Paritarie, il dialogo non si taglia - Il Diritto di Apprendere · 2020. 8. 12. · Mantova,...

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Avvenire 11/14/2013 Page : B03 Copyright © Avvenire November 14, 2013 9:23 pm / Powered by TECNAVIA Copy Reduced to 57% from original to fit letter page DI ILARIA SOLAINI einventarsi come laboratorio per l’integrazione e la coesione sociale. Questa è la sfida che si apre per Milano e la Lombardia, messa in luce, ieri, nel corso della presentazione del Dossier statistico 2013 relativo all’immigrazione, «Dalle discriminazioni ai diritti», redatto dall’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar). Nonostante la crisi, la presenza di stranieri, residenti o con permesso di soggiorno temporaneo è salita in Italia nel 2012 fino a 5.186.000 e in Lombardia fino a 1.029.000. Scendendo nel dettaglio con i numeri: in provincia di Milano gli stranieri sono 360mila e nel Comune quasi 195mila. Rispetto al dato del 2001 del censimento – 320mila i residenti stranieri, allora in regione – l’incremento in poco più di undici anni è stato del 221% e dell’8% nel solo 2012. Un aumento meno significativo che si può leggere come conseguenza diretta degli alti livelli di disoccupazione che pure in Lombardia si fanno sentire. Seppur rimanga la regione con la più alta densità demografica degli immigrati con 44,6 residenti stranieri per chilometro quadrato, rispetto al 15,2 che è il dato nazionale. Dentro il dossier Unar Va aggiunto che «con in testa la provincia di Brescia che precede Prato – ha osservato lo scalabriniano padre Gianromano Gnesotto, referente dell’Unar per la Lombardia che ieri ha presentato la "versione lombarda" dell’indagine Unar, assieme a padre Beniamino Rossi, presidente dell’agenzia scalabriniana per la Cooperazione allo sviluppo – ci sono altre due città lombarde, Bergamo e Milano, tra le prime quattro province italiane con la massima attrattività». Un risultato dovuto ai buoni tassi di impiego lavorativo e di tenuta occupazionale che mostrano come la Lombardia riesca a offrire, in media, agli immigrati lavori regolari e di lunga durata. L’inserimento difficile Se l’inserimento occupazionale è certamente un aspetto che attrae e poi trattiene tra Milano e provincia tanti immigrati che non solo trovano spazio nel terziario come dipendenti, ma che qui trovano le condizioni migliori per avviare un’attività in proprio, più faticoso è per tantissimi di loro l’inserimento sociale in Lombardia e ancor di più a Milano. Dai dati dell’Unar si evince che la scarsa accessibilità al mercato immobiliare, strettamente correlato al problema dei proibitivi costi della casa nel capoluogo lombardo e nelle grandi città, finisca per abbassare l’indice relativo all’inserimento sociale, sottolineando così la fatica di adattarsi a grandi metropoli, dove i ritmi di vita sono frenetici e competitivi, dove i rapporti sociali sono più anonimi e le relazioni con le strutture appesantite dalla burocrazia. © RIPRODUZIONE RISERVATA R POLITICA E SOCIETÀ Paritarie, il dialogo non si taglia Palazzo Marino toglie 600mila euro per le derrate alimentari ai bambini e li assegna al Fondo per la salute mentale. Ricupati (Agesc): scorretto mettere in contrapposizione i due bisogni Ferrentino (Age): pluralismo educativo e libertà di scelta sono un bene per tutti DI LORENZO ROSOLI i siamo rimasti male. Aver messo in contrapposizione le necessità dei bambini delle materne paritarie e i bisogni delle persone aiutate col Fondo per la salute mentale, è stata una grande scorrettezza», scandisce Michele Ricupati, presidente dell’Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche) di Milano, Monza e Brianza. «La pluralità scolastica e la libertà educa- tiva sono un bene per tutti. Vogliamo in- vestire o no sulle nuove generazioni?», chiede Paolo Ferrentino, presidente re- gionale dell’Age (Associazione italiana ge- nitori). «La decisione del consiglio comunale – che martedì ha tagliato di 600mila euro i contributi per le derrate alimentari alle materne paritarie, destinando la differen- za al Fondo per la salute mentale – ci ha davvero stupiti. Ma il dialogo continua – incalza suor Anna Monia Alfieri, presi- dente di Fidae Lombardia, che riunisce diversi istituti scolastici della regione –. Abbiamo subito chiesto un incontro con l’assessore all’Educazione Francesco Cap- C « pelli, che dovrebbe svolgersi la prossima settimana, ma anche un’audizione ai con- siglieri comunali per aiutarli a compren- dere il cuore autentico della questione: la tutela del pluralismo educativo e del di- ritto delle famiglie a educare. Una scelta di civiltà». Il giorno dopo il voto del consiglio comu- nale che, accogliendo un emendamento di Sel, ha ridotto da 2,2 a 1,6 milioni il contributo per le derrate alimentari alle primarie paritarie per l’anno in corso (si veda box a lato), il mondo del- l’associazionismo non nasconde stupore e ama- rezza, ma anche la vo- lontà di proseguire il cam- mino del dialogo. «Abbia- mo rinunciato al contributo diretto di 550mila euro alle materne paritarie. Ma al contributo per le derrate alimentari, no: a quello, scuole e famiglie non possono ri- nunciare. Con l’assessore Cappelli – spie- ga Ricupati – abbiamo concordato sul fat- to che tutti i bambini hanno gli stessi di- ritti, che non ci dev’essere discriminazio- formazione del nostro capitale sociale e umano. Il dialogo col Comune? Deve con- tinuare». Anche suor Alfieri colloca la questione particolare (le derrate alimentari) dentro lo scenario generale e le sue sfide: «Chi va in piazza contro le paritarie, va in piazza contro