viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

44
Periodico mensile - ViewPoint anno II n. 7 - euro 2,50 - Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. - 70% DCB PERUGIA ANNO II NUMERO 7 EURO 2,50 View oint P settembre 2011 LUMBRIA NEL MONDO IL MONDO DELLUMBRIA In cammino per la Pace

description

File completo archivio di viewpoint n°7 di settembre 2011

Transcript of viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

Page 1: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

Per

iodi

co m

ensi

le -

Vie

wP

oin

t an

no

II n

. 7 -

eu

ro 2

,50

- P

oste

Ita

lian

e S

.p.A

. - S

ped.

in a

bb. p

ost.

- 7

0%

DC

B P

ERU

GIA

anno II numero 7 euro 2,50View ointP

settembre 2011

l’umbrIa nel mondo Il mondo dell’umbrIa

In cammino per la Pace

Page 2: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE
Page 3: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

Fat Chicken s.n.c

Fat Chicken s.n.c. di La Penna Silvia Via del Rame,14 - 06134 - Ponte Felcino - Perugia Tel. 329.6196611 P.Iva 03143490542 [email protected]

PER CHIPREFERISCELA GALLINAGRASSADOMANIg r a f i c a p u b b l i c i t à e d i t o r i a m a r k e t i n gw e b d e s i g n

www.fatchicken.it

made in italy

Page 4: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

02 View P oint

Quintana di Foligno

Brilla il seicento

del duemila

5

9Marcia della pace

La manifestazione

compie 50 anni

13Montelabate

Millesettecento ettari

tra boschi e campi coltivati

La famiglia perugina L’associazione culturaledi chi ha perugia nel cuore

22

PoEtiche Il cielo di Itacadi Gabriella Bianchi

32

Montelovesco Storia e naturaal Palazzo del Gastaldo

34

Fisioterapia La riabilitazioneneurologica

37

Sfida ai fornelli I funghi nel piattoed un bianco tradizionale

38 www.viewpointumbria.it

La copertina di questo numero è dedicata alla Marcia per la pace, nella foto (gentilmente concessa dal movimento nonviolento) la par-tenza della prima edizione del 1961

SOLOMEO Concerto con la banda “Lo smeraldo” per il Malawi

L’ALTRA FACCIAAutoritratti contemporaneitra Italia e Paesi Bassialle Gallerie dei Gerosolimitani

Page 5: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

View P oint 03

Periodico mensile Iscriz. Trib. di Perugia n° 36 26/05/2010

Direttore editoriale Silvia La Penna

Direttore responsabile Massimo Pistolesi

Staff di redazione Ramona Premoto, Barbara Maccari, Pier Paolo Vicarelli

Progetto Grafico a cura di Fat Chicken s.n.c.

In questo numero hanno collaborato: Brunella Bruschi, Silvia Prologo, Floriana Lenti, Federico Boila, Dott.ssa Chiara Paparelli, Luigi Zeppetti e nonna Tina (per la rubrica di cucina)

Concessionaria pubblicitaria Fat Chicken s.n.c. Silvia La Penna 329.6196611 Susanna Bianconi340.5977480

Contabilità e diffusione Silvia La Penna 329.6196611 [email protected] [email protected]

Servizio abbonamenti Abbonamento annuale Euro 20,00 - Intestato a: Fat Chicken s.n.c. Iban. IT79S 01030 03008 000000 [email protected]

Stampa a cura di Morconia Print SpAwww.morconia.it

View P ointE’ un’ edizione

Fat Chicken s.n.c. di La Penna Silvia

Via del Rame, 14 06134 - Ponte Felcino - Perugia

P. iva 03143490542 Tel. 3296196611 www.fatchicken.it

29Il CAI di Perugia

La storia e i personaggi

di chi ha la montagna nel cuore

Milano-Taranto

Storia e curiosità

della gara d’epoca

25

17Monia Baccaille

E’ di Marsciano

la campionessa della bici

www.viewpointumbria.itFREGELLAE L’Università di Perugia riporta alla luce una città romana

VILLA TATICCHISerata in musicaper la festa delle erbedi San Giovanni

Page 6: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

Olio extravergine di oliva

Oltre 40 ettari di olivetie frantoio aziendale interno

La nostra azienda

Raccolta veloce ed estrazione entro 24 ore

Tecnologia di estrazione avanzata

Temperatura sempreinferiore a 26°C

Nessuna aggiunta di acqua alla pasta

Conservazione in atmosfera protetta

La qualità dell’olio

Società Agricola Fondi Rustici Montelabate srlSede legale: C.so Italia, 26 - 16145 Genova

Strada Montelabate, 3 - 06134 Piccione (PG)Tel. 075 603120 - Cell. 340 1003590

www.montelabate.it

Foto Mass

iMo B

rega

Page 7: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

tra

dit

ionBrilla il seicento

del duemila

Orgoglio, privilegio e responsabilità dettati soprattutto dalle storie di centinaia di vite che si intrecciano, trecentosessantacinque giorni

all’anno in ognuno dei 10 rioni e che costituiscono una vera e propria “comunità quintanara”; questo e tanto altro è ciò che ogni anno rinasce più forte tra le vie di Foligno. Dal lontano 1946, quando un gruppo di cittadini folignati ripresentò la manifestazione della “Giostra della Quintana” alla cittadinanza, di tempo ne è passato, e l’evento è cresciuto, allineandosi anche all’evoluzione della comunicazione massmediologica, dalla carta stampata alla televisione, dalla radio alle applicazioni Apple. La prima e la seconda Quintana furono effettuate sotto il patrocinio della Società del Mutuo Soccorso. Poi una delibera assembleare dichiarò la propria autonomia dal 1948; l’Ente Giostra fu riconosciuto autonomo solo nel 1952 con un decreto del Prefetto di Perugia, emesso il 26 di maggio. La Quintana si compone di numerosi eventi che scorrono musicalmente componendo un disco sociale alternativo, un’organizzazione che è il nocciolo di tutte le attività di cui la manifestazione è condensata. L’evento avviene due volte all’anno, a giugno e settembre, ed ogni anno la festa “quintanara” ama scommettere su se stessa, sulla capacità di costruire una ricorrenza, di stupire cittadini ed ospiti, ma anche di alimentare quel clima di frenetica aspettativa e curiosità nel quale

La Quintana di Foligno come “Olimpiade delle Giostre” Silvia Prologodi

View P oint 05

Olio extravergine di oliva

Oltre 40 ettari di olivetie frantoio aziendale interno

La nostra azienda

Raccolta veloce ed estrazione entro 24 ore

Tecnologia di estrazione avanzata

Temperatura sempreinferiore a 26°C

Nessuna aggiunta di acqua alla pasta

Conservazione in atmosfera protetta

La qualità dell’olio

Società Agricola Fondi Rustici Montelabate srlSede legale: C.so Italia, 26 - 16145 Genova

Strada Montelabate, 3 - 06134 Piccione (PG)Tel. 075 603120 - Cell. 340 1003590

www.montelabate.it

Foto Mass

iMo B

rega

Page 8: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

06 View P oint

ci si immerge spontaneamente. La ragnatela di eventi che intrecciano il programma va dalla cena grande alla corte di palazzo Trinci, alle prove ufficiali della “Giostra” al Campo de li Giochi, dall’attesa apertura delle taverne dei dieci rioni punteggiati tra i vicoletti della città, al gareggiare di convivi, fino ad arrivare agli eventi nodali, ovvero la Lettura del Bando e Benedizione dei Cavalieri ed il Corteo delle Rappresentanze rionali in costumi sfarzosi. Quest’anno l’elegante defilé dei figuranti è caduto venerdì 17 giugno 2011, ed il giorno seguente ci sarà la fine della manifestazione, segnata dalla “Giostra della Quintana”, al Campo de li Giochi “M. Formica e P. Giusti”, che avviene in una suggestiva sfida notturna a giugno, e diurna a settembre. Lo scopo dell’agognato palio, che consiste nella sfida tra i dieci cavalieri appartenenti alle diverse contrade, i quali gareggiano in armatura in sella ad un cavallo, è di infilare i fatidici 9 anelli divisi in tre tornate, con tre diversi diametri sempre di dimensioni minori (8, 6 e 5 cm). Alla fine il cavaliere che riesce a realizzare il punteggio maggiore con il minor tempo, si aggiudica il Palio della Quintana, che verrà assegnato al termine della competizione al “Campo de li Giochi”.

I PROTAGONISTII rioni. Dieci grandi focolari attorno ai quali da oltre 60 anni i folignati crescono imparando la virtù del lavorare insieme per un obiettivo comune: questo è, oltre ogni lustrino ed anello, la Quintana. Dunque i rioni, che raccolgono quella

moltitudine di cittadini che ragionano, costruiscono ed immaginano insieme, sono il filtro attraverso il quale si espleta la Giostra. Al momento della riproposizione dell’evento quintanaro nel 1946, si è pensato di ripartire convenzionalmente la città in dieci rioni, allo scopo di far correre un cavaliere per ogni rione e permettere così la partecipazione all’evento dell’intera cittadinanza. La denominazione dei dieci rioni (Ammanniti, Badia, Cassero, Contrastanga, Croce Bianca, Giotti, La Mora, Morlupo, Pugilli, Spada) che si contendono due volte l’anno il Palio, riproduce sostanzialmente quella di una parte dei diciassette rioni in cui Foligno è stata suddivisa tra il XIII e il XVIII secolo, mentre i relativi stendardi sono tratti da fonti iconografiche elaborate nella tarda età moderna. Il cuore nevralgico e decisionale

delle attività rionali sono appunto le taverne, disegnate da muri in pietra e splendide volte a mattoni, dove al cui interno vengono servite ricette seicentesche, opportunamente adeguate per rispondere ai gusti moderni e preparate utilizzando i prodotti tipici dell’Umbria: Umbricelli pomodoro e basilico, polenta con la fagianella, agnello da latte farcito al tartufo. Mangiare in taverna è come fare un salto indietro nel tempo rivivendo, per una sera, un’atmosfera tipicamente seicentesca.

