Rethink Passive: Experience The Future
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EXPERIENCE THE FUTURE R E T H I N K P A S S I V E
E X P E R I E N C ETHE FUTUREin collaborazione con
in collaborazione con
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IL FUTUROÈ GIÀ PRESENTE
INTRODUZIONE
L’innovazione è entrata in una fase di accelerazione senza precedenti.
È qualcosa di palpabile, di cui tutti percepiamo la portata rivoluzionaria.
Un’altra rivoluzione, silenziosa, ma altrettanto rilevante per milioni di persone, è quella
che ha già preso il via nella gestione del risparmio.
In anni recenti un rinnovato assetto dei mercati finanziari, caratterizzato da tassi
zero e da elevati livelli di correlazione tra asset class, ha reso più difficile realizzare
un’efficiente gestione attiva da parte dei gestori di fondi. Tanto che le masse di alcuni
dei più grandi asset manager mondiali ad oggi sono concentrate in prevalenza sulla
gestione passiva (in tutte le sue forme, dagli ETF, passando per i fondi passivi, fino ai
mandati segregati rivolti agli investitori istituzionali).
Sottovalutare tale fenomeno significherebbe non comprendere verso dove si sta
muovendo il mercato e rischiare di rimanere ancorati a schemi d’investimento
superati. Diviene allora fondamentale comprendere tale trend e le sue potenzialità, sia
che si rivesta il ruolo di investitore privato, di istituzionale o di consulente finanziario.
Blue Financial Communication, da sempre attiva nella divulgazione e informazione in
favore dei professionisti della finanza, in collaborazione con iShares, uno dei principali
emittenti di ETF a livello mondiale, ha così ritenuto indispensabile pubblicare un
volume che fungesse da guida per un presente nel quale già si colgono molte tracce
di futuro. Come in una guida, nel volume vengono forniti gli strumenti per conoscere
il futuro del risparmio gestito, per comprendere i vantaggi che il passivo può mettere
a disposizione degli investitori e soprattutto quelli che può offrire in simbiosi con gli
strumenti attivi. Si spiegherà cosa c’è “dentro” un ETF come farebbe un manuale
d’istruzioni: rispondendo alle domande più frequenti degli investitori, sciogliendo i loro
dubbi (e sfatando alcuni falsi miti) e chiarendo come scegliere l’ETF più confacente
alle proprie esigenze. Con un unico punto di riferimento: guidare i lettori nella scoperta
degli strumenti a loro disposizione e delle strategie per utilizzarli al meglio.
La redazione di Blue Financial Communication
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EmanueleBellingeri
Colloquio con
Responsabile per l’Italia di iShares, BlackRock
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EmanueleBellingeri
L’era di Mifid II è alle porte. Quale impatto prevede sull’industria italiana del risparmio dalla sua imminente introduzione?In Italia le normative europee verranno recepite in un contesto di mercato differente rispetto a quello di altri paesi quali ad esempio gli Stati Uniti dove è molto diffuso l’investimento azionario e la conoscenza dei mercati finanziari.Negli ultimi anni si è assistito in Italia a una crescita del risparmio gestito e crediamo questo trend positivo possa proseguire. E’ necessario però assicurare
Passivo, ora è il momento
agli investitori una trasparenza sui costi adeguata. Con l’aumento della trasparenza, della spinta alla ricerca dei prodotti più adeguati e dell’attenzione ai costi indotta da Mifid II sarà naturale per gli ETF trovare una migliore collocazione all’interno dei portafogli d’investimento.
Come interpreta il dibattito in corso sull’emergere della gestione passiva in alternativa a quella attiva? Le due tipologie di gestione possono vivere in simbiosi?Le scelte sono sempre attive. La gestione attiva infatti si trova
al centro dell’asset allocation, che si può poi implementare in diversi modi. Gli ETF sono strumenti passivi molto efficaci e utili per l’asset allocation grazie ai costi contenuti e alla possibilità che offrono di operare in modo efficiente e snello su migliaia di titoli.Sono anche ideali nel servizio di consulenza e gestione dei patrimoni. In ambito istituzionale la loro adozione è in crescita già da anni e auspichiamo che questa tendenza possa coinvolgere anche i privati sia attraverso i servizi di consulenza, sia all’interno di altri servizi come ad esempio i fondi pensione, che
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Gli ETF saranno la risposta alla necessaria trasparenza sui costi richiesta da Mifid II
permetteranno ai privati di beneficiare delle caratteristiche dello strumento.
Oltre alle lacune normative che verranno colmate da Mifid II, cosa manca all’investitore italiano per chiudere il gap con gli investitori di tutto il mondo?In Italia il livello di educazione finanziaria è tra i più bassi d’Europa. Mancano gli strumenti per una buona educazione finanziaria, ma talora manca anche la volontà di informarsi. Una “tiratina di orecchie” è doverosa anche nei confronti degli investitori, perché è troppo facile dare tutte le colpe alle istituzioni quando molti nostri concittadini si impegnano per essere estremamente aggiornati ad es.sugli ultimi modelli di smartphone ma non si comportano allo stesso modo quando si tratta di apprendere le modalità di gestione delle loro finanze. La Mifid II può costituire un elemento di rottura
e noi con questa guida intendiamo fornire uno strumento per aiutare a rivedere la propria strategia d’investimento con il passivo. Non è sostenibile che nei portafogli degli italiani ci sia una quota tanto bassa di passivo quando in tutti gli altri Paesi la situazione è molto diversa. O gli italiani hanno scoperto un nuovo modo di investire, che risulta sconosciuto altrove, o l’attuale modello italiano rischia di rivelarsi obsoleto, nel momento in cui l’introduzione di Mifid II determinerà una riduzione degli economics. Proprio da queste considerazioni è nato il progetto di questo libro, sviluppato da Blue Financial Communication con carattere didattico e chiamato a fare educazione finanziaria all’interno delle scuole e salendo fino all’ambito universitario. Siamo così consapevoli della necessità di fare education su questi temi da volerci mettere fin da ora a disposizione degli investitori del
futuro. Questa guida è il nostro modo per dare un contributo.
Nell’ecosistema italiano un reale confronto con gli investitori non può prescindere dal dialogo con una figura chiave quale quella dei consulenti finanziari. Come cambierà la loro operatività nel prossimo futuro? E cosa può offrire loro un emittente di ETF?Il tema dei costi a cui si è accennato con riferimento alla Mifid II merita sicuramente una rivisitazione al fine di fornire prodotti che siano adeguati al pubblico e che permettano di mantenere la redditività per i distributori. Questo è possibile. Anche per i produttori di fondi. La Mifid II può essere un punto di partenza per aiutare a ripensare il business della distribuzione. Vogliamo andare incontro anche ai consulenti, che per ragioni storiche hanno fin qui utilizzato poco gli ETF ma che, in considerazione
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dell’introduzione di Mifid II e delle dinamiche dei mercati, stanno mostrando un maggior interesse verso lo strumento. La guida è il primo degli strumenti che forniremo. Metteremo a disposizione dei consulenti anche un percorso di affiancamento sul tema, consapevoli della nostra esperienza e della responsabilità che ci deriva dall’essere il punto di riferimento del mercato.
Dove ci conduce questa guida? Qual è la prossima frontiera?Ci auguriamo che quanto presentato in questa guida possa servire da richiamo all’industria e offra altresì lo spunto per un confronto sull’utilizzo del passivo, discussione che non è più rimandabile. Non si tratta solo di confrontarsi sul tema dell’appropriatezza o suitability, ma anche di capire quali implicazioni avrà la Mifid II sugli strumenti di investimento.
Pertanto questa guida vuole fare chiarezza su temi di ampio respiro che anticipano il prossimo grande dibattito sui prodotti. Di fatto Mifid II implica anche una profonda revisione delle scelte in merito ai prodotti. Sicuramente i distributori stanno già oggi accrescendo la qualità del servizio pensando in questo modo di giustificare i costi della Mifid ma, in realtà per difendere questi costi è necessario lavorare anche sui prodotti utilizzati. La discussione deve ancora cominciare, ma è ineludibile. Noi ci troviamo già un passo avanti e con questa guida vogliamo dare il calcio d’inizio a una partita ancora tutta da giocare. Ora la parola passa agli altri attori del mercato, che ci aspettiamo sappiano raccogliere il nostro invito a prendere posizione su un tema strettamente legato alla qualità stessa del servizio erogato in favore degli investitori.
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"Un confronto sull'utilizzo del passivo non è più rimandabile. È il momentodi dare il calcio d'inizio a questa sfida"
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INDICEINTRODUZIONE - IL FUTURO È GIÀ PRESENTE 5
INTERVISTA A EMANUELE BELLINGERI - PASSIVO, ORA È IL MOMENTO 6
1.1 PASSIVI, UN’ESCALATION INARRESTABILE 16
1.1.1 I numeri del fenomeno 16
1.1.2 I flussi diventano inarrestabili 18
1.1.3 Nascono nuovi trend e strategie 20
1.1.4 I 5 motori della crescita 21
1.1.5 Il passivo erode terreno al falso attivo 22
1.1.6 Costi e closet tracking: così l’attivo diventa inefficiente 24
1.2 UN MONDO SEMPRE PIÙ POLARIZZATO 29
1.3 UN PASSIVO SEMPRE PIÙ ATTIVO 32
1.3.1 Un indexed management per nulla passivo 32
1.3.2 L’arte della gestione del rischio 34
1.3.3 L’arte della minimizzazione dei costi 34
1.3.4 L’arte della ottimizzazione dei ritorni 36
1.4 COME SCEGLIERE TRA GLI STRUMENTI INDICIZZATI: 38 FONDI PASSIVI, ETF E MANDATI
1.4.1 ETF e fondi passivi allo specchio, questione di obiettivi 40
1.4.2 Il confronto con i mandati segregati 42
1.5 L’EVOLUZIONE REGOLAMENTARE SPINGE IL PASSIVO 44
1.5.1 Così cambia la geografia della consulenza 46
1.5.2 Orizzonte Italia, pronti alla rivoluzione 48
1.5.3 Il futuro è (anche) digitale 54
SCHEDE DI APPROFONDIMENTO
Le nuove frontiere del passivo - Il caso dei Mercati Emergenti 23
Traking difference (TD) e traking error (TE) 35
Come i consulenti italiani usano gli ETF 52
1 IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE
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2.1 ETF EDUCATION 60
2.1.1 I perché di una scelta efficiente 60
2.1.2 Come scegliere un ETF, la guida operativa 64
2.1.3 Frequently Asked Question 71
2.1.4 ETF, i falsi miti da sfatare 76
2.2 TRE TENDENZE CHIAVE NELLO SVILUPPO DI NUOVI PRODOTTI 82
2.2.1 Un grande classico si rinnova: le obbligazioni entrano negli ETF 82
2.2.2 Tra attivo e passivo: gli ETF Smart Beta 87
2.2.3 La nuova frontiera degli investimenti sostenibili 98
2.3 I MONEY MANAGER SCELGONO GLI ETF 104
2.3.1 Gli istituzionali li usano così 105
2.3.2 Le applicazioni nel mondo del wealth management 109
2.4 COMPRARE GLI ETF IN BORSA O ALL’INTERNO DI ALTRI PRODOTTI 113
2.4.1 L’investimento diretto in borsa 113
2.4.2 Gli ETF nei prodotti di investimento 115
2.5 IL FUTURO DELL’INDUSTRIA 118
2.5.1 I driver della crescita 118
2.5.2 Regolamentazione 119
2.5.3 Robo advisory e digitalizzazione 121
SCHEDE DI APPROFONDIMENTO
Il prestito titoli secondo BlackRock 79
I numeri degli ETF obbligazionari 85
Il futuro della robo-advisory 125
INTEGRAZIONE DEL REDDITO 128
CRESCITA DEL CAPITALE 145
PROTEZIONE DEL CAPITALE 165
DIVERSIFICAZIONE 185
2 EXPERIENCE THE FUTURE
3 INVESTIRE IN ETF PER OBIETTIVI GLI ETF DI iSHARES
ß
ßIl nuovo paradigma delle gestioni passive
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Passivi, un universoin espansione
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Passivi, un universoin espansione
Lo avreste mai detto? I più grandi fondi azionari e obbligazionari al mondo oggi
appartengono all’universo degli investimenti passivi.
Così come sono concentrate in prevalenza sul passivo le masse di alcuni dei più
grandi asset manager mondiali.
E i numeri non mentono. Il mercato globale degli Exchange-Traded Products (ETP) ha
già superato i 6.000 miliardi di dollari, con due anni di anticipo rispetto alle previsioni
(fonte: Morningstar, Financial Times FTfm, maggio 2016). Tanto che lo sviluppo
dell’industria della gestione passiva potrebbe essere solo agli inizi e attrarre una
quota sempre maggiore del mercato del risparmio gestito mondiale. Sottovalutare tale
fenomeno significherebbe pertanto non comprendere verso dove si sta muovendo il
mercato e rischiare di rimanere ancorati a schemi d’investimento superati.
Diviene allora fondamentale comprendere tale trend. Da cosa è composto l’universo
dei passivi e in cosa si differenzia rispetto al mondo dei classici fondi attivi?
Gli investimenti passivi possono essere definiti come un insieme di strategie
d’investimento finalizzate a guadagnare esposizione a uno specifico mercato, o a un
suo specifico sottoinsieme attraverso la replica di un indice.
Ciò li differenzia dagli strumenti attivi, che consentono di esporsi ad un determinato
mercato e nei quali il gestore compie scelte di investimento su singoli titoli,
discostandosi dalla rappresentazione fornita dall’indice, cercando di battere il
benchmark. Altrettanta scarsa consapevolezza circonda le modalità attraverso le quali
gli investitori possono avvicinarsi all’investimento passivo. Fanno parte di questo
universo gli ETF, ma anche i fondi passivi e i mandati segregati rivolti agli investitori
istituzionali.
In questo primo capitolo ci occuperemo pertanto di fornire gli strumenti necessari per
conoscere il futuro del risparmio gestito, per comprendere i vantaggi che il passivo
può mettere a disposizione degli investitori e soprattutto quelli che può offrire in
simbiosi con gli strumenti attivi.
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1.1 PASSIVI, UN’ESCALATION INARRESTABILE1
IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE
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Al ruolo sempre più importante giocato dai passivi si è arrivati
in maniera progressiva, con un evidente sviluppo partito dal
lancio dei primi ETF e proseguito a un tasso di crescita delle
masse che, dal 2007, è diventato quattro volte superiore rispetto
agli strumenti attivi (fonte: Morningstar, Financial Times FTfm,
2017). Le dimensioni del fenomeno e il suo impatto in rapporto
alle gestioni attive hanno beneficiato soprattutto dell’efficienza
dei mercati e dei costi contenuti della gestione passiva. Nella
letteratura finanziaria vi sono innumerevoli studi che dimostrano
come sia difficile battere il mercato, soprattutto in modo
persistente. Si sta quindi delineando sempre più uno scenario
caratterizzato da una polarizzazione tra i migliori gestori attivi da
un lato, e gli strumenti finanziari passivi dall’altro.
1.1.1 I NUMERI DEL FENOMENO
La crescita dell’index investing è stata uno dei trend chiave
nella finanza degli ultimi decenni, fin dal lancio del primo
fondo passivo nel 1971 e del primo ETF nel 1993. Una crescita
trainata dai benefici in favore degli investitori (in termini di
diversificazione, di predicibilità dei costi e di risk management),
dal crescente numero di utilizzi che gli indici hanno trovato
nei mercati finanziari (come indicatore del sentiment di
mercato, come strumento per misurare la performance e
come componente di una miriade di strategie d’investimento)
e dalla capacità di queste strategie di evolvere e adattarsi alle
condizioni dei mercati e ai bisogni degli investitori.
Il trend incrementale ha ulteriormente accelerato negli
ultimi anni. A partire dal 2007, gli asset in gestione in fondi
passivi sono cresciuti quattro volte più velocemente rispetto
ai tradizionali prodotti attivi. L’incremento, secondo dati
Morningstar pubblicati dal Financial Times, è stato del 230%
1.1Passivi, un’escalation inarrestabile
Attivo Vs. Passivo Gli asset in gestione
17,2%
23,3%
59,5%
ETF
Index Funds
Fondi Attivi
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
100%
90%
80%
70%
60%
50%
Fonte: BlackRock Global ETP Landscape e BlackRock Viewpoint ottobre 2017
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1IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE
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1.1Passivi, un’escalation inarrestabile
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2016
2015
2017*
2.961
3.502
4.044
2.7492.3631.9081.494
1.4511.143
772
851598428319218
146
10979
Crescitaglobaledegli asset in gestione in ETP
*Dati rilevati a fine maggio dati in miliardi di dollariFonte: BlackRock Global ETP Landscape, maggio 2017
e tale da portare gli asset in gestione a livello globale da parte
dell’industria del passivo a 6.700 miliardi di dollari al maggio
2016 (3.500 miliardi nei soli ETP, Exchange Traded Products).
Il fenomeno è stato registrato in tutte le aree geografiche del
pianeta ad esclusione della sola America Latina. Nello stesso
periodo gli asset nei fondi attivi sono aumentati del 54% a
24.000 miliardi di dollari (Financial Times 29/06/2016) e tale
livello è rimasto invariato fino alla fine del 2016. Così, mentre
nel 2007 l’industria “attiva” era 8,5 volte più grande di quella
“passiva”, oggi questo gap si è ridotto a 4 volte. E oggi,
nei soli Stati Uniti, l’industria del passivo è arrivata a valere
un terzo del mercato dei fondi attivi, crescendo dai 2.000
miliardi di dollari del 2013 ai 5.000 miliardi di metà 2016 (Dati
Morningstar per FTfm).
Il 2016 ha visto l’industria del passivo crescere del 18%,
rispetto ad un +8% registrato nel 2015, in netto contrasto con
una espansione di appena il 4% dei fondi attivi.
1.1.2 I FLUSSI DIVENTANO INARRESTABILI
All’interno dell’universo “passivo”, il patrimonio investito a
livello globale in ETF superava i 3.500 miliardi di dollari a fine
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1IL NUOVO
PARADIGMA DELLE GESTIONI
PASSIVE
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1.1Passivi,
un’escalation inarrestabile
2016, con una raccolta annua di quasi 380 miliardi. Il settore ha
raggiunto, in pochi anni, la quota dei 6.000 strumenti quotati sui
mercati regolamentati globali, a testimonianza dell’evoluzione
dell’offerta e del passaggio dalla logica di completamento della
gamma a una logica di innovazione di esposizioni esistenti.
Il numero elevato di strumenti quotati evidenzia anche la
differenza tra le diverse esigenze dei clienti nelle varie aree
geografiche, oltre alle differenze fra le diverse strutture dei
mercati regolamentati.
Secondo quanto documentato da AIPB nel volume “Fondi
comuni ed ETF nel Private Banking (2017)”, la crescita del
mercato nel corso degli anni è stata esponenziale: l’industria
ha impiegato 10 anni per raccogliere i primi 1.000 miliardi, 4
per i secondi 1.000 miliardi e solo 3 per aggiungere altri 1.000
Evoluzione prevista degli asset investiti in ETF al 2021
NordAmerica Europa
Asia
Assets in 2021
Tasso di crescita cumulato in 6 anni
Tasso di crescita annuo composto
5.900 miliardi $
181%
23%
1.600 miliardi $
228%
27%
560 miliardi $
125%
18%
Fonte: ETFs: A roadmap to growth, PwC.
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miliardi. Sta inoltre cambiando la composizione delle masse tra
attivo e passivo: oggi la quota di investimenti indicizzati nei fondi
americani vale oltre il 30% (solo nel 2007 il 18%).
Il mercato statunitense ha fatto da apripista a questa industria e
oggi rappresenta circa il 70% delle masse globali. Negli Usa gli
ETF sono oggi fra gli strumenti maggiormente capitalizzati e la
loro quota di volumi sul totale negoziato sul mercato azionario
rappresenta mediamente tra il 25% e il 40%. Gli ETF sono stati
anche il principale motore di crescita dell’industria passiva e
degli investimenti indicizzati, che negli Stati Uniti rappresentava
a inizio 2016 una quota superiore al 30% degli investimenti dei
fondi distribuiti ai clienti retail.
Il mercato degli ETF si presenta molto concentrato, con i primi 3
emittenti che coprono circa il 70% delle masse a livello globale.
La spiegazione è legata essenzialmente a due aspetti: si tratta
di strumenti caratterizzati da commissioni di gestione più
contenute rispetto ad altri prodotti di investimento, pertanto la
generazione di ricavi è subordinata ai volumi e alle dimensioni
di scala; il secondo aspetto è legato al primo, e riguarda il fatto
che gli attuali leader di mercato abbiano nel tempo sviluppato
questo business come attività core e non accessoria. Non a
caso, i maggiori provider a livello globale sono asset manager e
non banche di investimento.
1.1.3 NASCONO NUOVI TREND E STRATEGIE
Gli ETF sono utilizzati per prendere posizioni strategiche su
mercati sviluppati efficienti dove è storicamente più difficile
creare alpha per i gestori attivi (ad esempio l’azionario Usa) o
su mercati di nicchia (singoli Paesi o settori), arrivando anche
ad offrire strumenti su tematiche di investimento trasversali
dal punto di vista settoriale, come quelli legati ai macro trend:
automazione e robotica, digitalizzazione, invecchiamento della
popolazione e innovazione nelle tecniche adottate per la cura
della persona.
Un ulteriore passo importante è stato effettuato con gli Smart
Beta, che stanno rivoluzionando il modo di sviluppare l’asset
1IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE
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1.1Passivi, un’escalation inarrestabile
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 2 1
allocation e di utilizzare il Beta rispetto ai tradizionali fondi
comuni: questa nuova categoria di ETF è infatti sempre più
utilizzata per implementare strategie di ottimizzazione dei
rendimenti o di contenimento della volatilità, rispettivamente
mediante l’accurata selezione di fattori persistenti di rendimento
(factor) o grazie a metodologie innovative di riduzione del rischio
(minimum volatility).
Gli ETF vengono utilizzati anche per la gestione tattica del
portafoglio, sia come posizioni singole (stand alone) che in
abbinamento ai fondi attivi (blending).
Gli ETF stanno polarizzando l’interesse degli investitori
istituzionali, che già li utilizzano affiancandoli alle singole azioni
o obbligazioni e anche in derivati, ma gli spazi di crescita sono
ancora ampissimi. In merito al primo aspetto, gli ETF oggi
rappresentano solo il 5% del mercato azionario globale e solo
l’1% di quello obbligazionario. Relativamente all’ambito dei
derivati, invece, negli ultimi anni si è registrata una progressiva
sostituzione delle posizioni in future sui principali mercati
azionari con gli ETF.
1.1.4 I 5 MOTORI DELLA CRESCITA
In epoca recente la struttura di mercato, la numerosità dei
partecipanti e la tecnologia hanno progressivamente reso
difficile, per alcuni gestori attivi, il raggiungimento di rendimenti
superiori a quelli di mercato.
Recentemente S&P SPIVA, attraverso una serie di analisi
sistematiche, ha confermato questo giudizio: negli ultimi 5 anni
ben l’88% dei fondi attivi azionari USA ha sottoperformato lo
S&P500, mentre il 74% dei fondi europei ha ottenuto rendimenti
inferiori allo S&P Europe 350.
Questi aspetti hanno alimentato il trend di sviluppo delle gestioni
passive, congiuntamente a tre altri fattori principali:
• una maggiore adozione da parte degli investitori;
• l’espansione in termini di ampiezza della gamma dei prodotti
(ad esempio verso strategie smart beta, che non seguono la
capitalizzazione di mercato ma che propongono l’utilizzo di
1IL NUOVO
PARADIGMA DELLE GESTIONI
PASSIVE
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1.1Passivi,
un’escalation inarrestabile
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 2 2
sistemi di ponderazione alternativi per migliorare il rendimento
aggiustato per il rischio dei portafogli);
• la crescente diffusione delle gestioni multi asset e dei veicoli
indicizzati ad altri strumenti (ad esempio i fondi pensione,
che utilizzano gli ETF come complemento dei future, o le
compagnie assicurative, che utilizzano ETF e index fund per
implementare posizionamenti di natura tattica e strategica).
A tali fattori è da aggiungere il basso livello dei tassi d’interesse
in seguito alla crisi finanziaria, che ha impattato sui rendimenti,
in particolare degli strumenti a reddito fisso, risvegliando
l’attenzione per i costi. La compressione dei rendimenti ha infatti
portato a una preferenza per strategie d’investimento efficienti
dal punto di vista dei costi quali quelle passive.
Gli investitori stanno così polarizzando le loro scelte verso fondi
attivi in grado di generare Alpha e verso strumenti passivi per il
Beta, ossia per la replica dell’andamento dei mercati ai quali ci si
vuole esporre.
In aggiunta, l’innovazione offerta dai prodotti smart beta ha
consentito di offrire soluzioni di investimento evolute, che si
allontanano dagli indici basati sulla capitalizzazione di mercato
e costituiscono una sorta di ponte tra gli strumenti a gestione
passiva tradizionali e quelli attivi.
1.1.5 IL PASSIVO ERODE TERRENO AL FALSO ATTIVO
In termini generali, più le informazioni diventano liberamente
disponibili e la copertura degli analisti sulle società si
estende (in termini tecnici si parla di mercato più profondo)
e più per i gestori attivi è difficile generare Alpha, ossia una
extraperformance rispetto a un mercato o a un benchmark
riconducibile alla loro attività di gestione. È il caso, ad
esempio, dell’azionario statunitense: mercato molto efficiente
per definizione, dove è particolarmente complesso battere il
benchmark.
Un problema opposto riguarda l’azionario europeo, dove
invece la difficoltà per i gestori attivi è data dall’incostanza delle
performance: con anni caratterizzati da performance positive
1IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE
C A P I T O L O
1.1Passivi, un’escalation inarrestabile
LE NUOVE FRONTIERE DEL PASSIVOIl caso dei Mercati Emergenti
Un caso esemplificativo della difficoltà nell’estrarre l’Alpha con l’evolversi dei mercati finanziari è rappresentato da quanto osservato sui mercati emergenti. In anni recenti le economie emergenti sono divenute sempre più integrate con quelle sviluppate e le azioni e i bond di tali Paesi sono sempre più diffuse nei portafogli dei grandi investitori internazionali. Il mercato si è quindi sviluppato divenendo in pochi anni molto più efficiente. A tali sviluppi, sui mercati emergenti si uniscono elevati costi di negoziazione e, in passato, la sottoperformance di numerosi fondi attivi. Il focus degli investitori focalizzati sui mercati emergenti si è pertanto spostato sulle strategie passive, capaci di offrire, oltre a costi inferiori, un maggior grado di trasparenza e una migliore liquidità. Tutte caratteristiche particolarmente apprezzate dagli investitori in un’area di nicchia quale quella dei mercati emergenti, dove, specie in fasi di mercato contrastate, vi sono difficoltà di accesso e dove le carenze di trasparenza sono presenti sia a livello di mercato che di singole aziende. In conseguenza dei motivi descritti, negli ultimi 10 anni gli asset in gestione attraverso strategie passive specializzate sui mercati emergenti sono cresciuti di oltre 100 miliardi di dollari (dati BlackRock e Bloomberg) e gli ETF che offrono esposizione sugli emergenti hanno superato il numero di 800. Come risultato di quanto esposto, molti investitori considerano oggi gli ETF degli strumenti efficienti per mettere in atto strategie a livello tattico e strategico sui mercati emergenti come macro area, come regione o come singola nazione.
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seguiti da altri di segno marcatamente negativo.
In tutti questi casi il passivo è competitivo nei confronti della
gestione attiva sull’equity, ma lo è divenuto anche sui mercati
del reddito fisso. In tale ambito, i bassi tassi d’interesse rendono
difficile generare una sovraperformance e creano pressione sui
costi di gestione. A questa constatazione si aggiunge anche
un generale deterioramento delle condizioni di liquidità del
mercato obbligazionario, con i market maker sempre più restii
a fornire un cuscinetto per attutire i movimenti di prezzo e un
conseguente esacerbarsi della volatilità.
Il successo del passivo non è quindi unicamente legato alle
sue caratteristiche intrinseche ma anche alla difficoltà di alcuni
gestori di mettere in atto una vera gestione attiva, per limiti
oggettivi e soggettivi. Tra i primi si annovera la già descritta
inabilità a generare valore in ragione di condizioni di mercato
complesse, nonché i più elevati livelli di costo degli attivi rispetto
ai passivi.
Un aspetto recentemente emerso alla ribalta è il fenomeno di
fondi che si dichiarano attivi e che invece mostrano un’elevata
correlazione con l’indice sottostante (closet tracking): dietro
promesse di gestione attiva, quindi, essi mascherano una pura
replica del benchmark.
1.1.6 COSTI E CLOSET TRACKING:
COSÌ L’ATTIVO DIVENTA INEFFICIENTE
Ricercatori e accademici hanno ricavato numerose evidenze
circa l’impatto dei costi e del closet tracking sull’efficienza delle
gestioni attive.
In particolare, i costi dei fondi comuni hanno un impatto negativo
sulla loro performance che va oltre quello che si sarebbe portati
a pensare. Lo ha dimostrato uno studio di Russel Kinnel,
direttore della ricerca sugli investimenti di Morningstar, dal
titolo “Predictive power of fees: why mutual funds fees are so
important”, pubblicato nel maggio 2016. Secondo lo studio,
il TER (Total Expense Ratio), o indice di spesa medio, è “il
maggiore predittore dei rendimenti futuri”, indipendentemente
1IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE
C A P I T O L O
1.1Passivi, un’escalation inarrestabile
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 2 5
dalle classi dei fondi, dalle asset class coperte o dal track
record dei fondi. In sintesi: alti costi rendono molto improbabile
riuscire a raggiungere performance soddisfacenti. In maniera
non dissimile, Mark Jensen, ricercatore e policy advisor presso
la Fed di Atlanta, ha studiato più di 5.000 fondi azionari Usa nel
periodo 1961-2000 per misurare l’attitudine dei gestori attivi a
creare valore. Lo studio, dal titolo “Mutual fund performance
when investors learn about fund manager skill”, ha evidenziato
che buona parte dei fondi appartenevano a un gruppo in
grado di compensare (e quindi giustificare) il costo medio
delle commissioni ma non in modo persistente. Solamente
280 fondi su 5136 hanno evidenziato risultati negativi in modo
continuativo. E solo 35 fondi sono riusciti ad ottenere risultati
superlativi (Alpha maggiore del 5%).
Per comprendere la portata di questi risultati è da aggiungere
che essi sono riferiti a un periodo non ancora influenzato
1IL NUOVO
PARADIGMA DELLE GESTIONI
PASSIVE
C A P I T O L O
1.1Passivi,
un’escalation inarrestabile
SURVIVORSHIP BIAS – Cosa è
Quando si analizzano le performance dei fondi attivi in un determinato periodo è opportuno considerare tutti gli strumenti già esistenti all’inizio dell’intervallo di osservazione.Abitualmente i fondi meno performanti tendono ad essere liquidati, fusi con altri oppure a cambiare specializzazione. Anche se non più esistenti al momento dell’analisi, essi vanno comunque presi in considerazione, in quanto avrebbero potuto essere scelti dagli investitori.
dall’introduzione della tecnologia in modo massivo, cosa che ha
reso ancora più complicato cercare di battere il mercato.
Quanto al closet tracking, la sua esistenza è stata segnalata per
la prima volta nel febbraio 2016 dall’ESMA (European Securities
and Markets Authority, la Consob europea) in un report dal titolo
“Supervisory work on potential closet index tracking”. Secondo
il documento, alcuni fondi definiti attivi e caratterizzati dai costi
propri di una gestione attiva si limiterebbero invece a replicare gli
indici, in maniera non troppo dissimile da quanto fanno gli ETF.
I costi guidano le performance dei fondi
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 2 6
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70%
Fondi divisi per quintili, ordinati dai meno costosi ai più cari, e loro performance
AZIONARIO USA
62%
48%
39%
30%
20%
1
2
3
4
5
AZIONARIO SETTORIALE
65%
50%
45%
34%
19%
1
2
3
4
5
AZIONARIOINTERNAZIONALE
51%
50%
39%
31%
21%
1
2
3
4
5
BILANCIATI
54%
50%
45%
31%
24%
1
2
3
4
5
Lo studio realizzato da Russel Kinnel di Morningstar ha considerato l’impatto dei costi sui rendimenti dei fondi comuni di diverse categorie e il loro valore predittivo su un intervallo compreso tra il 2010 e il 2015. Tra i fondi specializzati nell’azionario Usa, il quintile meno costoso (il 20% caratterizzato dai costi più bassi) ha un total return del 62% contro il 48% del secondo quintile meno caro, il 39% del quintile intermedio, il 30% del secondo quintile più caro e il 20% del quintile più caro. I costi risultano un fattore determinante per apprezzare la redditività dei fondi. Osservazioni simili hanno interessato anche gli azionari settoriali, gli azionari internazionali, i bilanciati e i fondi obbligazionari.
Fonte: “Predictive power of fees: why mutual fund fees are so important”, Morningstar. Studio pubblicato il 4 maggio 2016
Tota
l ret
urn
1IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE
C A P I T O L O
1.1Passivi, un’escalation inarrestabile
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 2 6 E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 2 7
Il TER (Total Expense Ratio), o indice di spesa medio, è il maggiore predittore dei
rendimenti futuri
Fonte: “Predictive power of fees: why mutual fund fees are so important”, Morningstar (maggio 2016)
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 2 8
Su 2.600 fondi azionari lanciati in Europa prima del 2005,
con masse amministrate superiori ai 50 milioni di Euro e una
commissione di gestione superiore allo 0,65%, l’ESMA ha
stimato tra il 5 e il 15% quelli che potrebbero essere definiti
come fondi passivi camuffati da attivi.
Una stima effettuata considerando come fondi affetti da closet
tracking quelli in cui la componente attiva (active share), che
misura le differenze in termini di composizione del portafoglio
tra un fondo e il suo benchmark, è inferiore alla soglia critica
rappresentata dal 60%.
1IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE
C A P I T O L O
1.1Passivi, un’escalation inarrestabile
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 2 9
La citata inefficienza di alcune gestioni attive e la compressione
dei rendimenti a cui si è assistito nell’ultimo decennio
hanno spinto verso una crescente polarizzazione delle
scelte di investimento tese a ricavare Alpha e Beta. Da tale
polarizzazione sono emersi vincitori da un lato i fondi cosiddetti
“attivi specializzati” e dall’altro gli ETF e i fondi passivi. I primi
considerati quali strumenti d’elezione per la generazione di
Alpha, i secondi scelti in via primaria per la generazione di
Beta. La polarizzazione è invece avvenuta a discapito dei fondi
tradizionali (definiti come azionari e obbligazionari, suddivisi per
diverse fasce di capitalizzazione e per area geografica).
1.2 UN MONDO SEMPRE PIÙ POLARIZZATO
KEYWORDS
Alpha: misura che indica la capacità del
gestore attivo di ottenere rendimenti superiori
a quelli associati ad uno specifico livello di
rischio. Se la scelta dei titoli effettuata dal
gestore è profittevole, l’indicatore assume
valori superiori a 0.
Beta: esprime il rischio di mercato
che non può essere ridotto attraverso
la diversificazione. Indica il grado di
esposizione ad un determinato mercato.
Se un fondo ha un beta superiore a 1 è
caratterizzato ad un rischio superiore rispetto
all’indice di confronto e viceversa. La
variazione del Beta del fondo è una delle leve
operative che il gestore utilizza per variare
la reattività dello stesso alle modifiche del
contesto di mercato.
1IL NUOVO
PARADIGMA DELLE GESTIONI
PASSIVE
C A P I T O L O
1.2Un mondo
sempre più polarizzato
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 3 0
Tra gli “attivi specializzati” rientrano i fondi multi-asset, i fondi
alternativi destinati al pubblico retail e tutti gli strumenti attivi,
obbligazionari e azionari, non inclusi nei fondi tradizionali.
