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Piacenza, 3 novembre 2011 _________________________________________________________ Pier Giovanni Bresciani Professore a contratto Università di Bologna, Genova, Trento Presidente SIPLO Società Italiana di Psicologia del Lavoro e dell’Organizzazione

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Piacenza, 3 novembre 2011

_________________________________________________________

Pier Giovanni BrescianiProfessore a contratto

Università di Bologna, Genova, Trento

Presidente SIPLOSocietà Italiana di Psicologia del Lavoro e dell’Organizzazione

PIACENZA COME LUOGO DI RIFLESSIONEI SEMINARI PRECEDENTI COME ‘ANCORAGGIO’

1. Dal seminario precedente sulla formazioneprofessionale nel tempo della crisi

- Ripresa della riflessione sulla necessità di trovare tempi,luoghi e dispositivi per valorizzare il grande patrimonio diconoscenze e di esperienze che in questi anni (conintelligenza, competenza, passione) si sonoprogressivamente costruite a livello professionale ‘sulcampo’ ed anche a livello amministrativo sui tanti ‘oggetti’sui quali sembra non si riesca ad assumere decisioni‘politico-istituzionali’, o che quando si assumono esse nonriescano a valorizzare ed a ‘mettere a sistema’ talepatrimoni. Occorre ‘bilancio di competenze’; occorre‘knowledege management’: non c’è più tempo da perdere

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2. Dal seminario precedente su stage e tirocini

- Ripresa delle riflessioni sul ‘valore’ del tirocinio per i diversistakeholder, e sui fattori di qualità per la sua efficace realizzazione

‘C’ERA UNA VOLTA LO STAGE’…

Lo stage: ‘esperienza formativa realizzata nel contesto dilavoro, nel vivo dei rapporti professionali, relazionali,sociali, organizzativi…

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…esperienza di lavoro ‘protetta’, di durata limitata, inseritanel normale svolgimento del percorso formativo, e che altermine prevede il ritorno in formazione degli partecipanti, peri quali non sono previsti compensi’.

Gli obiettivi dello stage:

- Orientativo- Conoscitivo- Applicativo- Di pre-inserimento

(Bresciani-Ghiotto, 1985)

LINGUAGGIO TECNICO-FORMATIVO

Di norma, si tende a utilizzare il termine STAGE per indicare:

• una esperienza di apprendimento realizzata in ambiente di lavoro• tendenzialmente breve• inserita nell’ambito di un percorso ‘formativo’ più ampio• nella quale quindi l’attività in aula e comunque ‘tradizionalmente’

formativa è prevalente (F.continua; F. iniziale; F. superiore)

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Si tende invece ad utilizzare il termine TIROCINIOper indicare:

• sia lo stesso tipo di esperienza (lo STAGE)

• sia una esperienza in ambiente di lavoro, di durata variabile, afinalità formativa oppure orientativa, oppure di supporto alplacement, rispetto alla quale l’attività in aula e comunque‘tradizionalmente’ formativa è limitata

IN QUESTI VENTI ANNINUOVI TEMI NEL DIBATTITO FORMATIVO ITALIANO ED EUROPEO

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Life-long learning (apprendimento ‘continuo’; rientri in formazione; etc)

Life-long guidance (‘paradigma della transizione’: transizioni ‘lunghe’,ricorrenti, anche ‘esplorative/orientative’)

Life-wide learning (formal, non formal, informal learning)

Work-place learning (apprendimento nei contesti di lavoro)

Competenze vs titoli formali (‘testing for competence rather than forintelligence’): conta il comportamento effettivo sul lavoro

Competenze ‘trasversali’ (key-core): ‘mobilizzare’ i saperi e lecapacità tecniche in una situazione concreta (compito, gruppo,organizzazione)

Riconoscimento, validazione, certificazione (bilancio, portfolio, libretto)

RAGIONI DEL TIROCINIODal punto di vista dell’individuo

1. Il lavoro come ‘realtà concreta’ alla quale imparare ad adattarsi(socializzazione ‘anticipatoria’ a caratteristiche, regole, culture/valoridell’impresa)

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2. Il lavoro come luogo e come strumento per ‘mettersi alla prova’, valutarsi,testarsi rispetto a compito, colleghi, gerarchia, clienti…anche ‘scoprendo’attitudini, interessi, motivazioni, capacità/competenze non pre-viste, e cioèper (auto-)orientarsi, e cominciare a tracciare le prime coordinate della futura‘transizione al lavoro’. Ma anche (ad esempio per soggetti coinvolti inprocessi di crisi occupazionale) per riprendere fiducia in sé, e ‘ri-…’: ri-motivarsi, ri-valutarsi, ri-orientarsi, ri-qualificarsi…

