SupTime 7
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PROGRAM:
Allround
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www.robertoriccidesigns.com · [email protected]
WASSUP significa Windsurf AS SUP. Abbiamo concepito e sviluppato questa linea di tavole con l’intento di realizzare la “bici-cletta dell’acqua” per le future generazioni. La linea è composta da 5 shape sviluppati per coprire tutti i possibili tipi di utilizzo e
logicamente tutte le tavole sono dotate di un inserto che permette di utilizzarle con una vela da windsurf. La linea è stata rinnovata con l’inserimento di 4 shape completamente nuovi, 8’5”, 9’0”, 10’0” e 10’5”, mentre l’11’0” mantiene il suo impareggiabile shape! Le
tavole saranno disponibili in 4 tecnologie di costruzione: Wood, Classic, Epx e Softskin.
WASSUP V2
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ANNO III - NUMERO 7APRILE 2012
DIRETTORE RESPONSABILECristiano Zanni • [email protected]
REDATTORE CAPOFabio Calò • [email protected]
ART DIRECTORGianpaolo Ragno • [email protected]
GRAFICA E DTPCarlo Alfieri • [email protected]
IN REDAZIONEMarco Melloni • [email protected]
INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
testi:Nicola Abatescianni, Fabio Calò, Giordano Capparella, Beppe
Cuscianna, Arnaud Frennet, Fabrizio Gasbarro, Werner Gnigler,
Francesca Lancia, Lucia Marra, Alessandra Ferrara, Ovidio Ferrari,
Karin Gertenbach, Fabio Giacomini, Emanuele Guglielmetti, Chase
Kosterlitz, Leonard Nika, Alessandro Onofri, Marcello Pennazzi, Sandro
Pisu, Luigi Reghitto, remedia, Carlo Rotelli.
immagini:Roberto Apuzzo, Dave Blyth, Giampaolo Cammarota, John
Carter, Beppe Cuscianna, Carlo Rotelli, Emiliano Eye, Chase Kosterlitz,
mirjageh.com, Philip Muller, Luigi Reghitto, Carlo Rotelli, Sebastian
Schöffel, Benjamin Thouard.
EDITORE E PUBBLICITÀ Johnsons Media srlvia Valparaiso 4 - 20144 Milano - tel +39.02.43990087fax +39.02.48022901 - [email protected] - www.johnsonsmedia.it
AMMINISTRATORE DELEGATOCristiano Zanni • [email protected]
SERVIZI GENERALILuisa Pagano • [email protected]
DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIAPress-di Distribuzione Stampa e Multimedia s.r.l.20090 Segrate (MI)
DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ESTEROJohnsons International News Italia - via Valparaiso 4 - Milano
registrazione: TRIBUNALE DI MILANO N° 419 DEL 14 LUGLIO 2010codice issn: 2038-9329periodicità: TRIMESTALE
prezzo: 4,90 EURO
stampa: ALFAPRINT - BUSTO ARSIZIO (VA)
SupTime è una testata della casa editrice JOHNSONS MEDIA,che pubblica anche gli annuari:Surfing (surf, windsurf, kite) e Snowb (snowboard)e le riviste:Surf Latino(surf), Kite Magazine Stance(kite), Funboard(windsurf),Entry(snowboard), 4Skiers(sci freestyle), 6:00AM(skateboard).
Tutti i diritti di Sup Time sono riservati e appartengono a Johnsons Media. Nessuna parte di SupTime può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva autorizzazione di Johnsons Media.Testi, disegni e immagini non saranno restituiti se non espressamente richiesti. L’editore è adisposizione degli aventi diritto nei casi in cui, nonostante le ricerche, non sia stato possibileraggiungere il detentore del diritto di riproduzione di eventuali testi e immagini. L’editore e gliautori non potranno in alcun caso essere ritenuti responsabili per incidenti o conseguenti danniche derivino o siano causati dall’utilizzo improprio delle informazioni contenute in questa rivista.
Poesia pura, relax, easy surfing e
ricerca della condizione perfetta
trovata in una remota onda su uno dei
tanti break della Polinesia Francese
sull’isola di Tahiti. Zane Schweitzer,
forte atleta e waterman hawaiiano,
surfa in solitudine una meravigliosa
sinistra durante il photoshooting
Starboard.
Rider Zane Schweitzer
Location Tahiti
Foto Benjamin Thouard
Siamo tornati! Dopo la pausa invernale eccoci ancora qui a raccontarvi cosa è
successo e quali sono le novità nel mondo del SUP. In questa nuova
pubblicazione, rinnovata anche nella veste grafica, avrete una panoramica dei
personaggi e delle manifestazioni che ci attendono nei prossimi mesi, una
sezione invece è dedicata alle nuove tavole, oggetto dei nostri desideri. Con
particolare attenzione ci siamo soffermati sui gonfiabili che si stanno
espandendo a macchia d’olio nei nostri mari, e non solo. Riteniamo che questo
particolare tipo di tavole possa rappresentare il futuro del nostro sport. Quasi
tutte le aziende hanno introdotto nella loro linea almeno un modello “gonfiabile”
e la tecnologia in questo ultimo periodo ha fatto passi da gigante e ora possiamo
avere delle tavole che per un utilizzo amatoriale non hanno nulla da invidiare alle
sorelle “rigide”. Una dimostrazione immediata la possiamo avere sfogliando le
pagine di questo numero dove molti rider affrontano le più svariate situazioni a
bordo di un SUP gonfiabile, come Arnaud Frennet nella sua impegnativa
traversata dello stretto di Magellano, oppure date un’occhiata alla nostra Ecstasy
di pag. 12-13! Presto dedicheremo ulteriori approfondimenti su questo
argomento in cui noi crediamo molto. E cosa dire delle pagaie e tavole dedicate
ai bambini e alle ragazze? Le aziende stanno investendo molto anche in questi
segmenti e noi non possiamo che esserne più che felici constando ancora una
volta una diffusione a 360° gradi di questo sport. Il SUP sta dimostrando di
essere in continua evoluzione e noi vogliamo accompagnarvi proponendovi
articoli e approfondimenti per farvi conoscere e apprezzare il più possibile
questo fantastico modo di vivere il mare.
Sul lato agonistico i nostri atleti si stanno facendo sempre più notare anche in
ambito internazionale. Fabrizio Gasbarro, dell’International Team Fanatic, ha
appena ottenuto un importante risultato di cui potrete leggere a pag. 14-15. Altri
atleti come Alessandro Onofri, Sandro Pisu, Giordano Bruno Capparella e
Leonard Nika hanno importanti obiettivi agonistici nazionali e internazionali, e
grazie alla loro passione stanno aiutando a diffondere maggiormente il SUP
come anche le tante manifestazioni dedicate a questo mondo che si svolgeranno
prossimamente sulle nostre coste.
Stay tuned… ci rivediamo in edicola a giugno!
Have fun…
Fabio Calò[email protected]
8
RIDER Giordano Bruno Capparella LOCATION Costa Rica FOTO Emiliano Eye
pag. 54
PURA VIDAIN COSTA RICA
di Francesca Lancia
Emanuele Guglielmetti con Giordano Bruno Capparella e la
Woz Crew ci raccontano la loro esperienza nei vari spot del
Costa Rica cavalcando alcune delle migliori onde del pianeta.
pag. 46
ATTRAVERSO LOSTRETTO DI MAGELLANO
di Arnaud Frennet
Una tavola da SUP gonfiabile, una pagaia e tanta voglia di
avventura sfidando le difficili condizioni atmosferiche della
zona e non solo…
pag. 66
FAQ La sezione di SupTime dedicata a chi vuole suppare meglio
e divertirsi di più. Su questo numero:
• Rail&poppe • Bottom Turn • Cut Back
pag. 60
HVAR, CROAZIA
di M. Pennazzi, C. Rotelli
Una barca, qualche tavola da SUP e una buona compagnia,
ecco gli ingredienti fondamentali per una toccata e fuga nella
vicina e affascinante Croazia, meta ideale per lunghe pagaiate.
pag. 74
SPOT GUIDEMIAMI
di Chase Kosterlitz
Le famose spiagge di Miami, una delle location marittime più
affollate d’America, saranno il luogo ideale per praticare il
SUP? Dopo aver letto l’articolo non avrete più alcun dubbio.
pag. 26
TOYS2012
Vi presentiamo alcune novità del 2012 delle tavole da SUP,
attraverso descrizioni dettagliate dei prodotti, foto delle
tavole e schede tecniche delle misure.
13RIDER Wolfgang Leeb, Armin Walcher, Sebastian Kuklar LOCATION "Land of the Lakes", Salzkammergut, Austria FOTO © mirjageh.com
14
All’arrivo a San Jordi, i nostri cari amici vedono la rappresentanza dei top
atleti europei ad accoglierli, Belar Diaz e Fred Bonnef, compagni di squadra del
team Fanatic di Fabrizio Gasbarro, Eric Terrien, team Bic, e il campione
spagnolo Xavier Masdevall.
La gara, con classifica assoluta (per “assoluta” si intende nessuna
suddivisione di età), ha visto gareggiare i più blasonati, nonchè
rappresentativi, atleti di varie nazioni europee. Il grande francese Eric Terrien,
il simpaticissimo spagnolo, già conosciuto in Italia, Belarmino Diaz Garcia, e
non potevano mancare anche i nostri cari beniamini Leonard Nika e Fabrizio
Gasbarro, atleti rappresentativi dell’Italia ed europei.
Il percorso di gara prevedeva la partenza da Cabo Salinas in up wind, giro di
boa intorno a una isoletta prima della meravigliosa isola di Cabrera, riserva e
parco naturale nazionale, dove vi era la barca di appoggio e di registrazione
atleti con arrivo in downwind a Colonia di Sant Jordi. La manifestazione era
improntata sulla filosofia sportiva, sull’entusiasmo, sulla perseveranza e
sull’attività agonistica di ogni singolo partecipante alla gara. Questo evento ha
dato la possibilità agli atleti di poter pagaiare nelle meravigliose acque
spagnole. L’organizzazione aveva approntato anche il percorso di riserva, nel
caso le previsioni meteo fossero cambiate. Il percorso alternativo prevedeva la
partenza da Cabo Salinas, con giro di boa a Sa Rapita e arrivo a Colonia di
Sant Jordi. Questo percorso avrebbe permesso una lunga passeggiata
agonistica lungo la costa. Una gara molto dura e lunga in quanto vede 12 km
in downwind, un solo giro di boa e 13 km in upwind.
La gara è prevista per sabato 24, l’adrenalina è molto alta e per i nostri eroi è
la prima prova sotto gli occhi dell’Europa. Il tracciato previsto è quello
presentato, le condizioni meteo hanno fatto sì che il percorso alternativo
venisse accantonato.
Testo di Leonard Nika, Fabrizio Gasbarro FOTO DI Petra Offerma, Leonard Nika, Fabrizio Gasbarro
La gara si è svolta a Maiorca in Spagna, nel weekend di sabato 24 e domenica 25 marzo e ha dato inizio alla stagione primaverile2012; attesi ben 53 partecipanti provenienti da tutta Europa, suddivisi per i due sessi in tre categorie in base alla dimensione dellatavola. La gara, patrocinata dall’Eurosupa come gara a due stelle, vuole diventare un punto di riferimento nel calendario nazionale einternazionale. Ricordiamo che l’Eurosupa, insieme ad altre associazioni, ha il compito di organizzare il campionato europeo.
XTRM 25K SUP CABRERA
OPENWATER
Durante lo skipper meeting è stata illustrata la
regolamentazione della gara, dall’ingresso in acqua alle
forme di richiesta di aiuto, è stata sensibilizzata l’attenzione
sulle forme di squalifica, in quanto il mancato aiuto da
parte di un concorrente nei confronti di un suo competitor
avrebbe comportato la sua squalifica. Tutto il regolamento
è stato redatto al fine di poter essere sportivamente
corretti con tutto e con tutti. È inutile dire quanto possa
essere eccitante far parte degli agonisti europei.
Il regolamento, molto in linea con le regolamentazioni
europee da diporto, prevedeva: una pettorina ben visibile
per l’identificazione dell’atleta, leash di sicurezza o
obbligatorio in caso di caduta in downwind e 200 calorie da
assumere in acqua in forma gestita dall’atleta.
La linea di partenza si riscalda e lo start è arrivato, la
partenza è in acqua, partono prima le categorie race e
dopo 10 minuti parte la categoria all round. La tensione si
miscela al proposito di fare un buon risultato; subito si
distacca il gruppo di Leonard Nika, Eric Terrien, Fabrizio
Gasbarro e Belarmino Diaz, che conducono una gara
egregia e tecnica. Temperanza, tecnica e tenacia hanno
fatto dominare la gara solo alla top five, i quali si sono
alternati durante la leadership. Il primo bordo fatto tutto in
downwind di 12 Km vede una battaglia serrata tra Eric
Terrien, Lonard Nika, Belar Diaz e Fred Boneff, mentre
Gasbarro resta in sordina dietro il gruppo. La traversata
verso il giro di boa non è facile, le onde e il vento crescono
sempre di più man mano che ci si avvicina al giro di boa e
al mare aperto, con onde di marea di 80 cm e vento sui 13
km orari.
Al giro di boa, Eric e Nika vicini, si affianca loro Fabrizio che
prende la testa della gara, Nika sfortunatamente perde
acqua cadendo e Gasbarro e Terrien si ritrovano soli a
pagaiare urlando e spronandosi a vicenda per caricarsi di
adrenalina. L’avvicinarsi alla costa vede calare l’onda e il
vento, quindi la coppia di testa accelera la corsa al
traguardo, seguita da Belar Diaz e Leonard Nika. I nostri
due eroi italiani, nonostante non fossero compagni di
squadra di tavole, erano supportati dalla stessa azienda di
pagaie made in Italy, NP paddle (Neil Pryde) dal design tutto
italiano concepito da Helgo Lass nel 2011con la ricerca e
sviluppo di Fabrizio Gasbarro.
Taglia il traguardo per primo Eric Terrien, seguito da
Fabrizio Gasbarro e Belar Diaz, si ritrova in quarta posizione
Leonard Nika. Un grande in bocca al lupo per i loro impegni
italiani ed europei da tutti noi. La gara è stata una prima
edizione che vorrebbe essere un appuntamento futuro per
spostare la competizione del race in mare aperto e avere la
formula open ocean. Stay tuned!
TRACCIATI E CLASSIFICAZIONE10 km per la gara race all round (uomo/donna) assoluti
25 km Elite 12.6 Ranking Eurosupa 2012 (uomo/donna) assoluti
25 km per la categoria open 14 (uomo/donna) assoluti
25 km per open unilimited (uomo/donna) assoluti
ELITE 12.6 RACE1) ERIC TERRIEN
BIC, SELECT PADDLE TAVOLA PROTO BIC RACE
12.6 X 29
2) FABRIZIO GASBARRO
FANATIC, NP PADDLE TAVOLA FANATIC FLY CARBON RACE
12.6 X 30,5
3) BELAR DIAZ
FANATIC, QB PADDLE TAVOLA FANATIC FLY CARBON RACE
12.6 X 27,5
4) LEO NIKA
STARBOARD, NP PADDLE TAVOLA STARBOARD RACE BOP
12.6 X 26,5
5) PETER BARTL
NAISH TAVOLA NAISH GLIDE
12.6 X 30
6) FRED BONNEF
FANATIC TAVOLA FANATIC FLY CARBON RACE
12.6 X 27,5
Leonard Nika e Fabrizio Gasbarroappena finita la gara.
TROFEO RIVER SEASUP WATER RACE 2012Location: Fiumaretta (SP) stabilimento balneare Arcobaleno.
Data:19/20 maggio 2012.
Organizzazione: AISUP - KauKau -Adrenalina e Music Sport Movement.
Il 2° Trofeo River Sea SUP Water Race si propone quest’anno come
European SUP Expò, una manifestazione/evento completamente dedicata
allo Stand Up Paddling. Un incontro, il primo in Italia che vuole vestire i
panni di un meeting di settore irrinunciabile, un punto d’incontro tra
addetti ai lavori, atleti e appassionati. Un appuntamento d’inizio stagione
in cui tutti i brand presenti sul mercato europeo, possano proporre tutte
le novità dell’anno ad un pubblico di appassionati. Un luogo ove la parola
d’ordine è promozione! La suggestiva location tra fiume e mare ai piedi
delle alpi Apuane, offre a tutti i partecipanti e al pubblico ospite un
paesaggio unico nel suo genere. La baia di Fiumaretta e la spiaggia dello
stabilimento balneare Arcobaleno, rappresentano un luogo ideale per
questo tipo di manifestazione. In poco più di 4 km di litorale, ben 100
strutture balneari si contendono i visitatori con un’offerta molteplice di
servizi da spiaggia e ristorazione. L’organizzazione dell’evento mette a
disposizione degli ospiti ampi spazi espositivi, zona prove, posteggi e tanto
altro. La possibilità di compiere escursioni alla vicinissima Portovenere e
alle meravigliose Cinque Terre è alla portata di tutti. Partono, infatti, dal
piccolo Borgo di pescatori di Bocca di Magra i battelli turistici itineranti.
Ma il 2° Trofeo River Sea SUP Water Race quest’anno non è soltanto
un’esposizione di settore, non è solo un momento sportivo, ma anche un
momento di solidarietà. Quest’anno, una pesante alluvione si è abbattuta
su questo territorio stravolgendolo profondamente, molte attività
commerciali hanno subito danni economici e molti posti di lavoro sono a
rischio. Le poche speranze che AISUP nutriva per creare un centro
sportivo dedicato si sono affievolite spazzate via dalla violenza delle
acque. Questa manifestazione si vuole dare un obiettivo concreto, non ha
certo velleità di poter restituire alla popolazione quello che il fiume si è
preso e neanche quello di generare attese lavorative. Ma dare un po’ di
energia e un po’ di speranza si. L’obiettivo è di creare un Centro sportivo
dedicato, un polo didattico altamente specializzato che possa presentare
in modo professionale questo sport in tutta le sue declinazioni. Fitsup,
Riversup, Suprescue, Flatwater, Wavewater dimostrando che il SUP è alla
portata di tutti e per tutti. Questo è lo scopo, un luogo ove bambini e
adulti possano assaporare e vivere un’esperienza unica, un modo di
vivere il mare, il fiume o il lago in modo diverso. Non solo una tavola e
una pagaia, ma un amore per la natura e per il benessere vissuti
diversamente. AISUP, KauKau, Adrenalina e Music Sport e Movement, per
questo evento hanno in programma una vasta campagna pubblicitaria
dedicata. I contenuti previsti, oltre all’esposizione dei materiali di settore,
prevedono gare agonistiche e amatoriali, il 2° Trofeo River Sea sarà tappa
di Campionato Italiano. Corsi gratuiti, area prove, salta-sup , gare dedicate
ai gonfiabili e tanto altro. Inoltre divertimento per tutti, saranno presenti
alla manifestazione i ragazzi dell’Associazione Val di Vara con le famose
sfere da discesa ZorBall e le marine Water Ball, che si potranno provare
durante il corso dell’evento. Non mancheranno nemmeno le Shattle Bike,
già presenti la scorsa edizione. Per i ragazzi sarà inoltre installata una
piscina per compiere prove d’immersioni subacquee. Anche gli amici della
canoa fluviale e marina saranno ospiti dell’evento per rispondere a tutte
le domande degli appassionati o curiosi del settore. La divulgazione
pubblicitaria sarà curata da Music Sport Movement specializzata in
organizzazione di eventi sport score capaci di suscitare interesse nel
mainstream utilizzando l'immagine vincente degli boardsport.
ITALIA SURF EXPO 2012Sono passati 6 mesi esatti e i lavori per la
14° edizione di ITALIA SURF EXPO sono già in
pieno svolgimento. Il più grande evento
d’Italia dedicato alla surf culture e al
beach-style, che richiama ogni anno migliaia
ragazzi e ragazze vogliosi di provare nuove
emozioni, è pronto a tornare in grande stile.
Dopo le ultime eccitanti edizioni che hanno
visto protagonisti grandi nomi dello
spettacolo con le Kris & Kris, Mitch e Squalo,
Gabri Gabra, affiancati a testimonial
d’eccezione come il campione hawaiiano
Sunny Garcia, oltre alla collaborazione con il
tour nazionale di Radio 105, in diretta
radiofonica dalla spiaggia e un vastissimo
pubblico dalla penisola intera registrando un
“record” di oltre 20.000 presenze, il SURF EXPO 2012 si preannuncia ancora una volta l’appuntamento da non perdere. Le
date da segnare sull’agenda sono il 13, 14 e 15 luglio, con due settimane di anticipo rispetto alle date usuali di svolgimento.
La location è sempre nella splendida spiaggia ai piedi del Castello di Santa Severa, in provincia di Roma. Moltissime le novità,
in particolare nuovi “contenuti” con i migliori sponsor nazionali impegnati ad arricchire il nostro Surf Village, per dare
ancora maggiore opportunità a un pubblico in forte crescita di anno in anno. Non è un caso infatti che ITALIA SURF EXPO sia
diventato un “must” anche per le troupe tv di Rai, Mediaset e Sky che da anni ormai realizzano importanti servizi sulle
maggiori tg nazionali. Continuano le numerose collaborazioni con alcuni tra i marchi più importanti del settore come: Rip
Curl, Hot Buttedered, Starboard, Lightning Bolt, EMU Australia, 69 Slam, Hobie Sup, Skull Candy, Liquid Force, Bic Sport,
Eccentric, Surf 69, Cobian. Molti altri brand avranno l’opportunità di mettersi in mostra con il ricco programma-eventi
composta da: SURF of SCHOOL - SUP ACADEMY - SKATE DEMPO/CONTEST - WINDSURF X RAY ACADEMY - BATTLE WINCH CONTEST -
BIKINI FASHION SHOW- BUG JUMP - SUP NATIONAL CONTEST - INDOBOARD CONTEST - VIDEO PREMIERE - SURF ART + ECO - SHAPERS -
ANIMAL BEACH PARTY e ancora tante altre sorprese... Anche nell’ambito della prevenzione il SURF EXPO è da sempre legato a
grandi organizzazioni mondiali come la Sea Shepherd, protagonista lo scorso anno con una mostra fotografica shock e la
presentazione della video premiere “FLOAT” e “SOUL” con clip inediti e molto d’effetto! Poi la surf art, momento irrinunciabile
per ogni edizione, che quest’anno grazie al noto illustratore Marco Simeoni sarà parte delle grafiche che verranno utilizzate
per pubblicizzare il SURF EXPO. Simeoni sarà nuovamente ospite esponendo alcune opere inedite e molto vicine al mondo del
board-sport. Ma le collaborazioni e le media-partnership sono solo all’inizio, molti altri grandi nomi, che vi presenteremo a
uno ad uno, saranno coinvolti da qui a breve. È già iniziato dunque il count-down verso quello che sarà l’evento più “hot”
della summer 2012. Non resta quindi che seguirci con i prossimi aggiornamenti su tutti i canali che preferite!