IL “CAMPO DE LI GIOChI”E’ il grande contenitore delle emozioni dei quintanari, il luogo della sfida tra i cavalieri, in cui si consumano attese e passioni dei tifosi popolani delle dieci contrade. Il posto del confronto di perizia ed agonismo, in cui combattono amore e potere. È lo spazio a

il “Campo de li Giochi” è il contenitore delle emozioni dei quintanari, il luogo della sfida in cui si consumano attese e passioni dei tifosi popolani delle dieci contrade

La Quintana si compone di numerosi eventi che corrono musicalmente componendo un disco sociale alternativo, un’organizzazione che è il nocciolo delle attività di cui la manifestazione è condensata

Page 9: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

View P oint 07

forma di “otto”, per anni campo del Foligno calcio, riservato poi alla Giostra da oltre sessant’anni ed oggi intitolato a due grandi cavalieri che hanno scritto la storia della competizione equestre e resi grandi i sogni di vittoria delle contrade: Marcello Formica e Paolo Giusti. Nella versione attuale il Campo de li Giochi può ospitare circa ottomila spettatori.

LA LANCIA, IL CAVALLO E GLI ANELLILa lancia è l’elemento su cui si fermano i sogni di vittoria del Cavaliere e del rione che ritrae. E’ con essa che si debbono infilare gli anelli appesi al braccio destro della Quintana, ovvero la statua lignea posizionata al centro del campo. Il cavallo. Fedele amico del cavaliere, simbolo del rione ed elemento portante della Giostra, frutto di cure di esperti che dedicano forza

e passione per condurre il cavallo alle migliori prestazioni possibili. Il cavallo deve essere colui che assicura la regolarità non toccando bandierine ai lati della pista e che dà certezze sulla velocità promettendo il miglior tempo possibile nel completare i tre giri di campo. Dopo il cambio della conformazione della pista dall’erba alla sabbia, i rioni si sono orientati esclusivamente sul cavallo purosangue, il quale ha surclassato del tutto il mezzosangue utilizzato prevalentemente per la gara fino ad alcuni anni prima. Gli esperti aiutano le contrade nell’individuazione dell’esemplare più adatto per affrontare una gara in cui abilità e velocità vanno di pari passo. Alcuni cavalli sono diventati dei veri miti per i tifosi, ad essere particolarmente esaltata è la leggerezza, velocità e tecnica nell’alzare la sabbia con i suoi zoccoli, del

purosangue del Croce Bianca dal nome “Scala Minore”. Gli anelli. Gli anelli sono l’altro simbolo inconfondibile della tenzone cavalleresca. L’obiettivo dei portacolori rionali è principalmente infilare l’anello con la lancia. Se in origine gli anelli da giostra erano di legno tornito o in tondino di ferro; oggi sono costituiti da cerchi in tubolare di alluminio, con uno spessore di 1 cm e lavorati ancora oggi esclusivamente a mano.

I COSTUMII Costumi sfarzosi che caratterizzano il defilé dei figuranti, risalgono ad un periodo florido che va dal 1580 circa al 1620. Si tratta dello stile ispanico trasferito nel territorio italico, in una zona di dominio pontificio. Con il termine “Quintana” si fa riferimento alla quinta via dell’accampamento romano, dove solitamente aveva luogo l’addestramento dei soldati armati di lancia, che si lanciavano contro un fantoccio, chiamato comunemente “Saracino”, cercando di infilare l’anello sospeso ad una mano dello stesso. Attualmente l’evento ha raggiunto dimensioni notevoli di fama ed organizzazione grazie agli abili dirigenti, ai priori ed ai volontari folignati. Ora questa “Olimpiade delle Giostre” ha davvero bisogno di fare un ulteriore salto di qualità, ovvero farsi conoscere oltre i confini nazionali. L’obiettivo dunque deve essere quello di far entrare l’evento nei pacchetti turistici, trovando la giusta promozione insieme alle bellezze naturali, storiche ed enogastronomiche che caratterizzano la regione Umbria. Così si spera. ●

Page 10: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE
Page 11: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

pea

CeLa Marcia per la pace compie cinquanta anni

Floriana Lentidi

“Aver mostrato che il pacifismo e la nonviolenza non sono inerte e passiva accettazione dei mali esistenti, ma sono

attivi e solidali… nelle noncollaborazioni, nelle proposte, nelle denunce aperte… è un grande risultato della Marcia”. Sono queste le parole che Aldo Capitini, filosofo perugino della nonviolenza, pronunciò dopo il successo della prima Perugia-Assisi. Da anni si pensava ad una Marcia della pace, nell’estate del 1960 ebbero inizio riunioni e incontri che portarono alla nascita del Comitato organizzativo. Venne scelta come meta Assisi, la città del Santo della

nonviolenza, e questo tracciò le basi politico-ideologiche di un lungo percorso che arriva ai nostri giorni: la Marcia doveva essere popolare e regionale. Vari gli obiettivi, tra i tanti: doveva destare la consapevolezza della pace nelle persone più lontane dall’informazione e dalla politica, doveva essere occasione per presentare l’idea del metodo nonviolento agli ignari e ai riluttanti; precise dovevano essere le disposizioni perché nella Marcia non si rispondesse a provocazioni evitando contrasti con le autorità. E il 24 settembre del 1961 arrivò il grande giorno. L’appuntamento fu ai Giardini del Frontone a Perugia. Letterati, filosofi, scrittori,

illustri uomini aprirono i ventiquattro chilometri e avviarono il cammino verso Assisi insieme a contadini, artigiani, donne e bambini. Nessuno poté resistere alla tentazione di interrogarsi su chi fossero quei marciatori, istintivo per molti fu aggregarsi al fiume di gente che inneggiava pacificamente all’educazione e alla scienza per la pace, alla nonviolenza come mezzo per unire le Nazioni, allo stop alla guerra e agli esperimenti nucleari, al rispetto e all’amore reciproci, alla libertà e all’indipendenza per tutti i popoli.Sono trascorsi 50 anni dalla prima Marcia, diciotto sono state fino ad ora le edizioni (tra ordinarie e straordinarie). E’ mutato il mondo

View P oint 09

Page 12: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

10 View P oint

e la Perugia-Assisi ha saputo rincorrere, interpretare e anticipare la richiesta di pace, di speranza, di giustizia, di libertà. La Perugia-Assisi ha voluto dare delle risposte alla società civile e quest’anno si svolgerà il 25 settembre 2011 con lo stesso slogan della prima edizione: “Marcia per la pace e la fratellanza dei popoli”. Nell’incipit dell’appello di convocazione alla Marcia si legge: “Ci sono persone che meritano la tua e la nostra attenzione. Giovani che non riescono a trovare un lavoro, altri che vivono nella precarietà, ragazze e ragazzi che non si possono permettere di studiare, persone che si sentono uno zero perché nessuno le ha mai valorizzate, gente intimidita e ricattata dalle mafie e dalla criminalità organizzata, famiglie che faticano ad arrivare alla terza settimana, gente senza casa, persone che pagano le tasse nel nostro paese a cui neghiamo i diritti di cittadinanza, operai che muoiono sul lavoro, anziani soli e abbandonati, giovani che perdono la vita per difendere i diritti umani, bambini strappati all’infanzia e alle

proprie famiglie, donne violentate, abusate e sfruttate, persone terrorizzate dalla guerra e dalla violenza, gente che muore ammazzata in carcere, altra che muore nel deserto o nel Mediterraneo cercando di sfuggire alla guerra, alle persecuzioni e alla miseria. Ci sono donne, bambini e uomini a cui non viene nemmeno riconosciuta la dignità di esseri umani, che sopravvivono in condizioni drammatiche senza pace né giustizia”.Ed è proprio in nome della dignità e dei diritti di ogni persona che avrà senso percorrere i 24 km che da Perugia conducono ad Assisi.Saranno soprattutto i giovani i veri protagonisti di questo cammino, i giovani sono il futuro, solo i giovani possono contribuire a portare il vero cambiamento. Ce lo hanno dimostrato i ragazzi promotori della rivoluzione araba, alcuni dei quali marceranno insieme ai partecipanti, provenienti da tutte le regioni d’Italia e da vari paesi del mondo. Il 23 e il 24 settembre, alla vigilia della Marcia Perugia-Assisi, si svolgerà

ad Umbria Fiere il Meeting “1000 giovani per la pace”, una straordinaria occasione per progettare insieme una vita migliore. D’altra parte il pensiero di Aldo Capitini è un

Immagini storiche (dell’archivio della “Tavola della pace”) di un evento in cui cambiano i volti ma rimane lo spirito

