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Notiziario della Comunità Parrocchiale di Chiari - N. 8 - Ottobre 2015 Poste Italiane S. p. A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia pag. 6 - 10 Sacerdoti: grazie e benvenuti! pag. 22 Artiglieri marianipag. 24 - 25 Festa nelle frazioni

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Ottobre 20152

Notiziario della Comunità Parrocchiale di Chiari

Conto corrente postale n. 12509253intestato Parrocchia Santi Faustino e Giovita

25032 Chiari (Bs)Registrazione N. 45/91 del 6 settembre 1991

Tribunale di BresciaEdito dalla Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita in Chiari,

via Morcelli 7 Chiari (Bs)

sito web: www.parrocchiadichiari.orge-mail: [email protected]

per le vostre lettere: Ufficio Parrocchiale, p.za Zanardelli (8.30 - 11.30)

Direttore responsabileDon Giuseppe Mensi

Direttore redazionaleDon Alberto Boscaglia

RedazioneMons. Rosario Verzeletti, Enrica Gobbi, Bruno Mazzotti, Roberto Bedogna, Ida Ambrosiani, Nadia Iore, Ernesto Cancelli, Ferdinando Vezzoli, Sara Vezzoli, Paolo Festa, suor Daniela Mazzoleni

CollaboratoriMaria Marini, Caroli Vezzoli, don Fabio Mottinelli, Ione Belotti, Luciano Mena, Fausto Formenti

ImpaginazioneAgata Nawalaniec

Preparazione copertinaGiuseppe Sisinni

TipografiaTipolitografia Clarense di Lussignoli S. & G.Coccaglio (Bs)

N. 8 - Ottobre 2015Anno XXV nuova serie

Ai collaboratori

□ Il materiale per il numero di novem-bre si consegna entro il 19 ottobre

□ L’incontro di redazione per pro-gettare il numero di dicembre si ter-rà il 2 novembre

Il prossimo numero

de sarà

disponibile il 7 novembre

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Ecclesia - I messaggi del Papa

PArOlA dEl PArrOCOAlzare lo sguardo al cielo

VITA dEllA PArrOCCHIAIl saluto riconoscente a don Alberto; Saluto di don Alberto; Benvenuto a don Pierluigi Chiarini; Con semplicità ed entusiasmo, per imparare; Saluto di don Luca; Nuovi arrivi nella Comunità Sa-lesiana; Auguri a don Mario; Ricordo di don Federico

PASTOrAlE GIOVANIlE Vacanze di branco: Branco Mowgli; Campo estivo 2015;La strada per... El Dorado; Il segno di Santiago

YOUMOrE Ripartenza dei progetti nazionali

I VAlOrI dEl NOSTrO TErrITOrIO Assciazione Kairòs

FONdAZIONE MOrCEllI rEPOSSIJohanna Wahl Materia & Forma

ASSOCIAZIONI ClArENSIRustico Belfiore; Moica; ACLI

ClArENSITà Ricordo del Maestro Carlo Capra; Sant’Agape per le vie della città; Anniversario di matrimonio; Le colonne di Santa Maria; Calcio femminile

SPOrTQualche “pallonata”

FrAZIONITanto entusiasmo alla festa patronale del Santellone; San Bernardino: tutti uniti per Sergio

CAlENdArIO PASTOrAlE

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Catechesi, carità, liturgia: è il linguaggio dell’incontro tra il Mistero e la Comunità.Dopo l’anno rivolto alla famiglia, alla vita consacrata e a Paolo VI, vogliamo dedicare ciascuna copertina di questi ulti-mi tre numeri del 2015, che ci introducono nell’anno giubila-re, rispettivamente a questi tre fondamenti della vita in Cristo.Come già avvenuto a settembre per il ritratto di Paolo VI, sco-moderemo di nuovo l’artista clarense Walter Chiari.Il mese di ottobre ritrae la Catechesi: riprendono le attività pastorali degli adulti, ricomincia l’itinerario di iniziazione cri-stiana per i ragazzi, entrano nella Mistagogia coloro che, oltre al Battesimo, ricevono i Sacramenti di Cresima ed Eucarestia. Già, la “prima” Comunione: perché ce ne siano molte altre, perché sia culmine luminoso di ogni cosa, perché sia fonte d’acqua viva per la vita eterna.

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I viaggi di Papa FrancescoSarajevoVent’anni dopo la fine del-la guerra, il Pontefice parla della “speranza che ha vi-sto negli occhi dei bambini islamici, ortodossi, ebrei, cattolici, e di altre mino-ranze” e invita a scommet-tere su di loro.“Nella città dove i palaz-zi mostrano ancora i se-gni dei mortai, avverte che Sarajevo e la Bosnia-Er-zegovina sono parte inte-grante dell’Europa e han-no un significato specia-le per il mondo intero”. Qui ebbe inizio la Grande Guerra e il primo conflit-to in Europa dopo il 1945, e il Papa riprende il filo di ciò che disse l’anno scorso al Sacrario di Redipuglia: “Anche nel nostro tempo, l’aspirazione alla pace e l’impegno per costruirla si scontrano con il fatto che nel mondo sono in atto numerosi conflitti armati. È una sorta di terza guer-ra mondiale combattuta a pezzi; e nel contesto del-la comunicazione globale, si percepisce un clima di guerra”.Ai giovani parlerà di “al-cuni potenti della terra che dicono belle cose, ma di nascosto vendono le

