Sintonizzarsi con il nuovo marketing
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Sintonizzarsi con il nuovo marketing
Master in Marketing & Service Management Università degli Studi di Napoli Federico II - 15 Giugno 2009
Davide BasileWeb & Social Media Marketing Specialist
www.kawakumi.com
Davide Basile > www.kawakumi.com
kawa…chi???
2007 2008 2009
Davide Basile > www.kawakumi.com
Di che parli(amo)?
Nuovi approcci di marketing “non convenzionale” lo scenario
▪ società, consumatore e marketing: cosa è cambiato
il marketing “non convenzionale”▪ il decalogo del marketer non convenzionale▪ i vantaggi di un approccio “non convenzionale”▪ le principali tecniche di marketing “non convenzionale”
case history
Web 2.0, Social Media e Brand Reputation Online internet: che numeri!!!
▪ Sono TANTI, ma soprattutto INFLUENTI!
brand reputation management 2.0▪ ascoltare: che si dice di te in rete?▪ condividere: content is the king!▪ partecipare: connecting with consumers
case history
''Non chiedetevi cosa può fare per voi il nuovo marketing.
Chiedetevi che cosa potete fare voi per
prosperare grazie al nuovo marketing.''
PRIMA PARTE > Nuovi approcci di marketing “non convenzionale”
Seth Godin - Bestselling Author, Entrepreneur
Cambia lo scenario…
“Stiamo entrando in un’epoca nuova, che ha una propria specificità e che differisce da quella precedente”
Giampaolo Fabris
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La società è cambiata…
POSTMODERNITÀ: Nuova era che nasce dalla crisi della modernità, che va quindi costruendosi sulle rovine della fiducia nella libertà individuale e nel progresso tipici della modernità.
“stiamo passando da un mondo degli orologi deterministico, ordinato, prevedibile ad un mondo delle nuvole irregolare, sfrangiato, mutevole, cangiante, caotico, imprevedibile” - Popper
Mentre la modernità si spingeva verso il processo di affrancamento individuale e verso il trionfo dell’individualismo, la postmodernità è caratterizzata da un movimento di segno contrario, ovvero da tentativi di riaggregazione sociale, il cui denominatore comune è la dimensione comunitaria.
Cova, B. (2003), Il marketing tribale, Il Sole 24 ORE, Milano.
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…il consumatore è cambiato…
ConsumATTORE
È informato e competente È selettivo e infedele
ConsumAUTORE
Produce contenuti Influenza gli acquisti
ConsumatoRE
Guida la relazione Sfugge dai target
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…e il MARKETING???
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La “mid-life crisis of marketing”: il caso New Coke
La Coca Cola fu inventata nel 1885 dal farmacista John Pemberton.
Dominatrice assoluta del mercato nei primi anni cinquanta, cominciò in seguito a perdere posizioni nei confronti della Pepsi, che a metà degli anni settanta effettuò l'incredibile sorpasso.
Fu condotta perciò una delle più grandi ricerche di mercato della storia per comprendere cosa gli americani desideravano dalla Coca-Cola.
Il 23 aprile 1985 venne presentata la New Coke, il cui gusto era stato reso più dolce, più aromatico, in una sola parola: più Pepsi.
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La “mid-life crisis of marketing”: il caso New Coke
La reazione dei consumatori, gli stessi che avevano risposto alla ricerca della compagnia, fu negativa e
isterica.Incurante del responso negativo la società decise di andare avanti per la nuova strada, affermando che i
suoi test dimostravano inequivocabilmente che i consumatori preferivano la "nuova" Coca.
Ma 79 giorni più tardi la rete televisiva ABC interruppe la trasmissione di "General hospital" per annunciare la
notizia del ritorno alla vecchia formula 7X.
Messa sul mercato con il nome di "Classic Coke", la storica bevanda fece subito registrare incredibili record
di vendite e riportò il marchio al vertice, tanto da far venire il dubbio che tutta la faccenda non fosse stata altro che un'abile mossa di marketing. Ma come disse
uno dei dirigenti:
"Il fallimento della New Coke una mossa pubblicitaria?
Non siamo così furbi, ma neanche così stupidi".
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L’esplosione di panacee di marketing
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La saturazione dei consumatori
Il risultato principale del proliferare delle panacee di marketing è stato quello di spingere il consumatore ad una saturazione nei confronti del marketing stesso.
