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RELAZIONI DI ATTACCAMENTO E REGOLAZIONE EMOTIVA IPOTESI SULL'ORIGINE E LA RIPARAZIONE DEL SE': IL RUOLO DELL'EMISFERO DESTRO UN MODELLO GERARCHICO DELLO SVILUPPO EMOTIVO CHE INTEGRA INFANT RESEARCH SCIENZE EVOLUTIVE SCIENZE COGNITIVO-COMPORTAMENTALI E NEURO SCIENZE MESSO A CONFRONTO CON LA PSICOLOGIA ANALITICA JUNGHIANA DA ALLAN SCHORE MADONNA CON BAMBINO ORAZIO GENTILESCHI 1609 (BUCAREST) DI STEFANIA SURIANO

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RELAZIONI DI ATTACCAMENTOE REGOLAZIONE EMOTIVA

IPOTESI SULL'ORIGINE E LA RIPARAZIONE DEL SE': IL RUOLO

DELL'EMISFERO DESTROUN MODELLO GERARCHICO DELLO SVILUPPO EMOTIVOCHE INTEGRA INFANT RESEARCH SCIENZE EVOLUTIVESCIENZE COGNITIVO-COMPORTAMENTALI E NEURO SCIENZE MESSO A CONFRONTO CON LA PSICOLOGIA ANALITICA JUNGHIANA

DA ALLAN SCHOREMADONNA CON BAMBINOORAZIO GENTILESCHI 1609(BUCAREST) DI STEFANIA SURIANO

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Motivazione del lavoro• Interesse per il costrutto di intelligenza emotiva• (Salovey, Mayer 1989/80; Salovey, Hsee, Mayer 1993; Goleman 1995• Insieme di competenze cognitive necessarie a tenere sotto controllo e

autoregolare le emozioni che emerge da adeguate relazioni di attaccamento• Capacità di monitorare le proprie e altrui emozioni, differenziarle e usare tale

informazione per guidare il proprio pensiero e le proprie azioni• Capacità di pensare sui sentimenti (Salovey, Mayer 1997)• Centralità della regolazione degli affetti in Psicoanalisi che vede gli affetti

come fattori motivazionali primari di un sistema che comunica e valuta lo stato del sé nel tempo, nocciolo di una soggettività caratterizzata dalla consapevolezza dei sentimenti=capacità di valutare relazioni tra pensieri, sentimenti e azioni con l’obiettivo di imparare le cause e i significati delle proprie esperienze e dei propri comportamenti(Sroufe, Emde, Fonagy…)

• Modificazione dei paradigmi di riferimento nella ricerca neurobiologica e in psicologia cognitiva rispettivamente come adesione alla prospettiva olistica e interesse verso soggettività e complessità; integrazione delle conoscenze su inconscio e memoria implicita e modificazione delle ipotesi su emozioni e processi cognitivi

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Allan Schore è un esponente del movimento culturale e di ricerca definito Neuropsicoanalisi ed è noto anche come “il Bowlby americano”. Il suo approccio non è un tentativo riduzionistico di riportare la psicoanalisi sotto il controllo delle neuroscienze ma un modello complesso che cerca di integrare i diversi apporti di conoscenza al funzionamento della mente nel rispetto dei limiti metodologici ed epistemologici di ogni singola disciplina (pag 13) allo scopo di evidenziare convergenze e potenziare modelli teorici e cliniciSecondo Schore è possibile comprendere lo sviluppo socio-emotivo solo qualora venga studiato contemporaneamente su più dimensioni (pag.37)L'infant research, la psicobiologia, le scienze cognitivo-comportamentali, le neuroscienze, la psicologia evolutiva e la psicoanalisi convergono nell'affermare che i primi eventi della vita, in particolare le esperienze affettive vissute con altri esseri umani, influenzano l'organizzazione delle strutture psichiche e il modo in cui queste strutture maturano e giungono a mediare il funzionamento psicologico emergente e l'origine stessa della mente umana (pag.1)

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Queste sono le sue ipotesidi partenza:●La comparsa di funzioni adattative della mente●in via di sviluppo non può essere compresa senza●occuparsi a fondo anche della maturazione delle strutture● responsabili di quelle funzioni

●Le trasformazioni del comportamento del bambino e del●suo mondo interno, mediate da relazioni sociali connotate● affettivamente, hanno effetti persistenti perchè sono●registrate nelle strutture biologiche in via di sviluppo●durante l'impressionante maturazione del sistema nervoso●centrale che avviene nei primi due anni di vita

●L' evento centrale dello sviluppo socio-emotivo dell'essere umano è la creazione interattiva del legame di attaccamento e di comunicazione affettiva madre-bambino

●Tale esperienza di transazioni affettive modella la maturazione di specifiche connessioni strutturali del sistema nervoso centrale gerarchicamente organizzate secondo un sistema di regolazione in cui hanno un ruolo fondamentale le aree prefrontali dell'emisfero destro

●L'integrazione dei risultati delle ricerche della psicologia dello sviluppo e della biologia dell'attaccamento e degli affetti con la psicoanalisi contemporanea ha implicazioni importanti per la clinica

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“La psiche è un sistema complesso. La complessità implica inevitabilmente una molteplicità di modelli e di approcci esplicativiche si configurano come metodi di indagine sulla natura della mentee di cura da integrare tra loro, a volte contraddittori,poichè descrivere la natura complessa della psiche implica l'uso di descrizioni spesso antinomiche come:la psiche dipende dal corpo, il corpo dalla psiche. Per ambedue i termini di questa antinomia esistono prove lampanti..un giudizio obiettivo non potrà dare maggior peso nè alla tesi nè all'antitesi..l'azione psichicaprocede dall' interazione di due sistemipsichici-mente/ corpo- solo relativamente individuali..il terapeuta è il compartecipe di un processo di sviluppo individuale” (K.G.Jung da conferenza di Zurigo 1935- Opere Vol 16)La difficoltà di definizione e la necessità di integrazione di differenti approcci è una caratteristica della complessità psichica, nello studio della quale Jung mette in evidenza l'importanza del tenere insieme aspetti diversi, molteplici sfaccettature

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E' evidente l'importanza dell'interazione tra sistemi mente-corpo nella determinazione di processi psichici e nello sviluppo del sé inteso come totalità dei processi consci e inconsci,”centro” dove la psiche diventa inconoscibile perchè si fonde con il corpocosì che emerge contemporaneamente il problema dei processi e delle strutture alla base delle potenzialità di sviluppo..

