Serpentine Gallery pavilion by Jean Nouvel

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SERPENTINE GALLERY PAVILION 2010 BY JEAN NOUVEL

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Sommario

introduzione.................................................................................................................1la Serpentine Gallery....................................................................................................1

l’eSperienza dei padiGlioni..............................................................................................3il padiGlione di niemeyer.................................................................................................4il padiGlione di Siza e Souto de moura..............................................................................8il padiGlione di KoolhaaS...............................................................................................12il padiGlione di eliaSSon e thorSen.................................................................................16il padiGlione di Gehry...................................................................................................21il padiGlione di SeJima e niShizawa...................................................................................25

il padiGlione di nouvel................................................................................................30l’idea..........................................................................................................................31il proGetto.................................................................................................................34FaSi coStruttive........................................................................................................41

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introduzione

la Serpentine Gallery

La Serpentine Gallery è una galleria d’arte situata in Kensington Gar-dens, Hyde Park, nella zona centrale di Londra. Essa si focalizza esclusivamente sull’arte moderna e contemporanea. Le esposizioni, l’architettura, le attività pubbliche e di educazione attirano ogni anno circa 750000 visitatori grazie anche alla politica della galleria di man-tenere libero l’ingresso.

Stabilitasi nel 1970 in una classico padiglione del the del 1934, pren-de il nome dal vicino lago Serpentine.

Ad aver esposto le propire opere qui, artisiti di nota fama quali Man Ray, Henry Moore, Jean-Michel Basquiat, Andy Warhol, Paula Rego, Bridget Riley, Allan McCollum, Anish Kapoor, Christian Boltanski, Ri-chard Prince, Gerhard Richter, Damien Hirst, e Jeff Koons.

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All’ingresso della galleria possiamo apprezzare un’opera permane-te di Ian Hamilton Finlay in collaborazione con Peter Coates, de-dicato a Diana, Principessa di Galles, la prima benefattrice della Serpentine.

Nel 2006 la Serpentine Gallery per la prima volta presentò una delle principali esposizioni di arte contemporanea cinese. Intitolata “Chi-na Power Station: Part One”, l’esposizione fu ospitata nella Batter-sea Power Station nella parte sud di Londra, offerendo al pubblico un raro scorcio dell’interno di un noto paessaggio.

La galleria fu istituita dal Concilio delle Arti della Gran Bretagna e per il primo anno rimase aperta solo limitatamente durante i mesi estivi. Nel 1991, Julia Peyton Jones OBE fu scelta come direttrice e sotto di lei la galleria si rinnovò profondamente. Nel 2006 il curatore Hans Ulrich Obrist fu nominato Co-Direttore per espozizioni e attivi-tà, e Direttore dei progetti internationali.

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l’eSperienza dei padiGlioni

La Serpentine Gallery annualmente commissiona ad architetti internazionali di fama mondiale la progettazione di un padiglione temporaneo nel prato della gal-leria che fornisce una vetrina unica per l’architettura contemporanea. Il padiglione di ogni anno viene allestito durante i mesi estivi ed ognuno ospita una program-mazione speciale di proiezioni di film, dibattiti, i proms della BBC ed un bar.

A partire dall’estate del 2000 i padiglioni allestiti son stati i seguenti:

2000: Zaha Hadid 2001: Daniel Libeskind 2002: Toyo Ito 2003: Oscar Niemeyer 2005: Álvaro Siza e Eduardo Souto de Moura 2006: Rem Koolhaas con Cecil Balmond e Arup 2007: pre-pavilion ‘Lilias’: Zaha Hadid e Patrik Schumacher 2007: Olafur Eliasson, Cecil Balmond, e Kjetil Thorsen 2008: Frank Gehry 2009: Kazuyo Sejima & Ryue Nishizawa del SANAA 2010: Jean Nouvel

Noi cominceremo l’analisi, dei soli padiglioni principali, partendo dal padiglione realizzato da Oscar Niemeyer.

