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s 4,50 - In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Roserio-Milano per la restituzione al mittente previo pagamento resi - ISSN 0005-1284 STRUMENTAZIONE Misura e controllo i numeri del 2013 SPECIALE PROCESSO L’Enterprise Control System di Invensys CONTROLLO Le novità Siemens a SPS di Norimberga Novembre/Dicembre 2013 Anno LXI - N. 9 Manutenzione predittiva per l’industria

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STRUMENTAZIONE

Misura e controllo

i numeri del 2013

SPECIALE

PROCESSO

L’Enterprise Control

System di Invensys

CONTROLLO

Le novità Siemens

a SPS di Norimberga

Novembre/Dicembre 2013

Anno LXI - N. 9

Manutenzione predittiva

per l’industria

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IL CONVEGNO

Nel corso della giornata si susseguiran-no seminari tecnici tenuti dalle aziende espositrici della durata di 30 minuti cia-scuno.

I CONTENUTI

Il programma, l’agenda e i titoli dei semi-nari saranno aggiornati, man mano che verranno confermati, sul sito www.mostreconvegno.it/mc4

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©2013 National Instruments. Tutti i diritti riservati. National Instruments, NI e ni.com sono marchi commerciali di National Instruments. Altri prodotti e nomi aziendali citati sono marchi commerciali delle rispettive aziende. 14487

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funzioni di moni toraggio. L’accesso all’interfaccia 4511 è consentito tramite Modbus, via Ethernet

mediante il nuovo gateway PR electronics o in remoto attraverso l’app PPS (Portable Plant

Supervisor) disponibile per varie piattaforme, tra cui iOS, Windows e Android. Con l’integrazione

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Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

sommario 7NOVEMBRE/DICEMBRE 2013

EDITORIALE L’importanza di un buon inizio di Michele Maini, Massimiliano Veronesi 11 BREAKING NEWS L’attualità in breve a cura di J. Di Blasio 12 MERCATI Un 2013 sostanzialmente stabile per automazione e strumentazione di processo di U. Ce 20 CONTROLLO Obiettivo evoluzione per l’automazione di processo di M. Gargantini 24 Come produrre al meglio. La ricetta di Siemens di F. Canna 28 Più potenza di calcolo per trasporti e industria di J. Di Blasio 32 MECCATRONICA Gli strumenti dell’engineering efficiente di J. Di Blasio 36 IDENTIFICAZIONE Un caso italiano di innovazione programmata di J. Di Blasio 38 POWER Interruttori aperti e quadri di distribuzione. L’innovazione made in Italy di ABB di F. Canna 40 PROCESSO Un’unica Fondazione per Foundation Fieldbus e Hart Communication di F. Canna 44

PROGETTAZIONE La progettazione 3D per tutti di J. Di Blasio 46 TELECONTROLLO Teleassistenza di macchine e impianti. La proposta di Asem di F. Canna 48 MANUTENZIONE Previsioni produttive e manutenzione dei motori di T. Osterholm, C. T. Pinto 50 HMI Un’interfaccia per ogni esigenza. La proposta di HMI e PC Industriali di Phoenix Contact di F. Canna 52 CONTROLLO Transitori virtuali per benefici reali di M. Veronesi 56 DIZIONARIO Telecontrollo di A. Martin 58

AUTOMOTIVE Un trasloelevatore a elevate prestazioni in Brasile di G. Testa 60 SENSORI Sensori Hall sotto esame di J. McKenna 62

primo piano

approfondimenti

applicazioni

novità

speciale

tecnica UTILITY Smart Utility Meters e l’evoluzione tecnologica dei contatori d’utenza di F. Cascetta, S. Campana 84

Foxboro Evo è il nuovo Enterprise Control System di Invensys, con la sicurezza integrata nel controllo.

Pagina 24

IN VETRINA Schneider Electric - Un HMI controller semplice e compatto di J. Di Blasio 94 Flir - Termocamere per ogni occasione di J. Di Blasio 96 SolidWorks - Progettazione 3D semplice e innovativa di F. Canna 98 Siemens - Uno strumento intelligente per lo sviluppo del prodotto di B. Vernero 100 Freescale Semiconductor - MCU miniaturizzato con Arm core di B. Vernero 102 PRODOTTI E SOLUZIONI News a cura della redazione 104 APPUNTAMENTI Eventi da segnare in agenda 113

MANUTENZIONE PREDITTIVA Manutenzione predittiva, gli strumenti di controllo di A. Martin 64 Rassegna di prodotti e applicazioni a cura di F. Gornati 68 La manutenzione predittiva nell’industria dei semiconduttori di G. Fazio 76

Pagina 64

La manutenzione predittiva comporta che l’intervento sui macchinari sia eseguito solo in seguito al riscontro di parametri specifici, quando un guasto è probabile.

Pagina 28

Alla fiera SPS IPC Drives 2013 di Norimberga, le novità Siemens: il software TIA Portal v13, le CPU della serie Simatic S7 1500, gli HMI basic panel Simatic e i motori Simotics FD.

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sommario8

contatti

ORGANO UFFICIALE DI

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Sede legale - Piazzale Carlo Magno, 1 - 20149 MilanoSede operativa ed amministrativa:

SS. del Sempione 28 - 20017 Rho (MI)tel: +39 02 4997.1 - fax +39 02 49976.570

Direzione Giampietro Omati Presidente Antonio Greco Amministratore Delegato

Comitato Scientifico Luca Ferrarini (Presidente) Leone D’Alessandro, Italo Di Francia, Mario Gargantini, Fausto Gorla Michele Maini, Carlo Marchisio, Regina Meloni, Alberto Rohr, Alberto Servida, Massimiliano Veronesi, Antonio Visioli

Redazione Antonio Greco Direttore Responsabile Franco Canna Responsabile del Coordinamento [email protected] - tel: 02 49976.502 Jacopo Di Blasio

[email protected] - tel: 02 49976.505 Cristina Turra Segreteria [email protected] - tel: 02 49976.515

Collaboratori: Andrea Cattania, Angelo Corrieri, Giuseppe De Palma, Francesco Ferrari, Daniela Garbillo, Mario Gargantini, Franco Gornati, Gian Carlo Lanzetti, Armando Martin, Francesco Marri, Gabriella Oldani, Michele Orioli, Piero Pardini, Antonella Pellegrini, Bruno Vernero, Stefano Viviani

Grafica e Cristina Turra Progetto grafico - Impaginazioneproduzione [email protected] - tel: 02 49976.515 Franco Tedeschi Coordinamento grafici [email protected] - tel: 02 49976.569 Alberto Decari Coordinamento DTP [email protected] - tel: 02 49976.561 Prontostampa Srl uninominale Zingonia (BG) - Stampa Nadia Zappa Ufficio Traffico - [email protected] - tel: 02 49976.534

Pubblicità Giuseppe De Gasperis Sales Manager [email protected] - tel: 02 49976.527 - Fax: 02 49976.570 Vinicio Giampaoli tel: 02 55181842

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Tel +41 52 6330884 - Fax +41 52 6330899 Website: www.iff-media.com USA: Huson International Media

Tel +1 408 8796666 - Fax +1 408 8796669 Website: www.husonmedia.com GERMANY - AUSTRIA: MAP Mediaagentur • Adela Ploner

Tel +49 8192 9337822 - Fax +49 8192 9337829 Website: www.ploner.de TAIWAN: Worldwide Service co. Ltd

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Abbonamenti N. di conto corrente postale per sottoscrizione abbonamenti:

48199749 - IBAN: IT 61 A 07601 01600 000048199749 intestato a: Fiera Milano Media SpA, Piazzale Carlo Magno,1, 20149 Milano. Si accettano pagamenti con Carta Sì, Visa, Mastercard, Eurocard Tel. 02 252007200 - Fax 02 49976.572 E-mail: [email protected]

Abbonamento annuale E 49,50 Abbonamento per l’estero E 99,00 Prezzo della rivista: E 4,50 - Arretrati: E 9,00 Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/B legge 662/96

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Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

EDITORIALE

primo piano 11

EDITORIALE

‘primo piano

Michele MainiConsulente industriale

Consigliere Anipla -

Sezione di Milano

di un sistema di automazione, alle fasi di concezione, progettazione e implementazione seguono quelle non meno importanti di collaudo e messa in servizio, che di fatto costituiscono, rispetto al cliente finale, il vero e proprio “inizio vita” dell’impianto. Nonostante esse rappresentino la vera validazione del sistema e il primo momento di confronto con la sua reale applicazione, ad esse viene riservata una attenzione non sempre proporzionata al rigore con il quale vengono invece affrontate ed alle ricadute in termini di costi e tempi, tanto che, per evitare sorprese, gli standard applicabili e le prove da superare fungono spesso da guida per le fasi iniziali di concepimento e design.Molti aspetti risultano infatti da considerare quali ad esempio i criteri e le procedure di collaudo, l’impiego di strumenti hardware e software (simulatori) dedicati e specifici alle varie tecnologie implementate (tradizionale o bus di campo), gli accorgimenti ( ad esempio le prove indiciali) per il tuning dei parametri e la messa in servizio dei loop critici, la formazione degli operatori, ed anche la mai del tutto liscia verifica delle funzionalità ove più sistemi/sottosistemi sono coinvolti nell’anello. In questa fase inoltre intervengono spesso problemi di convivenza/integrazione con sistemi preesistenti che, per vari motivi, non possono esser rinnovati, e ciò spesso implica sia una accurata revisione/ridefinizione delle interfacce HW/SW sia una attività di “reverse engineering” per identificare le interazioni funzionali fra tali sistemi ed il nuovo progetto. Speciale attenzione deve essere dedicata alle delicate ed attuali esigenze relative alla verifica dei requisiti di safety (SIL) e di cyber-security; e non meno importanti sono infine le modalità di assistenza remota alla messa in servizio (telecommissioning, determinante nella attivazione di impianti che hanno dinamica di giorni/settimane) e al successivo esercizio (manutenzione remota).Notevole in ambito di collaudi e commissioning il ruolo giocato dai System Integrators che grazie alla loro familiarità con i sistemi più diversi, rendono possibile quell’integrazione di funzionalità eterogenee e distribuite che i clienti finali ed i contractors richiedono sempre maggiormente nei vari ambiti, dal controllo alla sicurezza, dal monitoraggio degli asset all’ottimizzazione delle prestazioni.In un recente workshop Anipla tenutosi in occasione della manifestazione fieristica SAVE, tutti questi temi sono stati affrontati e dibattuti da affermati professionisti del settore, confermando la attualità con la quale si riconosce l’importanza delle fasi di collaudo e commissioning e risultando in un interessante momento di confronto e arricchimento professionale reciproco, com’era negli intendimenti degli organizzatori e come è giusto che sia per queste iniziative di una delle più attive associazioni di categoria del settore.

Nella realizzazione

L’importanza di un buon inizio

11

Massimiliano VeronesiProduct Manager, Process

Control and Management

Systems, Yokogawa Italia Srl

Consigliere Anipla -

Sezione di Milano

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BREAKING NEWS

primo piano

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

12

PROCESSO

Endress+Hauser acquisisce Analytik Jena

Endress+Hauser è intenzionata ad aumentare la propria parte-

cipazione in Analytik Jena, azienda attiva nella strumentazione

analitica classica, così come nel settore delle biotecnologie e della

diagnostica molecolare. Da inizio autunno, Endress+Hauser

detiene il 47,33% delle azioni della tedesca Analytik Jena, il

22,99% in forma diretta e il 24,34% indirettamente. Di conse-

guenza, il Gruppo Endress+Hauser sta preparando un’offerta

obbligatoria per gli azionisti della società.

A seguito della recente approvazione da parte dell’ufficio fede-

rale tedesco preposto al controllo dei cartelli e della concorrenza,

Endress+Hauser può acquisire le azioni originariamente dete-

nute dal Gruppo Verder, che ha sede nei Paesi Bassi, con azioni

non sottoscritte dal recente aumento del capitale sociale.

Il prezzo offerto, di 13,75 euro per azione, si trova al di sopra

dei prezzi pagati dal gruppo Endress+Hauser per la partecipa-

zione in Analytik Jena nel periodo precedente all’offerta. Ma Luc

Schultheiss, CFO del Gruppo Endress+Hauser, ha dichiarato di

ritenere che si trat-

ti di un’offerta equa

e corretta, alla luce

della posizione at-

tuale della società e

delle prospettive fu-

ture.

Sia il governo del-

la Turingia, uno dei

lander della federa-

zione tedesca, che

Klaus Berka, fon-

datore e Ceo di

Analytik Jena, han-

no accolto con fa-

vore la maggiore

partecipazione di

Endress+Hauser. Lo

Stato Libero di Tu-

ringia attualmente

possiede 17,79% di

Analytik Jena tramite un fondo gestito da una società di investi-

mento, mentre Klaus Berka detiene il 9,93% della società. In un

secondo momento entrambi gli azionisti negozieranno sulla ven-

dita delle loro rispettive quote e la discussione si concentrerà sul

futuro della società e sulla sua integrazione nel Gruppo.

Endress+Hauser si è espressamente impegnata a mantenere la

posizione di Jena. Klaus Endress ha sottolineato la volontà di fare

in modo che Analytik Jena rimanga una società indipendente.

Possedendo già una posizione consolidata nella strumentazione

di processo, con questa acquisizione il Guppo Endress+Hauser

mira a sviluppare una sua presenza anche nell’ambito dell’ana-

lisi di laboratorio.

Endress + Hauser rafforzerà ed estenderà le vendite di Analytik

Jena a livello mondiale per il settore del laboratorio. Inoltre,

Klaus Endress ha dichiarato di vedere delle potenziali applica-

zioni promettenti per la tecnologia della strumentazione di labo-

ratorio nella strumentazione di processo e viceversa.

CONNESSIONI

Weidmüller crea la divisione Electronic Interface Technology

Weidmüller ha fondato una nuova divisione chia-

mata “Electronic Interface Technology”, che si

occupa dello sviluppo, del marketing e dei servizi

per prodotti e soluzioni per l’automazione. La

divisione è guidata da Timo Berger, che in pas-

sato ha ricoperto varie posizioni di responsabilità

in Weidmüller, dal 2006. Berger ha dichiarato

che, con le sue soluzioni e i suoi prodotti innova-

tivi, Weidmüller si posiziona come partner nel

campo nell’automazione. Per questo, i sistemi di

I/O remoti e le interfacce con i dispositivi di con-

trollo rivestono una particolare importanza. Infatti,

le soluzioni Weidmüller sono create sulla base del

sistema di I/O remoto “u-remote”, dei sistemi di

I/O remoto SAI Active con grado di protezione IP

67 e dei sistemi di interfaccia per PLC. Queste soluzioni possono

essere integrate nella topologia della macchina o dell’impianto

d’automazione, per accrescere le prestazioni in quell’area.

Il nuovo sistema modulare di I/O remoto “u-remote” è caratte-

rizzato da un collegamento ad innesto senza utensili ed elevata

densità dei componenti ed è progettato per garantire alti livelli di

efficienza e produttività.

Il web server integrato semplifica la messa in funzione e riduce

i tempi di manutenzione. Tra le caratteristiche significative di

questi prodotti, Weidmüller sottolinea la progettazione lineare,

la semplice installazione, la veloce messa in funzione e la pre-

venzione dei tempi morti.

MERCATI

Gefran sul mercato turco

Gefran ha aperto una nuova filiale in Turchia, ad Istanbul, con l’obiettivo di ampliare la copertura commerciale a livello globale e garantire un supporto tecnico, qualificato, veloce ed efficiente, ai clienti locali. Gefran, azienda italiana che progetta e produce sensori, componenti per l’automazione e drive per il controllo dei processi produttivi, ha cominciato a puntare al mercato turco circa quattordici anni fa, quando ha iniziato a collaborare con distributori della zona e ha potuto approfondire la conoscenza del mercato locale, intrecciando relazioni commerciali soprattutto con i costruttori di macchine per la lavorazione delle materie plastiche e impianti di sollevamento civile (lift).Per Gefran, la Turchia rappresenta una meta commerciale strategica, anche in considerazione del fatto che è tra le prime venti potenze emergenti mondiali, accanto a Cina, Brasile e India in cui Gefran è presente da anni con importanti programmi di sviluppo. In particolare, Gefran intende sviluppare le opportunità offerte dal mercato turco mantenendo la collaborazione con i propri partner locali storici, in modo da garantire continuità con il passato e allo stesso tempo migliorare in termini di qualità e servizio le collaborazioni per il futuro.

A CURA DI JACOPO DI BLASIO

La sede di Analytik Jena in Turingia

Timo Berger è alla guida della nuova divisione di Weidmüller

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BREAKING NEWS

primo piano

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

14

SOFTWARE

Autodesk punta ad acquisire Delcam

Autodesk, che opera nello sviluppo di software per la proget-

tazione e nei servizi, ha annunciato l’intenzione di acquistare

Delcam, fornitore di software per il mercato manifatturiero.

Dal punto di vista finanziario, Autodesk prevede di acquistare

Delcam per 20,75 sterline per azione o circa 172,5 milioni di

sterline. La transazione, che sarà strutturata come un’offerta in

denaro contante per tutte le azioni in circolazione di Delcam,

dovrebbe concludersi nel primo trimestre dell’anno fiscale 2015

di Autodesk.

Carl Bass, president e Ceo Autodesk, ha dichiarato che insieme,

le due aziende, contribuiranno allo sviluppo e all’implementa-

zione di tecnologie per la produzione digitale. Clive Martell,

CEO di Delcam, si è detto entusiasta delle opportunità derivanti

dalla combinazione tra Delcam e Autodesk. Martell sostiene che

questo permetterà di creare una piattaforma all’avanguardia

con cui servire al meglio gli utenti dei prodotti di entrambe le

aziende. Martell ha anche dichiarato che l’offerta riconosce il

potenziale di Delcam e offre un’interessante opportunità affin-

ché gli azionisti traggano valore dalle

loro attuali partecipazioni, creando anche

nuove opportunità per il personale dell’a-

zienda e per i partner che operano all’in-

terno della piattaforma Autodesk.

Con sede a Birmingham, Inghilterra, Del-

cam è un fornitore di soluzioni Cad/Cam

e di misurazione industriale avanzate per

il settore manifatturiero. La gamma di

software Delcam per la progettazione, la

produzione e il controllo offre soluzioni

Cad/Cam automatizzate per diversi settori, che vanno da quello

aereospaziale a quello dei giocattoli e delle attrezzature sportive.

La società ha oltre 30 uffici in tutto il mondo, circa 600 dipen-

denti, un fatturato di 47,1 milioni di sterline registrato nell’anno

fiscale 2012, e le sue azioni sono quotate nella borsa inglese.

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Cash back per le etichettatrici industriali

Elcart Distribution anche quest’anno supporterà Dymo nella pro-

mozione valida fino a fine 2013. L’offerta comprende diversi

prodotti di Dymo per l’etichettatura industriale e, in particolare, è

disponibile su una selezione di prodotti della serie

Rhino, per i quali Dymo riconosce un rimborso fino

al 50% del prezzo pagato.

La promozione relativa alle macchine industriali

Rhino è valida fino al 31 Dicembre 2013 per acqui-

sti effettuati in Italia dei modelli Rhino 4200, Rhino

5200, Rhino 5200 Kit e Rhino 6000 Kit.

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SOFTWARE

Spac Automazione con i prodotti Chint

Chint Group Corporation, produttore cinese di apparecchiature elettriche, e SDProget Industrial Software, produttore italiano di applicativi per la progettazione elettrica, hanno collaborato per inserire i dati dei prodotti di Chint nel software di SDProget. Grazie alla collaborazione tra le due aziende, il database del software per la progettazione elettrica Spac Automazione è stato aggiornato, inserendo al suo interno i dati di tutti i materiali di Chint. Chint è attiva in Cina nella produzione di apparecchiature elettriche per le applicazioni di bassa, media, alta ed altissima tensione, nonché per l’automazione industriale. Le linee principali di prodotto di Chint in italia comprendono: sistemi modulari, interruttori scatolati, interruttori aperti, automazione industriale, carpenteria e sistemi di protezione per fotovoltaico.La linea di prodotti Chint, che è composta da 100 serie di prodotti per oltre 10.000 specifiche applicazioni, è sia per grandi applicazioni che per l’uso generico. Chint ha superato la certificazione di gestione della qualità Iso 9001, la certificazione del sistema di gestione ambientale Iso 14001 e la certificazione di gestione del sistema della sicurezza e della salute dei lavoratori OHSAS 18001. Inoltre i prodotti Chint hanno ottenuto certificazioni da oltre 150 organi internazionali come: UL, Cebec, Kema, Semko, PCT, VDE, FL, Esc, RCC, CCC ecc.

SAFETY

Siemens rinnova il sito Safety Integrated

Siemens Safety Integrated ha completamente rinnovato la

veste grafica del suo sito web (www.siemens.it/safety),

dove è illustrata l’intera offerta dell’azienda. I prodotti sono

suddivisi secondo il tipo di utilizzo, considerando il punto di

vista dell’utente. Inoltre, il nuovo sito web contiene più pagine

e informazioni in lingua italiana ed è corredato di immagini,

video e testi esplicativi, utili anche a visitatori non specializzati.

Come organizzazione dei contenuti, il sito è suddiviso in

tre parti: rilevamento, analisi e reazione. I sottosistemi di

rilevamento, che hanno il compito di acquisire dal campo i

segnali necessari, comprendono prodotti come i finecorsa e i

dispositivi comando e segnalazione.

I sottosistemi di analisi, che hanno il compito di verificare i

segnali acquisiti oppure di valutarli con operazioni logiche

progettabili, includono dispositivi come: i controllori failsafe

Simatic, periferia decentrata failsafe Simatic, Safety Relays

Sirius, 3RK3 Modular Safety System, dispositivi di sicurezza

3TK28 e 3SK1, motor management, Sinumerik Safety

Integrated , comunicazione failsafe.

Infine, i sottosistemi di reazione, che attuano sul macchinario le

azioni previste dal progettista oppure richieste dal sottosistema

di “Analisi”, comprendono: gli azionamenti Sinamics G,

azionamenti Sinamics S, Sinumerik Safety Integrated, Motor

Starter Sirius.

Autodesk è interessata a Delcam che è anche un fornitore di soluzioni Cad/Cam

Rhino 5200 è uno dei prodotti Dymo in offerta

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Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

BREAKING NEWS

primo piano 15

MERCATI

ABB: cambio al vertice e acquisizione nel ferroviario

Il nostro Paese è stato al centro di alcune delle più recenti ope-

razioni di ABB, che ha effettuato un avvicendamento al vertice

della sua struttura in Italia e ha completato l’acquisizione di un

ramo d’azienda italiana nel settore ferroviario. Alla guida di

ABB Italia e della regione mediterranea è stato chiamato Mat-

teo Marini, che ora è Country Manager di ABB Italia e Ammi-

nistratore Delegato di ABB SpA. Marini assume anche il ruolo

di responsabile della Mediterranean Region, che ha la sua

sede in Italia e di cui fanno parte, oltre al nostro, 17 Paesi tra

cui Francia, Spagna, Grecia, Turchia, Portogallo, Paesi Balca-

nici, Malta, Israele e Maghreb. La carriera di Matteo Marini

in ABB ha avuto inizio nel 1991 e dal marzo 2012 ricopre

anche la carica di Presidente di Anie Energia.

Sul versante delle operazioni finanziarie, ABB ha comple-

tato la fusione per incorporazione di RGM Polycontrol, ramo

d’azienda dell’italiana RGM S.p.A. con sede a Genova spe-

cializzato nei sistemi di alimentazione ausiliaria per veicoli

ferroviari. L’acquisizione, partita a settembre 2012, è volta a

rafforzare la posizione di ABB come fornitore per i costruttori

di treni e gli operatori ferroviari. RGM Polycontrol è attiva in

Italia nella progettazione e nella produzione di convertitori

per servizi ausiliari di bordo per veicoli metropolitani, tram,

carrozze trasporto passeggeri e locomotive. In poco più di un

anno, durante il quale l’azienda ha temporaneamente con-

servato il vecchio marchio, il processo di integrazione è stato

completato e oggi la nuova realtà è parte del Product Group

Transportation di ABB: la sua gamma di convertitori ausiliari

costituirà una nuova linea di prodotti nell’ambito dell’unità di

business Power Conversion della Divisione Discrete Automa-

tion & Motion.

L’acquisizione rafforza ulteriormente la base industriale di

ABB in Italia e nel polo di Genova in particolare. La struttura

di ABB Italia per il business ferroviario si avvia quindi ad assu-

mere una valenza mondiale grazie alle capacità di ricerca e

sviluppo dell’unità genovese, focalizzate sulla realizzazione

di prodotti modulari ad alto contenuto tecnologico ad elevata

efficienza e affidabilità.

L’integrazione in ABB ha rafforzato le potenzialità di crescita

dell’unità sui mercati esteri: ABB ha comunicato che, dall’ac-

quisizione, la quota di esportazione è apparsa in netta cre-

scita, grazie a ordini importanti come quello di recente acqui-

sito per un nuovo treno ad alta velocità. Nella strategia di

ABB, l’apertura di nuovi e più vasti mercati consentirà anche

di ottimizzare ulteriormente i prodotti.

ABB si rafforza nel ferroviario con acquisizione di RGM Polycontrol

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BREAKING NEWS

primo piano

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

16

EVENTI

Control Techniques celebra il 40° anniversario

Control Techniques, che produce soluzioni e tecnologie per il

motion control, ha celebrato il suo 40° anniversario. La società,

che è parte del gruppo Emerson Industrial Automation e ha sede

nel Regno Unito, è stata fondata il 4 ottobre 1973 con la deno-

minazione sociale KTK.

KTK è diventata poi Control Techniques il 9 dicembre 1985 e, il

30 novembre 1994, è stata acquisita da Emerson.

In occasione di questo anniversario, Enrique Miñarro Viseras,

Presidente di Control Techniques, dopo aver ringraziato tutti i

dipendenti dell’azienda, ha ricordato che lo

scorso anno Control Techniques ha lanciato

Unidrive M, la famiglia di convertitori dedi-

cata in modo specifico al mercato dell’auto-

mazione della produzione e che, in un pros-

simo futuro, immetterà sul mercato nuove

gamme di prodotti mirate a ciascuno degli

altri principali mercati di riferimento. Miñarro

Viseras ha anche espresso la ferma convin-

zione che l’attenzione costante, che Control

Techniques riserva all’innovazione tecnolo-

gica, continuerà ad assicurarle successi anche

in futuro.

Control Techniques è attiva a livello globale

nella produzione e vendita di azionamenti a

velocità variabile per il controllo dei motori elettrici. La strategia

dell’azienda è di incentrare i propri sforzi nella progettazione di

azionamenti e soluzioni che possono incrementare la produttività

delle macchine e dei processi degli utenti di prodotti e tecnologie

di Control Techniques.

La società dispone di centri di produzione, engineering e proget-

tazione nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Francia, in Cina e in

India, nonché sedi commerciali in oltre 100 paesi. Attualmente,

la società conta un organico di circa 1.971 persone.

ROBOTICA

Baroncelli eletto Presidente dell’IFR

Arturo Baroncelli, dirigente di Comau

Robotics, è stato nominato nuovo Pre-

sidente dell’International Federation

of Robotics (IFR) durante il Consiglio

di Amministrazione dell’ente, tenutosi

a Seoul. Nel corso dell’Assemblea

Generale, Baroncelli ha ringraziato

il suo predecessore, Shinsuke Saka-

kibara, di Fanuc, per l’ottimo lavoro

svolto durante i due anni di mandato.

Sakakibara si dimetterà dal CdA e

dall’Assemblea Generale dell’IFR ma

continuerà a rappresentare Fanuc all’interno del Robot Suppliers

Group. Joe Gemma, dell’azienda americana Staübli, è stato

invece eletto Vice-Presidente dell’IFR

Baroncelli ha espresso la volontà di continuare il lavoro di Saka-

kibara e di voler migliorare l’immagine positiva della robotica e

diffondere una maggiore consapevolezza di questa tecnologia.

Baroncelli ha spiegato che i robot creano lavoro, aumentano la

competitività e la produttività delle aziende manifatturiere di tutto

il mondo, contribuendo alla creazione di aziende di successo,

che a loro volta danno vita a nuovi posti di lavoro. I robot, ha

aggiunto Baroncelli, sono sempre più semplici da utilizzare e

per questo sono in grado di migliorare i processi di produzione

anche delle piccole e medie aziende.

Arturo Baroncelli ha iniziato ad operare nel campo della robo-

tica nel 1985 e dal 1988 lavora in Comau, azienda in cui oggi

ricopre la carica di Segments Management Director di Comau

Robotics. Dal 2008 è membro del CdA dell’IFR e dal 1998 del

CdA della Siri (Associazione Italiana di Robotica e Automa-

zione); nel 2005 è stato insignito a Tokyo del prestigioso Joseph

Engelberger Award. Baroncelli è autore di 27 testi letti in diverse

conferenze e pubblicati in numerose riviste ed è titolare di due

brevetti nel campo dell’automazione interpresse e della saldatura

laser robotizzata.

Arturo Baroncelli è il nuovo presidente della International Federation of Robotics

Il Presidente di Control Techniques, Enrique Miñarro Viseras

MECCATRONICA

Nasce l’associazione europea dei produttori di motori, inverter e UPS

Si è tenuta a Roma l’Assemblea costitutiva del CEMEP, l’Associazione Europea dei Costruttori di Macchine Elettriche e dell’Elettronica di Potenza. Nel corso dell’incontro, sono stati nominati i vertici, che vedono alla Presidenza Juergen Sander di Vem e in qualità di Segretario Generale Andrea Solzi, già Segretario di Anie Energia. All’incontro di Roma erano presenti e hanno contribuito tre capigruppo: Maurizio Russo, Presidente del Gruppo Motori (nonché Vice Presidente Anie Energia), Paolo Colombo, che presiederà il Gruppo Inverter (Presidente del Gruppo Azionamenti Elettrici di Anie Automazione), e Alberto Sciamè, Presidente del Gruppo UPS (Presidente dell’omonimo gruppo interno ad Anie Automazione).L’evento è stato anche l’occasione per le aziende di Anie Energia e Anie Automazione per fare il punto su alcune tematiche alla

base del rilancio della competitività dell’industria nazionale: innovazione tecnologica, efficienza energetica e sorveglianza del mercato.Il regolamento 640/2009 della Commissione Europea che stabilisce i requisiti di progettazione ecocompatibile per l’immissione sul mercato e per la messa in servizio dei motori elettrici, prescrive che dal 1° gennaio 2015 i motori con una potenza nominale compresa tra 7,5 e 375 kW devono soddisfare il livello di efficienza IE3 o, in alternativa, soddisfare il livello di efficienza IE2 ed essere dotati di un variatore di velocità. Per i vertici del CEMEP l’industria italiana è da sempre all’avanguardia nella produzione di macchine elettriche, si è già adeguata in anticipo alle regole comunitarie e sta collaborando con le Istituzioni affinché l’immissione nel mercato dei motori elettrici ad alta efficienza sia sufficientemente monitorata in modo da garantire gli standard individuati dal regolamento europeo.

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Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

BREAKING NEWS

primo piano 17

PROCESSO

Nuova sede Emerson a Padova

Emerson Process Management ha inaugurato la sua nuova sede di

Padova. La cerimonia di inaugurazione si è svolta alla presenza

dei clienti e del management della multinazionale.

Emerson ha precisato che i venditori e gli specialisti di stanza a

Padova saranno in grado di affrontare le nuove esigenze del mer-

cato con un approccio consulenziale strategico e saranno in grado

di suggerire ai clienti le soluzioni con migliori prestazioni. Grazie

ad una formazione continua e ad elevate competenze in differenti

settori industriali, il personale di Emerson si propone nel ruolo di

consulente che diventa partner.

In generale, l’Italia è un mercato importante per Emerson e il

Veneto lo è in modo particolare, con il suo ruolo trainante in molti

settori tecnologici. Le aziende attive nei settori oil & gas, chimico,

petrolchimico, power, cartario e metallurgico, che operano sul ter-

ritorio o che sono in grado di esportare alta tecnologia in tutto il

mondo, potranno beneficiare del supporto locale di Emerson per

la realizzazione di soluzioni all’avanguardia. Emerson potrà aiu-

tare le aziende a progettare, realizzare ed installare soluzioni ad

elevato valore aggiunto, in grado di garantire produttività, effi-

cienza, tutela dell’ambiente ed un più rapido ritorno economico

degli investimenti.

MERCATI

Accordo tra Datalogic e IDEC Corporation

Datalogic, attiva nell’acquisizione automatica dei dati e nell’automazione industriale, ha concluso un accordo con la giapponese IDEC Corporation incentrato sul mercato nipponico. Già partner di Datalogic nell’ambito dell’industrial automation attraverso una joint venture paritetica in IDEC Datalogic, IDEC Corporation è sul mercato giapponese dell’Industrial automation con un fatturato annuo equivalente a circa 217 milioni di euro (al 31 marzo 2013).L’accordo permetterà a Datalogic di rafforzarsi sul mercato giapponese: IDEC diventerà il distributore esclusivo di Datalogic per il Giappone in cui opererà sia in virtù di un contratto di distribuzione che di licenza potendo utilizzare, limitatamente al mercato domestico, il portafoglio IP e compiere tutte le modifiche necessarie per rendere i prodotti adatti alle esigenze giapponesi. Il radicamento territoriale e la penetrazione di mercato di IDEC permetteranno a Datalogic di guadagnare posizioni in un mercato tradizionalmente chiuso agli operatori stranieri. L’accordo prevede inoltre il rafforzamento della partnership con IDEC Corporation attraverso l’ingresso di Datalogic nel capitale della Società giapponese; al termine dell’operazione, Datalogic deterrà circa l’1,2% di IDEC Corporation giapponese (pari a 477.640 azioni). Questa partecipazione verrà ottenuta in cambio del conferimento, da parte di Datalogic, delle partecipazioni attualmente detenute in Giappone (50% di IDL e di Datalogic ADC KK). Lo scambio di azioni è stato effettuato sulla base di una valutazione di IDL/ADC pari a circa 3,1 milioni di euro e di una valutazione delle azioni IDEC sulla base del prezzo medio di mercato dei mesi di marzo, aprile e maggio 2013.

THE ORIGINALPUSH-PULL CONNECTORS

Ambienti ostiliLe serie F, M e H (ermafrodite) a bloc-caggio Push-Pull o a vite con corpo in lega d’alluminio di colore antracite. Alta resistenza alle vibrazioni (gunfire) e agli idrocarburi. Disponibili in più di 20 modelli, da 2 a 114 contatti.

Coassiali Nim-Camac La serie 00 coassiale (50Ω) conviene per le applicazioni di misura, sistemi dicontrollo e di ricerca nucleare (Normativa Nim-Camac CD/N 549). Sono disponibili più di 40 modelli.

Serie B, S, K e EConnettori Push-Pull standard. Multipolari da 2 a 64 contatti, termo cop-pie, alta tensione, fibra ottica, per fluidi, e misti. Disponibili in 8 taglie e più di 60 modelli.Serie K e E stagne IP68/66 secondo la normativa CEI 60529.

REDEL PLa serie REDEL P é disponibile in tre taglie : 1P, 2P e 3P. Corpo del connettore in plastica (PSU o PEI) vastascelta di colori. Disponibili da 2 a 32 contatti bassa tensione, coassiali, misti e per fluidi.

CoelverSerie VAA, SAA e TAA. Connettori coassiali 50Ω e 75Ω secondo la normativa CECC 22220 e DIN. Disponibili in più di 56 diversi modelli.

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BREAKING NEWS

primo piano

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

18

CONNESSIONI

Conrad distribuisce i prodotti di connettività Weidmüller

Conrad Electronic, fornitore di prodotti e servizi nell’ambito dell’elettronica e della strumentazione, ha firmato un accordo di collaborazione con la società specializzata in prodotti di connettività industriale Weidmüller. L’accordo consente a Conrad di offrire l’intera gamma Weidmüller. Questi prodotti per la connessione soddisfano le esigenze di numerose applicazioni di alimentazione e trasmissione di segnali e dati in vari ambiti industriali. I prodotti offerti da Conrad comprendono: morsetti, connettori per circuito stampato, connettori industriali, relè, moduli di interfaccia, trasmettitori, connettori per reti, interfacce per sensori e connettori di vario tipo. Sono disponibili anche alimentatori, dispositivi di protezione, prodotti per l’automazione, fusibili, utensili, custodie e una vasta gamma di accessori per il cablaggio.Questo particolare accordo rafforza la collaborazione tra Conrad e Weidmüller già avviata nel 2011 e permette a Conrad di proporsi come fornitore unico in grado di offrire l’intera gamma di prodotti Weidmüller affiancata da servizi di supporto tecnico e consulenza.Commentando l’accordo, Stefan Fuchs, responsabile del dipartimento acquisti di componenti di Conrad Electronic, ha affermato che per Conrad poter offrire l’intera gamma dei prodotti Weidmüller significa garantire la più ampia scelta ai propri clienti, che possono ridurre il numero di fornitori a cui rivolgersi.

EVENTI

Nasce il polo del food processing&packaging

Fiere di Colonia (Koelnmesse), Fiere di Parma e Ucima (Unione

Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il Confezionamento

e l’Imballaggio) hanno stipulato un accordo strategico per promuo-

vere in tutto il mondo l’industria delle tecnologie di processo e di

confezionamento alimentare italiana.

La partnership creerà una piattaforma internazionale che vedrà

lavorare in sinergia: la rassegna delle food tecnologies di Colonia

“Anuga FoodTec”, il salone delle tecnologie meccano-alimentari

“Cibus Tec” e “Food Pack”, la neo-nata

Joint Venture espositiva creata da Fiere

di Parma e Ucima.

L’accordo strategico supporterà le

aziende non solamente sviluppando

le attività presso le due fiere Anuga

FoodTec e Cibus Tec-Food Pack ma

anche attraverso la condivisione di

nuove iniziative overseas rivolte ai

mercati a più elevato potenziale già a

calendario come Brasile ed India.

I partner dell’accordo puntano ad

offrire ai produttori di tecnologie alimentari concrete opportunità

di promozione del proprio business in una vetrina internazionale a

partire da Anuga 2013, per proseguire a Cibus 2014 dal 5 all’8

maggio, culminare a Cibus Tec & Food Pack 28-31 ottobre 2014 e

proseguire ad Anuga FoodTec 24-27 marzo 2015.

HMI

RS distribuisce i pannelli touch di Schneider

RS Components (RS) ha annunciato che distribuirà i nuovi pan-

nelli operatore della gamma Magelis GTO di Schneider Electric.

Si tratta di una delle più recenti aggiunte all’offerta di RS, marchio

commerciale di Electrocomponents plc, che è attiva nella distribu-

zione via catalogo e web di prodotti di elettronica e manutenzione.

I terminali Magelis GTO ampliano l’offerta di soluzioni avanzate

proposte da Schneider Electric per realizzare interfacce uomo-mac-

china (HMI) con una famiglia di prodotti dalle caratteristiche otti-

mizzate per fornire prestazioni elevate e display adatti all’impiego

in un una vasta gamma di applicazioni industriali, dalle macchine

automatiche compatte, ai sistemi di movimentazione, fino alla linee

di produzione delle industrie farmaceutiche ed alimentari.

I pannelli operatore Magelis GTO sono disponibili con schermi in

cinque diversi formati (3,5”, 6,7”, 7”, 7,5” e 10,4”), tutti con un

display touchscreen TFT a 65K colori che garantisce una chiara

riproduzione grafica per gli operatori in linea di produzione. La

retroilluminazione a Led permette di regolare la luminosità in base

alle condizioni ambientali e di risparmiare energia. Lo schermo da

7” offre un’area di visualizzazione del 40% più grande rispetto a

quella di un modello standard da 5,7”. Grazie al tastierino esterno

con tasti funzione, i modelli con display da 3,5” e 7” offrono un

maggiore spazio di visualizzazione rispetto a quelli dei pannelli

operatore standard delle stesse dimensioni.

Le comunicazioni sono ottimizzate dalla presenza di due linee

seriali e di una connessione ethernet integrata, presente in tutti i

modelli della famiglia Magelis GTO, che garantisce l’accesso a

una gamma completa di servizi internet, tra cui webgate, server

FTP, server diagnostico ed e-mail. La presenza di porte di inter-

faccia moderne (USB 2.0, schede SD) semplifica le operazioni di

installazione e manutenzione dando la possibilità di collegare altre

periferiche. Inoltre, il nuovo pacchetto software applicativo, Vijeo

Design’Air, permette di collegarsi da remoto al pannello operatore

tramite una rete Wi-Fi per riprodurre le informazioni visualizzate a

monitor su un tablet o uno smartphone.

I pannelli operatore Magelis GTO sono semplici da installare e

sono stati progettati per garantire la completa compatibilità con gli

esistenti terminali operatore Magelis HMI, che possono essere sosti-

tuiti senza necessità di modifiche al progetto della macchina che

li ospita. La nuova famiglia di prodotti funziona con temperature

fino a 55° C ed è certificata secondo le norme internazionali per

l’utilizzo in ambienti pericolosi, come quelli tipici del settore navale.

Sono anche disponibili pannelli operatore con cornice in acciaio

inossidabile, particolarmente adatti nelle applicazioni tipiche del

settore alimentare e farmaceutico.

I pannelli Magelis GTO di Schneider

L’edizione 2012 di Anuga FoodTec a Colonia

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MERCATI

primo piano

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

20

L’ AUTOREU. Ce, Cogent

Umberto Ce

Un 2013 sostanzialmente stabile per automazione e strumentazione di processo

I DATI DELL’OSSERVATORIO COGENT SULL’INDUSTRIA DI PROCESSO

Giunge alla quinta edizione l’Osservatorio

Cogent sul settore degli strumenti e dei sistemi

di automazione e di controllo destinati all’indu-

stria di processo.

I segmenti di mercato analizzati sono:

- Strumentazione industriale di misura in

campo (misure di pressione, di temperatura,

di livello e di portata)

- Analizzatori di gas e analizzatori di liquidi

- Valvole di regolazione

- Attuatori (pneumatici, idraulici ed elettrici)

- Sistemi di controllo (a base DCS)

- Service

L’indagine ha coinvolto come ormai da tradi-

zione i principali competitor che operano in

questo mercato.

Continua a crescere il panel di aziende intervi-

state. Quest’anno sono state 33 le imprese coin-

volte per un totale di circa 50 interviste, tutte

condotte face to face e rivolte generalmente ai

responsabili di prodotto e/o ai responsabili ven-

dite delle aziende campione.

L’indagine è stata condotta nel periodo maggio-

luglio 2013 e pertanto i dati raccolti sull’anno

solare sono previsionali e possono essere sog-

getti a variazioni.

Dimensioni e tre nd del mercatoLe previsioni per il 2013 sono di una sostan-

ziale stabilità del mercato totale analizzato, che

dovrebbe attestarsi attorno ai 1.250 milioni di

euro.

In particolare si rileva un calo significativo delle

vendite Italia, compensato tuttavia da una cre-

scita dell’export (che ha raggiunto ormai l’80%

circa del mercato totale), sia indiretto (effet-

tuato attraverso EPC, OEM ecc.) che diretto.

La strumentazione Per il mercato della strumentazione industriale,

stimato attorno ai 210 milioni di euro, si pre-

vede un calo del 3% circa. All’interno del mercato della strumentazione

il segmento principale è rappresentato dalle

misure di portata, valutato 75-80 milioni di

euro e in crescita del +5% rispetto al 2012.