STARBOARD SUP CUP 2012A distanza di un anno e per il terzo anno consecutivo, si disputerà a Bari nei
giorni 23 e 24 giugno, presso l’esclusiva spiaggia di Torre Quetta la
"STARBOARD SUP CUP 2012", gara race di stand up paddle surf. La spiaggia di
Torre Quetta e l’ASD Big Air hanno già ospitato altre due importantissime
tappe, quella di chiusura del campionato nazionale 2010, e la seconda
nazionale del campionato 2011, riscontrando un rilevante successo sia per
l'impegno profuso per realizzarle come evento sportivo, sia per
l'organizzazione in se delle giornate, intese non solo come competizione
sportiva, ma bensì come momento di aggregazione e condivisione della
passione per il mare (l'Asd Big Air per l'anno 2010 si aggiudicò il premio
come migliore gara race organizzata, onorificenza data dall’ente
organizzatore del campionato Surfing Italia).
Il team di lavoro, venendo fuori da una stagione ricca di soddisfazioni e grandi riscontri, ottenuti non solo in Puglia, ma
in tutta Italia, sta seguendo l'organizzazione con grande entusiasmo, acquisendo già non pochi consensi da parte degli
amatori, pronti a darsi battaglia con forte grinta, sui litorali della costa barese. Starboard Italia, il maggior sponsor
dell’evento, ha già elargito oltre 4000 euro in materiale tecnico come montepremi della gara, promossa e realizzata
dall’A.S.D Big Air. Per gli atleti che vi parteciperanno, è previsto lo stesso percorso degli scorsi anni, sia per gli uomini
che per le donne, che costeggeranno prima il litorale marino e successivamente il lungomare monumentale di Bari. Gli
stessi, qualora non disponessero di attrezzatura, o si trovassero nell'impossibilità di trasportarla nel viaggio, potranno
prenotarla presso l’ASD Big Air che metterà a disposizione tavole Starboard con cui gareggiare. Il team barese è lieto
di ospitare tutti coloro fossero interessati a partecipare all’evento, garantendo due giornate di sport accompagnate da
musica e tanti momenti di divertimento in un clima di affetto, tipico del sud Italia.
SNOW SUPING IN AUSTRIA Durante questo freddissimo
inverno appena passato,
due rider austriaci
Wolfgang Leeb e Sebastian,
hanno deciso di provare a
fare SUP sulla neve sulle
loro montagne (Tauplitz
Alm). Entrambi sono
snowboarder che hanno
iniziato negli anni ’80 e
quindi di grande esperienza.
Dopo qualche difficoltà
iniziale hanno trovato il
giusto feeling per scivolare
con il loro SUP nella
farinosa polvere bianca. Gli
sciatori e snowboarder che
hanno assistito alla scena
quasi non credevano ai loro
occhi di vedere una scena
così esotica in un contesto
di montagne e alberi
innevati. Questo dimostra
ancora una volta che il SUP
non ha limiti. Andate e
divertirvi e fate SUP
ovunque potete!
www.sup-salzkammergut.at.
Foto © Mirjageh.com
MATRIMONIO IN SUP A VENEZIAWerner Gnigler, shaper JP,
di cui potrete leggere
l’intervista a pag. 40, si è
recentemente sposato con
la sua ragazza Gitti. Dopo la
cerimonia il party è stato
organizzato su un battello
che ha navigato nella
suggestiva laguna di Venezia
e durante lo stop a Burano,
gli sposi hanno deciso di
cimentarsi in una paddle
session per i canali
dell’isola. Gitti ha avuto
qualche difficoltà in più
rispetto a suo marito a
causa del lungo abito da
sposa. Vi possiamo però
informare che per questa
volta la sposa non si è
bagnata… ma sarà
comunque un matrimonio
fortunato. Congratulazioni a
Gitti e Werner da tutta la
redazione di SupTime.
Foto © wladisphoto.com
18
19
NASCE IL SURF CLUB VENEZIAAlessandro Onofri,
campione italiano Sup
Wave, è socio
onorario. Il 30 marzo
2012 a Venezia, è stato
presentato alla
stampa nazionale e
estera, il “Surf Club
Venezia”, il primo club
che raccoglie tutti gli
sport da tavola: surf,
windsurf, stand up
paddle (SUP) e
kitesurf. All’evento ha
partecipato anche
Alessandro Onofri al
quale è stato conferito
il titolo di socio onorario del Surf Club Venezia. Il Surf Club Venezia è
affiliato alla Federazione Italiana Surf (FISURF), unica rappresentante
dell’ISA (International Surfing Association massima autorità mondiale
per il Surf) in Italia. Presidente in carica è la dott.ssa Eliana Argine,
candidata rappresentante regionale per FISURF. “ll club – ha spiegato la
presidente Eliana Argine - nasce dall’esigenza di riunire e accorpare in
un’unica realtà diverse esperienze e discipline surfistiche, presenti da
tempo nel territorio lagunare. I nostri istruttori sono certificati ISA e IKO
(International Kiteboarding Organisation)”. A fare da collante e a
spingere verso la nascita di una realtà di questo genere nella città
lagunare, ha contribuito il successo della consolidata iniziativa “Surf in
Venice”, manifestazione, quest’anno giunta alla sua terza edizione, che
ha richiamato a Venezia fin dalla prima edizione, sportivi, appassionati e
surfisti da ogni parte del mondo. Il club nasce proprio nel periodo in cui
Venezia si sta preparando all’America’s Cup. È ancora in via di
definizione il programma che il Surf Club Venezia intende proporre in
vista della settimana di regate che si terranno dal 12 al 20 maggio nella
città lagunare.
SURF WORLD CUP PODERSDORFDal 26 aprile al 6 maggio in Austria, nelle
vicinanze di Vienna, a Neusiedler See, si
svolgerà la 14° edizione della Surf Word
Cup. Evento che da anni richiama i
migliori atleti del mondo del windsurf
per le discipline freestyle e slalom e un
folto pubblico, attratto dal Surf Village
con l’esposizione dei materiali, test,
attrazioni varie che cambiano di anno in anno e anche dagli innumerevoli e
scatenati party serali. Quest’anno ci sarà una grande novità: la prima
edizione della SUP Ultra Marathon. Per la prima volta nella storia si
svolgerà in Austria una maratona di SUP. Sono ammessi un massimo di 8
team composti ciascuno da 5 uomini e 3 donne, la maratona si svolgerà il 6
maggio. La partenza è prevista alle 6:00 del mattino dal Surf World Cup di
Podersdorf. L’arrivo del primo team è previsto dopo 8 ore, verso le 14:00, al
Ö3 stage, mentre l’ultimo team dovrebbe finire per le 17:00. Sono previsti 60
chilometri di gara e il tempo stimato è sulle 10 ore. L’unica tavola ammessa
sarà per la classe 14.0 con pinna fissa. Sarà prevista una barca di appoggio
e tutti i team dovranno rientrare a Podersdorf entro le 17:00.
PERCORSO E DISTANZE
• Podersdorf - Illmitz - 14km
• Illmitz - Mörbisch - 6km
• Mörbisch - Rust - 6 km
• Rust - Breitenbrunn - 14 km
• Breitenbrunn - Jois - 6 km
• Jois - Neusiedl am See - 5 km
• Neusiedl am See - Weiden am See - 2 km
• Weiden am See - Podersdorf - 7 km
• Totale del percorso: circa 60 km.
MONTEPREMI
I classificato, 500 euro; II classificato , 300 euro; III classificato, 200 euro.
Team vincitore, 1000 euro.
CONTATTI
Mario Lach. Mail: [email protected]. www.surfworldcup.at.
www.kgp-events.at
TEAM JIMMY LEWIS EUROPE 2012Il Team Jimmy Lewis Europe 2012 si compone di nove Paddler, suddivisi nelle due categorie race e wave. Per il 2012 sono stati raggiunti importanti
accordi per l’allargamento della rosa del Team con l’ingresso di due nuove ed importanti consacrate realtà del panorama Nazionale e Internazionale.
Con Alessandro Onofri già campione Wave Italiano nel 2010 e unico portabandiera al Mondiale in Perù e Paolo Colombini si è puntato al massimo,
confermando le intenzioni a formare un Team in grado di raggiungere importanti risultati anche nell’agguerrito settore SUP Wave.
Confermati invece tutti gli altri paddler già presenti nel Team da Alessandro Ceccarelli a Silvia Mecucci Campioni Italiani in carica a Daniele Guidi e
Paolo Marconi a Tommaso Freschi e Nadia Servidei, senza trascurare l’Italo ormai Canario Alessandro Lovo.
Programma stagione agonistica Race Internazionale:
- 6/7 maggio ASUPA Austrian Challenge Race Podersdorf Austria
- 26/27 maggio Saint Tropez St.Maxime International Race Francia
- 16/17 giugno Monaco Supchallenge Race Germania
Programma stagione agonistica Wave Internazionale:
- 28 aprile / 6 maggio World Tour La Torche
Programma Campionato Italiano Race Fisurf:
- 5/6 maggio Forte dei Marmi
- 19/20 maggio Fiumaretta
- 2/3 giugno Anzio
- 16/17 giugno Longdistance Riccione
- 14/15 luglio Cesenatico Race
- 18 settembre Finale Campionato Italiano Race
Programma stagione agonistica Wave Nazionale:
- Capo del Capo 2012
- Campionato Italiano wave date e location ancora da confermare.
COREBAN SUMMER SERIES 2012BIG BAY, CAPE TOWN, SUDAFRICAPietro Pacitto (RRD) ha partecipato recentemente a questo evento sudafricano e ci ha inviato un breve report: “SUP Slalom, Race, Long Distance e Wave.
Categorie Kids, Junior, Open Man, Legend. Il campionato sudafricano di Stand Up Paddling si è svolto a Big Bay a dicembre, circa 50 gli iscritti nelle
varie categorie! Bellissimi e bravi i Kids dai 11 ai 14 anni; livello altissimo invece nella categoria Junior Surfing dove anche mio figlio Brando ha
partecipato. Io mi sono classificato 2° nella categoria Legend Surfing mentre Pietro Muscas ha gareggiato nel Race e nella Long Distance. Pietro dopo
essere rimasto in 4° posizione per tutta la gara ha concluso poi in 6° per uno sbaglio di percorso sul finale.
Main sponsor dell’evento: GoPro e Coreban SUP, con in prima persona a coordinare il tutto Ivo van Vuren, proprietario del brand sud africano. Il
prossimo anno il Summer Series di Big Bay sarà un evento internazionale con atleti invitati da tutto il mondo!”.
HINANOIl marchio Hinano entra nel mondo del SUP e verrà distribuito da Sport Fun (www.sportfun.it).
Nato nel cuore del Pacifico del Sud con forti radici polinesiane, Hinano TAHITI è il nome di un bellissimo fiore bianco tropicale e anche un bel nome tahitiano.
Hinano è anche noto per essere da più di 50 anni la birra di Tahiti. Oggi Hinano è un marchio di abbigliamento che celebra lo stile di vita dell’isola. La passione
per le isole del Pacifico e la cultura dell’oceano sono coltivate attraverso la collezione Hinano di abbigliamento sia per uomo che per donna. Il logo “VAHINE”,
una parola Tahitiana che vuol dire donna, è stato il logo ufficiale e rappresentativo fin dall’inizio del nome Hinano nel 1955. La sua eleganza e lo stile classico
polinesiano rappresenta la bellezza naturale e il mistero di Tahiti. È vestita con un pareo rosso floreale con una corona di fiori di tiaré e indossa un dolce
sorriso ma provocatorio. Questa linea di prodotti unica vi invita a sperimentare questo autentico stile di vita polinesiano.
TEAM: Hinano Tahiti è rappresentata da un gruppo di unici atleti al livello top dei loro sport. Dal surfare le onde di Teahupoo, al racing di Hawkii, al kitesurf in
Tuamotus, viaggiano il mondo alla ricerca della miglior esperienza in acqua. Ognuno di loro spinge l’immagine di Hinano al massimo.
MOEHAU GOOLD, MAURICIO ABREU, BLANE CHAMBERS, JOB ISHIKI, AUSTIN YONEHIRO, TIARE LAWRENCE.
Pietro Pacitto Brando Pacitto
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FABRIZIO GASBARRO(FANATIC, NP PADDLE)
La stagione 2012 si
apre confermando la
qualità dei prodotti
Fanatic e la mia
adesione come atleta
del Team International.
Quest’anno il mio quiver
comprenderà, oltre ai
14’ carbon Fly Flat e
Open Ocean e il 12’6
carbon Fly 30.5, anche
due tavole da Sup wave
strepitose: un Pro Wave
9’2 e un All Wave 9’6 per
gli allenamenti su onda
piccola. Dopo i tre mesi
di lavoro in mare, sono
pronto per gli
appuntamenti della
stagione europea e italiana sia in race che in wave. Quest’anno sono
supportato, come propulsione pagaie, da un brand storico per la qualità
dei suoi prodotti: Neil Pryde che, con il suo marchio NP Paddles, si affaccia
nel panorama mondiale con una line di pagaie race e wave per
performance di alto livello, aggressive e all’avanguardia nella costruzione.
Per quanto riguarda il programma gare ad aprile dovrebbe aver inizio il
campionato italiano. I miei propositi sono di iniziare dalla Sardegna con le
varie tappe che saranno confermate a breve dagli organizzatori ISA. I miei
impegni continueranno con sei appuntamenti europei importanti: la terza
edizione della Race SUP di St. Maxime, la Golden Island race di Hyeres, la 4
Lakes Trophy in Germania, la Silvaplana Race in Svizzera, la 11 City Tour di
220 km. e la Race Crossing di Parigi. Oltre oceano, ho assicurato la mia
presenza ad altri tre appuntamenti importanti: la Molokai to Ohau come
gara downwind, la Battle of the Paddle e sto valutando quale scegliere tra
la Catalina Island Challenge e la Paddle Royal di Puerto Rico.
ALESSANDRO ONOFRI(JIMMY LEWIS)
Il 2012 è partito alla grande con l’esperienza del mondiale in Perù!
Emozione a parte, ho avuto modo di confrontarmi con i migliori e
soprattutto cogliere aspetti del SUP a me sconosciuti. Credo che ci sia
stata un’incredibile evoluzione sia della tecnica che dei materiali, tutto
sembra direzionato sulla radicalità e quindi assistiamo ad una progressiva
e considerevole riduzione dei volumi e della lunghezza. Per quel che
riguarda gli sponsor continuerò la collaborazione con il marchio di moda
fashion Happiness per la produzione di una linea di T-shirt e per l’impegno
di portare il marchio nel mondo boardsport; a tal riguardo vorrei
ringraziarli per il grande appoggio che mi danno in ogni progetto. Un’altra
importante decisione è stata la scelta di lasciare Fanatic, un’azienda che in
passato mi ha dato tanto… Purtroppo al momento non vedo più quella
spinta alla crescita; personalmente ritengo che supportare un atleta nella
sua parabola ascensionale significhi, in primo luogo, dargli visibilità,
creare la condizioni di farlo confrontare nelle realtà estere e soprattutto
seguirlo nello sviluppo, dai materiali agli spostamenti… Cosa che ho trovato
in un’ azienda dinamica come Jimmy Lewis!
Gli obiettivi per quest’anno, a livello di gare, sono: seguire il campionato
italiano wave e partecipare ad alcune tappe in Europa per accrescere la
mia esperienza perchè credo che soltanto confrontandosi con atleti più
forti si possa crescere di livello rapidamente.
Dal punto di vista strettamente “lavorativo”, insieme al mio socio istruttore
Franco Piccioni, abbiamo fondato la Kìbon Waterman Adventure, scuola
federale di insegnamento dello standuppaddling che organizza escursioni e
SUP camp in Italia e all’estero per tutte le taglie di utenza, dai principianti
agli esperti. Per concludere speriamo in un 2012 pieno di onde e… grazie a
tutti!
Al pari di tutti gli sport, anche il mondo del paddle surf ha un suo mercato di tavole dedicato agli atleti, ai testimonial e alle personalitàsportive più rappresentative del momento. Abbiamo voluto dare spazio a tutti coloro i quali “masticano” lo sport a livello agonistico,al fine di poter realmente comprendere il loro modo di vivere il SUP. Il 2012 è un anno che vedrà certamente un incremento delpaddle surf dal punto di vista della pratica amatoriale, per questo la rubrica sarà principalmente incentrata sull’individuazione deipunti di forza e delle migliori risorse che un atleta rappresentativo di questa attività sportiva dovrebbe adottare per potersiriconfermare tale.“Solo ciò che è provvisorio è perfetto”, come le onde, vere protagoniste di quelle giornate in cui il mare non ti lascia neppure il tempodi concretizzare quella sensazione ibrida di stanchezza e compiacimento che prova solo il vero sportivo, soddisfatto di ciò che havissuto e condiviso con se stesso. Al pari delle onde in moto perpetuo, anche il mercato che gravita attorno all’universo del mare è incontinuo movimento e in costante evoluzione. Questa rubrica nasce con l’intento di informare, indirizzare, ispirare e guidare tutti glisportivi che condividono la passione per il paddle surf, alla perfezione, seppure provvisoria!
SUP
MERCATO
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SANDRO PISU(MOKI)
Ciao a tutti sono Sandro Pisu, ho 16 anni e da 2 anni pratico SUP! All’inizio
andavo solo su acqua piatta, quando non c’era nulla da fare in estate, poi
ho iniziato a prendere anche qualche onda e da lì è nata la mia passione
per il wave col SUP. Per due anni ho usato le tavole Naish della scuola del
Chia Wind Club poi, durante la mia partecipazione all’evento Open Water
Challenge 2011, ho provato le tavole di Moki Sup. Mi sono piaciute
tantissimo per la loro stabilità e morbidezza sull’acqua, tanto da farmi
decidere di partecipare alla gara con la Moki Jam 10’5” grazie alla quale
ho ottenuto risultati soddisfacenti. Al termine della competizione ho
provato la tavola studiata propriamente per il wave, la Rip Lip Fish 9’5” e
l’ho trovata perfettamente adatta alle mie esigenze di stabilità, che nel
wave è basilare per superare i frangenti e aspettare il set. Ho cominciato
giocare davanti alla spiaggia e proprio lì c’era il proprietario della Moki,
Carlo Rotelli, che mi ha chiesto subito come mi fossi trovato con la tavola e
se volessi far parte del suo team! Impossibile rifiutare… Ormai è quasi 1
anno che faccio parte del team Moki e sono pienamente soddisfatto della
mia scelta! Mi sono allenato tutta l’estate con il mio Rip Lip Fish 9’5”, sia
con onde di 1 metro che con onde di 20 cm e oggi penso che anche
l’allenamento su onde piccolissime mi sia servito, infatti alla gara wave di
Badesi, la mia prima gara wave col SUP, sono riuscito a piazzarmi sul
gradino più alto del podio. Vorrei patire per Fuerteventura o Tenerife, per
allenarmi almeno un mesetto nelle onde dell’oceano, ma anche per andare
un po’ via dall’Italia, pur ritenendomi fortunato di vivere in un posto come
la Sardegna dove ci sono belle onde e dove riesco a essere sempre in
acqua, anche con condizioni non ideali per divertirsi.
Quest’anno penso di partecipare a tutte le gare wave, sperando che si
svolga il campionato italiano wave e di riuscire a vincerlo!
Consiglio a tutti questo sport perchè offre la possibilità di fare una
passeggiata diversa da tutte le altre.
GIORDANO CAPPARELLA(HOBIE SUP)
Ciao a tutti! La stagione
agonistica è alle porte
e ci prepariamo per
affrontarla alla grande.
Come l’anno scorso, la
mia collaborazione e
quella dello “Sporting
Club Sabazia” con la
grande casa Hobie
Paddleboard, continuerà. Con la solita passione ed energia ci
impegneremo per conquistare anche quest’anno il titolo di campioni
nazionali. Oltre a questo, il desiderio di vedere il nostro amato sport
crescere e diffondersi in Italia come all’estero, aumenta sempre di più.
Quest’anno il mio desiderio è quello di partecipare al circuito italiano sia di
Race che di Wave, e tentare di approdare sul panorama europeo. Il 2011 è
stato chiuso con grandi risultati nazionali e ottime soddisfazioni a livello
mondiale con la Battle of the Paddle svolta in California lo scorso ottobre.
LEONARD NIKA(STARBOARD)
Ciao, sono Leonard Nika e da poco sono entrato a far parte del team
Starboard come atleta nazionale e internazionale. La scorsa stagione è stata
davvero molto interessante, ho viaggiato molto per gare e i miei risultati sono
stati soddisfacenti. Mi sono impegnato per farmi notare dalle major del
settore e finalmente sono riuscito a entrare in un team giovane, allegro e
professionale. I miei programmi di quest’anno prevedono un circuito nazionale
di 5 o 6 tappe, sia wave che race, 3 o 4 tappe europee, due race e due wave, e
una mondiale. Le tappe nazionali saranno il Chia Classic, poi a fine maggio,
Fiumaretta con il 2° Trofeo River Sea, a giugno il Water Challenge di Oristano, a
luglio c’è l’Italia Surf Expo, ad agosto ci saranno diverse gare Race ma ne
sceglierò una sola, quella con il maggior numero di partecipanti e il premio
più alto. Passiamo agli impegni europei. Prima tappa europea in assoluto è
stata la 25 km di Mallorca, poi andrò a rifare per la seconda volta anche il SUP
11 City in Olanda, 220 km in 5 giorni, una tappa solo per pochi al mondo.
Parteciperò alla Battle of the Paddle Hawaii a maggio, e anche a quella in
California a metà settembre. Per altre news vi terrò informati.