Page 13: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

View P oint 11

pensiero giovane. A cinquant’anni di distanza dalla prima Marcia il suo pensiero, infatti, vive ed è ancora capace di interpretare, spiegare e proporre punti di vista fecondi ed efficaci per

comprendere la realtà. “Nell’idea di “fratellanza dei popoli” si riassumono molte delle scelte urgenti – prosegue l’appello della Perugia-Assisi - che dobbiamo fare per superare la crisi che stiamo vivendo”.Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace, sostiene che è importante continuare a marciare tutti insieme “Perché la giustizia e la pace restano ancora oggi un sogno e un diritto irrealizzato per centinaia di milioni di persone, perché la guerra continua a devastare la vita di tanta gente e a guidare la politica di molti governi nel mondo. Perché abbiamo bisogno di costruire una politica nuova, perché la pace diventerà realtà solo quando ciascuno si assumerà l’impegno di fare qualcosa per raggiungerla”. La Perugia-Assisi è la manifestazione per la pace più longeva al mondo, il bisogno di camminare l’uno accanto all’altro urge soprattutto perché, nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia, abbiamo il dovere di

difendere e attuare la nostra Costituzione e ricordare a tutti che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.Ma chi organizza la Marcia per la pace Perugia-Assisi? Sono giovani, prevalentemente donne, che portano avanti in modo permanente l’ufficio in Via della Viola a Perugia. Uniti dagli stessi valori, consapevoli che spesso “la pace non fa notizia”, ma che solo con il contributo di ognuno, a partire dalle pratiche quotidiane, si può costruire una società accogliente, meritocratica, che sappia agire nel rispetto del prossimo. Ed insieme ad Associazioni, ad Enti Locali, al Sacro Convento di San Francesco di Assisi, a professionisti, a giornalisti, a volontari e stagisti lavorano giorno dopo giorno per costruire non solo un evento, non una colorata giornata, ma un percorso basato su un’agenda politica scritta a più mani, condivisa e attenta ai bisogni della società civile. ●

Tre principi di nonviolenza 1. La nonviolenza non può non essere in opposizione alla società di oggi, poiché questa pratica la violenza

2. La nonviolenza va portata come metodo per le grandi

lotte sociali e politiche, come “rivoluzione aperta”

3. La nonviolenza non è passiva, ma attiva, per

conoscere gli aspetti della violenza e per smascherarla

“Un solo essere, purché sia intimamente persuaso, sereno e costante, può fare moltissimo, può mutare situazioni consolidate da secoli, far crollare un vecchiume formatosi per violenza e vile silenzio”

(Aldo Capitini, 1966)

Page 14: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE
Page 15: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

faCt

oryDai benedettini

ai Gaslini

View P oint 13

L’ alba di un lunedì di metà luglio. In una collina a nord di Perugia, la luce del sole posa sul rosone policromo dell’Abbazia di

Montelabate. Più a valle una Land-Rover avanza lentamente sull’antico tratturo che porta all’antica Abbazia benedettina. Una scia di polvere bianca si chiude dietro di lei, confondendo i caratteri della targa inglese e l’immagine del conducente con guida a

destra. Per un attimo la memoria ci riporta al luglio del ’43, quando in quella stessa strada i contadini di Corbiniano, scorsero una colonna di carri tedeschi in ritirata. Oggi la causa della visita è molto più nobile.Si tratta degli studenti dell’università di Cambridge con il loro professore archeologo Simon Stoddart.Stanno conducendo una ricerca per stabilire se anticamente in quei luoghi gli Etruschi

avevano realmente abitato, creando un avamposto di confine con i territori insediati dagli Umbri. Il dottore agronomo Rosatelli Antonio che gestisce dal 1998 l’azienda Fondi Rustici Montelabate, è certo che la loro ricerca porterà sicuri risultati. Attualmente l’azienda è di proprietà della Fondazione Gaslini di Genova, creata nel 1949 da Gerolamo Gaslini per sostenere l’ospedale pediatrico per la cura, la difesa e

Pier Paolo Vicarellidi

Paesaggi incontaminati e panorami suggestivi per un complesso ricco di tradizione e cultura

Page 16: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

l’assistenza dell’infanzia e della fanciullezza che aveva edificato con un atto di amore nel 1931 a Genova dopo la morte della sua giovane figlia Giannina. L’ospedale, oggi, conta 500 posti letto e più di 2000 dipendenti. La potente autonomia economica e religiosa dei benedettini ha lasciato ancora intatti nei secoli i suoi millesettecento ettari di boschi e terreni lavorati a grano, girasole, viti, con declivi di oliveti dai quali si ricava un ottimo olio extravergine con il tradizionale sistema di molitura a freddo. Dai ricordi dei coloni più anziani, ci perviene che fin dagli anni Trenta, Montelabate ha dato da vivere ad oltre 50 famiglie di agricoltori. Con 10 ettari di lavorato si ottenevano fino a 200 quintali di grano. Negli scantinati del monastero sopravvive ancora integra una macchina a vapore Breda del 1871, usata per la trebbiatura del grano. Adiacente ai

magazzini delle provviste c’è ancora l’antico frantoio a mole di pietra. “Sono i simboli di una civiltà contadina che non c’è più, ci racconta il dottor Rosatelli, che ha saputo far tesoro della grande eredità lasciata dalla regola benedettina “Ora et Labora”. Lavorare

con fede e libertà le bellezze del creato per raccogliere con sobrietà i suoi frutti, per il sostentamento di tutti. Subito dopo gli anni della mezzadria il sistema agricolo ha subìto il fenomeno della marginalizzazione dei terreni più impervi e meno produttivi,

14 View P oint

La potente autonomia economica e religiosa

dei benedettini ha lasciato intatti nei secoli i suoi millesettecento

ettari di boschi e terreni coltivati

Page 17: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

in seguito al quale alcuni poderi periferici dei possedimenti sono stati abbandonati. Oggi nell’azienda di Montelabate funziona un moderno frantoio dotato di un sistema di separazione dell’olio a freddo e senza aggiunta di acqua alla pasta di olive

dell’olio, che garantisce un prodotto di alta qualità, molto apprezzato dai consumatori con acidità che non oltrepassa lo 0,25% e ricchissimo di polifenoli (antiossidanti potenti ottimi per la salute). Ma l’offerta dell’azienda guarda al futuro proponendo

un modello di sviluppo sostenibile che attinge ai valori del passato. “Abbiamo in mente di realizzare una fattoria didattica, recuperando un antico casale, esordisce con ottimismo Rosatelli. Un metodo formativo in collaborazione con le scuole per riportare i giovani vicino all’austero messaggio benedettino, fondato sul nobile proposito del lavoro, per recuperare le conoscenze legate alla ricchezza della terra, alla flora, alla fauna ed al rispetto dell’ambiente. L’immagine dell’Umbria nel mondo deve passare soprattutto attraverso questo messaggio. Montelabate con i resti dei suoi vari castelli, del suo ponte daziario sull’antica via per Gubbio, ed i suoi percorsi collinari immersi nella natura è una ricchezza che attrae visitatori stranieri da ogni dove; noi per primi dobbiamo imparare ad apprezzare e promuovere questa secolare eredità.” ●

View P oint 15

oggi nell’azienda funziona un moderno frantoio con un

sistema di separazione dell’olio a freddo e senza aggiunta di acqua alla pasta di olive

Uno scatto degli scavi (concessi dal Ministero) per la ricerca di antichi insediamenti a Montelabate.

Page 18: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

Via Donizetti, 33 - 06132 San Sisto - Perugia Tel. +390755270753NANImodaF A S H I O N S T O R E

NANImodaF A S H I O N S T O R E

Page 19: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

peo

pLe

Bagagli sempre pronti e una vita in giro per il mondo a sudare e pedalare per ottenere i propri trionfi, una vera e propria passione

per il proprio lavoro che annienta quasi del tutto la fatica degli allenamenti, curati con dedizione e peculiarità in ogni loro dettaglio. Questa è Monia Baccaille, atleta umbra di Marsciano, ciclista su strada e su pista che vanta un palmares davvero eccezionale, solo per citarne alcuni, un campionato europeo vinto nel 2006 ad Atene, due campionati italiani strada Elite nel 2009 e 2010 e svariati

altri successi in giro per il mondo. Nelle gare internazionali corre nel team di un certo Mario Cipollini, un nome importante nel ciclismo italiano.A che età è salita in sella e come è nata la sua passione per il ciclismo?La passione per la bici nasce a soli 7 anni grazie ad una mia amichetta di nome Elisa che mi ha avvicinato a questo sport. Nasce come un gioco e lo resterà per sempre.Chi è il suo idolo?Me stessa, non ho un idolo in particolare, a me piace quello che faccio e lo faccio con

passione e serenità.Nella stagione 2011 ha cambiato squadra approdando nel team MCipollini, come va la nuova esperienza e quali sono gli obiettivi stagionali? Devo specificare che io faccio parte del Gruppo Sportivo delle Fiamme Azzurre, Polizia Penitenziaria, e alle gare internazionali faccio parte della MCipollini Giambenini. La MCipollini Giambenini è una squadra di primo livello in Italia e nel mondo, ci sono atlete davvero in gamba, qui grazie alla professionalità ed

Una poliziotta tutta distintivo e ciclismo

View P oint 17

Barbara Maccaridi

La ventisettenne atleta marscianese, pluricampionessa italiana ed europea, corre da quest’anno col team di Cipollini