Secondo un rapporto di Yankelovich:
• Il 60% dei consumatori ha un’opinione molto più negativa del marketing e della pubblicità rispetto a pochi anni fa;
• Il 61% ha la sensazione che la quantità di marketing e pubblicità sia ormai fuori controllo;
• Il 65% si sente continuamente bombardato da troppo marketing e troppa pubblicità.
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Anti-marketing ma pro-marca!
I consumatori sono “anti-marketer” ma, sempre più spesso, sono anche “pro-marca”, perché le marche sono fondamentali nella definizione della nostra vita.
Piuttosto che inventare mille tipi diversi di marketing è necessario capire cosa desiderano i consumatori dal nuovo marketing.
Marketing “non convenzionale”
“Esiste un solo marketing: quello che funziona.”
Alex Giordano
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Il marketing “non convenzionale” non esiste!
Volendo lanciare una provocazione, si potrebbe dire che il marketing “non convenzionale” non esiste, o meglio è ancora una volta il marketing che tenta di riposizionarsi, in contemporanea con una società ed un consumatore, come quelli descritti nella prima parte di questo lavoro, in rapido e continuo mutamento.
Cambiano, quindi, i linguaggi da utilizzare per rivolgersi ad essi, ma esiste in realtà un solo marketing: quello che funziona.
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Il decalogo del marketer non convenzionale
1. Dal Brand DNA al Viral DNAProgetta la natura virale del tuo brand, prima di ogni cosa
2. Dai Target alle PersoneNon ci sono target da colpire, ma persone con cui risuonare
3. Dagli Stili di Vita ai Momenti di VitaEsci dall’ufficio ed entra nelle tribù e nei loro momenti di vita
4. Dalla Brand Awareness alla Brand AffinityNon puoi piacere a tutti. Scegli e alimenta le tue affinità
5. Dalla Brand Image alla Brand ReputationNon costruirti un’immagine, conquistati una buona reputazione
Alex Giordano e Mirko Pallera di NinjaMarketing.it hanno riassunto - con una provocatoria forzatura - i principi fondamentali di quello che viene definito marketing “non convenzionale”, in dieci punti in stile “americano”.
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Il decalogo del marketer non convenzionale/2
6. Dall’Advertising all’AdvertainmentNon cercare di persuadere, ma diverti e stimola la conversazione
7. Dal Media Planning al Media HuntingCambia il tuo media planner con un "cool hunter" della comunicazione
8. Dal Broadcasting al NarrowcastingNon ci sono solo i mezzi di massa, pensa a quanto è lunga la coda
9. Dal Market Position al Sense ProvidingNon cercare un posizionamento sul mercato, ma il tuo senso nella società
10. Dal Fare Comunicazione all' Essere la Comunicazione!Quello a cui devi sempre aspirare è la coerenza dall'inizio alla fine
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I vantaggi di un approccio non convenzionale
Il vantaggio reale di un approccio non convenzionale è che - a parità di costo - garantisce risultati maggiori.
Un progetto di marketing convenzionale inizia con il lancio del prodotto sul mercato e una campagna declinata su vari mezzi. Con il passare del tempo, la pressione della comunicazione diminuisce e l’unica possibilità per mantenerla alta è continuare ad investire.
IL FLUSSO CONVENZIONALE
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I vantaggi di un approccio non convenzionale/2
Nel caso di un progetto di marketing non convenzionale, invece, il flusso inizia già prima del lancio del prodotto, creando una attesa e un buzz in una massa critica di influencers attraverso attività, spesso unbranded.
Al successivo lancio del prodotto, i risultati sono potenziati dall’effetto teaser iniziale e scattano conversazioni sul prodotto anche in ambiti non inseriti nel piano di comunicazione.
IL FLUSSO NON CONVENZIONALE
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Il reale effetto virale
In una campagna di marketing non convenzionale la curva virale è molto più complessa di una semplice curva esponenziale.
LA CURVA PRESENTA TRE AREE DI INTERESSE:
L’aspetto più interessante della curva virale reale è la coda lunga: essa mostra come le campagne virali continuino ad attrarre traffico e senso di interesse oltre il periodo virale iniziale del lancio. Questa è la dimostrazione del valore continuo delle campagne di marketing virale.
Fonte: www.viralmanager.com
• la spinta iniziale del lancio: simile alla classica curva esponenziale, mostra l’impulso iniziale che una campagna ottiene generalmente al lancio;
• l’altipiano: è “la conversazione della comunità” intorno alla campagna, sublog, forum, social network;
• la coda lunga: eredità di una campagna virale, generata dalla quantità enorme di referrers generalmente stimolati da un contenuto virale.