GIUSEPPE CUSCIANNA(STARBOARD)
Ciao a tutti, sono Beppe Cuscianna e faccio parte del team Starboard Italia;
lo scorso anno abbiamo chiuso uno dei due campionati italiani in maniera
soddisfacente. Il mio risultato è stato molto interessante, visti gli impegni
lavorativi e istituzionali che mi hanno portato in giro per la nostra nazione.
La promozione fatta l’anno scorso ha fatto sì che fossimo uno tra i brand
più venduti in Italia, infatti i progetti realizzati nell’anno 2011 sono stati
avallati dai negozianti ai centri surf. Quest’anno, per continuare con la
promozione, abbiamo realizzato un progetto che ci terrà impegnati in giro
per l’Italia. Il nostro obiettivo e far sì che i negozianti e i centri surf
abbiano un ritorno quasi immediato della promozione, infatti i nostri pur
discussi metodi aziendali di istruzione sono stati i più apprezzati in Italia.
Istruiremo tutti coloro i quali avessero dei sup a farne un vero e proprio
business a favore dello sport e dell’incremento dei praticanti, senza
dimenticare i campionati race e wave. Restate collegati o seguiteci in giro
per la nazione per divertirci e promuovendo il paddle surf.
Abbiamo anche intervistato i seguenti atleti che troveranno spazio sul
prossimo numero di SupTime: Corinna Betti, Roberto Domenichini (RRD),
Alessandro Merli (Drops), Paola Perrone (Starboard), Alessandro Marcianò
(Starboard) e Nicola Abatescianni (Starboard).
99 CUSTOM BOARDS
BIC SPORT
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RACE / CRUISE 12’6”: La NoveNove R12’6” è la tavola perfetta per tutti i paddler
principianti, ed è la più stabile dell’intero range. La R12’6” è stata pensata e
realizzata per tutti quei rider che vogliono farsi lunghe remate in acqua piatta
o con mare poco mosso. Ha tutte le caratteristiche di una tavola race, ma è
stata resa ancora più accessibile e “user friendly” per qualsiasi livello. La
chiglia affusolata permette alla tavola di fendere l’acqua col minimo sforzo,
facilitando la planata e permettendoti di fare percorsi molto più lunghi e con
meno fatica rispetto a una tradizionale tavola cruiser. Disponibile in 2
costruzioni: EPS Full Carbon Sandwich, EPS Bamboo Wood Sandwich.
SCHOOL - 12’0” / 11’0”: Sia il Twelve’0” che l’Eleven’0” sono considerate le tavole
perfette per imparare, accogliendo ogni nuovo rider a braccia aperte, ma
anche i down-winder, e chi esce con onda piccola. La fluida linea di rocker
permette di prendere le onde in anticipo e di partire velocemente con ottimo
momento in avanti. Super accessibile e facile per ore di divertimento.
Costruzione heavy-duty per assorbire colpi e graffi senza alcun problema,
quindi ideale per le scuole. Disponibile in costruzione unica: EPS Galss Fiber.
ALLROUND - 10’8” / 9/10”: Una vera tavola allround. La Ten’8” è una facile tavola
da principiante, che offre il massimo della performance e del divertimento in
ogni tipo di condizione. Veloce, ultra maneggevole, una vera e propria
“Newschool noserider” da surfare come un longboard in qualsiasi tipo di onda.
La Ten’8” va anche benissimo per fare remate in giro e fitness. La Nine’10” è
una tavola wave molto veloce per quei rider più esperti che vogliono buttarsi in
down the line a tutta velocità e fare bottom turn più aggressivi. È anche perfetta
per i SUPer più pesanti, che la possono utilizzare come tavola shortboard.
Disponibile in costruzione unica: EPS Bamboo Wood Clear Vision Sandwich.
WAVE - 9’2” / 8’6”: 100% Wave. Sia la 9’2” che la 8’6” sono state progettate e
realizzate per i rider più esperti e esigenti e anche per i rider più leggeri
anche di livello intermedio che non hanno bisogno di così tanto volume. Queste
due tavole sono wave senza compromessi, ideali per portare le tue capacità al
prossimo livello. Veloci, ultra manovrabili e una vera e propria “Newschool
noserider” da utilizzare come una moderna tavola da longboard per surfare
qualsiasi picco. Linea di rocker perfetta per le alte velocità, con un tail kick
ideato per curve strette e manovre radicali. Disponibile in costruzione unica:
EPS Clear Vision.
MODEL SIZE MEASURE MEASURE CATEGORY TECHNOLOGY FIN SYSTEM FINTwelve0 12’ 365.5X79 12’X31X5”1/4” School/Cruiser EPS US box singlefin
Eleven0 11’ 335X76 11’X30”X4 3/4” Scholl EPS US box singlefin
Ten8 10’8” 325X79 10’8”X 31” Allround Bamboo/Sandwich FCS+US box quad/single
Nine10 9’10” 302X77.5 9’11”X30 1/2” Wave Bamboo/Sandwich FCS+US box quad/single
Nine2 9’2” 279X76.5 9’2” X 30 1/8” Wave EPS Clear Vision FCS+US box quad/single
Eight6 8’6” 269X76 8’6” x 30” Wave EPS Clear Vision FCS+US box quad/single
Twelve6R 12’6” 284,5x73,5 12’6”x28”x51/2” Race Pro EPS Carbon / Sandwich US box single
Twelve6R 12’6” 284,5x73,6 12’6”x28”x51/2” Race/Cruise EPS Bamboo / Sandwich US box single
Distribuito da: ACME SRL • Tel. 0574.870224 • e-mail: [email protected] • web: www.99international.it
BIC SUP Air: Il gonfiabile per praticanti “nomadi”. Icona del “rigido” per
eccellenza, Bic Sport è lieta di presentare per la collezione 2012 il nuovo 11’0’’
BIC SUP Air in alta pressione e tecnologia Drop Stich. Uno stand up gonfiabile
di qualità che si trasporta in uno zaino compatto e facile da indossare. Una
volta gonfiato, l’11’0” SUP Air HP si comporta bene sia in acqua piatta che sulle
onde con i sui 335cm di lunghezza per 75 di larghezza. Pesa solo 12kg ed è
realizzato con materiali molto resistenti alle abrasioni e ai raggi UV. Ideale per
chi cerca un prodotto pratico da trasportare e facile da utilizzare.
BREAKING NEWS BIC
ERIC TERRAIN TERZO AI MONDIALI SUL 12’6 C-TEC RACE BIC SPORT
La nuova gamma C-TEC 2012 di Bic Sport è ora disponibile! I modelli Classic
Wood rispondono ad un ampio programma di flat water o piccole onde
garantendo ottima scorrevolezza sull’acqua, gli Scout EPS, che grazie agli
shape corti e larghi (9’4 – 10’4 – 10’8) assicurano un’ottima maneggevolezza
tra le onde e infine i tre modelli della gamma PVC Sandwich (9’2 Jet Wave –
12’0 Ocean e 12’6” Touring), in tecnologia Epoxy PVC, tavole al tempo stesso
molto leggere e solide destinate a rider esperti. Proprio con un 12’6” shapato
da Patrice Remoiville, Eric Terrain, atleta del Team Bic Sup internazionale, è
arrivato terzo nella long distance race dei Mondiali ISA SUP in Perù.
Distribuito da: BIC SPORT ITALIA • Tel. 0432.783931 • e-mail: [email protected]
12’6 C-TEC RACE SUP AIR
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JIMMY LEWISFLYWEIGHT KIDS 8’0’’ x 26’’, 87 lt: Flyweight Kids, questo il nome della prima
SUP board dedicata al 100% ai bambini di tutto il globo. Jimmy Lewis in
collaborazione con Jim Terrel, titolare di QuickBlade, ha pensato a lungo a
questa particolare SUP board. Con grande energia ha sviluppato una serie di
prototipi dedicati, prima di mettere in produzione il Flyweight Kids definitivo.
Per prima cosa ha pensato a una tavola in grado di essere tramandata di
bambino in bambino. Molto spesso l’oggetto giusto dura al meglio due o tre
anni, per cui è stato necessario produrre il Flyweight Kids con una tecnologia
veramente leggera e duratura nel tempo. Con questo oggetto avrete una SUP
valido per il fratello, la sorella minore, il nipote, l’amichetta, la prima
fidanzatina, risolvendo questo problema con la nuovissima tecnologia già
adottata per la Maestro, la Ultra Resistant Tecnology PVC System che ha
permesso un peso finale di 7.6 kg! Molta attenzione dedicata allo shape
studiando le particolari esigenze di un bambino di età media tra 7 e 14 anni. È
stata ridotta la lunghezza a 8’0’’ e soprattutto ridotta la larghezza a 26" per
permettere alle più minute misure delle spalle dei bambini di pagaiare
agevolmente senza doversi sporgere troppo verso il bordo. Volume di 87 litri
e assetto classico tri fin per rendere più stabile e manovrabile possibile la
Flyweight. Grande attenzione rivolta anche agli accessori, con le tre pinne in
Fiber glass, il pad integrale 3M, la maniglia a scomparsa per il trasporto e la
valvola attiva in goretex. Flyweight Kids, la tavola da SUP esclusiva per
bambini che desiderano entrare nel pianeta SUP dalla porta principale.
MAESTRO 10’3’’ x 35’’, 213 lt: Quando è stato chiesto a Jimmy Lewis alla fine
del 2010, una SUP board specifica per la scuola e il fitness, gli è stato anche
richiesto una tavola facile e leggera e che durasse nel tempo con la quale
inserirsi nel difficile segmento beginner Stand Up. Jimmy Lewis ha risposto:
“Se mai farò una beginner SUP sarà sicuramente una tavola con
caratteristiche tecniche specifiche ma costruzione hi-tech esattamente come
tutti i miei SUP, perchè uno studente che dispone di libri mediocri conseguirà
sicuramente mediocri risultati.” Dopo circa un anno di intenso lavoro Jimmy
Lewis presenta per il 2012 la Maestro School Fitness, la prima SUP board
sviluppata dal famoso shaper Hawaiiano dedicata esclusivamente
all’apprendimento dello Stand Up Paddle e non solo. Questa SUP è stata
pensata per far muovere i primi passi a chiunque, sviluppata in
collaborazione con Gerry Menk e Megan Johnson istruttrice Yoga di livello
mondiale. Numerosi i test di resistenza con l’obiettivo di stressare a dovere i
vari prototipi costruiti. È stata necessaria un’intera stagione di verifica in cui
la Maestro è stata sottoposta ad un lavoro giornaliero di otto ore tra
noleggio, scuola e yoga fitness. Al termine dei sei mesi di prova Jimmy Lewis
ha deciso di far produrre la Maestro con una nuova e particolare tecnologia
costruttiva che deriva dalla classica HI TECH sandwich PVC denominata Ultra
Resistant Tecnology PVC System, in grado di assolvere in pieno agli stress per
la quale è stata progettata. L’obiettivo è rendere disponibile sul mercato un
SUP specifico per le scuole e il noleggio, sicuro e facile per l’apprendimento
in pieno stile Jimmy Lewis Hawaii quindi anche molto elegante, leggero e
bello da vedere. Per quanto riguarda gli accessori: molto confortevole il pad
integrale 3M con maniglia a scomparsa per il trasporto e valvola attiva in
goretex. Molto interessante la soluzione studiata per l’assetto delle pinne
dove è possibile scegliere tra la configurazione single fin per il noleggio e i
corsi SUP e fitness in acqua piatta. Per le lezioni e il noleggio SUP wave invece
è possibile montare le due pinne laterali in grado di facilitare sia la
manovrabilità che la stabilità della Maestro, condizione necessaria per
permettere al neofita dello Stand Up Paddle di apprendere velocemente le
varie tecniche di conduzione tra le onde.
MISURE: 10’3’’ x 35’’, litri 213, peso 11.4 kg
BREAKING NEWS: Il Team Jimmy Lewis Italia sarà presente alla seconda tappa
del Stand Up World Tour race/wave che si svolgerà a La Torche dal 28 aprile
al 6 maggio. Daniele Guidi e Alessandro Onofri saranno i portabandiera JL per
il wave mentre Paolo Marconi, Alessandro Ceccarelli, Silvia Mecucci quelli del
race. In bocca al lupo a tutti!
Distribuito da: JLID SRL - EUROPE CUSTOMER SERVICE • Tel. +39.0586425613 • e-mail: [email protected] • web: www.jlid-italydistribution.com
Flyweight Kids Maestro
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FANATIC
FLY AIR INFLATABLE: Pompati anche tu per la nuovissima moda di fitness che sta
invadendo il globo in questi nuovi pacchetti gonfiabili e portatili. Basate sulle
tavole rigide Fanatic Fly, già collaudate e approvate, questi due shape allround
ideali per viaggiare che ti faranno ritrovare le stesse identiche caratteristiche
e performance dei rinomati rail e rocker dei modelli Fly. Facilità di remata per i
principianti in qualsiasi condizione, scorrevolezza senza il minimo sforzo in
acqua piatta, con shape con ampio deck per stabilità e facilità nel curvare.
Vengono anche date in dotazione lo zaino, una pompa e una pagaia in 3 pezzi,
in modo da essere pronto a vedere il mondo da nuovi angoli, portandoti la tua
tavola da SUP in una sacca. Con l’utilizzo della tecnologia Dropstitch PVC,
queste tavole si irrigidiscono grazie alla laminazione multistrato dopo essere
state gonfiate, con pinne removibili Future per offrire la performance di una
vera tavola da onda.
9’ x 31”: Uno shape dinamico e a prova di proiettile per quei rider più giovani
ed aggressivi che hanno bisogno di portarsi la propria tavola in giro per il
mondo senza difficoltà. Il setup TriFin/Thruster sbaraglia la concorrenza delle
altre tavole gonfiabili. È anche abbastanza resistente e rigida da sbattere sulle
rocce, è facile da mettere via e si gonfia in pochi minuti.
MISURE: Volome: 146 lt • Larghezza: 31”/78,7 cm
Lunghezza: 9”/274,3 cm • Pinne: 3x pinne Future removibili
10’6” x 34”: Probabilmente la tavola gonfiabile più versatile in commercio. Nata
dal classico shape della Fly 10’6”, questa tavola non è da sottovalutare. La sua
performance è assolutamente comparabile al “modello rigido”, ma con una
maggiore larghezza per aumentarne stabilità e comfort. Perfetta per surfate
performanti, o remate divertenti con la famiglia, tutto in un pacchetto comodo
e facile da trasportare.
MISURE: Volume: 210 lt • Larghezza: 34”/86,4 cm
Lunghezza: 10’6”/320 cm • Pinne: 3x pinne Future removibili
Disponibile da aprile/maggio 2012
RIPPER KIDS BOARD: Lo shape perfetto per i ripper del domani. Basata
sull’ormai testata e approvata AllWave 8’6”, è stata dotata di grafica particolare
ed una costruzione High Resistance Skin (HRS) per sopportare con facilità
qualsiasi sforzo e wipeout che i giovani rider possano fare. Abbastanza stabile
sia per i rider novizi che per quelli più pesanti, ma con una linea di rocker
perfetta per curve strette e aggressive. La coperta è protetta da Soft Top Foam,
per una presa comoda e morbida, che assicura anche longevità alla tavola e
protezione da impatto. Realizzata con 2+1 Thruster/Tri Setup.
Il profilo più largo è più stabile ma lo scoop in puro stile surf, con prua più
bassa permette a ogni rider di sfruttare al meglio ogni condizione. Disponibile
in costruzione High Resistance Skin (HRS) con scasse 2+1 TriFin (US box
centrale e Future laterali). La Ripper è anche proposta con un piede d’albero
per poterla trasformare in una tavola da windsurf, per uscire con vento
leggero o per i principianti.
MISURE: Volume: 130 lt • Larghezza: 30”/76,2 cm • Lunghezza: 8’6”/259 cm
Tecnologia: SoftTop • Pinne: AllWave 5 7/8 (US Box), 2x AllWave 5” (Future Box)
Fin System: US Center Box, Future Side Fins
ALLWAVE 8’6” & 9’10”: Due misure completamente nuove, 8’6” e 9’10” sono state
aggiunte per completare il range che ora comprende 8’6’’ / 8’10’’ / 9’2’’ / 9’6’’ e
9’10’’. Tutte le tavole sono state realizzate per garantire la massima facilità
nella remata e prendere quante più onde possibili. Facilità d’utilizzo al top. Per
il 2012 quindi, il range AllWave comprende 5 shape compatti orientati al surf
per ogni misura di rider. Il profilo più largo è perfetto per i novizi, ma grazie
allo scoop rocker da surf le tavole danno il massimo in ogni condizione, grazie
anche al nose kick performante sia in condizioni tranquille che più difficili.
Disponibili in costruzione High Resistance Skin (HRS) con scasse 2+1 TriFin (US
box centrale e Future laterali) e la performance delle pinne GFK.
AllWave 8’6”: Volume: 130 lt • Larghezza: 30”/76,2 cm
Lunghezza: 8’6”/259 cm • Tecnologia: High Resistance Skin
Pinne: AllWave 5 7/8 (US Box), 2x AllWave 5” (Future Box)
Fin System: US Center Box, Future Side Fins
AllWave 9’10”: Volume: 191 lt • Larghezza: 33”/83,8 cm
Lunghezza: 9’10”/299,7 cm • Tecnologia: High Resistance Skin
Pinne: AllWave 5 7/8 (US Box), 2x AllWave 5” (Future Box)
Fin System: US Center Box, Future Side Fins
BREAKING NEWS: Fanatic sarà lo sponsor e fornitore ufficiale di SUP per la HIHO
Highland Spring race nelle BVI (Isole Vergini) quest’estate dal 1 al 8 luglio. La
nuova Fanatic Ray 12’ sarà la tavola utilizzata per la classe Fanatic One Design e
l’evento si disputerà per le classi Fanatic One-Design Class e Open Class per
tutti i SUP racer. Nella grafica delle tavole, per ricordare l’occasione, verranno
Distribuito da: WHITE REEF • Tel. 0547.22756 • web: www.fanatic.com
RIDER: Kirsty Jones
FOTO: Ding
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anche incorporati i loghi degli sponsor della manifestazione. La Ray è la tavola
perfetta per un’intera settimana di down-wind paddling da un’isola all’altra
dell’arcipelago delle Isole Vergini. La Highland Spring HIHO, nei Caraibi, sarà
sicuramente l’evento SUP più importante dell’estate. Lo scenario scelto è
l’arcipelago delle Isole Vergini, composto da una sessantina d’isole, che
venivano spesso saccheggiate dai pirati ai tempi di El Dorado, che poi si
rifugiavano in baie deserte con acqua cristallina, perfette per tendere
imboscate alle navi spagnole che erano stracariche di oro e diamanti dal
nuovo mondo. I partecipanti avranno la fortuna di vivere a bordo di yacht di
lusso per l’intera settimana, seguendo passo dopo passo il percorso
a tappe da un’isola all’altra, che vedrà quindi un nuovo percorso
ogni giorno. È una gara molto divertente, e tutti sono invitati
anche a portare amici e parenti. La prima edizione della
Highland Spring HIHO è partita da St. Thomas nel 1979, quando
una banda d’intrepidi windsurfisti ha deciso di scorrazzare
tra le Isole Vergini portandosi in spalla un sacco a pelo.
L’evento ha riscosso un successo immediato e da quel
momento la sua popolarità ha continuato ad aumentare.
Sotto la gestione attuale di Andy Morrell, la Highland Spring
HIHO è una delle competizioni più divertenti e uniche in
circolazione, e prevede un intero itinerario tra le isole
caraibiche. Finora gareggiavano solamente windsurf e le
barche, ma da quest’anno son stati inclusi anche i SUP,
grazie all’intervento di Fanatic come main sponsor!
Isole solitarie, spiagge deserte e idilliache, competizione
feroce ma amichevole, grazie alla presenza costante degli
alisei e feste da urlo. Questa competizione sarà un viaggio
indimenticabile, per una combinazione perfetta tra windsurf,
SUP e puro divertimento. “È davvero bello partecipare
attivamente a questa nuova edizione dell’evento” commenta il
boss Fanatic, Craig Gertenbach. “Siamo molto eccitati e
sicuramente manderemo qualcuno dei nostri teamrider a
gareggiare. La Ray è la tavola perfetta per le condizioni divertenti
e ideali della HIHO, e offre stabilità, velocità e comfort, tutti in un
unico pacchetto”. Il lancio ufficiale della Ray sarà il 15 luglio. “Il SUP sta
diventando una parte molto interessante dell’evento”, commenta
l’organizzatore Andy Morrell. “I due sport si completano alla perfezione. Non
vediamo l’ora che arrivino rider da tutto il globo per partecipare in questo
evento divertente.” Tra i rider Fanatic International ci sono il Campione del
mondo 2011 14́0 Chase Kosterlitz, Belar Diaz, Fred Bonnef e Kirsty Jones, che
parteciperanno all’evento sia nella categoria Open che a squadre, dando
all’evento anche un ottimo livello di abilità! Per il windsurf invece ci penserà
Gonzalo Costa Hoevel, assieme a molti suoi connazionali argentini.
NAISHMANA AIR SERIES: Tavola da SUP gonfiabile estremamente rigida di alta qualità,
disegnata con uno spessore extra e larghezza per una straordinaria stabilità.
La sua costruzione è a prova degli urti più violenti o rocce taglienti. Si richiude
in un comodo zaino ed è ideale per il SUP nei fiumi e anche tra le onde. Per
vedere il SUP AIR by Naish in azione vai a pag. 46.
