dentro di me

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ANNAMARIA CAROLI CIRUOLO

Fascinazione [tratta dal suo libro di poesie “Fascinazione. Il gioco della vita.”, Loffredo ed., Napoli 2003] Riesco a stupirmi ancora del tremolio delle stelle, di una lieve brezza che dolcemente mi accarezza il viso, della nuvola che avanza spumeggiando, assumendo sfumature e forme sempre diverse e fantastiche. Mi stupisce ancora l'argenteo, intenso luccichio delle acque del mare e il loro roboante infrangersi sugli scogli. Ho sempre nel cuore l'amore per la meraviglia, la dolce sorpresa delle stelle e la gioia del gioco della vita. E mi sorprende, ancora e sempre, lo spettacolo della natura quando mi si presenta in tutta la sua possente bellezza e nel suo supremo splendore. Sento continuamente lo stupore e la curiosità sacra per i misteri dell'eternità e della vita. Ma ancora più mi commuove e mi sorprende un sia pur piccolo barlume di bontà e generosità dell'uomo che, della presenza e onnipotenza di Dio, è un riflesso chiaro, forte e profondo!

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LUCIANO CIFALDI

Goccia di rugiada Goccia di rugiada che brilli, adagiata sopra un petalo di rosa con boccioli appena schiusi. Leggera come piuma ti lasci accarezzare dal venticello mattutino che filtra tra le foglie appena sveglie. Il tuo splendore così bello finirà per scomparire quando il sole arriverà. Corri, trova presto un bel rimedio, fatti strada in mezzo al mondo e la bellezza vincerà.

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GRAZIA DE MICHELE Ritrovarsi Nave di madreperla e di corallo questo nodo di folla che mi ingoia severa. Tu solo cogli il senso del mio corto respiro. Bruci lo spazio denso che ci separa, crepa irrigata dal mio lieve dolore. Tu solo stringi le chiavi dei silenzi che ti consegno. Tu solo stendi sulla mia strada un profumo di miele e noccioline.

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Dora di Grazia De Michele (Lecco) Forse sotto la neve. Di Natale. Forse dentro una murgia. Di Castello. Forse in mezzo a una luce. Della piazza. Forse in una finestra. Della pietra. Forse in una lancetta. Della Chiesa. O nello stanco passo di un’attesa. O in una vita amata che è sparita. O nell’unico sogno che hai vissuto. O nell’iride segreta del tuo riso. Canti ancora la storia che con dolente incanto la tua montagna canta. Dora.

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Per Panni... per te di Grazia De Michele Forse dal tempo o dall’assorta brezza che sfiora la tua vita e la trascina senza respiro e senza mutamenti nascerai ancora come primavera tu, voce antica d’un amore amato, roccia di pesca e pietra d’amarena.

Forse domani o mai senza frontiere combacerai ancora col passato combatterai ancora con il grido di un oggi che tu taci e non ti assolve. Forse dal tempo. O dall’assorta brezza. Tornerai mare di murgia d’oro verde.

Ninnananna a mia madre... di Grazia De Michele (San Valentino) Sì che lo sai. Lo sai a quale amore ho aggrappato la mano da bambina. Ad un tuo orecchio caldo che leniva la mia paura e poi m’addormentavo. Oggi che la tua estate si nasconde nella scomposta luce del tramonto, oggi che dalla voce mi traluce solo una pietra del mio Castello amato, una soltanto, dissolta in quell’abisso in cui solo posso spargere un canto oggi che lo comprendo il tuo dolore nel mio giorno di studio del coraggio, aggrappati tu al mio orecchio lontano. Ma per farmi dormire come allora. Tu che lo sai del mio bene silente. Ninna Nanna. E che permane. Ninnananna.

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Duetto di Grazia De Michele Il solo amore che Il solo amore che mi dorma accanto mi sogno accanto è fatto di ginestre è fatto di mimose e di silenzi. e di poesia. Sono i suoi occhi Sono i suoi occhi scuri le finestre chiari mia tempesta del paese di roccia scuote la roccia del suo canto. con la nostalgia. Cuore di pietra e Cuore di miele e patria di bandiere patria del passato terra di freddo vento terra di infanzia e e di tempeste unica pietra mia dipana il suo levante dipana il suo ponente e ne diffonde il grido con quel suo amaro rosso di more grido giallo di sole e poi lo spegne lento e poi lo accende lento nell’estate che muore nel mio passato che sul palmo della mano, muore sul suo dito sul suo dito levato levato di gigante di gigante. e che ho scordato. Nota di rovo, al soffio Nota di acanto, voce dell’Ariella risponde dell’Ariella, rispondo con una lieve nenia a te con una lieve nenia in controcanto: ho un in controcanto: ho un altro amore, un altro altro amore, un altro amore, un altro amore amore, un altro amore che mi dorme accanto. che mi dorme accanto.

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Starò seduta... di Grazia De Michele Starò seduta Sarai castello Starò seduta Dentro la notte Che chiude sogni Su questa pietra Che già traveste Sarai vallata Nell’ombra antica Di fiori rossi Che accoglie steli Della tua luce Questa mia attesa Sarai farfalla Nel tuo colore Starò seduta Che si riveli Di grigio masso Dentro il portone Come colore Sarò l’oceano Sopra la scala Del tuo silenzio Senza più un’onda Che già rinasce Sarai la piazza Sarò la vela Nella ventata Del mio paese Che solca il giorno Del tuo sorriso Falce di cielo Del tuo segreto Sarai presente Asciutto e oscuro Che mi nasconde Come il mistero Dentro un passato Se la mia spiaggia Del sole bianco Oggi bruciato Si ricongiunge Nel gelsomino. Dal tuo commiato. Col tuo orizzonte.

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Ballo di Grazia De Michele E ballo. Nel vestito di seta della sera scomposta nuvola di cera che si abbandona nella nicchia del cielo di un paese piccola vita antica di una speranza vera. Ballo ballo il passo delle stelle sulla strada volo nella vallata che mi prende con il suo buio lento e mi dissolve in vento. E mi tocca capire d’improvviso che il cuore della pietra, per me erba di panna ed amore e memoria e nostalgia e rimpianto e desiderio e canto altro non è che vetro, lastra glaciale e sabbia e sabbia millenaria di un mare senza storia. Mare mare mare Che il mio vento non intacca e non varia. E ballo stretta stretta a quel tempo.

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Ombre d’amore di Grazia De Michele Ho solo preso l’ombra del Castello ti ho nascosto nel muschio dorato e nella luce, in una luce ambrata ti ho fatto casa di stelle e di nevi. Ho solo preso l’ombra del Castello ti ho coperto di nuvole e di nebbie e nel chiarore, nel chiarore opaco ti ho fatto casa di soli e di piogge. Ho preso l’ombra sola del Castello a spegnere l’incendio di quest’ora a fondere il tuo viso nella fiamma a conservarti tra ceneri e memorie. Nella valle raccolgo il tuo ricordo E sulla murgia incido il tuo sorriso E intreccio il tuo passo con l’erba Sulle tue spalle scrivo il presente. Ti ho fatto prigioniero di un paese. Apro i cancelli all’ombra. Ed è già sera Ed è già buio Ed è già notte E’ sempre solo ancora e solo Amore. E tu con lui: Ombra che non muore.

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Ariette di Grazia De Michele Sei il solo volto della terra Di te non ho memoria che travolga ogni sua radice Non sei tu la mia storia e la slanci nel cielo sparito Sono un sasso scolpito e la fermi nel sole incupito. Polvere sola di granito. Tempo dannato del ricordo Tempo straniato di luce ridammi un angolo di luce ridammi ora quella voce disegna un’ora bambina un timbro o un viso solo dentro il mio grande fiocco il nastro rosa e bianco bianco e rosa della notte della sua notte leggera Dammi due pozze azzurre e poi il grido di un airone sospese in fondo all’anima che a me trafigga l’anima un breve scarto di nuvole e che mi strappi quel velo poggiato in fondo al cuore. scomposto giù sul cuore. E’ un volto solo il mio paese Un solo volto il mio paese Un solo sguardo di guerra Stormi di stelle appese Di silenzi e tacite distanze Tra i miei ricordi svaniti Dentro un cielo sparito Tra quei baci mai dati Dietro un sole impazzito E i tuoi sentieri infiniti Ci sei tu e ancora tu. Ci sei tu ed io ci sono Scintilla bruna d’infinito. Del monte siamo suono.

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Fratello di Grazia De Michele Non c’è storia che nasca per caso dentro la polvere fine del mondo Non c’è sguardo legato alla terra che non sia mare e àncora e luce. Sei stato sempre nel lontano ovest io barricata nel rosso del ponente hai navigato dentro fiordi e lune io mi son persa tutto l’occidente. E sei una corda forte che si tende E unisce ogni mio punto cardinale Meridiana in cui l’ora corre lenta e accende la mia anima se è spenta. Non c’è fratello che nasca per caso Io sono mare tu àncora e Presenza. Sul balcone coltivi luce in un vaso.

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Caro papà di Grazia De Michele, 2/3/2003 (a Gigino De Michele) Caro papà, c'è sempre un uomo, un uomo in ogni padre: è un antico bambino che oggi gioca a palla in un vecchio giardino la mano ancora chiusa nella prigione stretta e taciuta dell'affetto.

Caro papà, le ore dell'infanzia le stagioni dei lutti le soffuse memorie tu le hai nascoste

e le hai tenute mute tutte dentro una vita, dentro flutti e marosi senza delta e né foci.

Resta l'arcano festa e mistero

a te solo chiarito a te solo donato a te solo svelato

mai da te rivelato:

Il tuo impavido volo dentro cui ogni ora

ogni anno ogni giorno sono lo stesso sogno...

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Buonanotte di Grazia De Michele E' solo quando scrivi che io ti incontro Come un passante che corre distratto a capo chino e ripassa l'impegno di domani. Senza vedermi. E solo quando pensi che io ti sento come acqua di fiume che invade distratta un greto asciutto e confonde il grido dei pesci. Senza ascoltarmi. E' quando dormo solo che possiedo l'intero mondo del tuo sogno la verità nel barlume compare rapida e rapida si spegne: stringersi nella veglia è l'impossibile. Dormire è allora l'ultima speranza.

Da infinite distanze io mi incammino solo verso di sera quando ogni stella è solo dura luce è solo duro specchio del sasso del Castello. Da tutto un altro cielo io me ne scendo verso la tua presenza quando ogni giorno si spoglia sommesso e nudo s'abbandona per terra sulla piazza. Da altra dimensione io a te provengo verso la tua esistenza quando sul tardi estranea ti travolge la distratta parvenza di una televisione. Un lampo di sospiro balugina un ricordo un passo un battito di te sono la notte sono segreto segno della tua Buonanotte...

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MARIA DE MICHELE Era (in memoria della madre, maestra Dora, deceduta a Foggia il 23.11.00) Lei, l’umiltà Lei, l’Amicizia Lei, la famiglia Lei, la fedeltà Lei, la scuola Lei, la casa Lei, l’abnegazione Lei, la rettitudine Lei, l’onestà Lei, la generosità Lei, DORA. In treno per te Scendendo verso di te, che giaci immobile ad aspettarmi, gioco con le parole della “Settimana”, che ti piaceva tanto. E ti penso... e prego. Te ne sei andato quasi con mia madre. Sono ancora calde le sue mani, sono già fredde le tue. E tante lacrime non ancora asciutte torneranno a scendere per te. Ciao zio.

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Non più di Maria De Michele Non ci sono più i chilometri d’una grigia Romeo fra noi; né gli abbracci festosi del sabato, né le lacrime d’addio della domenica a suggellare gli arrivi attesi e le tristi partenze. Non sento più gli squilli quotidiani e la tua ancor fresca voce a chiamarmi, a dire il mio nome: “Maria!” Ora chiamarti è vano, risponderti impossibile. Ma tu sola senti i miei lamenti, tu sola vedi le lacrime della mia solitudine. Non è poi così brutta di Maria De Michele Non è poi così brutta la Morte: distende visi, addolcisce tratti, riposa stanchezze, calma sofferenze, cancella ansie, annulla angosce, scioglie paure, risolve drammi. Ma quanto è fredda sulle mani che hai amato; quanto è gelida sulle fronti che hai onorato; quanto è grande sulla nostra impotenza.

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A mio padre di Maria De Michele Sarà l’età che abbiamo, sarà la morte che ci ha sfiorati, i pensieri si affollano, i ricordi si rincorrono: la tua pazienza e disponibilità; le tue battute spiritose come le parole misurate; la tua parola: una parola d’onore; mai maldicenza, mai offese; il tuo credo in valori veri, l’ottimismo e l’altruismo, il realismo e la speranza. A te devo la mia onestà, la tolleranza e il perdono, la pazienza e la riservatezza, l’amore per il prossimo. E quando ho sbagliato, è stato perché non t’ho seguito.

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Ottobre 2001 di Maria De Michele Non voglio più tornare là dove giace la mamma mia non voglio più andare la dov’è spenta la sua simpatia.

Anche sol per pregare nel luogo natio dove riposa il padre mio non voglio andare.

Su tombe troppo silenziose le mie sofferenze si fanno atroci perché tra i garofani e le rose non sento le loro voci.

Lui sempre sereno e di buon umore lei ansiosa ed apprensiva sapevano prendere il mio cuore e mantenermi viva.

Riempivano i miei momenti col loro amore paterno, ora vedono i miei tormenti dal loro scranno eterno. Novembre 2001 di Maria De Michele, 11/11/2001 Il vuoto è grande. Negozi, strade, rumori, niente sa riempirlo. Non ho più chi mi esaltava, non ho più chi occupava la mia mente. Non ci sono più braccia calde e battiti ansiosi ad aspettarmi, voci amorose a confortarmi, cuori pazienti ad esaudirmi. Ora solo due lapidi mute, segno di vite intense e fiere, di animi grandi e nobili, giacciono fredde ad indicarmi il cammino.

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Natale 2002 di Maria De Michele Mi manchi. Ogni Natale eri un richiamo forte, dovevo passarlo con te. Tra rossi teli e frutta secca davi ordini e disposizioni: "Vitto’, prepara i soldi per i nipoti" ma Vitto’ doveva realizzare il suo sogno: portare i cuccioli dal giocattolaio per poter tornare a giocare. E un colpo ti portò altrove, proprio quando un Natale stava per arrivare. Nelle bianche corsie il Bambino non portò solo amore. Ma sulle quattro tristi ruote spinte da una fredda badante il Natale ha saputo essere più crudele e le mie lacrime hanno riempito ogni mangiatoia. All'avvicinarsi d'un nuovo Betlemme la nostra stella è tornata in cielo e al Bambino ho chiesto di lasciarmi il padre. l'ho accompagnato al presepe ma lui tra le stelle non l'ha vista ed è salito a cercarla. Oggi le mie lacrime velano abeti, luci e vetrine, il cuore trema se alzo lo sguardo. Mi mancate infinitamente. Ti amo di Maria De Michele Se ti amo, è perché mi sei amico e complice fedele. Se ti amo, è perché mi dai sicurezza e amore solido. Se ti amo, è perché sciogli le mie paure e risolvi i miei dubbi. Se ti amo, è perché mi accetti come sono. Se mi ami, è perché ti amo.