Page 20: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

18 View P oint

al rispetto reciproco abbiamo creato un ottimo gruppo, affiatato e capace di saper affrontare qualsiasi momento di gara con lucidità e consapevolezza dei propri mezzi. Sono già arrivati degli ottimi risultati, per quanto mi riguarda quest’anno sono molto soddisfatta di quello che ho potuto dimostrare, ho già vinto 3 gare e la stagione è ancora lunga. La mia stagione ha però come punto chiave il mondiale di fine settembre, la mia preparazione è basata tutta su quell’obbiettivo visto che il percorso mi si addice molto. Sono partita forte in febbraio e marzo vincendo la 3° tappa al tour del Qatar e il gran premio Vaiano, gara di apertura in Italia, poi ho un po’ recuperato e ho affrontato il Giro d’Italia come preparazione per la seconda parte di stagione, sono uscita in grande condizione e ho subito ottenuto una bella vittoria al Gp di Cento. Ora la condizione cresce giorno dopo giorno, e tutti gli appuntamenti mi porteranno al meglio ad affrontare il mondiale.Ci spieghi com’è la vita di un atleta in giro per il mondo, pro e contro.La vita di un atleta è tutto un fare e rifare le valigie, rincorrere aerei, lunghi viaggi in macchina e pochi giorni a casa. Purtroppo non c’è molto tempo per vedere il panorama o le città dove ci troviamo, siamo sempre concentrate sugli appuntamenti che ci aspettano, però posso dire di aver visto tutti i continenti grazie al ciclismo. Le esperienze che tutti i giorni viviamo ci aiutano molto anche nella vita quotidiana, le culture con cui ci troviamo a contatto e con cui ci confrontiamo ci fanno riflettere e ci creano un carattere forte e determinato, lo sport è un gran insegnamento di principi e di vita.Qual è a preparazione fisica che segue prima di iniziare una stagione?La mia stagione non finisce mai, da ottobre

a febbraio corro in pista e da febbraio a settembre su strada. Durante la stagione su pista lavoriamo molto pure in palestra per ottenere il massimo equilibrio del nostro corpo.Il momento più bello e quello più brutto della sua carriera?Il momento più brutto è sicuramente l’infortunio subito nell’inverno 2010 durante il campionato europeo in pista dove ho riportato la frattura della clavicola. ho dovuto subire un intervento per rimetterla in asse e mi hanno inserito una placca e ben 6 viti che ancora oggi mi danno un po’ fastidio. Momenti belli della mia carriera ce ne sono stati molti, la mia prima vittoria tra le professioniste nel 2006 alla Coppa dei Laghi la ricordo ancora perfettamente, su tutti il campionato europeo vinto nel 2006 ad Atene, ma i 2 campionati italiani strada Elite nel 2009 e 2010 sono stati una grande impresa. Tutte le emozioni vissute ai mondiali del 2007 con la Bastianelli iridata, nel 2009 con la Guderzo iridata e nel 2010 con la Bronzini iridata quando facevo parte della squadra, sono state veramente forti e importanti.Lei è la testimonial per lo sport della

provincia di Perugia dal 2009, un riconoscimento importante…Si, sono molto legata alla mia terra.Londra, agosto 2012, Olimpiadi, quali pensieri e quali emozioni le suscita questa data?E’ il sogno di ogni atleta coronare la propria carriera con una Olimpiade, la mia preparazione per Londra è già iniziata, speriamo che vada tutto per il meglio. Nel 2010 è stata protagonista di un sexy calendario per Cyclepassion, com’è andata l’esperienza davanti alla macchina fotografica?E’ stata una bellissima esperienza, nasce dal fatto che oltre ad essere cicliste siamo donne, è stato divertente, una parentesi della mia vita. Cosa fa Monia quando non va in bici, quali sono i suoi hobby?Di tempo ne rimane veramente poco a disposizione ma tra una gara e l’altra mi piace fare compere e andare al cinemaHa già pensato a cosa fare quando “appenderà la bici al chiodo”?Non ho ancora fatto progetti, per il momento continuo ad andare in bici con le stesse motivazione di venti anni fa. ●

“La passione per la bici nasce a 7 anni grazie ad una mia amichetta”nasce come un gioco e lo resterà per sempre

La vita di un atleta è tutto un fare e rifare le valigie, rincorrere aerei, lunghi viaggi in macchina e pochi giorni a casa

Page 21: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

View P oint 19

Uno scatto in stile “modella” per la campionessa nata a Marsciano

Page 22: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

Gra

phic

by

Fat c

hick

en s.

n.c

Page 23: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

Gra

phic

by

Fat c

hick

en s.

n.c

Page 24: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

L’ amore per la propria città, per le proprie radici, per il dialetto e per il cibo, per i profumi e per il paesaggio, per le opere

architettoniche e per la gente che la popola è ciò che ha ispirato negli anni ’50 un gruppo di perugini veraci a fondare l’Associazione culturale “Famiglia Perugina”. Prese il via il 20 dicembre del 1957 e da principio ne fecero parte il Sindaco Berardi, il Prefetto Carattoli, il Presidente della Corte d’Appello Berarducci, il Professor Bruno Bellucci, il pittore Gerardo Dottori, gli industriali Bruno Buitoni e Mario Spagnoli, e tanti altri professionisti, docenti, possidenti, ma pure noti artigiani quali i Mazzerioli. Lo Statuto fu redatto da un trio di esperti nel Diritto: il Prefetto Carattoli, il Notaio Francesco Tei e l’Avvocato Dante Magnini. E fu proprio durante la presidenza ventennale di quest’ultimo illustre cittadino, che la “Famiglia” puntò decisamente all’allargamento della base con il coinvolgimento di tutti gli strati sociali della città: gli iscritti arrivarono a circa 1500, inglobando circa 6000 cittadini. Le due parole “famiglia perugina” racchiudono un forte significante, quasi a simboleggiare l’esistenza di un legame “parentale” che lega chi ne fa parte e che converge non solo nell’essere di Perugia, ma nell’avere “la peruginità”. Eppure, viene da chiedersi: cosa è

la peruginità? Come si fa a possederla? N e l l o s t a t u t o

modificato per l’ultima volta

il 20 gennaio 1986, tutt’ora vigente, è specificato nell’articolo 4 che

“Possono appartenere alla categoria dei Soci Effettivi coloro che, avendo superato l’età di anni 18, comprovino di esser nati nel territorio del Comune di Perugia, oppure, essendo nati altrove, discendere da una famiglia perugina, od avere la residenza in Perugia da non meno di trenta anni”. Ma non basta. Chi ambisce ad essere membro deve contribuire a rendere la città luogo migliore, di scambio e di crescita. Lo scopo dell’Associazione, infatti, si legge

nell’articolo 2 del sopracitato Statuto è quello di “mantenere fra gli associati, e possibilmente fra i perugini tutti, il senso storico, umanistico, tradizionale della nostra terra”, ma anche “tutelare gli interessi della Città e delle frazioni del Comune, tanto nell’ambito della storia, dell’arte, del costume, quanto nelle contingenze immanenti della vita economica, culturale, sociale, ecc. e nel divenire di Perugia sotto ogni aspetto, ed in tale azione ispirandosi all’esempio dei migliori Perugini, che ci hanno preceduto e che hanno meritato dalla Patria, la memoria dei quali va serbata e rievocata, affinché le nuove generazioni possano conoscere e non dimenticare le glorie del nostro passato cittadino e comunale” ed infine: “promuovere ed effettuare lo studio dei più importanti problemi civili e formulare concrete proposte sulle questioni più vitali

La famiglia perugina, simbol o dell’acropoli

L’associazione culturale nata alla fine degli anni ‘50 oggi vanta oltre duecento soci effettivi innamorati della propria città

Floriana Lentidi

22 View P oint

asso

Ciation

Page 25: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

La famiglia perugina, simbol o dell’acropoli

View P oint 23

della Pubblica Amministrazione, inserendosi, quale libera voce della Città e del Comune, negli esami e nelle discussioni dei problemi stessi”. Nella sede dell’Associazione, in via del Verzaro, nel cuore del centro storico di Perugia, abbiamo avuto il piacere di incontrare il presidente Fabio Versiglioni e il vicepresidente Giovanni Brozzetti, e dopo una panoramica sulla situazione generale della città, abbiamo parlato dell’andamento della “Famiglia Perugina”. “Se si vuole tenere attiva questa Associazione – hanno dichiarato Fabio Versiglioni e Giovanni Brozzetti – c’è molto lavoro da fare. Attualmente i soci effettivi sono 220. In passato erano poche le realtà associative, forse anche per questa ragione si contavano più iscritti. La sfida è far partecipare chi fa parte dell’Associazione non solo creando momenti di convivialità

come cene, gite, escursioni, ma anche far conoscere angoli sconosciuti, aspetti tipici e particolari del proprio territorio”. Ci sono altre Associazioni che hanno l’obiettivo di far vivere e rivivere il borgo. La “Famiglia Perugina” lo fa cercando di incidere a livello politico, destando attenzione e interesse da parte dell’amministrazione. Leggendo i giornali locali sembra che uno degli ostacoli maggiori per la città sia la “non-sicurezza” legata da una parte alla forte presenza di stranieri e dall’altra allo spopolamento delle vie cittadine. Il problema, secondo Versiglioni e Brozzetti, è insito nell’assenza di un punto di vista urbanistico lungimirante: “è mancato il piano regolatore. La peruginità oggi è far tornare il sereno”. Il Presidente incalza: “E’ necessario sviluppare aspetti positivi. Pur essendo una piccola

realtà abbiamo il compito di essere presenti, vigili, farci sentire di più avendo il coraggio di prendere posizioni controcorrente, purché obiettive e che sappiano rispondere ai bisogni delle persone”. E’ per tale motivo che in ogni periodo dell’anno e con frequenza molto ravvicinata si mettono in programma attività ed eventi volti a stimolare l’interesse degli Associati, familiari ed amici, verso la città.Innegabilmente l’iniziale “Famiglia Perugina” era alquanto elitaria, ma senz’altro autorevole ed ascoltata: un punto certo di riferimento nel panorama civile della città. Adesso ha aperto il proprio sguardo, si avvale di trasversalità e inclusione. “In questa fase storica occorre pure che l’Associazione si apra sempre più ai giovani – spiega Giovanni Brozzetti- che sono e saranno i nuovi cittadini ed è proprio verso di loro che noi anziani dobbiamo rivolgere la nostra più assidua attenzione per trasmettere l’attaccamento alla città. Ci rivolgiamo ai Vecchi Soci perchè trovino il modo di condurre dentro la Famiglia i loro figli e chiediamo loro anche che si facciano carico di fare proposte per ogni tipo di iniziativa che vada nella direzione degli scopi che vogliamo raggiungere. Sappiamo bene come i giovani in questa nostra era si vadano orientando verso interessi senza confini, ma sarà sempre opportuno ricordare che la civiltà ha tratto la sua linfa vitale in primo luogo all’interno delle mura della Città, intesa come luogo in cui l’uomo si è sempre confrontato con il suo prossimo”. ●

Una peculiarità della “Famiglia” è il poter assegnare il “Grifone d’onore” a chi, Perugino e non, arricchisce la Città con opere od imprese degne di rilievo

in qualsiasi campo di attività, premiando – in sostanza - l’eccellenza. In passato sono stati premiati nomi di prestigio come Giuseppe Ermini, Salvatore Valitutti, Alba Buitoni, Mario Spagnoli, Vincenzo Siciliani, Maria Antonietta Paolini, Gerardo Dottori, Franco Venanti, il Sodalizio San Martino, il ricercatore prof. Falini, gli Amici della Musica, il pugile Gianfranco Rosi e tanti altri.