Tali prodotti comprendono quindi tutti i fondi che si pongono
un obiettivo di rendimento e che sono pertanto privi di
benchmark: i fondi flessibili, tutti quei fondi destinati al grande
pubblico che adottano metodologie utilizzate dai fondi hedge
(long/short, merger arbitrage, ecc…) e i fondi focalizzati su
specifiche idee d’investimento.
Tale tendenza, tutt’ora in corso, è stata osservata per la prima
volta da Simfund in uno studio condotto nel dicembre 2014.
Nel triennio dal 2011 al 2014 gli asset in gestione attraverso
gli “attivi specializzati” sono cresciuti di 1.690 miliardi di dollari
tra Usa ed EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa). Nello
stesso tempo, ETF e passivi hanno registrato afflussi per 1.470
miliardi e i fondi tradizionali deflussi per 320 miliardi.
Tale polarizzazione dimostra che le fonti di generazione di
Alpha e Beta possono coesistere.
1IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE
C A P I T O L O
1.2Un mondo sempre più polarizzato
Attivi o passivi?ENTRAMBI
Non ci si dovrebbe interrogare se sia meglio la gestione attiva o passiva, piuttosto il focus andrebbe spostato per cercare di comprendere come e quando utilizzare entrambi gli stili di gestione. In uno scenario di polarizzazione sempre più marcata tra Alpha e Beta, è inevitabile che ci sia spazio sia per i fondi comuni attivi che per i passivi, strumenti da sempre complementari e dai quali è possibile estrarre sinergie.
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 3 1
}Attivispecializzati
}Fonditradizionali
}Fondiindice
{
{
Attivi per..
Obiettivo di rendimento,flessibili alternativi
Strategie multi-asset
High-convinction alpha
ETF / indici per...
Asset allocation
Fattoriali
Asset allocation flessibili
Fonte: Simfund, dicembre 2014. I dati non comprendono i fondi monetari.
La polarizzazione tra attivi specializzati e fondi indice
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 3 2
1.3 UN PASSIVO SEMPRE PIÙ ATTIVO
Nonostante la polarizzazione tra attivo e passivo sia sempre
più marcata, le gestioni passive sono molto più attive di quanto
non si immagini. La replica di un indice non è un’attività statica.
Anzi, il gestore passivo è chiamato a una serie di adempimenti,
precauzioni e ottimizzazioni la cui qualità di esecuzione è in
grado di fare la differenza tra uno strumento passivo e un altro.
1.3.1 UN INDEXED MANAGEMENT
PER NULLA PASSIVO
L’attività svolta dal gestore passivo può, a prima vista, apparire
al pari di un processo automatico. La realtà è molto differente:
la gestione di un portafoglio indicizzato richiede significativi
investimenti e solide competenze professionali.
Vi sono, inoltre, significative differenze di approccio tra i
diversi provider. Innanzitutto la gestione di portafogli passivi
è un processo dinamico, che richiede ai team di gestione
di assumere decisioni attive su un vasto spettro di aree
considerate determinanti al fine di ottimizzare la performance
del portafoglio. In tale attività la creatività umana si miscela
pertanto con i sistemi tecnologici.
La qualità di un gestore di portafogli passivi è descritta dalla
sua abilità nel coordinare tre funzioni: la gestione del rischio, la
minimizzazione dei costi e l’ottimizzazione dei ritorni.
Risk Management
I portfolio manager devono costantemente monitorare il rischio
del portafoglio, al fine di prevenire possibili deviazioni rispetto
all’indice replicato, ad esempio poiché i titoli su cui investe
potrebbero differire, in parte, da quelli del benchmark.
Il gestore deve pertanto applicare tecniche di sostituzione e di
campionamento che hanno come obiettivo quello di minimizzare
1IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE
C A P I T O L O
1.3Un passivo sempre più attivo
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 3 3
le differenze di rendimento tra fondo e indice sottostante,
contenere i costi e, al contempo, garantire un’adeguata liquidità.
Minimizzazione dei costi
Gli indici, inoltre, non tengono conto dei costi di intermediazione
e di altri oneri connessi alla gestione di portafoglio.
Nel mondo reale i gestori devono confrontarsi con questi costi,
con gli spread che sono legati alla liquidità dei titoli, con il
reinvestimento delle cedole e dei dividendi, con i disallineamenti
valutari e con altre sfide assenti a livello di indice. Si tratta
di aspetti che devono essere opportunamente gestiti per
assicurare che la performance del portafoglio e la replica
dell’indice siano ottimali.
Ottimizzazione dei ritorni
Nonostante i portfolio manager passivi non puntino alla
generazione di Alpha, essi hanno comunque la necessità
di ottimizzare il portafoglio, al fine di contenere i costi e
massimizzare la qualità della replica.
Questi obiettivi possono essere perseguiti attraverso sofisticate
tecniche di gestione di portafoglio come il prestito titoli, il
contenimento della pressione fiscale su dividendi e cedole e la
gestione di eventi societari straordinari quali il lancio di nuove
emissioni o i downgrade dei bond.
L’applicazione di queste tecniche può dare un significativo
contributo alla performance complessiva del portafoglio
1IL NUOVO
PARADIGMA DELLE GESTIONI
PASSIVE
C A P I T O L O
1.3Un passivo sempre più
attivo
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 3 4
e contenere le differenze di rendimento rispetto all’indice
sottostante.
1.3.2 L’ARTE DELLA GESTIONE DEL RISCHIO
Esistono due principali metodologie per la gestione di portafogli
passivi: la replica fisica (completa o a campionamento) e la
replica sintetica attraverso l’utilizzo di derivati.
La replica completa è utilizzata quando i titoli sottostanti
sono liquidi e di facile accesso. In questo caso il portafoglio
è composto da ciascun titolo incluso nell’indice, a cui viene
assegnato un peso uguale a quello che lo stesso titolo ha
nell’indice.
Non sempre però la replica completa è possibile, per motivi
regolamentari, di liquidità o di costi. In tali casi viene utilizzata
la tecnica del campionamento. Il gestore investe quindi in
una porzione dei costituenti dell’indice e applica tecniche
di sostituzione al fine di creare un portafoglio che abbia
caratteristiche simili a quelle del benchmark che si intende
replicare. Proprio tale attività di definizione e mantenimento
del campione ottimale è un valido esempio di quanto la
strutturazione di portafogli passivi richieda competenze
professionali e scientifiche poco diffuse.
1.3.3 L’ARTE DELLA MINIMIZZAZIONE DEI COSTI
I costi, se non vengono propriamente gestiti, possono avere un
impatto significativo sulla performance. Applicare strategie per
minimizzare i costi di intermediazione e di ribilanciamento, il
cash drag e altri costi è, dopo la gestione del rischio, il secondo
1IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE
C A P I T O L O
1.3Un passivo sempre più attivo
TRACKING DIFFERENCE (TD) E TRACKING ERROR (TE)
Tracking Difference (TD) e Tracking Error (TE) sono le due più comuni misure per la valutazione delle performance di un indice fondo/ETF nei confronti del suo benchmark. La TD è definita come la differenza di rendimento tra il portafoglio e l’indice sottostante in un dato periodo di tempo. Il TE è la volatilità, misurata dalla deviazione standard, di tali differenze di rendimento in un determinato periodo. Quindi la TD fornisce una misura della qualità della replica in un certo periodo, mentre il TE mostra la persistenza di tale qualità. Per un investitore di medio-lungo termine l’attenzione dovrebbe essere rivolta alla tracking difference, mentre per un investitore di brevissimo termine (periodo di detenzione inferiore a qualche mese) il tracking error dovrebbe essere privilegiato.La rilevazione di questi indicatori richiede di calcolare il prezzo del fondo, il livello dell’indice e le valute contestualmente, per evitare differenze non riconducibili alla bontà della replica attuata.
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 3 5
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 3 6
indicatore di qualità di un gestore.
Le modalità di minimizzazione differiscono a seconda del
portafoglio di riferimento.
In ambito azionario l’attenzione del gestore si concentra sui
costi di transazione e ribilanciamento, sui costi impliciti connessi
al reinvestimento dei dividendi e a quelli riferiti ai disallineamenti
tra valute.
In ambito obbligazionario, invece, molte delle attenzioni
del gestore sono dovute alla natura stessa del mercato
obbligazionario, che è in buona misura un mercato Over The
Counter, ossia non regolamentato, dove gli scambi non sono
concentrati e i prezzi dello stesso titolo possono essere diversi
tra una negoziazione bilaterale e l’altra. Inoltre i ribilanciamenti
avvengono più frequentemente a causa di nuove emissioni, di
upgrade e downgrade e del riacquisto da parte degli emittenti.
Proprio per questo è particolarmente importante poter
minimizzare i costi di negoziazione (ad esempio acquistando i
bond sul mercato primario o mantenendoli fino alla scadenza) e
di ribilanciamento, mantenendo elevata la capacità di replicare
fedelmente il sottostante.
1.3.4 L’ARTE DELL’OTTIMIZZAZIONE DEI RITORNI
I gestori passivi puntano a seguire un indice benchmark e non
a fare meglio di esso. Tuttavia, la loro abilità nello svolgere tale
attività risiede nella generazione di ritorni più alti rispetto a quelli
dell’indice, tali da controbilanciare i costi.
Tra le tecniche che possono essere utilizzate per ottimizzare
i ritorni ci sono il prestito titoli, l’ottimizzazione fiscale e la
gestione delle operazioni societarie.
Il prestito titoli consente di estrarre ulteriore valore dal
portafoglio ma è un’attività che comporta dei rischi, come
1IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE
C A P I T O L O
1.3Un passivo sempre più attivo
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 3 7
ad esempio il default di colui che ha preso in prestito i titoli,
che devono essere opportunamente gestiti. È importante
sottolineare come si tratti di un’attività svolta non solo dagli
strumenti passivi ma altrettanto da quelli attivi, dai fondi
pensione e dalle compagnie assicurative. Il cosiddetto rischio
controparte può essere limitato mediante un’opportuna
strutturazione di questa attività e prevedendo sufficienti garanzie
da chi prende in prestito i titoli dal fondo passivo.
L’ottimizzazione fiscale consiste nel trattamento dei dividendi e
delle cedole, fondamentalmente legato a calcoli di convenienza
dipendenti dal Paese di domicilio dell’investitore e da quello in
cui si svolge l’operatività del fondo.
La gestione delle operazioni societarie è legata alle operazioni
di natura straordinaria che interessano le singole società,
come operazioni di fusione e acquisizione, operazioni di
riorganizzazione, pagamento di dividendi o riacquisto di titoli
propri. L’obiettivo del gestore in questo senso è approntare
ricerche e attività di indagine che consentano di avere sotto
osservazione tali dinamiche. Le operazioni societarie possono
influenzare la composizione degli indici sottostanti e il gestore
attivo può approfittare di queste situazioni per innalzare il
rendimento per gli investitori.
1IL NUOVO
PARADIGMA DELLE GESTIONI
PASSIVE
C A P I T O L O
1.3Un passivo sempre più
attivo
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 3 8
Quanto visto finora ci porta all’operatività, ossia alla scelta degli
strumenti attraverso i quali prendere posizione con un approccio
passivo. Una decisione che dipende nella sostanza da tre fattori:
la tipologia di investitore (privato o istituzionale), la disponibilità
economica investibile e gli obiettivi di investimento. Per tutti gli
strumenti disponibili forniamo un’analisi comparativa.
Gli investitori possono selezionare diversi veicoli passivi: i fondi
passivi, ossia i fondi comuni indicizzati, gli ETF e i mandati
segregati.
La scelta del veicolo d’investimento non determina solo la
qualità della strategia di replica. Essa determina anche i risultati,
il livello di rischio controparte, i requisiti operativi e il costo
corrisposto per detenere e negoziare lo strumento.
In estrema sintesi, anticipando quanto verrà più diffusamente
trattato nelle prossime pagine, è possibile identificare le
caratteristiche salienti dei tre diversi veicoli come di seguito.
Il mandato segregato è adatto per masse elevate (nell’ordine
di diversi milioni di euro). Ha genericamente una durata definita
da un contratto, è caratterizzato da commissioni negoziabili ed è
operativamente complesso. Può essere personalizzato rispetto
alle esigenze dell’investitore, ha contenuta facilità di smobilizzo
e può spaziare su una pluralità di asset class investibili. I
mandati segregati sono una tipologia di strumento utilizzata
dagli investitori istituzionali, quali i fondi pensione ed i fondi
sovrani.
Il fondo passivo ha caratteristiche simili all’ETF con la
differenza che viene sottoscritto su una piattaforma e dev’essere
intermediato da un distributore, mentre l’ETF è negoziato su un
1.4 COME SCEGLIERE TRA GLI STRUMENTI INDICIZZATI: FONDI PASSIVI, ETF E MANDATI
1IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE
C A P I T O L O
1.4Come scegliere tra gli strumenti indicizzati: fondi passivi, ETF e mandati
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 3 9
Composizionedelle massein gestionedi BlackRock
Passive Equity2.210 mld$
Alternatives114 mld$
Active fixed Income719 mld$
Passive fixed Income704 mld$
Multi-Asset396 mld$
Cash Mgnt272 mld$
Active Equity299 mld$
Advisory 13 mld$
OLTRE IL 65% DELLE MASSE GESTITE DA BLACKROCK È IN GESTIONI PASSIVEDati: BlackRock al 30 aprile 2016
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 3 9
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 4 0
mercato e per il suo acquisto sono sufficienti un conto corrente
e un conto titoli.
L’ETF è adatto anche per investimenti molto contenuti, a
differenza degli altri due veicoli, essendo il quantitativo minimo
negoziabile pari ad una quota, il cui valore è generalmente
nell’ordine di decine di Euro. Le commissioni sono contenute,
seppur non negoziabili come nel caso dei mandati segregati.
1.4.1 ETF E FONDI PASSIVI ALLO SPECCHIO,
QUESTIONE DI OBIETTIVI
Fondi passivi ed ETF appaiono simili ma differiscono per
liquidità, meccanismi di trading, classi di azioni, trasparenza,
ampiezza dell’esposizione e costi. Con riferimento alla liquidità e
ai meccanismi di trading, gli ETF permettono il trading intraday,
in quanto sono negoziati su mercati regolamentati, mentre i
fondi passivi hanno un ciclo giornaliero di sottoscrizione e di
rimborso, che può avvenire solo nei confronti della società di
gestione. In termini di ampiezza dell’esposizione, per gli ETF è
maggiore, poiché essi sono disponibili su un più elevato numero
di indici sottostanti, consentendo di esporsi anche a tematiche
di investimento piuttosto particolari (es. robotica).
Trasparenza
I provider di ETF, tipicamente, pubblicano online i costituenti
del fondo su base giornaliera, mentre la trasparenza dei fondi
passivi può variare e dipende dagli accordi contrattuali tra la
società di gestione e l’investitore.
Ampiezza dell’esposizione
Con più di 4.500 prodotti disponibili a livello globale, gli
ETF offrono un’ampia varietà di esposizioni su asset class,
aree geografiche, Paesi, settori e duration. L’offerta di fondi
passivi, in genere, risulta molto meno ampia (fonte: Investment
Company Institute, 2017).
1IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE
C A P I T O L O
1.4Come scegliere tra gli strumenti indicizzati: fondi passivi, ETF e mandati
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 4 1
Costi
Gli investitori, nel processo di selezione dei fondi, si concentrano
sull’analisi delle commissioni di gestione e sull’ammontare
aggregato delle spese correnti (Total Expense Ratio, TER).
Un primo aspetto da tenere presente è se l’investitore debba
ancora intraprendere l’acquisto dello strumento oppure se stia
valutando opzioni quali la sostituzione di esso.
Occorre quindi considerare un costo complessivo del processo
di investimento (Total Cost of Ownership, TCO) composto da:
• costi di acquisto; l’onere, considerando l’acquisto in borsa, è
approssimabile alla metà del differenziale (fonte: NoRisk) tra il
prezzo denaro e quello lettera (bid/ask spread);
• costi di detenzione; l’indicatore ottimale è rappresentato dalla
tracking difference, ovvero della differenza di rendimento
tra il fondo passivo e l’indice sottostante. Tale ammontare
comprende sia la parte commissionale (TER), sia altri oneri
come gli spread sugli swap se l’ETF è a replica sintetica e
gli oneri per il ribilanciamento se a replica fisica. A parziale
compensazione vi sono gli introiti derivanti dal prestito titoli
(securities lending);
• costi di vendita; il processo di dismissione dell’investimento
comporta degli oneri assimilabili a quelli di acquisto.
Gli ETF tendono ad avere minori costi di negoziazione, mentre
i fondi passivi possono talvolta presentare minori costi di
gestione e operativi. Gli investitori devono pertanto effettuare
COSTI DIACQUISTO
COSTI DIDETENZIONE
COSTI DI VENDITA+ + =
TCO(Total Cost of Ownership)
1IL NUOVO
PARADIGMA DELLE GESTIONI
PASSIVE
C A P I T O L O
1.4Come scegliere
tra gli strumenti indicizzati: fondi
passivi, ETF e mandati
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 4 2
la loro scelta in termini di efficienza di costo sulla base della
frequenza con cui pensano di effettuare operazioni di trading
sullo strumento e sulla base del loro orizzonte temporale
dell’investimento.
1.4.2 IL CONFRONTO CON I MANDATI SEGREGATI
Mentre ETF e fondi passivi sono veicoli d’investimento
accessibili da più soggetti, i mandati segregati sono portafogli
d’investimento gestiti per conto di un unico investitore e non a
beneficio di una pluralità di quotisti.
Rischio
I titoli presenti nel portafoglio d’investimento sono custoditi
presso una banca depositaria in nome e per conto degli
investitori, che ne hanno la piena disponibilità, sostanzialmente
come avviene per gli ETF e i fondi passivi.
Dimensione
La dimensione dell’investimento è determinante per la scelta
del veicolo. I mandati segregati si trovano nella fascia alta dello
spettro d’investimento e sono tipicamente disponibili solo per
investimenti di grandi dimensioni.
ETF e fondi passivi, invece, permettono agli investitori di
prendere posizione sul mercato rappresentato dal benchmark
prescelto sia per investimenti contenuti che per controvalori
ingenti.
Dal punto di vista operativo
ETF e fondi passivi sono dei tipici veicoli “buy and hold”, senza
scadenza, dove la gestione e il monitoraggio del portafoglio
sono esternalizzati al portfolio manager.
I mandati segregati hanno le medesime caratteristiche ma
sono onerosi dal punto di vista operativo, poiché richiedono
l’esecuzione di un Investment Management Agreement (IMA) e
report personalizzati.
1IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE
C A P I T O L O
1.4Come scegliere tra gli strumenti indicizzati: fondi passivi, ETF e mandati
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 4 3
Trading e liquidità
Gli ETF sono negoziati su mercati regolamentati che permettono
agli investitori di assumere, incrementare o azzerare la loro
esposizione in modo istantaneo. I numerosi partecipanti al
mercato garantiscono la trasparenza sulla formazione dei prezzi,
che sono il risultato delle forze di mercato.
Al contrario, i fondi passivi e i mandati segregati hanno liquidità
giornaliera e vengono negoziati con un’unica controparte e, in
tale ambito, si forma il prezzo.
Operatività e prestito titoli
L’operatività che può essere svolta all’interno di un mandato
segregato dipende dall’accordo stipulato tra le parti, che si
concretizza nell’Investment Management Agreement (IMA).
Esso determina anche la possibilità di effettuare il prestito titoli.
Qualsiasi cambiamento della politica di investimento deve
passare attraverso la sua modifica, a seguito di approfondimenti
e trattative tra le parti.
Nel confronto con i mandati, gli ETF consentono maggiore
flessibilità operativa, come ad esempio l’uso dei margini o di
posizioni ribassiste, nonché la disponibilità di opzioni quotate
aventi come sottostante gli stessi ETF.
Prestito titoli Pratica attraverso la quale un fondo presta una parte dei titoli detenuti in portafoglio a una controparte che ha l’impegno di restituirli a una data futura. A fronte del prestito il fondo riceve una remunerazione.
Posizioni ribassiste Posizionamento di mercato assunto tramite la vendita di strumenti finanziari non posseduti, con la previsione di un successivo riacquisto a un prezzo inferiore rispetto a quello incassato al momento della vendita.
1IL NUOVO
PARADIGMA DELLE GESTIONI
PASSIVE
C A P I T O L O
1.4Come scegliere
tra gli strumenti indicizzati: fondi
passivi, ETF e mandati
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 4 4
1.5 L’EVOLUZIONE REGOLAMENTARE SPINGE IL PASSIVO
A sostegno delle stime di crescita attribuite all’industria
del passivo non vi sono solo gli elementi intrinsechi degli
strumenti passivi visti nella sezione precedente. Esistono una
serie di fattori congiunturali e prospettici che provocheranno
verosimilmente un’ulteriore accelerazione del fenomeno. Si
tratta in primo luogo di ormai prossime innovazioni del quadro
regolamentare, mentre sullo sfondo si muove il fenomeno
epocale della digitalizzazione, che non sta mancando di far
sentire i suoi effetti anche nel settore degli investimenti.
Un evento determinante è stato l’introduzione della Retail
Distribution Review nel Regno Unito e, entro pochi mesi,
della MIFID II. In particolare questa direttiva incrementerà la
pressione sulla trasparenza degli intermediari e si prevede
che ciò avrà un impatto significativo nella distribuzione dei
MiFID II:Markets in Financial Instrument Directive
Entrerà in vigore il 3 gennaio 2018
Finalizzata alla regolarizzazione dei servizi di investimento in tutti i paesi aderenti all’UE
Ha come obiettivo quello di sviluppare un mercato unico dei servizi finanziari europei nel quale siano garantite trasparenza e protezione degli investitori
MiFID II:Le novità
Valutazione di adeguatezza; trasparenza nelle tariffe; scelta tra consulenza indipendente o ristretta; product governance; nuovi obblighi per l’iscrizione all’Albo dei consulenti finanziari
1IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE
C A P I T O L O
1.5L’evoluzione regolamentare spinge il passivo
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 4 5
prodotti finanziari. La nuova normativa richiederà ai distributori
di esporre in modo chiaro la struttura commissionale compresa
nei costi del fondo e si presume, pertanto, che diversi
operatori saranno indotti ad addebitare gli oneri dell’advisory
esternamente rispetto ai prodotti (modelli fee based). In Italia la
MIFID II sarà introdotta a partire da gennaio 2018 e si prevede
che, in forza di tale cambiamento, i canali di distribuzione si
focalizzeranno maggiormente sulla qualità del servizio offerto
aprendo spazi alla gestione passiva (ETF e fondi), che offre
soluzioni efficienti, trasparenti e a basso costo.
L’innovazione del quadro regolamentare renderà quindi il
Vecchio Continente molto promettente per il mercato degli
ETF: si stimano tassi di crescita superiori alla media mondiale,
benché, ad oggi, il peso dell’Europa sulle masse globali sia
inferiore al 20%. Proprio in Europa si registra l’allineamento
di diversi driver di crescita, riconducibili all’adozione dello
strumento da parte di categorie sempre nuove di investitori
istituzionali o all’apertura dei principali canali distributivi su
impulso regolamentare o del mercato. Si assiste, inoltre,
all’evoluzione dell’intero ecosistema legato agli ETF, che
include i mercati regolamentati, i Market Maker o Liquidity
Provider e i Regolatori. Questa evoluzione innesca circoli
virtuosi che migliorano l’efficienza degli strumenti, attraendo
categorie nuove di investitori o spingendo a sperimentare
nuove applicazioni da parte degli investitori esistenti.
Gli aspetti regolamentari forniranno inoltre una spinta
addizionale all’adozione di piattaforme digitali in grado di
consentire l’erogazione di servizi di investimento a costi
contenuti.
Oltre alla transizione regolamentare, è in atto anche una
profonda innovazione che riguarda le interazioni dei distributori
e consulenti con i clienti e che, oltre a cambiare il processo di
erogazione dei servizi finanziari, sarà in grado di far emergere
nuovi modelli di business, spingendo verso modalità di
distribuzione alternative e creando un nuovo spazio naturale
per gli ETF.
1IL NUOVO
PARADIGMA DELLE GESTIONI
PASSIVE
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1.5L’evoluzione
regolamentare spinge il passivo
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 4 6
1.5.1 COSÌ CAMBIA LA GEOGRAFIA
DELLA CONSULENZA
Nel mondo della distribuzione di prodotti finanziari si sta
assistendo a un cambiamento, senz’altro non omogeneo
nella forma ma molto deciso nella direzione di una maggiore
trasparenza e di un’accresciuta attenzione ai costi.
Le prossime evoluzioni normative avranno certamente un
impatto significativo sui modelli di business nel wealth
management e, indirettamente, sull’apertura all’industria
passiva nei modelli di consulenza in Europa. Si segnala, in
proposito, l’esempio della Gran Bretagna, dove il più basso
profilo commissionale dei prodotti passivi è risultato premiante
nell’applicazione della Retail Distribution Review (RDR), che
ha aperto la strada all’eliminazione delle commissioni di
retrocessione da parte dei consulenti.
L’evoluzione dei modelli di business nella consulenza già in
atto in diversi Paesi, unitamente all’applicazione della Mifid
II, saranno i driver di una crescita potenzialmente molto
pronunciata dei canali Wealth e Retail nei prossimi anni.
Di seguito è riportato lo stato dell’arte dei sistemi distributivi nel
mondo e le tendenze in atto:
• USA
Il mercato ha stabilito come best practice la consulenza
indipendente e a parcella. Anche il regolatore, con la
Fiduciary Rule (o legge sul conflitto di interesse), imposta
dal Dipartimento del Lavoro con entrata in vigore nel 2018,
si è mosso nella stessa direzione: il consulente che assiste i
risparmiatori sui piani pensionistici deve dimostrare di aderire
a degli standard fiduciari (equivalenti a porre l’interesse
del cliente al di sopra del proprio profitto), ed è tenuto a
dare piena trasparenza dei costi e degli eventuali conflitti di
interesse. Solamente gli strumenti valutati ottimali, che siano
attivi oppure passivi, potranno essere utilizzati nei portafogli
con finalità previdenziale.
1IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE
C A P I T O L O
1.5L’evoluzione regolamentare spinge il passivo
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 4 7
Morningstar stima che ci sarà un impatto di magnitudine
molto rilevante su 3.000 miliardi di dollari di asset di clienti
gestiti sotto forma di IRA (Individual retirement accounts)
e 401 (k) plan (piani pensionistici) ma anche sui business
model, con vantaggi potenziali per robo-advisor e passivi
e conseguenze negative per compagnie di assicurazione
e asset manager di nicchia. Già oggi negli USA gli asset
dei fondi passivi hanno superato la quota del 40% degli
asset totali dei fondi, con una crescita del 18,8% rispetto
a 10 anni fa (fonte: FTfm aprile 2016). Il 62% dei financial
advisor statunitensi considera gli ETF come strumenti
complementari ai fondi attivi (fonte: “The Cerulli Edge – US
Asset Management Edition, Cerulli Associates).
• Gran Bretagna
Il servizio di consulenza agli investimenti deve essere
esplicitamente remunerato dal cliente attraverso commissioni
commisurate al portafoglio, che vengono applicate
direttamente dalla rete bancaria o dal consulente indipendente
(Ifa). In questo scenario si assiste al potenziamento della
consulenza ad alto valore aggiunto e contemporaneamente
alla crescita della distribuzione senza consulenza,
generalmente in regime di “execution only” (ricezione e
trasmissione ordini).
La limitazione delle retrocessioni o inducements (la parte di
commissioni che le società emittenti applicano ai prodotti
di investimento e che vengono poi concesse alle reti di
distribuzione) ai prodotti preesistenti e a quelli distribuiti senza
consulenza ha reso i consulenti finanziari più inclini all’uso di
strumenti passivi per motivi di efficienza gestionale e di costo.
• Svizzera
Le maggiori banche private hanno già adottato modelli fee
only, con processi di investimento più sistematici e governati
dalle direzioni, nei quali il passivo ha un ruolo rilevante.
1IL NUOVO
PARADIGMA DELLE GESTIONI
PASSIVE
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1.5L’evoluzione
regolamentare spinge il passivo
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 4 8
• Germania
Diverse banche retail e piattaforme di brokeraggio stanno
assecondando la domanda dei clienti finali per soluzioni a
basso costo, inserendo gli ETF nella loro offerta (con advisory
digitale o sconto commissionale).
1.5.2 ORIZZONTE ITALIA, PRONTI ALLA RIVOLUZIONE
Oggi in Italia, sul fronte della distribuzione dei prodotti finanziari
prevale il canale della vendita tradizionale, con accordi di
collocamento tra produttori e distributori. Le diverse componenti
di costo e i corrispettivi servizi non sono sempre chiari, sia
nell’entità complessiva che nella ripartizione tra chi gestisce il
fondo, il distributore e colui che promuove la vendita (consulente
finanziario).
L’industria è guidata prevalentemente dall’offerta ed esistono
una serie di distorsioni tipiche del mercato italiano. L’Italia è
infatti il Paese europeo che, dopo il Belgio, ha i costi dei fondi
più elevati (e, secondo Morningstar, in aumento negli ultimi 3
anni). A ciò va aggiunta l’applicazione diffusa di commissioni di
performance, che non garantiscono l’allineamento degli interessi
tra i gestori e gli investitori.
Una ricerca dell’ufficio studi di MoneyFarm (“Le commissioni
di performance: cosa sono e quanto impattano sul cliente”),
condotta sulle maggiori società di investimento italiane
(considerando quelle che si occupano sia della gestione
del prodotto, sia della distribuzione dello stesso), rivela che
nel 2015 le commissioni di performance sono cresciute
mediamente dell’80% rispetto all’anno precedente, a fronte di
un dimezzamento delle performance delle azioni. Al contrario,
gli ETF sono strumenti caratterizzati da basse commissioni di
gestione: mediamente, un portafoglio strategico multi asset in
ETF presenta un TER di 15-20 punti base (fonte: MoneyFarm,
elaborazioni Plus 24 su dati Interactive Data).
Le nuove previsioni normative dovrebbero però mutare
sensibilmente il quadro. La data chiave a tal proposito è quella
del 3 gennaio 2018, quando entrerà in vigore Mifid II. La direttiva
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C A P I T O L O
1.5L’evoluzione regolamentare spinge il passivo
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 4 9
dovrebbe migliorare la trasparenza sui costi nei confronti dei
clienti finali, poiché vieterebbe il pagamento delle commissioni
ai wealth manager e consulenti finanziari indipendenti. In tale
contesto, la gestione del costo medio del portafoglio diventerà
determinante.
Cosa cambia con la Mifid II
Tra le previsioni della nuova normativa vi è anche la possibilità
di erogare servizi di consulenza evoluta e personalizzata su
base indipendente, con l’adozione di un sistema commissionale
alternativo a quello delle retrocessioni delle commissioni di
collocamento, attualmente conferite ai consulenti finanziari
(ex promotori finanziari). Il provvedimento introduce, quindi,
un sistema di remunerazione degli intermediari basato
sul pagamento di una parcella da parte dei clienti a fronte
dell’erogazione di un servizio di consulenza indipendente;
sistema che dovrebbe garantire l’eliminazione dei conflitti
d’interesse.
Qualora la consulenza venga prestata in forma indipendente
(modalità che deve essere comunicata al cliente prima
dell’inizio del rapporto), per i consulenti sarà vietato percepire
commissioni o altri incentivi dalle società di gestione.
La maggior trasparenza dei meccanismi di remunerazione
consentirà al cliente un più agevole confronto delle diverse
offerte e, agli intermediari, una migliore modulazione della loro
proposta a seconda delle diverse fasce di clientela.
Proponendo ad esempio la consulenza indipendente in prima
battuta alla clientela più evoluta (in possesso di un elevato grado
di istruzione e di una buona dotazione patrimoniale), che già
oggi negli Usa costituisce il “nocciolo” della domanda di ETF.
Per rispondere alla domanda di tale clientela, e per giustificare
il pagamento della parcella, gli intermediari dovranno fornire
servizi ad alto valore aggiunto e non solo una semplice vendita
di strumenti.
I consulenti indipendenti, in particolare, dovranno garantire al
cliente l’accesso a un’ampia gamma di strumenti finanziari,
1IL NUOVO
PARADIGMA DELLE GESTIONI
PASSIVE
C A P I T O L O
1.5L’evoluzione
regolamentare spinge il passivo
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 5 0
al fine di comporre il portafoglio di investimento. I consulenti
italiani passerebbero così dall’attuale ottica di selezione fondi
a un approccio di asset allocation, quello utilizzato ad esempio
nelle gestioni patrimoniali, che mira a selezionare i fondi migliori,
che siano attivi o passivi, nell’interesse dell’investitore.
Ne conseguirà la possibilità di arrivare a un mix di attivo
e passivo, proprio in virtù dell’ampio set di strumenti a
disposizione per la composizione del portafoglio.
L’avvento della piena trasparenza nei costi e nel processo di
selezione degli strumenti influenzerà anche il modus operandi
delle gestioni patrimoniali e dei servizi di portafoglio aggregati.
Gli operatori saranno tenuti a dettagliare sia il costo del servizio
che gli oneri connessi all’investimento negli strumenti compresi
all’interno delle varie soluzioni, facendo quindi emergere
l’onerosità effettiva. I costi saranno espressi in valore assoluto.
Ci si aspetta che la maggiore trasparenza spingerà gli
intermediari ad utilizzare in modo più intenso gli strumenti
passivi, che riescono a coniugare l’efficienza operativa con una
struttura di costi molto competitiva.
Oltre alla Mifid II, diventerà presto operativo il regolamento
riguardante i PRIIPs, ovvero i prodotti d’investimento e
assicurativi pre-assemblati, in cui sono comprese tutte le polizze
assicurative a contenuto finanziario (ramo III, IV, ramo I mista a
rivalutazione e quelle multiramo).
Agli investitori dovrà essere consegnato un KID (Key Information
Document), contenente in modo semplice, trasparente e
dettagliato le informazioni riguardanti i rischi e i costi dello
strumento, ricalcando i contenuti informativi richiesti dalla Mifid II.
Viste le nuove modalità espositive dei prospetti, anche i
player assicurativi dovranno prestare attenzione alla selezione
degli strumenti e, in particolare, al costo complessivo di
queste soluzioni, prevedendo conseguentemente anche una
componente passiva.
Gli intermediari dovranno poi dotarsi di strutture di governance
tali da garantire che i prodotti finanziari vengano distribuiti ai
clienti sulla base delle loro esigenze e caratteristiche.
1IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE
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1.5L’evoluzione regolamentare spinge il passivo
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 5 1
È da rilevare che nei mercati che hanno già completato la
transizione verso modelli di consulenza indipendente, come
Gran Bretagna e Olanda, l’utilizzo degli ETF e dei prodotti
indicizzati è letteralmente esploso: dall’introduzione della
Retail Distribution Review (RDR) in Gran Bretagna nel 2013
l’80% dei flussi netti è confluito su prodotti passivi (fonte:
Retail Distribution Review post implementation review, Europe
Economics).
Mifid II prevede anche una serie di disposizioni ispirate al
dovere di agire nel miglior interesse del cliente (suitability rule) e
dirette a garantire una corretta informazione per gli investitori, a
limitare i potenziali conflitti di interesse tra le parti e a realizzare
un’adeguata profilatura del risparmiatore.
Le imprese di investimento sono pertanto chiamate non solo
a specificare ai clienti se la consulenza è prestata su base
indipendente o meno; ma anche a chiarire se la consulenza è
basata su un’analisi del mercato ampia o più ristretta delle varie
tipologie di strumenti finanziari e se l’impresa fornirà ai clienti la
valutazione periodica dell’adeguatezza degli strumenti finanziari
raccomandati.
