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AGORÀ AGORÀ AGORÀ AGORÀ AGORÀ 18 18 18 18 18 Antonio Cucuzza, Agro di Scordia..., Agorà XI-XII (a. III-IV, Ott.-Dic. 2002 / Gen.-Mar. 2003) www.editorialeagora.it - E-mail: [email protected] di Antonio Cucuzza foto dell'Autore DOSSIER Tra Preistoria e Medioevo Prima indagine sugli insediamenti nell'agro di Scordia A Salvo Basso A) Il territorio I l territorio di Scordia, incuneato tra quello di Lentini e Militello, è proteso, tranne la par- te occidentale, verso la Piana ed è costitu- ito, soprattutto, da basse colline arenariche o argillose, anche se nelle vicinanze è possibile in- contrare formazioni rocciose di origine vulcanica, resti di una intensa attività effusiva, che si è conclu- sa in periodo preistorico (1) . Una delle prime descrizioni geologiche della zona è fatta da uno studioso straniero alla fine del XVIII secolo: “Il est d’autres volcans éteints, voisins de ceux que je viens de décrire, mais dont j’ai cru devoir faire un article séparé, parce que j’imagine qu’ils n’ont pas brûlé dans les mêmes temps, et qu’ils se sont beaucoup moins élevés. Ils occupent les environs de Palagonia, de Militello et de Scordia; on les traverse en allant de Lentini à Mineo; […] On rencontre au-delà du lieu dit Castellana une infinité de petites montagnes volcaniques, qui font entre elles une espéce de chaîne ou cordeau en demi- cercle; elles sont coniques, et n’ont pas plus de dix à douze toises de hauteur; elles sont toutes produites par des éruptions, et ont un cratère sur leurs sommets ou sur leurs flancs. Qualques unes sont entièrement ouvertes d’un côté, et à moitié déstruites; elles sont formées de scories noires, de fragmens de lave, et il en est sorti quelques courans de lave solide. Il y a aussi d’autres cratères sans monticules, qui ressemblent aux creux qu’auraient faits des mines ou fougasses. Aux environs de Palagonia, les montagnes sont plus élevées(2) . L’area è delimitata a sud e ad ovest dai primi contrafforti degli Iblei; a nord dalle colline di Serravalle, San Basilio e Castellana che la dividono dalla Piana di Catania; ad est dal Biviere (3) . Il territorio preso in considerazione è solcato da un grande fiume, il S. Leonardo, e da numerosi torrenti a carattere stagionale che hanno scavato profonde vallette lungo le quali non è difficile trovare insediamenti umani più o meno antichi. Or lasciando la città di Lintini, e passando verso tramontana circa un miglio, si ritrova un fiume oggi detto di S. Leonardo per una chiesetta, che vi è, il quale da Polibio fu detto Lysson (4) , come si è detto, il quale discende per molti nascimenti. Uno comincia sotto una gran balza per la parte di ponente della città da alcune sorgenti di acqua, il quale, tirando giù, si accosta alla città […] Un altro capo nasce nelle montagne di Buccheri, castello di casa Montalto, detto Gleppi, ovvero Gilippi; ed un altro sotto la terra di Francofonte, di casa Moncata, da un fonte detto Passaneto, e, trapassando sotto Lintini, congiungendosi con l’altro, che Polibio chiama Lysson, riceve il nome di Fiume della Regina di Sicilia; ed un altro capo, che nasce vicino la terra di Licodia […] da un fonte chiamato Nociforo. Ed indi, ricevendo molte altre acque da certi fonti detti Callari, Ciaramito e Minaci, facendosi schiumoso, riceve il nome di fiume della Schiuma; ed arrivando sotto la terra di Militello della Valle di Noto, di casa Barresi, riceve molte altre acque, e scorrendo tra Militello e Francofonte in un luogo detto Barrifaudo, dove ravvolge molti mulini, è diviso con alcuni argini e condotti a ciò fatti in due corna, il cui sinistro se ne va a mettere nel Biviero detto di Lintini, il quale è un lago manufatto, che circonda più di venti miglia, […] ed il destro, scorrendo vicino a Lintini, si congiunge con quello chiamato della Regina(5) . Oggi l’area di Scordia è, per la maggior parte, ricoperta da aranceti che, se da un lato sono la ric- chezza dei suoi abitanti, dall’altro con il loro impian- to indiscriminato hanno arrecato danni, spesso irre- parabili, ai siti archeologici che vi ricadono, renden- do meno ‘leggibili’ le notizie degli eventi storici e i dati sulle civiltà che vi si sono succedute. Nonostante tutto, nel tempo, sono state fatte da parte di qualche studioso locale (6) , alcune segnalazioni di ritrovamenti sporadici, purtroppo al- quanto lacunose oltre che incontrollabili, mentre mancano del tutto studi specialistici. Durante una serie di ricognizioni effettuate nel corso dell’ultimo anno sono state trovate alcune aree archeologiche di notevole interesse sia nelle immediate vicinanze che nei territori dei comuni limitrofi ma molto prossimi a Scordia (7) . In complesso si tratta di una trentina di siti molti dei quali sconosciuti o appena segnalati che, nel loro complesso, gettano una nuova luce sulle vicende storiche più antiche del territorio di Scordia e dintorni. 1 Scordia G ià in un lavoro su Scordia del De Mauro, edito nella seconda metà dell’800, è se- gnalato, nel piano della chiesa di Santa Maria Mag-

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diAntonioCucuzza

fotodell'Autore

DOSSIER

Tra Preistoria e MedioevoPrima indagine sugli insediamenti

nell'agro di ScordiaA Salvo Basso

A) Il territorio

Il territorio di Scordia, incuneato tra quello di Lentini e Militello, è proteso, tranne la par- te occidentale, verso la Piana ed è costitu-

ito, soprattutto, da basse colline arenariche oargillose, anche se nelle vicinanze è possibile in-contrare formazioni rocciose di origine vulcanica,resti di una intensa attività effusiva, che si è conclu-sa in periodo preistorico(1).

Una delle prime descrizioni geologiche dellazona è fatta da uno studioso straniero alla fine delXVIII secolo: “Il est d’autres volcans éteints, voisinsde ceux que je viens de décrire, mais dont j’ai crudevoir faire un article séparé, parce que j’imaginequ’ils n’ont pas brûlé dans les mêmes temps, et qu’ilsse sont beaucoup moins élevés. Ils occupent lesenvirons de Palagonia, de Militello et de Scordia; onles traverse en allant de Lentini à Mineo; […] Onrencontre au-delà du lieu dit Castellana une infinitéde petites montagnes volcaniques, qui font entreelles une espéce de chaîne ou cordeau en demi-cercle; elles sont coniques, et n’ont pas plus de dix àdouze toises de hauteur; elles sont toutes produitespar des éruptions, et ont un cratère sur leurssommets ou sur leurs flancs. Qualques unes sontentièrement ouvertes d’un côté, et à moitiédéstruites; elles sont formées de scories noires, defragmens de lave, et il en est sorti quelques couransde lave solide. Il y a aussi d’autres cratères sansmonticules, qui ressemblent aux creux qu’auraientfaits des mines ou fougasses. Aux environs dePalagonia, les montagnes sont plus élevées”(2).

L’area è delimitata a sud e ad ovest dai primicontrafforti degli Iblei; a nord dalle colline diSerravalle, San Basilio e Castellana che la dividonodalla Piana di Catania; ad est dal Biviere(3).

Il territorio preso in considerazione è solcatoda un grande fiume, il S. Leonardo, e da numerositorrenti a carattere stagionale che hanno scavatoprofonde vallette lungo le quali non è difficiletrovare insediamenti umani più o meno antichi.

“Or lasciando la città di Lintini, e passando versotramontana circa un miglio, si ritrova un fiume oggidetto di S. Leonardo per una chiesetta, che vi è, ilquale da Polibio fu detto Lysson(4), come si è detto,il quale discende per molti nascimenti. Unocomincia sotto una gran balza per la parte diponente della città da alcune sorgenti di acqua, il

quale, tirando giù, si accosta alla città […] Un altrocapo nasce nelle montagne di Buccheri, castello dicasa Montalto, detto Gleppi, ovvero Gilippi; ed unaltro sotto la terra di Francofonte, di casa Moncata,da un fonte detto Passaneto, e, trapassando sottoLintini, congiungendosi con l’altro, che Polibiochiama Lysson, riceve il nome di Fiume della Reginadi Sicilia; ed un altro capo, che nasce vicino la terradi Licodia […] da un fonte chiamato Nociforo. Edindi, ricevendo molte altre acque da certi fonti dettiCallari, Ciaramito e Minaci, facendosi schiumoso,riceve il nome di fiume della Schiuma; ed arrivandosotto la terra di Militello della Valle di Noto, di casaBarresi, riceve molte altre acque, e scorrendo traMilitello e Francofonte in un luogo detto Barrifaudo,dove ravvolge molti mulini, è diviso con alcuni arginie condotti a ciò fatti in due corna, il cui sinistro se neva a mettere nel Biviero detto di Lintini, il quale è unlago manufatto, che circonda più di venti miglia,[…] ed il destro, scorrendo vicino a Lintini, sicongiunge con quello chiamato della Regina”(5).

Oggi l’area di Scordia è, per la maggior parte,ricoperta da aranceti che, se da un lato sono la ric-chezza dei suoi abitanti, dall’altro con il loro impian-to indiscriminato hanno arrecato danni, spesso irre-parabili, ai siti archeologici che vi ricadono, renden-do meno ‘leggibili’ le notizie degli eventi storici e idati sulle civiltà che vi si sono succedute.

Nonostante tutto, nel tempo, sono state fatteda parte di qualche studioso locale(6), alcunesegnalazioni di ritrovamenti sporadici, purtroppo al-quanto lacunose oltre che incontrollabili, mentremancano del tutto studi specialistici.

Durante una serie di ricognizioni effettuate nelcorso dell’ultimo anno sono state trovate alcunearee archeologiche di notevole interesse sia nelleimmediate vicinanze che nei territori dei comunilimitrofi ma molto prossimi a Scordia(7).

In complesso si tratta di una trentina di sitimolti dei quali sconosciuti o appena segnalatiche, nel loro complesso, gettano una nuova lucesulle vicende storiche più antiche del territorio diScordia e dintorni.

1 Scordia

Già in un lavoro su Scordia del De Mauro, edito nella seconda metà dell’800, è se-

gnalato, nel piano della chiesa di Santa Maria Mag-

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1919191919AGORÀAGORÀAGORÀAGORÀAGORÀAntonio Cucuzza, Agro di Scordia..., Agorà XI-XII (a. III-IV, Ott.-Dic. 2002 / Gen.-Mar. 2003)www.editorialeagora.it - E-mail: [email protected]

DOSSIER

giore(8), il rinvenimento di alcune monete antiche,dall’autore attribuite al periodo romano-bizantino;la circostanza è confermata dal successivo ritrova-mento, nel terreno retrostante alla chiesa, di fram-menti di ceramica romana e bizantina(9); inoltre,sempre l'autore, nelle vicinanze del Convento, se-gnala l’esistenza di alcune grotte artificiali che farisalire alla preistoria(10).

In un’opera del 1924 si accenna a tratti di anti-che mura, nei pressi della chiesa di S. Maria Maggio-re, che vengono messe in collegamento ad unsacellum dedicato a Cerere(11).

Non più tardi di un trentennio fa è stato segna-lato il ritrovamento di altro materiale romano (ce-ramica e monete) durante la demolizione di unacasa in via Trabia, “utensili, giare e perfino tombe diepoca romana” nell’interno del palazzoBranciforte(12) e alcune lucerne (romane-bizantine?)nel terreno su cui è poi stato edificato un edificiocomunale oltre che il ritrovamento di monete

ellenistico-romane nello scavo di fondamenta perla costruzione di nuovi edifici(13).

Altre indicazioni, seppure imprecise(14), ci ven-gono dal lavoro di un altro studioso locale, pubbli-cato nel 1975, che segnala “grotte sicule o sicane inlocalità Grotte della Campanella, Burgu Tintu, Ar-chi - Barone, Archi - Montagna, Stazione Fildidonnae Loddiero - Militello”(15).

Il primo documento che attesta l’esistenza diScordia(16) è della prima metà del XII secolo ed ècollegato ad una concessione in partibus Scordie dialcune porzioni di terre ai Templari, fatta, probabil-mente, nel 1131 da Enrico di Bubly. In un altro do-cumento del 1151 si descrivono i confini che passa-vano nei pressi di Scordia(17).

Durante la lotta che contrappone gli eredi del-l’imperatore Federico II al papa, il casale viene con-cesso, con diploma di papa Alessandro IV del 1255,a Nicolò di Sanducia(18). Manfredi, successore di Fe-derico, lo concede alla famiglia Maletta sua alleata.

1) Scordia2) Cava3) Grotta del Drago4) Puleri5) Poggio Campana Ogliastro6) Rasoli7) Villadoro8) Fico9) Pecorella10) Poggio Marchese11) Cozzo Luppinaro12) Bagnara13) Rannè14) Palazzelli15) San Giorgio16) Castellana17) Vogliacasi - Castellana18) San Basilio19) Cozzo della Tignusa20) Cucco21) Signona Grande22) Casulle23) Scirumi24) Fiumefreddo25) Scordia Soprano26) Bulgherano27) Roccarazzo28) Grottastella

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AGORÀAGORÀAGORÀAGORÀAGORÀ2020202020 Antonio Cucuzza, Agro di Scordia..., Agorà XI-XII (a. III-IV, Ott.-Dic. 2002 / Gen.-Mar. 2003)www.editorialeagora.it - E-mail: [email protected]

Nel 1266 Carlo d’Angiò lo restituisce a Nicolò deSanducia che lo dota alla figlia Margherita andata insposa a Giacomo di Catania poi di Scordia(19).

Ancora nel 1275, Scordie Inferior è tra i casali,insieme a Raihalbiati, casalis Silvestri o Buonvicinoe Picadatalis o Pedagaggi, dipendenti da Lentiniche pagano la decima alla chiesa di Siracusa. Neldecennio successivo, molto probabilmente, il pae-se ebbe un tracollo poiché Scordia non è elencatatra le città e casali della Sicilia centro-orientale aiquali, nel 1282, fu richiesto di versare il fodro - unatassa da pagare in natura come cereali, vino, bestia-me - imposto ai comuni siciliani(20).

Con l’arrivo degli aragonesi e l’ascesa politicadi Ruggero di Lauria, anche Virgilio figlio di Giaco-

mo e suo uomo di fiducia, ne segue le orme e quan-do, nel 1299, questi lascerà Federico d’Aragona perseguire Giacomo II anche Virgilio lo seguirà dive-nendo di fatto traditore ed espropriato del feudo.Questo passaggio non dovette essere indolore poi-ché nel 1302 troviamo la torre,(21) che difendeva ilcasale di Scordia, semi diroccata quale conseguen-za tangibile del tentativo di ribellione del suo signo-re e della resistenza fatta agli eserciti di Federico.

Agli inizi del XIV sec., il casale con la chiesadedicata a S. Maria(22), passa nelle mani della fami-

glia Rosso(23) per il matrimonio di Rosso con Aloisiadi Scordia. A Rosso Rosso gli succede il primogeni-to Enrico(24), il quale, per rafforzare la propria posi-zione nell’ambito dell’aristocrazia siciliana, sposaLuchina Chiaramonte, figlia di Federico e mette inatto delle alleanze che si rivelano fatali perScordia(25).