Grifone d’onore:massimo riconoscimento

Page 26: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE
Page 27: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

riev

oC

azi

on

e

La competizione motociclistica Milano-Taranto nasce nel 1932 come naturale prolungamento del raid Milano-Napoli meglio conosciuto

con l’appellativo di “Coppa del Duce”. Dopo i successi delle prime edizioni promosse per motorizzare gli italiani, Mario Deintrona, competente appassionato tarantino incline

all’arte delle due ruote, ottiene dall’allora presidente del Motoclub Italia, Ugo Leonardi, il desiderato prolungamento fino alla sua città. “Non era una manifestazione per signorini”, amano ricordare i veterani, e alla mezzanotte in punto del 2 maggio 1937 il primo concorrente iscritto alla “6° Coppa del Duce, nonché 1° Milano-Taranto” si lancia per

le impervie strade d’Italia fino in fondo allo “stivale”. Gli iscritti furono 135, ma dei 116 partenti soltanto 57 giunsero al traguardo. Vinse Guglielmo Sandri su Moto Guzzi che percorse i 1280 chilometri a 140 Km/h di media. Stivaloni con i lacci, pantaloni alla zuava, giubbetto con il numero legato sul pettorale, caschetto di pelle, occhialoni di vetro, tanta

Rievocazione motociclistica della Milano-Taranto

View P oint 25

Pier Paolo Vicarellidi

Da San Martino in Colle, alle porte di Perugia, venticinque anni in moto lungo lo stivale

Page 28: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

26 View P oint

polvere e un’infinita passione. Un’impresa da leggenda. Centauri d’altri tempi! L’ultima Milano-Taranto agonistica è stata disputata nel 1956, il vincitore, Pietro Carissoni, tagliò il traguardo sul lungomare Vittorio Emanuele di Taranto alla guida di una Gilera 500 Sport con il tempo di 12 ore 7minuti e 32 secondi, alla media 106,630 Km/h. Il secondo classificato, Franzosi su Bianchi 250 Sport, arrivò con due minuti di ritardo. Da allora i motori delle moto da competizione hanno taciuto sulle strade d’Italia fino al 1986 quando dalla volontà degli organizzatori del Moto Club Veteran di San Martino in Colle è nata la rievocazione storica della mitica maratona motociclistica. Nel cuore dei centauri di tutte le età, il ruggito della passione poteva così ridestarsi meditando

nuove avventure e nuovi traguardi rivissuti sul tracciato di una delle più antiche corse in linea del mondo, quasi a voler sfogliare un libro di storia scritto da nomi altisonanti del motociclismo come Ubbiali, Provini, Masetti, Mendogni, Pagani, fino allo spoletino Venturi e al perugino Capocci. Li chiamavano cavalieri della modernità; hanno fatto conoscere in Italia e nel mondo marchi prestigiosi come Bianchi, Guzzi, Mondial, Gilera, Ducati, Morini, MV Agusta, Benelli.Con una buona “manciata” di orgoglio possiamo riconoscere che il merito del successo di questa rievocazione storica giunta al prestigioso traguardo dei venticinque anni, è di un perugino “doc”, nonché motociclista verace, che risponde al nome di Franco Sabatini

da San Martino in Colle. Personaggio tenace, antiretorico, con una passione indelebile, che rifiuta gli onori ma li distribuisce; nei suoi occhi scorrono figure in bianco e nero consegnate alla storia del motociclismo, che ogni anno, allo scoccare della mezzanotte milanese, rivivono nella memoria collettiva, grazie anche al supporto e la supervisione delle sue tre figlie Lina, Natalina e Claudia, senza dimenticare l’ombra protettrice della moglie Wilma. Perugini sono anche Sandro Scargetta, Franco Venanti e Francesco Quintaliani, artisti che hanno prestato il loro pennello per rappresentare con originali dipinti le edizioni della manifestazione; a questi si sono aggiunti lo spoletino Tito Tedeschi, Massimo Meschini e il pugliese Mario Lacitignola.

Con oltre 120 partecipanti stranieri la Milano-taranto, svoltasi dal 3 al 9 luglio, ed organizzata dal veteran Motoclub di san Martino in Colle, è diventata una manifestazione internazionale, che promuove l’immagine dell’italiae dell’Umbria nel mondo

Le piccole cilindrate fino 175cc. e gli scooter degli anni Cinquanta, sono state le protagoniste di una categoria denominata “le gloriose”, appositamente creata per la ricorrenza della 25° edizione, nella quale è stato ricordato il pilota perugino alberto Capocci, detto “Bugatti”, che nel 1950, con la sua Morini 125, adibita a noleggio, giunse 8° in 19 ore e qualche minuto, alla media di 75 Km orari

Page 29: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

View P oint 27

“Negli anni Trenta, la gran fondo motociclistica si chiamava “Coppa Mussolini” e si svolgeva lungo il percorso Milano–Napoli. Il perugino Ivo Montesi vinse la categoria 350cc. in 10 ore e 5 minuti. Dei 105 partenti, solo 53 taglieranno il traguardo. Le edizioni degli anni Cinquanta, furono più popolari e più vicine a noi ragazzi di 50 anni fa. Noi appassionati, residenti in Umbria partivamo di buonora per andare ad aspettare il passaggio dei concorrenti sui tornanti di Radicofani”

PROFILO DEL PATRON FRANCO SABATININato fra i sapori della cultura contadina, fin da giovinetto ha dimostrato indomita volontà nel perseguire la via del sapere e l’esuberante capacità nell’apprendere i segreti della vita, facendo tesoro degli insegnamenti dei maestri di un tempo, primo fra tutti suo padre Natale, fondatore dell’Officina Sabatini a San Martino in Campo. Lì negli anni Trenta confluivano e risorgevano mezzi meccanici di ogni tipo, dalle macchine agricole alle moto. “Ero molto piccolo, ricorda Sabatini, e mio padre mi voleva sempre vicino nei momenti importanti, soprattutto in officina dove pretendeva che imparassi velocemente tutto quello che riguardava la meccanica e il dominio della stessa”. Per l’esigenza di fare

tutto in casa, l’Officina Sabatini è stata una delle prime ad avere il tornio e la fresa; si doveva riparare di tutto e perciò si è dovuto imparare a fare qualsiasi lavoro pur di giungere ad una soluzione. La frase ricorrente che il giovane Franco sentiva dire da suo padre era: “la necessità aguzza l’ingegno”. Lui infatti si era fatto da solo, figlio di contadini e senza soldi, aveva imparato il mestiere negli anni 1931-32, e già nel ’33 aveva preso in affitto il locale dove nacque la prima piccola bottega meccanica situata tra le prime case di San Martino in Colle. Dopo anni di duro lavoro, nel 1942 acquistò l’attuale officina, conservata con scrupolosa cura dal figlio, che ne ha fatto un tempio del motociclismo d’epoca. Sabatini, si è sempre ricordato degli insegnamenti ricevuti dal padre

ed è diventato più di un bravo meccanico, tanto che, nell’immediato dopoguerra il Conte Borselli, proprietario del prestigioso marchio Mondial, lo ha voluto con lui nella sua gloriosa fabbrica di moto, lasciandolo approdare al reparto corse, alla corte dei grandi campioni del tempo, dei quali conserva gelosamente foto, scritti e documenti nella sua fornitissima biblioteca. Le sue esperienze però non si sono fermate alle moto, negli anni ’80 l’infaticabile Franco si è impegnato nella costruzione di biciclette da corsa nientemeno che per il grande Gino Bartali, divenuto per diverso tempo un abitudinario di San Martino. Oggi come allora la sua officina è il ritrovo di tanti personaggi e piloti senza tempo, ricolma di volti e di storia. ●

Page 30: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

Via C. Cecci - 06088 S. Maria degli Angeli Z.I. (Assisi - PG)Tel 075 8044475 - Fax 075 8048266E-mail: [email protected] www.saciprofessional.com

Prodotti e attrezzature per piscine Sistemi di dosaggio automaticoAnalisi e trattamento acqua

Page 31: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

eart

h

Il Club Alpino Italiano di Perugia nasce nel 1875, per volontà del professor Giuseppe Bellucci, personaggio risorgimentale, amico di Quintino

Sella, con il quale condivideva la passione per la montagna. Una passione definita di “zoccolo duro” dove non veniva disdegnato l’atteggiamento di sfida, tra personaggi di “elite cittadina” che apparivano a volte stravaganti agli occhi dei pastori di un tempo, abituati a spostarsi sui monti con

i loro greggi per sopravvivere. Salire un sentiero di montagna passo dopo passo, ha sempre rappresentato un desiderio di libertà e di attaccamento alla propria terra che gli umbri hanno continuato a manifestare nel tempo. Dopo la pausa dovuta alla seconda guerra mondiale la sezione del Club perugino riprende l’attività sotto la guida di Mario Gatti e Marcello Staffa, dedicandosi alla speleologia e all’escursionismo, con formidabili scoperte

nelle grotte di Montecucco e Titignano. Dopo il 1950, la scuola degli escursionisti speleologici perugini crea una costruttiva sinergia con altre scuole nazionali. Negli anni Sessanta si sviluppano le attività didattiche legate alle discipline alpinistiche, grazie anche al contributo del maestro Giulio Vagniluca, al quale è stata dedicata l’attuale scuola intersezionale di alpinismo e sci alpinistico. Con il passare degli anni il numero dei partecipanti alle attività,

CAI di Perugia quasi 140 anni di attività

View P oint 29

Pier Paolo Vicarellidi

Nato nel 1875, organizza escursioni per tutti i livelli di preparazione. Ma non solo

Page 32: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

30 View P oint

i principi fondanti del Club alpino sono la conoscenza della montagna nei suoi aspetti naturalistici, antropologici e botanici, nel rispetto e la valorizzazione dell’ambiente paesaggistico. Un luogo dove persone appassionate possono ritrovarsi per praticare una sana attività per la cura del corpo e dello spirito.

aumenta sensibilmente, in relazione alle diverse specializzazioni offerte dal club, con una pluralità di discipline che oggi abbracciano tutte le richieste degli appassionati della montagna.