Mana Air 10’0”, 6”- Mana AIR 10’0”, 4”: Il Mana Air 6’’ è il più rigido e stabile SUP
gonfiabile preformance-oriented presente sul mercato. Il Mana Air 4’’ è più
indicato per i rider leggeri ed è più facile da trasportare. Sia il modello 6’’ che
il 4’’ sono forniti con una pompa ad alta pressione per il gonfiaggio.
BREAKING NEWS: Nais raggiunge il titolo mondiale con la Hokua 8’0’’.
L’estremamente performante Hokua 8’0” è stata l’arma segreta per il 2 volte
campione del mondo di SUP, Kai Lenny che continua a spingere i limiti in nuove
direzioni e ha bisogno di tavole che siano sempre più leggere, manovrabili e
performanti. La tavola Naish Hokua risponde a queste specifiche necessità.
Caratteristiche dei nuovi modelli Hokua 2012:
• Poppa e prua più sottili, in modo da aver maggior reattività e presa.
• Nuova linea di rocker con maggiore tail kick, che permette al rider di
attaccare il lip più in verticale, facendo curve più strette con meno sforzo.
• Tail winger: sezione di poppa ridotta in modo che la tavola risulti più libera e
morbida, come una “shortboard”.
• Poppa più piccola in modo da raggiungere velocità più alte, appena si parte
sul lip.
• Realizzata con pinne thruster.
Distribuito da: ACTION TO SPORT SRL • Tel. 0185.264754 • web: www.naishsup.com
Hokua 8’0’’ ManaAir 10’0’’ x 6’’
Fly Air 10’6’’ Ray BVI AllWave 9’10’’
30
MOKI SUPMoki si presenta per la nuova stagione ampliando la propria collezione e
introducendo innovazioni.
INTO THE NATURE: È stata migliorata la tipologia di costruzione che renderà
ora la tavola ancora più leggera e resistente. Il nuovo modello è
leggermente più largo verso poppa per aumentare la stabilità. Questa
tavola è ideale per avvicinarsi con estrema facilità al nostro sport e rimane
un must per le scuole e i noleggi. Comoda, stabile e facile di dimensioni
compatte. La larghezza verso poppa è stata leggermente aumentata per
migliorare la stabilità. Il nuovo rivestimento dei bordi è ora realizzato in
EVA ad alta densità per migliorare la sicurezza e proteggerli dall’urto con
le pagaie. Molto curata la decorazione del nuovo Eva denominato “Snake
Skin” con specifico “grooved pad” situato solo nella “standing zone”.
Confermato l’aggancio per il piede d’albero che la trasforma subito in un
facile windsurf. Occhiello di traino o ancoraggio a prua, single fin, nose and
rails protection, automatic air vent. Disponibile anche in versione Pink-
Purple.
MISURE:
• 10’x 33’’ 1/2’’ x 4’ ½’’, volume 185lt
GREEN LINE: La grande novità che affianca la linea Bamboo si chiama Green
Line è prevede tre nuovi shape decisamente orientati alle onde. Si
chiamano Zen, Karma e Kulto i nuovi modelli 10’6’’, 9’8’’ e 8’10’’. Realizzati
con una costruzione differente per migliorare le prestazioni nelle onde ed
essere ancora più leggere. Sviluppati per un uso intenso nelle onde, i nuovi
green line hanno shape un po’ più “tirati” ma sempre stabili e veloci nei
take off. Queste tavole hanno nel rail to rail la loro caratteristica migliore:
il surf style. Costruzione in Epoxy e Bamboo Veneer Sandwich solo in
coperta con speciali rinforzi HD-Foam in tutte le scasse e nuova vernice
protettiva. Pinne centrali in epoxy-bamboo e laterali in solid-glass molto
performanti con un flex ancora migliore. Configurazioni pinne quad + 1
centale per 8’10’’ e thruster per 9’8’’ e 10’6’’.
MISURE:
• 10’6’’x31’’ x 4 1/2’’, volume 190lt
• 9’8’’x31’’ x 4 3/4’’, volume 150lt
• 8’10’’x30’’ x 4 3/4’’, volume 125lt
RACING - TOURING: Moki propone il proprio 12’6’’ Racing dopo numerosi test
effettuati sia nei circuiti di gare ma soprattutto in ogni condizione di mare.
L’obiettivo prefissato era quello di sviluppare una tavola che performasse
non solo in acqua piatta o in downwind ma che fosse comunque
accessibile a un pubblico non esclusivamente “racing”. Il nuovo GT 12’6’’ si
distingue per la grande stabilità unita ad un’ottima scorrevolezza anche nel
mare mosso grazie alla linea scoop/roker molto filante e veloce e dal suo
generoso volume (275lt). Viene realizzata con la miglior tecnologia, usando
solo carbonio di alta qualità sottovuoto con rinforzi in pvc e bamboo.
MISURE:
• 12’6’’ x 29’’ x 6’’, volume 275lt
BAMBOO LINE: La linea Bamboo si riconferma grazie al grande successo
ottenuto con la tavola 100% Bamboo look. 11’9’, 10’5’, 10’, 9’5’ le misure di
Deha, Jam, Borea e Rip Lip Fish. Questa esclusiva linea è caratterizzata
anche dalle ottime finiture dei dettagli e dalla particolare cura negli
accessori come le leggerissime pinne in bamboo centrali e le laterali in
epoxy honeycomb. Gli shape già molto apprezzati sono stati sviluppati per
garantire ottime prestazioni sia in acqua piatta sia nelle onde. Il bamboo
garantisce un ottimo compromesso tra resistenza e rigidità della struttura
e rende la tavola unica nel suo look estremamente naturale. Tutte le
scasse sono state rinforzate con nuovi inserti in pvc. Le tavole sono fornite
di attacco per la vela, maniglia, valvola automatica in goretex, set pinne hi-
performances, sacca di trasporto.
MISURE:
• 11’9’’ x 31’ x 4 1/2’’, volume 203lt
• 10’5’’ x 29 1/2’’ x 4 3/4’’, volume 169lt
• 10’ x 33 1/2’’ x 4 1/2’’, volume 174lt
• 9’5’’ x 30’’ x 4 1/2’’, volume 149lt
INFLATABLE: 10’ x 33’’1/2 x 4’ 3/4’’ la taglia proposta da Moki per il proprio
SUP ad aria che si chiama Tube, il modello più poliedrico della linea Moki.
Compatto, resistente, rigido e soprattutto poco ingombrante una volta
sgonfiato, il Tube viene proposto con un proprio design personalizzato.
Molto leggera, circa 10,5kg e dotata di accessori utili in ogni situazione per
essere utilizzato in barca o in camper, al mare, ai laghi e ai fiumi.
Standing zone di morbido pad in eva, decorato con una elegante grafica. Il
gonfiabile Moki ha in dotazione una pagaia di qualità, scomponibile in 3
pezzi di epoxy con pala in plastica resistente, 3 pinne smontabili in plastica
antiurto, pompa maggiorata con manometro e kit di riparazione pvc
incluso. Si gonfia in soli 1’40’’ a un pressione di 9/10m.bar. Il tutto
trasportabile in un comodo zaino.
MISURE:
• 10’ x 32 1/2’’ x 4’’, volume 165lt
Moki propone tra i propri accessori anche le sacche singole e i leash da 9’.
Distribuito da: MOKI • Tel. 071.804019 • web: www.mokisup.com
Tube Inflatable 10'
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STARBOARDASTRO: Starboard nella sua linea dedicata al exploring/touring presenta per il
2012 i suoi nuovi gonfiabili ideali sia per un utilizzo fra le onde, che nei fiumi o
per del tranquillo cruising sull’acqua piatta. Gli shape di questi gonfiabili sono
basati sui popolari modelli Converse e Whopper e si rivolgono a un pubblico
amante del SUP sui fiumi, dei viaggiatori e di chi ha problemi di spazio. Il nose
è stato alzato e la linea del rocker aggiornata per garantire gli stessi standard
delle altre tavole Starboard.
• 11’2” x 32” la migliore scelta per il touring e per pagaiare in tutta tranquillità.
• 10’0”x35” è il più largo e stabile SUP presente sul mercato, ideale per i fiumi e
per chiunque cerchi una piattaforma stabile.
• 9’0”x30” per gli amanti delle onde.
SHAPES Lenght Width Thickness Tail Width Volume
Astro 11’2” 32” 4.0” 14.2” 220
340.4 cm 81.3 cm 10.2 cm 36.1 cm
Astro Whopper 10’0” 35” 4.0” 18.9” 200
304.8 cm 88.9 cm 10.2 cm 48.0 cm
Astro Converse 9’0” 30” 4.0” 18.2” 170
274.3 cm 76.2 cm 10.2 cm 46.2 cm
Distribuito da: PANDORA • Tel. 0362.337568 • web: www.star-board.com
RRDAIR SUP: La prima tavola da SUP gonfiabile RRD. Programma: All-Terrain.
AIR SUP è la prima tavola da SUP gonfiabile prodotta da RRD. Si tratta della
scelta perfetta per chi non ha spazio o un portapacchi a disposizione, oppure
semplicemente è alla ricerca di un SUP all-round leggero. La tavola è
caratterizzata da un volume di 180 litri distribuiti su 310 cm di lunghezza e 81
cm di larghezza, ed è accessoriata con due pinne laterali da 7 cm in materiale
gommoso, e da una pinna centrale da 19 cm col tradizionale attacco US box,
che permette alla tavola di avere una buona trazione sia durante la pagaiata,
sia in surfata. La tecnologia di costruzione permette di gonfiare questa tavola
fino a 18 psi (1,2 bar) di pressione, rendendo la tavola rigida e reattiva sia in
fase di virata, sia al momento di accelerare ad ogni pagaiata.
Il deck della tavola è ricoperto da un grip di ottima qualità che contribuisce a
garantire un buon equilibrio sulla tavola in andatura e in fase di pagaiata. La
tavola viene fornita con sacca provvista di spallacci e pompa. Inoltre RRD sta
per lanciare sul mercato una nuova pagaia in alluminio in tre parti, con una
sezione centrale rimuovibile che permetterà di renderla fruibile anche da
parte dei bambini. Inoltre la maniglia può venire sostituita con una seconda
pala che la trasformerà in una pagaia stile Kayak, rendendo questa tavola un
giocattolo perfetto per la famiglia.
AIR Sup 10’2’’: Volume: 172Lts • Size: 10’2”(310cm) x 32”x 4 1/4” (81 cm)
Fin: 2 x side 7 cms 1 x us box 19 cms • single fin
RRD WASSUP: La linea WASSUP è stata completamente rinnovata e sarà
disponibile nelle misure 8’5, 9’0, 10’0, 10’5, 11’0 nelle tecnologie WOOD, CLASSIC,
EPX, SOFTSKIN. Si segnala una bella spruzzata di colore in stile RRD per le linee
Wood e Classic... Per maggiori informazioni e per sapere le date di release al
pubblico, tenete d’occhio il sito internet della factory grossetana.
www.robertoriccidesigns.com
Distribuito da: RICCI INTERNATIONAL • Tel. 0564.455786 • web: www.robertoriccidesigns.com
RRD WASSUP
© Andrea DeMaria/RRD
RRD AIR SUP
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QUICKBLADEFLYWEIGHT 83 KIDS: Jim Terrel non finisce mai di stupire e allarga i propri
orizzonti dando vita a una nuova linea di pagaie specifica per bambini in
collaborazione con Jimmy Lewis. Flyweight il nome della “adjustable”
disponibile nelle colorazioni blu e abstract rosa. Il reparto ricerca e sviluppo
della famosa casa californiana ha incentrato l'attenzione sulle diverse
necessità che devono soddisfare le particolari esigenze dei bambini, dalla
sicurezza, al peso, alla rigidità del palo,
al comfort di pagaiata. Ciò ha reso
possibile raggiungere l'eccezionale
peso di 470 gr. Particolare e molto
studiata anche la disposizione della
prolunga estendibile da 0 a 25 cm con
appositi push-pin situati in prossimità
della pala, per permettere al bambino
di impugnare la pagaia senza venire a
contatto con le diverse dimensioni del
palo nel punto dove agisce la prolunga. Nella parte posteriore della pala è
stato applicato un micro foro autosvuotante. Ridotta ovviamente la superficie
della pala, 83 SQ/IN, e ridotta anche la rigidità del palo, 26 SSI. Anche la
maniglia assume dimensioni idonee alla superficie delle mani dei bambini,
rivestita totalmente con il collaudatissimo Eva Pro Grip. Con questo oggetto
specifico QuickBlade si conferma leader mondiale delle pagaie ampliando
ulteriormente la propria gamma.
Distribuito da: JLID SRL - EUROPE CUSTOMER SERVICE • Tel. +39.0586425613 • e-mail: [email protected] • web: www.jlid-italydistribution.com
KIALOALe pagaie Kialoa in Italia entrano nel mercato grazie al contributo e alla
professionalità di Action to Sport nel 2010/11 confermandosi fra le pagaie
leader del mercato italiano. Nel 2012 Kialoa continua la sua missione di
distribuzione insieme a Sportfun Srl affiancando Hobie Sup e Paddle Surf
Hawaii. L’ingresso di Kialoa nel mondo dello Stand Up Surf Paddle è iniziato nel
2003 con una telefonata a Dave Chun da parte di Laird Hamilton. Laird ha
spiegato a Dave che voleva che gli costruisse una pagaia da SUP di 7 piedi per
permettergli di prendere velocità e prendere onde gigantesche stando in piedi
sul suo surf. Aveva avuto il numero di Dave dal loro amico in comune e icona
del surf Gerry Lopez. Le pagaie che usava Laird si rompevano perché erano
troppo lunghe e Gerry ha pensato che l’esperienza di Dave nel costruire pagaie
Kialoa potesse essere di aiuto. La soluzione più veloce al problema di Laird era
di prendere una delle pagaie più piccole Kialoa da timoniere ed allungarla con
un tubo di alluminio che aveva in giro per l’officina in Kialoa. Non era elegante
ma almeno non si rompeva. Dal 2003 la crescita dello sport del stand up paddle
è stato fenomenale. E ragionevole pensare che in poco tempo lo Stand Up
Paddle abbia superato l’Outrigger come popolarità negli sport a remi. Esistono
a oggi numerose riviste, blog, siti web e forum dedicati al SUP e alle pagaie.
LE PAGAIE DA SUP - LE TIPOLOGIE: Nella scelta della pagaia ci sono alcune
domande che ti puoi porre e che possono aiutarti a sfoltire la gamma da cui
scegliere. Farai surf su le onde o su acqua piatta? Qual è il tuo livello di
preparazione atletica? E che tipo di tavola possiedi? Come regola di base più
lenta è la tavola e più piccola sarà la lama della pagaia. Ecco un rapido elenco
delle pagaie da SUP Kialoa e a cosa sono più adatte.
PIPES: progettata appositamente per i ragazzi e le donne. È la lama più piccola
della gamma ed è adatta sia per le onde che per le gare di Race. 100% full
carbon.
METHANE: questa pagaia full carbon è progettata per le onde. Permette una
frequenza alta per prendere le onde facendo accelerare bene la tua tavola
anche da zero. 100% full carbon.
SHAKA PUU: questa lama è la seconda più piccola nella gamma full carbon ed è
ideale per la disciplina SUP Race, acqua piatta o anche per chi è più allenato e
più potente e vuole surfare le onde. 100% full carbon.
NALU: questa è la pagaia più grande della gamma full carbon e potrebbe essere
l’ideale per gli atleti molto potenti e in ottima forma per le Race su acqua piatta
o Long Distance. 100% full carbon.
TORO: novità per il 2011/12. Realizzata appositamente per il Racing, la nuova
Toro è stata chiamata come un taglio del Sushi che si fa dal Tonno Blu, uno dei
pesci più veloci dell’Oceano. Pala in stile Tahitiano a goccia ultra-sottile con una
forma a cucchiaio migliore per prendere maggior acqua. Più forte e rigida per
sprigionare la massima potenza. 100% full carbon.
IKAIKA: novità 2011/12. Questa è la pagaia rivoluzionaria con la costruzione CFRT
un mix di fibre termoplastiche che rendono la pala indistruttibile, leggera e
performante. Nei modelli PUPU, HAPA e LAU LAU soddisfano uomini e donne con
caratteristiche differenti, per tutti i gusti.
IKAIKA PUPU ADJUSTABILE: questa è la pagaia regolabile in CFRT ideale per le
famiglie, principianti o noleggi. La lama è costruita su una base molto robusta
CFRT e il palo telescopico è 100% Fiberglass con il sistema di regolazione Lever
Lock con un range di regolazione da 177 cm a 218 cm. È la pagaia più
economica dell’intera gamma Kialoa.
TECNOLOGIA E TRADIZIONE: Nata sull’isola di Oahu nel 1991, le pagaie Kialoa sono
nate dall’amore di Dave Chun dello sport dell’Outrigger. Spinto dal desiderio di
costruire le migliori pagaie al mondo, Dave iniziò a costruire pagaie di legno a
casa dei suoi genitori. Poco dopo ha conosciuto Meg, una ragazza del Mid-West
degli Stati Uniti trapiantata alle Hawaii. È stato un matrimonio tra ovest ed est,
tradizione isolana e progresso della terra ferma. I Chun spostano poi la
fabbrica a Bend, Oregon nel 1992, portando con se lo spirito Aloha. Con tutte le
difficoltà hanno creato un club di Outrigger in mezzo al deserto. Attualmente
Kialoa costruisce una linea completa di pagaie da SUP, Outrigger e Dragon Boat.
E ancora adesso puoi trovare Dave e Meg che remano sul fiume Deschutes
River vicino al negozio.
Distribuito da: SPORTFUN SRL • Tel. 0662202688 • web: www.sportfun.it
Toro
Methane
Shaka Puu
FBR_
412
cattura ogni singola emozione
goGoal FUNPermette riprese a 60/50fps per realizzare video in HD“slow-motion”. Video in qualità Full HD 1080p oppurefoto a 8 MPx con obiettivo grandangolare 170 gradi.Display anteprima per il posizionamento e la ricerca del-l’inquadratura. Telecomando in radiofrequenza utilis-simo per lo “Start e Stop” della registrazione, rendendosemplice girare brevi clip. Con goGoal FUN potrete ri-vedere le vostre performance, la soluzione ideale percondividere video e immagini con gli amici attraversoi più famosi social network (YouTube™, FaceBook™, ecc.)Utilizzabile in altri sport con gli accessori dedicati.
e-waw OneLettore MP3 a tenuta stagna fino a 3 metri di profon-dità. In plastica resistente, il suo corpo non teme il clo-ro e può essere utilizzato senza problemi in piscina. Siadatta a numerosi sport, anche a quelli sott'acqua gra-zie ai suoi intrauricolari a tenuta stagna. Compatibilecon i formati MP3 e WMA, dispone di uno spazio di ar-chiviazione di 4 GB. Compatibile con i formati dei fileFAT16 e FAT32, questo lettore si trasforma anche in chia-vetta USB per archiviare dati.
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Rimini Wellness
10-13 maggio 2012
Pad A1 - Stand 191
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MOKI PADDLELe innovazioni sulle pagaie nascono direttamente dall’esperienza in acqua di
tutto il team Moki e dei collaboratori che praticano il SUP molto intensamente.
Queste le maggiori novità della linea Moki paddle per la nuova stagione
partendo dalla nuova ed esclusiva Bamboo Paddle.
MOKI FULL BAMBOO PADDLE: Dopo oltre un anno di sviluppo e test su costruzione
e performance, Moki introduce con orgoglio la prima pagaia full bamboo look.
L’intera struttura viene concepita con uno speciale procedimento che crea il
leggerissimo ed ultraresistente telaio in carbonio, che verrà successivamente
rilaminato con uno strato di fibra bamboo, e rimesso in autoclave. La naturale
flessibilità del bamboo, oltre alla sua nota robustezza, si integra perfettamente
con le caratteristiche tecniche del pregiato carbonio K3, forgiando una pagaia
unica nel suo genere. Un’opera d’arte dal peso di soli 580gr! La differenza si fa
notare specialmente pagaiando sulle long distance. Moki ha lavorato, inoltre,
per migliorare il reflex e la flessibilità dell’asta, che risulta ora mediamente
flessibile con un ottimo ritorno dopo la prima parte di entrata in acqua. Il
diametro dell’asta è stato ridotto nella zona centrale e l’asta è ora
caratterizzata da una zona antiscivolo che ne migliora la presa quando la
pagaia è bagnata. La nuova maniglia esclusiva ed ergonomica, dalle dimensioni
ridotte, migliora la presa aumentando il comfort in remata ed in ogni
situazione. L’anima della pala viene realizzata con una speciale schiuma
ultraleggera, concepita e laminata in pre-peg e poi inserita in un controstampo
che rende, quindi, impeccabile il profilo. Particolare attenzione è stata posta
anche nei punti di connessione tra pala\asta e asta\maniglia, rinforzati
entrambi con carbonio K3. Anche l’intero perimetro della pala è stato rinforzato
con un sottile nastro di carbonio che ne eviterà l’abrasione, proteggendo i
bordi. L’effetto lucido e naturale del bamboo è magnifico e si coordina quindi
con tutta la gamma Moki che ha scelto e creduto in questo materiale sin
dall’inizio. Le Full-Bamboo sono le pagaie preferite dal nostro wave team sia per
la loro grande affidabilità sia per le ottime prestazioni nei take off e nei turn.
Come ogni nobile attrezzo che si rispetti viene corredato con un’elegante sacca
di protezione per il trasporto. Design made in Italy.
Dimensioni: lunghezza: 7’1’’ (216cm) larghezza pala: 8’5’’ (21,6cm); diametro
impugnatura: 2.6cm; larghezza maniglia: 9cm.
Peso: 580gr.