un bene comune, contro il futuro di tutti. Senza le paritarie, il costo dell’i- struzione in Italia diventerebbe insoste- nibile per lo Stato. La sussidiarietà è un ri- sparmio. Il rischio è il collasso del welfa- re. Di questo vogliamo ragionare con i con- siglieri comunali. E di questo vogliamo continuare a dialogare con Cappelli e il suo staff, ai quali confermiamo la nostra stima, e che sappiamo essere in sintonia con la visione che considera un bene per tutti un sistema dell’istruzione che rico- nosce e realizza la pluralità e la libertà e- ducativa. È una scelta chiara, oggettiva, laica, quella che chiediamo alla politica. Gli esempi non mancano: a Bologna il Co- mune ha messo in campo una conven- zione che viene incontro alle scuole e al- le famiglie meglio di quanto accada a Mi- lano». © RIPRODUZIONE RISERVATA ne tra chi va alla scuola comunale, stata- le o paritaria, che tutte le scuole fanno par- te dello stesso sistema pubblico integra- to. Finora abbiamo avuto un rapporto cor- retto e costruttivo – testimonia il presi- dente Agesc –: su questa strada vogliamo andare avanti nel dialogo col Comune. Perciò l’aver messo in "concorrenza" scuole materne e salute mentale è stata u- na scorrettezza che credo abbia messo in difficoltà anche alcuni consiglieri comunali». «Viviamo anni di crisi, dif- ficili per tutti – riflette Fer- rentino –. Ma quale futu- ro vogliamo offrire alle nuove generazioni? Fino- ra stiamo lasciando loro un’eredità pesante. Che sia tempo di tagli, è nell’aria. Ma i nostri amministratori siano lungimiranti: limi- tare il pluralismo educativo e la libertà del- le famiglie può apparire conveniente, nel- l’immediato, sul piano finanziario o del tornaconto politico, ma in prospettiva rap- presenta un danno economico, sociale e culturale per tutti. Compromettiamo la Suor Alfieri (Fidae): vogliamo confrontarci con l’assessore Cappelli ma anche con i consiglieri utilizzati materiali (legni, cartoni ondu- lati, fasce, polistirolo) di cui l’artista ri- produce le superfici rugose e, spesso, certe forme ricurve o svettanti. Materiali poi ricoperti con la cera e quindi si fon- de il tutto in bronzo. Dalla eterogeneità dei materiali si arriva pertanto a una struttura uniforme: un sorta di proces- so sacrificale che annienta e ricostruisce. in Iran passa al conflitto libanese, alla guerra in Salvador, agli scontri in Nica- ragua, alla presa di Kinshasa in Congo e alla tragedia del Ruanda. Senza dimen- ticare i Balcani e l’Iraq, dove ha fotogra- fato i bambini, gli uomini e le donne stremati dall’embargo e dalla guerra, fir- mando con le sue immagini copertine e servizi su importanti testate. icostruire il futuro, il titolo, per quadri a olio dalle pen- nellate potenti in cui luci e ombre sono il ritmo del ri- cordo. Infatti i luoghi di Cortellazzi sono quegli esterni e quegli interni che una volta sono stati fervidi di vita e ora so- no abbandonati. Un recupero, quindi, in cui rimane l’oggetti- vità del degrado e la vista non può che confermarlo. Eppure il silenzio che si percepisce e che nella realtà è dato dall’assen- za dell’uomo è la nuova dimensione di questi luoghi, siano es- si arredi o palazzi di città. R no sufficienti a contrastare l’inespressi- vità e la trasparenza. A prevalere è un sen- timento di anonimato e di vuoto, come se queste figure volessero affermare la loro non-esistenza. L’artista coreana è atten- ta alle varie parti del corpo umano ma mai nella dimensione solo fisica, piutto- sto a quella psicologica, perché le ferite sono innanzitutto ferite dell’anima. che si compone con la stessa libertà che si prende (e al quale viene poi tolta) un bambino che rappresenta il mondo. In- fine la selezione di opere di Leonardo Nobili mostra la sua capacità di utiliz- zare scultura, pittura, fotografia, come varianti della stessa energia espressiva e dello stesso impegno alla realtà. © RIPRODUZIONE RISERVATA da vedere Lombardia più «attraente» che accogliente immigrati Nonostante la crisi, il lavoro richiama i cittadini stranieri Che però faticano, soprattutto nelle città, a trovare casa e a intregrarsi CONSIGLIO COMUNALE Da 2,2 a 1,6 milioni «grazie» alla proposta Sel eicentomila euro in meno.Tanto pesa la riduzione dei contributi del Comune di Milano alle materne paritarie, dopo il voto di martedì in consiglio relativo alla fornitura di derrate alimentari per l’anno scolastico 2013-2014. Seicentomila euro – secondo l’emendamento presentato da Patrizia Quartieri di Sel e approvato dall’aula – destinati a compensare i tagli sugli interventi per la salute mentale. Il consiglio comunale era chiamato a compensare i tagli, decisi nei mesi scorsi da Palazzo Marino, in materia di «fornitura delle derrate alimentari a crudo» per l’anno in corso, ripristinando le somme necessarie per rispondere alle necessità quotidiane dei 7.300 bambini che frequentano le 92 materne paritarie della città. Ecco, allora, l’emendamento bipartisan che prevedeva lo stanziamento di 600mila euro per gli ultimi mesi del 2013 e di 1,6 milioni per per i primi sei mesi del 2014. Un’iniziativa superata dall’emendamento presentato da Quartieri e fatto proprio dal consiglio, che ha ridotto il contributo per il 2013 a 400mila euro e quello per il 2014 a 1,2 milioni: in totale, dunque, si è passati da 2,2 a 1,6 milioni. Resta, sullo sfondo, l’ipotesi sposata dalla giunta di una convenzione che preveda un sistema di contributi non più «a pioggia» ma indirizzati alle famiglie meno abbienti, in base al reddito Isee. (L.Ros.) © RIPRODUZIONE RISERVATA S Il Comune riduce i contributi, materne e famiglie rilanciano