armi”. C’è il sole nello sta-dio che nel 1987 accolse San Giovanni Paolo II con una tempesta di neve. Le parole di Papa Francesco non sono mai state così dure: “C’è chi vuole crear-lo e fomentarlo delibera-tamente, questo clima di guerra: in particolare colo-ro che cercano lo scontro tra diverse culture e civiltà, e anche chi specula sulle guerre per vendere armi”. Alza lo sguardo, la cro-ce all’altare è crivellata di pallottole, tra gli spalti c’è un settore riservato ai fe-deli rimasti mutilati: “Voi lo sapete bene, per averlo sperimentato proprio qui, quanta sofferenza, quanta distruzione, quanto dolore! Oggi si leva ancora una volta da questa città il gri-do del popolo di Dio e di tutti gli uomini e le donne di buona volontà: mai più la guerra!”.

La Paz (Bolivia)Papa Francesco arriva ai 4000 metri dell’aeroporto di El Alto e dice, sospiran-do nell’aria rarefatta, che “ la coscienza del mondo che vogliamo lasciare a chi verrà dopo di noi rischia di ritirarsi come questi ghiacciai”. È ai cartoneros, ai “frugatori tra le cose”, e ai movimenti popolari che

Francesco fa un lungo, ar-ticolato discorso. “Inizia-mo riconoscendo che ab-biamo bisogno di un cam-biamento”. Parla di “pro-blemi comuni, non solo a tutti i popoli latino-ameri-cani, ma a tutta l’umanità, problemi che hanno una matrice globale e che oggi nessuno Stato è in grado di risolvere da solo”. Parla quindi di contadi-ni senza terra, molte fami-glie senza casa, lavoratori senza diritti, persone ferite nella loro dignità, le guer-re insensate e la violenza fratricida che aumenta nei quartieri.“E allora diciamolo senza timore: noi vogliamo un cambiamento. Non si trat-ta di problemi isolati. Se è così, insisto: noi vogliamo un cambiamento, un vero cambiamento, un cambia-mento delle strutture. Que-sto sistema non regge più, non lo sopportano i conta-dini, i lavoratori, le comu-nità, i villaggi. E non lo sopporta più la Terra, la sorella Madre Ter-ra, come diceva San Fran-cesco. Vogliamo un cambiamen-to nella nostra vita, nei no-stri quartieri, nel salario minimo, nella nostra realtà più vicina; e pure un cam-biamento che tocchi tutto il mondo. Mettere l’economia al ser-vizio dei popoli, un’econo-mia veramente comunita-ria, di ispirazione cristiana. L’equa distribuzione è un dovere morale. Per i cri-stiani, l’impegno è ancora più forte: è un comanda-mento! Si tratta di restitui-re ai poveri e ai popoli ciò che appartiene a loro”.Quito“Quello che siamo e ab-biamo ci è stato donato per metterlo al servizio de-gli altri; il nostro compito

consiste nel farlo fruttifica-re in opere buone. I beni sono destinati a tutti e per quanto uno ostenti la sua proprietà, pesa su di essi un’ipoteca sociale”. Papa Francesco parla così dalla Chiesa di San Francesco, costruita dal 1536 su ele-menti di cultura Inca e Ca-ranqui.Richiama la Laudato si’, sua recente enciclica: “La proprietà privata ha una funzione sociale, grazie ad essa si supera il con-cetto economico di giusti-zia – basato sul concetto di compravendita – con il concetto di giustizia so-ciale, che difende il diritto fondamentale dell’indivi-duo a una vita degna”.Indossando una casula in-digena, ha celebrato mes-sa davanti a un milione e mezzo di fedeli, ascoltato la lettura di San Paolo in lingua Kichka. Parla dell’idea “di una globalizzazione che non annulli le differenze, e dell’immensa ricchezza del diverso che ci allonta-na dalla tentazione di pro-poste più simili a dittatu-re, ideologie o settarismi”. Parla del rispetto dei po-poli: “L’unione che chiede Gesù non è uniformità ma armonia multiforme. L’evangelizzazione può es-sere veicolo di sogni e uto-pie. E la fede è sempre rivo-luzionaria. Non possiamo continuare a girare le spal-le ai nostri fratelli, alla no-stra Madre Terra”.