3. Il lavoro come ‘formazione’ e cioè come contesto e mezzo perl’apprendimento di conoscenze e capacità, e come ‘ipertesto’ (processi,struttura e ruoli, prodotti/servizi, persone, relazioni, clienti, tecnologie,linguaggi/codici…) nel quale si manifestano i problemi del ‘fare’, si applicanoconoscenze e metodi, si testano le soluzioni, a fronte dei quali soltantoacquistano senso le conoscenze ed i metodi studiati (transfer), si esprimonocompetenze: ci sono cose che si possono apprendere solo sul lavoro

4. Il lavoro come occasione per ‘presentarsi’ all’impresa, farsi conoscere e apprezzare, nella prospettiva di un futuro inserimento

RAGIONI DEL TIROCINIODal punto di vista del sistema formativo

Se ‘elaborata’ (progettando, accompagnando, supportando, valutando)straordinaria occasione per ri-programmazione contenuti e curricoli (piùefficacia: analisi dei fabbisogni, progettazione, tutorato, certificazione…)

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Ma anche per potenziamento risultati a parità di durata: ‘organizzatoredidattico’ (più efficienza) e per fare sviluppare competenze altrimenti nonperseguibili in aula (‘integratore didattico’: ancora più efficacia)

Ed anche straordinario ancoraggio di senso per i giovani (contestosignificativo al quale correlare discipline, materie, etc…): purchè ilsistema formativo riesca ad esprimere attenzione/cura e sappia a suavolta ‘mettersi in discussione’…

Opportunità di costruzione di rapporti strutturati con le organizzazioni delterritorio (reti); di creazione di un repertorio di esperti aziendali;di un bacino di inserimento professionale; e di un bacino di potenzialiutenti per la formazione continua

RAGIONI DEL TIROCINIODal punto di vista dell’impresa

Opportunità di pensarsi come risorsa formativa (=luogo di apprendimento),sia ‘in proprio’ che ‘facendo rete’ con scuola/FP/Università

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Occasione per ‘fare imparare’ le persone, e cioè favorire lo sviluppodi competenze ‘trasversali’ e ‘tecnico-professionali’ più ‘vicine’all’esigenza reale dell’impresa

Possibilità di ‘orientarsi alle risorse umane’, non solo/tanto nel sensodi preselezionare/opzionare, quanto nel senso di imparare a ‘prenderele misure’ alle persone, anziché considerare soltanto i titoli di studio, eimparare che tipo di risorsa possono costituire per l’impresa, al di làdegli stereotipi e dei linguaggi ‘ufficiali’ (es. titoli dei corsi di laurea odei master)

Possibilità di reclutare, pre-selezionare e selezionare le personeconsiderate ‘giuste’ (valutare attitudini, competenze potenzialità…)

Possibilità di socializzare i neo inseriti a cultura, valori, mission,sistema di relazioni, etc.

RAGIONI DEL TIROCINIODal punto di vista dei servizi per l’impiego

Occasione per aumentare la gamma degli strumenti perl’occupabilità degli individui (‘portafoglio servizi’)

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Strumento ‘potente’ di orientamento e ri-orientamento individuale

Strumento potenziale di preselezione per le imprese e comunquedi conoscenza dell’offerta di lavoro

Tassello inseribile nella costruzione di percorsi individuali(‘pacchetti di servizi integrati’) di ingresso o re-ingresso al lavoro,in particolare per i soggetti con maggiori difficoltà

Opportunità per consolidare la relazione con le imprese(trend innovazione servizi: banche dati; consulenza;accounting; etc.)

TIROCINI COME SOLUZIONE ‘APPROPRIATA’AI LIMITI ‘TRADIZIONALI’ DEI SISTEMI FORMATIVI E ORIENTATIVI,

E COME STRUMENTO-CHIAVE?

NON C’E’ AUTOMATISMO

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IL VALORE ‘FORMATIVO E ORIENTATIVO’(ED ANCHE DI PLACEMENT…) NON E’ SCONTATO

SI DA’ RISULTATO SOLO ‘A CERTE CONDIZIONI’

QUALI SONO LE CONDIZIONI, I FATTORI DI QUALITA’ DEI TIROCINI?