“La personalità si sviluppa nel corso della vita da tendenze in nuce che è difficile o addirittura impossibile decifrare, e solo le nostre azioni riveleranno chi siamo. Noi siamo come il sole che nutre la vita della terra e genera ogni sorta di cose belle, strane e terribili; siamo come le madri, che portano nel grembo felicità e sofferenze ignote. Dapprima non sappiamo quali atti o misfatti, quale destino, quale benee quale male sia racchiuso in noi; e soltanto l’autunno mostrerà che cosa ha generato la primavera, e solo a sera si vedrà che cosa ha inaugurato il mattino.La personalità intesa come una completa realizzazione della totalitàdella nostra natura è un ideale irraggiungibile. Il fatto di essere irraggiungibile,però non è mai un’obiezione valida per un ideale, perché gli ideali non sono altro che una guida e mai mete” (C.G. Jung, Il divenire della personalità, vol. 7, p. 167).

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Nel suo libro più famoso “Regolazione degli affetti e l'origine del Sé Schore sostiene grazie a numerosi dettagli multi-disciplinari che il primo ambiente sociale, mediato dal caregiver principale, influenza l'evoluzione nel bambino delle strutture del cervello. Egli mostra come la maturazione della corteccia orbito-frontale, l'esecutore della corteccia destra, è influenzata dalle interazioni diadiche della relazione di attaccamento. Questo processo è fondamentale per il futuro bambino in quanto consente lo sviluppo della capacità di auto-regolare le emozioni, valutare lo stato emotivo 'altrui, e gestire lo stress

«La corteccia orbitofrontale contribuisce allo sviluppo dei processi di autoregolazione e regolazione interattiva; è il meccanismo di base che sottende l’attaccamento e contribuisce all’emergere di un senso unificato del Sé attraverso lo stabilirsi di connessioni tra aspetti salienti dell’esperienza affettiva e schemi di memoria multimodali, nucleo del senso del sé» (Schore 2002)

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IL SENSO DELLA VISTA

Secondo Bowlby(1969) il senso della vista è fondamentale per la formazione del primo legame di attaccamento nei confronti della madre e l'imprinting è il meccanismo di apprendimento che sottende la formazione di questo legame. Inoltre l'attaccamento non deve essere considerato come una serie di comportamenti espliciti. Si tratta di un fenomeno intrapsichico”costruito nel sistema nervoso nel corso delle transazioni che il bambino vive con la madre e come esito di tali transazioni (Ainsworth 1967)

Emde (1988)afferma che il bambino è predisposto dal punto di vista neurobiologico ad avviare una stimolazione visiva per ottenere le stimolazioni necessarie alla sua maturazione cerebrale. Queste considerazioni ci portano immediatamente ad un altro livello di analisi, quello neurobiologico.

In questo trasferimento di emozioni tra il bambino e la madre, qual è l'influenza che le interazioni con il mondo sociale esercitano sui sistemi cerebrali in progressiva organizzazione e maturazione? Oppure che cosa sappiamo dei processi attraverso cui le prime relazioni oggettuali vengono internalizzate e trasformate in strutture psichiche? ( Stechler, Halton 1987)

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Il sistema limbico è un insieme di strutture interne al cervelload anello (limbus=confine) che determinano il confine tra lacorteccia esterna e le altre strutture cerebrali. Le parti principalisono l'amigdala, l'ippocampo e il giro del cingolo. L'amigdala è ritenuta essere il centro di integrazione di processi neurologici superiori come le emozioni,coinvolta anche nei sistemi della memoria emozionale. È attiva nel sistema di comparazione degli stimoli ricevuti con le esperienze passate e nell'elaborazione deglistimoli olfattivi;i segnali provenienti dagli organi di senso raggiungono dapprima il talamo, poi servendosi di uncircuito monosinaptico, arrivano all’amigdala (vi è un fascio molto sottile di fibre nervose che vanno dal talamoall’amigdala); un secondo segnale viene inviato dal talamoalla neocorteccia. Questa ramificazione permette all’amigdaladi cominciare a rispondere agli stimoli prima della neocorteccia. In questo modo l’amigdala ècapace di analizzare ogni esperienza, scandagliando le situazioni ed ogni percezione.Quando valuta uno stimolo come pericoloso, per esempio, l’amigdala scatta come un sorta di grilletto neurale e reagisce inviando segnali di emergenza e tutte le parti principali del cervello; stimola il rilascio degli ormoni che innescano la reazione di combattimento ofuga,(Adrenalina, Dopamina, Noradrenalina), mobilita i centri del movimento, attiva il sistemacardiovascolare,i muscoli e l’intestino. Contemporaneamente, i sistemi mnemonici vengono "sfogliati"con precedenza assoluta per richiamare ogni informazione utile nella situazionedi paura.Mentre l’ippocampo "rimembra" i fatti, l’amigdala ne giudica la valenza emozionale grazie alle connessioni con il talamo e l'ipotalamo che inviano dati sensoriali dagli organi di senso e dal corpo .

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Secondo Schore (1994), prima dei tre mesi, le strutture coinvolte nella regolazione delle emozioni sono strutture sottocorticali, che comprendono l’amigdala e il sistema limbico.

Dopo i tre mesi, l’emergere di scambi, caratterizzati dal sorriso,nell’interazione tra madre e bambino, preannuncia la maturazionedella corteccia orbito-frontale.

La comunicazione continua, non verbale, implicita, tra la madre e il bambino stimola, infatti,la mielinizzazione dei circuiti neurali,che connettono la corteccia visiva con la corteccia orbitofrontale,favorendo interazioni alla base dell’emergere di forme presimboliche di rappresentazione dell’esperienza e di processi efficaci diautoregolazione

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Tra sei e nove mesi, l’intensificarsi di scambi affettuosi madre- bambino, caratterizzati da differenti tipi di segnali comunicativi, quali vocalizzazioni, movimenti del corpo, sorrisi, sguardi, che coinvolgono diversiaspetti sensoriali, determinano un'influenza sull’attività dei circuiti dopaminergici,mesocorticali mesolimbici, che coinvolgono le strutture identificate da Panksepp come sistema di ricerca.Tali circuiti contribuiscono a sostenere ad alti livelli l’arousal del sistema nervoso simpatico, costituendo probabilmente la base neurale dell’eccitazione gioiosa tipica dei bambini.Tra i dieci e i dodici mesi, lo sviluppo dei circuiti dopaminergici, accompagna un periodo dicrescita, caratterizzato da un’affettività positiva ed intensa. In questo periodo, i genitori cominciano a inibire ,talvolta, il comportamento del bambino, stimolando, in tal modo,la crescita di circuiti noradrenergici, localizzati soprattutto nel ponte ma diffusi in ampie aree cerebrali che attivano il sistema nervoso parasimpatico,antagonista del sistema nervoso simpatico,riducendo l’arousal cerebrale e l’eccitazione. I circuiti noradrenergici del ponte e del sistema reticolare possono essere considerati la base neurale dell’emozione della vergogna.