Infatti, dopo aver acquisito Motta S. Anastasia ela castellania di Taormina, nel tentativo di creareuna “signoria” con base a Messina inizia un periodo,tra la fine degli anni ‘50 e gli inizi dei ‘60, in cui conuna certa disinvoltura cambia alleanze, oscillandotra l’appoggio alla famiglia della moglie e quello allacorona. Non sappiamo se a causa dei Chiaramonteo dell’esercito regio, ma sicuramente in questo las-so di tempo, la Scordia medievale scomparedefinitivamente non essendo più ricordata nei do-cumenti successivi(26).

Già nel febbraio del 1399 si sente la necessitàdi richiedere, da parte di Beatrice Rosso, la licentiapopulandi per ripopolare il feudo ma sicuramenteil tentativo non ebbe alcun seguito tanto che nel-l’elenco dei feudatari del 1408 Scordia è indicatocome feudo piano vale a dire non abitato.

Nel 1457 si chiede l’autorizzazione a costruireuna torre(27), ma la successiva richiesta, fatta nel1508 da Alfonso Imbardaxi, di una seconda licentiapopulandi(28) è il segnale dell’ulteriore fiasco; infat-ti, questi tentativi falliti coincidono con la fondazio-ne, la rifondazione o l’espansione di alcuni centrivicini come Carlentini(29), Francofonte(30), Militello(31)

o Palagonia(32), ma anche, come vedremo, con ilcontemporaneo fallimento del tentativo di rifondareScordia soprana.

Il sito dell’antica Scordia è da cercare probabil-mente in contrada (B)urgu tintu cioè ‘Borgo diroc-

In alto a dx:In alto a dx:In alto a dx:In alto a dx:In alto a dx:Scordia, Chiesa diS. Maria.Sopra:Sopra:Sopra:Sopra:Sopra: Scordia,vista della Cava.In basso:In basso:In basso:In basso:In basso:Scordia - Cava,tomba a forno.

AGORÀAGORÀAGORÀAGORÀAGORÀ2020202020

DOSSIER

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2121212121AGORÀAGORÀAGORÀAGORÀAGORÀAntonio Cucuzza, Agro di Scordia..., Agorà XI-XII (a. III-IV, Ott.-Dic. 2002 / Gen.-Mar. 2003)www.editorialeagora.it - E-mail: [email protected]

cato’ che si estende appena sopra l’area della Grot-ta del Drago dove si trovano numerose abitazionitrogloditiche(33). L’aerea si estende anche all’inter-no dell’attuale paese che ha inglobato parte dellegrotte artificiali, molte delle quali sono state distruttedurante l’incontrollata espansione degli ultimi de-cenni(34).

2 Cava (Scordia)

La Cava è una piccola gravina ad est del pa- ese(35) lungo la quale si possono vedere

numerose escavazioni artificiali, alcune, soprattut-to nella parte vicino all’attuale cimitero, rovinatedalle cave di pietra operanti in zona verso la metà-fine ‘800. Già il De Mauro segnalava che: “nel fondodell’orto degli ex-riformati di San Francesco, nel li-mitrofo giardino [...] sono osservabili talune grotteod escavazioni [...] i sepolcri nelle adiacenze, di grecacostruzione”(36) inoltre “una grotta ben squadrata[...] con la volta di un metro e mezzo e il diametrodi un paio di metri” di difficile datazione(37).

Il sito è stato schedato come “Abitato rupestrebizantino ed altomedievale”(38).

Nei costoni dell’area della Cava sono state tro-vate tutta una serie di grotte artificiali, quasi tutterimaneggiate in tempi più o meno recenti. A sini-stra della strada di accesso, proprio sotto il Conven-to, si trova uno strato di terra spesso una decina dimetri per un fronte di un centinaio con affiorantinumerose ossa e ceramica invetriata con disegni inazzurro(39). Percorrendo il costone verso nord, nellaparte alta e tra i giardini di agrumi, si incontrano iresti di una decina di cameroni rettangolari (alcunicon nicchia); uno che presenta quattro grandi ri-quadri(40), una cisterna campaniforme (con la base5,80 m di diametro per 7 m di altezza circa) e unamacina in pietra lavica. Al livello inferiore alcunicameroni rettangolari e i resti di una tomba a forno.A destra, oltre il torrentello, una serie di escavazioniquasi tutte manomesse e rovinate, tra le quali èpossibile rilevare i resti di due tombe a forno (unacon nicchia) e porzioni di alcuni grandi cameronirettangolari. Nella parte della Cava vicino al cimite-ro vi sono tracce di alcune incisioni nell’arenaria, dicui una rettangolare e una circolare di notevole di-mensione (7 m circa). Sul letto del torrente traccedi una carraia.

3 Grotta del Drago (Scordia)

Nella parte alta dello stesso vallone, prose-guendo poi verso nord, si trova l’area della

Grotta del Drago(41), dove insistono una decina digrotte artificiali, alcune di una certa grandezza, qua-si tutte rovinate dalle intemperie e dalla mano del-l’uomo.

Nella parte più alta, dove la gola inizia a restrin-gersi si apre la grotta che dà il nome alla contrada.L’apertura dà accesso in un grande camerone conorientamento sud-nord, a destra all’interno, quasiattaccati alla porta una serie di nicchie (resti di unanecropoli paleocristiana a mensole?) e alcuni foriper i pali e cardini della porta. Alcune nicchie sitrovano sulla parete est e nord (modificate in tem-

2121212121AGORÀAGORÀAGORÀAGORÀAGORÀ

DOSSIER

In alto:In alto:In alto:In alto:In alto: Scordia,Grotta del Drago,ambienti delprimo piano.In basso:In basso:In basso:In basso:In basso:Scordia - Grottadel Drago,ambiente contracce di pilastri.

po recente?), mentre la parete di sinistra è divisadal resto dell’ambiente da un muro ricavatodall’arenaria con orientamento sud-nord e che se-para una specie di navata. In corrispondenza delmuro, sul cielo della grotta, si vedono le tracce dialcuni pilastri rettangolari tipici delle basiliche a pi-lastri di periodo bizantino(42).

Sulla parete Est si apre un cunicolo - all’origineinteramente scavato nella roccia oggi in parte crol-lato - che attraverso una scala porta a degli ambien-ti soprastanti, dove si trovano tre camere e diversenicchie. L’ambiente del piano superiore è compo-sto da un vano rettangolare con ad est un’abside ea nord un piccolo vano rettangolare. Ad ovest vi erauna porta (la parete, per la corrosione dell’arenaria,non è leggibile) che dava in un secondo ambiente

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anch’esso rettangolare. A nord si apre un arco chedà accesso ad un terzo vano.

L’orientamento della struttura est-ovest e il tipodi apertura, che dà ai vani laterali, è simile a quelloche l’Orsi ha descrittoper la chiesa di S. Pietrodi Buscemi(43), e può far-ci supporre che si trattidi un piccolo insedia-mento medievale(44). In-fatti l’area è schedatacome “Abitato rupestrebizantino edaltomedievale”(45).

Secondo una leg-genda popolare si tratte-rebbe del rifugio di unferoce bandito, che vi-veva di rapine terroriz-zando gli abitanti delluogo e i viandanti, dacui trarrebbe il nome(46).

Il toponimo dell’intera area deriva dal caratte-re torrentizio del vallone. Infatti, già in periodoaltomedievale il termine draco indicava fiumi o tor-renti impetuosi e rovinosi(47).

4 Puleri (Scordia)

Lungo il corso delt o r r e n t e

Loddiero(48), a sud delpaese, un’altra area dinotevole interesse èquella di contrada Puleridove si trova una piccolanecropoli formata da unadecina di grotte, due del-le quali sono dei grandicameroni di tipo bizanti-no con vistosi rimaneg-giamenti e riutilizzi recen-ti(49). Lungo un affluentelaterale si trovano una se-rie di tombe, alcune,quelle più vicine alla stra-

da, rimaneggiate in antico con all’interno graffitealcune croci, mentre quelle più in alto sono delletombe a forno castellucciane.

Lungo la strada che porta a Militello e a circa100 m. a mezza costa si trova una tombapaleocristiana ad arcosolio a inumazione singola(50)

e un singolare graffito raffigurante, forse, un sole.

5 Poggio Campana-Ogliastro o Malamuggheri (Scordia)

In contrada Ogliastro era stato segnalato ma- teriale archeologico ed una vasta necropoli

di periodo greco(51).Nel corso di una recente ricognizione nell’area

si sono rilevati almeno due siti e una necropoli. Deidue, il primo, oggi distrutto dalla costruzione di al-cune villette, aveva restituito una notevole quantitàdi ceramica greca. Nell’altro, leggermente più a nord,si trovano i resti di un piccolo insediamento che harestituito ceramica che dal periodo ellenistico, at-traverso quello romano (in particolare sigillata italica,vari frammenti di ceramica da cucina e anfore datrasporto), arriva al bizantino. Inoltre è stata raccolta

DOSSIER

In alto:In alto:In alto:In alto:In alto: Scordia,Grotta del Drago,ambienti delprimo piano.A fianco:A fianco:A fianco:A fianco:A fianco:Scordia, Grottadel Drago,Palamento.In basso:In basso:In basso:In basso:In basso:Scordia - Puleri,tomba adarcosolio.

“Grotta del Drago”piano terra

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2323232323AGORÀAGORÀAGORÀAGORÀAGORÀAntonio Cucuzza, Agro di Scordia..., Agorà XI-XII (a. III-IV, Ott.-Dic. 2002 / Gen.-Mar. 2003)www.editorialeagora.it - E-mail: [email protected]

una piccola quantità di ceramica invetriata medie-vale e seicentesca.

In una parete siaprono una decina digrandi ambienti scavatinell’arenaria, di cui unocon molto interro; nellaparte antistante, finopoco tempo fa, era pos-sibile vedere alcuni re-sti di mura oggi sotter-rati dai lavori agricoli. Daidati raccolti si può affer-mare che il sito è statoabitato approssimativa-mente dal III-II sec. a.C.al XV-XVII secolod.C.(52). In un documen-to del 1326 è segnalatain zona una strada chemetteva in collegamen-to Lentini con Caltagirone(?)(53).

6 Rasoli (Scordia)

In contrada Rasoli, attigua al quartiere Forche: “nel 1960 [...] in un fondo [...] ad un metro di

profondità circa dal livello del suolo, venne portatoalla luce un grandioso sepolcro a Tholos di enor-me dimensione [...] fu rinvenuto all’interno ungrande cranio,[...] più una patera, intatta nero-lucida e una monetina sciupata del IV o V secoloa. C. con Pallade con elmo e nel rovescio ilPegaso(54) [...] per accedere all’interno vi eranocinque ampi scalini formato rettangolare conblocchi enormi [...] all’interno una grande stan-za rettangolare di almeno 6 metri di lunghezza, 1,50di larghezza e di altezza di circa 2 metri”(55).

7 Villadoro (Scordia)

In contrada Villadoro, tra Scordia ed il bi-vio della SS 385-fondaco Leone, è stato se-

gnalato un sepolcro ellenistico(56).

8 Fico (Scordia)

Tra Scordia e il Casale di S. Basilio, vicino alla S.S. 385, all’interno di un appezzamento di

terra recintato è stata segnalata un’area che ha re-stituito ceramica romana e, si dice, un sigillo del-l’imperatore Antonino Pio.

9 Pecorella (Scordia)

Nelle colline calcaree a

nord-est della Cava, al-l’interno della proprie-tà Di Stefano, si trova-no sparsi piccoli nucleidi tombe a forno.

10 Poggio Marchese (Lentini)

Da questa picco la collinetta

ad est di Scordia e do-minante i l Biv iereproviene ceramicagreca, unguentaripiri formi e una

antefissa fittile di VI sec.(57).

DOSSIER

In alto:In alto:In alto:In alto:In alto: Scordia,Poggio Campana-Ogliastro,panorama.A fianco:A fianco:A fianco:A fianco:A fianco:Scordia, Puleri,uno degliambienti concroci incise.In basso:In basso:In basso:In basso:In basso:Lentini, CozzoLuppinaro,panorama.

“Grotta del Drago”piano primo

dis. arch. S. Cavalli

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In alto:In alto:In alto:In alto:In alto: Lentini,Cozzo Luppinaro,i “cameroni”.A sn.:A sn.:A sn.:A sn.:A sn.: Lentini -Castellana, restidelle carraie.A dx.:A dx.:A dx.:A dx.:A dx.:Castellana, restidi strada conscalini.In basso:In basso:In basso:In basso:In basso:Castellana,Panorama.

11 Cozzo Luppinaro (Lentini)

A nord del bivio che dalla S.S. 385 porta a Scordia, si trovano una serie di basse colline

arenarie, massacrate dalle cave di tufo che, partendodai pressi del Biviere di Lentini, si collegano al colledi San Basilio. Lungo le pendici e nelle vallette siaprono numerosissime grotte, talvolta isolate,qualche volta in piccoli gruppi o altre volte innotevole numero. A Cozzo Luppinaro si trovanoalmeno quattro cameroni, di cui uno soltanto sipresenta integro, mentre numerose grotte sparsesi trovano nelle immediate vicinanze. All’interno diuno di essi si notano una inedita iscrizione greca ealcune incisioni a forma di cerchi e croci.

Nell’area antistante si trovano selci e cera-mica come frammenti appartenenti alla faciesdi Castelluccio, frammenti di ceramica a verni-

ce nera e tegolame di fattura greca, materiale romano e terrecotte me-dievali(58).

12 Bagnara (Lentini)

Ai piedi delle colline di contrada Rannè, in contrada Bagnara, nelle vicinanze dell’omonima masseria, si trova un’area che ha restituito

ceramica che va dall’età greca arcaica, attraverso l’epoca romana e bizantina,arriva al medioevo(59).

13 Rannè (Lentini)

Nei colli che separano il Biviere da San Basilio, in contrada Rannè(60), nella collina più alta (q. 101)(61) è stata individuata un’area che ha

restituito una certa quantità di industria litica comelame e grattatoi; ceramica che ci testimonia comeil sito sia stato frequentato ininterrottamente dallaprima età del bronzo all’età medievale attraversotutte le fasi (Castelluccio, Thapsos, Licodia Eubea,greca, romana) che si sono succedute. Sul fianco

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nord una piccola necropoli(62).Poco distante da questo sito, all’interno di un

agrumeto, sono stati trovati alcuni frammenti diepoca romano imperiale e medievale con una pic-cola necropoli con tombe a fossa(63).

14 Palazzelli (Lentini)

In contrada Palazzelli si trovano numerosi ca- meroni dei quali molti riutilizzati in età mo-

derna. Già nella metà del XIX secolo sono segnalatialcuni ritrovamenti come quelli di “colonnette dimarmo bianco, attorcigliate nella loro superficie dispire con cavette o scanalature [...] un pregevolelastrico di elegantissimo marmo cipollino, di belmarmo rosso e di granito greggio, tutto messo inbella simmetria a foggia di mosaico”(64).

Lo Schubring(65), seguito dall’Holm(66), segnalaalla fine del XIX secolo, un edificio termale.

Lungo il costone sud si trova un gruppo di tom-be ad arcosolio mentre si rinviene nel terreno cir-costante ceramica romana di età imperiale databiletra il III ed il IV secolo d.C.(67).

