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Relazione R1 APPROVATO DA: GGA REDATTO DA: DATA: REVISIONE: 00 N. COMMESSA: SCALA: PMA FEBBRAIO 2013 TITOLO: STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE 13.01.UNI - T.S.W. - TREATMENT AND SOIL WASHING SRL Via Cavour 21 - 28010 Nebbiuno (NO) C.F. e P.Iva 02301840035 Dott. Ing. LORENA GABRIELI Via Donizetti 23 - 24020 Cerete (BG) Tel./Fax. 0346.63583 [email protected] Ord. Ingg. di Bergamo N° 2417 COMMITTENTE: Dott. Ing. GIANCARLA GABRIELI Via Donizetti 23 - 24020 Cerete (BG) Tel./Fax. 0346.63583 [email protected] Ord. Ingg. di Bergamo N° 2529 T.S.W. SRL REGIONE TOSCANA PROVINCIA DI LIVORNO COMUNE DI PIOMBINO ISTANZA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA' ALLA PROCEDURA DI VIA AI SENSI DELL'ART. 20 DEL D.LGS. 152/2006 E S.M.I. Dott. Geol. PAOLO MAURI Via Paullo 11 - 20135 Milano Tel. 02.45473370 - Fax. 02.45473371 [email protected] Ord. Geologi della Lombardia N°666 CAMPAGNA DI TRATTAMENTO/RECUPERO DI RIFIUTI SPECIALI (FANGHI DI DRAGAGGIO) MEDIANTE IMPIANTO MOBILE MATRICOLA N. 320059 AUTORIZZATO AI SENSI DELL'ART. 208 COMMA 15 DEL D.LGS. 152/2006 E S.M.I., DA ESEGUIRSI PRESSO IL PORTO DI PIOMBINO (LI)

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Relazione R1

APPROVATO DA: GGA

REDATTO DA:

DATA:

REVISIONE: 00

N. COMMESSA:

SCALA:

PMA

FEBBRAIO 2013

TITOLO: STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE

13.01.UNI

-

T.S.W. - TREATMENT AND SOIL WASHING SRLVia Cavour 21 - 28010 Nebbiuno (NO)

C.F. e P.Iva 02301840035

Dott. Ing. LORENA GABRIELIVia Donizetti 23 - 24020 Cerete (BG)

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COMMITTENTE:

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ISTANZA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA' ALLA PROCEDURA DI VIA AI SENSI DELL'ART. 20 DEL D.LGS. 152/2006 E S.M.I.

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Ord. Geologi della Lombardia N°666

CAMPAGNA DI TRATTAMENTO/RECUPERO DIRIFIUTI SPECIALI (FANGHI DI DRAGAGGIO)

MEDIANTE IMPIANTO MOBILE MATRICOLA N. 320059 AUTORIZZATO AI SENSI DELL'ART. 208 COMMA 15

DEL D.LGS. 152/2006 E S.M.I., DA ESEGUIRSIPRESSO IL PORTO DI PIOMBINO (LI)

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Campagna di trattamento/recupero di rifiuti speciali (fanghi di dragaggio) mediante impianto mobile matricola n. 320059 autorizzato ai sensi dell’art. 208 comma 15 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.,da eseguirsi presso il Porto di Piombino (LI)

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I N D I C E

SEZIONE A - INTRODUZIONE 4

1. PREMESSA 4

2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO 5

SEZIONE B – RELAZIONI CON PIANI E PROGRAMMI 6

3. INQUADRAMENTO AMBIENTALE DELL’AREA (VAL DI CORNIA) 6

3.1 Inquadramento geografico 63.2 Inquadramento geomorfologico 73.3 Inquadramento geologico 83.4 Inquadramento idrografico 103.5 Inquadramento idrogeologico 12

3.5.1 Evoluzione della Piezometria dell’unit� idrografica di interesse potabile 14

3.6 Qualit� dell’aria 153.6.1 Il clima 153.6.2 La valutazione della qualit� dell’aria in funzione della

normativa attuale 153.6.3 Risultati presentati nel documento di ARPAT Toscana relativi

all’anno 2011 173.6.4 Risultati presentati relativi al comune di Piombino 18

4. INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO DELL’AREA – ANALISI DEI VINCOLI 19

4.1 Zone protette SIC e ZPS 194.2 Aree di tutela e salvaguardia (parchi, aree di importanza storica,

culturale ed archeologica) 204.3 Uso del suolo 214.4 Piano Regolatore Portuale 234.5 Sito di Interesse Nazionale (SIN) di Piombino 25

SEZIONE C – CARATTERISTICHE DEL PROGETTO 27

5. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO 27

5.1 Dimensioni progetto 275.2 Caratteristiche area di cantiere e presidi da adottare 295.3 Caratteristiche mezzi in opera in cantiere 305.4 Caratteristiche tecniche impianto mobile 31

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5.5 Caratteristiche chimico/fisiche dei materiali pre-trattamento 325.6 Destini finali 345.7 Rischio di incidenti legati a sostanze e tecnologie utilizzate e misure

di sicurezza da adottare 36

6. CUMULO CON ALTRI PROGETTI/IMPIANTI 37

SEZIONE D – LOCALIZZAZIONE DEL PROGETTO 42

7. UTILIZZAZIONE ATTUALE DEL TERRITORIO 42

8. RISORSE NATUALI PRESENTI NELLA ZONA 42

9. I RECETTORI SENSIBILI E I POTENZIALI IMPATTI 43

SEZIONE E – CARATTERISTICHE DELL’IMPATTO 44

10. GLI IMPATTI AMBIENTALI 44

10.1 Suolo e sottosuolo 4410.2 Acque superficiali e sotterranee 4510.3 Qualit� dell’aria 4610.4 Rumore 4610.5 Traffico indotto 4710.6 Produzione rifiuti 4810.7 Ecosistema marino 4810.8 Paesaggio 48

11. STIMA DEGLI IMPATTI 48

11.1 Compatibilit� ambientale del progetto – Metodologia adottata 4811.2 Stima degli impatti 50

11.2.1 Componenti Ambientali 5011.2.2 Azioni 5111.2.3 Impatti Significativi 5111.2.4 Valutazione degli impatti 51

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ALLEGATI

Allegato R1.1 Dichiarazione di disponibilit� dell’area per l’esecuzione della campagna di attivit� con impianto mobile

Allegato R1.2 Valutazione previsionale di impatto acustico

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SEZIONE A - INTRODUZIONE

1. PREMESSA

In riferimento al comma 15 dell’art. 208 “Autorizzazione unica per i nuovi impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti” del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., che definisce le modalit� di autorizzazione per lo svolgimento delle singole campagne di smaltimento e/o recupero dei rifiuti mediante impianti mobili, l’ATI Nuova CO.ED.MAR S.r.l. – Consorzio Cooperative Costruzioni Soc. Coop. – Unieco Soc. Coop. intende attivare tale procedura al fine di trattare i rifiuti pericolosi e non pericolosi (CER 17 05 05* e 17 05 06 relativi ai fanghi di dragaggio), provenienti da lavori di bonifica e successivo escavo dei fondali del bacino di evoluzione navi del Porto mercantile di La Spezia (SP), in qualit� di vincitrice della gara di appalto indetta dall’autorit� portuale di La Spezia (SP), mediante l’installazione di un impianto mobile autorizzato presso il Porto di Piombino (LI).

In considerazione a quanto sopra, l’ATI Nuova CO.ED.MAR S.r.l. – Consorzio Cooperative Costruzioni Soc. Coop. – Unieco Soc. Coop. intende avvalersi, per l’effettuazione della campagna di attivit�, dell’impianto mobile della societ� TSW – Treatment and Soil Washing S.r.l., avente sede legale a Nebbiuno (NO), matricola n.320059 e titolare dell’autorizzazione rilasciata dalla Provincia di Novara. L’impianto � stato realizzato dalla ditta Baioni Crushing Plants S.p.A., con sede a Monteporzio (PU) per il trattamento di rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi di cui al punto R5 dell’allegato C e D9 dell’allegato B del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i.

In particolare nella presente relazione vengono analizzati i seguenti aspetti:

caratteristiche del progetto, ovvero dell’impianto che si intende installare e relative condizioni operative;

caratteristiche dei rifiuti da trattare, ovvero codice CER, classificazione merceologica, chimico/fisica, ecc;

ubicazione dell’impianto in funzione dei recettori sensibili;

inquadramento ambientale dell’area in cui si intende installare l’impianto;

la sua collocazione sul territorio in relazione agli elementi di vulnerabilit� ambientale;

le potenziali interazioni con altri progetti (cumulo con altri progetti);

caratteristiche dell’impatto potenziale.

Il presente consiste in una procedura di verifica di assoggettabilit� a VIA, cio� � una procedura preliminare di controllo preventivo della ricaduta, in termini territoriali, di interventi di modificazione dell'ambiente naturale, con le relative implicazioni socio-economiche, nonch�della possibilit� di attenuazione degli effetti. Per valutare gli impatti provocati dall'esecuzione del progetto, la metodologia seguita � consistita nello studio complessivo delle condizioni ambientali attualmente esistenti nell'area interessata dalle opere; successivamente si sono individuati i possibili fattori causali e potenziali d’impatto, che potrebbero influire con effetti positivi o negativi sull’ambiente.

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In seguito, si sono rapportati in un’analisi sommaria qualitativa d’impatto le componentiambientali ed evidenziando le componenti sulle quali si andr� ad influire, negativamente o positivamente, con i diversi fattori che potrebbero recare una conseguenza su di essi.

2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Il presente documento � stato redatto in conformit�:

Art. 208 – autorizzazione unica per i nuovi impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;

Art. 20. Verifica di assoggettabilit� alla VIA del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;

L.R. (Toscana) n.10/2010: Norme in materia di valutazione ambientale strategica (VAS), di valutazione di impatto ambientale (VIA) e di valutazione di incidenza.

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SEZIONE B – RELAZIONI CON PIANI E PROGRAMMI

3. INQUADRAMENTO AMBIENTALE DELL’AREA (VAL DI CORNIA)

3.1 Inquadramento geografico

Il comune di Piombino costituisce il centro principale dell’estremo meridionale della provincia di Livorno, denominata Val di Cornia, area che si estende a cavallo tra la maremma livornese e la maremma grossetana ed include anche i comuni di Campiglia Marittima, Suvereto, San Vincenzo, Sassetta e Monteverdi Marittimo. Il territorio risulta prevalentemente collinare nell'entroterra dove si insinua verso le ultime propaggini sud-occidentali delle Colline Metallifere e pianeggiante lungo la fascia costiera, fatta eccezione per il promontorio di Piombino che separa l'omonimo comune dal Golfo di Baratti. La zona si caratterizza per aree archeologiche di epoca etrusca, tra le quali spiccano quelle di Baratti e di Populonia, e per i centri storici di epoca medievale. Notevole � inoltre la ricchezza del sottosuolo, sfruttato per le numerose miniere gi� dai tempi degli Etruschi.

Il trattamento dei fanghi oggetto del presente Studio verr� condotto mediante un impianto mobile installato presso il Porto di Piombino; pi� specificatamente si prevede l’occupazione temporanea di parte della banchina Pecoraro per le operazioni di scarico dei fanghi da motonave proveniente dal Porto di La Spezia (superficie occupata pari a circa 500 m2) e di una zona interna al porto dove verr� installato l’impianto mobile di trattamento rifiuti ed eseguita la campagna di attivit� (superficie occupata pari a circa 2.600 m2).

In Figura 3.1 si riporta una foto aerea dell’area in esame in cui si evidenziano le due aree di cui sopra.

Figura 3.1 – Ortofoto relativa alle aree in esame (delimitate con contorno giallo)

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3.2 Inquadramento geomorfologico

L'area in esame � caratterizzata da cinque forme di paesaggio predominante, riconducibili alle diverse caratteristiche litologiche dei terreni che costituiscono il substrato, di seguito brevemente descritte.

Forme influenzate dalla struttura in rocce massive

Caratterizzano porzioni limitate del territorio analizzato, laddove affiorano estesamente rocce appartenenti al complesso ofiolitico quali serpentiniti, gabbri e basalti. Queste rocce mostrano generalmente una struttura massiccia e pertanto danno origine a forme accidentate, caratterizzate da ripidi versanti. I fenomeni di dissesto, quando presenti, sono comunque di estensione limitata.

Forme influenzate dalla struttura in rocce carbonatiche

Sono presenti principalmente nella zona di Campiglia M.ma, in un’area caratterizzata dallapresenza di vasti affioramenti carbonatici relativi ai depositi mesozoici della Falda Toscana. La natura lapidea dei litotipi conferisce al paesaggio forme ben definite, con versanti ad elevata pendenza, in cui i dissesti sono perlopi� limitati alla coltre superficiale alterata.

Forme influenzate dalla struttura in rocce stratificate

Sono diffuse prevalentemente nel settore orientale e meridionale, in corrispondenza degliaffioramenti dei membri appartenenti alle Unit� Liguri, Subliguri ed a quelli non carbonaticidella Falda Toscana. La maggiore erodibilit� di queste rocce, appartenenti in prevalenza aformazioni tipo flysch a litologia calcareo-marnoso-arenacea, con elementi a forte componente argillosa, conferisce ai rilievi forme meno accidentate, con inclinazione dei versanti in genere modeste (20-30�). La stabilit� dei versanti, trattandosi generalmente di formazioni stratificate con intercalazioni argillitiche, � influenzata dalla giacitura degli strati, se a reggipoggio oppure a franapoggio.