Alla base del servizio di consulenza rimane la tutela
dell’investitore, attuata tramite la valutazione di adeguatezza.
Tale valutazione si basa sulla raccolta di una serie di
informazioni sul cliente: le sue conoscenze ed esperienze in
materia di investimenti riguardo allo specifico tipo di prodotto
o servizio; la sua situazione finanziaria, tra cui la capacità di
sostenere eventuali perdite; i suoi obiettivi di investimento,
inclusa la tolleranza al rischio.
1IL NUOVO
PARADIGMA DELLE GESTIONI
PASSIVE
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1.5L’evoluzione
regolamentare spinge il passivo
Come i consulenti italiani usano gli ETFLo sviluppo da parte degli Advisory Desk di portafogli
modello misti in fondi ed ETF ha aumentato anche in Italia la
familiarità con alcune delle tecniche maggiormente utilizzate,
riassunte di seguito:
• Portfolio completion
Gli ETF possono essere combinati con i fondi comuni per
coprire aree geografiche, settori o altre caratteristiche
mancanti nella parte di portafoglio allocata in investimenti
attivi.
• Beta adjustment/ Risk smoothing
L’introduzione in portafoglio di un ETF o di una loro
combinazione può contribuire a gestire la componente
tattica di portafoglio, per prendere posizioni di breve
termine sul mercato. In alternativa, possono essere
costruite posizioni più strategiche che affianchino gli ETF
a fondi attivi, con l’obiettivo di contenere la volatilità di
lungo periodo. Queste strategie consentono agli investitori
di correggere eventuali squilibri nell’asset allocation,
intervenendo sul Beta: ad esempio, si potrebbe affiancare
un ETF ad un gestore con stile di gestione difensivo per
aumentare il Beta in uno scenario rialzista; in alternativa,
si potrebbe abbinare un ETF Minimum Volatility, che ha
un beta molto ridotto rispetto all’indice di riferimento, ad
un fondo con bias su aziende small cap, con l’obiettivo di
ridurre il rischio complessivo di portafoglio. Ancora una
volta è possibile modulare anche il livello di complessità
di queste strategie, agendo su driver indiretti come fattori,
settori, regioni o capitalizzazioni.
• Core – satellite
Nell’ambito di queste strategie gli ETF possono
rappresentare sia la porzione core che quella satellite del
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 5 2
1IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE
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1.5L’evoluzione regolamentare spinge il passivo
portafoglio. Nel core sono sempre più impiegati per esporsi
a mercati efficienti in modo strategico, nel satellite su
mercati di nicchia o non replicabili da gestori attivi, o per
gestire la porzione tattica con temi specifici di mercato (es.
private equity, property, energy, etc.).
GestioniPatrimoniali
Certificati
ASSET A
LLOCATIO
N
Livello di delega dato dal cliente
CompartoSICAV / Fondi di Fondi
Unit-linked
Advisory
Robo-advisory
Self direct
GPF / GPM / GPA
Certificati di investimento con ETF come sottostante
Singolo comparto SICAV / FoFFondo di ETF
Fondi interni di Unit-linked investiti in ETFUnit-linked con ETF come fondi esterni
On-top-fee / fee-only / fee-offset advisory modelModelli misti fee & commissioni
Portafogli modello tattici e strategici in ETF
ETF utilizzati come strumenti di trading / AA self-direct
+
–Fonte: elaborazione BlackRock
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 5 3
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1.5L’evoluzione
regolamentare spinge il passivo
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 5 4
1.5.3 IL FUTURO E’ (ANCHE) DIGITALE
L’altro grande trend in atto nel mondo dei servizi finanziari
è quello della digitalizzazione. Nel prossimo futuro tutte le
generazioni (non solo i millennials) ricercheranno sempre più
modalità d’interazione digitali, probabilmente non in sostituzione
ma ad integrazione dei rapporti umani.
Nel World Wealth Report 2016, Capgemini ha recentemente
analizzato le dinamiche prospettiche del wealth management,
evidenziando nello sviluppo digitale la maggiore opportunità
nei prossimi anni. Da tale analisi emerge che oltre il 25% dei
clienti di fascia alta e altissima (HNWI) preferisce contatti digitali
a quelli diretti e che i maggiori player di wealth management
stanno sempre più riconoscendo il valore di applicativi digitali
come strumento per approfondire le relazioni e facilitare flussi
informativi.
Tra gli strumenti digitali che stanno rendendo più efficiente il
servizio di consulenza, un posto di primo piano è occupato dai
robo advisor.
I robo-advisor sono piattaforme online che, grazie al supporto
di team professionali, offrono ai risparmiatori soluzioni di
investimento precostituite, consigliando la costruzione di
portafogli standard sulla base della profilazione della clientela.
Ciò a fronte di una parcella definita e a basso costo. I portafogli
proposti dai robo-advisor sono costituiti in prevalenza da
ETF, considerati mattoncini efficienti per costruire soluzioni
di asset allocation. Con gli ETF è infatti possibile dare vita a
portafogli molto diversificati, a costi ridotti, in cui si conoscono
in tempo reale tutti i titoli sottostanti. Ai vantaggi in termini di
trasparenza e costi si aggiungono quelli concernenti l’ampiezza
dei sottostanti e l’affidabilità nella replica, così come i benefici
riferiti agli elevati livelli di liquidità e alla possibilità di accedere
ad asset class poco liquide.
I robo advisor:
• Non si avvalgono di reti distributive. In caso opposto si parla
di robo for advisor;
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• Si parla di algoritmi e modelli quantitativi ma non si tratta solo
di gestioni automatizzate, poiché vi sono almeno tre modelli di
gestione diversi usati dai robo advisor: algoritmiche, humans
only e mixed models;
• Esistono due categorie di robo advisors: start up tecnologiche
caratterizzate da modelli di allocazione standardizzati per
profilo, ed incumbent, cioè emittenti di ETF remunerati dal
servizio ma anche dai sottostanti;
• Si parla di fenomeno americano, ma già oggi in Europa
esistono almeno 30 robo advisor con modelli di business
anche molto diversi fra loro (fonte: European Distribution
Dynamics 2016, Cerulli Associates);
• Le reali potenzialità di questi servizi devono essere sostenute
da importanti investimenti di marketing e pubblicità;
• A inizio 2016 si contavano nell’advisory digitale 140 aziende,
delle quali 80 fondate negli ultimi 2 anni. Con 700 milioni
investiti negli ultimi 8 anni, di cui il 70% negli ultimi 2.
• Le preferenze dei privati sono una componente importante:
la Germania, Paese commission based, è il mercato con il
più alto numero di robo advisor in Europa e dove le banche
retail stanno aprendo agli acquisti diretti di ETF perché c’è
domanda da parte dei privati.
Si ritiene che la digital advisory possa diventare sempre più
parte integrante dell’offerta di Wealth Management; in questo
contesto, la Robo Technology può essere utilizzata per
disegnare soluzioni sempre più sofisticate di financial planning.
In sostanza, si passerà da servizi semplificati stand alone a vere
e proprie tecnologie integrate nelle piattaforme degli intermediari
e a supporto dei gestori di relazione.
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PARADIGMA DELLE GESTIONI
PASSIVE
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regolamentare spinge il passivo
ETF ETF ETF ETF ETF ETF ETF ETF ETF
ETF ETF ETF ETF ETF ETF ETF ETF
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ETF ETF ETF ETF ETF ETF ETF ETF
ETF ETF ETF ETF ETF ETF ETF ETF
ETF ETF ETF ETF ETF ETF ETF ETF ETF
ETF ETF ETF ETF ETF ETF ETF ETF
ETF ETF ETF ETF ETF ETF ETF ETF ETF
L’eradello smart investing
2C A P I T O L O
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ETF:risposte semplicia bisogni sofisticati
II
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 5 9
ETF:risposte semplicia bisogni sofisticati
I N T R O D U Z I O N E / C A P I T O L O 2
II
“La semplicità è la maggiore sofisticazione”. Parola di Steve Jobs, geniale e visionario
fondatore di Apple, che proprio con la leva della semplicità ha cambiato la vita di
miliardi di persone.
C’è un curioso parallelismo tra il mondo della tecnologia e il tema oggetto di questo
libro: uno smartphone è un prodotto molto semplice per chi lo usa, ma al tempo
stesso estremamente sofisticato.
In maniera non dissimile, gli ETF sono certamente un prodotto semplice per gli
investitori, ma al loro interno racchiudono una serie di importanti aspetti tecnici,
hanno la capacità di evolvere seguendo le tendenze segnalate dai bisogni degli
investitori e dalle condizioni dei mercati finanziari, sono infine in grado di rispondere
a esigenze composite d’investimento. E soprattutto hanno un futuro ancora tutto da
scrivere sulle direttrici della regolamentazione e della digitalizzazione.
Insomma, quella che abbiamo di fronte può a tutti gli effetti essere definita l’era dello
smart investing.
In questo capitolo spiegheremo pertanto cosa c’è “dentro” un ETF come farebbe
un manuale d’istruzioni: rispondendo alle domande più frequenti degli investitori,
sciogliendo i loro dubbi (e sfatando alcuni falsi miti) e spiegando come scegliere
l’ETF più confacente alle proprie esigenze. Ma anche spiegando come comprare
ETF nel modo migliore, conoscendo tutte le opportunità presenti sul mercato e come
utilizzarli.
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 6 0
2.1 ETF EDUCATION
Che differenza c’è tra NAV e prezzo di mercato di un ETF?
Un ETF può fallire? E qual è il trattamento fiscale di un ETF?
Sono solo alcune delle domande che troveranno risposta nelle
prossime pagine, al fianco di alcuni aspetti definitori di base
degli ETF. Quello proposto è infatti un focus educational sui
generis. Non verrà dato nulla per scontato, ma si cercherà di
andare un passo oltre rispetto a una presentazione puramente
tassonomica, dando risposta ai quesiti pratici che spesso restano
a mezz’aria e orientando la luce su alcuni punti oscuri che spesso
rappresentano un freno per chi volesse accostarsi all’investimento
in ETF. Anche per la scelta di un ETF si è scelto un approccio
operativo, facilitato da una scheda con le domande da porsi per
ciascuna caratteristica in evidenza.
2.1.1 I PERCHÈ DI UNA SCELTA EFFICIENTE
Gli ETF, acronimo di Exchange-Traded Funds, sono uno
strumento a metà strada tra i tradizionali fondi comuni di
investimento e i titoli quotati, che unisce i benefici di entrambi
i prodotti, come la diversificazione e il patrimonio segregato
caratteristico dei fondi, con la negoziabilità nel continuo tipica
delle azioni. Si tratta di fondi che replicano indici di mercato
attraverso l’indicizzazione (un meccanismo di gestione attraverso
cui si mira a comprare gli stessi titoli dell’indice con i medesimi
pesi), che permette di offrire a costi contenuti pressoché lo stesso
rendimento di un determinato portafoglio di attività finanziarie
(azioni, obbligazioni, materie prime o liquidità) preso a riferimento.
2EXPERIENCETHEFUTURE
C A P I T O L O
2.1ETF education
Fondo indicizzato Azione
ExchangeTraded Fund /
iShares+ =
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 6 1
EXPERIENCETHE
FUTURE2.1
ETF education
2C A P I T O L OCosa piace agli investitori
I vantaggi principali derivanti dagli investimenti negli ETF sono i
seguenti:
• Quotazioni e contrattazioni costanti in tempo reale: gli
ETF vengono negoziati durante i normali orari di apertura dei
mercati;
• Nessuna commissione per la sottoscrizione o il rimborso:
gli ETF vengono comprati e venduti sulle borse, pertanto
vengono applicati esclusivamente gli oneri delle operazioni
standard di borsa, incluse le commissioni d’intermediazione;
• Spese contenute a carico del fondo: gli ETF presentano un
TER (Total Expense Ratio), che comprende generalmente le
commissioni di gestione, i costi di custodia, quelli di licenza
d’uso dell’indice nonché i costi operativi, molto inferiore rispetto
ai prodotti d’investimento collettivo attivi (fondi comuni) simili;
Differenza€169.000
Fondo A, TER 0,40%Fondo B, TER 1,80%
600
500
400
300
200
100
0
2017
2015
2019
2021
2023
2025
2027
2029
2031
2033
2037
2041
2035
2039
2043
2045
L’incidenzadei costi nel lungo termine
Fonte: BlackRock
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 6 2
• Trasparenza: gli ETF comunicano quotidianamente le
partecipazioni del proprio fondo, per consentire agli azionisti
di sapere esattamente cosa sia in loro possesso;
• Diversificazione: gli ETF riflettono l’andamento di tutti
i titoli che compongono un indice e possono pertanto
essere utilizzati per ridurre il rischio di concentrazione di un
portafoglio, offrendo un’esposizione a intere regioni, mercati e
settori;
• Liquidità: la liquidità di un ETF dipende dalla liquidità
degli strumenti finanziari sottostanti, non dal volume di
negoziazione né dalla capitalizzazione di mercato del fondo
sul mercato secondario. Proprio in merito alla liquidità, gli ETF
sono un unicum nel panorama dei prodotti finanziari. Sono
caratterizzati da un doppio mercato, primario e secondario,
e da un meccanismo di creation/redemption in kind se la
disponibilità sul mercato secondario di quote già emesse
non fosse in grado di assorbire tutta la domanda. Questo
doppio mercato, e il conseguente arbitraggio sui prezzi,
crea un meccanismo che evita che i prezzi si discostino
eccessivamente dal benchmark.
LIVELLI DI LIQUIDITÀ CRESCENTIFONTE DELLA LIQUIDITÀDEI FONDI INDICE
E DEI MANDATI SEGRETI
MERCATO SECONDARIO
Liquidità del mercato primario Paniere dei titoli sottostanti e costi di
creazione e rimborso
OTC Market MakerIndicazioni di qualità
Mercato Primario
Profondità del mercato degli ETF
Liquidità in Borsa
Le fonti della liquidità degli ETF
2EXPERIENCETHEFUTURE
C A P I T O L O
2.1ETF education
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Vantaggi per gestori e consulenti
• Ricerca di performance tramite asset allocation: il grande
vantaggio degli ETF è legato all’indicizzazione, ovvero alla
capacità di replica di diverse asset class e sub-segmenti
azionari, obbligazionari o di materie prime. Sono strumenti
estremamente flessibili e versatili per chiunque desideri
implementare view di mercato, sia di natura strategica che
tattica. Pertanto l’investitore in ETF è per definizione attivo,
anche se declina le proprie view utilizzando strumenti passivi.
L’ETF, infatti, non promette di battere un benchmark ma di
replicarlo. Il focus del processo di investimento si sposta in
questo caso dalla selezione dei singoli titoli all’asset allocation
e dalla selezione dei fondi alla ETF selection;
• Gestione del rischio: gli ETF semplificano due attività cardine
alla base della gestione di portafoglio, ovvero il monitoraggio
dei portafogli in tempo reale (trasparenza dei singoli costituenti
e della composizione settoriale e geografica) e l’analisi
del rischio. La diversificazione è istantanea e consente di
minimizzare il rischio idiosincratico o relativo a un singolo
titolo;
• Efficienza di costo: gli ETF sono strumenti caratterizzati da
basse commissioni di gestione; mediamente, un portafoglio
strategico multi asset in ETF presenta un TER (Total Expense
Ratio o coefficiente complessivo di costo) medio di 15-20
punti base (fonte: MoneyFarm). Mifid II, tra gli altri aspetti,
introdurrà ulteriori misure per migliorare la trasparenza dei
costi nei confronti dei clienti finali. In tale contesto, la gestione
del costo medio del portafoglio diventerà dirimente.
Il costo del sottostante all’interno di un prodotto gestito,
peraltro, può essere visto non solo come performance
aggiuntiva ma anche come maggiore marginalità per fabbrica
prodotto e distributore;
• Performance differenziali: gli ETF, nonostante abbiano
EXPERIENCETHE
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come obiettivo la replica del benchmark, riescono a volte
ad ottenere dei rendimenti superiori rispetto all'indice di
riferimento.
2.1.2 COME SCEGLIERE UN ETF, LA GUIDA
OPERATIVA
Con il crescente sviluppo del mercato degli ETF è aumentato
anche il numero di prodotti offerti. Non solo è ormai possibile
implementare molte differenti strategie di investimento ma si
può anche scegliere tra fondi di diversi emittenti che replicano
lo stesso mercato o, anche, lo stesso indice. Questo ha reso
gli ETF uno strumento sempre più popolare ma ha altresì reso
necessario valutare attentamente quale strumento acquistare.
La cosiddetta Due Diligence è la procedura attraverso cui si
seleziona il prodotto più adatto ai propri obiettivi di investimento.
Implica un’analisi approfondita delle caratteristiche dei vari
strumenti disponibili e, ancora prima, la definizione dei criteri più
rilevanti per effettuare questa valutazione.
Alcuni elementi chiave che gli investitori professionali e i
consulenti d'investimento tengono in considerazione nella scelta
di un ETF sono:
• Selezione dell’indice
• Struttura dell’ETF
• Domicilio/Quotazione
• Tassazione
• Negoziazione e valutazione
• Rendimenti
• Costi totali
• Prestito titoli
• Selezione dell’emittente
Selezione dell’indice
Per scegliere un ETF è importante comprendere adeguatamente
come effettivamente esso investa. Due indici che replicano lo
stesso mercato possono presentare numerose differenze tra
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2.1ETF education
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loro e, conseguentemente, ogni prodotto presenta un profilo
rischio/rendimento peculiare. Ogni provider di indici stabilisce i
propri criteri di selezione dei titoli da includere in uno specifico
benchmark. È opportuno valutare che tali criteri siano trasparenti
ed obiettivi, che i dati sull’indice siano completi e facilmente
reperibili, che l’indice sia conosciuto ed utilizzato e che abbia
una storia sufficiente a valutarne l’efficacia. La selezione di un
indice sottostante rispetto ad un altro è una scelta di tipo tattico.
Le domande da porsi:
• I criteri di costruzione dell’indice sottostante sono chiari e
facilmente reperibili? Quando è stato creato?
• Il provider dell’indice è conosciuto oppure coincide con
l’emittente degli ETF?
• Sono disponibili i dati relativi all’andamento dell’indice nel
passato? Si tratta di simulazioni o di dati reali?
Struttura dell’ETF
Come già visto, gli ETF possono replicare gli indici sottostanti
attraverso una replica fisica completa, ottimizzata o a campione
e una replica sintetica. Se l’ETF acquista fisicamente i titoli
presenti nell’indice sottostante si parla di replica fisica, la quale
può essere completa se il fondo detiene tutte le componenti
del benchmark con il loro peso relativo, oppure ottimizzata
o parziale se il fondo detiene solamente alcune delle azioni
componenti l’indice. La scelta di una replica non completa
avviene solitamente per indici composti da un elevato numero
di azioni oppure relativi a mercati difficilmente accessibili. Se
invece l’ETF utilizza contratti derivati per ottenere il rendimento
del benchmark, si parla di replica sintetica o indiretta. Con
questo tipo di replica non si acquistano i titoli contenuti
nell’indice, bensì la performance, attraverso la stipula di
contratti swap. Ciò espone al rischio di controparte e implica la
necessità di verificare la trasparenza del paniere di titoli utilizzato
come collaterale, nonché del costo sottostante alla stipula del
contratto swap.
EXPERIENCETHE
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Le domande da porsi:
• Qual è la struttura dell’ETF? Cosa comporta in termini di
benefici/rischi?
Domicilio /Quotazione
Il domicilio degli ETF influenza sia la regolamentazione a cui essi
devono sottostare che il trattamento fiscale. I fondi domiciliati
in un Paese dell’Unione Europea, per essere considerati Fondi
Armonizzati, devono rispettare la direttiva UCITS. A livello
di tassazione, i detentori di azioni che non sono residenti in
uno Stato devono pagare una ritenuta alla fonte sui dividendi
incassati (withholding tax), che dipende dal domicilio del fondo.
Il mercato di quotazione di un ETF può impattare sui costi di
negoziazione per l’investitore finale.
Le domande da porsi:
• Dove è domiciliato il fondo? Come impatta sulla tassazione
interna?
• Dove è quotato il fondo? È UCITS compliant? Quali sono i
costi di negoziazione?
Tassazione
Vi sono tre livelli di tassazione per un investimento in ETF:
a livello dei titoli sottostanti, a livello del fondo e a livello
dell’investitore finale. Quando i titoli sottostanti pagano
dividendi, essi sono soggetti ad una ritenuta alla fonte, che
dipende dal domicilio del fondo ed il fondo stesso può pagare
dividendi, soggetti a tassazione, sulla base della tipologia di
titoli sottostanti. L’investitore, infine, può essere sottoposto a
tre tipologie di regime fiscale: dichiarativo, ovvero se sceglie
autonomamente gli investimenti da effettuare ed è tenuto
a riportare nella dichiarazione dei redditi eventuali plus/
minusvalenze realizzate; amministrato, se il cliente sceglie da
solo gli investimenti da effettuare ma è la banca che si occupa
degli adempimenti fiscali; e gestito, se il cliente delega alla
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banca sia la scelta degli investimenti che l’adempimento degli
obblighi fiscali.
Le domande da porsi:
• L’ETF distribuisce dividendi?
• Qual è la tassazione per l’investitore finale?
• Qual è il regime fiscale a cui si è sottoposti?
Negoziazione
È importante conoscere la liquidità, gli asset, lo spread e la
profondità di mercato di un ETF. Un fondo con contenute masse
(AuM) è facilmente destinato alla chiusura, mentre la dimensione
maggiore rende l’ETF più efficiente dal punto di vista dei costi,
nonché più efficacemente negoziabile. Lo spread è la differenza
tra i prezzi denaro e lettera (bid e ask), imposta dal market
maker per comprare o vendere l’ETF: più è contenuto e più
il prodotto è concorrenziale. La profondità di mercato indica
la quantità di ordini che un investitore può effettuare. Infine è
importante conoscere se queste caratteristiche siano variate
nelle precedenti fasi di stress di mercato e se l’ETF sia rimasto
sempre negoziabile anche nei periodi di forti vendite/acquisti.
Le domande da porsi:
• Quali sono gli AuM del fondo?
• Qual è lo spread denaro/lettera (bid/ask)?
• Qual è la profondità del book?
Rendimenti
Per valutare le performance è necessario conoscere quanto
l’ETF abbia replicato adeguatamente l’indice sottostante, in
termini di tracking error e tracking difference. Il tracking error
viene definito come la volatilità delle differenze tra i rendimenti
del fondo e del benchmark, mentre la tracking difference come
differenza tra il rendimento di un fondo e dell’indice in un certo
periodo di tempo. È importante accertarsi che le rilevazioni dei
dati per l’ETF e per il fondo vengano effettuate nello stesso
EXPERIENCETHE
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momento e lo stesso vale per i tassi di cambio delle valute. Per
un investitore di lungo periodo è più importante considerare la
tracking difference, mentre per un investitore di breve periodo il
tracking error.
Le domande da porsi:
• Qual è il tracking error del fondo? E la tracking difference?
• Come è variato il tracking error in periodi di stress di mercato?
Costi totali
Il TER, Total Expense Ratio, di un ETF rappresenta solo
una parte dei costi complessivi. Gli investitori dovrebbero
considerare anche l’impatto di altri costi, sia interni che esterni,
sul rendimento complessivo del portafoglio.
Per i fondi a replica fisica è necessario considerare i costi di
ribilanciamento, mentre per i fondi sintetici le commissioni per
lo swap. Queste due componenti, oltre ai ricavi dal prestito
titoli, costituiscono i fattori interni, ovvero i costi generati e
i ricavi ricevuti dall’ETF nel periodo di detenzione da parte
dell’investitore. Tra i fattori esterni, ovvero quelli nei quali
l’investitore incorre nel momento in cui acquista o vende un ETF,
bisogna considerare lo spread denaro/lettera, le commissioni
di intermediazione, i costi relativi al meccanismo di creation/
redemption e gli oneri fiscali.
I costi hanno una diversa importanza a seconda dell’orizzonte
temporale dell’investimento: se per un acquisto di breve periodo
lo spread denaro/lettera è più rilevante, per un investimento di
lungo periodo il TER svolge un ruolo più importante.
Il Total Cost of Ownership (TCO) è la combinazione di fattori
interni ed esterni all’ETF che concorrono a determinare
l’onerosità complessiva.
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Fattori esterni
· Bid / ask spread· Costi per creation / redemption· Costi di inntermediazione· Oneri fiscali
Total Cost of Ownership
Fondi a replicafisica
· Total expensive ratio (TER)· Costi per Ribilianciamento· Ricavi da prestito titoli
Fattori interni
· Total expensive ratio (TER)· Commisioni per lo swap· Ricavi da prestito titoli
Fondi a replicasintetica
+
=
I COSTI TOTALI DI UN ETF
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Le domande da porsi:
• Qual è il TER dell’ETF?
• Quali altri costi interni influenzano il rendimento
dell’investimento? E quali esterni?
• Qual è l’orizzonte temporale dell’investimento?
Prestito titoli
Il prestito titoli è una pratica consolidata nel settore della
gestione del risparmio e viene utilizzata da soggetti quali
ETF, fondi comuni, fondi pensione e compagnie assicurative.
Consiste nel prestare i titoli nel portafoglio a breve termine al fine
di generare rendimenti addizionali e contribuire alla riduzione dei
costi complessivi legati al possesso di un ETF.
Le domande da porsi:
• Il fondo effettua prestito titoli?
• Quale percentuale del rendimento va a beneficio del cliente?
E del fondo stesso?
BLA
CK
RO
CK
UN ESEMPIO DI PRESTITO NEGOZIATO
Collaterale ricevuto
Rimborsi effettuati
Commissioni sul prestito versatile
Prestito restituito
Prestito concesso
Collaterale restituito
CON
TRO
PART
E
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Selezione dell’emittente
Due ETF sul medesimo indice, ma di diversi emittenti, non sono
la stessa scelta. Oltre ai vari aspetti citati, bisogna considerare
anche l’emittente stesso. L’esperienza nell’industria, la quota
di mercato e le dimensioni del business possono influire su
elementi quali la capacità di replicare gli indici, il supporto fornito
agli investitori, la scelta dei market maker e la conseguente
liquidità del prodotto. È importante, inoltre, che le informazioni
e la documentazione fornite siano chiare ed esaustive, nonché
facilmente reperibili sui siti degli emittenti.
Le domande da porsi:
• Quando è stato emesso il fondo?
• Quando ha iniziato l’operatività l’emittente? E qual è la sua
quota di mercato?
• L’emittente sceglie indici conosciuti o personalizzati?
• Il materiale informativo è chiaro e facilmente reperibile?
2.1.3 FREQUENTLY ASKED QUESTION
Che differenza c’è tra NAV e prezzo di mercato di un ETF?
Il prezzo di mercato di un ETF identifica il valore con cui un
investitore può acquistare oppure vendere lo strumento in
questione. Il NAV, che è anche calcolato in tempo reale, è
determinato dal valore del basket di titoli sottostanti su cui
investe l’ETF. Questo valore è funzione della differenza denaro/
lettera dell’ETF, che è determinata dalle prestazioni dei liquidity
provider e dai partecipanti di mercato che espongono le
proposte di compravendita sul book.
La convergenza tra prezzo di mercato dell’ETF ed il suo NAV
è resa possibile dal fatto che per gli ETF il numero di azioni
varia nel tempo: è possibile ogni giorno creare nuove azioni o
redimere quelle esistenti in cambio dei titoli sottostanti.
Gli investitori istituzionali pongono pertanto in essere operazioni
di arbitraggio per approfittare di eventuali disallineamenti di
prezzo. Tali operazioni avranno l’effetto di riallineare i due
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valori rendendo l’ETF sostanzialmente equivalente all’indice
sottostante.
Gli ETF distribuiscono dividendi?
Sì, se l’ETF è a “distribuzione”. I dividendi vengono distribuiti
a chi detiene l’ETF direttamente o attraverso il proprio
intermediario nei rispettivi giorni di pagamento di ciascun
fondo. Le date di pagamento possono avere cadenza
mensile, trimestrale, semestrale o annuale. Nel caso di ETF ad
accumulazione, invece, i dividendi non sono distribuiti e i flussi
pagati dai titoli presenti nel benchmark vengono reinvestiti nel
fondo.
Un ETF copre i rischi legati alle oscillazioni valutarie?
In genere no. Il rischio valutario costituisce uno degli elementi
di rendimento di un portafoglio. Esiste tuttavia un numero
crescente di ETF che offrono l’esposizione agli indici principali
abbinando la copertura valutaria.
Qual è il regime fiscale degli ETF?
La tassazione degli ETF è uguale a quella dei fondi comuni
di investimento. Tutti i proventi sono trattati come reddito di
capitale mentre tutte le eventuali minusvalenze sono trattate
come reddito diverso.
Sia i proventi che le minusvalenze sono calcolati sulla
differenza tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita dell’ETF,
indipendentemente dal valore del NAV.
Nel caso di una posizione formatasi per effetto di una serie
di acquisti, il prezzo di acquisto sarà calcolato come “prezzo
medio ponderato per la quantità”, cioè sulla base dei prezzi di
acquisto realizzati sul mercato e ponderati per le quantità.
I proventi periodici distribuiti dagli ETF sono sempre
considerati redditi di capitale e, come tali, non utilizzabili per
recuperare eventuali minusvalenze; vengono quindi accreditati
all’investitore al netto della ritenuta d’imposta.
La tassazione delle rendite finanziarie avviene con
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l’applicazione di una aliquota del 26%, sia con riferimento
ai redditi di capitale (interessi e altri proventi) sia con
riferimento ai redditi diversi (plusvalenze). Sono invece
tassati con aliquota agevolata del 12,5% i redditi derivanti
dall’investimento in titoli di Stato italiani, di Paesi appartenenti
alla cosiddetta “White List”, oppure emessi da enti
sovrannazionali.
Ciò implica che per un ETF composto al 20% da titoli di Stato
e all’80% da azioni o obbligazioni societarie, i redditi saranno
tassati al 12,5% per il 20% e per il restante 80% al 26%.
Nel caso degli ETF cosa rappresenta il differenziale
denaro-lettera?
Gli ETF sono negoziati in maniera del tutto simile alle azioni
e, proprio come i titoli azionari, presentano una differenza
tra il prezzo di acquisto (bid) e il prezzo di vendita (ask).
Tale differenza viene definita spread. L’ampiezza di questa
differenza denaro-lettera riflette lo spread medio dei titoli
sottostanti l’indice. Solo una parte minoritaria di questa
differenza andrà a costituire il compenso per il lavoro svolto
dai market maker, operatori che fornendo continuativamente
prezzi in acquisto e in vendita per un dato ETF garantiscono
che per tutti gli ETF vi sia sempre un acquirente o un
venditore.
Per l’investitore, a parità di condizioni, è naturalmente
preferibile investire in ETF caratterizzati da uno spread bid-ask
inferiore. Per gli ETF quotati in Italia, Borsa Italiana impone che
tale differenziale non possa essere superiore all’1%.
L’entità del differenziale dipende anche dalla liquidità del
benchmark e dei titoli sottostanti e dal fatto che i mercati
di riferimento siano, in quel momento, aperti (es. i mercati
asiatici).
Come vengono addebitati i costi di gestione di un ETF?
I costi di gestione vengono calcolati su base giornaliera e
dedotti su base quotidiana dal valore effettivo del fondo.
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Questo consente agli investitori di pagare i costi di gestione
unicamente per i giorni durante i quali hanno effettivamente
detenuto le azioni dell’ETF.
Ciò significa anche che il prezzo e il NAV dell’ETF tengono già
in considerazione i costi riconosciuti al gestore.
Cosa si intende per rischio di controparte di un ETF?
Il rischio di controparte riguarda unicamente gli ETF in cui la
replica del sottostante non avviene acquistando fisicamente
i titoli compresi nell’indice (replica fisica) ma mediante replica
sintetica, con l’ausilio di contratti derivati (swap) stipulati tra il
gestore dell’ETF e una controparte, che permettono di replicare
la performance di un indice. L’investitore è pertanto esposto
al rischio di insolvenza di tale controparte (in assenza di un
collaterale a garanzia sufficientemente ampio). In questo caso
l’esposizione dell’investitore, come prescritto dalla normativa
UCITS, è pari al massimo al 10% del NAV del fondo.
Gli ETF possono fallire?
Gli ETF hanno un patrimonio separato rispetto a quello delle
società che ne curano la costituzione e la gestione. Gli ETF,
pertanto, non sono esposti a un rischio di insolvenza. Il valore
degli ETF è invece naturalmente esposto al rischio degli
emittenti dei titoli detenuti in portafoglio per la replica.
In cosa si concretizza il rischio valutario per un investitore
in ETF?
Il rischio valutario per un ETF è identificato dalla tipologia di
sottostante e non dalla valuta di quotazione. Ad esempio se
l’ETF ha un benchmark legato ad un indice USA, ma quotato
in euro, si è esposti alle variazioni del tasso di cambio Euro/
Dollaro, oltre che alla variazioni del prezzo del sottostante.
L’utilizzo di strumenti che offrono la copertura valutaria può
contribuire a ridurre la rischiosità, sebbene le divise siano in
grado di aumentare la diversificazione dei portafogli.
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ETF con copertura valutaria: istruzioni per l’uso
La scelta di utilizzare ETF con copertura valutaria non comporta
necessariamente una riduzione del rischio, come si evince
dai grafici riportati di seguito. Negli ultimi 3 anni, investire
nell’azionario giapponese con la copertura del tasso di cambio
avrebbe prodotto risultati insoddisfacenti anche considerando
i rendimenti a parità di rischio. Considerando invece gli ultimi 5
anni, i rendimenti sembrano premiare coloro che hanno optato
per l’ETF con copertura. La scelta di esporsi al rischio valutario
è quindi di natura tattica e dipende dalla visione che l’investitore
ha sull’evoluzione futura della divisa.
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Confronto a 3 anni
Confronto a 5 anni
iShares Core MSCI Japan UCITS ETF USD
iShares Core MSCI Japan UCITS ETF USD
iShares MSCI Japan EUR Hedged UCITS ETF
iShares MSCI Japan EUR Hedged UCITS ETF
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Fonte: Bloomberg
Fonte: Bloomberg
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2.1.4 ETF, I FALSI MITI DA SFATARE
La notevole crescita degli ETF nel corso degli anni ha attirato
l'attenzione crescente nei confronti dello strumento, non solo
da parte dei risparmiatori ma anche da parte dell’industria
finanziaria. Con il passare del tempo, gli ETF sono entrati a
far parte dei portafogli sia degli investitori privati che di quelli
istituzionali. Restano, tuttavia, dei falsi miti da sfatare su questo
strumento.
Falso mito 1 / Gli ETF possono fallire
No, non possono fallire. Gli ETF, essendo dei fondi, hanno un
patrimonio separato rispetto a quello della società emittente e,
pertanto, non sono esposti al rischio di insolvenza nemmeno nel
caso in cui l’emittente dovesse fallire.
Quando il fondo acquista i titoli presenti nell’indice sottostante
da replicare, il portafoglio risultante viene trasferito presso
una banca depositaria che, a fronte di tale consegna, rilascia
certificati rappresentativi dei titoli ricevuti, che vengono poi
negoziati sul mercato sotto forma di quote. È importante
sottolineare come la banca depositaria sia necessariamente
diversa da quella (eventualmente) emittente l’ETF e come sia
sempre di elevata caratura.
Falso mito 2 / È presente il rischio di controparte
Il rischio di controparte, solitamente riferito a contratti su
strumenti derivati, consiste nella possibilità che la controparte di
un contratto risulti inadempiente.
• Contratti swap
Nel caso di replica attraverso contratti swap, definita sintetica,
gli ETF scambiano un flusso finanziario con la controparte
del contratto swap, solitamente una banca di investimento.