CARBON: Carbonio pregiato e peso di soli 550gr
sulla lunghezza di 216cm. È la pagaia per le
competizioni di Moki, ultraleggera, super efficiente,
larghezza pala da 8.5’’ completamente realizzata in
carbonio pre-preg. Ideale per affrontare le long
distance. La nuova flessione leggermente più
morbida ha un reflex ancora migliore. Anche per
la Carbon, è stata completamente ridisegnata la
nuova maniglia. La pagaia in carbonio viene fornita
con una pratica sacca di protezione. La stessa
pagaia è proposta anche in versione Epoxy Matt
Finish All White con le stesse caratteristiche ma
realizzata completamente in fibra di vetro.
Dimensioni: • Lunghezza: 7’1’’ (216cm)
• larghezza pala: 8’5’’ (21,6cm);
• diametro impugnatura: 2.6cm
• larghezza maniglia: 9cm.
EPOXY 3 PEZZI VARIO: Moki ha realizzato una pagaia
estremamente polivalente, scomponibile in tre
pezzi e anche regolabile. Può essere utilizzata nella
configurazione a tre pezzi dagli adulti regolando la
lunghezza nell’escursione che va da 170 a 210 cm
e invece nella configurazione kid a 2 pezzi da 135 a
145cm. La maniglia è una classica a ‘’T’’ dalle
dimensioni ridotte e la pala è realizzata in una
mescola di plastica speciale e flessibile (larghezza
9.5’’) molto utile per la sicurezza e per non
danneggiare i bordi della tavola. La scelta ideale
per scuole, noleggi o per chi vuole condividere
un’unica pagaia con tutta la famiglia.
Distribuito da: MOKI • Tel. 071.804019 • web: www.mokisup.com
IONABBIGLIAMENTO SUP NEO: La nuova gamma di abbigliamento tecnico ION SUP
Neoprene copre le necessità di qualsiasi rider entusiasta del SUP. Non c’è più
bisogno ora di infilarsi una muta in neoprene con le maniche, basta solo
mettersi un comodo Long John / Long Jane. Questa muta smanicata in
neoprene da 2,5mm con una tasca per le chiavi con sistema Key_ Pocket, tiene
davvero caldo alle gambe, lasciando un’ampia libertà di movimento al busto ed
alle braccia. È la reincarnazione delle primissime mute in più pezzi, ed ora è
diventata un must per tutti i rider di SUP. Le due chiusure in Velcro sulle spalle
permettono d’indossarla e regolarla facilmente mentre i Crash_ Padz, fatti di
neoprene K_Type proteggono gli stinchi. Il Neo Zip Top è incorporato nella muta
Long John/Long Jane, per quei giorni in cui il sole proprio non vuole uscire. La
zona delle ascelle è realizzata in Polypropylene traspirante e che asciuga
velocemente. Così facendo l’umidità viene dispersa molto più facilmente e
velocemente, garantendo un’eccezionale libertà di movimento ed evitando
quelle fastidiosissimo irritazioni alle ascelle dovute allo sfregamento.
Un altro capo molto apprezzato è la giacca da SUP, che è stata realizzata
appositamente da ION per lo Stand Up Paddleboarding. Lo Spandex ad alta
elasticità è stato realizzato con la nuova tecnologia 4-way stretch, che ti
garantirà il massimo della mobilità e si asciuga molto velocemente. È davvero
un’ottima combinazione tra leggerezza, protezione, massimo comfort ed
eliminazione veloce dell’umidità.
Distribuito da: ION ITALY • Tel. +39.0541307668 • e-mail: [email protected] • web: www.ion-essentials.com
BAMBOO PADDLE
Men Long John 2,5 Women Long Jane 2,5
Neo Zip Top Men 2,1
SUP Jacket
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Chi è Giampaolo Cammarota?
Sono napoletano nato a Lecce. Ho abitato a Napoli fino a 26 anni, mi sono
laureato in ingegneria e mi sono trasferito a Roma dove ho lavorato come
ingegnere per 11 anni. Dopo la terza vacanza di 18 giorni a Maui, in lacrime
sull’aereo di ritorno ho deciso che quello sarebbe stato il posto dove mi
sarei trasferito per vivere. Tornato in Italia ho lavorato per un altro anno e
finalmente sono riuscito a ripartire per Maui dove, con non poche
difficoltà, ma sempre con il sorriso sulle labbra, sono riuscito a trovare un
mio spazio ed ora vivo qui da 11 anni. Cosa faccio? I ride waves!
Come è nata l’idea del SUP?
Ho iniziato a fare SUP nel 2004, sono stato il paddle boarder n°4 in Maui,
credo, dopo Laird Emilton, Dave Kalama e Lock. Ho visto questi grandi
campioni mentre facevano SUP a Hookipa su onde grandi. Io avevo una 12,6
x 26 inch di larghezza realizzata da Timponi, una tavola per navigare con
vento leggero e cavalcare le onde, me l’aveva mostrata per la prima volta
Jeff Handerson di Hot Sails Maui. Ho osservato la tecnica di Hamilton e
Kalama e ho deciso di provarci, mi sono messo sul mio 12,6 e anche se con
qualche difficoltà sono riuscito a stare in piedi. Questo nuovo modo di
cavalcare le onde mi aveva entusiasmato così chiesi a Laird dove potevo
acquistare una pagaia e lui mi indirizzò da Malama, un artigiano del luogo
che faceva pagaie in legno. Per me fu un inizio perfetto mentre Laird,
Kalama e gli altri stavano iniziando a provare pagaie in carbonio al posto
del legno molto meno resistente alle sollecitazioni.
Con l’equipaggiamento completo iniziai a surfare tra le onde di Kanaha
dove la gente mi guardava perplessa, era difficile allora vedere uno stand
up boarder in mezzo a line up di tutti longboard convivere in allegria e nel
pieno rispetto delle regole.
Cesare Cantagalli ha insegnato agli hawaiiani a girare in aria con il
windsurf, Giampaolo Cammarota ha cambiato le sorti del surf nel
mondo. Come hanno considerato il fatto che ancora un italiano, ha
fatto vedere loro qualcosa di nuovo?
Non penso di aver fatto qualcosa di importante, Laird, Kalama, loro sono
dei grandi, io sono uno dei tanti che qui cerca di vivere felicemente il mare
a 360°. Anche Kalama e Laird Hamilton non pensavano di aver fatto
qualcosa che avrebbe potuto cambiare il mondo del surf, avevano tutti
tavole troppo strette e troppo difficili da gestire.
Poi uomini come Svein Rasmussen di Starboard hanno visto oltre, creando
un modo nuovo di fare surf, il SUP. La crescita dello stand up è partita
proprio dalla semplicità di praticare questo sport, senza le difficoltà del
surf da onda, ma divertendosi con una tavola che permette di essere a
proprio agio e così sono cambiati gli shape, le dimensioni, i materiali ed è
iniziata la produzione di tavole più larghe.
Lo sviluppo del SUP alle Hawaii?
Il futuro lo vedo estremamente roseo, le tavole da windsurf non si vendono
bene, i migliori negozi di Maui ne vendono poche l’anno, mentre la vendita
di tavole da stand up è in media di due a settimana. Il motivo? Lo stand up
è per tutti, un esercizio fisico eccezionale e sulla South Shore di Maui le
condizioni per lo stand up sono fantastiche, niente vento e onde perfette.
Le nuove tendenze del mercato?
Tavole corte e larghe per chi vuole fare surf, una novità in anteprima? Foot
strap, una strap per il piede anteriore per surfare meglio. La strap è
posizionata all’altezza del piede davanti, naturalmente questo è un discorso
indicato per le tavole piccole. Addirittura alcuni qui a Maui iniziano ad
usare due strap.
Cosa ti piace di più fare? Race o wave?
Fondamentalmente se ci sono onde wave, d’estate se c’è calma piatta down
wind!
In Italia sta prendendo piede il fitness con il SUP, alle Hawaii?
Lo fanno ma non è mi sembra un fenomeno di dimensioni clamorose.
Cosa credi si possa fare per far crescere ancora di più lo stand up?
Io credo che la strada della diffusione dello stand up sia appena iniziata e
prevedo che sarà una strada piena di successi, la gente impara subito ad
amare il SUP.
Andate su youtube e cercate Laird Hamilton Hanalei stand up e vedrete
cosa significa cavalcare le onde, vi innamorerete di questo sport!
Cosa potrebbero fare le case produttrici di stand up?
Le case produttrici sono arrivate a un livello di shape delle tavole
assolutamente perfetto per ogni situazione. Svein Rasmussen nel 2005
insieme a me e a Jeff Handerson provò qui a Maui tutti i primi shape di
stand up pensando ad una tavola con la quale si potesse anche navigare. Il
suo impegno nel creare un prodotto versatile e per ogni utilizzo ha portato
oggi ad avere in quasi tutte le case produttrici di SUP una gamma per tutti
i gusti. Le case produttrici oggi potrebbero riprendere l’idea iniziale di
Rasmussen e cioè la progettazione di una tavola da SUP ideale per la
navigazione. Questo potrebbe essere importante soprattutto in Italia dove
ci sono spesso condizioni di vento leggero.
Un consiglio per chi è scettico?
Provare! Farlo con una tavola grande dove comodità e stabilità mettono a
proprio agio. Allontanandosi dalla riva si riesce a lasciare da parte tutti i tuoi
pensieri e a vivere un contatto stretto con la natura: solo tu e il mare!
Intervista di Lucia Marra Foto di Giampaolo Cammarota, David Blyth
Giampaolo Cammarota è un grande surfista, un attento waterman ma anche un uomo coraggioso che ha abbandonato un lavorosicuro per seguire le sue passioni. Si è lasciato trasportare dal richiamo del mare e ora vive in simbiosi con le tavole da surf a Maui, ilparadiso per qualsiasi surfista. La sua vita ha un motto “la vita è troppo breve per lavorare 8 ore” ed infatti ora è scandita dai tempi delmare, delle onde, del vento a stretto contatto con la natura. Sono undici anni che vive il surf a 360 gradi ed entusiasta delle sue scelteci racconta un pezzo della sua vita. Questa intervista è dedicata ai surfisti professionisti che condividono i suoi stessi ritmi di vita, aitanti surfisti amatoriali che vorrebbero avere la stessa fortuna e ai neofiti che hanno bisogna di una spinta, di un incoraggiamento, uninsegnamento a lasciarsi andare ad una passione forte e ad un richiamo primordiale… il mare.
GIAMPAOLO
CAMMAROTA
40
OUTLINE: L’Outline è il termine usato per indicare il profilo esterno della
tavola da SUP. Gli aspetti fondamentali sono il posizionamento del punto di
massima larghezza (la cui distanza è misurata da poppa) ed anche la
curvatura del profilo.
Werner Gnigler ci spiega un po’ quali sono gli aspetti principali da tenere
in considerazione quando si shapano tavole da SUP.
Quando il punto di massima larghezza è più a poppa:
“È spesso segno che la tavola è realizzata per onde più piccole, in modo
che possa fare curve più strette e sul posto. Serve anche per mantenere
una buona velocità anche con onda piccola e non tanto potente”.
Un outline piuttosto dritto rende la tavola:
“Molto direzionale, da usare o con le onde grosse o se vuoi fare curve più
lunghe con il massimo controllo. Può anche essere utilizzato per dare linee
d’acqua più allungate, facilitando la planata sull’acqua in linea e facendo
meno sforzo a remare”.
Le tavole strette sono:
“Sicuramente riservate ai rider esperti per onde grosse e potenti, non
adatte ai rider che lo fanno per divertimento”.
Le tavole più larghe invece:
“Sono più facile da condurre e più stabili, ed è anche più facile superare la
schiuma. Se poi la tavola è corta è più difficile remare in linea retta ma è
più facile da controllare con onde piccole ed è più reattiva”.
Più corta è la tavola, più:
“Gira!”
TAIL: Per tail si intende la poppa della tavola, e più precisamente la forma
del profilo a poppa. Guardando più da vicino, quindi, la poppa è una
sezione quasi autonoma e molto importante.
Ci sono svariate forme di poppa, tra cui le principali sono pintail, rounded
pintail, roundtail, squaretail, squashtail, ma anche alcuni casi particolari
come per esempio la swallowtail a coda di rondine (leggi pag. 68).
Werner Gnigler ci da alcune dritte generali riguardo alle varie tipologie di
tavole da SUP.
Per quali tavole vengono usate poppe squaretail, squashtail e roundtail?
“Generalmente per le tavole più larghe. Queste tavole necessitano di una
certa larghezza a poppa per creare una portanza equilibrata, e spesso
l’outline scorre armoniosamente con una rounded squaretail. Così facendo
si crea portanza e risulta più facile stare sulla tavola”.
Le classiche poppe pintail e rounded pintail dove si trovano invece?
“Di solito vengono utilizzate per le tavole usate in onde più grosse e
formate. Necessitano quindi di una poppa più sottile e affilata per fare
maggior presa e quindi una poppa più prolungata a pintail è ideale”.
SCOOP-ROCKER-LINE: La scoop-rocker-line è la curvatura che percorre la
lunghezza al centro della tavola.
Werner Gnigler ci da alcune dritte generali riguardo alle varie tipologie di
scoop-rocker-lines delle tavole da SUP.
La piega verso l’alto della prua della tavola è chiamata “scoop”. Essa viene
espressa e misurata in centimetri. Maggiore è lo scoop, e:
“Minore sarà la possibilità che la prua si inabissi nella pancia dell’onda.
Troppo scoop però impedisce alla tavola di creare abbastanza spinta e
quindi la tavola fa più fatica a scivolare sull’acqua. La curva a quel punto fa
troppo attrito in acqua e diventa un ostacolo anziché un aiuto”.
Se invece c’è troppo poco scoop?
“La prua si inabisserà ad ogni onda!”
La curvatura verso l’alto della poppa invece è chiamato Rocker ed è
espresso in millimetri. Tavole con rocker poco pronunciato sono:
“Non sono molto diffuse tra i SUP, i rocker più piatti vengono usati quasi
esclusivamente su tavole da windsurf. Una tavola da SUP non plana tanto e
quindi è più consigliato creare una zona di piatto verso centrotavola dove
sta il rider in modo che sia più stabile e sia più facile remare. È sempre
necessario un minimo di tail rocker in modo che l’acqua venga rilasciata
senza creare troppa turbolenza in uscita. L’assenza di rocker rallenterebbe
troppo la tavola”.
Testo di reemedia
Intervista con Werner Gnigler, boardshaper di JP-Australia. Quali caratteristiche specifiche di unatavola da SUP influenzano quali aspetti? Un paio sono molto evidenti, mentre altre sono più nascoste e
difficili da notare ad occhio nudo. Alla fine è sempre e comunque lo shaper che riesce a dare queltocco di finezza ed armonia ad ogni tavola. Lo shape integrale delle tavole da SUP ad alta
performance è innanzitutto una questione di distribuzione equilibrata dei volumi.Bisogna trovare l’equilibrio perfetto tra alcuni fattori durante la fase di progettazione perpoter ottenere un risultato interessante. Qui sotto vengono riassunte alcune dellepeculiarità fondamentali.
WERNER
GNIGLER
41
Le tavole con maggior rocker:
“Sicuramente girano meglio, ma è sempre opportuno creare una
transizione morbida in modo da creare uno shape armonioso e fluido per
ottenere la massima performance. Curve troppo radicali sulla chiglia non
vanno bene, indipendentemente dall’utilizzo e dalle condizioni”.
In casi estremi la linea di scoop rocker può presentare irregolarità verso
centrotavola. Si chiama “scooped through and through”. Questa tipologia di
scoop-rocker-line si trova nelle tavole da SUP freeride e soprattutto in
quelle wave. Queste tavole, quindi, non hanno una linea diritta e continua.
RAIL: I bordi della tavola si chiamano rail. I Rail non sono misurati in
millimetri, ma il loro shape è davvero decisivo. Guardiamo il rail dal punto
di massima larghezza verso la coperta e poi verso la chiglia. Il profilo della
curvatura verso la chiglia è definita “tucked under edge”. Le tavole da race
SUP ne hanno poco o nullo.
Le forme dei rail con tucked under edge più marcato comportano una
maggiore reattività in curva. In poche parole, più accentuato è il tucked
under edge, più la tavola curverà, ma sarà anche più difficile da gestire.
Werner, quali sono le differenze principali tra le varie tipologie di rail per
tavole da SUP freeride, wave e race?
“In generale le tavole più orientate alle manovre hanno rail più sottili con
un sacco di tuck, e anche la linea stessa di tuck è molto arrotondata, senza
spigoli vivi, in modo che il rail morda meglio nell’onda. Per fare curve
strette ed aggressive è fondamentale che il rail sia morbido ma affilato, in
modo che dia il massimo controllo e presa durante le curve. Sulle tavole
race si tende ad utilizzare rail più grossi e più spigolosi, con una tuck line
più marcata che crea maggiore superficie piatta e momento di spinta in
avanti. A seconda delle dimensioni delle tavole freeride, poi si va più da una
o dall’altra parte”.
BOTTOM: Bottom è il termine che INDICA la chiglia della tavola, cioè la parte
immersa nell’acqua. In generale, gli shape più diffusi sono: plane, “V”,
double-concave e tri-concave-bottom. A volte ci si può anche imbattere in
shape più rari come il monoconcavo o chiglie convesse o altre chiglie
particolari con cutout e bevel scanalati.
Lo shape che va per la maggiore è la “V”. Ogni singola tavola da SUP ha
almeno una sezione fatta con questo profilo a “V” shape. Quando parliamo
di “V”, facciamo riferimento alla zona sottostante al centro-tavola,
intendendo che la linea di centro tavola sulla chiglia è più sporgente
rispetto ai rail, in entrambe le direzioni del profilo.
Werner, cosa comporta la famosa “V”?
“Permette di curvare facilmente passando dall’andatura ai rail. Serve
anche per dare maggiore direzionalità e portanza. Troppa V però rende la
tavola instabile, quindi è importante trovare la giusta misura”.
Quali altri aspetti della chiglia sono importanti per lo shape della tavola da
SUP?
“Lo sport sta diventando sempre più spettacolare ed estremo, quindi
abbiamo anche introdotto un nuovo sistema di chiglia concava per
ottenere il massimo controllo con onda grossa. In generale comunque la V
piatta è il compromesso migliore per le tavole da SUP. Per l’utilizzo
esclusivo in acqua piatta, poi, sta prendendo piede anche il concetto di
prue a chiglia, in modo da tagliare l’acqua più facilmente e scorrere molto
più velocemente, grazie alla considerevole riduzione di attrito”.
In conclusione, si può dire che l’effettiva performance di una qualsiasi
tavola da SUP è data dalla combinazione di tutti questi aspetti, che possono
essere regolati in modo da esaltarne caratteristiche specifiche a seconda
dell’utilizzo. Bisogna quindi considerare la tavola nel suo insieme ed ogni
singola tavola ne ha un mix unico e sta proprio agli shaper, come Werner
Gnigler di JP, trovare la combinazione perfetta.
42
Cosa dire… la Battle of the Paddle è davvero una gara sensazionale ed un
evento mondiale!
Appena sono sceso dall’aereo all’aeroporto Los Angeles ho detto alla signorina
dell’autonoleggio che ero lì per la BOP e che mi sarebbe servita una macchina
adeguatamente lunga per trasportare tavole, le si è illuminato il viso…. forse
per i soldi che le avrei lasciato? No, scherzi a parte, era entusiasta che
addirittura dall’Italia arrivasse qualcuno per partecipare alla gara per
eccellenza di Stand up Paddle Board. Naturalmente mi sono perso in
quell’oceano d’asfalto di strade a 7 corsie, ma sono stato aiutato da una
gentilissima poliziotta che è venuta a vedere la gara perché anche lei faceva
SUP! La mia avventura è cominciata giovedì quando sono passato in Riviera
Paddlesurf a ritirare la mia tavola 404 Hollow carbon (un vero missile) 12’6’’
con la pagaia di Danny Ching.
In Riviera sono stato accolto come un vero atleta, mi hanno coccolato e
agevolato in tutti i modi possibili, sono stati davvero gentilissimi e
disponibilissimi e mi hanno consigliato la pinna giusta per la Battle e fatto la
pagaia su misura, dalla durezza dello shaft, alla grandezza della pala!
Non ultimo, mi hanno messo la tavola in una sacca e dopo aver montato i soft
rack mi hanno caricato la tavola sulla macchina!
Venerdì mattina sono andato a Dana Point, dove l’indomani si sarebbe svolta la
gara, e ho preso confidenza con il mare. Appena arrivato nel parcheggio ho
capito che la gara sarebbe stata qualcosa di gigantesco visto quanti camion
stavano scaricando… Una volta giunto in spiaggia ho guardato il mare e ho
visto tutti i campioni, che di solito vedo sui giornali o sul web, in acqua a
divertirsi; a quel punto mi sono deciso ad entrare e raggiungere la line-up. La
paura di fare una figuraccia sulle onde con il mio nuovo SUP c’era tutta, ma i
californiani sono stati simpaticissimi ed ospitali, uno di loro mi ha anche
avvertito sulla pericolosità della risacca violentissima di Dana Point. Si sente
parlare tanto di localismo in California, ma una volta arrivato sul line up e
salutati i “local”, rispettando le precedenze non ho avuto alcun problema, anzi
surfando senza leash (l’avevo dimenticato in albergo) naturalmente ho fatto
una bella nuotata sino a riva a recuperare la tavola ed uno di loro si è offerto
di prestarmene uno… In mare, oltre a tutti i campioni, c’era anche il mio amico
spagnolo Belar Diaz con il quale abbiamo passato buona parte della giornata.
Alle 18:00 ci siamo recati alla festa organizzata in occasione della BOP da Hobie
davanti al proprio quartier generale, dove ho potuto ringraziare per l’ospitalità
Jean Philippe Wuillmart (importatore di Hobie, Kialoa e Hinano), con il quale ci
incontriamo a tutte le manifestazioni europee. Alla cena si sono poi aggiunti
altri amici e campioni quali: il grande Eric Terrien, l’inglese Ryan James ed il
mitico Bart de Zwart! Una volta fatto un brindisi anche con Chuck Patterson è
stato meglio dirigersi verso l’hotel perché il mio albergo era parecchio
distante… La mattina, sveglia prestissimo e via di corsa da Huntington beach,
dove alloggiavo, fino a Dana Point. Che ansia, la notte non ho quasi dormito al
pensiero di ciò che stavo per fare!