Massici e magnetici rappresentano i segmenti

di mercato più rilevanti, pari rispettivamente a

32 e 28 milioni di euro. Più contenuto risulta

invece il mercato dei vortex, pari a 6 milioni di

euro. Il segmento degli ultrasuoni è valutato

attorno ai 10-12 milioni di euro, suddivisi più o

meno equamente tra ultrasuoni per gas e ultra-

suoni per liquidi.

Nel segmento dei massici il principale settore di

sbocco è costituito da petrolchimico+chimico,

seguito da food & beverage, oil & gas,

pharma, raffinazione e power. Nei magnetici

il principale mercato di destinazione rimane

invece il food & beverage, seguito dal water,

petrolchimico+chimico, power.

Registrano invece una flessione le misure di

pressione (-5-6% il calo previsto rispetto al

2012). Questo mercato dovrebbe attestarsi

nel 2013 intorno ai 65 milioni di euro. La più

importante industry di sbocco è rappresentata

dall’oil & gas, seguita da raffinazione, petrol-

chimico, chimica, power e food & beverage.

Diminuisce sensibilmente il mercato delle

misure di livello (- 12% rispetto al 2012), che si

Cogent è una società di servizi

professionali alle imprese. L’a-

zienda si occupa di ricerche e

analisi di mercato, formazione

manageriale e consulenza stra-

tegica. Cogent aiuta i propri

Clienti nei processi di crescita e di

miglioramento interno fornendo

un supporto di analisi, proget-

tazione, implementazione e di

affiancamento.

In esclusiva per i lettori di questa rivista la quinta edizione dell’Osservatorio Cogent sul settore degli strumenti e dei sistemi di automazione e di controllo destinati all’industria di processo. Secondo i dati raccolti da Cogent, che ha intervistato i principali competitor che operano in questo mercato, il 2013 chiuderà con una sostanziale stabilità complessiva, su un valore che dovrebbe attestarsi attorno ai 1.250 milioni di euro.

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MERCATI

primo piano

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

22

colloca attorno ai 40 milioni di euro. I principali

settori di sbocco sono costituiti ex equo da food

& beverage e raffinazione, seguiti nell’ordine

da chimica, oil & gas e water.

Si mantiene infine sostanzialmente stabile il

segmento dei misuratori di temperatura, mer-

cato valutato anche per il 2013 in 27 milioni

di euro. Il principale settore di destinazione è

costituito dall’oil & gas, seguito da petrolchi-

mico, raffinazione, chimica, power e food &

beverage.

Gli analizzatori Il mercato dell’analitica è valutato in circa 100

milioni di euro. Per il 2013 si prevede un calo intorno al -3-4%.

Il segmento di mercato più rilevante in ter-

mini di valori rimane quello degli analizzatori di gas, stimato attorno ai 65 milioni di euro,

ripartiti tra analizzatori di gas di processo (-5%

rispetto al 2012) ed analizzatori di gas di emis-

sione (-1,5%).

Raffinazione e petrolchimico costituiscono

le principali industry di sbocco nei processi,

mentre nelle emissioni è il power che veicola i

volumi maggiori (50% circa del totale).

Il segmento degli analizzatori di liquidi è sti-

mato per il 2013 attorno ai 35 milioni di euro,

con un calo atteso del -4-5% rispetto al 2012.

I principali settori serviti rimangono power e

water, seguiti da food & beverage, petrolchi-

mico, pharma e chimica.

Valvole e attuatoriIl segmento delle valvole di regolazione è valu-

tato attorno ai 150 milioni di euro e, rispetto al

2012, registra una flessione del -3-4%.

La principale industry di destinazione si con-

ferma ampiamente l’oil & gas, seguita da raffi-

nazione, power, chimica, petrolchimico, metal,

food & beverage, water e pulp & paper.

Rilevante, in termini di valore, è il mercato

degli attuatori (idraulici, elettrici e pneuma-

tici), stimato attorno ai 430 milioni di euro, con

un incremento rispetto all’anno precedente del +

7-8%. Solo il 10% del business è realizzato sul

mercato italiano, mentre il restante 90% è costi-

tuito da ordinato estero (diretto e indiretto). Gli

attuatori pneumatici rappresentano il 60% circa

del mercato totale, il restante 40% è suddiviso

più o meno equamente tra elettrici ed idraulici.

Sistemi di controllo DCS Il mercato dei sistemi di controllo DCS è sti-

mato per il 2013 in 160 milioni di euro (esclusa

la parte service), di cui quasi 60 milioni sono

costituiti da sistemi destinati al settore power.

Rispetto al 2012 si prevede nel complesso un

calo del 2%.

Oltre al power, le altre principali industry ser-

vite sono, nell’ordine, oil & gas, raffinazione,

petrolchimico, chimica, pharma, pulp & paper

e metal.

ServiceUna componente sempre più importante della

filiera è rappresentata dal service. Nel 2013 il

mercato del service dovrebbe raggiungere i

200 milioni di euro, registrando una crescita attorno al +6-7% rispetto all’anno precedente.

La maggior parte del service è a supporto dei

sistemi di controllo (circa 120 milioni di euro),

ed è indirizzata prevalentemente nel power e

nella raffinazione.

Tendenze di mercato

Il mercato italianoPer il mercato italiano le aziende intervistate

prevedono per i prossimi anni un tendenziale calo della domanda.

Nel settore petrolchimico/raffinazione la pro-

gressiva cessazione dell’attività da parte dei siti

italiani determinerà una flessione degli ordini.

Le opportunità sono legate prevalentemente

alla trasformazione dei siti produttivi in depo-

siti (maggior domanda di strumenti collegata

all’aumento dei serbatoi, richiesta di maggior

manutenzione, sicurezza, integrazione e consu-

lenza).Il progetto più importante in Italia legato

all’oil & gas è Temparossa, diventato esecutivo

e dal quale potrebbero nascere nuove opportu-

nità. Altri progetti in prospettiva interessanti

sono quelli di Taranto (riconversione di un vec-

chio impianto di raffinazione) e di Porto Mar-

ghera (green-refinery).

Nel settore chimico le previsioni sono meno

pessimistiche rispetto al recente passato. Alcune

aziende intervistate ritengono che possa esserci

Ripartizione del mercato tra Italia ed export

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Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

MERCATI

primo piano 23

qualche sviluppo a medio-lungo termine, legato per es.

alla sicurezza, al rinnovo degli impianti, all’ottimizza-

zione dei processi, ecc.. Le opportunità più interessanti

riguardano i massici e le misure di livello.

Per quanto riguarda il power tutte le aziende intervistate

non prevedono per i prossimi 2-3 anni investimenti signi-

ficativi. Se a ciò si aggiunge una maggior convenienza ad

acquistare energia da produttori esteri e la diminuzione

dei consumi energetici che caratterizza il nostro Paese, le

previsioni non possono che essere negative.

Nel food & beverage le previsioni sono complessiva-

mente di stabilità/leggera crescita. I driver di sviluppo

sono legati all’andamento anticiclico del mercato finale e

all’apertura di nuovi impianti. Le opportunità più interes-

santi riguardano magnetici e vortex.

Nel pharma le previsioni sono di tendenziale crescita del

mercato, trainata soprattutto dalla preparazione dei prin-

cipi attivi.

Calerà invece nei prossimi anni il pulp & paper; la

produzione da anni si sta ormai trasferendo progressiva-

mente dall’Italia verso altre aree geografiche (Asia, Sud

America, Russia) comportando una diminuzione della

domanda da parte degli end user nazionali.

Per quanto riguarda infine il water l’andamento futuro

del mercato è strettamente legato ai provvedimenti nor-

mativi. La maggior parte delle aziende prevede una certa

stabilità, con un potenziale di crescita a medio-lungo ter-

mine legata ad interventi legislativi.

L’exportPer quanto riguarda invece l’export, le aziende intervi-

state prevedono per i prossimi anni una tendenziale cre-scita della domanda, trainata soprattutto dal mercato

dell’oil & gas.

Le previsioni di crescita dei prossimi anni relative all’oil & gas sono nell’ordine del + 4-5% medio annuo, con un

incremento più sostenuto a partire dal 2015, soprattutto

nell’upstream. Interessanti risultano inoltre le prospet-

tive legate al midstream, un mercato relativamente più

ristretto la cui crescita è legata ai grandi progetti inter-

nazionali.

Più difficili le previsioni per quanto riguarda refinery e

petrochem, la cui crescita sarà comunque mediamente

più contenuta rispetto all’upstream. A livello geografico,

si prevedono grosse opportunità dalla Russia (legate al

gas) e dal Sud America.

Per quanto riguarda il power, le previsioni variano note-

volmente tra le varie aree geografiche. Nel complesso le

aziende intervistate prevedono una crescita abbastanza

contenuta, attorno al +2-3% medio annuo.

Nel settore chimico sono previsti investimenti a livello

mondiale. Il problema, secondo gli intervistati, è preve-

dere quanto delle opportunità che nasceranno saranno

colte dai contractor nazionali. In generale le aspettative

sono di leggera crescita.

Infine, per food & beverage e pharma la tendenza previ-

sta è verso una stabilità/leggera crescita della domanda.■

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CONTROLLO

primo piano

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

24

Obiettivo evoluzione per l’automazione di processo

FOXBORO EVO È IL NUOVO ENTERPRISE CONTROL SYSTEM DI INVENSYS

Mario Gargantini

È all’insegna dell’evoluzione nella continuità il nuovo sistema di Process Automation presentato da Invensys. Con Foxboro Evo la sicurezza è integrata nel controllo, l’integrità operativa degli impianti viene protetta, la comprensione operativa dei dipendenti migliora. Un’infrastruttura adeguata e completa per guidare e anticipare i cambiamenti. Ne parliamo con Chris Lyden e Steve Elliott.

“Qui Houston, a voi San Antonio”: que-

sto il segnale dal quartier generale di

Invensys Foxboro nella capitale texana

per dare il via, lo scorso settembre, al

“lancio” mondiale del sistema di auto-

mazione di processo di nuova genera-

zione. Svelando anzitutto il nome, sul

quale c’era una curiosa attesa nei giorni

precedenti l’evento, quando si era saputo

che era in arrivo qualcosa di veramente

nuovo. Il nome è breve, incisivo e carico

di significati: Evo.

La carrellata di video e immagini stori-

che, introdotta in apertura della Foxboro & Triconex Global Client Conference

di San Antonio (TX) dal Ceo di Invensys Mike Caliel, aiuta subito a cogliere un primo signifi-

cato del termine Evo: evo come evoluzione. Oltre

cento anni di innovazioni tecnologiche e di solu-

zioni per il mondo industriale, in un crescendo

spettacolare: dai primi strumenti di misura e con-

trollo, fino all’era dell’elettronica e dei computer

e poi i DCS con il fortunato sistema I/A Series e

infine la piattaforma InFusion e l’epoca dell’En-

terprise Control.

Ma c’è una seconda accezione di evoluzione:

quella che vede il cambiamento proiettato nel

futuro e, in qualche misura, lo anticipa offrendo

alle aziende sistemi in grado di mettere al sicuro

il loro domani a diversi livelli: proteggendo l’in-

tegrità operativa degli impianti, migliorando la

comprensione operativa dei dipendenti e permet-

tendo loro di adattarsi facilmente e in maniera

adeguata ai mutamenti.

Come ha spiegato ad Automazione e Strumen-tazione, durante la convention di San Antonio il

Senior Vice President di Invensys Chris Lyden:

“Mentre il ritmo dell’economia globale accelera,

la tecnologia dell’automazione diventa sempre

più funzionale ed efficace nell’aiutare i produttori

a concentrarsi sulla ricerca di un valore aggiunto

all’interno delle loro operazioni e delle attività di

automazione. Se gli utenti nella sala controllo e

sul campo possono interpretare meglio il volume

crescente e la complessità delle informazioni che

ricevono in un contesto adeguato di procedure

e rischio operativo, i loro contributi al business

saranno ancora più preziosi. Il sistema Foxboro

Evo è ricco di nuove funzionalità che permette-

ranno di fare tutto ciò ed è strutturato per evolvere

insieme alle aziende mentre queste cambiano e

crescono”.

Questo è possibile perché per Invensys anche il

nuovo traguardo innovativo è l’esito di un pro-

cesso di ascolto attento delle necessità degli ope-

ratori, individuate con precisione e secondo le

diverse mansioni e i diversi ruoli nella dinamica

produttiva. Così Lyden passa in rassegna i cin-que ambiti principali di un’industria di processo;

a cominciare dalle operation, dove bisogna far

Un momento della Foxboro & Triconex Global Client Conference di San Antonio‘

Foxboro Evo è l’equivalente di un DCS ma con un’infrastruttura che gli consente di diventare un ECS

Chris Lyden, Senior Vice President di Invensys

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CONTROLLO

primo piano

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

26

fronte ai cambiamenti del mercato,

alla variabilità dei costi, all’affidabi-

lità del personale; il tutto con l’obiet-

tivo di massimizzare il valore della

produzione.

Lyden considera poi gli operatore di

Control room, che si confronta tutti

i giorni con la sfida del possibile

errore umano, che pesa fino al 40%

nelle situazioni anomale dell’indu-

stria di processo e dipende in modo

rilevante da fattori conoscitivi e di

semplicità di gestione per impianti

che, negli ultimi decenni sono cre-

sciuti in complessità.

Per quanto riguarda l’engineering, c’è da con-

siderare la grande varietà dei sistemi e la sfida

delle tempistiche, che può essere molto facili-

tata da una semplicità e disponibilità dei tool di

progettazione, configurazione e aggiornamento.

La varietà di modelli e strumenti gioca un ruolo

importante anche nell’ambito della manuten-

zione, dove è essenziale cogliere rapidamente

quali sono le informazioni rilevanti sulle quali

intervenire.

Infine, c’è il discorso della sicurezza, dove la

trentennale esperienza di Triconex è ormai per

Invensys un punto di forza stabile. Le risposte

alle esigenze di Safety e Security sono ben evi-

denziate da Steve J. Elliott, Product Director di

Triconex, che sottolinea gli elementi di novità di

questo lancio. Anzitutto l’integrazione dei sistemi

di sicurezza Triconex nel sistema Evo. “Abbiamo

fornito dei moduli per la connessione diretta del

nostro sistema di sicurezza con la nuova rete di

controllo: ciò significa che tutti i tool del sistema

ingegneristico diventano i nodi di una rete attra-

verso i quali possono fluire tutti i dati informa-

tivi. Questa integrazione avviene sia secondo

un approccio software sia secondo quello har-

dware, per tener conto delle preoccupazioni delle

aziende che non possono permettersi sospensioni

nell’attività degli impianti”.

Elliott indica le principali esigenze delle aziende

relativamente alla sicurezza: sono il problema

delle normative e degli standard e del loro conti-

nuo aggiornamento nel tempo; poi c’è il problema

della visibilità delle performance di sicurezza

soprattutto in un contesto di collaborazione tra

aziende e di moltiplicazione delle partnership che

richiede però una maggior confidenza e garanzie

reciproche; infine c’è il tema dell’opinione pub-

blica, sempre più sensibile al tema della sicurezza

(anche perché incidenti continuano ad accadere).

“Le soluzioni messe a punto da Triconex per

Evo rispondono a queste necessità; e si spingono

ancor più avanti, nella prospettiva di utilizzare

più estesamente i dati di impianto per elaborare

analisi in grado di attuare una reale manutenzione

predittiva e di anticipare il più possibile la dia-

gnosi di malfunzionamenti e rischi”.

L’infrastruttura adatta per un efficace Enterprise Control SystemCiò che consente a Foxboro Evo di rispondere

adeguatamente alle richieste delle industrie di

processo, oltre a una serie di miglioramenti tec-

nologici sul versante della velocità e della affi-

dabilità dei componenti, è il quadro unitario e integrato che così si viene a configurare . “La

nostra proposta – continua Lyden - viene incon-

tro alle esigenze di controllo a livello enterprise e

accompagna la nuova visione delle aziende, che

non è più centrata sui processi ma va verso una

ottimizzazione della business performance all’in-

terno di una continua attenzione alla sicurezza

delle operazioni. In questa ottica, devo dire che

Evo contiene l’infrastruttura fondamentale neces-

saria per costruire il più generale sistema InFu-

sion; direi che Evo è l’equivalente di un DCS

Il nuovo controller FCP 280

Componente di punta del sistema Foxboro Evo è il nuovo controller ad alta velocità FCP 280, pensato per rispondere a una serie di esigenze degli impianti di ogni tipo, in particolare alla necessità di

gestire una gran quantità di dati provenienti dalle apparecchiature intelligenti e di integrare un numero crescente di

dispositivi e strumenti; il tutto, naturalmente, con la preoccupazione di minimizzare i costi, semplificando l’architet-

tura del sistema e ottimizzando le connessioni.

Il nuovo FCP 280 si presenta con queste specifiche, potenziate rispetto

al precedente modello FCP 270: un processore ARM a 32 bit; velocità

del clock di 500 MHz (contro i 100 del FCP 270); potenza 8.5 W;

memoria Flash da 128 MB (contro i precedenti 32); numero di bloc-

chi equivalenti raddoppiato, da 4000 a 8000; 200 connessioni IPC

(contro le 100); 4 fieldbus indipendenti (era solo uno nel FCP 270);

un’infrastruttura di rete che prevede sia fibre ottiche che cavi in rame,

mentre prima era possibile solo l’opzione della fibra ottica.

Per quanto riguarda il software, c’è una ampia libreria di blocchi fun-

zione, con oltre 80 tipi di blocchi. I blocchi funzione ad alta velocità nei

moduli I/O comprendono: moduli Fieldbus (FBM) con logica ladder a

20 ms; algoritmi di controllo PID adattativi (PIDA) che danno risposte veloci in real time per loop ad alta velocità;

blocchi MDact (Motor Driven Actuator) per il controllo a ciclo chiuso di valvole a motore e dispositivi simili.

Anche la suite per l’engineering ha potenziato gli aspetti di praticità e facilità d’uso: i tool di configurazione sono

chiari e consentono di risolvere in tempi brevi le situazioni più complesse.

Infine c’è la piena compatibilità col precedente sistema I/A Series: gli attuali utenti DCS di Foxboro

I/A Series possono passare al sistema Foxboro Evo con tempi d’inattività minimi o nulli, a seconda della versione

attualmente utilizzata. Gli utenti dei sistemi concorrenti di automazione di processo, i cui collegamenti sono ancora

in funzione, possono passare a Foxboro Evo senza smantellare e sostituire l’infrastruttura, riducendo significativa-

mente i costi e i tempi di fermo, proprio come erano in grado di fare con il sistema I/A Series.

L’immissione sul mercato della prima release del controllore FCP 280 è programmata per il dicembre 2013.

Confronto tra FCP280 e i controllori della precedente generazione FCP270

Steve J. Elliott, Product Director di Triconex

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Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

CONTROLLO

primo piano 27

ma con un’infrastruttura che gli consente

di diventare un ECS (Enterprise Control

System)”.

Stiamo quindi parlando di un sistema che

sviluppa tutto ciò che era contenuto nella

fortunata I/A Series ma va oltre, sia per i

nuovi elementi che compongono Foxboro

Evo (nuovo controller ad alta velocità,

strumenti di gestione dei dispositivi da

campo, un centro d’intervento per la

manutenzione, uno storico aziendale, un

rafforzamento della componente di Cyber

Security), sia per la più ampia

prospettiva verso la quale è

orientato. Tra l’altro, va notato

che c’è una piena compati-

bilità col precedente sistema

Foxboro I/A Series: gli attuali

utenti di I/A Series possono

passare al sistema Evo con

tempi d’inattività minimi o

nulli, a seconda della versione

attualmente utilizzata. Gli

utenti dei sistemi concorrenti

di automazione di processo, i

cui collegamenti sono ancora

in funzione, possono passare

a Foxboro Evo senza smantellare e sosti-

tuire l’infrastruttura, riducendo significati-

vamente i costi e i tempi di fermo, proprio

come erano in grado di fare con il sistema

I/A Series. Lyden, riprendendo il senso del

nome del nuovo sistema, preferisce parlare

di “evoluzione nella continuità”.

È una convinzione che non viene scalfita

neppure dalla inevitabile domanda proble-

matica circa la ormai certa acquisizione di

Invensys da parte di Schneider Electric:

“Non ci sarà nessuna sovrapposizione, se

non molto marginalmente, col portfolio

di Schneider e non vedo come la propo-

sta di Evo possa essere indebolita dall’ac-

quisizione. Anzi, è una vera occasione,

che può permettere alla nostra proposta di

ECS di aprirsi maggiormente su mercati

come quello europeo e cinese e anche di

ampliare l’offerta a livello di aree indu-

striali, rafforzando la presenza nel manu-

facturing discreto e ibrido”. Insomma,

l’accordo Invensys-Schneider ha tutti i

connotati di quello che si dice un’opera-

zione win-win.

Ora, nella roadmap per la diffusione

di Foxboro Evo i nuovi componenti

del sistema verranno introdotti via via

seguendo gli step di seguito indicati. Nel

dicembre 2013 verranno rilasciati il con-

trollore FCP280, il nuovo Historian e si

completerà l’integrazione del software

Triconex; entro sei mesi saranno disponi-

bili il Maintenance Response Center, gli

I/O ad alta densità, la sicurezza integrata;

entro un anno sarà la volta della Control

Network Interface (CNI) e del nuovo

Gateway Processor. Quindi la parola passa

al mercato. ■

Il nuovo sistema Foxboro Evo

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CONTROLLO

primo piano

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

28

LE NOVITÀ SIEMENS ALLA SPS IPC DRIVES 2013 DI NORIMBERGA

Come produrre al meglio La ricetta di Siemens

Franco Canna

Dal 26 al 28 novembre 2013 Siemens partecipa alla SPS IPC Drives 2013 di Norimberga presentando, nel padiglione 2, lo stand più grande della manifestazione. Le parole d’ordine di quest’anno sono: meno costi, più efficienza, più qualità.

L’edizione 2013 della SPS IPC Drives di

Norimberga, in calendario dal 26 al 28 novem-

bre, si preannuncia ricca di novità. Nei prossimi

numeri della rivista vi daremo contro di tutte le

principali innovazioni di prodotto, ma già oggi

siamo in grado di anticiparvi quello che Siemens

porterà in fiera.

Lo stand al padiglione 2 – il più grande tra quelli

in fiera – sarà suddiviso in cinque aree tematiche

nelle quali saranno presentate le novità di pro-

dotto: Software, Efficienza della progettazione,

Integrated Drive Systems, Energy Efficiency

e Data Driven Services. In quest’ultima area

Siemens presenterà i servizi a valore

aggiunto dedicati all’energia (Energy

Analytics), alla sicurezza (Industrial

Security) e alla manutenzione predit-

tiva (Condition Monitoring).

HMI e controlloLe novità più interessanti sono, a

nostro avviso, quelle legate al mondo

del controllo de dell’interfacciamento

uomo macchina.

La prima notizia è l’espansione della

gamma di CPU della serie Simatic S7 1500 con

due nuovi prodotti: la CPU 1518-4 PN/DP (high

end) e la CPU 1515-2 PN (mid level).

Per tutti i controllori della serie è inoltre in arrivo

un aggiornamento firmware (v1.5).

La CPU 1518-4 PN / DP per applicazioni high-

end dispone di una memoria utente di 13 MB e

offre quattro interfacce di comunicazione: una

interfaccia Profinet con switch a 2 porte per la

comunicazione a livello di campo, due inter-

facce Profinet e una interfaccia Profibus . Le

elevate prestazioni e la grande memoria consen-

tono di collegare fino a 128 assi di ottenere un

funzionamento in sincronia con un clock di 250

microsecondi . La CPU 1518 ha una “bit perfor-

mance” di 1 nanosecondo.

La CPU 1515-2 PN è pensata per il controllo

di applicazioni di medio livello di complessità.

È dotata di una memoria utente di 3,5 MB (500

kilobyte di memoria di programma e 3 MB per i

dati) ed è dotata di due interfacce : un’interfac-

cia Profinet IO per la comunicazione al livello

di campo e un’interfaccia che può essere invece

utilizzata anche per l’integrazione nella rete

aziendale. La CPU 1515 ha una “bit perfor-

mance” di 30 nanosecondi.

Per il comparto HMI Siemens presenta la

seconda generazione dei pannelli Simatic HMI basic panel. Si tratta di soluzioni basate su

schermi widescreen con dimensioni da 4 a 12”

con 64.000 colori. Questi nuovi pannelli sono

dotati di serie di tutte le più comuni funziona-

TIA Portal v13

Le nuove CPU della serie Simatic S7 1500

Simatic HMI basic panel

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CONTROLLO

primo piano

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

30

lità come ad esempio la gestione degli allarmi, la

gestione delle ricette, la possibilità di cambio lin-

gua “al volo”. Il software HMI è la nuova release

di Simatic WinCC V13 HMI, integrato natural-

mente nel TIA Portal.

E proprio TIA Portal, l’infrastruttura unica

che Siemens propone per progettare da un solo

punto di partenza tutte le principali funzioni di

automazione: controllo, HMI e azionamenti,

giunge alla release. TIA Portal v13 integra ora

il supporto per gli inverter G110M che offrono

motore e azionamento in un unico chassis, per

le nuove CPU della serie S7 1500 e per i nuovi

basic panel. Sono inoltre disponibili vari nuovi

tool per semplificare la collaborazione nel team

di progettazione.

Motori e inverterSiemens ha un’idea molto chiara sull’integra-

zione dei sistemi di azionamento, che deve avve-

nire a tutti i livelli: tra i componenti dell’azio-

namento (integrazione orizzontale), con le solu-

zioni di controllo (integrazione verticale) e nel

ciclo di vita della macchina, grazie all’utilizzo di

software e servizi dedicati.

Le principali novità di prodotto in questa area

sono i nuovi motori Simotics FD con raffredda-

mento interno e gli inverter Sinamics G120P in

Cabinet.

I Simotics FD sono caratterizzati da un nuovo

design del motore, con potenze che vanno da 200

a oltre 1.600 kW nella configurazione massima.

I motori sono progettati come sistema modulare

intelligente, con un design innovativo che sfrutta

delle alette di raffreddamento interne. Il raffred-

damento è efficacemente posizionato vicino alla

fonte di calore all’interno del telaio rendendo

possibili tutti i diversi tipi di raffreddamento.

Ciò consente diversi tipi di raffreddamento e di

posizioni di montaggio, il che aumenta la fles-

sibilità di progettazione dell’impianto e molti-

plica le possibilità delle applicazioni per i motori

di pompe, ventilatori e compressori , così come

i sistemi di movimentazione, sollevamento e

ascensori.

La morsettiera fino al 230 percento più grande

con setti obliqui è particolarmente facile da

usare. Il telaio in ghisa grigia rende i motori di

servizio flessibili robusti e resistenti anche in

condizioni ambientali difficili.

Gli inverter Sinamics G120P in Cabinet sono

dedicati al controllo di pompe, ventole e com-

pressori con potenze fino a 200 kW. Se utilizzati

in combinazione con i motori Simotics, il sistema

risultante è in grado di offre ire un livello di effi-

cienza del 98%. Gli inverter sono in grado di

eseguire funzioni di controllo PID e sono dotati

di interfaccia Profienergy, consentendo quindi la

gestione centralizzata e coordinata del carico.

Sinamics G120P ha un design studiato per gli

ambienti più difficili ed è semplice da installare e

mettere in funzione.

Altra novità è l’estensione del sistema di gestione

motori Simcode pro con la nuova serie entry

level Simcode pro S che offre le più comuni

funzioni di protezione, monitoraggio e controllo

per i motori

in un unico dispositivo di base e un modulo mul-

tifunzione opzionale.

L’apparecchio di base, sottile 22,5 millimetri,

offre non solo le funzioni di avviamento diretto

e invertito, ma anche una termo resistenza e fun-

zioni di protezione di sovraccarico. Viene fornito

con quattro ingressi digitali e due uscite relè. Il

sistema comunica con i controlli di livello supe-

riore tramite l’interfaccia di comunicazione inte-

grata Profibus. Il modulo multifunzione corri-

spondente, anch’esso caratterizzato da un design

compatto, aggiunge quattro ingressi digitali per

collegamenti a 24 V o anche a 110-240 V, oltre a

due uscite a relè.

SoftwareLa principale novità software è probabilmente

Comos v10.1. La nuova versione della suite

pensata per aumentare l’efficienza della gestione

di impianto nell’industria di processo presenta

numerose novità tra le quali segnaliamo: un

nuovo database contiene un maggior numero

di funzioni dedicate a specifici settori applica-

tivi, cosicché gli utilizzatori devono inserire

un minor numero di caratteristiche specifiche

dell’impianto; Comos v10.1 è maggiormente

integrato con il sistema di controllo di processo

Simatic PCS7; da ultimo, è stata implementata

la visualizzazione 3D con Comos Walkinside:

utilizzando occhiali per la realtà virtuale e game-

I nuovi motori Simotics FD

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Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

CONTROLLO

primo piano 31

pad per controllare i personaggi virtuali gli utenti possono

avere un’impressione realistica di quello che succede

sull’impianto. Comos Walkinside può essere utilizzato per

le revisioni di progetto, per la simulazione e può essere uti-

lizzato per la formazione prima della messa in funzione di

un impianto.

Sempre in tema software, segnaliamo la nuova release di

Simit v7.1, il tool di Siemens per il virtual commissioning

dei programmi di automazione.

NetworkingInteressante novità in arrivo sono gli switch ethernet Sca-lance XM-400. Disponibili due modelli base per 16 (Sca-

lance XM416-4C) o 8 (Scalance XM408-8C) stazioni di

rete; oltre a questi modelli sono poi parte della gamma

anche due box per estendere il numero di porte. Questi

dispositivi sono dotati di connettività NFC per la trasmis-

sione del proprio indirizzo IP per le operazioni di diagno-

stica e manutenzione.

Presentata inoltre una soluzione RFID per la gestione

veloce e senza errori dei tool delle macchine utensili, basata

sull’uso di transponder MDS D117 e MDS D127 e del

nuovo lettore per installazione stabile Simatic RF250R o di

quello per uso su palmare Simatic RF310M. ■

Scalance XM-400

La soluzione RFID per gestione dei tool

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primo piano

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

32CONTROLLO

Jacopo Di Blasio

CONTROLLORI PC INTEGRATI E RESISTENTI DA ADVANTECH

Esistono molti punti di vista su come potrebbe-

ro essere i futuri mezzi di trasporto, ma è certo

che comprenderanno una maggiore quantità di

sensori, di apparati di comunicazione, di siste-

mi di trasmissione dati e di elettronica di con-

trollo in grado di gestire dispositivi e flussi di

informazioni. Proprio in questo ambito Advan-

tech ha recentemente presentato delle soluzio-

ni tecnologiche adatte ad applicazioni di con-

trollo e supervisione. Una in particolare è mi-

rata per quello che è

il mezzo di trasporto

tecnologico più antico

e che, paradossalmen-

te, si sta dimostrando

quello più adatto a re-

cepire l’innovazione e

le nuove tecnologie: il

treno.

Il nuovo prodotto

Advantech destinato

al settore ferroviario

è un controllore inte-

grato, basato su un’ar-

chitettura PC evoluta, che rappresenta un ele-

mento fondamentale di un insieme di tecnologie

destinate a svolgere un ruolo di primo piano nel

panorama industriale del prossimo futuro. Si

tratta del V2X, che rappresenta l’insieme del-

le tecnologie di comunicazione comprenden-

ti i collegamenti da veicolo a veicolo (vehicle

to vehicle o V2V) e tra veicolo e infrastruttura

(V2I). In pratica costituirà l’anello di congiun-

zione tra la strumentazione a bordo dei veico-li e la building automation delle infrastrutture.

Una delle caratteristiche più importanti del

nuovo box PC per applicazioni ferroviarie di

Advantech, denominato ARS-2510T3, è quella

di combinare i più potenti processori Intel di

terza generazione per piattaforme PC, le CPU

basate su Core i7, in un hardware che è in grado

di resistere alle temperature previste per la cer-

tificazione ferroviaria T3 (da -25 °C a +70 °C,

con la capacità di resistere 10 minuti a +85 °C).

Il nuovo Box PC è progettato per applicazioni

che richiedono un’architettura scalabile e fles-sibile, specialmente quando vi sia la necessità

di un controllore che possieda la velocità e la

capacità di calcolo necessarie per gestire funzio-

nalità multiple, anche di tipo molto sofisticato,

con grandi moli di dati da elaborare. Anche per

questo ARS-2510T3 è dotato di 8 GB di Ram e

di capacità di connessione comprendenti inter-

facce Usb 3.0, due PCIe, SMBus, Sata 2 e SPI.

Questa nuova macchina prevede di poter inte-grare dei moduli I/O di espansione all’interno

del suo box fanless protetto (IP50+), che è ali-

mentato attraverso una connessione M12 (con

tensioni da 12/24/48/72/96/110 V). Tra i moduli

che possono essere imbarcati sono previsti

dall’inizio dei modelli che forniscono doppia

GigaLan, o due porte isolate RS-232/422/485

(con connettori DB9), o due porte isolate Can

(DB9), oppure un modulo con driver Sata (per

SSD da 2,5") e I/O digitali isolati.

Le capacità in termini di acquisizione dati e di

gestione I/O rendono questo prodotto partico-

larmente adatto ad applicazioni di supervisione

e controllo, che sono facilitate anche dalla com-

pleta connettività wirless, che prevede GSM-R,

3G o 4G, WiFi e GPS.

Il nuovo box PC ARS-2510T3 si inquadra in

una proposta di Advantech più ampia che arriva

a comprendere anche una gamma completa di

piattaforme embedded basate sui processori

Intel di quarta generazione (CPU Intel Core

U). Questi prodotti, con schede madri a bassa dissipazione (15 W), sono capaci di fornire

una potenza di calcolo esuberante e di gestire

applicazioni industriali con disinvoltura. La

Le tecnologie di comunicazione tra veicoli e tra il veicolo stesso e l’infrastruttura (V2X) stanno diventando sempre più importanti e pervasive, acquisendo importanza anche per l’industria. Advantech ha recentemente proposto diverse soluzioni integrate adatte al V2X e alle applicazioni di automazione industriale con specifiche più severe.

A FIL DI RETEwww.advantech.it

Più potenza di calcolo per trasporti e industria

La vista posteriore del box PC fanless ARS-2510T3 da un’idea della flessibilità di questa macchina

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CONTROLLO

primo piano

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

34

proposta di Advantech basata su processori di

quarta generazione comprende: computer on

module (designato SOM-6894), schede madri

industriali (Mini ITX AIMB-230), single board

computer (MIO-5271) e unità complete box PC

fanless (ARK-1550). I processori di questi pro-

dotti incorporano la tecnologia PCH (Platform

Controller Hub) che consente di gestire sul chip

sia il clock che diverse interfacce

grafiche. Per esempio, il modulo

SOM-6894 è dotato di un processore

Intel Celeron 2980U che opera a 1,6

GHz, con capacità grafiche integrate

e memoria fino a 16 GB (DDR3L).

Advantech, che in pratica controlla

tutta la filiera tecnologica dei suoi

prodotti, dall’assemblaggio della

scheda alla produzione dell’unità di

controllo, si trova in una situazione

favorevole dal punto di vista tecno-

logico.

Questo produttore è posizionato

in maniera strategica in un settore,

quello delle tecnologie V2X, che

può contare su investimenti concreti e già asse-

gnati a livello europeo.

Advantech molto probabilmente continuerà ad

espandere la sua offerta in questa direzione,

visto che può gestire un insieme di tecnologie

che si stanno evolvendo in maniera estrema-

mente veloce, sia nel V2X che nell’automa-

zione industriale. ■

Advantech lancia “Factory of the Future”A 100 anni dalla prima catena di montaggio per la produzione di massa di automobili, realizzata da Henry Ford all’Highland Park plant il 1° Dicembre 1913, le

aziende dell’automotive sono impegnate nella ricerca di nuove soluzioni per vincere le sfide della qualità, dell’efficienza e della flessibilità.

L’approccio Factory of the Future consiste nello sviluppare un modello di cooperazione tra componenti di business ed operative focalizzato su obiettivi di maggiore

produttività, sostenibilità e performance economica. Per raggiungere questi obiettivi, è indispensabile coniugare tecnologie efficaci a spazi ed operazioni gestite in

modo intelligente.

In questo contesto, la gestione intelligente della linea di assemblaggio diventa strategica: all’incremento della velocità di produzione e della qualità, deve corrispondere

la riduzione dell’ingombro della linea e l’aumento della capacità produttiva.

La soluzione Advantech per incrementare la flessibilità e la capacità produttiva della linea, riducendo al contempo l’error ratio, valorizza l’addetto all’assemblaggio,

rendendolo capace di assumere in tempo reale decisioni basate su dati affidabili.

Consentire all’operatore, ad esempio, di scegliere componenti alternativi a quelli non disponibili, richiede l’adozione di Touch Panel Computer multi-touch con software

HMI dedicato: in caso di failure in qualsiasi punto della linea di assemblaggio, l’operatore può risolvere il problema utilizzando il Touch Panel Computer per visualizzare

i dati elaborati dal software Scada ed evitare la propagazione di errori o il congestionamento della linea stessa.

I nuovi TPC-1840WP e TPC-2140WP, premiati con l’IF award per il loro design moderno, offrono un’intuitiva interfaccia operatore capace di fornire in modo semplice

e veloce le informazioni necessarie.

Gli schermi da 18.5” e 21” e soprattutto il rapporto 16:9, mettono a disposizione il 40% in più di area display rispetto ai formati 4:3. Inoltre, la capacità multi-touch

migliora il controllo e l’usabilità. L’utilizzo di processori AMD T56E 1.65 GHz con CPU indipendente, garan-

tisce la fruibilità di grafiche ad alte performance, come Windows 8 e DirectX11. Infine, la predisposizione

all’attacco VESA consente di posizionare i TPC ottimizzandone l’ingombro.

L’abbinamento dei TPC-1840WP / 2140WP con SUSIAccess, l’innovativo software di remote device

management di Advantech, rende il sistema più efficiente, creando una piattaforma intelligente e intercon-

nessa nel sistema produttivo.

Infine, la possibilità di integrazione con WebAccess, lo Scada web-based di Advantech, realizza la soluzione

completa, efficiente, dinamica e affidabile per realizzare la Factory of the Future.

Le ultime implementazioni di questa soluzione sono avvenute in Italia e Germania, dove Advantech ha

offerto le più avanzate tecnologie software, il supporto locale per l’avvio del progetto e soprattutto una

soluzione che assicura funzionamento continuo e life cycle prolungato.

Diversi moduli aggiuntivi aumentano le capacità di ARS-2510T3 in termini di I/O

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La combinazione unica tra dimensioni minime, prestazioni eccezionali e compatibilità con vari elementi.

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MECCATRONICA

primo piano

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

36

SOFTWARE DI SVILUPPO MODULARE E MOTORI SMART DA LENZE

Jacopo Di Blasio

Un approccio efficiente per ideare e realizzare sistemi meccatronici è la proposta di Lenze per i costruttori di macchine e sistemi d’automazione. Questo approccio si concretizza in nuove tecnologie e prodotti del Gruppo Lenze, che comprendono gli strumenti modulari di sviluppo software per le macchine e i motori smart di ultima generazione.

I costruttori di macchine, che notoriamente rap-

presentano una realtà manifatturiera trainante

per l’economia Italiana, si trovano ad affron-

tare sfide sempre più complesse per mantenere

competitivi i loro processi produttivi e i loro

prodotti, con un mercato globale che richiede

un numero sempre maggiore di varianti di pro-

dotto, con tempi di sviluppo sempre più stretti

e costi competitivi.

Per venire incontro

a questo tipo di esi-

genze, il Gruppo

Lenze ha messo a

punto un insieme di

soluzioni hardware

e software mirate a

semplificare l’ide-azione e la realiz-zazione di sistemi di automazione e di controllo del movimento, pro-

ponendo un approccio inteso a rendere più effi-

ciente il lavoro dei costruttori di macchine e dei

produttori di sistemi d’automazione.

L’idea, la progettazione e la realizzazione di

soluzioni di meccatronica e automazione si

sviluppano, secondo Lenze, attorno al concetto

di Motion Centric Automation, che partendo

dal livello più fondamentale dell’automazione,

costituito dagli azionamenti e dalle soluzioni

di movimento, considera centrale il ruolo del

controllo e arriva a comprendere lo sviluppo

standardizzato e modulare del software per le

macchine, in un processo che può essere defi-

nito come engineering efficiente.

Erhard Tellbüscher, Amministratore Dele-

gato di Lenze SE (la holding che controlla il

Gruppo Lenze), ha affermato: “L’engineering

efficiente sta diventando sempre più un fattore competitivo fondamentale per i costruttori di macchine e di sistemi in tutto il mondo. Lenze

sta dando un contributo sostanziale in questo

settore”. Nello specifico Tellbüscher si è detto

particolarmente soddisfatto dei prodotti del

Gruppo Lenze di più recente concezione, come

i motori della serie Smart Motor e il nuovo

software, denominato Lenze Fast, apposita-

mente ideato in moduli riutilizzabili e basato

su un template applicativo che permette ai

costruttori di macchine e agli OEM di mante-

nere un elevato grado di standardizzazione ed

efficienza nello sviluppo del software.

Moduli per la flessibilitàIl pacchetto di sviluppo prodotto da Lenze è

pensato per consentire la realizzazione di un

sistema meccatronico completo partendo dallo

sviluppo modulare del sistema di controllo,

che gestisce il movimento della macchina, per

mezzo dell’aggiunta di singoli moduli software

indipendenti, adatti a diverse tipologie di appli-

cazioni, che sono integrabili nel sistema attra-

verso un loro apposito template applicativo.

Il pacchetto software Lenze Fast è progettato

con lo scopo di ottenere dei sensibili migliora-

menti nei tempi di sviluppo, che il produttore

stima siano riducibili dell’80%, con una sostan-

ziale semplificazione e una maggiore flessibi-

lità nella progettazione dell’applicazione.

Il template applicativo comprende un’interfac-cia di comunicazione che garantisce la stan-dardizzazione del software e fornisce anche

un insieme di strutture fondamentali per la rea-

lizzazione dell’applicazione, come la diagno-

stica e la macchina a stati.

I moduli software ottenuti attraverso i template

applicativi possono essere combinati tra loro

A FIL DI RETEwww.lenze.com

Anche per lo sviluppo di soluzioni per il Packaging, sono previsti appositi moduli del software Lenze Fast

Gli strumenti dell’engineering efficiente

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MECCATRONICA

primo piano

Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

37

creando dei sistemi più complessi, ma comun-

que basati su elementi semplici da compren-

dere, utilizzare e riutilizzare.

In pratica, attraverso il pacchetto Fast di Lenze,

i tecnici dell’automazione possono lavorare con

un’architettura base a cui possono essere incor-

porate delle funzioni di moduli specifici, che

sono autonomi, pre-testati e intercambiabili.

Per esempio, con l’apposito modulo e conside-

rando il caso di una macchina per il confeziona-

mento, sono disponibili funzioni predefinite in

grado di gestire l’alimentazione, lo svolgimento

delle bobine di semilavorato, la formatura di

confezioni o buste, la sigillatura e lo scarico del

prodotto.

Tra i diversi moduli per il motion control, il

pacchetto di Lenze ne comprende numerosi

molto specifici, come: quello dedicato alle tra-

smissioni elettriche con sincronizzazione degli

assi e controllo preciso di velocità e posizione,

quello di controllo tensione con regolatore PI

adattativo, quello pick&place, quello per le

macchine da taglio in linea ecc.

