Tumore al colon - La dieta Naturale - il libro La frutta ... · É vero che i tumori benigni non...

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Tumore al colon cos’è e come evitarlo Diego Pagani

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Tumore al colon

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Diego Pagani

Che cos’è il tumore all’intestino (colon)? Cancro al colon: come evitarlo.

Introduzione

Per tumore al colon - in oncologia - s’intende una crescita di cellule maligne nell’intestino crasso, sia cieco che colon, cioè nell’ultima parte dell’intestino, o nel retto. Il tumore rettale interessa invece gli ultimi 15 centimetri di questo tratto intestinale (retto), mentre sono rari i casi di cancro all’intestino tenue. Unitamente, queste forme rappresentano una delle maggiori cause di decesso per tumore.

Il carcinoma si sviluppa più frequentemente nel colon (circa il 72%) e meno sovente nel retto (circa il 28%); i medici dichiarano che questo tipo di cancro si può sanare o prevenire se diagnosticato in tempo.

…o può essere evitato del tutto seguendo una dieta naturale…

Come vedremo, nella gran parte dei casi in realtà, questo tipo di tumore si determina da parte della generazione preparatoria dei cosiddetti polipi: lesioni dovute a una crescita delle cellule alterata, che in origine sono benigne e che però nel tempo sono capaci di mutare in carcinoma maligno.

Intestino e colon

Questo tipo di tumore è causato dalla proliferazione delle cellule della mucosa che rivestono internamente la parete intestinale.

Il colon occupa l’ultimo pezzo dell’intestino: prima il cibo attraversa l’esofago, dirigendosi nello stomaco dove viene digerito, poi procede verso il piccolo intestino, dove le sostanze nutritive sono digerite e in parte assorbite. Il cibo digerito e le fibre finalmente raggiungono la parte intestinale chiamata “colon”, nel quale il resto dei nutrienti saranno assorbiti.

Con gli “scarti”, si formeranno le feci, che prima di essere espulse saranno spinte verso il sigmoide (l’ultima parte del colon), poi, attraverso il retto, all’ano.

IN SINTESI ESTREMA POSSIAMO DEFINIRE IL TUMORE IN QUESTI TERMINI:

Il nostro organismo è composto da cellule molto piccole, queste nascono, crescono e muoiono costantemente; a volte alcune cellule si dividono e crescono senza motivo apparente causando un’accrescimento anormale detto cancro o tumore. Se il cancro non invade il tessuto e le parti vicine si usa il termine di tumore benigno, altrimenti diventa maligno.

É vero che i tumori benigni non sono quasi mai mortali, ma è altresì vero, che spesso si trasformano in maligni. Le cellule cancerose possono estendersi in molte parti del corpo tramite i canali linfatici e i vasi sanguigni.

Cancri e tumori, di solito si generano da una crescita esagerata di cellule normali, chiamate “polipo”. In un polipo le cellule possono continuare a crescere senza controllo diventando cancerose. Per questo la medicina dice che prima i polipi vengono scoperti ed eliminati, maggiore sarà la possibilità di evitare un tumore maligno.

…però quello che non dice è il perché si formano questi polipi, ma lo vedremo più avanti…

In base alla parte del corpo colpita da un tumore, gli viene dato un nome specifico anche se, per esempio, un tumore che parte dal colon e si diffonde ad altre parti del corpo, sarà comunque e sempre chiamato “cancro al colon”.

I trattamenti e le cure di solito puntano ad uccidere o a controllare le cellule cancerose che si sviluppano in maniera anomala, ma mai o quasi, si tenta di capire le vere cause di questa anomala crescita.

Le cause, vere e presunte

Parte della medicina sostiene ancora che la maggioranza dei tumori al colon siano di provenienza sporadica, ovvero che non presentano fattori scatenanti noti: il tumore all’intestino può formarsi anche a causa di malattie intestinali croniche e infiammatorie, tipo il morbo di Crohn, o la rettocolite ulcerosa (è una malattia infiammatoria cronica intestinale che coinvolge selettivamente la mucosa del retto e/o del colon).