Aree di pianura alluvionale

Rappresentano un’ampia porzione di territorio, principalmente localizzate in corrispondenza della valle del Fiume Cornia. In queste zone prevalgono i sedimenti fini, argillosi, scarsamente compattati, che in prossimit� della costa marina presentano ampie fasce palustri e lacuali. La bonifica dell’area ha parzialmente obliterato l’assetto originario dei luoghi, ricostruibile attraverso analisi geomorfologiche ed agronomiche di dettaglio, nonch� attraverso l’analisi dei dati geognostici disponibili sul territorio. La porzione pi� interna della valle del Cornia risulta invece caratterizzata da ampi depositi di sabbie e ghiaie, a testimonianza della maggiore energia del corso d’acqua.

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Figura 3.2 – Inquadramento geomorfologico del territorio del comune di Piombino (in rosso sono contrassegnate le zone del porto interessate al progetto)

3.3 Inquadramento geologico

La Val di Cornia si inserisce nel contesto della Toscana Centrale e Costiera, caratterizzatodalla presenza di Unità Neogeniche Toscane impostate su un sistema tettonico complesso, in cui le Unità Liguri e Subliguri sormontano la Falda Toscana. Nella zona sono inoltre note manifestazioni idrotermali, concentrate nell'intorno del plutone granodioritico di Botro ai Marmi, che hanno determinato la mineralizzazione della zona di Campiglia Marittima.

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L'assetto strutturale della Toscana Centro-Meridionale � dominato dalle deformazioni legate alla tettonica distensiva del Tirreno, che nel Neogene e nel Quaternario ha determinato il collasso e lo smembramento della catena nord-appenninica. Studi recenti sul Tirreno settentrionale e sui depositi epiliguri individuano l'inizio delle deformazioni distensive alla fine del Miocene Inferiore; a partire da tale momento sono stati distinti nella Toscana Meridionale due episodi distensivi.

La configurazione originaria dell'edificio a falde � rappresentabile attraverso l'impilamento di pi� unit� tettoniche sovrapposte, secondo lo schema seguente:

Unità Liguri: Basalti, Formazione di Sillano (Argilliti e argilloscisti), Flysch di Monte Morello, Argilliti a Pithonella, Flysch di Monteverdi, Calcari a Calpionelle, Argille a Palombini.

Unità Subliguri: Scisti di Calamoresca, Argille e Calcari di Canetolo, Formazione di Salivoli-Piombino, Arenarie di Suvereto.

Unità della Falda Toscana: Calcare cavernoso; Calcari e Marne a Rhaetavicula contorta, Calcare Massiccio (Hettangiano-Sinemuriano p.p.), Rosso Ammonitico (Sinemuriano p.p.-Pliensbachiano), Calcare Selcifero, Marne a Posidonomya, Diaspri, Maiolica, Scaglia Toscana, Macigno.

Unità di Monticiano-Roccastrada (“Basamento Cristallino Toscano”).

Unità degli Gneiss (“Basamento Metamorfico”).

In particolare nell'area in esame � possibile distinguere una serie di situazioni geologiche caratteristiche del territorio:

il Promotorio di Piombino � caratterizzato da rilevanti affioramenti di membri dellaFalda Toscana, anch'essi interessati dai movimenti tettonici, e da elementi Subligurisovrastanti. Nella zona affiorano prevalentemente arenarie oligoceniche, quali ilMacigno e le Arenarie di Suvereto, bordate da sedimenti sabbiosi quaternari (Sabbie di Val di Gori);

nella zona di Campiglia affiora quello che � genericamente definito il “MassiccioCarbonatico”, che rappresenta una finestra tettonica con rilievi costituiti da membrimesozoici della Serie Toscana. In quest'area affiorano elementi vulcanici intrusivi,quali la Granodiorite di Botro ai Marmi e i vari Filoni Porfirici che interessano lesuccessioni sedimentarie, con attuali manifestazioni idrotermali sfruttate per attivit�ricreative. Al margine della zona carbonatica si ritrovano gli elementi superiori delDominio Toscano e, verso Ovest, si osserva l'impilamento delle diverse unit�tettoniche, attraverso i contatti tettonici con le Unit� Subliguri e quindi con quelleLiguri;

sui rilievi a Sud-Ovest della valle del Cornia affiorano generalmente membri delleUnit� Liguri, di natura prevalentemente flyshoide, con piccole finestre tettoniche incui emergono gli elementi sepolti appartenenti alla Falda Toscana; le porzionipedecollinari sono spesso costituite da depositi neogenici e quaternari, a loro voltaincise ed erose dall'azione delle acque superficiali;

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l'ampia pianura compresa tra il Promontorio di Piombino ed i rilievi pi� internirappresenta il punto di congiunzione tra la valle fluviale del Fiume Cornia e la zonaretrodunale e palustre della campagna piombinese, bonificata nel corso del XIXsecolo; tutt'oggi sono presenti aree umide ed altre in cui la regimazione idraulica �affidata a sistemi di sollevamento meccanico, poste a quote prossime al livellomedio marino.

Figura 3.3 – Inquadramento geologico della Val di Cornia (in giallo � contrassegnata la zona del porto di Piombino)

3.4 Inquadramento idrografico

Il principale elemento idrologico dell’area � costituito dal Fiume Cornia, il cui bacino si estende per 356 km2. Il fiume � caratterizzato da una portata d'acqua irregolare e scarsa, e da una lunghezza di circa 50 km; nasce nella zona delle colline Metallifere e sfocia nel mar Tirreno presso Piombino. Lungo il suo corso attraversa le province di Pisa, Grosseto e Livorno. �’ un tipico corso d'acqua a regime torrentizio dell'Anti-Appennino (localit� Sasso Pisano), e talvolta durante il periodo tardo primaverile - estivo le sue acque non riescono nemmeno a raggiungere la foce ma si arrestano circa all'altezza del borgo di Suvereto.

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Dal punto di vista fisiografico si riconoscono due grandi unit� morfologiche: la pianuralitoranea, dovuta ai depositi alluvionali dei fiumi Cornia e Milia, e la zona collinare montana,che presenta rilievi modesti sia per la natura dei terreni, sia per le quote raggiunte, la quotamedia infatti � di circa 250 m slm. La parte finale della Cornia � interessata da una rete fitta di canali, alcuni di uso puramente irriguo, altri costruiti ai fini di migliorare le condizioni di drenaggio.

Nel primo tratto si pu� osservare una spiccata tendenza alla morfologia braided (a canali intrecciati); dai dati del 1942 si registra gi� una riduzione dei fenomeni di intrecciamento e, nella situazione attuale, il fiume si pu� considerare strettamente appartenente alla tipologia braided solo per i primi otto chilometri. Tale tendenza evolutiva � probabilmente connessa a un graduale processo di riduzione della disponibilit� dei sedimenti con conseguenteabbassamento del fondo, in seguito al quale si pu� essere verificata una maggiore incisionedel canale principale, con conseguente progressivo abbandono dei canali secondari. Il secondo tratto di alveo � ormai da tempo parzialmente fissato in senso planimetrico dallapresenza di argini; tuttavia si nota in documenti storici l’esistenza di accentuati fenomeni dierosione di sponda e di canali di taglio, che confermano come l’alveo in questo tratto fossedotato di una elevata mobilit� e, probabilmente, tendesse ad una tipologia meandriforme.

Altri corsi d’acqua superficiali di una certa rilevanza presenti nella zona in esame, sono affluenti del fiume Cornia prevalentemente della sinistra idrografica, elencati di seguito:

Fosso Cosimo, che prende origine dalla Cornia e riceve le acque del Fosso Diavolo;

Fosso Acquaviva, che si avvicina alla costa in localit� Perelli;

Fosso Botrangolo, con percorso subparallelo al Fosso Acquaviva e che si immettenell’allacciante Cervia;

Allacciante Cervia, che ha andamento parallelo al lido e scorre in parte verso destra e in parte verso sinistra;

Fosso Corniaccia di Vignale, che riceve il Fosso Riotorto e si getta in mare presso la Foce S. Martino, localit� La Sterpaia;

Fosso Valnera, che arriva al mare in localit� La Scogliera;

Fosso di Val Maggiore, che rappresenta il limite del territorio comunale.

Ad essi si deve aggiungere il Fosso Cornia Vecchia, che si sfocia in destra della Cornia,presso la localit� La Chiusa.

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Figura 3.4 – Corso del fiume Cornia (in rosso contrassegnata la zona del porto di Piombino)

3.5 Inquadramento idrogeologico

Dal punto di vista idrogeologico, l’Area in esame � essenzialmente investita dall‘unit� idrogeologica dell’Acquifero Multistrato della Pianura del Cornia, che occupa l’intera area di pianura.

Unit� Idrografica non di interesse idropotabile: sistema idrotermale di Campiglia

L’unit� si sviluppa a nord di Campiglia Marittima nei rilievi carbonatici del Monte Calvi - Monte Valerio. L’unit� presenta soprattutto interesse idrotermale dato che alimenta le manifestazioni sorgive del Calidario, di Canneto e di Caldana, utilizzate negli omonimi stabilimenti turistici/balneoterapici, anche se il bilancio idrico dell’Unit� � d’interesse anche relativamente alla possibile ricarica delle falde alluvionali della pianura. Le altre manifestazioni idrotermali isolate, sorgente di Montioni, sorgenti di Sasso Pisano, sorgenti della zona Monte Peloso -San Lorenzo, manifestazioni estinte di Frassine, sono legate preferenzialmente alla circolazione regionale dei fluidi idrotermali piuttosto che a ricariche locali.

Lo schema idro-geotermico regionale, valido anche per l'area di studio, evidenzia un acquifero costituito dalle formazioni carbonatiche mesozoiche e, alla base, dalle evaporiti triassiche. L'acquifero � limitato al letto da formazioni metamorfiche paleozoiche e al tetto pu� essere confinato dalle argilliti della Scaglia, dal Macigno, dalle Unit� Liguri e Austroalpine, dalle argille neo-autoctone (copertura del serbatoio). Le zone di affioramento, localizzate in corrispondenza di horst, rappresentano aree di assorbimento di acque meteoriche, e localmente, in prossimit� di faglie dirette, punti di emergenza sorgiva, spesso di acque termali.

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L'acquifero � sede di un' importante circolazione di fluidi termali che si manifesta sotto forma di sorgenti e che contribuisce all'alimentazione dei sistemi acquiferi della pianura.

Tutte le acque delle citate manifestazioni sono di tipo solfato-calcico, legate alla circolazione nel complesso carbonatico/evaporitico e presentano salinit� variabili fra 1,2 e 3 g/l, secondo il grado di miscelazione con acque di circolazione superficiale.

Unit� Idrografica di interesse idropotabile: l’acquifero multistrato della pianura del Cornia

I limiti dell’Unit� idrogeologica sono rappresentati nel modo seguente:

a Nord Ovest sfuma nell’Unit� dell’acquifero freatico di San Vincenzo con cui, nelsottosuolo, risulta una parziale continuit�;

a Nord � limitata dalla zona montuosa di Monte Calvi;

a Nord Est il limite � posto convenzionalmente all’altezza dei Forni;

a Est � limitata dagli apparati montuosi di San Lorenzo – Ristoro;

a Sud l’unit� si estende sino al mare il cui limite fisico � coincidente con ilPromontorio di Piombino;

a Ovest si estende sino al mare.

L’acquifero multistrato � contenuto nei depositi Quaternari permeabili, individuati dalle alluvioni del Fiume Cornia (Olocene); Tale complesso sedimentario, che nelle porzioni centrali della pianura supera i 100 metri di spessore, � costituito da una alternanza di livelli argillosi/limosi e livelli sabbiosi/ghiaiosi. Nella parte alta dell’acquifero (zona di Forni) dove affiorano essenzialmente alluvioni grossolane (ghiaie in matrice limosa/sabbiosa) la falda � di tipo monostrato e costituisce la zona di ricarica principale dell’acquifero. Procedendo verso mare aumenta la percentuale dei sedimenti fini e l’acquifero diviene multistrato, con frequenti strutture lentiformi.

Le varie falde sono spesso in collegamento idraulico tra loro per la non continuit� dei materiali pi� impermeabili o per la presenza di strati semipermeabili e, in alcuni casi, anche a causa dei numerosi pozzi artesiani fenestrati in tutti gli orizzonti acquiferi.

Si possono individuare tre complessi idrogeologici a diverso comportamento idraulico:

1. I terreni di riporto caratterizzati da una permeabilit� secondaria variabile.

2. I depositi di colmata e/o palustri essenzialmente argillosi con una permeabilit�primaria bassa.

3. I depositi alluvionali del Cornia, caratterizzati da una permeabilit� primaria variabile, contenenti dei livelli di ghiaie sabbiose, sede di falde idriche a buona trasmissivit�, alternate a dei livelli argillosi limosi con permeabilit� bassa.

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3.5.1 Evoluzione della Piezometria dell’unit� idrografica di interesse potabile

Lo sfruttamento dell’acquifero per usi differenziati ha indotto una serie di variazionipiezometriche con un progressivo abbassamento della falda ed un conseguente arretramento del livello zero verso l’interno. Negli anni successivi sono state effettuate una serie di misurazioni dei livelli piezometrici e l’interpretazione di alcune cartografie tematiche oltre alla ricostruzione delle isopieze del periodo di morbida e di magra per gli anni che vanno dal 1983 al 2002.