Gli ETF swap-based possiedono, quindi, un’esposizione nei
confronti della controparte, la cui inadempienza causerebbe
perdita del capitale. Tali fondi però, hanno diverse protezioni
contro il rischio di fallimento della controparte. Considerando
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il leader di mercato, gli ETF di iShares, quasi tutti a replica
fisica, hanno in qualsiasi momento posizioni “over collateral”
in cash, titoli dell’area G10 o titoli azionari. Tali livelli
rispettano la normativa UCITS sulle classi di asset ed è
possibile conoscere agevolmente le controparti dello swap,
l’esposizione delle controparti swap aggregata, il collaterale
aggregato posseduto, il livello di posizione “over collateral” e
le partecipazioni del collaterale. La normativa UCITS, inoltre,
prevede che il peso del derivato sia limitato al 10% e, al fine
di diversificare l’esposizione, vengono solitamente attuati
contratti swap con più controparti.
È necessaria, infine, una precisazione tra le due tipologie di
contratti swap: funded ed unfunded. La principale differenza è
che, nel caso dello swap unfunded, l’ETF detiene direttamente
il collaterale che riceve dalla controparte, mentre per la
versione funded il collaterale viene depositato dalla banca
controparte dello swap presso una banca depositaria terza.
Questa tipologia di contratto potrebbe comportare difficoltà
nella liquidazione del collaterale, in quanto la società emittente
potrebbe non avervi accesso diretto. Negli swap funded,
però, vengono utilizzati contratti al fine di assicurare che il
collaterale sia subito disponibile in caso di necessità.
Il rischio di controparte, quindi, esiste ma è costantemente
monitorato e si può considerare di importanza marginale.
• Prestito titoli
Il prestito titoli è un’attività per cui gli ETF concedono prestiti a
breve termine di azioni od obbligazioni, al fine di incrementare
i rendimenti per gli investitori.
Un’istituzione finanziaria chiede all’ETF di prendere in prestito
un titolo e per fare ciò riconosce al fondo una commissione,
nonché un adeguato collaterale eccedente il valore del titolo
prestato. Alla fine del periodo di prestito concordato, il titolo
viene riconsegnato al fondo, il quale restituisce il collaterale
alla controparte.
I rendimenti del prestito titoli dipendono dalla tipologia di titoli
EXPERIENCETHE
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prestati e dall’asset class. Ad esempio, gli ETF sull’azionario
dei Paesi sviluppati beneficiano di rendimenti minori rispetto
a quelli sui Paesi Emergenti ma superiori rispetto a quelli
obbligazionari.
Come ogni investimento, non esistono rendimenti senza rischi.
Falso mito 3 / Esiste un problema di liquidità degli ETF
Il fatto di detenere uno strumento, l’ETF, che a sua volta acquista
altri titoli, costituenti l’indice da replicare, ha dato origine a
numerose valutazioni sulla possibilità che lo strumento possa
soffrire di problemi di liquidità.
Gli ETF sono negoziabili in Borsa e consentono agli investitori di
vendere istantaneamente le proprie quote. Se si tratta di prodotti
che investono in titoli potenzialmente illiquidi - ritengono i critici
- questo potrebbe creare dei problemi di liquidità, con i fondi
che rischierebbero di non essere in grado di reggere l’impatto di
un massiccio quantitativo di vendite. Inoltre, dovendo vendere
grandi quantità di titoli sottostanti, gli ETF amplificherebbero
le fasi negative di mercato, senza distinguere tra titoli buoni e
meno buoni.
Appare evidente come questa sia una caratteristica tipica dei
fondi in senso lato, non solo degli ETF: anche per i fondi attivi,
infatti, è possibile l’insorgere della stessa problematica. Peraltro,
in quello che in tempi recenti si è rivelato il giorno di mercato più
difficile, il 24/08/2015, tutti gli ETF del leader di mercato, iShares,
sono rimasti negoziabili sul mercato con differenziali denaro/
lettera paragonabili a quelli del mercato sottostante.
La liquidità di un ETF, più che dal suo volume di negoziazione,
dipende dalla liquidità dei titoli sottostanti. Ciò dipende dal
meccanismo di creazione e riscatto degli ETF, in risposta alla
domanda di mercato. Con l’aumentare della richiesta di ETF,
infatti, i Partecipanti Autorizzati creano un maggior numero
di prodotti, mentre quando la domanda diminuisce, le quote
dell’ETF vengono rimborsate. Gli ETF, quindi, sono tanto liquidi
quanto le azioni sottostanti.
Gli ETF, pertanto, offrono due livelli di liquidità: la liquidità
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IL PRESTITO TITOLI SECONDO BLACKROCK
L’approccio di BlackRock in tal senso è molto rigoroso ed ha portato ad ottenere rendimenti positivi per ogni fondo che ha attuato il prestito titoli dal 1981.Il rischio principale preso in considerazione è quello legato alla possibilità che la controparte non riesca a riconsegnare il titolo preso a prestito. In tale caso, l’ETF utilizza il collaterale per acquistare titoli per sostituire quello mancante e, per minimizzare il rischio, è opportuno che ogni collaterale ricevuto sia di elevata qualità e liquidità. Come ulteriore meccanismo di garanzia, qualora vi fosse una perdita derivante dal default di una controparte del prestito, BlackRock rimborsa completamente il fondo.BlackRock pubblica i rendimenti da prestito titoli per ogni ETF che ne usufruisce nel report annuale e sul sito di iShares è possibile trovare regolarmente i dettagli relativi alle controparti del prestito titoli, alla percentuale degli asset degli ETF che sono stati prestati, al livello di “over collateral” ed ai collaterali ricevuti.Tecnicamente un ETF di iShares può prestare fino al 100% dei suoi attivi ma, a livello pratico, l’ammontare prestato risulta molto inferiore. Al 31/12/2016, la media per gli ETF europei era del 13%.A fronte dei potenziali rischi derivanti dal prestito titoli, il 62.5% del ricavato viene destinato agli investitori degli ETF in questione, mentre il 37.5% viene incamerato da BlackRock per i servizi effettuati nella procedura.È importante sottolineare che si tratta di una pratica diffusa anche nei fondi a gestione attiva e non specifica del comparto degli ETF.
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“tradizionale”, misurata dal volume di negoziazione sul mercato
secondario, e la liquidità dei titoli sottostanti, attraverso il
processo di creation/redemption.
In seguito alla crisi finanziaria del 2008, soprattutto il mercato
obbligazionario ha posto delle sfide relative alla liquidità.
Banche, broker e altri liquidity provider hanno diminuito
l’ammontare da destinare al supporto della negoziazione sul
mercato secondario dei bond. Questo ha ridotto la quantità di
bond negoziabili, aumentando la difficoltà di compravendita per
gli investitori. La crescita del mercato degli ETF obbligazionari
ha aiutato a creare una nuova ulteriore fonte di liquidità per gli
investitori. Gli ETF obbligazionari, infatti, forniscono un'ulteriore
sede di negoziazione, le borse, dove i titoli possono essere
trasferiti tra investitori senza accedere al mercato OTC dei bond.
In questo modo, gli ETF agiscono come un ulteriore livello di
liquidità per gli investitori che vogliono avere un’esposizione
obbligazionaria.
Non solo, a differenza dei grandi fondi globali, gli ETF hanno
solitamente dei vincoli in termini di singoli emittenti e titoli da
detenere in portafoglio, oltre a quelli relativi alla liquidità di
tali obbligazioni, mentre è frequente che le grandi società di
gestione detengano fette enormi di singole emissioni, mercati
piccoli o illiquidi, ancora più difficili da smobilizzare.
2EXPERIENCETHEFUTURE
C A P I T O L O
2.1ETF education
Con le più recenti innovazioni gli ETF stanno dimostrando tutta la loro dinamicità e capacità di rispondere a esigenze di
investimento non banali
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 8 1
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 8 2
2.2 TRE TENDENZE CHIAVE NELLO SVILUPPO DI NUOVI PRODOTTI
Con le più recenti innovazioni gli ETF stanno dimostrando tutta la
loro dinamicità e capacità di rispondere a esigenze di investimento
non banali. Da un lato garantendo vie di accesso sia a una asset
class tradizionale quale l’obbligazionario sia alla nuova frontiera
degli investimenti sostenibili, dall’altro offrendo strumenti passivi
caratterizzati da contaminazioni tipiche delle gestioni attive. Si
tratta in quest’ultimo caso degli ETF Smart Beta, dove gli indici
vengono costruiti sulla base di strategie che cercano di individuare
gli elementi alla base del rendimento nel tempo.
2.2.1 UN GRANDE CLASSICO SI RINNOVA:
LE OBBLIGAZIONI ENTRANO NEGLI ETF
All’inizio del suo sviluppo, il mercato degli ETF era formato quasi
totalmente da prodotti che fornivano esposizione al mercato
azionario. Negli ultimi anni si è assistito ad una crescita notevole
del mercato obbligazionario, sia in termini di asset in gestione
che di gamma d’offerta, che ha portato la quota degli ETF
focalizzati sui bond in Europa al 24% del totale (dati Morningstar
al 31/03/2017).
Gli ETF stanno dimostrandosi uno strumento molto efficace
per esporsi al mercato obbligazionario, specialmente in un
ambiente in cui i canali tradizionali di accesso al mercato
sono stati fortemente limitati dalle regolamentazioni post-crisi
bancaria. I cambiamenti normativi, infatti, hanno inficiato la
capacità dei grandi istituti di sostenere la liquidità del mercato.
Per gli investitori, quindi, è diventato più difficile e dispendioso
raggiungere la liquidità di cui hanno bisogno.
Attraverso gli ETF grandi panieri di obbligazioni sono accessibili
attraverso un unico strumento e gli investitori possono ottenere
un’esposizione liquida ed economica al mercato dei bond, senza
dover operare sul mercato OTC (over-the-counter).
2EXPERIENCETHEFUTURE
C A P I T O L O
2.2Tre tendenze chiave nello sviluppo di nuovi prodotti
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 8 3
Gli ETF obbligazionari sono quindi diventati uno strumento molto
efficiente, con gli spread dell’ETF che talvolta si riducono fino a
diventare più stretti dello spread medio dei titoli sottostanti.
Spesso l’ETF crea un vero e proprio mercato, intraday, preferito
rispetto agli stessi sottostanti. I market maker preferiscono
effettuare compravendite sul secondario per evitare di fare
delle creation/redempion sul mercato primario (consegnando
basket di titoli acquistati sul mercato OTC), poiché prezzare
correttamente i bond non è semplice (fonti di prezzo, rischi
valutari, ecc). Tale condizione persiste solo per volumi contenuti,
in quanto per controvalori significativi il market maker attua
meccanismi di arbitraggio che riportano i prezzi dell’ETF sul
secondario in linea con la media dei prezzi dei sottostanti.
È interessante notare come in diverse fasi critiche di mercato,
caratterizzate da elevata volatilità e ampliamento dei differenziali
denaro/lettera tra i bond sottostanti, siano incrementati gli
scambi in borsa, senza dar luogo a significativi rimborsi
(redemption) da parte dei partecipanti al mercato.
Si tratta di uno stress-test importante, in quanto ha interessato il
segmento dei titoli speculativi (high yield) che viene indicato, dai
critici degli ETF, come non particolarmente liquido.
Il cambiamento delle modalità con cui vengono costruiti
gli indici sottostanti, in particolare riguardo alla liquidità e,
quindi, all’investibilità, ha inoltre aiutato gli investitori a meglio
apprezzare le qualità degli ETF per ottenere accesso al mercato
obbligazionario.
È da sottolineare inoltre che all’interno di un ETF obbligazionario
i titoli vengono periodicamente aggiornati in modo da mantenere
la vita residua media delle obbligazioni in portafoglio in linea con
l’indice sottostante.
Gli ETF con focus sui bond consentono quindi un approccio
modulare, nel senso che consentono di attuare precise strategie
obbligazionarie sul portafoglio, riadattandolo velocemente in
base alle previsioni sul merito creditizio e sulla durata finanziaria
(duration). Ad esempio, gli ETF possono essere usati per
aumentare o ridurre, a seconda delle prospettive sui tassi
EXPERIENCETHE
FUTURE2.2
Tre tendenze chiave nello sviluppo di
nuovi prodotti
2C A P I T O L O
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 8 4
d’interesse, il rischio di credito o la duration del portafoglio
obbligazionario, che può essere composto anche da singoli titoli
e fondi attivi.
L’offerta dei provider di ETF è ampia e differenziata e facilita
l’esecuzione di strategie obbligazionarie anche molto sofisticate.
Gli investitori possono esporsi a segmenti obbligazionari anche
con strumenti di precisione, in grado di isolare specifiche classi
di rating, settori e singole curve di Paesi. Gli ETF obbligazionari
consentono, quindi, di agire sui medesimi elementi di selezione
dei singoli bond, al fine di costruire profili reddituali coerenti
con il portafoglio titoli ma semplificandone la gestione in
termini di tempo impiegato per la selezione dei bond, grazie al
superamento del problema dei lotti minimi (spesso nell’ordine
delle decine di migliaia di euro per i titoli obbligazionari) e del
rischio non diversificabile (idiosincratico).
L’evoluzione del mercato degli ETF obbligazionari
Da principio, in seguito alla loro introduzione nel 2002, gli ETF
obbligazionari venivano principalmente utilizzati da investitori
individuali e società di gestione del risparmio per ottenere
esposizione a mercati altrimenti inaccessibili ai piccoli investitori.
Questo si traduceva in volumi di negoziazione piuttosto
contenuti, fino a quando, nel 2008, la crisi finanziaria globale ha
cambiato lo scenario.
Il mercato dei bond, infatti, ha subito notevolmente la crisi, con il
sistema di negoziazione OTC, piuttosto opaco, che ha spinto gli
investitori istituzionali a cercare metodi alternativi per esporsi al
segmento obbligazionario.
Durante la crisi, inoltre, il volume di obbligazioni societarie
negoziate sul mercato ha subito un drastico calo. Questo poiché
la liquidità delle obbligazioni corporate veniva fornita da broker/
dealer ma molte di tali società erano occupate nella lotta per
sopravvivere, tanto da essere costretti a sospendere l'attività
di market making. In conseguenza di ciò molti investitori hanno
scoperto una via alternativa per acquistare i titoli di debito: gli
2EXPERIENCETHEFUTURE
C A P I T O L O
2.2Tre tendenze chiave nello sviluppo di nuovi prodotti
I NUMERI DEGLI ETF OBBLIGAZIONARI
A distanza di 15 anni dal lancio del primo fondo, gli ETF sul mercato obbligazionario hanno raggiunto i 666mld$ a livello globale, di cui 477 miliardi di $ negli USA e 153 miliardi di $ in Europa (fonte: BlackRock Global ETP Landscape, aprile 2017); negli USA, gli ETF bond costituiscono attualmente il 17% degli asset complessivi, mentre in Europa il 24%.Questi dati evidenziano la notevole diffusione degli investimenti in obbligazioni tramite ETF, inizialmente esposti unicamente all’universo azionario. Basti pensare che, nel 2011, la quota sul totale era del 16%. Il 2016 si è rivelato un anno di ottima crescita per gli ETF obbligazionari europei, che hanno visto nuovi flussi per 24,5mld$, circa il 50% in più rispetto ai nuovi flussi nel mercato azionario, 16,3mld$. Il trend di sviluppo si è confermato anche nell’inizio del 2017, con 8,7mld$ di nuovi flussi a fine aprile, 26% del totale.
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 8 5
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 8 6
ETF obbligazionari. I volumi di negoziazione degli ETF sono
aumentati notevolmente, raggiungendo anche il +800/1000%
per alcuni fondi. Di pari passo con l’aumento dei volumi di
negoziazione sono cresciuti anche i flussi verso questi strumenti
e l’utilizzo da parte degli investitori, in un circolo virtuoso.
In seguito, con la continua evoluzione del mercato
obbligazionario globale, sono aumentate anche le possibilità
di investimento; gli ETF, infatti, sono lo strumento ideale per
ottenere accesso a mercati in precedenza non raggiungibili.
Va sottolineato, infine, come gli ETF siano “appena” stati
scoperti dagli investitori. Nonostante la notevole crescita negli
ultimi dieci anni, il mercato degli ETF è ancora piuttosto limitato
in confronto a quello dei singoli bond e dei fondi comuni. Basti
considerare che, nonostante gli asset degli ETF obbligazionari
siano cresciuti da fine 2008 del 366%, superando nel 2017 i
600mld$ a livello globale (dati Bloomberg Intelligence), essi
rappresentano ancora meno dell’1% degli oltre 100 trilioni $
del mercato obbligazionario globale. Vi sono, pertanto, notevoli
margini di crescita ulteriore per il segmento.
iShares ha sempre svolto un ruolo primario nello sviluppo del
mercato degli ETF obbligazionari. Oltre ad essere l’emittente
con la maggior quota di mercato (come rilevato dalla Fixed
Income ETF Investor Guide di iShares pubblicata a marzo 2017),
nel 2002 è stato il primo a quotare un prodotto obbligazionario
(l'iShares iBoxx $ Investment Grade Corporate Bond ETF). A
livello europeo, iShares è stato il primo emittente a quotare ETF
obbligazionari (2003), permettendo agli investitori di assumere
un’esposizione ad obbligazioni societarie sia in € che in $. Nel
2004 ha lanciato in Europa il primo ETF sui Gilt britannici e nel
2008 il primo ETF sui mercati emergenti in dollari USA. Il 2010
è stato l’anno del primo prodotto obbligazionario high yield in
Europa, mentre il 2012 quello del primo sul debito societario
dei Paesi Emergenti. Nel 2016, gli ETF obbligazionari EMEA di
iShares hanno superato i 100mld$ di asset, con 31 fondi con
masse maggiori di 1mld$ e una quota di mercato oltre il 60%.
Gliobbligazionaridi iShares
2EXPERIENCETHEFUTURE
C A P I T O L O
2.2Tre tendenze chiave nello sviluppo di nuovi prodotti
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 8 7
2.2.2 TRA ATTIVO E PASSIVO: GLI ETF SMART BETA
L’evoluzione del mercato degli ETF ha portato alla creazione di
un numero sempre maggiore di prodotti, che non forniscono
solamente esposizione a specifici Paesi o settori, ma che
permettono di effettuare una gestione più attiva dei sottostanti.
Fin dalla negoziazione dei primi titoli in borsa, gli investitori
hanno cercato di capire quali siano i fattori che determinano
rendimenti maggiori.
Gli ETF Smart Beta possono essere considerati l’evoluzione
del factor investing, ossia di una metodologia d’investimento
che cerca di identificare e catturare i fattori persistenti di
rendimento.
Con i prodotti SmartBeta, gli indici sottostanti vengono
costruiti sulla base di strategie che non si limitano alla
ponderazione di mercato ma che cercano di individuare quali
elementi sono risultati determinanti del rendimento dei titoli nel
corso del tempo.
Il termine SmartBeta e i cosiddetti “factor” possono suonare
nuovi ma i concetti che essi comprendono sono conosciuti ed
utilizzati da decenni. Grazie agli ETF, gli investimenti basati sui
factor sono ormai divenuti alla portata di tutti gli investitori a
costi contenuti.
Un dubbio comune è se le strategie Smart Beta debbano
essere considerate attive o passive. Entrambe le classificazioni
sono corrette; tali strategie possono essere considerate
attive, in quanto cercano di migliorare i rendimenti aggiustati
per il rischio attraverso l’esposizione a singoli driver, ma allo
stesso tempo sono da considerare passive, poiché la loro
implementazione è trasparente, sistematica e guidata da delle
regole. Per tali motivi le strategie Smart Beta tendono ad avere
costi minori rispetto alle tradizionali strategie attive.
Cosa sono i factor
Gli investitori, solitamente, assumono un’esposizione generica
al mercato azionario, ovvero possiedono un portafoglio
diversificato dove i pesi dei titoli vengono determinati sulla
EXPERIENCETHE
FUTURE2.2
Tre tendenze chiave nello sviluppo di
nuovi prodotti
2C A P I T O L O
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 8 8
base dalla capitalizzazione di borsa. È possibile, però, che un
investitore abbia preferenze o necessità differenti, come ad
esempio ricevere una cedola periodica dal proprio investimento,
ridurre il rischio complessivo o ottenere rendimenti differenti da
quelli di mercato.
In quest’ottica, sono state sviluppate strategie di investimento
che applicano particolari criteri alla scelta dei titoli da inserire
nell’indice replicato.
La scelta dei titoli avviene attraverso precise metodologie e non
interviene la discrezionalità di un gestore. Si tratta, pertanto,
di una versione evoluta dell’index investing ma comunque non
equiparabile ad una gestione attiva.
Factor 1 / Minimum volatility
La strategia minimum volatility permette di ridurre il rischio di
un portafoglio attraverso la selezione di azioni a bassa volatilità.
Storicamente le strategie a bassa volatilità permettono di
ottenere rendimenti analoghi a quelli di mercato, sperimentando
un rischio inferiore, soprattutto nelle fasi di elevata erraticità dei
mercati.
Si tratta di ETF che definiscono, attraverso modelli multifattoriali,
un paniere di titoli a bassa volatilità, con vincoli di natura
geografica e settoriale per renderli non troppo dissimili
dall’indice di origine.
Una delle caratteristiche più interessanti dei Minimum Volatility
è la cosiddetta “asimmetria del beta”: evidenze empiriche
mostrano come su orizzonti temporali di medio-lungo termine,
portafogli con titoli poco volatili abbiano prodotto rendimenti
aggiustati per il rischio superiori rispetto a portafogli con titoli
molto volatili.
Factor 2 / Value
I titoli value sono quelli sottovalutati rispetto al loro potenziale,
così come identificato dai multipli di borsa. Nel lungo periodo
le azioni meno care hanno offerto rendimenti superiori rispetto
2EXPERIENCETHEFUTURE
C A P I T O L O
2.2Tre tendenze chiave nello sviluppo di nuovi prodotti
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 8 9
MSCI WorldMin. Vol.
MSCI World
10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
8
6
4
2%
Performance a confronto
Rischio e rendimento a confronto sul lungo termine
rischio annualizzato
Rend
men
to a
nnua
lizza
to
‘01 ‘09‘05 ‘13‘03 ‘11‘07 ‘15‘02 ‘10‘06 ‘14‘04 ‘12‘08 ‘16 ‘17
3%
2%
1%
0%
MSCI World
MSCI WorldMinimum Volatility
Rendmento annualizzato
EXPERIENCETHE
FUTURE2.2
Tre tendenze chiave nello sviluppo di
nuovi prodotti
2C A P I T O L O
Fonte: NoRisk. Dati: dal Dicembre 1988 al Dicembre 2013I rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuri. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente negli indici.
Fonte: Bloomberg. Dati al 31/12/2016I rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuri. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente negli indici.
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 9 0
a quelle più costose e, solitamente, risultano più appetibili nella
fase iniziale del ciclo economico.
Le azioni value vengono acquistate a prezzo scontato rispetto
al valore dei loro fondamentali poiché appaiono con meno
potenzialità rispetto a quelle growth. Quando però le aspettative
per quest’ultime sono eccessive oppure vengono deluse, i
rendimenti ne risentono.
Factor 3 / Momentum
La strategia momentum si basa sull’ipotesi secondo cui i titoli
che mostrano una tendenza al rialzo continueranno a salire
Performance a confronto
e quelli caratterizzati da una tendenza ribassista potranno
continuare a scendere. La strategia appare efficace nelle fasi
con una tendenza evidente al rialzo o al ribasso dei mercati. In
tali fasi, spesso si innesca un effetto domino: gli investitori si
fanno prendere dall’entusiasmo, aumentando la fiducia nei titoli,
o dallo sconforto, accelerando il processo di vendita.
Factor 4 / Size
Le società di piccole e medie dimensioni hanno storicamente
‘01 ‘09‘05 ‘13‘03 ‘11‘07 ‘15‘02 ‘10‘06 ‘14‘04 ‘12‘08 ‘16 ‘17
4%
3%
2%
1%
0%
MSCI World
MSCI WorldEnhanced Value
Rendmento annualizzato
2EXPERIENCETHEFUTURE
C A P I T O L O
2.2Tre tendenze chiave nello sviluppo di nuovi prodotti
Fonte: Bloomberg. Dati al 31/12/2016I rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuri. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente negli indici.
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 9 1
Performance a confronto
Performance a confronto
mostrato rendimenti superiori delle concorrenti più grandi.
Sono più reattive alle fluttuazioni di mercato e offrono una
remunerazione aggiuntiva per il maggior rischio assunto.
Risultano anche più sensibili alle fasi negative e meno liquide.
Factor 5 / Quality
Le società di buona qualità, con stati patrimoniali solidi, utili
‘01 ‘09‘05 ‘13‘03 ‘11‘07 ‘15‘02 ‘10‘06 ‘14‘04 ‘12‘08 ‘16 ‘17
3%
2%
1%
0%
‘01 ‘09‘05 ‘13‘03 ‘11‘07 ‘15‘02 ‘10‘06 ‘14‘04 ‘12‘08 ‘16 ‘17
3%
2%
1%
0%
MSCI World
MSCI World Mid-CapEqually Weighted
MSCI World
MSCI WorldMomentum
Rendmento annualizzato
Rendmento annualizzato
EXPERIENCETHE
FUTURE2.2
Tre tendenze chiave nello sviluppo di
nuovi prodotti
2C A P I T O L O
Fonte: Bloomberg. Dati al 31/12/2016I rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuri. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente negli indici.
Fonte: Bloomberg. Dati al 31/12/2016I rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuri. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente negli indici.
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 9 2
stabili e buon rendimento dei mezzi propri, offrono rendimenti
superiori rispetto a quelle meno efficienti. Spesso si tende
a confondere la quantità dei ricavi con la loro qualità, senza
valutare adeguatamente aspetti quali la loro continuità
e composizione. Specialmente nelle fasi di contrazione
dei mercati, le società più solide permettono di limitare le
oscillazioni.
Performance a confronto
L’utilizzo congiunto dei fattori
I fattori hanno mostrato di poter fornire rendimenti addizionali
rispetto al mercato ma non in ogni fase del ciclo economico.
Alcuni di essi, come value, momentum e size, si sono dimostrati
storicamente ciclici, offrendo rendimenti migliori nelle fasi di
crescita del mercato, mentre quality e minimum volatility sono
considerati difensivi, con performance superiori nei momenti di
contrazione. La scelta di un fattore piuttosto che un altro è una
scelta tattica dell’investitore e coloro i quali possiedono particolari
competenze o specifiche aspettative di mercato possono
puntare sull’ETF che replica la singola strategia che ritengono più
appropriata. Esistono però degli ETF che permettono di sfruttare
congiuntamente le strategia fattoriali analizzate.
‘01 ‘09‘05 ‘13‘03 ‘11‘07 ‘15‘02 ‘10‘06 ‘14‘04 ‘12‘08 ‘16 ‘17
3%
2%
1%
0%
MSCI World
MSCI WorldSector Natural Quality
Rendmento annualizzato
2EXPERIENCETHEFUTURE
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2.2Tre tendenze chiave nello sviluppo di nuovi prodotti
Fonte: Bloomberg. Dati al 31/12/2016I rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuri. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente negli indici.
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 9 3
Le strategie MultiFactor
Tali ETF replicano gli indici MultiFactor di MSCI, che
comprendono titoli selezionati e ponderati sulla base della loro
esposizione complessiva ai fattori value, momentum, size e
quality.
Le strategie MultiFactor hanno dei vincoli per quanto riguarda
le variazioni delle ponderazioni di singoli settori e Paesi
rispetto agli indici estesi. Per questo motivo, essi presentano
solitamente caratteristiche relative al rischio e all’esposizione
simili ai benchmark più conosciuti e possono risultare, pertanto,
appetibili anche come strumenti core per un’allocazione di
medio-lungo periodo.
Come funzionano
Gli indici MSCI Diversified Multiple-Factor traggono origine dai
rispettivi indici estesi, come ad esempio il MSCI World per il
mercato globale. Vengono costruiti in modo da massimizzare
l’esposizione ai fattori considerati, mantenendo un rischio di
mercato simile agli indici originari.
Ad ogni titolo presente nell’indice esteso viene assegnato un
alpha score, un punteggio sintetico determinato dall’esposizione
ad ognuno dei quattro fattori considerati, ai quali viene
assegnata la stessa ponderazione. L’indice viene poi costituito
massimizzando l’alpha score complessivo, con il vincolo di un
livello di rischio risultante uguale a quello dell’indice esteso.
Sono presenti dei limiti in termini di variazione massima e
minima, rispetto all’indice esteso, per settori, Paesi e singoli
titoli. Gli indici vengono ribilanciati semestralmente, solitamente
alla fine di maggio e novembre, al fine di catturare le variazioni
delle caratteristiche di rischio dei titoli selezionati.
I benefici dei MultiFactor
Diversificare significa che, quando una strategia offre rendimenti
inferiori al mercato, come ad esempio i titoli value in un periodo
di contrazione, un’altra strategia, in tal caso le azioni quality,
può sovraperformare. I fattori tendono ad avere una correlazione
EXPERIENCETHE
FUTURE2.2
Tre tendenze chiave nello sviluppo di
nuovi prodotti
2C A P I T O L O
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 9 4
contenuta tra loro e, pertanto, una strategia multifattoriale può
risultare efficiente in diverse situazioni di mercato, rendendo
l’investimento meno dipendente dalla fase del ciclo economico.
I portafogli MultiFactor, inoltre, possono beneficiare dai
periodici ribilanciamenti: al fine di ritornare ai pesi target, di fatto
forniscono un meccanismo che compra “basso” e vende “alto”.
Il processo di ribilanciamento avviene automaticamente, il che
permette di superare la possibile emotività dell’investitore.
Quanti comprerebbero quando i prezzi stano crollando? E
chi è disposto a vendere quando i titoli continuano a salire?
Un ribilanciamento obbligatorio costringe l’investitore a fare
entrambe le cose, permettendo di cristallizzare i guadagni
MSCI World
Momentum
Equal Weighted (size)
Value Weighted
High Dividende YieldRisk Weighted
Minimum Volatility
Quality
11 12 13 14 15 16 17
14
13
12
11
10%
Rischio e rendimento degli indici MultiFactor di MSCI
effettuati e di assicurare l’adeguata diversificazione del
portafoglio.
Per quanto riguarda i costi, le strategie Smart Beta permettono
di ricercare rendimenti superiori aggiustati per il rischio a un
costo più basso di quello delle strategie attive, mantenendo
i benefici dell’investimento in strategie legate a un indice. In
termini generali, i costi delle strategie Smart Beta si pongono a
metà tra quelli di una strategia passiva e di una attiva.
rischio annualizzato
Rend
men
to a
nnua
lizza
to
2EXPERIENCETHEFUTURE
C A P I T O L O
2.2Tre tendenze chiave nello sviluppo di nuovi prodotti
Fonte: BlackRock e MSCI, dati al giugno 2015. I rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuri. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente negli indici.
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 9 5
Con riferimento alla trasparenza, le strategie Smart Beta
seguono un set di regole per determinare il processo di
selezione dei titoli, per la costruzione del portafoglio e per il suo
Performance a confronto
ribilanciamento. Tali regole non vengono modificate al mutare
delle condizioni di mercato e sono solitamente rese pubbliche da
una terza parte, tipicamente il provider dell’indice sottostante.
Le masse investite in prodotti quotati Smart Beta erano pari a
560 miliardi di dollari a fine febbraio 2017. Si tratta di una delle
categorie più in crescita nell’industria degli ETF. I valori di sintesi
riferiti alla categoria sono sintetizzati nell’immagine della pagina
seguente.
‘01 ‘09‘05 ‘13‘03 ‘11‘07 ‘15‘02 ‘10‘06 ‘14‘04 ‘12‘08 ‘16 ‘17
400%
350%
300%
250%
200%
150%
100%
50%
0%
MSCI World
MSCI World DMF
EXPERIENCETHE
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Tre tendenze chiave nello sviluppo di
nuovi prodotti
2C A P I T O L O
Fonte: Bloomberg. Dati al 31/12/2016I rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuri. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente negli indici.
2012
2014
2016
2015
2013
2017
350
300
250
200
150
100
50
0
47%
Tasso annuo di crescita
44%
136%
36%
30%
27%
Dividend
Dividend
Multifactor
Multifactor
Equal Weight
Equal Weight
Minimum Volatility
Minimum Volatility
Single Factor
Single Factor
Fixed Income
Fixed Income
SMART BETA IN NUMERI
ASSET IN SMART BETA ETP A LIVELLO GLOBALE
ASSET INVESTITI IN SMART BETA PER AREA GEOGRAFICA E CATEGORIA
Asset in Mld$
299,44
37,05
19,09
6,68
0,42
0,24
USA
Europa
Canada
Asia Pacifico
LatAm & Iberia
Mid. East & Africa
0% 50% 100%
Fonte: BlackRock al 30 aprile 2017
Fonte: BlackRock, SimFund. Dati al 30 aprile 2017
Mld $Mld $
Mld $
Mld $
Mld $
Mld $
Mld $
Mld $
Mld $
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 9 6
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 9 6
16% 16% 30% 30%27%
$57MLD
58%
$377MLD
Flussi totali negli ETPSmart Beta
Flussi totali negli ETP
2012:87 di 545emissioni
globali
2013:85 di 522emissioni
globali
2014:184 di 619emissioni
globali
2016:165 di 556emissioni
globali
2015:206 di 774emissioni
globali
Quota di smart beta lanciati ogni anno sul totale degli ETP
112 NEL 2016
Fonte: BlackRock al 30 aprile 2017
54 SMART BETA PROVIDER A LIVELLO GLOBALE ALLA FINE DEL 2012, CRESCIUTI A 59 NEL 2013, A 80 NEL 2014, A 100 NEL 2015 E A
DEI CIRCA 950 ETP SMART BETA LANCIATI A LIVELLO GLOBALE HANNO UN TER INFERIORE AI 50bps
C A P I T O L O
EXPERIENCETHE
FUTURE2.2
Tre tendenze chiave nello sviluppo di
nuovi prodotti
2
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 9 7
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 9 8
2.2.3 LA NUOVA FRONTIERA DEGLI INVESTIMENTI
SOSTENIBILI
“Over the long-term, environmental, social and governance
(ESG) issues – ranging from climate change to diversity to board
effectiveness – have real and quantifiable financial impacts."
“Nel lungo termine, i temi ambientali, sociali e di governance (ESG) -
dal cambiamento climatico alla parità di genere, fino alle pratiche di
gestione societaria - avranno impatti finanziari tangibili e quantificabili."
Larry Fink’s 2016 Corporate Governance Letter to CEOs
I criteri di valutazione economici di una società sono piuttosto
conosciuti e condivisi. Dai report annuali delle imprese è
possibile ricavare buona parte delle informazioni necessarie
per conoscere lo stato di salute di una società ed effettuare le
proprie valutazioni. Negli ultimi anni, però, alcuni nuovi fattori
sono diventati sempre più importanti nella valutazione di un
investimento.
I criteri ESG
I criteri Enviromental, Social and Governance (ESG) hanno
ormai assunto una notevole importanza tra gli investitori di
tutto il mondo. Essi tengono in considerazione aspetti come il
quantitativo di anidride carbonica emessa, le politiche del lavoro
e dei diritti umani e la governance societaria, al fine di valutare la
sostenibilità di prodotti e politiche societarie.
Non vi è solo una richiesta da parte degli investitori di prodotti
sostenibili, già di per sé sufficiente per rendere la tematica
fondamentale, ma vi è anche la necessità, da parte dei gestori
degli investimenti, di capire come tali problematiche possano
impattare sugli scenari di mercato futuri.
Sia per allineare gli investimenti ai propri valori, per gestire
rischi ed opportunità o per venire incontro alle esigenze di tutti
i portatori di interesse all'interno dell'azienda (stakeholder), gli
investimenti ESG stanno diventando sempre più fondamentali.