L’utilizzo di moduli standard è pensato allo

scopo di rendere possibile, oltre agli aspetti

strettamente economici di riduzione dei costi

di sviluppo, una diminuzione sostanziale del

tempo necessario a realizzare il software di

controllo della macchina, tempo che invece può

essere impiegato per ideare e verificare nuove

caratteristiche o funzioni del sistema, rendendo

disponibili maggiori risorse per l’innovazione.

Motori versatiliNel quadro dello sviluppo di strumenti di

engineering efficiente, la continuazione ide-

ale dell’impegno di Lenze è nella proposta di

dispositivi hardware capaci di integrarsi alla

perfezione con le evolute funzionalità del sof-

tware. Infatti, lo stesso concetto di versatilità

e flessibilità è alla base dei nuovi motori CA trifase (400...460 V) della serie Lenze Smart Motor, nei quali il produttore ha voluto coniu-

gare la semplicità di un motore CA con i van-

taggi di un controllo elettronico del motore. I

prodotti Smart Motor dispongono di numerose

funzioni integrate, particolarmente adatte per

le applicazioni di movimentazione, e permet-

tono di impostare la velocità costante più adatta

all’applicazione (tra 500 e 2.600 rpm). Lenze ha

calcolato che un potenziale utilizzatore di que-

sta nuova serie di motori potrebbe ridurre del

70% il numero delle varianti di azionamenti che

utilizza, diminuendo di conseguenza i costi di

stoccaggio.

Molte applicazioni di movimentazione richie-

dono che i motori siano in grado di fornire dei

picchi significativi in termini di cop-

pia massima, per esempio in partenza

per vincere l’inerzia, e questo è uno

dei motivi per cui la serie Smart Motor

comprende due modelli di motore in

grado di fornire 7 Nm (mod. MBE 063-

L4E) e 20 Nm (mod. MBE 080-L4E)

di coppia massima. Inoltre, gli Smart

Motor di Lenze sono disponibili con

diverse opzioni, anche con riduttori integrati (i nuovi riduttori g500) e con

sistemi frenanti di lunga durata.

Anche dal punto di vista della facilità di

utilizzo i motori di questa serie presen-

tano degli aspetti innovativi, visto che

incorporano tecnologie RFID e possono essere

gestiti per mezzo di uno smartphone, grazie alla

app di Lenze.

ConclusioniComplessivamente, considerando la creazione

di un novo software basato su un concetto

modulare e la realizzazione dei più recenti

dispositivi con intelligenza integrata, si tratta

di obiettivi che il Gruppo Lenze ha raggiunto

grazie a una importante quota di investimenti,

che l’azienda riserva per le attività di ricerca

tecnologica e di sviluppo di nuovi prodotti.

La strategia del Gruppo è bene illustrata dalle

parole di Tellbüscher, che dichiara: “Siamo

certi che i nostri nuovi prodotti e la continua

espansione mirata del nostro portafoglio di pro-

dotti ci aiuteranno a mantenere la nostra buona

posizione di mercato e la stabilità a lungo ter-

mine”. Infatti, in termini finanziari, in base ai

dati recentemente divulgati dal Gruppo Lenze,

gli investimenti in ricerca e sviluppo si sono

dimostrati una scelta strategica pagante e questa

azienda, nell’anno fiscale 2012-2013 (per l’e-

sattezza dal 1 marzo 2012 al 30 aprile 2013), ha

registrato un incremento nelle vendite di 10,9

milioni di euro, passando dai 576,9 milioni del

2012 al più recente dato 2013 di 587,8 milioni

di euro. ■

Erhard Tellbüscher, Amministratore Delegato di Lenze SE

La movimentazione del materiale è un settore applicativo di riferimento per la serie Smart Motor di Lenze

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IDENTIFICAZIONE

primo piano

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

38

Jacopo Di Blasio

LA STRATEGIA R&D DEL GRUPPO DATALOGIC

Il contesto economico e normativo del nostro

Paese non sempre è in grado di assecondare la

pianificazione dell’innovazione e la program-

mazione dello sviluppo tecnologico che sono

ormai dei requisiti fondamentali per le imprese

che operano nel settore industriale. Ma, nono-

stante l’ambiente che a volte sembra ostacolare

l’innovazione (è sufficiente ricordare la comples-

sità della normativa italiana sui brevetti), ci sono

aziende che nel nostro Paese riescono a program-

mare ed eseguire degli impegnativi programmi di ricerca e sviluppo e che sono in grado di

proporre prodotti tecnologicamente competitivi

con la migliore produzione presente sul mercato

globale.

Datalogic è una di quelle aziende che ha avuto

e che mantiene un’attenzione particolare per le

nuove tecnologie e lo sviluppo di prodotti che

siano in grado di anticipare le esigenze dei mer-

cati. In particolare, Datalogic è una realtà italiana

presente e attiva a livello globale nell’ambito della

tecnologia e molto nota, soprattutto tra il grande

pubblico, come produttore di lettori di codici

a barre, mercato in cui si colloca tra i principali

marchi al mondo e che la vede spesso giocare un

ruolo di primo piano anche con i giganti mondiali

della grande distribuzione. Il Gruppo Datalogic

opera da tempo anche nell’ambito delle tecno-

logie industriali dell’acquisizione automatica dei

dati, dei computer mobili, dei sensori, dei sistemi

di visione e dei dispositivi di marcatura laser.

L’attenzione per l’innovazione, da parte di questo

produttore, si è recentemente concretizzata nella

nascita della divisione Business Development, una struttura espressamente dedicata allo svi-

luppo. Nel dettaglio, la nuova divisione è organiz-

zata in tre branche: “New needs and application scouting” è la sezione che funziona da interfaccia

con gli utilizzatori dei prodotti e delle tecnologie

del gruppo, raccogliendone le segnalazioni e gui-

dandoli nel rapporto con le altre sezioni; i “Data-logic Labs” si occupano direttamente dell’attività

di ricerca di nuove tecnologie e di sviluppo di

nuove applicazioni; infine, la sezione “Mergers & Acquisitions” svolge attività di esplorazione

e valutazione nell’ottica di operazioni che garan-

tiscano al gruppo di crescere sia in termini di

dimensioni che come capitale tecnologico.

Per quanto riguarda il modo attuale di gestire l’in-

novazione, da parte di questo gruppo, sono anche

e soprattutto i numeri che devono parlare: Datalo-

gic attualmente può contare su una forza lavoro di

oltre 2.400 persone di cui 350 sono direttamente

impegnate in attività di ricerca e sviluppo e l’a-

zienda può vantare un portafoglio di oltre 1.000

brevetti.

Un aspetto finanziario importante è stato eviden-

ziato da Romano Volta, fondatore di Datalogic

(nata a Bologna nel 1972) e attualmente Presi-

dente e Amministratore Delegato del Gruppo,

che, in occasione della presentazione del piano industriale dell’azienda, ha sottolineato la deci-

sione di aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo, fondamentali per la crescita e per man-

tenere la posizione del gruppo sul mercato: inve-

stimenti che salgono all’8% annuo dei ricavi, rispetto al 7% che era stato previsto dal piano

precedente.

Lo sviluppo di Datalogic è stato caratterizzato

anche da importanti acquisizioni motivate, più

che da criteri finanziari contingenti, da una con-

creta strategia tecnologica e produttiva che nel

tempo ha premiato il gruppo. Un esempio lam-

I prodotti per il settore industriale hanno un’importanza crescente per la strategia di sviluppo di Datalogic

Un caso di riuscita pianificazione nello sviluppo, da parte di un’azienda del nostro Paese, è quello del Gruppo Datalogic che, con investimenti in ricerca tecnologica e acquisizioni mirate, ha progressivamente ampliato la sua presenza sui mercati internazionali. L’azienda ha recentemente presentato il piano industriale 2013-2015.

A FIL DI RETEwww.datalogic.com

Un caso italiano di innovazione programmata

I lettori di codice sono tra i prodotti più conosciuti di Datalogic

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Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

IDENTIFICAZIONE

primo piano 39

pante è l’acquisizione dell’americana Photographic Sciences

Corporation (PSC), che fu storicamente la prima a realizzare

lettori di codici a barre e che è stata acquisita da Datalogic

nel 2005, rafforzando il Gruppo sia dal punto di vista tecno-

logico che commerciale, stabilendo una posizione di prima-

ria importanza sul mercato nord americano.

Come accennato in precedenza, il Gruppo Datalogic ha

recentemente reso noto il suo il Piano Industriale 2013-

2015, un impegno programmatico ufficiale che è stato

approvato dal Consiglio di Amministrazione del Gruppo. Il

Piano Industriale ha naturalmente dovuto tenere conto dello

scenario economico globale e del momento critico per i set-

tori di riferimento. Datalogic ha previsto, basandosi sui dati

di società indipendenti di ricerca del settore che, per quanto

riguarda i mercati in cui opera, dopo la contrazione degli

ultimi anni, molto probabilmente seguirà una ripresa a par-

tire dal 2014.

In ogni caso, l’azienda ha motivi di ottimismo, infatti il

Gruppo Datalogic prevede di continuare a crescere a ritmi

superiori a quelli attesi dal mercato, puntando molto sulle

sua capacità di innovazione. Grazie ai suoi 12 centri di svi-

luppo sparsi nel mondo, il gruppo ha mantenuto la capacità

di proporre una ventina circa di nuovi prodotti all’anno.

Ritornando alle cifre: nell’anno 2012 Datalogic ha lanciato

22 nuovi prodotti e depositato 100 brevetti. Un impegno

che, come era prevedibile, ha ripagato in pieno lo sforzo,

con il 25% delle vendite che è stato garantito a Datalogic

proprio dai nuovi prodotti.

Il 2012 ha portato al Grupppo 462,3 milioni di euro di ricavi,

che sono composti al 64% dal mercato dell’acquisizione automatica dei dati e dal 28,2% da quello dell’automa-zione industriale. Infatti, anche in base a quanto stabilito

nel piano industriale, nei prossimi anni il gruppo ha inten-

zione di rinforzarsi in questi settori di riferimento, acqui-

sizione automatica dei dati e automazione industriale, con

investimenti mirati all’innovazione tecnologica, oltre che

nella distribuzione, in settori che comprendono il manifattu-

riero, il medicale, i trasporti e la logistica.

Da quanto emerge dai dati presentati nel suo piano, l’a-

zienda ha stimato che a livello globale il mercato dell’ac-

quisizione automatica dei dati sarà caratterizzato da un tasso

di crescita annuale composto (CAGR), sul periodo 2012-2015, dell’1%, mentre per il mercato dell’automazione industriale è prevista una crescita del 7%.

Nell’ambito del settore manifatturiero, che conta per il 35%

del fatturato di Gruppo, Datalogic prevede di recuperare

quote di mercato nell’ambito della Factory Automation,

investendo nell’ambito delle tecnologie di acquisizione di immagini, di visione automatica e sensori miniaturiz-

zati. Particolare rilievo avranno i dispositivi mobili per la

logistica e le tecnologie laser che, nel caso di queste ultime,

vedranno anche l’apporto di Multiwave Photonics, azienda

acquisita di recente.

Tra i principali obiettivi economici e finanziari che il gruppo

si è posto nel suo piano industriale, nell’arco temporale che

va dal 2013 al 2015, c’è quello di arrivare a dei ricavi com-

presi tra i 535 e i 545 milioni di euro. ■

Sabik: la linea CAD che garantisce la massima completezza

nella creazione di schemi elettromeccanici e fluidici in un

ambiente di lavoro completamente integrato.

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POWER

primo piano

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

40

I NUOVI INTERRUTTORI APERTI SACE EMAX 2 E IL QUADRO SYSTEM PRO E POWER ABB

Franco CannaCon il suo roadshow “ABB re-set 2013” partito

da Brescia e organizzato in altre undici tappe

(Torino, Milano, Padova, Verona, Bologna,

Firenze, Ancona, Roma, Bari, Napoli, Palermo),

ABB ha presentato al mercato le più recenti inno-

vazioni tecnologiche di prodotto sviluppate dalla

sua divisione Low Voltage Products, che vanta

un approccio di cooperazione innovativa con le

università di tutto il mondo e investimenti in Ricerca e Sviluppo pari al 2,5% del fatturato.

Protagonisti sulla scena la serie di interruttori aperti Emax 2 e la famiglia dei quadri System pro E Power fino a 6300A, un binomio che rin-

nova profondamente la realizzazione dei quadri

di distribuzione di energia per l’industria e il ter-

ziario.

Questi prodotti, destinati a essere installati in oltre

100 Paesi, sono il frutto di anni di ricerche inno-

vative e l’esperienza nel campo elettromeccanico

dei centri di sviluppo ABB di Bergamo, Frosi-none e Garbagnate Monastero (LC) che hanno

portato alla concezione e allo sviluppo di una

soluzione che sfrutta ben nove brevetti sia mec-

canici sia software.

“Grazie ai nuovi prodotti e agli investimenti

effettuati, ABB emerge nello scenario econo-

mico attuale”, ha commentato Alessandro Palin,

responsabile della divisione Low Voltage Pro-

ducts di ABB. “Gli interruttori Emax 2 e i quadri

System pro E Power sono frutto dell’innovazione

tecnologica targata Italia, capace di sostenere le

idee e di fornire l’energia con cui ripartire sul

mercato insieme ai nostri clienti”.

Interruttori aperti Sace Emax 2La serie di interruttori aperti Sace Emax 2 supera

i “confini” applicativi di un normale interruttore

per proporsi come un vero e proprio Power

Manager.

Gli interruttori Sace Emax 2 e la loro gamma di

sganciatori Ekip con i relativi accessori offrono

un’ampia serie di funzioni per soddisfare effica-

cemente qualsiasi esigenza applicativa.

La serie Sace Emax 2 è composta da quattro

taglie di prodotto:

E1.2, 1600A con Icu fino a 66kA a 440V e Icw

fino a 50kA per 1s in 210 mm di larghezza

E2.2, 2500A con Icu fino a 100kA a 440V e Icw

fino a 85kA per 1s in 276 mm di larghezza

E4.2, 4000A con Icu fino a 150 kA a 440V e Icw

fino a 100kA per 1s in 384 mm di larghezza

E6.2, 6300A con Icu fino a 200kA a 440V e Icw

fino a 120kA per 1s in 762 mm di larghezza.

Tutti i prodotti Emax 2 dispongono della funzio-

nalità Ekip Power Controller che utilizza un

algorit mo brevettato per determinare la potenza

media assorbita in un periodo di tempo definito

e quindi controllare un elen co di utenze al fine

di mantenere i consumi al di sotto del massimo

limite di potenza specificato dall’utente. L’elimi-

nazione di misure su base istantanea e la capacità

di sincronizzazione con i dispositivi di misura

dell’ente distributore creano una condi zione di

efficienza che consente notevoli risparmi sui costi

fatturati in bolletta senza che siano necessari ulte-

riori sistemi di controllo.

Il sistema Ekip Link ed il pannello operatore

Ekip Control Panel garantiscono il controllo

centralizzato degli interruttori e delle relative fun-

zioni sia dal quadro stesso che da remoto. Essi

non richiedono alcuna programmazione e sono

disponibili anche con il modello base dello sgan-

ciatore di Emax 2; costituiscono quindi un modo

Il nuovo interruttore ABB Sace Emax 2

Un interruttore in grado di eseguire le più complesse funzioni di gestione dei carichi e un rivoluzionario quadro dedicato alla distribuzione primaria. Sono le due novità di prodotto sviluppate da ABB Sace con l’ausilio dei centri di eccellenza di Bergamo, Frosinone e Garbagnate Monastero. Scopriamoli in dettaglio.

Interruttori aperti e quadri di distribuzioneL’innovazione made in Italy di ABB

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Grazie ad un’estrema modularità meccanica e un’ar-

chitettura di programmazione completamente aperta,

AC drive ADV200 proposto da Gefran offre fl essibilità

di integrazione e semplicità di programmazione.

Disponibile in gamme di potenza da 0,75kW fi no a

1,5MW, ADV200 è frutto della migliore tecnologia

italiana al servizio delle specifi che esigenze applicative.

ADV200 INVERTER PER APPLICAZIONI INDUSTRIALIHall 4 Stand 260

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POWER

primo piano

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

42

economico e vantaggioso di accrescere le possi-

bilità di monitoraggio in un piccolo impianto e di

semplificare la supervisione e la manutenzione in

loco nel caso di impianti più grandi.

Sace Emax 2 offre ampi display touchscreen a colori. Chiarezza e semplicità di navigazione

sono così garantite per un rapido acces so alle

informazioni e immediatezza nelle regolazioni,

caratteristiche estremamente preziose in caso

di guasto o emergenza. Gli sganciatori sono in

grado di gestire dieci lingue, eliminando così il

bisogno di un training approfondito. Inoltre, la

lettura e l’utilizzo sono immediati e diretti, senza

la necessità di costose unità di interfaccia. Se lo

si desidera, la programmazione e la con sultazione

sono anche possibili da tablet, smart phone o PC

grazie all’applicazione Ekip Connect.A richiesta, sugli interruttori Sace Emax 2è dispo-

nibile anche la funzione Network Analyzer, in

grado di controllare in tempo reale e con estrema

precisione la qualità dell’energia, in confor-

mità con le norme CEI EN 50160 e

IEC 61000-4-30. Di conseguenza è

possibile identificare le cause di un

aumento di perdita di potenza o una

riduzione della vita elettrica di cavi

e condensatori senza che sia necessa-

rio installare costose strumentazioni

ester ne. Il Network Analyzer di Sace

Emax 2 consente di prevenire i mal-

funzionamenti e di aumentare l’effi-

cienza delle installazioni e la vita elet-

trica delle apparecchiature.

Tutti gli interruttori Sace Emax 2, in

qualsi asi momento, possono essere

equipaggiati con moduli multipli di comunicazione del tipo a cartuccia.

Questi moduli consentono l’integra-

zione diretta degli interruttori nei sistemi di auto-

mazione e gestione dell’e nergia attraverso i sette

protocolli globali più diffusi, incluso lo standard

di comuni cazione IEC 61850 per la creazione di

reti intelligenti (Smart Grid). L’accesso a tutte le

funzioni avviene via internet, in completa sicu-

rezza, grazie al sistema di supervisione quadri

Ekip Link.

I terminali posteriori di Sace Emax 2 possono

essere ruotati, passando dalla posizione orizzon-

tale a quella verticale, ma sono anche stati pro-

gettati ad hoc per adattarsi alle configurazioni di

sbarre più diffuse. Il modulo Ekip Supply può

essere collegato a qualsiasi tensione in corrente

alternata o continua, per fornire dall’interno,

l’alimenta zione ausiliaria agli sganciatori ed ai

moduli connessi alla morsettiera. In tal modo

viene meno la necessità di qualsiasi altra fonte di

alimentazione esterna localizzata nella cella del

quadro, con un conseguente risparmio in termini

di spazio e costi.

La posizione del neutro per gli interruttori Sace

Emax 2 può essere invertita da destra a sinistra

per garantire la massima flessibilità. Inoltre,

la taglia E6.2 è disponibi le con il conduttore di

neutro di dimensioni pari al 50% o al 100%, per-

mettendo così il corretto dimensionamento delle

sbarre ed una riduzione dei costi di realizzazione.

Sace Emax 2 grazie alla tecnologia a innesto rapido (“push in”) per la connes sione alla mor-

settiera rende il cablag gio semplice e senza l’ausi-

lio di alcun attrezzo. Tale caratteristica garantisce

l’immediatezza e la sicurezza delle ope razioni.

Inoltre, le morsettiere di Emax 2 e le configura-

zioni di cablaggio sono comuni per tutta la fami-

glia di interruttori e gli sganciatori sono intercam-

biabili in loco: sono così garantite la flessibilità e

potenzialità necessarie per effettuare modifiche di

upgrade rapide, semplici e senza costi aggiuntivi

per gli interventi dei tecnici del service.

Quadri di distribuzione System Pro E PowerNella nuova famiglia di quadri di distribuzione System pro E Power, disponibili per correnti fino a 6300 A, trovano la loro naturale collocazione

gli interruttori modulari della serie System pro M,

gli interruttori scatolati della serie Tmax T e XT e

i nuovi interruttori aperti della serie Emax 2.

Severe prove condotte sull’intera configurazione

(carpenteria, interruttori e sistema di barre) hanno

permesso a System pro E Power di ottenere

la certificazione secondo la nuova norma interna-

zionale IEC 61439-1-2 e la IEC 60439-1-2. I qua-

dri hanno inoltre superato i test di vibrazione pre-

visti dalla norma IEC 60068-2-57 e i test di tenuta

antisismica previsti dalla norma IEE Std 693.

Grazie all’ampia varietà di accessori e di configu-

razioni disponibili, System pro E Power permette

di raggiungere un elevatissimo standard tecno-

logico. Le principali caratteristiche includono:

- innovativa modalità di fornitura in kit dei

montanti e delle traverse di profondità e lar-

Interagire con Emax 2 con Ekip Connect

L’Emax 2 ha anche funzionalità di Power Meter

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Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

POWER

primo piano 43

ghezza, che permette tramite un numero

limitato di codici di ottenere fino a 120 configurazioni dimensionali differenti;- disponibilità di una vasta gamma di dimensioni funzionali: altezza 1.800

o 2.000 mm, larghezza da 300 a 1.250

mm e profondità da 200 a 900 mm;

- grado di protezione per ogni tipo di

applicazione da IP 30 fino a IP 65.

Montanti e traverse, inoltre, presen-

tano importanti novità che conferiscono

alla struttura robustezza e stabilità:

nuovo giunto a tre vie brevettato da ABB per fissare insieme montanti e tra-

verse, identico profilo chiuso saldato con

tecnologia laser che esclude ogni possi-

bilità di errore di montaggio e due livelli

di superficie di fissaggio che permettono

il montaggio di accessori differenti. La

foratura superficiale presenta fori alternati

a distanza di 25 mm, in modo da soddi-

sfare la normativa Din tipica del mercato

tedesco.

System pro E Power offre inoltre

un nuovo zoccolo brevettato dotato

di sistema antirotazione, che può essere

fissato dall’esterno e dall’interno della

struttura. Il quadro può essere utilizzato

senza zoccolo e sono possibili diffe-

renti combinazioni di ingresso e uscita

cavi grazie alle nuove soluzioni a flangia

cieca o scorrevole disponibili per il tetto

e il fondo della struttura. La porta con

nuovo design asimmetrico è disponi-

bile sia in versione a vetro che cieca con

angolo di apertura fino a 135° estendibile

fino a 180° con apposito accessorio per

facilitare il cablaggio del quadro. La porta

può essere montata con apertura verso destra o verso sinistra grazie alla nuova

maniglia ergonomica “ruotabile”, che ha

la possibilità di alloggiare diversi inserti di

apertura e chiusura (doppia aletta, Ronis).

I pannelli di colore RAL 7035 sono fissati

tramite viti Torx.

System pro E Power consente di rispar-

miare tempo nelle fasi precedenti alla

messa in funzione del quadro. Ogni ele-

mento che si compone all’interno di qual-

siasi configurazione è stato progettato per

ottenere il massimo della rapidità di mon-

taggio e cablaggio grazie all’introduzione

di rapide ed efficaci soluzioni per il fissag-

gio dei kit e del sistema di distribuzione.

System pro E Power, infine, semplifica le

fasi di montaggio grazie all’introduzione

di soluzioni innovative sia nell’assemblag-

gio dei kit per interruttori che nel sistema

di barre di distribuzione. ■

Il nuovo quadro System pro E Power

Alcuni diranno che noi stessi abbiamo ormai gli occhi rossi

per la grande passione con cui ci dedichiamo ai sensori

optoelettronici. Se questo è il segno di decenni di know-

how applicativo e della ricerca di soluzioni ottimali, allora ne

siamo lieti.

Benvenuti dagli specialisti di sensori optoelettronici – Benvenuti dai «sensor people»

Con la nostra ampia gamma di sensori a fi bre

ottiche e amplifi catori, il campo di impiego dei

sensori optoelettronici, soprattutto in caso di

situazioni di montaggio limitate, si estende

notevolmente.

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Occhi laser

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PROCESSO

primo piano

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

44

FIELDBUS FOUNDATION E HART COMMUNICATION FOUNDATION VALUTANO UNA POSSIBILE FUSIONE

I consorzi Fieldbus Foundation e Hart Communication Foundation stanno valutando l’opportunità di fondersi in un’unica organizzazione che supporti congiuntamente i protocolli di comunicazione Foundation Fieldbus, Hart e Wireless Hart. Obiettivo dichiarato dell’operazione è offrire maggiori vantaggi agli utenti finali e ai fornitori.

Franco Canna Fieldbus Foundation e Hart Communication

Foundation stanno valutando l’opportunità di

fondersi in un’unica entità a supporto di tutti gli

standard supportati dalle attuali organizzazioni. Lo

hanno reso noto a fine settembre i due consorzi.

L’accordo stipulato prevede che ciascuna orga-

nizzazione crei un gruppo di studio per valutare la

possibilità di una fusione “tra eguali”, senza quindi

predominanza di una delle due organizzazioni

sull’altra.

La finalizzazione della fusione dipenderà dal buon

esito di una procedura che prevede tre passaggi:

per prima cosa, ciascun gruppo di studio stilerà

una relazione con le proprie raccomandazioni e

la presentarà al consiglio d’amministrazione della

propria Fondazione; il secondo step prevede che

i due consigli votino sulla fusione; da ultimo, se

entrambi i consigli si saranno pronunciati a favore,

la proposta sarà sottoposta al voto delle assemblee

dei soci di entrambe le organizzazioni. L’intera

procedura dovrebbe concludersi a metà del 2014.

Che cosa cambieràUn primo risultato della fusione sarebbe l’armo-

nizzazione di molti aspetti dei due protocolli, che

semplificherebbe agli utenti finali e ai fornitori il

compito di implementare ciascuna tecnologia e

gli permetterebbe di sfruttarne appieno i benefici.

Un’organizzazione unica offrirebbe ai membri

maggiore efficienza, una semplificazione delle

attività e una conseguente riduzione dei costi com-

plessivi. Il vantaggio più rilevante riguarderà le

procedure di test, registrazione e similari.

“Riteniamo che far confluire le risorse e le funzio-

nalità di ciascuna Fondazione in un’unica organiz-

zazione offrirebbe grandi benefici sia agli utenti

finali sia ai fornitori”, hanno sottolineato i consi-

glieri delegati delle due organizzazioni, Gunther

Kegel di Fieldbus Foundation e Mark Schumacher

di Hart Communication Foundation, parlando a

nome dei rispettivi consigli di amministrazione.

“Per quanto riguarda gli utenti finali, un’organiz-

zazione che riunisca in sé le capacità di Fieldbus

Foundation e Hart Communication Foundation

offrirebbe una soluzione completa, in grado di

rispondere a ogni aspetto della gestione dei dispo-

sitivi intelligenti e della comunicazione di campo

nelle industrie di processo. Per quanto riguarda

invece i fornitori, la nuova organizzazione aumen-

terebbe l’efficienza in termini di utilizzo delle

risorse e uniformità dei processi e delle procedure,

oltre a migliorare in modo significativo i servizi e

il supporto per i membri”.

In passato Fieldbus Foundation e Hart Communi-

cation Foundation hanno già collaborato in occa-

sione dello sviluppo dell’EDDL, il linguaggio di

descrizione dei dispositivi elettronici, e delle spe-

cifiche per l’integrazione dei dispositivi di campo

(FDI).

Che cosa non cambieràIn ogni caso le specifiche Foundation Fieldbus e

Hart continueranno a esistere e a svilupparsi indi-

vidualmente. Nome commerciale, marchi deposi-

tati, brevetti e diritti d’autore di ciascun protocollo

sarebbero mantenuti e tutelati.

Se la fusione diventerà realtà, i membri delle due

Fondazioni diventeranno soci della nuova orga-

nizzazione con gli stessi diritti e benefici di cui

godono attualmente. “Naturalmente i membri

attuali delle due associazioni che supportano solo

una delle due tecnologie potranno continuare a

supportarne una sola, se questo è il loro desiderio.

Né vi saranno vincoli tali da obbligare coloro che

vorranno aderire ex novo alla nuova Fondazione

a supportare entrambe le tecnologie Foundation

Fieldbus e Hart”, spiega Larry O’Brien, Global

Marketing Manager di Fieldbus Foundation. ■

Un’unica Fondazione per Foundation Fieldbus e Hart Communication

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Affidabilità e semplicità anche nelle applicazioni più complesse?

ABB SpAMeasurement ProductsField Instruments and Devices, Flow MeasurementTelefono: 0344 58111Fax: 0344 [email protected]

Sicuramente.

Trasmettitore di pressione 266. Ancora più semplice e intuitivo nella gestione, con la possibilità dell’innovativatecnologia TTG (Through The Glass), che permette di programmare il trasmettitorein un gesto, evitando l’utilizzo di costosi configuratori esterni, il nuovotrasmettitore di pressione 266 presenta elettronica e housing innovativi.Continuità ed esperienza tecnologica sono alla base del 266 che fa dell’efficienza,della sicurezza e dell’usabilità i suoi punti di forza. www.abb.it/measurement

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PROGETTAZIONE

approfondimenti

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

46

Jacopo Di Blasio

UN APPLICATIVO GRATUITO PER LA PROGETTAZIONE MECCANICA 3D DA RS COMPONENTS

Un nuovo applicativo online offerto da RS Components per la progettazione meccanica 3D ha diversi aspetti innovativi. Non solo DesignSpark Mechanical è un software di livello professionale offerto gratuitamente, ma si tratta anche di un applicativo la cui semplicità di utilizzo può portare la progettazione 3D a un più ampio numero di utilizzatori.

L’attività del distributore di prodotti e compo-

nenti, che costituisce un supporto fondamentale

per l’industria manifatturiera e di processo, è noto-

riamente complessa e richiede una forte sinergia

tra competenze tecniche e capacità finanziarie,

caratteristiche che si concretizzano nella capacità

di offrire alle imprese un supporto tecnologico

sempre più evoluto e una gestione affidabile delle forniture. Ottenuti questi obiettivi, RS Compo-nents ha fatto un ulteriore passo in avanti nella

proposta di servizi tecnologici evoluti per i tecnici

che operano nel settore industriale, offrendo del

software di progettazione di livello professio-nale in modo totalmente gratuito.

DesignSpark Mechanical è

un nuovo software di proget-

tazione meccanica 3D e rap-

presenta anche la più recente

aggiunta all’offerta di applica-

tivi software online di RS, che

compongono una vera e pro-

pria suite completa per la pro-

gettazione industriale. Infatti,

insieme al nuovo DesignSpark

Mechanical, RS mette a dispo-

sizione anche altri applicativi

specifici per la progettazione di circuiti elettronici

e schede PCB, tutti accessibili gratuitamente attra-

verso il sito designspark.com, dedicato agli stru-

menti di sviluppo che RS mette a disposizione dei

progettisti elettronici e industriali.

DesignSpark Mechanical costituisce un prodotto

fortemente innovativo e di grande impatto non

solo per il fatto che, per la prima volta, viene for-

nito un software di progettazione meccanica 3D

di livello professionale in modo gratuito, ma è

rilevante anche per la caratteristica di essere un

software espressamente progettato con l’intento

di ottenere un prodotto di facile utilizzo. Rispetto

ai Cad tradizionali, a cui DesignSpark Mechani-

cal può essere vantaggiosamente affiancato, l’in-

terfaccia grafica intuitiva ne permette l’utilizzo da

parte di una porzione più ampia di figure profes-

sionali, favorendo il passaggio alla progettazione

in 3D, garantendo anche un importante contributo

formativo.

Infatti questo software dispone di un’interfaccia

basata su comandi familiari e immediati per chi utilizza un PC, in modo da poter essere uti-

lizzabile anche da parte dei progettisti che non

sono pratici di applicazioni CAD. Questo rende

DesignSpark Mechanical uno strumento partico-

larmente adatto per la migrazione dal 2D al 3D.

In pratica, DesignSpark Mechanical consente di

generare solidi e superfici attraverso una meto-

dologia di modellazione diretta che, partendo

da forme semplici, permette di creare superfici e

insiemi complessi. Questo è possibile attraverso

delle modalità di interazione prevedibili e fami-

liari, che ricordano il modo di operare dei comuni

software grafici, cioè utilizzando le funzioni tra-

scina, sposta, riempi e unisci. Per garantire la mas-

sima flessibilità, le funzioni trascina e sposta pos-

sono essere utilizzate per operare modifiche sia

sulle facce che sugli spigoli dei modelli generati.

Il software è anche in grado di fornire suggeri-

menti per realizzare geometrie con pareti sottili

speculari, concentriche, rotonde e smussate.

Una volta creato il modello tridimensionale del

pezzo in progetto, DesignSpark Mechanical può

fornire una dettagliata documentazione con i

dimensionamenti per la produzione. I diversi uti-

lizzatori possono configurare e salvare il proprio

insieme di quote e parametri, che possono essere

stabiliti senza bisogno di impostare complicati sistemi di vincolo. Infatti i valori delle dimensioni

possono essere modificati semplicemente selezio-

nando l’elemento di interesse.

L’applicativo permette la creazione automatica della distinta base (Bom). Durante tutto il pro-

cesso di progettazione l’applicativo tiene traccia

della Bom e in qualsiasi momento consente di

A FIL DI RETEdesignspark.com

La progettazione 3D per tutti

Studio ergonomico di un pannello operatore con DesignSpark Mechanical

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PROGETTAZIONE

approfondimenti 47

Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

avere una quotazione immediata con il dettaglio dei costi

dei prodotti e dei componenti, in base alle quotazioni di RS

Components o Allied Electronics (che come RS fa parte del

Gruppo Electrocomponents plc).

I progetti possono utilizzare i componenti 3D dalla libre-

ria ModelSource di RS Components e Allied Electronics

e DesignSpark Mechanical può importare oltre 38.000

modelli di componenti, parti e prodotti dal Catalogo di que-

ste aziende. Una caratteristica utile ai progettisti elettronici è

che l’applicativo consente di importare file di layout PCB in

formato IDF.

Un ulteriore aspetto innovativo è che DesignSpark Mecha-

nical da la possibilità di esportare i progetti in formato STL

per la realizzazione di oggetti in prototipazione rapida con stampanti tridimensionali. Questa tecnologia apre interes-

santi possibilità per le aziende che hanno sviluppato i loro

modelli tridimensionali con DesignSpark Mechanical, che

potrebbero presto avere la possibilità di rivolgersi a servizi

di terze parti che, utilizzando delle stampanti tridimensio-

nali industriali, realizzino in poco tempo i prototipi fisici e li

consegnassero pronti per l’utilizzo al committente. La stessa

RS Components offre un servizio molto simile, producendo

e consegnando a richiesta le schede modellate con Design-

Spark PCB e non è escluso che un giorno possa fare la stessa

cosa con DesignSpark Mechanical.

Questo nuovo software si interfaccia con gli altri applicativi

della famiglia Spark, DesignSpark Electrical per lo sviluppo

di circuiti e DesignSpark PCB per le schede elettroniche,

presentando anche delle modalità di utilizzo simili e confer-

mando la convergenza di questo versatile pacchetto per la

progettazione.

Infatti, DesignSpark Mechanical ha creato una forte aspet-

tativa tra il pubblico di tecnici e progettisti che già avevano

avuto modo di conoscere i precedenti applicativi Spark.

Calcolando solo le prime due settimane che sono seguite

al lancio di DesignSpark Mechanical, questo software ha

fatto registrare oltre 50.000 download da tutto il mondo, con

una diffusione istantanea a livello planetario, da 150 Paesi

diversi. Il fatto che RS con questo nuovo prodotto software

abbia centrato un’esigenza molto sentita nell’ambito della

progettazione industriale è testimoniato dal fatto che i primi

giorni seguiti al lancio di DesignSpark Mechanical hanno

registrato un vero picco di interesse, con un’adozione quasi

istantanea: il 75% dei download è avvenuto nella prima set-

timana dopo l’annuncio.

In ultima analisi, oltre ad offrire un catalogo di prodotti estre-

mamente fornito, RS è riuscita a realizzare un insieme di

servizi ad elevato valore aggiunto, con un’offerta completa

di strumenti particolarmente utili per le attività industriali di

progettazione e di produzione. ■

Il modello di un quadro elettrico

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approfondimenti

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

48TELECONTROLLO

Franco Canna

UBIQUITY È LA SOLUZIONE ASEM PER L’ASSISTENZA REMOTA DI MACCHINE E IMPIANTI

La tappa milanese degli Asem Ubiquity Days, a fine ottobre, è stata l’occasione per approfondire la conoscenza della soluzione per la teleassistenza sviluppata dalla Casa italiana e per scoprire in anteprima gli sviluppi della piattaforma per il 2014.

Fondata nel 1979 con un acro-

nimo che sta per Automazione

Sistemi Elettrici Microcompu-

ter, Asem nasce come società

di engineering per poi passare

alla produzione di PC (e a fine

anni Ottanta detiene il 6% del

mercato italiano dei PC). Tren-

taquattro anni dopo la fonda-

zione, la Casa friulana fattura

circa 22 milioni di euro, occupa

130 dipendenti, di cui il 30%

dedicato a R&D, ha due fabbri-

che ad Artegna, in provincia di Udine, due sedi

per sviluppo e ricerca a Giussano (MB) e Verona

e un ufficio vendite in Germania a Stoccarda.

L’azienda è tutt’ora di proprietà della famiglia

del fondatore, Renzo Guerra, ma l’anno scorso

il 25% dell’azienda è stato acquisito dalla fami-

glia tedesca proprietaria della Keb, a concretiz-

zazione di una partnership commerciale di lungo

corso tra due aziende concentrate su business

complementari (motion e HMI).

La partnership “sociale” avrà presto significativi

riscontri anche nell’offerta di prodotti, visto che

le due aziende hanno messo in comune alcune

attività di ricerca e sviluppo per realizzare nuovi

controllori.

Con l’obiettivo di completare anche nel servi-

zio la propria offerta orientata al mercato dei

produttori di macchine e di impianti, già ricca

di soluzioni per il controllo e l’interfacciamento

uomo-macchina, Asem ha deciso di sviluppare

nel 2011 una soluzione per la teleassistenza di macchine e impianti.

UbiquityUbiquity nasce con l’obiettivo di offrire una

soluzione completa, semplice, robusta e sicura

per l’assistenza remota. Affidabile e facile da

installare, usare e mantenere Ubiquity consente

di organizzare il parco macchine in maniera

gerarchica mantenendo una suddivisione logica per agevolare la ricerca dei dispositivi e

assegnarli ai diversi utenti.

Compatibile con le piattaforme Windows CE,

Windows a 32 e 64 bit, Ubiquity è costituito

da: Ubiquity Control Center, un software da

installare sui PC che faranno la teleassistenza;

Ubiquity Runtime va sui dispositivi remoti;

Ubiquity Server Infrastructure, l’infrastrut-

tura che serve per identificazione e connes-

sione; Dominio Ubiquity, l’account aziendale

con utenti e sistemi.

Come funzionaUbiquity Control Center e Ubiquity Runtime si

“parlano” grazie a un’infrastruttura di rete che

richiede la connessione sicura SSL/TLS. Un

meccanismo di certificati presenti sui disposi-

tivi remoti e l’utilizzo di uno specifico nome di

dominio sul PC di teleassistenza garantiscono

l’instaurazione di una connessione sicura sulle

L’architettura di Ubiquity

Teleassistenza di macchine e impianti La proposta di Asem

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TELECONTROLLO

approfondimenti

Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

49

porte 80, 443 o 8888.

Ci sono due livelli di teleassistenza. Il primo

prevede l’interazione tra PC e sistema HMI

tramite strumenti come il desktop remoto, il

trasferimento file, la visualizzazione e gestione

dei task di processo in esecuzione, la chat con

operatore locale e il supporto multisessione.

La seconda modalità è la creazione di una (o più)

sottorete, per la quale viene utilizzata una vir-tual private network industriale robusta che

incapsula il livello data-link del modello ISO/

OSI e si pone quindi al di sotto del livello IP.

Questa modalità supporta messaggi broadcast

e non richiede né configurazione di gateway né

regole di routing. Il PC di assistenza ottiene un

IP reale compatibile con la sottorete. È possibile

configurare anche più sottoreti distinte dedicate

ad esempio ai diversi tipi di dispositivi (PLC,

drive ecc.).

La sicurezza è garantita a più livelli: dalle con-

nessioni SSL/TLS tra PC e dispositivi agli audit

trail che registrano le sessioni, dalle applica-

zioni firmate con certificato digitale al firewall

residente sulle macchine locali e non sul PC di

assistenza. Il firewall integrato prevede un set

di regole predefinite (sempre aggiornabili) utili

per segmentare gli accessi.

L’infrastruttura di Ubiquity è scalabile e garan-

tisce continuità del servizio. I server su cui

poggia l’infrastruttura sono ridondati e dislocati

in sei webfarm, due delle quali in Europa, due

negli USA e due in Asia. È possibile, in fase

di configurazione, scegliere il server più vicino

e performante oppure selezionarne due distinti.

Non esiste un limite alla quantità di connessioni

che si intende stabilire.

Un router “intelligente”Da quest’anno Ubiquity è disponibile anche

in versione completa di hardware e software.

L’hardware è un router “intelligente” capace

di ospitare il runtime di Ubiquity. Questa solu-

zione consente di utilizzare Ubiquity anche

laddove le piattaforme remote non siano aperte

all’installazione del runtime.

Il router è configurabile da Ubiquity Control

Center o da browser web (in rete locale), ma

anche tramite usb key. Supporta segnalazioni

sullo stato di funzionamento sia tramite led sia

tramite uscite digitali a relè con feedback di

avvenuto comando.

Ubiquity Router offre anche ingressi digitali per comandi esterni, un pulsante per il restore

delle impostazioni di fabbrica, la possibilità di

aggiornamento firmware “one click” e la virtua-lizzazione della porta seriale RS-232/422/455

e MPI.

L’evoluzioneLa piattaforma Ubi-

quity arriva a no-

vembre 2013 alla

versione 3 che of-

fre le seguenti novi-

tà: interfaccia uten-

te rinnovata, vista

tabellare, nuova ge-

stione utenti e per-

messi e firewall in-

tegrato.

Ma le principali no-

vità sono in arrivo

sul fronte Router: al-

la SPS/IPC/Drives di

Norimberga saran-

no presentati (esor-

dio commerciale a

dicembre) nuovi mo-

delli di Ubiquity Router con connessione wire-less WAN: all’RK10 – il nuovo nome che pren-

derà l’attuale modello – si affiancherà l’RK11

con modem 2g/3g che arriverà a velocità di

scambio dati fino a 5,76 Mbit/s in upload e 14,4

Mbit/s in download.

A questi due modelli si affiancheranno altre due

versioni, RM10 e RM11, evoluzioni rispettiva-

mente di RK10 e RK11 con in più la funzione

di data monitor: data logging in locale con

esportazione via Ubiquity Control Center; fun-

zioni di visualizzazione HMI da Control Center,

web browser e Premium HMI Mobile (app);

funzione di segnalazione di allarmi via email o

browser. Queste funzioni sono tutte pro-

grammabili con Premium HMI Studio.

I successivi step sono attesi per la primavera

2014. Ad aprile arriva sui router la possibilità

di virtualizzare la porta USB oltre alla porta

seriale. A maggio 2014 infine arriveranno quat-

tro nuovi modelli del router: RK40 ed RK41

che sono le versioni dell’RK10 e dell’RK11 con

in più uno switch ethernet a 4 porte, e RM40 e

RM41 che sono la versione con funzione data

monitor di RK40 e RK41. ■

Ubiquity Router

Ubiquity Router RK40 e RK41 con funzione switch a quattro porte

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MANUTENZIONE

approfondimenti

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

50

L’ AUTORET. Osterholm, C. T. Pinto - ABB

Motors and Generators, Service

Tobias OsterholmCajetan T. Pinto

IL PROGRAMMA ABB LEAP È PENSATO PER PREVENIRE I GUASTI AGLI AVVOLGIMENTI STATORICI

L’analisi dell’aspettativa di vita degli avvolgimenti statorici migliora la gestione della manutenzione dei motori e dei generatori ad alta tensione. Un guasto dell’avvolgimento statorico nei motori o nei generatori ad alta tensione può dare molti problemi. Come fa il programma ABB Leap a prevedere la vita utile dell’avvolgimento?