Evoluzione nel tempo (dai 5 ai 20 anni d’età) della normale maturazione cerebrale.Le regioni corticali per l’elaborazione delle funzioni primarie si sviluppanovelocemente e prima delle regioni per le funzioni cognitive di ordine superiore(emozioni e autocontrollo). In particolare la corteccia prefrontale, peril suo ruolo nel controllo delle funzioni esecutive, conclude tardivamente il propriopercorso maturativo, attorno ai 20 anni d’età.

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Il processo di maturazione stabilisce connessionitra circuiti corticali orbitofrontali e circuiti limbicisubcorticali, così che la regione corticale orbitofrontale controlla nel corso della vita dell’individuo i processi emotivi impliciti, non verbali.Solo intorno ai diciotto mesisi ha una intensificazione dei processi di maturazionenell’emisferosinistro.Contemporaneamente ,a livello prefrontale,i processi maturativi si spostano dalle aree orbitofrontali a quelle dorsolaterali,prefrontali, non connesse con le regioni limbiche ma con le regioni neosubcorticali del lobulo parietale inferiore, implicato in funzioni di categorizzazione numerica o divisualizzazione spaziale.Lo sviluppo della corteccia dorso laterale,maggiore nell’emisfero sinistro che nel destro coincide con l’emergere del linguaggio e con l’intensificazione di funzioniesecutive, di abilità astratte, non caratterizzate affettivamente, come l’abilità di mantenere nella mente informazioni sensoriali, anche in momenti di distrazione.

La corteccia prefrontale dorso laterale (DLPFC) è quindil’ultima parte della corteccia a maturare. Le immagini mostrano in 4 tappe evolutive (dai 5 ai 20 anni dietà) lo slittamento dal rosso (meno maturo) al viola (piùmaturo), della maturazione cerebrale della DLPFC (quadratobianco).

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L'equilibrio e i continui processi di compensazione tra processi di autoregolazione e regolazione interattiva,nel corso dello sviluppo, fa pensare ad una concezione del funzionamento psichico oscillante tra meccanismi di estroversione (corrispondenti al prevalere dell'attività dopaminergica) e di introversione (legati ad attività di aree cerebrali subordinate alla volontà e alla coscienza in misura minore, a prevalente attività noradrenergica) .

“Il prevalere dell'uno o dell'altro nell'individuo è il risultato di processi di adattamento psichico di natura inconscia in cui intervengono sia fattori esterni (il carattere particolare delle interazioni) che disposizioni biologiche(fattori di natura fisiologica che a noi restano ignoti..)” (rielaborato da Jung”Tipi psicologici “ 1920)

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Studi recenti che utilizzano massicciamente le tecniche di neuroimaging evidenziano la specializzazione complementare degli emisferi cerebrali (Ornstein 1997) e il ruolo essenziale della regione corticale destra nella elaborazione dei segnali sociali

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E' ormai accertato che l'accelerazione della crescita delle strutture cerebrali durante i periodi critici dell'infanzia è dipendente dall'esperienza e influenzata da forze sociali(Eisenberg 1995). All’inizio dell’adolescenza si ha un nuovo periodo di sinaptogenesi,cioè di proliferazione di nuove sinapsi, successivoa quello dei primi anni di vita. In questo periododi vita, infatti, si assiste ad un progressivo aumento dellasostanza grigia, che raggiunge un picco di densità, oltreil quale si verifica un momento di stasi. La sinaptogenesi,quindi, è un processo di formazione e maturazione delle le connessioni neuronali. Le connessioni maggiormente utilizzate vengono strutturate e rafforzate mentre le connessioni poco utilizzate tendono a strutturarsi meno. (Edelman 1987, Mc Dowell JJ 2009)

PESODELCERVELLOIN GRAMMI

100

800

2 5 ETA' IN ANNI

Lo sviluppo cerebrale non si conclude comunque conl’adolescenza ma continua in età adulta, anche se conmodalità meno impetuose

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L'emisfero sinistro quindi risulta essere dominante riguardo alla funzione del linguaggio, nell'uso della grammatica, nel ragionamento analitico, nella risoluzione dei problemi mentre l'emisfero destro è dominante nell'elaborazione delle informazioni socioemozionali. ●Lesioni al lobo frontale destro causano deficit di funzionamento socioemozionale (Bechara, H.Damasio 1999; Damasio 2003); se le lesioni includono il lobo parietale si hanno alterazioni della rappresentazione corporea, indicate come anosognosia; estese alle regioni occipitali e temporali determinano una condizione clinica definita prosopoagnosia.ossia una incapacità di riconoscimento dei volti che non elimina la reazione emotiva di fronte alla presentazione di un volto noto (misura delle reazioni psicogalvaniche).●Studi nel campo dell'attaccamento mostrano come attraverso lo sguardo reciproco, la visione del volto della madre inneschi una scarica di endorfine nel cervello in via di sviluppo del bambino (Hoffman 1987) prodotte dalla adenoipofisi, responsabili di sensazioni di piacere nell'interazione sociale in quanto agiscono sui neuroni dopaminergici dei centri sottocorticali che amplificano il livello delle emozioni positive (Schore 1994)●Si determina un trasporto simbiotico tra il sistema neuroendocrino maturo della madre e quello immaturo del bambino, trasporto che attiva risposte ormonali che stimolano il SN simpatico del bambino con la conseguente sensazione di eccitazione.Le esperienze di rispecchiamento visivo vengono conservate in forma presimbolica nella corteccia prefrontale dell'emisfero destro zona di convergenza a maturazione precoce di elaborazione dei segnali sociali e delle qualità positve delle interazioni

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Schore presenta una serie di dati a sostegno del fatto che :l

e comunicazioni diadiche che generano intensi affetti positivi rappresentino un ambiente che promuove la crescita della corteccia prefrontale un'area che attraversa una significativa fase di maturazione intorno ai 10-12 mesi di vita ( Diamond e Doar 1989)

il funzionamento dei lobi frontali gioca un ruolo essenziale nello sviluppo dei comportamenti di autoregolazione del bambini (Dawson, Panajiotides,Klinger ,Hill, 1992).

sono proprio le aree orbitali prefrontali a essere coinvolte direttamente nello sviluppo delle funzioni di attaccamento nei confronti delle quali svolgono una funzione critica (Steklis, Kling 1985).

Questa regione gioca un ruolo essenziale nell'elaborazione dei segnali sociali;

le esperienze di attaccamento influenzano direttamente l'imprinting della strutturazione di questo sistema che agisce come zona di convergenza tra strutture sottocorticali e corticali.

Si tratta di un sistema che ha un ruolo nella memoria e nelle interazioni cognitivo emotive (Stuss, 1982)(Barbas 1995) ed è specializzato nella codifica di rappresentazioni psicologiche di tipo superiore degli altri individui.