15 San Giorgio (Lentini)

A Nord e ad est delle contrade Palazzelli eCastellana sono state segnalate alcune aree

dove sono stati ritrovati diversi strumenti litici fattirisalire al paleolitico e alcuni frammenti di cerami-

In alto:In alto:In alto:In alto:In alto: Castellana, Tomba a fossaIn alto a ds.:In alto a ds.:In alto a ds.:In alto a ds.:In alto a ds.: Castellana, Panorama.Al centro: Al centro: Al centro: Al centro: Al centro: Castellana, restidell'insediamento preistorico.A fianco:A fianco:A fianco:A fianco:A fianco: Castellana, “Carcere delSaracino”.

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ca della prima età del bronzo (cultura di Castel-luccio)(68) e diversi gruppi di tombe preistoriche(69).

Sono segnalate, inoltre, ceramica medievale(VIII-X sec.)(70) e una chiesa paleocristiana(71) damettere in relazione, forse, con la Massa Maratodisdocumentata ai tempi di papa Gregorio Magno(72).Molto probabilmente sede, in periodo medievale,del Casale de Bilis, attestato nel 1188 e donato dapapa Clemente III al monastero benedettino di S.Maria di Bagnara(73).

16 Castellana (Lentini)

L’area che più conserva testimonianzedel suo passato è certamente quella di

contrada Castellana(74). Sull’intero sito mancano stu-di dettagliati(75) ma sono state segnalate nel tempotestimonianze che, partendo dal tardo neolitico (cul-tura di Serra d’Alto)(76), passano dall’età del rame(Serraferlicchio e Malpasso(77), arrivando alla me-dia-fine età del bronzo (cultura di Castelluccio,Thapsos e Pantalica)(78), inoltre si trova unanecropoli con tombe a forno(79). Sulla sommitàdella collinetta, verso la piana, sono state rinve-nute tracce di strutture murarie, cocciopesto enumerosi frammenti di ceramica romana di etàimperiale (databile tra il II ed il IV sec. d.C.(80)) ebizantina(81).

Lungo una balza arenarica sono presenti diver-se decine di fori di capanne preistoriche, alcuneantiche cave e una piccola necropoli con tombe afossa. Inoltre si riscontrano decine di escavazionimolto rovinate che, dai tagli sul tetto, dovevanoessere dei grandi cameroni rettangolari. Nella partebassa si trova una struttura a “T” interamente scava-ta nell’arenaria. Nel primo vano rettangolare (10,40

x 5,45 x 4 m) la parte orientale è impreziosita daun’abside mentre nella parete occidentale, qua-si addossata ed al centro, è scavata una tomba afossa. Attraverso una porta, a metà della paretenord, si accede ad un secondo vano (10,15 x 5,15 x4 m) perpendicolare al primo e con orientamentosud-nord. Nella parte più interna, sulla parete estuna tomba ad arcosolio (1,33 x 0,50 x 0,90 m).

Una decina di metri più avanti in alto è presen-te una tomba a forno, a prospetto monumentalecon nicchia; sul ciglio orientale alcune tombe a fos-sa ben conservate. Sul pianoro sovrastante centina-ia di fori per capanne di diversa grandezza oltre mol-tissime tracce di strade che collegavano il sito con ilCasale. Al centro della parete, a circa 20 m di altez-za, si trova un grande camerone rettangolare intesocome il Carcere del Saracino, al quale si accede conuna scala intagliata nel calcare. La parte centro oc-cidentale è interessata da numerosi cameroni ret-tangolari e da una piccola necropoli paleocristianacon tombe ad arcosolio (ad una o più inumazioni) euna a mensoloni. Inoltre nella parete sovrastantesono presenti numerose tombe a fossa. Quasi sulfinire della parete vi sono tracce di un taglio nellaroccia, resti di una strada a scalini(82) in linea con lenumerose carraie della parte est(83), e numerosi bu-chi per pali di una capanna rettangolare di grandidimensioni.

17 Vogliacasì-Castellana

Nei colli a sud di contrada Castellana, nei dintorni di una installazione del Con-

sorzio di Bonifica, si trovano una tomba a forno ro-vinata con panchina esterna, tracce di alcune deci-ne di fori di capanne preistoriche in un affioramento

DOSSIER

A dx: A dx: A dx: A dx: A dx: Lentini,Vogliacasì-Castellana,Necropolipaleocristiana.In basso:In basso:In basso:In basso:In basso:Castellana -Rilievo dellatomba a “T” . (dis.ing. G. Verdi).

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calcareo in forte pendio ed un ipogeo databile, pro-babilmente, tra il IV ed il V sec. d.C.(84).

L'ipogeo ha forma rettangolare con apertura anord, nelle pareti sono presenti tre nicchie con ilfondo leggermente arcuato, dove sono scavate al-cune canalette che convogliavano i liquidi in unafossa circolare che si trova in un angolo della partecomune, mentre un’altra fossa, più piccola, si trovain un angolo nelle vicinanze della porta. Le nicchiesono decorate con cornici, mentre le pareti conscanalature semplici, a forma di bastone, a cerchiconcentrici ed una a doppia esse. Una piccola nic-chia è sormontata da una croce, nella parte bassadella parete ovest. Un’altra si trova all’interno dellanicchia della parete est.

18 Casale di San Basilio (Lentini)

Nelle immediate vicinanze di Castellana vi èMonte Casale, un colle vulcanico(85) domi-

nante la Piana di Catania, dagli scoscesi pendii ed inposizione facilmente difendibile(86).

Nel casale, nella metà del XVI sec., furono tro-vate ossa, credute da molti autori resti di giganti(87).

Il De Mauro ci informa che nel secondo quartodel XIX secolo al Casale “in quelle bassure e dintor-ni sonosi rinvenuti sovente grossi pezzi e frammentidi ossa di animali terrestri fossilizzati. Nel 1837 sirinvennero taluna ossa che si credettero di elefante[...] quivi e in quelle adjacenze abbiamo svolto [...]da detrito sabionoso ed argilloso, alcuni pezzi e rot-tami di grandi mascelle e tibie petrificate”(88). Di que-sto ritrovamento fu fatta una relazione all’Accade-mia Gioenia da A. Di Giacomo che, tra l’altro, affer-ma “A Scordia, e precisamente al Casale, si fu ritro-vata una difesa di elefante di 4 palmi circa, rotta inpezzi”(89).

Inoltre, il De Mauro, ci fa una descrizione delsito nella metà del sec. XIX, del numeroso materia-le archeologico ritrovato(90) nonché dei dipinti cheadornavano l’ipogeo(91).

Dal Casale proviene una phalera d'oro conse-gnata nel 1878 al Museo archeologico di Palermo,dono di I. De Cristofaro(92).

L’area fu oggetto di studio fin dal XVIII seco-lo(93), interesse che continuò fino all’inizio del XXsecolo quando furono effettuati i primi rilievi e sca-vi dall’Orsi(94), proseguiti negli anni ottanta da S.Lagona(95).

Tra le altre cose furono individuate delle ca-panne risalenti al periodo castellucciano(96) con as-sociata ceramica e numerosi frammenti di indu-stria litica. Importante è la necropoli di nord-ovestche ha restituito ceramica a decorazione geometri-ca del tipo Finocchito, mentre, nel pianoro è statatrovata ceramica greca arcaica databile al VI secolo.Allo stesso periodo è da fare risalire la cinta muraria(VI-V a.C.) e la grande costruzione rettangolare apilastri, per l’Orsi una cisterna(97). All’età classica in-vece appartiene la tomba detta del “duce ignoto”,trovata all’interno della struttura sotterranea e cheha restituito un corredo eccezionale: un’armaturain più pezzi e numerose armi, oggi conservati alMuseo archeologico di Siracusa(98).

Al periodo ellenistico appartengono la necropolidella Fossa e del Cimitero. Fino ad oggi non sonostati riscontrati resti del periodo romano e pochi diquello bizantino(99) e medievale. Il sito, secondo ilDe Mauro prima e l’Orsi poi, è da identificare conBrikinnia (borgo fortificato nei pressi di Lentini ci-tato nell’opera di Tucidide(100)). Nelle ultime cam-pagne di scavo effettuate sono stati portati alla luceun tratto di muro arcaico con resti del rifacimentodel IV secolo e delle abitazioni medievali(101) appar-tenenti sicuramente al villaggio di S. Basilii deFlumine Frigido che nel 1136 Ruggero concesse almonastero di San Salvatore(102) e che ancora esiste-va nel 1308-1310(103).

A questo periodo vanno fatti risalire i resti diuna basilica parzialmente scavata nell’arenaria, di-versa dalla basilica-cisterna, che conserva ancoratracce di pittura. La struttura si trova nella parte piùbassa del maestoso anfiteatro che si apre verso ested è formata da una parte interamente scavata

In alto:In alto:In alto:In alto:In alto: Lentini,San Basilio,Ambienteipogeico.In basso:In basso:In basso:In basso:In basso:Lentini, SanBasilio, ambientecon nicchie.

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nell’arenaria(104) e da una parte esterna, parzialmenteintagliata, al cui interno si trovano i blocchi dellaporzione crollata, che nella parte visibile presentauna struttura lunga 10 m con un piccolo bracciolargo 5,50 m e profondo 2 m. Sul fondo i resti di unanicchia larga 2,50 e profonda 1,30. Lungo tutto ilbraccio labili tracce di intonaco colorato, sicuramen-te resti di dipinti riscontrati in alcuni blocchi di cuiuno con una iscrizione in stile gotico.

19 Cozzo della Tignusa (Lentini)

A sud-ovest, collegato al colle di S. Basilio da una striscia di terra, si trovava una piccola

necropoli con circa cento tombe, in parte scavatadall’Orsi, il cui resoconto pubblicò nel 1928(105). Letombe a cella rettangolare erano precedute da undromos nel quale ai lati sono ricavate due banchi-ne. All’interno furono trovati vasi della cultura del-l’età del ferro (stile Finocchito e Licodia Eubea),oggetti in metallo e ambre(106). Dai dati rilevati, que-sta necropoli, sembra essere stata usata dall’etàprotoarcaica all’età ellenistica(107).

20 Cucco (Lentini)

Ai piedi del monte del Casale, in contradaCucco(108), il De Mauro segnalava “oltre al-

cune monete greco-sicole in oro e in rame, e oltreun buon numero di monete dei tempi romaneschi,sonosi recentemente rinvenuti aquidotti di piomboe di enormi massi riquadrati. I varii rottami di cretacotta, e sovratutto di dolii, idrie ed altri utensili”(109).

Il sito fu scavato negli anni trenta del secoloscorso(110) e venne rilevata la presenza di una villa diperiodo romano(111) con i “Resti di una fattoria il cuialzato era realizzato in conci isodomi di grandi di-mensioni. Nei pressi si rinvengono frammenti di ce-ramica databili tra il I ed il II secolo d.C.”(112).

Nei primi decenni del sec. XVI il sito, insieme aS. Basilio, apparteneva alla famiglia Balsamo(113).

Oggi, seppure all’interno di un agrumeto, si con-servano ancora lunghi tratti di mura, alte anche unpaio di metri, costituite da grossi blocchi di pietra;

In alto:In alto:In alto:In alto:In alto: San Basilio, ambienti della parete ovest.Sopra:Sopra:Sopra:Sopra:Sopra: San Basilio, chiesa con affreschi, ambiente con resti dipilastri.In basso: In basso: In basso: In basso: In basso: Lentini, Fiumefreddo, resti del casale.In basso a dx.In basso a dx.In basso a dx.In basso a dx.In basso a dx.: Fiumefreddo, Stemma dei Beneventano.

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in qualche parte è possibile rilevare piccoli tratti dipavimento rosso decorato con piccoli frammentibianchi(114).

21 Sigona Grande (Lentini)

A poca distanza, verso ovest, dall’inse-diamento di contrada Cucco è stata segna-

lata, a Sigona Grande(115), un’area che ha dato cera-miche, tegole anfore da trasporto databili tra il III edil VI secolo e frammenti di periodo medievaledatabili tra la fine dell’VIII ed il XII secolo(116).

22 Casulle (Lentini)

In contrada Casulle sono state trovate alcune monete d’argento tra le quali una “della gros-sezza di un 2 soldi” decorata con granchio/colombae l’altra centauro/figura di donna con ramoscello(117).

23 Scirumi (Lentini)

A Sirume [...] sono da tenersi presenti taluni sepolcreti di stile greco-sicolo, ed alcuni avanzi di antiche fabbri-

che [...] nella base occidentale [...] antichissimi antri(118).Da questa località provengono materiali preistorici,

prevalentemente castellucciani, oggi depositati al museoarcheologico di Adrano ed in parte esposti.

Successivamente sede di un casale medievale attestatofino ai primi decenni del XV secolo(119).

24 Fiumefreddo (Lentini)

La collinetta di Fiumefreddo è stata intensamente abita-ta fin dalla preistoria(120). Nel corso di ricognizioni fatte

negli ultimi anni è stato messo in evidenza, sul lato sud dellacollinetta, un villaggio preistorico. È stato trovato materialeceramico della media età del rame (cultura di Serraferlicchio),prima età del bronzo (Sant’Ippolito, Castelluccio) e media etàdel bronzo (Thapsos) e numerosa industria litica (su selce equarzite). Purtroppo, l’insediamento è stato distrutto dall’im-pianto di un agrumeto e dalla costruzione di una vasca perirrigazione. Sul pianoro è stata trovata una certa abbondanza di

In alto:In alto:In alto:In alto:In alto: Fig. 32 - Francofonte, Roccarazzo, tomba.Al centro a sn.:Al centro a sn.:Al centro a sn.:Al centro a sn.:Al centro a sn.: Fig. 31 - Roccarazzo, panorama.In basso: In basso: In basso: In basso: In basso: Fig. 35 - Lentini, Valsavoia, struttura toloide.

2929292929AGORÀAGORÀAGORÀAGORÀAGORÀ

DOSSIER

ceramica dell’età del ferro (stile di Licodia Eubea)prova tangibile di uno spostamento del centro abi-tato sulla colina in concomitanza della colonizzazionedella piana da parte dei calcidesi di Lentini e la fon-dazione di Brikinnai al Casale di S. Basilio. Il centrocontinua a vivere in età classica ed ellenistica (cera-mica a vernice nera databile tra il IV ed il III sec. a.C.),mentre una collinetta ad ovest ha restituito cerami-ca romana. Materiale bizantino e medioevale èriscontrabile nei dintorni e sul pianoro(121).

Del centro abitato restano un tratto delle muradi fortificazione e il resto di una strada,(122) e nellevicinanze sono stati trovati altri due siti il cui mate-riale si trova al museo di Adrano.

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Con un diploma, il 20 maggio 1103 il casale vie-ne concesso ad un certo Angerio e con esso la chie-sa di San Giovanni di Fiumefreddo, concessioneconfermata il 3 luglio 1106 (anche se alcuni studiosihanno confuso l’insediamento con l’omonima cit-tadina etnea)(123). Ma le prime notizie certe del casalerisalgono alla fine del sec. XIII(124) mentre ai primianni del sec. XIV è attestata la chiesa di S. Maria(125).Agli inizi dello stesso secolo il casale apparteneva aSimone Fimetta; successivamente se ne investiro-no gli Alagona che lo perdettero in quanto ribelli.Fu concesso subito dopo a Giacomo Campolo(1392), quindi l’ottenne Cristoforo Monteaperto, mapoiché anch’egli si ribellò, venne infeudato aGuglielmo Liscari.