Ritiro dei pettorali e della maglia e via, sono pronto per partire! Stranamente,
pur trattandosi di una competizione a livello mondiale, non c’è tensione, ma si
respira solo tanta allegria e felicità.
Prima della gara Open alla quale ho partecipato, si sono svolte le 2 heat di
qualifiche per la finale dell’Elite Race, dove i migliori hanno dato spettacolo; tra
l’altro il nostro Bruno Giordano Caparella, campione italiano in carica, si è
qualificato per la finale! Per affrontare l’Elite non basta essere bravi, bisogna
essere i migliori… e a volte non basta nemmeno quello! C’erano tavole per tutti
Testo di Luigi Reghitto
Doheny State Beach, Dana Point, California, 24 e 25 settembre2011. Luigi Reghitto di Adrenalina Surf Shop (Genova), insieme adaltri nostri connazionali come Giordano Bruno Capparella eStefano Gigli, hanno partecipato a questo importante eventointernazionale. Luigi ci racconta come è andata.
BATTLE OF
PADDLE
43
i versi, e non esistono amici… tutti contro tutti, senza esclusione di colpi e
Bruno è stato davvero bravo. Le tavole rotte alla fine della gara non si
riuscivano nemmeno a contare!
Alle 11:30 parte la Open Race… è tutto valido, siamo partiti in più di 500 e non
sono arrivati tutti. Alcuni paddler viste le condizioni non sono nemmeno partiti
per la paura delle onde! Prima le tavole più lunghe e poi via via partiamo tutti…
La gara è stata bellissima, per prima cosa bisognava affrontare le onde per
dirigersi al largo dove un percorso con 4 boe ci vedeva fare 4 giri per poi
rientrare prendendo le onde e saltare giù dalla tavola per correre fino al
traguardo. Alle boe la precedenza… te la prendevi e basta! Come avrebbero
potuto i giudici controllarla? Controllavano che nessuno saltasse la boa, ma
per il resto erano colpi a non finire, la mia tavola porta ancora i segni! I 4 giri
sono passati veloci, ma io ho sofferto l’emozione per i primi 2 giri, ero come
imballato e non capivo quanti giri mancassero poi all’ultimo giro che mi ha
segnalato una ragazza, mi sono rilassato e sono riuscito a tirare finalmente,
recuperando in un solo giro quasi 30 posizioni. Quando mi avvicinavo dove
rompevano le onde, vedevo davanti a me una marea di tavole senza “paddler”
sopra, i frangenti avevano fatto parecchie vittime. L’urlo della folla
avvicinandosi alla spiaggia era da brividi, le autorità hanno stimato più di
15000 presenze, sembrava di entrare in un’arena dove tutti facevano il tifo per
tutti! Incredibile! L’emozioni che si provano durante la corsa in salita sulla
spiaggia con la pagaia stretta nella mano in mezzo a tutta quella gente e i tuoi
avversari che ti abbracciano all’arrivo non si possono descrivere.
Al pomeriggio, dopo la finale dell’Elite Race, vinta da Connor Baxter davanti a
Jamie Mitchell e Danny Ching, ho avuto l’onore di conoscere Gerry Lopez col
quale ho fatto delle bellissime foto e una lunga chiacchierata ed alla fine mi ha
addirittura ringraziato per essere andato a fare la sua gara dall’Italia! Che
persona fantastica! Ho avuto l’occasione di conoscere anche il signor “Kialoa”
e il signor “Hinano”, entrambi gentilissimi, ho avuto l’opportunità di parlare e
chiedere consigli a Danny Ching che si è rivelato anche lui disponibilissimo
nonostante la sua grande popolarità!
Il giorno dopo è stata la volta della gara lunga che ha visto 2 italiani al via B.G.
Caparella e Stefano Gigli che hanno fatto una splendida gara di 18 miglia che
si poteva seguire sul maxi schermo allestito dietro agli stand degli espositori.
Durante la long distance ho potuto vedere un’infinità di prototipi! Per
concludere la giornata di gare si è svolta la Relay Team, una gara a squadre
che ha visto campioni del calibro di Danny Ching fare il Team con 3 ragazzini
giovanissimi, quattro ragazze vestite da pinup con le lattine in fresco dentro un
secchio con il ghiaccio fissato sulla tavola, e tantissima gente che ha
partecipato solo per il gusto di divertirsi! Questo è sport!
La cosa più bella che mi è rimasta di questa grande esperienza è stata quella
di conoscere un sacco di gente nuova che ama lo sport e di apprendere
tecniche e consigli da campioni pronti a soddisfare le curiosità di tutti noi, e di
condividere con tanti ragazzi, che già conoscevo, una magnifica esperienza che
mi vedrà sicuramente al via anche il prossimo anno.
Non si può trasmettere l’euforia, la gioia e l’emozione di aver partecipato alla
Battle of the Paddle con un semplice articolo e qualche foto, bisogna andarci!
Vorrei ringraziare i miei sponsor che mi hanno permesso di andare alla BOP
20: Oakley per l’abbigliamento e gli occhiali, 404 Riviera Paddlesurf che mi ha
fornito tavola e pagaia, senza le quali non avrei potuto fare la gara, la mia
ragazza che mi ha fatto da caddy e tutto il pubblico che mi sosteneva in riva al
mare ed a distanza nel live in streaming!
Luigi Reghitto
44
Venerdì 9 dicembre 2011, i teamrider Fanatic Belar Diaz, Fred Bonnef,
Ramon Blanco e Jaime Herraiz della Wet Watersports sono andati in
missione per un nuovo record in SUP: remare da Tarifa, Spagna, al
continente africano e ritornare a casa lo stesso giorno.
Fred e Belar avevano già dato prova delle loro abilità facendo una
traversata in SUP da Ibiza al mainland spagnolo (96.5km), assieme ad
Annabel Anderson qualche mese prima (articolo pubblicato sul n° 06 di
SupTime a pagg. 62-64).
La traversata dalla Spagna all’Africa è possibile attraverso lo stretto di
Gibilterra, uno stretto piuttosto breve che collega il Mar Mediterraneo con
l’Oceano Atlantico. La profondità varia dai 300 ai 900 metri ed è una delle
zone più trafficate, con circa 300 navi cargo che vi passano ogni giorno.
Essendo il livello del Mediterraneo 1.4 metri sotto quello dell’Atlantico, c’è
sempre una forte corrente occidentale e la direzione dominante del vento è
dai quadranti occidentali.
L’avventura è iniziata partendo dal piccolo villaggio di Getarez, vicino a
Tarifa, dove i nostri fantastici 4 sono entrati in acqua a bordo dei loro SUP
Fanatic (2x14’ Downwind Board, 1x14’ Flatwater Board ed un 12’6x30.5”). Da
quel punto hanno poi remato dalla Spagna verso Ceuta in Africa, in modo
da evitare problemi con la dogana.
La prima traversata è stata fatta in tempo record, impiegando solamente 2
ore e mezza. Sì, le condizioni erano ideali ed anche il fatto che stessero
aspettando di entrare da 3 giorni ha contribuito a questo ottimo risultato,
in quanto tutti erano carichi e motivati.
I SUPer sono stati accompagnati durante il tragitto dalla barca d’appoggio
del Capitan Moncho, che è stata costruita in Bavaria, Germania, con 2
ragazze bionde del Team Fanatic a bordo, Kim e Petra. Erano finite
rispettivamente in prima e quinta posizione nei campionati spagnoli e,
sicuramente, avrebbero remato con loro molto volentieri, ma le risorse ed
il tempo erano limitati, quindi si sono dovute accontentare di fare il tifo,
passando banane, Coca Cola, biscotti al cioccolato, pezzi di chorizo e
qualche birra ai rider, in modo da rifocillarli mentre continuavano a far
foto e video.
Testo di Karin Gertenbach Rider Belar Diaz, Fred Bonnef, Ramon Blanco e Jaime Herraiz Foto di courtesy Fanatic
Il Team Fanatic ha infranto un altro record, attraversando lo Stretto di Gibilterra in SUP, remando dalla Spagna all’Africa e ritorno!
LA TRAVERSATA DELLO
STRETTO DIGIBILTERRA
45
Dopo essersi brevemente riposati sul continente africano ed aver mangiato
e bevuto, Belar, Fred e Ramon decidono di tentare anche di ritornare al
punto iniziale.
La traversata al ritorno è stata molto più dura e faticosa, in quanto
controcorrente. Ci sono infatti volute 3 ore e 50 minuti per coprire i 25km.
Il ritorno al tramonto è stato davvero un’esperienza eccezionale, con un
gruppo di delfini che li ha scortati per un pezzo e sembrava si divertissero
come pazzi a giocare a nascondino con i rider, saltando fuori a destra ed a
sinistra in maniera assolutamente imprevedibile.
Gli ultimi km sono stati percorsi al buio, infatti erano già le 18:50 di sera
quando Belar, Fred e Ramon sono riapprodati a Gedarez, stanchi, ma
contenti.
Ecco riportati i commenti di Belar e Fred dopo la traversata.
Congratulazioni Belar, com’è stato?
“Le condizioni erano assolutamente perfette nello stretto. È stata
un’esperienza davvero magica, specialmente quando i delfini ci hanno
affiancato e ci siamo visti un’enorme cargo passarci davanti a qualche
decina di metri di distanza!”.
Fred congratulazione per la traversata, come ti è sembrata?
“È ormai 7 anni che vivo qui a Tarifa, proprio davanti allo Stretto di
Gibilterra ed ho sempre pensato di attraversarlo con la mia tavola da
windsurf… Ieri, finalmente, ho realizzato il mio sogno, ma con la tavola da
SUP! È stato eccezionale. Non ero mai stato così vicino né ai delfini né ad
un cargo. Un’esperienza irripetibile!”.
Ringraziamenti a Moncho per l’appoggio in barca, Wet Watersports, Fanatic
e ION per aver reso quest’avventura possibile.
48
Sono le 4:30 di mattina, siamo appena atterrati all’aeroporto di Punta
Arenas, nella città più meridionale del mondo ed il sole è già alto nel cielo.
Fa freddo, ma non quanto pensavo. La mia preoccupazione primaria è il
vento che a volte qui raggiunge anche intensità proibitive di 40-45 nodi.
Appena usciti dall’aeroporto vediamo già la Stretto di Magellano
completamente ochettato, bianco di nebbia nebulizzata per la tempesta di
vento. C’erano raffiche così violente che facevamo perfino fatica a guidare
la macchina. Un pescatore locale, però, ci ha detto: “Siete in Patagonia,
questo è niente!”… comincio ad agitarmi… forse saremmo dovuti venire tra
qualche mese!
Tre anni prima mi è balenata in mente questa folle idea di attraversare lo
Stretto di Magellano quando ho sentito un marinaio locale dire: “Puoi
veramente conoscere il vento solo se l’hai guardato dritto negli occhi
attraversando lo Stretto di Magellano”. Ben presto è diventata la mia
49
ossessione. Nel 2010 siamo stati obbligati a cancellare tutto ed anche
questa volta ci avevamo pensato a causa delle previsioni sfavorevoli di
vento. Era tutto troppo tardi ormai e non potevamo più né aver rimborsi né
cambiare i voli, quindi io, mia moglie Vania, accompagnati dal fotografo
Philip Muller, siamo stati costretti a partire per quest’avventura.
La marina cilena ci aveva messo in guardia che le condizioni erano
tutt’altro che favorevoli per la nostra impresa e difficilmente saremmo
riusciti ad attraversare. Ci avevano detto che il massimo di vento che
potevamo gestire erano 17 nodi. Noi però non eravamo preoccupati. Nel
punto più stretto dello Stretto, chiamato “Primera Angostura”, le correnti
raggiungono facilmente i 10 nodi, creando vortici sottomarini molto
pericolosi e non lasciando praticamente il minimo spazio ad errori. L’unico
momento in cui potevamo provare era durante la pausa tra il cambio delle
maree, in cui il mare resta più calmo, chiamato infatti “slack water”, cioè
acqua fannullona.
Appena siamo arrivati ci siamo immediatamente recati alla capitaneria per
proporre il nostro progetto e valutare insieme le previsioni e il momento
migliore per entrare in azione. L’unico giorno possibile sarebbe stato
venerdì, in quanto il vento sarebbe calato leggermente, specialmente
presto la mattina. La prima “slack water” era attesa per le 6 di mattina e la
seconda alla 1 del pomeriggio, quindi avevamo due sole possibilità. La
capitaneria, però, ci ha aiutato nella scelta, non dandoci l’autorizzazione
per le 6 di mattina in quanto fosse troppo presto per la loro scorta e
quindi ci hanno lasciato esclusivamente quella della 1. Abbiamo cercato
d’insistere ma non c’è stato nulla da fare. Una sola possibilità. Speriamo
solo che il tempo sia dalla nostra…
Avendo ancora un giorno e mezzo di attesa davanti, abbiamo deciso di
andare a fare un po’ di SUP in una delle zone più emblematiche e
mozzafiato della regione. Era ormai da mesi che lavoravo per ottenere
un’autorizzazione a fare SUP nella rinomata National Reserve Torres del
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Paine, ma senza successo. Abbiamo comunque deciso di metterci in strada
ed affrontare il viaggio di 6 ore verso nord per chiedere di persona.
Avendo viaggiato con una Mana Air gonfiabile, considerando che la zona
era piena di laghi e fiordi, ero sicuro che avrei visto dei paesaggi
spettacolari in cui fare un po’ di paddling in relax.
Fortunatamente, proprio mentre l’ennesimo tentativo di ottenere
l’autorizzazione stava per fallire, ci siamo improvvisamente resi conto di
conoscere il Capitano della Riserva. Grazie a Dio (e soprattutto al nostro
amico Alejandro), le cose stavano cominciando ad andare per il verso
giusto! Incredibilmente, a quasi mezzanotte, siamo finalmente riusciti ad
ottenere la sofferta autorizzazione per andare a fare SUP ovunque
volessimo nei vari bacini della giurisdizione, nella zona settentrionale della
Regione di Magellano.
La mattina seguente, con un solo giorno a disposizione, abbiamo deciso di
puntare dritti dritti verso una delle location più suggestive della Patagonia:
il Lago Grigio (Grey). Alimentato dallo scioglimento dei ghiacciai millenari
dell’enorme “Campo de Hielo Sur”, una delle più grandi riserva d’acqua
dolce del pianeta, il lago è raggiungibile solo dopo aver camminato a lungo
sulle colline circostanti ed io, fortunatamente, avevo dietro la mia tavola
gonfiabile. Le condizioni climatiche hanno finalmente deciso di venirci
incontro. Dopo una bellissima session di downwind tra gli iceberg nella
punta meridionale del lago, siamo saliti su una piccola barca per arrivare
proprio sotto al ghiacciaio. Le condizioni atmosferiche erano davvero
calme per un paesaggio così primordiale e tutto sembrava un po’ sospetto.
Quasi troppo tranquillo. Mentre continuavo a remare verso il bordo del
ghiacciaio Grey, mi sono perso ad osservare le varie tonalità sfumate del
ghiaccio blu, dimenticandomi del pericolo. Me ne sono poi immediatamente
ricordato vedendo degli enormi blocchi staccarsi da una parete con un
suono sordo, smentendo la pace apparente della zona. Il nostro capitano ci
ha poi raccontato che a volte da sott’acqua, per le correnti, emergono
enormi iceberg, in grado di ribaltare e spezzare imbarcazioni di 15 metri
come fuscelli. Stranamente, però, il ghiacciaio ci aveva mostrato la sua
faccia migliore ed ho fatto veramente fatica a uscire dall’acqua. Perfino
Philip non ha resistito. Ha posato la sua macchina fotografica e preso il
mio SUP, e ancora oggi, quando ne parliamo, sorride come un bambino.
Quella sera, nonostante la magica giornata che avessimo appena
trascorso, ho ricominciato ad agitarmi per la mia traversata… abbiamo
trovato un posto dove dormire all’1 di mattina, ed avremmo dovuto guidare
7 ore per poi attraversare lo stretto solo 12 ore dopo.
52
La “Primera Angostura” è il punto più stretto dello Stretto di Magellano, in
cui le correnti dell’Oceano Atlantico e del Pacifico si mescolano con
maggior violenza. Quando siamo arrivati quella mattina, il vento era
perfetto, solo 5 nodi, ma la “slack water” era prevista per la 1:10 del
pomeriggio, e davano anche un rinforzo dei venti orientali ed io stavo
cominciando ad agitarmi. Verso le 11 di mattina il vento ha cominciato ad
aumentare velocemente ed io ho chiesto alla marina cilena di farci partire
un po’ in anticipo… fortunatamente mi hanno concesso di cominciare a
gonfiare la mia tavola e di fare gli altri preparativi. Solo 5 km mi
separavano dalla Tierra del Fuego, e anche se la corrente mi avesse fatto
andare alla deriva, sarei comunque riuscito a rimettermi in rotta. Il nemico
principale da evitare era il vento e non potevamo aspettare che
aumentasse ancora.
Alle 12:05 sono finalmente saltato in piedi sulla mia tavola e mi sono
sentito meglio da subito. Eccomi qua, ora niente può fermarmi, riuscirò a
ottenere il mio obiettivo. Sia il vento che la corrente erano orientali, quindi
ho praticamente remato da una parte sola per quasi tutto il tragitto, e
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dopo qualche minuto mi si sono affiancati anche dei delfini. Erano bianchi
e neri e sembravano orche in miniatura, ma erano davvero curiosi e
giocosi ed hanno reso la traversata molto più rilassata e divertente. Hanno
nuotato proprio di fianco a me fino alle coste della Tierra del Fuego, ed
erano così vicini alla tavola che avevo paura di colpirli ogni volta che
pagaiavo.
Finalmente, in poco meno di 50 minuti, sono arrivato nella Tierra del Fuego,
dall’altra parte dello stretto, con un sorriso a 32 denti grazie all’atmosfera
rilassata per la compagnia dei delfini. La traversata è stata così facile che
mi sembrava quasi di non esser all’altezza di “poter guardare il vento negli
occhi”. Appena sono uscito, infatti è aumentato fino ai 20 nodi, e continuava
deciso. Sembrava mi volesse dire: “Per questa volta ti ho fatto un favore,
siine riconoscente”… ed io lo ero dal profondo del cuore!
Ringraziamenti particolari a: Armada de Chile e i miei sponsor: Naish, Mall
Sport, Helly Hansen, Stoked wetsuits, Nautisport, Dreamstyle e
www.standuplatino.com.
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UN VIAGGIO DI SOLA ANDATAEmanuele non ha resistito alla tentazione! Dopo aver firmato il contratto per la
stagione con PSH e Kialoa con la Sportfun, non poteva che tornare come ogni
anno in Costa Rica per provare la nuova attrezzatura fornitagli dal suo
sponsor, due tavole Paddle Surf Hawaii (una 8’ Ripper e una 9’2”) e una pagaia
Kialoa Methane.
Natura incontaminata, animali di ogni genere, tramonti mozzafiato e lui,
l’Oceano Pacifico, che con le sue onde regala infinite session dall’alba al
tramonto, per la felicità dei suoi abitanti, i cosiddetti “Ticos”, e dei numerosi
surfisti provenienti da ogni parte del mondo, che ogni anno scelgono questo
meraviglioso scenario per viversi il mare a 360°. Ammettiamo che, soprattutto
per chi viene dall’Italia, immergersi in acque sempre calde, trovarsi con
l’imbarazzo della scelta di fronte alle più svariate tipologie di onde, scegliere
se andare in spot dove surfare solo destre o sinistre, e avere l’opportunità di
farlo tutti i giorni dalla mattina alla sera, sembra quasi troppo bello per
essere vero, e di sicuro, fa venir voglia di comprare un biglietto di sola andata.
Imbarcate le valige e le attrezzature, tra cui oltre alle sopra citate,
un’immancabile tavola da surf, non resta che aspettare 16 ore di volo prima di
atterrare all’aeroporto di San Jose e dirigerci al primo albergo dove passare
la notte, l’Hotel Los Volcanes, a soli cinque minuti di taxi.
La mattina seguente, dopo aver ritirato la macchina a noleggio, rigorosamente
una 4x4, viste le numerose strade sterrate e porta pacchi per le tavole,
Emanuele ci porta a visitare il Farfallario della capitale, il Butterly Farm, dove
in un incantevole giardino è possibile passeggiare circondati dalle specie di
farfalle più rare e belle, per poi dirigerci subito dopo verso la nostra prima
tappa, Marbella, a nord della costa pacifica, ormai una meta fissa del nostro
“wozer” negli ultimi anni.
MARBELLAQuesta località, costituita da vasti terreni in cima alle colline, totalmente
circondati dalla natura, dista tuttavia solo pochi minuti in macchina dal mare,
oltre a godere di un’ottima posizione centrale trovandosi a metà strada tra
Tamarindo e Mal Pais. Da qui, inoltre, è possibile raggiungere le migliori
spiagge e spot della costa del Guanacaste, come Playa Negra, Playa Avellana,
Guiones, Tamarindo e la famosa Whitchis Rock (o Roca Bruca, in spagnolo),
dove è possibile surfare l’onda nel parco di Santa Rosa che, dopo il famoso
film “The Endless Summer 2”, ha fatto esplodere il turismo in Costa Rica.
L’onda di Marbella è rinomata soprattutto per la sua “tubosa destra” che si
rompe in un picco A-frame su roccia al centro della baia formando di fianco
altri picchi surfabili; l’ideale per chi vuole divertirsi in pure session di tube-
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riding, (aperta e veloce, apre tubi cristallini da 50 a 70 metri di lunghezza). Il
fondale è sabbioso misto a roccia, e lavora per tutto l’anno con swell da N, NW,
W, SW, S, altra caratteristica di questo spot è sicuramente la presenza di vento
off-shore.