La corteccia prefrontale destra racchiude la capacità operativa per generare una relazione d'oggetto internalizzata ovvero una rappresentazione di sé e dell'oggetto collegata ad uno stato affettivo (Kernberg 1976) o una Rappresentazione di interazioni generalizzate(RIGS) (Stern 1985)

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Tali studi hanno importanti implicazioni a livello clinico.

Se l’emisfero destro “conosce” la realtà attraversol’emozione percependola in modo inconscio nei suoi aspetti meno evidenti,mentre l’emisfero sinistro contribuisce alla comprensione causale e verbale degli eventi, in modo cosciente, ciò implica che,nella relazione analitica deveessere estesa l’attenzione dagli aspetti narrativi, verbalia quelli, impliciti, non verbali, emozionali, musicali dell’interazione, perché, come confermano i dati scientifici, parole e sentimenti interagiscono, influenzandosi reciprocamente.Il coinvolgimento emotivo facilita la comprensione cognitiva e la descrizione linguisticadi un’esperienza,la traduzione dei sentimenti e delle emozioniin parole, contribuisce alla regolazione emotiva.

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L’enfasi che le neuroscienze pongono sulla necessità di integrazione delle funzioni cerebrali, procedurali implicite e simboliche si riflette in ambito psicoanalitico nella comprensione dell’importanza di momenti di sintonizzazione affettiva (Sander 1977), di incontro (Stern 1988), di creazione e ripetizione, nel corso del processo terapeutico, di una serie di tappe nella costruzione e crescita dei modelli operativi interni, per l’interpretazione e la comprensione dei significati dell’esperienza inconscia, delle credenze e dei conflitti e per la modificazione delle difese del paziente.

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L’IMPORTANZA DEL “QUI E ORA”

Secondo la prospettiva intersoggettiva e relazionale il processo terapeutico coincide quindi con la creazione e ripetizione di tappe ( moving along, now moments, moment of meeting) per la costruzione e crescita di modelli operativi interni , in condizioni di accudimento, necessarie e facilitanti un cambiamento, che non sottolinea come essenziale e unica la presa di coscienza ma il cambiamento delle rappresentazioni inconsce cioè dei meccanismi di regolazione emotiva fondati sui processi di memorizzazione implicita (Merciai e Cannella 2005).

Le ipotesi del modello relazionale, confermate dagli studi neurobiologici, sono state sottoposte a verifica anche a livello empirico nell’analisi di pattern interattivi familiari (Corboz Warnery 1999). Stern (2005) definisce il momento presente come un breve intervallo di tempo, in cui i processi psicologici raggruppano unità percettive di durata assai breve nella più piccola unità globale (gestalt) in grado di avere senso e significato nel contesto della relazione. Si tratta di un evento olistico, consapevole e di breve durata (1-10 secondi) all’interno del quale l’esperienza è vissuta come un tutto comprensivo, multimodale, di affetti, pensieri, sequenze di azioni, percezioni e sensazioni.

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Attaccamento traumatico e disregolazione dell'emisfero destro: un meccanismo di psicopatogenesi del PTSD

Per esperienza traumatica si intende una esperienza grave di disregolazione emotiva conseguente ad abuso sessuale , abbandono, oppure ripetute relazioniInterpersonali disfunzionali, che possono indurre, insieme all’influenza di fattorigenetici e costituzionali, alterazioni nei processi di sviluppo del cervello e dei sistemi biologici di regolazione affettiva,determinando un complesso disordinedello sviluppo, a base ambientale (De Bellis 2001).

Se lo stress acuto determina deficit reversibili, lo stress cronico è associato conuna particolare reattività del sistema nervoso autonomo, che produce cambiamenti che possono indurre atrofia di alcune strutture neurali o addirittura il loro danno permanente (Mc Ewen 2000)

La conseguenza più evidente dell’esperienza traumatica precoce è l’incapacità diregolazione emotiva,ossia l’incapacità di regolare intensità e durata degli affetti (Van Der Kolk 1994)

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• Secondo Schore il trauma relazionale precoce ha un impatto significativamente negativo sulla maturazione, ambiente-dipendente, dell’emisfero destro, il cervello più ampiamente coinvolto nelle funzioni di memoria autobiografica e procedurale, implicita.

• La memoria procedurale implicita è «lo specchio di eventi traumatici» (Terr 1988)

• Probabilmente, alla luce di differenti studi, è possibile ipotizzare, da parte di chi è stato sottoposto ad esperienze traumatiche precoci, una sensibilizzazione ad eventi stressanti successivi, che può aumentare la vulnerabilità allo stress e determinare l’emergere di disturbi psichiatrici(Graham, Heim, Miller, Nemeroff 1999) descritti, attualmente, come manifestazioni di differenti tipi di disregolazione emotiva.

• Secondo la prospettiva della neuropsicopatologia dello sviluppo, l’organizzazione strutturale del cervello riflette la storia dell’organismo (Tucker 1996).

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Fu Van Der Kolk, nel 1996, a proporre che i sintomi del PTSD potessero riflettere un malfunzionamento del cervello destro, di cui erano note le funzioni di controllo e di inibizione delle risposte emozionali, confermate da numerosi studi successivi(Garavan, Ross 1999).Recenti studi hanno evidenziato, in particolare, come la disfunzione dei lobi frontali, in modo specifico del sistema orbitofrontale,che si espande nell’emisfero destro e che controlla attraverso processi di tipo cognitivo-razionale le risposte emozionali –istintive, sia coinvolta nel PTSD (Shin, Mc Nallyn, Kosslyn 1999)I disturbi dell’espressione delle emozioni, che caratterizzano questa psicopatologia, fanno pensare che la loro origine possa essere determinata da un deficit della corteccia prefrontale nella modulazione delle funzioni dell’amigdala, soprattutto della porzione destra, coinvolta nei processi di paura e freezing.

Le Doux (1994)afferma che senza il controllo dellacorteccia orbitoprefrontale, l’organismo resta in unostato difensivo, determinato dalla amigdala, più a lungo del necessario; uno stato che, negli esseri umani, è acquisito in modo condizionato, in seguito a esperienze di paura, controllato e ridotto dall’attivitàdell’emisfero destro, che domina sulla funzionedell’amigdala, operante nel PTSD, per il deficitdel sistema orbitofrontale.