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Tecniche di marketing “non convenzionale”
Si è parlato dell’esplosione di panacee di marketing conseguente alla mid-life crisis degli anni ‘80, e di come queste abbiano portato il consumatore a divenire un anti-marketer.Non tutti gli approcci di quello che viene definito marketing “non convenzionale” sono però da buttare via ed anzi, alcuni hanno dimostrato di essere davvero molto efficaci:
Ambient Marketing Experiential Marketing
Flash MobProduct Placement Guerrilla Marketing
Viral Marketing
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Ambient Marketing
Consiste nel trasformare l'ambiente, in un media di comunicazione che veicoli il brand e utilizzi arredi urbani, iniziative comunali, eventi, mezzi di comunicazione pubblici e privati, dressing degli spazi urbani, etc.
Seguendo tale approccio, la comunicazione raggiunge il target al di fuori dei comuni canali di vendita, quando è più ricettivo al messaggio pubblicitario: nei luoghi in cui si reca spontaneamente e nel momento in cui è più ricettivo alla comunicazione.
Questa tecnica è di grandissima efficacia se applicata nel “momento di vita” in cui nasce il bisogno di un prodotto o di un servizio. http://www.youtube.com/watch
?v=Ru2n7ZJ569EEsempi:
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Experiential Marketing
Lo scopo del marketing emozionale è coinvolgere ogni singolo cliente offrendogli un’esperienza memorabile e, cosa importante, superando le sue aspettative. Come fare? Anticipando i suoi desideri inconsci e soddisfacendoli.
Un’esperienza è memorabile quando è capace di arrivare in profondità nei sentimenti del cliente e di rimanervi a lungo, associata a sensazioni e ricordi piacevoli.
L’obiettivo finale del marketing esperienziale è la creazione di un’esperienza olistica, che si ottiene integrando esperienze:
sensoriali (SENSE)
affettive (FEEL)
cognitive (THINK)
comportamentali (ACT)
sociali (RELATE)http://www.youtube.com/watch
?v=UxvGgV7RZb8Esempio:
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Flash Mob
Con il termine flash mob (dall'inglese flash - breve esperienza e mob - moltitudine) si indica un gruppo di persone che si riunisce all'improvviso in uno spazio pubblico, mette in pratica un'azione insolita generalmente per un breve periodo di tempo per poi successivamente disperdersi.
Il raduno viene generalmente organizzato attraverso comunicazioni via internet o tramite telefoni cellulari. In molti casi, le regole dell'azione vengono illustrate ai partecipanti pochi minuti prima che l'azione abbia luogo.http://www.youtube.com/watch
?v=jwMj3PJDxuoEsempi:
http://www.youtube.com/watch?v=orukqxeWmM0
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Product Placement
Il product placement è la tecnica di comunicazione aziendale mediante la quale si progetta e si realizza, a fronte di specifici costi e nel rispetto di definiti contratti, il collocamento di un prodotto o di una marca all’interno di un contesto narrativo precostituito (pellicola cinematografica, programma televisivo, romanzo, video musicale, videogioco ecc.)
http://www.youtube.com/watch?v=3hOk80p8K2w
Esempio:
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Guerrilla Marketing
Come la guerrilla - guerra condotta con mezzi non convenzionali da chi può contare su poche risorse contro un nemico preponderante - si basa su rapidi colpi di mano o sulla creazione di tensione nell’avversario, così le tecniche di guerrilla marketing utilizzano strumenti diversi da quelli tradizionali (spesso attesi, scontati e costosi), mettendo in campo azioni “non convenzionali” per ottenere il massimo risultato con il minimo di risorse impiegate. http://www.youtube.com/watch
?v=m067fx4VAlAEsempio:
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Viral Marketing
Il Viral Marketing sfrutta i meccanismi di propagazione tipici dei virus, entità che si auto-perpetuano e si auto-propagano in maniera esponenziale, generando vere e proprie epidemie.
Un’operazione di Viral Marketing:
a) Identifica solamente le persone maggiormente interessate ad un particolare messaggio di marketing
b) Veicola il messaggio in una maniera rilevante per loro, rendendolo “enjoyable” o “valuable”
c) Fornisce il messaggio in modo che le persone siano incoraggiate a condividerlo con gli altri.