2EXPERIENCETHEFUTURE
C A P I T O L O
2.2Tre tendenze chiave nello sviluppo di nuovi prodotti
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 9 9
Le strategie ESG
Storicamente, gli investitori hanno utilizzato criteri esclusivi per
eliminare compagnie o settori non allineati con i loro valori. Con
il passare del tempo, però, è aumentata la richiesta di strategie
dedicate e debitamente codificate.
Gli indici ESG permettono di ottimizzare gli indici tradizionali,
mantenendo un’esposizione simile in termini di rischio ed
eliminando i titoli non sostenibili.
L’approccio tradizionale degli indici ESG consiste nel selezionare
i titoli con più elevato rating ESG all’interno di un universo
investibile.
Le società selezionate possono essere ponderate secondo
la capitalizzazione di mercato, oppure secondo il rating ESG
ottenuto. Con il primo approccio si ottiene un tracking error
rispetto all’indice originario più contenuto, mentre con il secondo
un punteggio ESG maggiore, a fronte però di un tracking error
più consistente e quindi una componente di rischio addizionale
rispetto al paniere iniziale.
È necessario, pertanto, scegliere il giusto equilibrio tra rating
ESG e tracking error.
0.0 4.02.01.0 3.00.5 4.52.51.5 3.5
10.0
9.0
8.0
7.0
6.0
5.0
4.0
3.0
x
x x
Index
BB
BBB
A
AA
AAA
Market-capweighted
ESG factorweighted
Rating ESG e Tracking error
Tracking Error
Ratin
g
EXPERIENCETHE
FUTURE2.2
Tre tendenze chiave nello sviluppo di
nuovi prodotti
2C A P I T O L O
Fonte: MSCI, BlackRock. Dati al 30/12/2016
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 0 0
Criteri esclusivi
L’esclusione di società o settori coinvolti in pratiche controverse
o, comunque, non allineate ai valori dell’investitore, può portare
all’estromissione di compagnie attive in ambiti come armi,
tabacco e alcol, oppure che effettuano un eccessivo utilizzo di
combustibili fossili, petrolio e anidride carbonica.
Tale approccio porta alla selezione di indici come quelli della
serie MSCI Islamic, che seguono i principi di investimento della
Sharia. In tali prodotti vengono escluse società che traggono
più del 5% dei ricavi da attività considerate proibite, quali alcol,
tabacco, servizi finanziari tradizionali, armi, scommesse, musica,
hotel ed altri.
Criteri ESG
In alternativa, è possibile valorizzare i titoli di un indice esteso che
presentano i più elevati punteggi ESG.
Gli indici MSCI Socially Responsible (SRI) assegnano un rating
ESG ai titoli presenti nell’indice originario, oltre ad escludere
quelli aventi un impatto sociale negativo, con l’obiettivo di
coprirne circa il 25% della capitalizzazione di mercato di ogni
settore. È importante, infatti, che gli indici risultanti presentino
un’esposizione paragonabile a quella delle rispettive versioni
estese, di modo che possano essere selezionati in loro
sostituzione. Secondo i dati BlackRock, sostituendo gli indici
tradizionali che compongono il MSCI ACWI con quelli SRI si
ottiene un aumento del 27% del punteggio ESG ed una riduzione
L’approccio “sostenibile” di iSharesiShares utilizza principalmente tre differenti approcci agli
investimenti sostenibili. Il primo consiste nell’applicazione di
criteri esclusivi, ovvero nell’eliminazione dagli indici originari
dei titoli che forniscono esposizione a pratiche o industrie
non in linea con i valori dell’investitore, il secondo permette
di focalizzarsi su società che rispettano determinati criteri
ed il terzo definisce specifici risultati sociali ed ambientali da
ottenere.
2EXPERIENCETHEFUTURE
C A P I T O L O
2.2Tre tendenze chiave nello sviluppo di nuovi prodotti
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 0 1
del 25% delle emissioni di CO2, senza subire una perdita in
termini di rendimenti di mercato. Alla data di rilevamento la
composizione dell’indice risultava la seguente: MSCI USA 58,2%,
MSCI Europe 21,7%, MSCI EM 11,7%, MSCI Japan 8,4%.)
Gli indici SRI non si limitano al mercato azionario. MSCI e
Barclays, infatti, hanno sviluppato una serie di indici che
selezionano titoli obbligazionari secondo gli stessi criteri.
Essi presentano tre varianti: gli indici Socially Responsible (SRI),
che escludono i titoli di società non in linea con determinati
valori sociali, gli indici Sustainability, che selezionano
unicamente le obbligazioni con migliori punteggi ESG, e gli indici
Ad esempio, per il MSCI Europe SRI:
Rendimento annualizzato 9,1%
11,7%
1 anno
Azioni Beta Intensità di CO2 Riserve di carboneTracking error (%) Rating e ESG
3,97
113
446 6,8
8,62,94
- 222
1950,97
1 2,2
0,0
9,66
3 anni
7,91
6,94
5 anni
12,08
10,59
dall’istituzione
4,35
2,73
5 anni
11,72
11,85
5 anni
1,04
0,90
11,5%
0,80,8
8,8%
Deviazione standard annualizzata
Sharpe ratio
MSCIEUROPE SRI
MSCIEUROPE SRI
MSCIEUROPE
MSCIEUROPE
Portafoglio tradizionale
Rendimento annualizzato (%)
Confronto dall’avvio Metriche ESG
Volatilità (%) Sharpe ratio
Portafoglio ESG
Fonte: BlackRock Portfolio Analytics and Solutions, 2017I rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuri.
Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente negli indici.
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Tre tendenze chiave nello sviluppo di
nuovi prodotti
2C A P I T O L O
Fonte: iShares Institutional Desk Reference, 2017.I rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuri.
Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente negli indici.
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 0 2
ESG Weighted, che aumentano o diminuiscono le ponderazioni
dei titoli di un indice esteso sulla base dei punteggi ESG.
Prendendo come esempio l’indice Bloomberg Barclays
MSCI Euro Corp SRI, si può osservare come il miglioramento
dell’aspetto etico e sostenibile non abbia comportato una
riduzione dei rendimenti o una modifica dell’esposizione
complessiva dell’indice:
3 anni Dall’istituzione Dall’istituzione1 anno 5 anni Dall’istituzione
3,5 n/a
n/a3,3
3,5 0,85
0,853,4 4,8
4,9 0,06
0,06INDICESOSTENIBILE
INDICECOLLEGATO
Rendimenti annualizzati (%) Volatilità (%) Sharpe ratioa 5 anni
Benchmark sostenibile Indice standard
N° di Bond 1455 1958
N° di emittenti 414 589
Valore di mercato (MLD €) 1234 1671
Duration effettiva 5,13 anni 5,20 anni
Credit Spreed 116,2 119,5
Index Rating A- A-
-2,002010
BBG Narcs Euro Corp Sustenibility ex Controversial WeaponsBBG Narcs Euro Corp index
2012 20142011 2013 2015
6,00
2,00
10,00
Tota
l Ret
urn
(%)
14,00
0,00
8,00
4,00
12,00
16,00
4,56
1,67 2,
37
4,46
-0,5
2
2,37
4,73
-0,5
6
12,7
9
4,75
1,49
13,5
9
Fonte: BlackRock Portfolio Analytics and Solutions, 2017I rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuri.
Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente negli indici.
2EXPERIENCETHEFUTURE
C A P I T O L O
2.2Tre tendenze chiave nello sviluppo di nuovi prodotti
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 0 3
Infine, vi sono anche dei prodotti che si focalizzano su uno
specifico aspetto ambientale: è il caso, ad esempio, degli indici
S&P Global Water, che seleziona azioni di 50 società a livello
globale operanti in business connessi con l’acqua, e S&P Global
Clean Energy, che punta su titoli attivi nell’ambito dell’energia
pulita.
Impatto sociale ed ambientale
La terza tipologia di indici definisce specifici obiettivi in termini
finanziari e di impatto sociale da raggiungere. È il caso del Dow
Jones Sustainability, che seleziona le società sulla base di criteri
sociali, ambientali ed economici di lungo periodo, al fine di
investire in società leader nel campo della sostenibilità.
Recentemente è stato inoltre lanciato un fondo indice che
replica il Barclays MSCI Green Bond, il quale seleziona titoli
a reddito fisso emessi per finanziare progetti vantaggiosi dal
punto di vista ambientale, come centrali eoliche, prevenzione
dell’inquinamento ed utilizzo sostenibile dell’acqua.
EXPERIENCETHE
FUTURE2.2
Tre tendenze chiave nello sviluppo di
nuovi prodotti
2C A P I T O L O
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 0 4
2.3 I MONEY MANAGER SCELGONO GLI ETF
Artefice della crescita degli ETF testimoniata dai numeri riportati
al paragrafo 2.2 non è solo la domanda proveniente direttamente
dal pubblico degli investitori. Anzi, una grande fetta del successo
è ascrivibile alle applicazioni che gli ETF hanno trovato tra gli
investitori istituzionali così come nel wealth management. Una
serie di utilizzi strategici e tattici promossi nel primo caso da una
serie di fattori di mercato, quali l’andamento dei tassi d’interesse,
i costi crescenti dei contratti future e l’assottigliamento della
liquidità presente sui mercati obbligazionari; e nel secondo
caso dalla congenialità degli ETF alla creazione di soluzioni di
investimento.
1
2
3
4
5
Esigenze di liquidità daranno impulso alla domanda di ETF nel reddito fisso
Gli ETF sono sempre più usati per applicazioni core, strategiche e tattiche.
Un crescente numero di investitori istituzionali europei stannoutilizzando gli ETF
Le tipologie di fondi innovative, come gli ETF smart beta, forniranno nuovi metodi per ottenere esposizione
La crescente popolarità dei fondi multi-asset sta creando una nuova domanda per gli ETF tra gli asset manager che offrono tale tipologia di prodotti
Cinque trend che guidano l’utilizzo degli ETF tragli istituzionali europei
2EXPERIENCETHEFUTURE
C A P I T O L O
2.3I money manager scelgono gli ETF
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 0 5
2.3.1 GLI ISTITUZIONALI LI USANO COSÌ
Nel 2016 Greenwich Associates ha realizzato una survey
intervistando 123 investitori istituzionali europei rappresentati
da fondi pensione, asset manager e compagnie assicurative. Di
questi ben 68 hanno dichiarato di utilizzare gli ETF.
Gli investitori istituzionali utilizzano gli ETF in prevalenza come
investimento di tipo “buy and hold”, usandoli come mattoncini
per la costruzione del portafoglio. L’evoluzione del concetto di
gestione attiva con mattoncini passivi e la crescente domanda
degli investitori per gli ETF hanno innescato un trend rilevante,
che ha visto sempre più gestori attivi interessati a proporre sul
mercato strategie di investimento in ETF.
Il successo degli ETF tra gli istituzionali è legato in maniera
decisiva a cinque fattori: le esigenze di liquidità che spingono la
domanda di ETF in particolare con riferimento al reddito fisso; il
crescente utilizzo degli ETF per applicazioni strategiche, tattiche
e “core”; il crescente numero di istituzionali che utilizza gli ETF
in sostituzione dei contratti derivati; le innovative modalità per
ottenere esposizione fornite da nuove tipologie di ETF, come gli
Smart Beta; la domanda proveniente dai gestori dei fondi multi-
asset, che hanno guadagnato crescente popolarità.
Gli ETF sono divenuti parte integrante nel processo
d’investimento degli investitori sofisticati, come trader e risk
manager. Gli ETF stanno infatti rivoluzionando il modo in cui gli
investitori istituzionali costruiscono i portafogli, effettuano il fine
tuning del rischio e svolgono una serie di compiti operativi:
• Gli aggiustamenti tattici, al fine di sovra o sotto-pesare
alcuni stili, aree geografiche o Paesi sulla base di view di breve
termine;
• La diversificazione internazionale, con lo scopo di ottenere
accesso a mercati difficili da raggiungere dal punto di vista
degli investimenti;
• Il ribilanciamento, con l’obiettivo di gestire il rischio
apportando agevolmente gli opportuni ribilanciamenti del
portafoglio;
EXPERIENCETHE
FUTURE2.3
I money manager
scelgono gli ETF
2C A P I T O L O
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 0 6
Aggiustamenti tattici
Sovra o sottopesare alcuni stili, regioni, o Paesi, sulla base di view di breve termine.
Sovra o sottopesare alcuni stili, regioni, o Paesi, sulla base di view di breve termine.
Gestire il rischio del portafoglio durante i ciclidi ribilanciamento.
Accedere a una varietà di esposizioni di mercato con un veicolo efficiente dal punto di vista dei costi.
Chiudere le lacune di una asset allocation strategica.
Rendere fruttifere le posizioni detenute in liquidità.
Mantenere l’esposizione in un veicolo d’investimento liquido per poter far fronte a necessità di liquidità.
Mitigare rischi di portafoglio indesiderati e assumere copertura nei confronti delle decisioni di asset allocation.
Usare gli ETF per facilitare la eventuale transizione dei manager.
Strategia Obiettivo Utilizzo istituzionali
92%
81%
83%
Diversificazione internazionale
58%
59%
74%
Ribilanciamento
50%
47%
70%
Allocazione core
50%
75%
57%
Portfolio completion
Cash equitisation
33%
31%
48%
58%
47%
57%
Gestione della liquidità
8%
41%
43%
Risk management
Transizioni del management
33%
25%
30%
25%
13%
17%
Fondi istituzionaliAsset ManagerCompagnie di assicurazione
Fonte: 2016 European Greenwich Associates Istitutional ETF Study
GLI INVESTITORI ISTITUZIONALI UTILIZZANO GLI ETFSIA CON OBIETTIVI STRATEGICI CHE TATTICI2
EXPERIENCETHEFUTURE
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2.3I money manager scelgono gli ETF
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 0 7
• L’allocazione “core”, per l’allocazione di una parte del
proprio portafoglio in un’ottica stabile di medio-lungo periodo
e quindi con una visione strategica, utilizzando veicoli efficienti
sotto il profilo dei costi;
• Il completamento del portafoglio (“satellite”), con cui
l’investitore si espone, con un’ottica tattica e con una
visione di breve-medio periodo, a particolari tematiche di
investimento non presenti nella componente “core” (ad es.
aree geografiche, settori e macrotrend);
• La cash equitisation, ossia la possibilità di investire la
liquidità inutilizzata in ETF e minimizzare così la detenzione
indesiderata (cash drag), consentendo però estrema flessibilità
nel processo di compravendita;
• La gestione della liquidità, al fine di mantenere esposizione
in un veicolo che garantisca la liquidità dell’investimento in
modo da poter rispondere alle esigenze di liquidità;
• La gestione del rischio, con l’obiettivo di mitigare eventuali
indesiderati rischi di portafoglio e mitigare l’esposizione a
determinati fattori di rischio;
• La gestione della transizione, per rendere meno complesso
il momento in cui si ha un avvicendamento nei gestori di un
portafoglio.
Gli investitori istituzionali utilizzano gli ETF anche per rispondere
a quattro tendenze manifestatesi di recente e che si protrarranno
molto probabilmente negli anni a venire:
• L’investimento in un “mondo divergente”, consistente in
un contesto nel quale le diverse Banche centrali adottano
politiche monetarie divergenti, spingendo gli investitori a
essere più selettivi nella scelta dell’esposizione verso Paesi,
aree geografiche e valute. In un mondo in cui le principali
economie sono fuori sincrono, le politiche monetarie non
ortodosse sono divenute la normalità e, con la volatilità
valutaria in crescita, generare ritorni richiede un approccio
più preciso e flessibile nelle scelte di investimento. Gli ETF
azionari internazionali permettono di prendere esposizione
EXPERIENCETHE
FUTURE2.3
I money manager
scelgono gli ETF
2C A P I T O L O
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 0 8
sulle opportunità di crescita globali ma è possibile optare
per la versione con la copertura valutaria, da abbinare con
strategie che invece si rivolgono a singoli Paesi.
~60%
41%
degli investitori istituzionali europei che usano gli ETF, utilizzano nei loro portafogli ETF sul reddito fisso
Fonte: Greenwich Associates Insight
degli investitori istituzionali europei che usano gli ETF, stanno considerando di rimpiazzare le esistenti posizioni detenute in futures con ETF
Fonte: Greenwich Associates Insight
• Muoversi nella fragile liquidità del mercato dei corporate
bond, Dal 2007 in avanti, la liquidità, misurata sia dai volumi
scambiati sia dalle dimensioni dei singoli trade, è in calo,
per effetto di una riduzione dell’ammontare di capitale che
banche, broker e altri liquidity provider mettono a disposizione
per supportare il trading dei bond sui mercati secondari.
Questo impatta sulla capacità degli investitori di vendere
e comprare specifiche emissioni. Gli ETF sul reddito fisso
consentono agli investitori di fare trading su corporate
bond con buoni livelli di liquidità, di muoversi in un contesto
incerto con riferimento ai tassi d’interesse e di mantenere la
flessibilità anche in fasi di mercati sotto stress.
• Crescenti costi dei contratti future, a causa di una nuova
regolamentazione che sta rendendo più intensi i costi di
rolling (l’attività per cui periodicamente è necessario sostituire
2EXPERIENCETHEFUTURE
C A P I T O L O
2.3I money manager scelgono gli ETF
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 0 9
il contratto in scadenza con uno nuovo) dei contratti future
e, quindi, gli oneri connessi ai tradizionali metodi di accesso
al Beta. L’impatto congiunto della riforma Dodd-Frank negli
USA e degli accordi di Basilea III in Europa ha fatto sì che i
tradizionali liquidity provider siano meno flessibili nell’attività
di trading proprietario e di market maker sui future su indici.
• Comprendere i veri driver dei ritorni di portafoglio, attività
divenuta più complessa perché l’asset allocation tradizionale
può non dare luogo all’attesa diversificazione o non rivelare
tutte le fonti di rischio presenti nel portafoglio. Gli ETF Smart
Beta permettono di comprendere e gestire l’esposizione a
singoli fattori di rischio, di gestire i ritorni in mercati volatili e
di costruire portafogli con una precisa esposizione ai fattori di
rischio.
2.3.2 LE APPLICAZIONI NEL MONDO
DEL WEALTH MANAGEMENT
Un asset manager può adottare una strategia in ETF,
utilizzandoli come mattoncini all’interno di prodotti tradizionali
o implementando soluzioni di investimento basate su
strategie attive con gli ETF. In questo caso non si sviluppa una
sovrapposizione ma piuttosto delle sinergie, con l’ETF provider
che può limitarsi a fornire mattoncini o configurarsi come
beta provider strategico e contribuire attivamente a disegnare
prodotti e strategie basate su ETF.
L’unione di due competenze (la gestione attiva e gli ETF) genera
prodotti innovativi e a valore aggiunto per i distributori e i clienti
finali.
Le soluzioni di investimento in ETF comprendono:
• le gestioni patrimoniali in fondi (GPF) e in titoli (GPM);
• i comparti di Sicav, i Fondi di Fondi e i Fondi di ETF;
• i prodotti assicurativi, ad esempio le unit linked che utilizzano
gli ETF sia nei fondi interni che direttamente in qualità di fondi
esterni.
• i certificati di investimento con ETF come sottostante.
Su tali soluzioni torneremo più dettagliatamente nel prossimo
EXPERIENCETHE
FUTURE2.3
I money manager
scelgono gli ETF
2C A P I T O L O
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 1 0
capitolo dedicato alle modalità di acquisto degli ETF.
Fra i prodotti di investimento, le gestioni patrimoniali e i prodotti
assicurativi sono particolarmente diffusi e consentono di
abbinare al servizio di gestione di portafoglio anche dei benefici
di natura accessoria, come ad esempio l’impignorabilità per le
polizze unit linked, le coperture assicurative e, per le gestioni
patrimoniali, l’efficienza del processo di compravendita dei titoli.
L’evoluzione che si è registrata sul mercato italiano è legata
anche al disegno di soluzioni di investimento che investono in
modo esclusivo o prevalente in ETF. Fra le ragioni di questo
trend vi è la versatilità nell’implementazione dell’asset allocation
e nella strutturazione di prodotti a capitale protetto/garantito.
Alcuni primari istituti hanno abbinato il loro brand a quello degli
ETF, proponendo ai loro clienti soluzioni con sottostanti ETF.
Gli ETF trovano uno spazio naturale nel private banking,
tipicamente caratterizzato da un livello elevato di sofisticazione
della clientela e da una certa specificità di bisogni. Il tipico
investitore in ETF è infatti il cosiddetto “smart investor”, un
soggetto con conoscenza finanziaria mediamente elevata
e particolarmente attento ai costi, con patrimoni e redditi
consistenti.
Nel mondo private, gli ETF sono inseriti ormai da tempo
all’interno di diverse tipologie di prodotti e servizi di
investimento. Indipendentemente dalla forma dell’investimento,
tutte queste strutture sono accomunate da un servizio di asset
allocation delegata per lo più a gestori professionali della banca.
Dall’amministrato al gestito
Esistono poi sul mercato italiano diversi casi di successo che
mostrano come gli ETF possano progressivamente facilitare
il passaggio dal risparmio amministrato fai da te al risparmio
gestito, e, nel gestito, il passaggio da prodotti a bassa
complessità e marginalità a prodotti più evoluti, come gli
investimenti alternativi, le soluzioni previdenziali e la consulenza
evoluta. In molti casi il passaggio può essere veicolato
Gli ETFper smartinvestor
2EXPERIENCETHEFUTURE
C A P I T O L O
2.3I money manager scelgono gli ETF
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 1 1
attraverso la creazione di buy list di ETF in amministrato, fino alla
progressiva costruzione di portafogli modello dedicati a target di
clientela upper affluent o private, ideali per profili particolarmente
attivi e al contempo meno propensi a investire su prodotti di
risparmio gestito tradizionale.
La natura di ETF come “paniere di titoli” rende questo passaggio
particolarmente intuitivo per la clientela ma al tempo stesso
consente alle direzioni bancarie di dare luogo a miglioramenti
di servizio (ad esempio integrandolo con reportistiche ad hoc
o completando una particolare area di expertise della banca),
di testare nuovi modelli di pricing (ad esempio attraverso
l’applicazione di una fee on top) o infine di sperimentare forme
di upselling attraverso la proposta di servizi a maggior valore
aggiunto rispetto alla scelta di acquisto iniziale degli strumenti.
L’implementazione di soluzioni e portafogli in ETF ha
consentito segmentazioni di clientela alternative al mero criterio
patrimoniale, ottimizzando i ricavi mediante l’applicazione di
commissioni legate alla consulenza o alla gestione, ma anche
beneficiando di fonti di reddito addizionali derivanti dagli ETF.
Due possibili strategie
Gli ETF sono strumenti modulari, in quanto offrono al gestore/
consulente un approccio flessibile, caratterizzato da livelli di
complessità variabili. Immaginando a titolo esemplificativo di
voler implementare una strategia di investimento su un’asset
class core come l’azionario europeo, si presentano diverse
opzioni. Un possibile approccio è prendere un’esposizione
diretta sul mercato tramite ETF che replicano i principali indici
azionari allargati sull’area, come lo Stoxx Europe 600 o il MSCI
Europe. Una seconda opzione prevede la scomposizione di
ciascun indice in moduli sulla base della dimensione, della
geografia o del settore e ogni modulo, a sua volta, può essere
rappresentato da singoli ETF. Questo approccio apre al
gestore/consulente la possibilità di essere sempre flessibile nel
modificare lo stile di gestione in favore di rotazioni settoriali,
scommesse su singoli Paesi o su prodotti esposti con diverse
EXPERIENCETHE
FUTURE2.3
I money manager
scelgono gli ETF
2C A P I T O L O
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 1 2
modalità al ciclo economico. Con l’introduzione degli ETF Smart
Beta i gestori professionali stanno sperimentando rotazioni
fattoriali oltre che settoriali, in funzione della capacità di ciascun
fattore di performare nelle diverse fasi del ciclo economico.
Il mix tra ETF e fondi
Una delle caratteristiche che sta suscitando progressivo
interesse da parte delle reti di distribuzione è la capacità dei
gestori di combinare prodotti a gestione attiva con ETF per la
costruzione del portafoglio e la generazione dell’alpha.
Negli Stati Uniti il modello di distribuzione prevalente è di tipo
indipendente, pertanto l’utilizzo di ETF in abbinamento ai fondi
comuni è un trend ormai consolidato. Il 62% dei Financial
Advisors/Private Bankers negli USA ritiene infatti gli ETF
strumenti complementari ai fondi attivi (fonte: Cerulli Associates,
2016), utilizzati soprattutto per esposizioni strategiche su
mercati efficienti o secondo un approccio core-satellite.
44%
2006
53%
66%
3%
40%
2012
76%
53%
9%
74%
2017
85%
61%
15%
88%
32%
25%
23%
19%
14%
10%
37%
42%
41%
51%
48%
37%
33% 57%
48%
26%
35%
27%
34%
20%
Strumento efficienteper la parte core del
portafoglio
Approcio Core satellite
ETF
Fondi comuni
Singole obbligazioni
Hedge fund
Fondi di private funds
Singole azioni
Liquidità
Esposizioni tematiche
Esposizionisettoriali
Esposizioni alternative
Singoli paesi(es Giappone)
Hedge / short
Spesso Qualche volta Mai
Come gli Advisor negli USA utilizzano gli ETF
Investimenti consigliati dagli advisor USA
Fonte: Cerulli AssociatesFonte: Trends in Investing Surveys, FPA
2EXPERIENCETHEFUTURE
C A P I T O L O
2.3I money manager scelgono gli ETF
85%
60%
9%
82%
49%
9%
80%
52%
9%
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2.4 COMPRARE GLI ETF IN BORSA O ALL'INTERNO DI ALTRI PRODOTTINon di sola borsa vivono gli ETF. Solo una parte degli acquisti
di Exchange Traded Fund passano infatti per la via diretta del
mercato. Sempre più gli ETF entrano nei portafogli attraverso
servizi di investimento. Si tratta delle cosiddette wrapped
solution (come le gestioni patrimoniali, i prodotti assicurativi,
i certificati d’investimento e i fondi di fondi), dove gli ETF
costituiscono i mattoncini alla base dello strumento nel
complesso.
2.4.1 L’INVESTIMENTO DIRETTO IN BORSA
Gli ETF si negoziano in borsa come qualsiasi azione di società
quotata, tramite un intermediario abilitato (banca o SIM). Non è
necessario aprire un conto titoli separato.
Per un investitore privato è quindi possibile acquistare e vendere
gli ETF in banca o attraverso le piattaforme online, ma anche
mediante ordini trasmessi all’intermediario tramite consulente
finanziario o private banker.
Gli ETF possono essere negoziati in qualsiasi momento durante
i normali orari di negoziazione, utilizzando tutte le strategie di
trading applicabili alle azioni, inclusi il market order (ordine al
meglio), il limit order (ordine limite), lo stop order (ordine stop), lo
short selling (vendita allo scoperto) e l’acquisto con margine. Se
all’investitore è consentito acquistare con margine e negoziare
titoli allo scoperto mediante il proprio broker, queste tecniche
potranno essere applicate anche agli ETF.
La segmentazione di ETFPlus
ETFplus è il mercato regolamentato telematico di Borsa Italiana
interamente dedicato alla negoziazione in tempo reale degli
strumenti che replicano l’andamento di indici e di singole
EXPERIENCETHE
FUTURE2.4
Comprare gli ETF in borsa o
all'interno di altri prodotti
2C A P I T O L O
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materie prime:
• ETF (Exchange Traded Funds);
• ETF strutturati
• ETF a gestione attiva
• Strumenti finanziari derivati cartolarizzati (ETC/ETN).
Sul mercato ETFplus sono inoltre negoziati OICR innovativi
(ETF strutturati), che non si limitano a replicare il mercato a
cui si riferiscono ma permettono agli investitori di accedere
a particolari strategie di investimento, come la possibilità di
prendere posizione su un mercato con effetto leva (leveraged
ETF) o scommettere, con o senza leva, sui ribassi (ETF short).
La negoziazione su ETFplus
Le negoziazioni di ETF si svolgono in continua dalle 9.00 alle
17.25. È inoltre prevista una fase di asta di chiusura dalle 17.25
alle 17.30 (con chiusura random nell’ultimo minuto 17.30.00 –
17.30.59).
La conclusione dei contratti sul mercato ETFplus avviene
mediante l’abbinamento automatico delle proposte di acquisto
e di vendita, ordinate secondo criteri di priorità prezzo/tempo.
Possono essere inserite proposte con o senza limite di prezzo e
possono essere specificate, tra le altre, le modalità “valida fino a
cancellazione” e “valida fino alla data specificata”.
Per garantire il regolare svolgimento delle negoziazioni è stabilito
un limite massimo di variazione del prezzo delle proposte
immesse sul mercato rispetto al prezzo di controllo, un limite
massimo di variazione del prezzo dei contratti sempre rispetto
al prezzo di controllo e infine un limite massimo di variazione dei
prezzi tra due contratti consecutivi.
La liquidazione dei contratti viene realizzata presso Monte Titoli
(la società di gestione accentrata, liquidazione e regolamento
di Borsa Italiana - London Stock Exchange Group) il secondo
giorno di mercato aperto successivo all’esecuzione dei contratti,
che godono inoltre della garanzia di buon fine fornita dalla
controparte centrale (Cassa di Compensazione e Garanzia).
Il lotto minimo di negoziazione è di una azione/quota.
2EXPERIENCETHEFUTURE
C A P I T O L O
2.4Comprare gli ETF in borsa o all'interno di altri prodotti
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 1 5
Esistono tuttavia numerosi altri canali attraverso i quali
acquistare gli ETF. In particolare mediante servizi d’investimento
come le gestioni patrimoniali, i prodotti assicurativi, i certificati
d’investimento o i fondi di fondi.
2.4.2 GLI ETF NEI PRODOTTI D’INVESTIMENTO
Gli ETF nelle gestioni patrimoniali
Le gestioni patrimoniali sono servizi di investimento effettuati in
modalità personalizzata che nella loro impostazione tradizionale
si rivolgono in genere a una clientela con elevata disponibilità
di capitale, ma che grazie all'utilizzo degli ETF possono essere
creati anche per importi relativamente contenuti, persino al di
sotto dei 10.000 euro.
L’utilizzo degli ETF in tale tipologia di servizio è riconducibile alla
replica di indici contenuti nei benchmark delle gestioni stesse o
di mercati difficilmente raggiungibili altrimenti. L’utilizzo degli ETF
nelle gestioni permette elevati livelli di trasparenza per il cliente,
oltre che di diversificazione, senza rinunciare ai presupposti di
una gestione attiva.
Per i gestori i vantaggi sono invece da ricercare nell’efficienza,
nella possiblità di conferire un’impostazione al portafoglio
dinamica nel tempo e di poter modificare rapidamente il
portafoglio.
Gli ETF nei prodotti assicurativi
Nelle polizze unit linked e multiramo gli ETF sono utilizzati per
completare l’universo investibile, affiancandoli tipicamente ad
altri temi d’investimento già coperti da fondi interni ed esterni.
Gli ETF completano dunque la gamma di possibilità di ricerca di
valore aggiunto, aumentando le opportunità di diversificazione.
Anche i gestori dei fondi interni alla polizza possono
naturalmente decidere di investire parte degli asset in ETF.
Inoltre, la necessità che spesso le compagnie di assicurazione
hanno di valorizzare il NAV a livello giornaliero trova la sua
massima espressione con uno strumento, l’ETF, caratterizzato
da una valorizzazione in tempo reale, oltre che da elevata
EXPERIENCETHE
FUTURE2.4
Comprare gli ETF in borsa o
all'interno di altri prodotti
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liquidabilità e negoziabilità.
La reattività degli ETF consente infine di effettuare investimenti
tattici e strategici a costi contenuti.
Gli ETF nei certificati d’investimento
Gli ETF sono utilizzati anche come sottostanti dei certificati
di investimento, tipicamente nel caso di indici difficilmente
replicabili con derivati. E' il caso dell'azionario emergente o di
alcune tipologie di bond, quali gli high yield e i corporate bond.
Il mix dei due strumenti consente tuttavia una serie di numerosi
altri vantaggi: associare l’esposizione ai mercati garantita
dagli ETF, modificare l’abituale profilo di rendimento/payoff
(aggiungendo ad esempio una garanzia sul capitale), ridurre
l’esposizione ad alcuni rischi derivanti dalla struttura stessa del
certificato.
Un ulteriore vantaggio per il certificato è di poter acquistare
una gestione di ETF in formato liquido rispetto alla gestione
patrimoniale.
Gli ETF nei fondi di fondi
I fondi di fondi investono in quote di altri fondi comuni, di Sicav
e di ETF, selezionati a monte da un gestore.
L’inserimento degli ETF al fianco dei tradizionali fondi
comuni o delle Sicav permette ai fondi di fondi di realizzare
pienamente il loro obiettivo fondamentale: garantire la massima
diversificazione degli stili di gestione agli investitori. Con gli ETF
è infatti possibile spingere al massimo la diversificazione anche
su aree geografiche e settori tipicamente non coperti dai fondi
attivi, completando l’asset allocation.
La profondità assicurata dagli ETF nella replica delle asset class
consente inoltre al gestore di poter inserire nel portafoglio anche
asset class poco correlate con i fondi in portafoglio, pur in
coerenza con la politica di investimento del fondo di fondi e dei
suoi limiti di concentrazione agli investimenti.
2EXPERIENCETHEFUTURE
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2.4Comprare gli ETF in borsa o all'interno di altri prodotti
Cerulli Associates
Il 62% dei Financial Advisor e Private Banker negli USA ritiene gli ETF strumenti complementari
ai fondi attivi, utilizzati soprattutto per esposizioni
strategiche su mercati efficienti o secondo un approccio
Core - Satellite
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 1 7
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 1 8
2.5 IL FUTURO DELL’INDUSTRIA
L’adozione degli ETF è destinata ad accelerare, grazie ai
cambiamenti normativi, all’innovazione di prodotto e al crescente
riconoscimento dei benefici di lungo termine degli investimenti
in prodotti meno costosi. In questo contesto giocano un ruolo
fondamentali due fenomeni, uno già avviato e l’altro in procinto
di dispiegare i suoi effetti.
Si tratta in un caso della digitalizzazione dei processi
d’investimento e della robo advisory (nei cui modelli gli
ETF rappresentano lo strumento d’elezione) e nell’altro
dell’introduzione della direttiva Mifid II, che da inizio 2018
segnerà un punto di svolta nelle modalità di offerta di servizi
finanziari alla clientela, con previsti effetti propulsivi sull’industria
degli ETF.
2.5.1 I DRIVER DELLA CRESCITA
Le caratteristiche fin qui esposte hanno consentito agli ETF
di guadagnare uno spazio sempre maggiore nelle allocazioni
d’investimento. Esistono tuttavia forze propulsive che lasciano
presagire un ulteriore allargamento dell’utilizzo di tali strumenti
presso tutte le categorie di investitori.
Nel suo report “ETFs: A roadmap to growth”, PwC ha raccolto la
previsione secondo cui la diffusione degli ETF avrà un ulteriore
accelerazione in futuro, con asset globali che supereranno i
7.000 miliardi di dollari entro il 2021.
I principali driver di crescita dell’industria degli ETF identificati
per Italia ed Europa sono sostanzialmente tre:
• fattori regolamentari in cui vengono anteposti gli interessi
degli investitori rispetto a quelli commerciali dell’industria,
anche attraverso iniziative atte ad innalzare la trasparenza;
• sviluppo della consulenza per effetto dell’applicazione
della direttiva Mifid II a partire da gennaio 2018. Le prossime
evoluzioni normative avranno certamente un impatto
2EXPERIENCETHEFUTURE
C A P I T O L O
2.5Il futuro dell’industria
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 1 9
significativo sull’apertura agli ETF, che trovano spazio naturale
nei modelli di consulenza remunerati direttamente dal cliente
(fee based);
• la digitalizzazione dei servizi finanziari tramite la Robo
Advisory.