In Figura 3.5 si riporta la variazione piezometrica negli anni 1991-2001, dalla quale si evince che l’abbassamento pi� consistente, nell’ordine di 12 m, si � avuto nell’area Casetta-Forni-Roviccione. Un calcolo volumetrico del deficit idrico totale accumulatosi nel trentennio dagli anni 70 al 2001 porta ad una stima di circa 8 milioni di mc la cui gran parte, circa il 50%, si � accumulata negli anni 1990-2001. La conseguenza di tale status quo ha generato l’ingressione e la dispersione di acqua di mare (cuneo salino), con incremento progressivo della salinit� delle acque sotterranee della pianura costiera. Allo stato attuale dei fatti si registra una pericolosa tendenza di avanzamento delle curve di bassa-media salinit�, verso i campi idropotabili di Franciana, Coltie ed Amatello.

Altra conseguenza dello sfruttamento intensivo della risorsa idrica � individuabile nellasubsidenza idrogeologica, generata dall’estrazione di acqua dalle falde confinate della pianura e dal conseguente declino del carico piezometrico, che raggiunge valori rilevanti nell'entroterra in prossimit� dell'abitato di Venturina.

Figura 3.5 – Abbassamento della soggiacenza nel decennio 1991-2001 (in rosso � contrassegnata la zona del porto di Piombino)

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3.6 Qualit� dell’aria

Nel presente paragrafo si riporta un breve inquadramento dei fattori climatici che caratterizzano il territorio di Piombino estrapolati dalla bibliografia ufficiale , ovvero “Relazione annuale sullo stato della qualit� dell’aria nella Regione Toscana – Anno 2011” redatto daARPAT e disponibile sul sito internet.

3.6.1 Il clima

La provincia di Livorno si sviluppa lungo una fascia costiera e presenta un clima tipicamente mediterraneo con temperature medie annue attorno ai 15�C nel tratto a nord di Cecina e ai 16 C lungo la costa maremmana; il valore medio annuo pi� elevato si registra presso la stazione meteorologica di Pianosa, sull'omonima isola, dove si sfiorano i 17�C.

I valori medi di gennaio si aggirano mediamente tra gli 8 e i 10�C (temperature minime difficilmente sotto zero), con valori anche superiori su alcune isole dell'Arcipelago meridionale; le medie di luglio si attestano tra i 23 e i 25�C (massime generalmente al di sotto dei 35�C); risultano moderate le escursioni termiche sia annue che giornaliere.

Le zone pi� miti si riscontrano nelle isole pi� meridionali dell'Arcipelago Toscano, dove le temperature diurne possono mantenersi con facilit� intorno ai 15�C anche in pieno inverno, mentre le aree pi� fredde sono quelle a ridosso delle Alpi Apuane, che vedono qualche minima sotto zero nell'arco di un anno.

3.6.2 La valutazione della qualit� dell’aria in funzione della normativa attuale

Gli inquinanti atmosferici hanno effetti diversi a seconda della concentrazione atmosferica, del tempo di permanenza e delle loro caratteristiche fisico-chimiche.

Il Decreto Legislativo n� 155 del 13/08/2010 ha recepito la direttiva quadro sulla qualit� dell’aria 2008/50/CE, stabilendo i valori limite per le concentrazioni nell’aria ambiente di biossido di zolfo, biossido di azoto, benzene, monossido di carbonio, piombo, PM10 e per la prima volta anche per il PM2,5.

Il decreto fissa inoltre i valori obiettivo, gli obiettivi a lungo termine, le soglie di allarme e di informazione per l’ozono, e i valori obiettivo per le concentrazioni nell’aria ambiente di arsenico, cadmio, nichel e benzo(a)pirene.

Di seguito si riporta la tabella estrapolata dal Decreto Legislativo n� 155 del 13/08/2010, riportante per ciascun parametro i valori limite, i valori obiettivo ed i livelli critici dei principali inquinati.

In considerazione dell’impianto che si intende installare presso il sito e della tipologia di emissioni prodotte durante il trattamento ed il trasporto dei rifiuti con automezzi (principalmente polveri sottili, monossido di carbonio, benzene e ossidi di azoto), di seguito si

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riportano le analisi delle concentrazioni ed i trend delle sostanze inquinanti, al fine di poter valutare l’impatto prodotto dalla campagna sulla qualit� dell’aria.

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3.6.3 Risultati presentati nel documento di ARPAT Toscana relativi all’anno 2011

Monossido di Carbonio: Il confronto con i valori limite non ha evidenziato particolari criticit� per tutte le centraline della Provincia di Livorno che monitorano l’ossido di carbonio. L’andamento annuale degli indicatori mostra inoltre che continuano ad esistere le condizioni per mantenere questa condizione positiva anche negli anni a venire.

Per dare seguito a quanto sottolineato nel “Rapporto annuale della qualit� dell’aria della Provincia di Livorno, anno 2010”, relativamente al valore della massima media giornaliera su 8 ore rilevata dalla centralina di Cotone a Piombino, si fa presente che nel corso del 2011 il numero dei superamenti si � riportato su valori analoghi agli anni precedenti.

Biossido di Zolfo: Il confronto con i valori limite non ha evidenziato anche per quest’anno particolari criticit� per tutte le centraline della Provincia di Livorno che monitorano il biossido di zolfo. L’andamento annuale degli indicatori mostra inoltre come continui a verificarsi la tendenza alla diminuzione dei valori di concentrazione riscontrati che aveva avuto, nel corso del 2007, un inversione di tendenza nel Comune di Livorno.

Biossido di Azoto: Il confronto con i valori limite fissati dalla normativa per il biossido di azoto mostra come continui ad esistere una criticit� significativa per le centraline della Provincia di Livorno considerate da “traffico”. Infatti sia per Viale Carducci a Livorno che per Viale Unit�

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d’Italia a Piombino i valori della concentrazione media annuale di NO2 risultano ancora al di sopra del valore limite di 40 μg/m3 , il cui raggiungimento era previsto per il 2011. E’ opportuno sottolineare per� che la media annuale registrata nel 2011 dalla centralina di Viale Carducci � risultato il pi� basso degli ultimi 9 anni. La situazione di tutte le altre centraline (che non sono di traffico) � invece tale da garantire il rispetto dei limiti normativi sia per il 2011 che per gli anni a venire.

Materiale Particolato PM10: Anche per il 2011 si � evidenziata una tendenza generalizzata alla diminuzione delle concentrazioni di PM10 in tutte le centraline della rete provinciale (sia in termini di media annuale che di numero di superi della media giornaliera). Tale diminuzione, cos� marcata negli ultimi tre anni, � probabilmente legata in parte al miglioramento del parco dei veicoli circolanti e in parte alla maggior piovosit� registrata nel periodo.

Nel caso specifico della centralina di Viale Carducci a Livorno, appartenente alla rete regionale del PM10, questa diminuzione ha confermato il definitivo superamento della condizione di criticit� legata sia alle concentrazioni medie giornaliere che al numero di superi annuo (pari a 11 rispetto ad un valore limite di 35, cos� come fissato recentemente dal D.Lgs.155/2010 che ha recepito la Direttiva comunitaria 2008/50/CE). Nelle stazioni di Via Gobetti e di Villa Maurogordato, sempre appartenenti alla rete regionale, sia i livelli di concentrazione media annua, sia il numero di superamenti del valore medio giornaliero si sono mantenuti al di sotto dei limiti.

Materiale Particolato PM2,5: Il confronto con il valore limite per la media annuale, che entrer� in vigore nel 2015, ancora una volta non ha evidenziato alcuna criticit�, infatti il valore limite risulta gi� rispettato sia presso la centralina di Viale Carducci a Livorno che presso la centralina installata a Rosignano M.mo (Poggio San Rocco). Inoltre il trend � risultato stazionario presso la centralina di viale Carducci e ancora in diminuzione invece presso la centralina di Rosignano M.mo.

Benzene: Il confronto con il valore limite per la media annuale per il benzene, entrato in vigore nel 2010, non ha evidenziato particolari criticit� per le centraline della rete provinciale che sono peraltro tutte nel territorio del Comune di Livorno.

E’ importante sottolineare per� che, se da un lato i valori di concentrazione rilevati dalle centraline di Villa Maurogordato (periferica – fondo) e di Via Gobetti (urbana industriale) sono stazionari, nulla si pu� dire sui i valori di concentrazione nella zona di Piazza Mazzini (centralina urbana – traffico) dove gi� dagli ultimi mesi del 2007 e poi anche in tutto il 2008 si era riscontrata una forte inversione di tendenza presumibilmente riconducibile alle importanti modifiche alla viabilit� nella zona della stazione di monitoraggio (non funzionante a partire dal febbraio del 2009).

3.6.4 Risultati presentati relativi al comune di Piombino

I dati del 2010 mostrano come continui a permanere una sola situazione di criticit� per il NO2

nella stazione da traffico di Viale Unit� d’Italia (Giardini). Il livello di qualit� pu� essere invececonsiderato buono relativamente a tutti gli altri inquinanti in entrambe le centraline.

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In particolare, per quanto riguarda il PM10 nella localit� Cotone, il trend in diminuzione delleconcentrazioni ha permesso di rispettare nel 2011, anche grazie alla particolare piovosit� riscontrata nel periodo, il limite fissato per la concentrazione media annuale e per il numero dei superamenti della media giornaliera.

Per quanto riguarda infine l’NO2 presso la centralina di Viale Unit� d’Italia non risulta rispettato il valore limite fissato dalla normativa vigente; dato inoltre che l’andamento negli anni apparepressoch� stazionario tale problema non appare di rapida soluzione.

4. INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO DELL’AREA – ANALISI DEI VINCOLI

Nel presente capitolo vengono illustrati gli esiti delle consultazioni condotte sugli strumenti urbanistici vigenti atti a valutare la presenza di vincoli gravanti sull’area di studio.

4.1 Zone protette SIC e ZPS

Consultando la cartografia S.I.T sul Geoportale Nazionale e sul sito web della Regione Toscana si � riscontra la presenza di due siti protetti, nell’area vasta della Val di Cornia, tutti a una distanza superiore ai 3 km dal porto di Piombino:

SIC IT5160009: Promontorio di Piombino e Monte Massoncello;

SIC-ZPS IT5160010: Padule Orti – Bottagone.

Di seguito si riportano gli estratti della cartografia estrapolata dal Geoportale Nazionale.

Figura 4.1 – Ubicazione SIC e ZPS nell’area vasta in cui si inserisce il sito; cartografia estrapolata dal Geoportale Nazionale (in giallo l’area in esame)

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4.2 Aree di tutela e salvaguardia (parchi, aree di importanza storica, culturale ed archeologica)

Dalla consultazione delle tavole “Vincoli in attuazione del codice dei beni culturali e del paesaggio” e “Fasce di Rispetto e di Tutela” allegate al Regolamento Urbanistico d’Area della Val di Cornia (delle quali si riporta un estratto), si evince che il porto di Piombino � classificato “zona costiera” ai sensi dell’art.142 del D.Lgs. n.42/2004 (Codice dei beni culturali e del Paesaggio). La zona in esame non risulta essere interessata da fasce di rispetto di elementi naturali (fiumi, parchi naturali), di beni culturali (architetture di pregio, zone archeologiche) o di infrastrutture (ferrovie, strade): tutti gli elementi appartenenti alle categorie elencate si trovano a distanze superiori ai 2 km.

Di seguito un estratto delle carte.

Figura 4.2 – Estratto della tavola P5 - “Vincoli in attuazione del codice dei beni culturali e del paesaggio” (in rosso � contrassegnata l’area oggetto di studio)

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Figura 4.3 – Estratto della tavola P6 - “Fasce di Rispetto e di Tutela” (in rosso l’area oggetto di studio)

4.3 Uso del suolo

Dall’analisi della carta d’uso dei suoli (progetto Corinne Land Cover), analizzata sul Geoportale nazionale e sulle tavole allegate al Piano Strutturale d’Area della Val di Cornia, di cui di seguito si riporta un estratto, si evince che l’area oggetto di studio � catalogata come subsistema insediativo della grande industria e del porto (art.96 delle Norme Tecniche di Attuazione). Il territorio comunale a sud del porto consta di tessuto urbano consolidato, composto dal centro storico e da residenze; il territorio che immediatamente ad ovest invece � composto da industrie; oltre la zona industriale il tessuto urbano cessa in quanto inizia la porzione di territorio appartenente al SIC del promontorio di Piombino.

Anche dalla consultazione della carta d’uso del suolo (progetto Corinne Land Cover) visionata sul Geoportale Nazionale si evince che l’area vasta in cui si inserisce il sito oggetto di studio � caratterizzata da un tessuto urbano in cui si riconoscono:

Ampi spazi dedicati ad industrie (tra cui un’importante industria siderurgica);

Tessuti residenziali e centro storico;

Reti stradali e spazi accessori;

Zone naturali protette (promontorio e costa).