Un fattore cruciale da prendere in considerazione

quando si deve pianificare la manutenzione dei

motori e dei generatori ad alta tensione (HV),

in particolare di quelli utilizzati in applicazioni industriali critiche, è l’aspettativa di vita dell’avvolgimento statorico. I motori e i gene-

ratori HV, di solito, vengono realizzati su ordi-

nazione e, pertanto, quando si verifica un guasto,

non sono sempre immediatamente disponibili.

Questo significa che la manutenzione correttiva

richiede molto tempo e che l’operatore potrebbe

subire lunghi periodi di fermo macchina impre-

vedibili e costosi. Ma come è possibile prevedere

ed evitare questi problemi? Il programma ABB Leap per motori e generatori HV è in grado di

fornire la risposta. Grazie alla combinazione di diversi tipi di dati, questo servizio rende possi-

bile analizzare la condizione e la vita previstadi un avvolgimento statorico. Si tratta di una

parte importante del concetto di ciclo di vita di un

motore e di un generatore, che richiedono piani di

manutenzione ottimizzati per assicurare all’utente

il massimo valore possibile. In altre parole, il pro-

gramma ABB Leap consente una manutenzione preventiva ottimizzata, che assicura all’utente

i migliori benefici sul lungo termine se compa-

rati, per esempio, a una strategia di manutenzione

basata sulla sola manutenzione correttiva.

Guasti di motori di grandi dimensioniI motori e i generatori di grandi dimensioni da

2 MW sono destinati ad applicazioni ad alta

potenza. Presentano una possibilità di gua-

sti dell’avvolgimento relativamente maggiore

rispetto ai sistemi a bassa potenza. In base alle

cifre di un’indagine IEEE, il 33% di tutti i gua-sti rilevati durante il normale funzionamento è

connesso all’avvolgimento statorico. Tuttavia,

la cifra corrispondente relativa ai guasti rilevati

durante le procedure di manutenzione e di prova

è solo l’8%. I valori per i cuscinetti sono, rispet-

tivamente, 37% e 61%. Da ciò si può dedurre la

necessità di migliorare la previsione dei guasti

all’avvolgimento, e che il programma ABB Leap

è in grado di risolvere un problema critico nei

processi di manutenzione dei motori e dei gene-

ratori elettrici.

Il programma ABB Leap prende in considera-

zione l’invecchiamento dell’isolamento dell’av-

volgimento statorico dovuto a fattori termici, elettrici, meccanici e ambientali e indica un’a-

spettativa di vita prevista con un’affidabilità dell’80%. Il risultato è la possibilità di ottimiz-

zare i piani di manutenzione e di eseguire le

azioni necessarie durante i periodi di fermo pro-

grammati. In ogni caso il programma ABB Leap

non è solo un pacchetto d’ispezione. È anche

uno strumento per la gestione sistematica della manutenzione. Inoltre, i semplici dati, non sono

un elemento chiave in quanto il fattore davvero

importante è la loro interpretazione e analisi. Alla base di questo approccio di gestione del

ciclo di vita di un motore e di un generatore vi è la

A FIL DI RETEwww.abb.com

Il programma ABB Leap prevede l’ispezione e la gestione sistematica della manutenzione dei motori

Previsioni produttive e manutenzione dei motori

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MANUTENZIONE

approfondimenti

Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

51

comprensione di come lo stress elettrico e la resi-

stenza di isolamento possano variare nel tempo

e quali siano i loro possibili effetti sui materiali

della macchina.

La degradazione dell’isolamento di un avvol-

gimento statorico può essere descritta, in ter-

mini generali, usando due curve che dimostrano

come lo stress e la resistenza cambino nel corso

del tempo. La curva relativa allo stress mostra il

carico combinato sull’isolamento dell’avvolgi-

mento generato dal suo funzionamento, comprese

le condizioni irregolari come i transitori. La curva

che rappresenta la resistenza mostra come le

condizioni operative e l’invecchiamento siano in

grado di influenzare la resistenza dell’isolamento

dell’avvolgimento. I guasti si verificano nel

momento in cui queste due curve si intersecano.

Il programma ABB Leap consente all’utente di

motori o generatori elettrici di prevedere i gua-

sti. Un’analisi tempestiva consente di prevedere

la vita residua dell’avvolgimento statorico per-

mettendo così di programmare la manutenzione

per evitare guasti prematuri e costosi periodi di

fermo macchina non pianificati. La conoscenza

della vita residua originaria e dell’aumento della

vita generato dalle operazioni di manutenzione fa

sì che le curve dello stress e della resistenza non

s’incontrino inaspettatamente.

Metodi di misurazioneLa previsione scientifica della vita residua di un

isolamento dell’avvolgimento statorico richiede

vari passi.

Prima di poter fare un’analisi sul futuro di un motore o di un generatore, sarà necessario deter-

minarne le condizioni presenti. Questa opera-

zione prevede di avere a disposizione i parametri

base, come le ore di esercizio, il carico, il numero

di avviamenti, il ciclo, le temperature, lo storico

delle manutenzioni ecc. Tutti questi fattori hanno

un impatto sull’aspettativa di vita e dovranno

essere rilevati e inseriti nell’analisi.

Tuttavia, non tutti i dati sono rilevabili dalle

specifiche e dai registri del motore o del genera-

tore. Un isolamento dell’avvolgimento statorico,

nei vari stadi del processo d’invecchiamento,

ha proprietà che possono essere analizzate solo

servendosi di misurazioni. Il programma ABB

Leap comprende quattro metodi principali di misurazione che forniscono informazioni sulle

condizioni superficiali e interne dell’isolamento

dell’avvolgimento: analisi della corrente di pola-

rizzazione e depolarizzazione (PDCA); analisi

Tan e di capacità elettrica; analisi delle scariche

parziali (PD); analisi del comportamento di isola-

mento non lineare (NLIBA).

Questi diversi sistemi di misurazione si sovrap-

pongono parzialmente uno all’altro per quanto

riguarda la loro capacità di rilevazione. Il risultato

è che l’indicazione della presenza di un difetto

rilevato da una misurazione potrà essere confer-mato dall’altra. I risultati vengono anche influen-

zati dai fattori ambientali come la temperatura

e l’umidità che devono anch’essi essere presi in

considerazione.

Mentre il metodo PDCA è una

prova in CC, gli altri si basano

su CA. Le prove in CC sono sen-

sibili alle condizioni della super-

ficie, mentre le prove in CA for-

niscono altre informazioni sul

volume dell’isolamento.

AnalisiUna volta ottenute le informa-

zioni di cui sopra, insieme ai

dati raccolti, il passo successivo

del programma ABB Leap è l’a-

nalisi. Ciò mette a disposizione

un’immagine totale dell’avvol-

gimento dello statore basata

sull’esperienza e sui calcoli che utilizzano un software pro-

prietario dotato di alcuni algo-

ritmi sviluppati e perfezionati da

ABB. Nel tempo, ABB ha creato un database di

misurazioni e di analisi effettuate su più di 5.000

motori e generatori installati in tutto il mondo.

Questo database offre una solida base per deter-

minare le condizioni dell’avvolgimento statorico,

per effettuare i calcoli di stress e per stimare la

vita residua attesa. Di conseguenza, il programma

ABB Leap non dipende da vecchi dati di misu-

razione provenienti da un determinato motore o

generatore elettrico.

I calcoli e le analisi vengono effettuati da esperti

in un centro di eccellenza ABB Leap e non si limitano ai soli motori e generatori prodotti da ABB. I fruitori del servizio ricevono rapporti

esaustivi contenenti i risultati delle analisi, le rac-

comandazioni per le azioni da intraprendere e il

calcolo della vita residua.

Ottimizzazione del valoreIl programma ABB Leap mette a disposizione

degli operatori di motori e generatori elettrici

strumenti di manutenzione “predittiva” molto

precisi che consentono di massimizzare il valore

del proprio capitale di motori e generatori. In un

momento in cui il tempo di operatività dell’im-

pianto e i costi generali diventano sempre più

critici, il programma ABB Leap contribuisce

ad assicurare il raggiungimento degli obiettivi

dell’operatore. ■

I servizi del programma ABB Leap comprendono anche le misure effettuate sul campo

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HMI

approfondimenti

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

52

Franco Canna

TUTTE LE NOVITÀ NELLE SOLUZIONI DI INTERFACCIAMENTO PHOENIX CONTACT

Pannelli operatore touch, ben quattro famiglie di panel PC, soluzioni box, tablet e una ricca dotazione software. L’offerta HMI di Phoenix Contact si arricchisce di nuove soluzioni. Vediamo nel dettaglio le novità introdotte più recentemente.

Si fa presto a dire HMI: da quando Phoenix Con-

tact ha deciso di investire direttamente in questo

settore allestendo un centro di sviluppo dedicato

negli Stati Uniti ed entrandovi da protagonista

negli anni Duemila, l’offerta di soluzioni per

l’interfacciamento uomo-macchina si è costante-

mente sviluppata arricchendosi non solo di nuovi

modelli ulteriormente aggiornati dal punto di vista

tecnico, ma anche di nuove soluzioni studiate per

centrare nella maniera più precisa possibile le

diverse esigenze dei clienti.

Lasciando parlare i numeri, nel corso del 2013

Phoenix Contact ha aggiornato con nuovi modelli

gran parte delle serie esistenti e ha introdotto ben

due famiglie di prodotti completamente nuove per

completare il proprio catalogo anche con solu-

zioni mirate alle esigenze di particolari applica-

zioni.

Touch PanelPer l’interfacciamento con tutti i PLC più diffusi

sul mercato (non solo quindi con le proposte a

marchio Phoenix Contact) la gamma di prodotti

è composta dai client della serie Touch Panel

TP3000 e TP5000.

La serie TP3000 è basata su processori Intel

XScale con display da 5,7" monocromatico a 256

livelli di grigio o a colori, da 7", 10,5" e 12,1"

a 65 mila colori con risoluzioni fino a 800x600

pixel. Caratteristica di questa serie è un modulo

opzionale per comunicazioni su bus Profibus,

MPI, CANopen o seriale (Modbus RTU) che si

aggiunge all’interfaccia Ethernet disponibile “di

serie” e dotata di driver per dialogare con appa-

recchiature su protocolli Modbus TCP, S7 TCP,

Ethernet IP.

La serie TP5000 copre invece le esigenze di

chi richiede display di maggiori dimensioni, da

12", 15" o 17" con risoluzioni che arrivano fino

a 1280x1024. La base hardware in questo caso è

costituita da processori Intel Atom o Celeron M e

le porte di comunicazione disponibili sono due di

tipo Ethernet gigabit e una seriale. Altra caratteri-

stica di questa serie è la disponibilità di una porta

DVI (per il modello con Celeron) in aggiunta alla

VGA e la disponibilità di una doppia memoria

Compact Flash.

Come nel caso della serie TP3000, anche per i

prodotti TP5000 il sistema operativo è Windows

CE. Entrambe le serie comprendono nel prezzo la

licenza runtime di Visu+, lo SCADA di Phoenix

Contact.

Panel PC Designline

Touch Panel serie TP3000

Un’interfaccia per ogni esigenza La proposta di HMI e PC Industriali di Phoenix Contact

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HMI

approfondimenti

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

54

Embedded Panel PCL’innovativa famiglia PPC Embeddedline è

stata lanciata nel corso del 2013. “Questi pro-

dotti rappresentano il ‘trait d‘union’ tra il mondo

dei pannelli operatore e i PC industriali”, spiega

Marco Caliari, responsabile Phoenix Contact per

l’Italia di questa linea di prodotti. Si tratta infatti

di soluzioni compatte, quasi come un semplice

pannello touch, ma con una dotazione hardware

in grado di supportare Windows 7 embedded. Il

cuore computazionale è rappresentato da proces-

sori Intel Atom Z530 da 1,6 GHz oppure AMD

serie G modello T40R o T40E (rispettivamente

single core e dual core). “I processori AMD (in

particolare la versione T40E dual core) consen-

tono di raggiungere prestazioni migliori nel com-

parto grafico”, sottolinea Caliari. I display sono

retroilluminati a LED, in formato widescreen 16:9

con risoluzioni da 800x480 per le taglie da 7" e 9"

e da 1280x800 per le taglie da 12" e

15,4". Completano la dotazione due

porte gigabit ethernet, quattro USB,

un disco allo stato solido interno

e uno slot per schede SD card. In

opzione possono essere richieste

due porte COM per comunicazioni

su bus seriali RS-232 e RS-485.

Come i prodotti Touch Panel, anche i PPC

Embeddedline offrono protezione IP 65 sul lato

frontale.

I Panel PCI primi prodotti lanciati da Phoenix Contact nel settore dei PC industriali con pannello erano parte della serie Valueline IPC, tutt’ora a cata-logo. Ai primi prodotti di questa gamma, dotati di processore Celeron M o Atom N270 o Core 2 Duo L7400, sono stati aggiunti i modelli VL IPC P7000 con i processori Intel Core i7 che, a partire da quest’anno, sono disponibili con due nuove dimensioni di display (18,5" e 21,5" con risolu-zione 1366x768), in aggiunta ai prodotti esistenti con display 4:3 da 12", 15", 17" e 19" e al 24” 16:9 full HD.I Panel PC Valueline offrono una completa dota-zione di porte per la comunicazione e lo storage e una serie di opzioni tra cui segnaliamo l’unità ottica e, sulla versione con processore Core i7, la ventola di convezione esterna. Quest’ultima si può collocare alle spalle del “case” fanless,

andando ad aggiungere un sistema di dissipazione attiva del calore a un’architettura già dotata di dissipazione passiva, tutto senza intaccare l’elettro-nica di base. “In questo modo, essendo sempre comunque

presente il dissipatore al di sotto del corpo ven-tole esterno, non c’è il rischio che polveri ed altri agenti contaminanti possano entrare a contatto con l’elettronica del PC danneggiandola. In altre parole, le ventole agiscono come sistema di con-vezione esterno aggiuntivo che migliora lo scam-bio termico del dissipatore”, spiega Caliari.Nel 2013 Phoenix Contact ha introdotto la nuova famiglia PPC Basicline con la serie BL PPC 1000 (processore Atom) a cui han fatto presto seguito due nuove serie: BL PPC 3000 e BL PPC 7000.I nuovi modelli della serie BL PPC 3000 sono dotati dei nuovi processori Celeron dual core (Celeron 1020E), mentre quelli della serie BL PPC 7000 offrono i processori Core i7 di terza generazione (3555LE). Come i modelli della famiglia Valueline, anche i Panel PC Basicline sono configurabili seppure in modo misura più contenuta: display da 12", 15" e 17", una porta video VGA e assenza di slot di espansione. In compenso offrono ben tre porte seriali: una RS-232/422/485 e due RS-232. “Pertanto, pur trattandosi di una serie appunto basic, i Panel PC Basicline offrono quindi caratteristiche di tutto rispetto, dai processori Intel di Terza Generazione alla doppia porta Ethernet Gigabit, del resto pre-sente su tutta la gamma di PC di Phoenix Con-tact”, commenta Caliari.Altra novità 2013 è l’arrivo della nuova serie Designline. Come suggerisce il nome, questi pro-dotti puntano su un design particolarmente curato, ma offrono anche delle caratteristiche di sicuro interesse. In primo luogo i prodotti della serie DL PPC 1000 offrono protezione IP 65 su tutte le superfici e si prestano quindi all’uso anche su braccio VESA. L’elevato grado di protezione è stato ottenuto senza rinunciare alla possibilità di espandere il sistema e a dotarlo di tutte le porte necessarie. Sono infatti facilmente accessibili lo slot contenente l’hard disk o il disco allo stato solido, la batteria tampone e le connessioni: 4 USB, 2 gigabit ethernet, 1 COM RS-232/422/485 nella parte inferiore e una USB nella parte supe-riore. I fori di accesso alle porte sono protetti da cappucci con guarnizioni. Grazie al grado di pro-tezione IP 65, i PC Designline sono protetti dalla polvere e resistenti all’acqua e supportano tem-perature operative tra -20°C e +55°C, risultando quindi adatti all’impiego anche in condizioni ope-rative estreme. Sono al momento disponibili due modelli: DL PPC15 1000 e DL PPC 15M 1000, entrambi spinti da un processore Intel Atom E680T da 1,6 GHz. La principale differenza tra i due modelli risiede nel display (in entrambi i casi da 15" con risoluzione 1024x768 e retroilluminato a led) che nel secondo caso è capacitivo e multitouch.

Panel PC Embeddedline

Panel PC Valueline con modulo di raffreddamento a ventola opzionale

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Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

HMI

approfondimenti 55

La gamma Designline è destinata ad espandersi ulterior-mente in futuro con nuovi modelli che mireranno a offrire processori più potenti e display di maggiore diagonale e for-mato 16:9.

I box PCPer le soluzioni che non richiedono un display integrato sul computer, Phoenix Contact offre anzitutto versioni derivate dalla gamma Valueline IPC con processore Atom, Celeron M, Core2Duo o con Core i7. Sono disponibili inoltre altre due soluzioni “blind” dedicate: VL BPC 1000 (dimensioni 155x145x49 mm) e VL BPC MINI (155x125x49 mm), mossi rispettivamente da un Atom N455 e un Atom Z510PT. “Il VL BPC MINI, in particolare, è destinato ad un utilizzo in condizioni gravose, grazie al range di temperatura esteso (da -40 a +65 gradi) e all’elevata resistenza agli urti (25g)”, spiega Caliari.

La linea mobileOltre ai pannelli da incasso o per braccio VESA, Phoenix Contact offre, ormai da qualche anno, anche dei tablet “rug-ged” da 13,3" widescreen con risoluzione 1280x800, dotati di connettività wireless WiFi (802.11 a/b/g) e Bluetooth. Questi prodotti sono spinti da processori Intel Meron o Atom Z530P e offrono tre porte USB (una delle quali adatta a inte-grare un token), una Ethernet e ben due batterie removibili a caldo. Sono poi disponibili due docking station dedicate, una passiva e una attiva dotata di alimentazione e porte aggiun-tive. Il sistema operativo adottato è Windows 7 Ultimate o Embedded.

Il softwareTre sono i software che Phoenix Contact propone a corredo della propria gamma di prodotti HMI. Il primo è Visu+, una soluzione Scada composta da un ambiente di sviluppo ed eseguibili runtime. Si tratta di una soluzione avanzata che consente di creare con semplicità e ricchezza di parti-colari delle interfacce per il comando, la supervisione, la gestione degli allarmi e la raccolta dati. Visu+ rappresenta un ambiente software comune sia ai sistemi HMI che ai pc industriali: “In questo modo è possibile sviluppare l’appli-cazione di supervisione sia su pannello operatore che su PC utilizzando lo stesso ambiente, con tutti i vantaggi derivanti da questo tipo di approccio”, afferma Caliari. La seconda proposta è il SoftPLC PC Worx, una soluzione che consente di trasformare qualsiasi PC in una stazione di automazione e controllo real-time utilizzando, in caso di piattaforme multi core, un core del processore esclusiva-mente per le funzioni di PLC.La terza proposta (novità 2013) è Portico, un innovativo strumento software che consente di trasferire il segnale video da un server a un massimo di 16 client tramite Ethernet. “In questo modo è possibile realizzare soluzioni multi monitor distribuite senza la necessità di dovere ricorrere a soluzioni hardware dedicate”, spiega Caliari. Il tool di configurazione integrato permettedi gestire i diritti di accesso al server per evitare azioni di comando contempor anee. ■

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CONTROLLO

approfondimenti

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

56

GLI AUTORIM. Veronesi, Yokogawa Italia

Srl; C. Paganessi, Laureando

Università di Brescia

UN SOFTWARE PER SIMULARE I TRANSITORI E VALUTARE IL SISTEMA DI CONTROLLO

Per valutare le prestazioni degli anelli PID, il software permette di simulare i transitori ottenibili con diverse impostazioni e di confrontare i dati reali con i modelli. Uno di questo tool, PIDTutor, è utile nel commissioning dei sistemi di controllo e nella regolazione in corso di esercizio.

Non molto tempo fa sono state presentate su

queste pagine [1] alcune efficaci tecniche per la

valutazione delle prestazioni degli anelli di rego-

lazione PID che, grazie a un rapporto costi/bene-

fici potenzialmente soddisfacente per la maggior

parte dei processi sotto controllo, presidiano più

del 90% degli anelli di regolazione in ambito

industriale [2]. Alcune di esse sono state imple-

mentate con successo in un comodo pacchetto software realizzato con un noto linguaggio di

programmazione grafico, attraverso il quale è

possibile anche simulare i transitori ottenibili con diverse tarature dei parametri e con-frontare dati reali con semplici modelli. Grazie alla virtualizzazione dell’ascissa

temporale, l’impiego di questo genere di

strumenti può essere utile per abbreviare i

tempi di commissioning dei sistemi di con-

trollo e quelli di valutazione di potenziali

ritarature da effet-

tuarsi durante il nor-

male esercizio.

Il tool, denominato

PIDTutor, è distri-

buito insieme a un

testo sulla rego-

lazione PID ed è

disponibile in com-

mercio.

Simulazione in anello apertoPIDTutor supporta solo due generi di modelli,

quello autoregolante del primo (FOPDT) o

secondo (SOPDT) ordine e quello di tipo inte-

grale (IPDT). La selezione viene effettuata attra-

verso i pulsanti disponibili nel pannello ripor-

tato nella figura 1, ove anche i parametri dei

modelli sono evidentemente impostabili: se la

costante di tempo T1 viene impostata minore di

T2 esse vengono scambiate mentre selezionando

IPDT, T2 viene disabilitata.

Viceversa è possibile anche aprire un file txt

di dati e chiedere a PIDTutor di identificare il

modello del primo ordine che meglio li rappre-

senta.

Una volta che i parametri sono stati impostati

(o identificati), è possibile simulare la risposta

in anello aperto sia al gradino di setpoint (step)

che all’impulso (pulse) di durata impostabile,

attraverso i controlli riportati in figura 2,

insieme alla rappresentazione grafica del transito-

rio disponibile sulla destra. Inizio, fondo-scala ed

eventuale off-set sono altresì impostabili.

Simulazione in anello chiusoI parametri della simulazione in anello chiuso si

impostano attraverso i controlli visualizzati nella

figura 3. Si tratta naturalmente del tipo di control-

Figura 2 - Il set-up dell’impulso della simulazione

Transitori virtuali per benefici reali

Massimiliano Veronesi Cristian Paganessi

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CONTROLLO

approfondimenti

Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

57

lore (PI oppure PID, con azione derivativa calco-

lata sulla variabile di processo e non sull’errore)

e dei parametri proporzionale (Kp), integrale (Ti)

e derivativo (Td) che possono essere impostati

manualmente o selezionando una delle regole

di taratura disponibili in libreria. PIDTutor sup-

porta le più note tecniche tra le quali anche quelle

basate su metodologie di ottimizzazione o quelle

più tradizionali basate sull’impostazione di pul-

sazione critica e margine di fase; alcune di esse

fanno differenza tra inseguimento del riferimento

e reiezione del di-sturbo per cui è possibile anche

selezionare quale dei due transitori privilegiare.

Sono a disposizione dell’utente anche il filtro

sull’azione derivativa (attraverso il parametro

N) e il peso sul setpoint, per impiegare un PID a

due gradi di libertà, in modo da poter perseguire

indipen-dentemente l’inseguimento e la reie-

zione. Infine, anche la costante di tempo dell’ac-

corgimento anti-windup è accessibile attraverso il

relativo pulsante.

Una volta selezionata la taratura dei parametri

PID è possibile lanciare la simulazione in anello

chiuso, preceduta da un pop-up giallo (sempre

nella figura 3) che richiede di impostare la

durata del transitorio, il tempo-ciclo e la presenza

o meno del disturbo a gradino sul carico (che

viene simulato a metà del transitorio) e la relativa

ampiezza. Essendo il tempo non reale, in pochi

secondi viene simulato un transitorio di molti

minuti, consentendo così all’utente di fare rapida-

mente varie prove.

L’evoluzione delle variabili viene visualizzata

“in progress” come dal pannello di controllo di

un controllore reale, in modo che l’utente possa

essere sufficientemente familiare con l’interfac-

cia e, fino a quando la durata della simulazione

non termina, possa anche effettuare variazioni

successive di setpoint o addirittura passare in

modo Man per variare manualmente l’uscita del

regolatore.

Passando poi al Tab “Analysis”, è possibile

anche visualizzare l’andamento della variabile

di controllo (MV), limitata tra i valori minimo

e massimo impostati nel pannello di controllo a

fianco (si veda la

figura 4).

Selezionando

“Performance”,

infine, appare un

pop-up giallo ( figura 5) nel quale sono pre-

sentati gli indici di prestazione relativi sia all’in-

seguimento del setpoint che alla reiezione del

disturbo sul carico. In particolare sono riportati

lo IAE (Integrale dei valori assoluti dell’errore, o

deviazione), il Setpoint Following Performance Index (SFPI), l’Idle-Index e il Load-Rejection Performance Index (LRPI), definiti come in [1].In questo modo l’utente può confrontare oggetti-

vamente e quantitativamente le prestazioni otte-

nute con degli obiettivi che per un PID possono

essere ragionevolmente ritenuti soddisfacenti.

ConclusioniSemplici pacchetti di simula-

zione dei loop di regolazione

PID possono essere utili per

ridurre sia i tempi di commis-

sioning che quelli di retuning

nel corso del normale esercizio.

Fornendo all’utente una inter-

faccia più simile a quella su

cui si trova quotidianamente ad

operare si facilita la sua familia-

rizzazione con gli anelli di controllo, rappresen-

tando così un ausilio anche in fase di training del

personale. Disponendo anche di indici di presta-

zione risulta più agevole fare valutazioni ogget-

tive e confrontarsi con obiettivi ragionevoli.

Riferimenti[1] M. Veronesi, “Quanto valgono i vostri

anelli?”, Automazione e Strumentazione, Fiera

Milano media, n. 9, Nov./Dic. 2012.

[2] M. Veronesi, Regolazione PID. Tecniche di taratura, schemi di controllo, valutazione delle prestazioni, FrancoAngeli, 2011. ■

Figura 4 - Visualizzazione delle variabili di controllo (MV), di processo (PV) e set point (SV)

Figura 3 - L’impostazione dei parametri della simulazione in anello chiuso

Figura 5 - Pop-up delle performance

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DIZIONARIO

approfondimenti

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

58

Il telecontrollo, inteso sia come automazione e

gestione remota di impianti, sia come sistema di

raccolta, elaborazione e contabilizzazione di dati

e informazioni prelevati dal campo, è diventato

uno strumento insostituibile nell’ambito della

modernizzazione delle reti di pubblica utilità.

Public company e gestori di reti sono fortemente

orientati alla ricerca e all’applicazione di tecnolo-

gie in grado di assicurare qualità dei servizi eroga-

ti, redditività degli impianti e risparmio energeti-

co. Negli ultimi anni si è assistito a una forte cre-

scita su scala nazionale e internazionale dei siste-

mi di telemisura, telecontrollo e telesorveglianza

nei settori – tutti attraversati da forti spinte all’e-

spansione e all’innovazione delle energie rinno-

vabili, delle infrastrutture, del mercato dell’ener-

gia e del gas.

Le tecnologie del telecontrolloLe aziende del settore utility sono interessate da

restrizioni normative e ambientali, da pressioni

competitive del mercato e dall’ingresso di nuovi

attori. La principale leva tecnologica per miglio-

rare i servizi e ridurre i costi di gestione è rappre-

sentata dall’ICT (Information Communication

Technology). In questo contesto lo Scada (Super-

visory Control And Data Acquisition) è la tecno-

logia di controllo dominante.

Nelle reti di pubblica utilità le architetture Scada

devono conformarsi a esigenze di funzionamento

in rete e di integrazione con altri sistemi per l’a-

nalisi dei dati. La maggior parte degli Scada nelle

public utility gira infatti su reti LAN (Local Area

Network) e WAN (Wide Area Network) che col-

legano processori e RTU (Remote Terminal Unit),

scalando dai dispositi-

vi locali di stabilimen-

to, macchina o impian-

to, fino alla copertura

di grandi aree attraver-

so architetture di tipo

client/server, nelle qua-

li sussistono connessioni dirette o dedicate tra ser-

ver e nodi client/remoti. Nell’ambito dei telecon-

trolli delle reti elettriche, le misure delle grandezze

operative di rete trattate dagli Scada/EMS (Energy

Management System) sono fornite dagli apparati

RTU (Remote Terminal Unit) e trasmessi ai cen-

tri di controllo con l’ausilio di protocolli di comu-

nicazione specifici quali IEC 60870-5-104 e IEC

60870-5-101.

Le applicazioni di telemisura e telecontrollo sono

parte fondante del wireless industriale, soprattutto

al fine di assicurare letture e comandi a distanza

nelle reti di distribuzione e verso impianti non pre-

sidiati.

Le prime applicazioni di telegestione impiegavano

ponti radio, con segnali di potenza e canali di tra-

smissione concordati con le autorità competenti.

Le novità normative e tecnologiche degli ultimi

decenni hanno consentito la standardizzazione dei

segnali e dei protocolli, nonché la riduzione delle

dimensioni e dei costi degli apparati.

Ad imporsi velocemente su scala globale è stato

il sistema GSM (Global System for Mobile Com-

munications) e le sue evoluzioni 2,5G e 3G. In

particolare, le tecnologie EDGE (Enhanced Data

rates for GSM Evolution), GPRS (General Packet

Radio Service), UMTS (Universal Mobile Tele-

communications System), HSDPA (High Speed

Downlink Packet Access) hanno permesso un

flusso di maggiori quantità di dati e applicazioni

basate su Internet. Di recente nei telecontrolli si

sono diffuse diverse tecnologie che operano a 2,4

GHz, tra cui lo standard Bluetooth per la trasmis-

sione seriale con modalità punto-punto o multi-

punto. Vale infine la pena elencare le tecnologie

di rete emergenti nella gestione dei telecontrolli,

dove ottimizzazione dei consumi e gestione di

grandi quantità di dati vanno di pari passo: Inter-

net of Things, piattaforme Cloud, sistemi virtuali,

WSN (Wireless Sensor Network), Energy Mana-

gement e Big Data Management, Smart Grid e

Smart City. ■

La definizione che riportiamo in

questa pagina è tratta e parzial-

mente rielaborata dall’autore a

partire dal “Dizionario di Automa-

zione e Informatica Industria le”,

a cura di Armando Martin, pagg.

288, Editoriale Delfino

(www.editorialedelfino.it).

Ringra zia mo autore ed editore per

la collaborazione.

Il “Dizionario di Automazione e Informatica Industriale” è

anche su facebook…

https://www.facebook.com/groups/dizionario.automazione/

…e su automazione plus

http://automazione-plus.it/focus/dizionario-di-automazione-e-informatica-industriale/

Armando Martin

TelecontrolloIl concetto di telecontrollo è molto vasto. Comprende la semplice lettura o modifica a distanza dei dati, l’automazione e la gestione da remoto degli impianti preposti a reti di pubblica utilità e i sistemi di raccolta, elaborazione e centralizzazione di dati prelevati dal campo.

LE PAROLE CHIAVE DELL’AUTOMAZIONE

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Soluzioni per la movimentazione orizzontale e verticale nell'Automotive.Sinistra, destra, su e giù – è semplice far fronte alle richieste sempre più esigenti del settore Automotive quando puoi contare su un partner che è in grado di progettare la tua soluzione ad alta efficienza energetica, su misura, avanzata e flessibile. Che si tratti di applicazioni per la movimentazione orizzontale o verticale, la nostra ampia scelta di prodotti scalabili per l'automazione e gli azionamenti ti offre tutto ciò di cui hai bisogno. Visita http://www.lenze.com/it-it/specialisti-nel-settore-industriale/intralogistica/

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AUTOMOTIVE

applicazioni

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

60

IL KNOW-HOW DI LENZE DALL’ITALIA AL BRASILE

Giuseppe Testa Essere fornitori di applicazioni in tutto il mondo

significa per Lenze avere un know-how e una

replicabilità internazionali. Pur operando sul suolo

italiano, l’innovazione e la tecnologia di Lenze

sono globali e le soluzioni di questa azienda sono

replicabili ovunque, persino in Brasile.

Proprio per un impianto in Brasile progettato per

un’azienda di automotive, Lenze si è occupata di

un trasloelevatore installato nell’area buffer per gli

skid del body-shop.

Questo trasloelevatore doveva

essere aggiornato e potenziato

per consentire la gestione di 66

autovetture/ora: circa il 20% in

più delle aspettative che erano

raggiungibili. L’azienda cliente

di Lenze ha deciso di affrontare

questo impegno e ha proposto con

forza l’adozione della sua tecnolo-

gia in alternativa a quanto prescritto dal capitolato.

Questa sfida è partita da subito direttamente con il

dimensionamento e con l’architettura da adottare:

il software DSD è stata la scelta di riferimento che

ha permesso la proposta di un progetto completo.

Una massa di oltre 10.000 kg si muove sull’asse orizzontale alla velocità di 3,67 m/s con rampe di accelerazione pari 1 m/s2 grazie ai due motori-duttori GFL11-2M-132C32, controllati da altret-

tanti azionamenti serie 9400 Ty E94ASHE0474.

Per quanto riguarda l’asse di sollevamento, era

previsto che 2.000 kg arrivassero a 20 metri di altezza con una velocità di 1 m/s e rampe di

accelerazione di 0,5 m/s2. Anche in questo caso

la forza e il basso gioco angolare del motoridut-tore GKS09-3M-132C32 pilotato dal drive Ty E94ASHE0474 hanno rappresentato l’arma vin-

cente.

Definita la parte di motorizzazione, era necessario

architettare un progetto di pilotaggio e controllo

dei drive capace di garantire il rispetto dei tempi

ciclo e delle prestazioni di sistema.

I progettisti sono stati ancora una volta agevolati

dai blocchi funzione disponibili nei drive Lenze.

La lettura di un telemetro laser ha fornito al drive

9400-Master il reale posizionamento del traslo

sull’asse X; il controllo in coppia adottato sul

9400-Slave ha garantito un perfetto e armonico

inseguimento. Nessuna vibrazione, nessuna per-

tubazione di coppia nel movimento orizzontale.

Sull’asse di sollevamento il 9400-Master, che

funziona da posizionatore, controllava in albero

elettrico il 9400-Slave ed entrambi hanno portato

il carico in quota con un perfetto allineamento. Il

modulo memoria MM330 ha contenuto tutte le

informazioni del progetto.

Le accelerazioni richieste dall’applicazione hanno

imposto l’adozione di motori a elevate presta-

zioni e bassa dinamica. I motori serie MF erano

la soluzione ideale, integrando ridotte dimensioni,

elevato rendimento e modularità: all’altezza d’asse

132 si è sviluppata una potenza di 22kW pari a una

grandezza 180 di motore asincrono tradizionale.

Oltre alle prestazioni è stato necessario dare assi-

curazione circa la qualità dei prodotti e la capacità

di soddisfare in sicurezza lunghi tempi di lavoro.

Lenze ha quindi avuto modo di esprimere l’affida-

bilità dei propri prodotti esibendo MTBF sorpren-

denti e disponibili per l’intera gamma dei compo-

nenti costituenti la motorizzazione.

Il trasolelevatore ha preso forma ed è diventato

un sistema completo e funzionante: i risultati rag-

giunti sono assolutamente in linea con le aspetta-

tive e i rilievi effettuati confermano la progetta-

zione compiuta con DSD.

Possiamo concludere quindi questa storia di

revamping oltreoceano con il seguente pensiero:

uomini e strumenti di lavoro quali DSD e L-force

Engineer sono stati una squadra efficace ed effi-

ciente, all’altezza di un ricondizionamento labo-

rioso e non proprio “dietro l’angolo”. ■

Un motore serie MF di Lenze

L’ AUTOREG. Testa, Sales Director di Lenze

Italia.

Tabella - Affidabilità espressa in tempo medio fra i guasti (mean time between failures o MTBF)

A FIL DI RETEwww.lenze.com/it-it/prodotti

Un trasloelevatore a elevate prestazioni in Brasile

In un impianto brasiliano, l’utilizzo della tecnologia Lenze ha permesso di aggiornare e potenziare un sistema di traslazione e sollevamento di parti di autoveicoli. I motori impiegati, pur con dimensioni ridotte, hanno permesso un sostanziale miglioramento delle prestazioni.

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applicazioni

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

62SENSORI

Sensori Hall sotto esame

DIVERSI SENSORI A EFFETTO HALL SONO STATI MESSI A CONFRONTO DA HONEYWELL

James McKenna

Honeywell ha effettuato dei test su dei sensori a effetto Hall bipolari con ritenuta stabilizzati e non stabilizzati con circuito chopper. I risultati dei test mostrano che è possibile ottenere prestazioni significativamente maggiori impiegando un elemento quad Hall e programmazione proprietaria senza stabilizzazione con circuito chopper.

Honeywell Sensing and Control ha sviluppato

un nuovo sensore a elevata sensibilità, ripe-

tibilità e risposta veloce, tutti fattori che con-

tribuiscono a un efficiente design del motore

BLDC. Il sensore raggiunge queste caratteri-

stiche impiegando un elemento quad Hall e

programmazione proprietaria senza stabiliz-

zazione con circuito chopper.

Per dimostrare l’efficacia di questo design,

Honeywell ha verificato le prestazioni del pro-

dotto testandolo a confronto con un numero di

prodotti “tradizionali” stabilizzati con circuito

chopper, compresi quelli con elevata sensibilità.

Impostazione della configurazione dei testLo stesso test includeva un bersaglio circolare

con 48 coppie di poli magnetici utilizzati per

attivare i campioni di prodotto. I campioni sono

stati posti in un campo magnetico il più vicino

possibile tra loro e centrati rispetto all’asse Y. I

test sono stati eseguiti con un traferro di 0,020

pollici. Tutti i risultati sono stati misurati su

un innesco Top Dead Center (TDC) che ha un

tempo di risposta molto veloce.

Tempo di risposta stimatoPer calcolare il tempo di risposta, il bersaglio

è stato fatto ruotare con frequenze diverse, in

senso orario e antiorario, con intervallo di rile-

vamento di 0,020 pollici. L’angolo di rotazione

del bersaglio è stato misurato al punto di com-

mutazione dell’output del sensore.

Quando il bersaglio è sufficientemente lento,

il tempo di risposta è molto più veloce del

campo magnetico del bersa-

glio in movimento, quindi la

latenza prevista tra l’angolo

del livello gauss 0 e l’angolo

di rilevazione del campo

dipende dall’impostazione

del test e dalla sensibilità

del prodotto. Quando il ber-

saglio è più veloce, l’angolo

registrato è una combina-

zione della latenza del campo

magnetico e del tempo di

risposta del sensore.

I risultati mostrano che l’an-

golo della transizione rimane

abbastanza stabile alle fre-

quenze più basse da 500

RPM a 2.000 RPM. A 4.000 RPM, l’angolo

varia a causa del tempo di risposta del sensore,

aumentando di circa 0,06° lungo l’intero angolo

della transizione. A 4.000 RPM, 0,06° equivale

a 2,5 μs (0,06°/360°/4.000 RPMx60 s). Il tempo

di risposta stimato, quindi, è pari alla metà

dell’aumento della transizione o circa 1,25 μs in totale.

Il bersaglio circolare impiegato nel test

L’ AUTOREJ. McKenna, Responsabile Mer-

cato Italia, Honeywell Sensing

and Control

A FIL DI RETEsensing.honeywell.com

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SENSORI

applicazioni

Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

63

Risposta al campo magneticoI campioni sono stati montati e centrati in modo

che condividessero lo stesso ambiente. Il ber-

saglio ruotava a 5.000 RPM e per osservare la

reazione del sensore al bersaglio sono state ese-

guite più misurazioni tramite un oscilloscopio.

Le forme d’onda dei campioni mostrano come

la commutazione dei campioni non sia avvenuta

nello stesso punto e che i loro tempi di rispo-

sta sono stati più lenti; il campione Honeywell,

comunque, non mostra alcuna variazione,

indice di una buona ripetibilità. Il tempo di

risposta ritardato è da attribuire al processo di

stabilizzazione del chopper. Per convalidare il

test, i campioni sono stati invertiti e poi nuova-

mente analizzati utilizzando lo stesso metodo.

I risultati hanno confermato i risultati originali.

Il traferro è considerato una parte significativa

del tempo totale di risposta del sensore, e quindi

anche questo è stato testato.

ConclusioneIl test comparativo di affidabilità e tempo di

risposta dimostra che il campione non

stabilizzato con circuito chopper ha un’u-

scita ripetibile con un tempo di risposta

da 10 μs a 20 μs più veloce dei prodotti

stabilizzati con circuito chopper, inclusi i

campioni ad elevata sensibilità.

Il test indica che la stabilizzazione con

circuito chopper può causare la ripeti-

bilità a causa di differenze nell’aziona-

mento. La frequenza più alta della sta-

bilizzazione con circuito chopper può

risolvere questo problema, ma anche se

i sensori stabilizzati con circuito chopper

mostrano un’elevata sensibilità, conti-

nuano ad avere tempi di risposta più lenti.

Il livello di sensibilità dipende dal posi-

zionamento del sensore relativamente a

magnete, traferro e forza del magnete. Mentre

il magnete ruota oltre il sensore, un sensore

con ripetibilità elevata cambia stato alla stessa

posizione angolare ogni volta che il magnete vi

passa di fronte, fornendo un tempo di risposta

costante che manterrà praticamente uguali tutte

le misurazioni angolari. Una risposta ritardata

al bersaglio avrà un effetto negativo sull’effi-

cienza della commutazione del motore. Qualsi-

asi errore nel punto di commutazione di un sen-

sore a effetto Hall ridurrà la coppia del motore,

con conseguente riduzione dell’efficienza.

Inoltre, il test di sensibilità al traferro mostra

come le prestazioni del sensore non stabilizzato

mantengano tempi di risposta migliori all’au-

mentare del traferro.

Un tempo di risposta più veloce alla variazione

del campo magnetico garantisce una maggiore

efficienza nella commutazione di un BLDC. Se

un sensore commuta in corrispondenza di un

livello del campo magnetico diverso da quello

richiesto a causa di risposta lenta o di ritardo,

potrebbero verificarsi errori di precisione. ■

Dettaglio ingrandito del sistema per il confronto dei campioni

Il tempo di risposta del sensore hall di Honeywell (tracciato blu) confrontato con quello di altri cinque campioni (tracciato verde)

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Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

MANUTENZIONE PREDITTIVA

speciale64

SISTEMI, SENSORI E TECNOLOGIE PER AZZERARE I GUASTI

Tra le molteplici strategie di manutenzione, quella predittiva viene eseguita quando la conoscenza dello stato del sistema indica il verificarsi di un guasto imminente. Questo approccio, uno dei più stimolanti e complessi dal punto di vista ingegneristico, porta con sé l’impiego di sistemi, sensori e tecnologie avanzate. La manutenzione predittiva è inoltre vantaggiosa dal punto di vista economico, in quanto prevede interventi solo in seguito al riscontro di specifici parametri.