Nei prossimi paragrafi vedremo come ciascuna di queste forze
sta impattando e influenzerà il mercato degli ETF nei prossimi
anni.
2.5.2 REGOLAMENTAZIONE
Nel mondo della distribuzione di prodotti finanziari si sta
assistendo a un cambiamento senz’altro non omogeneo
nella forma ma molto deciso nella direzione di una maggiore
trasparenza e di accresciuta attenzione ai costi.
Le prossime evoluzioni normative avranno certamente un
impatto significativo sui modelli di business nel wealth
management e, indirettamente, sull’apertura all’industria passiva
nei modelli di consulenza in Europa. Come già accaduto in
Gran Bretagna dove il più basso profilo commissionale dei
prodotti passivi è risultato premiante nell’applicazione della
Retail Distribution Review (RDR), che ha aperto la strada
all’eliminazione delle commissioni di retrocessione da parte dei
consulenti.
L’Europa rappresenta oggi un mercato molto promettente per gli
ETF e dove si stimano i tassi di crescita più rilevanti, benché il
peso di questa regione sulle masse globali sia inferiore al 20%.
Proprio in Europa si registra l’allineamento di diversi fattori
chiave di crescita, riconducibili all’adozione dello strumento da
parte di categorie nuove di investitori istituzionali o all’apertura
dei principali canali distributivi su impulso regolamentare. In
Europa assistiamo inoltre all’evoluzione dell’intero ecosistema
legato agli ETF, che include i mercati regolamentati, i Market
Maker e i Regolatori. Questa evoluzione innesca circoli
virtuosi che migliorano l’efficienza degli strumenti, attraendo
categorie nuove di investitori o spingendo a sperimentare nuove
applicazioni da parte degli investitori esistenti.
EXPERIENCETHE
FUTURE2.5
Il futuro dell’industria
2C A P I T O L O
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 2 0
La base di investitori in Europa si presenta diversa rispetto a
quella statunitense: in USA si stima che il 50% degli investitori
sia istituzionale e il 50% retail, mentre in Europa c’è ancora un
netto sbilanciamento sulla clientela istituzionale. L’evoluzione
dei modelli di business nella consulenza già in atto in diversi
Paesi, unitamente all’applicazione della Mifid II, sarà il driver di
una crescita molto pronunciata dei canali Wealth e Retail nei
prossimi anni.
Il 3 gennaio del 2018, quando entrerà in vigore Mifid II. La
direttiva dovrebbe migliorare la trasparenza sui costi nei
confronti dei clienti finali, poiché vieterebbe il pagamento
delle commissioni da parte delle fabbriche prodotto ai wealth
manager e consulenti finanziari indipendenti. In tale contesto, la
gestione del costo medio del portafoglio diventerà determinante.
In particolare le disposizioni recepite, in quanto ispirate al
dovere di agire nel miglior interesse del cliente, garantiscono
una corretta informazione per gli investitori, regolano i potenziali
conflitti di interesse tra le parti e richiedono un’adeguata
profilatura del risparmiatore. Le imprese di investimento
dovranno attenersi a regole più stringenti al fine di garantire
i clienti circa il fatto che i prodotti finanziari loro offerti siano
adeguati alle loro esigenze e caratteristiche e che i beni nei quali
investono siano adeguatamente protetti.
Si ampliano poi gli obblighi di comunicazione alla clientela su
costi e oneri connessi ai servizi di investimento o accessori che
devono includere anche il costo della consulenza (se rilevante),
il costo dello strumento finanziario raccomandato o venduto al
cliente e le modalità con cui il cliente può remunerare il servizio
d’investimento ricevuto. Inoltre, le informazioni circa tutte le
voci di costo devono essere presentate in forma aggregata, per
consentire al cliente di conoscere il costo complessivo e il suo
impatto sul rendimento atteso dall’investimento.
Tra le previsioni della nuova normativa vi è anche quella
della possibilità di erogare servizi di consulenza evoluta e
personalizzata su base indipendente, fondata su un sistema
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2.5Il futuro dell’industria
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 2 1
commissionale alternativo a quello delle retrocessioni delle
commissioni di collocamento conferite agli attuali consulenti
finanziari (ex promotori finanziari).
La clientela più evoluta sarà presumibilmente attratta dalla
consulenza indipendente, come già avviene per gli ETF, che negli
Usa sono scelti principalmente da investitori in possesso di un
elevato grado di istruzione e da buona dotazione patrimoniale.
Per rispondere a questa domanda i consulenti dovranno
garantire l’accesso a un’ampia gamma di strumenti finanziari
al fine di comporre il portafoglio del cliente. Si passerebbe
così da un’ottica di fund selector, quale quella attualmente
preponderante tra i consulenti italiani, a un approccio di asset
allocation. Ne conseguirà in tal modo la possibilità di addivenire
a un mix di attivo e passivo.
Gli intermediari dovranno poi dotarsi di strutture di governance
tali da garantire che i prodotti finanziari vengano distribuiti ai
clienti sulla base delle loro esigenze e caratteristiche.
Va rilevato come nei mercati che hanno già completato
la transizione verso modelli di consulenza indipendente,
come Gran Bretagna e Olanda, l’utilizzo degli ETF e dei
prodotti indicizzati, che presentano generalmente un profilo
commissionale più contenuto, è cresciuto vertiginosamente (una
trattazione più approfondita delle novità di Mifid II è presente nel
captiolo 1).
2.5.3 ROBO ADVISORY E DIGITALIZZAZIONE
Gli investimenti in innovazione tecnologica applicata alla finanza
sono passati, negli ultimi 10 anni, da 1,8 a 19 miliardi di dollari
(fonte: Citi). Si prevede, inoltre, un maggior interesse verso
strumenti di gestione innovativi quali i sistemi di robo-advisory,
una nuova frontiera di soluzioni di investimento digitalizzate,
gestite professionalmente attraverso piattaforme o sistemi mobili
evoluti.
Si tratta di piattaforme online che, grazie al supporto di team
professionali, offrono ai risparmiatori soluzioni di investimento
precostituite, proponendo la costruzione di portafogli standard
EXPERIENCETHE
FUTURE2.5
Il futuro dell’industria
2C A P I T O L O
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 2 2
sulla base della profilazione della clientela, a fronte di una
parcella definita e a basso costo. I portafogli proposti dai robo-
advisor sono costituiti in prevalenza da ETF in ragione della
possibilità di costruire con essi portafogli molto diversificati,
a costi ridotti, in cui si conoscono in tempo reale tutti i titoli
sottostanti e dei vantaggi in termini di costi, di ampiezza dei
sottostanti e di elevata liquidità.
Il mondo dei Robo Advisor sta cambiando il modo di relazionarsi
con i risparmiatori, introducendo forme di comunicazione
innovative per il mondo della finanza ma ormai ampiamente
utilizzate in altri settori: acquistare prodotti finanziari secondo le
logiche dell’e-commerce, monitorare la composizione settoriale
e geografica nel continuo, accedere ai mercati in modo
diversificato e istantaneo, eseguire transazioni one click senza
inefficienze.
Benché il target primario della Robo Advisory sia finora
rappresentato da investitori “fa da te” e mass affluent
insoddisfatti, si comincia a guardare anche ad altri segmenti
come i canali private/HNWI (high-net-worth-individuals), dove
l’adozione della multicanalità sta prendendo piede. Non si tratta
peraltro di un fenomeno solo americano, già oggi in Europa
esistono almeno 30 Robo Advisors con modelli di business
anche molto diversi tra loro.
L’opportunità per le banche
Per le banche tradizionali l’evoluzione verso la robo-advisory
risulterà vantaggiosa per ampliare la clientela e avvicinare,
almeno in una prima fase, clienti “da private banker”, attenti
ai costi e desiderosi di posizionare in autonomia una porzione
del proprio patrimonio. Si potrebbero inoltre servire i clienti
che sono affiancati parzialmente o, al contrario, che non sono
seguiti; a tal proposito è bene ricordare che in Italia il 40% delle
masse rientra nel risparmio amministrato.
Si tratterebbe pertanto di mettere a reddito l’amministrato,
con fee molto basse e puntando su economie di scala. Per
le banche sarebbe l’evoluzione del fai da te, in cui far pagare
2EXPERIENCETHEFUTURE
C A P I T O L O
2.5Il futuro dell’industria
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 2 3
l’asset allocation, trattenere le commissioni di intermediazione
ed evitare al cliente di abbandonare i piani di investimento e di
accumulo.
L’obiettivo possibile per le banche, grazie ai robo-advisor, è
dunque quello di migliorare il servizio al cliente, assicurandosi al
tempo stesso la redditività e la conservazione delle masse.
Per le banche, che hanno già all’interno grandi capacità
gestionali, si può così prefigurare la costruzione di portafogli
gestiti totalmente in ETF successivamente venduti online.
La Robo for Advisory
Di recente si è registrata una transizione del mercato
dell’advisory digitale da forme di consulenza fintech di tipo
B2C, a forme più evolute di consulenza digitale, sviluppate da
banche e wealth managers in ottica B2B2C. Si ritiene che la
digital advisory possa diventare sempre più parte integrante
di ogni offerta di Wealth Management; in questo contesto, la
Robo Technology può essere utilizzata per disegnare soluzioni
sempre più sofisticate di financial planning (es. investimenti
basati su bisogni o goal based investing, soluzioni di accumulo
o Robo Retirement). In sostanza, dunque, si passerà da servizi
semplificati e stand alone a vere e proprie tecnologie integrate
nelle piattaforme degli intermediari e a supporto dei gestori di
relazione. Servizi di questa natura possono anche essere messi a
29% 64% 7%
Significant Impact Moderate Impact Little to no Impact
L’impatto dei robo advisor sull’industria degli ETFnei prossimi 5 anni
Fonte: PwC, “2nd Annual Global ETF Survey 2015”
EXPERIENCETHE
FUTURE2.5
Il futuro dell’industria
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E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 2 4
disposizione delle reti per ottimizzare la gestione della clientela,
proponendo forme di alternative di segmentazione per servizio.
Capgemini ha recentemente analizzato le dinamiche
prospettiche del wealth management, evidenziando nello
sviluppo digitale la maggiore opportunità nei prossimi anni; ad
esempio, è emerso che oltre il 25% dei clienti HNW preferisce
contatti digitali a quelli diretti.
I maggiori player di wealth management stanno sempre più
riconoscendo il valore di tool digitali come strumento per
approfondire le relazioni e facilitare flussi informativi: quasi il 60%
dei wealth manager ha come priorità la digitalizzazione dei servizi
nel breve termine, il 70% entro il medio termine.
$1.1
$1.1
$0.7
$0.8
$0.4
$0.1$0.1
$0.2$0.4
$0.3$0.5
$0.5
$2.2
$1.5
CAGR: 68%
$0,9
2016 2017 2018 2019 2020
Da asset già investiti Grandi gruppi finanziari
La crescita prevista degli asset under management dei robo advisor negli USA
Fonte: Aite Group, Cerulli Associates
2EXPERIENCETHEFUTURE
C A P I T O L O
2.5Il futuro dell’industria
IL FUTURO DELLA ROBO-ADVISORY
La società di ricerca A.T. Kerney ha intervistato 4.000 risparmiatori statunitensi a proposito dei robo-advisor: il 20% conosce l’esistenza dei robo-advisor e un terzo di questi si dichiara disposto a usarli. Si stima che nel 2020 il 5-6% del mercato del wealth management potrebbe essere appannaggio dei robo-advisor. Chi sceglie i robo-advisor lo fa per i costi (nel 40% dei casi) ma soprattutto per l’esperienza utente, quasi esclusivamente digitale, che offre ampia trasparenza e un livello di partecipazione ottimale. Gli early adopter, che possono essere definiti come dei pionieri nell’uso dei robo-advisor, sono disposti a investirvi anche fino al 40% del loro patrimonio, mentre per coloro che fanno parte della seconda ondata (tipicamente persone tra i 35 e i 40 anni con un buon grado di educazione ma più prudenti) la quota si ferma al 20%.
In un report dedicato al mercato italiano, “Robo Advisory moves forward to Italy”, un’altra società di consulenza, PWC, spiega di attendersi che il futuro della consulenza finanziaria sarà digitale. Il 40% degli intervistati con età compresa tra i 46 e i 55 anni si è infatti dichiarato aperto a soluzioni di robo-advisory, mentre tra i più giovani le percentuali sono ancora superiori.PWC ha individuato quattro modelli di robo-advisor dotati di differenti gradi di integrazione con le banche e con i consulenti fisici: il robo-advisor puro, il robo-advisor separato dalla banca che lo propone, quello in cui è invece completamente integrato e infine la versione robo4advisor, dove lo strumento tecnologico viene messo a disposizione del consulente e non del cliente finale.
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 2 5
I N V E S T I R E I N E T F P E R O B I E T T I V I
2
1 INTEGRAZIONE DEL REDDITO
3
4
CRESCITA DEL CAPITALE
PROTEZIONE DEL CAPITALE
DIVERSIFICAZIONE
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 2 7
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 2 8
C A P I T O L O
TICKER LQDE / CODICE ISIN IE0032895942 / CODICE REUTERS LQDE.MI / CODICE BLOOMBERG LQDE IM
FATTORI DI RISCHIOEsposizione al rischio emittentedelle obbligazioni in portafoglio.
Esposizione all’evoluzionedei tassi d’interesse.
Rischio cambio euro/dollaro Usa.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOMarkit iBoxx USD Liquid Investment Grade
TER (COSTO ANNUO)0,20%
DATA DI LANCIO16/05/2003
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Integrazione del reddito
L’ETF permette di ricevere su base trimestrale un flusso di dividendi generato dall’investimento in obbligazioni corporate, usualmente caratterizzate da un tasso cedolare più elevato di quello dei titoli di Stato.
L’ETF permette di investire nelle obbligazioni emesse dalle principali società internazionali caratterizzate da rating elevato (investment grade) e denominate in dollari Usa. Ciascun emittente non può avere un peso
superiore al 3%. La duration del paniere è elevata (circa 8 anni).
iShares $ Corporate BondUCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
11.500
10.500
12.000
12.500
11.000
13.000
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
3OBIETTIVOIntegrazionedel reddito
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 2 9
TICKER IHYU / CODICE ISIN IE00B4PY7Y77 / CODICE REUTERS IHYU.MI / CODICE BLOOMBERG IHYU IM
FATTORI DI RISCHIOEsposizione al rischio emittente delle
singole obbligazioni in portafoglio.
Esposizione, seppur limitata in ragione della bassa duration (circa 4 anni), al
rialzo dei tassi d’interesse.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOMarkit iBoxx USDLiquid High Yield Capped
TER (COSTO ANNUO)0,50%
DATA DI LANCIO13/09/2011
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Integrazione del reddito
Il rating più basso degli emittenti presenti nel paniere viene usualmente compensato dalla distribuzione di cedole più elevate.
L’ETF offre la possibilità di investire in un paniere di circa 1.000 obbligazioni societarie denominate in dollari e caratterizzate da un
rating inferiore all’investment grade (da BB+ a CCC). La diversificazione dell’investimento è assicurata dall’elevato numero di titoli in portafoglio e
dal peso massimo per ciascun titolo fissato al 3% del totale.
iShares $ High Yield Corporate Bond UCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
11.500
10.500
12.000
12.500
13.000
11.000
13.500
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
C A P I T O L O
OBIETTIVOIntegrazione
del reddito
3
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TICKER SDHY / CODICE ISIN IE00BCRY6003 / CODICE REUTERS SDHY.MI / CODICE BLOOMBERG SDHY IM
FATTORI DI RISCHIOEsposizione, seppur limitata in ragione della bassa duration, al rialzo dei tassi
d’interesse negli Usa.
Esposizione al rischio emittente delle singole obbligazioni in portafoglio.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOMarkit iBoxx USD Liquid High Yield 0-5 Capped
TER (COSTO ANNUO)0,45%
DATA DI LANCIO15/10/2013
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Integrazione del reddito
Il rating più basso degli emittenti presenti nel paniere viene usualmente compensato dalla distribuzione di cedole più elevate.
L’ETF offre accesso al segmento ad alto rendimento delle obbligazioni societarie denominate in dollari Usa. Si tratta di titoli caratterizzati da
duration molto breve (inferiore ai 2 anni) e rating inferiore all’investment grade (da BB+ a CCC). Il paniere sottostante contiene circa 500 titoli il
cui singolo titolo non può superare il 3% del totale.
iShares $ Short Duration High Yield Corporate Bond UCITS ETF
ANDAMENTO STORICON
OV 1
3
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
6
LU
G 1
7
9.000
10.500
9.500
11.000
10.000
11.500
C A P I T O L O
3OBIETTIVOIntegrazionedel reddito
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 3 1
TICKER IEAC / CODICE ISIN IE00B3F81R35 / CODICE REUTERS IEAC.MI / CODICE BLOOMBERG IEAC IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione al rischio emittente delle singole obbligazioni in portafoglio.
Esposizione all’aumento dei tassi d’interesse nell’Area Euro.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOBloomberg Barclays Euro Corporate Bond
TER (COSTO ANNUO)0,20%
DATA DI LANCIO6/03/2009
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Integrazione del reddito
In ragione di dividendi distribuiti su base semestrale e di cedole più elevate rispetto a quelle corrisposte da titoli di Stato di pari durata.
L’ETF consente di investire in obbligazioni societarie emesse in euro da società internazionali e caratterizzate da rating elevato (investment
grade). Il paniere sottostante è composto da 1.600 titoli quotati sul mercato Eurobond e sui mercati dell’Eurozona, dotati di una vita residua
superiore a un anno e con un ammontare minimo in circolazionedi 300 milioni di euro.
iShares Core Euro Corporate BondUCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
11.000
15.000
14.000
16.000
13.000
12.000
19.000
18.000
17.000
C A P I T O L O
OBIETTIVOIntegrazione
del reddito
3
PRODOTTOBILLIONAIRE*
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 3 2
TICKER IAPD / CODICE ISIN IE00B14X4T88 / CODICE REUTERS IAPD.MI / CODICE BLOOMBERG IAPD IM
FATTORI DI RISCHIOEsposizione alle flessioni del ciclo
economico internazionale.
Rischio di cambio tra l’euro e le divise in cui sono quotate le società presenti in
portafoglio.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTODow Jones Asia Pacific Select Div 30
TER (COSTO ANNUO)0,59%
DATA DI LANCIO02/06/2006
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Integrazione reddito
L’ETF investe in società che distribuiscono dividendi elevati e permette di ricevere un flusso cedolare trimestrale.
L’ETF permette di prendere posizione sulle società asiatiche che nella storia recente abbiano distribuito i dividendi più elevati e che presentano
le politiche di distribuzione dei dividendi più sostenibili. Nel paniere sottostante rientrano 30 titoli di Paesi asiatici sviluppati che possano vantare un tasso di crescita del dividendo storico non negativo negli
ultimi tre anni e selezionate sulla base del dividend yield, ossia il rapporto tra dividendo e prezzo dell’azione.
iShares Asia Pacific DividendUCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
5.000
7.000
6.000
11.000
10.000
13.000
12.000
9.000
8.000
14.000
C A P I T O L O
3OBIETTIVOIntegrazionedel reddito
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 3 3
TICKER EXX5 / CODICE ISIN DE000A0D8Q49 / CODICE REUTERS DJDVPEX.MI / CODICE BLOOMBERG DJDVPEX IM
FATTORI DI RISCHIO
Fondo sensibile a eventi economici, politici, di mercato o normativi locali.
Può essere influenzato dall’andamento quotidiano del mercato azionario Usa.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTODow Jones Select Dividend Index SM
TER (COSTO ANNUO)0,31%
DATA DI LANCIO28/09/2005
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Integrazione del reddito
In ragione di dividendi distribuiti trimestralmente e di un indice sottostante focalizzato su titoli a elevato tasso di distribuzione cedolare.
Offre un’esposizione a un’ampia gamma di società quotate negli Stati Uniti e, quindi, in un unico Paese con un forte orientamento al reddito.
Indicato a chi vuole cogliere la possibilità di un investimentoin 100 società che pagano dividendi elevati.
iShares Dow Jones U.S. Select Dividend UCITS ETF (DE)
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
12.000
11.000
14.000
13.000
17.000
16.000
15.000
19.000
18.000
C A P I T O L O
OBIETTIVOIntegrazione
del reddito
3
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 3 4
TICKER IDVY / CODICE ISIN IE00B0M62S72 / CODICE REUTERS IDVY.MI / CODICE BLOOMBERG IDVY IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione all’evoluzione del ciclo economico nell’Area Euro.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOEURO STOXX Select Dividend 30
TER (COSTO ANNUO)0,40%
DATA DI LANCIO28/10/2005
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Integrazione reddito
L’ETF investe in società che storicamente distribuiscono dividendi elevati e permette di ricevere un flusso cedolare trimestrale.
Permette di avere un’esposizione alle 30 società dell'Eurozona che storicamente distribuiscono dividendi più elevati. Adatto a chi cerca
un investimento considerato difensivo nella zona euro e vuolebeneficiare di un interessante flusso cedolare trimestrale.
iShares EURO DividendUCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
11.000
12.000
13.000
18.000
19.000
16.000
17.000
14.000
15.000
20.000
C A P I T O L O
3OBIETTIVOIntegrazionedel reddito
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 3 5
TICKER IBGY / CODICE ISIN IE00B4WXJG34 / CODICE REUTERS IBGY.MI / CODICE BLOOMBERG IBGY IM
FATTORI DI RISCHIO
Rischio di credito, variazionidei tassi e/o insolvenze degli emittenti.
Declassamenti reali o potenziali possono aumentare il livello di rischio.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOBloomberg Barclays Euro Government Bond 5-7yr Term
TER (COSTO ANNUO)0,20%
DATA DI LANCIO17/04/2009
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Integrazione del reddito
L’ETF, che prevede la distribuzione di dividendi semestralmente, consente l’investimento in titoli governativi a media scadenza caratterizzati da buon flusso cedolare.
Punta a replicare il più fedelmente possibile l’andamento di un indice composto da obbligazioni governative investment grade
di Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna. Adatta a chi cerca un’esposizione mirata a bond governativi in euro di medio termine.
iShares Euro Government Bond 5-7yr UCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
10.200
10.400
10.600
11.000
10.800
11.600
11.400
11.200
12.000
11.800
C A P I T O L O
OBIETTIVOIntegrazione
del reddito
3
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 3 6
C A P I T O L O
3OBIETTIVOIntegrazionedel reddito
TICKER IBGM / CODICE ISIN IE00B1FZS806 / CODICE REUTERS IBGM.MI / CODICE BLOOMBERG IBGM IM
FATTORI DI RISCHIO
L’elevata duration lo espone al rischiocollegato al rialzo dei tassi.
Sottoposto al rischio emittente dei titoliche compongono il paniere.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOBloomberg Barclays Euro Government Bond 10 Year Term
TER (COSTO ANNUO)0,20%
DATA DI LANCIO08/12/2006
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Integrazione del reddito
L’ETF distribuisce infatti semestralmente un flusso cedolare su titoli di media durata, più elevato di quello usualmente corrisposto da titoli a più breve scadenza.
Investe in un paniere di titoli di Stato dell’Eurozona a medio-lungo termine. È adatto a chi vuole investire in obbligazioni della zona euro
e ottenere un interessante flusso cedolare nel tempo, che viene distribuito su base semestrale.
iShares Euro Government Bond 7-10yr UCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
10.500
11.000
11.500
12.500
12.000
13.500
13.000
14.000
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 3 7
C A P I T O L O
OBIETTIVOIntegrazione
del reddito
3
TICKER IBGZ / CODICE ISIN IE00B4WXJH41 / CODICE REUTERS IBGZ.MI / CODICE BLOOMBERG IBGZ IM
FATTORI DI RISCHIO
Sensibilità agli eventi economici, politici, di mercato o normativi locali.
Declassamenti reali o potenziali possono aumentare il livello di rischio.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOBloomberg Barclays Euro Government Bond 10-15 yr Term
TER (COSTO ANNUO)0,20%
DATA DI LANCIO17/04/2009
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Integrazione del reddito
Grazie alla distribuzione semestrale di un flusso cedolare più elevato rispetto a quello che viene di solito corrisposto da titoli governativi a più breve scadenza.
Punta a replicare il più fedelmente possibile l’andamento di un indice composto da obbligazioni governative investment grade di Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna. Offre un’esposizione mirata
a obbligazioni governative in euro di lungo termine.
iShares Euro Government Bond 10-15yr UCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
11.000
12.000
13.000
15.000
14.000
16.000
17.000
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 3 8
C A P I T O L O
3OBIETTIVOIntegrazionedel reddito
TICKER IPRP / CODICE ISIN IE00B0M63284 / CODICE REUTERS IPRP.MI / CODICE BLOOMBERG IPRP IM
FATTORI DI RISCHIOEsposizione all’andamento
del settore immobiiare in Europae all’economia del continente.
Rischio cambio tra Euro e le divise in cui sono espressi i titoli presenti nel fondo.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOFTSE EPRA/NAREIT Developed Europe ex UK Dividend+
TER (COSTO ANNUO)0,40%
DATA DI LANCIO4/11/2005
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Integrazione reddito
L’ETF consente di incassare con cadenza trimestrale un consistente flusso di dividendi da azioni selezionate tenendo in considerazione la loro politica di distribuzione degli utili.
L’ETF è ideale per assumere una posizione sul settore immobiliare in Europa. L’indice sottostante investe infatti nei titoli azionari (circa 60)
delle società immobiliari e delle società di investimento immobiliare (Reit) quotate in Europa, ad esclusione di quelle britanniche, per le quali il
rapporto dividendo/prezzo sia almeno pari al 2%.
iShares European Property YieldUCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
11.000
13.000
12.000
16.000
15.000
14.000
19.000
18.000
17.000
20.000
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 3 9
C A P I T O L O
OBIETTIVOIntegrazione
del reddito
3
TICKER IBGL / CODICE ISIN IE00B1FZS913 / CODICE REUTERS IBGL.MI / CODICE BLOOMBERG IBGL IM
FATTORI DI RISCHIO
Rischio credito, variazioni dei tassie/o insolvenze degli emittenti.
Declassamenti reali o potenziali possono aumentare il livello di rischio.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOBloomberg Barclays Euro Government Bond 30 Year Term
TER (COSTO ANNUO)0,20%
DATA DI LANCIO08/12/2006
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Integrazione del reddito
In considerazione della distribuzione su base semestrale di un flusso cedolare più elevato rispetto a quello che viene usualmente corrisposto da titoli governativi a più breve scadenza.
Offre un’esposizione mirata a obbligazioni governative in eurodi lungo termine. Punta infatti a replicare il più fedelmente possibile
l’andamento di un indice composto da obbligazioni governative investment grade di Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna.
iShares Euro Government Bond 15-30yr UCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
11.000
12.000
13.000
15.000
14.000
16.000
17.000
18.000
19.000
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 4 0
C A P I T O L O
3OBIETTIVOIntegrazionedel reddito
TICKER EMBE / CODICE ISIN IE00B9M6RS56 / CODICE REUTERS EMBE.MI / CODICE BLOOMBERG EMBE IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione all’andamento dei tassi d’interesse.
Rischio emittente dei titoli nel paniere.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOJ.P. Morgan EMBI Global Core Index hedged to Euro
TER (COSTO ANNUO)0,50%
DATA DI LANCIO08/07/2013
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Mensile
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Integrazione del reddito
Grazie alla distribuzione mensile di un flusso cedolare e all’investimento in un paniere di titoli molto ampio.
L’ETF consente di investire con la copertura del rischio cambio in un paniere di circa 300 titoli di Stato di Paesi emergenti denominati in
dollari Usa. Il paniere è composto da obbligazioni governative e quasi-governative caratterizzate da una vita residua almeno superiore ai due
anni e da un ammontare minimo di capitale in circolazione pari a un miliardo di dollari.
iShares J.P. Morgan $ EM Bond EUR Hedged UCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
9.500
10.000
11.000
10.500
12.000
11.500
12.500
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 4 1
C A P I T O L O
OBIETTIVOIntegrazione
del reddito
3
TICKER SEML / CODICE ISIN IE00B5M4WH52 / CODICE REUTERS SEML.MI / CODICE BLOOMBERG SEML IM
FATTORI DI RISCHIO
Problemi economici o politicipiù frequenti rispetto ai Paesi sviluppati.
Le variazioni dei tassi di cambio influiscono sul valore dell’investimento.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOJ.P. Morgan GBI-EM Global Diversified 10% Cap 1% Floor
TER (COSTO ANNUO)0,50%
DATA DI LANCIO20/06/2011
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Integrazione del reddito
Grazie alla distribuzione semestrale di un flusso cedolare e l’investimento in un paniere di titoli costituito anche da bond high yield.
Offre un’esposizione diversificata alle obbligazioni dei mercati emergenti denominate in valute locali e un investimento in obbligazioni governative.
Adatto a chi cerca un’esposizione ai mercati emergenti tramite bond investment grade e ad alto rendimento.
iShares J.P. Morgan EM Local Government Bond UCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
5.000
6.000
10.000
11.000
9.000
8.000
7.000
12.000
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 4 2
C A P I T O L O
3OBIETTIVOIntegrazionedel reddito
TICKER IEMB / CODICE ISIN IE00B2NPKV68 / CODICE REUTERS IEMB.MI / CODICE BLOOMBERG IEMB IM
FATTORI DI RISCHIOEsposizione al cambio euro/dollaro Usa.
Esposizione all’andamentodei tassi d’interesse.
Rischio emittente dei titoli nel paniere.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOJ.P. Morgan EMBI Global Core
TER (COSTO ANNUO)0,45%
DATA DI LANCIO15/02/2008
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Mensile
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVOIntegrazione del reddito
Grazie alla distribuzione mensile di un flusso cedolare e l’investimento in un paniere di titoli high yield.
L’ETF consente di investire in circa 300 titoli di Stato di Paesi emergenti denominati in dollari Usa. E’ interessante per gli investitori che vogliono diversificare il portafoglio obbligazionario con titoli dotati di rendimenti
elevati (high yield), vita residua non inferiore ai 2 anni e ammontare minimo in circolazione di un miliardo di dollari.
iShares J.P. Morgan $ Emerging Markets Bond UCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
9.500
10.000
11.000
10.500
12.000
11.500
13.000
12.500
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 4 3
C A P I T O L O
OBIETTIVOIntegrazione
del reddito
3
TICKER INAA / CODICE ISIN IE00B14X4M10 / CODICE REUTERS INAA.MI / CODICE BLOOMBERG INAA IM
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
FATTORI DI RISCHIOEsposizione all’andamento del ciclo
economico in Nord America.
Esposizione al rischio di cambio tra euro e valute in cui sono quotate le società
in portafoglio (dollaro Usa e dollaro canadese).
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI North America
TER (COSTO ANNUO)0,40%
DATA DI LANCIO02/06/2006
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Integrazione del reddito/ Crescita del capitale
L’ETF distribuisce dividendi con cadenza trimestrale ed è rappresentativo di alcune delle aziende a più elevato potenziale di crescita a livello internazionale.
L’ETF permette di prendere posizione sui titoli azionari delle società statunitensi e canadesi a maggiore capitalizzazione. Il portafoglio è diversificato grazie alla presenza nel paniere sottostante di oltre 700 azioni selezionate per dimensione, liquidità e flottante. Finanziario e
tecnologia sono i settori più rappresentati.
iShares MSCI North AmericaUCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
PRODOTTOBILLIONAIRE*
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
13.000
14.000
15.000
11.000
12.000
16.000
17.000
18.000
19.000
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 4 4
C A P I T O L O
3OBIETTIVOIntegrazionedel reddito
TICKER IUSP / CODICE ISIN IE00B1FZSF77 / CODICE REUTERS IUSP.MI / CODICE BLOOMBERG IUSP IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione all’andamento del ciclo economico negli Stati Uniti.
Esposizione all’andamento del comparto immobiliare negli Usa.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOFTSE EPRA/NAREIT US Dividend+
TER (COSTO ANNUO)0,40%
DATA DI LANCIO3/11/2006
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Integrazione del reddito
L’ETF consente di beneficiare di un flusso di dividendi elevato, distribuito con cadenza trimestrale.
L’ETF consente di prendere posizione sui titoli più rappresentativi del comparto immobiliare statunitense e tra questi quelli in particolare dotati di un rapporto dividendo/prezzo previsto a un anno del 2% o superiore. Il paniere investe sia in società immobiliari sia in società d’investimento
immobiliari (Reit).
iShares US Property YieldUCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
9.500
14.500
15.500
10.500
12.500
12.500
13.500
16.500
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 4 5
C A P I T O L O
OBIETTIVOCrescita
del capitale
3
TICKER SWDA / CODICE ISIN IE00B4L5Y983 / CODICE REUTERS SWDA.MI / CODICE BLOOMBERG SWDA IM
FATTORI DI RISCHIO
Eventuale peggioramentodella congiuntura internazionale.
Eventi significativi che coinvolgonole società comprese nell’indice.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI World
TER (COSTO ANNUO)0,20%
DATA DI LANCIO25/09/2009
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Crescita del capitale
Le società inserite nel paniere sottostante sono espressione di società leader nei rispettivi mercati di riferimento, dotate di rilevanti prospettive di crescita.
Offre un’esposizione diversificata a società dei Paesi sviluppati,con un’investimento in un’ampia gamma di aziende in questo tipo di
Paesi. È indicato a chi è alla ricerca di un’esposizioneal mercato internazionale.
iShares Core MSCI WorldUCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
11.000
16.000
15.000
13.000
14.000
12.000
18.000
17.000
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 4 6
C A P I T O L O
3OBIETTIVOCrescitadel capitale
TICKER CSSPX / CODICE ISIN IE00B5BMR087 / CODICE REUTERS CSSPX.MI / CODICE BLOOMBERG CSSPX IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione al rallentamento del ciclo dell’economia statunitense.
Rischio di cambio euro/dollaro.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOS&P 500
TER (COSTO ANNUO)0,07%
DATA DI LANCIO18/05/2010
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Crescitadel capitale
L’ETF espone alle potenzialità di crescita dei titoli delle società a maggiore capitalizzazione quotate sul listino della prima economia mondiale.
L’ETF consente di investire in maniera diversificata sull’indice più rappresentativo della Borsa di New York, composto dai 500 principali
titoli azionari statunitensi. L’ETF è disponibile anche nella versione a capitalizzazione.
iShares Core S&P 500UCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
11.000
18.000
17.000
16.000
15.000
13.000
14.000
12.000
20.000
19.000
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 4 7
TICKER IWMO / CODICE ISIN IE00BP3QZ825 / CODICE REUTERS IWMO.MI / CODICE BLOOMBERG IWMO IM
FATTORI DI RISCHIO
Rischio di concentrazione su un fattore,che comporta minore diversificazione.
Può essere influenzato da notizieeconomiche, politiche o societarie.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI World Momentum Index
TER (COSTO ANNUO)0,30%
DATA DI LANCIO03/10/2014
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Crescitadel capitale
L’ETF espone alle potenzialità di apprezzamento dei titoli mondiali dotati di una maggiore forza relativa.
Mira a replicare il più fedelmente possibile l’andamentodi un indice composto da un sottogruppo di titoli di società
globali dell’indice MSCI World i quali hanno evidenziatouna tendenza di rialzo dei prezzi.
iShares Edge MSCI World Momentum Factor UCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
10.500
13.000
12.500
13.500
12.000
11.000
11.500
15.000
14.500
14.000
C A P I T O L O
OBIETTIVOCrescita
del capitale
3
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 4 8
C A P I T O L O
3OBIETTIVOCrescitadel capitale
TICKER IEVL / CODICE ISIN IE00BQN1K901 / CODICE REUTERS IEVL.MI / CODICE BLOOMBERG IEVL IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposto prevalentemente a un fattoree ai movimenti del mercato correlati.