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Figura 4.4 – Tavola Uso del suolo (fonte: tav. 9.1 P.2 Piano strutturale d’area – Val di Cornia); in rosso � contrassegnata l’area oggetto di studio

Figura 4.5 – Legenda relativa alla mappa mostrata in figura 4.4

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Campagna di trattamento/recupero di rifiuti speciali (fanghi di dragaggio) mediante impianto mobile matricola n. 320059 autorizzato ai sensi dell’art. 208 comma 15 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.,da eseguirsi presso il Porto di Piombino (LI)

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4.4 Piano Regolatore Portuale

Il Piano Regolatore Portuale del porto di Piombino vigente � stato approvato con Delibera C.R.T. n.91 del 5/06/2002 ed ha ottenuto il decreto di compatibilit� ambientale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio il 09/01/2002.

Come si evince dalla figura seguente, la banchina Pecoraro � classificata come “area passeggeri”; l’area di ubicazione dell’impianto mobile non risulta invece classificata (colore bianco).

Figura 4.6 – Estratto del Piano Regolatore Portuale di Piombino (in rosso � contrassegnata l’area oggetto di studio)

Nel corso del 2004 e del 2007 sono state introdotti alcuni modesti adeguamenti tecnicifunzionali al vigente Piano Regolatore consistenti in:

modifica del tracciato della banchina interna del molo Batteria e del dente diattracco poppiero;

parziale tombamento della darsena Lanini.

Nel luglio 2008 invece � stato redatto dall’Autorit� Portuale del comune di Piombino il nuovo Piano Regolatore Portuale; oggetto del piano � una pianificazione strategica legata a scenari di crescita sia relativa ai traffici commerciali che turistici (con destinazioni Sardegna e Isola d’Elba) e caratterizzata da interventi di grande scala finalizzati al potenziamento del porto. Gli interventi riguardano delle operazioni di dragaggio dei fondali (fino a profondit� comprese tra 9 e 16 m), di estensione delle banchine esistenti e di potenziamento delle infrastrutture e dei trasporti (ferrovia e strada statale SS398). Nel documento sono considerati anche interventi di bonifica relativi al SIN di Piombino (paragrafo 4.5), tra cui l’intervento di Messa in Sicurezza d’Emergenza della falda, che riguardano una porzione di territorio in parte coincidente con il

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tracciato delle opere di banchinamento previste. Di seguito si riporta un estratto dal quale si conferma che l’area della banchina Pecoraro � classificata come “zona passeggeri” (colorata in verde) mentre l’area di ubicazione dell’impianto non risulta invece classificata (zona colorata di bianco). La mappa di Figura 4.6-bis mostra il progetto di ampliamento del porto con incremento della dimensione dei diversi moli, specialmente quelli appartenenti alla zona commerciale pi� a Nord.

Figura 4.6-bis – Estratto del Nuovo Piano Regolatore Portuale di Piombino (in rosso sono contrassegnate l’area oggetto di studio)

In data 18 settembre 2012 � stato presentato a comune di Piombino da parte dell’Autorit� Portuale di Piombino (LI) il decreto di VIA relativo al progetto del Nuovo Piano Regolatore Portuale. In data 11 dicembre 2012 il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha emesso un provvedimento che fissa il termine dei lavori del porto previsti dal Piano Regolatore a 12 anni.

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4.5 Sito di Interesse Nazionale (SIN) di Piombino

Il Sito di Interesse Nazionale di Piombino � stato perimetrato con DM del 10/01/2000 con unestensione di 928,4 ha a terra e di 2.015 ha a mare. La perimetrazione comprende il poloindustriale propriamente detto, l’area della centrale ENEL, l’area marina antistante e le discariche di rifiuti di “Poggio ai Venti”.

Piombino � un centro industriale attivo nei settori siderurgico, metallurgico ed energetico. La nascita della siderurgia a Piombino risale ai tempi degli Etruschi effettuando la lavorazione del materiale ferroso proveniente dall’Isola d’Elba. Nel 1865 venne installato a Piombino il primo stabilimento metallurgico.

Figura 4.7 – Perimetrazione SIN di Piombino (in giallo � contrassegnata l’area oggetto di studio)

Le principali aziende in attivit� localizzate all'interno del SIN sono le seguenti:

Lucchini S.p.A.: proprietaria dello stabilimento siderurgico a ciclo integrale, ha aree di propriet� ed in concessione (demanio bonifiche e parte del demanio aree pubbliche) nel territorio del Comune di Piombino per circa 5,6 milioni di m2;

Arcelor Mittal S.p.A.: produttore di laminati d'acciaio sottili zincati e preverniciati destinati alla produzione di elettrodomestici ed all’industria automobilistica;

ENEL “Centrale Torre del Sale”: la centrale � alimentata a olio combustibile densoed � costituita da 4 sezioni da 320 MW per una potenza totale di 1.280 MW;

Tenaris Dalmine S.p.A.: produce tubazioni zincate e con rivestimento plastico per larealizzazione di impianti idrotermosanitari, condotte per la distribuzione di acqua e gas e portacavi per impianti elettrici;

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Edison S.p.A.: � un’azienda del Gruppo Edison che controlla e gestisce la centraletermoelettrica ubicata all’interno dello stabilimento Lucchini denominata CET2/3, che produce energia elettrica e vapore utilizzati dallo stesso stabilimento Lucchini.

Altra attivit� economica rilevante, presente nel SIN ed in previsione di ampliamento, � il Porto di Piombino. L'area Nord del porto � prevalentemente utilizzata per i traffici da e per le aziende siderurgiche e per i lavorati di acciaio. Vi � inoltre un importante traffico passeggeri per ilcollegamento con l'Isola d'Elba e la Sardegna.

I risultati di indagini di caratterizzazione eseguite in passato mostrano una presenza dicontaminazione diffusa sia nei suoli che nelle acque. Nei suoli si riscontrano la presenza di metalli, IPA, Idrocarburi pesanti C>12 con valori di concentrazione superiori ai limiti normativi; anche nelle acque sotterranee � presente una contaminazione per i parametri Metalli, Solventi Organo alogenati, Solventi aromatici, IPA e solfati.

Analizzando le mappe disponibili nei documenti redatti da ARPAT Toscana e ISPRA riguardanti le attivit� di caratterizzazione ambientale e bonifica della zona in esame, si evince che l’area interessata dal trasporto e dal trattamento dei fanghi di dragaggio provenienti dal porto della Spezia non ricade all’interno del SIN di Piombino, pur essendo adiacente alla porzione di territorio oggetto di bonifica; invece ricade all’interno del SIN la porzione di mare circondante la banchina Pecoraro, che sar� interessata dall’attraversamento delle motonavi trasportatrici dei fanghi da trattare mediante l’impianto mobile di trattamento/recupero.

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SEZIONE C – CARATTERISTICHE DEL PROGETTO

5. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO

Di seguito viene presentata una descrizione delle principali caratteristiche del progetto oggetto del presente studio, organizzata come segue:

dimensioni del progetto;

caratteristiche dell’area di cantiere e presidi da adottare;

caratteristiche dei mezzi in opera in cantiere;

caratteristiche tecniche dell’impianto mobile;

caratteristiche chimico/fisiche dei materiali pre-trattamento;

destini finali;

rischio di incidenti legati a sostanze e tecnologie utilizzate e misure di sicurezza da adottare.

Per maggiori dettagli relativi al Progetto si rimanda alla consultazione del documento “Progetto Preliminare” (ns. rif. 13.01.UNI.R2-rev00) con specifico riferimento alle Tavole R2.1�R2.5 ad esso allegate.

5.1 Dimensioni progetto

L’impianto mobile di soil washing (matricola 320059) della ditta T.S.W. – Treatment and Soil Washing s.r.l., autorizzato al trattamento R5 di rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi ai sensi dell’art. 208 del D.Lgs. 152/2006 con determina n. 1679/2012 del 04/06/2012 del Settore Ambiente Ecologia ed Energia della Provincia di Novara (vedi copia autorizzazione in AllegatoR2.1 al Progetto Preliminare), verr� installato all’interno del Porto di Piombino, presso un’area di propriet� dell’Autorit� Portuale resa disponibile all’ATI dalla Compagnia Portuali di Piombino (vedi dichiarazioni riportate in Allegato R1.1) per il periodo necessario all’esecuzione delle attivit� derivanti dall’appalto relativo ai “lavori di bonifica ed escavo bacino di evoluzione navi nel golfo di La Spezia”.

L’area in cui si svolger� la campagna di attivit� � suddivisa in due porzioni, di seguito descritte:

parte della banchina Giuseppe Pecoraro (estensione di circa 500 mq - 35 m x 13 m), che verr� adibita alle operazioni di scarico dei fanghi di dragaggio dalla motonave proveniente dal Porto di La Spezia all’interno di automezzi cassonati adibiti al trasporto dei fanghi presso l’area di trattamento/recupero; allo stato attuale la banchina � dotata di pavimentazione in asfalto;

area ubicata in prossimit� del Piazzale Premuda, attualmente utilizzata come magazzino portuale per deposito merci e materiali vari, all’interno della quale

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verranno realizzate le attivit� di trattamento/recupero dei fanghi e lo stoccaggio dei materiali/rifiuti trattati.

L’area utilizzata per lo scarico dei fanghi di dragaggio dalla nave, ubicata presso la banchina Pecoraro, � identificata catastalmente al Foglio 82 numero c del Comune Censuario di Piombino. L’area destinata, invece, al trattamento/recupero dei rifiuti appartiene al mappale n. 447 catastalmente censito al foglio 82.

Il sito ove verr� allestito l’impianto mobile con le relative baie di stoccaggio dei materiali/rifiuti trattati da conferire successivamente presso gli impianti finali off-site di recupero/smaltimento � ubicato a ca 1 km dalla banchina Pecoraro, in un’area di propriet� della Compagnia Portualidi Piombino occupata da un capannone costituito da un unico blocco a forma di “L”, la cui pavimentazione interna � realizzata in battuto di cemento, utilizzato come magazzino per il deposito di merci e materiali vari. Il sito comprende anche piazzali sterrati e un piazzale con pavimentazione in asfalto in prossimit� del fronte strada (piazzale Premuda) con n. 2 cancelli scorrevoli di accesso. Esso confina a nord-ovest con l’area della ditta La Magona d’Italia SpA e a sud-est con un fabbricato ad uso ufficio della Compagnia Portuali e con un fabbricato utilizzato come garage dei mezzi della Sicurezza Portuale.

L’area occupata per l’esecuzione della campagna di attivit� in oggetto sar� costituita dai piazzali e dalla parte sud-ovest del capannone, per un’estensione complessiva pari a circa 2.600 mq.

I rifiuti oggetto del trattamento presso l’impianto mobile saranno costituiti da quota parte dei fanghi di dragaggio che saranno scavati in corrispondenza del Porto di La Spezia nell’ambito dei “lavori di bonifica ed escavo bacino di evoluzione navi nel golfo di La Spezia”; pi� specificatamente verr� trattata presso il porto di Piombino mediante l’impianto mobile autorizzato esclusivamente la quota parte che sar� caratterizzata da concentrazioni superiori alle CSC di cui alla Colonna A, Tabella 1, Allegato 5, Titolo V, Parte IV del D.Lgs 152/2006 e s.m.i, selezionata in base agli esiti di una indagine di preomologazione che verr� eseguita, preliminarmente all’avvio delle operazioni di dragaggio, direttamente presso il Porto di La Spezia.

Tenuto conto dei dati contenuti nel progetto a base di gara fornito dalla Stazione Appaltante (Autorit� Portuale della Spezia), la quantit� di fanghi con concentrazioni superiori alle CSC di Colonna A che si prevede di trattare/recuperare nella campagna di attivit� con impianto mobile autorizzato � stimata conservativamente in 50.000 m3 (maggiorazione di circa il 14 % rispetto al dato progettuale).

A completamento delle attivit� di preomologazione eseguite presso il Porto di La Spezia, l’ATI Nuova CO.ED.MAR. Srl, Consorzio Cooperative Costruzioni Soc. Coop e Unieco Soc. Coopprevede di eseguire le attivit� di bonifica/dragaggio dei sedimenti e di conferimento degli stessi presso gli impianti off-site autorizzati in circa 6 mesi; in questo periodo di tempo i lotti che risulteranno caratterizzati da concentrazioni superiori alla colonna A verranno conferiti presso il Porto di Piombino per il successivo trattamento con impianto mobile in un quantitativo massimo giornaliero di 500 m3/d, corrispondente a circa 750 ton/d.

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L’impianto mobile, pertanto, funzioner�, nei 6 mesi dell’appalto, in modo non continuativo ma per 100 giorni complessivi, la cui distribuzione all’interno del semestre in oggetto dipender� dal piano di dragaggio e dalla distribuzione spaziale/areale nei fondali marini del Porto di La Spezia dei lotti che risulteranno caratterizzati da concentrazioni superiori alle CSC di ColonnaA.

Al termine delle attivit� � previsto il ripristino dell’area sia in prossimit� della banchina Pecoraro, sia dell’area di esecuzione della campagna di attivit� adibite a cantiere, come dettagliato nel “Progetto Preliminare” (ns. rif. 13.01.UNI.R2-rev00).

5.2 Caratteristiche area di cantiere e presidi da adottare

L’area della banchina Pecoraro, ove avverranno le operazioni di scarico dei fanghi, sar� delimitata mediante la posa di New-Jersey in corrispondenza del lato longitudinale di accosto della banchina (posizionati a circa 2,0 m dal limite della banchina stessa). Lungo i restanti lati verr� invece installata una recinzione realizzata con tamponamenti in rete elettrosaldata tipo Orsogrill di altezza pari a 2 m e con base in calcestruzzo. In quest’area sar� inoltre presente una tramoggia da 20 mc (dimensioni indicative 5 m x 5 m x h 8m) per un agevole trasferimento dei fanghi dalla motonave direttamente all’interno del cassone del mezzo adibito al successivo trasporto dei fanghi presso l’area di trattamento.