Manutenzione predittiva Gli strumenti di controllo

Molte imprese industriali sono impegnate a rico-

stituire i processi aziendali esterni, riorganiz-

zando le responsabilità del personale, facendo

crescere il focus sui risultati e sulla capacità di

adattarsi rapidamente ai cambiamenti. La manu-

tenzione, e il suo stretto legame con le attività

produttive, diventa dunque un fattore strategico

per la gestione del ciclo di vita di macchinari,

impianti e installazioni.

La manutenzione predittiva si definisce, secondo

la norma UNI 10147.3.9.2, come quel tipo di

manutenzione preventiva effettuata a seguito

dell’individuazione di uno più parametri e dell’e-

strapolazione, secondo modelli appropriati, del

tempo residuo intercorrente prima del guasto.

Più in generale la norma UNI 10366 (Criteri di

progettazione della manuten-

zione) suggerisce alcuni criteri

di scelta delle politiche di manu-

tenzione. Nella realtà operativa

si verifica spesso che le stesse

macchine, operanti in contesti

diversi, richiedano strategie e fre-

quenze di manutenzione diverse.

A questo aspetto si aggiungono

anche la necessità di valutare in

termini di efficacia ed efficienza

la strategia adottata e i vincoli

relativi al personale di manutenzione.

Nei casi migliori sono gli indici di prestazione(KPI, Key Performance Indicator) a decretare

il successo delle strategie adottate, ma perlopiù

a posteriori. Occorre quindi dotarsi a monte di

strumenti di supporto alle decisioni in grado di

fornire un’indicazione oggettiva sui risultati attesi

dalla politica manutentiva prescelta.

Dal punto di vista pratico la manutenzione pre-

dittiva consiste nel monitorare i componenti critici nel tempo per cogliere l’insorgenza di un

segnale rilevatore.

Una variazione delle misure effettuate rispetto

allo stato di normale funzionamento indica l’au-

mentare del degrado, permettendo in definitiva la

previsione del guasto.

Predire un guasto incipiente di un componente

elettrico, meccanico o idraulico è fondamentale

per pianificare un intervento correttivo, evitare

incidenti e disservizi dell’impianto, prolungare il

tempo di vita residuo delle apparecchiature, otti-

mizzare l’efficienza della manutenzione preven-

tiva.

Lo scopo della manutenzione predittiva è quello

di minimizzare, attraverso lo sviluppo di metodo-

logie flessibili e affidabili, il numero di ispezioni

o di revisioni che potrebbero a loro volta dare

luogo a guasti o deterioramenti. Questo approc-

cio porta ad un notevole risparmio economico, in

quanto i componenti vengono sfruttati fino all’i-

nizio della loro usura.

Vanno fatte ulteriori precisazioni. In primo luogo

l’applicazione di politiche di manutenzione pre-

dittiva non è affatto semplice in quanto richiede

sia personale molto qualificato, sia la definizione

aggiornata e accurata dello stato dei parametri

critici del sistema manutenzionato.

In secondo luogo vanno attentamente vagliate

numerose metodologie, come ad esempio le ana-

lisi tribologiche sui lubrificanti, la misura delle

vibrazioni, la termografia, l’analisi delle correnti

assorbite.

Infine, una distinzione più sottile prevede che si

parli di “manutenzione predittiva” quando è

possibile calcolare con relativa esattezza il tempo

residuo prima di un guasto.

Figura 1 - Trend di intervento manutenzione predittiva in relazione al tempo

Armando Martin

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alle soluzioni offerte dai sensori SICK, che garantiscono processi senza intoppi, evitano costose avarie e fermi macchina, riducono i tempi di collaudo e prevengono incidenti e danni alle persone. Tutto ciò in ogni settore

scanner, dispositivi di protezione optoelettronici e ai servizi SICK, quando si tratta della sicurezza della produzio-ne, tutto il mondo ricorre allo spirito innovativo ed ingegneristico SICK. Noi la troviamo una scelta intelligente.

IN TEMPI INCERTI LA SICUREZZA DELLA PRODUZIONE È ANCORA PIÙ IMPORTANTE.

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Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

MANUTENZIONE PREDITTIVA

speciale66

Si parla invece di “manutenzione su condi-zione” quando non si riesce a determinare con

esattezza il tempo residuo e si assume quindi

un intervallo temporale più ampio entro il quale

intervenire.

Misure di vibrazioni, rilievi a ultrasuoni, analisi lubrificantiIn base all’applicazione sono disponibili nume-

rose tipologie di sensori e trasduttori per il sup-

porto alla manutenzione predittiva, tipicamente

quelli di velocità, accelerazione e spostamento; in

particolare quelli dedicati alle misure e all’analisi

delle vibrazioni.

Le vibrazioni sono un parametro fondamentale

per l’analisi del funzionamento delle macchine

rotanti, in quanto consentono di diagnosticare problemi meccanici come l’usura dei cuscinetti,

il disallineamento, lo squilibrio e

gli accoppiamenti fuori tolleranza.

L’analisi vibrazionale permette di

individuare i difetti prima che si

manifestino, di evitare arresti di

produzione non programmati e di

identificare le condizioni correnti

della macchina o dell’impianto.

L’analisi vibrazionale è eseguita

nel dominio delle frequenze e fa

riferimento a una specifica “firma”

vibrazionale. Una volta identifi-

cata e confermata l’origine di un problema, ven-

gono individuate le opportune azioni correttive.

Le cause di vibrazione modificano lo spettro in

maniera peculiare consentendone l’identifica-

zione. Gli accelerometri piezoelettrici miniaturiz-

zati e capacitivi risultano particolarmente adatti a

questo scopo, grazie a doti di robustezza e a una

banda operativa adeguata per catturare gli eventi

più significativi ai fini diagnostici.

Anche la rilevazione a ultrasuoni e l’analisi sui

lubrificanti sono attualmente riconosciute come

strategie decisive di manutenzione predittiva.

In ambito meccanico e impiantistico, la rileva-

zione a ultrasuoni si basa sull’uso di strumenta-

zione in grado di rilevare perdite (relative ad aria

compressa, vapore, vuoto, fluidi gassosi, valvole

e sistemi idraulici) ed effettuare vari tipi di ispe-

zione elettromeccanica (applicata ad esempio

a scaricatori di condensa, cavitazioni di pompe,

medi e alti voltaggi, blocchi interni di macchinari,

condizioni di cuscinetti e altri componenti mec-

canici).

L’analisi degli oli lubrificanti permette invece

l’individuazione dei guasti attraverso la compo-

sizione chimica degli olii che lubrificano e scor-

rono nei motori e nelle utenze elettromeccaniche.

I vantaggi di queste analisi chimiche sono la

riduzione dei tempi di fermo-macchina e delle

emergenze, il calo dei consumi di lubrificante,

l’aumento della vita utile dei componenti e della

disponibilità dell’impianto, con risparmi evidenti

su tutti i costi di gestione.

L’analisi dei lubrificanti si basa su un monito-

raggio proattivo che fornisce informazioni sui

lubrificanti in senso stretto (frequenza ottimale

di ricambio, qualità chimica dell’olio, contamina-

zione particelle) e su un monitoraggio di tipo pre-

dittivo per la determinazione del grado di usura e

di efficienza delle macchine.

TermografiaLa termografia a infrarossi è uno dei più validi

e utilizzati strumenti diagnostici per la manuten-

zione predittiva. Le termocamere sono gli stru-

menti ideali per le ispezioni di installazioni elet-

triche, attrezzature meccaniche, livelli dei serba-

toi, installazioni con materiale refrattario, condut-

ture, torce industriali e molte altre applicazioni.

Rilevando anomalie solitamente invisibili ad

occhio nudo, la termografia ad infrarossi permette

Manutenzione Descrizione

Correttiva (reattiva)

Manutenzione eseguita a seguito della rilevazione di una avaria ed è volta a riportare un’entità nello stato in cui possa eseguire una funzione richiesta.

Migliorativa (proattiva)

Insieme di azioni di miglioramento intrapreso allo scopo di migliorare l’affidabilità e la manutenibilità del bene, mediante l’eliminazione delle cause di guasti sistematici e/o la riduzione della probabilità di com-parsa di altri guasti.

Preventiva (programmata)

Ciclica Manutenzione preventiva periodica in base a cicli di utilizzo predeterminati. È un tipo di manutenzione programmata, ovvero eseguita in accordo con un piano temporale stabilito

PredittivaManutenzione preventiva effettuata a seguito dell’individuazione e della misurazione di uno o più parametri e dell’estrapolazione secondo i modelli appropriati del tempo residuo prima del guasto.

Secondo condizione Manutenzione preventiva subordinata al raggiungimento di un valore limite predeterminato.

Tabella 1 - Strategie di manutenzione

Figura 2 - Esempio di vibrome-

tro portatile per analisi in situ

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Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

MANUTENZIONE PREDITTIVA

speciale 67

di intraprendere azioni

correttive prima che

si verifichino costosi

guasti ai sistemi.

In sostanza la termo-

grafia a infrarossi offre

la possibilità di cono-

scere la temperatura

presente in tutti i punti

di un impianto senza bisogno di un contatto con l’impianto

stesso. Le misure termografiche fanno parte delle cosiddette

“prove non distruttive”, cioè di quelle prove che non provo-

cano alterazioni in seguito alla verifica. Le rilevazioni ven-

gono quindi effettuate a impianto o macchina in funzione,

cioè sotto carico in quanto è necessario che i componenti

siano attraversati da corrente per generare calore. Questo

permette di non bloccare o ridurre l’operatività dell’impianto

durante la verifica. D’altra parte è possibile analizzare sia il

funzionamento dell’impianto a regime termico raggiunto, sia

il comportamento durante il transitorio, cioè durante le fasi di

avvio e fermata.

Un’immagine termica che includa dati accurati di tempera-

tura fornisce ad un esperto di manutenzione importanti infor-

mazioni sulle condizioni dei dispositivi ispezionati. Queste

ispezioni possono essere svolte con il processo produttivo in

azione a pieno regime, e, in molti casi, l’uso di una termoca-

mera può ottimizzarlo.

Sistemi informativiNelle aziende dove la manutenzione degli impianti è un fat-

tore strategico vengono utilizzati software CMMS (Compu-

terized Maintenance Management System), sistemi di tele-

controllo e simulatori. Questi sistemi consentono alle aziende

di aumentare la visibilità delle performance mediante l’a-

nalisi dei dati relativi a trend e anomalie principali, di pre-

vedere eventuali problematiche di affidabilità e di assumere

decisioni volte a incrementare gli utili sulla base di proiezioni

future.

In genere oltre alla manutenzione in senso stretto, questi

sistemi consentono la pianificazione delle attività, la gestione

degli asset, il controllo di magazzino, funzioni avanzate di

reporting e analisi. I CMMS, i sistemi di telecontrollo e i

simulatori di impianto fanno parte in sostanza del più ampio

concetto dei sistemi informativi di manutenzione e delle stra-

tegie di manutenzione predittiva.

Il sistema informativo può dare un contributo importante

nella progettazione e nella rimodulazione delle politiche di

manutenzione. Un sistema informativo orientato alla gestione

della manutenzione preventiva, all’individuazione delle ano-

malie e al monitoraggio delle prestazioni è fondamentale per

gestire i processi critici.

Allo stato attuale tali processi sono sempre più supportati

anche da sistemi diagnostici integrati negli impianti, da sistemi

esperti e dalle più recenti tecnologie web/cloud. ■

Figura 3 - Esempio di termocamera utilizzata per manutenzione predittiva

Sensori di spostamento a correnti parassite

Principio di misura a correnti parassite, senza contattoCampi di misura da 0,4 a 80 mmRisoluzione < 0,02 micrometriBanda passante 100 kHzStabilità in temperatura 0,015%/°C

Campi di misura da 50 mm a 50 mPer ambienti industriali ostiliUscite encoder, potenziometro, corrente, tensioneFacile installazioneVersioni speciali per OEM

Principio di misura capacitivo, senza contattoCampi di misura da 0,05 a 10 mmRisoluzione a partire da 0,15 nanometriBanda passante 50 kHzTemperatura da -50 a 200°C

Sensori capacitivi di spostamento

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Misure di spostamento

1963 20135

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MANUTENZIONE PREDITTIVA

speciale68B&

RA CURA DI FRANCO GORNATI

Macchine sempre in perfetta efficienzaCon un buon monitoraggio della macchina è possibile

evitare danni irreparabili, minimizzare i costi e i tempi

di manutenzione e massimizzare il tempo di attività. Le

vibrazioni, in particolare, sono un parametro critico da

monitorare, perché offrono indizi significativi sullo stato

di funzionamento nel tempo e in funzione delle velocità

della macchina. B&R ha appositamente sviluppato dei

moduli di I/O, a cui è possibile connettere fino a 4 acce-

lerometri, per l’acquisizione dal campo di misure di vibra-

zioni. Sfruttando le stazioni di I/O X20, già presenti nel

sistema di automazione, è possibile misurare, raccogliere

ed elaborare i dati necessari per comprendere quale sia lo

stato fisico della macchina, correlandolo con la logica di

controllo e il processo in atto.

Attraverso Automation Studio, l’ambiente di sviluppo

standard di B&R, è possibile configurare in modo sem-

plice e intuitivo i

moduli per il Condi-

tion Monitoring che

effettuano l’analisi in

frequenza del segnale,

fornendo all’operatore

direttamente l’informa-

zione necessaria. Que-

sti dati, raccolti dai sen-

sori e opportunamente

processati dal modulo,

possono poi essere

visualizzati a schermo

con grafici significativi per gli operatori di manutenzione,

che sono quindi in grado di rilevare per tempo le devia-

zioni dal comportamento ottimale e possono pianificare

opportuni interventi di manutenzione preventivi.

A livello di controllo della macchina è inoltre possibile

agire da programma sul comportamento delle parti in

movimento durante l’operatività di ogni giorno. Rego-

lando opportunamente le velocità delle parti meccaniche

in gioco è infatti possibile lavorare in aree di funziona-

mento sicure e per la macchina (lontani dalle frequenze di

risonanza). In questo modo si evitano rotture o danni irre-

parabili, si minimizzano gli sprechi e i fermo-macchina,

si riduce il rumore e si mantiene la macchina sempre in

perfetta efficienza garantendo la massima disponibilità.

Diagnostica e manutenzione preventiva Bosch Rexroth ha sviluppato uno strumento semplice

ed efficace utile al miglioramento dell’OEE (Overall

Equipment Effectiveness), che permette una riduzione dei

costi e del pay-back degli impianti grazie alla riduzione dei

costi di manutenzione (fino al 30%), dei fermi macchina

(35-45%) e dei fermi produzione (fino al 75%). Rexroth

Productivity Agent è uno strumento in grado di rilevare e

analizzare informazioni relative alle variazioni meccatro-

niche dei sistemi quali ad esempio attriti, bloccaggi, giochi

o indurimenti meccanici. È un potente supporto di dia-

gnostica preventiva e una base per analisi predittive, che

permette di pianificare

la manutenzione degli

impianti, eliminando

così costosi fermi di

produzione. Le analisi

si basano sul concetto

di drive intelligente,

che utilizza il motore

come sensore di rile-

vamento e il servo

drive/controller come

elaboratore dei segnali

e delle informazioni che verranno poi messe a disposi-

zione dell’utente o dei sistemi superiori.

Il tool funziona in parallelo al normale processo di fun-

zionamento produttivo e non necessita né di dispositivi

aggiuntivi esterni (sensori) né di software esterni. Può

inoltre essere utilizzato su tutte le piattaforme di aziona-

menti Indradrive (compatti, modulari e motori con aziona-

mento integrato) e controller MLC. Sono disponibili inol-

tre analisi meccaniche per quanto riguarda attrito, gioco,

rigidità e relativa definizione delle soglie di tolleranza;

analisi della risposta in frequenza, particolarmente adatta

al rilevamento di minime variazioni meccaniche ed elettri-

che; monitoraggio curve d’inviluppo, cioè il monitoraggio

di un qualsiasi segnale (coppia o corrente) durante l’intero

ciclo produttivo, definizione soglie di tolleranza e una fun-

zione di monitoraggio, analisi e riduzione delle vibrazioni

in grado di eliminare o attenuare in realtime le vibrazioni

del sistema rilevate attraverso algoritmi dinamici di rego-

lazione dei parametri di controllo. Tutte le funzioni preve-

dono la possibilità di definire soglie e limiti per la genera-

zione automatica di messaggi di warning.

Acquisizione dati ed analisi ancora più rapide La nuova generazione di strumenti portatili per l’analisi

delle vibrazioni delle apparecchiature critiche di Emerson

Process Management è in grado di rilevare tempestiva-

mente eventuali problemi prima che si ripercuotano in fer-

mate non pianificate. L’analizzatore CSI 2140 Machinery

Health Analyzer di Emerson Process Management incre-

menta le funzionalità dello strumento Emerson CSI 2130.

Permette di raccogliere simultaneamente dati da quat-

tro canali, di ritrasmetterli con comunicazione wireless e

Bluetooth e dispone di un touch screen a colori.

Lo strumento consente di acquisire dati provenienti dal-

le ronde di analisi con minori tempi di acquisizione. La

forma ergonomica e il ridotto peso rendono più facile l’u-

tilizzo da parte degli utenti. La raccolta dati è più rapida

del 50% rispetto agli altri strumenti. Questo riduce il tem-

po da trascorrere in luoghi pericolosi e permette ai tecni-

ci di completare i rilievi più rapidamente. Lo schermo è

di facile lettura, sia con sole diretto sia in aree buie grazie

alle funzioni di auto-adattamento basate sul rilevamento

della luce ambientale. Dal momento che oltre il 50% dei

problemi meccanici sono causati dall’usura di cuscinetti, il

monitoraggio dello stato di salute dei cuscinetti è un com-

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

BO

SCH

REX

RO

TH

Rexroth Productivity Agent sviluppato da Bosch Rexroth

EMER

SON

PRO

CES

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EMEN

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Condition Monitoring di B&R

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Utilizzare il tempo in attività ad elevato valore, rendendo la raccolta dati più veloce. L’analizzatore di vibrazioni CSI 2140 è il più rapido ora disponibile. Grazie all’utilizzo di un accelerometro triassiale ed alla capacità di monitoraggio a quattro canali è ora possibile completare le routine di analisi delle vibrazioni in metà tempo. Il tempo prezioso sarà utilizzato per risolvere i problemi invece che per raccogliere dati. Per saperne di più, utilizzate il codice qui sotto o visitate il sito: www.EmersonProcess.com/WorkFaster

ORA E’ POSSIBILE

Le routine di analisi delle vibrazioni sembrano non finire mai. E’ necessario acquisire i dati più velocemente in modo da poter utilizzare il tempo disponibile nella risoluzione dei problemi.

Il logo Emerson è un marchio di proprietà di Emerson Electric Co. © 2013 Emerson Electric Co.

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Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

MANUTENZIONE PREDITTIVA

speciale70

FLU

KE

EWO

N

ponente chiave nei

programmi di affi-

dabilità. Con lo stru-

mento che acquisi-

sce dati da quattro

canali, si possono ottenere letture in senso assiale, vertica-

le ed orizzontale contemporaneamente.

Grazie anche alla tecnologia PeakVue di Emerson, i tecni-

ci responsabili dell’affidabilità possono rilevare le presta-

zioni dei cuscinetti compromessi con anticipo rispetto ad

altre tecnologie. Inoltre, la diagnostica avanzata, di cui il

CSI 2140 è dotato, permette di effettuare direttamente l’a-

nalisi delle cause dei problemi meccanici.

Prevenzione tempestiva e conveniente Il router ADSL industriale 2104/4104 di eWon, azienda

belga distribuita in esclusiva in Italia da Efa Automazione,

fornisce una connettività ADSL a banda larga sicura tra-

mite VPN, per accedere a sistemi e risorse remoti via Inter-

net. In questo modo è possibile effettuare attività di manu-

tenzione predittiva efficaci e tempestive a costi contenuti.

Sono disponibili un modem ADSL 2/2+ e un modem

opzionale PSTN o 3G (UMTS). Integrando i principali dri-

ver di comunicazione dei PLC, il router eWon 2104/4104

monitora le variabili e raccoglie i dati in un database

interno, anche durante l’attività di manutenzione.

Il router dispone di server Web e FTP

incorporati, nonché di un sistema di

gestione degli allarmi indipendente.

È predisposto per il funzionamento

con Talk2M, il servizio cloud per la

manutenzione remota e l’accesso alle

macchine. Il router eWon 2104/4104

risponde alle più rigide direttive rela-

tive alla sicurezza. Viene impiegato in

diverse applicazioni di manutenzione

predittiva e ha ottenuto ottimi riscontri

nella gestione acque.

Mentre in passato veniva monitorato

solo il risultato di un guasto, grazie

all’introduzione dei router eWon si

è potuto accedere in tempo reale alle

informazioni di diagnostica, riuscendo

così ad anticipare i guasti e le inter-

ruzioni di servizio e a prendere deci-

sioni importanti in situazioni critiche.

Il ruolo del dispositivo eWon è quello di fornire accesso

remoto sicuro e resiliente tramite Internet, a PLC/disposi-

tivi RTU, utilizzando una combinazione di ADSL a banda

larga e GPRS/3G. L’unità eWon può inoltre essere control-

lata dal PLC, assicurando così un’integrazione totale tra i

processi e la rete di comunicazione degli stabilimenti. Una

soluzione conveniente ed efficiente, che consente di offrire

un servizio di qualità elevata garantendo connettività e

visibilità delle informazioni importanti in tempo reale.

La potenza della comunicazione Hart in uno strumento di misura compattoFluke presenta il calibratore di loop di precisione Hart

Fluke 709H, uno strumento facile da usare con un’inter-

faccia intuitiva e funzionalità Hart, che velocizzano le ope-

razioni di misura o generazione di tensione o corrente e

l’alimentazione dei loop. Hart Fluke 709H è un calibratore

di loop che unisce alla precisione (allo 0,01%) un potente

dispositivo di comunicazione Hart, integrati in un unico

strumento compatto, robusto e affidabile. Il modello 709H

supporta un gruppo selezionato di comandi Hart univer-

sali e di uso comune. Nella modalità di comunicazione,

si possono visualizzare le informazioni di base del dispo-

sitivo, eseguire test diagnostici

e regolare la calibrazione della

maggior parte dei trasmettitori

compatibili con Hart.

In passato queste operazioni

erano possibili solo con un

dispositivo di comunicazione

dedicato, un calibratore mul-

tifunzione di fascia alta o un

computer portatile dotato di

modem Hart. Lo strumento è

inoltre dotato di resistore inte-

grato da 250 ohm selezionabile

per la messa a punto del loop

ai fini della comunicazione

Hart. I modelli 709H e 709

non Hart si contraddistinguono

per la loro interfaccia intuitiva

con tasti dedicati, l’encoder

rotativo con manopola Quick-

Set e l’agevole collegamento a due fili per effettuare le

misure in modo rapido e semplice. L’intervallo 0-100%

e i pulsanti con step del 25% facilitano e velocizzano l’e-

secuzione dei test. Le funzionalità di rampa e step auto-

matici consentono di eseguire test in remoto e di essere

contemporaneamente in due posti. Il software 709H/Track

opzionale fornito con cavo di comunicazione consente di

documentare le misure in milliampere e i parametri del tra-

smettitore Hart e di caricarli su un PC.

Tecnica di misura per condizioni ambientali critichePer poter utilizzare la tecnica di misura anche in condizioni

ambientali critiche è necessario che anche l’hardware sia

ugualmente robusto. Per questo tipo di applicazioni HBM

ha ampliato il sistema di misura QuantumX con moduli

di misura dotati del grado di protezione IP 67, capaci di

resistere a vibrazioni, urti e temperature alte e basse. Il

Il calibratore di loop di corrente di precisione Fluke 709H con funzionalità Hart

Router ADSL industriale 2104/4104 di eWON distribuito da Efa Automazione

HBM

Nuova generazione di analizzatori di vibrazione CSI 2140 di Emerson Process Management

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Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

MANUTENZIONE PREDITTIVA

speciale 71

NA

TIO

NA

L IN

STRU

MEN

TS

sistema di misura universale QuantumX consente di otte-

nere risultati di misurazione affidabili in modo semplice

e rapido. La struttura modulare e la robusta connessione

a spine riducono le operazioni di installazione, dato che i

moduli possono essere distribuiti a piacimento all’interno

dell’applicazione. Gli amplificatori di misura sono dispo-

nibili pressoché per tutte le grandezze di misura e per i più

comuni tipi di sensori.

Con la nuova linea di prodotti, HBM offre da subito quat-

tro moduli per l’impiego in condizioni ambientali criti-

che. Sono disponibili amplificatori di misura con 4, 8 o

16 ingressi universali e un modulo con 4 ingressi di fre-

quenza. Tutti i moduli di misura hanno il grado di prote-

zione IP 67, possono essere impiegati in un ampio campo

di temperature compreso fra -35 °C e +80 °C e, inoltre,

sono resistenti a urti fino a 50 g e a vibrazioni fino a 10 g.

Applicazioni tipiche dei nuovi moduli sono le misurazioni

durante le prove su strada, su macchine mobili, nel settore

marino o in generale nelle misurazioni all’esterno.

Sistemi avanzati per il controllo e il monitoraggio condizioni macchinaIl monitoraggio delle condizioni delle macchine consente

di evitare interruzioni di corrente impreviste, ottimizzare

le prestazioni della macchina e ridurre i tempi riparazione

e i costi di manutenzione. National Instruments offre

sistemi di monitoraggio delle condizioni embedded online

e sistemi industriali di test più avanzati. I software e har-

dware NI sono utilizzati con successo in una grande varietà

di turbine, compressori, generatori e altri dispositivi indu-

striali. National Instruments offre strumenti avanzati per

sviluppare sistemi industriali embedded per il controllo

e sistemi di monitoraggio. I sistemi di Condition-Based

Maintenance permettono di ridurre i periodi di inattività

dei sistemi e di ottimizzare le prestazioni, riducendo allo

stesso tempo i costi di riparazione e manutenzione.

I prodotti NI permettono di effettuare analisi online con

algoritmi sviluppati in ogni linguaggio di programma-

zione, implementare piattaforme aperte e modulari per una

facile scalabilità ed espansione futura, integrare facilmente

gli strumenti NI in sistemi di monitoraggio già esistenti

e sistemi SCADA e di utilizzare piattafome compatibili

disponibili per misure portatili con monitoraggio embed-

ded e test. Per esempio, il sistema portatile per il moni-

I nuovi moduli QuantumX si possono utilizzare anche in condizioni ambientali critiche

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Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

MANUTENZIONE PREDITTIVA

speciale72

SIEM

ENS

SCH

NEI

DER

ELE

CTR

IC

toraggio basato su USB ed Ethernet NI-DAQmx è consi-

gliato per il monitoraggio delle vibrazioni basato su USB e

per soluzioni a basso costo per il monitoraggio condizioni

macchina con notebook. Presenta una selezione di input

per un’ampia gamma di sensori per ogni tipo di applica-

zione industriale ed è possibile massimizzare il rapporto

segnale rumore (SNR) con risoluzione a 24 bit e intervallo

dinamico da 102 dB.

Per il monitoraggio industriale embedded online invece

sono più indicate le soluzioni NI CompactRIO o NI PXI

che consentono analisi e misure continue, da 4 a oltre 1000

canali, presentano sistemi operativi real-time per maggiore

affidabilità del sistema ed permettono di analizzare i dati

direttamente online per un controllo più efficace e una

manutenzione più tempestiva.

Un sistema scalabile, flessibile per qualsiasi controllo di automazione industrialeScada Vijeo Citect 7.30, integralmente incorporato nel

sistema di Process Automation PlantStruxure, offre

potenti capacità di visualizzazione e capacità operative che

consentono di avere una visione globale del processo e di

controllare velocemente allarmi e problematiche miglio-

rando le performance di produttività. Si tratta di un sistema

scalabile, flessibile e con prestazioni affidabili per qualsi-

asi controllo di automazione industriale, che alla potenza

e flessibilità di Scada unisce la possibilità di integrare in

modo completo il sistema di supervisione con le apparec-

chiature Schneider Electric. Vijeo Citect è sincronizzato

con le applicazioni Unity PLC per offrire una visualizza-

zione oggettiva e coerente del sistema.

Il sistema offre ridondanza completa per applicazioni

scalabili per problematiche di tipo hardware che possono

portare a una diminuzione della produzione e a situazioni

di pericolo. La nativa ridondanza di Vijeo Citect permette

un pieno controllo dei guasti hardware impendendo per-

dita di produzione o di performance. Centralizzazione e

localizzazione delle informazioni sono riconciliate uti-

lizzando cluster. I costi delle centrali di controllo e della

manodopera sono così ottimizzati senza compromettere la

funzionalità del sistema in prossimità del processo. L’uti-

lizzo di cluster può inoltre ridurre la suddivisione dei siti

in sottocluster affidabili per aumentare la capacità globale

del sistema o suddividerne il carico.

Il sistema include VijeoCitect Project Analysis. Si tratta di

uno strumento di visualizzazione intuitivo per l’analisi di

allarmi e dati di trend integrato nel sistema, che offre all’o-

peratore un’analisi approfondita e la possibilità di inter-

venire in modo più rapido. Tutte le applicazioni risultano

sempre aggiornate, grazie alle tecnologie Windows. Vijeo

Citect, infatti, è completamente integrato nell’offerta Win-

dows Panel PC di Schneider Electric.

La manutenzione intelligente raddoppia il risparmioI moduli software dedicati di Siemens per le attività di

monitoraggio meccanico negli impianti di processo con-

sentono la manutenzione preventiva con tempi di fermo

macchina ridotti e contribuiscono a una maggiore sicu-

rezza. I moduli software dedicati di Siemens sono in grado

di determinare e valutare lo status degli asset meccanici

direttamente dai dati di processo già disponibili nel sistema

di controllo. A tal fine, gli strumenti compilano e valutano

valori digitali e binari rilevanti, stabiliscono connessioni

logiche e inviano all’operatore un corrispondente mes-

saggio predefinito di manutenzione tramite un’interfaccia

di comunicazione. In questo modo, i moduli riescono a

inviare degli allarmi per prevenire il danneggiamento di

un asset causato da uno stato operativo sfavorevole o per

raggiunti limiti di usura.

Per monitorare lo stato degli asset meccanici con Simatic

PCS 7 Plant Asset Management, Siemens ha sviluppato

una serie di moduli di diagnostica per pompe, valvole e

scambiatori di calore. Questo approccio si basa su una

valutazione intelligente dei segnali dei sensori che sono

già disponibili nel sistema di controllo e non ne richiede di

addizionali come sensori per il rumore o di accelerazione.

Il modulo di diagnosi PumpMon determina la violazione

dei valori limite di funzionamento nominale delle pompe

e le deviazioni dalla curva caratteristica attesa, li segnala

all’utente, e li rende disponibili per ulteriori elaborazioni.

Il modulo ValveMon monitora lo stato della valvola sulla

base di corrispondenti valori di

processo e consente di indivi-

duare un malfunzionamento e

guasti imminenti, supportando

l’ottimizzazione della pianifi-

cazione della manutenzione e

contribuendo a una maggiore

disponibilità di tutto l’im-

pianto. HeatXchMon deter-

mina le deviazioni dal flusso

di calore di riferimento per il

calcolo preciso e la visualiz-

zazione del grado attuale di

sporcizia, perdita di energia

e costi giornalieri. Il modulo

CompMon calcola gli indica-

tori chiave di prestazioni (per Simatic PCS 7

NI offre anche soluzioni per monitoraggio macchine sul campo

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Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

MANUTENZIONE PREDITTIVA

speciale74

esempio, trasporto o efficienza) ed emette un avviso se

i valori corrispondenti indicano danno al compressore,

accumulo di particelle di sporco sul disco rotore, o ero-

sione delle lame.

Il servizio di telemonitoraggio non-stop che protegge il businessDall’attenta analisi delle esigenze degli IT Manager e

Facility Manager nasce Link-Ups di Socomec, il nuovo

servizio che garantisce il costante monitoraggio dell’at-

tività degli UPS, identificando in tempo reale eventuali

anomalie di sistema. La soluzione di controllo Link-Ups

monitora il funzionamento degli UPS. La sua core activity

è il controllo continuo dei valori dei principali parametri

elettrici. Quando uno o più di questi parametri escono

dalla scala di tolleranza, il sistema identifica un’anomalia

e genera automaticamente un allarme che viene subito tra-

smesso al più vicino Centro di Assistenza Tecnica Soco-

mec. Al ricevimento della notifica, il tecnico specialista

Socomec avrà accesso diretto da remoto alla dashboard

dei parametri in modo da poter effettuare una vera e pro-

pria tele-diagnosi. Il tecnico specialista avrà quindi molte

più chance di identificare preventivamente il problema e

di proporre le azioni correttive necessarie alla sua risolu-

zione.

Ultima evoluzione è la capacità del sistema di trasmet-

tere i dati via Lan e in ridondanza via GPRS, in modo da

assicurare una connessione continua e senza rischi d’in-

terruzione di comunicazione. Il servizio, inoltre, fornisce

report periodici sul funzionamento degli UPS, contenenti

sia i dati generati dal dispositivo, sia l’analisi degli stessi

effettuata dallo staff tecnico. Questa diagnosi permette di

identificare comportamenti anomali dei prodotti e di porre

immediatamente in atto delle azioni correttive anche da

remoto. Grazie alla costante attività di controllo da parte

di tecnici qualificati, è possibile prevenire i malfunzio-

namenti e ridurre la necessità d’interventi di riparazione.

Questo si traduce in una riduzione dei costi operativi

(Opex) e dei rischi di fermo. Infine, la redazione di perio-

dici resoconti consente di ottenere una conoscenza appro-

fondita degli UPS e di ridurre pertanto il tempo di ripara-

zione degli stessi (MTTR).

La stazione di manutenzione per gestire la diagnostica avanzataPlant Resource Manager è la piattaforma Yokogawa per la

gestione degli asset. La piattaforma PRM è basata sul data-

base SQL della strumentazione e dei dispositivi in campo

con numerose funzioni di esplorazione e diagnostica. È

infatti possibile avere la visualizzazione on-line della stru-

mentazione installata per tipologia di trasmettitore, tipolo-

gia di bus di campo e nome del vendor, la verifica delle

tipologie di guasto ed è possibile eseguire tutte le configu-

razioni, le tarature e le calibrazioni degli strumenti. PRM

consente la gestione degli eventi e analisi storiche (Audit

Trail) per singolo strumento e per area d’impianto, la com-

parazione della configurazione di più strumenti (funziona-

lità molto efficace in caso di sostituzione di uno strumento

con un altro presente a magazzino di cui non si sanno le

caratteristiche) e una programmazione delle attività di

manutenzione periodica con una manutenzione predittiva

della strumentazione attraverso l’impostazione di soglie sui

contatori dei flags di allerta. Il Field Communication Ser-

ver può interfacciarsi direttamente attraverso i protocolli

Hart (attraverso DCS o via seriale), Foundation Fieldbus

e Profibus (attraverso DCS). Sono supportate le moda-

lità d’interfacciamento FDT/DTM oppure EDDL. I client

PRM possono attingere informazioni da server diversi,

attraverso una commutazione manuale. Il PRM server può

inoltre essere OPC A&E server per i pacchetti di gestione

allarmi come il Cams (Consolidated Alarm Management

System).

Basandosi sulle statistiche delle principali attività di manu-

tenzione eseguite sugli strumenti di pressione, Yokogawa

ha corredato la sua strumentazione intelligente con nume-

rose funzioni di diagnostica avanzata. Nella serie EJX, ad

esempio, è stato implementata una funzione, denominata

ILDB, che rileva e previene l’intasamento delle linee d’im-

pulso. Un algoritmo fa un confronto in continuo fra dati

di riferimento allo start-up (pressione differ./pressione sta-

tica) e i dati in real-time che arrivano dal processo e, se

viene rilevato uno scostamento tra i valori, lo strumento

va in allarme indicando la linea d’impulso intasata. Que-

sta funzione consente di prevenire i blocchi dell’impianto e

fare manutenzione preventiva sulla singola linea d’impulso

che si sta intasando consentendo una notevole riduzione

dei costi e dei tempi di manutenzione. ■Telemonitoraggio continuo Link-Ups di Socomec

SOCO

MEC

YO

KO

GA

WA

Serie EJX Yokogawa con funzione di diagnostica avanzata ILDB

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Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

MANUTENZIONE PREDITTIVA

speciale76

La manutenzione predittiva nell’industria dei semiconduttori

ALGORITMI COMPUTAZIONALI PREDITTIVI MIGLIORANO PRODUZIONE E MANUTENZIONE

Giuseppe Fazio

La manutenzione predittiva è un argomento di forte interesse anche nell’industria dei semiconduttori. La metodologia consente di rendere più efficiente l’intervento manutentivo e ottimizzare il lifetime delle parti con conseguente riduzione dei costi e migliore utilizzo delle macchine di produzione. Di seguito è data una breve classificazione e descrizione dei differenti tipi di manutenzione nell’industria dei semiconduttori, è descritta la manutenzione predittiva in questo settore, ed è descritto un esempio applicativo. Del caso di studio sono messi in evidenza i vantaggi e i guadagni stimati.

Nel mercato competitivo di oggi, i produttori di

semiconduttori hanno bisogno di metodi di pro-

duzione flessibili, efficienti e ottimali.

Uno studio dell’Ismi (International Sematech

Manufacturing Initiative) mostra che l’Overall

Equipment Effectiveness (OEE) si trova general-

mente nell’intervallo compreso dal 40% al 60%.

Questi valori sono molto bassi se si considerano

i costi dei processi produttivi e degli strumenti di

metrologia. Migliorare l’utilizzo delle apparec-

chiature, quindi, rappresenta una grande opportu-

nità per migliorare la produttività di fabbrica.

Incrementare l’OEE migliorando la disponibi-

lità delle macchine di produzione tramite metodi

predittivi permette di contribuire direttamente

al miglioramento della produttività e alla ridu-

zione dei costi. L’approccio predittivo è quindi

un aspetto molto importante per una fabbrica più

efficiente e competitiva.

La manutenzione predittiva è un’iniziativa che

consente di ottimizzare e migliorare i programmi

di manutenzione e questo permette di migliorare

le performance della fabbrica.

Migliorare l’uptime e la disponibilità dell’attrezzaturaIl costo delle attrezzature è elevato, è quindi fon-

damentale che l’utilizzo delle stesse sia elevato.

Ciò può essere ottenuto eliminando o riducendo

il verificarsi di guasti imprevisti. Gli eventi di

manutenzione programmata possono essere otti-

mizzati basando le attività di manutenzione sui

dati specifici delle attrezzature. Gli sforzi per

ridurre la variabilità dell’attrezzatura, il tempo

medio di riparazione (MTTR), e aumentare il

tempo medio fra i guasti (MTBF) sono essenziali

per il flusso di produzione.

Ridurre il costo operativoIl costo dei materiali di consumo è una parte

molto significativa dei costi. Attraverso l’analisi

dei dati, i responsabili delle attrezzature hanno

una migliore comprensione della vita delle parti

di consumo, consentendo loro di usare questi

componenti fino alla fine, riducendo al minimo

gli eventuali tempi di fermo imprevisti a causa di

un errore di tali componenti.

Incrementare la qualità del prodottoLa qualità del prodotto è sempre un aspetto molto

importante della produzione. È importante quindi

che la camera di produzione abbia un comporta-

mento il più stabile e ripetibile possibile. L’ap-

parecchiatura di produzione è in grado di garan-

tire la qualità del prodotto quando un sistema in

real-time di rilevamento fornisce un feedback se i

parametri macchina sono fuori specifica.

Classificazione ManutenzioniLe manutenzioni possono essere classificate

in funzione del tipo di approccio adottato. Di

seguito una breve classificazione:

- Run-to-Failure. Quando le riparazioni o azioni

di ripristino sono eseguite solo dopo il verifi-

carsi di un guasto.

- Preventive Maintenance. Una schedulazione

di interventi di manutenzione programmata al

fine di prevenire gli unscheduled equipment

down time. Tradizionalmente si base sul tempo

trascorso (ore, giorni ecc.) o numero fissato di

unità di utilizzo (ore RF, ore lavorate ecc.).

- Condition-based. Vengono definiti, program-

L’ AUTOREG. Fazio, Micron Technology

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Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

MANUTENZIONE PREDITTIVA

speciale 77

mati ed eseguiti dei test periodici e mirati a

determinare lo stato della macchina di produ-

zione. I risultati dei test consentono di schedu-

lare interventi manutentivi.

- Predictive Maintenance. Le azioni di manuten-

zioni sono eseguite solo quando è necessario.

La PdM stima lo stato futuro della macchina di

produzione utilizzando i dati storici e le cono-

scenze del sistema nel suo insieme.

Caso Reale: Electro Static Chucks (ESC)L’ESC è una parte importante e presente nella

maggior parte dei reattori al plasma. Quando

alcuni punti critici dell’ESC sono stati erosi dal

plasma, nuovi canali sono formati e permettono

al gas “Backside Helium” di fluire nella camera

di attacco. Il flusso di gas diminuisce negli spazi

tra la parte posteriore wafer e la parte in ceramica

dell’ESC. Quando questo si verifica, l’ESC deve

essere sostituito perché il flusso di elio non con-

trolla più la temperatura della superficie del wafer

come desiderato.

La sostituzione di un ESC è un intervento di

manutenzione molto impegnativo. Ogni sostitu-

zione richiede 8 ore di inattività, la camera deve

essere aperta e una procedura di calibrazione

deve essere eseguita prima che la camera possa

essere rilasciata in produzione.

Preventive MaintenanceGli interventi di manutenzione sono necessari per

mantenere i processi di produzione stabili, e con

livelli di qualità definiti. Tuttavia, nella macchina

di produzione ci sono parti che si degradano e/o

usurano con un forte impatto sui risultati del processo stesso. Per questo motivo

sono eseguite delle manutenzione (manu-

tenzione preventiva), che consente di ripri-

stinare o sostituire le parti.

Gli interventi di manutenzione preventiva

è prevista in base al ciclo di vita (durata)

della parte. Questo vale anche naturala-

mente nell’industria dei semiconduttori.

Per quanto riguarda le piattaforme di Dry

Etching, il tempo di vita dei componenti

che sono esposti al plasma dipende, in

generale, dai tipi di processi utilizzati. Per-

tanto, la definizione dei loro tempi di vita

richiede una attenta valutazione, che si concentra

principalmente su come le loro caratteristiche (ad

esempio, proprietà dielettriche) degradano.

Per un corretto calcolo del tempo di vita dei com-

ponenti va tenuto in considerazione che ogni

componente deve garantire una prestazione uni-forme durante l’intero tempo di utilizzo. Come

conseguenza la sostituzione di ogni componente

deve avvenire prima del ciclo vita al fine di evi-

tare qualsiasi problema o uno spostamento del

processo relativo al suo degrado. Pertanto tempi

di vita sono spesso sottovalutati.

Ad esempio, l’Electro Static Chuck (ESC) ha

uno strato di protezione di polimero attorno alla

circonferenza dell’ESC immediatamente sotto

il disco di ceramica. Questo strato di protezione

dei bordi, generalmente di resina epossi-

dica, protegge dall’esposizione al plasma il

legame tra la ceramica e la piastra di base.

Lo strato di protezione al bordo è a sua

volta protetto dal bombardamento diretto

di ioni di plasma da un anello: l’anello di

bordo è esposto al bombardamento ionico.

Lo strato di protezione può erodersi rapida-

mente e può causare un guasto prematuro

dell’ESC a causa del flusso elevato di elio.