Può essere influenzato dall’andamento quotidiano del mercato azionario.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI Europe Enhanced Value
TER (COSTO ANNUO)0,25%
DATA DI LANCIO16/01/2015
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Crescitadel capitale
L’ETF consente di beneficiare delle possibilità di apprezzamento nel medio/lungo termine del valore dei titoli presenti nel paniere, per via di un loro presumibile riallineamento ai valori espressi dai fondamentali.
Mira a replicare l’andamento di un indice composto da una selezionedi titoli inclusi nell’MSCI Europe con valutazioni inferiori rispetto
ai fondamentali. Adatto a chi vuole un’esposizione regionale con un forteorientamento ai titoli sottovalutati.
iShares Edge MSCI Europe Value Factor UCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
9.000
8.000
9.500
8.500
11.500
10.500
11.000
10.000
FE
B 1
5
LU
G 1
5
LU
G 1
6
LU
G 1
7
PRODOTTOBILLIONAIRE*
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 4 9
C A P I T O L O
OBIETTIVOCrescita
del capitale
3
TICKER IWQU / CODICE ISIN IE00BP3QZ601 / CODICE REUTERS IWQU.MI / CODICE BLOOMBERG IWQU IM
FATTORI DI RISCHIO
Può essere influenzato dall’andamento quotidiano del mercato azionario.
Notizie economiche, politichee societarie che coinvolgono le società.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI World Sector Neutral Quality
TER (COSTO ANNUO)0,30%
DATA DI LANCIO03/10/2014
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Crescitadel capitale
Grazie alla sua esposizione verso le aziende di maggiore “qualità”, l’ETF permette di prendere posizione su alcuni dei titoli potenzialmente meglio impostati per un futuro apprezzamento.
Punta a replicare il più fedelmente possibile l’andamento di un indice composto da un sottogruppo di titoli dell’MSCI World. Indicato
per chi cerca un’esposizione globale con un forte orientamento ad azionidi società che presentano utili elevati e stabili.
iShares Edge MSCI World Quality Factor UCITS ETF
ANDAMENTO STORICOANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
10.500
12.500
12.000
13.000
11.500
11.000
15.000
14.500
14.000
13.500
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 5 0
C A P I T O L O
3OBIETTIVOCrescitadel capitale
TICKER IEQU / CODICE ISIN IE00BQN1K562 / CODICE REUTERS IEQU.MI / CODICE BLOOMBERG IEQU IM
FATTORI DI RISCHIO
Indice con una concentrazionesu un fattore e minore diversificazione.
Può essere influenzato dall’andamento quotidiano del mercato azionario.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI Europe Sector Neutral Quality
TER (COSTO ANNUO)0,25%
DATA DI LANCIO16/01/2015
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Crescita del capitale
Grazie alla sua esposizione verso le aziende di maggiore “qualità”, l’ETF permette di prendere posizione su alcuni dei titoli potenzialmente meglio impostati per un futuro apprezzamento.
Cerca di replicare la performance di un indice compostoda un segmento di titoli dell’MSCI Europe con ricavi stabili e robusti,
presentandosi come un prodotto adatto a chi è alla ricercadi un’esposizione ad aziende che registrano ricavi interessanti.
iShares Edge MSCI Europe Quality Factor UCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
9.000
9.500
11.500
10.500
11.000
10.000
12.000
FE
B 1
5
LU
G 1
5
LU
G 1
6
LU
G 1
7
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 5 1
C A P I T O L O
OBIETTIVOCrescita
del capitale
3
TICKER IWVL / CODICE ISIN IE00BP3QZB59 / CODICE REUTERS IWVL.MI / CODICE BLOOMBERG IWVL IM
FATTORI DI RISCHIO
Concentrazione su un fattoree dunque minore diversificazione.
Maggiore esposizione ai movimentidel mercato correlati a tale fattore.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI World Enhanced Value
TER (COSTO ANNUO)0,30%
DATA DI LANCIO03/10/2014
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Crescita del capitale
L’ETF consente di beneficiare delle possibilità di apprezzamento nel medio/lungo termine del valore dei titoli presenti nel paniere, per via di un loro presumibile riallineamento ai valori espressi dai fondamentali.
Persegue l’obiettivo di replicare nel modo più fedele possibile l’andamento di un indice composto da un sottogruppo di titoli
dell’MSCI World che raccoglie i titoli azionari sottovalutati rispettoai loro fondamentali.
iShares Edge MSCI World Value Factor UCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
9.000
10.000
14.000
13.000
12.000
11.000
15.000
PRODOTTOBILLIONAIRE*
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 5 2
C A P I T O L O
3OBIETTIVOCrescitadel capitale
TICKER IEMO / CODICE ISIN IE00BQN1K786 / CODICE REUTERS IEMO.MI / CODICE BLOOMBERG IEMO IM
FATTORI DI RISCHIO
Concentrato su un fattore, quindi meno diversificato rispetto all’indice originario.
Di conseguenza risulta più espostoai movimenti correlati al fattore.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI Europe Momentum
TER (COSTO ANNUO)0,25%
DATA DI LANCIO16/01/2015
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Crescitadel capitale
L’ETF espone alle potenzialità di apprezzamento dei titoli europei dotati di una maggiore forza relativa.
Mira a replicare l’andamento di un indice composto da una selezionedi titoli inclusi nell’MSCI Europe, i cui valori stiano attraversando una fase di forza relativa. Consente un’esposizione regionale con un forte
orientamento a titoli che abbiano registrato un rialzo dei prezzi.
iShares Edge MSCI Europe Momentum Factor UCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
8.500
9.500
9.000
10.500
11.000
10.000
12.000
11.500
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 5 3
C A P I T O L O
OBIETTIVOCrescita
del capitale
3
TICKER IWDP / CODICE ISIN IE00B1FZS350 / CODICE REUTERS IWDP.MI / CODICE BLOOMBERG IWDP IM
FATTORI DI RISCHIO
Eventuale indebolimento del settore immobiliare e dell’economia.
Andamento del cambio tra l’euroe le valute dei titoli presenti nel fondo.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOFTSE EPRA/NAREIT Developed Dividend+
TER (COSTO ANNUO)0,59%
DATA DI LANCIO20/10/2006
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Crescitadel capitale
L’ETF consente di prendere posizione su uno dei settori trainanti delle economie sviluppate, tipicamente legato in maniera molto stretta all’andamento del ciclo economico.
Consente un investimento sui titoli delle società di investimento immobiliari (Reit) quotate nei Paesi sviluppati. Adatto a chi vuole
scommettere sul comparto immobiliare internazionale e sul positivo andamento ciclico dell’economia globale.
iShares Developed Markets Property Yield UCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
11.000
15.000
13.000
14.000
12.000
16.000
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 5 4
C A P I T O L O
3OBIETTIVOCrescitadel capitale
TICKER IASP / CODICE ISIN IE00B1FZS244 / CODICE REUTERS IASP.MI / CODICE BLOOMBERG IASP IM
FATTORI DI RISCHIO
Performance generale dei mercati azionari e del settore immobiliare.
Le variazioni dei tassi possono incidere sul valore dei beni immobili.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOFTSE EPRA/NAREIT Developed Asia Dividend+
TER (COSTO ANNUO)0,59%
DATA DI LANCIO20/10/2006
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Crescitadel capitale
L’ETF replica infatti un indice focalizzato su un settore in tumultuosa espansione nella regione asiatica e caratterizzato da importanti prospettive di sviluppo.
Mira a replicare il più fedelmente possibile l’andamento di un indice composto da società immobiliari quotate e Real estate investment trust
(Reit) dei Paesi asiatici sviluppati, che soddisfano inoltre determinati criteri relativi ai rendimenti da dividendo.
iShares Asia Property YieldUCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
11.000
10.500
13.000
12.500
14.000
13.500
12.000
11.500
14.500
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 5 5
C A P I T O L O
OBIETTIVOCrescita
del capitale
3
TICKER IEEM / CODICE ISIN IE00B0M63177 / CODICE REUTERS IEEM.MI / CODICE BLOOMBERG IEEM IM
FATTORI DI RISCHIOEsposizione alla volatilità delle azioni emergenti e all’andamento del ciclo
economico internazionale.
Rischio di cambio tra euro e le valute in cui sono espressi i titoli nel fondo.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI Emerging Markets Index(SM)
TER (COSTO ANNUO)0,75%
DATA DI LANCIO18/11/2005
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Crescita del capitale/Integrazione reddito
L’ETF consente di investire su alcune delle economie dotate dei maggiori tassi di crescita potenziali. L’ETF assicura inoltre un flusso trimestrale di dividendi.
L’ETF offre un accesso diversificato ai mercati azionari dei principali Paesi emergenti quali Brasile, Cina, Corea del Sud, India, Messico, Russia, Sudafrica e Taiwan. L’indice sottostante è investito in circa
850 blue chip quotate su tali mercati. L’ETF è disponibile anche nella versione ad accumulazione.
iShares MSCI Emerging MarketsUCITS ETF (Dist)
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
5.000
6.000
8.000
7.000
12.000
11.000
10.000
9.000
13.000
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 5 6
C A P I T O L O
3OBIETTIVOCrescitadel capitale
TICKER IEUX / CODICE ISIN IE00B14X4N27 / CODICE REUTERS IEUX.MI / CODICE BLOOMBERG IEUX IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione al potenziale rallentamento del ciclo economico in Europa.
Esposizione alla ciclicità dei mercati azionari globali.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI Europe ex-UK
TER (COSTO ANNUO)0,40%
DATA DI LANCIO02/06/2006
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Crescitadel capitale
I titoli compresi nel paniere sono particolarmente rappresentativi delle prospettive di espansione dei Paesi europei più industrializzati.
L’ETF offre un’esposizione diversificata alle società europee, con l’investimento in un’ampia gamma di società dei Paesi del Vecchio
continente escluso il Regno Unito.
iShares MSCI Europe ex-UKUCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
11.000
13.000
12.000
19.000
18.000
17.000
16.000
15.000
14.000
20.000
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 5 7
C A P I T O L O
OBIETTIVOCrescita
del capitale
3
TICKER LTAM / CODICE ISIN IE00B27YCK28 / CODICE REUTERS LTAM.MI / CODICE BLOOMBERG LTAM IM
FATTORI DI RISCHIOEsposizione al ciclo Usa, primo partner
commerciale del Sud America e alla volatilità tipica dell’azionario emergente.
Rischio cambio tra Euro e valute d’espressione dei singoli titoli in
portafoglio.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI EM Latin America 10/40
TER (COSTO ANNUO)0,74%
DATA DI LANCIO15/10/2007
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Crescitadel Capitale/Integrazione reddito
L’ETF permette di prendere posizione su alcune tra le più promettenti economie emergenti. L’ETF distribuisce inoltre un dividendo su base semestrale.
L’ETF è pensato per consentire l’accesso al mercato azionario emergente dell’America Latina. L’indice sottostante investe nelle oltre 100 principali società di Brasile, Cile, Colombia, Messico e Perù, con una predominanza di azioni brasiliane. L’ETF è disponibile anche nella
versione ad accumulazione.
iShares MSCI EM Latin AmericaUCITS ETF (Dist)
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
5.000
6.000
8.000
7.000
11.000
10.000
9.000
12.000
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 5 8
C A P I T O L O
3OBIETTIVOCrescitadel capitale
TICKER CSNDX / CODICE ISIN IE00B53SZB19 / CODICE REUTERS CSNDX.MI / CODICE BLOOMBERG CSNDX IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione a un eventuale rallentamento dell’economia americana.
Rischio cambio euro/dollaro Usa.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTONASDAQ-100
TER (COSTO ANNUO)0,33%
DATA DI LANCIO26/01/2010
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Crescitadel capitale
I titoli compresi nel paniere sono di tipo growth, presentano cioè elevati tassi di crescita della redditività e occupano spesso una posizione di leadership nei rispettivi mercati di riferimento a livello internazionale.
L’ETF è rivolto a chi vuole puntare sulle potenzialità di crescita delle 100 maggiori società non finanziarie quotate sul Nasdaq e beneficiare
della capitalizzazione al suo interno delle cedole distribuite dalle società. Nell’indice sottostante sono presenti in via principale titoli del
settore high tech, non solo statunitensi, selezionati in relazione alla capitalizzazione rettificata per il flottante.
iShares NASDAQ 100UCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
9.000
14.000
15.000
16.000
17.000
18.000
19.000
10.000
11.000
12.000
13.000
20.000
21.000
22.000
24.000
23.000
PRODOTTOBILLIONAIRE*
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 5 9
C A P I T O L O
OBIETTIVOCrescita
del capitale
3
TICKER IWDE / CODICE ISIN IE00B441G979 / CODICE REUTERS IWDE.MI / CODICE BLOOMBERG IWDE IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione all’andamento del ciclo economico a livello globale.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI World 100% Hedged to EUR
TER (COSTO ANNUO)0,55%
DATA DI LANCIO30/09/2010
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Crescitadel capitale
I titoli compresi nel paniere sono particolarmente rappresentativi delle prospettive di espansione dei Paesi più industrializzati e occupano spesso una posizione di leadership nei rispettivi mercati di riferimento.
L’ETF consente l’investimento diversificato su oltre 1.500 titoli azionari dei principali Paesi sviluppati beneficiando della copertura del rischio di cambio. La selezione dei titoli inseriti nell’indice sottostante avviene sulla
base di dimensione, liquidità e flottante. Circa metà dell’indice è così costituita da aziende statunitensi.
iShares MSCI World EUR HedgedUCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
13.000
14.000
15.000
11.000
12.000
16.000
17.000
18.000
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 6 0
C A P I T O L O
3OBIETTIVOCrescitadel capitale
TICKER IMEU / CODICE ISIN IE00B1YZSC51 / CODICE REUTERS IMEU.MI / CODICE BLOOMBERG IMEU IM
FATTORI DI RISCHIOEsposizione al rischio di cambio tra euro
e le valute in cui sono espressi i titoli presenti nell’indice sottostante.
Esposizione all’andamento del ciclo economico internazionale.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI Europe
TER (COSTO ANNUO)0,35%
DATA DI LANCIO6/07/2007
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Crescitadel capitale
I titoli compresi nel paniere sono particolarmente rappresentativi delle prospettive di espansione dei Paesi europei più industrializzati.
L’ETF consente di prendere posizione in maniera diversificata sui mercati azionari dei Paesi europei sviluppati attraverso l’investimento in un
indice sottostante composto da circa 450 titoli. L’ETF è disponibile anche nella versione ad accumulazione.
iShares MSCI EuropeUCITS ETF (Dist)
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
11.000
13.000
12.000
17.000
16.000
15.000
14.000
18.000
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 6 1
C A P I T O L O
OBIETTIVOCrescita
del capitale
3
TICKER IUSE / CODICE ISIN IE00B3ZW0K18 / CODICE REUTERS IUSE.MI / CODICE BLOOMBERG IUSE IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione a un eventuale rallentamento dell’economia americana.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOS&P 500 EUR Hedged
TER (COSTO ANNUO)0,20%
DATA DI LANCIO30/09/2010
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Crescitadel capitale
Le società inserite nel paniere sono espressione di una delle economie più dinamiche al mondo oltre che espressione di leader nei rispettivi mercati di riferimento.
L’ETF consente un investimento diversificato sulle 500 società a maggiore capitalizzazione degli Stati Uniti, con il beneficio della
copertura del rischio valutario.
iShares S&P 500 EUR HedgedUCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
12.500
13.000
13.500
14.000
14.500
15.000
10.500
11.000
11.500
12.000
15.500
16.500
16.000
17.500
17.000
19.000
18.500
18.000
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 6 2
TICKER CSEMU / CODICE ISIN IE00B53QG562 / CODICE REUTERS CSEMU.MI / CODICE BLOOMBERG CSEMU IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione al potenziale rallentamento del ciclo economico in Europa.
Esposizione alla ciclicità dei mercati azionari globali.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI EMU
TER (COSTO ANNUO)0,33%
DATA DI LANCIO12/01/2010
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Crescitadel capitale
I titoli compresi nel paniere sono particolarmente rappresentativi delle prospettive di espansione di alcuni dei Paesi europei più industrializzati.
Consente un’esposizione diversificata a società di Paesi appartenenti all’Unione Monetaria Europea, con un investimento in un’ampia gamma
di aziende di Paesi riconducibili all’Unione. Adatto per chiè alla ricerca di questa specifica esposizione regionale.
iShares MSCI EMUUCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
11.000
13.000
12.000
19.000
18.000
17.000
16.000
15.000
14.000
20.000
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
C A P I T O L O
3OBIETTIVOCrescitadel capitale
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 6 3
TICKER IUKP / CODICE ISIN IE00B1TXLS18 / CODICE REUTERS IUKP.MI / CODICE BLOOMBERG IUKP IM
FATTORI DI RISCHIO
Eventuale rallentamentodella congiuntura economica.
Performance generale dei mercati azionari e del settore immobiliare.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSImmobiliare
INDICE DI RIFERIMENTOFTSE EPRA/NAREIT UK Property
TER (COSTO ANNUO)0,40%
DATA DI LANCIO16/03/2007
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Crescitadel capitale
L’ETF consente di esporsi al mercato immobiliare più dinamico del continente europeo, quello britannico, per un’esposizione strettamente legata all’andamento del ciclo economico.
Offre un’esposizione diversificata a società immobiliari del Regno Unito in un’unica operazione e la possibilità di investire in società immobiliari quotate e Reit. Adatto a chi vuole un’esposizione a un unico Paese con
un forte orientamento alla crescita.
iShares UK PropertyUCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
15.000
16.000
17.000
18.000
19.000
20.000
11.000
12.000
13.000
14.000
21.000
C A P I T O L O
OBIETTIVOCrescita
del capitale
3
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 6 4
C A P I T O L O
3OBIETTIVOCrescitadel capitale
TICKER CSINDU / CODICE ISIN IE00B53L4350 / CODICE REUTERS CSINDU.MI / CODICE BLOOMBERG CSINDU IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione all’andamento del ciclo economico statunitense.
Rischio cambio euro/dollaro.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTODow Jones Industrial Average
TER (COSTO ANNUO)0,33%
DATA DI LANCIO26/01/2010
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Crescitadel capitale
L’ETF espone alle potenzialità di crescita dei titoli delle società a maggiore capitalizzazione quotate sul listino della prima economia mondiale.
L’ETF permette all’investitore di prendere posizione sulle 30 principali società quotate sul mercato azionario statunitense. Nell’indice
sottostante i titoli sono pesati secondo il loro prezzo e sono presenti tutti i settori di attività ad esclusione di trasporti e utility.
iShares Dow Jones Industrial Average UCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
12.000
11.000
14.000
13.000
17.000
16.000
15.000
19.000
18.000
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 6 5
C A P I T O L O
OBIETTIVOProtezione
del capitale
3
TICKER ITPS / CODICE ISIN IE00B1FZSC47 / CODICE REUTERS ITPS.MI / CODICE BLOOMBERG ITPS IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione a fasi di rialzo dei tassi d’interesse negli Usa.
Rischio di cambio tra euroe dollaro Usa.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOBloomberg Barclays US Government Inflation-Linked Bond
TER (COSTO ANNUO)0,25%
DATA DI LANCIO08/12/2006
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Protezione del capitale
L’ETF offre una protezione da dinamiche di aumento dei prezzi che dovessero trovare manifestazione negli Stati Uniti e quindi anche a sue possibili estensioni in altre aree del mondo.
L’ETF è pensato per offrire accesso a una selezione di titoli di Stato statunitensi indicizzati all’inflazione, denominati Treasury Inflation-
Protected Securities, o TIPS. Del paniere sottostante fanno parte oltre 35 TIPS emessi in dollari Usa dal Tesoro di Washington. I titoli nel paniere sono caratterizzati da un capitale in circolazione pari ad almeno 500
milioni di dollari e da una vita residua minima di un anno.
iShares $ TIPSUCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
9.000
9.600
9.200
10.000
9.800
10.200
10.400
9.400
10.600
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 6 6
C A P I T O L O
3OBIETTIVOProtezionedel capitale
TICKER IBTS / CODICE ISIN IE00B14X4S71 / CODICE REUTERS IBTS.MI / CODICE BLOOMBERG IBTS IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione, seppur contenuta,a eventuali rialzi dei tassi d’interesse
negli Stati Uniti.
Rischio di cambio tra euro e dollaro Usa.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOICE U.S. Treasury 1-3 Year Bond
TER (COSTO ANNUO)0,20%
DATA DI LANCIO02/06/2006
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Protezione del capitale / Integrazi-one del reddito
L’ETF investe su obbligazioni ad alto rating emesse dal Tesoro Usa epermette di incassare cedole su base semestrale.
L’ETF permette di investire su una selezione di titoli di Stato a breve termine emessi in dollari Usa dal Tesoro di Washington. Il paniere
sottostante è composto da una trentina di obbligazioni governative ad alto rating (investment grade) e ha una duration obiettivo compresa tra 1 e 3 anni. In esso rientrano solo titoli caratterizzati da un ammontare in circolazione almeno pari a 5 miliardi di dollari. L’ETF è disponibile anche
nella versione ad accumulazione.
iShares $ Treasury Bond 1-3yrUCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
10.050
10.150
10.200
10.250
10.100
10.300
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 6 7
C A P I T O L O
OBIETTIVOProtezione
del capitale
3
TICKER CSBGU7 / CODICE ISIN IE00B3VWN393 / CODICE REUTERS CSBGU7.MI / CODICE BLOOMBERG CSBGU7 IM
FATTORI DI RISCHIO
Rischio di credito, variazioni dei tassi e/o insolvenze degli emittenti.
Sensibile a qualsiasi evento economico, politico, di mercato o normativo locale.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOICE U.S. Treasury 3-7 Year Bond
TER (COSTO ANNUO)0,20%
DATA DI LANCIO03/06/2009
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Protezione del capitale
L’ETF consente l’investimento nei titoli governativi a breve/media scadenza di uno dei Paesi caratterizzati dal merito di credito più elevato, gli Stati Uniti.
Punta a replicare il più fedelmente possibile l’andamento di un indice composto da obbligazioni governative denominate in dollari statunitensi
emesse dal Tesoro degli Stati Uniti. Adatto a chi è alla ricercadi un investimento in obbligazioni governative.
iShares $ Treasury Bond 3-7yrUCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
9.500
9.700
10.100
10.300
10.500
10.700
9.900
10.900
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 6 8
C A P I T O L O
3OBIETTIVOProtezionedel capitale
TICKER IBTM / CODICE ISIN IE00B1FZS798 / CODICE REUTERS IBTM.MI / CODICE BLOOMBERG IBTM IM
FATTORI DI RISCHIOSensibilità a variazioni dei tassi
d’interesse superiore rispetto a panieri composti da bond a più breve scadenza.
Rischio di cambio tra euro e dollaro Usa.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOICE U.S. Treasury 7-10 Year Bond
TER (COSTO ANNUO)0,20%
DATA DI LANCIO08/12/2006
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Protezione del capitale / Integrazi-one del reddito
L’ETF investe su obbligazioni ad alto rating emesse dal Tesoro Usa e permette di incassare cedole su base semestrale.
L’ETF offre la possibilità di investire in una selezione di titoli di Stato statunitensi a medio e lungo termine effettuata sulla base della liquidità
e delle dimensioni delle emissioni. Del paniere sottostante fanno parte una decina di obbligazioni emesse in dollari Usa dal Tesoro di Washington e caratterizzate da rating elevati (investment grade). Il
paniere ha una duration obiettivo compresa tra 7 e 10 anni.L’ETF è disponibile anche nella versione ad accumulazione.
iShares $ Treasury Bond 7-10yrUCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
9.000
9.500
10.500
11.000
10.000
11.500
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 6 9
C A P I T O L O
OBIETTIVOProtezione
del capitale
3
TICKER SEGA / CODICE ISIN IE00B4WXJJ64 / CODICE REUTERS SEGA.MI / CODICE BLOOMBERG SEGA IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione all’aumento dei tassi d’interesse nella zona Euro.
Esposizione al rischio emittentedei titoli in portafoglio.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOBloomberg Barclays Euro Treasury Bond
TER (COSTO ANNUO)0,20%
DATA DI LANCIO17/4/2009
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Protezione del capitale/Integrazione del reddito
In considerazione dell’elevato rating degli emittenti e della presenza di un flusso cedolare distribuito semestralmente.
L’ETF offre la possbilità di investire in maniera diversificata su un paniere di 300 titoli di Stato emessi dai principali Paesi della zona Euro, caratterizzati da rating elevati (investment grade) e denominati in euro.
All’indice sottostante appartengono esclusivamente obbligazioni dotate di una vita residua superiore a un anno e di un ammontare minimo in
circolazione pari a 300 milioni di euro.
iShares Core Euro Government Bond UCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
10.500
12.000
11.500
11.000
13.500
13.000
12.500
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 7 0
C A P I T O L O
3OBIETTIVOProtezionedel capitale
TICKER IGLT / CODICE ISIN IE00B1FZSB30 / CODICE REUTERS IGLT.MI / CODICE BLOOMBERG IGLT IM
FATTORI DI RISCHIO
Rischio credito, variazioni dei tassie/o insolvenze degli emittenti.
Declassamenti reali o potenziali possono aumentare il livello di rischio.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOFTSE Actuaries UK Conventional Gilts All Stocks
TER (COSTO ANNUO)0,20%
DATA DI LANCIO01/12/2006
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Protezione del capitale
L’ETF consente l’investimento nei titoli governativi di uno dei Paesi caratterizzati dal merito di credito più elevato, la Gran Bretagna.
Punta a replicare il più fedelmente possibile l’andamentodi un indice composto da obbligazioni governative del Regno Unito
denominate in sterline. Offre quindi un’esposizione diversificata ai titolidi Stato della Gran Bretagna.
iShares Core UK GiltsUCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
9.000
9.500
12.500
12.000
11.500
10.500
11.000
10.000
13.500
13.000
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 7 1
C A P I T O L O
OBIETTIVOProtezione
del capitale
3
TICKER EMV / CODICE ISIN IE00B8KGV557 / CODICE REUTERS EMV.MI / CODICE BLOOMBERG EMV IM
FATTORI DI RISCHIO
Le variazioni dei tassi di cambio influiranno sul valore dell’investimento.
Andamento mercati azionari, eventi economici e politici.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI EM Minimum Volatility
TER (COSTO ANNUO)0,40%
DATA DI LANCIO30/11/2012
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Protezione del capitale
L’ETF è pensato per ridurre la volatilità totale di un portafoglio azionario esposto ai mercati emergenti. Conferisce pertanto un elemento di protezione all’investimento sui mercati azionari emergenti, tipicamente caratterizzati da elevati livelli di volatilità.
Punta a replicare le performance di un indice compostoda società selezionate dei mercati emergenti che, in aggregato,
presentano caratteristiche di volatilità inferiore rispettoai mercati azionari emergenti più ampi.
iShares Edge MSCI Emerging Markets Minimum Volatility UCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
9.000
10.000
9.500
11.000
10.500
12.500
12.000
11.500
13.500
13.000
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 7 2
C A P I T O L O
3OBIETTIVOProtezionedel capitale
TICKER MVEU / CODICE ISIN IE00B86MWN23 / CODICE REUTERS MVEU.MI / CODICE BLOOMBERG MVEU IM
FATTORI DI RISCHIO
Parzialmente esposto agli effettidi un rallentamento economico.
Parzialmente esposto al rischio cambio.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI Europe Minimum Volatility
TER (COSTO ANNUO)0,25%
DATA DI LANCIO30/11/2012
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Protezione del capitale
L’ETF è pensato per ridurre la volatilità totale di un portafoglio azionario esposto al mercato europeo. Conferisce pertanto un elemento di protezione per un investitore avverso al rischio ma comunque interessato a investire in azioni.
Consente un investimento focalizzato sulle azioni europee a grandee media capitalizzazione selezionate in base a criteri volti a minimizzare
la volatilità complessiva dell’investimento. I dividendi staccati dalle società facenti parte dell’indice sottostante sono reinvestiti nel fondo.
iShares Edge MSCI Europe Minimum Volatility UCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
12.000
11.000
14.000
13.000
17.000
18.000
16.000
15.000
20.000
19.000
PRODOTTOBILLIONAIRE*
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 7 3
C A P I T O L O
OBIETTIVOProtezione
del capitale
3
TICKER MVOL / CODICE ISIN IE00B8FHGS14 / CODICE REUTERS MVOL.MI / CODICE BLOOMBERG MVOL IM
FATTORI DI RISCHIO
Risente solo in parte di un eventuale rallentamento della congiuntura.
Influenzato dall’andamentodel tasso di cambio.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI World Minimum Volatility
TER (COSTO ANNUO)0,30%
DATA DI LANCIO30/11/2012
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Protezione del capitale
L’ETF è pensato per ridurre la volatilità totale di un portafoglio azionario esposto ai mercati internazionali. Conferisce pertanto un elemento di protezione per un investitore avverso al rischio ma comunque interessato a investire in azioni.
Permette di investire nelle azioni globali dei Paesi sviluppatiselezionate in base a criteri volti a minimizzare la volatilità complessiva
dell’investimento. I dividendi distribuiti dalle società facenti partedell’indice sottostante vengono reinvestite all’interno del fondo.
iShares Edge MSCI World Minimum Volatility UCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
11.000
15.000
14.000
16.000
13.000
12.000
19.000
18.000
17.000
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 7 4
C A P I T O L O
3OBIETTIVOProtezionedel capitale
TICKER MVUS / CODICE ISIN IE00B6SPMN59 / CODICE REUTERS MVUS.MI / CODICE BLOOMBERG MVUS IM
FATTORI DI RISCHIO
Risente solo in parte di un eventuale rallentamento della congiuntura Usa.
Influenzato dall’andamento del tassodi cambio euro/dollaro Usa.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOS&P 500 Minimum Volatility
TER (COSTO ANNUO)0,20%
DATA DI LANCIO30/11/2012
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Protezione del capitale
L’ETF è pensato per ridurre la volatilità totale di un portafoglio azionario esposto al mercato statunitense. Conferisce pertanto un elemento di protezione per un investitore avverso al rischio ma comunque interessato a investire sull'azionario Usa.
Permette di investire in modo focalizzato su azioni statunitensi selezionate in base a criteri volti a minimizzare la volatilità complessiva
dell’investimento. I dividendi distribuiti dalle società facenti parte dell’indice sottostante vengono reinvestiti all’interno del fondo.
iShares Edge S&P 500 MinimumVolatility UCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
12.000
20.000
18.000
16.000
14.000
22.000
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 7 5
C A P I T O L O
OBIETTIVOProtezione
del capitale
3
TICKER IEAG / CODICE ISIN IE00B3DKXQ41 / CODICE REUTERS IEAG.MI / CODICE BLOOMBERG IEAG IM
FATTORI DI RISCHIO
Elevata sensibilità ai rialzi dei tassi d’interesse.
Esposizione al rischio emittente dei singoli titoli in portafoglio.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOBloomberg Barclays Euro Aggregate Bond
TER (COSTO ANNUO)0,25%
DATA DI LANCIO06/03/2009
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Protezione capitale / Integrazione reddito
L’ETF permette un approccio diversificato all’investimento obbligazionario e di ricevere cedole su base semestrale.
Permette di investire in un paniere molto diversificato compostoda titoli di Stato e corporate bond con rating elevati ed emessi in euro.
Indicato a chi vuole puntare sul mercato obbligazionario di qualitàe incassare cedole su base semestrale.
iShares Euro Aggregate BondUCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
10.500
12.500
12.000
11.500
11.000
13.000
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 7 6
C A P I T O L O
3OBIETTIVOProtezionedel capitale
TICKER SE15 / CODICE ISIN IE00B4L60045 / CODICE REUTERS SE15.MI / CODICE BLOOMBERG SE15 IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione al rischio emittente dei singoli titoli.
Esposizione alle variazioni dei tassi d’interesse.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOBloomberg Barclays Euro Corporate 1-5 Year Bond
TER (COSTO ANNUO)0,20%
DATA DI LANCIO25/09/2009
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Protezione capitale / Integrazione reddito
L’ETF consente di ottenere rendimenti superiori a quelli dei titoli di Stato di pari durata esponendosi limitatamente alle variazioni dei tassi d’interesse e di ricevere semestralmente un flusso di dividendi.
L’ETF è pensato per consentire l’investimento in titoli obbligazionari a breve-media durata (1-5 anni) e dotati di elevato rating (investment grade), emessi da società internazionali e denominati in euro. Tutte
le emissioni nel paniere sono dotate di un ammontare minimo in circolazione pari a 300 milioni di euro.
iShares Euro Corporate Bond 1-5yr UCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
10.200
11.600
11.400
11.200
11.000
10.800
10.600
10.400
11.800
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 7 7
C A P I T O L O
OBIETTIVOProtezione
del capitale
3
TICKER IRCP / CODICE ISIN IE00B6X2VY59 / CODICE REUTERS IRCP.MI / CODICE BLOOMBERG IRCP IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione al rischio emittente dei singoli titoli.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOBloomberg Barclays EUR Corporate Interest Rate Hedged
TER (COSTO ANNUO)0,25%
DATA DI LANCIO22/10/2012
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Protezione del capitale / Integrazione reddito
L’ETF consente di beneficiare dei rendimenti provenienti dal mercato del credito (senza il rischio tassi) e di ricevere semestralmente un flusso di dividendi.
L’ETF consente di investire in obbligazioni societarie di elevata qualità (investment grade) emesse in euro con la copertura del rischio di rialzo dei tassi d’interesse. Il paniere sottostante è perciò composto da oltre 1.500 obbligazioni a tasso fisso e da contratti future sui titoli di Stato
tedeschi per la copertura del rischio tassi.
iShares Euro Corporate Bond Interest Rate Hedged UCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
OTT 1
2
LU
G 1
3
LU
G 1
4
LU
G 1
5
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
10.200
10.250
10.150
10.050
10.400
10.450
10.300
10.350
10.100
10.500
PRODOTTOBILLIONAIRE*
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 7 8
C A P I T O L O
3OBIETTIVOProtezionedel capitale
TICKER IBCX / CODICE ISIN IE0032523478 / CODICE REUTERS IBCX.MI / CODICE BLOOMBERG IBCX IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione al rischio emittentedei singoli titoli.
Esposizione alle variazionidei tassi d’interesse.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOMarkit iBoxx EUR Liquid Corporates Large Cap
TER (COSTO ANNUO)0,20%
DATA DI LANCIO17/03/2003
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Protezione capitale / Integrazione reddito
L’ETF consente di investire in obbligazioni di qualità con un rendimento potenziale superiore a quello dei titoli di Stato di pari durata e di ricevere trimestralmente un flusso di dividendi.
L’ETF consente di investire nelle obbligazioni corporate più liquide tra quelle emesse in euro da società internazionali con elevato rating
(investment grade). Il paniere sottostante comprende oltre 800 obbligazioni con vita residua di almeno un anno e un ammontare minimo
in circolazione pari a 300 milioni di euro. Il singolo peso all’interno del portafoglio non può mai superare il 4% del totale.
iShares Euro Corporate Bond Large Cap UCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
10.500
12.000
11.500
11.000
12.500
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 7 9
C A P I T O L O
OBIETTIVOProtezione
del capitale
3
TICKER IEGE / CODICE ISIN IE00B3FH7618 / CODICE REUTERS IEGE.MI / CODICE BLOOMBERG IEGE IM
FATTORI DI RISCHIO
Sensibilità a eventi economici, politici,di mercato o normativi locali.
Rischio di credito, variazioni dei tassi e/o insolvenze degli emittenti.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOBloomberg Barclays Euro Short Treasury (0-12 Months) Bond
TER (COSTO ANNUO)0,20%
DATA DI LANCIO06/03/2009
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Protezione del capitale
L’ETF consente l’investimento nei titoli governativi a brevissima scadenza emessi dai Paesi della zona Euro.
Mira a replicare il più fedelmente possibile l’andamento di un indice composto da obbligazioni governative investment grade dell’Eurozona.