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L’infant-research e la neurofisiologia hanno evidenziato le reciproche influenze che caratterizzano l’interazione madre-bambino nel primo anno di vita. Il rispecchiamento delle espressioni facciali e delle vocalizzazioni corrisponde ad una variazione comune dei parametri neurofisiologici come l’accelerazione/decelerazione del battito cardiaco controllata dal sistema simpatico/parasimpatico. Particolari «momenti affettivi» favoriscono l’apprendimento del «ritmo «dell’altro; la risonanza affettiva, la sincronia, favorite dalla capacità materna di attunement (Stern 1985) amplificano il senso di vitalità e consentono il superamento di momenti di stress, la riparazione, il ritorno alla sincronicità dell’interazione

La regolazione ottimale delle comunicazioni influenza nel periodo postnatale la maturazione del sistema limbico deputato alla processazione e regolazione degli stimoli socio-affettivi, alla trasformazione delle informazioni in termini di sentimenti che guidano il comportamento e contribuiscono all’adattamento attraverso una riorganizzazione rapida delle risposte di fronte a improvvise variazioni del contesto ambientale

Tali funzioni dipendono in larga misura dalle molteplici connessioni esistenti tra sistema limbico, sistema nervoso autonomo e sistema di controllo e regolazione dell’emisfero destro

Tali funzioni dipendono in larga misura dalle molteplici connessioni esistenti tra sistema limbico, sistema nervoso autonomo e sistema di controllo e regolazione dell’emisfero destro

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Oggi si parla di dissociazione traumatica:

è la difesa primitiva utilizzata per affrontare esperienze emotive Soverchianti La descrizione dei meccanismi che sottendono l’insorgere della dissociazione potrebbe offrire, potenzialmente, il quadro delle condizioni ambientali che partecipano all’ontogenesi di condizioni psichiatriche (Liotti 1992)

Ma del resto:

Fin dal 1969, Bowlby aveva postulato che la conseguenza peggiore di un attaccamento traumatico è l’alterazione della normale traiettoria di sviluppo di un organismo, attraverso l’esclusione difensiva.

E Janet, nel 1889, scriveva che” i pazienti traumatizzati sembrano avere la loro vita sotto controllo; legati ad un oggetto insormontabile. Incapaci di integrare le memorie traumatiche, sembrano aver perso la capacità di assimilare nuove esperienze…come se lo sviluppo della loro personalità si fosse bloccato ad un certo punto e non potesse aprirsi all’integrazione di nuove esperienze” .Egli suggerì che in determinate circostanze le energie nervose che sostengono il coordinamento delle varie funzioni mentali potevano indebolirsi al punto che certe funzioni si rendevano autonome rispetto al controllo centrale e definì il processo Dissociazione

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.. E di disregolazione emotiva

Recenti studi evidenziano il ruolo dell’emisfero destro nel monitoraggio delle condizioni dell’organismo e nel riconoscimento di questo sé in continua trasformazione, come di un sé continuo e coerente ma riconoscono, contemporaneamente, il ruolo dell’emisfero destro nelle diverse patologie dell’autoregolazione( Devinsky 2000;Damasio 2003)

Il concetto di regolazione, come emerge dagli studi sull’attaccamento e sul PTSD, dalle neuroscienze e dalla letteratura psichiatrica è un concetto “ponte” che potenzia ed estende il modello bio-psico-sociale della psicologia dinamica, secondo il quale i disordini psichiatrici sarebbero il risultato della combinazione di predisposizioni genetico-costituzionali e stressors ambientali o psicosociali, da cui deriverebbe una vulnerabilità neurofisiologica alla base del trauma.

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Inoltre a proposito di TRAUMAL

a scoperta di una possibile disconnessione funzionale, con il test di Wada suggerisce che le informazioni possono essere “sequestrate” dall’emisfero destro e non descritte a livello narrativo dall’emisfero sinistro. Tale possibile disconnessione funzionale può essere utilizzata per spiegare numerose osservazioni cliniche.

Joseph(1996) considera i fenomeni di dissociazione e amnesia conseguenti a situazioni traumatiche come conseguenza della disconnessione funzionale dell’emisfero destro.

Henry (1993) crede che lo stress, che altera la produzione ormonale di catecolamine e corticosteroidi, determini una alterazione della trasmissione delle informazioni interemisferiche, che impediscono la traduzione in termini linguistici delle emozioni.

Levin(1997) ritiene che certe difese, che impediscono l’adeguata verbalizzazione di esperienze affettive o determinano la dissociazionedell’esperienza emozionale da quanto viene verbalizzato, siano una conseguenza della dissociazione funzionale interemisferica.

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Levin (1997) e Modell (1997) credono che l’uso della metafora, caratterizzata da elementi sensoriali, emozionali e verbali espressi in immagini, può aiutare a ristabilire connessioni funzionali tra idue emisferi, perché attiverebbe simultaneamente molteplici sistemi cerebrali,favorendo integrazioni.

La disconnessione funzionale può spiegare anche l’incapacità di “sentire” l’esperienza dell’emozione di cui si è consapevoli solo intellettualmente.Se, durante i processi maturativi, non si verifica la ricodificazione nell’emisferosinistro delle informazioni implicite inizialmente immagazzinate nell’emisfero destro, la cui maturazione è più precoce, precoci esperienze affettive sono percepitein forma rudimentale e non riescono ad essere verbalizzate (riel. da R.Pally 1998

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La letteratura neuroscientifica recente definisce la dissociazione

come il risultato di una mancata integrazione degli aspetti della percezione, della memoria, dell’identità e della coscienza:

il prodotto del distacco tra valutazione emozionale di un evento e percezione delle reazioni fisiologiche allo stesso evento, conseguenti a una scissione verticale per cui i contenuti mentali esistono in una serie di coscienze parallele (Kluft 1991)

Una scissione che si verifica,nel PTSD, in conseguenza di un trauma che altera le funzioni dei sistemi cerebrali del cervello destro, organizzati verticalmente, sotto l’influenza delle esperienze di attaccamento, riducendone la capacità di mantenere coerente, continuo e unificato il senso del sé. I pazienti PTSD, in stato di stress, evidenziano importanti deficit nella comprensione e descrizione del significato delle espressioni facciali e di stati somatici, incapacità di comunicare il proprio stato emotivo e di mantenere relazioni con l’ambiente sociale, inadeguato uso dei meccanismi difensivi, assenza di empatia e di funzione riflessiva, associate alla incapacità di autoregolare o regolare interattivamente il proprio stato interno.Molte delle disfunzioni descritte rappresentano alterazioni patologiche dei meccanismi inconsci, che guidano rapidamente all’azione e che il PTSD condivide con il disturbo Borderline di personalità, una condizione correlata, come il PTSD, ad una storia di traumi precoci di attaccamento e di disfunzione della corteccia orbitofrontale e dell’amigdala.

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L’alternarsi di processi di integrazione/deintegrazione è considerato da Jung il normale meccanismo di funzionamento di una psiche «molecolare», costituita da unità, descritte come aggregati di percezioni,sensazioni, idee ed emozioni e definite complessi a tonalità affettiva.

La teoria generale dei complessi a tonalità affettiva è uno degli aspetti più attuali della psicologia di Jung, in quanto questa comprende un inconscio psicodinamico non rimosso, una teoria della memoria legata alle emozioni, la molteplicità coscienziale, una capacità regolativa di competenza del complesso dell’Io e, infine, il concetto di dissociazione.