Quindi, la vita dell’ESC sarà gravemente

e negativamente influenzata dell’erosione

dello strato di protezione del bordo indotta

dal plasma. E l’usura dipenderà dall’atti-

vità stessa dell’ESC.

L’approccio preventivo che si basa sul

lifetime delle parti sembra avere diversi

inconvenienti. Questo è dovuto al fatto che

Figura 1 - Classificazione Manutenzione

Figura 2 - L’ESC è eroso dall’azione aggressiva del plasma prodotto all’interno della camera di processo

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Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

MANUTENZIONE PREDITTIVA

speciale78

i diversi target di attività di manutenzione sono

rigidamente definiti indipendentemente dalla

reale condizione delle attrezzature e dallo stato

reale dei pezzi.

L’approccio preventivo, quindi, non permette di

utilizzare i vari componenti fino al loro completo

esaurimento e non tiene conto delle esigenze di

produzione.

Predective MaintenanceCome abbiamo visto in precedenza, la Preventive

Maintenance sottostima o sovrastima lo stato

delle parti. Per superare queste difficoltà la Pre-

dective Maintenance sembrerebbe una metodolo-

gia molto promettente. Infatti, questo approccio

fornisce un metodo per monitorare in real-time il

reale status delle macchine

di produzione e delle loro

parti, consentendo una pia-

nificazione della manuten-

zione più appropriata.

L’approccio è basato su

algoritmi computazionali predittivi (che possono

essere di tipo statistico) che

riguardano lo stato delle

parti della macchina e le

informazioni che proven-

gono direttamente dai sen-

sori montati sulla macchina

stessa di produzione.

Nel caso di approccio statistico, generalmente

si cercano correlazioni tra la durata del pezzo e

una o più variabili dell’apparecchiature di produ-

zione.

Predictive Maintenance applicata all’ESCLa durata dell’ESC e degli anelli di quarzo sono

misurate in minuti o ore di esposizione al pla-

sma reattivo, spesso chiamato “minuti RF” o

“ore RF”. Si osserva che

il flusso di “elio Backside”

riflette l’usura dell’ESC

della camera di processo.

Pertanto, il flusso di elio

dovrebbe presentare un

andamento monotono cre-

scente nel tempo misurato

in minuti o ore RF.

Come già detto, l’approc-

cio di manutenzione pre-

dittiva passa attraverso la

correlazione delle variabili

che in questo caso sono:

flusso di elio e ore-RF.

Le due variabili presen-

tano una correlazione

con le seguenti caratteristiche (cfr figura 3):

andamento monotono; alta rumorosità; outliers;

campionamento non uniforme; derivata non sta-

zionaria.

Sebbene sia un semplice problema bidimensio-

nale con caratteristiche note, dal punto di vista

computazionale non è così banale determinarne il

modello. L’andamento caratteristico della varia-

bile presa in considerazione, rendono lo studio

del modello difficile da affrontare con semplici e

standard tecniche statistiche.

Per questo caso di studio l’Università di Pavia ha

proposto l’utilizzo di una metodologia statistica

più avanzata: lo State-space gamma filtering.

Rimandiamo ad alcuni articoli specifici per i det-

tagli del metodo studiato e valutato [2].

L’algoritmo fornisce la predizione dello stato del pezzo da cambiare e una funzione di rischio

(cfr figura 4). In questo modo gli addetti alla

manutenzione possono ottimizzare le manuten-

zioni per la sostituzione della parte.

Per il caso di studio sono stati stimati i seguenti

vantaggi e guadagni: gli eventi di manutenzione

posso essere schedulati con maggior precisione;

lifetime dell’ESC aumentato; riduzione dell’un-

scheduled Down Time; riduzione dei costi.

L’algoritmo potrebbe essere applicato ad altri

dati di fabbrica che hanno andamenti simili,

aggiungendo ulteriori benefici.

Riferimenti[1] Ismi Predictive and Preventive Maintenance Implementation Guidelines, International Semat-

ech Manufacturing Initiative (Ismi).

[2] A. Schirru, S. Pampuri, G. De Nicolao, “Par-

ticle filtering of hidden Gamma processes for

robust Predictive Maintenance in semiconduc-

tor manufacturing”, in Automation Science and Engineering (Case), 2010 IEEE Conference on,

pp. 51–56, 2010. ■Figura 3 - La figura rappresenta un esempio dell’insieme di dati con le caratteristiche correlate alle due variabili

Figura 4 - Predizione e funzione di rischio

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Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

GIORNATA DI STUDIO

anipla80

Nuove applicazioni sono sempre più utilizzate nel mondo industriale per svi-luppare l’ingegneria, velocizzare l’integrazione delle varie fasi di sviluppo e dei team di lavoro, favorendo le procedure di esercizio e manutenzione e le attività di training.La possibilità di accedere facilmente - con applicazioni multimediali - ad infor-mazioni contenute in manuali operativi, planimetrie, rapporti, contratti, specifi-che, permette di migliorare le attività dei team di lavoro che operano in impianti produttivi e/o sono sparsi sul territorio. La navigazione in documenti permette ri-cerche mirate per apparecchiatura o per aree geografiche, visualizzando detta-gli tecnici, dati, immagini, schemi, foto, filmati di formazione alla manutenzione. Piani di lavoro (aggiornati in real time) permettono di ottimizzare le attività di diversi gruppi di lavoroI file possono essere archiviati su server con soluzioni cloud (utilizzando ser-ver condivisi aziendali o pubblici molto performanti e ad alta affidabilità). Le soluzioni cloud conseguono benefici di prestazioni, spazi, consumi di energia, manutenibilità rimarchevoli e permettono l’accesso ai file (quali gli archivi di documentazione) o a programmi applicativi (quali ad esempio quelli di simu-lazione) in maniera sicura con tecniche consolidate di “cyber security”, via in-ternet, utilizzando labtop o comuni smartphone. Esistono poi collaborative tool che permettono la comunicazione e la condivisione di documenti in tempo reale tra diversi utenti. Tecniche di virtualizzazione permettono inoltre di migliorare l’architettura hardware e la fruibilità delle informazioni da parte dell’utente finaleGrazie anche a queste tecnologie innovative, “l’ambiente di lavoro” sta diven-tando qualunque luogo in cui sia possibile accedere ad internet. La giornata di studio si propone di fare una panoramica su come queste nuove tecnologie sono utilizzate in campo industriale cercando di indagare possibili sviluppi futuri.

LA QUOTA DI PARTECIPAZIONE: Per i Soci ANIPLA, AIS, GISI, ISA, la quota è fissata in € 185,00 E.La quota include un pranzo e due coffee break (importo non soggetto a IVA). Per i non soci la quota di partecipazione è fissata in € 240,00 e include un pranzo, 2 coffee break (importo non soggetto a IVA) e una quota di adesione ad ANIPLA fino al 31.12.2014. Si prega di preannunciare la partecipazione alla Sig.ra Gabriella Porto della Segreteria ANIPLA (tel. 02.76002311, Fax 02.76013192): la segreteria è a di-sposizione per ulteriori chiarimenti e precisazioni circa le modalità di iscrizione alla giornata.

PROGRAMMA PROVVISORIO IN ORDINE ALFABETICO

Intervento iniziale Cloud e Virtualizzazione - F. CapuanoABB L’ottimizzazione dell’hardware e della manutenzione

attraverso la virtualizzazione dei server - M. BrianzaACTOR R. MaccioniB&R Diagnostica dei sistemi di controllo?

Non serve programmare, basta un browser! - D. PoliEndress Hauser Soluzioni cloud per Life ed Energy management - A. IcardiENEA Una applicazione di Cyber Enterprise alla Tecnologia

Solare termodinamico di F. Fontana, Usability & Media Lab, ENEA (UTMEA-CAL)ENI Il web 2.0 al servizio dell’automazione - N. PaglieriHoneywell Virtualizzazione hardware degli Operator Training

simulator - A. ManciniInvensys Industrial applications of cloud computing - A. GalmuzziSaipem Virtualizzazione: reale opportunità o trend

tecnologico del momento? - M. Pessina, L. FerrarioYokogawa Competence/Coaching Management System:

an application for drilling rig - M. Kelder

RINUNCE

In caso di eventuali rinunce non pervenute per iscritto almeno 10 gg prima dell’inizio della manifestazione, sarà trattenuto il 50% della quota di partecipa-zione. La documentazione sarà spedita. Anipla si riserva la facoltà di annullare l’iniziativa o di modificare il programma dandone tempestiva comunicazione.

Ing. Regina Meloni - SAIPEM ([email protected])

Ing. Fausto Gorla - PANEUTEC ([email protected])

Per ulteriori informazioni si prega di contattare la segreteria

dell’associazione:

ANIPLA

P.le R. Morandi, 2 - 20121 Milano

Tel. 02 76002311 - Fax. 02 76013192

E-mail: [email protected]

Soluzioni cloud e virtuali per l’Automazione

Maggio 2014

Università la Sapienza

Dipartimento di Ingegneria informatica, automatica e gestionale

Via Ariosto 25 - Roma

con il patrocinio dicon la sponsorizzazione di

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Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

GIORNATA DI STUDIO

anipla 81

Automazione per i Data Center

4 febbraio 2014 - Milano

Fino a poco tempo fa, i Data Center non erano considerati come un settore indu-striale. Anche il termine è relativamente nuovo, le stesse strutture, fino agli anni ’90, erano conosciute semplicemente come CED (Centri Elaborazione Dati). La rapida crescita delle dimensioni, il numero e la complessità dei Data Center negli ultimi 20 anni è impressionante. Questo offre l’opportunità di rifocalizzare l’inte-resse dei maggiori fornitori di sistemi di automazione su questo nuovo settore di mercato.I data center non sono semplicemente delle “Computer Room” su scala più ampia ma sono impianti industriali altamente specializzati, non diversi da impianti chi-mici o raffinerie di petrolio in termini delle loro particolari esigenze comunque clas-sificate come “mission critical”.A seguito di ciò, la giornata di studio proposta vuole approfondire quale è l’im-patto delle nuove soluzioni di automazione per i Data Center e verificare lo stato dell’arte di possibili soluzioni integrate ad “alto valore aggiunto”.Infatti, nei Data Center, occorre gestire problematiche di monitoraggio e di auto-mazione delle infrastrutture intese come utilities elettriche (trasformazione, gene-razione, UPS e distribuzione elettrica), condizionamento, sistema antincendio e monitoraggio CCTV. In più occorre gestire contestualmente problematiche tipicamente IT quali ad esempio la gestione e la distribuzione del carico di lavoro e di memoria dei server e della rete

dati, oltre a problematiche di efficienza energetica e di gestione degli assets, intesi come infrastrutture di IT, Reti e Server Mission Criticals.Un altro aspetto rilevante è la gestione integrata e ottimizzata di più siti, ora pos-sibile grazie alle nuove tecnologie, in termini di massimizzazione dell’efficienza e riduzione dei costi di esercizio. La giornata svilupperà questi temi attraverso case stories e testimonianze tenute da esperti del settore e da chi può proporre soluzioni complete e integrate.La proposta di interventi, con indicazioni degli autori, affiliazione e una sintesi dell’intervento proposto (massimo due pagine), devono essere inviati entro il 30

ottobre 2013 ([email protected]).Entro il 30 novembre 2013 aspettiamo copia della presentazione e della rela-zione da inserire negli atti della manifestazione.

M. Banti: [email protected]: [email protected]

Per ulteriori informazioni si prega di contattare la segreteria dell’associazione:

ANIPLA - P.le R. Morandi, 2 - 20121 Milano

Tel. 02 76002311 - Fax. 02 76013192

E-mail: [email protected]

Il Controllo Avanzato nell’Industria di Processo metodologie, tecnologie ed innovazioni

18 Febbraio 2014 - Milano

La moderna industria di processo richiede agli impianti produttivi di fornire presta-zioni sempre più elevate per garantire flessibilità della capacità produttiva, consi-stenza e stabilità nella qualità del prodotto, massimizzazione nello sfruttamento di materie prime ed energia, riduzione delle emissioni e dell’impatto ambientale. Per far fronte a questi nuovi scenari risulta sempre più evidente la necessità di disporre di nuove tecnologie e filosofie di Controllo, capaci di rispondere in modo più rapido e flessibile alle molteplici condizioni operative che si possono presen-tare al variare dei parametri di produzione e delle condizioni esogene, quali quelle ambientali.Sotto il nome di Controllo Avanzato (comunemente indicato come APC-Advanced Process Control) è racchiusa una vasta gamma di discipline e tecnologie, che lo rendono interdisciplinare per natura. La progettazione di un sistema di Controllo Avanzato raccoglie ed integra pertanto differenti competenze che (tra le altre) spaziano dalla statistica, alla teoria delle decisioni, ai modelli di identificazione, al controllo ottimo, alla modellazione dinamica, al trattamento dei segnali e all’intel-ligenza artificiale.Per raggiungere i propri obiettivi il controllo avanzato è spesso chiamato a lavo-rare in modo connesso e coordinato al sistema di controllo distribuito d’impianto (DCS), attraverso soluzioni ad-hoc o integrate nel sistema di controllo stesso. Per loro natura, i sistemi APC trovano naturale applicazione nei problemi multi-va-riabile, il che li rende particolarmente interessanti in una grande varietà di settori dell’industria, ove tale approccio consente di ridurre in modo sensibile la variabi-lità nel processo così da operare l’impianto quanto più vicino alla sua capacità nominale. Molte sono le tecnologie che sono state sviluppate in questo settore (metodi euristici, reti neurali, modelli predittivi, filosofie di controllo ottimo etc.), il costante aumento delle capacità computazionali dell’hardware ad oggi comu-nemente disponibile ha reso queste tecnologie applicabili ai sistemi real-time ed

economicamente sostenibili, anche all’interno di un progetto “standard”. La selezione di una tecnologia di Controllo Avanzato è spesso orientata dalle pro-blematiche e dalle esigenze produttive e di processo dello specifico settore indu-striale, particolare attenzione è inoltre posta sulla manutenibilità degli applicativi sviluppati, che devono poter essere aggiornati ed adattati alla corrente situazione di esercizio dell’impianto.Particolarmente critica è inoltre la fase di messa in servizio delle applicazioni di Controllo Avanzato e la sua accettazione da parte degli operatori di sala controllo. La giornata di studio si propone di presentare lo stato dell’arte delle tecnologie e metodologie disponibili e delle diverse esperienze operative evidenziando i diffe-renti approcci alle problematiche di progettazione e messa in servizio di sistemi di Controllo Avanzato, in funzione della tipologia di impiantiLa proposta di interventi, con indicazioni degli autori, affiliazione e una sintesi dell’intervento proposto (massimo due pagine), devono essere inviati ai coordina-tori considerando queste scadenze: 10 ottobre 2013 Titolo e relatore

4 novembre 2013 Abstract

15 gennaio 2014 Slight

Maria Regina Meloni, SAIPEM: [email protected] Cristofori, ACT-OR: [email protected] Pedone, SAIPEM: [email protected]

Per ulteriori informazioni si prega di contattare la segreteria dell’associazione:

ANIPLA - P.le R. Morandi, 2 - 20121 Milano

Tel. 02 76002311 - Fax. 02 76013192

E-mail: [email protected]

con il patrocinio di

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Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

CORSO

anipla82

Direttiva Macchine: Come valutarne l’impatto sugli impianti di produzione

11-13 marzo 2014 - Milano

A Milano, l’11-13 marzo, un corso dedicato alla progettazione di elementi di sicu-

rezza dei sistemi di comando

La progettazione e la costruzione del sistema di comando per garantire un funzio-

namento sicuro e affidabile delle macchine o di un impianto industriale sono fattori

chiave in termini di sicurezza delle macchine o dell’impianto nel loro complesso.

Le specifiche per la progettazione di elementi di sicurezza dei sistemi di comando

sono fornite dalle norme armonizzate EN ISO 13849-1/2 e dalla norma EN 62061.

Su questi argomenti Anipla e Bureau Veritas organizzeranno un corso di aggiorna-

mento professionale, che si terrà a Milano dal 12 al 14 marzo 2013.

Il corso è suddiviso in due moduli didattici: il Modulo Base, e il Modulo Tutorial.

Il Modulo Base, è articolato in quattro mezze giornate distribuite su due giorni.

L’obiettivo del modulo è fornire un inquadramento alle procedure della direttiva

Macchine 2006/42/CE, applicata ad insiemi complessi di macchine e impianti au-

tomatizzati, e le basi fondamentali ed applicative delle norme armonizzate EN ISO

13849-1 ed EN 62061 per la progettazione, integrazione e convalida dei sistemi di

controllo relativi alla sicurezza per le macchine.

Una sezione particolare sarà dedicata all’applicazione della EN 62061, derivata

dalla norma IEC 61508, che utilizza i livelli di integrità della sicurezza (SIL) e fissa

l’approccio generale per tutte le attività del Ciclo di Vita della Sicurezza per sistemi

di tipo E/E/PE (Elettrici /Elettronici/Elettronici Programmabili) utilizzati per eseguire

funzioni di sicurezza.

Il Modulo Tutorial si propone di illustrare l’applicazione delle procedure di confor-

mità della direttiva Macchine 2006/42/CE e delle norme EN ISO 13849-1 e EN

62061, illustrando lo sviluppo di un progetto di automazione per le macchine o im-

pianti complessi, dalla valutazione dei rischi alla verifica dei livelli di integrità della

sicurezza (SIL) o del Performance level (PL).

I partecipanti acquisiranno le conoscenze per valutare l’impatto dell’applicazione

della Direttiva e delle norme armonizzate sui nuovi impianti e su quelli esistenti

nelle fasi di progettazione, installazione e gestione. I contenuti sono indirizzati prin-

cipalmente a progettisti e tecnici di automazione e strumentazione, manutentori e

responsabili di produzione.

Ai partecipanti del Modulo Base verrà rilasciato un attestato di partecipazione

spendibile come credito formativo e verrà fatto omaggio di una copia del libro E.

Grassani “La direttiva macchine 2006/42/CE. Guida all’interpretazione e all’ap-

plicazione della direttiva e del S.Lgs. 17/2010”, sesta edizione, Editoriale Delfino

(2010).

Per ulteriori informazioni si prega di contattare la segreteria dell’associazione:

ANIPLA - P.le R. Morandi, 2 - 20121 Milano

Tel. 02 76002311 - Fax. 02 76013192

Campagna Iscrizioni 2014ANIPLA, Associazione Italiana Per L’Automazione, è l’associazione nazionale di riferimento per gli operatori che lavorano nel set-tore dell’automazione industriale. L’associazione si propone di favorire e divulgare, a livello nazionale, la conoscenza, lo studio e l’applicazione dell’automazione industriale in tutti i suoi aspetti tecnologici, scientifici, economici e sociali. Per garantire una migliore presenza capillare sul territorio nazionale, ANIPLA si è organizzata in Sezioni Territoriali: Sezione di Milano e di Torino.

CINQUE BUONI MOTIVI PER ASSOCIARSI AD ANIPLA1. realizzare un continuo aggiornamento professionale attraverso la partecipazione alle iniziative (giornate di studio, workshop, corsi, convegni…) usufruendo di quote di registrazione ridotte;2. ricevere gratuitamente la rivista Automazione e Strumentazione, organo ufficiale di informazione dell’Associazione; 3. ricevere regolarmente le informazioni relative alle iniziative organizzate da ANIPLA e dalle associazioni con le quali ANIPLA ha stretto rapporti di collaborazione (Aidic, Aiman, Ais-Isa, Assofluid, Clui-Exera, Clusit…);4. partecipare alle iniziative delle Associazioni, con le quali ANIPLA collabora, usufruendo di quote di registrazione ridotte; 5. usufruire di facilitazioni su pubblicazioni (tramite il distributore M.e.B.S.), di servizi (Best Western Hotel) e di associazioni incrociate (Aidic, IEEE…).

ESSERE SOCI COLLETTIVI E SOSTENITORI CONSENTE DI• indicare fino a cinque dipendenti che riceveranno una copia personale della rivista Automazione e Strumentazione;• inserire il proprio logo, una breve descrizione dell’azienda e il link alla propria pagina web nella sezione Soci Sostenitori e Collettivi del sito web ANIPLA.I Soci Sostenitori possono iscrivere gratuitamente un loro dipendente a tutte le Giornate di Studio organizzate dalla Sezione Territo-riale di appartenenza. Quote sociali Soci Juniores 10,00 € Soci Individuali 55,00 € Soci Collettivi 275,00 € Soci Sostenitori 825,00 €

Per le iscrizioni si suggerisce di contattare la segreteria (tel. 02 76002311, e-mail: [email protected]).Per maggiori dettagli sulle agevolazioni previste per i soci si rimanda al sito dell’associazione: www.anipla.it

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UTILITY

tecnica

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

84

In questo articolo vengono sinteticamente ripercorsi gli sviluppi tecnologici che i misuratori di acqua (fredda/potabile e calda) e di gas (detti appunto utility meters) hanno avuto negli anni, dall’origine ai nostri giorni. Viene tracciata una breve storia dei contatori d’utenza, collegando la loro genesi a quella delle reti distributive cittadine. Nascono prima le reti gas e poi quelle idriche, per cui i primi contatori d’utenza sono quelli del gas, nella prima metà del XIX secolo, e successivamente quelli idrici, nella seconda metà del XIX secolo. Attraverso l’evoluzione tecnologica dei contatori d’utenza, si presentano le tecnologie moderne, gli smart utility meters degli attuali contatori di acqua e gas, evidenziando il passaggio dai metodi tradizionali (misura meccanica e quindi analogica) ai metodi moderni ed innovativi (misuratori elettronici e quindi digitali). Vengono infine presentati gli aspetti tecnici e metrologici degli smart meters oggi disponibili, evidenziandone anche il percorso di miglioramento e di superamento dei limiti iniziali.

Furio CascettaStefano Campana

Smart Utility Meters e l’evoluzione tecnologica dei contatori d’utenza

È evidente che la genesi dei contatori d’utenza di

acqua e gas è indissolubilmente legata all’origine

delle rispettive reti distributive cittadine. L’e-

sigenza di misurare i consumi dei singoli utenti

nasce quando la rete distributiva cittadina viene

realizzata, ramificandosi all’interno del territorio

urbano, collegando le fonti approvvigionamento

(sorgenti/serbatoti e relativa rete di adduzione o

trasporto) alle singole utenze (nasce il servizio

distributivo). Il contatore d’utenza rappresenta

quindi il terminale della rete distributiva, dove la

risorsa (acqua e gas) viene consegnata (venduta)

all’utente/consumatore.

Ovviamente la genesi delle reti gas è molto

diversa da quella delle reti idriche, per cui gli

argomenti vanno trattati separatamente.

Le reti idricheGli acquedotti, soprattutto quelli di adduzione o

trasporto (ovverosia quelli costruiti per portare la

risorsa idrica dalle fonti/sorgenti ai luoghi di uti-

lizzo), sono indubbiamente un primato italiano e

costituiscono un vanto dell’ingegneria idraulica

a livello mondiale. I Romani, infatti, sono rico-

nosciuti come gli artefici di tale primato, avendo

costruito (e lasciato ai posteri) molti esempi di

evoluti acquedotti adduttori, ancor’oggi sor-

prendenti per la qualità delle realizzazioni fatte

in epoche di limitate conoscenze tecniche e di

mezzi tecnologici. A solo titolo di esempio, nella

figura 1 si riporta l’immagine di uno dei tratti

più famosi e meglio conservati di acquedotto

romano.

Purtroppo gli acquedotti romani, alla caduta

dell’Impero, vengono nel tempo distrutti e/o

abbandonati, motivo per il quale nel medioevo il

consumo d’acqua veniva effettuato localmente,

realizzando le città e gli agglomerati abitativi

direttamente in prossimità della risorsa idrica,

oppure attraverso un rozzo sistema di trasporto

dell’acqua.

Nel XVII secolo cominciano a costruirsi prototipi

di acquedotti di adduzione realizzati in tubazioni

di ghisa (nel 1613 viene inaugurato l’acquedotto

d’Arcueil). L’esigenza comune in questi secoli,

GLI AUTORIF. Cascetta, Dipartimento di

Ingegneria Industriale e dell’In-

formazione (D.I.I.I.), Seconda

Università di Napoli, Aversa (CE).

Figura 1 - Pont du Gard, ponte di 49 metri di altezza e 273 di lunghezza, costruito intorno al 19 a.C. dai dominatori Romani della colonia Gallica di Nemasus (attuale Nimes). Inserito nel tracciato di un acquedotto di 50 km che convogliava l’acqua della sorgente carsica di Uzès alla colonia di Nemasus, permetteva l’attraversamento del fiume Gardon mantenendo la pendenza graduale di 1 metro ogni 3.000 (0.3%, ovvero appena 17 metri di dislivello sull’intera estensione di 50 km).

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tecnica

Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

85UTILITY

fino all’800, è quella della qualità dell’ac-

qua trasportata attraverso le infrastrutture.

Spesso l’acqua è contaminata, favorendo

epidemie di tifo e di colera. Nel XVIII

secolo con l’inizio della microbiologia,

la qualità delle acque migliorò grazie alle

tecniche di decantazione e di filtrazione.

Occorre attendere la fine del XVIII e l’i-

nizio del XIX secolo per assistere alla

realizzazione di reti idriche distributive,

ramificate nelle principali città europee,

che attivano un servizio di fornitura idrica

fornendo direttamente agli utenti nella

case (a pagamento) l’acqua.

In questi anni vengono formate le prime

e più importanti società di gestione e di

distribuzione della risorsa idrica, per

esempio la Compagnia delle Acque di

Parigi del 1778.

Si può affermare che le reti idriche si

sviluppano prevalentemente nella prima

metà dell’800, mentre i contatori idrici

vedono la loro nascita circa nella seconda

metà dell’800. Analogamente i contatori

gas risalgono già al 1815 (Clegg, Londra),

mentre i primi contatori idrici sono instal-

lati a Parigi nel 1880.

Non c’è da stupirsi che il contatore idrico

abbia un’origine relativamente tardiva

rispetto alla storia e allo sviluppo delle

reti idriche. Infatti l’acqua ha sempre

avuto un carattere “sociale”, per cui le

forniture pubbliche spesso erano “gratu-

ite” o forfettarie. Le forniture “a tariffa”

hanno inizialmente risentito delle antiche

tradizioni romane, per cui la fornitura

idrica era determinata da un regolatore di

flusso (cannula: tubo di rame con orifizio

tarato) piuttosto che da un dispositivo di

misura vero e proprio. Tale tradizione

è stata ancora adottata fino ai primi del

‘900, tramite l’utilizzo della cosiddetta

lente metrica tarata ( figura 2).

Le reti gasDurante il ‘700 viene dato un notevole

impulso agli studi e ai progressi chimico-

fisici per lo sfruttamento del gas. Viene

attribuito ad Alessandro Volta, nel 1776,

il grande merito di aver “scoperto” il gas

naturale (miscela composta principal-

mente da gas metano), da lui stesso deno-

minato come “aria infiammabile nativa

delle paludi”.

Un ulteriore apporto verso lo sfruttamento

del gas viene fornito (verso la fine del

XVIII secolo) dall’uso industriale del gas

come sottoprodotto della tecnologia del

carbone (cokeria), per la produzione di un

combustibile solido artificiale denominato

coke (tipicamente utilizzato in metallur-

gia). Si tratta della decomposizione ter-

mica del carbone per riscaldamento ad

oltre 1.000 °C in assenza di aria (pirolisi

o distillazione secca): in tali condizioni

si forma il prodotto coke ed il sottopro-

dotto gas coke (entrambi combustibili).

Inizialmente (e paradossalmente), il gas

coke non veniva utilizzato. Solo dopo il

1784 si comincia a promuovere l’utilizzo

del gas coke come combustibile: nasce

quindi l’era dell’illuminazione pubblica

a gas (in Inghilterra nel 1790). La prima

città a dotarsi di un sistema diffuso di illu-

minazione pubblica con gas coke è Parigi

(1801).

Le officine per la produzione di gas illu-

minante (nella figura 3 ne vengono

rappresentate alcune versioni) e la relativa

rete di distribuzione rappresentano quindi

l’inizio dell’era del gas e del suo sfrutta-

mento ai fini civili e industriali.

Il ciclo produttivo del cosiddetto gas di

Figura 2 - (a) ‘Cannula romana’. Al termine degli acquedotti si trovavano i grandi serbatoi di distribuzione o ‘castella’ dai quali appunto l’acqua veniva ripartita per mezzo di calices bronzei, che presso i Romani erano lunghi 12 dita ed avevano un diametro rigorosamente calibrato. Da essi l’acqua passava poi nei condotti plumbei o fittili: il calibro base era per i Romani quello della fistula quinaria che aveva un diametro di dita 1,51/224 (m. 0,022 circa), col centro posto a 12 dita sotto il livello costante dell’acqua. Il consumo dell’acqua era dunque calcolato in quinarie ( 0.48 litri al secondo) o nei sottomultipli di 1/12 (oncia), 1/48 (sicilico) o 1/288 (scrupolo). (b) Un allacciamento idrico tipo di inizio del secolo XX con un ingrandimento del particolare della lente idrometrica.

(a)

(b)

Figura 3 - (a) Processo produttivo di una cokeria per la produzione di gas combustibile (gas coke) e del combustibile solido (coke). (b) Officine del gas alla Villette, Parigi, 1820 ca. (da Figuier L., Il gas e le sue applicazioni, Milano 1888). (c) Veduta generale degli apparecchi per la produzione del gas.

(b) (c)

(a)

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Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

UTILITY

tecnica86

città (gas di cokeria) favorisce l’impiego

dei contatori di gas con il doppio scopo di

tenere sotto controllo il processo stesso di

produzione del gas (efficientamento della

cokeria) e di determinare i consumi di gas

all’utenza servita.

Si può comunque affermate che lo svi-

luppo del contatore gas, sin dall’inizio,

abbia preceduto (di svariati anni) lo svi-

luppo del contatore idrico. Tale gap,

sebbene di origine ottocentesca, rimane

tutt’oggi.

Il fatto che il contatore gas sia nato prima

di quello dell’acqua può a prima vista

apparire curioso, visto il carattere origina-

riamente “primitivo” dell’acqua rispetto a

quello del gas.

In realtà, invece, non c’è da stupirsi per-

ché la prevalenza del gas sull’acqua trae le

sue origini innanzitutto da motivi econo-

mici e di contesto sociale (sfruttamento del

gas per fini commerciali, rispetto al ruolo

dell’acqua nativamente “pubblico”). In

particolare, il gas coke per illuminazione,

essendo un prodotto industriale, ha un

suo costo di produzione legato anche agli

investimenti necessari per realizzare tali

impianti: ne scaturisce l’esigenza di una

attenta determinazione (misura) dei quan-

titativi di gas prodotti e venduti per l’ido-

nea ed appropriata riscossione economica.

Successivamente, lo sfruttamento dei gia-

cimenti sotterranei di gas naturale rende-

ranno obsolete le officine di cokeria, ma

rimarranno centrali le esigenze di misura

del gas estratto, trasportato, distribuito ed

utilizzato.

Il primato temporale del contatore del gas

su quello dell’acqua è anche spiegabile

con le conoscenze scientifiche dell’epoca:

le leggi fondamentali dei gas sono state

scoperte già da Boyle-Mariotte nel 1662

(a temperatura costante, la pressione di un

gas perfetto è inversamente proporzionale

al suo volume), rispetto alle leggi fonda-

mentali dell’idrodinamica, scoperte da

Daniel Bernoulli nel 1738. Nel 1807, Gay

Lussac completa le leggi fondamentali dei

gas, correlando -a pressione costante- il

volume di un gas alla sua temperatura, in

maniera lineare.

I primi sviluppi dei contatori d’utenzaSi possono individuare due aspetti tecnici

per un generico contatore d’utenza: il prin-cipio fisico di misura (sulla cui scelta si

basano le caratteristiche metrologiche di

accuratezza e affidabilità nel tempo); la tecnologia realizzativa (soluzioni tecniche

e materiali utilizzati).

Un generico contatore tradizionale è costi-

tuito da tre stadi: la camera di misura vera

e propria (primo stadio); il sistema di tra-smissione (secondo stadio),detto anche

orologeria, che ha lo scopo di trasmettere

all’unità di lettura il movimento dell’or-

gano di misura presente nel primo stadio;

il totalizzatore o unità di lettura (terzo sta-

dio).

Il “cuore” di un contatore è dunque rappre-

sentato dall’elemento primario o camera

di misura che realizza il principio fisico

di funzionamento del misuratore. Al di là

del principio fisico di misura che caratte-

rizza il primo stadio, c’è da osservare che

le tecnologie e le soluzioni adottate per il

secondo e per il terzo stadio sono simili

e condivise tra i contatori acqua e gas. In

sostanza l’orologeria è costituita da una

serie di ingranaggi (rotismi, ingranaggi,

leverismi) che hanno lo scopo di ridurre

(rapporto di riduzione di velocità) e tra-

smettere a valle il movimento dell’organo

principale di misura. Analogamente, il

totalizzatore o visualizzatore (sia a lan-

cette che a rulli o tamburelle) dei contatori

d’utenza tende ad assumere una configura-

zione generale condivisa, da considerarsi

praticamente uno “standard”.

I principi fisici di misura scelti per i con-

tatori d’utenza alla loro origine (nel XIX

secolo) erano inevitabilmente legati alle

limitate conoscenze tecnico-scientifiche

del tempo. Questo è il motivo per cui ini-

zialmente i contatori d’utenza (sia di gas

che di acqua) sfruttano due principali tec-

nologie di misura, entrambe di tipo mec-

canico/dinamico:

- A) misuratori volumetrici (positive displacement meters). (A1) a rota-

zione di pistoni (rotary piston meters),

per acqua e gas; (A2) a traslazione

di pistoni, solo per i vecchi contatori

idrici; (A3) a parete deformabile o a

diaframma (diaphragm meters), solo per

gas.

- B) misuratori di velocità (inferential meters). (B1) a turbina per acqua; (B2)

a turbina per gas.

Quindi sia la misura primaria (primo sta-

dio), che la trasmissione (secondo stadio)

e la lettura (terzo stadio), sono affidati a

componenti meccanici e dinamici, ovvia-

mente soggetti ad usura nel tempo e con-

seguente a deterioramento.

Circa i materiali utilizzati per realizzare i

contatori d’utenza (in tutte le loro parti),

la tecnologia conosciuta dell’epoca era

prevalentemente quella delle lavorazioni

meccaniche dei metalli, in virtù della loro

duttilità e quindi della relativa facilità di

lavorazione (fonderia, macchine utensili

quali torni, frese, trapani, ecc.).

Attraverso i decenni del XX secolo, poche

sono state le migliorie e le evoluzioni tec-

nologiche apportate ai contatori d’utenza.

Nel campo del gas, si è passati dal conta-

tore volumetrico a tenuta di liquido (1815)

a quello a secco (1820). Nella figura 4 viene riportata una rassegna di alcuni con-

tatori gas storici.

Altre novità hanno riguardato la tipologia

delle membrane utilizzate per le camere

di misura del gas, inizialmente in pelle

animale (più facilmente deteriorabile

per essiccamento e quindi con perdita di

tenuta) e successivamente in materiale sin-

Figura 4 - (a) Contatore gas a tenuta di liquido (acqua) per la misura del gas Continent Brunt sistema duplex invariabile,1914 (derivante dal brevetto Clegg nel 1815). (b) Contatore per la misura del gas, sistema a secco modello Vulcan con membrane in rame (brevettato da Malm nel 1820). (c) Contatore campione per la verifica dei contatori gas, 1867. (d) Contatore per la misurazione del gas con sistema a olio con cassa in ghisa, 1900.

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Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

UTILITY

tecnica 87

tetico.

Ulteriori adeguamenti tecnologici, nella

seconda metà del ‘900, hanno riguardato

l’evoluzione del totalizzatore (dalla ver-

sione a lancette alla versione a rulli o tam-

burelle) e una crescente attenzione verso

l’impiego di materiali plastici in luogo dei

metalli (la plastica è più leggera, riduce gli

attriti relativi e quindi l’usura), soprattutto

nella parte trasmissione del segnale pri-

mario (rotismi od orologeria). Inoltre ven-

gono inseriti accorgimenti per il blocco del

flusso inverso.

Successivamente, per le taglie superiori, i

misuratori gas utilizzano principi fisici di

misura diversi: nascono i contatori volu-

metrici a pistoni rotanti e i contatori a tur-

bina (o di velocità).

Tra le curiosità si può annoverare la

nascita, agli inizi del ‘900, dei primi con-

tatori prepagati (tramite inserimento di

una moneta all’interno della meccanica

del contatore), nonchè la realizzazione di

primordiali contatori meccanici a doppia

tariffazione (tariffa bioraria), figura 5.

Analogamente i contatori idrici vengono

concepiti, nella seconda metà del XIX

secolo, in modo simile a quelli del gas,

sfruttando il principio di misura volume-

trico (a pistoni), figura 6.

Solo successivamente (nei primi decenni

del ‘900) i contatori idrici vengono realiz-

zati con un principio fisico di misura infe-

renziale (misuratori a turbina), figura 6.

Nel corso del XXI secolo, anche ai conta-

tori idrici vengono apportate quelle miglio-

rie sul quadrante di misura (totalizzatore

a tamburelle, quadrante asciutto invece

di quadrante bagnato), sull’impiego cre-

scente di materiali plastici, sull’adozione

del blocco del flusso inverso e sull’otti-

mizzazione della camera di misura (dai

contatori a turbina a getto singolo, a quelli

a getto multiplo).

Nel seguito si riporta una tabella nella

quale vengono sintetizzati i principali

limiti e le relative soluzioni migliorative

proposte nel tempo delle tecnologie di

misura meccanica/dinamica (contatori

acqua e gas).

Nuove tecniche di misura (Utility Smart Meters): l’era della “misura digitale”Il recente quadro normativo (direttiva

MID o Direttiva 2004/22/CE) ha riportato

una certa vivacità ed attenzione (sebbene

con una tradizionale differenza a sfavore

del settore acqua rispetto al più dinamico

settore gas) nel settore del metering, ossia

nel campo delle tecnologie di misura in

uso nella filiera dell’industria dell’acqua

e del gas.

I contatori d’utenza, denominati anche

utility meters, sono stati per molti decenni

classificati, omologati e prodotti sulla base

Figura 5 - (a) Contatore in grado di misurare in maniera diversificata al fine di poter applicare la tariffa bioraria. Nella sinistra era presente un orologio che veniva programmato sulle fasce previste al fine di poter suddividere nei due numeratori predisposti, numeratore bianco per il giorno e numeratore nero per la notte. Questo consentiva di incentivare i consumi nei momenti di minor consumo con tariffe agevolate. (b) In questo contatore si vede la fessura entro la quale si dovevano inserire le monete, dopo aver spinto il pistone a destra si ricaricava il sistema in maniera proporzionale all’importo inserito ed il contatore erogava quanto previsto dopodiché si bloccava. Le monete cadevano in un contenitore (mancante) chiuso che un incaricato provvedeva a ritirare periodicamente.

Figura 6 - (a) Contatori volumetrici: nella II metà del XIX secolo appaiono i primi contatori meccanici a settori mobili (pistoni). (b) Contatori a turbina: si andranno ad imporre nel XX secolo. (c) Contatori a mulinello: per i consumi maggiori si afferma invece il modello Woltmann (con girante a profilo elicoidale).

Tabella - Analisi comparata tra i contatori idrici e i contatori gas

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Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

UTILITY

tecnica88

del principio fisico di misura e sulla loro

applicabilità a determinati settori della

metrologia legale.

Il recepimento in Italia (G.U. n.64 del

17/3/2007) della Direttiva sugli strumenti

di misura (meglio nota come “MID:

Measuring Instruments Directive”, diret-

tiva 2004/22/EC) introduce una notevole

novità: il concetto che le misurazioni

nel campo fiscale (metrologia legale) si

basano sul principio di indipendenza dalla tecnologia di misura. Si tratta di un nuovo

approccio denominato metrological tech-nology independent: “A manufacturer may choose to use any technical solution that complies with the essential require-ments referred to in Annex I and in the rel-evant instrument-specific Annexes MI-001 to MI-010”. La Direttiva Europea sugli strumenti di

misura 2004/22/CE

(comunemente indi-

cata con l’acronimo

MID) è entrata nel

vivo della sua appli-

cazione. Essa, basan-

dosi sul principio

del nuovo approc-cio, è molto diversa

rispetto alle prece-

denti direttive “ver-

ticali”, specifiche per

ciascun tipo di stru-

mento di misura. In

particolare, le princi-

pali novità introdotte

dalla direttiva MID

sono: (i) conferire la massima responsa-

bilità ai Costruttori Metrici; (ii) assicu-

rare il rispetto consapevole delle norme

attraverso l’importante opera svolta dagli

Organismi Notificati; (iii) garantire la tra-

sparenza del mercato attraverso l’azione

delle Autorità di sorveglianza.

Da un punto di vista tecnico-metrologico,

quindi, è possibile costruire ed omologare

contatori d’utenza (acqua e gas) non più

basati su rigide tecniche di misura (pre-

valentemente di tipo meccanico, come nel

passato), ma fabbricati utilizzando qual-

sivoglia principio fisico di misura che il

Costruttore abbia verificato come affida-

bile per la specifica applicazione, purché

vengano garantite le necessarie prestazioni

metrologiche, ossia il rispetto degli Errori

Massimi Tollerati (MPE: Maximum Per-

missible Errors).

Questa “liberalizzazione” del principio

fisico di misura consente pertanto di bene-

ficiare delle nuove opportunità offerte dalle

più moderne tecnologie di misura, basate

anche sull’impiego dell’elettronica, ed in

particolare dell’utilizzo di microprocessori

(tecnologie smart o sensori digitali).

In particolare, vengono alla ribalta i misu-

ratori elettronici basati su un principio di

misura di tipo statico, con i seguenti van-

taggi intriseci:

- misuratori elettronici o digitali;

- misuratori dotati di micro-processore,

con capacità di elaborazione dei segnali

(diagnostica);

- misuratori muniti di un sistema di comu-

nicazione bidirezionale (connettività), in

grado di essere inseriti all’interno di un’

architettura di sistema AMR (sistemi

evoluti di tele lettura), figura 7;

- il principio di misura statico implica

assenza di parti in movimento (assenza

di manutenzione), e quindi assenza

di attrito, di invecchiamento e di sca-

dimento delle prestazioni (la curva di

errore si mantiene praticamente costante

durante l’intera vita del misuratore);

- il principio di misura statico implica

migliori prestazioni metrologiche, e in

particolare una certa linearità della curva

di errore;

- il principio di misura statico tipicamente

comporta una maggiore sensibilità in

tutto il campo di portata, ed in partico-

lare una notevole sensibilità anche ai

flussi molto piccoli (e quindi una insen-

sibilità ai fenomeni inerziali).

Un misuratore smart necessita di alimenta-

zione elettrica (a batteria), sia per il funzio-

namento del modulo di misura (metrolo-

gia), sia per l’opzione telelettura (modulo

radio per la trasmissione a distanza dei dati

di consumo).

La batteria, anche se spesso viene garantita

una vita media di 10-15 anni, tipicamente

ha una durata inferiore alla vita media del

contatore stesso.

Con i misuratori elettronici, statici e

smart, si entra nella nuova era della

misura digitale.

Smart Water MetersSono stati sviluppati contatori idrici (resi-

denziali) basati su un principio fisico di

misura innovativo, di tipo statico. Tra que-

sti vanno citati: il contatore idrico ad oscil-

lazione fluidica ( figura 8); il contatore

idrico elettromagnetico ( figura 9).