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    Copyright © Avvenire November 14, 2013 9:23 pm / Powered by TECNAVIA

    Copy Reduced to 57% from original to fit letter page

    DI ILARIA SOLAINI

    einventarsi comelaboratorio perl’integrazione e la

    coesione sociale. Questaè la sfida che si apre perMilano e la Lombardia,messa in luce, ieri, nelcorso della presentazionedel Dossier statistico2013 relativo

    all’immigrazione, «Dallediscriminazioni ai diritti»,redatto dall’Ufficionazionaleantidiscriminazionirazziali (Unar).Nonostante la crisi, lapresenza di stranieri,residenti o con permessodi soggiorno temporaneoè salita in Italia nel 2012fino a 5.186.000 e inLombardia fino a1.029.000. Scendendo neldettaglio con i numeri: inprovincia di Milano glistranieri sono 360mila enel Comune quasi195mila. Rispetto al datodel 2001 del censimento –320mila i residentistranieri, allora in regione

    – l’incremento in pocopiù di undici anni è statodel 221% e dell’8% nelsolo 2012. Un aumentomeno significativo che sipuò leggere comeconseguenza diretta deglialti livelli didisoccupazione che purein Lombardia si fannosentire. Seppur rimangala regione con la più altadensità demografica degliimmigrati con 44,6residenti stranieri perchilometro quadrato,rispetto al 15,2 che è ildato nazionale.

