PM di marzo 2011

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ANNO 85 • n° 984 • € 3,00 • Poste Italiane s.p.a. • sped. in a.p. • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, DCB VERONA www.bandapm.it il piccolo missionario marzo 2011 - n. 3

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In anteprima, una selezione dal nuovo numero!

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il piccolo missionariomarzo 2011 - n. 3

Attualità Sud Sudan

Speciale

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KataboomContro le A.D.M.(Armi di Distrazione di Massa)Il miracolo

Mar 2011Mar 20

diYara

KataboomContro le A.D.M.(Armi di Distrazione di Massa)

“L“L a comunità di Brembate di Sopra sta vivendo uno dei mo-menti più dolorosi della sua storia”. Con queste parole l’amico don Corinno Scotti esprime la profonda tristezza che gli si an-

nida nel cuore. Soffre don Corinno perché una “sua” ragazzina di 13 anni, Yara Gambirasio, è scomparsa nel nulla e manca da casa da venerdì 26 novembre 2010.Yara manca tantissimo, prima di tutto, alla sua famiglia, a mamma Maura, a papà Fulvio e ai tre fratelli. Persone la cui “dignità – parole di don Corin-no – è esempio per tutti. Sono loro a darci la forza”. Una famiglia dove la porta è sempre aperta per accogliere gli amici e dove non entrano i curiosi. Una casa dove “chi entra con l’angoscia, preoccupato di quanto debba dire ai genitori, ne esce rasserenato”.Yara ha toccato il cuore degli abitanti di Brembate, defi nito dai genitori della ragazzina “un paese meraviglioso” e “una comunità bellissima, piena di dignità” dal par-roco. Gente normale, che vive l’angoscia di questi giorni in un dignitoso silenzio che mai scade in disperazione o rancore nei confronti dei re-sponsabili di un così folle gesto. Persone di ogni età che si incontrano in intensi momenti di preghiera, per alimentare la speranza e vincere la paura.Ai genitori di Yara e alla comunità di Brembate di Sopra don Corinno ha rivolto un semplice “grazie”, che si estende alle tantissime persone che da ogni parte d’Italia “assicu-rano preghiere e offrono solidarie-tà”. Segno del miracolo che sta av-venendo attorno alla vicenda di Yara, descritto dal papa Fulvio con queste parole: “La nostra bambina sta unen-do l’Italia”.Una nazione unita nel nome della dignità, del rispetto e della solidarietà: una vera “buo-na notizia” che merita ampia diffusione!

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Diceildire

Mar 2011

DD ata importante quella del 17 marzo di 150 anni fa. Quel giorno del 1861,

infatti, veniva proclamato il Re-gno d’Italia. All’unità del paese, però, mancavano ancora il Ve-neto, il Friuli e Venezia Giulia, il Trentino e, soprattutto il Lazio. La capitale era Torino, in quan-to sede della monarchia sabau-da. Ma si auspicava già che fos-se Roma, ancora nelle mani del Papa. Lo diventerà solo dieci anni dopo, all’indomani della breccia di Porta Pia.Sono anch’io di quelli che il 1° gennaio si sono regalati quel magnifi co Concerto di Capodanno che, da Venezia, il Teatro La Feni-ce donava al paese intero, aprendo idealmente le manifestazioni del 150° anniversario dell’uni-tà d’Italia. Con una certa emozione ho ascoltato il trentaseienne direttore d’orchestra, l’inglese di Oxford, Daniel Harding, porgere l’augurio più bello all’Italia unita da 150 anni e ringraziarla per il dono che ha fatto all’umanità intera: la sua cul-tura.L’Italia siamo tutti noi che l’abitiamo, piccoli e grandi. Il Bel Paese è fatto di tutti noi, dei ragaz-zi e dei giovani in particolare a cui va assicura-to un avvenire. Anche il presidente Napolitano ha voluto guardare in avanti, invitandoci tutti ad un’attenzione particolare ai giovani per assicu-rare loro un futuro, che si traduce con lavoro. Si tratta cioè di unire il futuro delle italiane e degli italiani più giovani con il futuro delle loro mam-me e dei loro papà. È forse questa l’unità più importante.