I FATTORI DI QUALITA’ DEI TIROCINILA METAFORA DELL’ICEBERG

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Accettabilità Standard minimi REQUISITI- art.18 L.196/97- D.int n.142/98- Art.11 L.148/2011

REQUISITI NORMATIVI(Standard minimi)

DECRETO 142/98o Finalità (alternanza; agevolazione scelte professionali), non riconducibilità a

rapporto di lavoro (=gratuità) e limiti numerici (rapporto dipendenti/tirocinanti)o Modalità di attivazione (promotori)o Garanzie assicurative (INAIL e ‘idonea assicurazione’)o Tutorato (didattico-organizzativo) e modalità esecutive (responsabile aziendale;

convenzioni; progetto formativo)o Convenzioni (con modello allegato) e loro trasmissione a istituzioni e OO.SS.o Valore dei corsi (crediti, se certificati)o Durate (4-6-12-24 mesi, a seconda del tipo di beneficiari)o Estensione ai cittadini stranierio Procedure di rimborso (tirocini Nord-Sud)

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ART.18 L.196/97o Definizione di Tirocinio formativo e di orientamentoo Individuazione dei soggetti promotorio Utenti del tirocinioo Procedure e adempimentio Limiti e durata

I FATTORI DI QUALITA’ DEI TIROCINILA METAFORA DELL’ICEBERG

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Accettabilità

Qualità Buone pratiche( The right things )

Standard minimi REQUISITI- art.18 L.196/97- D.int n.142/98- Art.11 L.148/2011

FATTORI DI QUALITA’

- del processo tecnico-metodologico- del processo organizzativomanageriale

FATTORI DI QUALITA’DEL PROCESSO TECNICO-METODOLOGICO

Supporto all’inserimento (accoglienza e colloquio preliminare in azienda) Attività di monitoraggio con il tirocinante in azienda ‘Rientri formativi’ (rielaborazione esperienza; analisi criticità ed eventuale

riprogettazione o intervento su azienda) Attività di monitoraggio con il responsabile aziendale

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Analisi imprese e opportunità tirocinio (processi, funzioni, ruoli) Analisi in ingresso (informazione; analisi risorse e competenze;

orientamento; e matching d/o) e ‘personalizzazione’ dell’offerta inrelazione alla domanda e al fabbisogno

Progettazione del tirocinio ‘per competenze’ (aree di attività;competenze; modalità di verifica; percorso evolutivo-progressivo; ruoli;etc.)

‘Patto di tirocinio’

Verifica e valutazione dei risultati (con tirocinante; con azienda) Elaborazione della relazione finale (insieme al responsabile aziendale) ‘Suivì’ del tirocinante nel suo percorso di sviluppo, in rapporto col CPI

FATTORI DI QUALITA’DEL PROCESSO ORGANIZZATIVO-MANAGERIALE

Concertazione socio-istituzionale (accordi; protocolli; etc.) Informazione, comunicazione, sensibilizzazione, promozione

presso aziende, beneficiari, stakeholders (Ass.ni; OO.SS., etc.) Networking (con SPI per gamma opportunità; con stakeholders) Banca-dati aziende

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Semplificazione amministrativa (standard procedurali,assicurativi,etc.)

Correttezza amministrativa (obblighi assicurativi; schede; etc.) Tempi di risposta ‘certi’ ai beneficiari

‘Patto di servizio’ (‘documento di impegno’; ‘carta dei servizi’) Servizi alle imprese ‘Logistica’ del tirocinio Verifiche per prevenzione abusi

Tutor ‘competenti’ (requisiti ‘formativi’) Responsabili aziendali ‘competenti’ (requisiti ‘professionali’)

I FATTORI DI QUALITA’ DEI TIROCINILA METAFORA DELL’ICEBERG

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Accettabilità

Qualità

Eccellenza Best practices( The right things& the things right )

Buone pratiche( The right things )

Standard minimi REQUISITI- art.18 L.196/97- D.int n.142/98- Art.11 L.148/2011

FATTORI DI QUALITA’

- del processo tecnico-metodologico- del processo organizzativomanageriale

ELEMENTI DISTINTIVI

- Cultura- Valori

- ‘Modo d’intendere’ il tirocinio

FATTORI DI ECCELLENZA• Concezione ‘forte’ della formazione (pensare che l’esperienza di

lavoro è importante, ma non è sufficiente per ‘dare significato’)

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• Sinergia tra servizi impiego e sistema di offerta formativa (gamma servizi-percorsi)

• ‘Rapporto di fiducia’ con imprese e parti sociali (‘capitale sociale’: è il risultato di una storia): equilibrio nel rapporto tra ‘sistemi di convenienze’ (apprendimento/formazione; orientamento; occupabilità/occupazione; preselezione/lavoro)