    Dentro il dossier UnarVa aggiunto che «con intesta la provincia di

    Brescia che precede Prato– ha osservato loscalabriniano padreGianromano Gnesotto,referente dell’Unar per laLombardia che ieri hapresentato la "versionelombarda" dell’indagineUnar, assieme a padreBeniamino Rossi,presidente dell’agenziascalabriniana per laCooperazione allosviluppo – ci sono altredue città lombarde,Bergamo e Milano, tra leprime quattro provinceitaliane con la massimaattrattività». Un risultatodovuto ai buoni tassi diimpiego lavorativo e ditenuta occupazionale che

    mostrano come laLombardia riesca aoffrire, in media, agliimmigrati lavori regolarie di lunga durata.

    L’inserimento difficileSe l’inserimentooccupazionale ècertamente un aspettoche attrae e poi trattienetra Milano e provinciatanti immigrati che nonsolo trovano spazio nelterziario comedipendenti, ma che quitrovano le condizionimigliori per avviareun’attività in proprio, piùfaticoso è per tantissimidi loro l’inserimentosociale in Lombardia e

    ancor di più a Milano. Daidati dell’Unar si evinceche la scarsa accessibilitàal mercato immobiliare,strettamente correlato alproblema dei proibitivicosti della casa nelcapoluogo lombardo enelle grandi città, finiscaper abbassare l’indicerelativo all’inserimentosociale, sottolineandocosì la fatica di adattarsi agrandi metropoli, dove iritmi di vita sono freneticie competitivi, dove irapporti sociali sono piùanonimi e le relazionicon le struttureappesantite dallaburocrazia.

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    POLITICAE SOCIETÀ

    Paritarie, il dialogo non si taglia

    Palazzo Marinotoglie 600milaeuro per le derratealimentariai bambini e liassegna al Fondoper la salutementale. Ricupati(Agesc): scorrettomettere incontrapposizionei due bisogniFerrentino (Age):pluralismoeducativo e libertàdi scelta sonoun bene per tutti

    DI LORENZO ROSOLI

    i siamo rimasti male. Avermesso in contrapposizionele necessità dei bambini

    delle materne paritarie e i bisogni dellepersone aiutate col Fondo per la salutementale, è stata una grande scorrettezza»,scandisce Michele Ricupati, presidentedell’Agesc (Associazione genitori scuolecattoliche) di Milano, Monza e Brianza.«La pluralità scolastica e la libertà educa-tiva sono un bene per tutti. Vogliamo in-vestire o no sulle nuove generazioni?»,chiede Paolo Ferrentino, presidente re-gionale dell’Age (Associazione italiana ge-nitori).«La decisione del consiglio comunale –che martedì ha tagliato di 600mila euro icontributi per le derrate alimentari allematerne paritarie, destinando la differen-za al Fondo per la salute mentale – ci hadavvero stupiti. Ma il dialogo continua –incalza suor Anna Monia Alfieri, presi-dente di Fidae Lombardia, che riuniscediversi istituti scolastici della regione –.Abbiamo subito chiesto un incontro conl’assessore all’Educazione Francesco Cap-

    C«pelli, che dovrebbe svolgersi la prossimasettimana, ma anche un’audizione ai con-siglieri comunali per aiutarli a compren-dere il cuore autentico della questione: latutela del pluralismo educativo e del di-ritto delle famiglie a educare. Una sceltadi civiltà».Il giorno dopo il voto del consiglio comu-nale che, accogliendo un emendamentodi Sel, ha ridotto da 2,2 a1,6 milioni il contributoper le derrate alimentarialle primarie paritarie perl’anno in corso (si vedabox a lato), il mondo del-l’associazionismo nonnasconde stupore e ama-rezza, ma anche la vo-lontà di proseguire il cam-mino del dialogo. «Abbia-mo rinunciato al contributo diretto di550mila euro alle materne paritarie. Maal contributo per le derrate alimentari, no:a quello, scuole e famiglie non possono ri-nunciare. Con l’assessore Cappelli – spie-ga Ricupati – abbiamo concordato sul fat-to che tutti i bambini hanno gli stessi di-ritti, che non ci dev’essere discriminazio-