Sempre secondo alcuni medici il 25% circa dei cancri al colon sarebbe da riportare a una inclinazione familiare: a volte se un individuo ha parenti che hanno sviluppato questo tipo di tumore è più facile che anche lui venga colpito dallo stesso tipo di tumore. Questo potrebbe anche essere vero, ma è vero che di solito all’interno di una famiglia si osservano le stesse abitudini alimentari. Quindi, anche se si possedesse una genetica ereditaria “difettosa”, quest’ultima potrebbe essere attivata (o meno), in funzione del tipo di alimentazione.

Quali sono i principali fattori di rischio per questa patologia secondo la medicina ufficiale? √ L’età: il 90% circa ha più di cinquant’anni.

√ Ereditarietà genetica: se un cancro colorettale o polipi adenomatosi sono stati riscontrati soprattutto nei genitori o nei fratelli, la probabilità di venirne colpiti è più alta. Tra le condizioni genetiche ereditarie che potrebbero innescare questa malattia troviamo: la Pol iposi adenomatosa familiare (questa colpisce circa un individuo su diecimila formando nell’intestino numerosi polipi, con un’alta probabilità che uno o più di questi si tramuti in tumore) e la Sindrome di Lynch che è conosciuta come “Cancro ereditario non poliposico del colon” (un tipo di cancro provocato da mutazioni genetiche del sistema di riparazione del DNA, il quale si trasmette come carattere autosomico dominante. Sembra che il 90% degli uomini e il 70% delle donne che presentano queste caratteristiche genetiche possa sviluppare questo tumore anche prima dei 70 anni).

…e se continuano a mangiare come hanno sempre fatto, è quasi sicuro…

√ Altri problemi di salute: la percentuale è più alta nelle persone affette da malattia infiammatoria cronica dell’intestino come la colite ulcerosa o la malattia di Crohn. La colite (infiammazione continua del colon), può aumentare le probabilità di sviluppo del tumore all’intestino.

√ Ripetizione degli eventi: se un paziente ha già rimosso in passato un cancro o un polipo è facile che si ripresenti.

..a meno che, non cambi dieta…

√ Condizioni fisiche: sovrappeso, obesità e scarsa attività fisica aiutano la formazione di tumori, anche al colon. Gli obesi di sesso maschile hanno una probabilità del 50% più alta di sviluppare questo tumore. La percentuale si alza nei casi di obesità grave. Per le donne obese invece,

sembra che la differenza di rischio rispetto alle donne di peso normale sia minore rispetto agli uomini.

v Vizi: alcool e fumo, oltre a tutto il resto, possono anche essere responsabili di questo tipo di cancro. Sembra che fumare possa aumentare la percentuale di questa malattia fino al 25%. Un incremento di sole due unità alcoliche al giorno produce un aumento del rischio di tumore al colon di circa l’ 8%.

√ Alimentazione: è accertato che il rischio aumenta notevolmente quando la dieta contiene un alto contenuto di grassi, soprattutto se di origine animale. Interessante sottolineare che anche la scienza ufficiale sostiene inequivocabilmente che una dieta ricca di frutta e verdure riduce la possibilità di incorrere nel tumore al colon. …e in tutti gli altri…

La medicina ufficiale sa spiegare con certezza quali sono i motivi scatenati di questi tumori?

Nonostante i medici riescano ad individuare la parte del corpo dove il cancro si è formato, secondo il loro parere, la vera causa non può essere identificata con precisione. Per questi motivi di “incertezza” presumono che il cancro all’intestino si diffonda più facilmente tra i famigliari, consigliando a chi ha dei parenti stretti che hanno sviluppato questa malattia, di sottoporsi a visite periodiche preventive.

…spero che qualche medico chieda al paziente anche che tipo di dieta segue, e non solo quanti parenti malati di cancro ha…

Chi sostiene la responsabilità genetica si esprime così:

“Le cellule contengono i cromosomi che sono materiali ereditari, e questo materiale genetico controlla lo sviluppo delle cellule. Il tumore sembra che si sviluppi da cambiamenti che si manifestano nei cromosomi, quando il materiale genetico in una cellula diventa anormale, può non essere più in grado di controllare lo sviluppo della cellula. Cambiamenti improvvisi nel materiale genetico nascono per svariati motivi e questa tendenza potrebbe essere ereditaria. I cambiamenti nei material i genetici potrebbero presentars i anche pe r co l pa d i un’esposizione ad infezioni, al consumo di droghe, al fumo, a sostanze chimiche, o altri fattori”.