Un processo di marketing virale viene messo in atto attraverso una serie di step successivi:
1. progettazione del viral DNA del prodotto/servizio/comunicazione;
2. inserimento nei network sociali di riferimento (seeding);
3. tracking dei risultati conseguiti.http://www.youtube.com/watch
?v=DLxq90xmYUsEsempio:
“Social media is like teen sex.
Everyone wants to do it.
Nobody knows how.When it’s finally done
there issurprise it’s not
better.”
SECONDA PARTE > Web 2.0, Social Media e Brand Reputation Online
Avinash Kaushik - Analytics Evangelist, Google
Internet: che numeri!!!
“I computer sono incredibilmente veloci, accurati e stupidi. Gli uomini sono incredibilmente lenti, inaccurati e intelligenti. L’insieme dei due costituisce una forza incalcolabile.”
Albert Einstein
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Il popolo di internet (in Italia)
Dicembre 2008
NAVIGATORI ITALIANI 22 milioni
SESSIONI PER PERSONA 33
TEMPO MEDIO PER PERSONA 26 ore e 11 min
PAGINE PER PERSONA 2.011
Fonte: Nielsen Online – Panel Casa e Ufficio – Dicembre 2008, Var Dic 07 vs 08
Sessioni
Tempo
Pagine
+ 14%
+ 32%
+ 41%
Rispetto al 2007:
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Il popolo di internet (in Italia)/2
Fonte: Nielsen Online – Panel Casa e Ufficio – Dicembre 2008, Var Dic 07 vs 08
55%
m
45%
f
< 25 25 - 54 > 54
24%
63%
13%
Donne + 4%
ETÀ
SESS
O
Over 65 +14%
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Innanzitutto, diamo i numeri!
Fonte: Nielsen Online – Panel Casa e Ufficio – Dicembre 2008, Var Dic 07 vs 08
Blog
Video
Social Network
9 Mln
9 Mln
12 Mln
FENOMENO WEB 2.016 milioni di utenti (76% del
totale)
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Il prisma della conversazione
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I social network nel mondo
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Sono TANTI, ma soprattutto INFLUENTI!
Secondo una ricerca presentata all’Osservatorio Multicanalità 2008 da Nielsen:
l’85% degli intervistati (base: chi si connette ad internet) è abbastanza/molto d’accordo con la frase “Per me internet è la fonte principale per cercare informazioni su prodotti e servizi” (era il 74% nel 2007);
l’85% degli intervistati (base: totale) è propenso al passaparola (”Se sono soddisfatto/deluso da un prodotto/servizio tendo a consigliarlo ad amici e parenti”);
il 18% lo fa attraverso internet (”Se sono soddisfatto/deluso da un prodotto/servizio tendo a condividere la mia soddisfazione/insoddisfazione su internet”);
al 27% (era il 22% nel 2007) “piace leggere opinioni di altri consumatori sui prodotti/servizi di suo interesse su internet“;
al 15% della popolazione italiana è capitato di NON comprare un prodotto dopo aver letto un giudizio negativo su internet e al 14% è capitato l’esatto contrario.
Brand Reputation Management 2.0
“Guardati da chi non si cura della propria reputazione.”
Proverbio italiano
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Brand Reputation Management 2.0
“Preoccupati più del tuo carattere che della tua reputazione. Perché il carattere è ciò che tu sei, la reputazione ciò che gli altri pensano tu sia.”
John Wooden
“Preoccupati del tuo carattere, ma soprattutto della tua reputazione. Perché il carattere è ciò che tu sei, la reputazione ciò che gli altri dicono tu sia. E oggi quello che gli altri dicono tu sia conta quanto (se non di più) di quello che tu sei.”
John Wooden + Davide Basile
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Brand Reputation Management 2.0
Brand Reputati
onManage
ment 2.0
Il BRM 2.0 deve necessariamente comporsi di tre fasi che devono procedere di pari passo alimentandosi a vicenda e andando ad instaurare un circolo virtuoso.
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Ascoltare: che si dice di te in rete?
Sapere cosa si dice del proprio brand online è il primo e forse più importante passo da compiere.
Monitorare le discussioni online è senz’altro utile per conoscere le opinioni degli utenti più attivi, spesso dei veri e propri opinion leader, in modo da ricevere utili indicazioni per indirizzare la comunicazione sui brand verso determinati aspetti piuttosto che altri.