LE ATTIvITàIl club attualmente è diretto dal presidente Angelo Pecetti, ed organizza escursioni per vari livelli di preparazione: Trekking urbano, turistico, arrampicate per esperti, con l’ausilio di attrezzature per scalatori di parete, di falesie, di ghiacciai e vie ferrate, con un gruppo di rocciatori attivo non soltanto sui monti italiani, ma anche in quelli dei vari paesi europei. Nel Club Alpino di Perugia è attiva anche una scuola di alpinismo giovanile diretta dall’esperto

Pierluigi Meschini. Una sezione è dedicata al Canyoning, attività di discesa in forre, come quelle praticate nelle cavità del Rio freddo a Montecucco, dove è necessario l’ausilio di attrezzature speciali per penetrare nelle viscere della terra. Negli ultimi due anni l’attività legata alla speleologia ha accresciuto la sua organizzazione di corsi di introduzione e specializzazione alla disciplina esplorativa, molto apprezzata nel nostro territorio. Il gruppo escursionistico comprende anche una sezione dedicata alla pratica della Mountain Bike, con i cosiddetti “rampichini” che sfidano i sentieri dei nostri Sibillini con audacia e spettacolarità.Le attività invernali offrono entusiasmanti escursioni con ai piedi le caratteristiche

racchette da neve chiamate “ciaspole”, sui più suggestivi percorsi innevati della nostra regione.Il Club Alpino di Perugia svolge anche una importante attività di soccorso alpino e speleologico. Organizza serate culturali e conferenze nelle quali vengono approfonditi temi letterali e naturalisti, evocando le tradizioni e le antiche leggende dell’andare per i monti, allietate anche dalle note musicali del coro “Colle del Sole”.La sezione CAI di Perugia svolge anche attività di volontariato per il monitoraggio di sentieri ubicati tra il fiume Tevere e il lago Trasimeno, con un coordinamento regionale che coinvolge altri club del territorio e le Comunità Montane. ●

il Club persegue una attività qualificata con 776 soci che praticano alpinismo, escursionismo, speleologia, sci alpino, sci di fondo, trekking, Canyoning, Mountain Bike, Corsi per rocciatori, con sezioni a perugia, foligno, spoleto, Gubbio, Città di Castello, Gualdo tadino, terni ed orvieto.

Monte Tezio 21.5.1922 posa della targa in ricordo di Giuseppe Bellucci fondatore nel 1875 della Sezione CAI Perugia

Page 33: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

View P oint 31

“non sono solo le grandi imprese a far gli amici, ma anche le meno grandi, anche l’andar per monti e per valli, anche l’andar qualche volta per il mondo insieme…”

SETTEMBREsabato 3 domenica 4: Gruppo del SorapisI Monti di Gualdo (Gruppo MTB rampichini)Monti ad est del Terminillodomenica 11: Sentiero Italia- da Monte Alago a Colfioritodomenica 18: Raduno Regionale delle Sezioni Cai UmbreRaduno Regionale di Alpinismo GiovanileMontarale (Gruppo MTB rampichini)

OTTOBREsabato 1: Monte Amiatadomenica 2: Il Bramito del Cervodomenica 9: Castelli Romanivenerdì 14-sabato15-domenica16: Torino,Venaria e Castello di Bardsabato 15: Monte Favalto (gruppo MTB rampichini)

domenica 23: I Sentieri del Cascianosabato 29: Sicilia, gruppo fuordirocciadomenica 30: Da Radicofani a San Casiano, tra crete e bagni caldi

NOvEMBREMartedì 1: Parco dell’Uccellinadomenica 6: Calanchi di Civita di Bagnoregiovenerdì 11: Cena di Fine Stagionedomenica 13: Rupe di Orvieto, sotto, sopra e dentrodomenica 27: Rinascimento a Città di Castello

DICEMBREdomenica 4: Amici di Manliogiovedì 8: Gita di Chiusura Sul Gruppo del Serano consegna delle aquile d’oro ai soci

Passeggiare in autunno

Page 34: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

Il titolo di questa nuova raccolta di Ga-briella Bianchi, “Il cielo di Itaca”, editore Lieto Colle, torna ad evocare la celebre isola greca, luogo concreto e topos

dell’immaginario mitologico, emblema del viaggio simbolico e del ritorno di Odisseo alla casa, agli affetti, alle radici, alla pace. Già, infatti, Gabriella aveva chiamato una raccolta “Cartoline da Itaca”, in cui, almeno dal titolo, questa piccola isola remota non sembra meta agognata e sfuggente, ma un hic et nunc dell’approdo già realizzato. Ep-pure solcando le asciutte quartine di que-sto nuovo libro, che si porgono, in genere in forma di aforismi e flash apodittici, l’im-pressione è quella che in nessun luogo cita-to, dal giardino alla casa, alla città, si possa rintracciare un luogo, come se ovunque i confini, le pareti, le atmosfere, l’incombe-re di un’ossessione che arriva al cielo o ne promana, dissolvano ogni concretezza, ogni possibilità di appiglio. La stessa Itaca nella prima quartina si identifica in un cielo “in cui siedono perplessi/ angeli feriti dagli umani”, Tindari “sospesa sul mare” incarna l’inconsistenza, l’inquietudine, la dispersio-ne, l’impalpabilità che investe l’esistenza di chi pronuncia i versi, e Perugia “ha pelle scarna di vecchia/ che dorme all’addiaccio”. La piccola casa del poeta è “solo un mantel-lo” che le fa dire: ”Sono una stanza vuota/ una finestra aperta/ sull’abisso- graffiata/ da guizzi di rondini”.

Nei luoghi aperti, tendenti all’infinito si muove la vita di chi tenta di sfuggire a un incubo: ”Mia madre è una corriera/ di fon-dovalle/che cerca scampo alle tempeste/ annidate alle vette”, e stanze vuote di tut-to si prolungano in un cielo inquietante:” Il cielo d’Aprile è pesto”, un cielo che “non ha radici/ e si allontana”.Anche la morte è un perpetuo andare ver-

so non si sa quale meta, e non la raggiunta pace, la stasi in cui, in genere si rappresenta: “Sei in viaggio – madre/ sei dentro il viag-gio/ così ti penso/ nella tua solitudine nuo-va”.Tutto sembra narrare claustrofobie della solitudine:” Le ferie d’agosto/ sono ombre che si staccano dai muri/ mi prendono a calci/ e sghignazzano”, tutto, anche presen-

Brunella Bruschidi

32 View P oint

po tiCh

ee Il cielo di Itaca di Ga briella Bianchi

“Vorrei che la poesia fosse pane fragrante

un viatico per entrare nella durezza del giorno”

Page 35: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

View P oint 33

Il cielo di Itaca di Ga briella Bianchi

ze naturali nella città estiva è ossessivo, esa-sperante:” Le cicale come baccanti/ agitano i sistri nelle trame dell’afa la città/ è una tor-refazione di umori”.Eppure nulla può essere letto come l’imme-diatezza di uno sfogo, solo il racconto di una personale sofferenza, perché la distanza che separa questo dalla poesia è sorveglia-ta e consapevole: le immagini, come in un

quadro di Magritte, rivelano una mostruo-sità che non è di mostri, il “monstrum”, il prodigio orroroso, ma delle cose familiari, è l’occhio di un impersonale grandangolo a cui la realtà si consegna in flash di svisature e vuoti, di surreali scorci d’incubo: ”La pan-china è il capolinea/ di gente senza volto/ che come me/ ha esaurito ogni storia”, “Il cielo è un drappo viola tessuto di fulmini/ il

prato fosforescente/ non ha difese”.Ci sono poi diverse trame intrecciate a que-sto essenziale ordito, una di esse è la denun-cia di una società contemporanea che non ha più nulla di umano: ”In questo esilio di autobus/ su strade di colla e tabloid/ la vita è al laccio/ sulle sponde del vero”. “I monaci birmani fatti a pezzi/ chiedevano giustizia e libertà/ i frati francescani stanno chiusi/ nelle loro fortezze calde”. “ I poveri trascor-rono in esilio/ tutta la vita/ costretti a vede-re ogni giorno/ violentato il dolore”. “ Più di trent’anni che è morto Pasolini schiacciato dalle suole del potere/non perché amasse gli inguini maschili/ ma per l’ustione delle sue idee”.E un’altra molto significativa: la riflessione sulla parola poetica, anch’essa spesso osti-le e da “ammaestrare”. “…parole feline/ fu-nambole inquiete/ riottose al morso”.La poesia non è, dunque, rifugio o consola-zione, tanto meno salvezza, ma ricerca e ar-dua conquista di consapevolezze: ”Limpidi tagli di parole/ cerca la mia poesia/ quando si fa consapevole/del bene e del male”.In questo scenario si profila la necessità di “un ritorno ad Itaca”, che pure è luogo-non luogo, meta indecifrata (l’isola che non c’è), e il viaggio, che è parallelo a quello della vita, mostra il suo vero volto, che è quello stesso del vento senza approdo, che “d’improvviso s’impenna e cade/ poi risorge scrollandosi dal manto/ fogliame e umori”. ●

