SACERDOTI - San Gerardo · 2020. 3. 11. · bigotti [di cui non si fanno scrupolo aprendere i soldi...

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Orari Ss. Messe feriak ore 9; 18,30 prefestiva: ore 18,30 festive: ore 8,30; 10,30; 18 Orario deU9Ufficio ParrocchiaIe Dal lunedì al venerdì: daile 9,30 alle 1 1 11 sabato solo su appuntamento telefonico al 338 7416563 Sri. Confessioni Prima e dopo le Ss, Messe Sabato e vigilie: ore 16,30 - 18,30 La chiesa è aperta dalle 7,30 alle 12 e dalle 15,30 alle 19

La parrocchia S. Gerardo al Corpo è anche su internet!

1 RECAPITI DEI SACERDOTI 01 SAN GERARDO - Don MASSIMO GAIO

- Don STEFANO CHIAROLLA

- Don LUIGI VILLA

Via S. Gerardo, 4

Via T. Crernona, 7

Via S. Gerardo, 4

Tel. 039 32.44.66

Tel. 039 97.15.766

Tel. 039 59.70.989

INDICE: iH qwtB Hcuiieha. Festa di San Gerardo Auguri don Luigi1 Se ci rivediamo in paradiso ... Lettera a un possibile consigliere Rinnovo dei consigli parrocchiali La nostra prima Comunione Santa Cresima Accoglienza dei piccini di Sa eI. Tutti hanno festeggiato la festa della mamma

Repubblica p. 20 La vita della comunità p. 22 Liberi di partire, liberi di restare p. 24 In memoria di don R. Bmfi p. 27 In ricordo di P. Giovanni Zimbaldi p. 3 1 Il coraggio del Gregario p. 35 A Caravaggio p. 38 Scendi in campo p. 39 Un po' di noi p. 41 Nella nostra chiesa p. 43

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FESTA DI SAN GERARDO

Per la seconda vol- ta, ho voluto San Gerardcr piu vicino d a gente. Certo, sono consapevole che è sempre un rischio muovere una reliquia che ha più di ottocento ami, ma è proprio bello poterlo avere così vicino, compa- gno di viaggio. Con stupore infatti nel pomeriggio del 6, quando attende- vo i bambini per una preghiera e la benedizione, ho in realtà accolto una fila di pellegrini che

si sono accodati e sono andato avanti a benedirli per una buona mezz'ora. Non fmivano mai. Ho dovuto smettere perché si E consumata tutta l'acqua dell'asper- ges. In realtà la visita era iniziata fui d d e 7. Quando d'alba, infatti, sento i primi rumori dei commercianti che cominciano

ad destire Ie loro bancarelle, non esito a scendere ad aprire la chiesa affinché anche loro possano dare un saluto al Santo. E poi arrivano i fedeli di Olgiate questavolta giunti in numero considerevole per la S. Messa delle ore 8.30, rinnovando la loro devozione a Gerardo già espressa peraltro il 25 aprile con un pellegrinaggio numero- sissimo. Sono rimasto soddisfatto anche dal triduo che da aicuni anni mi invento perché la festa sia spirituale e non solo devozionale, o peggio ancora: folkloristica. Per questo prediligo la preghiera, la cultu- ra, la carità. Gerardo trascorreva ore e ore, notti intere davanti al suo Signore. Anche noi abbiamo adorato per un'ora 1'Eucari- stia, lasciandoci provocare dal tema della santità. E forte il rischio per i cristiani

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contemporanei diliquida- re con razionalizzazioni il problema. M a lui era un santo! Lo storico Perego, martedì, ha iilus trato bene la debolezza di queste mo- tivazioni. Ha ricostmito i tempi in c u i il Tintore si è trovato a vivere e le ra- gioni che lo hanno portato a fare scelte, semplici ma convinte e metodiche, portandolo alla com- pleta realizzazione della suavocazione che fu sostanzialmente fin dalla tenera età, vocazione alla carità. E così anche il por- tavoce del nostro Arcivescovo, don Walter Magni, ha celebrato con noi la S. Messa spezzando il pane semplicemente, con il cuore in mano, il pane della Parola e il pane deU'Eucaristia e ci ha esortato ai saper dare sempre ragione della speranza che c'è in noi. Tema, questo, ripreso piu approfonditamente neila predicazione del card. Cocco- palrnerio. Sua Eminenza, con i tratti che lo caratterizzano,

l cioè la pacatezza e la pro- fondità, ci ha provocato su più fronti con una do- manda assai semplice ma spiazzante: *Chiediamoci: - ha detto - io sono un buon cristiano? E se lo sono, come posso dimo- strarlo là dove il Signore mi chiama a vivere?" Ha provocato anche le auto-

rità presenti con questa esortazione. Per essere cristiani veri, non bisogna sban- dierare troppo le proprie convinzioni o ideologie ... occorre fare bene quello che sappiamo fare, quello che il Signore ci ha

donato di fare. San Gerardo sapeva fare bene quelIo? L'ha fatto! Cosi: semplicemente.. . creando però le &dizioni Per farlo bene, cioè con continuiti e con metodicita. Si è rivolto al signor Sindaco. Si è rivo1 to a me. Ha coinvolto tutti, con una semplice provocazione. Come servo il Signore e la sua verità, la sua giustizia? San Gerardo ci dia la forza in que-

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la parola del parroco I

st i tempi difficili e controversi di rispondere con fermezza. Ci lasceremo con-

stonata e stridente ... non siamo riusciti a creare qualcosa per i piii piccoli, i bambi- ni. Questo ci insegna che la tradizione va sempre rinfocolata, altrimenti ciò che arde nel camino piano piano si trasforma in ce-

MIIL ' tagiare dal suo nere. E la tradizione non va lasciata andare esempio che e casi con ovvietà, dando tutto per scontato stato di mettersi altrimenti prima o poi si spegne come un al semizio di tut- lucig-nolo fumigante. Al contrario bisogna ti, proprio tutti, motivare Ie nuove generazioni con l'ardore soprattutto di diunfuocochescaldadiannoinannoe

queili che erano piu ai margini: malati, stimola a trovare linguaggi nuovi e diversi anziani, bambini, poveri. Lafamihità con per comunicare ai più giovani i nostri ideali. cui lo stretto collaboratore del Papa si e Che sono ancora quelli di Gerardo. presentato, è stata vissuta poi alla men- don M a s s i m o sa con i sacerdoti. ii pasto

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AUGURI DON LUIGI!

Per me, ricordare don Luigi, vuol dire ren- dere ancor piu vivo il ricordo degli anni passati insieme, a Fogliano Milanese e a San Gerardo. E un ricordo pieno di affetto, di ricono- scenza e di ammirazione,

Parlare deiia preghiera di un prete pu6 sembrare owio: in don Luigi è la cosa più importante. Un ricordo: a 'quei tempi" si partecipava ai funerali in altre parroc- chie; mentre in sacrestia gli altri parlavano don Luigi era in un angolo dellialtare che aspettava con la corona in mano. Di m prete cosi, cioè di un prete che prega, ci si può fidare!

3. Ma per un prete è importante anche saper parlare: e don Luigi lo sa fare: nelle omelie (a Pogìiano noi si guardava l'orologio, lui vedeva e capiva.. . ma era troppo bello quel parlare semplice per lamentarsene). A don Luigi piace mol- to anche parlare con la gente, sempre con l'aria di fuggire, ma rimane e la

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AD MULTOS ANNOS !

sua risposta arriva al momento giusto in tempo per consolare, spiegare, dare coraggio.

5, Di don Luigi ricorda il coraggio: forse non sembra, ma è stato coraggioso nel prendere dcune decisioni, Arrivava a Pogliano trovando una chiesanuova non ancoraiinita anche se inaugurata qual- che mese prima dal cardinale Colombo; coraggio nel decidere di celebrare subito Iì, lasciando Ia vecchia chiesa; la casa parrocchiale, costruendone una nuova. I sacrifici fatti non si contano ma non li ha mai fatti pesare: quando chiedeva

costruito noi abbiamo l'obbligo di ren- derlo migliore.

5. Ma laverità suIlavita di un prete appare dalia gente che lo ferma per strada, lo viene a cercare, quando partecipa al suo dolore: l'abbiamo visto quando è morto i1 papa, la mamma malata e adesso la vicinanza a Maria. Ma specialmente un prete è amato se al suo confessionale ci sono molte persone.

