Pagine da c era u v isola interno

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Titolo originale: A Ilha

© 2012 Planeta TangerinaTesto © João Gomes de AbreuIllustrazioni © Yara Kono

This edition is published under licence of Editora Planeta Tangerina, Portugal. All rights reserved

© 2014 Cart’Armata edizioni SrlTerre di mezzo Editorevia Calatafimi 10, 20122 MilanoTel. 02-83.24.24.26e-mail [email protected]

Direzione editoriale: Miriam GiovanzanaCoordinamento editoriale: Davide MussoTraduzione: Sara Ragusa

Stampato nel mese di febbraio 2014Grafiche AZ srl (San Martino Buon Albergo, VR)

João Gomes de Abreu

Yara Kono

C’era una volta un’isola, né grande né piccola,

fatta proprio come un’isola normale.

Aveva una spiaggia, una foresta e, al centro,

una montagna con il cratere di un antico vulcano.

Sull’isola vivevano gli isolani.

Gli isolani erano alti, bassi, grassi, magri...

erano persone uguali a tutte le altre.

Vivevano in un villaggio con una piazza

e un molo, dove erano ormeggiate le barche.

Un giorno una grande nave

attraccò sull’isola.

La nave proveniva dal continente

e con lei arrivarono gli abitanti

del continente: i continentali.

I continentali erano simili agli isolani,

ma leggermente diversi.

I loro vestiti non erano proprio gli stessi,

le loro pettinature non erano proprio le stesse,

il loro modo di parlare non era proprio lo stesso.

Gli isolani erano affascinati dai loro ospiti:

amavano i loro vestiti e le loro pettinature,

il modo in cui parlavano e camminavano.

Nessun dubbio, essere continentali

era bellissimo!

Da quel momento, gli isolani ebbero un solo

desiderio: diventare anche loro continentali.

Questa aspirazione era così grande che decisero

di parlare con il ministro:

“Signor ministro, vogliamo diventare continentali.

E perché questo accada, c’è un’unica soluzione:

costruire un ponte fino al continente”.

Il ministro fu subito d’accordo: dopo tutto, sarebbe passato

alla storia come il ministro che aveva trasformato gli isolani

in continentali.

Tutti gli abitanti furono convocati per la grande impresa

e i lavori iniziarono il giorno stesso. Il nuovo ponte

era una priorità assoluta e gli altri impegni dovevano

essere sospesi. Poliziotti, medici, professori, pompieri...

tutti si misero a costruire il nuovo ponte.

Il continente era molto lontano,

quindi il ponte doveva essere molto lungo.

Nel mare tra l’isola e il continente soffiavano forti tempeste,

quindi il ponte doveva essere molto robusto.

L’ingegnere capo disse:

“Solo la nostra montagna è grande abbastanza

per costruire un ponte tanto lungo;

solo la sua pietra è solida abbastanza

per costruire un ponte tanto forte”.