Nel precedente articolo su Marco Viscomi, anziché “in senso leopardiano ante litteram” leggi:” in senso leopardiano post litteram”

Errata Corrige

Le illustrazioni, nell’ordine: “Le spine”,

“Il silenzio” (in copertina) e ”Tenerezza”

sono di Vittoria Bertolucci

“ Perugia è una sibillaseduta sul crinalee scolpita dai venti

e dagli specchi del sole”(Gabriella Bianchi)

Page 36: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

A Montelovesco fra storia e natura

Tra natura incontaminata e paesaggi mozzafiato, un complesso ricco di storia e cultura

natU

reSulle vestigia di un antico castello,

sorge a Montelovesco un luogo dal sapore antico e moderno: il Palazzo del Gastaldo. Le origini del suo nome

ci riconducono ad un toponimo medievale, identificato nel XI secolo a memoria di una struttura difensiva collocata proprio sulle alture del “Colle del Gastaldo”, quando Perugia e Gubbio si disputavano i territori di confine che delimitavano i loro Comuni.In seguito alle sorti della guerra del 1258, venne imposto a Gubbio di abbattere i castelli che facevano da caposaldo ai propri possedimenti, ma il castello di Monte Episcopi (oggi Castiglione Altobrando e la residenza del Gastaldo non furono mai abbattute, quasi ad evocare una presenza che si perpetua dal tempo dei Longobardi, quando un amministratore dei beni chiamato “Gast-Ald”, esercitava la cura dei suoi bellissimi possedimenti. Oggi la famiglia di Renato Vaiani di Umbertine

ha raccolto questa preziosa eredità, offrendo ai visitatori non solo l’arte dell’accoglienza e le specialità culinarie legate alla storia del territorio e delle sue genti, ma soprattutto una dimensione di benessere incontaminato ed arricchito dalla possibilità di usufruire della unicità dei paesaggi, del clima e della qualità della vita.

OFFERTA TuRISTICANella proprietà si può usufruire della piscina e del solarium, si possono percorrere sentieri tracciati nel parco dove è possibile ammirare, passeggiando, diverse specie di erbe officinali che crescono spontanee insieme a fiori altrettanto rari e splendidi da vedere. Nella stagione autunnale con un po’ di fortuna si possono trovare tartufi e funghi di vario tipo nei boschi all’interno dell’agriturismo. Percorrendo il sentiero che costeggia il laghetto, dove si può praticare pesca sportiva, c’è la possibilità di vedere lepri,caprioli e volatili.

IL PAESAggIOLa sommità del Montelovesco offre un suggestivo panorama: ad ovest la collina mostra l’intera Valtiberina a nord-est è possibile vedere le bellissime montagne della catena appenninica ed in particolari giornate limpide anche i monti Sibillini. L’azienda agraria comprende nei suoi 18 ettari di terreno, un parco e coltivazioni varie. I prodotti sono tipici delle campagne umbre, olio d’oliva, vini vari, alberi da frutta e nel periodo da maggio a settembre si possono gustare anche prodotti ortofrutticoli.

NEI DINTORNIA breve distanza dal casale è possibile ammirare bellissimi santuari Protoromanici e del XIII secolo, grotte naturali e piccole cascatelle del fiume “ANA”. Percorrendo la strada panoramica che porta a Gubbio “magnifica città Medioevale” s’incontra un circolo ippico dove si possono organizzare divertenti passeggiate a cavallo. ●

34 View P oint

Page 37: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

View P oint Expert division

Capelli fragili cosa fare

scheda 5

rita

gia

re p

er

est

rarr

e la

sch

ed

a

I capelli sono dei particolari tipi di peli che ricoprono il cuoio cappelluto proteggendo il cranio. Si formano dai follicoli piliferi a cui sono associate ghiandole che producono sebo: una

sostanza protettiva di superficie. La di-stribuzione, il colore e la lunghezza sono stabilite geneticamente. I capelli hanno un loro ciclo vitale distinguibile in 3 fasi: ana-gen, catagen e telogen. La fase anagen è la più lunga dura da 2 a 7 anni e tende ad ac-corciarsi con l’invecchiamento, i capelli di-ventano più sottili e corti. La fase catagen è passeggera va da 7 a 21 giorni, il follicolo interrompe la replicazione. La fase telogen è la fase di riposo dura circa 3 mesi dopo di che il capello viene espulso. L’85-90% dei capelli si trova in fase anagen, il 10-15% sono in catagen o telogen. Si perdono dai 30 ai 60 capelli al giorno, quando si supe-rano i 100 si parla di fase patologica della caduta. Nei mesi di agosto-ottobre cosi’ come in primavera si verifica un picco nel-la perdita dei capelli (telogen effluvium). Altri fattori che favoriscono la caduta dei capelli sono stress, diete drastiche, malat-tie sistemiche, febbre elevata, interventi chirurgici, anestesie generali, stress, malat-tie tiroidee, diabete…

Quando intervengono uno o più di questi fattori si verifica un passaggio brusco nella fase telogen con intensa caduta che può risolversi spontaneamente ma può richie-dere un intervento per non generare un diradamento importante. La caduta dei capelli può essere influenzata anche da variazioni ormonali (post parto, meno-pausa) o può esserci una predisposizione genetica (alopecia androgenica). In questi casi aumenta la concentrazione

dell’enzima 5-alfa-reduttasi che trasforma testosterone in deidrotestosterone il quale ha un ruolo fondamentale nel favorire il processo di miniaturizzazione del follicolo pilifero, ne consegue una riduzione di folli-coli attivi fino all’atrofizzazione.La caduta dei capelli va sempre com-battuta in fase di esordio del problema a prescindere dalla causa e soprattutto l’intervento deve essere costante e ciclico nel tempo. I trattamenti tricologicici che si possono sviluppare sono diversi: Lavaggi delicati usando uno shampoo neutro che non alteri l’equilibrio del cuoio capelluto, di trattamento specifico se ci sono proble-mi di forfora, seborrea o altro che posso-no favorire la caduta. Usare lozioni, fiale o spray che contengano attivi energizzanti, vitaminici, di ancoraggio del capello, anti alfa-5-reduttasi. Possono essere utili anche integratori specifici che apportino mi-nerali, vitamine, amminoacidi utili per la struttura cheratinina di cui si compone il capello. Ogni trattamento deve essere fat-to almeno 2 volte l’anno e per una durata sufficiente di almeno 2 mesi.

Dott.ssa Chiara Paparellidi

Farmacista specializzata in dermocosmesi

responsabile di reparto farmacia Bolli 1833

Il mese dei capelli 15% di sconto

presentando il coupon pressola FARMACIA BOLLI 1833riceverai uno sconto del 15% sui prodotti per la cura dei capelli

FARMACIA BOLLI 1833 - Via dell’Ala, 15-d - 06134 - Ponte Felcino (Pg)

Page 38: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE
Page 39: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

la riabilitazione non si occupa soltanto di casi che possiamo classificare come “ortopedici”, quelli di cui abbiamo parlato nei precedenti numeri della

rivista, ma anche di patologie denominate “neurologiche”. Di questa categoria fanno parte tutti i disturbi che si verificano in seguito a quello che può essere un danno provvisorio o permanente e alle volte progressivo del sistema nervoso centrale o periferico. Il sistema nervoso centrale (SNC) è in pratica il nostro cervello, il computer del nostro corpo, quello che comanda le esecuzioni motorie e decisionali della nostra vita. il sistema periferico è l’insieme di collegamenti e contatti che ci sono tra il SNC e il resto del nostro corpo, comprese le vie attraverso le quali i segnali nervosi viaggiano, i cosiddetti nervi. C’è da premettere in seguito alla suddetta distinzione che le patologie del sistema periferico e le patologie dell’apparato locomotore (quelle ortopediche per intenderci) possono in alcuni casi verificarsi contemporaneamente. un esempio su

tutti la grave frattura di una vertebra e il danno al midollo osseo in seguito alla sezione di un nervo con conseguente invalidità del paziente costretto alla sedia a rotelle. Nel caso dei danni al SNC invece parliamo per lo più in ambito riabilitativo di quelli che sono gli ICTUS o le ISChEMIE transitorie che provocano nel paziente un permanente o, appunto, transitorio deficit del movimento ad una parte del corpo, o la gamba destra e il braccio destro o viceversa la gamba e il braccio sinistro. Infine per fare una panoramica abbastanza completa dei casi neurologici trattati in fisioterapia non possiamo dimenticare quella che è una grave patologia che colpisce spesso anche in età

precoce che è il morbo di Parkinson. Il MDP è un disturbo del movimento provocato dalla degenerazione di alcune cellule del cervelletto, la zona dalla quale si intrecciano e partono i segnali deputati al movimento coordinato e mirato del nostro corpo. Purtoppo le patologie neurologiche sono sicuramente quelle più gravi perche ogni volta che ci troviamo davanti alla sezione di un nervo o alla morte di una cellula nervosa ci troviamo davanti a dei danni permanenti ed irreversibili. In questi casi comunque l’intervento del fisioterapista può aiutare a potenziare al massimo quelle che sono le capacità residue e le possibilità di compensazione del paziente. ●

weL

Lnes

s

View P oint 37

La riabilitazione nelle patologie neurologicheNella cura di ogni problema l’unione tra le discipline aumenta la riuscita del trattamento