Tutte queste situazioni, don Luigi le vive col suo sorriso, il passo svelto, il saluto cordiale.

per la chiesa lo faceva con timidezza m a E adesso a noi due: don Luigi, quando era chiaro Io scopo, Un vecchio e armlto ci siamo salutati alla mia partenza per parrocchiano commenta- Milano (nell'ormai lontano va: "Quando chiede così, 7 1 1974) iotidissi: "Erameglio come si fa a dire di no!?". che avessimo ltigato, ora In questo modo ha rifatto mi dispiacerebbe di meno l'oratorio, sistemato il ci- lasciartin. nema e la vecchia chiesa Adesso pero non lo direi diventata santuario. più e perché non abbiamo

4, Ma un prete deve solo mai litigato, e perché sono costniire? ANCHE (e sot- riconoscente al Signore e a tolineo quel anche) perche te per gli anni di Paghano e llio imparato da lui: quello per l'amicizia di adesso. che con sacrificio e stato Mons. Gianfranco Meana

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SE CI RIVEDIAMO

I1 caso dell'infermiere francese Vmcent Lam- bert , che da 1 0 anni circa si trova in uno stato vegetativo post traumatico per via di un inci- dete stradale, ha valicato le Alpi. Se ne sentiva il bisogno? Noi no, ma i signori dei media che non vedono I'ora di dare addossa ai cattolici bigotti [di cui non si fanno scrupolo aprendere i soldi quando si tratta di vendere i giornali), evidentemente sì. Ripeto non ne sentivamo pro- pria il bisogno: dopo il caso di Eluana Englaro questo paese non ancora pronto ad avere sul tema deiia difesa del diritto d'esistenza un dibattito franco e onesto, figuriamoci a prendere delle decisioni. Ed infatti, complice la recente campagna elettorale, avrete notato che nessun politico ha cavalcato la cosa. Che si siano sentiti inadeguati a parlarne? Speriamo che la consapevolezza possa essere il primo passo verso il miglioramento. A voler pensar male invece.. . avranno capito che solo inizian- do una frase a riguardo avrebbero perso voti da una parte o dd'aitra. Con ciò cerMcando una volta di piil l'inadeguatezza trasversale deUa nostra classe politica ... E chiaIiamo subito un'dtra cosa. Qui la religi~ne c'entra poco. O meglio amiva dopo. L%a detto molto chiaramente anche Papa Francesco parlando ai partecipanti al convegno 'Yea to lifeln nello specifico del tema delltaborto. Se per afimità

leggiamo le sue parole pensando al diritto alla vi&, non solo Alla fa& iniziale, ma nell'in- tero corso deii'esistenza di un essere umano, queste risultano molto chiare: "E un proble- ma pre-religioso. La fede non c'entra. Viene dopo, ma non c'entra: è un problema uma- no.' E quando i1 problema è umano, signori, cominciano i guai1 Torniamo ai signor Vincent ~amber t . Lavora come infer- miere psichiatrico, sposato, da poco padre. Nel 2008 è vittima di un in- cidente stradale a seguito del quale resta tetraplegico e in uno stato ve- I getativo post trau- matico. Dopo vari tentativi di cura falliti, nel 2013 i medici dichiarano che non esistono ragionevoli speranze di miglioramento per ~incent e quindi cosa fanno? con i'awallo convinto della moglie e parte della famiglia, chiedono di iniziare il. protocollo di interruzio- ne dei trattamenti di idratazione e nutrizione forzata da cui il paziente è dipendente. I due

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IN PARADISO ...

anziani genitori però non sono d'accordo e si oppongono; numerosi tribunali vengono inve- stiti del caso e si aniva ad oggi quando tutti i giudici hanno detto sostanzialmente %sto come stamesso, se lo ammazzate non commet- tete reato'. E cornpiimenti anche a tutta questa brava gente! LWtimo disperato tentativo che al

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'I momento ha bloc- cato tutto è stato l'ennesimo ricorso dei genitori, sta- volta accolto, che in ottemperanza d a Dichiarazione deiie Nazioni Unite sui Diritti dei Disa- bili impegna i paesi aderenti (tra cui la Francia, ma anche , lltdia) a rivedere tutta la legislazio- ne in materia e tra

l'altro anche l'approccio al diritto alla vita per i portatori di disabiiità, Ma perché, dopo in- numerevoli sentenze a favore dell'eutanasia, stavolta i giudici si sono fermati? Sempre a pensar male si saranno detti, o beHal A questa obiezione non sappiamo rispondere: aspetta un attimo che prima di combinare un casino

inenarrabile ci prendiamo m altro po'di tempo. Oltre naturalmente al fatto che l'irreversibili- tà della condizione tetraplegica era l'elemento cardine su cui la richiesta di i n t e d o n e dei trattamenti sanitari si basava. Del resto il po- veretto respira da solo e non è attaccato alle macchine per la ventilazione e risponde agli stimoli neurologici di base, quindi non può essere dichiarato morto. A qualcosa si dove- vano pure attaccare. Poi toh, salta fuori che CE una convenzione internazionale che dice: no, non si fa così. Morale della favola. Primo, non vorrei essere nei panni della moglie. Metti caso che i due si rivedano in Paradiso, ai posto di Vincent, quattro cosette da dirle ce le avrei (cominciando da.. . "in salute e in malattia.. ,"), Secondo: quando, su questioni etiche, si tirano in mezzo i giudici si va quasi di certo a fmir male. Temo: meglio pensare seriamente al te- stamento biologico e, in coscienza, scegliere da suhito quale approccio vorreste nel caso capitasse avoi una qualsiasi situazione in cui, voi impediti, si debba decidere che fare. Tra le altre cose nel testamento biologico è possibile nominare una persona di fiducia che curi i vostri interessi e vi rappresenti. Occhio che Ia moglie di Vincent non abbia fatto proseiiti da noi ....

Andrea Gerosa

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LETTERA A UN

Carissimo/a il prossimo 20 ottobre 2019 in tutte le parrocchie della diocesi si procede- rà all'elezione del Consiglio Pastorale Parrocchiale, su indicazione del nostro Arcivescovo mons. Mario Delpini. Per alcuni anni gli attuali parrocchiani, che si sono fatti carico di questo preciso ministero nella Chiesa hanno camminato insieme affrontando i problemi, discu- tendo gli argomenti, consigìiando secon- do coscienza. Ci sono stati momenti belii, altri meno. Momenti di tensione poco edificanti ed altri assai costruitivi. Tutti hanno comunque fatto una esperienza formativa, spero, di crescita nella fede. Ora è bene ricordare che non siano sem- pre Ie medesime persone ad assumersi questa bella responsahilita la parrocchia non è "affare di pochi" o dei soliti, ma comunità cristiana di cui tutti si possono far carico. Tutti? Sì, tutti coloro che possono, che sono battezzati, che sono in comunione con il papa, con il vescovo e con il par- roco, chi vive una vita semplicemente fedele al Signore nonostante la fragili@

e il peccato. Per questo ti chiedo di non cestinare su- bito questo foglio, ma di lasciarti provo- care e coinvolgere. Prova a domandarti: "E se fossi io, la persona che il parroco cerca?" Probabilmente pero la domanda più profonda e corretta spiritualmente,

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POSSIBILE CONSIGLIERE

non è questa! Non ci si candida per far piacere al par- roco. E nemmeno è evangelico seguire criteri immaturi: "Ne ho voglia.. . o non ne ho voglia.. .". Il mistero è più ampio. C'è di mezzo una vocazione! La questio- ne più completa è questa: "Il Signore mi chiama a vivere con pienezza il mio battesimo anche in questa forma. Sono io la persona giusta che, nella sempli- cità ma anche nelia serieta, può essere corresponsabile con il parroco della vita della nostra comunità?" Forse in molti luoghi, ma qui a san Ge- rardo particolarmente, c'è i1 rischio della delega facile e deila critica indisponente. Solo chi ha il coraggio di "sporcarsi mani e piedi" può veramente capire cosa signi- fichi sostenere e condividere. Io, come parroco, ho bisogno di sostegno e di condivisione. Pertanto ribadisco l'urgenza di coiia- borazione da parte di fedeli validi, laici preparati, persone buone e umili. Neila fattispecie occorrono persone che siano espressione di tutte le fasce di età dei parrocchiani. Non credo che il volto della

parrocchia debba essere rappresentata salo da anziani o da donne, In particolare c'è bisogno di giovani ven- tenni e trentenni, di genitori quaranten- ni, di uomini e donne fattivi che possano portare anche l'esperienza pratica delia Ioro professione. Insomma, tutte le real- t& della parrocchia dovrebbero lasciarsi coinvolgere. Se sei interessato, ti prego di affidare ad un raccoglitore che sarà collo- cato in chiesa parrocchiaie o consegnare direttamente al parroco la s e g n a i o n e della tua candidatura. Poi, come si sa, saranno effettuate le elezioni durante le sante messe e infine il parroco si riserverà di raggiungere il numero corretto deciso dal Direttori0 approvato dal vescovo no- minando le persone, i primi dei non eletti s altri che, in coscienza, ritiene siano necessari alla maggiore completezza del Consiglio stesso. Ti ringrazio per l'atten- zione e ti sollecita almeno a pensarci per una corresponsabilita matura e sempre più evangelica.