Il nostro paese ha scelto di agganciarsi, fin dall’inizio, all’avventura dell’Unione europea. La nostra unità, oggi, è impensabile all’infuori dell’unione dei popoli d’Europa. Con loro voglia-mo avanzare e guardare al futuro. Siamo orgo-gliosi di essere italiani come lo siamo di essere europei e cittadini del mondo. Perché questa nostra Italia, veramente un Bel Paese, vogliamo continuare a costruirla anche con quanti, immi-grati da ogni dove, hanno scelto il nostro come loro paese d’adozione, volendo essere a pieno diritto italiani.Che Dio benedica l’Italia e tutte le nazioni del mondo.

p. Elio Boscaini

Buon

compleanno,

Italia!

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Il Sud Sudan affronta con coraggio le sfi de della tanto desiderata indipendenza

e

a cura di p. Elio Boscaini

Foto di Damiano Mascalzoni,

della missione comboniana

di Tali, Sud Sudan

Attualità

LIBERTÀ peDD al 9 al 15 gennaio scorso,

esattamente sei anni dopo la fi rma dell’Accordo globale

di pace del gennaio 2005, che pone-va fine a più di due decenni di guer-ra civile tra le regioni nord e sud del Sudan, si è tenuto il referendum che doveva decidere se la zona meridio-nale del Paese più grande dell’Africa voleva rimanere unito al nord o se, in-vece, decideva di diventare uno Stato indipendente. La stragrande maggio-ranza (percentuale del 98%), dei qua-

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La gioia per il successo del

referendum per l’indipendenza del Sud Sudan.

“Finalmente liberi di essere cittadini nel

nostro paese”

er il numero 55SUDAN. Superfi cie: 2.505.813 km2. È il paese più este-so del continente africano. Popolazione: 43.200.000. Il Nord è a maggioranza araba e musulmana; il Sud è composto da numerose etnie africane, essenzialmente animiste e cristiane. Speranza di vita: 58,9 anni

Mar 2011Mar 20

si 4 milioni di elettori sud-sudanesi ha votato per la separazione da Khar-toum, la capitale. Subito si è parlato di avvenimento “storico”. Il nuovo stato africano, il 55° del continente e il 193° del mondo, dovrebbe essere uffi cia-lizzato – se il regime del nord accette-rà l’esito della consultazione – il pros-simo 9 luglio.

Pastore di etnia mundari

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DEMOCRAZIA E UNITà

La gente del sud è andata alle urne per essere fi nalmente padrona della propria vita e della propria terra. Era dai tempi dell’indipendenza del Su-dan dalla Gran Bretagna, nel 1956, che i sudanesi del sud aspettavano questo momento, da sempre tratta-ti dal nord come cittadini di serie B. Il referendum, quindi, non è la fi ne di un viaggio, ma piuttosto l’inizio di un altro ben più importante: la costruzione di un nuovo paese. E qui praticamen-te tutto è da costruire. Il Sud Sudan dispone già di una bandiera e di un inno nazionale. Ma manca ancora il nome, la lingua uffi ciale, la moneta. E soprattutto la spinta a trasformare

Ex ragazzi soldato in posa con le “armi della tradizione”

nome, la lingua uffi cciai lee, , laa momonenetat . EE sosoprpratattututttto o lala spip nta a trassformmarare e

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8 Preparando il sorgo per la polenta

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ETNIE E RELIGIONI: Gruppi etnici arabi, baggara, nuba, dinka, luo, nuer, moru, logo, shilluk, anwak, zande, stranieri (2%).Religioni: musulmani sunniti (60%), cattolici (15,5%), altri cristiani (1%), seguaci delle religioni tradizionali (23,5%)

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Si impara a coltivare la terra per ricavarne frutti abbondanti. Una delle priorità è garantire la

sicurezza alimentare

L’acqua, una delle

ricchezze del Sud Sudan

la popolazione sud-sudanese in una nazione unita e pacifi cata. Anche se hanno combattuto insieme contro il nord, le 67 etnie che vivono nel Sud Sudan hanno conosciuto profondi conflitti interni. Le loro lingue diffe-renti, le culture, i diversi modi di vivere non rendono facile creare un comune sentimento nazionale. Per raggiun-gere questo obiettivo bisognerà che ogni cultura, religione e identità sia-no rappresentate a livello nazionale. Non sarà semplice in uno stato giova-ne, la cui élite politica ed economica appartiene, in maggioranza, all’etnia dinka, la stessa del presidente Salva Kiir e della maggioranza dei ministri e dei generali. Sarà quindi politicamen-te importante, una volta proclamata l’indipendenza, che un’assemblea popolare, rappresentativa di tutti i gruppi, si metta al lavoro per scioglie-re questo nodo cruciale.