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RENATO DE MICHELE Canzone per una piuma di luna (in memoria di Edoardo Compagnucci) Piuma di luna, che buio stanotte... non trovo neanche il mio naso.

Piuma di luna gondolante sul mare, quante stelle ti vedono morire.

Piuma di luna, pianeta lontano, una cometa ti piange stasera,

con le lacrime di un mare impazzito, che mi sputa sul collo.

...Dov’è che respiri? Fra la sabbia o nel sale del mare? ...o fra i capelli di una brezza inquieta che mi soffia sul collo?

Piuma di luna, che freddo stanotte... non sento neanche i miei piedi.

Piuma di luna, volata nel nulla, quante stelle ti cercano ancora.

Piuma nell’aria, gabbiano inquieto, guardi il vento aspettando il tuo volo,

gondolando sulla schiuma impazzita che fa luce nel buio.

...Dov’è che respiri? fra la sabbia o nel sale del mare? ...o fra i capelli di una brezza inquieta che mi soffia sul collo?

...Sei tu che respiri! fra la sabbia e nel sale del mare, ...e nel ricordo di quell’ansia inquieta che ci soffi sul collo!

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L’Alba in volo di Renato De Michele, 1998-2001 L’Accarezzarsi. L’Avvicinarsi. L’Arrossire. L’Abbassare gli sguardi.

L’Abbracciarsi. L’Abbandonare ogni resistenza. L’Asciugarti una lacrima. L’Arrenderci all’evidenza.

L’Ansia che accresce L’Ardore sulla pelle... L’Assecondarsi. L’Avvilupparsi.

L’Avvincersi. L’Avvolgersi. L’Amplesso. L’Amore, e poi...

L’Accoccolarsi stretti stretti. L’Assopirmi dolcemente. L’Addormentarmi poi, con L’Alba dentro me.

L’Appartenere ad un mondo altro: L’Arazzo delle nostre scene, L’Arabesco di viaggi incantati, L’Arcobaleno dei giorni nostri.

L’Assaporare il senso e L’Assenso della vita. L’Apprendere lettera per lettera L’Alfabeto d’amore.

L’Angoscia, inattesa, mi sveglia, ma... L’Alba è ancora qui: L’Attesa nell’anima, L’Anima... socchiusa.

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Il giardino di Renato De Michele, 7/7/00 Ed ogni suono sia di troppo nel giardino dietro le palpebre. Ed ogni parola sappia di poco tra il verde fruscio delle sue piante. Ed ogni colore vi tracci quel sentiero che non conosceremmo mai da soli. Occhi chiari [unico verso circolare] di Renato De Michele …occhi chiari scavano vuoti incolmabili che viaggiano oltre me inutile specchio dei tuoi voli nel profumo d’aurore contese da due giovani amanti raccolti nel buio d’una luna d’agosto che cerca chissà cosa chissà dove chissà mai se come altri occhi di sole i tuoi occhi chiari… [da capo]

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Oggi a Panni c’è la festa di Renato De Michele, 5/9/2000 (dedicata alla musica di Gerardo Rainone)

La vita va un po’ su, un po’ giù, una corriera che non sa dove sbarcherà.

E tu, paese mio, mi dài una strana libertà che mi fa girar sempre in allegria, su e giù, fra le tue strade senza età.

Ma oggi a Panni c’è la banda che suona, balla, ride in mezzo a noi. E solo a Panni c’è una banda che con un soffio fa volare.

E adesso a Panni c’è la festa! Colori, giochi, amori d’ogni età. La processione, il prete, il sindaco, la banda e poi tutto il paese in fila indiana appresso a noi!

La vita va così così, una ruota che non saprai mai quanto girerà.

E tu, paese mio, fra il tuo castello e il cielo blu finestre ci aprirai, e strade fra le stelle, e noi... faremo feste fin lassù !

Ma oggi a Panni c’è la banda che suona, balla, ride in mezzo a noi. E solo a Panni c’è una banda che con un soffio fa volare.

E adesso a Panni c’è la festa! Colori, giochi, amori d’ogni età. La processione, il prete, il sindaco, la banda e poi tutto il paese in fila indiana appresso a noi!

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Lontana laghi di pianto di Renato De Michele (a Grazia De Michele) Lontana laghi di pianto, stregata e rapita via da una folle magia, canna di rivolo che di te risuona Pan nelle sue grotte solitarie, anima di mille sembianze dai mille volti nostri, e che in ogn’anima dei mille esisti, amore ti segua, e ti dia tregua. Raccoglierò l’immenso che ci respiri, respiro di storia, cuore di senso. Un fiore a Grazia di Renato De Michele Un fiore non è quello che pensi tu. Un fiore è un semplice bacio mandato dalla terra al cielo. Il fiore è un sogno in volo, niente più. Non è un profumo, non è solo questo. E' come un pensiero che si apre alla luce e si chiude, e come!, fra grigi rumori. Ecco perché ti offro un fiore: è aperto.

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Fontana di Sant'Elia di Renato De Michele (7.12.02) Ombre latenti e insoddisfatte sulla strada sonora di Sant'Elia per i sentieri grigi e verdi di un inferno d'eroi battuti e vecchi. A Sant'Elia la fontana suona. L'acqua ha il canto d'un giorno aperto, sul silenzio di case senza un tramonto, atteso paese, imbiancato di secoli. Nicola, il matto, l'ho lasciato piangere. Zoppo, sull'umido sentiero di Mata, sanguina ancora deliri arrossati di more. Si sputa addosso dolori appuntiti e taglienti. A Sant'Elia la fontana vede al di là della notte, oltre il silenzio. Il giorno sperato... te lo fa bere. Le raccogli il sole e ti bagni d'anima. Michele, il vedovo, sul mulo stanco spalma sguardi asciutti che ti ghiaccia la pelle, l'erba a verdi graffi sul velluto, noncurante del buio al suo fianco. A Sant'Elia la fontana piange inchiostro assetato di storie, lamina di astri in processione per la mezzanotte di luna nuova. Maria, la figlia d'una notte, da lontano ti bacia gli occhi, negli occhi la stessa vita che una notte l'ha baciata.

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La canzone di Nina di Renato De Michele & Giuseppe Ruggiero (marzo 2001, a mia madre Anna Procaccini, dec. 9.1.1995) Nina, sul tuo bel viso t’incurvi per seguire l’arco di tempo ancora da consumare, quei pomeriggi che dovranno poi venire quando i ricordi vivi non faranno respirare. Nina, parola muta rimasta nella gola ad affogare un pianto senza più ragione, col suo colore bruno, profilo della viola, che porta via con sé la tua ultima stagione.

Nina, nei nostri occhi che s’incontrano e si sfuggono, ci son labbra che le guance appena sfiorano; ci son questi giorni uguali che non vogliono passare, fra due mani adulte che non sanno più accarezzare.

Nina, come un bel canto quasi mai ascoltato, che la notte, da sempre, canti a poco a poco, col tuo respiro lento, un poco sussurrato, abbandonata qui come cenere nel fuoco. Nina, sul tuo castello hai trovato il destino, tra un manto di neve e un riflesso di luna, come un cammino triste che conosce la rima, ma per non farle male, dà un po’ di fortuna.

Nina, queste mie canzoni, che negli anni seguiranno, e le storie che dopo di questa verranno, sono questi giorni uguali che non vogliono passare, fra due mani adulte che non sanno più accarezzare.

Nina, restammo tristi a guardare la luna; tu con la tua bellezza un poco sciupata, io che di giovinezza ne avevo solo una e la sentivo già... già così invecchiata.

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Natale di Renato De Michele & Giuseppe Ruggiero Ti abbiamo aspettato Natale con gli occhi puntati nel cielo, il cuore che sanguina dal desiderio, un unico coro, un solo pensiero. Ti abbiamo chiamato Natale perché ci mandassi la neve, ma tu ci hai mandato fiocchi di nostalgia lasciando la neve nel manto tra sogno e magia.

Non ci basti Natale con promesse, letterine e poesie, con presepi, pastori, zampogne, panettoni e champagne, un castello come fosse cometa che ci mostra la via. Ma ora dicci se poi ci abbandona o se farà una magia. Ma non chiederci di esser più buoni, non costringerci a far festa coi suoni, non illuderci con la tua filosofia, son cose che hanno a che fare solo con la poesia. Che a Natale è più grande l’amore, che bisogna far spazio nel cuore, che ogni mano, stringendo una mano diventa un sorriso e ti porta lontano.

Ti abbiamo voluto Natale perché ci riempissi di doni, di amore, di gioia e di semplici cose e chiudessi per sempre nel gelo l’odio e il rancore.

Non ci basti Natale coi tuoi alberi pieni di luce, con i fumi di casa, le stelle e gli auguri di pace. Tu che vanti un profeta e una storia che ha per data la vita, ti preghiamo comincia davvero, oppure falla finita!

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Ma non chiederci di esser più buoni, non costringerci a far festa coi suoni, non illuderci con la tua filosofia, son cose che hanno a che fare solo con la poesia. Non fregarci, ma lasciaci vivere degnamente la nostra follia, rossa, bianca o azzurra che sia, ma è pur sempre la nostra magia.

Ti saluto, carissimo Babbo, chiedendoti scusa per come ho parlato, ma se poi te la prendi e ci resti assai male, beh, allora facciamo la pace. Su, dammi un bacio: è Natale. Due amici e una rosa (a Serena De Michele, per i suoi 18 anni) di Giuseppe Ruggiero, Renato De Michele, 1983-2001 “Quante volte ho pensato che un amico non lo trovi nel giorno.” “Ma una notte senza sogni è più lunga ancora della vita.” “Quante scarpe ho buttato prima di guardarmi intorno!” “Ora che sta sbocciando una rosa, non andartene via.” “Non pensavo ad un cielo che improvviso cambiasse colore.” “Non credevo ci volesse tanto per far nascere un fiore.” Mi stringevo al silenzio di quel lungo corridoio. E pensavo: “se succede qualcosa son sicuro che muoio...” “Dài, che ti eri pure addormentato!” “Sì, perché, tu non ci avevi già provato?” “Dopo, come una molla sei saltato.” “Sì, ma non avevo ancora realizzato...” “Piano, parliamo più piano, non vedi che dorme?” “Chissà nei suoi occhi quanti sogni a colori.” “Suono, forse lei può ascoltarmi...” “Ma dài, che forse riesce a sentire a stento i nostri odori.”

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“Zitto, ogni tanto ci guarda. Ci pensi, che bello, quando dipingerà il suo mondo ad acquerello?” “Pensa, oggi è solo un respiro; fa così poco rumore, eppure già ci ha riempito la vita di amore.” “Eri l’immagine classica del padre in una sala d’attesa.” “Ma va’ là che non ero impaziente e neppure nervoso.” Quella notte di luna piena di mistero, e i caffè e le risate per vedere ancora più chiaro. “Una gioia grandissima ho provato!” “Beh, non direi proprio che mi hai superato...” “Hai ragione tu: qualche differenza c’è...” “Nessuna, e son felice di averla vissuta con te!” “Piano, parliamo più piano, non vedi che dorme?” “Chissà nei suoi occhi quanti sogni a colori…” “Suono, forse lei può ascoltarmi...” “Ma dài, che forse riesce a sentire a stento i nostri odori.” “Guarda. Ogni tanto si muove. Ci pensi che bello, quando imparerà a camminare da sola?” “Pensa, oggi è solo un respiro, fa così poco rumore, eppure già ci ha riempito la vita di amore.” “Ecco, sta aprendo gli occhi...” “Zitto, li ha chiusi di nuovo...” “Aspetta, le bacio le labbra...” “Va bene, ma sfiorala appena...” “Come è dolce, proviamo a chiamarla:

...Serena.”

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VINCENZO DE MICHELE (Franco “Tabba”) 28 Agosto Maria del Bosco è già passata con la gente pia, un galletto tremebondo rientra, grato, nella stia; un lontano stormir di mortaretti i miei sogni porta via... anche quest’anno. Ultima sera d’agosto Distratta scende la lacrima e lieve scorre e invisibile nel buio di una notte illune al monte sul finir dell’estate. Segna la fine di un amore breve come fase lunare e irriga il giovane cuore... Nel brusio di saluti dolenti, nel calore di abbracci fraterni, tra incerte risatine trillanti una certezza incrollabile d’arcobaleno traspare: ci sarà anche il domani.

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DEV INDER SINGH A kiss through time Un bacio attraverso il tempo (...to a flying girl) (...ad una ragazza in volo) di Dev Inder Singh Traduzione di Soqqquadro Today I’ll send you Oggi ti manderò a kiss done un bacio fatto by the time del tempo I missed you. della tua assenza. A time going by Un tempo che se ne va along old routes lungo vecchie strade done by hard stones fatte di dure pietre and known skylines. e linee conosciute di cielo. Could I ever say Potrei mai dire what you ever knew? quel che hai sempre saputo? Could I ever walk Potrei mai camminare wherever you walked through? sulle strade che hai già percorso?

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VITO DI RIENZO Se non ci fosse di Vito Di Rienzo (Prato) Meno male che non c’è il mare la discoteca a farci male. Purtroppo ci trovo escrementi e cartacce su le vie ogni dove. L’automobilista arrogante che spazio non lascia al residente e al passante. Non più notte ferita in centro e in via Margherita inutili schiamazzi per vichi o larghi spiazzi. Trovar solo belle facce in quel bel Paese dall’odor antico/palese dalle calde focacce. Vorrei ci fosse un Ludovico tutti i dì in ogni vico con quel non so... riverente a dispensar sorrisi alla gente. Che quel giovane capisse PANNI... non puoi contaminarlo Se così non fosse bisognerebbe inventarlo.

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Vento all’ariedda di Vito Di Rienzo (Prato) Vengo a trovarti perché so che tu sei lì Se non a levante immancabilmente a ponente ci sei quando son da te non c’è bisogno che tu mi dici... perché ti sento già Ti sento che mi accarezzi mi dai sollievo mi togli l’arsura nel pomeriggio di calura

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ELVIRA (Anna Ciarla) Spesso il tempo Spesso il tempo è solo un uccello freddo che canta ancora l'ultima romanza tra le piume svilite dell'orbita del mondo. Spesso è il tempo solo un quadrante fermo che segna ancora i resti di un ricordo tra le ore appannate di inquieto disincanto. Spesso il tempo è quest'alta solitudine che passa lenta dall'attimo di gioia al minuto assoluto di un sogno mai buttato. Ma il mio tempo sei tu. Che bruci l'alba e consegni ogni voce alla mia notte e disegni ogni storia ogni ombra di luce nel mio sempre nuovo e stupito e rinato e assonnato mattino.