MAL PAISMarbella è davvero l’ideale per chi vuole vivere nella tranquillità della natura
senza per questo allontanarsi troppo dalle spiagge. Dopo una prima
settimana di onde e natura selvaggia, la Woz Crew si rimette in macchina in
direzione Santa Teresa, Mal Pais, altra meta fissa in cui Emanuele ama
allenarsi durante la nostra stagione invernale e di cui si può considerare
ormai un local. Questa cittadina è la più esposta della penisola Nicoya,
sicuramente più turistica ma non per questo priva della cosiddetta
“naturalezza”.
Chilometri di spiaggia con picchi A-frame su BeachBreak, fondale sabbioso
misto rocce con uno shape dell’onda che cambia a seconda della direzione
dello swell. Qui troviamo mareggiate pacifiche provenienti da N, NW, W, SW, S,
che permettono a chiunque, sia principianti che professionisti, di trovare le
giuste condizioni per cimentarsi fra le onde.
La residenza prescelta come ogni anno è il Barrio Azul, un piccolo
agglomerato di casette e palafitte di legno, rigorosamente azzurre, distante
appena 300 metri dal mare e da cui naturalmente è possibile sentire il
rumore delle onde (oltre che delle numerose scimmie che scendono dalle
montagne). Qui si vive tutti nello stesso spirito, quello di godersi a pieno ogni
giornata di mare e di onde e, naturalmente, con la voglia di farlo insieme.
Adiacenti al barrio ci sono invece altre due sistemazioni, il Griss e Il Principe
del Pacifico, scelte come base dai giovanissimi amici e colleghi del Point
Break con le loro famiglie e capitanati da Luca Pacitto. In queste
meravigliose strutture, sempre a pochi metri dal mare, è possibile godere di
ogni tipologia di comfort, ma soprattutto alloggiare in attrezzatissimi e
rifiniti appartamenti in cui è assicurato un soggiorno all’insegna del relax,
senza però rinunciare al contatto con la natura e ad un ambiente in pieno
stile Pura Vida. Le giornate iniziano molto presto, all’alba le finestre e le
porticine del barrio si cominciano ad aprire, e prima ancora di vedere
sagome umane, la prima cosa che s’intravede uscire dalle porte sono le
tavole da surf con i loro proprietari un po’ assonnati che si dirigono subito a
controllare le condizioni del mare. Solitamente le possibilità erano due: o
Santa Teresa.
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non tornavano prima di tre ore o, se la marea saliva più tardi, tornavano per
fare colazione, magari prendendo lo zucchero per il caffè sul tavolo della
casa affianco.
Durante la mattinata in spiaggia, oltre alle quotidiane lezioni di paddle surf e
surf da onda tenute da Emanuele, anche tanti giochi, session fotografiche e
allenamenti sull’Indoboard, ma soprattutto con le tavole tra le onde. Arrivati
all’ora di pranzo si tornava casa, a volte in tre, in sei, altre in undici, ma tra
la pentola più grande del vicino, pacchi di pasta da un 1 kg e il carretto di
frutta e verdura che passava per la strada gridando “Melon, sandia,
papaya!”… da mangiare ce n’era sempre per tutti. Dopo pranzo musica,
amache, relax, e naturalmente il quotidiano controllo del meteo per le
mareggiate, per poi correre nuovamente in spiaggia per un’altra session,
fino a che il sole cominciava a calare, e mare e cielo sembravano un
specchio di colori che passavano dal rosa all’arancione regalandoti un
paesaggio sorprendente, fatto di tante sagome umane che surfano le ultime
onde della giornata salutando il sole.
La giornata sulla “playa” terminava così, con chi tornava subito a casa e chi
decideva di prendere un aperitivo “casalingo” intorno ad un falò. La sera il
barrio era illuminato solo dalle fioche lampadine delle verande, dal cielo
pieno di stelle e dalla luna, che quando è piena regala una luce
sorprendente, oltre a feste sulla spiaggia che durano fino a tarda notte.
E quando il mare, anche se raramente, decideva di riposarsi un po’, o
semplicemente mostrarsi più modesto, Emanuele, ormai esperto della zona
dopo molte stagioni passate qui, organizzava giornate fuori porta con quad,
macchine e pranzi al sacco. Le attività da fare e i posti da visitare di certo
non mancano in Costa Rica, e quando non si andava in altre spiagge, come
ad esempio quella di Hermosa o di Los Suecos, adiacente al parco naturale di
Capo Blanco, andavamo alle cascate di Montezuma, dove è possibile
cimentarsi in tuffi, arrampicate e lanci con le liane, oppure un’intera giornata
di Canopy nella fitta giungla, per osservare la vegetazione agganciati a un
cavo e sospesi fra gli alberi ad alta velocità. Altre volte invece organizzavamo
gite alle riserve naturali o uscite di gruppo con i paddle surf per ammirare i
tramonti in mezzo al mare, spesso fermandoci al ritorno presso i pescatori
di Mal Pais per comprare il pesce fresco da cucinare la sera alla brace. Ma
quando si vive per alcuni mesi in un luogo dove il mare ne è il protagonista,
non sei proprio tu a decidere come vivere le tue giornate, diciamo piuttosto
che sono le condizioni del mare stesso a suggerirti cosa fare. E quando nel
paese cominciano a girare voci che sta per entrare un grosso swell, in quella
parte o l’altra della costa, si crea una sorta di eccitazione-agitazione, con un
unico scopo, quello di capire dove e quando per partire il prima possibile.
Giordano Bruno Capparella.
Lo spot di Santa Teresa.
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PAVONESEravamo tutti nel barrio all’ora di pranzo e naturalmente stavamo controllando
le mareggiate sul meteo, quando Nick, longboardista D.O.C, è arrivato
pronunciando ripetutamente una sola parola, Pavones. Questa famosa località
è situata sulla costa sud del paese, nella parte interna del golfo di Osa, ed è
rinomata per essere la padrona indiscussa dell’onda “sinistra” world class,
che nelle migliori condizioni può raggiungere fino a 1 Km di lunghezza. Da
aprile a settembre le swell provenienti da sud s’intensificano attivando il point
in tutta la sua meravigliosa perfezione, anche se comunque è possibile vederlo
lavorare anche durante i mesi di febbraio e marzo.
Lavora con le swell consistenti provenienti dal sud e, a seconda delle sezioni,
l’onda che srotola su un ciottolato di roccia lungo la foce del Rio Claro diventa
più o meno veloce e ripida, con lunghe sezioni tubanti.
Fatta questa invitante premessa, cosa fare? Il meteo diceva una cosa e i Ticos
un’altra, e non essendo proprio dietro l’angolo ci dovevamo fidare di uno dei
due, a dire la verità non c’è voluto poi molto prima di chiudere il computer e
decidere di partire l’indomani mattina.
Ore 10.00 del mattino, furgoncino con nove Wozer a bordo, zaini e tavole
incastrate alla perfezione e pronti a partire per una settimana, con noi anche
l’amico e collega Giordano Bruno Capparella che ci ha raggiunto in Costa Rica.
Il viaggio per raggiungere Pavones sarebbe stato molto più lungo se per
fortuna non avessero aperto la nuova strada, la Caje Costanera, che di nuovo
aveva semplicemente una cosa, l’asfalto! Per alcuni può sembrare scontato,
ma di certo non in Costa Rica. Primo stop Paquera, dove abbiamo preso il
traghetto per arrivare dalla penisola all’altra parte del golfo, a Puntarenas.
Ripresa la macchina siamo scesi per tutta la costa passando per Jaco, Manuel
Antonio e Playa Dominical, dove ci siamo fermati per una cena veloce (non così
veloce visto che siamo arrivati a destinazione solo all’una di notte). Pavones è
davvero immersa in una vegetazione fitta e silenziosa, ed essendo ormai tardi,
anche se tentati di andare subito a vedere lo spot, abbiamo deciso di fermarci
all’ostello Cabinas e Cafè de la Suerte, un carinissimo bar ristorante
vegetariano con quattro confortevoli appartamenti di fronte al mare. Solo la
mattina, uscendo dalle camere alla ricerca di un caffè, guardandoci intorno
abbiamo capito che si tratta davvero di una meta di passaggio, si viene fin qui
per surfare qualche giorno e poi spostarsi altrove, ed oltre a due ostelli e
alcune “sode”, (ristoranti locali presenti ovunque in Costa Rica, in cui il piatto
must, per non dire l’unico, è il Casado, un piatto a base di riso, fagioli, verdure,
carne o pesce), non c’era nulla se non l’oceano.
Inutile dire che Emanuele e gli altri “wozer” dalla prima mattina fino a pochi
minuti prima di ripartire, non sono mai usciti dall’acqua se non per ritornare
a piedi al point e possiamo confermare che Pavones è una meta da non
perdere, perché guardare quest’onda che rompe a sinistra e sembra non
finire mai è uno spettacolo per gli occhi oltre che per chi la surfa, e si è
davvero in tanti in line up pronti a cavalcarla con l’unico scopo di farlo il più a
lungo possibile.
PURA VIDADopo cinque giorni risaliamo in macchina, pronti per riaffrontare un intero
giorno di viaggio e tornare a casa, con una piccola sosta per salutare i
coccodrilli di Jacò, che sembrano essere cittadini a tutti gli effetti, e
all’aeroporto di San Jose per lasciare il nostro Giordano che a malincuore
rientrava in Italia.
Tornati a Santa Teresa ci siamo fermati per un po’, nel senso che abbiamo
lasciato la macchina parcheggiata per dedicarci alla meraviglia che distava
solo pochi metri da casa.
Se dovessimo fare un elenco di tutti i “wozer” che si sono imbarcati su ogni
tipo di compagnia aerea, chi più fortunato chi meno, affrontando scali e
coincidenze che all’andata non pesano affatto, ma a due giorni dal ritorno ti
fanno venir voglia di perdere l’aereo, non basterebbero altre due pagine.
Scorrere le foto di tre mesi e vedere quante persone sono arrivate, andate via,
passate per il barrio o semplicemente ospitate sulle amache o ovunque ci
fosse qualcosa che potesse essere considerato un letto, ma soprattutto vedere
quanti sorrisi e momenti di condivisone ci sono stati, trasmette esattamente
l’energia e le emozioni che sono state vissute durante tutto il W.O.Z. Surf Camp
organizzato in ogni minimo dettaglio da Emanuele. Il Costa Rica è davvero un
luogo pieno di energia positiva dove, oltre allo sport e alla natura, si impara a
vivere secondo la filosofia degli abitanti del luogo, una filosofia di vita basata
sul rispetto e la gentilezza e fondata sul principio di vivere positivamente ogni
momento della giornata. Spesso bastava guardarsi semplicemente in faccia o
intorno, senza dire una parola, per capire che eravamo tutti veramente in
quello che si dice Pura Vida! Il ritorno in Italia per il nostro atleta
Guglielmetti non è stato tuttavia così drammatico, dato che entusiasta del
feeling instaurato con le sue nuove tavole, ha già in programma nuovi trip
per tutto il litorale laziale e toscano, senza dimenticare un’altra meta
ormai fissa come la Sardegna. E per chiunque sia interessato a visitare
questo paese consigliamo di parlare direttamente con Emanuele, che oltre
a farvi venire voglia di partire immediatamente con i suoi racconti, sarà in
grado di fornirvi ogni tipo d’indicazione per un viaggio all’insegna delle
onde e della famosa naturalezza.
La Pura Vida in Santa Teresa.
Emanuele Guglielmetti sulla sinistraworld class di Pavones.
La Woz Crew.
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Agli inizi di luglio il versante italiano dell’Adriatico comincia già ad
affollarsi di vacanzieri estivi e la nostra sempre bella riviera del Conero
non ne avrà male se per qualche giorno la abbandoniamo per immergerci
in una piccola avventura fatta tutta di natura e sport.
L’armatore è un ottimo supper e quindi le 3 tavole che decido di portare
trovano facilmente alloggio sulla coperta della barca, anzi ne aumentano il
fascino ben sistemate sulla murata di sinistra; le ragazze sono entusiaste
dell’idea e già non vedono l’ora di remare tra le mille baie che
incontreremo sulla nostra rotta.
Salpiamo all’alba dal porticciolo di Numana (poche miglia a sud di Ancona)
e, dopo 140 miglia con la prua diretta a sud est, raggiungiamo Hvar,
probabilmente l’isola più rinomata della costa croata, considerata
addirittura una delle 10 isole più belle del mondo; ne capiamo
immediatamente il perché, infatti, dopo aver sbrigato le pratiche doganali
ancoriamo la barca tra gli isolotti delle Pakleni ed, armati i nostri SUP,
scopriamo che è tutto un susseguirsi di calette ed insenature; il tempo qui
sembra essersi fermato ed anche noi senza fretta pagaiamo nell’acqua blu
e cristallina al largo di Hvar, tra la curiosità di alcuni turisti inglesi che ci
vedono scivolare eleganti sull’acqua a fianco delle loro imbarcazioni.
La Croazia ha la sua forza nella bellezza naturale del mare e delle coste. È
davvero un paradiso che non è ancora così conosciuto (per fortuna), facile
da raggiungere dalla sponda italiana e con molte insenature e isole ancora
tutte da scoprire. Il mare è limpido, chiaro e pulito, quasi irreale.
Se decidi di andare in Croazia a largo dell’isola lunga o più a nord verso
l’Istria, oppure tra le incantevoli Incoronate o più a sud fino ai confini con il
Montenegro non lo fai sicuramente per le onde da surfare, ma perché vuoi
farti avvolgere da profumi, colori e sensazioni antiche, quasi ancestrali,
eppure nuove e da scoprire anche in pochi giorni, accompagnati da un
clima piacevole di inizio estate.
Il SUP è banalmente, ma in modo assolutamente indicato, la ciliegina sulla
torta, anzi forse qualcosa di più, perché davvero la Croazia è un piccolo
paradiso per chi ama pagaiare in solitudine o in compagnia tra le
centinaia di isole, molte delle quali immerse in un vero e proprio parco
naturale ma tutte ugualmente ideali per infinite avventure ed esplorazioni.
Puoi partire senza meta, raggiungere l’isoletta che vedi in lontananza (le
distanze sono abbordabili), proseguire verso la costa frastagliata e
rocciosa per scoprire poi dietro l’angolo una laguna deserta
incredibilmente blu, circondata da boschi, mentre la tua ombra ti segue
sul fondo. Ti tuffi e scopri che ci sono almeno 10 metri di fondale, è proprio
la trasparenza ad ingannarti. In fondo, tra le rocce, una spiaggia bianca di
sabbia fina. Ci chiediamo ancora una volta se è davvero Adriatico.
Proseguiamo pagaiando ancora per un po’ ed ecco tra gli alberi un
ristorantino all’aperto con pochi tavoli e gente piacevole che ti viene ad
accogliere, cordiale molto più di quanto si creda; non possiamo che cedere
ad un po’ di pesce fresco, un bicchierino di vino e alla brezza di un patio
fiorito e poco importa se, al ritorno, la pagaiata non sarà vigorosa come
all’andata… non c’è fretta, mai!
Si sta così bene che stiamo pensando di campeggiare con le tavole qui la
prossima volta, dobbiamo ricordarci di questo posto, dobbiamo ricordarci
di tutto! Ci siamo ritemprati ed il ritorno in SUP verso la barca ci fa notare
dettagli nuovi che all’andata ci erano sfuggiti, ogni scorcio merita
attenzione! Le nostre tavole continuano a scivolare leggere sull’acqua che
sembra aver cambiato colore… alziamo la testa e il sole comincia il suo
calare ad est… ci godremo il tramonto tra poco.
È ora di dirigersi verso il porto di Hvar e concederci un passeggiata in
piazzetta e, perché no, un po’ di shopping girando tra i negozi caratteristici
dei vicoli anche se l’articolo che sembra suscitare maggiore attenzione tra
i turisti internazionali sono proprio in nostri SUP, che fanno mostra di sé
sul lungo porto ben alloggiati ora sulla plancetta di poppa della barca.
Che giornata meravigliosa abbiamo trascorso, ci coglie quasi un po’ di
malinconia per il fatto che sia passata, ma è solo un attimo…. un sorriso
del nostro armatore ci ricorda che ne abbiamo altre da trascorrere qui e
tanto altro da scoprire con i nostri SUP.
Scuola ai bambini nella spiaggia di Zdrilca, isola di Marinkonac.
La piazzetta di Hvar prima dell’aperitivo.
Incontri troppo ravvicinati nel porto.
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Margherita si allontana per un bagno nelle acque blu di S.Klement.
Marcello e Margherita escursionequotidiana alla scoperta di nuove calette.
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ATTREZZATURAL’obbiettivo è l’avventura, ricerca di posti incontaminati dalla luce perfetta.
Quindi la scelta va su tavole veloci, adatte alle lunghe distanze, meglio
scegliere pagaie leggere e performanti. Fate sempre attenzione alle vostre
escursioni, studiate il percorso sulle carte, calcolate sempre il vento che
nelle ore centrali della giornata può aumentare di intensità anche oltre i
20 nodi e potrebbe complicarvi non poco il ritorno a casa. Fate in modo
quindi che il rientro sia sempre a favore di vento.
Fare campo base su una barca è la cosa migliore, ma la Croazia si può
raggiungere facilmente anche in traghetto dai più importati porti italiani.
COME ARRIVARESe viaggiate in auto, in autobus o in treno, dovete raggiungere Split o Drvenik,
in Dalmazia centrale, da dove si può proseguire con il traghetto. I traghetti con
eventuale trasporto di macchine navigano da Split (Spalato) a Stari Grad
(Cittavecchia) e da Drvenik (a sud di Makarska) a Sucuraj (San Giorgio)
sull’isola di Hvar. I catamarani navigano da Split a Jelsa e a città di Hvar.
I traghetti sulle linee Split - Stari Grad (l’isola di Hvar) e Drvenik - Sucuraj
(l’isola di Hvar) navigano ogni giorno, così come i catamarani (Hydrobus)
sulla linea Split - Jelsa e Split - isola di Hvar.
Ci sono anche linee internazionali stagionali dall’Italia; Ancona - isola di
Hvar (Stari Grad) e Pescara - isola di Hvar, così come la linea lungo la
costa da Fiume (Rijeka) a Dubrovnik, con fermata a Hvar.
Se viaggiate con l’aereo, i più vicini aeroporti internazionali sono a Split,
Dubrovnik ed Isola di Brac (Brazza), da dove è possibile prendere l’autobus,
taxi o rent-a-car per continuare fino al porto del traghetto a Split o Drvenik.
INFO UTILIDocumenti necessari:
Per entrare in Croazia con la macchina è necessario possedere la patente
di guida, il libretto di circolazione e la carta verde.
Limiti di velocità e del tasso alcolico:
Nei centri abitati la velocità massima permessa è di 50 km/h, fuori dai centri
abitati 80 km/h, sull’autostrada 130 km/h, e quando segnali stradali non
indichino diversamente. Secondo il nuovo codice stradale, nessun tasso
alcolico nel sangue è consentito, ovvero solo il tasso alcolico di 0% è
permesso. Sull’isola di Hvar è possibile trovare le stazioni di gas a Jelsa e
nella città di Hvar, e durante l’alta stagione sono aperte per tutto il giorno.
Rent-a-car:
Il servizio Rent-a-car è disponibile in tutte le più grandi città in Dalmazia
(Split, Dubrovnik). Sull’isola di Hvar si può affittare un’auto o scooter nella
città di Hvar, Stari Grad, Jelsa e Vrboska (Verbosca).
Cibo:
Si mangia abbastanza bene sia carne che pesce, con prezzi di poco inferiori
all’Italia. Evitate tuttavia i primi piatti e concentratevi su arrosti, fritto e
pesce fresco. Vi consiglio l’aperitivo al Carpe Diem nel porto di Hvar.
Moneta:
Per il cambio conviene farlo nelle banche in Croazia. La moneta locale è la
Kuna ma l’Euro è ben accetto. 1 Kuna = 0.1331 Euro
Clima:
Durante l’estate sull’isola il clima è secco e caldo durante il giorno. La
notte i venti estivi di maestrale e tramontana rinfrescano. Gli inverni sono
miti e brevi e la temperature scende sotto gli 0 °C rare volte.
Ricca vita notturna a Hvar.
Marcello, allenamento quotidiano
I nostri sup sempre con noi
66
di Fabio Giacomini
Continuiamo a conoscere meglio la tavola da SUP,questa volta capiremo quali sono le differenze tra iprincipali tipi di bordi e poppe degli shape delle tavole.
LA TAVOLA
di Nicola Abatescianni
Nicola ci spiega i movimenti fondamentali per eseguireun corretto Bottom Turn, la curva alla base del facedell’onda per risalire verso il lip.
BOTTOM TURNPAG. 70
di Emanuele Guglielmetti
L’esperto wave rider Emanuele ci fa vedere, guidandocipasso dopo passo, la tecnica del Cut Back.
CUT BACKPAG. 72
PAG. 68
Il motore dell’universo è la passione per cio che si fa.
I maestri d’arte…….Amo il mare.Io e il mare siamo una cosa sola.Sogno nel mare da quando avevo 16 anni ora ne ho 48da allora non ho mai smesso.estate inverno per me non fa differenza.se devo scegliere preferisco l’inverno dove il mio essere si esprime nella sua piene essenza libero da ogni condizionamento e puro.Ho girato piu parti del mondo alla ricerca delle onde e del sogno “la libertà nel mare” siho trovato la mia dimensioneora lo so.Ora questa esperienza la dono a chi la vuole tramite le mie tavole i corsi di sup.spero di trasmettere questa PASSIONE nel migliore DEI modi……..I MAESTRI D’ARTE
Simone BartolacciMr Surfdei
Ogni tavola Surfdei ha un cuore, ogni tavola ècostruita alla vecchia maniera.
Taglio del pane (anima) con archetto, coordinata da unlongherone in compensato marino; shapata interamente a
mano. Sotto la laminazione in vetroresina epoxi c’è uno strato divero bamboo e non un foglio di carta colorato…
Ogni fase della costruzione è fatto manualmente da vecchi artigiani; ogni tavola haun’anima… una sua individualità, perchè costruita artigianalmente.Nell’ ampio mercato di surf e sup, la maggioranza delle tavole è fatta in maniera compute-rizzata, niente operaio, non c’è il vecchio archetto, niente longherone ma un pane senzaanima, fatto dal computer.Si usa il sistema sandwich con airex o altri materiali isolanti: le tavole sono dure, maquella rigidità nelle onde la senti, soprattutto nelle nostre condizioni: la tavola rimbalzanervosamente mettendo a dura prova caviglie e ginocchia. Tavole belle ma senz’anima.