Preliminarmente alla realizzazione della zona di scarico si provveder� ad ispezionare la pavimentazione in asfalto della banchina provvedendo all’eventuale sigillatura di fessurazioni.Per la gestione di eventuali colaticci rilasciati in fase di scarico dei fanghi e delle acque meteoriche di dilavamento si provveder� alla creazione di una dedicata zona di scarico con realizzazione di una cordolatura perimetrale e alla posa di un pozzetto per la raccolta delle eventuali acque di risulta, nel quale verr� installata una pompa per il successivo rilancio delle acque raccolte all’interno di autocisterna scarrabile e/o serbatoio e conferimento presso impianti off-site di trattamento/smaltimento.

Al fine di evitare che gli automezzi in uscita possano portare residui all’esterno del cantiereverr� eventualmente realizzata una sezione di lavaggio ruote mediante un generatore mobile di vapore in pressione (vaporetta), pi� efficace per la pulizia delle ruote dei mezzi di un semplice getto di acqua in pressione e pi� efficiente sul fronte della riduzione dei consumi di acqua da smaltire.

L’area di installazione dell’impianto e di esecuzione della campagna di attivit� sar�, invece, ubicata all’interno di un’area produttiva gi� ben delimitata e dotata di idonei cancelli di accesso dei mezzi dal fronte strada.

Poich� si prevede l’utilizzo anche della parte sud-ovest del capannone esistente, per un’estensione di circa 470 mq, al fine di delimitare correttamente l’area di cantiere ed ovviare ad eventuali interferenze con le altre attivit� da svolgere all’interno della restante porzione del capannone, verranno realizzati i seguenti accorgimenti:

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divisione delle due porzioni di capannone mediante la realizzazione di un tamponamento provvisorio (posa di idonei pannelli prefabbricati o installazione di ponteggi del tipo “tubo giunto” su cui verranno accoppiati listelli in abete per il fissaggio di teli in polietilene);

bloccaggio del portone carrabile ubicato ad ovest della porzione di capannone che non verr� utilizzato per la campagna di attivit�.

Inoltre, in considerazione del fatto che i piazzali esterni al capannone sono attualmente sterrati, si proceder� alla realizzazione di una pavimentazione ex novo dell’area e sistema di raccolta e gestione acque di risulta secondo le specifiche tecniche indicate nel “Progetto Preliminare” (ns. rif. 13.01.UNI.R2-rev00) e nella relativa Tavola R2.3.

5.3 Caratteristiche mezzi in opera in cantiere

I mezzi che verranno utilizzati in cantiere per l’esecuzione della campagna di attivit� saranno:

motonavi provenienti dal Porto di La Spezia;

impianto mobile autorizzato di trattamento/recupero;

pala gommata;

escavatore gommato;

automezzi cassonati adibiti al trasporto dei fanghi dalla banchina Pecoraro all’area di esecuzione della campagna mobile;

automezzi adibiti al conferimento dei rifiuti/materiali trattati dall’area di esecuzione della campagna mobile presso i destini finali;

autobotti per lo smaltimento degli effluenti liquidi.

Per quanto riguarda le emissioni delle macchine operatrici di cui sopra e del generatore che verr� installato in cantiere, questi saranno tutti conformi alla normativa vigente. Le manutenzioni ordinarie e straordinarie saranno effettuate conformemente alle prescrizioni delle case costruttrici, cosicch� le relative emissioni, sia riferite ai gas di scarico che ai livelli di rumorosit�, saranno rispondenti alle normative vigenti.

Sar� istituito un registro delle manutenzioni su cui verranno verbalizzati gli interventi effettuati. Inoltre a livello operativo, al fine di ridurre il livello di rumorosit�, saranno attuate alcune procedure quali:

effettuare controlli periodici sulle parti in movimento, cos� da mantenerle ben lubrificate e silenziose;

eliminare qualsiasi fonte rumorosa derivante da parti meccaniche non ben serrate;

evitare di mantenere accesi motori se non strettamente necessario.

Per quanto concerne il flusso degli automezzi in ingresso/uscita da cantiere si evidenzia quanto segue:

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banchina Pecoraro verso area installazione impianto mobile: il flusso originato dal trasferimento, mediante mezzi cassonati a tenuta di capacit� pari a 15�20 mc di circa 500 mc/d, di fanghi dalla motonave all’area dell’impianto mobile di trattamento� stimato pari a 25-35 mezzi/d in 6�7 ore di funzionamento dell’impianto corrispondenti quindi a 4�5 mezzi/h, in funzione della capacit� di trattamento dell’impianto;

area installazione impianto mobile verso impianti off-site di recupero/smaltimento: in funzione del quantitativo giornaliero di fanghi da trattare (ca 500 mc) si stima un flusso di autoarticolati con vasche (per frazioni solide) e con cisterne (per frazioni liquide) pari a ca 25�30 mezzi/d, ossia di ca 3�4 mezzi/h (considerando 8 ore lavorative).

5.4 Caratteristiche tecniche impianto mobile

L’impianto mobile di soil washing (matricola 320059) della ditta T.S.W. – Treatment and Soil Washing s.r.l., realizzato dalla ditta Baioni Crushing Plants S.p.A. e progettato in maniera modulare per ottimizzare il trasporto e il montaggio delle varie parti dell’impianto, verr� installato su aree pavimentate al fine di agevolare l’accidentale fuoriuscita di liquidi o solidi senza danni per le matrici ambientali.

L’impianto � autorizzato all’esecuzione delle operazioni di recupero/smaltimento R5 e D9 e ha una potenzialit� autorizzata di 120 ton/h.

L’impianto � costituito da un sezione di selezione e lavaggio e da una sezione di chiarifica, ispessimento e disidratazione.

Per la campagna oggetto del presente studio � prevista l’installazione della sola sezione di selezione e lavaggio (a meno del processo di macinazione, considerata la natura del materiale), mentre la frazione acquosa sar� avviata mediante autobotti a recupero/trattamento presso impianti off-site autorizzati, in considerazione dello scopo del trattamento con impianto mobile (separazione della frazione solida inerte dalla frazione liquida per agevolare il recupero/trattamento presso impianti finali autorizzati) e delle dimensioni delle aree disponibili, quindi della minimizzazione delle interferenze con le altre eventuali attivit� portuali e del contenimento dei potenziali impatti ambientali derivanti dal trattamento con impianto mobile.

Si precisa che una volta installato l’impianto, nella fasi preliminari di esercizio, verr� eseguita una prova pilota funzionale ad una migliore taratura del processo di trattamento e definizione delle componenti dell’impianto necessarie, sulla base delle informazioni che verranno acquisite nell’indagine di preomologazione, con specifico riferimento alle caratteristiche granulometriche dei fanghi di dragaggio ed al grado effettivo di umidit� iniziale.

Nella seguente tabella si riporta l’elenco delle apparecchiature dell’impianto che verranno installate. Le parti che compongono l’impianto hanno marcatura CE e rispettano tutte le normative che regolamentano la sicurezza di macchine e attrezzature.

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Sigla Descrizione Potenza elettrica

SEZIONE DI SELEZIONE E DI LAVAGGIOTramoggia da 20 mc con griglia -

AW65 Alimentatore a vibrazione vincolata 4 kWNT 65/31 Nastro trasportatore 22 kW

SMP 100.120 Separatore magnetico 2,2 kWGV 18.50/4L Gruppo di vagliatura ad umido 22 kW

LP 1202 Sfangatrice a palette 30 kWGRF2 Vasca di stoccaggio fanghi -

VO 27/12 Vaglio sgocciolatore 3,7 x 2 kWNTU 65/9 Nastro trasportatore 5,5 kW

GRF 6/4 D-AH Pompa di alimentazione idrociclone 30 kWC 650 Idrociclone 7,3 kWCA120 Celle di attrizione 22 x 2 kWRC 600 Recuperatrice a coclea 7,5 kWGRF2 Vasca di stoccaggio fanghi -

Pompa di alimentazione idrociclone 30 kWGRF 2/65BC Idrociclone 7,3 kW

VO 27/12 Vaglio sgocciolatore 3,7 x 2 kWNT 65/21 P. Nastro trasportatore brandeggiante 9 + 1,5 kW

Quadro di comando -Tabella 5.1 - Componenti dell’impianto mobile che verranno installate presso il Porto di Piombino

Per quanto gi� evidenziato in precedenza, all’impianto verranno alimentati 500 m3/d, corrispondenti a circa 750 ton/d, i quali verranno trattati mediamente in 7 ore al giorno in periodo diurno.

Per maggiori dettagli sulle caratteristiche dell’impianto si rimanda al Progetto Preliminare (ns. rif. 13.01.UNI.R2-rev00), con specifico riferimento alle Tavole R2.4 e R2.5 ed all’Allegato R2.1.

5.5 Caratteristiche chimico/fisiche dei materiali pre-trattamento

I rifiuti che verranno trattati presso la banchina del Porto di Piombino saranno costituiti da quota parte dei fanghi di dragaggio prodotti nell’ambito dell’intervento di bonifica e di escavo alla quota di -15 m dei fondali del bacino di evoluzione navi del porto mercantile della Spezia.

Nel progetto a base di gara fornito dalla Stazione Appaltante (Autorit� Portuale della Spezia), il quantitativo totale di fanghi che verr� asportato � stimato pari a circa 220.000 mc. Di seguito si riportano i livelli di contaminazione dei fanghi di dragaggio prodotti presso il porto di La Spezia (dati a base di gara).

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Campagna di trattamento/recupero di rifiuti speciali (fanghi di dragaggio) mediante impianto mobile matricola n. 320059 autorizzato ai sensi dell’art. 208 comma 15 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.,da eseguirsi presso il Porto di Piombino (LI)

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Tipologia materiale Quantità a base di gara [mc]

Materiali con concentrazioni di inquinanti inferiori ai limiti della Colonna A - Tabella 1 del D.M. 471/99

176.000

Materiali con concentrazioni di inquinanti inferiori ai limiti della Colonna B - Tabella 1 del D.M. 471/99

33.000

Materiali con concentrazioni di inquinanti superiori ai limiti della Colonna B - Tabella 1 del D.M. 471/99

11.000

Totale 220.000Tabella 5.2 - Quantitativi e livelli di contaminazione dei fanghi di dragaggio prodotti presso il porto di La Spezia

(dati a base di gara)

In base ai dati allegati al Progetto della Stazione Appaltante, le concentrazioni dei contaminanti, anche in presenza di superi della Colonna B, risultano tali da ritenere tali fanghi classificabili come rifiuti speciali non pericolosi.

Tuttavia, considerato che ai fini della caratterizzazione/classificazione dei fanghi avranno valore i risultati dell’indagine di preomologazione che verr� eseguita preliminarmente all’avvio delle operazioni di escavazione, non � possibile escludere, in questa fase, la presenza anche di lotti che potranno risultare classificabili come rifiuti speciali pericolosi.

Pertanto, presso l’impianto mobile oggetto della presente campagna di attivit� si prevede conservativamente il trattamento sia di rifiuti speciali non pericolosi sia di rifiuti speciali pericolosi.

Tenuto conto dei dati progettuali di cui alla Tabella 5.2 e del fatto che si prevede di trattare presso il Porto di Piombino mediante impianto mobile solo i lotti che risulteranno caratterizzati da concentrazioni superiori alle CSC di Colonna A, si stima di trattare/recuperare nella campagna di attivit� in oggetto conservativamente 50.000 m3 di fanghi (maggiorazione di circa il 14 % rispetto al dato progettuale).

Per tali fanghi, sulla base delle analisi allegate al progetto di gara, � stato ipotizzato un peso specifico medio di circa 1,5 ton/m3, con una umidit� attorno al 40%.

Per quanto riguarda l’indagine di preomologazione che verr� eseguita prima delle operazioni di dragaggio/escavo direttamente presso il Porto di La Spezia, essa avr� la funzione di caratterizzare/classificare i fanghi in modo di procedere alla corretta attribuzione del codice CER e alla verifica dei livelli di contaminazione; l’indagine avverr� secondo una maglia di campionamento che sar� definita con maggior dettaglio in funzione del piano di dragaggio e di un rilievo batimetrico iniziale. Indicativamente � prevista una maglia di campionamento di 50 m x 50 m che consentir� di caratterizzare lotti omogenei di circa 1.500 mc, corrispondenti alla produzione media giornaliera. In funzione dei risultati dell’indagine sar�, pertanto, possibile programmare le attivit� di dragaggio e di trasporto lavorando per lotti omogenei, definendo inoltre preliminarmente allo scavo le opzioni di gestione pi� compatibili dal punto di vista ambientale. Le analisi saranno condotte da Enti e/o Istituti Pubblici oppure da laboratori privati accreditati da organismi riconosciuti ai sensi della UNI CEI EN 17011/05 per le prove relative ai parametri da determinare. A garanzia della qualit� del dato, un secondo soggetto di diritto pubblico potr� eseguire le medesime analisi in contraddittorio su almeno il 10% dei campioni e

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in numero comunque non inferiore a 3. La lista di base dei parametri da analizzare e dei test da eseguire � quella stabilita dalla normativa vigente (DM 471/99 e D.Lgs 152/2006 e s.m.i.) e dalla disciplina dei siti di conferimento.