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Carissimi Clarensi,il mese di settembre ci ha introdotti nel nuovo anno pastorale dedicato al cam-mino di vita cristiana con la liturgia, la catechesi e la carità. Siamo partiti all’in-segna della celebrazione della giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, indetta dal papa Francesco: Un umano rinnovato per abitare la terra, dopo il grande dono dell’enciclica socia-le Laudato si’ alla Chiesa e al mondo. Tante volte mi sono sentito porre una domanda nelle conver-sazioni di questi tempi, e io stesso me la sono po-sta senza trovare una ri-sposta soddisfacente: “Ma dove stiamo andando?”. In questi ultimi mesi ab-biamo assistito ad avveni-menti sconcertanti. Sono rinati conflitti che si cre-devano conclusi, ma che l’ostinazione e l’irragio-nevolezza umana stanno riprendendo. Leggiamo e sentiamo commenti di inimmaginabile disuma-nità sui naufraghi del Me-

diterraneo. Continua an-che la cronaca nera fami-liare, che riguarda cioè le famiglie, coniugi che fino a ieri sembravano anda-re d’amore e d’accordo e d’improvviso si rivelano assassini. È sotto i nostri occhi il muoversi irruen-te e drammatico di miglia-ia e migliaia di profughi in cerca di libertà, di pace, di solidarietà e di acco-glienza: cercano un sor-riso, una mano tesa, uno sguardo, un pane povero e attendono l’aprirsi del cuore della gente acco-gliente. Questi sentimen-ti umani valgono l’aprirsi di una porta, di un ango-lo, di una casa. Dio non lascia che i loro e i nostri occhi siano pieni di lacri-me, ma dona a noi e a loro attesa fiduciosa, vita e speranza.

Il grido dei poveriSempre nel tempo si sono evidenziati movimenti per la difesa dell’ambiente e quelli per lo sviluppo del “terzo mondo”. Nel 1992 è stato vissuto il cosiddet-

to “summit della Terra” a Rio de Janeiro, in cui si è affermato che la questio-ne della povertà e quel-la dell’ambiente sono in-scindibili, che non si può affrontare l’una senza te-ner conto dell’altra e che qualsiasi soluzione parzia-le è destinata al fallimen-to. Quello di Rio è stato un evento senza prece-denti: vi parteciparono 172 governi e 108 capi di Stato, 2.400 rappresen-tanti di organizzazioni non governative. Qui è stato messo in discussione da tutti il modello di cresci-ta economica senza limiti, basato sull’uso forsenna-to di combustibili fossili, sull’industrializzazione a tappe forzate, sulla pro-duzione infinita di scorie e di scarti. Da allora si sono fatti piccoli passi avan-ti nel passaggio alle ener-gie rinnovabili, nel riciclo e riuso dei rifiuti, nella de-contaminazione delle ac-que e dei terreni, ma an-cora si è troppo lontani da un nuovo ed autenti-co progetto di vero svi-luppo. I problemi ambien-tali sussistono, pressanti e drammatici, investono ogni parte del mondo: ba-sti pensare al cambiamen-to climatico. “L’ambiente umano e l’ambiente na-turale si degradano in-sieme, e non potremo af-frontare adeguatamente il degrado ambientale, se non prestiamo attenzio-ne alle cause che hanno attinenza con il degrado umano e sociale”, affer-ma papa Francesco nella sua enciclica Laudato si’. E san Francesco direbbe: Laudato sì, per nostra madre terra. Allora toc-ca a tutti noi prendere co-scienza, organizzarsi, fare pressione, tenendo sem-pre assieme la questione

sociale: giustizia, libertà, lavoro, solidarietà, difesa dei più deboli, accoglienza dei rifugiati, con la difesa dell’ambiente. Dobbiamo allora ascoltare “tanto il grido della terra, quan-to il grido dei poveri”. L’enciclica papale, luci-da e profonda, tocca tut-ti i nodi irrisolti del nostro tempo, indica le soluzioni, ispira con la fede, sprona chi governa, ammonisce chi comanda l’economia, conforta chi si impegna, guida le nostre scelte e le nostre azioni. Scorrendo-ne le pagine, si ha la cer-tezza che se ne parlerà a lungo, perché in ogni riga il Papa dà una lettura del-la vita dell’uomo contem-poraneo, radicando l’av-venire dell’umanità sul ri-spetto della terra che Dio ci ha affidato.

“Un’ecologia umana”L’impegno per la pace nasce sempre dal rispet-to della Creazione, luo-go di contemplazione, che Dio ha reso pieno di frutti fecondi messi a ser-vizio dell’esistenza uma-na. È necessario parlare di ecologia integrale, che comprenda anche le dimensioni umane e so-ciali e plasmi le relazioni fondamentali degli esse-ri umani: con Dio, con se stessi, con gli altri esseri umani, con ogni creatura che abita la terra. Al pa-ragrafo 91 dell’enciclica, il Papa scrive: “Non può essere autentico un sen-timento di intima unio-ne con gli altri esseri del-la natura, se nello stesso tempo nel cuore non c’è tenerezza, compassione e preoccupazione per gli es-seri umani”. Non ci può essere difesa della natura, se non ci si prende cura dell’uomo, di ogni uomo.