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GEGÈ “LU CIUCCIO” Senza rete (per Giuseppe Mastrangelo, il webmaster) Amico solo della Luna dentro strade lontane accendi voci e ricordi di lacrime sospese dentro un tempo straniero alla speranza del ritorno. E unisci l’attimo, lo fermi in volo dentro il tuo cuore, questo tuo cuore grande di fratello che vive il mondo nel canto del paese. Spegni l’arsura di un’estate sognata con un tuo breve gesto della mano. E rivivono voci smemorate E riappaiono visi trasognati E tornano dal nulla le parvenze di quella vita. Vita. Di quella vita amata in cima ad una pietra mai scordata. Giuseppe. Tu. Mete apri nell’Universo e un sentiero diverso dove tace ogni sete. Tu sei il paese nostro. Senza Rete.

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Abracadabra di Gegè lu Ciuccio (ispiratosi a Nero & Jo) Toccherò le pareti del mattino dentro una notte candida di lune. Veglierò stretto dentro il tuo destino di grida d'acero e aneto e biancospino.

Ti coprirò soltanto di coriandoli e non vedrai più terre devastate ma colori scomposti da cristalli

che spandono una luce arroventata.

La luna tua. Bianca del tuo sospiro. Che mi attraversa tutto e mi travolge. La luna mia. Coperta che ti avvolge trama d'incanto dentro cui ti attiro.

La luce tua. Sandalo e malvarosa. E il nero intenso della tua pupilla.

La luce mia. Di perla e di conchiglia. Sarò per te l'unico tuo riposo.

Amerò il tuo chiaro che mi appare. Dormirò nel tuo cuore di mirtilli. Chiudo da ora il giorno in un dipinto. Fermati Tempo! Non farla più passare. Ho il volto tuo racchiuso nella mano.

Amerò i tuoi pezzetti variopinti Respiro fermati! Non farli volare.

Chiudo da ora il vento in un dipinto Cadi cometa! Ma non farlo andare.

Ho cuore e mondo sospesi nella mano.

Abracadabra Tu Sogno e Poesia!

Abacadabra Tu Casa e Magia!

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Sortilegio di Gegè lu Ciuccio (ispiratosi a Jo)

Ti ruberò l'inchiostro dello sguardo e farò piovere rondini dagli alberi

per involare tutti i tuoi silenzi sotto l'ala che ancora non conosci.

Ti parleranno le voci dell'aurora echi di sangue e vita scalderanno il corpo amato sotto le lenzuola.

Tu brucerai la torcia della vita e colonne di fumo si alzeranno

a rivestirti di luce azzurrata in cui i nostri sogni si uniranno.

E sarai lo sterpo che diviene ramo e poi terra che sboccia in un giglio

lenta si muove lenta la tua mano sarà profumo dentro il mio giaciglio.

Poi ti alzerò il mantello. Costellato. Smarrirai senso e forza: sarai nato.

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Simsalabim di Gegè Lu Ciuccio (ispiratosi a Nero) Domani è un giorno nuovo di rose per le strade impazzite di canti per i tronchi segnati e svettanti per due stelle avvistate per caso. Per una volta. Ed una volta sola Tu sarai nuvola. E sarai la mia stola. Per una volta. Ed una volta sola Io sarò fiore. E sarò la tua viola. Simsalabim. E ti lego al mio stelo. Simsalabim. E mi lega il tuo cielo. Simsalabim. E il tuo bacio velato Simsalabim. Ed il mio profumato. Domani è il nuovo giorno del tempo per quest’anima assorta e sognante per il tuo dolce silenzio distante per due stelle incontrate per caso. Simsalabim. Tu mi giungi nel vento. Simsalabim. Dentro sempre ti sento. Valzer della Montagna di Gegè Lu Ciuccio

Poter cantare un giorno solo con te vicino a dissetare la sete di calore e poi girare pagina.

Poter andare soltanto un'ora

con te vicino a comperare ricci di mare

e poi cambiare strada.

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Poter dormire solo un minuto con te vicino a riempire la notte vuota e poi svoltare l'angolo.

Poter essere

un uomo. Senza quel battito senza un destino senza un disegno

senza sospiri senza l'attesa

di un calendario. Poter scendere al fondo della gioia su una coperta di terra nuda ad aspettare il tuo risveglio e poi stracciare un sogno.

Poter essere

in te. Senza domande

senza risposte senza pretese

senza rimpianti con solo l'anima tutta abbracciata a questo monte.

E poi chiudere in mano

una stella distratta

che è caduta dormendo.

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Sentimi amore di Gegè Lu Ciuccio Sentimi, amore, i modi in cui mi scrivi le corde che tu sfiori i tasti che mi accordi sono gli unici suoni a rompere il granito della stolida pietra che solo tu scomponi ai margini di un sogno che è vela alla deriva. Sentimi ancora: componi un canto solo e vestimi in concerto dell'urlo della voce che a me solo risponda che risplenda la vita smarrita in quest'oasi sfinita del cuore. Sentimi, amore, in questo cielo intatto che io mi porto dentro dorme la mia montagna dammi una tua parola che sia per me soltanto scrivi tu la mia anima sopra la tua lavagna.

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ANNALISA INFANTE Quello che non sei Io canto di poeti e di storie fino a toccare il male di una speranza che dorme

fino al momento che non viene mai che le mie mani come torce non trascinano

Sogno più forte dei tuoi sogni feriti di marionetta in lacrime per le vie del mondo

E ti sogno ballando ballando sul mio cuore gitano.

Alma gitana Il mio cuore è nato zingaro, il mio sangue flamenco rosso di vino e incantatore.

Vivo nelle spoglie della notte metà donna e metà gatto: il mio corpo nasce ballando all’alba quando il sole incendia gli occhi della gente.

E mi sciolgo in ogni sguardo che il giorno mi regala morendo in ginocchio davanti a tanta luce.

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Come un angelo di Annalisa Infante (Lecco) (dedicata a Panni) Che sai? Che sai dell’ora che mi porta al tuo fianco, al cuore del sogno avvolta nell’anima della musica? Che pensi se nel centro della notte una voce ti risveglia di sussurro in sussurro, di memoria in memoria all’inizio, alla fine dei tempi dal giallo oro della mia bocca? Che pensi... di me? Ed io di fronte al giorno che ti accoglie al guardare il cielo nello specchio d’acqua chiara sulla parete io lo so - da sempre - che tu vivi in me.

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Francisco... mirando al cielo di Annalisa Infante, 15 marzo 2001. (trad. di Grazia De Michele). [Dedicata al tenente Francesco De Michele, nato a Panni e caduto eroicamente durante la Seconda Guerra Mondiale. Il 15 marzo del 2001, dal Mausoleo di Bari è stato riportato nella sua terra]. Aquí se acabaron mis luchas E’ qui. Che sdraio ogni mia battaglia. en la mar de corazón salino Sul mio mare. Dal cuore salino. por una noche Dentro la notte de dolor guerrero di un’anima in guerra. Aquí se acabaron mis ojos Ancora qui. Si chiudono i miei occhi. en mi última playa Sulla mia spiaggia estrema. en la que nací peregrino Da lei nato straniero. como arco iris Come un arcobaleno, de maltiempo... un arcobaleno dal maltempo... Maltiempo de miradas Maltempo di sguardi mentiras e di marinai marineros e di menzogne... Maltiempo de ahora Arcobaleno... di ora. mirando al cielo... Contemplando il Cielo… A mi Cielo... Il mio Cielo…

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LICIETTA CAPAMMONT

Questo guardarsi Questo guardarsi. Fuori e Dentro il Cuore Questo sussulto. Cieco di una Foglia Questo ramo. Scomposto come Scoglio Questo Tempo. Straniero di Montagna Questo Universo. Di ogni fiore Spoglio Come una Luce obliqua di Speranza Come un Segno tracciato sulla Fronte Come un Vuoto confuso nell’Immenso Come un Soffio spaurito dentro un Vento Come una Resa. Fuori e Dentro il Cuore. Questo Impossibile. Impassibile. Questo Impossibile Amore.

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Bella è la vita di Licietta Capammont Bella è la vita quando si butta a terra e striscia a braccia aperte verso l'acqua e sprofonda nel chiaro d'un riflesso d'un sole che sorride ad altre stelle.

Bella la vita quando parte in volo e s'alza a braccia tese

verso il cielo e si confonde nel cuore

di un tramonto d'un riso che consola

altri destini. Bello il tuo mare

quando si prostra in onda e sveglia ad occhi chiusi

le sue schiume e dietro vi nasconde

in una sola conchiglia perle rare di luce.

Bella è la vita quando si butta in mare

e scivola nel gorgo a pugni chiusi

e poi risale e galleggia e si sospende in alto

sdraiata su una perla. Rara di luce.

Bella la vita Filtra silenzi e tempi Voci di conchiglia del tuo mare a riva ad asciugare

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LICIETTA & LENUCCIA Buon compleanno (a Renato) Ci sono lucciole che chiamano le stelle una per una e accendono la sete di altre primavere nei tuoi anni E tu vi specchi le pagine di un tempo che ieri è stato tutto colorato o un albero innevato o lo smarrito anemone di una palla rotonda che si perde sul monte di una tua estate amata. E ci slanci in un sogno di poesia sotto il tenue chiarore del miracolo nel tuo cielo che vive di lucciole e di stelle che a te abbracciate vanno. Buon compleanno.

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Solo per lei di Licietta & Lenuccia (a Vittorio) Per quell’autunno, solo per lui per quell’autunno senza viole che ti guardava proprio come un Sole che aspetta luce dal cardine del Tempo Per quella vita, solo per lei per quella vita senza il cuore che ti guardava come fa il Dolore che aspetta soste dal cardine del Tempo Per quel sorriso, solo per lui per quel sorriso senza più una Storia che narrasse momenti che dicesse silenzi che tacesse la voce che urlasse sentimenti Per un Amore eterno ti sei perso l’inverno. Ma l’hai perso correndo. Forse anche contento.

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PAOLA MANDRIOLI Volo apparente di Paola Mandrioli (Bologna) Leggo nel fondo dei miei pensieri, nel silenzio sento la mia mente che si affanna, lenta, a superare le barriere del domani. Poi, piano piano, esco dal futuro, ritorna la sicurezza del presente e riesco a dominare le mie ali

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LUCIA MANUPPELLI

Nostalgia di Lucia Manuppelli in Mastrangelo (Foggia) La nostalgia ha il tuo nome da quando non ci sei, da quando hai lasciato il nido Ho nostalgia di te, della tua vitalità, del tuo sorriso aperto dolce figlio mio diletto. La vita è diventata un continuo rimpianto; negli occhi non c’è posto se non per il pianto. Ho nostalgia di te, della tua ilarità, del tuo gran sognare con l’intento di realizzare. Un messaggio mi hai dato: “Esiste l’Aldilà”. M’hai donato la speranza Che un giorno ti sarò accanto. Ho nostalgia di te; la tua spiritualità mi sia guida sicura in questo mondo di falsità. La nostalgia ha il tuo nome da quando non ci sei, da quando lasciasti il nido splendido airone impaurito.

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LISA MARTINI Fragole gialle Sospesa su un ponte di nuvole ad osservare l’infinito vorrei potermi buttare alle spalle un presente assopito. Dietro gli stracci ancora umidi di pianto parole, ricordi che valgono tanto. Ricordi di istanti che sembrano ore mi chiedo se è vero, se esiste l’amore. Non so se volare in quel cielo insicuro parlare con gli angeli rivolta al futuro oppure distendere un letto di stelle e nutrirmi per sempre di fragole gialle.

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FRANCESCO MASTRANGELO (Omar M.) Mammanonn Un piccolo scintillìo, un dolce scricchiolar, un vivo calore. La fournacett. Il capo, il piccolo capo poggia sulle scarnite gambe. Una dolce mano ti sfiora, un parlar imperfetto ma dolce, ti racconta. C’era una volta... Reminiscenze Due scarponcini alti, chiusi da lacci intrecciati con estremità sfilacciate. Una maglietta a righe, color sbiaditi con maniche corte ed il penzolar dei fili. Un pantaloncino, fine dal consumo, con ritocchi vari a voler nascondere giorni amari ma, a compensare il tutto, un corpo forte a sfidar la cattiva sorte.

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Al di là del tramonto di Omar M. Il lieve letargo del sol morente socchiude un continuo e secolar evento. Dinanzi al buio un roseo color ad impressionar il suo grande amor. S’appresta la luna ad entrar in scena v’è luce e non calor. Sembra vegliar sulle nostre pene a suggerir di volerci più bene. Freddezza di Omar M. Una lenta e irrefrenabile corsa, all’egoismo, ci discosta sempre più dal vero credo. A chi additare il dito? Sembra non esserci più udito. Dialogan in lingue dissimili: nonni, padri e figli. Irrompe con autorità, la malvagità. Anch’essa è erede dei giorni nostri, nata dal progresso e dall’immoralità. Ne trae profitto “il dritto“. A cui nulla preme se l’umanità freme.

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Seme di Omar M. Rifletti, prima di sotterrarmi. Non vedo, non sento, non parlo, ma vivo. Mi ergo a compensar la natura ed il lavoro altrui. Non abbandonare, non avvelenare ciò che è. Rifletti, dunque, prima di sotterrarmi. Piove di Omar M. Un grigiore in lontananza, avanza. Ascolta il dolce sibillìo fra l’ondular degli alberi. Vedi, l’avvicendarsi di forme dissimili, le nubi. Lo sguardo attonito, scruta... C’è silenzio... Un veloce bacio delle palpebre, il rullare... Piove, piove... Rimani assente, incantato, riflessivo. Piove, piove, piove... Entra in quell’ologramma e naviga ad occhi aperti. Piove! S’affievolisce ...vola via ...si spegne. Sesto senso di Omar M. (San Valentino) Il sol sfiorarsi delle mani ed il fugace incontro dei due visi, incrementa il pulsar dove tutt’intorno muove.