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il padiGlione di niemeyer

Il padiglione del 2003, era semplice nonchè ingegnoso. Costruito in acciaio, alluminio, cemento e vetro, la sua rampa rossa rubino contrastava con la sorpresa di un auditorium ad un livello più basso, permettendo delle viste sul parco. Il padiglione era conforme al prin-cipio di Niemeyer secondo il quale ogni progetto deve poter essere sintetizzato in un semplice schizzo: una volta ultimata la struttura portante, l’architettura deve essere più o meno gia riconoscibile e connotata.

IDEARISPETTANDO IL SUO PRINCIPIO, CON POCHE LINEESI DA vITA AD UN’ARCHITETTURA

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PROGETTOLA PIANTA, LA SEZIONE DELLA CORTE ED I PROSPETTI

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SURROUDINGCOME IL PADIGLIONE SI RELAZIONA CON L’INTORNO

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vISTEIL PADIGLIONE COLTO NEI SUOI ELEMENTI CARATTERI-STICI: L’OCCHIO, LA RAMPA, IL MURO ROSSO.

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il padiGlione di Siza e Souto de moura

Progettando il padiglione del 2005, Siza pose come obbiettivo pri-mario la relazione con la preesistenza. Anche presentando un’archi-tettura completamente differente, gli architetti cercarono di garantire il dialogo tra il nuovo edificio e quello neoclassico.Il padiglione era basato su una semplice maglia rettangolare, distor-ta al fine di creare una forma curva e dinamica.Comprendeva fasci di legno intrecciati in modo da accentuare, an-che grazie al materiale, la relazione tra il padiglione ed il parco cir-costante.

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LA STRUTTURAIL PADIGLIONE LIGNEO CHE SI SvILUPPA NEL vERDE, ARTICOLA IL PROPRIO vOLUME AvvOLGENDO GLI ALBERI.

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il padiGlione di KoolhaaS

L’elemento centrale del progetto era una spettacolare cupola gonfiabile di forma ovoide che galleggiava sul prato della galleria.Costituita da materiale traslucido, la cupola in genere era fatta librare in aria. Al variare delle condizioni atmosferi-che, veniva calata a coprire l’afiteatro sottostante.Di notte, la cupola illuminata, acquista un valore simbo-lico: la luce che irradia dal suo interno si diffonde per il parco, richiamando come punto di riferimento, faro lumi-noso nella notte, l’accesso alla galleria, al mondo dell’ar-te.

KENSINGTON GARDENS LIGHTLA CUPOLA TRASLUCIDA ILLUMINATA RICALCA

ANCHE NELLA FORMA UNA LAMPADA.

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KoolhaaS

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KoolhaaS

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il padiGlione di eliaSSon e thorSen

La stuttura in legno rivestito, al primo impatto appare come una trottola.L’andamento ascenzionale del padiglione introduce un adimensione verticale drammatica, nuova, se confrontata alla tipologia tradizo-nale ad unico livello. Una rampa larga, a spirale, compie due giri completi attorno al nucleo centrale e permette ai visitatori di salire dal prato della galleria fino al punto più alto, consentendo delle vedute verso i Kensignton Gardens, nonchè una panoramica sulla stanza sottostante.La rampa funge, inoltre, da mediatrice tra l’interno del padiglione ed il suo contesto. L’interno è illuminato dalla luce del giorno che pe-netra dall’alto attraverso l’oculo posto sul tetto.Lo spazio di per sè è definito da un pattern geometrico che è articolato in modo da configurare sia le superfici del muro sia le sedute.

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LA STRUTTURALO SvILUPPO SPIRALIFORME DA ORIGINE A SUPERFICI COMPLESSE E vARIABILI: IL vISITATORE vIENE COINvOLTO E TRASPORTATO DALLO SPAZIO AvvOLGENTE.

eliaSSon e thorSen

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eliaSSon e thorSen

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il padiGlione di Gehry

Fu il primo progetto costruito in Inghilterra dall’architetto. Lo spetta-colare edificio, al cui progetto strutturale ha collaborato lo studio di ingegneria Arup, si configura come un sistema ancorato a quattro massicce colonne d’acciaio ricoperte di legno, il quale era costituito da pannelli di vetro sovrapposti e disposti in maniera apparente-mente casuale. Queste superfici trasparenti erano scandite da gri-glie lignee che creavano una sorta di complessa rete.Queste soluzioni tecnologico-progettuali creavano un drammatico spazio multi-dimensionale. Il progettista afferma che tra le fonti d’i-spirazione, fondamentale è stato lo studio effettuato sulle catapulte di Leonardo da vinci.