    formazione del nostro capitale sociale eumano. Il dialogo col Comune? Deve con-tinuare».Anche suor Alfieri colloca la questioneparticolare (le derrate alimentari) dentrolo scenario generale e le sue sfide: «Chi vain piazza contro le paritarie, va in piazzacontro un bene comune, contro il futurodi tutti. Senza le paritarie, il costo dell’i-struzione in Italia diventerebbe insoste-nibile per lo Stato. La sussidiarietà è un ri-sparmio. Il rischio è il collasso del welfa-re. Di questo vogliamo ragionare con i con-siglieri comunali. E di questo vogliamocontinuare a dialogare con Cappelli e ilsuo staff, ai quali confermiamo la nostrastima, e che sappiamo essere in sintoniacon la visione che considera un bene pertutti un sistema dell’istruzione che rico-nosce e realizza la pluralità e la libertà e-ducativa. È una scelta chiara, oggettiva,laica, quella che chiediamo alla politica.Gli esempi non mancano: a Bologna il Co-mune ha messo in campo una conven-zione che viene incontro alle scuole e al-le famiglie meglio di quanto accada a Mi-lano».

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    ne tra chi va alla scuola comunale, stata-le o paritaria, che tutte le scuole fanno par-te dello stesso sistema pubblico integra-to. Finora abbiamo avuto un rapporto cor-retto e costruttivo – testimonia il presi-dente Agesc –: su questa strada vogliamoandare avanti nel dialogo col Comune.Perciò l’aver messo in "concorrenza"scuole materne e salute mentale è stata u-

    na scorrettezza che credoabbia messo in difficoltàanche alcuni consigliericomunali».«Viviamo anni di crisi, dif-ficili per tutti – riflette Fer-rentino –. Ma quale futu-ro vogliamo offrire allenuove generazioni? Fino-ra stiamo lasciando loroun’eredità pesante. Che

    sia tempo di tagli, è nell’aria. Ma i nostriamministratori siano lungimiranti: limi-tare il pluralismo educativo e la libertà del-le famiglie può apparire conveniente, nel-l’immediato, sul piano finanziario o deltornaconto politico, ma in prospettiva rap-presenta un danno economico, sociale eculturale per tutti. Compromettiamo la

    Suor Alfieri(Fidae): vogliamoconfrontarcicon l’assessoreCappelli ma anchecon i consiglieri

    pere 1971-1987, il titolo, per ri-percorrere una significativa e-sperienza artistica milanese del

    secondo dopoguerra. In mostra una cin-quantina tra sculture e disegni, realiz-zati tra gli anni Settanta e la prima metàdegli Ottanta. Per molte opere vengonoutilizzati materiali (legni, cartoni ondu-lati, fasce, polistirolo) di cui l’artista ri-produce le superfici rugose e, spesso,certe forme ricurve o svettanti. Materialipoi ricoperti con la cera e quindi si fon-de il tutto in bronzo. Dalla eterogeneitàdei materiali si arriva pertanto a unastruttura uniforme: un sorta di proces-so sacrificale che annienta e ricostruisce.

    O

    Alberto GhinzaniMilano, Galleria Marini,via Andrea Appiani 12,fino al 30 novembre, lun.-ven. 15.30-19.30, sab. 10.30-12.30/15.30-19.30

    Nino LetoMilano, La Casa delle culturedel mondo, via Giulio Natta 11,fino al 24 novembremar.-ven. 10-18.30, sab. e dom.14-20

    Rossano CortellazziMantova, Galleria Arianna Sartori, via Cappello 17 fino al 21 novembre, lun.-sab. 10-12.30/16-19.30

    Yu Jin YoungMilano, Galleria Patricia Armocida via Lattanzio 77 fino al 6 dicembre mart.-sab.11.30-13/15.30-19

    ntologia di un fotoreporter, il ti-tolo, per un giro del mondo che,purtroppo, ha in primo piano

    le tante guerre combattute negli ultimitrent’anni. Una testimonianza, attra-verso le immagini, che dalla rivoluzio-ne e dalla presa del potere di Khomeiniin Iran passa al conflitto libanese, allaguerra in Salvador, agli scontri in Nica-ragua, alla presa di Kinshasa in Congo ealla tragedia del Ruanda. Senza dimen-ticare i Balcani e l’Iraq, dove ha fotogra-fato i bambini, gli uomini e le donnestremati dall’embargo e dalla guerra, fir-mando con le sue immagini copertinee servizi su importanti testate.