Cordialmente, don Massimi

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RINNOVO DEI CONSIGLI

Il Vicario Generale della Diocesi di Mi- lano Mons. Agnesi, a nome dell'kcive- scovo Mario, ha pubblicato in aprile, la nota pastorale riguardante il rinnovo dei Consigli Parrocchiali 20 19-2023. In questa nota vengono sottolineati signi- ficato e ruolo di questi organismi e ven- gono presentate le varie tappe del calendario fmo alle elezioni, in programma do- menica 20 otto- bre 2019.

parpgsctiw!i@ . - p i . i i~.~fip mmmblh -a . Ti contesto ehè &da alla comprensione del percorso in atto di rinnovamento del volto della parrocchia, con il sorgere di nuovi modelli di presenza della Chiesa sul territorio, è quello evidenziato da

Papa France- sco nell'esorta-

In queh dow- nfc& quindi sa- remo chimati a rinnovare i membri dei Consigli Pasto- d iedagi i A f k i Wnarnici della nostra C~munW Pm~cckiiak.

zione apostoli- ca Evangelii Gaudium, al n. 28: ULa par- rocchia non 5 una struttura caduca; pro- prio perché ha una gran- de plasticità, pu6 assumere forme molto

W diverse che richiedono la

docilità e la creativita missionaxia del pastore e della comunità. Sebbene certamente non sia l'unica istituzio- ne evangelizzatrice, se è capace di

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PARROCCHIALI 20 19-2023

riformarsi e adattarsi costantemente, continuerà ad essere Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie9'*'.

I criteri che possono iIluminare e so- stenere un percorso di docilità a que- ste indicazioni sono quelli indicati da Evangelii Gaudium ai nn. 2 17-237: il tempo è superiore allo spazio; l'unità prevale sui conflitto; la reaità è piu importante dell'idea e i1 tutto 8 su- periore alla parte.

Il Consiglio Pastorale "ha un duplice fondamentale signnicato: da una parte, rappresenta l'immagine della Jraternità e della comunione deìi'intera comunità di cui è espressione in tutte le sue compo- nenti, dall 'altra, costituisce Io st rurnento della decisione comune pastorale".

I1 Consiglio per gli Affari economici "è moralmente responsabile con il parroco davanti alla comunità parrocchiale del corretto e puntuale assolvimento di tutti gli adempimenti e delle obbligazioni che,

per diritto canonico o norma civile, sano poste a capo della Parrocchia" (Sinodo 47", cost. 147, 9 2 ; cost. 148, 5 3 ) .

La nostra Parrocchia si 6 già messa in cammino pex attuare tutte le tappe previste per giungere d i e elezioni dei nuovi membri dei Consigli, Nel mese di maggio I9attuale Consiglio ha costituito la Commissione eletto- raie che rerilizzerà gli adempimenti previsti per la regolare attuazione delle elezioni. È stata inoltre pubbiicata sul Boliet- tino di Maggio uno sintesi deUe atti- vità svolte, dal Consiglio Parrocchiale uscente, negli anni 20 15-2019.

L'invito benevolo e neiio stesso tempo pressante è rivolto a tutti i battez- zati che vivono la vita deUa nostra parrocchia in tutte le sue compo- nenti. Accoglieremo le candidature entro fine settembre. Vi aspettiamo numerosi.

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LA NOSTRA PRIMA COMUNIONE

Ai bambini di quarta elementare qual- che giorno dopo la S. Messa di Prima comunione, le catechiste hanno chiesto: "Cosa hai provato in quel momento?". Queste sono state le loro risposte,..

"Ero molto emozionata e molto felice." "Ero sia emozionato che agitato." "Eccitato, felice." "Finalmente potevo provare la sensa- zione di ricevere Gesù." "Nel giorno della Comunione avevo un po' di paura perché non sono abituata a stare davanti alla folla che tutti mi guardavano, e felice perché ero contenta

di mettermi in contatto con Gesù." U A n ~ i ~ ~ ~ , felice, emozionato." "Ero in ansia, emozionato di sentire Gesù dentro il mio cuore ed ero spet- tinato. " "Ero nervosa ma ero felice di ricevere Gesù che è morto per noi." "Ero emozionato di incontrare G e s L n "Ero serena e tranquilla. Mi sono emo- zionata dopo aver preso l'ostia." "Io ero molto estasiata. E ansiosa" "Ero agitato ed emozionato." "l?, stata la prima volta che sono stata così tanto in armonia con Ges.iiIn "Mi sentivo emozionato e molto felice, avevo il cuore che mi batteva fortissimo." *Ero emozionata, e sentivo più importante Gesù." E Valentina che qualche istante prima ha ricevuto anche il Santo Battesimo, ha esclamato: "Mi batteva tanto il cuore. Mi sentivo come un uccellino, come un bambino, mentre ricevevo il mio batte- simo." Ripensando alia Messa di Prima Co- munione, quale momento ci è rimasto nel cuore? Quando ho ricevuto il corpo di Cristo.

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LE NOSTRE EMOZIONI

Quando ho ricevuto l'ostia e c'era il can- to. La consacrazione mi ha emozionato. Quando eravamo tutti in fila per pren- dere l'ostia E stato molto bello. Ripenso alla Messa: il momento che mi ha colpito di più è stato quando è stata riprodot- ta I'ultima cena. M a comunione mi ha colpito di più quando il parroco mi ha dato l'ostia e ha detto parole belle. Mi ha colpito quando don Massimo ha detto "Questo è il Corpo di Cristo" e mi ha dato l'ostia. Mentre il prete diceva "spezzo il pane e rese grazie e lo diede ai suoi discepolin. Mi ha colpito il momento del silenzio per ringraziare Gesù perché mi sono sentito più vicino a lui. Mi sono sentita più coinvolta quando don Massimo è venuto in mezzo a noi e ci ha fatto delle domande. Durante la Messa della mia Prima Co- munione mi ha colpito il momento in cui stavo per ricevere l'ostia. Il momento in cui ero più emozionato è stato poco prima di mangiare l'ostia. Mi sono sentita avvolta dall'affetta di Gesù, Con Gesù ho capito quanto ha importanza mangiare il suo corpo.

Mi ha emozionato molto il momento della Comunione: ho sperimentato I'ultima cena, dall'inizio d a fme. Quando Valentina e stata battezzata: ho visto il momento che anche io ho vissuto da piccola. Mi ha colpito di pi6 il sapore dell'ostia: stando con Gesù ho sperimentato fi- nalmente la gioia di essere saziato dai suo corpo. Mi ha colpito di più, durante Ia Messa della mia Prima Comunione, quando ho mangiato il corpo di Cristo. Ed e nuovo farlo durante la Messa.

I bambini e le bambine di IV elementare.

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SANTA CRESIMA 20 19

Nella giornata di domenica 26 Maggio i nostri ragazzi e ragazze di quinta ele- mentare, a conclusione del Ioro cammino di Iniziazione Cristiana, hanno ricevuto da Monsignor Luigi Manganini, grande amico di Mons. Gianfranco Meana, e per lunghi anni colìaboratore del Cardinal Martini, segretario del Sinodo ed eme- rito Arciprete del Duomo di Milano, il Sacramento della Cresima. I cresimandi h m o aperto la processione nellanostra chiesa di San Gerardo al Corpo, accom- pagnati da padrini, madrine e catechi- ste. I1 momento più emozionante e stato sicuramente quello della crismazione. Segnati con il sigiflo dello Spirito Smto i cresimati sono diventati adulti nella fede. Ora possono avere maggiore consa- pevolezza nell'affrontax la vita insieme 2 d'aiuto dei padrini, madrine, genitori e tutta Ia comunità cristiana e continuare il viaggio nella fede. Noi catechiste vo- gliamo augurare ai nostri ragazzi che la testimonianza nel Signore diventi un punto di riferimento deiia loro vita, con l'aiuto delio Spirito Santo.