Ancora nel ruolo dei feudatari del 1408 lo tro-viamo in possesso di Pietro de Urgel(126) e successi-vamente, nel 1451, di un Pietro de Urgel (nipote delprecedente), dopo questa data i documentiattestano l’avvenuto spopolamento.

25 Scordia Soprano (Militello)

Vi è segnalato un insediamento della primaetà del Bronzo, numerose tombe sparse

dell’età del Ferro; un insediamento rupestre di pe-riodo tardo romano e una necropoli con tombe afossa campanata oggi distrutta(127).

Nella metà del XIII sec. il feudo di Scordia So-prana(128) smembrato da quello di Scordia Sottana,

venne in possesso della famiglia Gravina(129).Nel 1284 è documentato il casale Scordie

superioris(130) ma già nei primi anni del secolo suc-cessivo (1347) lo troviamo come semplice feudo(131).

Nel 1507 venne richiesta una licentia populandisenza alcun seguito(132).

26 Bulgherano (Lentini)

Tra Scordia e Francofonte si trova l’inse- diamento di Bulgherano(133). Nell’area è se-

gnalato un insediamento preistorico (età del bron-zo), greco, tardo-romano (tra l’altro una necropolicon tombe a fossa campanata e una villa/fattoria) ebizantino(134).

In periodo medievale è attestato un casale conla chiesa di S. Nicolò de Templo(135). I documentifino ad oggi rintracciati attestano una donazione diperiodo normanno(136) che si inquadra in una seriedi concessioni(137) fatte dai vari feudatari siciliani aivari ordini cavallereschi(138).

Sede nel XII secolo di una commendatemplare(139), che si trovava sulla strada che da Mes-sina portava ai porti d’imbarco della Sicilia meridio-nale. La strada era percorsa dai pellegrini che si re-cavano in Terra Santa. Lungo questo tragitto sonosegnalati una serie di possedimenti nei dintorni diLentini come il Pantano Salso, San Leonardo e S.Bartolomeo de Templo; Catalicciardo, S. Giovanni,S. Lio, Trigona e Bullito(140) ma anche quelli dellaFavara(141), di Caltagirone(142), di Piazza(143).

Delle strutture di Bulgherano, fino a un decen-nio fa si potevano osservare i resti di una chiesa,oggi distrutta dai lavori agricoli.

27 Roccarazzo (Francofonte)

A Roccarazzo, sulle colline alle spalle dellastrada che da Scordia porta a Francofonte,

fu segnalata, agli inizi degli anni Settanta, unanecropoli oggi conservata, abbastanza integra, sol-tanto nella parte centrale. Purtroppo essa è stata edè seriamente danneggiata da una cava di pietra edai terrazzamenti ricavati per l’impianto di un giar-dino di agrumi al cui interno sono visibili tombe siaintegre che sezioni.

Tra le cose segnalate e ormai distrutte unatholos “con lungo corridoio di accesso, grande nic-chia e volta con anello” e una tomba con “all’inter-

DOSSIER

In alto a dx.:In alto a dx.:In alto a dx.:In alto a dx.:In alto a dx.:Roccarazzo,tomba a trifoglioIn basso:In basso:In basso:In basso:In basso:Lentini,Valsavoia, strada.

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3131313131AGORÀAGORÀAGORÀAGORÀAGORÀAntonio Cucuzza, Agro di Scordia..., Agorà XI-XII (a. III-IV, Ott.-Dic. 2002 / Gen.-Mar. 2003)www.editorialeagora.it - E-mail: [email protected]

no scolpito un motivo (?) che ricorda molto da vici-no quello dei chiusini castellucciani”(144) inoltre ungiacimento di materiale litico (bulini, grattatoi, lame,ecc. di selce e quarzite) e frammenti ceramiciriferibili al bronzo antico (Castelluccio)(145).

La necropoli è formata complessivamente dauna trentina di tombe di cui la maggior parte a for-no con una o due anticelle (rettangolari o ellittica),almeno due con l’anticella comunicanti e una deci-na più o meno rovinate, cinque con nicchia, due aforno con il prospetto a cornice simili a quelle dicontrada Ossini-S. Lio e i resti di un camerone ret-tangolare.

Inoltre sono da segnalare almeno due tombeche differiscono da queste tipologie già note. Laprima, quasi un cubo, è di piccole dimensionicon uno scalino sul fondo (h 0,80 x prof. 1,80 xlargh. 1 m).

L’altra è una tomba con d’avanti un’anticellarettangolare mentre la parte retrostante, di dimen-sioni contenute (1,05 x 1,40 m) è divisa in trepiccole nicchie (0,50x 0,30 circa per un’altezza di0,90 m) delimitate da delle cornici a bastoncino.Nel prospetto monumentale esterno una protu-beranza rastremata verso terra con la parte su-periore piatta.

28 Grottastella (Lentini)

Necropoli segnalata già un trentennio fa e tuttora inedita(146). Notevolmente danneg-

giata dall’apertura di cave e dall’impianto di giardini.

B) Casali documentati di sito incerto

In quest’area sono documentati alcuni casali di cui si ignora l’esatta collocazione come Rahal Senec o Rasinech. Esso si trovava in

territorio di Militello su cui esercitava il diritto del mero e misto impero(147). Il casale medievale attestatonel 1170 dal diploma di concessione fatto da re Guglielmo a Stefano Eremita di Monte Gibello(148) è peralcuni da collocare forse in contrada Ambelia(149).

Il casale di Rahal Masoris, che si trovava nelle vicinanze di Scordia, attestato in un documento del XIIsec.(150), è da riconoscere, probabilmente, nei Rahalmassar e Rahalmastri citati in un diploma del 1229(151).

Tra Scordia e Francofonte, è ricordato, in un diploma del 1104(152), il casale di Millarino, attestato ancoranel XIV sec.(153).

C) Altre segnalazioni

Inoltre nell’area tra Scordia e i paesi viciniori si trovano diversi siti che presentano tracce cospicue di insediamenti umani di vario pe-

riodo. Sono stati segnalati, tra l’altro, le necropolie/o abitati nelle contrade di Valsavoia(154),Armicci(155), Passanatello(156), Masseria Abbando-nata(157), Catalicciardo(158), Portella Papera(159),Piano Meta(160), Galermo(161), Santalanea(162) eTimpunazzo(163) tutti gravitanti intorno al Bivieredi Lentini e Case San Nicola(164), Castello diGadera(165) e S. Giovanni La Piana(166) nei pressidi Francofonte(167).

Ad ovest, in territorio di Militello, ricadono al-cuni siti come Loddiero, Castelluzzo, Fildidonna,S. Barbara, S. Vito, Ferracane, Piano Maenza,Frangello, Primo Lanzo, Ossini, Cava d’Inferno,Cava S. Leo, Boscarino ecc., che saranno oggetto diun prossimo studio(168).

DOSSIER

In alto a sn.:In alto a sn.:In alto a sn.:In alto a sn.:In alto a sn.:Roccarazzo,Tomba a“Trifoglio”, (dis.Ing. G. Verdi).In basso: In basso: In basso: In basso: In basso: Fig. 3b/n - Lentini,Bulgherano,palmento.

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AGORÀAGORÀAGORÀAGORÀAGORÀ3232323232 Antonio Cucuzza, Agro di Scordia..., Agorà XI-XII (a. III-IV, Ott.-Dic. 2002 / Gen.-Mar. 2003)www.editorialeagora.it - E-mail: [email protected]

D) I casali medievali nell’area

Oltre ai citati casali, nel triangolo Militello- Lentini-Francofonte, si trovavano nu- merosi piccoli centri abitati pian pia-

no scomparsi tra il XIII ed il XIV secolo(169). Tra quellidocumentati: Baal, Benvichinis, Bulfida(170),Butartaro, Cuzuluto, Favara di Lentini(171),Gileppi(172), Millarium, casale e torre di Passanetocon le chiese di S. Leone e di S. Biagio(173),Rachalburdunis, Rahaliusi, Rahalmassar,Rachamenis(174), Rahalmichi, Randachini(175), casalee torre di Silvestro(176), la chiesa di S. Antonio e diS.M. Maddalena a Cadera(177), casale di Piedachi(178),casale di Ossini(179), di Bucialca(180), ed altri ancorache rendevano la zona intensamente abitata e bendifesa(181).

Inoltre la presenza di qualche toponimo, comeRapsi(182), Ragagliuso(183) o Randachini(184), deriva-to probabilmente dall’arabo Rahal = ‘casale’ ci fan-no ipotizzare la presenza di piccoli centri abitati diorigine medievale fino ad oggi non documentati.

E) Viabilità

Mancando quasi completamente studi, se non per qualche periodo(185), sulla viabilità antica siciliana(186), è difficile

fare anche solo ipotesi sull’area lentinese-scordiense(187). Della Lentini greca sappiamo che,dalle porte della città, partivano due strade: quellameridionale portava a Siracusa, mentre la setten-trionale, su cui si innestavano diverse braccia se-condari, portava ai campi leontini(188).

In periodo romano la situazione non dovevaessere molto differente, anche se le fonti ciattestano solamente la Catania-Siracusa e la Cata-nia-Agrigento per via interna, che costeggiava il

Gornalunga e che sicuramente dovevano attraver-sare il territorio di Lentini(189).

Nel medioevo la viabilità dei dintorni era piùarticolata. Infatti, oltre alla strada che da S. Mariadegli Ammalati portava a Catania e alle trazzere cheportavano alla Piana di Catania mettendola in colle-gamento con i vari casali sparsi nel territorio, daLentini partiva una strada che si biforcava: un ramoverso Buccheri e l’altro, attraverso i territori diCadera, Passaneto e Ossini, arrivava a Mineo perproseguire poi verso Caltagirone(190). Superata Ossinisi innestava una biforcazione per Militello-Palagonia.Di questo tracciato viario restano alcune tracce aPoggio Croce(191).

Un’altra, attraversando la Piana di Catania arri-vava a Palagonia da dove, superando il bivio con lavia Minei(192), proseguiva verso Piazza e, dopo averoltrepassato - nella piana del Margherito - la Cata-nia-Caltagirone(193), sfiorando il feudo di Caropepe,raggiungeva Aidone(194).

Questo percorso viario non sappiamo secoincideva con alcune tracce di strade segnalatecome quelle di Santalanea con orientamento nord-sud(195); una traccia di circa duecento metri aValsavoia con orientamento est-ovest(196); un'altrache parte dal pianoro di Castellana arriva nei pressidi S. Basilio per una lunghezza complessiva di unpaio di chilometri, anche se con qualcheinterruzione; ha orientamento est-ovest(197). Questastessa strada sembrerebbe continuare fino aSerravalle(198) per proseguire verso Fiumefreddo,incrociandosi poi con la Mineo-Monte Catalfaro-Palagonia-Iannarello-Paternò(199).

Questa via forse di epoca romana, comerecentemente ipotizzato(200), ricalcava pressappoco,nel tratto tra Palagonia e Lentini, l’andamentodell’attuale SS 385 correndole, a nord, quasiparallelamente(201).

Quindi il territorio di Scordia era facilmenteraggiungibile sia da sud, con la Lentini-Mineo, cheda nord con la Lentini-S. Basilio-Fiumefreddo-Palagonia-Aidone probabilmente attraverso la stra-da pubblica che passava per Malamuggheri(202) eBulgherano(203) - rimanendo così un importantepunto di controllo del territorio(204).

La presa violenta della metà del XIV sec. èforse dovuta alla necessità di controllare le vieche gli eserciti percorrevano per razziare il terri-torio nemico(205).

F) Conclusioni

L’area presa in considerazione ha restitui- to le tracce dei vari insediamenti che si sono avvicendati, ma anche monumen-

ti unici, come la necropoli paleocristiana di contradaVogliacasì-Castellana; la chiesa bizantina (?) a ‘T’della Castellana; la grande tholos di tipo S. Ange-lo Muxaro di contrada Valsavoia, la tomba ‘a spic-chi’ di Roccarazzo o la necropoli-basilica-abita-zione della Grotta del Drago.

Monumenti quasi tutti sconosciuti agli ad-detti ai lavori e che attendono una giustavalorizzazione.

In alto:In alto:In alto:In alto:In alto: Lentini,B u l g h e r a n o ,rosone dellachiesa.

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3333333333AGORÀAGORÀAGORÀAGORÀAGORÀAntonio Cucuzza, Agro di Scordia..., Agorà XI-XII (a. III-IV, Ott.-Dic. 2002 / Gen.-Mar. 2003)www.editorialeagora.it - E-mail: [email protected]

problemi amministrativi di Scordia a metà Ottocento, “Ricerche”,3, 2000, pp. 91-101. Per una bibliografia aggiornata v. D. VENTURA,Itinerario Storico, “Scordia e dintorni”, Scordia 2002, pp. 29-38.7) Devo ringraziare gli amici Enzo Traviglia, Claudio Parisi, Pino

Ruggeri, Salvatore “Giuseppe” Mantineo e tutti gli altri che mi sonostati compagni nelle escursioni; l’arch. S. Cavalli e l’ing. G. Verdeper i disegni.8) DE MAURO, Notizie storiche sopra Scordia, cit., p. 83.9) V. TRAVIGLIA, Scava, scava e Scordia ..., “Nella città”, 29-30,

1995, p. 14.10) DE MAURO, Notizie storiche sopra Scordia, cit., p. 84.11) V. SALVO BASSO, Reliquiae seu de iis quae supersunt, Scordia

1924, pp. 7-8; VECCHIO, Scordia tra storia e leggenda, cit., pp. 69 e103-105. Sul culto di Cerere in Sicilia v. E. CIACERI, Culti e mitidella Sicilia antica, Catania 1911 (r.a. Sala Bolognese 1981), pp.187-214. Sul collegamento tra i culti di Cerere/Demetra-Iside-Ma-donna v. J. G. FRAZER, Il ramo d’oro. Della magia e della religione,II, Torino 1973, pp. 601-603.12) AMORE, Scordia da casale normanno, cit., p. 12.13) TRAVIGLIA, Scava, scava Scordia ..., cit., pp. 14-15.14) Per esempio la Grotta della Campanella è ricordata dal De