In particolare, i contatori idrici a principio

elettromagnetico rappresentano una tec-

nologia molto conosciuta ed apprezzata

per le misure nelle reti idriche (adduttive e

distributive). Non è stato facile realizzare

dei contatori magnetici per uso domestico

(residenziale), in virtù del fatto che tali

contatori elettronici (smart water meters)

richiedono una batteria come fonte ener-

getica fondamentale per il loro funziona-

mento. Per superare tale limite, si è pensato

Figura 8 - Misuratore idrico ad oscillazione fluidica, di tipo residenziale (Elster mod. SM700)

Figura 7 - Generica architettura di sistema AMR (Automatic Meter Reading) o telelettura

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Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

UTILITY

tecnica90

di utilizzare dei magneti permanenti per la

creazione del campo magnetico di densità

B: tale soluzione riduce drasticamente i

quantitativi di energia rispetto ai modelli

precedenti, con campo magnetico creato da

bobine alimentate elettricamente.

Pertanto, risolto il problema energetico, i

misuratori elettromagnetici di taglia resi-

denziale/domestica presentano una elevata

sensibilità ai bassi flussi, dell’ordine di 3

l/h (portata minima rilevabile dallo stru-

mento decisamente inferiore a quella dei

contattori meccanici). La curva degli errori

(curva caratteristica) risulta essere molto

“piatta”, il che è sinonimo di accuratezza

ed affidabilità di misura. Infine, la natura

statica del principio di misura garantisce la

insensibilità all’azione del tempo (non c’è

usura).

Un contatore basato su un principio di

misura statico, oltre ad essere privo di

usura e di manutenzione, mostra due van-

taggi di particolare rilevanza:

- possiede dei costi cumulativi (life cycle

cost) decisamente inferiori ai corrispon-

denti costi dei contatori meccanici tradi-

zionali ( figura 10): la curva dei costi

di un misuratore smart è decisamente più

“piatta” di un misuratore tradizionale; al

maggior costo di acquisto iniziale si de-

ve aggiungere il costo (irrilevante) della

sostituzione della batteria durante l’inte-

ra vita del misuratore (15 anni); al termi-

ne della vita utile del contatore smart si

ha un notevole risparmio in termini di

acqua contabilizzata che invece non ver-

rebbe registrata (a causa della spiccata

tendenza a sottostimare durante l’invec-

chiamento) da un contatore meccanico

tradizionale nel medesimo intervallo di

vita;

- la curva dell’errore dei misuratori smart

è decisamente “più piatta” e lineare di

quella dei contatori tradizionali ( figu-

ra 11): ciò significa che un misuratore

smart conserva inalterata nel tempo la

sua qualità metrologica in tutto il campo

di portata (soprattutto ai bassi flussi).

Smart Gas MetersAnche i contatori elettronici di gas pos-

sono basarsi su un principio di misura sta-

tico (senza parti in movimento).

I contatori di gas statici, oggi prodotti e

commercializzati per uso residenziale,

appartengono alle due seguenti categorie: i

misuratori ad ultrasuoni; i misuratori mas-

sici termici.

In entrambe tali categorie di misuratori,

il gas transita all’interno di opportune

“sezioni” (o camere) di misura, senza che

ci siano organi in movimento interposti nel

flusso di gas.

Tali misuratori statici, presentano alcuni

vantaggi: ridotta interferenza nella misura

(misuratori non intrusivi) tra flusso di gas

ed il contatore stesso; assenza di usura/

fatica dei componenti; ridotte perdite di

carico.

I misuratori gas ad ultrasuoniI primi pioneristici tentativi di utilizzare

gli ultrasuoni per la misura della portata di

fluidi risale addirittura alla fine degli anni

’20: al tedesco Rütten viene attribuito il

primo brevetto (1928-1931).

Già nei primi anni ‘60 vengono studiati

e prodotti i primi esemplari di misuratori

ad ultrasuoni per uso industriale. Delle

due categorie di misuratori ad ultrasuoni

(“transit-time” e “doppler-effect”), quelli

che prevalgono nello sviluppo tecnologico

per la migliore qualità della misura sono i

cosiddetti misuratori “a tempo di transito”

(transit-time, time-of-flight flowmeters).

In letteratura tecnica, già alla fine degli

anni ’70, sono presenti numerosi libri e

pubblicazioni sui misuratori di portata ad

ultrasuoni, con ampia rassegna delle carat-

teristiche tecniche e metrologiche di que-

sta famiglia di misuratori.

Largamente utilizzati, a partire dagli anni

’70, per il controllo di numerosi processi

industriali, i misuratori ultrasuoni godono

di un immediato successo grazie alle loro

principali qualità: principio di misura sta-

Figura 9 - Misuratore idrico elettromagnetico, di tipo residenziale (Sensus mod. iPerl)

Figura 10 - Curva dei costi cumulativi: confronto tra un misuratore smart e un misuratore tradizionale

Figura 11 - Confronto tra la tipica curva di errore di un misuratore smart (statico) e quella di un misuratore tradizionale (dinamico). Si noti la linearità della curva caratteristica di un misuratore smart al variare della portata

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Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

UTILITY

tecnica92

tico (assenza di usura e di perdite di cari-

co); elevata versatilità (consentono la mi-

sura bi-direzionale di flusso, in una gam-

ma molto estesa di tubazioni e di porta-

te); buone funzioni di diagnostica e pos-sibilità di montaggio dei trasduttori all’e-sterno dei tubi (i primi

prototipi di trasduttori

“clamp-on” risalgono al

1954).

Inizialmente (negli anni

‘70 e i primi anni ‘80) i

misuratori ad ultrasuoni

del tipo transit-time tro-

vano impiego principal-

mente nei liquidi e meno

nei gas: ciò è dovuto alla

differente densità tra i

due fluidi e alla conseguente diversa velo-

cità di propagazione del suono nel mezzo

(fluido di misura).

Successivamente (fine anni ‘80/inizio an-

ni ‘90) gli sviluppi tecnologici, dell’elet-

tronica asservita alla misura ed al control-

lo, consentono di produrre misuratori ad

ultrasuoni specificatamente dedicati alla

misura di flussi gassosi. Le prime appli-

cazioni al gas naturale risalgono al 1987

(Scelzo e Munk).

Ancorché impiegati con successo nelle

misure di gas in campo industriale, i mi-

suratori ad ultrasuoni in applicazioni fi-

scali (custody transfer) si affermano con

un leggero ritardo .

I continui miglioramenti apportati, grazie

alla spinta della ricerca e dello sviluppo,

consentono ai misuratori ad ultrasuoni

di implementare numerose generazioni

di sensori, arrivando (verso la fine degli

anni ’90) ad una evoluta generazione di

sensori per la misura di flussi gassosi,

affidabile e ad alte prestazioni.

I successi conseguiti dalle recenti gene-

razioni di misuratori ad ultrasuoni, hanno

spinto i Costruttori Metrici a sviluppare

ed implementare (già nei primi anni del

2000) contatori gas per misure fiscali

anche nel campo delle piccole taglie

(residenziali/domestici) ( figura 12 e

figura 13).

I misuratori massici termiciI primi prototipi di misuratori massici ter-

mici (thermal mass flowmeters) risalgono

ai primi anni ‘80. In realtà alcuni ricer-

catori, già negli anni ’70, avevano avuto

l’intuizione di estendere le conoscenze

raggiunte nel campo dell’anemometria a

filo caldo (thermo-anemometers) per la

realizzazione di un misuratore massico

per gas, basato sullo scambio termico

(convettivo, forzato) tra un riscaldatore

ed un flusso di gas.

Lo schema di base

di tali misuratori

è costituito da tre

elementi: un riscal-

datore elettrico, che

dissipa una potenza

termica nel flusso

di gas con cui è a

contatto, e due ter-

mosonde (a monte e

a valle del riscalda-

tore stesso).

I primi misuratori

massici termici (ini-

zialmente detti anche calorimetric o hea-

ted grid flowmeters) vengono prodotti in

svariate configurazioni di misura (metà

degli anni ‘80): con gli elementi interni

alla tubazione; con gli elementi esterni al-

la tubazione; ad inserzione; a by-pass ca-

pillare (per piccole por-

tate).

Le loro iniziali appli-

cazioni riguardavano

il comparto industria-

le, specificatamente per

medio-piccole portate di

aeriformi.

Successivamente, so-

no state sviluppate ed

implementate numero-

se versioni di misurato-

ri massici termici, non tutte con il mede-

simo livello di successo e di penetrazione

sul mercato.

Con riferimento alle portate medio-pic-

cole per applicazioni residenziali sono

stati sviluppati ed implementati i misu-

ratori termo-massici a by-pass capillare

(capillary thermal mass flowmeters).

Il loro principio fisico di funzionamento

è schematicamente riportato di seguito

( figura 14):

Figura 12 - Schema di misura di un misuratore gas ad ultrasuoni, con propagazione diretta dell’onda ultrasonora (Yazaki Corp.-Matsushita Co. Ltd.)

Figura 13 - Schema di misura di un misuratore gas ad ultrasuoni, con propagazione indiretta dell’onda ultrasonora (Landis+Gyr, serie Libra)

Figura 14 - Schema di misura di un misuratore statico termo-massico con circuito di by-pass capillare

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Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

UTILITY

tecnica 93

Qel = RI2 = Qth = mccp T

avendo indicato con:

mc portata massica nel circuito di by-pass

capillare [kg/s],

cp calore specifico a pressione costante

del gas [J/(kg K)],

T = T2 – T1 è la differenza di tempe-

ratura, tra monte e valle dell’elemento

riscaldatore [K],

T1 è la temperatura misurata a monte del

riscaldatore [K],

T2 è la temperatura misurata a valle

dell’elemento riscaldatore [K].

Uno dei punti di criticità di questa cate-

goria di misuratori di gas consiste nel

problema della conoscenza e della

costanza delle proprietà termofisiche del

gas. Infatti, il calore specifico a pressione

costante del gas di misura (cp) dipende

dalla composizione del gas stesso e dalla

sua temperatura. Variazioni significative

di cp implicano conseguenti variazioni

della conduttività termica ( ) del gas e,

conseguentemente, della diffusività ter-

mica del gas [ = /(cp . )].

Pertanto, l’aspetto fisico più delicato di

questa categoria di misuratori è rappre-

sentato proprio dal potenziale problema

del “riconoscimento del gas di misura”

(gas sensitivity or gas identification).

Per questi motivi, inizialmente, a questa

categoria di misuratori in letteratura tec-

nica veniva attribuita la denominazione

“not-true-mass-flowmeters”.

Successivamente, sono stati messi a

punto sofisticati ed efficaci sistemi HW/

SW per il riconoscimento del gas (tecni-

che di “auto-apprendimento”) e per rela-

tiva compensazione della misura.

Nella figura 15 sono riportati alcuni

esempi commerciali di misuratori termo-

massici a by-pass capillare.

ConclusioniNegli ultimi anni, si registra una grande

attenzione ed un gran fermento intorno

ai concetti di smart grid e di smart mete-ring. Questi concetti trovano una con-

creta corrispondenza con le apparecchia-

ture digitali prodotte e già disponibili per

il mercato elettrico. Non altrettanto può

dirsi nelle reti gas e nelle rete idriche,

dove ancora non è avvenuta una com-

pleta migrazione su apparti basati su tec-

nologie e piattaforme digitali.

Occorre quindi promuovere la diffusione

delle tecnologie smart nell’industria del

gas e dell’acqua a tutti i livelli, soprat-

tutto nei confronti della misura e dei

requisiti di interoperabilità.

È auspicabile che, in un futuro prossimo,

il mercato degli utility meters si orienti

verso l’uso delle tecnologie di misura

innovative.

Occorre ribadire che l’impiego degli

smart meters consente di migliorare com-

plessivamente la qualità delle prestazioni

di misura nelle reti di pubblica utilità

(migliorando l’attendibilità dei bilanci

fisici e quella della determinazione delle

perdite).

A fronte di investimenti (costi di acqui-

sto) che inizialmente possono apparire

una barriera alla loro diffusione, ad una

più attenta analisi economica gli smart

meters risultano senz’ altro competitivi,

grazie: alla migliore determinazione dei consumi (a garanzia delle Utility e

degli utenti/consumatori); all’assenza di manutenzione; alla intrinseca (nativa)

capacità di comunicazione a distanza ed

integrazione in sistemi avanzati di tele-

lettura o AMR (fornitura di servizi post-

contatore all’utenza, tariffazione bioraria

ecc.).

È convinzione ormai diffusa che la

disponibilità commerciale di smart

meters possa accrescersi nel breve-medio

periodo, migliorando la competizione tra

i players (costruttori metrici), favorendo

una riduzione dei costi di acquisto, e

garantendo efficienza e qualità dei ser-

vizi a tutti i clienti e agli operatori del

comparto.

Bibliografia[1] F. Cascetta, L. Zotti, “La misura

dell’acqua per uso potabile: situazione

attuale, quadro normativo e prospettive

future”, Eidos-La rivista del metering

(ISSN 1972-6988), n.4, pp. 42-50, Anno

2004.

[2] F. Cascetta, “Strumenti per la misura

di grandezze idrauliche”, capitolo 4 in

Ricerca e controllo delle perdite nelle reti di condotte, ISBN 978-88-251-

7332-1, Città Studi Edizioni (UTET Uni-

versità), 1a edizione, novembre 2008,

pp.120-160, 2008.

[3] F. Cascetta, “Automatic Meter Read-

ing For Residential Natural Gas”, Pipe-line & Gas Journal, pp. 37-40, July 2009.

[4] F. Cascetta, M. Di Natale, A. Di

Nardo, “La telelettura e la telegestione

dei contatori d’utenza: una tecnologia

matura a supporto della compilazione

dei bilanci fisici di una rete di distri-

buzione idrica”, Atti IV Seminario La ricerca delle perdite e la gestione delle reti di acquedotto, Aversa 17-18 set-

tembre 2009, Facoltà di Ingegneria della

Seconda Università di Napoli, pubblicata

nel Supplemento della rivista L’Acqua,

ISSN 1125-1255, marzo/aprile 2010, n.2,

pp. 69-72, 2010.

[5] F. Cascetta, “Una panoramica sullo

stato dell’arte delle tecnologie di Smart

Meter Gas”, CH4 Energia Gas, ISSN

1972-6376, n. 3, pp. 52-54, 2011.

[6] F. Cascetta, L. Zotti, “Riflessioni sui

contatori d’acqua nel regime della diret-

tiva europea 2004/22/CE (MID)”, Uni-ficazione e Certificazione, ISSN 0394-

9605, n. 10, pp. 28-30, 2011.

[7] F. Cascetta, “Futuro e prospettive nel

settore degli utility meters”, CH4, ISSN

1972-6376, n.4, pp. 46-57. 2012. ■

Figura 15 - Alcuni esempi di misuratore termo-massici commerciali: a sinistra mod. Metersit, a destra mod. Diehl

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Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

novità94

Jacopo Di Blasio

IN VETRINA

Magelis SCU

Un HMI controller semplice e compatto

Schneider Electric, specializzata nella

gestione dell’energia, ha presentato una

nuova gamma di controller HMI, deno-

minati Magelis SCU, dedicati alla ge-

stione di piccoli macchinari e processi industriali semplici. Questi controller

sono caratterizzati da un design integrato

e sono pensati per consentire un rispar-

mio che può arrivare fino al 15% dei co-

sti di installazione e di proprietà.

I controller Magelis SCU includono in

una unica soluzione modulare tutte le

funzionalità fondamentali per la gestio-

ne di macchine e processi semplici, con

l’obiettivo di ridurre in modo sensibile i

costi.

I display a tecnologia crystal-clear sono

caratterizzati da un’elevata intensità lu-

minosa, per consentire di operare in mo-

do comodo e senza problemi di visualiz-

zazione. Gli schermi, dotati di funzione

touch e utilizzabili anche con i guanti,

sono TFT a 65.000 colori e disponibili in

due diverse taglie da 3,5" o 5,7".

Questi nuovi prodotti sono basati sugli

stessi schermi e sono caratterizzati dalla

stessa semplicità d’installazione della se-

rie HMI STU di Schneider Electric. Gli

HMI controller Magelis SCU sono carat-

terizzati da un’elevata potenza di elabo-

razione logica e sono particolarmente cu-

rati anche per quanto riguarda la connet-

tività.

Infatti, la comunicazione avviene trami-

te porta USB, con possibilità di collega-

mento a colonne luminose e interruttori

biometrici, e sono anche presenti: porta

seriale, ethernet e CANopen.

Dal punto di vista dell’interconnessione

con le periferiche, su questi controllori

è presente un ingresso I/O digitale com-

prendente HSC, PTO/PWM, un ingres-

so I/O analogico e vi sono anche ingres-

si dedicati alla temperatura. La memoria

imbarcata comprende 128 MB di Flash

Eprom.

Questi dispositivi sono programmabili e

compatibili con i linguaggi IEC, infat-

ti i Magelis SCU sono parte integrante

di SoMachine, la piattaforma software

conforme alla norma IEC 611131-3 che

offre ai costruttori di macchine sei lin-

guaggi di programmazione (FBD, ST,

SFC, LD, IL, CFC).

La configurazione dei controller Magelis

SCU è semplificata grazie alle opzioni di

montaggio rapido del modulo controller,

che può essere posizionato direttamente

in un foro con diametro di 22 mm o su

una guida DIN con cavo remoto (dispo-

nibile nelle lunghezze di tre o 5 metri).

Il cavo I/O può essere collegato attraver-

so una morsettiera rimovibile a molla. Il

modulo display si monta in un foro stan-

dard e l’installazione non richiede par-ticolari operazione di predisposizione.

Risparmiando lo spazio che normalmen-

te è riservato al PLC, i controller Ma-

gelis SCU sono ideali per applicazioni in spazi limitati e per macchine uten-sili e macchinari da imballaggio sem-

plici: con comando remoto con funzione

CANopen Master e compatibilità este-

sa; con comando monoasse con contatori

100kHz e uscita PTO/PWM 50kHz.

I Magelis SCU permettono di effettuare

diverse operazioni di monitoraggio re-moto dei processi. L’app mobile Vijeo

Design’Air, già disponibile per sistemi

iOS e Android, sarà a breve resa compa-

tibile anche con la gamma SCU in mo-

do da operare in remoto anche su tablet

o smartphone. La visualizzazione remota

si ottiene anche con Webgate, tramite un

PC con browser internet. ■

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Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

novità96

Jacopo Di Blasio

IN VETRINA

Flir Serie Ex e Serie Exx

Termocamere per ogni occasione

Flir Systems, marchio di riferimento della

termografia ad infrarossi, ha recentemente

annunciato il lancio di due nuove famiglie

di termocamere, la Serie Ex e la Serie Exx.

La Serie Ex comprende termocamere a partire da 995 euro (IVA esclusa) parti-

colarmente adatte per le ispezioni di com-

ponenti elettrici e meccanici. La Serie Ex

ha la capacità di rilevare guasti e permette

di ispezionare gli impianti in modo sem-

plice e veloce. Le termocamere Serie Ex

sono semplici ed intuitive e costituiscono

un’alternativa ai pirometri, fornendo una

soluzione capace di produrre immagini

termografiche con informazioni termiche

per ciascun pixel.

Grazie all’obiettivo fisso che non richiede

messa a fuoco, queste termocamere sono

molto facili da utilizzare. Progettate per gli

utenti che desiderano avvicinarsi alla Ter-

mografia, le Serie Ex sono in grado di mi-surare temperature fino a +250 °C, pro-

ducendo istantaneamente immagini termo-

grafiche in formato Jpeg con tutti i dati ne-

cessari alla misura della temperatura. Tutte

le versioni della serie Ex di Flir pesano so-

lo 575 grammi e si trasportano facilmente

in una custodia da cintura.

Invece, le termocamere Serie Exx di FLIR sono dotate di auto-orientamento e sono in

grado di misurare temperature fino a 650 °C, producendo immediatamente im-

magini termiche Jpeg e anche registrazio-ni o streaming video che comprendono

tutti i dati di temperatura. La funzione di

auto-orientamento ruota automaticamente

le informazioni di misura sul display in re-

lazione alla posizione verticale o orizzon-

tale. Le termocamere Serie Exx, con una

nuova interfaccia utente, sono degli stru-

menti ricchi di funzioni per usi industria-

li, per manutentori ed elettricisti. Tutti i

modelli della serie Exx sono provvisti di

connessione Meterlink e Bluetooth per

effettuare ispezioni più rapide e precise.

La connessione delle termocamere con al-

tri dispositivi o strumenti di misura facili-

ta lo scambio di informazioni e la tecno-

logia MeterLink consente il trasferimento

alla termocamera, tramite Bluetooth, dei

dati acquisiti da una pinza amperometrica

Extech o da un misuratore di umidità mul-

tifunzione. Inoltre, si possono facilmente

trasferire le immagini in modalità wireless

ad uno smartphone o tablet PC.

Il modello di punta della serie Exx, la ter-

mocamera E60, si colloca ai livelli più

elevati, tra queste nuove offerte Flir, in

termini di risoluzione dell’immagine ter-

mica (320x240 pixel) e di sensibilità

nel rilevare differenze di temperatura (da

0,05 °C).Sia le Ex che le Exx sono dotate di fotoca-

mera, per immagini nello spettro visibile,

e dispongono della tecnologia MSX bre-

vettata Flir. La fotocamera integrata rende

più semplice interpretare i dati acquisiti e

comprendere le caratteristiche e la posizio-

ne effettiva dell’oggetto dell’indagine, vi-

sto che l’immagine visiva può essere usata

come ulteriore riferimento per analizzare

l’immagine termica. La tecnologia MSX

è stata messa a punto da Flir per produrre

immagini di qualità elevata in tempo reale,

aggiungendo maggiori dettagli alle imma-

gini termografiche, consentendo maggio-

re rapidità nell’inquadratura del soggetto e

anche nella produzione di rapporti che ri-

sultino più ordinati e comprensibili. ■

Flir serie Exx E40 E50 E60

Qualità immagine termica 160x120 pixel 240x180 pixel

320x240 pixel

Rileva differenze di temperatura da

0,07 °C 0,05 °C 0,05 °C

Fotocamera visiva integrata 3,1 Mpixel 3,1 Mpixel 3,1 Mpixel

Tecnologia Flir MSX Sì Sì Sì

Funzione di auto-orienta-mento

Sì Sì Sì

MeterLink e Wi-Fi Sì Sì Sì

Flir serie Ex E4 E5 E6 E8

Qualità immagine termica 80x60 pixel 120x190 pixel 160x120 pixel 320x240 pixel

Rileva differenze di temperatura da 0,15 °C 0,10 °C 0,06 °C 0,06 °C

Fotocamera visiva integrata Sì Sì Sì Sì

Tecnologia Flir MSX Sì Sì Sì Sì

Analisi Misuratore spot

Misuratore spot Area con max./min.

Misuratore spot Area con max./min. Allarme colore;ImpostazioneTemperatura blu sotto/rosso sopra

Misuratore spotArea con max./min. Allarme colore; Impostazione temperatura blu sotto/rosso sopra

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Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

novità98

Franco Canna

IN VETRINA

SolidWorks 2014

Progettazione 3D semplice e innovativa

SolidWorks 2014, la ventiduesima relea-

se della soluzione per la progettazione 3D

di Dassault Systèmes, presenta oltre 200 migliorie derivanti da sviluppi avviati sul-

la base delle richieste degli utenti. Que-

sta soluzione comprende nuovi strumenti

che consentono di accelerare il processo di

progettazione, ottimizzare la collaborazio-

ne e migliorare la produttività.

Scendendo nel dettaglio degli strumen-ti di progettazione, la nuova funzionali-

tà Style Spline, il ridimensionamento au-

tomatico degli schizzi (Sketch Picture) e i

nuovi controlli dei raccordi conici permet-

tono agli utenti di creare superfici com-

plesse e forme organiche in modo più ve-

loce, semplice e preciso. Le operazioni

di disegno dei particolari sono state ulte-

riormente automatizzate e velocizzate. Le

nuove funzioni per la progettazione di par-

ti in lamiera consentono di creare più rapi-

damente le geometrie e generare dati più

precisi per la produzione.

Quanto all’integrazione dei flussi di lavo-ro, SolidWorks Enterprise PDM consen-

te una gestione agevolata di una maggio-

re quantità di dati grazie alla nuova inte-

grazione con Microsoft Office e al client

web ottimizzato con anteprima grafica.

SolidWorks Electrical è poi maggiormente

integrato con SolidWorks Enterprise PDM

e con eDrawings e permette agli utenti di

ottimizzare, condividere e tracciare i pro-

getti elettrici in maniera più semplice, per

una migliore collaborazione sui progetti.

My.SolidWorks è il nuovo strumento uni-

co per accedere a tutta la base dati di infor-

mazioni disponibili nelle varie community

(forum ecc.) sulle feature di SolidWorks.

Capitolo produttività. Il sistema risponde

più rapidamente e richiede minori intera-

zioni da parte dell’utente. È stato sempli-

ficato l’accesso alle configurazioni, intro-

dotta possibilità di eseguire lo switch tra

assieme flessibile e rigido; sono stati in-

trodotti miglioramenti negli accoppiamen-

ti; semplificata la messa a punto di una vi-

sualizzazione dell’esploso con rotazioni;

velocizzate le ripetizioni nell’assieme; in-

trodotta l’integrazione di SolidWorks Pla-

stics. Grazie inoltre a report e stime di co-

sto semplificati, gli utenti possono preven-

tivare il costo delle parti più velocemente e

impostando meno parametri, quindi condi-

videre i dati in maniera più efficiente con

tutta la filiera.

Passiamo infine alla visualizzazione po-tenziata. Una nuova user interface offre

maggiori possiblità di personalizzazio-

ne, sfrutta nuove icone, offre una cartella

cronologia, la possibilità di salvare come

copia, delle viste di sezione, la possibilità

di salvare come PNG, nuovi sfondi e am-

bientazioni, il tool PhotoView 360 per il

rendering con una nuova SunLight e altri

miglioramenti.

La simulazione è stata semplificata: So-

lidWorks Simulation sfrutta automatica-

mente i dati per il riutilizzo nelle simula-

zioni, evitando inutili duplicazioni e mi-

gliorando la collaborazione nella proget-

tazione. Per la gestione degli assiemi arri-

va invece la nuova barra contestuale degli

strumenti Quick Mate e Slot Mate (accop-

piamento rapido e di gole). Nelle viste in

sezione degli assiemi, gli utenti possono

includere o escludere determinati compo-

nenti per creare velocemente viste in se-

zione di grande impatto.

Infine, i tool eDrawings per PC e edra-

wings per iPad supportano da questa ver-

sione maggiori funzionalità. È inoltre in

arrivo una app per Android. ■

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Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

novità100

Bruno Vernero

IN VETRINA

Siemens NX 9

Uno strumento intelligente per lo sviluppo del prodotto

NX 9, la nuova versione del software NX

di Siemens, introduce nuove tecnologie e

funzionalità nello sviluppo industriale dei

prodotti. La tecnologia sincrona per il 2D

è studiata per migliorare l’utilizzo di dise-

gni bidimensionali, mentre la tecnologia

di progettazione 4G (quarta generazio-

ne) è mirata ad aumentare la produttività

sui grandi assiemi e il software NX Rea-lize Shape mette a disposizione un nuo-

vo pacchetto avanzato per la progettazione

di forme libere. NX 9 offre anche un’inte-

grazione più stretta con il PLM attraverso

l’ambiente Active Workspace di Siemens

e numerose migliorie CAD/CAM/CAE.

La Synchronous Technology per il 2D im-

mette “intelligenza” nei dati 2D in modo

che gli utenti possano modificare file mul-

ti-CAD, senza bisogno di conversioni, in

maniera intuitiva e fino a cinque volte più

velocemente. Il sistema “capisce” le rela-zioni geometriche intrinseche dei dise-gni 2D e applica regole predefinite dall’u-

tente nei punti di intervento, allo scopo di

realizzare modifiche intelligenti. Le stesse

regole vengono applicate localmente inve-

ce che globalmente per assicurare presta-

zioni più veloci.

NX Realize Shape di NX 9 permette la

progettazione di forme libere o superfici complesse in maniera integrata con il pac-

chetto software CAD/CAM/CAE, elimi-

nando molti passaggi legati all’utilizzo di

strumenti separati per la progettazione di

forme libere e la fase di ingegnerizzazione.

Centinaia di migliorie di NX 9 toccano tut-

ti gli aspetti del pacchetto CAD, CAM e

CAE. La tecnologia 4GD, migliora la col-

laborazione e la progettazione contestua-

lizzata, accelerando lo sviluppo di pro-

dotti complessi di grandi dimensioni con

milioni di componenti. Grazie all’integra-

zione di Active Workspace 2.0, l’interfac-

cia innovativa verso il software Teamcen-

ter di Siemens, gli utenti possono trovare

velocemente tutte le informazioni rilevan-

ti (parti, attività, workflow, requisiti e spe-

cifiche), attingendo anche a diverse fonti

esterne di dati.

Nel CAE di NX, un nuovo solutore termi-

co parallelo migliora le prestazioni sui mo-

delli di grandi dimensioni, fornendo i ri-

sultati dell’analisi in tempi più rapidi. Le

migliorie al software NX Nastran, il so-

lutore FEA, dimezzano i tempi di simula-

zione di rumorosità, vibrazioni e ruvidità

(NVH).

Altre novità funzionali per l’industria ma-

nifatturiera consentono una gestione più

efficiente, veloce e flessibile della pro-

grammazione CAM e CIMM. Nella la-

vorazione di stampi, la nuova funzione di

gestione dell’area di fresatura mette a di-

sposizione un’interfaccia grafica per l’in-

terazione con l’utente che rende più effi-

ciente la programmazione e aumenta la

precisione nel controllo delle strategie di

lavorazione. Con la nuova funzionalità per

la programmazione di parti multiple, i pro-

grammatori possono riutilizzare sequenze

di lavorazione su diverse parti simili nel-

lo stesso setup. Così, un setup con sei par-

ti identiche può essere programmato fino

a quattro volte più velocemente. Il nuovo

MRL Connect for NX collega NX CAM

direttamente alla Manufacturing Resource

Library (MRL) di Teamcenter per fornire

ai programmatori facile accesso a una li-

breria condivisa di utensili, fissaggi e ma-

schere standard. Le funzionalità di pro-

grammazione e ispezione CMM sono state

estese anche alle parti in lamiera fornen-

do una soluzione altamente automatizza-

ta per la programmazione delle attività di

ispezione. ■

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CONVEGNO

Per informazioni:Elena Brusadelli Tel. 335 276990

[email protected]

SENSORS & PROCESS INSTRUMENTATION

E’ la mostra - convegno dedicata alla sensoristicae alla strumentazione di processo.

Rappresenta un’esclusiva vetrina di prodotti, sistemi e soluzioni che trovano applicazione negli impianti

e macchine per l’industria manifatturiera e di processo. Accanto alle soluzioni per le misure di processo uno spazio

speciale è dedicato alla strumentazioneper l’analisi e il laboratorio.

MACHINE AUTOMATION

Machine Automation è la mostra - convegno dedicata a tecnici, progettisti e specialisti che operano

nel mondo delle macchine automatiche.Spazio espositivo e sessioni tecniche consentiranno agli utenti di scoprire

in anteprima le tendenze tecnologichedel settore.

MC4 MOTION CONTROL FOR

E’ la mostra - convegno interamente dedicata alle tecnologie e ai prodotti per il controllo del movimento.

L’evento si rivolge a tecnici e progettistioperanti in ambito industriale e nel settore energetico

che utilizzanomotori e motoriduttori, servomotori, azionamenti e regolatori di velocità,

controllo assi, sistemi di posizionamento, comandi a attuatori, sensori e comunicazione.

INDUSTRIAL TECHNOLOGY EFFICIENCY DAY

Industrial Technology Efficiency day, la mostra convegno nata per offrire

un quadro quanto più completo possibile per la realizzazione

di soluzioni ad elevata efficienza in ambito di impiantistica

e automazione industriale.

Dicembre 2014

Martedì 18 marzo 2014 Giugno 2014

Ottobre 2014

2014

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Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

novità102

Bruno Vernero

IN VETRINA

Freescale Kinetis KL02

MCU miniaturizzato con Arm core

Freescale Semiconductor ha prodotto Ki-

netis KL02, un nuovo microcontrollo-re (MCU) di dimensioni estremamente ridotte con integrato un processore Arm.

KL02 è particolarmente interessante per

prodotti di piccole dimensioni in applica-

zioni quali dispositivi portatili a batteria,

nodi di rilevamento remoto, dispositivi

indossabili e sensori medicali ingeribi-

li. Il microcontrollore Kinetis KL02, che

misura solo 1,9 x 2 mm, integra al suo in-

terno il processore Arm Cortex M0+ 32

bit, un’avanzata funzionalità di riduzione

dei consumi energetici e una serie di pe-

riferiche analogiche e di comunicazione.

Questo MCU ha 32 kB di memoria flash,

4 kB di Ram e un processore Arm che

opera a 48 MHz e funziona con tensioni

1,71-3,6V.

Questo dispositivo permette di ridurre

drasticamente le dimensioni di schede e

prodotti pur mantenendo le caratteristi-

che fondamentali in termini di prestazio-

ni, integrazione di funzioni e consumo

energetico dei dispositivi finali. Inoltre,

applicazioni con vincoli di spazio che

in passato non potevano incorporare un

MCU possono adesso passare alla cate-goria delle applicazioni intelligenti, per esempio nell’ambito della Internet of

Things (internet degli oggetti).

Kinetis KL02 è un MCU CSP (chip scale

package) a livello di wafer. I microcon-

trollori CSP Freescale utilizzano un’a-

vanzata tecnologia di produzione del

package per collegare il die direttamen-

te alle interconnessioni delle solder ball

e, di conseguenza, alla scheda dei circu-

iti stampati (PCB). Viene quindi meno

la necessità di disporre di fili di collega-

mento (bond wire) o di collegamenti di

interposer, con conseguente riduzione al

minimo dell’induttanza die-PCB e incre-

mento della conduzione termica e della

durata del package in ambienti caratteriz-

zati da condizioni fisiche difficili. Il di-

spositivo KL02 è il terzo MCU CSP del

portafoglio Kinetis e va ad aggiunger-

si alle varianti di maggiori dimensioni

Kinetis K series K60/K61 120-143 pin.

Nel corso Freescale ha previsto ulterio-

ri MCU CSP Kinetis con opzioni di in-

cremento di prestazioni, memoria e fun-

zionalità.

Avvalendosi dell’efficienza energetica

del core Cortex M0+, il microcontrollo-

re Kinetis KL02 abbassa ulteriormente la

soglia di consumo energetico della serie

Kinetis L ed è ideale per applicazioni a

bassa dissipazione e per sistemi miniatu-

rizzati.

KL02 dispone di periferiche autonome

ottimizzate in termini di consumo dell’e-

nergia, come: un convertitore analogi-

co-digitale (ADC ad alta velocità da 12

bit), un UART, timer potenti per un’am-pia gamma di applicazioni (compreso il

controllo motore), 10 modi di alimenta-

zione flessibili e un ampio clock gating

e power gating per ridurre al minimo la

dispersione di corrente. Un boot mode a

basso consumo riduce le punte di corren-

te durante la sequenza di boot o il riav-

vio da uno stato “deep sleep”, utile nei

sistemi con corrente di picco limitata dal-

la chimica delle batterie (per esempio io-

ni di litio).

Il microcontrollore Kinetis KL02 com-

prende, tra l’altro, un BME (Bit manipu-

lation engine) per una gestione più rapida

e più efficiente in termini di codice dei

registri delle periferiche e un comparato-

re analogico ad alta velocità. Sono inte-

grate SPI e 2x IICI2C a basso consumo.

Il prezzo di vendita consigliato da Fre-

escale è di 75 centesimi di dollaro per

quantitativi di 100.000 unità. ■

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Per maggiori informazioni: eonews@fi eramilanomedia.ittel. 02 499 76 516

Le News in rete Le News in rete corrono di piùcorrono di più

Oltre 28.000 lettori per l’edizione on line di EONewsUnico mensile italiano di informazione e ana-lisi dei mercati dell’e-lettronica ad essere

spedito in formato digi-tale ad una lista di dif-fusione oltre la soglia di 28.000 nominativi.

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PRODOTTI E SOLUZIONI

novità

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

104 A CURA DELLA REDAZIONE

CONTROLLO

Controllori di potenza con protezione veloce

Gefran ha presentato i controllori di potenza serie Xtratm, una soluzione per ambito industriale con protezione ultra-veloce da sovracorrenti incorporata. I controllori della serie Xtra prevengono interruzioni ai processi di produzione che utilizzano sistemi di riscaldamento, causati da guasti intermittenti della alimentazione elettrica.Questa funzione, infatti, elimina la necessità di sostituire i fusibili o di resettare protezioni magnetotermiche nell’impianto, intervenendo istantaneamente ad azzerare la corrente in caso di eventi di sovracorrente e corto circuito. In questo modo si prevengono guasti distruttivi ai dispositivi e al prodotto in lavorazione nell’impianto.L’operatività può essere ripristinata, sia manualmente sia automaticamente. I controllori di potenza Gefran serie Xtratm dunque aumentano la redditività degli impianti, mantenendo la produzione in caso di guasti intermittenti dei sistemi riscaldanti, prevenendo il tempo perso causato da un blocco completo delle linee produttive.I controllori di potenza serie Xtra sono disponibili nelle versioni GTF Xtra da 25 a 60 Ampere, con tensione 480 Vac e nelle versioni GFW Xtra da 40 a 100 Ampere, per sistemi mono/bi/trifase, con tensione 480 Vac.Le applicazioni sono molteplici, dai forni elettrici sotto vuoto e a pozzo per trattamenti termici alle linee di formatura e indurimento lamiere, dagli impianti di produzione vetro fino alle macchine soffiatrici per le bottiglie in Pet.

SENSORI

Fotocellule multitensione a elevata portata

Delle nuove fotocellule multitensione ad elevata distanza di rilevamento sono state realizzate da Omron. Sono le nuove E3JK, che sostituiscono le vecchie E3JK dopo più di 20 anni di servizio. Con le nuove E3JK, Omron ha riprogettato completamente i sensori fotoelettrici multitensione. Alcuni dei vantaggi dei nuovi modelli comprendono: maggiore distanza di rilevamento, sino ad 8 volte la serie precedente (modello a sbarramento sino ai 40 m); Led rosso come le E3FA; indicatore di funzionamento di grandi dimensioni; due indicatori (output e stabilità); un nuovo modello a tasteggio con distanze sino ai 2,5 m; L/on-D/on selezionabile nello stesso modello.La luce rossa, in particolare, semplifica notevolmente l’allineamento durante il montaggio e gli indicatori di stato luminosi a Led integrati sono facilmente visibili anche a grandi distanze.Le versioni con uscita a relè sono alimentate in CA o in CC (24…240 V). Nella nuova linea sono però previsti anche modelli con uscita a transistor NPN/PNP alimentate in CC (10… 30 V). Le nuove E3JK sono completamente compatibili con la vecchia serie sia a livello di dimensioni sia di fori di montaggio. Sono realizzate nel formato 50x50

mm, con cavo pre-cablato di 2 m. La famiglia comprende modelli a sbarramento con distanze di rilevamento fino a 40 m, i modelli a riflessione con catarifrangente per distanze fino a 7 m (o 6 m con polarizzazione) e modelli reflex per distanze fino a 2,5 m.

SOFTWARE

Historian si espande nel cloud

Invensys ha presentato la nuova versio-ne cloud di Wonderware Historian Onli-ne Edition che permetterà agli utenti di aumentare la condivisione sicura dei dati d’impianto con gli operatori senza gravare sull’IT. Costruito sulla base di oltre 70.000 licenze Wonderware Historian installate, il nuovo Historian Online Edition può aiutare a ridurre i tempi d’implementazione, oltre a fornire un accesso universale e mo-delli di pricing alternativi per un maggiore utilizzo in ambito in-dustriale.La nuova offerta, basata su un approccio ‘Software as a Servi-ce’, utilizza un’architettura multi-strato del database Historian, ar-chiviando dati da uno o più Historian locali a livello d’impianto all’interno di un’istanza cloud a livello enterprise. Il flusso di dati è unidirezionale, dagli historian locali all’historian online, ed è protetto da intrusioni informatiche in modo da poter essere reso disponibile in sicurezza a diversi utenti per migliore le attività di troubleshooting, reportistica e analisi. La soluzione, che utilizza i servizi cloud di Windows Azure di Microsoft, non richiede l’in-stallazione o la configurazione di alcun software, risparmiando

così risorse IT e riducendo l’investimento.In pratica, la disponibilità di un Historian onli-ne semplifica la configurazione, l’installazio-ne e la manutenzione, oltre a migliorare l’u-sabilità per l’utente finale grazie alla disponi-bilità in completa sicurezza delle informazio-ni, in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento sia necessario. Gli utenti possono crescere di pari passo con le loro esigenze, senza do-versi preoccupare dell’infrastruttura, dei costi hardware o software, degli upgrades o del

supporto.Questo servizio verrà offerto con una sottoscrizione annua, ba-sata sul numero di utenti che accedono ai dati. Le funzioni di reportistica e analisi sono disponibili con Histo-rian Online Edition attraverso strumenti standard, incluso il client di reporting e analisi di Invensys, Wonderware Historian Client, oltre a Wonderware SmartGlance mobile reporting solution. Gli utenti possono visualizzare i dati attraverso diversi dispositivi, inclusi PC desktop, laptop, tablet e smart phone. Wonderware Historian Online Edition è la prima offerta com-merciale risultante dalla partnership tra Invensys e Windows Azure di Microsoft, in base alla quale le due società sviluppe-ranno congiuntamente software per le operations manifatturie-re che possano essere ospitati su piattaforma Windows Azure.

Historian con il pacchetto di reporting migliora le performance on-demand

Le nuove fotocellule E3KJ Omron

Gefran Xtratm protegge da sovracorrenti e corto circuiti

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PRODOTTI E SOLUZIONI

novità

Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

105

MECCATRONICA

I finecorsa robusti e wireless

Honeywell propone la gamma di di finecorsa e dispositivi di controllo wireless della famiglia Limitless di Honeywell, distribuiti via catalogo e web da RS Components Italia. I prodotti della serie Limitless combinano i sensori di posizione e finecorsa Honeywell, inseriti in involucri a media e ad alta resistenza, con la tecnologia di comunicazione wireless di ultima generazione. I dispositivi wireless possono essere montati al posto di quelli tradizionali in sistemi e apparecchiature

esistenti. I finecorsa wireless sono particolarmente adatti per indicare la posizione e la rilevazione di presenza/assenza in applicazioni di monitoraggio remoto. I prodotti della serie Limitless sfruttano il protocollo di trasmissione wireless 802.15.4 Wpan su una banda di frequenza di libero utilizzo senza licenza in tutto il mondo, che garantisce una portata in condizioni di visibilità senza l’utilizzo di ripetitori fino a 305 m, in funzione del tipo di antenna, e che prolunga la durata delle

batterie grazie a una tecnologia di gestione avanzata della potenza. I finecorsa possono essere configurati per far comunicare fino a sedici dispositivi con un solo modulo di ricezione. I prodotti hanno le stesse caratteristiche di durata meccanica, temperature di funzionamento ed ermeticità dei finecorsa tradizionali, ma con il vantaggio offerto da un sistema di comunicazione senza fili. Il segnale radio viene captato da un ricevitore per montaggio a pannello, oppure da un modulo per montaggio su guida DIN, che lo converte in un segnale in uscita. Le uscite possono essere indicazioni luminose a LED, segnalazioni sonore con cicalini oppure segnali elettrici. Vi è anche la possibilità di interfacciarsi con reti di comunicazione standard, come CAN, ProfiBus ed Ethernet. Tutti i prodotti della serie Limitless integrano le funzionalità diagnostiche sullo stato della batteria e del segnale.I finecorsa Honeywell serie Limitless sono disponibili da RS e possono essere ordinati attraverso il sito rswww.it con consegna in 24/48 ore.