Ai rifiuti oggetto della presente campagna di attivit� verranno attribuiti i seguenti codice CER:

17 05 06 – fanghi di dragaggio diversi da quelli di cui alla voce 17 05 05;

17 05 05* – fanghi di dragaggio contenenti sostanze pericolose.

Inoltre, durante il trasporto da La Spezia a Piombino � prevedibile che nella stiva della motonave si verifichi una parziale separazione di acqua dai fanghi, stimabile mediamente pari al 10%, la cui entit� dipende anche dalle caratteristiche granulometrie dei sedimenti dragati.

In tale eventualit�, l’acqua separata/stratificata nella stiva verr� allontanata dalla motonave mediante idonei sistemi di pompaggio, con carico diretto dei mezzi di trasporto (autobotti) impiegati per il conferimento dei rifiuti liquidi presso impianti di trattamento off-site autorizzati. A tale frazione liquida verr� attribuito il codice CER 16 10 02: soluzioni acquose di scarto diverse da quelle di cui alla voce 16 10 01.

5.6 Destini finali

I rifiuti/materiali provenienti dal trattamento dei fanghi di dragaggio sono riconducibili alle seguenti tipologie:

CER 19 12 12 – altri rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 19 12 11, costituiti dalle frazioni inerti prodotte dal trattamento;

CER 19 12 11* – altri rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, contenenti sostanze pericolose, costituiti dalle frazioni inerti prodotte dal trattamento;

CER 16 10 02 - soluzioni acquose di scarto diverse da quelle di cui alla voce 16 10 01,costituite dalle acque di risulta del trattamento e/o delle platee tecniche;

CER 16 10 01* - soluzioni acquose di scarto, contenenti sostanze pericolose, costituite dalle acque di risulta del trattamento;

MPS – materie prime seconde, costituite dalle frazioni inerti prodotte dal trattamento qualora ricorrano le seguenti condizioni:

- siano rispettate le concentrazioni soglia di contaminazione (CSC) previste dalla Colonna A, Tabella 1 dell’Allegato 5, Parte IV, Titolo V del D.Lgs 152/2006 e s.m.i,, eseguendo l’analisi ai sensi dell’Allegato 2, Parte IV, Titolo V dello stesso decreto;

- siano rispettati, sull’eluato, i limiti previsti dall’Allegato 3 del D.M. 05.02.1998 e s.m.i.;

- siano conformi alla Circolare del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio n. 5205 del 15.07.2005 o ad altre norme tecniche applicabili alle tipologie di materie originate dal trattamento.

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L’ATI Nuova CO.ED.MAR. Srl – Consorzio Cooperative Costruzioni Soc. Coop – Unieco Soc.Coop, aggiudicataria della gara d’appalto di La Spezia e responsabile, oltre che delle operazioni di dragaggio degli fanghi anche delle attivit� di conferimento dei materiali/rifiuti provenienti dal trattamento con impianto mobile, gestir� cautelativamente tutti i materiali in uscita dal trattamento come rifiuti e pertanto con i codici CER sopra riportati.

Per quanto riguarda la tipologia di impianti di destino finale l’ATI privileger� impianti di recupero rispetto agli impianti di smaltimento.

Di seguito si riporta l’elenco degli impianti individuati con i relativi estremi autorizzativi e operazioni di recupero/smaltimento (R/D):

Alice Ambiente Srl sita Loc. Regione Valle Dora snc – Alice Castello (VC) –Autorizzazione n. 5220 del 09/11/2006 rilasciata dalla Provincia di Vercelli (R 10);

Barricalla SpA sita in Collegno, via Brasile 1 – Autorizzazione n. 262-42262/2012 del 30/10/2012 rilasciata dalla Provincia di Torino (D1);

Centro Risorse Srl sito in Motta di Livenza (TV), via Lazio 48 – AIA n. 21 del 30/04/2009 e integrazioni n. 28 del 22/05/2009, n. 133 del 30/12/2009, n. 66 del 5/11/2010, n. 111 del 30/12/2010 rilasciate dalla Regione Veneto (D9/D15);

Centro Servizi Impianti Spa con sede in Terranuova Bracciolini (AR) –Autorizzazione n. 88/EC del 30/06/2006 e n. 38/EC del 02/04/2007 rilasciata dalla Provincia di Arezzo (D1);

Fontana Larga Srl sita in Riano (RM) – Autorizzazione n. 15417 del 22/12/2006 rilasciata dal Comune di Riano (D1);

RA.RI. LIVORNO Srl sito in Livorno - Autorizzazione n. 170 del 11/11/2011 rilasciata dalla Provincia di Livorno (D9/D15);

REA Impianti Srl Unipersonale sita in Rosignano Marittimo (LI) – AIA n. 159 del 06/11/2012 rilasciata dalla Provincia di Livorno (D1);

Scarlino Energia Srl sito in Loc. Casone Scarlino (GR) – AIA n. 2988 del 24/10/2012rilasciata dalla Provincia di Grosseto (D 9).

Eventuali modifiche dell’elenco soprastante verranno comunicate agli Enti competenti, unitamente agli estremi autorizzativi degli eventuali nuovi impianti individuati sia prima che durante l’esecuzione dell’intervento.

Il protocollo analitico e la frequenza di campionamento dei rifiuti in uscita dal trattamento saranno definiti in funzione delle richieste degli impianti di recupero/smaltimento off-site, in conformit� alla relativa autorizzazione e/o a loro particolari esigenze gestionali.

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5.7 Rischio di incidenti legati a sostanze e tecnologie utilizzate e misure di sicurezza da adottare

Le attivit� produttive dell’impianto saranno svolte con procedure atte all’individuazione e alla risposta a potenziali incidenti e situazioni di emergenza, nonch� a prevenire e attenuare gli impatti ambientali derivanti dalle attivit� stesse.

L’impianto, una volta assemblato con i singoli dispositivi di sicurezza e con un uso corretto, risponder� ad un impiego in sicurezza tale da ridurre i rischi per la salute dei lavoratori e per l’ambiente circostante.

Le macchine utilizzate in cantiere incorporano tutti i dispositivi di sicurezza per l’impiego corretto ed esente da rischi in normali condizioni di funzionamento. Inoltre, sonoperiodicamente sottoposte ad un piano di manutenzione ordinaria e straordinaria finalizzato a garantire la perfetta efficienza dei mezzi.

Con riferimento all’esecuzione della campagna mobile in oggetto gli aspetti pi� critici legati all’utilizzo dell’impianto sono riconducibili al verificarsi delle situazioni sintetizzate nella seguente tabella in cui vengono riportate anche le misure di sicurezza da adottare.

Principali criticità Misure di sicurezza da adottare

Rotture meccaniche dell’impianto Arresto immediato dell’impianto fino a risoluzione del guasto

Accidentali sversamenti di fanghi in corrispondenza della banchina Pecoraro durante le operazioni di scarico degli stessi dalla motonave

- Immediato recupero del materiale mediante mezzi d’opera quale pala gommata

- Se necessario, completamento della pulizia della pavimentazione in asfalto mediante raschietti manuali e/o idropulitrice ad alta pressione con contestuale recupero dei liquidi di risulta

Accidentali sversamenti di fanghi/materiali in corrispondenza dell’area di cantiere ove verr� installato l’impianto

- Immediata ripresa del materiale mediante i mezzi d’opera presenti in cantiere (pala e/o escavatore gommato)

- Se necessario, completamento della pulizia della pavimentazione in asfalto mediante raschietti manuali e/o idropulitrice ad alta pressione con contestuale recupero dei liquidi di risulta all’interno della canaletta e del pozzetto di raccolta acque

Accidentali sversamenti di carburante

In corrispondenza del generatore di corrente saranno sempre disponibili materiali oleoassorbenti da utilizzare in caso di sversamenti accidentali

Rischio incendio – elementi potenzialmente pi� critici (quadro elettrico di cantiere, gruppo elettrogeno, attrezzature alimentate elettricamente)

- Evitare lavori a caldo in prossimit� dei mezzi d’opera, del generatore e/o eventuali bombole dei gas tecnici

- Divieto di fumare durante lo svolgimento dei lavori

- Allestimento in cantiere e su ciascun mezzo e/o automezzo operante in cantiere degli adeguati presidi antincendio (estintori)

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Il personale operativo sar� formato ed informato per gestire le principali emergenze di cantiere. Inoltre, in cantiere verr� affisso (all’esterno del box ufficio) l’elenco dei nominativi del personale che far� parte della squadra di emergenza (addetti al servizio di prevenzione incendio e al servizio di primo soccorso e di evacuazione).

6. CUMULO CON ALTRI PROGETTI/IMPIANTI

Al fine di verificare gli impatti cumulativi prodotti dalla campagna di attivit� in oggetto, con altri impianti presenti nell’area vasta di interesse, si � proceduto ad analizzare entro una distanza di 1.500 m dal sito la presenza di:

Cave attive;

Discariche attive;

Impianti di trattamento e recupero dei rifiuti;

Inceneritori;

Impianti di compostaggio;

Infrastrutture stradali (autostrade, strade statali, provinciali) aeroporti.

A tal fine la cartografia consultata � stata:

Tavole allegate al Piano Strutturale d’Area della Val di Cornia;

Tavole allegate al Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Livorno;

Corine Land Cover mediante il Geoportale Nazionale.

Di seguito si riportano estratti delle carte sopra citate con indicazione dell’ubicazione del sito ed i risultati delle analisi svolte.

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Zone Omogenee di P.R.G.

Figura 6.1 – Zone Omogenee individuate dagli strumenti urbanistici vigenti (in arancio � contrassegnata l’area oggetto di studio)

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Cave attive

Figura 6.2 – Attivit� estrattive Val di Cornia (fonte: Geoportale Nazionale – Corine Land Cover 2006); in nero sono contrassegnate le aree estrattive attive; in blu � contrassegnata l’area del porto di Piombino

Dall’analisi della cartografia sopra riportata si evince l’assenza di cave attive nell’intorno del porto di Piombino. Sono presenti alcune attivit� estrattive in corrispondenza delle colline metallifere nel comune di Campiglia Marittima.

Discariche attive, Impianti di trattamento e recupero dei rifiuti, Inceneritori, Impianti di compostaggio

Dalla consultazione della tavola 11 “Sistema Funzionale Provinciale Rifiuti” estrapolata dal Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Livorno, si evince che sul territorio comunale di Piombino � presente una discarica (ASIU S.p.A.) per rifiuti industriali e speciali, ubicata a circa 6 km dal porto.

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Figura 6.3 – Sistema Funzionale Provinciale Rifiuti (fonte: PTCP Prov. Livorno); in blu � contrassegnata la zona del porto di Piombino

Infrastrutture stradali

Dalla consultazione della tavola delle Infrastrutture (vedi Figura 6.4) allegata al Piano Strutturale d’Area della Val di Cornia si evince che l’unica strada extraurbana principale che interessa il territorio di Piombino � la SS398 (segnata in rosso), che si collega alla SS1 Aurelia in prossimit� del confine tra i comuni di Campiglia Marittima e Venturina. La SS398 prosegue verso il porto di Piombino come strada extraurbana secondaria fino all’imbocco su Viale Unit� d’Italia.

Figura 6.4 – Carta Infrastrutture (Tav. 8.1 Piano Strutturale d’Area Val di Cornia); in rosso � contrassegnata l’area oggetto di studio

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Aree oggetto di Bonifica

L’area di ubicazione dell’impianto mobile per il trattamento dei fanghi di dragaggio si trova in prossimit� del SIN di Piombino. A tal riguardo si rimanda a quanto gi� esposto al paragrafo 4.5.

Piano Regolatore Portuale

Il piano regolatore vigente ha carattere programmatico e non esprime vincoli che possono interessare la campagna di trattamento fanghi in esame, anche alla luce della temporaneit� della stessa.

Altri Impianti nelle vicinanze

Le principali aziende in attivit� localizzate nella zona limitrofa al porto di Piombino sono le seguenti:

Lucchini S.p.A.: � proprietaria dello stabilimento siderurgico a ciclo integrale, ha aree di propriet� ed in concessione (demanio bonifiche e parte del demanio aree pubbliche) nel territorio del Comune di Piombino per circa 5,6 milioni di m2

(storicamente noto come “La Magona d’Italia”);

Arcelor Mittal S.p.A.: produttore di laminati d'acciaio sottili zincati e preverniciati destinati alla produzione di elettrodomestici ed all’industria automobilistica;

• ENEL “Centrale Torre del Sale”: La centrale � alimentata a olio combustibile denso ed � costituita da 4 sezioni da 320 MW per una potenza totale di 1,280 MW.

Tenaris Dalmine S.p.A.: produce tubazioni zincate e con rivestimento plastico per larealizzazione di impianti idrotermosanitari, condotte per la distribuzione di acqua e gas e portacavi per impianti elettrici;

Edison S.p.A.: � un’azienda del Gruppo Edison che controlla e gestisce la centraletermoelettrica ubicata all’interno dello stabilimento Lucchini denominata CET2/3, che produce energia elettrica e vapore utilizzati dallo stesso stabilimento Lucchini.