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voltae unentavoroiale.

sidente Salvaa dei ministri e politicamen-a proclamata

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a proclamatan’assembleaativa di tutti io per sciogliiee- NON MANCA LA SPERANZA

Ad aiutare i sud-sudanesi a superare le diffi coltà interne, sarà certamente la loro integrazione economica e politi-

ca alla regione est del continente africano. I sud-sudanesi si sen-

tono da sempre più vicini alla cultura africana che alla cul-tura araba, che caratterizza il Nord Sudan sul piano cultu-rale, religioso e linguistico. Per un certo periodo, il nuo-vo stato indipendente, sarà ancora dipendente dall’as-sistenza internazionale, soprattutto nel campo ali-mentare.

Ma non manca la speranza. Perché questa regione sotto-

sviluppata possiede un “teso-ro” petrolifero valutato in più di 5

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PROBLEMI: La popolazione del Sud Sudan (poco più di 9 mi-lioni di abitanti) è prevalen-temente povera e dipende al 78% dall’agricoltura e dall’al-levamento del bestiame per la propria sopravvivenza. La metà della popolazione sud sudanese

è al di sotto dei 18 anni di età. Solo il 27% delle perso-ne con più di 15 anni sa leggere e scrivere. Secondo le Nazioni Unite, il previsto rientro al sud di 400mila rifugiati, porterà a un milione e mezzo circa il numero delle persone beneficia-rie di aiuti alimentari di urgenza.

miliardi di barili (circa il 75 % delle riserve di petrolio del Sudan sono nel sud). Altre risorse non trascurabili sono rappresenta-te da abbondanti fonti d’acqua e verdi pascoli che fanno gola alle popolazioni di pastori seminomadi disseminate nel Paese. Si tratta, comunque, di ricchezze che sfuggono alla maggio-ranza della popolazione sud-sudanese, alle prese con pesanti problemi irrisolti quali la politica agricola, l’accesso all’acqua potabile, la riduzione della mortalità infantile molto alta, la lot-ta contro l’analfabetismo. Con l’indipendenza annunciata, il nuovo paese da costruire da zero appare come una pagina bianca su cui tante cose da scrivere sono possi-bili. Soprattutto se la co-munità internazionale continuerà ad essere solidale nel dare una mano ad un popolo che torna a rivivere dopo 21 anni di guerra.

Alunni di una “scuola all’aperto”

Il futuro del Sud Sudan

si chiama “solidarietà”

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Mar 2011

Sei fatine Winx unite per vincere il male

Zoom

C’C’ è un “evento” tutto al femminile che dobbiamo festeggiare in questo mese di marzo dedicato alle donne,

un fenomeno che esiste da qualche anno e che ha rapidamente guadagnato un successo ina-spettato. Vi dicono niente i nomi Bloom, Stella, Flora, Musa, Aisha e Tecna? Ebbene sì, le sei fatine Winx hanno conquistato i cuori di milioni di fan in tutto il mondo. Ma qual è il loro segreto? Perché piacciono così tanto?