…ho sottolineato in neretto le parti che ritengo interessanti, sono tutti condizionali e non spiegano nulla, siamo nel mondo delle ipotesi…

Sintomi

Come si manifesta questo tipo di tumore e quali sono i maggiori sintomi?

Il cancro al colon presenta sintomi variabili e differenti: secondo della posizione in cui compare, della sua estensione e anche della presenza di emorragie o ostruzioni. Alcune volte i sintomi possono essere confusi con quelli di altre malattie dell’apparato addominale o intestinale, quindi spesso sottovalutati.

Inizialmente il tumore all’intestino è asintomatico o con sintomi difficilmente riscontrabili; infatti nella maggior

parte dei casi i polipi non presentano sintomi e soltanto il 5% circa possono causare perdite di sangue. Si tratta del “sangue occulto”, rilevabile solo con un esame delle feci.

Alcuni sintomi iniziali sono spesso: stanchezza e mancanza di appetito, ma anche più gravi come anemia, perdita di peso e stitichezza alternata a diarrea. Questi però sono tutti sintomi comuni a moltissime altre situazioni patologiche più o meno gravi, per questo di solito non viene prestata molta attenzione.

Nel tempo questo tipo di tumore può provocare sintomi più specifici come occlusione o sub-occlusione intestinale. Se il tumore diventa molto grande può provocare improvvisi gonfiori e distensione addominale, dolori addominali, vomito e una grave interruzione di evacuazioni dovute ad un abnorme assenza di movimenti intestinali; oppure a blocco intestinale che rappresenta un’emergenza medica e chirurgica.

I tumori presentano vasi sanguini più sottili e delicati quindi con maggior tendenza a sanguinare, questo porta spesso ad emorragie interne al colon. In questi casi un sintomo molto comune è il sangue mescolato alle feci.

Anche in questo caso non è facile stabilire con esattezza la causa, per esempio tracce di sangue sulla carta igienica indicano a volte problemi di emorroidi, di ulcera, o di ragadi anali. Oppure cambiamenti cromatici delle feci sono causate anche dal consumo di integratori di ferro o di alcuni tipi di medicinali antidiarroici.

diagnosi

Come si diagnostica un tumore all’intestino?

Si dice che la diagnosi precoce del cancro al colon sia la soluzione migliore per aumentare la probabilità di guarigione, ma come abbiamo visto, questa patologia spesso non presenta sintomi evidenti. Viene quindi consigliato di sottoporsi a visite specialistiche, sopratutto quando si pensa di rientrare in una delle categorie a rischio: età, patologie dei famigliari e storia medica personale.

…oppure quando si segue un’alimentazione ricca di grassi e prodotti animali…

La diagnosi più immediata per diagnosticare la possibilità di avere un tumore al colon è fatta tramite la palpazione dell’addome, con questo semplice metodo è facile scoprire eventuali masse tumorali. Se si sospetta un cancro del colon-retto, questo metodo è comunque insufficiente a determinare con certezza la presenza di un tumore.

Ci sono alcune metodologie che la medicina usa per determinare con più certezza la presenza o meno di questo tipo di tumore: la colonscopia o la rettosigmoidoscopia.

Questi esami possono evidenziare una crescente lesione nell’area dell’ano o del retto o rilevare un polipo o una lesione cancerosa.

La sigmoidoscopia:

Inserendo un telescopio rigido nel retto o nella parte più bassa del colon (sigmoide), i medici possono controllare eventuali anomalie all’interno del colon. La rettosigmoidoscopia differentemente dalla colonscopia, osserva solo la prima parte dell’intestino.

La colonscopia:

Questo esame è più profondo della sigmoidoscopia poiché viene usato un tubo più lungo e flessibile che raggiunge la prima parte del colon attraversando tutto il retto. La sonda utilizzata per la colonscopia è dotata di telecamera che riprende tutto il percorso inviandolo ad un monitor.

A volte, durante l’esame endoscopico, viene rimossa una piccola parte di tessuto anomalo o i polipi (biopsia). Tramite la biopsia lo specialista può rilevare il tumore nei tessuti prelevati.

Esistono altri esami utili a diagnosticare il tumore all’intestino, uno dei più comuni è la Tac. Tramite una macchina a raggi x, i medici possono controllare la presenza di eventuali anomalie all’interno dell’addome.