Bhaskaf; Elena, M a r i a , Mariella

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ACCOGLIENZA DEI PICCINI DI 2* ELEMENTARE

Qui è inutile commentare, ie immagini parlano da sè 1

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TUTTI HANNO FESTEGGIATO

. . . ma la strada della conci tiazione tra vita familiare e lavoro è ancora tanto in salita

11 4 Aprile 20 19 il Parlamento Europeo ha approvato la Direttiva Europea signi- ficativamente denominata "Equilibrio tra ath'vith professionale e vita familiarem. Il Parlamento ha statuito in un conside- rando della Direttiva che le politiche (degli Stati Membri) in materia di equilibrio tra vita professionale e vita familiare dovreb- bero contribuire al conseguimento della parità di genere promuovendo la parteci- pazione delle donne al mercato del lavoro e l'equa ripartizione delle responsabilità di assistenza tra uomini e donne. Il punto più significativo della direttiva è rappresentato sicuramente dalla parte in cui stabilisce che *AQiriché siano in- coraggiati a rimanere a fare parte della forza lavoro, i lauorato~ che sono genitoi dovrebbero poter adeguare il calendario di lavoro alle proprie esigenzepersonali". A tal fine e prestando attenzione alle esi- genze dei lavoratori, questi hanno il diritto di chiedere modalità di lavoroflessibile al fine di adeguare l'organizzazione della

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vita professionale alla esigenza di cura dei figli. La direttiva necessiterà naturalmente di un recepimento da parte dellqtalia per essere pienamente operativa, e speria- mo che il recepimento non awenga con troppo ritardo. Soffermiamoci adesso sulla normativa applicabile e in particolare sugli stru- menti previsti per favorire la concilia- zione tra vita lavorativa e responsabilità familiari. La legge prevede il diritto al congedo facoltativo nella misura mas- sima di 6 mesi per genitore. I1 diritto al congedo facoltativo presenta tuttavia il &te della indennità retributiva ricono- sciuta aila lavoratrice. Infatti è garantito soltanto il 30% della retribuzione media e questo naturalmente incide sulla scelta delia donna di usufniire di questo diritto. Accanto al congedo parentale facoltativo si pone anche la possibilità di richiedere al datore di lavoro il passaggio dal tempo pieno al part time. Su questo tema occorre leggere anche quanto è previsto dai contratti collettivi nazionaii di lavoro (Tutti i contratti col- lettivi possono essere reperiti su1 sito del

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LA FESTA DLLA MAMMA

CNEL www.cnel.it). Prendendo a riferimento un contratto collettivo di recente rinnovo, ossia il contratto collettivo dei lavoratori e delle lavoratrici del settore delle lavanderie, rinnovato nel 20 19, esso, in conformità alla legge n. 8 1 del 20 15, stabilisce che la lavoratrice può chiedere, per una sola volta, in luogo del congedo parentale o entro i limiti del congedo ancora spet- tante, la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo pieno in rapporto a tem- po pamiale, purché con una riduzione d'orario non superiore al 50%. I1 datore di lavoro è tenuto a dar corso alla tra- sformazione entro quindici giorni dalla richiesta. Questo significa che il datore di lavoro, in questo settore, deve accordare il part time. Se si considera il Contratto Collettivo di Poste italiane rinnovato nel 20 l?, invece, si legge che l'azienda con- cederà il part time compatibilmente con le proprie esigenze organizzative e secon- do un ordine di priorità in base al quale verrà data precedenza d a richiesta di trasformazione in part tirne avanzata dai lavoratori che devono assistere coniugi o figIi con invalidità. Inoltre il dover sem-

pre considerare le esigenze organizzative aziendali - spesso richiamate in molti contratti coilettivi - rappresenta un im- portante limite alla applicazione effettiva del diritto a l part time. Ci6 considerato, recenti inchieste, come quella condotta dal giornale l'Espresso nel 20 15, hanno evidenziato che le dorme sono ancora vit- time di vessazioni ai rientra dalla rnater- nita o addirittura a gravidanza in corso. Nelle aziende si continua a demansionare, a isolare le mamme lavoratrici, fino a indurle alle dimissioni. Così si aggira iI divieto di licenziamento posto dalla legge a tutela della maternitk fino al compi- mento di un anno di età del bambino. Aila madre lavoratrice non resterà che rivolgersi ad organizzazioni sindacali o ad un legale per avviare azioni a tutela. Prima ancora di arrivare a tanto occorre la diligenza, correttezza e la buona fede delle parti individuali coinvolte e che si consideri la mamma che rientra al lavo- ro una risorsa piena di una rinnovata energia, quella energia che proprio la maternità porta con se.

Paoh de Vita

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REPUBBLICA

I1 2 Giugno del 1946 gli Italiani sono chia- mati ad esprimessi tramite referendum na- zionale sulla forma delio stato, owero se confermare l'istituto rnonarchico o passare alla repubblica. Pochi giorni prima del refe- rendum, il 9 Maggio, con un vero colpo di scena Vittorio Emanuele I11 abdica a favore del figlio Umberto 11, di cui in realtà aveva pochissima stima, ma essendo assai meno implicato nel fatde connubio monarchial fascimo e la fallimentare condotta della guerra, la fuga da Roma ed il pasticciato armistizio de11'8 Settembre '43, lo si consi- derava un 'articolo' assai più vendibile agli italiani. La mossa non bastb, anche se di poco: il 2 Giugno si presentano d e urne quasi 2 S milioni di italiani, altre 1'89% degli aventi diritto, le donne votano per la prima volta su scala nazionale (alcune avevano per6 già votato pochi mesi prima per una tornata di elezioni arnminstrative). 1 so- stenitori della repubblica vincono con un 54,3% dei consensi, quindi maggioranza non larghissima, e mentre al nord i due terzi dei votanti si esprimono per la repubblica, al sud è la monarchia a raccoghere i due terzi dei voti, Parimenti il 2 Giugno gli itaiiani avevano votato anche per l'Assemblea Costituente

che per l'appunto avrà il compito di definire e promulgare la nuova costituizione italia- na. Democrazia Cristiana, Socialisti e Pci si spartiscono oltre il 75% dei voti relegando a percentuali ormai bassissime i raggruppa- menti politici che avevano governato lltalia dall'Unità all'awento del Fascismo, quali ad esempio i liberali. Interessante notare che i voti a favore della monarchia (oltre 10 mi- lioni) furono assai di più di quelli attribuiti ai partiti che la sostenevano ufficialmente, e quindi risulterebbe che ben oltre la meti dei votanti DC (che lasciò libertà di voto, 'secondo coscienza') deve aver optato per la monarchia.. . . I1 28 Giugno poi Enrico De Nicola viene eletto dail'tissembleaquale capo prowisorio dello Stato owero primo presidente delIa neonata repubblica italiana. Quanto sappiamo di questi eventi fondativi di cui facciamo memoria nella ricorrenza del 2 Giugno? Vi propongo qualche quiz sui primi anni delia repubblica: 1) Chi e in quale occasione disse: "pendo

la parola in questo consesso mondiale e sento che tutto, tranne la vostra cortesia personale, è contro di me?

2) Chi era l'Uomo Qualunque? 3) Perchè le elezioni politiche dellYApri-

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le 1948, dominate d d a Democrazia Cristiana, vengono spesso citate come quelIe in realtà vinte da un certo George M ars hall?

4) Quale fu Ia prima domanda che Pahiro Togliatti rivolse ai suoi fardiari appena si fu risvegliato dallianestesia operatoria a seguito dell'attentato subito il 14 Lugiio 1948?

Se awertite la necessita di un ripassino vi suggerisco alcuni volumi (come sempre disponibili in biblioteca), che non solo riper - corrono la storia politica della prima e pri- missima repubbiica, ma offrono anche uno spaccato sociale ed economico dellltdia di allora. E penso possa essere utile ricordarci e ricordare ai nostri figli quanto dobbiamo d a generazione del dopoguerra. Basta un veloce confronto tra le possibilità economi- che di allora con le nostre condizioni di vita attuali: ad esempio mentre oggi in famiglia le scelte di spesa sono del tipo se passare subito ail'uItimissimo iphone o aspettare un po' per risparmiare qualcosa, da una inchiesta parlamentare del 195 1 risultava che su 1 1.592.000 nuclei familiari censiti ben 4.400.000 non mangiavano mai carne e 3.200.000 lo facevano solo una volta alla settimana.. . .