Alzare lo sguardo al cielo

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5Ottobre 2015

Negli ultimi anni lo studio dell’ecologia si è allarga-to fino a comprendere la vita umana nella sua tota-lità e complessità e si par-la quindi sempre più di ecologia umana, i cui ele-menti sono dati dall’am-biente naturale fisico, ve-getale e animale, dalla po-polazione umana, dalla tecnologia, dall’organizza-zione sociale, cioè istitu-zioni politico amministrati-ve, scelte politiche ideolo-giche, valori etico sociali e religiosi. L’uomo moderno avver-te che i suoi rapporti con l’ambiente naturale si sono fortemente altera-ti. L’uomo, come Paolo VI sottolinea, “attraver-so uno sfruttamento scon-siderato della natura, ri-schia di distruggerla e di essere a sua volta vittima di degradazione. Non sol-tanto l’ambiente materia-le diventa una minaccia permanente: inquinamen-ti e rifiuti, nuove malat-tie, potere distruttivo tota-le; ma è il contesto uma-no che l’uomo non gui-da più, creandosi così per il domani un ambiente, che potrà essergli intolle-rabile” (Octogesima ad-veniens, n° 21). Era inve-ce volontà del Creatore che l’uomo comunicasse con la natura come “cu-stode” intelligente e no-bile, e non come “sfrutta-tore” e “distruttore” senza alcun riguardo. Siccome Dio ha destinato la terra e tutto quello che essa con-tiene all’uso di tutti gli uo-mini e popoli” (Gaudium et Spes, n. 69), sia il cri-stiano, sia la comunità de-vono impegnarsi, con gli altri uomini, per evitare come immorale ogni atto arbitrario di distruzione, di inquinamento e di av-velenamento, e assumersi

la responsabilità di esse-re presenti nelle istituzio-ni e nelle situazioni nelle quali si opera per la sal-vaguardia dell’ambiente naturale. Ogni atto con-tro la natura è un impedi-mento alla gioia, che na-sce dall’armonia del Crea-to, è un impedimento alla pace. San Francesco d’As-sisi deve diventare un mo-dello, lui che, come spie-ga il papa, è “l’esempio per eccellenza dell’atten-zione a ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia ed auten-ticità. In lui si riscontra fino a che punto sono insepa-rabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno positivo e generoso nella società e la pace interiore” (Laudato si’, n. 10).

Il fondamento etico e biblico della cura della casa comuneNel primo capitolo della Genesi si legge che “Dio creò l’uomo a sua imma-gine; a immagine di Dio lo creò”. La dignità dell’uo-mo è grande, come è grande quella di Dio Cre-atore. Si parla di “custo-dia del creato” e si affer-ma che la creazione va custodita perché è la casa dell’uomo, la casa comu-ne. È grande quindi la di-gnità dell’uomo, come lo è la sua responsabilità. Noi però non siamo Dio, dun-que non siamo proprieta-ri della terra (Sal 24,1) e non possiamo controllare tutto. L’universo è il frut-to dell’amore di Dio e Dio provvede a tutte le creature. Anzi il Signore gioisce delle sue creature e delle sue opere. Ogni vita viene da Dio (Gen. 2,19), a tutti quindi è dovuto ri-spetto. Da qui deriva la responsabilità dell’uomo

di custodire il creato, tut-to il creato. L’uomo ne ha la capacità e la deve usa-re non in modo egoistico, ma bensì per promuove-re la vita, coltivarla e con-servarla (Gen. 2,15). Nel Nuovo Testamento Gesù trae spesso ispirazione per le sue parabole dalla natu-ra e lo fa in modo poetico: “Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre” (Mt 6,26). San Paolo scrive un inno cosmico, nel qua-le confessa che attraverso Cristo e per Cristo “tutto è stato creato e tutto è con-servato in Lui” (Col. 1,15-20). Ecco perché Gesù chiede di proteggere la creazione. Papa Francesco nell’omelia della Messa di inizio del suo ministero pe-trino ebbe a dire: “Vorrei chiedere per favore a tutti coloro che occupano ruo-li di responsabilità in am-bito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volon-tà: siamo custodi della cre-azione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custo-di dell’altro, dell’ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte ac-compagnino il cammino di questo nostro mondo” (19 marzo 2013). Tutti possia-mo collaborare come stru-menti di Dio per la cura della creazione, ognuno con la propria cultura, le proprie iniziative e capaci-tà, per vivere e promuove-re l’impegno morale ed eti-co sociale, che sgorga dal-la Parola di Dio.

Da Laudato si’ una nuova spiritualitàL’uomo che potrà abita-re sulla terra di domani sarà quello che obbedirà a una nuova etica, che sarà

ecologica: cesserà di sen-tirsi l’unico protagonista della vicenda della vita e identificherà la realizzazio-ne di se stesso nella pie-na espansione di tutte le proprie capacità, non nel possesso di una maggiore quantità di beni. La nuova morale ispire-rà un nuovo stile di vita: vale a dire una nuova spiritualità, che non ri-guarda più solamente il rapporto dell’uomo con se stesso, ma include anche quello con la natura e si delinea un comportamen-to, che si ispira al mes-saggio religioso. La spiri-tualità che si evince dalla enciclica comporta aprir-si alla sobrietà, al buon uso di ogni cosa a nostra disposizione contro ogni forma di spreco; la strada da percorrere passa per la preghiera e la contempla-zione.“Dio che ci chiama alla dedizione generosa e a dare tutto, ci offre le for-ze e la luce di cui abbia-mo bisogno per andare avanti. Nel cuore di questo mon-do rimane sempre presen-te il Signore della vita, che ci ama tanto. Egli non ci abbandona mai, non ci la-scia soli, perché si è unito definitivamente con la no-stra terra, e il suo amore ci conduce sempre a tro-vare nuove strade” (Lau-dato si’, n. 245).