• Forte conoscenza del sistema delle imprese da parte dei formatori e degli operatori CPI

• Supporto all’impresa nel suo leggersi come opportunità per il tirocinante, e cioè come ‘risorsa per l’apprendimento’, e suo coinvolgimento effettivo nell’analisi-progettazione del tirocinio

FATTORI DI ECCELLENZA• ‘Tematizzazione’ e strutturazione di una funzione ‘forte’ di

‘accompagnamento’, con operatori molto qualificati in grado di curaree personalizzare il progetto e il tutorato a seconda delle esigenze deidiversi tipi di target (giovani in accesso; adulti disoccupati; etc.)

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• Supervisione professionale e approccio meta-cognitivo: aiutare le persone a ricostruire la propria esperienza, descriverla, documentarla

• Certificazione ancorata a qualifiche e profili riconosciute dai partners socio- istituzionali (‘bilancio di prossimità’ e traiettorie di sviluppo)

• Esperienze lavorative informate a principi di partecipazione e responsabilizzazione progressiva (PLP-Peripheral Legitimate Participation): assegnazione di compiti; messa a disposizione di risorse; inserimento progressivo nel gruppo di lavoro; etc.

VERSO L’ECCELLENZA:QUALI ‘INFRASTRUTTURE’?

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• SISTEMA DI ‘RATING’ E SISTEMA ‘INCENTIVANTE e/o PREMIANTE’ (Riconoscimenti immateriali e materiali)

• DISPOSITIVI DI CERTIFICAZIONE E RICONOSCIMENTO DELLE COMPETENZE (e standard professionali di riferimento)

• GOVERNANCE: RETE SOCIO-ISTITUZIONALE E INTEGRAZIONE

• TECNOSTRUTTURA DI GESTIONE

• FORMAZIONE DEI TUTOR E ‘ACCREDITAMENTO’

• INFORMAZIONE, COMUNICAZIONE, PROMOZIONE

• BANCA-DATI, MONITORAGGIO, ‘OSSERVATORIO’ DI FOLLOW-UP

VERSO L’ECCELLENZA:QUALI ‘INFRASTRUTTURE’?

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• SISTEMA DI ‘RATING’ E SISTEMA ‘INCENTIVANTE e/o PREMIANTE’ (Riconoscimenti immateriali e materiali)

• DISPOSITIVI DI CERTIFICAZIONE E RICONOSCIMENTO DELLE COMPETENZE (e standard professionali di riferimento)

• GOVERNANCE: RETE SOCIO-ISTITUZIONALE E INTEGRAZIONE

• TECNOSTRUTTURA DI GESTIONE

• FORMAZIONE DEI TUTOR E ‘ACCREDITAMENTO’

• INFORMAZIONE, COMUNICAZIONE, PROMOZIONE

• BANCA-DATI, MONITORAGGIO, ‘OSSERVATORIO’ DI FOLLOW-UP

E’ GIA’ CAMBIATO TUTTO (1)?

PRIMO FATTORE DI CAMBIAMENTO: LO SCENARIO DELLA CRISI

-‘Si salvi chi può’

-‘Primum vivere’, qualità come lusso (figurarsi l’eccellenza…)

-Tirocini come ammortizzatore sociale* per persone: condizionalità e indennità* per imprese: lavoro a basso costo

-‘Finto movimento’ per promotori e strutture formative?

-Parcheggio/sala d’attesa

-‘Road to nowhere’:* si satura auto-orientamento, ma senza soluzioni in uscita* si satura apprendimento, ma senza possibilità di transfer (competenza)

E’ GIA’ CAMBIATO TUTTO (2)?

SECONDO FATTORE DI CAMBIAMENTO: ‘LA SOCIETA’ DELLE TRANSIZIONI’

-- Dal paradigma delle pianificazione strategica e della programmazione- (informazioni, selezione, valutazione, fit, matching, tavole di rimpiazzo, etc.)

-- al paradigma della planned happenstance (casualità programmata)

- l’approccio programmatorio/pianificatorioalla ‘carriera’ formativa, professionale, lavorativanon è più efficace, mentre lo diventa

- l’approccio strategico (strategic mindset)

Nell’approccio strategico, le risorse e le occasioni sono possibilità,che sono tanto più utili quanto più le persone ne sono consapevoli,e riescono a individuare opportunità anche ‘inaspettate’,e a coglierle effettivamente