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Risveglio di Omar M. Sgorgan le acque di giovine vita. Con miglior vesti si copre a festa il calpestar a noi diletto. Desiste per altri il lungo dormir. Oh! Madre natura, non cessi mai di stupir! L’Indifesa di Omar M. Tangono quasi ad accarezzar il suolo, gli occhi della mano. Un tenue e sottil stelo divide il lor baciarsi. Vien rimossa senza dolore e segni alcun, anzi, a fissar lei sembra sorriderti. Inizia l'altalenarsi, t'amo non t'amo, t'amo... Pur conscia della sua celer vita, è felice, di farti felice. Vetustà di Omar M. Agia la casa dei pensier, sfolta e nevata appar. Dinanzi ad essa, l'intrecciar di sottil sentieri, a segnar, il seguir dei giorni.

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Neozoico di Omar M. Sta crollando tutto! Dietro fantasiose visioni s'ergono instabili istituzioni. Metaforiche comunicazioni, siliconate relazioni. Non c'è amore non c'è stima è tutto ipocrisia. Unica àncora il nostro "fanciullino". Stimoliamolo sempre. Intramontabile dì di Omar M. Sembra voler far attività ludica, il sole. Compare, scompare, si ripresenta come chi sporge e ritrae il capo. Tutto giuoca assieme ad esso la flora e la fauna. Sui monti, l'ardere degli arbusti sembra porre un'aureola, liberando un antico profumo, mentre si scorgono dalle fumaiuole soffi chiari ed alternati come chi supino dorme. Il mondo-villaggio si presenta simile ad un disordinato formicaio, ove s'acquistano semi di ogni genere. All'affacciarsi del buio, un'immensità di lucciole sfavillanti, le fanno cornice. S'ode fra gli usci: ventinove, sette, piatto, passo... Il superstite, l'intramontabile dì, colui che unisce tutto e tutti, ovunque, è arrivato. Il magico, l'intramontabile vien scandito con crescente sorriso: "Natale".

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Evasione di Omar M. Sogno d'essermi smarrito. Non so più chi sono, né dove sono, ma, so d'esserci. Ascolto il vento. Ascolto passi d'ogni genere. Ascolto molteplici suoni. Ogni soffio, ogni passo, ogni suono mi sfiora e mi racchiude in sé. M'avvolge, mi cattura, mi trasporta in interminabili spazi. Evado. Sogno, all'interno del sogno stesso, di essere infinitamente piccolo ed umido ma, chi sono e dove sono, non so. Ciò che mi ha avvolto, catturato e trasportato via mi lascia libero, libero di unirmi ad altre miriadi di piccole ed umide forme. Incessantemente scivolo, scorro, penetro con loro. Ora vedo. Sì.. vedo. Vedo …l'inimmaginabile. Vedo …l'ineguagliabile. Vedo …l'indescrivibile. Vedo …l'origine. Ora so, chi sono! Sono una goccia.

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Fedeltà di Omar M. Chiamo te a testimoniar, oh!, sommo astro. Tu …che non mai sosti, irradi tutti i giorni nostri. Celi, senza mai contraddir, tutto ciò che al sol pensier fa inorridir. Ere perverse son trascorse, ancor più buie ne verranno. Tu …che mai cessi d'obbedir "Intercedi". Anche Pietro t'è secondo in questo ribelle mondo. A te solo è concesso, non lasciar che neghi questo tuo successo. Fa che noi tutti continui ad amar.

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GIUSEPPE MASTRANGELO

Sogno (Bologna, 18/10/2000) Guardo il cielo Vedo la bellezza di tutto il creato ma non vedo te - perché sogno? - sogno - per guardare te. Sento l’aria accarezzarmi dolcemente ma non sento più le tue carezze - perché sogno? - sogno - per sentir ancor le tue carezze. Ascolto il dolce canto d’usignolo ma non sento più le tue parole - perché sogno? - sogno - per ascoltar la tua voce - per trovar serenità.

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Al Castello di Giuseppe Mastrangelo, 1999 Quando a te penso un desiderio di fuoco mi prende un’umida lacrima scende sereno compagno di un tempo migliore

L’alberone scuote le sue fronde in un sussulto di vento i ragazzini a giocar tra festosi schiamazzi i giovani a passeggiar tra mille imbarazzi

Ma la tua mole solo quello io vedo com’è lontana la tua ombra come è vicina al mio cuor

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Panni... a primavera di Giuseppe Mastrangelo La primavera irrompe col suo dolce tepore. Le valli si vestono di mille colori. Cento profumi coprono il castello. Il ricordo delle margherite sulle murge non potrà mai essere lenito. Ogni figlio di Panni le custodisce in sé con la gelosia di un amante. Sensazione di Giuseppe Mastrangelo Una voce dentro me... Come fitta al cuore diventa te... Come lampo va ma lascia grande serenità

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MIRTILLA (Milena Guerra)

Notte… di Mirtilla (maggio 2003) in questo spazio di silente dolcezza, dove i sogni prendono forma, qui voglio piangere gocce d'amore per te mio dolcissimo sogno occhi di verde malinconia, forse …un giorno il tuo sguardo rapito da queste parole ritroverà la magia di una sera quando tu alito di vento giungesti tempesta di sensi, senza pace il mio cuore ancora zingaro in cerca di te, invisibile ombra al tuo fianco carezza il desiderio di te! Schiavo d’amore (maggio 2003) Son cuore gitano figlia del vento, nelle mie vene liquido fuoco e sospiri roventi, di baci rubati e sapore di pelle son nata una notte accesa di stelle, ossessione notturna dei tuoi ardenti respiri, dammi il tuo cuore ne farò schiavo felice!

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Il mondo, tra le mani di Mirtilla (maggio 2003) cammino leggera, in un impalpabile sogno, respirando profumo d'amore ti aspetto, all'ombra di un sorriso di luna, con polvere di stelle accenderemo bagliori dorati nel limpido specchio riflesso nel lago, su un letto di nuvole dormiremo abbracciati, ancora una volta vivremo la magia di questo sconosciuto mistero, consuma la mia notte con carezze di vento, fammi stringere ancora una volta il mondo nelle mie mani!!!

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Nero & Jo

40 POESIE

e

8 INCANTI D’AMORE

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Io sono Jo

Ho gli occhi neri come la notte

e Nero è il mio cuore. Nero è il mio amore,

profondo, pieno e oscuro, come tutto ciò che nasce all’ombra,

nei luoghi di bruma, dove le cose sono, eppure non sono,

dove le ombre hanno una sostanza e la sostanza è sottile.

Il mio corpo è sottile, nudo, si riveste di Nero e dei suoi occhi,

stelle silenti. Io sono Jo e lui Nero,

anche se lui è Jo ed io Nero quando la tempesta d’amore travolge,

confondendo luoghi e memorie. Potete vedere questa bellezza,

ma non potete “esserla”. La Strega riprende i poteri

e invoca tutte le forze della notte, lancia infuocati dardi e sdegnose maledizioni

a chiunque osi carpirle sembianze, parole o il suo Nero cuore.

Io sono Jo, la Strega, e l’inferno, “levandosi da mille troni,

si inchinerà davanti a lei”.

~ ~ ~

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Io sono Nero Mi appartiene lo splendore di una scia di stelle che mi danza intorno nelle mie notti insonni, spese a dissolvere le ragioni del tempo. Nasco dal cuore profondo della terra, da una lotta di fuochi e di lava, sono solo apparire di lune, e pulviscolo, e strascico, e mantello. Solo bosco è il mio sguardo. Il mio cuore è granito stracciato in mille atomi d’amore e di gioco, di risa e di guerra. Jo sono Nero. Sono carbone e cenere d’un cielo già scomparso che a tutti oggi mostro bimbo in uno specchio, mentre è da sempre vecchio. Jo sono Nero. Sono Chimera all’alba e a notte Sogno: Jo mi trasformo. In Nero torno. Jo sono Nero. E Jo.

~ ~ ~

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Il Mago e la Strega L’immenso, chiuso dalla tua pelle, è mio. Ma non farò di te scempio d’amore, finché i tuoi occhi piangeranno stelle.

Solo stesa con te in un letto colmo di rimorsi

dimentico l’immenso per esserlo, e piango astri offuscati dal tuo splendore.

Piangi allora, e lascia l’assenza al letto; e stendi un giaciglio di paglia e cielo. Poi chiudi i tuoi occhi e accendi la notte.

Paglia e cielo arderanno in una notte accesa da sogni e desideri,

scaturiti come lampi da mille notti agitate, mi perderai nelle tue tempeste, scuro fiore…

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T’invaderò d’esistenza Pioveranno baci sulla tua pelle, e ondate di vento nei capelli; non avrai più forze per fuggire, non ti resterà fiato per dire “basta”!

Arderai sino ad essere un intricato groviglio

di ossa furiose e viscere fumanti, la strega si ciberà di te, avidamente.

Farai una buona fine, strega. Mangiato da te, dentro di te, t’invaderò d’esistenza.

Mangiarti non mi basta mai… (mai vista una strega vittima di un sortilegio?).

Comunque sia, di te non resterà nemmeno una briciola!

Il mondo cerca ancora

La strega è finita, morsa al cuore dalla tua bocca ardente

e bruciata nel rogo delle tue braccia. E le ceneri di brace ancora chiedono di te…

Essenze tue mi popolano i deliri. Rimbalza in caverne d’assenza il nostro rimorso, rincorso da echi e tormenti di gioie. Là fuori il mondo cerca ancora, e piange.

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Vampiro della mia anima

La strega oltraggiata chiede sangue e ti condanna ad ardere in un fuoco

che renderà un inferno tutto ciò che non sia pelle,

fiato e odore di strega. Sono allo stremo delle forze, ma ti resisterò finché l’ultima mia goccia d’anima non ti avrà carpito tutto l’amore che ti consuma!

Vampiro della mia anima, oscuro signore delle mie ossessioni,

anche così, morsa e rimorsa, ti succhierò linfa, veleno e pace.

Trema, non rinuncerò a te!

Ti manderò al rogo, bruciata da mille rimorsi! Vampate di passione t’arderanno, lingue di fuoco t’avvolgeranno, straziata mi chiederai perdono, cercando pace fra mille tormenti!

Sento il soffio dei tuoi respiri sempre più rovente,

te ne rendo un po’ perché ti tormenti come tormenta me

e ti condanni a cercare pace nei miei respiri!

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Silenzi e verità

C’è sempre troppo silenzio senza te.

Rumore, nebbia, fumo che inghiotte e sommerge corpi e verità.

Cerco poi altri silenzi perché riemergano

le mie verità sommerse…

Non ha spazio alcuna verità se un silenzio non l’attende…

ma ogni notte dormo sul tuo cuore.

e non ho più silenzi senza te.

C’è poi un altro silenzio, quello che segue le tue parole per me,

ed è incanto e meraviglia…

Ho cercato maghi e fate

Ho cercato maghi e fate che mi narrassero di te. M’han detto che non sei più in te, e che ormai sei tutta in chi s’arrese a una strega.

Se so aspettare, e contare giorni e lune,

è perché stringo forte a me la tua assenza, in attesa che sia tempo di bere alle tue labbra.

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Fiumi d’insonnia

Anche la felicità si sconta con l’insonnia, ma quel che accarezzo stanotte

è il rimorso più bello. Ti attendo.

Scorre tutto in me il tuo fiume d’insonnia, e mi trasporta ad un giorno d’oceano, con i colori delle tue mille lune, nel moto silenzioso della tua pelle, nell’infinito che ti bacio. Chiudi gli occhi, apri la porta al desiderio di noi: sarà la nostra poesia, che nessun altro canterà mai.

Ombra d’eclisse Calmo della tua voce, vivo nelle pause, buco di groviera, ombra d’eclisse, binario che attende.

Fa molto freddo; mentre la tua assenza dorme sul mio cuore, ma tu dormi altrove

ed io veglio

e il mio corpo ha fame come il cuore…

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In certe ore Suono nero che t’ascolto, puro, assoluto. Voce che ogni eco zittisci. E’ un’altra attesa, la mia, fra mille rumori muti e voci eternamente altre.

In certe ore senza speranza

si consumano in silenzio le malinconie che non so raccontarti,

vago così, affamata di te…

In te viaggia sempre il mio tempo, in un dedalo di pensieri fruscianti, tra boschi e antichi sentieri popolati d’invisibili presenze.

Porto con me l’incanto degli affannati versi, emersi dalle acque di un vivere agitato.

Sdràiati in me, mio fiato, soffio di vita senza confini.

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Vento di tormenti Ti presenterò il conto dell’assenza: giorni e lune, pianti e luci, silenzio e buio.

Mandarti solo un bacio dei mille che vorrei,

solo un lieve alito del fuoco che mi arde,

anche questo devo rubare, mentre la notte soffia il vento dei miei tormenti.

Hai lasciato una piuma In quale cielo stai volando, sconfinata compagna? Hai lasciato una piuma a chi non sa dove volare; a chi volare, forse, nemmeno sa.

Tu non sai, ed io non so, se non sgomenti,

assenze, risa festose,

crude solitudini e mute domande.

Conducimi nel tuo cielo notturno:

è lì che voglio volare.

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Brucio nella stanza

Per chi può amarsi solo quando gli altri dormono,

come noi, la notte non finisce, i pensieri sono baci,

i respiri tempeste di vento…

Desiderio oscuro, ossessione notturna, nera formula delle mie magie, raccogli la cenere delle notti di delirio su di me. Ed incanto mi avvolgerà.

Brucio nella stanza dove la tua tenerezza mi perde

e scorrono fiumi di lava. Alla luce della fiamma

si smarriscono memorie e trasudano i corpi

gocce d’infinito.

Cambiamo le stelle in grida d’amore. Domani, i sogni zittiranno il sole quando amore solo, profondo e nero, avrà cibato le nostre bocche.

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L’anima mia è in te L’anima mia è in te. Ti respira il mio petto, alle porte di un sogno troppo insonne per esistere. Tutto in me ti attende. Tutto in me si consuma. L’anima mia è in te.

Con le tue parole alimenti i miei giorni consumati in frammenti,

dolente assenza di te. Tutto vorrei percorrerti,

con le mie labbra ed il mio cuore. E non mi spegnerebbero piogge, né mi scalderebbero soli roventi,

né mi basterebbe il tempo, misurato in scansioni sconosciute,

all’urgenza del desiderio di te.

Da non chiedere più niente Dunque, la mia vita eri già tu, strega nera. Eri tu che mi rimestavi l’anima in filtri di stelle! Ti basterà l’amore a colmarmi d’esistenza?

Nero è il mio cuore, specchio incantato

di diamanti notturni.

Nero è il mio amore, profondo, pieno, oscuro,

e così grande da non chiedere più niente.

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Dove finisci? Finirai? Nella cenere di mille ricordi al vento? Avvampano già gli occhi, arde il tuo corpo. Ma finirà mai la fiamma che mi brucia con te? Dove mai finisci? Tu, specchio di luce buia, luce profonda d’anime assopite.

Io finisco dove cade l’orizzonte del tuo sguardo, e vedo, se tu mi vedi, nel nero profondo.