Paul mnsborg: Storia d'Italia da I dopo- guarrti ad a&' -Eìnaudi 2006 Anche se ornai un po' datata (la prima edizione risale al 1989) a mio parere rima- ne la miglior storia della cosiddetta R i m a Repubblica' pubblicata fm'ora. Opera piut- tosto completa ma di lettura gradevole e scorrevoIe. L'autore si è successivamente cimentato anche in lavori sd'Italia Ber- lusconiana', dove però la necessaria im- parzialità deiio studioso secondo me lascia un pò il passo ad un antiberlusconismo viscerale (esempio Zltalia del tempo pre- sente 1980- 1996', %a democrazia che non c'è', 'Salviamo lltalia)

W w m i h ~ ~ : * ~ p u b b ~ c a i n q u i e da l946-;L 948' - ~&ftmlli: 201 7 Appena riedito in formato tascabile, il Ibro copre un periodo assai più ~Tstretto: giusto il biennio del titolo oltre ad un necessario inquadramento su@ ultimi anni del con- flitto e delle lotte partigiane. L'ho trovato molto informativo ma un po' troppo ricco di citazioni (anche molto lunghe) che spezzano un po' la scorrevolezza della narrazione.

Francesco PaggZiarini

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LA VITA DEL1

I I lug Zio

1 Lun 3 Mer 5 Ven 7 Dom

11 Gio 12 Ven 14 Dom

15 Lun 16 Mar 17 Mer 21 Dom

22 Lun 23 Mar 25 Gio 26 Ven 28 Dom

29 Lun 31 Mer

Ss.Preziosissimo Sangue di N.S.G.C. S. Tommaso, apostolo S. Antonio Maria Zaccaria, sacerdote XiV del T. O. 1s 66, 10-14; Sal 65; Gal6, 14-18; Lc 10, 1-12.17-20 S. Benedetto, abate e patrono d'Europa Ss. Nabore e Fdice, martiri XV del T. O. Dt 30, 10-14; Sal 68; Col 1, 15-20; Lc 10,25-37 S. Bonaventura, vescovo e dottore della Chiesa B.V. del Monte Carmelo S. Marceiiina, vergine XVI del T. O. Gen 18, 1-10; Sal 14; Col 1, 24-28; Lc 10,38-42 S. Maria MwddaIena S. Briglda, religiosa e patrona d'Europa S. Giacomo, apostolo 8s. Gioacchino ed Anna, genitori dalla B. V. Maria XVII del T. O. Gen 18, 20-32; sal 137; Col 2, 12-14; Lc 11, 1-13 S. Marta S. Ignazio di Loyola

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A COMUNITA'

1 Gio

2 Ven 3 Sab 4 Dom

6 Mar 8 Gio 9 Ven

10 Sab 11 Dom

f 4 Mer 15 Gio

17 Sab 18 Dom

20 Mar 21 Mer 22 Gio 24 Sab 25 Dom

27 Mar 28 Mer 29 Gio

S. ALfonso Maria de' Liguori, vescovo e dottore della Chiesa S. Eusebio da Verceiii, vescovo S. Pietro Giuliano Eymard, sacerdote XWii del T.O. QO 1,2;2,21-23; Sal 89; COI 3, 1-5; 9-11; Lc 12, 13-21 Trasfigurazlone del Signore S. Domenica, sacerdote S. Teresa Benedetta deiia Croce, martire e patrona d'Europa S. Lorenzo, diacono e martire xlx del T. O. Sap 18, 6-9; sal 32; Ebr 1 1,l-2.8- 19; tc 12,32-48 S. Simpiiciano, vescovo Assunzione deila B.V.M. Ap 11,19; 12,1-6. 10; Sal 44; 1 Cor 15,20-27; Lc 1,39-56 S. Massimiliano Kolbe, sacerdote e martire XX del T* O. Ger 38,4-6; Sal 39; Ebr 12, 1-4; Lc 12,49-53 S. Bernardo, abate e dottore delia Chiesa S. Pio X, papa B.V. Maria Regina S. Bartolomeo, apostolo XXI del T. O. 1s 66, 18-21; Sal 116; Ebr 12, 5-7.11-13; Lc 13, 22-30 S. Monica S. Agostino, vescovo e dottore delia Chiesa Martirio di S. Giovanni Battista

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LIBERI DI PARTIRE,

03/10/2013 - La ragazza annegata mentre partoriva: l'ultimo orrore del barcone affondato.

Da un arttrttculo de "Z Repubblica" del 10/10/2013, la testimonianza di un addetto ai soccorsi, il maresciallo capo dei carabinieri Renato Sollust ri, che non dorme da due giorni da quando ha avuto l'ingrato compito di portare a galla quel- Za giovane: "Quando abbiamo passato il cadavere della donna ai colleghi che erano Q bordo del gommone abbiamo avuto un sussulto: dentro i fuseaux c'era il suo bambino appena nato. Non ci potevamo credere. Ci siamo messi a piangere . .. quell'immagine non se ne andrà mai via dalla mia mente." E' nato mentre la mamma moriva. Lei annegava pn'g'uniera dentro la prua del barcone che s 'inabissava in fondo al mare. Lui anche, appena nato e ancora legato alla sua mamma dal cordone ombelicale. Ora le vittime 288 e 289 sono nella stessa bara. Non si saprh mai se quel bambino sia sfato effettivamentepartorito durante il naufragio o se sia uscito dal grembo

materno soltanto dopo, comunque quel piccolo è stato considerato un individuo, conteggiato nel computo delle vittime del- la tragedia.

"Quell'immagine non se ne andrà mai via dalla mia mente.".. . e nemmeno dalla mia, perché da allora è la prima che riaffiora ogni volta che si parla di soccorsi e stragi del mare. E ogni volta mi butta addosso inquietanti interroga- tivi a cui non so dare risposte. Davanti d a nascita di quel bimbo, in qualsiasi modo sia awenuta, scopro la verità delle parole di Gibran quando dice che "i nostri figli non sono nostri, m a sona ifigli e le figlie della sete che lavita ha di se stessa". Nel buio di una stiva, quando ogni cosa è perduta, la forza della vita prevale su tutto, non si arrende fmo all'ultimo, combatte per affermar- si. E' Io stesso grido di sopravvivenza che la nostra cultura rifiuta di sentire quando, distogliendo l'attenzione dal primato della intrinseca dignita della persona umana, diffonde sempre più il principio di autodeterminazione su

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LIBERI DI RESTARE

chi deve nascere, chi deve sopravvivere e chi deve morire. Papa Francesco la chiama 'l'anti-cultura deiia morten, in contraddizione con quello Spirito della vita che ha voluto un parto nelle con- dizioni pie impossibili. Davanti alla nascita di quel bimbo, vedo la speranza di una mamma che anela per il figlio una vita migliore e per questo si mette in viaggio: "è la speranza che tiene l'uomo in cammino e lo rende capace di futuro" (E. Bianchi). Quale sarà stato il sogno di questa giovane ragazza, quale desiderio l'avrà portata ad affrontare la paura di una traversata cosi dura e difficiIe? Per ogni migrante potremmo avere una risposta diversa: violenze, guerre, soprusi, povertà, persecuzioni, con l'unico denominatore comune di vedere riconosciuto il loro diritto aiia vita, una vita dignitosa ed in sicurezza. Per tutti la consapevolezza di lasciare un mondo di affetti, una terra amata ma senza futuro. La disperazione deve essere dawero infinita se il "cammino della speranza", intrapreso con tanta fiducia, e un cammino certo di fatiche,

fame, violenze da parte dei trafficanti, passibile persino di morte in mare. Ecco, davanti alla nascita di quel bim- bo, percepisco distintamente il terrore di una donna che, nonostante tutto, ha affrontato proprio la più difficile di queste prove e l'ha persa. A pochi passi dalla "terra promessa" ha visto infran- gersiil sogno suo e di suo figlio, gli stessi sogni che milioni di altre persone non possono neanche permettersi, perché questi viaggi terribiii costano e loro . . . sono povere. Le attuaii migrazioni, cosiddette epocali per la loro consistenza, focalizzano da anni l'attenzione dell'opinione pubblica su storie che contrappongono salvataggi e naufragi, interessi criminali a scopo di lucro e iniziative di solidarietà a tutela dei diritti umani, apertura di porte e innalzamento di muri. Forse troppo spesso le vicende dei barconi diventano "specchi per le allodolen, per distogliere lo sguardo da "cosa non si fan per rimuoverne le cause ed aiutare anche chi dall'inferno non può partire. Le questioni economiche sono sempre