La tonalità emotiva dei complessi li raggruppa secondo una classificazione inconscia, autonoma dal resto del funzionamento mentale.

Tali gruppi di rappresentazioni basati sulle emozioni esistono tanto nei soggetti normali che in quadri psicopatologici ed emergono negli esperimenti dell'associazione verbale e nell'osservazione clinicaIl complesso è l'immagine di una determinata situazione psichica in senso vivamente emotivo che riemerge nel presente quando l'associazione emotiva attuale lo riattiva. E' un'immagine che ha una forte compattezza interna una sua propria completezza e che dispone di un certo grado di autonomia dalla coscienza. Secondo un'ottica contemporanea è stato definito come la più piccola unità bio-psico-sociale concepibile (Ruberto A.1999)

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“La rabbia come le altre emozioni porta via, travolge; l’Io rispettabile viene accantonato e gli subentra qualcos’altro. Diciamo che si è fuori di sè oppure si ha un diavolo per capello perchè si è come un uomo posseduto. Un primitivo direbbe che uno spirito è penetrato nella persona e l’ ha cambiata radicalmente. L’emozione la possiede come se un’esplosione l’ avesse scagliata fuori da sè stessa

In concomitanza con l’emozione si possono osservare variazioni fisiologiche:si sente il sangue salire alla testa,siamo invasi dalla collera, travolti nel corpo.

Avere emozioni travolgenti non è patologico, appartiene alla normalefenomenologia umana tuttavia se si manifestano in modo abitualesi può parlare a buon diritto di nevrosi.

Al contrario il sentimento è una funzione razionale, un giudizio di valore sull’esperienza, che emerge in noi ma che riusciamo a controllare e ad esprimere“

(C.G.Jung Psicoanalisi e psicologia analitica-Concezioni psicologiche fondamentali Vol.15 -1935)

L’ autonomia del complesso, il suo manifestarsi improvvisamenteal di fuori della volontà cosciente è un’esperienza conosciuta soggettivamentesia per l’esplosione di rabbia che per l’incontenibilità della passione amorosao quando la scelta di intraprendere azioni sembra essere guidata da fattoriInconsci, come se ci fosse uno straniero invisibile che ci possiede, uno spirito.

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Ogni complesso è una unità inseparabile di un fattore di energia dinamica, derivante da una base somatica, istintuale (emozione) e di un fattore strutturante, organizzatore, datore di forma, che rende il complesso disponibile alla coscienza come rappresentazione mentale (immagine) (Kalshed 2001)

…»E’ l’immagine dell’affetto personificato» (Jung 1926)

..Il complesso inconscio ha due strati : un inconscio personale e un inconscio collettivo o archetipico (Jung 1917- pag.67)

..l’archetipo è l’impronta di un’esperienza tipica sempre ripetuta… che si manifesta con un tesoro di immagini originarie fondate sulla sedimentazione di esperienze sempre ripetute dall’umanità..impronte che al tempo stesso si comportano anche empiricamente come forze o tendenze a ripetere le stesse esperienze..(Jung -1917/1943- vol 7 pag 70-71)

Ciò che si imprime nell’inconscio è la rappresentazione fantastica soggettiva provocata da processi fisici (pag 70)

Ciò che si eredita non è la rappresentazione ma la possibilità di rappresentare (pag 66)

Da Jung «Due testi di Psicologia analitica «Volume 7 – Opere -Boringhieri

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RIDURRE LA DISSOCIAZIONE!

.. Che il paziente possa assimilare almeno una parte dell’inconscio ..e ridurre in proporzione la minaccia delle dissociazione…

..l’assimilazione dell’inconscio protegge dal pericoloso isolamento avvertito da chiunque sia posto di fronte ad un aspetto incomprensibile e irrazionale della propria personalità…

…l’isolamento porta al panico ed è così che molto spesso ha inizio una psicosi..

..più largo si fa il solco tra coscienza e inconscio più dappresso incalza la scissione della parsonalità che porta alla nevrosi coloro che vi sono predisposti e alla schizofrenia, alla disintegrazione della personalità coloro che hanno disposizione alla psicosi..

..la terapia si propone di ridurre o di abolire la dissociazione, integrando nella coscienza le tendenze dell’inconscio..

(Jung «Simboli della trasformazione» Volume 5)

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Ciò che è maladattativo nella dissociazione è che attutisce la vita psichica. Inoltre gradualmente si abbassa la soglia di stress in presenza della quale l'individuo attiva tale modalità difensiva così che sarà sempre più difficile uscire da questa modalità di ritiro-conservazione.La persona tende a rimanere in unostato di autoregolazione massiccia per intervalli prolungati di tempo,intervalli in cui si chiude completamente a tutte le comunicazioni di attaccamento e di regolazione interattiva e, non a caso, a interventi di tipo verbale

Lo squilibrio dei continui processi di compensazione tra processi di autoregolazione(introversione) e regolazione interattiva (estroversione),o il loro blocco, può determinare”la catastrofe sotto forma di un crollo nervoso quando la reazione inconscia riesce a paralizzare l'azione cosciente”(Jung “Tipi psicologici”1920)

Noi modelliamo la nostra vita attraverso la trasformazione continua di ciò che riceviamo e al contempo doniamo: questa è in realtà la co-costruzionecon la quale trasformiamo il mondo e trasformiamo incessantemente noi stessi (da “La crisi necessaria” Racamier 2010)

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A cominciare dagli studi di Janet (1889) sono andati sempre più aumentando i dati sullo stretto legame tra dissociazione e trauma precoce.

Bowlby ipotizza il costrutto di esclusione difensiva ossia l'esclusione dall’elaborazione cosciente dell’associazione tra eventi ed esperienze emotivamente significative attraverso meccanismi di repressione conscie, rimozione e dissociazione

In uno studio sulla psicologia dello sviluppo, Ogawa e colleghi(1997) hanno dimostrato che il trauma precoce, in misura maggiore dei traumi che si verificano successivamente, attiva comportamenti dissociativi.