Finisco quando le tue braccia

mi disegnano contorni d’infinito.

Io finisco dove la tua bocca mi respira e il mio corpo ti accoglie.

Finisco con te, in te,

per esistere dove tu esisti.

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Tanghi sussurrati Note disperate s’affollano in cerca di te; attendono in silenzio la linea del tuo canto d’amore. Per le strade chiamami accanto, sottovoce, piccante sussurro; e sarò fremito e sospiro. Poi chiama le stelle giù per i pendii del piacere, in fila lungo i nostri tanghi.

Le parole si arrestano disperse in malinconiche attese che tornano

e anche torna un desiderio, struggente come una maledizione, di baci rubati e dolori clandestini,

di membra intrecciate in nebbie crepuscolari. Trasalgono memorie e sorprendono

come un rossore sulla pelle, come il nero intenso di una notte di stelle.

Altro non so,

di un tempo che non ti conosceva, ma so di sospiri in strade che ti cercano

e tanghi sussurrati, so di disperazioni grandi come felicità.

Respiro mio…

Danzami col vento della sera che passa, suonami piano sotto le tue dita,

portami nel tuo respiro e chiudi i miei occhi su di te, sonno e pace dei miei giorni.

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Spazio di mare, di spine e di lune Versi lontani e dolorosi come spine nella carne viva. Dolore del vivere in acqua lacustre sapendo del mare. Senza te è mare di spine.

Dimmi che esiste davvero

lo spazio di mare, di spine e di lune, distesa di stelle

accese soltanto per noi. Dimmi che tu esisti e sei così…

Esiste lo spazio, e ci sommerge, dove nuotare non ha ragione; e c’è un tempo di spine e di lune che in eterne distese di stelle cerca notti e notti piene di noi.

Le prime luci

Passo la notte tremando al ricordo di te, dopo un giorno di allucinati sogni.

Volo nel tuo cielo infinito, senza rimpianti o rimorsi,

senza altra memoria che te.

Tu sciogli gioia nell’arsura, ali ai sussurri. Emigrano a te le mie prime luci.

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Crudo aprile

D’improvviso è inverno, senza promesse di calore,

crudo aprile di frastuoni inutili per i silenzi dell’anima.

Respirami un alito di tenerezza per questa notte senza te.

Scavano trincee ai colori e a questo mare d’amore il frastuono d’uguale e l’inquietudine d’aprile; ma è già maggio per l’amore che t’amo. E l’amore che t’amo è il mio stesso amore.

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Parole e acqua

Che giorno lungo, amore, trascorso in uno scialle

e terminato in un’altra notte insonne. Che malinconia non essere te.

Non un pensiero che non ti pensi accanto.

Che dire di fuggevoli sogni in tormentati sonni e allucinate veglie di febbrili attese,

di universi appena nati dalle tue dita e disseminati in distanze oscure.

Non uno sguardo che non ti veda a un passo.

Che dire di quando tutto, tutto si ferma, quando mi parli, parole e acqua…

Non una parola che non sappia di te.

e mi stringi e non sono, e sono solo meraviglia di esistere in te, di essere te…

Non riesco ad essere che in te. Non riesco ad essere senza te.

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Luna insonne Non smetterò di pensarti in questa notte di luna insonne come me.

Solo la luna attonita ti guarda, fino a toccare terra,

perché, come me, non può toccarti… non so più quanti baci mandarti…

Stanotte guardo la finestra di una strega. Veglierò fino a sentirmi la luna vicino cantarmi la sua più dolce canzone.

…e allora ti mando tutti i baci e i sogni che un guscio di luna può contenere.

Ma attento! La strega usa lo stesso guscio per rimestare il filtro che ti perderà!

Il filtro mi ha già perduto in te. Che altro vuoi da me? Rivoglio almeno il guscio. Ma tu non restituisci mai niente. Arpia!

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Sogno di mare e di bianche mezzelune

Sogno di mare e di bianche mezzelune che mi disegni una vita in più. Stelle profonde mi agiteranno respiri di passione senza noi, stasera.

Un’altra notte inquieta e senza sonno mi racconta di te;

tra poche ore un altro giorno sognerà di te con occhi stanchi.

Consumami tra le tue braccia

e su di te.

Amore alla brace

Un odore di bruciato, dense ceneri sospese mi circondano,

Sangue di rospi, occhi di lucertola

e artigli d’aquila condiranno come d’amore alla brace, o di strega al rogo.

le fumanti membra di mago di cui mi ciberò alla luce della luna.

Che fame da maghi! L’ultimo morso al cuore!

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Migrano le verità Migrano dall’anima tua a me, e si aggirano a un passo dalla porta, le verità che mi turbini intorno. Lì traspaiono lucide come un bacio, e non riesco ad afferrarle.

Sono vento leggero,

soffiato dalla memoria di noi, non stringere, è già tutto in te.

Tu sei le mie verità,

la mia anima dolente di acqua lontana.

Cambieremo?

Non cambierei di te neppure un pezzetto piccolissimo

e neanche uno sguardo o un respiro passato tra noi.

Cambierei tutto di te: sapore, sguardi, anima. È che, schiavo di te, mi rimane fra le dita solo una lunga pausa, fatale di rimorsi, fra te e… te.

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Arsura d’inferno Nessuna magia mi renderà strega

meno assetata di sangue. La strega si tormenta, condannata all’arsura

nell’inferno della tua assenza.

Troppi solchi d’arsura, tatuati sul fondo degli occhi, mi negano orizzonti al tuo profilo. Cieco delle tue fiammate, strapperò a neri morsi questo fuoco di vita!

Graffiando grigio

Sono cresciuta come l’erba in un campo, confusa con tutto, terra, cielo, sale,

e tutto ho assorbito con le mie radici.

E’ graffiando grigio alle nubi in fuga, che i rami nudi fioriscono ai colori.

Era ancora niente prima di vederti, e prima che tu vedessi me,

restituendo senso e vita a tutto. Dopo te, quanto silenzio…

Erba ricca come ogni tuo silenzio: fiorisce in te la vita che mi deluse.

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Acqua dolce d’un’esile fonte

Tu, acqua dolce d’un’esile fonte che accompagna sempre lo stesso cibo che entrambi ci alimenta.

E’ un filo d’acqua sulla pelle riarsa respirare quell’aria della stanza che sai,

e sciogliere in bocca uno sbuffo di panna, malinconico dolce, in attesa di te.

Acqua lontana, ho sete di te. Priva di baci riarde la bocca, non dà ristoro la notte, né la rugiada al mattino. Sete ho di te, malinconico dolce, esile fonte d’un’acqua lontana.

Nere voglie d’immersione Essere mare infinito che t’accoglie,

immersione che annulla tormenti e insonnie, Ancora attesa di luce, e notte in sordina. Nere voglie d’immersione che mare è poco…

e delirare di te soltanto, amore sempre troppo lontano.

cos’altro dipingere nei deliri insonni, più della tua magica forma d’assoluto?

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Lascia i pentimenti ai chiostri

Nascondimi nei tuoi luoghi di bruma, nera coltre dei miei affanni, portami nel giaciglio di paglia che rubasti a una fata, e divora il mago che di te si nutrì.

Lascia le ombre ai sogni, le inquietudini alla notte,

i pentimenti ai chiostri, rivesti i rimorsi col tuo manto di stelle

e stringimi, nuda luce, nel nostro tempo.

A quale mensa siedi

A quale mensa siedi, profumo di spezie, se col pensiero ti ciberai di zuccheri

sparsi sulla pelle di strega e di ciò che la lingua ricorda?

Tu mangi me, ed io te, cibo dei miei sogni, piatto mio prelibato e mai vuoto in un eterno banchetto di dei.

Nero fumo che sali, denso di desideri, speziato come da supremo banchetto;

nero profumo di notti d’amore sognate sulla tua pelle, la strega si perde in te.

Lentamente consumami. Non mi basterai mai, tanto; non basterà vita ad amarti tutta, come la pelle tua che basta alla mia.

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Se potessi andare all’inferno con te

Se potessi andare all’inferno con te non avrei altri paradisi da desiderare,

amore, né potrebbe il fuoco bruciarmi più della tua assenza.

Nei larghi cammini aperti dall’assenza l’inferno brucia le anime dei passanti che profumano già della nostra pelle. Il paradiso è al di là. Garantito.

Non smetterò di pensare che tu esisti Non smetterò di pensare che tu esisti. Ospiti secoli in forma di sguardi, interi mondi sulla tua pelle amata. Elisir d’intensa vita in forma d’istante, goccia d’esistenza in forma di bacio.

Esisto quando sei su di me nero infinito di stelle,

e quando sei in me, nero profondo che inghiotte

abissi d’assenza.

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Di te

Non vedo. Spiagge assolate.

Tramonti di fuoco,

come racconti. Di te.

Conchiglia lontana. Passa l'estate.

Sulla pelle assetata. Al sole dei baci.

Arsa d'attesa. Di te.

Di te. Allagami i giorni. Di risa. Come fossero, i giorni, aride steppe. Tristi deserti fuori da Dio. Esistimi. Popolami. Fioriscimi. Poi sbocciami. Calpestami. D’umida vita. Di te.

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Un alito di freschezza al mio giorno Porta anche oggi un alito di freschezza al mio giorno, come già ne respirano la storia e le pietre della mia terra; vento fecondo, grano d’amore. E non scordare i sapori della tua terra quando mi busserai alla porta; un vassoio di peccati caldi caldi, e una sporta di bugie d’amore!

Mescoleremo mandorle a grano, bugie a mille caldi peccati.

Respirerà, il mio vento,

più del vento della tua terra.

Ed è già, il mio amore, più in amore dei tuoi versi.

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Voglia di baci peccati In questa voglia di baci peccati c’è in me un silenzio magico d’attesa, e d’orologi immoti in tua presenza, istanti in viaggio da respiri in sogno, come ponti su un oceano d’assenza.

Con te cammino, zingaro della notte,

e ti respiro. Accanto.

Dovunque tu sia, sono fra le tue braccia.

Se pure questa distanza fosse oceano, foresta, monte invalicabile,

mi immergerei, l’attraverserei, la scalerei, fino a portarti lividi e graffi d’anima

da guarire sulla tua bocca, tra le tue braccia,

su di te.

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Amore grande che esisti

Amore grande che esisti, strada che parla di mete, racconto del mare, libertà del desiderio. Slegami la pelle sanguinante corone di pianto. Rinfrescami di illusioni, bacio d’acqua.

Nuotiamo dove illusioni sanno di pianto e sangue,

mare aperto di desideri sconfinati, estate sfinita di sale e di vento,

e baci agognati come gocce di vita.

Strade e attese

La strada gonfia d’attesa, profumata d’erba, di mare e di capelli, s’incurva solitaria alla sera asfaltando il ritorno di altre attese, levigate dalla pena e dai baci del vento che scivola, incontro alla notte, soffiate al giorno altre menzogne.

Crepuscoli d’attese accolgono le ultime luci del giorno,

dopo fatui bagliori di menzogne sparse come stelle livide. E sei nella pioggia sottile all’imbrunire, pianto segreto di inconfessabili pensieri,

e poi nel sonno madido d’oscuri desideri… Nel buio profondo tu la sola luce

che attraversa l’orizzonte, Nero di tempeste.

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Evidenza d’assoluto di Nero Innavigabile è l’attesa dei tuoi giorni insolcabili, sferzata da sogni arcani come venti immutabili, quando viaggi nella mente mia esondano in quadri d’agonia. E tu sei sempre oltre, sempre oltre questa cortina d’eterna, stagnante, immota inevidenza d’un reale murato, impenetrabile, straniante. Ti sogno, sorriso, ti sogno nuda. Voglia di viaggio senza mai ritorno. Ti sogno, dunque esisti, ed io ti sogno! Unica mia evidenza d’assoluto.

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Canzone delle parole insensate di Jo

Quante parole gaie e insensate coprono di leggerezza distanze smisurate

e danzano i silenzi insieme alle parole come una difesa dal nostro stesso amore.

Ti cerca la mia pelle nell’aria della sera che mi lava il viso come un pianto improvviso

sgorgato a liberare i miei occhi dolenti da sorrisi vuoti come cieli spenti.

Mi orientano le stelle verso i fuochi ardenti del tuo paradiso di piaceri e tormenti

sognati nelle notti agitate di deliri tramutati in giochi di streghe e di vampiri.

Torna sempre il giorno, calmo in apparenza. La mia anima sola morde la tua assenza.

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INCANTI D’AMORE di Nero & Jo

I. SUONI E RESPIRI II. FUOCO, ARIA, TERRA, ACQUA III. CIBI D’AMORE IV. STRADE V. ARSURE VI. SORTILEGI VII. GIORNI E NOTTI DI NOI VIII. ORIZZONTI IN FORMA DI VERSI

~ ~ ~

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Primo incanto: SUONI E RESPIRI

Mi perdo in questo silenzio saturo di te.

Ascolto l’eco della tua voce risuonarmi dentro, e mi perdo ancora.

Così, dolcemente,

accarezzo il desiderio di te.

~ ~ ~ Sdraiami nei tuoi versi che facciano rime con la tua sete, col suono del tuo canto, col ritmo dei tuoi confini.

~ ~ ~ Di musica di Chopin, stregata d’amore e lacrime di stelle, suonata al crepuscolo ad un mago innamorato, si può morire, o impazzire, o entrare in un sogno estatico, o amare per sempre.

~ ~ ~

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Il suono del mare stanotte era un lieve respiro: l'ho conservato e te lo soffio tra i capelli come quando, ricordi?, la fata ci inventava i sospiri.

~ ~ ~ A sera, frotte di passeri cercano cibo, come io cerco la tua voce. E che tristezza: una musica senza te!

Un bacio mio è affamato quanto uno stormo di passeri. La notte è finita, ma voglio ancora baciarti.

~ ~ ~

T’ho sognata che la tua voce era il canto dell’acqua. Onde di stelle e luna specchiavi nelle parole. E m’immergevo in te, incontro a Venere.

~ ~ ~

_____________

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Secondo incanto: FUOCO, ARIA, TERRA, ACQUA Giorno stretto fra due lune, inchiostro nero si stende e attende. La strada del sole non sa di voci scure; zitto, con un dito, l’ombra tua gl’insegnerò.

~ ~ ~

Non mi basta questo giorno di sole, né il profumo di maggio

con le sue promesse d’estate. Continuo ad avere freddo senza te.

~ ~ ~

Non ho ancora guardato in faccia il nuovo giorno.

Invento la notte per sognarti ancora e ancora…

~ ~ ~

La stanchezza, la notte agitata,

l’ossessiva mancanza di te, il desiderio di te.

Liberami, riempimi di presenza.