Strumenti gratuitiGoogle BlogSearch, Twitter Search, Trendpedia, Google Insight, Technorati, Wikio, CoComment, ecc…
Piattaforme professionaliBuzz Number, Radian6, l’italiano Blog Meter, ecc…
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I canali da analizzare
Friendfeed
Forum
Newsgroup
Wiki
Search
Tumblr
Youtube
Flickr
Blog
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Metodologia di analisi
Davide Basile > www.kawakumi.com
Ascoltare: dalla teoria alla pratica…
Davide Basile > www.kawakumi.com
Ascoltare: il caso Domino’s Pizza
Due dipendenti della nota catena americana hanno pubblicato su YouTube un video con le loro imprese, per così dire, “goliardiche” nella cucina di una pizzeria Domino's di Conover, cittadina di 7.500 abitanti in North Carolina (http://www.youtube.com/watch
?v=F7-yE_V6c7o).
Potenza della rete, in poche ore, prima che il file venisse rimosso dalla popolare piattaforma, era già stato visto più di un milione di volte.
E mentre la notizia rimbalzava su blog, Twitter e magazine online, una ricerca su Google per il termine “Dominos” restituiva un link alla vicenda in 5 dei primi 12 risultati.
Nel tentativo di gestire l'ondata, Domino's ha anche aperto su Twittermun account dedicato alla vicenda. Mentre Patrick Doyle, presidente di Domino's Usa, ha pubblicato un video su YouTube in cui si scusa sentitamente con i clienti e ringrazia la comunità virtuali per la tempestiva collaborazione (http://www.youtube.com/watch
?v=7l6AJ49xNSQ)
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Condividere: aprire le porte dell’azienda
Nell’era degli UGC e del “Content is the king”, la reputazione di un brand/azienda può essere costruita anche e soprattutto mettendo a disposizione dei propri consumatori contenuti di qualità.Ma condividere è inteso anche nel senso di “dividere con” i consumatori le fasi di progettazione, sviluppo, pensiero relative a nuovi prodotti/servizi, nuove strategie, ecc…
#19 -Le aziende possono ora comunicare direttamente con i loro mercati. Se non lo capiscono, potrebbe essere la loro ultima occasione.
# 64 -Vogliamo accedere alle vostre informazioni, ai vostri progetti, alle vostre strategie, ai vostri migliori cervelli, alle vostre vere conoscenze. Non ci accontentiamo delle vostre brochure a 4 colori, ne’ dei vostri siti Internet sovraccarichi di bella grafica ma senza alcuna sostanza.
#84-Conosciamo alcune persone della vostra azienda. Sono piuttosto bravi online. Ne nascondete altri, di bravi? Possono uscire ed entrare in gioco anche loro?
1999
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Condividere: il caso My Starbucks Idea
Gli utenti registrati possono inserire idee, ovvero condividere con gli altri utenti la loro idea di Starbucks, votare quelle già online, discuterle e, alla fine, vedere quelle più popolari e condivise.
Dopo pochi giorni dal lancio una delle idee più votate del sito, relativa alla Starbucks Card, è stata spostata sotto la sezione Ideas In Actions, e poi introdotta dopo alcune settimane di revisione.
http://mystarbucksidea.force.com/
Davide Basile > www.kawakumi.com
Partecipare: connecting with consumers
#1 - I mercati sono conversazioni. #2 - I mercati sono fatti di esseri umani, non di segmenti demografici. #3 - Le conversazioni tra esseri umani suonano umane. E si svolgono con voce umana.
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Partecipare: i mezzi sono tanti
Buzz
SMM
Brand communities
Business Blog
TIME
PEO
PLE
EN
GA
GED
Buzz Marketing(far parlare di sé)
Social Media Marketing
(essere presenti) Brand
Communities (costruire fedeltà)
Business Blog (parlare di sé/ascoltare)
People Engaged Vs. Time Obiettivi
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Partecipare: Buzz Marketing
Community Conversation
Strategia che mira a instaurare una conversazione attiva e stimolare la curiosità nei forum e social network in linea con il prodotto, andando ad individuare gli opinion leader e cercando di farli diventare portavoce dell’azienda (presentandosi in tutta trasparenza e rispettando il codice WOMMA).