Il clistere al bario

Un metodo che aiuta a diagnosticare questo tipo di tumore è il clistere al bario (un elemento metallico di colore argenteo, tenero e molto tossico). Questo liquido bianco una volta nel retto, aiuta tramite i raggi x, ad osservare lo stato di diffusione dl tumore nell’intestino.

Cura e terapia

Come si può curare il tumore all’intestino?

Dalle statistiche, sembrerebbe che negli ultimi anni, la percentuale di sopravvivenza per i trattamenti del cancro al colon sia aumentata. La cura dipende anche dallo stadio in cui si trova questa patologia, se in fase iniziale la procedura comune richiede un’intervento chirurgico: asportazione del tratto di intestino in cui è presente il tumore. Per evitare che alcune cellule tumorali si riformino nella stesso posto, è prassi che dopo l’operazione segua anche una terapia adiuvante.

Quando il cancro al colon è in stato avanzato, è probabile che altri organi come il fegato siano ormai assaliti dal tumore (metastasi) e in questi casi non è più possibile intervenire chirurgicamente. A questo punto le alternative della medicina tradizionale sono altre e vengono scelte in base allo stadio di gravità del tumore.

Radioterapia

La radioterapia (radiazioni ad elevata energia) viene utilizzata nei casi in cui il tumore interessa maggiormente il retto e talvolta è impiegata prima dell’intervento chirurgico.

La radioterapia utilizzata per combattere il cancro al colon si utilizza o prima dell’intervento chirurgico in modo da ridurre la massa tumorale. In caso di di tumori in stadio avanzato non operabili, la radioterapia viene usata per tenere controllati i sintomi e per cercare di rallentare la progressione del cancro.

La radioterapia si può usare esternamente, bombardando l’intestino con onde per uccidere le cellule cancerogene, oppure internamente (brachiterapia) tramite una sorta di "tubo" radioattivo che viene inserito nell’ano fino a raggiungere il tumore.

Chemioterapia

La chemioterapia consiste in un cocktail micidiale di farmaci che uccide le cellule tumorali.

…ma non solo, a quanto pare devasta anche tutto l’organismo perché non distingue tra le cellule cancerogene e quelle sane…

Questa procedura viene impiegata in tre differenti metodologie:

√ prima della chirurgia e insieme alla radioterapia con l’intenzione di ridurre l’estensione del tumore.

√ dopo l’intervento chirurgico per prevenire recidive (ricomparsa del tumore).

√ in casi di stadio avanzato del tumore è utilizzata per alleviare i sintomi rallentandone la progressione.

Con la chemioterapia si cerca di combattere il cancro facendo uso di sostanze chimiche tossiche, molto forti e pericolose, che causano: nausea, vomito, perdita dei capelli e tra l’altro mette a grave rischio il funzionamento del sistema immunitario.

Farmaci Biologici

I farmaci biologici sono medicinali relativamente nuovi, creati per interagire con alcuni componenti vitali delle cellule tumorali e come nel caso del tumore al colon, per rallentarne la crescita.

Questi farmaci colpiscono normalmente due proteine: il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (VEGF) o dell'epidermide (EGFR).

Sembrerebbe che questi farmaci biologici non possano venire utilizzati per tutti i casi, sarebbe necessario possedere alcune caratteristiche genetiche, inoltre il loro utilizzo è legato anche allo stadio più o meno avanzato del tumore.

Chirurgia

I dati statistici dicono che in un caso su cinque, quando si diagnostica il tumore al colon, questo è già in uno stadio troppo avanzato per poter intervenire chirurgicamente.

La chirurgia rimane comunque il principale trattamento, anche se spesso da sola non è sufficiente per combattere la malattia.

Quando il cancro si presenta in uno stadio iniziale è possibile rimuovere chirurgicamente solo una piccola parte della parete dell’intestino, ma spesso viene rimossa una sezione di colon e a volte di linfonodi.

Non sempre durante l’operazione e possibile ricongiungere i due lembi dell’intestino, una pratica necessaria per recuperare pienamente la funzionalità intestinale.

Quindi si ricorrere spesso alla colostomia, cioè la creazione di un nuova uscita per le feci sull’addome (praticamente ricostruiscono un’ano artificiale da qualche parte sulla pancia). La colostomia, a seconda dei casi, può essere temporanea o permanente.