L'attuale ricerca nel campo delle neuroscienze non solo sostiene questa connessione ma ci aiuta ad approfondire la nostra conoscenza sul perchè gli individui esposti precocemente al traumatendano ad utilizzare la dissociazione anche in momenti di stress successivi

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Ricercatori nel campo dell'attaccamento hanno sottolineato che l'esclusione selettiva può provocare”lo sviluppo di sistemi di memoria segregati o dissociati, relativi ad esperienze perdute. Poiché questi ricordi continuano ad esistere sebbene in forma non integrata, riescono ad influenzare le emozioni e il comportamento senza che la persona ne comprenda i motivi” (Frayley, Shaver 1999)

L'analogia tra questa descrizione di Modelli Operativi Interni e il concetto junghiano di complesso è impressionante. Scriveva infatti Jung:(Il complesso) è sottoposto soltanto in misura limitata alle disposizioni della coscienza e si comporta perciò nell'ambito della coscienza come un corpus alienum animato(Jung 1960-da 1934)

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SISTEMI DI MEMORIA ESPLICITA/DICHIARATIVA

IMPLICITA/PROCEDURALE

BASE NEURALE: IPPOCAMPO

BASE NEURALE:GANGLI DELLA BASE, AREE ASSOCIATIVE TEMPORO-PARIETO-OCCIPITALI DELL’ EMISFERO DESTRO, AMIGDALA

SONO IMMAGAZZINATE NELLA MEMORIA PROCEDURALE «I DERIVATI ESPERIENZIALI DELLA RITUALITA’ FAMILIARE(REISS 1989)» «LE ESPERIENZE RELAZIONALI PRECOCI PREVERBALI, LA RAPPRESENTAZIONE AFFETTIVA DELLE IMMAGINI DELLE FIGURE PIU’ SIGNIFICATIVE NELLO SVILUPPO DEL BAMBINO; LE FANTASIE E LE DIFESE RISPETTO A DELUSIONI E TRAUMI TRA CUI SPICCANO PER IMPORTANZA LA DISSOCIAZIONE, L’IDENTIFICAZIONE PROIETTIVA, LA NEGAZIONE, L’IDEALIZZAZIONE (M.MANCIA 2004)

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OLTRE LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTOLa Psicoanalisi ha sempre dato molta importanzaal ruolo delle interazioni connotate affettivamente nella costruzionedelle rappresentazioni dell'oggetto,del sé e della loro relazione.E' possibile ricordare• la teoria delle relazioni oggettuali (Klein)con iconcetti di posizione schizoparanoidee depressiva come modalità primitive o evolute di regolazione di affetti intensi ;•il costrutto di réverie materna di Bion(1959) come descrittore della capacità materna di dare un significato all'esperienza•Il rispecchiamento dei bisogni del bambino, che secondo Winnicott (1959) grazie ad ungrado di coinvolgimento moderato(madre sufficientemente buona) è elemento centrale per lo sviluppo della forza o della debolezza dell'Io.•Attualmente, modelli di processi estrinseci e intrinseci di regolazione affettiva (RossThomson1994) sostengono con forza l'importanza dell'interazione diadica o triadica regolata affettivamente,che, riconoscendo capacità precoci nei bambini di percezione della struttura fisica e sociale del mondo (Bower 1977,Emde 1988,Gergely 1992),hanno determinato il superamento di una visione del bambino come organismo passivo e indifferenziato (Mahler 1975).• I costrutti di “Mente forgiata diadicamente”(Wilson , Malatesta 1989),”Sè interpersonale”(Stern 1989),”Matrice intersoggettiva”(Stolorow 1987) evidenziano l'evoluzione di un contesto integrato di ricerca, tra psicoanalisi e ricerca sperimentale sull'attaccamento attenta ai contributi della neurobiologia delle emozioni, fondato su un modello organizzativo di capacità cognitive e sociali emergenti da processi di autoregolazione e regolazione interattiva basati su meccanismi innati attivati e modulati dall'esperienza, di cui la regolazione degli affetti è un aspetto particolare

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Il complesso materno è alla base di tutti i nostri sentimenti più duraturi e immodificabili.In tal senso «la madre è il destino» come diceva Jung

Questo complesso è fin dalla prima infanzia la trappola permanente delle nostre reazioni e dei nostri valori....non soltanto i contenuti dei sentimenti ma anche la funzione stessa trae i modelli dalle reazioni e dai valori che nascono dalla relazione madre-figlio..il modo di sentire la nostra vita corporea, il rispetto e la fiducia nei confronti del proprio fisico, il tono soggettivo con cui accogliamo il mondo e andiamo nel mondo…..tutto porta i segni della madre..non si tratta dell’imitazione della madre personale né di un’opposizione a Lei..

Il complesso materno non è mia madre.

E’ il modo con cui la psiche ha assimilato mia madre

In terapia «entrare nella madre» significa dialogare con quell’archetipo inconscio che governa il passato, il corpo e la nostra intimità più riposta, giungere alle profondità emotive dove la funzione sentimento è legata..

( J.Hillmann «Trame perdute» 1985- pag 113-118)

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L'identificazione proiettiva è un processo di trasmissione di informazioni per larga parte inconsce da un mittente ad un ricevente.

Il processo di comunicazioni inconsce comincia molto precocemente e continua tutta la vita.Come meccanismo di difesa”colui che proietta induce inconsciamente nel ricevente, attraverso interazioni reali, degli stati emotivi congrui con i sentimenti espulsi”(Ogden 1990)

La Klein ha ampiamente descritto il processo come difesa e controllo di parti negative del sé in relazioni oggettuali patologiche ma ha anche affermato l'importanza di esso nello sviluppo normale

Trauma e identificazione proiettiva

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L'ontogenesi dell'identificazione proiettiva è strettamente connessa agli eventi del primo anno di vita.. L'identificazione proiettiva realistica o adattativa ( Stern 1985) è espressa nella diade madre bambino dall'espressione dell'esplosivo vero sé da parte del bambino e dal restituire al bambino il suo proprio sé da parte della madre propriamente sintonizzata (Winnicott 1971)

Il bambino che sviluppa un attaccamento insicuro non ha la possibilità di indurre delle risposte in grado di regolare gli stati affettivi e di essere coinvolto in un processo empatico di regolazione degli stati affettivi perchè l'altro non è sintonizzato (Schore 1994,2001).

Quando i bambini non riescono a raggiungere l'omeostasi o sono emotivamente non regolati (tensione), sono in balìa dei propri stati interni (Spitz 1962)(.Tronick e Weinberg,1997)

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Schore sostiene che un bambino con una precoce storia ambientale di trauma cumulativo (Khan 1974) utilizza in eccesso l'identificazione proiettiva per cercare di affrontare gli episodi troppo frequenti di stress interattivo che disorganizzano il Sè.

Perry (1995) ha dimostrato che le risposte psicobiologiche che il bambino attiva rispetto al trauma sono definibili nell'ambito di due pattern generali: l'iperattivazione e la dissociazione.

La prima risposta legata all'attivazione del SNA simpatico ad alto dispendio energetico coincide con le risposte di allarme del bambino che rappresentano una risposta di angoscia ma anche un segnale per la regolazione interattivaLa seconda, coincidente con l'attivazione della sezione parasimpatica del SNA, conserva energia attivando uno stato fisiologico che dal punto di vista metabolico ricalca la morte (Porge 1997).