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il fulcro reale di ogni scelta sociale e politica. LE grandi istituzioni che fanno dei numeri (sugli arrivi, le redistribu- zioni, i richiedenti asilo, l'incidenza sul Pil e chi più ne ha pi6 ne metta. ,.l, prima ancora che delle persone, Ie Ioro argomentazioni preferite non conoscono la valenza dei 9 zeri, quei miliardi di persone che non fanno nirnore e non "valgono un soldon. Un esempio su tutti l'Organizzazione delle Nazioni Unite che, puntuale, accusa il governo italiano di violazione delle convenzioni interna- zionali sui Diritti Umani, ma latita ed accetta di fatto lotte tribali e sanguinose persecuzioni, permette sfruttamento di ricchezze altrui da parte di paesi sempre più ricchi, tollera governi corrotti che riducono il popolo alla miseria, in nome di una non-interferenza nella sovranità nazionale che puzza solo di meschina tolleranza. In questo modo il gesto etico dell'ac- coglienza rimarrà fme a se stesso, le politiche d'integrazione potranno favorire progetti d i carattere sociale e sanitario a favore dei più deboli, pro-

muovere educazione e tolleranza, m a le parti più disagiate del mondo conti- nueranno a rimanere tali e milioni di disperati continueranno a scontare il disinteresse di chi pensa di lavarsi la coscienza contando suiia sensibilità dei singoli, che con il loro aiuto perseve- reranno lodevolmente nel sostenere la speranza di pochi. Nel suo piccolo la Cei ha scelto di de- stinare 30 milioni di euro dei fondi 8Xmille per progetti ed interventi nei paesi di origine dei migranti e in Italia con un'iniziativa straordinaria dal titolo *Liberi di partire, liberi di restare". Uno slogan che rappresenta una speranza, anzi unFutopia grazie alla quale, for- se, la vittima n. 288 del naufragio del 03/10/2013 nel mare di Lampedusa, per realizzare il suo sogno non avrebbe dovuto barattare la sua libertà con due vite umane.

Elisabetta

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IN MEMORIA DI DON RENATO BANFI

Lo scorso 9 maggio, in cari e per ringraziare tutte un santuano gremito di le persone che gli hanno commossi fedeli, l'amico e voluto bene e lo hanno samnnese Vescovo Ausilia- rio De Sca Ezi ha presieduto una solenne conceiebrazio- I ne in suflag'o di don Re- nato. Anche una folta par- tecjpazione diparrocchiani di San Gerardo ha valuto presenziare nella basilica dedicata alla Madonna dei Miracoli a Saronno. Ecco il testo della accorata ome- lia pronunciata da Mons. Erminio

amorevohen te custodito in questo suo ultimo tratto di vita.

*** Don Renato ci ha lascia- to in questi giorni che la chiesa dedica a prolunga- re la gioia della Pasqua: i1 mistero della Resurrezio- ne di Gesù e della nostra :esurrezione. L'evento delia Pasqua con-

Si è conclusala lungae operosagiornata di don Renato Banfi, nostro concittadi- no. Una partenza la sua - in linea con lo stile della sua vita: una vita semplice, silenziosa, dedicata a Dio e ai fratelli. E' con commozione che prendo la pa- rola per porgergli quel saluto che non abbiamo potuto esprimergli nell'attimo della sua morte; per esprimere since- ra partecipazione al cordoglio dei suoi

ferma in noi la certezza che una-hesen- za infinitamente dolce e rassicurante è quella di Dio che ha già accolto don Renato nella sua casa - e un giorno - accogIierA anche noi, quali figli da Lui amati e perdonati11 Questa certezza di fede rasserena il mo- mento di distacco da ogni persana cara e don Renato era una persona cara!! Ci persuade che la nostra vita non è una passione inutile, che, come si ac-

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cende, cosi si spegne e ci assicura che c'è Qualcuno che ascolta la nostra pre- ghiera, consola il nostro dolore, asciuga le nostre lacrime, Ogni volta che partecipo all'ultirno can- gedo da questa vita di un sacerdote, mi appare sempre più evidente quanto il presbiterio diocesano sia un ambito veramente ricco di personalità sbaordi- narie per valori umani e per santità. La Pasqua di Gesù è quanto di più profondo un sacerdote è chiamato a celebrare nella sua vita. t'eucaristia, questo atto supremo di dedizione di Gesù per la sua chiesa e per il mondo, è posta nelle mani povere e deboli di ogni prete che, ogni giorno, deve dire: "questo è il mio corpo dona- to, questo è il mio sangue versato per voi". È cosi che ogni eucarestia, anche quella deUe ore più stanche e monotone, fa della vita di un prete un dono per i suoi fedeli e lo rende capace di stare con ia sua gente "come colui che serven. E dalla Eucaristia che il prete, ogni @or - no, riparte con energia nuova, sfoman-

dosi di portare sul suo volto le tracce dellyincontro con il suo Signore. Conoscendo don Renato mi pare inop- portuno approfittare del silenzio che la morte gli impone, per tessere elogi che - da vivo - egii avrebbe rifiutato con dignitosa fermezza. Un elogio però sento che mi è concesso fare: pensando a lui, sento di fare l'elo- gio del prete comune, quello che vive con dedizione esemplare il quotidiano, in coerenza con la propria vocazione. Sono ancora tanti nel nostro presbiterio questi preti! Essi riprendono in mano ogni giorno il loro ministero, come dono di Dio e come impegno concreto verso i fratelli, rimanendo profondamente ancorati in un rapporto personale con Gesù .Cristo, che amano con cuore indiviso, sentendosi "quei se^ inuti- li di cui parla i1 Vangelo". Si tratta di preti comuni, che lavorano in mezzo alla gente, si dedicano ad essa senza risparmio. Arrivano alla sera stanchi, avendo trovato neUa giornata il tempo per la preghiera, per esercitare la carità (con gesti che nessuno mai conoscerà

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se non Dio solo!) e anche qualche spazio Questi istanti - prima del saluto defi- per pensare e ricordarsi il senso che ha nitivo - ci permettono di fissare nella il fare tutto questo. memoria e nel cuore i tratti di quella Così riescono ad amare Dio, la loro vo- persona cara che è stato per tutti don cazione, la propria gente. Don Renato Renato. è stato un prete cosi. Ciascuno ha i suoi ricordi.

Sano tante le persone che a questo 'prete comune" devono "un debito di affettuosa riconoscenza": i suoi cari, i tanti suoi amici! I suoi concittadini di Saronno, in parti- calare i fedeli del santuario, le comunità di Cabiate, di Cambiago, di Monza San Gerardo, di Parabiago, dove è stato an- che decano (mi scuso se l'elenco non è completo). Non ultimi, i fedeli di Rovello, dai quali era molto amato e apprezzato, Nel messaggio di partecipazione al cordoglio per la morte di don Renato il nostro Arcivescovo scriveva: "nei luoghi in cui ha esercitato il Ministero, don Renato, ha lasciato un ricordo intenso e un apprezzamento duraturo".

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Di don Renato io ricorderò sempre la suaumanita schietta, affabile, semplice e intelligente. Don Renato era una persona "buonanl Questo aggettivo buono, lo pronuncio nella sua accezione più vera - spoglian- dolo da un certo genericismo con cui spesso lo usiamo. Era un prete a cui non si poteva non volere bene: sensibile fino al punto che a volte si lasciava prendere dalla com- mozione e non riusciva a trattenere le lacrime. Umile come pochi! Delicata era la sua attenzione a chi era nel bisogno - qualunque esso fosse: la fede, l'aiuto economico (quanti poveri hanno perso il loro amico), l'inquietudi- ne spirituale, una semplice amicizia. Senza misura era la sua disponibilità al confessionale, non si negava mai, lo si trovava sempre.. . Miferma qui . . . ciascuno nella preghiera però continui nei suoi ricordi personali, per conservarli in cuore.

Mi piace terminare pensando che ad accogiierlo in paradiso per primi siano stati i suoi genitori, tutti i suoi cari ... ma anche - mi sia concesso i-- narlo - sia stato un suo grande amico, che da poco abbiamo salutato in questo santuario: don Carlo Lucini. Grande dono è l'amicizia che lega noi preti tra noi: essa può divenire un sin- golare esempio di fraternità, al servizio del nostro ministero. Grazie don Renato e prega per noi.