Con questa operazione si perde completamente il controllo intestinale, infatti per prevenire fuoriuscite impreviste, è prassi normale porre un sacchetto sopra l’apertura del colon per raccogliere le feci.

Durante l’operazione di solito vengono sezionati i linfonodi per verificare se e quanto, il cancro si sia diffuso anche fuori dal colon.

Rischi e complicazioni

Ecco alcuni rischi e complicazioni conseguenti l’intervento chirurgico atto ad asportare il tumore al colon:

√ complicazioni legate all’anestesia, tra cui: ictus, insufficienza renale, polmonite e coaguli di sangue nelle gambe. Questi coaguli possono spostarsi dalle gambe ai polmoni causando carenza di respiro, dolori al torace e anche embolia polmonare (morte).

√ rischi associati al tipo di intervento chirurgico come: grave infezione a livello cutaneo, note come “peritonite”, questo può richiedere una cura a base di antibiotici ed eventualmente un’altro intervento chirurgico.

√ perdite di sangue durante o dopo l’operazione: possibilità di una trasfusione di sangue o di un’altra operazione.

√ Cicatrici cutanee che possono essere, oltre che poco estetiche, anche molto dolorose.

Durante questo tipo di operazioni chirurgiche (per molti motivi) si possono presentare delle complicazioni anche gravi, che coinvolgono i seguenti organi:

√ Stomaco e intestino (possono per errore venire perforati)

√ problemi alla Milza

√ vescica e ureteri (potrebbero venire lesi)

√ utero e ovaie (potrebbero venire lesi)

√ danni alla parete dell’addome che potrebbero richiede un’ulteriore intervento

√ possibili formazione di ernie attraverso le incisioni a causa della parete interna dell’addome debole (potrebbe richiedere un’altra operazione)

√ complicazione o fallimento dell’anastomosi, solitamente ciò provoca un’infezione addominale che richiede una successiva operazione chirurgica

Dopo l’intervento

Ad operazione conclusa il paziente non dovrà mangiare o bere per a lcuni g iorn i , questo per permettere all’anastomosi di cicatrizzare.

Spesso per alcuni giorni, viene inserito un tubo che tramite le narici arriva allo stomaco, questo serve per risucchiare l’aria dallo stomaco evitando al paziente la percezione di nausee o gonfiori.

Poi dopo aver analizzato i reperti patologici derivanti dall’intervento e da altri esami, i medici potrebbero ritenere

necessario un ulteriore intervento o un’altro tipo trattamento come la radioterapia e la chemioterapia.

Prevenzione La prevenzione ideale suggerita dalla medicina tradizionale è basata sulla correzione dei fattori di rischio eliminabili, come: la dieta, il fumo, la mancanza di attività fisica e l’alcol.

La prevenzione di maggior impatto secondo sempre la medicina ufficiale, sarebbe quella di utilizzare la chirurgia per rimuovere le lesioni precancerose (polipi), che potrebbero precedere di anni lo sviluppo del cancro al colon.

…è stato ben dimostrato che cambiando le abitudini alimentari errate: quindi seguendo un regime alimentare il più possibile naturale, a base di verdure o frutta fresca ed eliminando anche tutti gli alimenti dannosi, eventuali polipi scompaiono in poco tempo…

Comunque per identificare queste lesioni, esistono varie modalità.

Per quanto riguarda l’Italia, sono attivi Programmi Regionali basati sulla ricerca di sangue occulto nelle feci, raccomandato dai medici per i pazienti di età superiore ai 50 anni e da ripetersi ogni 2 anni.

In caso di diagnosi positiva, diventa obbligatorio sottoporsi a una colonscopia, questo per essere sicuri che si tratti di un tumore.

Esistono tuttavia alternative efficaci anche per ridurre il rischio di sviluppare il tumore al colon.

DietaUna dieta a basso contenuto di grassi e ricca di fibre vegetali, frutta e verdura sopratutto, riduce il rischio di tumore al colon, oltre che altre tipologie di tumori e le malattie cardiovascolari.

…il rischio può venire completamente annullato se si sceglie di seguire una dieta veramente sana e senza prodotti di origine animale…

Attività fisicaLa possibilità di trovarsi a combattere un tumore al colon può essere ridotta anche grazie all’esercizio fisico, che può essere intenso o moderato.