Gehry

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“The Pavilion is designed as a wooden timber structure that acts as an urban street running from the park to the existing Gallery. Inside the Pavilion, glass canopies are hung from the wooden struc-ture to protect the interior from wind and rain and provide for shade during sunny days. The Pavilion is much like an amphitheatre, de-signed to serve as a place for live events, music, performance, di-scussion and debate. As the visitors walk through the Pavilion they have access to terraced seating on both sides of the urban street.”

“Il padiglione è progettato come una struttura di legno ideata come una strada urbana che corre dal parco alla galleria esistente. All’interno del padiglione, coperture di vetro sono sostenute da una struttura di legno a proteggere l’interno dal vento e dalla pioggia e a fornire ombreggiatura durante i giorni di sole. Il padiglione è più simile ad un anfiteatro, progettato come luogo adibito a spettacoli dal vivo, eventi musicali, perfomance, discussioni e dibattiti. Appena i visitatori si trovano ad attraversare il padiglione hanno accesso alle sedute a gradoni situate su entrambi i lati della strada urbana.”

Frank Gehry

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Gehry

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il padiGlione di SeJima e niShizawa

Il padiglione è alluminio galleggiante, trasportato liberamente tra gli alberi, come fumo. Questa l’idea, la suggestione raccontata con le parole degli architetti. La copertura riflettente ondeggia per l’area, espandendo il parco ed il cielo. Il suo aspetto cambia in base alle condizioni atmosferiche. Il padiglione, di grande effetto visivo, so-miglia ad una nube riflettente o ad una vasca d’acqua sospesa, ap-poggiata ad una serie di sottili colonne. La struttura del tetto metalli-co si articola variando di altezza, avvolgendosi attorno agli alberi del parco, protendendosi verso il cielo e scivolando giù quasi a toccare il terreno in vari punti.

IDEALA vOLONTà ALLA BASE DEL PROGETTO è QUELLA DI CREARE UN’ARCHITETTURA APERTA ED EFFIMERA

SeJima e niShizawa

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IL PROGETTO

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“Architecture without walls will allow everybody to come in, from all around, which can give the definition of freedom, like park.It is a sheltered extension of the park where people can read, relax and enjoy lovely summer days.”

“Un’architettura senza muri permette a tutti di entrare da qual-siasi parte, ciò può rappresentare la definizione di libertà, come il parco stesso.E’ un’estensione coperta del parco dove le persone possono legge-re, rilassarsi e godersi le piacevoli giornate estive.”

kazuyo Sejima e ryue niShizawa

SeJima e niShizawa

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SeJima e niShizawa

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il padiGlione di nouvel

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l’idea

“I wanted something in the green...like a flower. Also red is very british, like the busses...and the roses!Red is also a symbol of England so it is not totally out of contest.”

“I didn’t want to have something like a cafè...[it] is more like a lounge [place] where the guests could come”

“Volevo qualcosa nel verde...qualcosa come un fiore. Inoltre il rosso è un colore molto britannico, basta guardare gli autobus...e le rose!Il rosso è anche un simbolo dell’Inghilterra, quindi non è totalmente fuori dal contesto.”

“Non volevo ottenere una sorta di caffetteria, ma qualcosa più simile ad un punto di relax, dove gli ospiti potessero fermarsi.”

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“The pavilion of Nouvel emphasizes the green to the red, and it’s something pretty interesting. The green, I think, ne-ver look greener because of the red.It’s something Matisse said when he painted...in 1911 he said the colour of red makes other colours look different.”

“You can come here with friends, without consuming.You come to the pavilion as you come to the park, for free.You just sit in the pavilion, look at the architecture and have a conversation.The important thing is the public dimension of architecture.”

“Il padiglione di Nouvel enfatizza il verde con il rosso, ed è qualcosa di abbastanza interessante. Credo che il verde non appaia mai più verde di così proprio grazie alla presenza del rosso.E’ qualcosa che Matisse disse spiegando la sua tec-nica di pittura; nel 1911 disse che il colore rosso fa sì che gli altri colori appaiano diversi.”