Mons. Erminio De Scalzi

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IN RICORDO DI P. GIOVANNI ZIMBALDI

Avrebbe compiuto 90 anni ne1 mese di giugno, invece il 2 maggio scorso, presso la missione di Fang nell'estremo nord della Thailandia, ci ha lasciato p. Giovanni Zimbaldi, un missionario dei 'tempi eroici", quando si partiva ma non si sapeva quando tornare, quando le comunicazioni erano estremamente difficili e visitare i villaggi sparsi per centinaia di chilometri voleva dire usare letteralmente i "mezzi di fortuna* che si trovavano c il tutto durava per diversi giorni di fda; non era certo una passeg- giata! Nato nella nostra comunità fu ordi- nato sacerdote per il PIME nel 1953, e dopo un breve pe- riodo di insegna- mento nell'allora seminario minore del PIME a Viga- rolo Lodigiano, nel 1956 parti per la missione in Birmania a Mong

Phok, zona montagnosa al confme con la Cina. A seguito poi di nuove leggi ristrettive nei confronti dei missionari stranieri fu espulso nel 1966. Nei sei anni successivi venne nominato ret- tore del seminario minore del PIME a Vigarolo Lodìgiano per i primi tre e poi rettore del seminario teoIogico del PIME a MarygIade, Memphis, Michigan, per i tre successivi. Nel maggio 1972 ricevette una lettera con la proposta di iniziare una nua- va attività missionaria in Thaiiandia, - portando cos ì

l'opera di evan- I gelizzazione fra

le popolazioni dei M u e degli Akha. Giunse nella re- gione di Chiang Mai, a nord del paese ai confine con il Myanmar nella cittadina di Fang, dove si trasferì definiti- vamente dal 1"

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gennaio 1974 e dove vi rimarrà fino alla sua morte, eccetto per tre anni (2006- 2008) in cui visse nella vicina missione di Mae Suay. E se il racconto della s u a vita si può riassumere in queste poche righe, non è possibile farlo per la sua opera evange- liazatrice. Ci accontenteremo di qualche breve accenno.

In un articolo di Asianews-it si legge: 'nei 45 anni vissuti .in Thailandia, pa- dre Zimbaldi si è dedicato corpo e anima all'evangelizzazione delle tribù Lahu e Akha. ìì mtto del suo lavoro è visibile a tutti: dal gmppetto inin'ale di dieci famiglie Lahu che, nel lontano 1 972, si trovavano nelle vicinanze di Fang, sono nate tre missioni-parrocchie (Fang, Mae Suay e Ban Thoet Thai) composte da un totale di quasi 1 00 villaggi (comp2essi- vamente circa 15mila persone!). Padre Zimbaidi ha dato grande attenzio- ne aIl'educazìone dei bambini, aprendo leporte della missione a centinaia di loro perche potessero ricevere un'educazìone scolastica e cristiana. Le testimonianze

chegiurtgono in queste ore confermano fa passione instancabile di pad re Zimbaldi nei comunicare i1 Vangelo attraverso gesti concreti attenti alle necessitci del corpo e dello spirito delle tante persone che lo hanno incontrato. La produzione di libri di liturgia e di catechesi in lingua Lahu e Akha con- femarto non solo la vicinanza di padre Zimbaldi alla cultura di queste tribù -di cui parlava la lingual ma soprattutto la sua attenzione verso i suoi piZL stretti colbborato~ cioè i catechisG che ha sem- pre considerato aiuto indispensa bile per il missionario. Si è anche prodigato con insistenza per poter avere delle persone cansacrate come colla boratnci, cosa che & avvenuta neil'anm 2000, quando la congregazione delle Suore della Presen- tazione ha accettato di risiedere presso la missione di Fang."

Nel 2017 p, Zimbaldi incontrò un caro amico e suo coscritto anche lui ordinato sacerdote delPIMEnel1953, il farnosis- simo giornalista p. Piero Gheddo, (morto nel dicembre dello stesso anno) a cui

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raccontò alcuni momenti della sua vita missionaria: "Mong Pok era un villaggio fuori dal mondo, senza strade, senza comodita moderne, senza negozi o mercati oltre a quello di villaggio dove si scambiano i prodotti della terra e dell'artt'g'anato. ll rnissionano abitava una casetta in muratura a due piani, costruita 25 anni prima e ormai fatiscente, ma ancora I'uni- ca in muratura in quella vasta regione dei tribali Lahu ed Akhà. La chiesa era di fango e bambù. fl mio primo impegno era di studiare la lingua tahu con un maestro cinese che sapeva qualcosa di inglese. Non c'era nessun libro, solo un quaderne #o con l'alfabeto e qualche decina di parole, alcuni opuscoli con le preghiere in lahu e un libro con i quattro Vangeli ridotti in uno solo, composto da padre Portaluppi in shan, poi tradotto in lahu e akha. Io parlavo col catechista e con la gente imparando a memoria e scrivendomi leparole che imparavo.. . E' proprio vero che la missione la fa lo Spinto Santo, noi missionari siamo strumenti talmente imperfetti che parliamo e non

capiscono nemmeno se parliamo la loro lingua!". I miei lotto annidi Birmania sono stati affascinanti, nonostante la povertà, l'isolamento, i pericoli dei guemiglien e dei commercianti di oppio, i briganti e le belve feroci, che giravano attorno alla carovana spaventando i cavalli, o attorno al bivacco notturno quando si dormiva all'aperto, per terra su una coperta. La semplicità e la cordia Eita di que E popolo mi è rimasta dentro, come pure la loro gioia e fede quando il Signore dava loro la grazia di convertirsi?. . "Quando sono pagani, vivono con la paura degli spinti e ci credono. Quando c'è un malato fanno le cerimonie contro gli spiriti cath'vi che portano disgrazie, malattie, mancanza di pioggia, maloc- chio, ecc. Hanno una grande paura e sono sentpre t ormentati. Quando vedono i cristiani che vivono bene senza fare nulla contro gli spiriti cattivi, allora chiedono di farsi cristiani. Se si fanno cristiani C'&

sempre un motivo concreto, per vivere meglio, per non a vere più paura. AlEZ'nizìo, un vero entusiasmo non lo vedo. Però quelli che sono cattolici da un po'

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di tempo e hanno ricevuto un buon inse- gnamento dal catechista, migliorano n e h loro vita, diventano sempre più cristiani. Anche quelli che non sono mai stati a scuola recepismno il mio insegnamento con gioia e a volte anche con commozione, perché spesso è il contrario dei costumi pagani. Nelle loro conversazioni ripetono quel che ho detto, citano fatti o parabole di Geszi. Perd cerfe credenze tradizionali rimangono dentro . . . L'aiuto principale lo diamo annudando Gesù Cnsto. L 'influsso del Vangelo è mi- stehoso, è opera dello Spinta Santo. Però la differenza tra un vi2Zaggio cristiano e uno pagano è evidente a tutti: i matrimoru' sono più saldi, i bambini e le bambim vengono a scuola, villaggio e capanne sono puliti, c'è più impegna nel lavoro, l'abitudine nuova al risparmio, coih- borazione anche economica per il bene pubblico (ad esempio per costruire la cap- pella e la sala comunitaria, mantenere le strade praticabili), la legge dei perdono fa diminuire e quasi scomparire lotte e vendette t m famiglie. lì villaggio pagano ha criteri solo rnatenali di giudzzio.. .

E nel raccontare l'inizio della sua mis- sione in Thailandia, padre Zimbddi si commuove e dice: "Non avrei mai im- maginato che in quell'ambiente e quel popolo molto povero sarebbe nata una belia e vi va Chiesa con i suoi primi preti e suore locali, capaci di diffondere la fede fra i loro tribali ..."

Il nostro ultimo ricordo di p.Zimbaldi è stata la messa domenicale che celebrò in parrocchia proprio nel giugno del 20 1 7. In questi anni poi, siamo stati vicini alla sua comunità finalizzando le raccolte durante la "Quaresima di Fraternita" a sostegno delia nuova parrocchia di Ban Theut Thai. Oggi il parroco di Fang è padre Marco Ribalini che è stato tra noi propria un anno fa e che continue- rà l'opera già incominciata esaudendo anche il desiderio di p. Zimbaldi di essere sepolto a Fang, tra la gente che ha sempre amato e servito, il segno più limpido di un missionario che ha voluto dare tutta la sua vita, fino alla morte, per testimoniare il Vangelo."