Mauro che afferma “gran monumento ... incavata in profondo depositocalcario conghighiare (sic), sotto il giardino del Collegio di Maria, oggiinteramente distrutta pe’ grandi materiali tratti per uso di fabbrica” v.De Mauro, Notizie storiche sopra Scordia, cit., p. 235n.15) VECCHIO, Scordia tra storia e leggenda, cit., p. 15. Secondo alcuni

studiosi locali attesterebbero la presenza di popolazioni meso-neoliti-che; v. FLORIO-SANTORO, Memoria storica di Scordia, cit., p. 11.16) Secondo uno scrittore locale Scordia prenderebbe il nome

dagli Scordisci popolazione Macedone deportata in Sicilia dai ro-mani (G. GUZZARDI, Le origini di un nome: Scordia, “Passe partout”,5, dicembre 1983, pp. 29-33). Un’altra ipotesi, di sicura originepopolaresca, lo fa derivare da “Scordati la via” poiché, i soldatiromani residenti a Militello, ogni volta che si aggiravano nei pressidi Scordia venivano attaccati dagli abitanti del luogo; cfr. FLORIO-SANTORO, Memoria storica di Scordia, cit., p. 34) che modificanouna precedente asserzione dove si ipotizza che fossero invece deilentinesi provenienti dal colle di S. Basilio (VECCHIO, Scordia trastoria e leggenda, cit., pp. 20 e 27). Secondo gli studiosi più accre-ditati esso deriverebbe dal greco medievale skordion = ‘aglio’ (G.ALESSIO, L’elemento greco nella toponomastica della Sicilia, “Bol-lettino del Centro Studi Filologici Linguistici Siciliani”, III, Palermo1955, p. 254; G. B. PELLEGRINI, Scordia, “Dizionario ditoponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani”,Torino 1990, p. 613) segnalato sia in Sicilia che nel Salento conl’aggiunta di ias per indicare abbondanza (G. CARACAUSI, Dizio-nario onomastico della Sicilia, II, Palermo 1993, s.v.). Contro que-sta ipotesi v. AMORE, Scordia da casale normanno, cit., p. 15.17) PIRRI, Sicilia Sacra, cit., II, p. 933.18) DE MAURO, Notizie storiche sopra Scordia, cit., p. 18 e seg.19) Sugli Scordia v. L. SCIASCIA, Le donne e i cavalier, gli affanni

e gli agi. Famiglia e potere in Sicilia tra XII e XIV secolo, Messina1993, passim.20) De Rebus Regni Siciliae, a cura di G. SILVESTRI, I, Palermo

1882 (r.a. Palermo 1982), pp. 156-157.21) MAURICI, Castelli medievali in Sicilia, cit., p. 369.22) Rationes Decimarum Italiae, Sicilia, a cura di P. SELLA, Città

del Vaticano 1944, n. 1299.23) Sulla famiglia Rosso v. L. SCIASCIA, Nascita di una famiglia: i

Rosso di Messina, “Clio”, 3, 1984; SCIASCIA, Le donne e i cavalier,gli affanni e gli agi, cit., passim. Sulle varie successioni feudali v.G.L. BARBERI, I Capibrevi, I, I feudi del Val di Noto, a cura di G.SILVESTRI, Palermo 1879 (r.a. 1985), pp. 420-423; F. SAN MARTINODE SPUCCHES, La storia dei feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia, VII,Palermo 1931, pp. 354-359.24) Per le sue alterne fortune v. P. LANZA DI SCALEA, Enrico Rosso

1) Sull’evoluzione geologica della Sicilia esiste un’abbondantebibliografia. Limitandoci ai lavori più recenti segnaliamo Introdu-zione alla geologia della Sicilia, a cura di F. LENTINI-M. GRASSO-S. CARBONE, Catania 1987; V. AGNESI-T. MACALUSO-F. MASINI,L’ambiente e il clima della Sicilia nell’ultimo milione di anni, “Pri-ma Sicilia. Alle origini della società siciliana”, Palermo 1997, pp.31-53. Per alcune notizie sparse sull’area iblea v. L. RICCIARDI-S.SPECIALE, I basalti della Sicilia, “Atti dell’Accademia Gioenia diScienze Naturali in Catania”, s. III, v. XV, 1881, pp. 1-41; S. CUCUZZASILVESTRI, Notizie sui alcuni lembi eruttivi iblei, I. Vizzini, “Bollet-tino delle sedute dell’Accademia Gioenia”, s. IV, v. VI, 1961, pp.265-282; R. CRISTOFOLINI, Le vulcaniti plio-pleistoceniche al mar-gine settentrionale dell’Altopiano Ibleo, “Suppl. Atti AccademiaGioenia”, s. VI, v. XVIII, 1966, pp. 265-270; R. CRISTOFOLINI, Os-servazioni vulcanologiche sulle manifestazioni eruttive nei dintor-ni di Militello Val di Catania, “Atti dell’Accademia Gioenia di Scien-ze Naturali in Catania”, s. VI, v. XIX, 1967, pp. 110-121; A. DI GRAN-DE, L’alternanza neogenico-quaternaria di vulcaniti e di sedimential margine nord-occidentale dell’Altopiano Ibleo, “Atti dell’Accade-mia Gioenia di Scienze Naturali in Catania”, s. VII, v. I, 1969, pp.91-125; R. CRISTOFOLINI, Le vulcaniti del Miocene superiore e delPliocene inferiore della zona compresa fra Mineo, Palagonia eVizzini (Altopiano Ibleo), “Atti dell’Accademia Gioenia di ScienzeNaturali in Catania”, s. VII, v. I, 1969, pp. 211-238; P. CARVENI-V.GOTTINI-S. RIZZO, Su un affioramento di rocce eruttive nella pianadi Catania, “Atti dell’Accademia Gioenia”, s. VII, v. XII, 1980, pp.185-195. In particolare sul territorio nei dintorni di Scordia v. R.CRISTOFOLINI - M. BATTAGLIA, Le manifestazioni basaltiche dellazona di Francofonte nel quadro del vulcanismo dell’Altopiano Ibleo,“Bollettino della Società Geologica Italiana”, 94, 1975, pp. 185-207; G. STURIALE, Lo “sconosciuto” vulcanismo dei Monti Iblei,“Agorà”, 7, ottobre-dicembre 2001, pp. 70-77.2) R. DE SAINT-NON, Voyage pittoresque a Naples et en Sicile, IV,

Paris 1829, pp. 486-487.3) Sul Biviere v. G. AGNELLO, L’architettura sveva in Sicilia, Roma

1935 (r.a. Siracusa 1986), pp. 291-297; A. MILAZZO, Il “Biviere” eil territorio di Lentini prima e dopo il terremoto, “Le città ricostruitedopo il terremoto siciliano del 1693”, Roma 1997, pp. 163-172; F.VALENTI, Il lago di Lentini, Castelbuono 1998; F. PULVIRENTI, Ri-cognizioni archeologiche nel territorio di Lentini. Settore Nord Orien-tale, tesi, Univ. di Catania, Lettere, a.a. 2000-01, pp. 13-15.4) Gli studiosi sono concordi nell’identificare il S. Leonardo con

l’antico Terias.5) A. FILOTEO DEGLI OMODEI, Descrizione della Sicilia nel secolo

XVI, “Biblioteca storica e letteraria di Sicilia”, a cura di G. Di Mar-zo, VI, Palermo 1876 (r.a. Bologna 1974), pp. 333-334. Il passoricalca quello di T. Fazello, Della storia di Sicilia deche due, tradot-ta da Remigio Fiorentino, I, Palermo 1817, pp. 191-192; si vedanoinoltre G. A. MASSA, La Sicilia in prospettiva, I, Palermo 1709 (r.a.Milano 1977), pp. 352-353; V. AMICO, Dizionario topografico dellaSicilia, II, Palermo 1856 (r.a. Bologna 1983), pp. 424 (s.v. Reina);482 (s.v. Scuma); 571-572 (s.v. Teria).6) Su Scordia v. M. DE MAURO, Notizie storiche sopra Scordia

inferiore (1868), a cura di D. VENTURA, Scordia 2000; FRANCELÒ,Scordia, s.l., s.d. (1928?); A. VECCHIO, Scordia tra storia e leggen-da, Scordia 1975; P. SANTORO, Monumenti e cultura a Scordia inprovincia di Catania, tesi, Ist. Univ. di Magistero, s.d. (a.a.1974-75);U. AMORE, Scordia. Dalle origini sino ai nostri giorni con particola-re riferimento all’età spagnola, Catania 1982; V. FLORIO-P.SANTORO, Memoria storica di Scordia, Catania 1986; N. GAMBERA,Notizie storiche sul toponimo Scordia nel Medioevo, “Nella Città”,1-2, 1989, pp. 5-6; N. GAMBERA, Tra storia e antropologia, “LaFreccia Verde”, 8, 1993, pp. 16-18; U. AMORE, Scordia da casalenormanno a centro agrumicolo, Messina 1998; D. VENTURA,Scordia, 1628-1636. Dalla “fondazione” al primo rivelo, Scordia1998; A. CUCUZZA, Viabilità nella Sicilia centro-meridionale e i

NOTE E BIBLIOGRAFIA

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AGORÀAGORÀAGORÀAGORÀAGORÀ3434343434 Antonio Cucuzza, Agro di Scordia..., Agorà XI-XII (a. III-IV, Ott.-Dic. 2002 / Gen.-Mar. 2003)www.editorialeagora.it - E-mail: [email protected]

e la confisca dei suoi mobili in Castiglione. Ricerche storiche delsecolo XIV, Torino-Palermo 1890; P. SARDINA, Tra l’Etna e il mare.Vita cittadina e mondo rurale a Catania dal Vespro ai Martini (1282/1410), Messina 1995, passim.25) Sulla discendenze si veda l’albero genealogico pubblicato in

SCIASCIA, Le donne e i cavalier, cit., p. 246.26) Il De Mauro (Notizie storiche sopra Scordia, cit., pp. 106-110)

ipotizza una devastazione da parte di Manfredi Chiaramente. Il Ven-tura accenna a due distruzioni la prima nel 1353 e la seconda nel1359 (Itinerario storico, cit., p. 11). Il Maurici, più genericamente, lovuole distrutto tra il XIV ed il XV sec. (Castelli medievali in Sicilia, cit.,p. 369). Ma le fonti coeve, che pur accennano ad assalti a piccoli centri,non fanno menzione di Scordia; v. Michele da Piazza, Cronaca 1336-1361, a cura di A. Giuffrida, Palermo-San Paolo 1980.27) MAURICI, Castelli medievali in Sicilia, cit., p. 369.28) C. TRASSELLI, Da Ferdinando il Cattolico a Carlo V, Soveria

Mannelli 1982, p. 87; V. D’ALESSANDRO, Terra, nobili e borghesinella Sicilia medievale, Palermo 1994, p. 185.29) S. PISANO BAUDO, La città Carleontina, Lentini 1981, pp. 5-13.30) M. GAUDIOSO, Francofonte formazione urbanistica e sacra,

Catania 1970, pp. 1-32.31) G. M. CAPODIECI, Ragguaglio storico-critico sopra lo stato

antico, e presente di Militello, Siracusa 1796, pp. 76-94.32) A. CUCUZZA, Palagonia: archeologia, storia, urbanistica, “Ri-

cerche”, anno V, n. 2, luglio-settembre 2001, p. 77.33) Sull’ultima fondazione di Scordia v. D. VENTURA, Scordia,

1628-1636, cit.34) Alcune escavazioni di un certo interesse si trovano intorno alla

chiesa di San Domenico Savio in contrada Montagna.35) Per conoscere le tradizioni collegate alla Cava v. N. GAMBERA,

La vita stentata. Casa, lavoro, gioco, magia e festa a Scordia nellaprima metà del XX secolo, Caltagirone 1988, pp. 15-19.36) DE MAURO, Notizie storiche sopra Scordia, cit., pp. 83-84.37) DE MAURO, Notizie storiche sopra Scordia, cit., p. 84; Traviglia,

Scava, scava e Scordia ..., cit., pp. 14-15.38) Approvazione delle linee guida del Piano territoriale paesistico

regionale, Gazzetta Ufficiale Regione Siciliana, 46, 24-09-1999,(da ora Linee guida), p. 254.39) Vista l’abbondante ceramica secentesca potrebbe trattarsi del

materiale di sgombro delle case distrutte dal terremoto del 1693,anche se si trova mescolato materiale più recente dovuto probabil-mente all’uso in tempi successivi come discarica. Infatti, le fonticoeve, attestano come il centro abitato fu distrutto per due terzi e ilrestante terzo, per buona parte, fu seriamente danneggiato con 42morti v. Archivio General de Simancas, Segretarias Provinciales,Segretaria de Sicilia, Correspondencia de virreyes y ministros conS.M., legajo 1222, Relazione delle città e luoghi devastati in Sicilia,a causa dei terremoti; numero antico dei vivi, numero dei mortinelle rovine e rendite che pagavano ogni anno. Sui danni patiti e ilnumero dei morti inoltre DE MAURO, Notizie storiche sopra Scordia,cit., pp. 196-197; S. NICOLOSI, Apocalisse in Sicilia. Il terremotodel 1693, Catania 1983, p. 130. L’area colpita fu quella della “stra-da del Curso” e l’area di “sotto il castello” v. VENTURA, Itinerariostorico, cit., p. 16.40) Strutture simili si trovano a S. Basilio.41) Il primo accenno alla Grotta del Drago è della metà del XIX

sec. e viene considerata un’abitazione dei Lestrigoni (M. DE MAURO,Sul colle di S. Basilio volgarmente detto Casale, Catania 1861, p.86). Successivamente è citata come “un monumento trogloditicoadibito ad uso di sepolcro, risalente alle prime invasione grechedell’isola”, v. S. PAPPALARDO, Tradizione e leggenda della “Grot-ta del Drago”, (art. senza testata).42) A. MESSINA, Battisteri rupestri e vasche battesimali nella Sicilia

bizantina, “Archivio Storico Siracusano” (da ora ASSr), 1971, pp. 5-15.43) P. ORSI, Nuove chiese bizantine del territorio di Siracusa (1898),

ora in Id., Sicilia bizantina, a cura di G. AGNELLO, Catania 2000, p.49, fig. 23.44) La struttura richiama un modulo abitativo, formato da due

piani collegati da una scala, tipica di alcuni insediamenti rupestridegli Iblei (A. MESSINA, Il trogloditismo di età medievale nell’agronetino, “Contributi alla geografia storica dell’agro netino”, a cura diF. BALSAMO-V. LA ROSA, Noto 2001, pp. 125-138). Un ambiente simi-le è segnalato in contrada Caratabìa nel territorio di Mineo (A. MESSI-NA, Le chiese rupestri del Val di Noto, Palermo 1994, pp. 126-128).45) Linee guida, cit., p. 254.46) Il De Mauro, pur accennando alla grotta, non fa menzione

della leggenda popolare ad essa collegata; v. DE MAURO, Sul colledi S. Basilio, cit., p. 86. Sulla grotta v. S. PAPPALARDO, Tradizionee leggenda della “Grotta del Drago”, cit.; VECCHIO, Scordia trastoria e leggenda, cit., pp. 19-20; SANTORO, Monumenti e cultura aScordia, cit., pp. 230-232; FLORIO-SANTORO, Memoria storica diScordia, cit., p. 11; V. TRAVIGLIA, Grotta del Drago, “Nella Città”, 26,1993, p. 14.47) Sul significato del termine v. C. BATTISTI-G. ALESSIO, Dizionario

etimologico italiano, II, Firenze1975, p. 1391 s.v. ‘dragone5’; F.GIUFFRIDA, I termini geografici dialettali della Sicilia, “ASSO”, 1957, p.23 alla s.v. ‘Cuda i dragu’; G. B. PELLEGRINI, Ricerche sugli arabismiitaliani con particolare riguardo alla Sicilia, Palermo 1989, p. 59.48) Il toponimo trae origine dall’arabo dar = ‘casa, abitazione, palaz-

zo’; G.B. PELLEGRINI, Terminologia geografica araba in Sicilia, “Annali(sezione linguistica) dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli”, III,1961, p. 162.49) Puleri variante di Pileri = ‘pietre soprapposte come segnale di

confine, pilastri’ v. CARACAUSI, Dizionario onomastico, cit., s.v.50) Questo tipo di tomba è presente inoltre in contrada Castellana,