    A

    tre artistiMilano, Spazio Tadini,via Niccolò Jommelli 24,fino al 26 novembre,mart.-ven.15.30-19

    icostruire il futuro, il titolo, per quadri a olio dalle pen-nellate potenti in cui luci e ombre sono il ritmo del ri-cordo. Infatti i luoghi di Cortellazzi sono quegli esterni

    e quegli interni che una volta sono stati fervidi di vita e ora so-no abbandonati. Un recupero, quindi, in cui rimane l’oggetti-vità del degrado e la vista non può che confermarlo. Eppure ilsilenzio che si percepisce e che nella realtà è dato dall’assen-za dell’uomo è la nuova dimensione di questi luoghi, siano es-si arredi o palazzi di città.

    R

    am OK, il titolo, per sei sculture del-la serie A Family in “Disguise”, sette la-vori della serie “Wounded” oltre a fo-

    tografie e disegni. Le figure umane han-no espressioni enigmatiche e corpi tra-sparenti e le decorazioni vistose dei voltie di alcuni particolari della figura non so-no sufficienti a contrastare l’inespressi-vità e la trasparenza. A prevalere è un sen-timento di anonimato e di vuoto, come sequeste figure volessero affermare la loronon-esistenza. L’artista coreana è atten-ta alle varie parti del corpo umano mamai nella dimensione solo fisica, piutto-sto a quella psicologica, perché le feritesono innanzitutto ferite dell’anima.

    I re mostre per tre percorsi diffe-renti. Tonia Ciavarella in Comefogli sulle parole dà una ricercanon solo sulla parola, ma anche sullamateria e sulla stilizzazione del segnografico. In dies, titolo della mostra diPaolo Basevi, ha al centro il paesaggioche si compone con la stessa libertà chesi prende (e al quale viene poi tolta) unbambino che rappresenta il mondo. In-fine la selezione di opere di LeonardoNobili mostra la sua capacità di utiliz-zare scultura, pittura, fotografia, comevarianti della stessa energia espressivae dello stesso impegno alla realtà.

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    CONSIGLIO COMUNALE

    Da 2,2 a 1,6 milioni«grazie» alla proposta Sel

    eicentomila euro in meno. Tanto pesa la riduzionedei contributi del Comune di Milano alle materne

    paritarie, dopo il voto di martedì in consiglio relativoalla fornitura di derrate alimentari per l’annoscolastico 2013-2014. Seicentomila euro – secondol’emendamento presentato da Patrizia Quartieri di Sele approvato dall’aula – destinati a compensare i taglisugli interventi per la salute mentale. Il consigliocomunale era chiamato a compensare i tagli, decisi neimesi scorsi da Palazzo Marino, in materia di «fornituradelle derrate alimentari a crudo» per l’anno in corso,ripristinando le somme necessarie per rispondere allenecessità quotidiane dei 7.300 bambini chefrequentano le 92 materne paritarie della città. Ecco,allora, l’emendamento bipartisan che prevedeva lostanziamento di 600mila euro per gli ultimi mesi del2013 e di 1,6 milioni per per i primi sei mesi del 2014.Un’iniziativa superata dall’emendamento presentatoda Quartieri e fatto proprio dal consiglio, che haridotto il contributo per il 2013 a 400mila euro equello per il 2014 a 1,2 milioni: in totale, dunque, si èpassati da 2,2 a 1,6 milioni. Resta, sullo sfondo, l’ipotesisposata dalla giunta di una convenzione che prevedaun sistema di contributi non più «a pioggia» maindirizzati alle famiglie meno abbienti, in base alreddito Isee. (L.Ros.)

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    GIOVEDÌ14 NOVEMBRE 2013 3

    Il Comune riduce i contributi, materne e famiglie rilanciano