Terminando questa mia ri-flessione, che è una cate-chesi sul creato, auguro a tutti di alzare lo sguardo al cielo e osservare la terra, per saperci meravigliare del valore di ogni cosa e di saper assumere gli im-pegni verso il creato, che il Vangelo di Gesù ci pro-pone.

don Rosario, prevosto

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La notizia della nuova no-mina e del trasferimen-to di don Alberto è ormai presente in tutti. Dodici anni e un mese sono pas-sati in questa comunità clarense e non sono po-chi! La vocazione a segui-re il Signore è un legame profondo con la Persona di Cristo e questo vincolo, che lega solo a Lui, non è null’altro che un comple-to lasciare ogni piano pro-grammato e ogni buona aspirazione. Si sa che chi “pone la mano all’aratro”, poi non può più “guarda-re indietro”: è necessario andare dietro a Lui. Que-sto è tutto. Camminare al seguito di Cristo è, in fon-do, qualcosa di grande e bello. Unica cosa certa è che, quando Gesù chia-ma, coglie nella radicalità dell’esistenza.L’intervento della volon-tà di Dio, tramite la dispo-sizione del Vescovo, por-ta di fronte ad una svol-ta non facile, né sempli-ce, è come un “ritornare a capo”. Continua così l’e-sperienza della pastora-le giovanile nell’oratorio di una grande comunità, come è Ghedi, dopo aver vissuto quella positiva e alquanto impegnativa di Chiari. Però sono certo, don Al-berto, che ti troverai bene!Il tempo è passato, adesso ti vediamo partire con la speranza e la fiducia che tu possa scoprire il cuore di chi ti ha voluto bene. I bambini, i ragazzi, i gio-vani e le famiglie te l’han-no fatto capire domenica 27 settembre in Duomo e all’Oratorio, Centro Gio-vanile 2000: i loro volti

erano sprizzanti di sere-nità dinanzi a te, ma ho notato anche tanta emo-zione e anche qualche la-crima nei loro occhi. È stato bello e meraviglioso anche per me constatare come i giovani ti vogliono bene e penso di non es-sere un debole a dire che anch’io mi sono commos-so veramente. Non si pos-sono scordare i numerosi cambiamenti positivi nel-le persone e nelle strutture di cui sei stato fautore con creatività e coraggio, con-vinzione e determinazio-ne: dopotutto hanno por-tato a una svolta signifi-cativa la nostra comunità; soprattutto ora mi risulta arduo pensare a te come a uno dei tanti che si in-contrano per strada e che presto si dimenticano. Tutto quello che hai fatto, qui rimane e ne sei con-tento.Ricordiamo volentieri il cammino educativo e for-mativo del Centro Giova-nile che hai accompagna-to in questi anni: l’attua-zione del nuovo percorso diocesano della iniziazio-ne cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, utilizzando pure il cammino catechi-stico già innovativo degli anni precedenti; la pasto-rale giovanile e familiare, collegata al corso di for-mazione dei fidanzati in preparazione al matrimo-nio religioso e all’espe-rienza bella e di grande soddisfazione dei genitori dell’ICFR, della mistago-gia e della spiritualità de-gli adolescenti, dei giovani e degli adulti. Gli incontri di riflessione, di preghiera e dell’impe-

gno di vita cristiana han-no portato al farsi anche di gruppi familiari, come per esempio, “Mamme in preghiera” e “Papà in pre-ghiera”: sei entrato in tan-tissime famiglie. L’espe-rienza della “Messa delle famiglie” è stata impor-tante: i genitori, i ragazzi e i giovani ti hanno sem-pre seguito volentieri: sai parlare loro. Molte inizia-tive, specie quelle estive di “grest” e di “campi”, e altre numerose di diver-so genere, sono state fat-te per gruppi e associazio-ni, sotto l’aspetto ludico e sportivo, educativo uma-no e cristiano, religioso e morale. Ti hanno accompagna-to con generosità e dispo-nibilità piena il numero-so gruppo di volontari, i genitori, gli educatori ed animatori, i catechisti, i giovani, con la Comuni-tà Educativa e il Consi-glio dell’Oratorio, i custo-di, i gruppi della cucina e del bar, delle pulizie, del volontariato europeo; hai saputo collaborare in co-munione fraterna con i sa-cerdoti della Parrocchia e della zona, con le suore e in modo particolare con don Luca Castelli, salesia-no incaricato dell’oratorio di San Bernardino. Per parecchi anni hai co-ordinato la redazione