“Si può venire qui con gli amici, sensa obbligo di consumare.Si può venire al padiglione proprio come si va al par-co, gratuitamente.

Ci si può sedere nel padiglione, guardare l’architettura ed avere una converssazione.La cosa importatnte è la dimensio-ne pubblica dell’architettura.”

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“[The target] is to increase what the public can do coming to the Serpentine: people can play ping-pong, they can play chess, they can lie in sun-lounges; It’s kind a meditoring experience.”

“[L’obbiettivo] è aumentare le attività in cui il pubblico si possa cimentare venendo alla Serpentine: le persone qui possono giocare a ping-pong, possono giocare a scacchi, possono distendersi sulle amache; è una sorta di esperienza meditativa.”

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il proGetto

IL PADIGLIONE DALL’ALTOA SINISTRA L’INQUADRAMENTO CON LA GALLERIA GLI ACCESSI E GLI ALBERI, A DESTRA LA PIANTA.

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LE vISTE ORTOGONALIIN ALTO, LE SEZIONI TRASvERSALI DELL’INGRESSO E DELLA ZONA CENTRALE, E QUELLA LONGITUDINALE;IN BASSO, GLI ALZATI SUD, OvEST ED EST.

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La costruzione di questo padiglione cade nell’anno in cui la Serpentine Gallery celebra i suoi quaranta anni. Questo padiglione è la de-cima commissione all’interno della serie annuale della galleria, la prima e la più ambiziosa programmazione architettonica del mondo nel suo genere. Esso è anche la prima opera dell’achitetto completata nel Regno Unito.

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La commisione del padiglione è diventata un sito internazionale per la sperimentazione architettonica e segue una lunga tradizione di padiglioni progettati dai maggiori architetti del panorama mondiale. L’immediatezza della commissione - un massimo di sei mesi dalla designazione al completamento dell’opera - fornisce un modello unico nel mondo.

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Il design di questo padiglione è un contrasto di materiali leggeri e di drammatiche strutture metalliche a sbalzo. L’intero progetto viene reso in un rosso vivo che, in un gioco di opposti, contrasta con il verde del parco circostante. A Londra, il colore riflette le immagini ico-niche dell’Inghilterra rappresentate dalle tradizionali cabine telefoniche, le cassette delle lettere ed i bus Londinesi.

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L’edificio consiste di forme geometriche nette, larghe tende retraibili ed un muro inclinato separato dal resto che si erige fino a 12 metri al di sopra del prato. vetri che colpiscono, policarbonati e strutture in stoffa creano un sistema versatile di spazi interni ed esterni, mentre l’auditorium polifunzionale ha ospitato le Serpentine Gallery Park Nights.

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Il padiglione di Nouvel ha operato come uno spazio publico, una caffetteria e come la sede per le Park Nights, l’acclamata programma-zione della galleria di dibattiti pubblici ed eventi, che attrae ogni estate fino a 250000 visitatori. Il design del padiglione sottolinea l’idea di gioco con l’inserimento dei tradizionali tavoli da esterno francesi da tennis-tavolo.

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FaSi coStruttive

1 - vIENE TOLTO IL PRATO CON I MEZZI MECCANICI 2 - UNA vOLTA LIvELLATO IL TERRENO SONO POSTE LE STRUTTURE DEL PAvIMENTO E DEL MURO INCLINATO

3 - SI COPRE LA STRUTTURA DEL PAvIMENTO

4 - SI MONTANO I PILASTRI PRINCIPALI, LA STRUTTURA DEL CUBO E LE TRAvI

5 - SI SvOLGONO LE TENDE DELLA COPERTURA E DEL CUBO 6 - SI MONTANO I PANNELLI TRASLUCIDI DEL CUBO E DEL MURO INCLINATO

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crediti

pubblicazione per:

CorSo di GeStione del ProGetto

a.a.: 2010/2011

ltFGroup:

nazareno CaPuto

FranCeSCo Catalini

luCa ChioCCioli

emanuele deGli innoCenti

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