SFIDA ALLE WITCH

I legami con i manga giapponesi sono tanti, a partire dall’aspetto fi sico delle protagoniste, per il quale Iginio Straffi , creatore della fortunata serie animata, si è ispirato soprattutto a Sailor Moon e alle sue compagne guerriere. Ma sta-volta è l’Italia che sbarca in altri paesi con una novità, perché tutto nasce negli studi di Rain-bow, la casa di produzione fondata da Straffi ,

a cura di Chiara Milano

se lo vorrai...di noi

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originario di Macerata nelle Marche, che nella sua regione ha voluto rimanere an-che per lavorare. In un suo articolo afferma

che “bisogna essere orgogliosi delle pro-prie radici” e forse è anche per questo che

ha deciso di restare a vivere nella bellissima Loreto, tra la cupola della basilica e la Torre del

Passero Solitario a Recanati. E dai campi di gi-rasole è partita la sfi da al colosso Disney, che certo

non ha accolto molto bene la nascita delle Winx, avversa-rie delle sue Witch. Ma oggi le Winx non sono solo fatine nate nella mente di un disegnatore; sono soprattutto uno “stile” culturale e di vita perché le nostre eroine hanno invaso le sale cinema-tografi che con le loro fantastiche e intriganti avventure, spopolano nei negozi di abbigliamento per ragazzine e nei negozi di giocattoli con migliaia di gadget. La chiamano Winx-mania e forse una mania lo è davvero, perché ogni fatina rappresenta un modello di ispirazione per ogni ra-gazzina, che ritrova in lei la sua personalità, le sue caratte-ristiche, i suoi sogni e le sue speranze, senza contare che anche il look viene preso d’esempio, perché Bloom e le sue amiche sono sempre alla moda.

NON SOLO FASHION

Giusto, a chi interessa ancora la scarpetta di cristallo di Cenerentola, il vestito a tratti rosa e a tratti azzurro della Bella Addormentata, il fi occo nei capelli di Biancaneve? I tempi sono cambiati, oggi la fantasia viaggia su stivali con tacco a spillo, minigonna e trucco alla moda. Niente

originario di Macerata nelle Marche, che nella sua regione ha voluto rimanere an-

Iginio Straffi con una delle sue creature

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in contrario, quindi, sull’accattivante look giovanile del di-namico sestetto di super eroine; ma occhio, ragazze, cer-cate di essere quello che siete, perché il fi sico da super modella non è reale e ognuna di voi ha in sé tutte le carte per piacersi e per piacere. Quello che invece è interessan-

te osservare e imparare dalle Winx è la fiducia nell’amicizia, lo spirito di gruppo, la solidarietà, gli unici valori che vi porteranno lontano, molto più lontano della scuola di Alfea sul pia-neta Magix. Allora sì che si avvererà quello che recita la canzone Nel se-gno di Winx: Se tu lo vuoi, tu lo sarai/ una di noi/ winx, la tua mano nella mia/ più forte ci darà uno sguardo e vinceremo insieme…

BloomCapelli rossi e occhi azzurri, è la leader del gruppo. Vive con i genitori sulla Terra fi no a quando non scopre di avere poteri magici, si trasferisce quindi sul pianeta Magix. La sua passione è la magia. Ha un amico speciale, il coniglietto Kiko.

StellaMigliore amica di Bloom, è la princi-pessa di Solaria ed è la fata del Sole e della Luna. Ha capelli biondi e occhi ca-stani, è interessata più al suo aspetto che allo studio ed è molto attenta al suo look ed alle svendite nei negozi di Magix. Sa tuttavia essere molto disponibile e com-prensiva con le sue amiche.

FloraCapelli biondo miele e pelle scura, è la fata dei fi ori. Ha un carattere molto dolce, è la più respon-sabile delle sei fatine e a scuola è bravissima in tutte le materie, abile soprattutto nel fare pozioni di bellezza.

MusaTratti orientali e capelli blu, è la fata della musica ed è la sportiva del gruppo. Rimasta orfana di mamma a pochi anni, è molto determinata e, allo stesso tempo, molto dolce. Rappresenta la passione anche perché è sempre vestita di rosso.

TecnaÈ la fata della tecnologia, sempre aggiornata su pal-mari e telefonini; calcola tutto in modo preciso e sen-za mai sbagliare ed è molto brava a scuola. È la più timida del gruppo, non svela mai i suoi sentimenti, ma preferisce dimostrare il suo affetto con l’azione.

AishaFatina dai tratti afroamericani, ha la carnagione scura e grandi occhi celesti. È la principessa di Andros, pia-neta ricoperto al 90% di acqua, ed è la fata dei fl uidi. Ha un grande coraggio, è orgogliosa ma ha molta pau-ra della solitudine. Non ama vestire elegante, il suo sti-le è sportivo/avventuroso.