Questo non vuol dire che le mie tavole sono le migliori, ma sono garantite perchè elabo-rate, testate personalmente e prodotte in maniera interamente manuale: ogni tavola Sur-fdei è un pezzo unico. Se notate, nelle gare in coppa del mondo non ci sono tavole diserie; sono tutti custom, chissa perchè…
Ogni uomo ha un cuore, ogni tavola ha un cuore.Simone Bartolacci
Mr Surfdei
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Il rail, o bordo, consente alla tavola l’esecuzione della manovra, è una delle
parti fondamentali della tavola assieme al bottom shape e al rocker line. Il
bordo è quello che taglia la parete dell’onda e ci permette di effettuare le
manovre che possono essere ampie o strette, fluide o nervose, veloci o più
lente. Il bordo più consigliato per un principiante è quello delle tavole all
round, dove si può ottenere una facile risposta anche in condizioni di poca
velocità.
I RAILMID o bordo 50/50. È un bordo perfettamente
simmetrico, infatti dalla linea di mezzeria del bordo
stesso la sua forma verso il top e il bottom della
tavola è identica. Molto usato negli old style
longboard.
ROLLER è un bordo che di solito accompagna un dome
deck, cioè il top della tavola non piatto, come è
normalmente, ma convesso. Diciamo un 70/30 come
forma, cioè schiacciato verso il bottom. Usato
sopratutto per tavole tipo gun o da onde molto grosse, per tagliare la parete in
maniera più profonda.
BOXY o bordo a scatola. È un full rail praticamente
quadrato con gli spigoli arrotondati, molto usato
per condizione di surf small. Questo tipo di bordo
non taglia quasi per nulla l’acqua facendo
mantenere la velocità alla tavola.
LOW o Pinched rail è un bordo 60/40. È forse il più
usato nel surf da onda, il giusto compromesso per
ogni tipo di tavola e di onda, un po’ come un
modello di tavola all-round; va bene un po’ per
tutto.
TUE (Tucked Under Edge) venne introdotto nei primi
windsurf wave custom negli anni ‘80; in sostanza si
tratta di uno spigolo sotto al bordo di tutta la
tavola che se spostato più o meno verso prua, a
seconda del tipo di tavola che lo shaper ha
progettato, modifica l’andatura della tavola stessa.
Usatissimo nei windsurf e kitesurf monodirezionali
per aiutare la bolina.
Testo di Fabio Giacomini e Beppe Cuscianna
Lo shaper, con uno skill di molti decenni, è paragonabile a un ingegnere e a un designer che crea, secondo la propria personaleesperienza, il suo concetto di tavola da usare in una determinata condizione e per una determinata persona. Lo shaper unisceassieme i vari elementi di una tavola creando il prodotto più giusto per il surfista; la prerogativa della tavola custom consiste nelpoter creare qualunque tipo di tavola per qualunque tipo di onda e per qualunque tipo di surfer, beginner o advanced. Senzaentrare in dettagli troppo tecnici, secondo noi la diffusione di molte nozioni tecniche potrebbe alimentare maggior confusionenella comunità di praticanti del SUP, pertanto spiegheremo in questa terza parte i rail e le poppe più utilizzati dalle maggioriaziende produttrici di SUP, le quali ora producono una quantità di modelli per tutti i gusti.
RIDER: Paul JacksonLOCATION: Australia
FOTO: Andrew Shield
LA TAVOLA PARTE III
RAIL E POPPE
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POPPELe poppe delle tavole da SUP possono essere divise in tre grandi gruppi:
1. poppe che mantengono il bordo della stessa lunghezza della tavola;
2. poppe che rendono il bordo più lungo della tavola;
3. poppe che rendono il bordo più corto della tavola.
Le poppe che determinano un bordo più lungo della tavola renderanno
queste più lente e con un raggio ampio di curvatura, quelle che invece lo
configureranno più corto ne caratterizzeranno l’estrema aggressività e
raggi di curva molto stretti. Infine le poppe con la stessa lunghezza di
bordo rispetto alla tavola le consideriamo all-round, cioè adatte un po’ a
tutto; in esse la forma della poppa stessa determinerà le prerogative
maggiori della tavola.
GRUPPO 1 FISH, SWALLOW e BAT.
FISH e SWALLOW tail presentano pressappoco lo stesso tipo di poppa; la
SWALLOW risulta più dritta nella forma delle codine, mentre la FISH ha
punte più arrotondate che la rendono questa più morbida e loose rispetto
alla SWALLOW. Di solito si usano poppe SWALLOW su outline e profili
moderni e aggressivi che devono però mantenere un po’ di hold durante la
manovra.
Le poppe FISH invece vengono usate sopratutto su tavole retrò e fish 70’s,
sulle quali questo tipo di tavole si adatta perfettamente consentendo di
lavorare l’onda con manovre lisce e pulite ma non esageratamente veloci.
BAT TAIL. Questo tipo di poppa viene prevalentemente utilizzato su tavole
quad a quattro pinne, le quali hanno una superficie di poppa molto larga
dando così molto lift alla stessa, le piccole punte laterali aiutano a rendere
più facile il turning poichè queste si comportano come dei punti di pivot, e
questa è la caratteristica principale di tutte le poppe con forme appuntite.
GRUPPO 2 DIAMOND
Questa poppa rende il bordo più corto della tavola stessa consentendo di
ridurre il raggio di curva, l’angolo della cuspide centrale inoltre può essere
più o meno aperto determinando un surf più o meno aggressivo nelle
manovre, in ogni caso estrema velocità in uscita dalla curva con questa
poppa, in quanto il bordo più corto e il pivot centrale della cuspide la
rendono simile a una poppa pin tail, pur mantenendo la larghezza di una
poppa squash. Chiaramente, come tutte le poppe estreme, questa si utilizza
su tavole radicali di solito lunghe per un surf appunto radicale che però
perdona qualcosa negli errori d’impostazione della curva, avendo questa
una superficie ampia.
GRUPPO 3 SQUASH, SQUARE, ROUND SQUARE, PIN e ROUND.
SQUASH, SQUARE e ROUND SQUARE sono sostanzialmente poppe dello stesso
tipo con delle minime variazioni che però nelle tavole custom high
performance fanno la differenza. Diciamo che la poppa capostipite di
partenza è la SQUARE, cioè una poppa quadrata con spigoli pronunciati che
nella poppa SQUASH vengono smussati, mentre nella ROUND SQUARE
vengono proprio arrotondati. Cosa cambia? Partiamo nel considerare che
queste poppe di solito, vista la grande superficie del tail che la loro forma
determina, sono destinate a tavole da principianti all-round e in ogni caso
adatte a un surf small per i pro. È infatti la poppa con più lift in assoluto,
però molto lenta in andatura e manovra. Nel tempo si è quindi cercato di
velocizzare le tavole con tali poppe arrotondando sempre di più gli angoli.
Le poppe SQUASH e ROUND SQUARE infatti aiutano molto di più in manovra
e riescono a far mantenere una maggior velocità alla tavola stessa.
ROUND e ROUND PIN sono le poppe per tavole estreme, la prima per onda
piccola ma potente, la seconda per onda grossa. Il round tail è la poppa
che non perdona perchè non dà lift alla tavola e non permette di sbagliare
la curva in entrata durante la manovra. Se si sbaglia si cade. Predilige
onde veloci e pulite, non choppy. Sicuramente con quella condizione è la
poppa che permette di performare al massimo con una tavola di shape
moderno ed aggressivo.
Il ROUND PIN è sostanzialmente la stessa poppa ma usata solo per le tavole
GUN o SEMI GUN, cioè con onde grosse o giganti. In questo caso la poppa
non ci serve per fare manovre radicali, cosa quasi impossibile su onde
enormi, ma ci serve, vista la sua forma a punta, per farci prendere più
velocità possibile per scappare dal curl dell’onda che, se ci prendesse,
potrebbe crearci seri problemi. Inoltre tale shape di poppa permette anche
di togliere molto materiale nella parte terminale della tavola, materiale che
darebbe problemi di stabilità alla tavola stessa con tali onde.
LOCATION: FurteventuraFOTO: remediaLo shaper Fabio Giacomini
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HOW TO DOFOTO 1. Subito dopo il take off, scendete verticalmente dall’onda
acquisendo velocità, mantenendo l’equilibrio in posizione di surf stance,
abbassando il baricentro, piegando leggermente le gambe e mantenendo il
peso proteso in avanti, tenendo la tavola il più possibile piatta sull’acqua.
FOTO 2. Senza perdere la planata incominciate a impostare il bottom turn
spostando il piede posteriore sul bordo della tavola. Mentre il piede
davanti si mantiene fermo nella posizione iniziale, mantenendo l’equilibrio.
FOTO 3. Proiettando il corpo all’interno della curva sfruttiamo l’appoggio
del piede posteriore, mantenendo sempre il peso sul bordo, imprimendo
così un’inclinazione alla tavola che ci permetterà di utilizzare il rail,
incominciando a usare il piede posteriore pivot.
FOTO 4-5. La tavola inizierà a effettuare un raggio di curvatura,
appoggiando la pagaia in acqua la utilizzeremo come appoggio e come
fulcro della curva.
In questo momento lo sguardo sarà rivolto sempre all’interno della curva
per controllare l’onda e per imprimere al corpo una rotazione che ci
aiuterà nel bottom turn.
FOTO 6. Bisogna stare molto attenti a non accentuare molto il peso sul
piede posteriore in quanto la tavola potrebbe perdere velocità facendoci
perdere l’inerzia per risalire l’onda.
Attenzione anche a non appoggiare il peso sulla pagaia in quanto la
tavola potrebbe stringere il raggio di curvatura, radicalizzando molto la
manovra.
Testo di Beppe Cuscianna, Nicola Abatescianni Rider Nicola Abatescianni Foto di Beppe Cuscianna
Una volta che abbiamo imparato a farci trasportare dall’onda dopo il take off ed esserci posizionati in surf stance (non più con i piediparalleli ma posizionati in goofy, destro avanti, o regular stance, sinistro avanti), è ora di provare a fare la nostra prima surfata, ovverouna serie di curve eseguite sul face dell’onda. La curva eseguita sulla base dell’onda per risalire verso il lip si chiama Bottom Turn.
BOTTOM TURN
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FOTO 7-8-9. A questo punto manteniamo la nostra velocità ed equilibrio
acquisiti, in modo da poter restare nel nostro raggio di curvatura. La
tavola continuerà il suo corso di rotazione iniziando così a risalire dalla
parte bassa dell’onda al lip.
FOTO 10. Una volta arrivati sulla parte alta dell’onda alziamo il tallone e
premiamo con la punta sul bordo della tavola, così facendo alleggeriremo
il piede anteriore e riusciremo a superare il lip senza grossi problemi.
Cerchiamo di restare il più bassi possibile e aiutiamoci con la pagaia nel
caso si dovesse recuperare l’equilibrio.
FOTO 11. Questa manovra ci aiuterà molto anche quando dovremo uscire da
un’onda che fa close out.
ATTENZIONE!!!Appoggiando la pagaia in acqua la utilizzeremo
come appoggio e come fulcro della curva.
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INTROIl Cut Back è quella manovra che permette di ritornare verso la parte più
ripida dell’onda e si può eseguire con diversi gradi di aggressività;
partendo da un cut Back Round House con raggio di curva molto ampio e
passando per uno Slash Back con una curva più stretta, arriviamo allo
Snap Back con una curva veloce e radicale che alza un notevole spruzzo
d’acqua, fino ad arrivare al più estremo Cut Back Tail Slide 180°, che
vedremo più avanti. E ora iniziamo con il più basico e naturale Cut Back
Round House.
HOW TO DOFoto 1-2. Usciamo da un Bottom Turn con una buona velocità che ci
permetta di raggiungere il lip mantenendo il peso centrato sul lato della
tavola rivolto verso la parete.
Foto 3-4. Arriviamo sul lip aumentando la pressione con il piede posteriore
aiutandoci con la pagaia e facendola passare dietro la poppa della tavola,
verso l'interno della curva, per avere più stabilità, iniziamo così a rivolgere
lo sguardo verso l'interno della curva per poi permettere al resto del
corpo di seguirlo.
Foto 5-6. Ruotando la testa e le spalle verso la parte interna dell’onda,
progressivamente sposteremo il peso del corpo sui talloni.
Testo di Emanuele Guglielmetti Foto di Roberto Apuzzo
La manovra che generalmente si esegue durante la surfata dell’onda dopo il Bottom Turn, visto nelle pagine precedenti, è il Cut Back.Emanuele Guglielmetti, specialista del settore, ci spiega come seguire al meglio questa curva. Il vostro scopo sarà quella di rendere ilCut Back sempre più radicale e veloce per arrivare ad alzare montagne di acqua, il cosidetto spray.
CUT BACK“ROUND HOUSE”
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Foto 7-8-9. Facendo forza con il piede posteriore spingeremo il bordo
interno della tavola verso l’acqua, permettendo alla tavola e al corpo di
chiudere la curva verso l'interno dell’onda. Doseremo così la velocità e la
radicalità della manovra a seconda della pressione impartita sulla tavola e
la velocità della rotazione testa-spalle.
Foto 10-11-12. Completata la curva, riporteremo il peso del corpo verso il
centro tavola permettendo alla stessa di riprendere la giusta velocità per
continuare la surfata.
Foto 13-14-15. Una volta ritornati nella parte più ripida dell’onda, grazie al
nostro Cut Back, siamo pronti per affrontare una nuova curva impostando
un nuovo Bottom Turn con la giusta velocità e spinta dell’onda.
ATTENZIONE!!!Per estremizzare il vostro Cut Back aumentate la
pressione con il piede posteriore aiutandovi con la
pagaia e facendola passare dietro la poppa della tavola.
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Testo e foto di Chase Kosterlitz
Per molti fare SUP in pantaloni corti nel mese di gennaio è un sogno, specialmente negli spot dell’America Settentrionale. Qui a Miamiinvece questa è una realtà, anzi è quasi routine e non c’è neanche bisogno di andare in posti esotici. Nel corso degli ultimi anni il SUPsi è allargato a macchia d’olio nelle acque della zona di Miami e si è ormai radicato in profondità nella cultura degli sport acquaticilocali, proprio come le radici delle mangrovie che ornano le coste, creando un paesaggio surreale e suggestivo per fare lungheremate in tranquillità. Pensa di scivolare senza fare la minima fatica con un SUP mentre esplori le acque turchesi delle numeroselagune di Miami, passando vicino alle spiagge bianche piene di turisti e gente che prende il sole. Che tu sia un guru esperto del SUP oun combattente della domenica, Miami rappresenta un vero e proprio paradiso per tutti i SUPer ed offre un’enorme varietà di locationcon diverse condizioni. Non dimentichiamo poi l’eccezionale vita notturna, che è il modo perfetto per concludere una perfettagiornata di sano paddling all’aperto!
M I A M ISPoT GuiDE
Recentemente io e Chase Kosterlitz, Campione Mondiale 14’ nel 2011, ci
siamo diretti verso Miami, constatando in prima persona il suo potenziale
enorme e facendolo entrare con prepotenza tra uno dei migliori spot per il
paddling negli Stati Uniti. Chase, che ormai vive in Florida da oltre 10 anni,
ha avuto la fortuna di vivere in un posto dove si ha la possibilità di fare
paddling tutto l’anno, senza fare il minimo sforzo. Per molti SUPer,
comunque, l’inverno rappresenta un periodo in cui riposare un po’ i
muscoli provati, aspettando con ansia l’inizio della nuova stagione. Alcuni
aficionados del SUP però sono troppo impazienti e si coprono di tutto
punto per riuscire ad uscire a far SUP anche con un freddo pungente. Se
però remare assieme agli orsi polari non fa per te, allora basta che vai
nella Florida meridionale e potrai uscire tutto l’anno in bermuda, anche nel
bel mezzo dell’inverno!
Miami rappresenta sicuramente una delle location marittime più
conosciute e frequentate del Nord America già dal 20° secolo, ed è anche
circondata da una miriade di piccole isole e lagune con acqua bassa e
cristallina, che rappresentano un paesaggio idilliaco per ogni SUP Rider. Si
può remare lungo le spiagge, canali, canali cittadini, porti ed anche oceano
aperto.
Chase ed io abbiamo cominciato la nostra avventura da Biscayne Bay su un
catamarano pieno zeppo di tavole da SUP Fanatic. La nostra prima
destinazione era il piccolo arcipelago di isolette coralline al largo di
Biscayne Bay, con un’enorme specchio di acqua piatta e cristallina, che
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crea condizioni perfette per remate lunghe, pacifiche e rilassate. La
debolezza della brezza termica dell’Oceano Atlantico rende gli spot della
zona ancora più perfetti e ci sono pochi nodi perfino d’estate. Mentre
scivolavamo senza sforzo sul velluto trasparente ammiravamo le sfumature
di verde smeraldo punteggiato dal bianco della sabbia e dal blu cobalto
dell’acqua più profonda, scrutando dall’alto i reef che pullulavano di pesci
ed altre creature marine. Bisogna assolutamente portare maschera e
pinne ed immergersi per esplorare i reef e le varie lagune, quindi ci siamo
diretti verso Stiltsville, sempre a bordo del nostro catamarano. Questa
zona è davvero suggestiva, ci sono un gruppo di palafitte che emergono
circa 3 metri dall’acqua della Biscaine Bay, poco prima di Cape Florida. La
prima palafitta in legno a Stiltsville è stata costruita verso il 1920 e, al
picco negli anni 60, questo quartiere acquatico era già composto di 30
abitazioni. Oggi però ce ne sono meno di 10, ma l’area è comunque una
destinazione obbligata per qualsiasi SUP Rider!
Dalle acque basse di Stiltsville, Chase ed io ci siamo diretti verso le
profondità dell’Oceano Atlantico ed abbiamo poi ancorato la nostra
imbarcazione appena fuori da South Beach. Abbiamo preso le nostre tavole
e remato verso riva, nel mezzo della vitalità di South Beach. È possibile
vivere praticamente qualsiasi tipo di esperienza sull’infame Ocean Drive:
dallo sbronzarsi a furia di frozen drink mentre mangi piatti tipici cubani,
fino a far shopping nelle boutique di marca più costose, al fermarti dagli
ambulanti per strada per guardare le loro performance eccezionali… South
Beach è eccezionale sotto ogni punto di vista.
Non hai voglia di portarti il tuo materiale da casa? Ci sono un’infinità di
posti in cui è possibile noleggiare SUP ed alcuni offrono perfino dei tour
guidati per ogni livello, ed anche lezioni per principianti da ottimi maestri.
Per quelli che preferiscono surfare, invece, Miami offre anche spot con
onda, specialmente durante i mesi invernali.
Se stai cercando di vivere nuove esperienze sul tuo SUP, questa è
sicuramente la destinazione giusta. Oltre alla rapida diffusione di gare ed
eventi durante l’anno, ci sono ora un sacco di attività legate al pagaiare
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che possono farti scoprire nuove zone dell’area di Miami. Se ti dirigi a
sudovest verso le Everglades, potrai remare nelle rare paludi di cipressi,
lungo estuari marini punteggiati da migliaia di mangrovie nella zona di Ten
Thousand Islands, con amache in legno che ti aspettano, ed il vario
paesaggio marino Florida Bay. Puoi anche andare diretto lungo la US-1
verso Key Largo per fare lo snorkeling migliore della tua vita, restando
sulla tavola da SUP. Ci sono centinaia di miglia di costa con e senza
mangrovie, che sono l’habitat ideale per pesce vela, tonni e barracuda. Un
sacco di locali infatti hanno adottato il SUP come imbarcazione per
pescare, unendo anche il beneficio dell’esercizio fisico.
Al tramonto del sole sei finalmente pronto per rilassarti un po’ dopo
l’intensa giornata di paddling, e la vita notturna di Miami non delude mai.
La città è cosparsa di alcuni dei migliori ristoranti di paese e ce n’è per
tutti i gusti e per tutti i costi, dai peggiori bar con hamburger iper-unti,
fino ai pasti di gourmet davanti all’Oceano. Dopo essersi rimpinzati per
bene, si punta verso South Beach, la Mecca della vita notturna dell’intero
Sud Est, che t’intratterrà fino al mattino. Che tu preferisca una birra
fredda in un bar sulla spiaggia o drink esotici con ombrellini in club chic e
lounge, la varietà della vita notturna di Miami, mescolata all’accoglienza
dei locali, ti farà sicuramente tornare in futuro.
Miami è facilmente accessibile da qualunque parte del globo, con arrivo
all’aeroporto internazionale e coincidenze per i Caraibi, l’America Centrale
e del Sud etc... L’Art Deco District of Miami è la zona in cui ci sono più hotel,
appartamenti ed altri strutture storiche al mondo. Oltre ad essere patria di
una delle spiagge più belle e ad offrire un’enorme varietà culinaria e vita
notturna, Miami offre anche arte, musei, acquari ed eventi sportivi a livello
professionistico.
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NEL PROSSIMO NUMERO:• Ci tufferemo insieme ai nostri eroi nelle acque e nelle onde delle Hawaii
e dell’Africa per dei report di viaggi indimenticabili.
• SUP adventure in Nicaragua inseguendo un grosso swell da sud che
arriva da Tahiti per colpire le coste del Centro America portando con se
delle meravigliose onde.
• Continua la nostra rubrica su come imparare a surfare le onde.
• Nuove interviste esclusive.
• Report di viaggi da mete vicine e lontane.
• Prova materiali e tanto altro ancora...
CI RIVEDIAMO IN EDICOLA A GIUGNO!
RIDER Daniele Guidi LOCATION La Santa, Lanzarote FOTO Claudio Kraus Fanetti