dell’Angelo, il bollettino parrocchiale. Questo e tanto altro hai vissuto, re-alizzato e donato: è qui al-lora che nasce nell’animo un dovere semplice e pro-fondo: la fedeltà e la con-tinuità per la vita dell’ora-torio stesso, il nostro bel Centro Giovanile, guarda-to da tutti con stima, am-mirazione e stupore.Il mio desiderio è che tut-ti a Chiari abbiano di te, come sacerdote e curato, il migliore dei ricordi, per cui puoi certamente dire che non sei passato da Chiari, ma che sei vissuto a Chiari, anche se alcuni momenti sono stati impe-gnativi e difficili.Concludo ringraziando il Signore, anche a nome di tutti i sacerdoti, delle suo-re, delle famiglie e di tutti, per quello che don Alber-to è stato per la comunità parrocchiale e oratoriana e per la generosità con cui si è donato. Insieme a lui anche un grazie doveroso ai suoi genitori e familiari. Lo accompagniamo con la riconoscenza, un gesto di amicizia e la nostra pre-ghiera. Don Alberto viene accolto a Ghedi sabato 3 ottobre alle ore 18.30: chi vuo-le accompagnarlo, fa una cosa gradita. Auguri!

don Rosario

Il saluto riconoscente a don Alberto

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7Ottobre 2015

4549.Sono le messe che ho cele-brato dal giorno della mia ordinazione (14 giugno 2003) per mano del Vesco-vo mons. Giulio Sangui-neti. Dalla messa gli altri sacramenti: alcuni battesi-mi, molti matrimoni, tantis-sime confessioni, qualche unzione degli infermi, l’ac-compagnamento dei cresi-mandi.Voglio iniziare così il mio saluto alla comunità di Chiari, nella quale il buon Dio mi ha chiamato fino-ra a celebrare i suoi Miste-ri, e alla comunità di Ghe-di dove da oggi sono stato nominato. Questo medesi-mo saluto giungerà a voi, miei vecchi e nuovi com-pagni di viaggio, attraverso le pagine dei rispettivi bol-lettini parrocchiali “l’Ange-lo” e “Il Cammino”.Inizio dall’Eucarestia, che è “rendere grazie”, e dai Sacramenti perché credo che nulla sia stato né sarà mai un caso: ogni incontro, ogni esperienza, ogni istan-te… è tutto dono del buon Dio che si ostina a essere misericordioso e generoso con me e con voi, e di tan-ta bellezza Lo ringrazio.Chiari è stata la “cavia” dei primi passi del mio mi-nistero. Non tutti i giovani preti hanno avuto la mia stessa fortuna di avere ac-canto un parroco come don Rosario! Ho dato tut-to. Ho cercato di fare del mio meglio. Chiedo perdono per i miei sbagli. Spero che il buon Dio possa far crescere qualcosa di bello e a Lui gradito da quanto semi-nato. Nonostante la mia nota poca memoria, non di-menticherò le tante fami-

glie che sono diventate la mia famiglia: la preghiera, più che il telefono o il ve-dersi, sarà da ora in avanti il segno della durata della nostra amicizia.Ghedi mi ha già fatto sentire tutta la sua atte-sa... spero di non deluder-la! Porto con me un po’ di esperienza e di cicatrici in più. L’entusiasmo e le ener-gie sono le stesse. Ogni istante sarà per voi, ogni risorsa, ogni attenzione. Mi lusinga essere mandato nella parrocchia più gran-de della Diocesi di Brescia, come lo era Chiari dodici anni fa. Sono felice di po-ter ancora abitare l’Orato-rio: non c’è altro ambiente o forma pastorale che sen-ta più mia, che mi faccia sentire “a casa”. Mi rasserena avere un nuo-vo “padre”, don Gianma-rio, che mi ha visto cresce-re in seminario fin dagli anni del liceo classico. Rac-coglierò i numerosi frutti del mio predecessore don Giovanni, e cercherò di la-sciare ai ghedesi meno di-sastri di quelli goduti dai clarensi!Con questi sentimenti vi la-scio con la preghiera che ho scritto per la mia ordi-nazione, e che ogni giorno porto con me. A presto!

Ti rendo grazie, Dio delle misericordie, Padre e Figlio e Spirito Santo,per avermi da sempre chia-mato nella speranza di vita della mia famiglia,nella fede della comunità parrocchiale,nell’amore di chi hai voluto che incontrassi.Tutti ti affido, tutto ti rendo.Eccomi, avvenga di me se-condo la tua volontà.