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Speciale

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II l 17 marzo 2011 l’Italia festegge-rà il 150° anniversario dell’unifi -cazione nazionale. Infatti il 17

marzo 1861, da un’Italia frammentata in 7 Stati, nacque il Regno d’Italia. In quel periodo, che sui libri di storia vie-ne defi nito Risorgimento, il coraggio di uomini come Garibaldi e Cavour portò all’unificazione politica di una nazione, quella italiana, che aveva già comunque delle affi nità in fatto di reli-gione, tradizioni, patrimonio artistico. Geografi camente l’Italia di allora era diversa da quella attuale: infatti i terri-tori che oggi corrispondono a Veneto, Lazio, Friuli e Trentino Alto Adige furo-no annessi successivamente. Roma divenne la Capitale soltanto 10 anni dopo, nel 1871.

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Correva l’anno 1861 e l’Italia veniva alla luce…

L’Italia di ieri si L’Italia di ieri si

“incontra” a Teano“incontra” a Teano

ProntiPronti?? Si parte… Si parte…

150... di questi giorni!

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a cura di Gianluca Massellaa

festeggiarli diventa un modo per sentirsi parte di un gruppo, con-solidare i legami, ricordare il pro-prio passato, la propria storia, le proprie origini. Se l’Italia non fosse stata unita non avrebbe mai potuto supe-rare le sfi de di questo periodo storico: in particolare le due guerre mondiali, quella del 1915-1918 e quella del 1940-1945, che l’hanno ferita e cer-cato di disgregarla ma dalle quali un convinto spirito di patria l’ha saputa far rina-scere e progredire. Un’Ita-lia suddivisa in tanti piccoli staterelli non sarebbe mai stata protagonista della nascita della Comunità Europea. Molti sostengono che l’Italia è un Paese anco-ra diviso, soprattutto tra Nord e Sud, in quanto

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L’Italia di oggi unita L’Italia di oggi unita

nella festa e nella gioianella festa e nella gioia

La popolazione italiana nel 1861 era di circa 22 milioni di abitanti (contro i 60 milioni attuali). Solo il 10% sapeva leggere e scrivere, e le condizioni di vita erano di estrema arretratezza, con un’economia basata prevalentemente sull’agricoltura, e le piccole attività artigiane.Oggi, dopo 150 anni, l’Italia è molto cambiata: il Capo dello Stato non è più il Re ma il Presidente della Repubblica, l’in-segnamento scolastico ha pressoché eliminato l’analfa-betismo, l’Italia fa parte del gruppo dei Paesi più industria-lizzati al mondo, ha un’economia moderna e sviluppata. Per questo 150° anniversario in tutta Italia si stanno svol-gendo festeggiamenti, cerimonie e mostre. Come si fa an-che nelle famiglie unite in cui, nonostante il trascorrere de-gli anni, si festeggiano le ricorrenze e gli anniversari: anzi

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del Terzo Millennio: le difficol-tà economiche, l’integrazio-ne con altri popoli, i rapporti con gli altri Stati, in questo mondo “globale” che cam-bia di continuo, mettono l’Italia ogni giorno di fron-te a scelte che possono essere affrontate solo con unità e coesione, raccogliendo tutte le energie positive che gli italiani sanno tro-vare anche nei mo-menti più diffi cili.

esistono ancora molte differenze se si guardano gli aspet-ti economici, politici e sociali. Ma poi se si va più a fon-do si scopre che davanti alle catastrofi naturali (terremoti, alluvioni) il senso di solidarietà non ha colori o confi ni. Ci unisce un patrimonio culturale (chiese, dipinti, palazzi, musei, opere letterarie e musicali) unico al mondo che tutti ci invidiano e tutti vogliono conoscere. Davanti alla nazio-nale di calcio che vince i Mondiali non ci si chiede se chi ha segnato il gol è nato a Milano o a Napoli, si esulta e basta. Oggi la facilità di spostamento delle persone per motivi di studio, di lavoro o di turismo, e la rapidità dello scambio di informazioni (internet, mass media), hanno superato gran parte di quei pregiudizi che hanno caratterizzato i rapporti Nord-Sud del secolo scorso. Siamo apprezzati nel mondo perfi no per le nostre specialità gastronomiche. Spesso, nei viaggi all’estero, capita di incontrare casualmente altri connazionali e ci comportiamo come se li avessimo cono-sciuti da sempre: abbiamo, insomma, nel nostro DNA di italiani quello spirito di squadra che oggi qualcuno tenta di ignorare. Quindi non facciamoci sfuggire l’occasione di sfruttare questo anniversario, che può sembrare a qualcuno privo di attualità e interesse, per renderci conto della nostra sto-ria, per non dimenticare tutti gli italiani che hanno lottato per un’Italia libera e unita pagando anche con la propria vita, e per affrontare insieme, con spirito unitario, le sfi de