L'iperattivazione del SNA è sperimentata soggettivamente come dolore: La mancata risposta di regolazione interattiva porta il bambino ad attivare strategie di autoregolazione per modulare livelli di stress disorganizzanti. Il rapido e continuo passaggio da una modalità di regolazione interattiva ad uno stato continuativo di autoregolazione viene registrato nel sistema limbico in via di sviluppo (Schore 1997) In questo modo perdurerà una strategia di regolazione affettiva fondamentale, una disposizione caratterologica ad utilizzare l'identificazione proiettiva difensiva in condizioni di stress interpersonale.

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Ill riconoscimento del primato dei disturbi della coerenza del Sé sui conflitti pulsionali rappresenta una rivoluzione della teoria psicoanalitica e il Sé è un “concetto incandescente della psicologia analitica junghiana “(Lingiardi 2000).

Winnicott, Bion, Kohut e Lacan e, in anni recenti, Loewald, Ogden, Benjamin e Bollas sono autori che hanno, a proprio modo,» riformulato radicalmente l'essenza della psicoanalisi, dalla cura freudiana consistente nel mettere a nudo, saper controllare epoi abbandonare i desideri infantili a un progetto di concezione più ampia che implica un recupero e una rivitalizzazione dell'esperienza di sé del paziente, la guarigionedella sua soggettività disturbata» (Mitchell 1993).

La pratica della psicoanalisi non è più solo la costruzione di un percorso «maturativo», bensì la narrazione, o meglio la co-narrazione delle condizioni, delle preferenze e dellecredenze entro cui si sviluppa la conoscenza intersoggettiva dei Sé. L'intento è quello di raggiungereuna verità narrativa che permetta al paziente di organizzare la propria esperienza, in un modo che sia plausibile e coerente, ma anche sufficientemente elastico e aperto all'imprevedibile come il mondo che ci circonda

Dalla psicoanalisi del conflitto a quella della co-costruzione del Sé

Individuarsi significa diventare un essere singolo e, intendendo noi per individualità la nostra più intima, ultima, incomparabile e singolare peculiarità, diventare sé stessi, attuare il proprio Sè. Individuazione potrebbe dunque essere tradotto anche con attuazione del proprio Sé o realizzazione del Sé (Jung L’Io e l’inconscio, 1928)

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Conclusioni

L'esperienza emotiva positiva o negativa può lasciare una traccia permanente in una rete neurale formata da connessioni sinaptiche immature, ancora in via di sviluppo(Helmeke, Braun 2001)

Queste reti sono localizzate nell'emisfero destro che si sviluppa più precocemente (a partire dalla 25a settimana di gestazione)

Il volume cerebrale aumenta nei primi 2 anni di vita e l'aspetto normale, analogo a quello dell'adulto, con tutti i tratti nervosi, compare a 3 anni

La traiettoria dell'evoluzione del cervello destro, il substrato biologico dell'inconscio umano è modellata in modo indelebile dagli eventi interpersonali pre e post natali che avvengono durante la crescita esponenziale del cervello fino a 2 anni

L'attaccamento è l'esito di una predisposizione biologica del bambino (temperamentale) e del suo particolare ambiente di accudimento

La qualità dell'accudimento (scarsa qualità degli asili, elevato rapporto bambini-figure di accudimento, mancanza di accudimento costante e continuativo) potrebbero essere associate a maggiori probabilità di sviluppare relazioni meo armoniche caratterizzate da un aumento dei livelli di aggressività e non collaboratività

La psicoterapia cambia il cervello (Kandel, Schore; Stern 1999) ossia gli schemi di memoria implicita procedurale (emozioni, schemi motori, schemi facciali)precocemente appresi (La famiglia reale , Reiss 1989)

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Principi terapeutici per le patologie del sé a formazione precoce

La psicopatologia del sé può essere concettualizzata come deficit della regolazione affettiva che deriva dall'arresto dello sviluppo emotivo. Il modello di trattamento deve essere coerente con il livello evolutivo del paziente

La regolazione affettiva è il processo fondamentale sia dello sviluppo psicobiologico che del trattamento psicoterapeutico

L'attenzione è rivolta all'identificazione e all'integrazione non tanto di stati mentali consci quanto di stati psicobiologici inconsci della mente e del corpo

L'empatia terapeutica è un meccanismo fondamentale del trattamento non come sintonia di cognizioni verbali quanto come sintonizzazione psicobiologica non verbale (transazioni affettive sincronizzanti)

L'alleanza terapeutica si fonda su mutue influenze reciproche (capacità del paziente di sviluppare un attaccamento,comportamenti facilitanti e responsivi a livello contingente del terapeuta).Il paziente deve percepire il terapeuta in uno stato di sintonizzazione vitalizzante

Va sottolineata l'importanza degli affetti primitiv disregolati del cervello destro(vergogna, disgusto,euforia, eccitazione, terrore, rabbia)

Attenzione alle proprie reazioni controtrasferali viscerali e somatiche verso gli affetti espressi dal paziente con volto corpo prosodia; prestare attenzione a intensità, duratat, ferquenza, labilità

Difese=strategie inconsce di regolazione emotiva

Identificazione di predisposizioni percettive del cervello destro ad azione rapida e formazione precoce, inconsce

Centralità della riparazione interattiva

Tolleranza affettiva del terapeuta come fattore critico di espressione e di esplorazione di diverse emozioni

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Potenziamento dell'espressione delle emozioni da un livello esperienziale sensomotorio primitivo e simbolico ad un livello rappresentazionale più maturo verso la creazione di una posizione autoriflessiva che possa valutare il significato degli affetti

L'ambiente terapeutico interattivo facilita la crescita e l'auto-organizzazione di un sistema del sé implicito capace di modulare una gamma affettiva più ampia, utilizzare gli affetti come segnali ecollegare stati comportamentali coerenti a contesti sociali appropriati

Obiettivo primario del trattamento è la ricostruzione e il potenziamento delle capacità di autoregolazione del paziente●A lungo termine l'obiettivo è quello di riorganizzare i modelli operativi interni insicuri trasformandoli in modelli sicuri acquisiti che rendano possibile l'organizzazione delle capacità adattive e soprattutto la facilitazione espressiva delle potenzialità autentiche del soggetto

Il Sé è il centro, quel punto dove la psiche diventa inconoscibile poiché è lì che si fonde con il corpo... E' l'archetipo della totalità del conscio e dell'inconscio...E' il nucleo della psiche oggettiva..immagini della mèta che il processo psichico finalizzato si pone apparentemente da solo...un concetto-limite come la cosa-in -Sè di Kant (Jung 1943-1951)

..un integrato potenziale psicosomatico, molteplice e continuamente ricostruito,(Damasio 1994;Mitchell 1998)un concetto che consente di tenere insieme tutte le possibili caratteristiche emergenti della mente umana includendo quelle realizzate nel corso dello sviluppo e quelle che non lo sono (Fordham1989; Knox 2007)