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IL CORAGGIO DEL GREGARIO

C'è sempre un momento, nella nostra vita, in cui ci accorgiamo di non essere dei numeri uno. Penso aquelii come noi, che non sono né Mozart né Marconi, ne Ronaldo né Napoleone: arriva un giorno, generalmente piuttosto presto nel giro di valzer della nostra esistenza, in cui prendiamo coscienza della nostra nor- malita non siamo poi cosi intelligenti, il nostro naso e troppo lungo, ci man- cano costanza e intraprendenza, non siamo nati con un fisico bestiale. Questo apparire dei confini del nostro destino da inizio alla nostra vita reale, a quelle "storie di tutti i giorni senza trionfi né grossi guai" che si affastelleranno una dopo l'altra come perline un po' dozzi- nali su una collanina di corda grezza. E tutto ciò in un mondo in cui vincere, primeggiare, emergere dal gregge sem- bra l'unica cosa capace di dare senso alla vita. Alienatori vincenti vengono sostituiti per vincere ancora di più, per arrivare ad essere l'unico team ad alzare una coppa. Dirigenti scrupolosi vengono licenziati per dare nuova linfa, nuovi stimoli d'azienda, per ottenere

sempre più quote di mercato. Giovani ossessionati dalla visibilità, con ansie da prestazione per riuscire ad essere notati, iden*cati e selezionati per una carriera vincente. in un mondo cosi, dove il primo è quello che conta e poi vengono tutti gli altri, com'è accorgersi di essere un mediano, uno che corre per conquistare la palla e la passa subito ai compagni piu bravi e veloci li davanti? Com'è pedalare da gregario fino ail'ul- timo passo, quando poi il campione si alzerà sui pedali e partirà da salo verso l'arrivo, trascinandosi dietro telecame- re, sguardi e gli inni laici dell'epica sportiva? Quando, qualche settimana fa, sono stato in cimitero per ricordare l'anniversario di morte di mia madre, ho pensato a tutte quelle vite che ripose- ranno li per anni, fino poi a scomparire definitivamente dai ricordi e daila vista degli uomini. Mi sono figurato i desti- ni di ognuno, in questa nostra Spoon River, immaginando di sentire le loro voci che raccontano di vite normali, di giorni non memorabili, di affetti dome- stici, piccole gioie quotidiane e segreti

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inconfessati. Che cosa resterà di me, sherpa, operatore dietro le quinte, aiu- to regista, panchinaro, uomo e doma qualunque?

Sbagliamo. Non è la voce del mondo, la voce che innalza e fa cadere, che giudica, promuove e poi boccia senza pietà, non è quella la voce che dobbiamo ascoltare. C'è un Dio delle piccole cose che sa bene quali sono le partite che stiamo giocando, quali strappi di salita stiamo superan- do lontano dalla luce dei riflettori, e sia pure, lontani dalle vette più alte. Chi intende giudicarmi secondo un criterio assoluto, deliberatamente applicato a tutti, buoni o cattivi, ricchi o poveri, bel- li o brutti, acuti o semplici? Chi oserà mai dire che se non sono Shakespeare, Einstein o Alessandro Magno, sono stato una persona inutile? Sapremo trovare il piacere di suonare anche se non siamo Bach, il gusto di dipingere anche se non siamo Picasso, la dignità di scrivere le nostre &te pur non meritevoli di me- mo';ia imperitura?

"Che ognuno ha la sua parte in que- sta grande scena Ognuno ha i suoi diritti Ognuno ha la sua schiena Per sopportare il peso di ogni scelta I1 peso di ogni passo Il peso del coraggio"

Sono i versi dell'dtima canzone di Fio- reUa Mannoia, "U peso del coraggio", e mi sembra possano esserci d'aiuto. Trovo che restituiscano bene il vaiore della dignità di ogni persona, perché nessuno nasce mai inutiimente, per tutti e pensata una parte in questo mondo, ma sarà il coraggio delle nostre scelte che potrà fare di noi, almeno in un momento della nostra vita, dei veri campioni. Forse siamo nati per dire una sola frase, proprio quella che ab- biamo detto in quel tal frangente e ci ha riempito di orgoglio; o per compiere un unico, importante gesto di perdono. Forse il nostro eroismo e sostenere "il peso di ogni passo" a testa alta e senza compromessi né lamentele, davanti a una condizione difficile in cui ci siamo

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ritrovati. Sono queste le nostre vittorie, i nostri Oscar, le nostre Champions, perché li e in quel momento abbiamo dato il nostro contributo per quel Bene

che sempre riscatta ogni mediocrita. E allora le prospettive cambiano, le clas- sifiche si ribaitano. Ognuno metta in gioco i propri talenti carne meglio sa e

pud, perché i doni nascosti non lasciano frutto, m a non scordiamoci che l'amore e il coraggio con cui spendiamo questi nostri taienti sono la vera misura del nostro ope- rato: "nasi pensare solo a te, altrimenti è tutto inutile". E unagara alla portata di tutti, non solo di eletti superdotati. Dio lo sa e ci aspetta, sen- za metterci arisia, contento anche di un solo chicco di grano in pi6 che porteremo in dote, del nostra piccolo bicchiere versato per fare un po-pi grande l'oceano delliamore.

Giovanni Boniardi

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A CARAVAGGIO

La sera del SO maggio, per la seconda volta e stato proposto un pellegrinaggio mariano a Caravaggio. Un folto stuolo di fedeli da tutto il decanato di Monza è giunto per le 20.30 sul vasto piazza- le antistante la basilica e ha pregato il Santo Rosario in processione, La maestosa chiesa era gremita da più di 500 persone che lentamente si sono av- vicinate allJaltare asperse dal Rettore. Alla magistrale omelia predicata da Sua Eccellenza Mons. Giuseppe Merisi ha fatto eco un'accorata partecipazione di popolo alla Santa Messa concelebrata da parecchi parroci della città. Le parole del Vescovo emerito di Lodi e già Ausi- liario a Milano del card. Martini sono risuonate con particolare efficacia come richiamo dla fede personale, aila devo- zione in Maria, al cammino di chiesa e al servizio socio-politico dei laici impe- gnati nella realtà civile aila vigdia delle elezioni per il Parlamento europeo. Da sempre il vescovo Merisi e appassionato del magistero ecclesiale e della dottrina sociale della Chiesa. Commovente l'atto di affidamento a Maria da parte di tutti i sacerdoti che hanno raccomandato d a

Vergine le proprie comunità. E' stato proprio un bel momento. Corale. Si spera in una tradizione che continui nei prossimi anni. Anche San Gerardo ha partecipato con pi6 di 60 persone.

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SCENDI IN CAMPO

E il 6 sera, in parrocchia si sta celebran- do la tradizionale messa di San Gerardo

e consegnato! Eccolo pronto per acco- gliere i nostri ragazzi in questa estate ormai agli inizi. Un campo per il basket, il voiiey, per giocare a calcetto con le nuove portici- ne, per i giochi organizzati dell'oratorio feriale e per qualsiasi dtra iniziativa che ci potremo inventare.

C'è anche un nuovo e potente impianto di ilIuminazione per poterlo sfruttare anche nelle serate estive e non solo. Il nostro nuovo campo, Ia sera succes- siva, ha subito accolto Ia festa annuale del basket. Sabato pomeriggio poi, du- rante un momento semplice ma beilo e

con tutti i nostri preti. Nel frattempo nel cortile dell'oratorio l'impresa sta 1 tracciando le ultime righe del nuovo campo; finalmente il lavoro è ultimato

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partecipato, don Stefano lo ha benedetto e lo ha inaugurato con un terzo tempo a canestro. A seguire un mini torneo di ragazzini del rninibasket, a poi prima di sera una partita di voliey dei nostri ragazzi più grandi. Speriamo dawero che questo cortile, ora piu accogliente e rinnovato, sia abitato sempre di piu da ragazze e ragazzi di tutte le et8, con dietro le quinte adulti volonterosi al loro servizio. Ci augu- - - - - p

riamo che sia un luogo vivo, aperto al quartiere. Farlo vivere è un compito che I grandi amici del basket spetta a tutti. e deZZ'orutorio

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UN PO' DI NOI

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NELLA NOSTRA CHIESA tornati al Padre -

40. Rinaido Carnpanini (a. 83) 4 1. Marceha Dossi (a. 102) 42. Meazza Clementina Rosa (a. 85)

i ngenerati nello spirito - 2 2. Valentina Tigmaza Villavicencio 23. Beatrice Padovan 24. Antonino Alberti 25. Guido Giacomo Maria Patarga

m si sono uniti - in matrimonio

r 4. Claudia Paola De Venz e Francesco Angelo m bwi

a&=--$ 5. Susanna Gambirasio i - C e Andrea Dureghello 4:

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