L’Italia di domaniL’Italia di domani

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e il vampiro

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TESTO: L. RAVECCA - DISEGNI E COLORE: P. CAMORIANO

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Lilliput

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TANZANIAThe winner is... Albino United

Si chiama Albino United ed è la pri-ma squadra di calcio africana intera-

mente formata da soli albini. L’ha voluta e fondata Oscar Haule, un imprenditore cristiano deciso a lottare contro la crudele discrimi-nazione che colpisce migliaia di “bianchi neri” in ogni parte del continente africano. Lo sport come forma di riscatto per chi è oggetto di caccia e persecu-

zione causate dall’ignoranza di molta gente, che vede nelle parti del corpo degli albini il talismano

portafortuna per diventare ricchi.

UCRAINATutti a Cernobyl!Evviva! Da gennaio, la centra-le di Cernobyl, teatro del più grande disastro nucleare ci-vile della storia dell’umani-tà, riapre le porte ai turisti. Questa “particolare” ini-ziativa, promossa dal mini-stro delle Emergenze ucrai-no Viktor Baloga, porterà tour organizzati all’interno dell’impianto in tutta sicurez-za. Ma allora, signor ministro, come mai, ogni anno, migliaia di bambini ucraini passano alcuni mesi di salutari vacanze in Europa, a grande distanza dal “villaggio turistico” di Cernobyl?

per dare un calcio

alla discriminazione...

Hai letto? Hanno aperto ai turisti

la centrale di Cernobyl...

Vuoi dire che abbiamo risolto

il problema delle ferie?

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ARABIA SAUDITADonne al volante“Dal momento che ci sono mol-te donne saudite che guidano in altri Paesi, dovrebbe essere concesso loro di fare lo stes-so nel proprio paese”. È una frase contenuta nella petizio-ne presentata al presidente del Consiglio saudita in cui si chiede venga concesso alle don-ne il permesso di guidare. L’Arabia Saudita, purtroppo, è l’unico paese al mondo dove alle donne è vietato gui-dare, a causa di vecchi pregiudizi socia-li, culturali e religiosi che considerano il “gentil sesso” molto inferiore agli uomini.

Dove sono libera di farmi

un giro in macchina!

Così grande da contenere

decine di centri commerciali...

Parla piano, che non

ti senta qualcuno...

Dov’è diretta?

Più tempo alla vita!

VIETNAMLa grottona

È talmente grande che le sue caverne potrebbero contene-re vie, strade, edifi ci e palaz-zi di 40 piani. Si tratta della grotta di Hang Son Doong, la più grande del mondo, re-centemente scoperta in Vie-tnam, costituita da una fi tta re-

te di 150 caverne invase dalla lussureggiante vegetazione della

giungla e decorata con rocce, torri di calcite e spettacolari stalattiti di pietra.

Lasciate fare alla natura, altroché!BOLIVIAPrima la vita, poi il lavoroGran bel regalo del presidente Evo Morales ai boliviani: approvata la legge che riduce l’età pensionabile, per tutti, dagli attuali 65 anni ai 58. La nuova normativa pre-vede un ulteriore abbassamento di età pensionabile – fi no a 51 anni – per chi ha visto la propria vita distrutta da lavori pesanti (minatori) e sfruttati (braccianti).Si tratta di una legge che rende giustizia ai poveri della Bolivia, dove la speranza di vita raggiunge appena i 63 anni.

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