don Alberto Boscaglia

Saluto di don Alberto

Con il trasferimento di don Alberto Boscaglia da Chia-ri a Ghedi il Vescovo Monsignor Luciano Monari ha assegnato alla nostra Parrocchia un nuovo curato, don Pierluigi Chiarini, che seguirà con particolare atten-zione la pastorale giovanile e familiare come Direttore del Centro Giovanile 2000.Don Pierluigi è nato a Brescia il 18 ottobre 1971 e la sua famiglia è di Castenedolo: è stato consacrato sa-cerdote l’8 giugno 1996. Ha svolto il ministero sa-cerdotale come curato prima presso la Parrocchia di Sant’Afra in città, dal 1996 al 2005, e poi a Roncadel-le dal 2005 al 2015, da cui giunge a noi il 10 ottobre 2015. Abiterà presso l’oratorio centro giovanile in via Tagliata 2.Si è sempre dedicato alla pastorale giovanile dell’ora-torio: ha accumulato un’ottima esperienza pastorale, ri-portando stima ed apprezzamento per la sua passione educativa. I giovani lo seguono e gli vogliono bene.La nostra comunità cristiana l’accoglie con grande gio-ia e riconoscenza; lo accompagniamo con la preghiera e la disponibilità. Don Pierluigi ha accettato volentie-ri questo suo nuovo compito nella nostra parrocchia e di questo gli siamo riconoscenti. Si occuperà in modo particolare della pastorale giovanile e delle famiglie, in riferimento soprattutto all’ICFR. A nome dell’intera comunità parrocchiale, dei sacer-doti e delle suore, porgo a don Pierluigi il più cordiale benvenuto e l’augurio di buon lavoro!

don Rosario

Benvenuto a don Pierluigi Chiarini

La redazione e i collaboratori del bollettino parroc-chiale ringraziano e salutano don Alberto, con cui hanno condiviso un lungo cammino e si augurano di averlo sempre tra i più affezionati lettori.

Redazione dell'Angelo

dodici anni insieme

Messa celebrata col gruppo di Santiago a Finisterre (3 settembre)

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Presbiteriodella Comunità

Parrocchialedi Chiari

Mons. Rosario VerzelettiVia Morcelli, 7030/711227

don Pierluigi ChiariniVia Tagliata, 2339 2110181

don Fabio MottinelliVia Garibaldi, 5 030/711136

don Giovanni AmighettiP.zza Zanardelli, 2328 1416742 030/7000667

don Stefano AlmiciP.zza Zanardelli, 2340 3111363

don Angelo PiardiV.le Mellini tr.I, 2030/7000930

don Mario RusichVia De Gasperi, 18030/711372

don Serafino FestaP.zza Zanardelli, 2030/7001985

don Giuseppe VerzelettiViale Mellini, trav. I, 2 335 308976

Ufficio Parrocchiale030/7001175

Centralino CG2000030/5236311

don Daniele CucchiVia Palazzolo, 1030/7006806

don Enzo Dei CasVia Palazzolo, 1030/712356

don Luca PozzoniVia Palazzolo, 1335 7351899 030/7000959

CEntRALInoCURAzIA S. BERnARDIno

030/7006811

Carissimi, mi presento:sono don Pierluigi Chiari-ni e sono sacerdote da 19 anni. Lo scorso 22 luglio, il vicario generale di Brescia, a nome del nostro Vescovo Luciano, mi ha nominato curato di Chiari nel Centro Giovanile 2000. Porto con me l’esperienza di anni vis-suti in oratorio tra la cate-chesi, i Grest, i Campiscuola trascorsi tra lavori di gruppo e scalate in montagna per sentire ancor più la vicinan-za alle bellezze del creato, nonché le numerose iniziati-ve di aggregazione.Vengo nella comunità di Chiari con semplicità e con l’entusiasmo di chi viene mandato nel nome del Si-gnore e vengo nella comu-nità di Chiari per imparare, perché mi sono reso conto che in tutte le comunità in cui ho prestato servizio, pri-ma per nove anni a S. Afra a Brescia e poi per dieci anni a Roncadelle, ho rice-vuto molto sia in termini di collaborazione sia in termi-ni di vicinanza, fisica e spiri-tuale. Ma, nonostante il fat-to che le parrocchie in cui ho prestato servizio siano ricche di attività impegna-tive, non nascondo di pro-vare, nel mio cuore, qual-che timore perché mi rendo conto che Chiari è un’av-ventura sicuramente interes-sante ma nel contempo im-portante: l’oratorio grande e nuovo, volti e storie da co-noscere, iniziative notevoli.Spero, per quanto possibile, di riuscire a dare il meglio di me stesso, cercando di esse-re come un vetro che lascia trasparire la figura di Cri-sto. Spero di essere un buon pastore e una buona gui-da spirituale per i piccoli, gli adolescenti e per i giovani.