Obiettivi:
Raccogliere informazioni sulla percezione del prodotto
Aumentare l’entusiasmo verso il prodotto dei “brand advocacy”
Gestire false informazioni o dare maggiori particolari su un prodotto
Product Seeding o anteprima per i blogger:
Strategia che consiste nel dare la possibilità ad alcune persone (influencers nel settore di riferimento dell’azienda o del prodotto da lanciare) di testare/visionare (spesso in anteprima) i nuovi prodotti/servizi e di esprimere la propria opinione (sia di persona, durante eventi, sia tramite il proprio blog)
Obiettivi:
Aumentare l’awareness Influenzare grazie ad un opinion
leader Gestire la reputazione online del
prodotto e migliorare il suo posizionamento nei motori di ricerca
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Buzz Marketing: il caso Ford
FOTO: http://www.flickr.com/photos/markingegno/
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Partecipare: Social Media Marketing
Il Social Media Marketing è quella branca del Marketing che si occupa di generare visibilità sui Social media, Comunità Virtuali e aggregatori 2.0.
Il Social Media Marketing racchiude una serie di pratiche che vanno dalla gestione dei rapporti online (PR 2.0) all'ottimizzazione delle pagine web fatta per i Social Media (SMO, Social Media Optimization).
La caratteristica delle piattaforme che il Web 2.0 ha messo e mette continuamente a disposizione (siti di Social Networking, foto video e slide sharing, comunità 2.0, wiki, etc.) è che la proprietà delle stesse non è dell'azienda (o persona) che intende instaurare tali relazioni.
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Partecipare: Brand Communities
Le comunità di marca online permettono al cliente di poter ricoprire il ruolo di interlocutore attivo e di ispiratore della marca, ma spesso sono anche viste come fonti informative: all’interno dei dialoghi che si sviluppano in tali forme associative molto spesso affiorano bisogni, necessità, spunti che permettono di comprendere le tendenze emergenti relative al settore di riferimento, tendenze che le aziende possono poi sfruttare per la realizzazione di nuovi prodotti.
Due grandi tipologie:
brand community created for consumerbrand community created by consumer
Fonte: www.eccellere.com
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Brand Communities: il caso LEGO
Uno dei segmenti di clientela più particolare con cui si trova a dover avere a che fare Lego è è quello degli AFOLs (adult fans of Legos) riuniti online in una community molto “tribale” (www.lugnet.com) .
LEGO, piuttosto che creare una nuova community da zero, ha avuto l’intelligenza di entrare in contatto con lugnet e ha individuato al suo interno dei Lego Ambassador, retribuiti con mattoncini, chiedendogli di essere portavoci dei messaggi aziendali.
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Social Media Marketing: il caso AtacMobile
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Partecipare: Business Blog
BLOG:
Siti web con una struttura basata sui post presentati in ordine cronologico inverso, con contenuti sviluppati da singoli individui e ricchi di link ad altri siti/blog e con un “tono di voce” informale, sintetico (non sempre), gergale (a volte).
VANTAGGI:
Hanno un formato standard Sono semplici da visitare e da alimentare Si prestano a raccogliere contenuti
periodici Beneficiano del tipico sistema dei link Stimolano la fidelizzazione mediante i
feed Sviluppano la visibilità sui motori di
ricerca
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To blog, or not to blog? Le obiezioni delle aziende
“Non ho tempo!… Con tutte le cose che ho da gestire…”
Verificare i contenuti che si producono I blog sono un canale di comunicazione aggiuntivo, da valutare in
funzione del ROI 10 anni fa c’era tempo per dedicarsi al sito web?
“Perdo il controllo!!!”
I commenti negativi verranno comunque pubblicati altrove È possibile escluderli, filtrarli, ecc. Spesso è un falso problema
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Business Blog: il caso Sony PlayStation
http://blog.playstationplanet.it
Il 1°blog ufficiale al mondo sulla PlayStation Format iniziale basato sulla segnalazione di
contenuti pubblicati su altri blog che fossero interessanti, curiosi, divertenti
In questo modo l’esposizione dell’azienda è stata limitata, pur producendo un prodotto editoriale interessante
Il progetto ha gratificato i clienti/fan che, a loro volta, hanno amplificato la notorietà del blog PS
I lettori del blog sono coinvolti in iniziative mirate (es. la PS3 provata in anteprima)
Il blog è ormai diventato il canale di divulgazione informale di molte iniziative dell’azienda
Ad Maiora ha collaborato a 360° sul progetto, compreso il supporto nello sviluppo dei contenuti
Davide Basile > www.kawakumi.com
GRAZIE!!!
To be continued on…
www.kawakumi.com
“I have no special talent. I’m only passionately curious.”