Palazzelli, contrada Abbandonata, Valsavoia ed altri siti del circon-dario; v. S. FISICARO, Insediamenti rurali di età romana nel territo-rio a nord dell’antica Lentini, “Aitna”, 2, 1996, pp. 121-122.51) Amore, Scordia da casale normanno, cit., p. 9.52) Il materiale, depositato al museo di Ramacca, è in fase di studio.53) VENTURA, Itinerario storico, p. 10.54) In mancanza di altri dati: tipo di metallo, peso, dimensioni,

iscrizioni, diventa difficile l’individuazione. Nel caso si potrebbetrattare di una moneta emessa sotto Agatocle (IV sec. a.C.).55) VECCHIO, Scordia tra storia e leggenda, cit., pp. 24-25; Linee

guida, cit., p. 254.56) Linee guida, cit., p. 254.57) F. VALENTI, Il lago di Lentini, Castelbuono 1998, pp. 58-59.58) Il materiale sporadico raccolto, depositato al museo archeo-

logico di Ramacca; inoltre v. PULVIRENTI, Ricognizioniarcheologiche nel territorio di Lentini, cit., pp. 110-113.59) PULVIRENTI, Ricognizioni archeologiche nel territorio di Lentini,

cit., pp. 133-135.60) Dal greco = 'spruzzato, variegato', v. Caracausi,

Dizionario onomastico, cit., s.v.61) Da non confondere con quella citata in Valenti (Lestrigonia,

cit., pp. 44-45) ricadente nel f. 274 IV N.O. ‘Lentini’ dell’IGM, doveè segnalato un insediamento con una necropoli riferibile alla cultu-ra di Castelluccio inoltre nell’area è stata trovata ceramicaellenistica-romana; v. U. SPIGO, Note preliminari sugli insediamentidi età imperiale romana nei territori di Lentini, Carlentini, Ramacca,Caltagirone, Grammichele, “Kokalos”, 1982-83, p. 342.62) PULVIRENTI, Ricognizioni archeologiche nel territorio di Lentini,

cit., pp. 116-127.63) PULVIRENTI, Ricognizioni archeologiche nel territorio di Lentini,

cit., pp. 137-139.64) DE MAURO, Sul colle di S. Basilio, cit., p. 194n.65) J. SCHUBRING, Sicilische Studien. Die Landschaft des Menas

un Erekes nebst Leontinoi, “Zeitschrift für allgemeine Erdkunde”,n. s. XXII, 1874, p. 370.66) A. HOLM, Storia della Sicilia nell’antichità, tradotta da G. Kirner,

III, Torino 1901 (r.a. Bologna-Roma 1965), p. 453.67) S. CIANCIO, Leontinoi. Anni di ricerche archeologiche, in S.

PISANO BAUDO, Storia di Lentini antica e moderna, I, appendice,Lentini 1990, p. 12; FISICARO, Insediamenti rurali di età romana,cit., p. 121; F. VALENTI, Il lago di Lentini, Castelbuono 1998, p. 60;

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3535353535AGORÀAGORÀAGORÀAGORÀAGORÀAntonio Cucuzza, Agro di Scordia..., Agorà XI-XII (a. III-IV, Ott.-Dic. 2002 / Gen.-Mar. 2003)www.editorialeagora.it - E-mail: [email protected]

PULVIRENTI, Ricognizioni archeologiche nel territorio di Lentini,cit., pp. 115.68) L.R. BALDINI-G. CASSATARO-U. LONGO-E. RECAMI, Recenti

Scoperte sul paleolitico siciliano, “Natura”, 67, 1976, p. 126; M.ARCIDIACONO-L.R. BALDINI-U. LONGO-E. RECAMI, Nuove notiziesulla preistoria della Sicilia Orientale, “Natura”, 67, 1976, p. 179;M. ARCIDIACONO-L.R. BALDINI-U. LONGO-E. RECAMI, Notiziario.Sicilia Orientale, “Rivista di Scienze Preistoriche”, 31, 1976, p. 319;F. VALENTI, Lestrigonia. Insediamenti preistorici nel territorio del-l’antica Leontini, Catania 1992, pp. 21-22;69) PULVIRENTI, Ricognizioni archeologiche nel territorio di Lentini,

cit., pp. 71-98.70) PULVIRENTI, Ricognizioni archeologiche nel territorio di Lentini,

cit., pp. 71-98.71) Linee guida, cit., p. 254.72) A. MESSINA, Le chiese rupestri del siracusano, Palermo 1979,

p. 76n.73) S. CUSA, I diplomi greci ed arabi di Sicilia, II, Palermo 1882, p.

555; Messina, Le chiese rupestri del siracusano, cit., pp. 62, 76 e169 (doc. X).74) Sull’origine del toponimo v. D. ADAMESTEANU, Toponimi a

carattere archeologico nella Sicilia centro meridionale, “Hommagesà Albert Grenier”, Bruxelles-Berchem 1962, pp. 84-85.75) Un recente studio si limita alla parte orientale del territorio

lasciando inesplorata la parte centrale ed occidentale v.PULVIRENTI, Ricognizioni archeologiche nel territorio di Lentini,cit., pp. 43-69.76) ARCIDIACONO-BALDINI-LONGO-RECAMI, Nuove notizie sulla

preistoria, cit., pp. 178-179 e 184.77) S. TUSA, La Sicilia nella preistoria, cit., p. 216.78) ARCIDIACONO-BALDINI-LONGO-RECAMI, Notiziario. Sicilia

orientale, cit., p. 319; VALENTI, Lestrigonia, cit., pp. 25-26; F. VA-LENTI, Insediamenti della prima età del bronzo nel territorio del-l’antica Leontini, “Aitna”, 1, 1994, p. 7.79) CIANCIO, Leontinoi. Anni di ricerche archeologiche, cit., p. 12.80) FISICARO, Insediamenti rurali di età romana, cit., p. 121.81) PULVIRENTI, Ricognizioni archeologiche nel territorio di Lentini,

cit., pp. 66-67.82) Simile a quella segnalata a Santalanea; v. G. TOMARCHIO,

Testimonianze di un’antica strada nella Piana di Catania, “Viabilitàantica in Sicilia”, Giarre 1987, p. 41.83) PULVIRENTI, Ricognizioni archeologiche nel territorio di Lentini,

cit., pp. 46-49.84) F. VALENTI, Due insediamenti tardo-antichi di Lentini, “Aitna”,

2, 1996, pp. 132-133; VALENTI, Il lago di Lentini, cit., pp. 59-60.85) Per una descrizione geologica del sito v. DE MAURO, Sul colle

di S. Basilio, cit., pp. 42-56.86) Di questo importante sito archeologico hanno scritto diversi

autori di storia locale v. VECCHIO, Scordia tra storia e leggenda,cit., pp. 31-51; U. AMORE, Scordia dalle origini, cit., pp. 10-12;AMORE, Scordia da casale normanno, cit., pp. 10-11; CUCUZZA,Hic sunt leones, cit., pp. 87-90.87) N. LA ROSA, Historia Sanctorum fratrum Aphii, Philadelphi et

Cyrini, ms del 1567, in DE MAURO, Sul colle di S. Basilio, cit., p. 102.88) DE MAURO, Sul colle di S. Basilio, cit., p. 56.89) Nei primi anni del secolo altri ritrovamenti erano stati fatti a

Monte Casale come quelli del dott. Pugliese di una “difesa di ele-fante del diametro di pollici quattro e dalla lunghezza di palmiquattro” v. PISANO BAUDO, Storia di Lentini, cit., p. 9n.; A. DI GIACO-MO, Relazione accademica per l’anno XIII, “Atti dell’Accademia Gioeniadi scienze naturali di Catania”, tomo XIV, 1839, pp. 10-11; G. ALESSI,Sopra alcune ossa fossili scoverte in Sicilia. Memoria per servire dicontinuazione con la Memoria sulle ossa fossili ritrovate in ogni tempoin Sicilia, “Atti Accademia Gioenia Scienze Naturali”, s. 1, 13, 1839, pp.42-43; F. ANCA-G.G. GEMMELLARO, Monografia degli elefanti fossi-li di Sicilia, Palermo 1867, tav. Nella zona sono stati segnalati altriritrovamenti di fossili animali come quelli della Piana, nelle TerreForti e in contrada Serraci nelle vicinanze di Catania (A. ARADAS,

Descrizione di alcuni resti fossili di grandi mammiferi rinvenuti inSicilia, “Atti Accademia Gioenia Scienze naturali”, s. II, XX (1865),p. 289); a Lentini (PISANO BAUDO, Storia di Lentini, cit., p. 9n.); dicontrada Tremoli di Lentini (G. MAUGERI PATANÈ, Interessanterinvenimento d’ossami con oggetti d’industria preistorica in un an-tico bacino lacustre nel territorio di Lentini (Sicilia), “Bollettinodelle sedute della Accademia Gioenia Scienze Naturali in Cata-nia”, s. 2, 64, 1932, pp. 31-49); di Carlentini (ARADAS, Descrizionedi alcuni resti fossili, cit., p. 289); di Militello (CAPODIECI, Rag-guaglio storico-critico sopra lo stato antico, cit., p. 18; ANCA-GEMMELLARO, Monografia degli elefanti fossili, cit., tav.); di Mineo(G. ALESSI, Memoria sulle ossa fossili ritrovate in ogni tempo inSicilia, “Atti Accademia Gioenia Scienze Naturali”, 7 (1833), p.211); di Palagonia (G. G. PONTE, Lettera, “Atti della Società Italia-na di Scienze Naturale”, Milano, seduta del 22 giugno 1884); ocome quello recente ed inedito di Ramacca (il materiale è deposi-tato nel locale museo civico). Per i vari ritrovamenti riguardanti laSicilia e relativa bibliografia v. L. BONFIGLIO-E. BURGIO, Distribu-zione dei mammiferi nel Pleistocene della Sicilia, “Ippopotami diSicilia”, Messina 1989, pp. 77-85; L. BONFIGLIO-E. BUGIO, Signifi-cato paleoambientale e cronologico delle mammalofaunepleistoceniche della Sicilia in relazione all’evoluzione paleografica,“Il Quaternario”, 5, 1992, pp. 223-234; S. CHILARDI, I siti paleontologicidel territorio Siracusano, “Le ossa dei giganti. Siracusa: Lo scavopaleontologico di contrada Fusco”, Siracusa-Palermo 1996, pp. 87-91;E. BUGIO, Le attuali conoscenze sui mammiferi terresti quaternaridella Sicilia, “Prima Sicilia. Alle origini della società siciliana”,Palermo 1997, pp. 55-72; L. BONFIGLIO-M. PIPERNO, Early faunaland human populations, “Early societies in Sicily. Newdevelopments in archeological research”, Londra 1996, pp. 21-29.90) DE MAURO, Sul colle di S. Basilio, cit., pp. 62-63 e 135-137.91) DE MAURO, Sul colle di S. Basilio, cit., pp. 217-218.92) Lettera, prot. 260, di A. Salinas direttore del Museo Nazionale

a Ippolito De Cristoforo; la lettera è riprodotta in “Documento”, n.84, maggio 1999, p. 5.93) AMICO, Dizionario cit., I, p. 131; I. PATERNÒ CASTELLO, Viaggio

per tutte le antichità della Sicilia, Palermo 1817 (r.a. Siracusa-Palermo1990), pp. 77-79; I. V. PATERNÒ CASTELLO, Relazione delle antichitàdel Regno di Sicilia esistenti nelle due Valli di Demona e di Noto scrittaper sovrano real comando, in G. PAGNANO, Le antichità del Regno diSicilia. I plani di Biscari e Torremuzza per la Regia Custodia 1779,Siracusa-Palermo 2001, pp. 116-118; J. HOUEL, Viaggio in Sicilia ea Malta (1782), a cura di G. MACCHIA, L. SCIASCIA, G. VALLET, Paler-mo-Napoli 1977, p. 108; sui disegni dell’Houel v. La Sicilia di JeanHouel all’Ermitage, Palermo 1989, dis. 217 e schede 217 e 218.94) P. ORSI, Scordia, “Notizie Scavi”, 1899, pp. 276-277; P. Orsi,

Quattordici anni di ricerche nel sud-est della Sicilia, “Atti del Con-gresso Internazionale di Scienze Storiche”, Roma 1904, pp. 167-191; P. ORSI, Miscellanea sicula. VI. Reliquie Sicule a Monte S.Basile (Siracusa), “Bullettino di Paletnologia Italiana” (da ora BPI),48, 1928, pp. 79-82.95) S. LAGONA, Nuove indagini a Monte San Basilio, “Architettura

nella Sicilia greca arcaica”, Catania-Siracusa 1980, pp. 131-134; Idem,Un fortilizio greco a monte S. Basilio, presso Scordia, “Kokalos”,1984-85, pp. 805-808; Idem, La “città” della Sicilia, “La Sicilia” 18aprile 1984; Idem, Sicilia archeologica, “Sicilia archeologica. Recen-ti acquisizioni e scoperte archeologiche”, Catania 1986, pp. 10-12;Idem, I resti di un centro antico a Monte San Basilio, nei “Campi Leontini”,“Agorà”, 5, aprile-giugno 2001, pp. 15-17. Inoltre si vedano PULVIRENTI,Ricognizioni archeologiche nel territorio di Lentini, cit., pp. 22-29. A.LICCIARDELLO, I tesori di Monte S. Basilio, “Agorà”, 10, luglio-settem-bre 2002, pp. 76-77. Per una bibliografia aggiornata v. A. CORRETTI,Monte San Basilio. Fonti letterarie, epigrafiche e numismatiche,“Bibliografia Topografica della Colonizzazione Greca in Italia enelle Isole Tirreniche”, X, Pisa-Roma, 1992, p. 478; S. LAGONA,Monte San Basilio. Storia della ricerca archeologica, “BibliografiaTopografica della Colonizzazione Greca”, cit., pp. 478-483.96) ARCIDIACONO-BALDINI-LONGO-RECAMI, Notiziario. Sicilia

DOSSIER

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AGORÀAGORÀAGORÀAGORÀAGORÀ3636363636 Antonio Cucuzza, Agro di Scordia..., Agorà XI-XII (a. III-IV, Ott.-Dic. 2002 / Gen.-Mar. 2003)www.editorialeagora.it - E-mail: [email protected]

DOSSIER

orientale, cit., p. 319; BALDINI-CASSATARO-LONGO-RECAMI, Re-centi scoperte, cit., p. 179; S. TUSA, La Sicilia nella preistoria,Palermo 1983, pp. 296-297.97) Sulla situazione recente v. scheda e disegni di G. Tomarchio,

“Immagini di Sicilia”, Enna 1990, pp. 202-203.98) P. ORSI, Insigne scoperta a Monte Casale presso Scordia, Il

sepolcro del Duce ignoto, “Aretusa”, VII, 1922, pp. 1-3; S. LAGONA,La “città” della Sicilia, “La Sicilia”, 18 aprile 1984. E’ stato ipotizzatoche si tratti della tomba di V sec. a. C. di un mercenario campano;v. G. COLONNA, La Sicilia ed il Tirreno nel V e IV secolo, “Kokalos”,XXVI-XXVII, 1980-81, pp. 157-191.99) Tra l’altro alcune monete di Maurizio Tiberio. Sulle monete di

S. Basilio v. DE MAURO, Sul colle di S. Basilio, cit., pp. 166, 212-220 e tavv.; M. T. CURRÒ PISANO, La consistenza del Medagliere diSiracusa per quanto riguarda la monetazione greco-siceliota, “AIIN”,IX-XI (1962-1964), p. 225; G. GUZZETTA, Appunti di circolazionemonetaria nella Sicilia orientale bizantina, “La Sicilia rupestre nelcontesto delle civiltà mediterranee”, Galatina 1986, p. 128.100) TUCIDIDE, La Guerra del Peloponneso, II, Milano 1976, p. 11.