~ ~ ~

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E’ una notte così bella,

manchi tu alla volta di stelle e sospirano i fiori notturni.

Mangerò questa fetta di luna, desiderio senza fine di te.

~ ~ ~

Crescente la luna velata si copre al mio sguardo, nuda e timida come emozione, sognante e vaga come una vela. E la calda brezza mi tenta di complici sospiri!

~ ~ ~

E’ maggio davvero, da dormire il giorno sul tuo cuore, da succhiarti amarene nella bocca,

da sfinirti d’amore. E’ maggio da vivere, da morire di te.

~ ~ ~

Il remo di sale cerca l’onda, tra l’orizzonte e un cielo spalmato di setole giallo-sole. Solcami.

~ ~ ~

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Terzo incanto: CIBI D’AMORE

Senza spazi di silenzio, ti cerco nel pane e nelle fragole

e ne accarezzo il profumo nel tempo del sonno. Sei tepore, fragranza e acqua.

~ ~ ~

Buon pranzo, amore.

Mastica lentamente e con cura e attento ai fili di saggina:

c’è una strega nel tuo piatto!

Strega impossibile, indigesta e… mi hai fatto passare la voglia di mangiare… ma non di succhiarti tutta! Condisciti come sai…

Panna, fragole, amarene, profiteroles…

dimenticato nulla? Ah, sì! Un letto accogliente e il mago dei miei desideri!

~ ~ ~

Non vedo l'ora di cospargerti di torta e festeggiarti.

Mi mangerai di baci? Se di te rimarrà qualcosa, vorrai dire!

Ancora tanta voglia di morderti. Che lungo pasto vorrei di te!

Stregaccia famelica, mangiami a bocconcini: mi farò più dolce che posso!

~ ~ ~

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Strega prelibata! …grunt, grunt. Sei la strega più gnam e più slurp che abbia mai divorato... Ho fame di dolci spalmàti dove sai…

…ed io ho fame di te, perché non esiste niente di più dolce. Ogni parte della strega famelica si ciba di te,

e si offre ai tuoi morsi, nutrimento del mio cuore e della mia anima,

vita dei miei sensi incantati di te.

~ ~ ~

Ti lecco tutta. Per colazione ti rimpinzerò di coccole alla panna. Poi si vedrà...

Dunque, il pranzo: antipasto di crema sulle labbra, e sul collo;

succhi di miele sparsi sul corpo, il mio pasto. E poi fragole, panna e amarene, il dessert.

~ ~ ~

Ho fame delle tue parole e dei tuoi baci;

ho fame del tuo profumo e dei tuoi respiri; ho fame della tua tristezza e delle tue risate,

e dei tuoi occhi incantati; e poi ho sonno,

da dormire tutta una notte su di te, tra le tue braccia.

~ ~ ~

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Niente maghi nel banco frigo,

e neppure negli scaffali, tra lo zucchero e il pane.

Tanto cibo, e morirò di fame! Aiutami, amore, nutrimi di te!

~ ~ ~

Sto mangiando un babà,

morbido e succoso come la tua bocca amata, dolce come la tua pelle quando suda di noi.

Scende un rivolo dalle labbra: attende i tuoi baci.

Non solo parole ti mando, ma tutti i baci che la tua pelle mi chiede, e non la smette la mia bocca, nemmeno cosparsa di delizie al limone. Morirò goloso ancora di peccati!

~ ~ ~

Che delusione, non eri tra le pietanze della cena… Mi accontenterò di succhiarti il collo appena t’affaccerai stanotte in uno dei miei sogni ossessivi.

~ ~ ~

Notte senza riposo per il mio amore, non passa mai la mia fame di te.

Tanti e tanti rimorsi nel nostro cielo non spengono la sete,

non calmano la fame di te.

~ ~ ~

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Delizie di panna sulle labbra,

inconfessabili peccati di cioccolato sparso sul corpo e lentamente gustato sino a sfinire.

Dolcemente perdersi in una fame senza fine.

Spargi nere scie di peccati bruciando soli alle stagioni!

Così mi perdo adesso, sognandoti nei profiteroles…

E’ te che mangio, piacere senza fine, archetipo della dannazione!

Per te nego il mondo, e fuggo. Se Dio mi trova, mi uccide!

~ ~ ~

Mi manca baciarti, leccarti, annusarti, mi manca accoccolarmi contro di te,

mi manca il tocco delle tue mani, mi manca sentirti dentro di me

e dimenticare tutto ciò che non sia la tua voce, la tua pelle, la tua bocca così dolce da mangiare.

Mi farò cibo e sarà una sagra. Fendendo il buio a ritmi e tormenti, dolci e amari contro il cielo, i corpi amanti annodano i venti.

~ ~ ~

_____________

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Quarto incanto: STRADE

Neruda: “...ci chiamano al telefono con urgenza per notificarci che è proibito essere felici.”

...ma non so di altre urgenze, se non la felicità di essere tra le tue braccia.

~ ~ ~

Vivi anche tu questi tormenti

di strade troppo lunghe di ostacoli e affanni?

Tu che sai, ruba ancora tempo

e baci alle mie labbra, riposami all’ombra di te.

~ ~ ~

Non sopporto di stare qui, partirò,

piuttosto che disperarmi. Vado via con la pioggia,

ma non è acqua per la nostra sete. Dipingerò i tuoi arcobaleni

per rendere sopportabile questo grigio giorno senza te.

~ ~ ~

Ho percorso tutta la strada che mi separa da te:

senza voltarmi, quanta fatica! Tutta questa strada mi ricorda l’altra,

quella sempre troppo lunga fino a te, e troppo breve al ritorno.

Ti porto dentro, misteriosa felicità di un piccolo spazio che contiene l’infinito.

~ ~ ~

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Vola nei miei cieli notturni, avvolgimi in vortici d’anima, libera le ali alla certezza di noi.

Volo ancora nel tuo cielo,

ti porto con me, desiderio sempre inappagato

di viaggiare lungo le tue strade, ed ogni luogo è solo una tappa

dell’anima smarrita che ti cerca.

~ ~ ~

Scivolerò in te come in un borgo antico, fra echi di leggende e di maghi, di streghe e di fate.

~ ~ ~ Temo che stavolta non potrai sorpassarmi, amore “eternamente in fuga come l’onda” [Neruda].

L’onda che fugge m’ha consentito

l’approdo alla terra e alle radici, nessuna fuga m’allontana da te;

questo mare ti conosce e racconta. Hai radici in terre d’amore e passioni, come l’amore e la passione che hanno in te radici al sapore d’un’antica storia.

~ ~ ~

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Sto partendo, ma sono io a lasciarti il cuore.

Non restituirmelo mai; rendimi solo tutti i baci che ti penserò

respirandoti nel ricordo.

Ti accompagnerò con carezze di baci venendoti incontro nel vento del viaggio.

Che sogni ho fatto!

M’è giunto il vento dei tuoi baci.

~ ~ ~ Sogno mio, cera d’eterne candele, profumo di cento epoche dorate, tu riaccendi lenzuola di futuro disseminandoti in impervie strade.

~ ~ ~ Sono in riva al mare, che piange senza te.

Io piango più del mare.

~ ~ ~

Cerco nei tuoi occhi i miei stessi ricordi, mentre un sorriso tuo mi sfiora i pensieri, e mentre tutto s'immerge nelle tue labbra, antiche più del mare.

Tu sei il mare in cui mi immergo, tu la sua voce.

Sei il vento che mi annoda i capelli, come un tempo i sospiri di fata.

Sei l'aria della sera e il sogno, e il mare.

~ ~ ~

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Tanta pioggia, tante parole,

tante strade, tanta gente, tanta confusione,

e neppure una traccia di te ad alleviare questo mal di niente.

~ ~ ~

Un nostro incontro

è sempre cielo aperto sui voli dell’anima e respiri intensi di vita e parole come carezze.

Le tue carezze come parole... Accarezzami.

~ ~ ~

Non ho saputo trovare parole

lungo tutto il pomeriggio triste. E’ così freddo…

Ti pensavo come il vento salato presso le onde, e quanti baci ho sognato!

intensi come l’azzurro al tramonto,

d’estate, più intensi dei miei pianti,

più del calore che il tuo ricordo porta al mio vuoto autunno.

~ ~ ~

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Ti sto sfiorando in un treno cieco, non ti vede, e s’annerisce il tempo. Un viaggio senza te: dov’è il colore? Tanta strada, labbra senza pelle. Finirà solo in te questo non-te, questo lungo viaggio dell’inferno!

Passo attraverso luoghi deserti,

desolate strade dell’anima. Guardami, rispondimi, riempi dei tuoi sguardi,

e della tua voce questo profondo cielo vuoto!

Amaro sapore dell’assenza, cammino di passi legati. Ti lancio un bacio: e che l’aria almeno non si fermi!

~ ~ ~

Ho lavato i capelli e asciugato gli occhi,

mi accarezza il tuo vento e le tue parole,

e attendo i tuoi baci e le strade senza ritorni.

~ ~ ~

La strega considera questa distanza

peggiore del rogo; che tu possa ardere quanto lei

e cercare refrigerio tra le fiamme …d’amore!

~ ~ ~

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Quanta fatica, amore mio, a separarmi da te. Mi manchi ancor prima d’essere lontano.

Ti copro di baci. Ti coprirò io di tutti quei baci che i sogni rubati promettono solo.

Stringo sempre i tuoi sogni che così bene mi scaldano; temo non rivedrai più nemmeno quelli, cuore mio…

…e ti ricopro di baci …dovunque. Ti ricoprirò io di tutti quei baci al di là di ogni desiderio più oscuro.

~ ~ ~

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Quinto incanto: ARSURE

Ti amo sempre troppo. Come acqua in un deserto. Come sognarti, che da solo mi basta nell’assenza, nella sete e nell’arsura.

~ ~ ~

Ore impossibili di silenzi e attese nell’arsura di sere lontane a venire.

Mandami il refrigerio di una notte sulla tua bocca,

spegni questo deserto. Non più deserti e arsura sulla nostra pelle ad asciugare ricordi e baci fra noi. Vedrai, t’annegherò d’amore!

~ ~ ~ M’ha portato il buio castelli di tempeste. M’ha agitato i sogni la tua pelle smarrita.

Essere sonno che ti ristora, cuore provato da mille tempeste,

e tenerti le braccia, restituirmi alle tue mani,

chiuderti gli occhi coi miei baci. Riposeresti, allora, ed io con te,

tormentato amore, vento impetuoso del nostro tempo.

~ ~ ~

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Non sto male più di quanto manchi il sole a quest’estate, o la tua pelle alle mie mani. Non bastano i tuoi dubbi a suturare le mie illusioni che da sole mi danno a vivere.

~ ~ ~

Di quanto amore abbiamo cosparso le nostre bocche, anima insaziabile, per lasciarle sempre arse di desideri laceranti?

Ti sento scorrere sotto la mia pelle

che non amo più senza il tuo profumo. Irrigami l’attesa,

acqua che vibri al sole. Bruciami la vita,

fuoco che ardi al buio.

~ ~ ~

C’è sale in quest’amore, e sabbia ardente, miraggi di pelle, fiumi d’assenza, maree di baci, voglie d’immersione, pioggia di stelle sempre troppo scarsa; follie alla luna, e nel sole saggezza. Lavoro ai giorni. E di notte passione!

~ ~ ~

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Un bacio al volo

(mai come tu mi fai volare).

Baciami ancora. Ogni notte avrò sete, e senza labbra tue non disseto angosce insonni, né sospiri d’attese.

~ ~ ~

Ti porterò nei miei sogni, come ogni notte.

O sognerò ad occhi aperti su deserti d’assenza. Eppure, neanche il sogno più meraviglioso ti assomiglia,

è grande quanto te.

Domani sarà dei nostri sogni. Nei deserti d’assenza ho incontrato un sogno che vive di vita rara, come di perla sommersa d'oceano.

~ ~ ~

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Sesto incanto: SORTILEGI

Messo a fuoco nei tuoi occhi neri prende forma e confini ogni luogo di ieri. Tutt’intorno un volo di sogni assopiti.

~ ~ ~

Vorrei tormentarti solo con il mio amore, e poi arroventarti con tanto altro amore,

e poi sfinirti di baci e ancora amore.

~ ~ ~ Nero cristallo, lanciami un solitario riverbero dei mille che rifrangi. Ti tornerà riflesso dei verdi licheni della mia terra, al profumo di nebbia e di tempo.

~ ~ ~ Un attimo entrai in un cuore di strega. Sono ancora lì, e non rientro in me; abbandonàti magie e libri neri in te mi perdo d'assoluto e d'estasi.

~ ~ ~

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Settimo incanto: GIORNI E NOTTI DI NOI

Buongiorno, urlo d’amore; inventami di te anche questo giorno, perché stanotte un sibilo nero, alto più del buio d’una vana attesa, mi ha tinto i sogni di mute angosce, umide ancora dei tuoi baci.

~ ~ ~

C’è un lungo giorno ancora per afferrare profumi e suoni

che parlano di te.

~ ~ ~

Buongiorno, amore. Stamane te l'ho già detto mentre svanivi dai sogni.

~ ~ ~

Opachi e lunghi questi pomeriggi, caldi e tristi come pensieri lontani,

altri cieli ti vedranno, oggi, e saranno tersi e sereni,

Che desiderio d’acqua e riposo, che desiderio di te!

~ ~ ~

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E’ di nuovo tempo di sogni e di baci

soffiati sul limitare del sonno. Sognerò di te;

è così che la notte mi consola di giorni trascinati fino a sera.

Ti sognerò ancora, e mi consolerò ancora,

sognandoti, dei giorni troppo lunghi,

di quest’estate di tormenti. Se davvero dovessi sognarmi, non lasciare che tutti i baci svaniscano alle luci del giorno: chiedili pure, te li renderò tutti in un’unica notte d’amore.

Il giorno…

si confonde con la notte quando è tempo di baciarti.

~ ~ ~

Mi mancano i tuoi baci;

dammeli tutti questa notte, ma non mi saranno bastati ancora

quando spunterà il giorno. Notte insonne. Un’altra veglia. Profili in controluce m’illudono e deridono. Accarezzo il buio, quasi a dissiparlo, ma il cielo è senza te.

Notte insonne, assenza… niente di nuovo: ordinaria disperazione del vivere senza te.

Nel giorno nuovo, poi, macchiato d’assenza, continuano i sogni a baciarti, insonni e lattescenti.

~ ~ ~

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Lacrime bagnate di luna calante in questa notte fra le nubi che solcano strade riflesse d’argento. Il dolore ribatte la pioggia smarrita dal cielo.

Stamane la luce riprende la strada lasciata dalla luna bagnata di lacrime buie, e in giro va a carezzare il volto bianco d’un amore in attesa.