Peso corporeoRicordiamoci che il rischio di tumore al colon-retto viene aumentato dall’obesità.

FumoSmettere di fumare dovrebbe essere la prima cosa da fare, in ogni caso.

AlcolDiminuire il consumo di alcol è il primo consiglio, meglio eliminarlo del tutto quando si è stabilito di avere il cancro o solo i polipi.

Diverticolosi e Diverticolite

Vediamo intanto la differenza: la diverticolosi è la semplice presenza dei diverticoli, mentre la diverticolite è una patologia che riguarda l’infiammazione o il sorgere di complicazioni ai diverticoli.

Prendiamo in considerazione anche questa patologia in quanto chi soffre di diverticolite, corre un rischio maggiore rispetto alla popolazione sana, di essere colpito in futuro di tumore al colon. Quindi attenzione anche a questa patologia, anche se non sembra essere così grave è un segnale da non sottovalutare.

La diverticolite si presenta quando uno o più diverticoli nel tubo digerente s’infiammano o si infettano. I diverticoli sono piccole sporgenze che possono formarsi in qualsiasi punto del sistema digestivo ma maggiormente riscontrati nell'intestino.

Oltre il 10% della popolazione statunitense di età superiore ai 40 anni ed il 50% di età superiore ai 60 anni presenta diverticolosi.

Questa malattia è comune negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Australia e Canada. Risulta invece rara in Asia ed in Africa. Infatti è una tipica malattia delle società industrializzate occidentali, un'ampia letteratura scientifica ne documenta l'assenza o la minore incidenza nei paesi in cui vi è un alto consumo di fibre e tra le popolazioni prevalentemente vegetariane.

Chi è colpito da diverticolosi deve consumare tutti i giorni una giusta quantità di fibre eliminando o riducendo prodotti carnei.

Sembra molto importante consumare soprattutto fibre insolubili poiché queste assorbono grandi quantità d’acqua aumentando il volume delle feci, facilitando così il corretto transito intestinale. Con il giusto svuotamento del colon, operato dalla fibra vegetale, si può evitare il ristagno delle feci, feci che se accumulate possono premere sulle pareti intestinali favorendo la comparsa di divert icol i o creando infiammazione.

Non tutte le fibre vegetali sono uguali

La componente insolubile delle fibre della cellulosa, si è rivelata particolarmente utile alla riduzione del rischio di diverticolite, ma questa caratteristica non sembra essere altrettanto valida per la fibra dei cereali.

Ecco perché frutta e vegetali sono raccomandati come una fonte di fibre ottime per la prevenzione della malattia diverticolare.

Però può capitare che persone già colpite da diverticolite possano riscontrare alcuni problemi assumendo fibre, soprattutto nella fase acuta della malattia: nei diverticoli, quando la masticazione non è fatta come si deve, possono accumularsi piccole sostanze come alcuni semi contenuti nella frutta.

kiwi, pomodori e cocomero potrebbero dare dei problemi (stitichezza) in caso di diverticolite ricorrente.

…basta togliere i semi dai pomodori e non mangiare quelli dell’anguria, per i kiwi se ne può anche fare a meno…

La malattia diverticolare (o diverticolite) modifica la motilità intestinale, predisponendo il paziente anche ad un maggior rischio di intolleranze alimentari.

Per quanto riguarda il consumo di carne, si è rilevato che è associato alla comparsa della diverticolosi sintomatica. Infatti e non è un caso, l'incidenza di questa condizione è nettamente inferiore nei vegetariani e quasi nulla nei vegani.

Fermenti lattici

Pubblicità fuorvianti stanno convincendo parecchie persone ad assumere fermenti lattici con l’intento di regolarizzare la propria funzionalità intestinale.

Però chi soffre di malattia diverticolare questi fermenti potrebbero complicare la sindrome da contaminazione batterica ed avere un effetto contrario a quanto sperato.

I fermenti lattici potenziano ulteriormente la flora batterica del colon favorendo meteorismo, stitichezza, flatulenza e diarrea.