Sulle varie identificazioni del sito v. LAGONA, Nuove indagini, cit.,p. 134; PULVIRENTI, Ricognizioni archeologiche nel territorio diLentini, cit., pp. 24-25n.101) PULVIRENTI, Ricognizioni archeologiche nel territorio di

Lentini, cit., p. 28. Dal pianoro provengono monete bizantine emedievali di Gugliemo II e Ludovico: v. DE MAURO, Sul colle di S.Basilio, cit., tav. IV.102) E. CASPAR, Ruggero II e la fondazione della monarchia

normanna di Sicilia, Bari 1999, p. 490; MESSINA, Le chiese rupestridel siracusano, cit., pp. 62 e 76-78; CUCUZZA, Hic sunt leones, cit.,pp. 87-90 e 110.103) Rationes Decimarum Italiae, cit., n. 1300; M. SCADUTO, Il

monachesimo basiliano nella Sicilia medievale (sec. XI- XIV), Roma1947, pp. 190 e 303n.; MESSINA, Le chiese rupestri del siracusano,cit., pp. 62, 76-79; R. PIRRI, Sicilia sacra, Palermo 1733 (r.a. Bolo-gna 1987), p. 977; I. PERI, Città e campagna in Sicilia, “Atti dellaAccademia di Scienze Lettere ed Arti”, Palermo 1953, p. 137; MES-SINA, La presenza basiliana nel Val di Noto, “Basilio di Cesarea. Lasua età, la sua opera e il basilianesimo in Sicilia”, II, Messina 1983,pp. 821-822; MUSCIA, Sicilia nobilis, Roma 1692, pp. 2 e 85.104) Formata da due ambienti: uno più grande rettangolare 12m x

5 x 4 circa con orientamento est-ovest; sul tetto a circa 3 m dallaporta i resti di due pilastri rettangolari, sulla parete ovest una gran-de nicchia e per terra blocchi di arenaria con tracce di scanalaturead arco (resti della porta). L’altra 3,5m x 4 x 2 con all’internoblocchi di arenaria scanalati.105) ORSI, Miscellanea Sicula. VI. Reliquie sicule a Monte S. Basile

(Siracusa), cit., pp. 81-82.106) LAGONA, La “città” della Sicilia, cit.; Valenti, Lestrigonia, cit., p. 20.107) LAGONA, I resti di un centro antico a Monte San Basilio,cit., p. 17.108) Dal sostrato mediterraneo *kukko = ‘cima tondeggiante’ v.

CARACAUSI, Dizionario onomastico, cit., s.v.109) DE MAURO, Sul colle di S. Basilio, cit., pp. 194-195n.110) G. CULTRERA, Scavi, scoperte e restauri di monumenti anti-

chi in Sicilia nel quinquennio 1931-1935, Siracusa 1936, p. 10.111) Linee guida, cit., p. 254; AMORE, Scordia da casale normanno,

cit., pp. 11-12.112) FISICARO, Insediamenti rurali di età romana, cit., p. 121.

Abbondante il materiale ceramico di IV e V sec. e qualche fram-mento di VIII-IX sec. (PULVIRENTI, Ricognizioni archeologiche nelterritorio di Lentini, cit., p. 38).113) BARBERI, I Capibrevi, cit., p. 487.114) Per una accurata descrizione v. PULVIRENTI, Ricognizioni

archeologiche nel territorio di Lentini, cit., pp. 35-41.115) Forse dal greco = ‘ficheto’ CARACAUSI, Dizionario

onomastico, cit., s.v.116) PULVIRENTI, Ricognizioni archeologiche nel territorio di

Lentini, cit., pp. 30-33.117) S. PAPPALARDO, Scoperte archeologiche nei pressi di Scordia,

(art. senza testata). Si tratta di granchio / aquila (Agrigento V sec.a.C.) e toro antropocefalo / nike con corona (moneta di Gela). Sullamonetazione siciliana v. A. HOLM, Storia della moneta siciliana,traduzione di G. Kirner, s.d.e. (r.a. Bologna 1965); G. E. RIZZO,Monete greche della Sicilia, Roma 1946 (r.a. Bologna 1968).118) DE MAURO, Sul colle di S. Basilio, cit., p. 195.119) R. GREGORIO, Opere rare edite ed inedite riguardanti la

Sicilia, Palermo 1873 (r.a. Bologna 1977), p. 322; M. GAUDIOSO,Per la storia del territorio di Lentini. Le baronie di Chadra eFrancofonte, “ASSO”, 1925 (rist. Catania 1992), p. 61; MUSCIA,Sicilia nobilis, cit., pp. 2 e 84; M. AMARI-A.H. DUFOUR, Carte comparèede la Sicilie moderne avec la Sicile au XIIe siecle, Paris 1859, p. 48;Pergamene siciliane dell’archivio della Corona d’Aragona (1188-1347),a cura di L. SCIASCIA, Palermo 1994, p. 190; SCIASCIA, Le donne ei cavalier, gli affanni e gli agi, cit., passim.120) GAUDIOSO, Per la storia del territorio di Lentini, cit., p. 64;

Messina, Le chiese rupestri del siracusano, cit., pp. 78-79; V. AMI-CO, Dizionario topografico della Sicilia, I, Palermo 1855-56 (r.a.Bologna 1983) s.v.; L. TOWNSEND WHITE, Il monachesimo latinonella Sicilia normanna, Catania 1984, p. 170; Rationes decimarumItaliae, cit., p. 96; BARBERI, I Capibrevi, cit., p. 362; L. SAPUPPO,Alle origini. Gli insediamenti nel territorio di Palagonia, “Quadernidell’Accademia dei Palici, 2, 1998, pp. 83-84; M. FRASCA, AcquaAmara di Palagonia. Un insediamento dell’antico e medio bronzo aimargini della Piana di Catania, “Cronache di Archeologia”, 22, 1983,pp. 83-92; A. CUCUZZA, Hic sunt leones. Palagonia: immagini e notiziedi un mondo sconosciuto, Palagonia 1991, pp. 91-92 e 110.121) N. PRIVITERA, Ricognizioni archeologiche del territorio com-

preso nella tavoletta IGM “La Callura”, settore orientale, tesi, Univ.di Catania, Lettere e filosofia, aa. 1997-98, pp. 104-127.122) PRIVITERA, Ricognizioni archeologiche, cit.123) CUSA, I diplomi greci, II, cit. pp. 552-554 e 699.124) MUSCIA, Sicilia nobilis, cit., p. 2; AMARI-DUFOUR, Carte

comparèe de la Sicilie, cit., p. 36; Pergamene siciliane dell’archi-vio della Corona d’Aragona, cit., pp. 20 e 80.125) Rationes Decimarum Italiae, cit., n. 1260.126) MUSCIA, Sicilia nobilis, cit., p. 85; AMARI-DUFOUR, Carte

comparèe de la Sicilie, cit., p. 36.127) MESSINA, Le chiese rupestri del siracusano, cit., p. 61; VA-

LENTI, Insediamenti della prima età del bronzo, cit., p. 9; Lineeguida, cit., p. 252.128) BARBERI, I Capibrevi, cit., pp. 423-424; SAN MARTINO DE

SPUCCHES, La storia dei feudi, cit., VII, pp. 360-364; GAUDIOSO,Per la storia del territorio di Lentini, cit., passim.129) A. MANGO, Sui titoli di barone e signore in Sicilia, Palermo

1904 (r.a. Sala Bolognese 1970), pp. 190-192; L. GENUARDI, SuiDemani comunali di Palagonia, introduzione e note di A. Cucuzza,Caltagirone 1997, pp. 58-60.130) Pergamene siciliane dell’archivio della Corona d’Aragona,

cit., p. 85131) Pergamene siciliane dell’archivio della Corona d’Aragona,

cit., p. 304.132) C.A. GARUFI, Patti agrari e comuni feudali di nuova fondazio-

ne in Sicilia, “Archivio Storico Siciliano”, s. III, I (1946), tav. VII.133) Nome forse composto da bu (che si usava per rendere più

evidente le caratteristiche di un luogo) e da giran plur. di gar =‘grotta’ CARACAUSI, Dizionario onomastico, cit., s.v.134) R. CAMPAILLA, San Nicolò do Templo. Chiesa templare di

Scordia, Latina 1994, pp. 2-3; Linee guida, cit., p. 254; TRAVIGLIA,Scava, scava e Scordia ..., cit., p. 15; AMORE, Scordia da casalenormanno, cit., p. 9.135) GAUDIOSO, Per la storia del territorio di Lentini, cit., p. 20;

Rationes Decimarum Italiae, cit., n. 1298.136) La data del primo diploma è incerta. Sul problema e relativa

bibliografia v. C. F. PARISI, Arte obliata. I dipinti delle chiese diScordia, Palagonia 1998, pp. 11-12; D. VENTURA, Saggiointroduttivo, in M. DE MAURO, Notizie storiche sopra Scordia, cit.,pp. XXVI-XXVI.

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3737373737AGORÀAGORÀAGORÀAGORÀAGORÀAntonio Cucuzza, Agro di Scordia..., Agorà XI-XII (a. III-IV, Ott.-Dic. 2002 / Gen.-Mar. 2003)www.editorialeagora.it - E-mail: [email protected]

prima età del bronzo (M. ARCIDIACONO-C. MIGNOSA-U. LONGO-E. RECAMI, Notiziario. Lentini, loc. Valsavoia (Prov. di Siracusa),“Rivista di Scienze Preistoriche”, 35, 1980, p. 408; L. R. BALDINI-C.MIGNOSA-E. RECAMI, Nuovo contributo sulla preistoria della Sicilia,“Sicilia Archeologica”, 52-53, 1983, p. 66; U. SPIGO, Ricerche erinvenimenti a Brucoli (c.da Gisira), Valsavoia (Lentini), nel territorio diCaltagirone, ad Adrano e Francavilla di Sicilia, “Kokalos”, 30-31, 1984-1985, pp. 863-904; U. SPIGO, L’attività della soprintendenza archeologicaa Lentini negli anni 1977-1985, “Un trentennio di indagini nel territoriodell’antica Lentini”, Atti del convegno di studi su “Alfio Sgalambro: unimpegno per i beni culturali”, Lentini 1987, pp. 33-35; VALENTI, Illago di Lentini, cit., pp. 55-56); una necropoli con tombe a fossa edarcosolio e un’area con ceramica tardo imperiale databile tra il IV edil VI secolo d.C. (FISICARO, Insediamenti rurali di età romana, cit., p.121). Per una bibliografia v. VALENTI, Lestrigonia, cit., pp. 49-51.155) Tracce di un piccolo insediamento preistorico - con i resti di

capanne e materiale sia ceramico che micro utensili litici(ossidiana e selce) - da far risalire al neolitico medio (VALENTI,Lestrigonia, cit., pp. 24-25; VALENTI, Due insediamenti tardo-anti-chi, cit., pp. 131-133) e un’area con ceramica romana databile trail IV ed il VI sec. (VALENTI, Il lago di Lentini, cit., pp. 56-58).156) Necropoli con tombe a forno e materiale castellucciano; v. L.

BERNABÒ BREA, Necropoli dell’età del bronzo in contradaPassanatello di Francofonte, “Archeologia nella Sicilia sud-orienta-le”, Napoli 1973, p. 25; VALENTI, Lestrigonia, cit., pp. 43-44.157) Una necropoli con tombe ad arcosolio e ceramica tardo

imperiale (FISICARO, Insediamenti rurali di età romana, cit., p.121) e un insediamento bizantino (Linee guida, cit., p. 254).158) Nella contrada vi sono alcune aree ben distinte dove è segna-

lato materiale litico e ceramica preistorica, strutture murarie eceramica romana databile tra il II ed il V sec. d.C. e materialemedievale v. CIANCIO, Leontinoi. Anni di ricerche archeologiche,cit., p. 12; FISICARO, Insediamenti rurali di età romana, cit., p.121; Linee guida, cit., p. 254; PULVIRENTI, Ricognizioni archeologichenel territorio di Lentini, cit., pp. 141-142 e pp. 148-159; VALENTI, Illago di Lentini, cit., p. 54. Possedimento dei cavalieri Templari v.GAUDIOSO, Per la storia del territorio. di Lentini, cit., p. 55.159) L’area ha restituito ceramica preistorica (età del bronzo),

ceramica romana (V-VII sec.) e alto medievale; v. PULVIRENTI, Rico-gnizioni archeologiche nel territorio di Lentini, cit., pp. 143-145.160) Numerosi strumenti litici, ceramica castellucciana e una

necropoli preistorica sul pendio settentrionale v. BALDINI-CASSATARO-LONGO-RECAMI, Recenti scoperte sul paleolitico sici-liano, cit., pp. 126 e 179; VALENTI, Lestrigonia, cit., pp. 17-18;VALENTI, Il lago di Lentini, cit., p. 53; TOMARCHIO, Testimonianzedi un’antica strada, cit., p. 37-43.161) Ceramica romana di età imperiale (III-IV sec. d.C.) v. FISICARO,

Insediamenti rurali di età romana, cit., p. 121; VALENTI, Il lago diLentini, cit., p. 53.162) Tracce di un insediamento preistorico con ceramica della

cultura di castelluccio e necropoli rupestre (TOMARCHIO, Testi-monianze di un’antica strada, cit. , pp. 39-41); necropoli a fossacampanata e ceramica databile tra il II ed il VI sec. d.C. (FISICARO,Insediamenti rurali di età romana, cit., p. 121); un insediamentorupestre bizantino (Linee guida, cit., p. 254); tracce di un importan-te insediamento medievale (A. MESSINA, Forme di abitato rupestrenel siracusano, “La Sicilia rupestre nel contesto delle civiltà medi-terranee”, Galatina 1986, p. 247); chiesa rupestre con dipinti (MES-SINA, Le chiese rupestri del siracusano, cit., pp. 70-75) databileall’VIII-IX sec. (VALENTI, Il lago di Lentini, cit., p. 54). Nella contradaattigua è ricordato il casale medievale di Bonvicino v. R. GREGORIO,Bibliotheca scriptorum qui res in Sicilia gestas sub Aragonumimperio retulere, II, Palermo 1792, p. 493.163) “Insediamento e necropoli preistorici” (Linee guida, cit., p.