~ ~ ~

Buongiorno, carezza di seta, respiro della mia pelle, ombra fresca di foglie e d’acqua, anima di emozioni prima sconosciute o bruciate come ciocchi in rassegnati camini.

~ ~ ~

È tempo di sogni;

li sognerò tutti nella stanza che sai, piena di noi e di loro,

dei nostri teneri, pazzi, impossibili sogni!

Buonanotte a te, Jo. La notte ti sommerga dei desideri più folli e inconfessabili. E che l’amore nostro ci anneghi lì, in fondo alla nostre nere anime solitarie.

~ ~ ~

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Amore, ti bacio con l’aria fresca della notte,

ti rivesto di stelle, ti accarezzo con i sogni che già volano verso la luna;

sia calmo il tuo sonno, come il tuo cuore. Non alzarti a notte fonda per scrivermi,

mandami un bacio, lo sentirò.

Insonne ti mando un bacio nella notte fonda che m’accoglie. Ti seguirà sulla luna, da sempre sfondo nostro. E il mio cuore vibra ancora, senza pace.

~ ~ ~

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Ottavo incanto: ORIZZONTI IN FORMA DI VERSI

Sciogli le mie certezze nella tua. Rasserena i miei dubbi in un bacio. Accoglimi in sordina, terra morbida, e nascondimi in te, mio riposo.

Vieni a riposare in me e calma il mio cuore,

e ti cullerò ancora con l’unica certezza:

quella di amarti.

~ ~ ~

Con te non ho più amore da tener nascosto. Lo sa il centro dell’anima tua smisurabile? I tuoi sogni m’aprono il petto, e l’amore va.

~ ~ ~ Giorni che scorrete mesti, lontani appena un sogno da noi; sincroni e paralleli, come attesa e desiderio: sommersi di gioia, sarete solo ricordi.

~ ~ ~

E’ il nostro amore, atmosfera a mezza strada fra umili pietre in ascesa e stelle d’un cielo in pendio, che ci alita la lieve eternità di questo tramonto d’azzurro.

~ ~ ~

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Tu dài giorni e spazi anche a destini impossibili che non smetteranno mai di chiederti nuove fiabe incantate e magiche essenze d’amor segreto.

~ ~ ~

L’amore nostro ha la pelle d’una storia lunga uno sciame di stelle.

~ ~ ~

Ho ancora sparsi sulla pelle i baci che m'hai dato per l'assenza, i tuoi sguardi imbevuti di me. Germogliano, e profumano.

Vorrei essere il sale che ti resta sulla pelle, dopo l’abbraccio delle onde,

e il sole bruciante che ti bacia. E poi la carezza del vento di sera,

ancóra su di te.

~ ~ ~

Il mondo crolla, e il tempo consuma senza pietà

i pochi istanti che mi portano l’eco della tua voce, presto dissolta in mille agitazioni estranee al mio cuore…

il mio cuore, schiavo di te, è il mio tiranno, e non consente ai miei giorni

tramonti senza un tuo sorriso, nostalgia che cade,

come pioggia. …E il mondo crolla.

~ ~ ~

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È finito anche questo giorno,

meno male… ti sognerò finalmente, pelle profumata d’amore,

e di sole caldo, e di abbracci. Porto in me i tuoi solchi d’esistenza.

Che ansia gli istanti che mi separano dalla tua pelle profumata di spezie rare! Porto inciso nell’anima ogni segno del tuo passaggio, amore incredibile, limpido, sereno.

~ ~ ~

Quanta vita in sacrificio alle attese, penombre di nudi abbracci e petali, vicoli stretti in sospiri d’amore.

Sempre più immensa, più sola e più matta la fuga nell’anima, oltre confine.

~ ~ ~

Intollerabile la mancanza di te!

Scolpito dentro di me, nei miei sensi.

~ ~ ~

Bagnata fradicia della tua voce, gocciolante sull’anima la pelle,

non m’asciugano ricordi alla foce, o sospiri libecci gonfi di stelle.

Inarca l’orizzonte la tua voce, gli occhi cullandomi in onde di pelle. Giunto su un pianto d’antico alla foce si ferma il cuore in due occhi di stelle.

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NESSUNO Folli traghetti Cos’è, questa tristezza infinita, stasera? Una nenia sottile m’invade e rimanda ad un tempo lontano. Spaesati presagi di sogni infranti, solitudini di amori falliti, viaggiavano sul treno del domani; alla lente convessa dell’oggi, solitarie scintille di fuoco tra nevi di ghiaccio. Cos’è, questa tristezza infinita, stasera? Un torpore infinito m’invade e rimanda ad un tempo lontano. Carezze di caldo protetto, languidi echi di mondi non noti, viaggeranno sul treno dell’ieri; alla concava lente dell’oggi, folli traghetti per l’aldilà.

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ALFONSO PAGLIA

Gigino Gigetto (dedicata a Luigi De Michele fu Giovanni) Qui c’è solamente l’amore, l’affetto di Alfonso Paglia (USA) [Tratta da “Il Castello - il giornale dei pannesi” n.3 anno 5] Viene l’amore, viene l’affetto la tua anima è bianca come la neve del Monte Sario, il tuo spirito è come l’acqua del ruscello, che si affretta dal fiume al grande mare. In questo piccolo giardino, in mezzo a questi fiori, c’è una rosa rossa... come il tuo cuore.

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ERMENEGILDO PASSARELLI Panni d’estate [Tratta dal giornale “il Castello” n.4 anno V] Un falco volteggia la cima di Panni Mormora il bosco l’eco lontana Il Cervaro serpeggia la piana foggiana Il paese s’accende al sole festoso Tra gli alberi verdi saltellan gli uccelli Arde piano piano la stoppia nei campi Le api s’attardano nei calici d’oro La donna nell’orto tira il secchio dal pozzo Il cane scodinzola alla bimba festoso La campana rintocca alla sera lontana Gli alberi insieme con noi fanno il coro Dopo cena al Castello pieno di gente Chi passeggia e passeggia Chi si ferma ed ammira le luci Fino ad un faro che ammicca Sul mare del massiccio Gargano Cala la nebbia fitta e gelata Tutti si coprono come d’inverno E corrono a casa pieni di vita A Panni di notte di Ermenegildo Passarelli - Susa (To) Vado silenzioso, nella notte profonda, per le strade deserte del tuo paese, Panni. Un fruscio di foglie secche e di cartacce che al vento corrono di qua e di là, s’alzano e si abbassano come dei fantasmi.

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Mi fermo dinanzi alla chiesetta vedo le fiammelle sull’altare di una Madonna. Ha gli occhi fissi, le guance rosse e la bocca socchiusa. Riprendo la salita del corso mentre un pipistrello vola basso, avido di insetti. Un gatto miagola d’amore, lontano il vento sibila lungo la valle del Cervaro, la luna s’affaccia dietro un nuvolone che corre sulla vetta del monte. Panni a Settembre di Ermenegildo Passarelli La lavandaia risciacqua nella fonte la sua poca roba che stende poi al sole su cespugli e muriccioli. Intanto alcune mucche brucano l’erba qua e là guardate dal cane che corre e abbaia va e viene senza sosta. L’Agricoltore s’attarda nella vigna poi passa dal canneto tira l’acqua dal pozzo e si disseta.

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SANDRA M. Abissi Un abisso ci separa dal mondo. Parole d’amore deformate, tradotte nell’aria in voci ostili. Atti d’amore non colti, abbandonati nel campo dell’oblio. E mentre altalene di odi et amo sotterrano il gioco d’un tempo, ci dondoliamo al ritmo dell’instabilità. Sapore di amarena marzo 2001 Nostalgia. Si diffonde nell’aria, all’improvviso, a svanire le piatte vacuità del presente; si dilata nel cuore, lentamente, a colorarlo con le magie del sogno. Orizzonti infiniti, sopra i quali galleggiano frammenti di voci, spicchi di odori, echi di sapori: cornamuse annuncianti l’Avvento fluiscono nel giallo del limone che un sorriso porgeva, divelto dall’albero di un orto, e si deforma l’aspro succo nel rosso sapore di amarena del ricordo. Notte dell’anima di Sandra Ti maledico, notte dell’anima, che, rapida, mi avvinghi in un abbraccio ostile, gravida del peso del passato; e annoti sul calendario della vita il tempo degli errori,

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l’ora dei rimpianti sepolti sotto macerie di ricordi. Ti maledico, notte dell’anima, che, implacabile Nemesi, sgrani la danza macabra delle mie fragilità e mi sottrai il respiro del presente. Lamento d’amore di Sandra, aprile 2001 Questo nostro amore, Indossato di miele E d’assenzio; Questo nostro amore, Gridato con parole Mai dette; Questo nostro amore, taciuto sotto vani fraseggi; Questo nostro amore, Che ci disorienta Nei tortuosi meandri Del labirinto del cuore, sull’orma di fantasmi di dubbi e incomprensioni; Questo nostro amore, Specchio deforme, che ci riflette estranei; Questo nostro amore, lente del cuore, che ci finge uguali; Questo nostro amore Che ci sfama nella Fame d’amore; Questo nostro amore Che ci divora nel Vuoto d’amore; Questo nostro amore È il solo modo di amare.

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Il tempo negato di Sandra, aprile/maggio 2001 Il tuo sguardo, oggi, mi conduce sulle sponde di un fiume, mi spalanca silenti crepuscoli, mi elargisce calme di notti lunari. Il tuo sguardo, ieri, mi appariva diamante tagliente, mi sbarrava le voci del cuore, mi iniettava distanze di assenze.

Siamo giunti, pari, sulla linea di arrivo.

Ma incontrarsi, ora, cela n’est plus possible: troppo il tempo che non ci appartiene. Sentirsi così di Sandra, maggio 2001 Sentirsi così, Come... Inadeguata. Il Tempo mi sorpassa Correndo, all’infinito, Su questo tapis roulant Della vita E mi riguarda Con un ghigno Beffardo Di saluto. Sentirsi così, Come... Disorientata. Dal palinsesto della vita Il mio programma Si è oscurato.

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Senza patrie di Sandra, maggio 2001 Non ho una patria Che mi rappresenti Né una madre terra Che mi consoli. Le mie patrie Le ho smarrite Nell’inseguire Mondi di sogni. Ora che stringo Tra le mani Un mondo senza sogni, nel vortice del capogiro, mi aggrappo a brandelli di ricordi che indosso come un patchwork. E’ una trapunta Che mi riscalda Nelle notti di gelo Ma è un vestito Che non mi copre. Oasi di Sandra, giugno 2001 Vorrei fermare il tempo Quando varco i misteri Della vostra oasi Di uomini. Ape regina, Come gatto mi aggiro Tra le quattro pareti Di casa E osservo Gli echi delle Vostre complicità. Ape regina, Allora Vi possiedo E placo il senso Della mia Esistenza.

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Due anime di Sandra Nella valigia Del mio cuore Non c’è spazio Per due anime. L’anima bella E’ quella Che indosso Sempre, Invisibile Aderente, E mi promette Magiche Lampade di Aladino E mi proietta, Tappeto volante, Nel tempo E nel mondo Dell’Idea E mi consente Di sognare Sognare Sognare Per non cadere Giù. Ma nella valigia Del mio cuore E’ apparsa, Mantello Ingombrante Inquietante, L’anima Nera Che chiama Terra La terra E non trasforma Le nuvole In volti.

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Commiato di Sandra La porta Si è chiusa Alle mie spalle. Ti lascio Per nuove Stagioni, Mia gioventù, Amica-Nemica Vicina-Distante Compagna Dei miei giorni. Accosto Lieve La porta E ancora Mi rivolgi Un saluto Di pianto E ti Intravedo Nel giorno Che muore E ti Rinnovo L’ultimo Bacio.

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Estate di Sandra, luglio 2001 Ti rivedo, Mia adorata, Seduta All’ombra di un faggio, Plasmata dal sole Tra le onde del mare O nelle notti lunari Distesa tra argentei uliveti! Ripercorro con te Gli eterni sentieri Del bosco dove Gli alberi sono nidi E il silenzio del mondo Nasconde la vita. Tu sola Mi rendi felice Col tuo lento Procedere Respirando il momento. Tu sola M’insegni che L’ozio è vero lavoro E l’inverno È freddo del cuore. Tu sola, Adorata, Nel partire da me Mi rassicuri A voce alta gridando Che gli abbandoni Sono ritorni.

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Esuli di Sandra (dedicata a Panni e a tutti i pannesi) Noi. Uomini. Voi, figli dispersi, In altre forme che fra mille volti esistenti ho cercato, da altri mondi fra oceani veniamo e monti ed ora, e città orfani dispersi, infine vaghiamo vi rivedo: su terra esuli che fra uomini soli non feriti da ferite ci accoglie e parla sanguinanti lingue distanti non nostre. da me di mille terre Naufraghi naufraghi assetati assetati, approdati a me tornate, a una terra ad una terra che non sentiamo che sentite nostra. vostra. Paradossi di Sandra Viviamo - così dicono - Viviamo - così dicono - In un’epoca buia. Nel benessere. Buia fa rima Benessere fa rima Con noia Con avere Che è priva Contrario Di gioia. Di essere. Per questo Per questo Viviamo Viviamo In un’epoca Nel benessere Senza gioia. Senza essere.

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SANDRA M. e GRAZIA D.M.

Sulla vita e sull’amore di Sandra M. e Grazia D.M. ...in risposta a Giuseppe, il webmaster Sandra M. Difficile gioire Quando un profumo Svapora All’istante Quando l’Idea Si svela Nuda Al presente Quando il giorno E’ preludio alla notte E la rosa Nel buio Si colora Di nero E la vita Si tinge di morte E la gioia E il dolore Si abbracciano Per non lasciarsi più. Difficile gioire Quando la vita è preludio alla morte e la morte si accosta alla vita e la morte e la vita Si abbracciano Per non lasciarsi più. Difficile gioire In un mondo Di cibi modificati Di lavori standardizzati Di farmaci avariati Di Italie suddivise Di guerre calcolate Di nuove economie Che fanno rima

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Con vecchie economie Di volti sorridenti Di famiglie felici Da Mulino Bianco Di amici virtuali Di uomini atomizzati Di falsi rapporti Di vuote parole Che non salgono dal cuore E non fan rima con amore. Sandra M. Tu mi chiedi E l’amore? Io non sono un poeta: Rispondere non so Se non con trite parole d’amore Che fanno rima con cuore: “C’era una volta Il mio cuore ti ho donato la giovinezza ho abbandonato i miei sogni ho trascurato un’altra vita ti ho donato sette paia di scarpe ho consumato per seguire la tua strada per gioire per soffrire accanto a te come ho detto sull’altare. Ora che cresciuti siamo ora che come fratelli siamo ora che come amici e amanti siamo ora

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come compagni di viaggio siamo per la vita per la morte legati da una catena d’oro come in una processione e vissero felici e contenti”. Grazia D.M Se proprio devo un canto a questa vita come foss’io un sussurro di cicale se proprio devo andare nel profondo come foss’io già un’ombra che si sfuma se un rapido sorriso devo al mondo come freccia di lampo dentro il cielo se la gioia consiste in un ritorno dentro una storia senza un solo velo dammelo un ciclamino un ciclamino solo che colori e riempia il mio stelo che divenga disegno del cuore e subito così parlerò e penserò piangerò e riderò morirò e morirò anche d’Amore.