Statistiche Il tumore al colon è in assoluto il cancro a maggiore insorgenza tra gli italiani, circa 55.000 diagnosi ne 2013

Fonte: www.tumori.net

Tra gli uomini si trova al terzo posto, dopo il cancro alla prostata e al polmone (14% di tutti i nuovi tumori). Nelle donne è al secondo posto, preceduto soltanto dal tumore al seno (circa il 14%).

Per maggiori dettagli sulle statistiche vi rimando a questo sito: http://www.tumori.net/it3/rapporti%20sedi/Colonretto.pdf

Si stima che in Italia nel 2013 siano stati diagnosticati 113 nuovi casi di tumore al colon ogni 100.000 uomini e 80 nuovi casi ogni 100.000 donne.

Il numero totale di persone che ha avuto nel corso della vita una diagnosi di tumore colorettale è in forte crescita in entrambi i sessi: nel 2013 sono stati stimati 393.650 casi prevalenti, di cui 211.920 tra gli uomini e 181.730 tra le donne.

Figura 1: stime di incidenza e mortalità per tumore del colon-retto in Italia negli uomini e nelle donne. Tassi standardizzati per 100.000 persone/anno (popolazione standard europea), età 0-99 anni.

Figura 2: stime di prevalenza per tumore del colon-retto in Italia negli uomini e nelle donne. Proporzione grezza per 100.000 abitanti, età 0-99 anni. (La prevalenza è espressa come proporzione grezza poiché fornisce informazioni sul reale carico sanitario della patologia oncologica)

Variabilità territoriale Le tendenze di incidenza, mortalità e prevalenza del tumore del colon-retto stimate in Italia non sono omogenee sul territorio italiano (figura 3). L’incidenza tra gli uomini, dopo un primo periodo di forte crescita, dal 2004 ha iniziato a stabilizzarsi nelle regioni settentrionali e centrali, mentre nelle regioni meridionali continua il suo trend crescente, pur presentando valori più bassi. Nelle donne, invece, la stabilizzazione del rischio di ammalarsi è comune a tutte le aree italiane con livelli minori al Sud. Che il Sud non sia più l’area a minor rischio del Paese emerge anche dall’analisi della mortalità: mentre nel 1970 il rischio di morire per i residenti (uomini e donne) delle regioni meridionali era circa la metà rispetto alle aree del Centro-Nord, nel 2015 il rischio di morte è stimato essere equivalente tra le diverse aree geografiche (figura 4).

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…volevo sottolineare il fatto che le statistiche e i grafici sono elaborati su una popolazione da 0 a 99 anni, ora, se consideriamo che l’età in cui questo tipo di tumore è più frequente (la percentuale dei casi è circa il 90% oltre i 50 anni) i grafici andrebbero rivisti e l’impatto visivo ed emotivo sarebbe ben più grave, sopratutto per gli ultra cinquantenni…

In occidente questo tipo di cancro è al terzo posto per diffusione e mortalità, dopo il cancro al seno per la donna e al polmone per l’uomo. É ancora poco diffuso al di sotto dei 40 anni, ma aumenta gradualmente con l’età fino al suo massimo verso gli 80 anni, questo indipendentemente dal sesso.

…questo è ovvio, più passano gli anni mangiando male e più tossine si accumulano e questo causa tutta una serie di conseguenze tra cui anche il tumore al colon…

Nuove ricerche

Le prove scientifiche che dimostrano la correlazione tra alcuni cibi ed il tumore al colon sono veramente numerose, quasi ogni mese viene pubblicato un nuovo studio scientifico.

Ecco per esempio una delle ultime ricerche al riguardo:

Il cancro del colon è una malattia molto temuta e viene innescata dalla nostra dieta.

L’imperial College di Londra ha riferito tramite Alpha Galileo (27 aprile 2015): “La dieta comune odierna ha effetti drammatici sul rischio di cancro al colon sia per gli americani, sia per gli africani”.

I ricercatori hanno osservato effetti drammatici sui fattori di rischio per il cancro del colon su volontari americani e africani che hanno modificato la loro dieta per appena due settimane.

Le Diete occidentali sono ricche di proteine e grassi, ma sono a basso contenuto di fibre e sono quindi “fatte apposta” per aumentare il rischio di cancro al colon.Discorso diverso per quelle diete africane (originali) che sono ricche di fibre e povere di grassi e proteine.