254). Ad ovest numerose carraie, alcune tombe ad arcosolio efossa a campana di età tardo imperiale (VALENTI, Lestrigonia, cit.,p. 48; VALENTI, Il lago di Lentini, cit., p. 58). Nella vicina masseriadi Case S. Ilario una chiesa rupestre con dipinti (MESSINA, Le chie-

137) G. BRESC BAUTIER, Le possession des églises de Terre Sainteen Italie du Sud (Pouille, Calabre, Sicile), “Roberto il Guiscardo e ilsuo tempo”, Roma 1975 (rist. Bari 1991), pp. 13-34.138) L. TOWNSEND WHITE, Il monachesimo latino nella Sicilia

normanna, Catania 1984, pp. 364-366; L. VILLARI, I templari inSicilia, Latina 1993.139) B. CAPONE, Quando in Italia c’erano i Templari, Torino 1981,

pp. 209-211; V. TRAVIGLIA, Scordia un paese Templare, “Nella cit-tà”, 25, 1993, pp. 19; V. TRAVIGLIA, I misteri di Bulgherano, “Nellacittà”, 27-28, 1993, p. 16; VILLARI, I templari in Sicilia, cit., pp. 13-15; U. AMORE, Antiche residenze templari nella zona del calatino,“Atti del V Convegno Ricerche Templari”, Torino 1987, pp. 119-124;R. CAMPAILLA, San Nicolò do Templo. Chiesa templare di Scordia,Latina 1994; AMORE, Scordia da casale normanno, cit., pp. 15-21;V. TRAVIGLIA, Scordia paese templare. Il feudo del Tempio, Scordia2002; B. CAPONE-L. IMPERIO-E. VALENTINI, Guida all’Italia deiTemplari, Roma 2002, pp. 269-271140) GAUDIOSO, Per la storia del territorio di Lentini, cit, p. 55;

Messina, Le chiese rupestri del siracusano, cit., pp. 62-63, 170-171(doc. XII e XIII); CAPONE-IMPERIO-VALENTINI, Guida all’Italia deiTemplari, cit., pp. 267-269; VALENTI, Lago di Lentini, pp. 38-40.141) L. GISMONDO, Maioliche medioevali a Favara presso

Grammichele, “Elementi per una storia del popolo di Grammichelee di Sicilia”, Grammichele1985, pp. 222-223. Ma lo stemma ripor-tato nelle maioliche, provenienti dal sito, sembrerebbe quello deiCavalieri Teutonici.142) L. BUONO, Il feudo di S. Maria del Tempio in Caltagirone nel

secolo XVII: nuove acquisizioni documentali, “Bollettino della So-cietà Calatina di Storia Patria e Cultura”, 2, 1993, pp. 7-14.143) A. ROCCELLA, I templari e gli ospedalieri in Piazza Armerina,

Piazza Armerina 1878 (rist. Latina 1997); VILLARI, I templari inSicilia, cit., pp. 15-18; CAPONE-IMPERIO-VALENTINI, Guida all’Ita-lia dei Templari, cit., pp. 271-273.144) S. LAGONA, Le necropoli di Ossini S. Lio, “Cronache di Ar-

cheologia e Storia dell’Arte”, X, 1971, p. 34.145) LAGONA, Le necropoli di Ossini S. Lio, cit., pp. 34-35; P.

GIANINO-I. RUSSO, Note di archeologia Siracusana. Industria liticae fittile del villaggio preistorico di Roccarazzo (Francofonte), “ASSr”,s. 3, 5, 1991, pp. 5-21; Linee guida, cit., p. 254.146) LAGONA, Le necropoli di Ossini S. Lio, cit., p. 34.147) CAPODIECI, Ragguaglio storico-critico sopra lo stato antico,

cit., p. 91.148) C.A. GARUFI, Documenti inediti dell’epoca normanna in Sici-

lia, Palermo 1899, pp. 12 e 124-125; GAUDIOSO, Per la storia delterritorio di Lentini, cit., pp. 37 e 61; PERI, Città e campagna inSicilia, cit., pp. 275 e 137; AMARI-DUFOUR, Carte comparèe de laSicilie, cit., p. 46.149) G. MAJORANA, Le cronache inedite di F. Caruso, “Archivio

Storico Sicilia Orientale” (da ora ASSO), 1913, p. 119.150) GARUFI, Documenti inediti, cit., p. 56151) PIRRI, Sicilia sacra, cit., II, p. 936; Messina, Le chiese rupestri

del siracusano, cit., p. 61.152) G.A. MASSA, Sicilia in prospettiva, Palermo 1709 (r.a. Milano

1977), p. 110; PIRRI, Sicilia sacra, cit., I, p. 618.153) AMICO, Dizionario topografico della Sicilia, cit., p. 62.154) L’area sembra raggruppare due siti ben distinti. La prima è

segnalata, agli inizi del secolo scorso dall’Orsi, consistente in al-cuni gruppi di tombe sicule e bizantine (P. ORSI Necropoli e stazio-ni sicule di transizione. I. La necropoli di Valsavoja (Catania), “BPI”,28, 1902, pp. 103-119). All’interno di quest’area da segnalare una gran-diosa struttura alquanto singolare non descritta dall’Orsi. Si tratta di ungrande ambiente tronco-conico (tholos?) di circa 7 m di altezza; l’aper-tura che da sul Biviere di Lentini, mentre la base è leggermente ovale.Sopra la porta principale sei aperture rettangolari poste su due file laprima con due aperture posta a circa 7 m, la seconda con quattro acirca 5 m d’altezza, sotto queste finestre un accenno di unacornicetta che richiama certe escavazioni riscontrabili a Sant’An-gelo Muxaro. Nella seconda si trovano i resti di un villaggio della

DOSSIER

Page 21: Tra Preistoria e Medioevoeditorialeagora.it/rw/articoli/17.pdf · riceve il nome di fiume della Schiuma; ed arrivando sotto la terra di Militello della Valle di Noto, di casa Barresi,

AGORÀAGORÀAGORÀAGORÀAGORÀ3838383838 Antonio Cucuzza, Agro di Scordia..., Agorà XI-XII (a. III-IV, Ott.-Dic. 2002 / Gen.-Mar. 2003)www.editorialeagora.it - E-mail: [email protected]

se rupestri, cit., pp. 68-70).164) “Abitato romano e bizantino” v. Linee guida, cit., p. 254.165) “Abitato rupestre bizantino” v. Linee guida, cit., p. 254. Sul ca-

stello v. la scheda di V. Zoric, in Castelli medievali di Sicilia. Guida agliitinerari castellani dell’isola, Palermo 2001, pp. 395-396.166) Sono segnalate numerose tombe con vasetti di vetro; v.

GAUDIOSO, Per la storia del territorio di Lentini, cit., p. 75n.167) Il Gaudioso inoltre segnala resti di II sec. d.C. in contrada

Fiorinò, Santa Maria, San Diego (ivi, p. 75).168) Per un primo approccio v. AA.VV., Militello: archeologia, am-

biente, paesaggio, chiese di campagna, inedito (1996).169) Per un elenco dei casali esistenti v. AMARI-DUFOUR, Carte

comparée de la Sicile, cit., pp. 27-51.170) Rationes Decimarum Italiae, cit., n. 1292.171) Rationes Decimarum Italiae, cit., n. 1287.172) Rationes Decimarum Italiae, cit., nn. 1291 e 1315.173) Rationes Decimarum Italiae, cit., nn. 1261 e 1294.174) Rationes Decimarum Italiae, cit., n. 1290.175) Rationes Decimarum Italiae, cit., n. 1289.176) AMARI-DUFOUR, Carte comparèe de la Sicilie, cit., pp. 29-49;

Rationes Decimarum Italiae, cit., n. 1302.177) G. COSENTINO, I ruoli degli anni 1434, 1442 e 1443 relativi

ai fuochi di Sicilia, “Atti del VII Congresso Geografico Italiano”,Palermo 1911 p. 582; Rationes Decimarum Italiae, cit., n. 1292;GAUDIOSO, Per la storia del territorio di Lentini, cit., p. 20.178) GAUDIOSO, Per la storia del territorio di Lentini, cit., p. 21.179) Rationes Decimarum Italiae, cit., p. 100.180) V. AMICO, Dizionario topografico della Sicilia, I, Palermo

1855, p. 162.181) Sul sistema difensivo medievale v. GAUDIOSO, Per la storia

del territorio di Lentini, cit., pp. 48-49; Castelli medievali di Sicilia,cit., passim.182) Secondo il Gaudioso derivato da Rahal Hipsa v. M. GAUDIOSO,

Francofonte ricerche e considerazioni storiche, I, Palermo 1916, p. 46.183) Casale in territorio di Militello v. GAUDIOSO, Francofonte

ricerche cit., p. 44.184) GAUDIOSO, Francofonte ricerche, cit. p. 46.185) Sul periodo romano v. B. PACE, Arte e civiltà della Sicilia

antica, I, I fattori etnici e sociali, Milano-Roma-Napoli-Città di Ca-stello 1958, pp. 453-488; G. UGGERI, Il sistema viario romano inSicilia e le sopravvivenze medievali, “La Sicilia rupestre nel con-testo delle civiltà mediterranee”, a cura di C.D. FONSECA, Galatina1986, pp. 85-112; G. UGGERI, L’insediamento rurale nella Siciliaromana e il problema della continuità, “Aitna”, 2, 1996, pp. 35-51;186) Sulla viabilità della Sicilia interna non è ancora possibile

avere dati certi se non per gli ultimi due secoli. Per una bibliografiasulla viabilità siciliana v. G. CARDAMONE, Contributo agli studisulla viabilità siciliana: saggio di bibliografia, “Città nuove di Sici-lia. XV-XIX secolo”, a cura di M. GIUFFRÈ, Palermo 1979, pp. 197-211. Inoltre i recenti: C. TRASSELLI, Les routes siciliennes du MoyenAge au XIX siécle, “Revue Historique”, 509, gennaio-marzo 1974,pp. 27-44; A. GIUFFRIDA, Itinerari di viaggi e trasporti, “Storiadella Sicilia”, III, Napoli 1980, pp. 469-485; H. BRESC, Un mondemediterranéen. Économie et société en Sicile 1300-1450, I, Roma1986, pp. 355-364; G. TESORIERE, Viabilità antica in Sicilia dallacolonizzazione greca all’Unificazione, Palermo 1994; L. ARCIFA,Viabilità e politica stradale in Sicilia (sec. XI-XIII), “Federico e laSicilia. Dalla terra alla Corona”, a cura di C. A. Di STEFANO-A.CADEI, Palermo 1995, pp. 27-33.187) Per alcuni studi di aree specifiche v. S. FIORILLA, Percorsi

viari medievali nella Sicilia sudorientale, “Sicilia Archeologica”,98, 2000, pp. 247-257; L. ARCIFA, Tra casale e feudo: dinamicheinsediative nel territorio di Noto in epoca medievale, “Contributialla geografia storica dell’agro netino”, Noto 2001, pp. 159-199; G.BUSCAMI FELICI, Per una carta della viabilità nel territorio diTerravecchia di Grammichele: percorsi di età greca e trazzere “re-gie”, “Daidalos”, 3, 2001, pp. 37-55; L. ARCIFA, Dinamicheinsediative nel territorio di Mineo tra tardo antico e basso medioe-

vo. Il castrum di Monte Catalfaro, “Mélanges de l’École Françaisede Rome”, Moyen Âge, tomo 113.1, 2001, pp. 269-311; SAPUPPO,Alle origini, cit., pp. 85-90.188) G. M. COLOMBA, Contributo alla storia dell’elemento calcidico

d’occidente, “Archivio Storico Siciliano” 1891, pp. 122-123. Sullaviabilità in periodo greco v. A. BUGIO, La viabilità greca, “NuoveEffemeridi”, 35, 1996, pp. 29-35.189) G. P. VERRBRUGGHE, Itinera romana. Beiträge zur

Straßengeschichte des Römischen Reiches, band 2, Sicilia, Berna1976, p. 86; G. SALMERI, Sicilia Romana. Storia e storiografia,Catania 1992, pp. 9-28; G. UGGERI, Le strade Romane, “NuoveEffemeridi”, 35, 1996, pp. 35-39.190) GAUDIOSO, Per la storia del territorio di Lentini, cit., p. 21.191) CUCUZZA, Hic sunt leones, cit., p. 11.192) V. VON FALKENHAUSEN, Nuovi contributi documentari sul

monastero greco di S. Maria di Gala, in “Medioevo MezzogiornoMediterraneo”, a cura di G. Rossetti e G. Vitolo, I, Napoli 2000, p.128. Si tratta probabilmente della strada che portava a Paternò e inqualche modo, nella parte che attraversa la Piana, ricalcava labretella che mette in collegamento la SS 417 con la 192 scavalcan-do la 288 .193) La Catania-c.da Finocchiara (dove al Passo di Perrello si

trovava la giarretta per attraversare il Simeto)-Dittaino-Caltagirone(C. ARDIZZONE, I Diplomi esistenti nella Biblioteca ai Benedettini.Regesto, Catania 1927, pp. 128-129 (doc. 230) e p. 243 (doc. 516)arrivava nei pressi della Gabella nel feudo di Camopietro territoriodi Caltagirone: “la Gabella, luogo molto nobile, fondato a guisa diun castello con la sua fortezza, sotto la giurisdizione della città diCaltagirone, dove nella sponda del fiume vi è un’osteria del mede-simo nome, là dove il fiume l’estate alcuna volta si puol varcare acavallo” (OMODEI, Descrizione della Sicilia, cit., p. 336).194) La strada, attestata nei primi anni del ‘300 (Pergamene sici-

liane dell’Archivio della Corona D’Aragona, cit., pp. 167-168), pas-sava nelle vicinanze di “Serra de Nigro” vicino “Charropipi” (IlTabulario del monastero di San Benedetto di Catania (1299-1633),a cura di M.L. GANGEMI, Palermo 1999, doc. 5).195) TOMARCHIO, Testimonianze di un’antica strada, cit., pp. 37-43.196) Segnalata da P. Orsi (Necropoli e stazioni sicule di transizio-

ne. I. La necropoli di Valsavoja, cit., fig. A) si trova ad est di ungrande vasca per irrigazione e a nord di una necropoli con tombea fossa ancora oggi visibile per una cinquantina di metri.197) Si veda la scheda su Castellana.198) PRIVITERA, Ricognizioni archeologiche del territorio com-

preso nella tavoletta IGM “La Callura”, cit. , p. 165.199) Sulla viabilità nel territorio di Mineo v. ARCIFA, Dinamiche

insediative nel territorio di Mineo, cit., pp. 291-306.200) ARCIFA, Dinamiche insediative nel territorio di Mineo, cit.,

p. 301.201) Su alcune strade della zona nell’ottocento v. CUCUZZA, Via-

bilità nella Sicilia centro-meridionale, cit., pp. 91-101.202) La strada è ricordata in un diploma del 1326: “viam publicam

quae dicitur ‘de mala mulleri’ qua itur Leontinum et calat”; v. M.GRANÀ, Per la storia della chiesa nella Sicilia Aragonese. PietroMoncada vescovo di Siracusa (1313-1336), Palermo 1983, p. 116.In calat qualcuno riconosce Caltagirone (VENTURA, Itinerario sto-rico, cit., p. 10; TRAVIGLIA, Scordia paese templare, cit., p. 16) masi tratta un termine generico che indica una fortezza o una cittàinaccessibile v. F. MAURICI, La terminologia dell’insediamento edell’architettura fortificata nella Sicilia medievale, “Castelli medie-vali di Sicilia”, cit., pp. 60-64.203) CAMPAILLA, San Nicolò do Templo, cit., p. 3.204) Su alcune importanti trazzere che attraversavano la Piana v.

PULVIRENTI, Ricognizioni archeologiche nel territorio di Lentini,cit., pp. 161-165.205) GAUDIOSO, Per la storia del territorio di Lentini, cit., p. 21.

La strada di collegamento è attestata in S. SCHMETTAU, La Siciliadisegnata: Le carte di S. von Schemettau, 1720-1721, a cura di L.DUFOUR, Palermo 1995, tav. 20.

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