MECCATRONICA

Servo drive per il motion control semplice

La Divisione Drive Technologies di Siemens ha

lanciato Sinamics V90, un nuovo servo drive

per applicazioni semplici di motion control.

Sinamics V90 è disponibile in combinazione con i Simotics S - 1FL6, i

nuovi membri della famiglia di motori Simotics, adatti per applicazio-

ni di posizionamento velocità e coppia.

Come prodotto cost-effective, il Sinamics V90 ha integrato diverse mo-

dalità di controllo, tra cui il posizionamento con treno di impulsi (PTI),

il controllo della posizione tramite setpoint interno (IPos), la modalità

di controllo della velocità e della coppia. Il controllo del freno e la re-

sistenza di frenatura sono integrati in tutta la gamma di potenze (da

400 W a 7 kW).

Sinamics V90 è progettato per consentire alle macchine di raggiun-

gere elevate prestazioni dinamiche e un funzionamento armonioso, in

una vasta gamma di applicazioni, attraverso la funzione di auto otti-

mizzazione dei parametri degli anelli di regolazione.

Inoltre, Sinamics V90 è in grado di gestire un ingresso a treno di im-

pulsi ad alta frequenza, fino a 1 MHz, e può supportare un encoder

assoluto ad alta risoluzione a 20 bit. Queste funzioni permettono al

sistema di raggiungere un’elevata precisione di posizionamento e una

bassa fluttuazione della velocità. Le prestazioni servo ottimizzate di Si-

namics V90 insieme alla caratteristica di sovraccarico fino a tre volte

la coppia nominale, dei motori Simotics S-1FL6, creano una combina-

zione finalizzata ad assicurare un’elevata produttività alle macchine.

Una caratteristica importante di Sinamics V90 è che è stato realizzato

con l’intento di renderne facile l’utilizzo. Con il software Sinamics V-

Assistant è possibile la configurazione, la parametrizzazione, la ricer-

ca guasti con la funzione di Trace, utilizzando la porta USB.

La laccatura della scheda di controllo (PCB) del Sinamics V90 e il livel-

lo di protezione IP65 del Simotics S-1FL6 assicurano un’elevata robu-

stezza del sistema. La funzione di sicurezza integrata STO (Safe Tor-

que Off) impedisce al motore movimenti inaspettati.

MISURA

Trasduttore di coppia robusto e preciso

Il sistema magnetico integrato di misura HBM della velocità permet-te di conciliare robustezza, precisione e affidabilità: grazie a un impulso di riferimento, il livello del sistema integrato viene ulterior-mente innalzato. Nel settore dei banchi di prova si possono così realizzare regolazioni della velocità e della posizione.La gamma d’impiego dei sistemi di misura ottici può essere limitata da umidità, condensa, polvere, olio e grasso; il sistema di misura magnetico integrato per la famiglia T40 di HBM è stato apposita-mente progettato per superare tali limitazioni ed è adatto per con-dizioni estreme del campo di impiego.Per coprire diverse applicazioni, sono disponibili campi di misura ridotti fino a 50 Nm (con flangia di misura T40B) e campi massimi opzionali fino a 80 kNm (con flangia di misura T40FM). Il numero di impulsi di partenza per tutti i campi è di 1.024 impulsi per gi-ro. In questo modo, nell’elettronica a valle, si può raggiungere una risoluzione massima di 12 bit, a seconda del processo di analisi (per esempio la quadruplicazione dell’impulso). Il segnale di rife-

rimento (indice 0) viene generato mediante un campo magnetico sepa-rato comprensivo di sen-sore. Il sistema integrato fornisce un segnale per l’integrazione della velo-

cità e dell’angolo di rotazione nel circuito di regolazione di un con-trollo posto a valle. Come segnale di partenza, sono disponibili sul-lo statore due segnali rettangolari con spostamento elettrico di fase di 90° per il riconoscimento del senso di rotazione. Grazie alla distanza radiale o assiale massima di 2,5 mm fra sen-sore e anello magnetico, il sistema di misura della velocità presen-ta un’elevata tolleranza verso le vibrazioni dovute all’applicazio-ne. In questo modo, è possibile sfruttare interamente la velocità nominale massima del trasduttore in abbinamento al sistema di mi-sura della velocità.

I nuovi Sinamics V90 con i motori Simotics

I finecorsa Limitless di Honeywell

Un misuratore di coppia T40 di HBM

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PRODOTTI E SOLUZIONI

novità

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

106

CONTROLLO

Fanless Panel PC con Atom dual-core

Asem ha rilasciato le nuove famiglie di fanless Panel PC HT2000 e Box PC PB2000 con processori Atom di terza generazione. Interamente progettate e realizzate nel proprio stabilimento produttivo di Artegna (UD), la nuova linea di PC industriali rappresenta una soluzione cost-effective in grado di garantire affidabilità ed elevate prestazioni per qualsiasi requisito di visualizzazione e controllo.Con una temperatura di funzionamento compresa tra 0 e 50° C, i Panel PC HT2000 e Box PC PB2000 sono dotati di processore dual-core Intel Atom D2550 di terza generazione e dispongono di quattro porte USB 2.0 ad accesso posteriore, una porta USB 2.0 sul pannello frontale con protezione IP65, due reti LAN 10/100/1000 Mbps con supporto funzionalità “Jumbo Frame” e “Wake on Lan”, un’interfaccia seriale RS-232, uno slot per CFast ad accesso esterno e la possibilità di configurare la memoria RAM di sistema a 1 GB, 2GB o 4 GB con un modulo Sodimm DDR3 a 1.066 MHz. È possibile inoltre collegare un monitor supplementare grazie a un’uscita VGA o DVI.I.(opzionale). Per quanto riguarda i sistemi operativi, questi prodotti si basano sull’ultima famiglia di processori Atom capaci di supportare Windows XP. I nuovi Panel PC HT2000 e Box PC PB 2000 sono basati su sistemi operativi Windows Embedded Standard 2009 (32 bit) e Win7 (32 bit) e Win Embedded Compact 7 e possono supportare anche Linux.La gamma di display della famiglia HT 2000 include i seguenti formati in diverse dimensioni, tutti dotati di LCD TFT Led Backlight a 16 milioni di colori: 16/9 (con diagonali da 15,6”, 18,5”, 21,5”); 4/3 (10,4”, 12,1” e 15); 5/4 (17” e 19”). Le famiglie di Panel PC HT2000 e Box PC PB2000 sono conformi ai “New ASEM Standards”, che contraddistinguono tutte le nuove famiglie di PC e Monitor Industriali Asem. Questi standard includono: un unico cut-out per ognuno dei diversi formati di LCD; pannelli frontali in quattro diverse varianti, Alluminio, Alluminio True Flat, Inox True Flat con touch screen resistivo e Alluminio True Flat con Multitouch capacitivo retroproiettato; alimentatore a 24 V DC isolato galvanicamente; UPS integrato nell’alimentatore con isolamento galvanico (opzionale); due slot mini PCI per il supporto dei fieldbus più diffusi e di eventuali schede aggiuntive.Come memorie di massa, oltre alla CFast è possibile installare in alternativa un HDD o un SSD da 2,5” Sata 2 e come opzione un secondo slot CFast ad accesso esterno.La scheda madre offre in via opzionale uno slot PCI standard o in alternativa uno slot PCIe (PCIe x1). Inoltre è disponibile una seconda interfaccia seriale con standard fisici RS 232/422/485 (anche optoisolata) con supporto del protocollo MPI.

CONTROLLO

Le novità Eaton alla SPS di Norimberga

Eaton ha recentemente presentato, nella cornice della fiera SPS IPC Drives di Norimberga, diverse nuove soluzioni di automazione progettate per i costruttori di macchine, per gli impianti di processo e le infrastrutture. Tra le ultime novità Eaton ha interfacciato al suo sistema di cablaggio e comunicazione SmartWire-DT ai nuovi dispositivi come gli avviatori elettronici per motori EMS, gli azionamenti a frequenza variabile intuitivi PowerXL, le colonnine di segnalazione SL e i quadri xEnergy in versione iMCC. Altre novità di Eaton includono l’ampliamento della gamma di Industrial PC e di PLC touch-screen multi touch, con misure del display fino a 21,5”. La nuova serie XP-500 risponde alla crescente domanda di soluzioni ad alta precisione, ma economicamente convenienti. I dispositivi sono adatti non solo per l’uso in applicazioni industriali, ma anche nelle applicazioni più impegnative nel settore petrolchimico, grazie anche alle specifiche approvazioni disponibili. Un elemento di rilievo è il nuovo GeCma Pathfinder, un terminale operatore per la visualizzazione di processo, con misure del display da 15 a 24”, che può essere utilizzato come thin client remoto e variante del PC per ambienti industriali ed ambienti Ex. La sua concezione modulare permette una rapida configurazione. Oltre al cablaggio tradizionale, il pannello può comunicare attraverso cavi a fibra ottica che permettono distanze di trasmissione più lunghe, mantenendo l’immunità ai disturbi. Con il brand FHF è il nuovo telefono “Voice Over IP” con certificazione a prova di esplosione ExResistTel IP2, adatto per l’uso nelle zone 1 e 2, nonché in tutte le installazioni indoor e outdoor. I dispositivi ExResistTel (analogici e VoIP) sono dotati virtualmente di tutte le funzioni di un telefono di tipo tradizionale, combinato con un resistentissimo tastierino di acciaio, un dispositivo vivavoce integrato e un display LCD.Gli interruttori NZM di Eaton, non solo possono commutare e proteggere, ma ora forniscono importanti informazioni diagnostiche e di misura con la connessione a SmartWire-DT. Il sistema di visualizzazione e registrazione BreakerVisu rende ora possibile valutare automaticamente i datidiagnostici da un interruttore NZM Energy e fornire all’operatore informazioni sullo stato dell’interruttore. Nelle applicazioni con interruttori NZM, salvamotori PKE e moduli XMC, tutti collegati tramite SmartWire-DT, è possibile registrare direttamente e valutare tutti i singoli valori di consumo di corrente, requisito fondamentale per l’ottimizzazione efficiente dei consumi di energia.

I nuovi Panel PC HT2000 di Asem

Le novità Eaton sono destinate a macchine, infrastrutture e impianti di processo

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PRODOTTI E SOLUZIONI

novità 107

Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

Gas & Liquid flow sensors

Miniature pumps and proportional valves

www.repcomsrl.com

REPCOM fornisce sensori e componenti

tecnologicamente all’avanguardia, le APPlicazioni

sono di vostra competenza

CONTROLLO

Controllori Hvac per il mondo OEM

Schneider Electric, attiva nella gestione dell’energia e nel-le soluzioni per il mercato manifatturiero industriale e civi-le, ha presentato la gamma di controllori per sistemi Hvac Modicon M168. Questi prodotti sono basati su controllori dedicati. Infatti, un componente chiave della soluzione è un software dedicato, SoHvac, che permette di realizzare ap-plicazioni complete attingendo ad una libreria di architettu-re testate, validate e documentate, utilizzabili senza partico-

lare esperienza di pro-grammazione. La gamma Modicon M168 include con-trollori generici adatti ad applicazioni quali: gruppi di produzione acqua fredda, pompe di calore, unità com-pattate da tetto aria/aria, unità trattamento aria, climatizzatori, ve-trine refrigerate e com-

pressori a rack. Inoltre, la nuova gamma comprende con-trollori già preconfigurati che sono una soluzione completa dedicata a unità di trattamento aria e gruppi di produzione acqua fredda (piccoli e medi chiller).La nuova gamma Modicon M168 è progettata per offrire il massimo del confort per i costruttori, per gli installatori e per gli utilizzatori finali. I controllori Modicon M168 permettono di realizzare appli-cazioni caratterizzate da robustezza, semplicità di manuten-zione, risparmio energetico e dal buon rapporto qualità/prezzo.Schneider prevede una riduzione del 50% del “Time to mar-ket”: i tempi di progettazione e installazione delle macchine sono ridotti grazie alle soluzioni pre programmate che sono solo da parametrizzare, basate su blocchi funzione dedicati ad applicazioni complete. L’algoritmo predittivo di cui sono corredati tutti i controllori della gamma Modicon M168 fornisce un controllo innovati-vo della macchina, attraverso una gestione avanzata basata sulla “funzione predittiva”, che consente migliori performan-ce nelle funzioni di regolazione PID, migliore resistenza ai disturbi e minore consumo energetico (con un risparmio che può arrivare al 30% del consumo di energia delle installa-zioni). Un ulteriore miglioramento delle performance opera-tive si può ottenere tramite i function block applicativi di ef-ficienza energetica Una riduzione del 15% dei tempi di cablaggio è ottenibile grazie ai morsetti estraibili.I controllori Modicon M168 sono progettati per consentire una semplice integrazione delle macchine nelle architetture di Building Management System (BMS). In particolare, sono le numerose porte di comunicazione di-sponibili sui controllori che consentono l’immediata integra-zione nei sistemi BMS. I controllori Modicon M168 sono cer-tificati Bacnet (BTL Bacnet Testing Laboratories).

La nuova gamma Modicon M168 di Schneider Electric

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PRODOTTI E SOLUZIONI

novità

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

108 CONTROLLO

CPU configurabili con SD card

Vipa Italia, azienda con sede a San Zeno Naviglio (BS) che produce e commercializza sistemi e componenti di automazione industriale, ha annunciato che la gamma Slio di Vipa si arricchisce di nuove CPU di taglia media. Le nuove Slio CPU Vipa 014 e 015 si collocano nella fascia coperta dai sistemi 1200/1500 e 151-8 del produttore di riferimento di PLC programmabili con Step7 e Tia. Basate sulla tecnologia Speed7 col nuovo Asic 7100 di Profichip, hanno una memoria di lavoro espandibile dai 32kB fino ai 512 kB, una velocità di elaborazione per operazioni a bit 0,02 μs, per operazioni word 0,012 μs, per operazioni a virgola fissa 0,01 μs, per operazioni a virgola mobile 0,06 μs, caratteristiche offerte dalla tecnologia Speed7. L’innovazione riguarda soprattutto le configurazioni delle CPU: le due versioni hardware base danno origine a 24 tipi di configurazioni possibili semplicemente acquistando un codice installato su SD card. Quidi, in un momento successivo possono essere implementate le funzioni di espansione memoria o le connessioni fieldbus. In pratica la CPU, che ha a bordo una flash interna per la ritenzione del programma e dei dati, può accogliere una SD card per un ulteriore backup esterno, nella quale Vipa può caricare un particolare codice che amplia le caratteristiche della CPU come memoria o interfacce disponibili.L’hardware delle CPU si inserisce nel bus di collegamento con le I/O di Slio, che può sostenere fino a 64 moduli in linea alla velocità di 48 Mbit/s, con numerosi moduli digitali, analogici e funzionali. Le CPU vengono fornite col modulo di alimentazione incorporato e removibile.

La CPU denominata 014 include tre interfacce: una porta Ethernet PG/OP e due porte seriali RS 485, una con MPI isolata e un’altra configurabile come MPI o Modbus o Profibus M/S o USS master; la memoria base di 64 kB (50% programma + 50% dati) espandibile fino a 192 kB.La CPU denominata 015 include quattro interfacce: una porta Profinet Controller fino a 128 users, una porta Ethernet PG/OP e due porte seriali RS-485, una con MPI isolata e un’altra configurabile come MPI o Modbus o Profibus M/S o USS master; la memoria base di 256 kB (50% programma + 50% dati) espandibile fino a 512 kB. La programmazione può avvenire via Simatic Manager o TIA Portal di Siemens o Speed7 Studio di Vipa; le CPU, inoltre, dispongono all’interno di una Web interface che, oltre a mostrare le caratteristiche dell’oggetto, permette diagnosi e supporto.Luigi Bernardelli, Ceo di Vipa Italia, ha sottolineato come, con questi nuovi prodotti, sia possibile configurare la CPU esattamente secondo le proprie necessità e, con due sole versioni hardware, si abbia la possibilità di realizzare 24 diverse configurazioni con la VipaSetCard (VSC).

CONTROLLO

Controllore modulare all-in-one

Unitronics ha presentato Unistream, la sua nuova generazione di prodotti per il controllo. La nuova linea di prodotti, risultato di ol-tre 20 anni di esperienza nello sviluppo di PLC, è basata su un’ar-chitettura a doppia CPU, che permette un tempo di scansione più veloce. Questi nuovi controllori sono caratterizzati da oltre 2 MB di memoria per le variabili, un massimo di 2048 I/O, una serie di pannelli touch e da una struttura studiata per permettere una facile installazione dell’I/O sia locale sia remoto.Il sistema modu-lare “all-in-one” è pensato per forni-re a costruttori di macchine e inte-gratori minori in-gombri e tempo di programmazione. Unistream consen-te la personalizza-zione in base al tipo di applicazione: semplice o complessa, su piccola o larga scala. Per creare il proprio controllore “all-in-one” gli utenti devo-no soltanto selezionare il pannello preferito e aggiungere, con un semplice gesto, la CPU e gli I/O desiderati.Unistream utilizza Unilogic, il nuovo intuitivo ambiente di program-mazione per la configurazione hardware, per la programmazione del PLC e dell’HMI. Il software Unilogic consente il riutilizzo del codice scritto e per-mette al programmatore di creare una libreria di blocchi funzione e schermate HMI che possono essere importati in qualsiasi nuovo progetto e anche condiviso con altri utenti. I wizard del softwa-re consentono di risparmiare tempo sulla definizione dei punti di I/O, PID ecc. Le opzioni “drag and drop”, la creazione automa-tica della linea e il riutilizzo del codice esistente rendono la pro-grammazione semplice e veloce . Inoltre, Unilogic mette a dispo-sizione una libreria di elementi grafici e widget per realizzare pa-gine HMI.Unistream consente di configurare le diverse reti in modo sempli-ce e supporta RS-485, CANopen, UniCAN , Modbus Seriale e Modbus Ethernet. Porte USB host, SD card e porte seriali supportano dispositivi ester-ni quali modem, stampanti, lettori di codici a barre, chiavi USB per il download/upload dell’applicazione. Unistream si program-ma sia tramite porta USB Device sia via Ethernet.Unitronics con la piattaforma Unistream introduce le UniApps, del-le applicazioni sviluppate per Unistream inseguendo il concetto delle App nel mondo degli smartphone e tablet. Sfruttando le libre-rie di comunicazione, è possibile creare un’applicazione UniApps in base alle proprie esigenze e funzionalità e installarla nel con-trollore. Le UniApps, già integrate di default, consentono agli uten-ti di accedere ai dati, modificarli, monitorarli, risolvere i problemi, eseguire il debug del sistema e altro ancora. La piattaforma Uni-stream supporta il protocollo VNC e consente di collegarsi all’ap-parecchiatura attraverso PC, tablet e smartphone. Unitronics è rap-presentata in Italia da Telestar.

I controllori con HMI della serie Unistream

Le nuove Slio CPU 014 e 015 di Vipa

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PRODOTTI E SOLUZIONI

novità

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

110

PROCESSO

Un software di reporting ancora più versatile

A un anno dall’ultimo aggiornamento, Copa-Data ha lanciato Zenon Analyzer 2.10, la nuova versione del suo software per il reporting. Il software permette l’analisi di dati storici ed in tempo reale riguardanti i consumi energetici e la produzione, nonché la rappresentazione grafica dei report. Zenon Analyzer 2.10 è progettato per essere facile da integrare, flessibile e conforme ISO 50001.Zenon Analyzer è utilizzabile come applicazione indipendente e liberamente configurabile o in combinazione con le altre soluzioni HMI/Scada di Copa-Data. Il software è facile da integrare in sistemi già esistenti, non va in nessun modo ad alterare o modificare le applicazioni Scada esistenti che non devono essere adattate o modificate. Non sono nemmeno necessari cambiamenti o adattamenti di macchine o impianti già installati. Questo è possibile grazie anche alla nuova funzionalità “archive emulation”, che crea, indipendentemente dal sistema Scada in uso, degli archivi interni a Zenon Analyzer. Questa funzionalità è utile alle aziende di settori severamente regolamentati, che devono validare i propri processi di produzione e per cui Zenon Analyzer può effettuare le analisi per cui è predisposto.Zenon Analyzer 2.10 offre tutta una nuova serie di modelli di report. L’esistente lista di report è stata migliorata e sono stati aggiunti report che supportano chi deve gestire l’energia e chi si appresta ad ottenere la certificazione ISO 50001 (per cui è disponibile una demo del percorso). Questi nuovi report sono stati creati appositamente tenendo conto delle linee guida definite dallo standard. È possibile visualizzare dai trend ai trend relativi, fino alla distribuzione dei costi, nonché aggregare dati archiviati.Sono stati considerati anche dati importanti per la gestione

operativa dell’energia come gli EnPIs (Energy Performance Indicator). Dalla versione 2.10, Zenon Analyzer supporta anche tutte le analisi basate su formule create appositamente dall’utente. Questo permette agli utenti di tirare nelle loro formule, usando il drag & drop da una lista precostruita, tutte le variabili e i parametri (come per

esempio: 1000 riempimenti) che permettono di ottenere un’analisi personalizzata e costruita su misura. Le nuove formule create o anche solo parti di esse, possono essere salvate e utilizzate per altre applicazioni. È possibile decidere, quali parametri devono essere visualizzati nel report e personalizzare le analisi in base alle esigenze del momento. Il nuovo “Manual Data Editor” permette di gestire prezzi e standard relativi a diverse variabili presenti nel sistem,. Variabili assegnate con lo stesso prezzo o lo stesso standard (per esempio, tutte le variabili definite con unità kWh) vengono riepilogate automaticamente.

PROCESSO

Integrare gli skid di processo con PlantPAx

L’ultima versione di PlantPAx Process Automation System di Rockwell Automation consente alle aziende di diversi settori in-dustriali di migliorare l’efficienza degli operatori grazie a pro-cedure automatizzate e a funzionalità avanzate di visualizza-zione e di integrazione con gli skid di processo (moduli struttu-ralmente autonomi dell’impianto di processo). Il nuovo Sequencer disponibile con la soluzione PlantPAx con-sente alle aziende di automatizzare in modo semplice le pro-cedure, di eseguire modifiche al sistema e azioni in sequenza tramite faceplate disponibili a livello di interfaccia uomo-mac-china (HMI). Ciò significa che in caso di modifiche al proces-so o di eventi anomali, la sequenza può essere modificata direttamente dalla pa-gina HMI da un utente in possesso dei diritti di accesso appropria-ti, senza dover atten-dere l’intervento di un esperto del sistema di controllo per modifica-re il codice della pro-cedura.Il nuovo Sequencer di-sponibile con la solu-zione PlantPAx, elimi-na la necessità di con-figurazioni custom-co-ded per automatizzare le procedure dei processi continui ed è pensato per essere utilizzato in modo intuitivo, con un’interfac-cia user-friendly che consenta agli operatori di individuare e comprendere le indicazioni necessarie rendendo le procedure ripetibili e più facili da tracciare.Il sistema PlantPAx è progettato per aumentare l’efficienza de-gli operatori grazie ad un HMI toolkit completo per la proget-tazione delle pagine grafiche e ad un sistema avanzato di ge-stione allarmi basato sullo standard ISA 18.2. Questo consen-te all’operatore di concentrarsi direttamente sul processo stes-so, riducendo così i tempi di fermo e gli incidenti di sistema. Questa nuova versione del sistema PlantPAx aggiunge all’O-perator Workstation in versione standalone, alcune nuove fun-zionalità di integrazione che permettono una maggiore flessi-bilità nella progettazione dell’impianto, in particolare nell’inte-grazione di skid dislocati in vari stabilimenti nel mondo.Per l’integrazione degli skid, PlantPAx non richiede una map-patura dei dati personalizzata o una duplicazione del codi-ce nel DCS. Con PlantPAx il controllore dello skid può esse-re aggiunto al sistema come controllore nativo. Le funzionali-tà avanzate dell’Operator Workstation in versione standalone consentono di ridurre i costi di integrazione permettendo allo skid di condividere le risorse infrastrutturali comuni, come ad esempio gli account utente e le impostazioni di sicurezza, sen-za nulla togliere all’indipendenza delle applicazioni. Questo consente alle aziende di sfruttare le competenze applicative specifiche dei diversi fornitori di skid e di disporre, nel contem-po, di una esperienza operatore coerente.

PlantPAx di Rockwell Automation ha funzionalità avanzate per gestire gli skid di Processo

Zenon Analyzer 2.10 è la nuova versione del software per il reporting di Copa-Data

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La nuova piattaforma B2B per L’innovazione

tecnologica applicata.

TPA ITALIA. UN APPUNTAMENTO

DA NON PERDERE!

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PRODOTTI E SOLUZIONI

novità

Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

112

CONTROLLO

Interfaccia per accesso remoto

PR Electronics ha presentato l’interfaccia 4511, un dispositivo per operatori locali che consente agli ingegneri e al personale tecnico nel settore dei processi industriali di aggiungere la comunicazione Modbus ai dispositivi PR Electronics 4000 e 9000 esistenti, collegando semplicemente un’interfaccia di comunicazione 4511 a ciascun dispositivo. Il nuovo dispositivo è pensato per semplificare e favorire al massimo il passaggio dall’analogico al digitale. Il segnale analogico in uscita originario viene mantenuto per garantire la ridondanza, mentre l’interfaccia 4511 fornisce la programmazione onsite e in remoto, la simulazione degli ingressi e il monitoraggio. Grazie all’intuitiva interfaccia removibile per operatori locali, è possibile accedere e configurare i dispositivi in pochi secondi tramite Modbus, con una connessione ethernet al nuovo gateway di PR electronics o in remoto utilizzando l’app PPS (Portable Plant Supervisor) disponibile per varie piattaforme, tra cui iOS, Windows e Android.L’interfaccia 4511 removibile è progettata per consentire la comunicazione digitale su tutti i dispositivi PR della serie 4000 e 9000 attuali e futuri e l’accesso in remoto con l’app PPS.L’interfaccia 4511 e l’app PPS rappresentano un’alternativa semplice e conveniente ai sistemi ASM (Asset Management System) e abilitano per le funzionalità del futuuro i dispositivi serie della 4000 e 9000.

RETI INDUSTRIALI

Radiomodem wireless per applicazioni industriali

Api offre al mercato italiano diversi prodotti sviluppati sul layer fisico 802.15.4 in grado di ospitare vari protocolli di comuni-cazione, tra i quali quel-lo proprietario Api_net, e soddisfare il bisogno di trasferire dati senza fi-li da e verso il campo di applicazione.Lo standard è riconosciu-to universalmente ed è il più utilizzato per il trasfe-rimento sicuro dei dati dal campo a un rete lo-cale (Lan). Radiomodem wireless di questo tipo sono ideali per collega-menti a breve e grande distanza e supportano la riconfigurazione automatica della re-te in modo da ridurre la possibilità di perdita dei dati .Il design modulare dei radiomodem di Api è in grado di ospi-tare vari tipi di ingressi/uscite, analogici e digitali, senza bi-sogno di convertitori esterni. Grazie alla tecnologia “Multiple Hops”, ogni nodo della rete può agire come un ripetitore di segnale, con topologie: punto-punto, rete a stella e rete ad al-bero. Questi prodotti di Api sono progettati per essere flessibili e ac-cettano diversi formati di dati e segnali sul campo.Il contenitore di alluminio ed i test eseguiti per operare in am-biente ”Heavy Industrial” rendono questi radiomodem wireless una soluzione robusta ed affidabile per una vasta gamma di applicazioni.

Radiomodem wireless API in collegamento punto-punto

MANUTENZIONE

Un termometro ad infrarossi con schermo

Fluke Corporation ha introdotto il termometro a infrarossi con schermo Fluke VT04, per la ricerca guasti, con fotocamera digitale integrata e funzione di sovrapposizione di mappe termiche. Questo strumento si colloca in una nuova categoria di prodotti compresa tra i tradizionali termometri ad infrarossi e le termocamere. Basato sul modello Fluke VT02, il VT04 è inoltre provvisto della funzione PyroBlend Plus, con una risoluzione quattro volte maggiore rispetto al VT02, e di funzioni di allarme automatiche. È lo strumento ideale per la ricerca guasti sul campo nelle applicazioni di manutenzione elettrica, industriale, Hvac/R (ventilazione, riscaldamento, climatizzazione) e automobilistico. Il compatto Fluke VT04 è completamente automatico con funzione integrata per il rilevamento immediato dei problemi senza richiedere alcuna formazione. VT04 comprende funzioni di allarme per la ricerca dei guasti intermittenti difficili da individuare, inclusi un allarme di temperatura

alta o bassa, che lampeggia sullo schermo se la temperatura è al di fuori dell’intervallo selezionato, l’acquisizione di immagini time-lapse, che può essere impostata da 30 secondi a 1 ora, e la funzione di monitoraggio automatico su allarme di temperatura (grazie ad un treppiedi). Visualizza e salva le immagini in modalità digitale, ad infrarossi, o in tre modalità di sovrapposizione (25, 50 e 75%) con un campo visivo del 40% più ampio rispetto al VT02. I marcatori individuano i punti caldi e freddi visualizzando sullo schermo le temperature più calde e più fredde. La misura della temperatura viene riportata al centro. Le immagini vengono, quindi salvate nella scheda micro SD integrata. Il VT04 dispone di una

batteria ricaricabile agli ioni di litio.Le immagini ottenute con il VT04 possono essere importate nel software di analisi e creazione di report SmartView, fornito insieme allo strumento, per creare report professionali, che documentano i problemi rilevati o le riparazioni effettuate.

La nuova interfaccia 4511 si collega ai dispositivi PR Electronics serie 4000 e 9000

Fluke VT04 ha funzioni di allarme per ricerca guasti

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PRODOTTI E SOLUZIONI

Automazione e Strumentazione ■ Novembre/Dicembre 2013

novità 113

SAFETY

Finecorsa di sicurezza e interruttore di emergenza

Ifm Electronic ha presentato due nuovi tipi di prodotti AS-i, si tratta dei finecorsa di sicurez-za e degli interruttori di emergenza. I nuovi fi-necorsa di sicurezza AS-i sono progettati per monitorare e vietare l’accesso. La nuova gam-ma di meccanismi di ritenuta AS-i di Ifm Elec-tronic semplifica il cablaggio dei finecorsa di sicurezza. Questi finecorsa sono adatti per la chiusura dei dispositivi di protezio-ne mobili come ad esempio gabbie di protezione, porte di si-curezza e altri ripari fintanto che sussiste una condizione peri-colosa.Con i finecorsa di sicurezza AS-i, l’utente ha a disposizione un interruttore di sicurezza con ingombro ridotto (solo 40 mm) e dotato di Led di diagnosi per consentire la realizzazione di di-spositivi di interblocco secondo la norma EN 1088.L’estensione Safety at Work permette la trasmissione dei segnali I/O di sicurezza e standard tramite lo stesso bus AS-i e può es-sere utilizzata per applicazioni di sicurezza fino a PL d secondo la norma EN Iso 13849-1. Data la compatibilità con le versio-ni precedenti, la gamma dei finecorsa di sicurezza AS-i di Ifm Electronic può essere installata negli impianti esistenti. La gam-ma è disponibile nelle versioni NO/NC con fermo orientabile in plastica o in metallo.

Invece, il nuovo interruttore di emergenza a cavo AS-i serve a rilevare gli stati di commutazione di sicurezza e permette la messa in sicurezza del-le zone di pericolo qualora non sia possibile la segregazione dell’impianto. Viene utilizzato in particolare nei sistemi di trasporto, nelle macchi-ne rotanti e in grandi zone pericolose. Una trazione sul cavo teso, il suo strappo o una

pressione sul pulsante per l’arresto di emergenza provocano la disattivazione della funzione di commutazione dell’apparec-chio. Il commutatore è dotato di un’indicazione che permette di monitorare la tensione corretta del cavo durante la regolazione o la manutenzione che sono così semplificate. La funzione arre-sto di emergenza è garantita da un meccanismo di bloccaggio fintanto che l’utente preme il pulsante blu di ripristino.L’interruttore di emergenza a cavo è dotato di un pulsante a fun-go integrato e di Led di funzionamento. È possibile installare an-che cavi fino a 125 m. Permette di integrare una scheda AS-i di sicurezza per un’installazione semplice sul bus AS-i. È conforme agli alti requisiti di sicurezza delle norme EN Iso 13849-1, EN Iso 13850, Iec/EN 60947-5-1 e Iec/EN 60 947-5-5.L’interruttore di emergenza a cavo in metallo è destinato alle applicazioni che richiedono componenti robusti. L’interruttore è quindi particolarmente adatto per cantieri, cementifici, silos, zuccherifici e per il trattamento dei rifiuti.

Industrial Technology Efficiency DayMostra convegno sulle tecnologie per l’efficienza

10 dicembrePero

TPA ItaliaSistemi di azionamento, fluidotecnica e automazione

6-9 maggio 2014Milano

Industrial Automation IndiaL’automazione elettricain India

17-20 dicembreDelhi

Embedded World Hardware e software embedded dal progetto all’applicazione

25-27 febbraio 2014Norimberga

NI Days Forum tecnologico sulla progettazione grafica di sistemi

5 marzo 2014Roma

MC4 - Motion Control forMostra convegno sul controllo del movimento

18 marzo 2014Bologna

I PROSSIMI EVENTI

I nuovi finecorsa di sicurezza AS-i di IfmElectronic

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Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

-

I principali eventi AIS e ISA Italy Section

AIS Associazione Italiana Strumentisti • ISA Italy Section

Via Giulio Carcano, 24 • 20141 Milano • Tel. 02 54123816 - 335 1505973 • Fax 02 54114628 • [email protected][email protected] - www.aisisa.it

Aggiornamento attività

- Giornata di Studio su Package di Strumen-

tazione - 14 Novembre: Mussone presenta

la locandina e la lettera per la minimostra che

verrà inviata ai Soci.

- Iniziativa ATI sulle Valvole: i C.D. concor-

dano nel considerare ottima la proposta rice-

vuta da Brancaleoni (Presidente ATI Sez.Lom-

bardia), per quanto riguarda l’organizzazione

di tre giornate sul tema “valvole” da svolgersi

a inizio 2014 in collaborazione con ATI. Verrà

confermato alla ATI il nostro interesse e si prov-

vederà quanto prima all’istituzione di un comi-

tato scientifi co/organizzativo congiunto ATI/AIS.

- Ripetizione Corso base per strumentisti -

Milano: i C.D. concordano nell’affi dare l’intera

edizione del Corso al Prof. Brunelli. Le date di

svolgimento del Corso sono dal 2 al 6 dicembre

2013 presso la FAST. Verrà distribuita al più

presto la locandina.

- Corso base per strumentisti - (Sicilia):

anche per questo Corso, che ci è stato chiesto

di svolgere presso una Raffi neria di Milazzo

entro fi ne anno, si conferma la docenza del

Prof. Brunelli. Il corso verrà ripetuto per tre volte

a diversi gruppi di strumentisti e ciascuna edi-

zione avrà la durata di quattro giorni.

- Gita Sociale 25 Ottobre 2013 - Raffi neria ENI

Sannazzaro de’ Burgundi: molto interessante

dal punto di vista tecnico.

Affl uenza limitata, dovendosi purtroppo svol-

gere nella giornata di venerdì per esigenze di

chi ci ospita.(V.foto)

- Istituzione nuova fi gura di Socio Soste-

nitore: il Consiglio Direttivo di A.I.S. decide di

introdurre una nuova fi gura di “Socio Sosteni-

tore”. Ciò si rende necessario per identifi care

quei soci che, soddisfatti delle iniziative dell’As-

sociazione e riconoscendo ad A.I.S. il valore di

contenuto delle iniziative stesse, decidano di

contribuire in modo signifi cativo alla vita dell’As-

sociazione. Il contributo potrà essere variabile e

commisurato alla portata dell’impegno.

Partecipazione a fi ere 2013

• CHEM-MED Milano 24/26 settembre:

durante questa edizione di CHEM-MED

abbiamo avuto al nostro stand un discreto

numero di persone che si sono dette interes-

sate all’associazione. Abbiamo distribuito la

documentazione anche a qualche socio collet-

tivo che non aveva rinnovato l’adesione ad AIS

e attendiamo i ritorni.

• Mecha-Tronika - Milano 23/26 ottobre;

buona affl uenza di pubblico interessato.

• SAVE - Verona 29/30 ottobre: Guardiano,

Coordinatore e Chairman del Convegno, ha

pronto il programma.

• Forum Telecontrollo - Bologna 6-7 novem-

bre: abbiamo dato il patrocinio delle Associa-

zioni.

• mcT Petrolchimico - 28 novembre: è pronto

il programma, che verrà fatto circolare ai soci al

più presto.

• abbiamo dato il patrocinio ad ACCADUEO

2014 che si terrà il prossimo anno dal 20 al 22

ottobre. La prossima edizione si svolgerà a

Bologna (anziché a Ferrara) e gli organizzatori

si aspettano un successo ancora maggiore.

Comunicazioni del Presidente ISA Italy

Section

- ISA Automation Week - Nashville (TN) 5-7

novembre: Pino Zani sarà a Nashville e, se

possibile, anche la sig.a Sanzeni parteciperà

alle riunioni. Nei prossimi giorni verrà approfon-

dita la proposta di ISA di modifi ca della Gover-

nance, che dovrà essere votata a Nashville.

- EMEA Conference - Damman (Saudi Ara-

bia) 7-11 dicembre: solleciteremo notizie al

Distretto 12.

Comitato Nomine: in vista del rinnovo dei

C.D. di AIS e ISA Italy Section in scadenza a

fi ne 2013, il Comitato Nomine avanzerà alcune

proposte in occasione della prossima riunione.

Calendario prossime riunioni C.D. Venerdì

15 novembre, 13 dicembre

Argomento Status Data Luogo Focal Point Note

Partecipazione a O.M.C. Effettuata 20/22 Marzo Ravenna [email protected] Notizie in Segreteria

Riunione Distretto 12 Effettuata 10/11 Maggio Lisbona [email protected] Notizie in Segreteria

Partecipazione a SPS/IPC/Drives Effettuata 21/23 Maggio Parma [email protected] Notizie in Segreteria

Forum Unesco” Trends in Global

Automation to the Year 2020” Effettuata 2/6 Giugno St.Petersburg [email protected] Notizie in Segreteria

S & PI Sensor & Processing Effettuata 26 Giugno Milano [email protected] Notizie in Segreteria

CHE-MED Effettuata 24/26 Settembre Milano [email protected] Notizie in Segreteria

MECHA-TRONIKA Effettuata 23/26 Ottobre Milano [email protected] Notizie in Segreteria

SAVE Effettuato 29/30 Ottobre Verona [email protected] Notizie in Segreteria

Isa Automation Week Pronta 5/7 Novembre Nashville [email protected] Notizie in Segreteria

Forum Telecontrollo Pronta 6/7 Novembre Bologna [email protected] Notizie in Segreteria

mcT Petrolchimico Pronto 28 Novembre S. Donato Milanese [email protected] Notizie in Segreteria

Corso Base per Strumenisti Pronto 2/6 Dicembre Milano [email protected] Notizie in Segreteria

NOTIZIARIO

114 ais/isa italy section

Attività AIS e ISA Italy Section

Visita Tecnica, ENI Sannazzaro de’ Burgundi

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Novembre/Dicembre 2013 ■ Automazione e Strumentazione

aziende116

ABB ..............................15, 40

ABB Motors and Generators .50

Advantech............................32

Allied Electronics ..................46

Analytik Jena .......................12

Anie Energia ........................16

Anie ....................................16

Api ....................................112

Asem ...........................48, 106

Assoautomazione-Anie .........16

Autodesk ..............................14

B&R Automazione

Industriale ............................68

Bosch Rexroth .......................68

Chint Group Corporation ......14

Cogent .................................20

Comau Robotics ...................16

Conrad Electronics................18

Control Techniques ...............16

Copa-Data .........................110

Dassault Systemes .................98

Datalogic ADC .....................38

Datalogic .......................17, 38

Dymo ...................................14

Eaton .................................106

Efa Automazione ..................70

Elcart Distribution .................14

Electrocomponents PLC .........46

Emerson Process

Management ..................17, 68

Endress+Hauser ...................12

eWon ..................................70

Fieldbus Foundation .............44

Fiere di Parma ......................18

Flir Systems ..........................96

Fluke ............................70, 112

Foxboro-Invensys ..................24

Freescale Semiconductor .....102

Gefran .........................12, 104

Hart Communication

Foundation ...........................44

HBM ............................70, 105

Honeywell Sensing

and Control ..........................62

Honeywell ....................62, 105

IFM Electronic .....................113

International Federation

of Robotics ...........................16

Invensys Operations

Management ................24, 104

Joseph Engelberger .......Award

16

Koelnmesse ..........................18

Lenze .............................36, 60

Microsoft ............................104

National Instruments .............71

Omron Electronics ..............104

Phoenix Contact ...................52

PR Electronics .....................112

Renault .................................60

RGM Polycontrol ..................15

Rockwell Automation ..........110

RS Components ......18, 46, 105

Schneider

Electric ............ 18, 72, 94, 107

SDproget Industrial

Software ..............................14

Siemens Drive

Technologies ......................105

Siemens .. 14, 28, 72, 100, 105

Siri .......................................16

Socomec Elettrotecnica .........74

Solidworks ...........................98

SPS/IPC/Drives ....................28

Staubli .................................16

STMicroelectronics ................76

Telestar Automation ............108

Ucima ..................................18

Unitronics ...........................108

Univ. di Napoli.....................84

Univ. di Pavia .......................76

Vipa ..................................108

Weidmüller ....................12, 18

Yokogawa .....................56, 74

ABB ............................................ 45

Advantech ................................... 33

Asem ............................................ 9

Asita ........................................... 31

Aveva ...........................IV Copertina

B&R Automazione Industriale ....... 13

Camlogic .................................... 27

Conrad Electronic .......... III Copertina

Contradata.................................. 55

Emerson Process Management ..... 69

Farnell......................................... 29

Festo ........................................... 19

Flir Systems ................................. 25

GE Measurement&Control ............. 6

Gefran ........................................ 41

Hannover Messe

TPA Italia 2014 ......................... 111

Hilscher ....................................... 15

Honeywell ................................... 10

Keller ........................I Copertina/35

Lemo ........................................... 17

Lenze .......................................... 59

Leuze Electronic ........................... 43

Luchsinger ................................... 67

Mathworks .................................. 53

Messe Frankfurt

SPS Italia 2014 ........................... 99

National Instruments ....... II Copertina

Officine Orobiche........................ 79

PCB Piezotronics .......................... 23

Picotronic .................................... 73

Pilz ............................................. 89

PR Electronics ................................ 5

Prisma ......................................... 39

Progea ........................................ 75

Repcom ..................................... 107

Servitecno ................................... 91

Sew Eurodrive ............................. 97

Sick............................................. 65

Tattile .......................................... 83

Teledyne Lecroy ........................... 61

Teleindustriale ............................. 95

Turck Banner ............................... 21

Valcom ....................................... 47

Yokogawa .................................. 71

Gli inserzionisti di questo numero

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Conradè qui.

Qui!

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Qui!Pneumatica e

lettromeccanica

Strumentazionee elettroutensili

Alimentatori, relè

e trasformatori

Qui! Strumentida pannello

Qui!Utensilie pulizia

Qui!Cablaggiostrutturato

Qui! Automazionee servocomandi

Qui! Pulsantie interruttori

Qui!Cavi econnettori

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