Questa rubrica dedicata al benessere e alla salute con l’aiuto del nostro esperto Federico Boila da oltre quindici anni all’interno dello studio fisioterapico e riabilitativo POLIS svolge la sua professione avvalendosi delle più moderne tecnologie per soddisfare ogni richiesta. Boila sarà lieto di rispondere alle domande dei nostri lettori scrivendo a: [email protected] o all’indirizzo dello studio Polis in Via Mascagni, 39 - 06132 San Sisto Perugia tel 075.5292185

Federico Boiladi

Anche nei casi più gravi il fisioterapistapuò aiutare a potenziare al massimo quelleche sono le capacità residue del paziente

PUBB.BOLLI 1833

Page 40: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

Procedimento: PROCEDIMENTO PER LA PASTA DI PATATE: Bollire le patate con la buccia e, successivamente, sbucciarle a caldo, passarle a passatutto e for-marci una fontana insieme alla farina. Rompere le uova al centro della fontana, aggiungere il sale e la noce moscata ed iniziare ad impastare formando un panetto (come per gli gnocchi).PROCEDIMENTO PER LA FARCIA: Una volta puliti e lavati i funghi, tri-folarli in padella tagliati a fette spesse con l’olio, la becca d’aglio intera, sale e pepe. Successivamente, con l’aiuto di un frullatore, ottenere una crema di funghi alla quale verrà amalgamata la ricotta. Aggiustare di sale se necessario.Stendere con il matterello, usando molta farina, uno strato di pasta di patate dello spessore di circa 1 cm. Ritagliare, con l’aiuto di un “coppa-pasta”, dei cerchi del diametro di circa cm. 5. Disporre al centro la farcia, inumidire i bordi con un pennello bagnato e chiudere coprendo con un altro disco di pasta, dello stesso diametro e spessore. Cuocere le mezze-lune in abbondante acqua leggermente salata e saltarle in padella con una generosa noce di burro e delle erbe aromatiche finemente tritate (si abbinano particolarmente bene, il timo, il rosmarino e la maggiorana).

Girasoli di patate ai porcini ed erbette aromatiche

Luigi Zeppettidi

Chef della Trattoria del Borgo

di Perugia

INGREDIENTI LA PASTA DI PATATE (per 4 persone): Patate gr. 500 – Farina “00” gr. 200 – Uova n. 2 – noce moscata e Sale q.b. INGREDIENTI: Funghi porcini freschi gr. 200 – ricotta gr. 200 – una becca d’agio – olio extra vergine, sale e pepe q.b.

foo

d&

win

e

il sommelier consiglia

Via Madonna del Pia, 44 Bevagna (Pg) Italy tel. 0742.360395 fax 0742.369147

[email protected] www.cantinadionigi.it

Nei boschi iniziano a spuntare, allora come resistere? Il porcino è il re dei

funghi, vediamo un paio di ricette, quella

dello chef e quella della nostra nonna pre-ferita, per cucinarlo al meglio. Ah, ovvio, se non siete esperti di funghi o se siete pigri,

Sfida ai fornelli: il secondo è in tavola

38 View P oint

Page 41: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

A confronto la tecnica di uno chef e i segreti e l’esperienza di una casalinga

Nonna Tinadi

Sfama da oltre 30 anni marito

e tre figli

280 gr. Riso Carnaroli - 200 gr. Funghi Porcini Freschi - 1 Manciata Insala-ta Rucola - 2 Pomodori Pelati - 1 Spicchio Aglio - Prezzemolo Tritato - 1 Cipolla - 1 Bicchiere Vino Bianco - 100 cl. Brodo Vegetale - 4 Cucchiai Olio D’oliva Extra-vergine - Sale - Pepe Bianco

Riso funghi e rucola

Procedimento: Lo ammetto, il riso non è che sia proprio riconducibile ad una ricetta umbra. Pero è un alimento che nella mia cucina, sia da mamma che poi da nonna, non è mai mancato. Così visto che il periodo dei funghi si avvi-cina, vi racconto come preparo il riso ai porcini con la rucola. Comincio con il mettere due cucchiai d’olio, aglio e metà cipolla (questi ultimi due tritati) in una casseruola. Dopo di che faccio saltare i funghi a pezzetti per 1 minuto. Unisco i pomodori, anche questi a pezzettini, e aggiungo sale, pepe. Il tutto rimane sul fuoco per non più di 5-7 minuti. Sminuzzo la rucola e la aggiungo, poi verso un paio di cucchiai di brodo e lascio andare per altri 5 minuti. Altra casseruola sul fuoco, con l’olio restante faccio tostare il riso qualche minuto, unisco il vino e un mestolo di brodo. Faccio cuocere il tutto mettendo di volta in volta altro bro-do, tenuto in caldo. A metà cottura unisco il preparato con i funghi che abbiamo fatto in precedenza. Quando il riso è quasi cotto, spengo e lo lascio coperto per un paio di minuti per farlo amalgamare bene. Prezze-molo fresco e via in tavola.

Si trova in una delle più suggestive zone del territorio umbro, nel Comune di Bevagna, in una zona collinare circondata anche da boschi e produce princi-

palmente vino e olio di oliva dal 1896. Lontano dal traffico cittadino e dai rumo-ri, produce con tecniche all’avanguardia il vino che ha reso famose queste terre. L’azienda è di piccole dimensione ed è a conduzione familiare, quasi la totalità del prodotto viene venduta in azienda instaurando cosi un rapporto diretto con il consumatore che in questo modo ha la possibilità di constatare direttamente la bontà dei prodotti offerti. Produciamo circa 60.000 bottiglie di vini D.O.C. e D.O.C.G. come il Grechetto dei Colli Martani, il Motefalco Sagrantino, oltre ad al-tri vini eccellenti; una delle nostre passioni è il vino passito, infatti ne produciamo quattro tipologie. Inoltre nella nostra azienda è possibile acquistare dell’ottimo vino sfuso ed un altrettanto squisito olio di oliva. LA CANTINA, recentemente ristrutturata, ospita al suo interno una accogliente SALA DEGUSTAZIONE. Sarete accompagnati in una visita guidata nella nostra cantina, potrete vedere le botti dove il nostro vino si affina, assaggiarlo ed infine acquistarlo direttamente. Capi-rete il percorso che affronta l’uva, dalla vite, la sua lavorazione, al prodotto finito e potrete apprezzare il lavoro che facciamo con passione da sempre. Si organizzano visite guidate prenotazione per gruppi di almeno 15 persone

L’azienda

La Cantina Dionigi produce vino fin dal 1896 quando Gabriele si trasferì assie-me alla sua famiglia, da Assisi a queste suggestive colline situate nel comune

di Bevagna. Individuò da subito i tipi di colture più adatte a queste terre: l’ulivo e la vite; sussiste, infatti, un particolare equilibrio tra altitudine, clima e terreno che rendono molto apprezzati i prodotti che ne provengono. Nel corso degli anni sono state selezionate le varietà che meglio si sono adattate e quindi le tecniche per trasformare i prodotti in olio D.O.P. e vini D.O.C.G. dal corpo e sapore inconfondibile. Il rosso di Montefalco, il Sagrantino di Montefalco nelle versioni passito e secco, ma anche il generoso Grechetto dei colli Martani, oltre ad altri vini eccellenti. Tuttora i discendenti di Gabriele coltivano queste colline con lo spirito di sempre, volto a migliorare costantemente la qualità dei propri prodotti, per il loro ed altrui piacere.

La nostra storia

Denominazione Grechetto i.g.t. Umbria Zona di produzione Bevagna vitigno 100% Grechetto Esposizione vigneto Nord Età dei vigneti 5/15 anni Altitudine 260 m s.l.m. Sistema di allevamento Guyot e Cordone speronato Numero ceppi per ettaro 5.500 Caratteristiche terreno Calcareo Argilloso Produzione per ettaro 80 q. li vinificazione In bianco con fermentazione in acciaio a temperatura controllata di 18 ° C Maturazione 6 mesi in acciaio Affinamento in bottiglia 2 mesi Bottiglie prodotte Circa 2.500 Caratteristiche Colore giallo paglierino, al naso risulta delicato e florea-le, in bocca vellutato e armonico Abbinamenti Antipasti, primi piatti e piatti classici di pesce Temperatura di servizio 12/14° C.

Umbria Grechetto i.g.t.

tra un po’ negozi e supermercati saranno pieni del nostro regal porcino. Accendiamo i fornelli.

Sfida ai fornelli: il secondo è in tavola

View P oint 39

Page 42: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

I profumi del bosco

Trattoria del Borgo La passione per il buon mangiare umbroSalumi produzione propria, prodotti freschi di stagione, carni umbre garantitepasta fresca fatta in casa, vieni a scoprire i piatti della tradizione umbra

Trattoria del Borgo Via della Sposa, 23/a - Tel.075.5720390

Page 43: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE

Un click e scopri quanto stai risparmiando

Next Power realizza impianti energetici da fonti rinnovabili per info 075.5171771 - 335.6647689 - 335.6647690 - [email protected] - www.impiantiesicurezza.net

Next PowerENERG IA NATURALE DAL P IANETA TERRA IMPIANTI SICUREZZA s.n.c.by

con un semplice click sapraicosa sta facendo il tuo impianto, quanto sta producendo,

quanto stai risparmiando e se ci sono anomalie.Il tutto in tempo reale

Gra

phic

by

Fat C

hick

en

Page 44: viewpoint_07_settembre_2011_ARCHIVE