I batteri intestinali hanno un ruolo importante

Un nuovo studio ha confermato che una dieta ricca di fibre può ridurre significativamente il rischio di cancro al colon dimostrando che i batteri che vivono nell'intestino svolgono un ruolo decisivo.

Questa notizia è importante perché il tumore del colon è la quarta causa di morte per cancro in tutto il mondo: più di 600.000 morti l’anno. I tassi di cancro al colon sono molto più alti nel mondo occidentale che in Africa o in Estremo Oriente, ma negli Stati Uniti sono proprio gli afro-americani che presentano maggiormente questa malattia.

…infatti sono quelli che mangiano più carne…

Al fine di individuare il possibile ruolo dei batteri intestinali in relazione alla dieta e nello sviluppo del cancro del colon, i ricercatori hanno studiato un gruppo di 20 volontari afro-americani e un altro gruppo di 20 partecipanti provenienti da zone rurali del Sud Africa.

Nel corso di due settimane, ai due gruppi, in condizioni strettamente controllate, venne scambiata loro la dieta e analizzati gli effetti.

All'inizio di questo studio quasi la metà dei soggetti americani avevano polipi: crescite anomali nel rivestimento intestinale che può rivelarsi innocuo, ma che può progredire a cancro.

Nessuno dei partecipanti africani aveva queste anomalie.

Dopo appena due settimane di dieta “originale africana” a base di vegetali, il gruppo americano aveva nettamente meno infiammazione nel colon e questo fatto già diminuisce i biomarcatori di rischio di cancro.

Mentre nel gruppo di afro-americani a cui venne somministrata una dieta alto-proteica, la classica SAD, si è stabilito che dopo solo due settimane il rischio di crescita di cancro era notevolmente aumentato.

DUE SETTIMANE!

Questo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications. I risultati di questa ricerca suggeriscono che le persone possono ridurre notevolmente il rischio di cancro al colon mangiando più fibra e meno (o zero) carne e prodotti di origine animale.

Anche se questo risultato in sé non è nuovo è stato s o r p r e n d e n t e v e d e r e q u a n t o r a p i d a m e n t e e drammaticamente i marcatori di rischio possano cambiare in entrambi i gruppi dopo un cambiamento di dieta così repentino.

Da questo studio è chiaro come l’occidentalizzazione della dieta scateni cambiamenti nei biomarcatori di rischio di cancro al colon che si trovano nella mucosa del colon e questo nel giro di sole due settimane.

Viceversa è anche interessante sottolineare come un cambiamento nella dieta da un tipo carnivoro ad uno ricco di fibre e a basso contenuto di grassi abbia diminuito questi biomarcatori di rischio di cancro, nel tempo ridotto di sole due settimane.

Non è mai troppo tardi: modificare la propria alimentazione in qualsiasi momento, può diminuire o annullare il rischio di ammalarsi di cancro al colon.

Una dieta ricca di fibre basso contenuto di grassi, come al solito appare la migliore.

Quindi

In tavola non dovrebbe mai mancare frutta e verdura, indipendentemente dal nostro stato di salute, vero o apparente.

I residui vegetali contenuti nella fibra aiutano la motilità intestinale, inoltre regolando la consistenza delle feci aiutano anche a irrobustire le pareti intestinali ed allontanando la probabilità di essere colpiti da tumore all’intestino.

…oltre a tutta una serie di benefici che abbiamo cercato di spiegare nel libro “La Frutta che Paradiso”…

Conclusioni personali

Cosa dire? leggendo quello che ho appena scritto mi sarebbe sicuramente passata la voglia di mangiare carne. Se non fosse che non la mangio più da qualche anno.

Per mia fortuna ho cominciato ad occuparmi di alimentazione tempo fa, quindi ora mi sento più tranquillo.

Non mi sarebbe piaciuto arrivare a trovarmi nelle condizioni di scoprire d’aver un tumore al colon o da qualche altra parte, solo perché non ho voluto (o saputo di dover) rinunciare alle mie precedenti abitudini alimentari.

“Purtroppo (o per fortuna) non sono un medico, un dietologo o un nutrizionista, sono soltanto un ricercatore indipendente, non ho né il titolo né il permesso legale di consigliare niente a nessuno, l’unica cosa che posso raccomandarvi e quella di informarvi, informarvi e informarvi ancora.”

Diego Pagani

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