Conclusioni

Dall’analisi condotta nell’area vasta si evince la presenza nell’area industriale del Porto di Piombino di impianti produttivi prevalentemente siderurgici tra cui quello di propriet� di Lucchini S.p.A., che potrebbero avere potenzialmente effetti di cumulo con quelli prodotti dallacampagna di trattamento fanghi prevista. Non si denota la presenza di cave e discariche nel raggio di 1500m dalla zona di ubicazione dell’impianto; la discarica ASIU S.p.A. per rifiuti industriali e speciali, � l’impianto pi� vicino, che dista circa 6 km.

� da segnalare che, come riportato nel paragrafo 4.5, il tratto di mare che circonda la banchina Pecoraro ricade all’interno del SIN di Piombino.

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SEZIONE D – LOCALIZZAZIONE DEL PROGETTO

7. UTILIZZAZIONE ATTUALE DEL TERRITORIO

L’utilizzazione di suolo correlata al progetto riguarda la zona del Porto di Piombino, in particolare:

parte della banchina Pecoraro: collocata nella parte Sud-Est del Porto, �caratterizzata complessivamente da un accosto di circa 275 m e da un fondale a -13 m; in corrispondenza della banchina si svolgeranno le operazioni di scarico dei fanghi di dragaggio dalla motonave proveniente dal Porto di La Spezia all’interno di automezzi cassonati adibiti al trasporto dei fanghi presso l’area di trattamento/recupero;

area sita in prossimit� del Piazzale Premuda (catastalmente censita al foglio 82, mappale 447): attualmente utilizzata come magazzino portuale per deposito mercie materiali vari, all’interno della quale avverranno le attivit� di trattamento/recupero dei fanghi e lo stoccaggio dei materiali/rifiuti trattati;

viabilit� di cantiere: interna all’area del porto, sar� interessata dal passaggio di veicoli adibiti al trasporto dei fanghi di dragaggio dalla banchina Pecoraro all’area di esecuzione della campagna di attivit� con impianto mobile autorizzato.

L’area ove verr� allestito il cantiere per l’esecuzione della campagna mobile di attivit� � di propriet� della Compagnia Portuali di Piombino ed � stata concessa in disponibilit� all’ATI Nuova CO.ED.MAR. Srl, Consorzio Cooperative Costruzioni Soc. Coop e Unieco Soc. Coop per il periodo necessario all’esecuzione delle attivit� derivanti dall’appalto relativo ai “lavori di bonifica e successivo escavo dei fondali marini del bacino di evoluzione navi – La Spezia” (codice CIG 0667997090, Cod. CUP J4210000200001).

L’ATI ha, successivamente, incaricato la ditta TSW – Treatment and Soil Washing Srl all’installazione ed alla gestitone nell’area di cui sopra di un impianto mobile di trattamento rifiuti, autorizzato, ai sensi dell’art. 208 comma 15 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., dalla Provincia di Novara – Settore Ambiente, Ecologia ed Energia, con determina n. 1679/2012 del 04.06.2012. A conferma di quanto sopra si rimanda alla consultazione delle dichiarazioni riportate in Allegato R1.1.

Tutte le aree sopra elencate sono classificate dal Piano Strutturale d’Area e dal Regolamento Urbanistico della Val di Cornia come “Zone destinate ad attivit� produttive (Zona D)”.

8. RISORSE NATUALI PRESENTI NELLA ZONA

Nell’area vasta si individua la zona delle Colline Metallifere, storicamente sfruttate per l’estrazione dal sottosuolo di diversi tipi di metalli e minerali (Antimonio, Mercurio, Serpentino, Rutilo, Rame, Ferro, Lignite, Stagno, Piombo, Zinco, Argento, Magnesite). Localmente sono presenti anche fonti di energia geotermica che si manifestano sotto forma di soffioni boraciferi.

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Campagna di trattamento/recupero di rifiuti speciali (fanghi di dragaggio) mediante impianto mobile matricola n. 320059 autorizzato ai sensi dell’art. 208 comma 15 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.,da eseguirsi presso il Porto di Piombino (LI)

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Parte di questa energia viene utilizzata dall'Enel per la produzione di energia elettrica nelle centrali elettriche presenti nella zona di Larderello e Lago Boracifero, Aia dei Diavoli.

Le Colline Metallifere costituiscono il principale e pi� esteso sistema collinare e montuosodell'Antiappennino toscano. Si estendono nella parte centro-occidentale della Toscana, interessando ben quattro province, la parte sud-orientale della provincia di Livorno, la parte meridionale della provincia di Pisa, la parte sud-occidentale della provincia di Siena e la parte nord-occidentale della provincia di Grosseto.

Sono note attivit� di estrazione gi� dai tempi degli Etruschi e dei Romani, ma le pi� importanti iniziative di sfruttamento minerario sono da attribuirsi al periodo medievale; nella seconda met� del 18� secolo l’attivit� mineraria riprese con maggiore impegno, con i governi lorenesi che provvidero non solo a liberalizzare l’uso delle risorse del sottosuolo e della loro trasformazione industriale, ma anche a incentivare le esplorazioni mineralogiche. Uno dei minerali pi� ricercati era l’allume, indispensabile per varie manifatture conciarie e tessili. Nella prima met� del XIX secolo, inizi� una vera e propria corsa allo sfruttamento minerario di lignite, rame e pirite, che pot� avvalersi del complesso delle opere infrastrutturali (nuove strade rotabili, nuovi porti costruiti nel litorale di Follonica per l’esportazione dei prodotti, attivazione della ferrovia Carbonifera da Montebamboli al mare) e delle bonifiche idrauliche con il corollario della colonizzazione agraria delle valli del fiume Cornia e del fiume Pecora.

9. I RECETTORI SENSIBILI E I POTENZIALI IMPATTI

Nell’area oggetto di studio si individuano le seguenti matrici ambientali da considerare:

suolo e sottosuolo;

acque superficiali e sotterranee;

qualit� dell’aria;

emissioni sonore;

traffico indotto;

produzione rifiuti;

paesaggio.

Si sottolinea che tutti i potenziali impatti sulle matrici sopra elencate, descritti in dettaglio nella sezione E del presente documento, sono da ritenersi temporanei e reversibili.

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SEZIONE E – CARATTERISTICHE DELL’IMPATTO

10. GLI IMPATTI AMBIENTALI

Nella tabella seguente per ciascuna matrice ambientale considerata, ovvero:

suolo e sottosuolo;

acque superficiali e sotterranee;

qualit� dell’aria;

emissioni sonore;

traffico indotto;

produzione rifiuti;

paesaggio,

vengono analizzati gli impatti che potranno essere prodotti durante la campagna stessa.

Matrice ambientale Impatto prodottoSuolo e sottosuolo TeoricoAcque superficiali TeoricoAcque sotterranee Teorico

Qualit� dell’aria TrascurabileEmissioni sonore TrascurabileTraffico indotto Trascurabile

Produzione rifiuti NulloEcosistema marino Trascurabile

Paesaggio Trascurabile

Di seguito per ciascuna matrice analizzata si riportano i criteri che hanno indotto alla definizione dell’impatto prodotto.

10.1 Suolo e sottosuolo

Gli impatti su suolo e sottosuolo sono da considerarsi teorici, in quanto l’impianto mobile di trattamento sar� installato su una superficie che verr� preliminarmente impermeabilizzata (pavimentazione in asfalto) e dotata di rete di raccolta acque (eventuali colaticci e/o acque meteoriche di dilavamento) e idonea cordolatura, mentre le aree di stoccaggio dei rifiuti/materiali trattati verranno allestite all’interno della porzione di capannone concessa in disponibilit� dalla Compagnia Portuali e gi� dotata di pavimentazione in battuto di cemento.

Anche l’area della banchina Pecoraro utilizzata per lo scarico dei fanghi dalla motonave, gi� dotata di pavimentazione in asfalto, verr� attrezzata con idonea cordolatura e sistema di raccolta di eventuali colaticci.

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In prossimit� di entrambe le aree saranno inoltre sempre disponibili cisterne e/o serbatoi per lo stoccaggio degli effluenti liquidi per il successivo invio a impianti off-site di recupero/smaltimento, nonch� attrezzature per, all’occorrenza, il lavaggio delle ruote dei mezzi in uscita dal cantiere.

Tutti i mezzi impiegati sia per il trasporto dei fanghi di dragaggio dalla banchina Pecoraro all’area di esecuzione della campagna di attivit�, sia per il conferimento dei materiali/rifiuti trattati presso gli impianti off-site di recupero/smaltimento saranno con cassoni a tenuta e sistemi di copertura.

In cantiere tutti i mezzi circolanti e le attrezzature utilizzate saranno dotati di idonei dispositivi di sicurezza e sottoposti a manutenzione continua, al fine di garantire il buon funzionamento e l’efficienza degli stessi, eliminando e riducendo i rischi di rottura.

10.2 Acque superficiali e sotterranee

Alla luce dei presidi che si prevede di adottare, indicati in precedenza e cos� riassumibili:

area di esecuzione della campagna di attivit�:

- realizzazione ex novo di una pavimentazione in asfalto in corrispondenza dei piazzali attualmente sterrati, di adeguate pendenze sul fondo, per consentire il drenaggio degli eventuali colaticci e/o delle acque meteoriche di dilavamento verso una canaletta trapezoidale di raccolta ubicata parallelamente al muro perimetrale di confine con la ditta La Magona d’Italia Spa; la canaletta convoglier� le acque raccolte verso un pozzetto prefabbricato, all’interno del quale verr� installata una pompa per il successivo rilancio ad un’autocisterna scarrabile e/o ad un serbatoio presente presso l’area di cantiere e successivamente conferite presso impianti off-site di recupero/smaltimento;

- formazione di un cordolo in asfalto di altezza pari a circa 30 cm al piede della scarpata di raccordo del piazzale con l’adiacente strada che scende verso le banchine portuali; in corrispondenza dell’accesso al cantiere dall’antistante piazzale gi� asfaltato verr� realizzato un cordolo in asfalto, sempre di altezza pari a 30 cm, sagomato a “schiena d’asino” in modo da agevolare l’ingresso al cantiere dei mezzi adibiti al trasporto; analogo cordolo verr� realizzato anche in corrispondenza della zona di carico della tramoggia di alimentazione dell’impianto, in quanto si configura come l’area interna al cantiere potenzialmente pi� critica in termini di rischio di rilascio e/o sversamento di colaticci; i fanghi, infatti, verranno prelevati, mediante idoneo escavatore, dal cassone del mezzo di trasporto proveniente dalla banchina Pecoraro e successivamente scaricati direttamente nella tramoggia in testa all’impianto;

- posizionamento della baie di stoccaggio dei rifiuti/materiali trattati all’interno del capannone concesso in disponibilit�, pertanto in ambiente coperto e gi� dotato di pavimentazione in battuto di cemento;

area di scarico dei fanghi della motonave presso la banchina Pecoraro:

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- realizzazione di un cordolo in asfalto di altezza pari a circa 30 cm lungo il perimetro dell’area di scarico, sagomato a “schiena d’asino” lungo i due lati trasversale della banchina in modo da agevolare l’ingresso nella zona di scarico dei mezzi cassonati di trasporto;

- posa di un pozzetto per la raccolta delle eventuali acque di risulta all’interno del quale verr� installata una pompa per il successivo rilancio delle acque raccolte all’interno di autocisterna scarrabile e/o serbatoio presente presso l’area di cantiere e successivamente conferite presso impianti off-site di trattamento/smaltimento,

anche gli impatti sulle matrici acque superficiali e sotterranee sono da considerarsi teorici.

10.3 Qualit� dell’aria

Nell’ambito della campagna di attivit�, i principali impatti sulla qualit� dell’aria sono dovuti all’innalzamento di polveri che potrebbero generarsi durante le attivit� di trasporto dei rifiuti e di trattamento degli stessi.

Si stima che l’emissione di polveri durante le attivit� sar� molto limitata, in ragione del tenore di umidit� del rifiuto che verr� lavorato sull’impianto mobile di trattamento, del ciclo di trattamento a cui lo stesso verr� sottoposto, dello stoccaggio all’interno di un capannone dei materiali/rifiuti trattati, nonch� del fatto che i mezzi si muoveranno all’interno aree completamente pavimentate.

Per quanto riguarda le emissioni delle macchine operatrici, del generatore nonch� dei mezzi di trasporto che saranno utilizzati, questi saranno tutti conformi alla normativa vigente e sottoposti a manutenzioni ordinarie e straordinarie conformemente alle prescrizioni delle case costruttrici.

In considerazione di quanto sopra � possibile affermare che l’impatto prodotto sulla qualit� dell’aria durante la campagna di attivit� � da considerarsi trascurabile.

10.4 Rumore

Il livello medio prodotto dall’impianto � dell’ordine dei 85 dB, a 1 metro di distanza.

Le emissioni sonore generate dall’attivit� di recupero sono relative alla fase di esercizio dell’impianto, la quale ha un andamento di carattere non continuativo poich� parte del ciclo di lavorazione � occupata dalle operazioni di posizionamento e allestimento, preparazione della carica e verifica dei materiali. L’impianto funzioner� durante l’orario di lavoro, compreso tra le ore 8:00 e le ore 18:00 ricadente quindi nel periodo diurno.

II rumore prodotto dall’ impianto mobile � ridotto alla fonte, in quanto si utilizzeranno macchinari con un livello di rumorosit� particolarmente ridotto, compatibile con l'utilizzo in areaindustriale e rispondenti ai criteri previsti dalle norme vigenti in materia di sicurezza e salute

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dei lavoratori. Non si individuano nuclei residenziali nelle vicinanze dell’area di ubicazione dell’impianto; gli unici ricettori individuabili sono i lavoratori del porto di Piombino.