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SARIO MONTE Woman Sola.... Tra alti cipressi guardi le nuvole cullate dal vento vedi con occhi cupi il monte scruti nel vago degli sguardi cerchi ma pungente come un ago un altro mondo scopri un uomo che vuole invecchiar con te trovi

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ANTONIO SILVESTRE (“il Regista”)

Angelo

Angelo che ascolti le mie preghiere, vola accanto alla persona che ti indico con lo sguardo, falle capire quello che porto nel mio cuore, falle sentire lo stesso sottile profumo che sento io quando sono felice, donale anche se solo per una notte le tue ali bianche perché possa volare tra le mie braccia e sentire il sussurro del mio cuore che sente di amarla. 6.03 di una mattina di marzo

L'orologio che lampeggia un'ora indefinita di un rosso sbiadito segna ancora una notte passata tra alcool e una sconosciuta nel letto... un monitor che fa da specchio a pensieri troppo pesanti per rimaner celati... una mano di scatto esce da quello schermo e mi prende per il collo... non sapevi cosa facevi e quello che avresti fatto a chi ti amava, ma l'hai fatto e stanotte senza lottare mi faccio trascinare da quella mano... per cliccare, da dentro questo nuovo cuore, il tuo game over.

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Il caso di Antonio Silvestre forse è solo il caso…. ho pensato troppe volte che fosse impossibile incontrare due occhi capaci di regalarmi ancora un sorriso, una voce calda che sa coccolarti come una coperta nei mattini di gennaio, un respiro d'affetto strozzato più volte dalla tosse di un vizio che non sai lasciare, una carezza sincera che dalle tue labbra si schiude in un "ti voglio bene"…. forse è solo il caso… ma ops! sono inciampato nella tua finestra, spero di non aver fatto cocci.. e da me… una carezza come la tua che ti sfiora prima di dormire. Assenza di Antonio Silvestre giorni che passano scivolati nell'incedere piatto dei pomeriggi d'estate quando la città vuota sembra così triste. perle che scendono lungo la fronte e si strozzano sulle labbra dischiuse ma insolitamente mute. assenza di me, vuoto incompreso e sofferenza inspiegabile. non c'è risposta ad una domanda che sembra non lasciar più i miei pensieri, chiudo gli occhi ancora una volta nella speranza di vederla e di vederti, ma trovo ancora lei... la tua assenza.

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SOQQQUADRO Quando l’Amore... Quando l’Amore gioca e si nasconde dietro uno schermo che poi s’apre al mondo quando la viola soffre il suo mattino di brine o d’ombra e non respinge il sole quando una strada sboccia all’improvviso di sguardi che dilatano il respiro quando sgorga dall’acqua del tuo monte un fiume di cristallo o di uva spina quando impari che una fonte soltanto conserva la parola che ti spiega Alfa ed Omega in te solo stanno. Quando l’Amore gioca è vita e parla.

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SOQQQUADRO & DEV INDER SINGH

VOCI AL CASTELLO

Panni è avamposto Panni is a sigh di Soqqquadro di Dev Inder Singh Panni è avamposto Panni is a sigh dove ritorniamo. like a breath Noi. in your smile. Gerani feriti da un inverno arcano A sorrow’s going through che si abbandona your Castle’s window, greve nella neve till becoming a simple point. e si scompone invano in un’arietta lieve I forgot, and I forgot. della sua estate breve. But I never told you Panni è un ricciolo what I really felt: di vento che chiama. I’m simply your dust. Noi. Stranieri spariti ______________________________ come gabbiani in volo Panni è un sospiro (Panni is a sigh) in un destino solo di Dev Inder Singh (trad. di Soqqquadro) di petali di roccia ormai smarriti. Panni è un sospiro Panni è il sorriso come un soffio nuovo e antico sul tuo sorriso. che da sempre ama. Noi. Un dolore scorre attraverso Che sul viso la finestra del tuo Castello e sui capelli e anche fino a diventare un semplice punto. sul naso e sulla bocca e poi sul cuore e Ho dimenticato, e ho dimenticato. ancora nel suo amore Ma non ti ho detto mai portiamo impressa cosa davvero ho provato: la sorte che ci tocca. io son solo la tua polvere.

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TANGO

El sombrero azul (trad. ital. di Soqqquadro) Querrìa a veces abrir mis alas A volte vorrei spiegare le mie ali y parecerme a ti e assomigliare a te siendo en el viento che sei nel vento en el sol e nel sole en la voz que me llama a la vida e nella voce che mi chiama alla vita. Volveré escondida Tornerò nascosta bajo mi sombrero azul sotto il mio sombrero blu a tu cuarto de rey durmido nella tua stanza di re addormentato sin palabras que me dean tiempo. senza parole che mi diano tempo. Y saré tu silencio. E sarò il tuo silenzio Tarot Te ruego senyor permita a esta luna contarle el tarot de sus dìas

Leyendo en su mano - si quiere - dibujo mi vida, senyor

Te ruego senyor permita a esta luna olvidar una noche de dudas

Perdona senyor si esta cara gitana te pide un pedazo de cielo

Delgada es la linea de luz que nos abre al futuro Y fuerte la voz que me llama a dejar esta calle, senyor

A través de tu mano...

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Tarocchi (Tarot) di Tango (trad. ital. di Dev Inder Singh) La prego signore permetta a questa luna di raccontarle il futuro dei suoi giorni

Leggendo nella sua mano - se desidera - disegno la mia vita, signore.

La prego signore permetta a questa luna di cancellare una notte di dubbi.

Perdoni signore se questa cara gitana le chiede un pezzo di cielo.

Esile è la linea di luce che ci apre al futuro E forte la voce che mi chiama a lasciare questa via, signore

Attraverso la tua mano... Gipsy Face (Tarot) di Tango (trad. inglese di Soqqquadro) A prayer, sir, let this moon tell you your destiny cards.

Reading your hand - if you wish - I draw my own life, my sir.

A prayer, sir, let this moon forget my uncertain nites.

Forgimme, sir, a gipsy brown face is begging a tear of your sky.

Slender the liteline opening us to the future and loud is the voice that is calling to leave my road out, my sir.

Through your hand.

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De cabizbajo di Tango Te encontré de luna llena, senyor andàndote de cabizbajo por una tarde de callejuelas, iba yo leyendo cartas entonces para les que me pedìan. Yo no sé si me viste, senyor ahora que gitana me quedo de sangre sola, ahora que jamàs leo vidas ajenas, ahora que soy otro que la luna. Pues yo me acuerdo, senyor de ti mirando aceras de Granada, de una ciudad de cabizbajo por la tarde, y de un senyor que se va tendido al cielo. A capo chino (De cabizbajo) di Tango (trad. ital. di Soqquadro) Ti incontrai di luna piena, signore, tu camminavi a capo chino a tarda sera, nel buio di strette stradicciole, allora io leggevo nelle carte a tutti quelli che me lo chiedevano. Io non so se tu mi hai visto, signore oggi che di zingaro mi resta solo l’anima, oggi che non leggo più le vite altrui, oggi che sono altro dalla luna. Eppure ho un ricordo, signore di te che guardi il suolo di Granada, di una città col capo chino a tarda sera e di un signore che cammina teso al cielo.

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A una cometa di Tango (al compleanno di Renato) Viento de junio andante llévame fuego a encender palabras llévame agua a llenar silencios llévame un canto que parezca a ti Dòname ahora un suenyo màs grande que cubra el cielo que paria estrellas Llévame junto un aliento de mar...

Y duérmete pronto duerme tranquilo, regalamos tu noche a una cometa que nace. Entre nubes. Està naciendo, vedes? Està naciendo... Hoy. A una cometa di Tango (trad. ital. di Soqqquadro) Tu vento di giugno che vai portami fuoco e incendiami parole sciogliti in acqua a riempirmi silenzi dammi quel canto che ti somigli Dammelo un sogno più grande che copra il cielo e sbocci in una stella Dammelo, dammelo il respiro del mare...

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E adesso dormi dormi sereno. E lascia questa notte a una cometa che nasce. Da una nuvola. Vedi, vedi che nasce? Sta già arrivando... Oggi. To a new sun (A una cometa) di Tango (trad. inglese di Gegè) Walking wind of june gimme a blaze to set words on fire gimme water to fill silences gimme a song looking like you Gimme now a dream the greatest covering sky to let stars born And gimme please a sea breath too... So sleep now sleep quiet... Just born a new sun into your night just born, just born, you see? Today

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Marchàndote a mi lado Camminando al mio fianco di Tango (trad. di Grazia De Michele) Estoy contigo al lado Cammino con te al mio fianco amigo de esta hora al madrugar amico di quest’ora dell’alba - entre despierta y suenyo - tra notte e mattino caminamos libres andiamo liberi Tu y yo Tu ed io Tu marchàndote y sonriendo Tu cammini e sorridi juegas con mis palabras giochi con le mie parole y te rìes e ridi de esta manera de irse di questo strano camminare de la gente tempranera della gente al mattino pequenya dentro pues grande piccola dentro però grande sòlo en los vidrios de sus camas solo negli specchi delle loro camere Tu naciste del silenzio Tu sei nato dal silenzio Te pariò mi secreto Ti ha partorito il mio segreto Un secreto por la noche Un segreto notturno ... encendido... ... acceso... ... y escondido... ... e nascosto... ... y encendido otra vez ... e acceso ancora e ancora por mi alma dalla mia anima

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Luz di Tango Luce (trad. di Tango) A la noche ya no tengo miedo. Non ho più paura del buio. Amo mi casa y su cielo Amo la mia casa e il suo cielo acostàndose en mi cama. disteso sul divano. Ya no leo tarot Non gioco più a carte ni escribo canciones. né scrivo canzoni. Nada sé de mi pasado. Ho un passato incerto. Amo este escalofrìo Amo il brivido de silencio en la escalera del silenzio della sera que mira fuera de la ventana che guarda fuori dalla finestra. y se rìe. E ride. Capita... di Tango Capita - ogni tanto - ch'io ti sogni come frutto amaro di salice o rugiada che scorre tra pruni Capita - di rado – ch'io ti veda - come porto di un mare ventoso o sicuro rifugio ai miei giorni Ma non ricalchi quell'orma che segue i miei passi Io riempio di voci incompiute lo spazio di vuoto che lasci

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Z' CARMINUCCIO R’ CAPABBASC

Versi bambini per Panni E' ancora senza sonno la mia cara stanchezza E' senza pace persino questa mite tristezza Sono un clarino dolce che da lontano intona un refrain al passato. Sono viola stridente che arpeggia ogni ora sui boccoli di nebbia E confonde ogni nota di cristallo o di sabbia sopra un raggio d'oro perduto dentro il sole. Sono corda sfiorata dalla mano sospesa che da sola compone sogno vita e poesia. Piccola pietra inutile Una breve sinfonia E mi è casa il paese L'unica mia orchestra La mia sola e stonata Disperata Armonia.

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Verso d'amore incrociato per Panni di Z' Carminuccio r’ Capabbasc Tu mi conosci Mi vesto all'imbrunire

Di piume colorate Ed esco al buio

E mi raggiungi Col tuo volto soltanto

ricopro la parola della mia sera

Anima distante Di increspata corrente

che mi travolge nella sua corsa

Mia sola gente Amata senza tregua

senza un respiro al solo sogno

Mio solo monte Sei in ogni mio istante

disciolto al sole della mia vita.

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POSTFAZIONE

Non è un libro su Panni, questo: non celebra nulla e nessuno, non celebra nemmeno il paese stesso; è solo un libro dedicato a Panni.

Dentro di esso si alzano tante voci, voci d'amore, di nostalgia, di rimpian-to per gli amici, di memoria per chi non c'è più, di recupero di un luogo perduto o lontano nel tempo. E queste voci si sono incontrate casualmente, prima sparse, iso-late, smarrite, disunite, poi approdate tutte, in tempi diversi, sul sito web Panni1 di Giuseppe Mastrangelo, che ha offerto loro uno spazio per esistere e diventare, in un breve periodo, lo specchio dell'anima più profonda di Panni, quella nascosta, che non emerge nelle conversazioni nella piazza di sopra o di sotto, alla Taverna o al Pìscilo, in aperta campagna o vicino alla chiesetta della Madonna del Bosco.

E' un'anima di Panni che esiste, magari oggi dispersa in una grande città del sud o in un piccolo paese del nord, magari rimasta forte e coraggiosa da sempre sotto la pietra del Castello, dunque è una parte vera del nostro paese, che in questo libro si trasforma in un canto quasi polifonico, accordato da un unico registro co-mune: l'amore per il nostro paese, espresso a volte in versi raffinati, a volte in versi spontanei ed ingenui, a volte in versi scardinati da ogni tradizione lirica, colta o popolare, a volte sotto generalità vere o di pura finzione, ma sempre intrisi di quella passione accorata e autentica che solo la consapevolezza del valore delle proprie ra-dici può generare.

In questo libro è il Castello soltanto che si fa eco di poesia e il Castello stesso, da tempo immemorabile, è stato e continua ad essere, per ogni pannese, l'u-nica Poesia pura.

Grazia De Michele

Lecco, maggio 2003

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NOTA PER I LETTORI Chi volesse leggere le splendide recensioni di Lenuccia & Licietta a mol-te delle poesie pubblicate in questo volume, potrà visitare il sito “Panni1” di Giuseppe Mastrangelo all’indirizzo web: http://digilander.libero.it/panni1 alla pagina delle poesie. Agli appassionati di internet, inoltre, vogliamo segnalare tutti gli attuali siti di Panni: o PANNI1: http://digilander.libero.it/panni1 di Giuseppe Mastrangelo (Bologna) o HIRPUS: http://www.info-lab.it/hirpus di Vincenzo “Franco” De Michele (Foggia) o IL CASTELLO: http://space.virgilio.it/[email protected]/index.htm di Pietro De Michele (Foggia) o IANARA: http://www.janara.cjb.net di Michele Rainone e Valentino Bianco (Pordenone) o IL COMUNE DI PANNI: http://www.comunedipanni.it

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