Indicato a chi è alla ricerca di una esposizione diversificataa obbligazioni governative in euro di breve termine.
iShares Euro Government Bond 0-1yr UCITS ETF
ANDAMENTO STORICOANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
10.020
10.040
10.060
10.080
10.100
10.120
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 8 0
C A P I T O L O
3OBIETTIVOProtezionedel capitale
TICKER IBGS / CODICE ISIN IE00B14X4Q57 / CODICE REUTERS IBGS.MI / CODICE BLOOMBERG IBGS IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione limitata a fasi di rialzodei tassi d’interesse.
Esposizione al rischio emittentedei singoli titoli in portafoglio.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOBloomberg Barclays Euro Government Bond 1-3 Year Term
TER (COSTO ANNUO)0,20%
DATA DI LANCIO05/06/2006
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Protezione del capitale
L’ETF permette di salvaguardare il capitale grazie alla bassa esposizione alle variazioni dei tassi d’interesse ufficiali. L’ETF consente inoltre di incassare un flusso cedolare su base semestrale.
L’ETF è pensato per permettere di prendere posizione su un paniere di titoli di Stato a breve termine emessi dai principali Paesi dell’Eurozona, caratterizzati da rating elevati (investment grade). I titoli compresi nel paniere sono denominati in euro e hanno vita residua tra 1,25 e 3,25
anni, con una duration obiettivo da un minimo di un anno fino a 3 anni. L’ETF è disponibile anche nella versione ad accumulazione.
iShares Euro Government Bond 1-3yr UCITS ETF
ANDAMENTO STORICOANDAMENTO STORICOANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
9.500
9.700
9.900
10.100
10.300
10.700
10.500
11.100
10.900
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 8 1
C A P I T O L O
OBIETTIVOProtezione
del capitale
3
TICKER IBGX / CODICE ISIN IE00B1FZS681 / CODICE REUTERS IBGX.MI / CODICE BLOOMBERG IBGX IM
FATTORI DI RISCHIO
Parziale esposizione alle fasi di rialzodei tassi d’interesse.
Esposizione al rischio emittente dei singoli titoli in portafoglio.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOBloomberg Barclays Euro Government Bond 5 Year Term
TER (COSTO ANNUO)0,20%
DATA DI LANCIO08/12/2006
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZODEI DIVIDENDIDistribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Protezione del capitale
L’ETF permette di salvaguardare il capitale grazie alla bassa esposizione alle variazioni dei tassi d’interesse ufficiali. L’ETF consente inoltre di incassare un flusso cedolare su base semestrale.
L’ETF permette di investire nei titoli di Stato a breve scadenza emessi dai principali Paesi della zona Euro caratterizzati da rating elevati
(investment grade) e denominati in euro. Il paniere ha una duration obiettivo compresa tra 3 e 5 anni.
iShares Euro Government Bond 3-5yr UCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
10.200
10.400
10.600
11.000
10.800
11.600
11.400
11.200
12.000
11.800
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 8 2
C A P I T O L O
3OBIETTIVOProtezionedel capitale
TICKER IBCI / CODICE ISIN IE00B0M62X26 / CODICE REUTERS IBCI.MI / CODICE BLOOMBERG IBCI IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione alle variazioni dei tassi d’interesse nella zona Euro.
Esposizione al rischio emittente dei titoli in portafoglio.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOBloomberg Barclays Euro Government Inflation-Linked Bond
TER (COSTO ANNUO)0,25%
DATA DI LANCIO18/11/2005
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Protezione del capitale
L’ETF permette di salvaguardare il capitale dall’erosione di valore provocata da eventuali aumenti dei prezzi al consumo nei Paesi dell’Eurozona.
L’ETF è pensato per consentire di prendere posizione sui titoli di Stato dell’Eurozona indicizzati all’inflazione. Il paniere sottostante è infatti
composto da 30 obbligazioni governative della zona Euro indicizzate all’inflazione che abbiano una vita residua di almeno un anno e un
capitale in circolazione di almeno 500 milioni di euro.
iShares Euro Inflation Linked Government Bond UCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
10.200
10.400
10.600
11.000
10.800
11.200
11.400
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 8 3
C A P I T O L O
OBIETTIVOProtezione
del capitale
3
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
T ICKER ERNE / CODICE ISIN IE00BCRY6557 / CODICE REUTERS ERNE.MI / CODICE BLOOMBERG ERNE IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione al rischio emittentedei titoli in portafoglio.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOMarkit iBoxx EUR Liquid Investment Grade Ultrashort
TER (COSTO ANNUO)0,09%
DATA DI LANCIO16/10/2013
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Investimento della liquidità
L’ETF risponde all’esigenza di gestire la liquidità con una limitata esposizione ai movimenti dei tassi d’interesse.
L’ETF consente di investire in obbligazioni corporate dei Paesi sviluppati, dotate di rating investment grade, denominate in Euro e dalla brevissima duration (da 0 a 1 anno per i bond a tasso fisso, da 0 a 3 anni per quelli a tasso variabile). Caratterizzate pertanto da una bassa sensibilità alle
variazioni dei tassi d’interesse e da un rendimento potenziale superiore a quello dei titoli di Stato di pari durata.
iShares Euro Ultrashort BondUCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
10.100
10.300
10.200
10.500
10.400
10.700
10.600
10.800
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 8 4
C A P I T O L O
3OBIETTIVOProtezionedel capitale
TICKER CORP / CODICE ISIN IE00B7J7TB45 / CODICE REUTERS CORP.MI / CODICE BLOOMBERG CORP IM
FATTORI DI RISCHIOEsposizione al rischio emittente.
Esposizione ai movimenti dei tassi d’interesse.
Esposizione al cambio Euro/Dollaro Usa in ragione della denominazione di
numerose emissioni in tale valuta.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSObbligazionario
INDICE DI RIFERIMENTOBloomberg Barclays Global Aggregate Corporate Bond
TER (COSTO ANNUO)0,20%
DATA DI LANCIO24/09/2012
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Investimento della liquidità
L’ETF permette di prendere esposizione al mercato obbligazionario globale, con rendimenti usualmente superiori a quelli offerti dai titoli di Stato di analoga durata.
L’ETF investe in un paniere diversificato di oltre 2.500 obbligazioni caratterizzate da rating investment grade ed emesse da società
appartenenti sia ai Paesi sviluppati, sia a quelli emergenti. La vita residua minima dei titoli nel paniere è di un anno, quella media è di circa 6 anni.
Sono prevalenti i titoli denominati in dollari Usa.
iShares Global Corporate BondUCITS ETF
ANDAMENTO STORICOO
TT 1
2
LU
G 1
3
LU
G 1
4
LU
G 1
5
LU
G 1
6
LU
G 1
7
9.500
10.300
10.500
10.100
9.700
11.100
10.700
10.900
9.900
11.300
PRODOTTOBILLIONAIRE*
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 8 5
C A P I T O L O
OBIETTIVODiversificazione
3
TICKER FXC / CODICE ISIN IE00B02KXK85 / CODICE REUTERS FXC.MI / CODICE BLOOMBERG FXC IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione all’andamento del ciclo economico in Cina e a livello globale.
Rischio di cambio euro/dollarodi Hong Kong.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOFTSE China 50
TER (COSTO ANNUO)0,74%
DATA DI LANCIO21/10/2004
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Diversificazione / Crescitadel capitale
L’ETF permette di inserire nel portafoglio azionario un indice rappresentativo delle blue chip della seconda economia mondiale.
L’ETF permette di investire sui principali titoli azionari cinesi, in particolare replicando l’andamento di un paniere costituito dai 50 titoli di società cinesi più capitalizzate e liquide tra quelle quotate a Hong Kong. In tale paniere, dove nessun titolo può pesare per oltre il 10% del totale,
un ruolo predominante è appannaggio del settore finanziario.
iShares China Large CapUCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
9.000
10.000
14.000
13.000
16.000
15.000
12.000
11.000
17.000
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 8 6
C A P I T O L O
3OBIETTIVODiversificazione
TICKER EXS1 / CODICE ISIN DE0005933931 / CODICE REUTERS GDAXIEX.MI / CODICE BLOOMBERG DAXEX IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione all’andamento del ciclo economico in Germania
e a livello globale.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario INDICE DI RIFERIMENTODAX®
TER (COSTO ANNUO)0,16%
DATA DI LANCIO27/12/2000
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Diversificazione / Crescita del capitale
L’ETF offre la possibilità di estendere la copertura del portafoglio azionario sui titoli più rappresentativi dell’economia tedesca, caratterizzati da potenzialità di crescita legate alla loro presenza a livello globale.
L’ETF offre l’accesso a un investimento focalizzato sul mercato azionario della principale economia europea. Il paniere sottostante contiene i titoli
delle 30 principali società tedesche selezionate per capitalizzazione e volumi di negoziazione, con una preponderanza di società attive nella
produzione di beni di consumo e di società finanziarie.
iShares Core DAX UCITSETF (DE)
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
11.000
12.000
16.000
15.000
18.000
17.000
14.000
13.000
20.000
19.000
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 8 7
C A P I T O L O
OBIETTIVODiversificazione
3
OBIETTIVO Diversificazione / Crescita del capitale
TICKER CSSX5E / CODICE ISIN IE00B53L3W79 / CODICE REUTERS CSSX5E.MI / CODICE BLOOMBERG CSSX5E IM
FATTORI DI RISCHIO
Scarsa diversificazione dell’indice sottostante.
Esposizione al potenziale rallentamento del ciclo economico in Europa.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOEURO STOXX® 50
TER (COSTO ANNUO)0,10%
DATA DI LANCIO26/01/2010
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 L’ETF offre in un’unica soluzione la possibilità di diversificare il portafoglio azionario sui titoli più rappresentativi dell’Area Euro, caratterizzati da potenzialità di crescita legate alla loro presenza a livello globale.
L’ETF permette l’investimento sulle 50 blue chip quotate sui mercati azionari dell’Eurozona attraverso l’esposizione a uno dei benchmark
più rappresentativi delle Borse dell’area. Nel paniere sottostante spicca la prevalenza di titoli a elevata capitalizzazione appartenenti ai settori
finanziari, industriali e farmaceutici, quotati sui mercati di Francia, Germania, Spagna e Italia.
iShares Core EURO STOXX 50UCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
11.000
15.000
13.000
14.000
12.000
19.000
18.000
16.000
17.000
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 8 8
C A P I T O L O
3OBIETTIVODiversificazione
TICKER ISF / CODICE ISIN IE0005042456 / CODICE REUTERS ISF.MI / CODICE BLOOMBERG ISF IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione all’andamento del ciclo economico in Gran Bretagna.
Rischio di cambio euro/sterlina.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOFTSE 100
TER (COSTO ANNUO)0,07%
DATA DI LANCIO27/4/2000
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Diversificazione
L’ETF permette di arricchire il portafoglio azionario con una posizione focalizzata sull’azionario UK.
L’ETF offre la possibilità di investire sui titoli azionari delle 100 principali società quotate alla Borsa di Londra selezionati sulla base della
capitalizzazione. Il paniere sottostante vede una presenza preponderante di titoli del settore finanziario, dell’energia e dei beni di consumo. L’ETF è
disponibile anche nella versione ad accumulazione.
iShares Core FTSE 100UCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
11.000
15.000
13.000
14.000
12.000
17.000
16.000
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 8 9
C A P I T O L O
OBIETTIVODiversificazione
3
TICKER EIMI / CODICE ISIN IE00BKM4GZ66 / CODICE REUTERS EIMI.MI / CODICE BLOOMBERG EIMI IM
FATTORI DI RISCHIOEsposizione a mercati caratterizzati da livelli di volatilità superiori a quelli dei
Paesi sviluppati.
Rischio di cambio tra l’euro e le valute in cui sono espresse le società comprese
nell’indice.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI Emerging Markets Investable Market
TER (COSTO ANNUO)0,25%
DATA DI LANCIO30/05/2014
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 L’ETF permette l’inserimento in portafoglio tramite un singolo strumento di società rappresentative di tutti i mercati emergenti.
L’ETF permette di prendere posizione in maniera diversificata sui principali mercati azionari dei Paesi emergenti, attraverso la replica di un paniere sottostante composto da oltre 1.800 titoli di Paesi quali Brasile, Cina, Corea del Sud, India, Messico, Russia, Sud Africa e Taiwan. Del
paniere fanno parte società di piccola, media e grande capitalizzazione.
iShares Core MSCI Emerging Markets IMI UCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
5.000
6.000
11.000
10.000
8.000
9.000
7.000
13.000
12.000
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
OBIETTIVO Diversificazione
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 9 0
C A P I T O L O
3OBIETTIVODiversificazione
TICKER SJPA / CODICE ISIN IE00B4L5YX21 / CODICE REUTERS SJPA.MI / CODICE BLOOMBERG SJPA IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione al potenziale rallentamento del ciclo economico internazionale.
Rischio di cambio euro/yen.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI Japan Investable Market Index (IMI)
TER (COSTO ANNUO)0,20%
DATA DI LANCIO25/09/2009
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Diversificazione
L’ETF permette di inserire nel portafoglio azionario l’esposizione a uno specifico mercato, con un approccio improntato alla diversificazione.
L’ETF consente di investire sul mercato azionario della terza economia mondiale attraverso un approccio improntato alla diversificazione.
L’indice sottostante è estremamente rappresentativo dell’economia nipponica e comprende 1.175 titoli di società di piccola, media e grande
capitalizzazione.
iShares Core MSCI Japan IMIUCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
9.000
10.000
15.000
14.000
12.000
13.000
11.000
17.000
16.000
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 9 1
C A P I T O L O
OBIETTIVODiversificazione
3
TICKER CSPXJ / CODICE ISIN IE00B52MJY50 / CODICE REUTERS CSPXJ.MI / CODICE BLOOMBERG CSPXJ IM
FATTORI DI RISCHIOEsposizione al rallentamento del ciclo
economico internazionale.
Rischio di cambio tra l’euro e le valute in cui sono espresse le società comprese
nell’indice.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI Pacific ex-Japan
TER (COSTO ANNUO)0,20%
DATA DI LANCIO12/01/2010
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Diversificazione
L’ETF permette di inserire nel portafoglio azionario una specifica area geografica emergente.
L’ETF permette di prendere una posizione diversificata sui mercati azionari asiatici sviluppati ad eccezione di quello giapponese. All’interno
dell’indice sottostante il peso maggiore è occupato da società australiane, di Hong Kong e di Singapore, selezionate sulla base di
dimensione, liquidità e flottante.
iShares Core MSCI Pacific ex Japan UCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
5.000
6.000
11.000
10.000
8.000
9.000
7.000
13.000
12.000
PRODOTTOBILLIONAIRE*
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 9 2
C A P I T O L O
3OBIETTIVODiversificazione
TICKER EXXY / CODICE ISIN DE000A0H0728 / CODICE REUTERS DJCOMEX.MI / CODICE BLOOMBERG DJCOMEX IM
FATTORI DI RISCHIOEsposizione alle fasi di rallentamento
dell’economia mondiale.
Rischio legato all’uso di contratti swap.
Rischio valutario (le commodity sono quotate in dollari).
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSMaterie prime
INDICE DI RIFERIMENTOBloomberg Commodity (Total Return Index)
TER (COSTO ANNUO)0,46%
DATA DI LANCIO07/08/2007
TIPO REPLICA Swap
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Diversificazione
L’ETF si rivolge a coloro che vogliono inserire nel loro portafoglio in maniera diversificata una componente legata alle materie prime.
L’ETF consente di investire in modo diversificato su un paniere di materie prime. L’indice sottostante è infatti composto da futures su
22 commodity, tra cui metalli preziosi, metalli industriali, materie prime agricole, materie prime energetiche e bestiame. Nessuno di tali settori
può pesare per oltre il 33% all’interno dell’indice e il peso di una singola materia prima può variare tra il 2% e il 15% del totale.
iShares Diversified Commodity Swap UCITS ETF (DE)
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
500
2.500
1.500
4.500
3.500
10.500
9.500
6.500
8.500
7.500
5.500
12.500
11.500
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 9 3
C A P I T O L O
OBIETTIVODiversificazione
3
TICKER IFSE / CODICE ISIN IE00BZ0PKV06 / CODICE REUTERS IFSE.MI / CODICE BLOOMBERG IFSE IM
FATTORI DI RISCHIO
Può essere influenzato dall’andamento quotidiano del mercato azionario.
Rischio legato all'andamento dei quattro fattori di stile.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI Europe Diversified Multiple-Factor
TER (COSTO ANNUO)0,45%
DATA DI LANCIO04/09/2015
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 Grazie all’approccio multifattoriale, l’ETF consente di esporsi a quattro fattori di stile (Momentum, Size, Qualità, Valore) e di prendere posizione su di un numero elevato di titoli azionari.
Ha l’obiettivo di realizzare un rendimento sugli investimenti attraverso una combinazione di crescita del capitale e reddito degli attivi
del fondo, che rispecchia il rendimento dell’indice di riferimentoMSCI Europe Diversified Multiple-Factor.
iShares Edge MSCI Europe MultiFactor UCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
SE
T 1
5
LU
G 1
6
LU
G 1
7
8.000
8.500
11.000
9.000
9.500
11.500
10.000
10.500
12.000
OBIETTIVO Diversificazione
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 9 4
C A P I T O L O
3OBIETTIVODiversificazione
TICKER IESZ / CODICE ISIN IE00BQN1KC32 / CODICE REUTERS IESZ.MI / CODICE BLOOMBERG IESZ IM
FATTORI DI RISCHIO
Rischio di concentrazionesu un unico fattore.
Eventi significativi che coinvolgonole società.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI Eu Mid-Cap Equal weighted
TER (COSTO ANNUO)0,25%
DATA DI LANCIO16/01/2015
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Diversificazione
L’ETF permette di selezionare una tipologia di titoli specifica nei principali indici azionari e quindi di diversificare il proprio portafoglio di investimento.
Mira a replicare l’andamento di un indice composto da societàa bassa capitalizzazione incluse nell’universo d’investimento
dell’MSCI Europe. Indicato a chi cerca un’esposizione regionalecon un forte orientamento verso le aziende di piccole dimensioni.
iShares Edge MSCI Europe Size Factor UCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
9.000
9.500
11.500
10.500
11.000
10.000
12.500
12.000
FE
B 1
5
LU
G 1
5
LU
G 1
6
LU
G 1
7
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 9 5
C A P I T O L O
OBIETTIVODiversificazione
3
TICKER IFSU / CODICE ISIN IE00BZ0PKS76 / CODICE REUTERS IFSU.MI / CODICE BLOOMBERG IFSU IM
FATTORI DI RISCHIO
Può essere influenzato dall’andamento quotidiano del mercato azionario.
Rischio legato all'andamento dei quattro fattori di stile.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI Usa Diversified Multiple-Factor
TER (COSTO ANNUO)0,35%
DATA DI LANCIO04/09/2015
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 Grazie all’approccio multifattoriale, l’ETF consente di esporsi a quattro fattori di stile (Momentum, Size, Qualità, Valore) e di prendere posizione su di un numero elevato di titoli azionari.
Ha l’obiettivo di realizzare un rendimento sugli investimenti attraverso una combinazione di crescita del capitale e reddito degli attivi
del fondo, che rispecchia il rendimento dell’indice di riferimentoMSCI Usa Diversified Multiple-Factor.
iShares Edge MSCI USA MultiFactor UCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
9.000
9.500
11.500
13.000
12.500
10.500
11.000
12.000
10.000
OTT 1
5
LU
G 1
6
LU
G 1
7
OBIETTIVO Diversificazione
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 9 6
C A P I T O L O
3OBIETTIVODiversificazione
TICKER IFSW / CODICE ISIN IE00BZ0PKT83 / CODICE REUTERS IFSW.MI / CODICE BLOOMBERG IFSW IM
FATTORI DI RISCHIO
Può essere influenzato dall’andamento quotidiano del mercato azionario.
Rischio legato all'andamento dei quattro fattori di stile.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI World DiversifiedMultiple-Factor
TER (COSTO ANNUO)0,50%
DATA DI LANCIO04/09/2015
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 Grazie all’approccio multifattoriale, l’ETF consente di esporsi a quattro fattori di stile (Momentum, Size, Qualità, Valore) e di prendere posizione su di un numero elevato di titoli azionari.
Ha l’obiettivo di realizzare un rendimento sugli investimenti attraverso una combinazione di crescita del capitale e reddito degli attivi
del fondo, che rispecchia il rendimento dell’indice di riferimentoMSCI World Diversified Multiple-Factor.
iShares Edge MSCI World MultiFactor UCITS ETF
ANDAMENTO STORICOSE
T 1
5
LU
G 1
6
LU
G 1
7
9.000
11.000
10.500
9.500
12.000
11.500
10.000
12.500
OBIETTIVO Diversificazione
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 9 7
C A P I T O L O
OBIETTIVODiversificazione
3
TICKER IWSZ / CODICE ISIN IE00BP3QZD73 / CODICE REUTERS IWSZ.MI / CODICE BLOOMBERG IWSZ IM
FATTORI DI RISCHIO
Può essere influenzato dall’andamento quotidiano del mercato azionario.
Concentrazione su un fattore, quindipiù esposto a movimenti a esso correlati.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI World Mid-Cap Equally Weighted
TER (COSTO ANNUO)0,30%
DATA DI LANCIO03/10/2014
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 L’ETF permette di selezionare una tipologia di titoli specifica nei principali indici azionari e quindi di diversificare il proprio portafoglio di investimento.
Punta a replicare il più fedelmente possibile l’andamento di un indice composto dalle società a bassa capitalizzazione dell’universo di
investimento dell’Indice MSCI World. Adatto quindi a chi cerca un investimento in società globali con capitalizzazione più contenuta.
iShares Edge MSCI World Size Factor UCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
10.500
12.500
12.000
13.000
11.500
11.000
15.000
14.500
14.000
13.500
OBIETTIVO Diversificazione
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 9 8
C A P I T O L O
3OBIETTIVODiversificazione
TICKER EXSI / CODICE ISIN DE000A0D8Q07 / CODICE REUTERS STOXXEEX.MI / CODICE BLOOMBERG SXXEEX IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione al potenziale rallentamento del ciclo economico in Europa.
Notizie significative che coinvolgonole società presenti nell’indice.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOEURO STOXX
TER (COSTO ANNUO)0,20%
DATA DI LANCIO03/05/2005
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 L’ETF offre in un’unica soluzione la possibilità di diversificare il proprio portafoglio azionario, prendendo posizione su un insieme variegato di titoli dell’Area Euro.
Offre l’esposizione a un’ampia gamma di società dei Paesisviluppati dell’Eurozona e la possibilità di un investimento
in società a grande, media e bassa capitalizzazione.L’esposizione è dunque di tipo regionale.
iShares EURO STOXXUCITS ETF (DE)
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
11.000
13.000
12.000
15.000
14.000
19.000
18.000
17.000
16.000
21.000
20.000
22.000
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
OBIETTIVO Diversificazione
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 1 9 9
C A P I T O L O
OBIETTIVODiversificazione
3
TICKER IMIB / CODICE ISIN IE00B1XNH568 / CODICE REUTERS IMIB.MI / CODICE BLOOMBERG IMIB IM
FATTORI DI RISCHIOL’indice sottostante è particolarmente
esposto all’andamento del settore bancario.
Esposizione alla fiducia degli investitori nei confronti del Paese,
espressa dallo spread BTP/Bund.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOFTSE MIB
TER (COSTO ANNUO)0,35%
DATA DI LANCIO6/07/2007
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVODiversificazione/Integrazione reddito
L’ETF consente un investimento focalizzato su un singolo mercato e prevede la disribuzione di dividendi con cadenza semestrale.
L’ETF consente l’investimento sui titoli più rappresentativi del mercato azionario italiano. L’indice sottostante, il FTSE Mib, contiene i 40 titoli a
maggiore capitalizzazione della Borsa di Milano.
iShares FTSE MIBUCITS ETF (Dist)
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
11.000
13.000
12.000
16.000
15.000
14.000
18.000
17.000
19.000
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 2 0 0
C A P I T O L O
3OBIETTIVODiversificazione
TICKER IFFF / CODICE ISIN IE00B0M63730 / CODICE REUTERS IFFF.MI / CODICE BLOOMBERG IFFF IM
FATTORI DI RISCHIO
Eventuale peggioramentodella congiuntura internazionale.
Società quotate in valute diverse dall’euro, quindi rischio cambio.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI AC Far East ex-Japan Index SM
TER (COSTO ANNUO)0,74%
DATA DI LANCIO28/10/2005
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Diversificazione
L’ETF consente di inserire nel portafoglio azionario l’esposizione a una specifica area geografica, con un approccio improntato alla diversificazione.
Consente un investimento diversificato sui mercati azionari dei Paesi sviluppati ed emergenti dell’Asia orientale, Giappone escluso.
Si rivolge a chi vuole puntare sulle più significative e dinamiche società del Far East e distribuisce un dividendo a cadenza trimestrale.
iShares MSCI AC Far East ex-Japan UCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
9.000
10.000
12.000
11.000
14.000
13.000
15.000
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
E X P E R I E N C E T H E F U T U R E / 2 0 1
C A P I T O L O
OBIETTIVODiversificazione
3
TICKER IEER / CODICE ISIN IE00B0M63953 / CODICE REUTERS IEER.MI / CODICE BLOOMBERG IEER IM
FATTORI DI RISCHIOEsposizione all’andamento del ciclo
economico internazionale.
Esposizione alle fluttuazioni del cambio tra l’euro e le valute in cui sono espressi i valori di Borsa delle società nel fondo.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI Eastern Europe 10/40
TER (COSTO ANNUO)0,74%
DATA DI LANCIO4/11/2005
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 L’ETF consente di assumere un’esposizione azionaria concentrata su una specifica area geografica.
L’ETF permette di assumere esposizione ai mercati azionari emergenti dell’Europa dell’est attraverso le loro società più rappresentative.
L’indice sottostante l’ETF comprende 50 società di Polonia, Repubblica Ceca, Russia e Ungheria. Il Paese più rappresentato è la Russia, il
settore quello energetico. Nessun titolo può avere un peso superiore al 10% del totale e la somma delle società con un peso compreso tra il 5%
e il 10% non può superare il 40%.
iShares MSCI Eastern Europe Capped UCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
5.000
6.000
8.000
7.000
12.000
11.000
10.000
9.000
13.000
OBIETTIVO Diversificazione
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C A P I T O L O
3OBIETTIVODiversificazione
TICKER IJPE / CODICE ISIN IE00B42Z5J44 / CODICE REUTERS IJPE.MI / CODICE BLOOMBERG IJPE IM
FATTORI DI RISCHIOEsposizione agli eventi economici e
politici del Giappone.
Esposizione all’andamento dell’economia dei pincipali partner
commerciali (Usa e Cina) e dei mercati azionari internazionali.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI Japan 100%Hedged to EUR
TER (COSTO ANNUO)0,64%
DATA DI LANCIO30/9/2010
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 L’ETF si presenta adatto a chi voglia ottenere un’esposizione su un singolo Paese.
L’ETF mira a replicare l’andamento di un indice composto da circa 300 società giapponesi. Consente dunque un’esposizione diversificata alle aziende nipponiche, beneficiando inoltre della copertura del rischio di
cambio.
iShares MSCI Japan EUR HedgedUCITS ETF
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
9.000
10.000
13.000
14.000
11.000
12.000
21.000
22.000
19.000
20.000
17.000
18.000
15.000
16.000
23.000
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
OBIETTIVO Diversificazione
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C A P I T O L O
OBIETTIVODiversificazione
3
TICKER IJPN / CODICE ISIN IE00B02KXH56 / CODICE REUTERS IJPN.MI / CODICE BLOOMBERG IJPN IM
FATTORI DI RISCHIOEsposizione agli eventi economici e
politici del Giappone.
Esposizione alle economie dei principali partner commerciali.
Rischio di cambio Euro/Yen.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOMSCI Japan
TER (COSTO ANNUO)0,59%
DATA DI LANCIO01/10/2004
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVODiversificazione / Integrazione reddito
L’ETF si presenta adatto a chi voglia guadagnare un’esposizione su un singolo Paese. L’ETF distribuisce inoltre dividendi ogni sei mesi.
L’ETF mira a replicare l’andamento di un indice composto da circa 300 società giapponesi. Consente dunque un’esposizione diversificata alle
aziende nipponiche.
iShares MSCI JapanUCITS ETF (Dist)
ANDAMENTO STORICO
LU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
9.000
10.000
13.000
14.000
11.000
12.000
15.000
16.000
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
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C A P I T O L O
3OBIETTIVODiversificazione
TICKER EXSA / CODICE ISIN DE0002635307 / CODICE REUTERS STOXXIEX.MI / CODICE BLOOMBERG SXXPIEX IM
FATTORI DI RISCHIO
Esposizione al potenziale rallentamento del ciclo economico in Europa.
Esposizione alla ciclicità dei mercati azionari globali.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOSTOXX Europe 600
TER (COSTO ANNUO)0,20%
DATA DI LANCIO13/02/2004
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 OBIETTIVO Diversificazione
L’ETF offre in un’unica soluzione la possibilità di diversificare il proprio portafoglio azionario, prendendo posizione su un insieme variegato di titoli europei.
Consente un’esposizione a un’ampia gamma di società dei Paesisviluppati in Europa e, dunque, un investimento in società
a grande, media e bassa capitalizzazione. Indicato a chi è interessatoa questa specifica esposizione regionale.
iShares STOXX Europe 600UCITS ETF (DE)
ANDAMENTO STORICOLU
G 1
2
LU
G 1
5
LU
G 1
4
LU
G 1
3
LU
G 1
6
LU
G 1
7
10.000
15.000
16.000
17.000
18.000
11.000
12.000
13.000
14.000
19.000
*ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari
PRODOTTOBILLIONAIRE*
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C A P I T O L O
OBIETTIVODiversificazione
3
TICKER IPIR / CODICE ISIN IE00BF5LJ058 / CODICE REUTERS IPIR.MI / CODICE BLOOMBERG IPIR IM
FATTORI DI RISCHIOLe società Mid e Small Cap hanno un livello elevato di sensibilità al mercato
domestico.
Le azioni di società di dimensioni più ridotte evidenziano generalmente
variazioni di prezzo maggiori.
Profilo di rischio e rendimento(PARAMETRO KIID)
ASSET CLASSAzionario
INDICE DI RIFERIMENTOFTSE Italia Mid-Small Cap PIR
TER (COSTO ANNUO)0,33%
DATA DI LANCIO31/08/2017
TIPO REPLICA Fisica
UTILIZZO DEI DIVIDENDIAccumulazione
FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna
CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF
1
2
3 4
5
6
7 L'ETF permette di diversificare il portafoglio d'investimento con una componente specializzata a livello dimensionale. Gli investitori possono inoltre ottenere un’esposizione completa al mercato azionario italiano abbinando titoli a piccola e media capitalizzazione con quelli di grandi dimensioni.
Il fondo cerca di replicare la performance di un indice composto da oltre 150 società italiane a piccola e media capitalizzazione quotate
sulla Borsa Italiana, tradizionalmente di più difficile accesso. L’indice è costruito per riflettere i requisiti della nuova legge italiana sui vantaggi
fiscali legati ai “Piani Individuali di Risparmio” (PIR).
iShares FTSE Italia Mid-Small Cap UCITS ETF
ANDAMENTO STORICO
SE
T 1
7
OTT 1
7
NO
V 1
7
9.600
9.800
10.400
10.600
10.000
10.200
10.800
11.000
OBIETTIVO Diversificazione
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Year Term Index', 'Bloomberg Barclays Euro Government Inflation Linked Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro Aggregate Corporate Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro Treasury Bond Index', 'Bloomberg Barclays Emerging Markets Asia Local Currency Govt Country Capped Index', 'Bloomberg Barclays Global Corporate ex EM Fallen Angels 3% Issuer Capped Index', 'Bloomberg Barclays France Treasury Bond Index', 'Bloomberg Barclays Germany Treasury Bond Index', 'Bloomberg Barclays Global Government AAA-AA Capped Bond Index', 'Bloomberg Barclays Global Aggregate Corporate Index (EUR hedged)', 'Bloomberg Barclays Global Aggregate Corporate Bond Index', 'Bloomberg Barclays Italy Treasury Bond Index', 'Bloomberg Barclays Spain Treasury Bond Index', 'Bloomberg Barclays US Aggregate Bond Index' e 'Barclays US Mortgage Backed Securities Index'. Bloomberg e Barclays declinano qualsivoglia responsabilità nei confronti dei Consulenti dei Fondi BlackRock, delle rispettive affiliate, degli investitori negli ETF iShares o di altre terze parti con riferimento all’utilizzo o alla correttezza degli 'Bloomberg Barclays US Floating Rate Note < 5 Years Index', 'Bloomberg Barclays U.S. Intermediate Credit Bond Index (Total Return)', 'Bloomberg Barclays US Government Inflation-Linked Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro Aggregate Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro Corporate 1-5 Year Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro Corporate ex Financials 1-5 Year Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro Corporate ex Financials Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro-Aggregate: Financials Index', 'Bloomberg Barclays EUR Corporate Interest Rate Hedged Index', 'Bloomberg Barclays Euro Short Treasury (0-12 Months) Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro Government Bond 10-15 yr Term Index', 'Bloomberg Barclays Euro Government Bond 1-3 Year Term Index', 'Bloomberg Barclays Euro Government Bond 30 Year Term Index', 'Bloomberg Barclays Euro Government Bond 5 Year Term Index', 'Bloomberg Barclays Euro Government Bond 3-7 Year Term Index', 'Bloomber Barclays Euro Government Bond 5-7yr Term Index', 'Bloomberg Barclays Euro Government Bond 10 Year Term Index', 'Bloomberg Barclays Euro Government Inflation Linked Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro Aggregate Corporate Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro Treasury Bond Index', 'Bloomberg Barclays Emerging Markets Asia Local Currency Govt Country Capped Index', 'Bloomberg Barclays Global Corporate ex EM Fallen Angels 3% Issuer Capped Index', 'Bloomberg Barclays France Treasury Bond Index', 'Bloomberg Barclays Germany Treasury Bond Index', 'Bloomberg Barclays Global Government AAA-AA Capped Bond Index', 'Bloomberg Barclays Global Aggregate Corporate Index (EUR hedged)', 'Bloomberg Barclays Global Aggregate Corporate Bond Index', 'Bloomberg Barclays Italy Treasury Bond Index', 'Bloomberg Barclays Spain Treasury Bond Index', 'Bloomberg Barclays US Aggregate Bond Index' e 'Barclays US Mortgage Backed Securities Index' o di qualsivoglia dato ivi incluso.
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VERONICA GIACOMELLIRelationship Manager iShares Italy, BlackRock
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ASSET MANAGEMENT CLIENTS
ENRICO CAMERINIHead of Institutional Clients iShares Italy, BlackRock
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DANIELA BALLABIOHead of Marketing iShares Italy, BlackRock
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VALERIA PANSERAMarketing iShares Italy, BlackRock
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MARKETING
MARCO TABANELLAHead of Wealth and Retail Clients iShares Italy, BlackRock
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ANDREA SERIORelationship Manager iShares Italy, BlackRock
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EMANUELE BELLINGERIHead of iShares Italy, BlackRock
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Editore: Blue Financial Communication S.p.A.Sede legale e redazione: Via Melchiorre Gioia, 55 - 20124 Milano
Coordinamento editoriale: Marco BarlassinaProgetto grafico: Massimiliano Vecchio, Emanuele Sirtori
Contributo tecnico/editoriale: NoRiskHanno collaborato: Alessio Bragadini, Ettore Mieli, Maria Paulucci, Daniel SettembreStampa: TEP Arti Grafiche Srl – Strada di Cortemaggiore, 50 - 29100 Piacenza (PC)
Pubblicazione chiusa in redazione il 29 settembre 2017
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