Per una stima del livello sonoro si rimanda all’Allegato R1.2.

L’area in esame (area di ubicazione dell’impianto e possibili ricettori limitrofi) si trova in classe acustica V – Aree prevalentemente Industriali, a cui sono associati i limiti di emissione/immissione assoluta per il periodo diurno pari a 65/70 dB ai sensi del DPCM 01/03/91 e del DPCM 14/11/1997; dalla valutazione acustica si evince che il limite � rispettato.Si pu� pertanto concludere che l’impatto prodotto dall’impianto � da considerarsi trascurabile.

Si prevede inoltre di procedere:

ad una pianificazione e progettazione dei lavori al fine di evitare per quanto possibile la sovrapposizione delle attivit� pi� rumorose;

all’attuazione di idonei presidi nel caso in cui durante le fasi di lavoro dovessero verificarsi situazioni di disagio per i recettori;

all’addestramento del personale finalizzati all’istruzione degli idonei comportamenti da attuarsi per l’attenuazione dei rumori prodotti.

10.5 Traffico indotto

La stima del flusso degli automezzi in ingresso/uscita da cantiere derivanti dalla presente campagna mobile � la seguente:

dalla banchina Pecoraro verso l’area di installazione dell’impianto mobile: � il flusso originato dal trasferimento di circa 500 m3/d di fanghi dalla motonave all’area dell’impianto mobile di trattamento, utilizzando mezzi cassonati a tenuta di capacit� pari a 15�20 m3; tenuto conto della capacit� di trattamento dell’impianto (120 ton/h corrispondente a circa 80 m3/h), si stima un flusso di 25-35 mezzi/d in 6�7 ore di funzionamento dell’impianto corrispondenti quindi a 4�5 mezzi/h;

dall’area di installazione dell’impianto mobile verso gli impianti off-site di recupero/smaltimento: tenuto conto che l’impianto tratter� circa 500 m3/d di fanghi, si stima un flusso di circa 25�30 mezzi/d, che nelle 8 ore corrispondono a circa 3�4 mezzi/h, costituiti da autoarticolati con vasche (per frazioni solide) e con cisterne (per frazioni liquide).

L’impianto e la banchina Pecoraro si trovano nella zona turistica del porto, caratterizzata da un’utilizzazione civile modesta nei giorni feriali.

L’incremento di traffico dovuto al passaggio di tali mezzi, � pertanto da considerarsi trascurabile.

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10.6 Produzione rifiuti

La campagna di trattamento fanghi permetter� di suddividere la frazione solida dei rifiuti prodotti dalle attivit� di dragaggio del porto della Spezia da quella liquida. Si prevede in situ uno stoccaggio provvisorio del materiale trattato, che verr� trasportato al di fuori dell’area portuale con continuit� da appositi mezzi autorizzati.

L’attivit� non comporter� pertanto accumulo permanente di rifiuti nel porto di Piombino: per questo motivo l’impatto prodotto � da considerarsi nullo.

10.7 Ecosistema marino

Gli impatti potenziali che si stimano sull’ambiente marino sono legati al trasporto dei fanghi dal porto della Spezia a quello di Piombino. Si stima un flusso di motonavi mediamente pari a 1 imbarcazione (della capacit� di 500 m3) al giorno. La campagna avr� una durata pari a 100 giorni, ma ci� nonostante non avr� effetti rilevanti sul traffico marittimo.

Si ritiene che l’impatto sull’ecosistema marino sia trascurabile.

10.8 Paesaggio

L’impianto verr� ubicato all’interno del porto di Piombino, in un’area non limitrofa alla strada e circondata da capannoni; l’ubicazione scelta per l’installazione dell’impianto risulta dunque di difficile visibilit�, in considerazione anche della limitata altezza dello stesso.

L’impatto paesaggistico prodotto � da considerarsi trascurabile.

11. STIMA DEGLI IMPATTI

11.1 Compatibilit� ambientale del progetto – Metodologia adottata

Per l’identificazione degli impatti critici, viene presa come riferimento la procedura di verifica proposta dalle N.T.A. della Regione Toscana, (Bolognani O. et Al., 2000a, 2000b, 2000c), adattata alla realt� progettuale in esame. Si procede all’individuazione degli impatti mediante una check-list tradotta successivamente in una matrice semplice Componenti Ambientali –Azioni. Quindi la matrice di base viene compilata attribuendo dei valori numerici nelle caselle evidenziate in grassetto accanto ad ogni voce Azioni-Componenti, che rappresentano rispettivamente l’importanza dell’impatto potenzialmente prodotto dalla singola Azione nel complesso delle attivit� progettuali e l’importanza della singola Componente nel Sistema Ambientale di appartenenza.

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1) Ponderazione delle Componenti Ambientali

L’importanza delle componenti ambientali viene calcolata in base ad una scala di valori molto semplice, considerando caratteristiche peraltro gi� proposte dalle stesse N.T.A.:

Rara - Comune: la scarsit� economica e fisica della risorsa;

Strategica - Non Strategica: la rilevanza e l’ampiezza spaziale dell’influenza che essa ha su altri fattori del sistema considerato;

Rinnovabile - Non Rinnovabile: la sua capacit� di ricostituirsi entro un orizzonte temporale ragionevolmente esteso.

IMPORTANZA DELLA COMPONENTE CARATTERISTICHE DELLA COMPONENTE PESO DELLA

COMPONENTEMolto rilevante Rara - Strategica - Non Rinnovabile 3

Rilevante Tutte le situazioni intermedie 2Lieve Comune - Non Strategica - Rinnovabile 1

2) Ponderazione delle Azioni

Analogamente a quanto descritto per le Componenti, anche per le Azioni deve essere definitoun valore di importanza, in base al potenziale di impatto presentato nell’ambito dell’iterprogettuale complessivo: si attribuiranno valori maggiori alle azioni che presumibilmenteprodurranno impatti maggiori a carico delle componenti ambientali.

IMPORTANZA DELL'AZIONE CARATTERISTICHE DELL'AZIONE PESO

DELL'AZIONEMolto rilevante Potenzialmente molto impattante 3

Rilevante Potenzialmente mediamente impattante 2Lieve Potenzialmente lievemente impattante 1

A questo punto, si eseguono i prodotti ad ogni incrocio ed i valori che ne derivanorappresentano l’importanza della specifica interazione Azione-Componente. I valori pi� elevati identificano gli impatti significativi potenziali.

3) Ponderazione degli Impatti Significativi

Per valutare l’entit� di ogni impatto, � quindi necessario attribuire un peso ad ogni singolainterazione, classificando gli impatti significativi secondo i criteri seguenti:

Positivi - Negativi: a seconda che abbiano effetti positivi o negativi sulla componenteambientale;

Lievi – Rilevanti - Molto Rilevanti: secondo la loro importanza ed entit�;

Reversibili a breve termine - Reversibili a lungo termine - Irreversibili: secondo ladimensione temporale.

I valori si attribuiscono su una seconda matrice, identica alla prima, secondo la tabella diseguito riportata.

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IMPORTANZA DELL'IMPATTO CARATTERISTICHE DELL'IMPATTO PESO

DELL'IMPATTOMolto rilevante Potenzialmente molto impattante -3

Rilevante Potenzialmente mediamente impattante -2Lieve Potenzialmente lievemente impattante -1Nullo 0

Positivo +1

4) Valutazione degli impatti critici

Dopo aver attribuito i pesi ad ogni incrocio Azione - Componente, i prodotti risultanti ad ogniincrocio dalla sovrapposizione delle due matrici rappresentano una stima della criticit�dell’impatto esercitato da ogni azione sulla specifica e corrispondente componente ambientale.

In particolare, la criticit� degli impatti viene valutata tenendo conto della successiva tabella, incui compaiono tutti i possibili valori derivanti dai prodotti eseguiti in matrice.

VALORE TIPO DI IMPATTOIA = -27 Impatto Insostenibile

-18 < IA < -8 Impatto Critico-7 < IA < -4 Impatto di Media entit�-3 < IA < -1 Impatto di Lieve entit�

IA = 0 Impatto NulloIA > 0 Impatto Positivo

Tabella 11.1 – Valutazione degli Impatti Critici

11.2 Stima degli impatti

Nel presente paragrafo vengono stimati numericamente i valori degli impatti relativi al progetto per ognuna delle componenti ambientali individuate e descritte nel capitolo precedente, sulla base delle considerazioni ivi riportate.

11.2.1 Componenti Ambientali

Alle componenti ambientali individuate vengono assegnati i valori riportati in tabella; si considera che le matrici suolo e sottosuolo, acque sotterranee/superficiali ed ecosistema marino siano caratterizzate da una maggiore vulnerabilit� rispetto alle altre.

Componente Peso Componente

suolo e sottosuolo 2acque superficiali 2acque sotterranee 2

aria 1rumore 1

traffico indotto 1produzione rifiuti 1

ecosistema marino 2paesaggio 1

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11.2.2 Azioni

La campagna di attivit� con impianto mobile viene suddivisa in 5 azioni, riguardanti fasi diverse del processo:

1. Cantierizzazione

2. Trasporto via mare

3. Scarico su banchina

4. Trasporto via terra

5. Trattamento Fanghi

6. Smantellamento Cantiere.

Ognuna delle azioni elencate ha influenze diverse sulle matrici ambientali; l’influenza � espressa dal peso dell’azione che la singola azione ha sulla singola componente ambientale (in totale i pesi delle azioni in relazione alle componenti ambientali sono 54). Il valore minimo attribuibile al peso � 1, mentre il massimo � 3. Considerata la limitata durata del trattamento e la localizzazione del progetto (all’interno di un’area industriale) � lecito non assegnare a nessun peso il valore 3.

11.2.3 Impatti Significativi

La terza categoria di pesi da assegnare riguardano l’entit� dell’influenza che potrebbero avere le diverse azioni in cui si � suddivisa l’attivit� sulle componenti ambientali. In base alla descrizione presentata nel Capitolo 10, si prevedono impatti trascurabili (comunque negativi) della campagna sulle diverse matrici ambientali; inoltre ognuna delle azioni � potenzialmente impattante solo su alcune matrici ambientali e, viceversa, ognuna delle matrici ambientali risente l’influenza di particolari azioni. Per questo motivo ai 54 pesi degli impatti � stato assegnato il valore 0 (impatto nullo) oppure -1 (impatto lieve).

Vi sono due eccezioni da segnalare: il trasporto via terra e lo smantellamento del cantiere sono associati a una rimozione dei rifiuti temporaneamente stoccati presso lo stesso; per questo motivo dal punto di vista della componente “produzione rifiuti” le due azioni comportano dei miglioramenti e al peso dell’impatto viene assegnato valore positivo (+1).

11.2.4 Valutazione degli impatti

Per ogni coppia Azione – Componente viene calcolato l’Impatto Ambientale corrispondente mediante un prodotto tra i tre pesi individuati dei presenti paragrafi (componente, azione e impatto); il valore viene confrontato con la Tabella 11.1.

Tutti gli impatti calcolati sono Nulli o al pi� Trascurabili.

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Azione Componente Peso Componente Peso Azione Peso Impatto IMPATTO

AMBIENTALE

CANTIERIZZAZIONE

suolo e sottosuolo 2 1 -1 -2acque superficiali 2 1 0 0acque sotterranee 2 1 -1 -2

aria 1 1 0 0rumore 1 2 -1 -2

traffico indotto 1 1 0 0produzione rifiuti 1 1 -1 -1

ecosistema marino 2 1 0 0paesaggio 1 1 -1 -1

TRASPORTO VIA MARE

suolo e sottosuolo 2 1 0 0acque superficiali 2 1 -1 -2acque sotterranee 2 1 0 0

aria 1 1 0 0rumore 1 1 0 0

traffico indotto 1 1 0 0produzione rifiuti 1 1 0 0

ecosistema marino 2 1 -1 -2paesaggio 1 1 0 0

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suolo e sottosuolo 2 1 -1 -2acque superficiali 2 1 -1 -2acque sotterranee 2 1 -1 -2

aria 1 1 0 0rumore 1 1 -1 -1

traffico indotto 1 1 0 0produzione rifiuti 1 1 0 0

ecosistema marino 2 1 0 0paesaggio 1 1 0 0

TRASPORTO VIA TERRA

suolo e sottosuolo 2 1 -1 -2acque superficiali 2 1 0 0acque sotterranee 2 1 -1 -2

aria 1 2 -1 -2rumore 1 2 -1 -2

traffico indotto 1 2 -1 -2produzione rifiuti 1 1 +1 1

ecosistema marino 2 1 0 0paesaggio 1 1 0 0

TRATTAMENTO FANGHI

suolo e sottosuolo 2 1 -1 -2acque superficiali 2 1 0 0acque sotterranee 2 1 -1 -2

aria 1 1 0 0rumore 1 2 -1 -2

traffico indotto 1 1 0 0produzione rifiuti 1 1 0 0

ecosistema marino 2 1 0 0paesaggio 1 1 -1 -1

SMANTELLAMENTO CANTIERE

suolo e sottosuolo 2 1 -1 -2acque superficiali 2 1 0 0acque sotterranee 2 1 -1 -2

aria 1 1 0 0rumore 1 2 -1 -2

traffico indotto 1 1 0 0produzione rifiuti 1 1 +1 1

ecosistema marino 2 1 0 0paesaggio 1 1 0 0