Desidero sostenere sempre più i volontari del CG2000, che già da ora ringrazio per il loro lavoro svolto in que-sti anni con l’auspicio che continuino con tanta gene-rosità…Nella mia esperienza ho sempre incontrato sacerdoti disponibili e attenti alla col-laborazione e sono convinto che anche a Chiari ci aiute-remo a vicenda nella gioia dell’ascolto e della condivi-sione.C’è una storia di Bruno Fer-rero che mi piace partico-larmente raccontare perché racchiude il mio program-ma di azione in oratorio:Tanto tempo fa, c’era un uomo che da anni cercava il segreto della vita. Un gior-no, un saggio eremita gli in-dicò un pozzo che posse-deva la risposta che l’uomo così ardentemente cercava.L’uomo corse al pozzo e pose la domanda: “C’è un segreto della vita?”. Dalla profondità del pozzo echeg-giò la risposta: “Vai al cro-cicchio del villaggio: là tro-verai ciò che cerchi”. Pieno di speranza, l’uomo obbedì, ma al luogo indicato trovò soltanto tre botteghe: una bottega vendeva fili metal-lici, un’altra legno e la ter-za pezzi di metallo. Nulla e nessuno in quei paraggi sembrava avere a che fare con la rivelazione del segre-to della vita. Deluso, l’uo-mo ritornò al pozzo a chie-dere una spiegazione. Ma il pozzo gli rispose: “Capirai in futuro”. L’uomo protestò, ma l’eco delle sue proteste fu l’unica risposta che otten-ne. Credendo di essere sta-to raggirato, l’uomo riprese le sue peregrinazioni. Col passare del tempo, il ricor-do di questa esperienza sva-

nì, finché una notte, men-tre stava camminando alla luce della luna, il suono di un sitar (lo strumento musi-cale dell’oriente) attrasse la sua attenzione. Era una mu-sica meravigliosa, suonata con grande maestria e ispi-razione. Affascinato, l’uomo si diresse verso il suonatore; vide le sue mani che suona-vano abilmente; vide il sitar; e gridò di gioia, perché ave-va capito. Il sitar era compo-sto di fili metallici, di pezzi di metallo e di legno come quelli che aveva visto nel-le tre botteghe al crocicchio del villaggio e che aveva giudicato senza particolare significato.Desidero profondamen-te costruire con tutti quan-ti gravitano nel CG2000 un clima familiare e di unità, vivere in un ambiente in cui tutti, seppur diversi, possa-no comprendersi e colla-borare dando vita, ognu-no con il proprio strumento musicale, a dolci armonie per la comunità.Come San Paolo ci propo-ne “Al di sopra di tutto ci sia la carità” e come insiste nel-la lettera ai Colossesi “Ab-biate i medesimi sentimen-ti”. Solo uniti possiamo fare grandi cose.Spero di conoscere presto i vostri nomi e volti, i vostri vissuti per poter condividere la stessa strada verso il Si-gnore.A presto

don Pierluigi

Con semplicità ed entusiasmo, per imparare

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9Ottobre 2015

23 agosto 2007. Quel gior-no il tempo non era dei migliori. Venivo via dalla casa dei salesiani di Arese. Durante il viaggio, strana-mente silenzioso per me, penso a quello che mi ca-piterà, alla nuova obbe-dienza: incaricato dell’ora-torio di Chiari. Tanta roba fess! Entro nel cortile da-vanti a San Bernardino e mi faccio vedere in por-tineria, dico chi sono e il cancello si apre. Entro con il furgone dove c’è tutta la mia roba. Subito vengo ac-colto con un: benvenuto a Chiari. Inizio a scarica-re scatole e valigie. Parlo con don Mino per sapere un po’ dell’ ambiente, del-le persone, delle iniziati-ve. Comincio a conoscere i primi ragazzi, a rendermi conto degli ambienti. Chia-ri è una comunità com-plessa perché c’è anche la scuola, dove dovrò anche insegnare. Mi guardo intor-no e mi dico che questa è casa mia, qui devo abitare, qui devo essere salesiano e prete, con la gente che la Provvidenza mi ha donato. Qui devo essere strumen-to dell’ amore di Dio per i ragazzi e le famiglie che varcheranno il cancello di Samber… e sono passati otto anni: intensi, belli, dif-ficili, complicati, esaltanti e duri. Oggi l’obbedienza religio-sa mi chiama in un altro oratorio salesiano, a Son-drio in Valtellina. Inizio una nuova avventura, ma for-te dell’esperienza di Chia-ri. Non è sempre semplice lasciare affetti, persone e luoghi. Durante la teolo-gia mi hanno insegnato le “basi teoriche” necessa-rie a fare il prete; a esser-lo l’ho imparato a contatto

con la gente, nelle relazioni con le persone, nel metter-si a disposizione, nel capi-re le situazioni, nel valuta-re quando tacere o parlare, quando intervenire o sta-re fermi. Sono stato bene a Chiari, perché mi sono sentito sempre accolto e mai giudicato, apprezzato e mai denigrato. Ho sem-pre maturato una consa-pevolezza: non si può pia-cere a tutti come non si può essere amici di tutti; per questo ho sempre cer-cato di essere in buona ar-monia con tutti, di avere rapporti umani sereni. Un prete dovrebbe essere sem-pre pronto a imparare dal-le persone che gli vivono intorno e la gente pronta a ricevere quanto il don gli dirà. In questi ultimi gior-ni di saluti e di auguri era-no tre le parole che più ri-correvano nelle persone: grazie, condivisione e amicizia. Mi sento di dire grazie a tutti quelli che ho incontrato in questi anni, per la loro parola, vicinan-za e attenzione. Mi piace-va molto, quando andavo per le strade di Chiari, es-sere salutato, fermarmi a chiacchierare o bere qual-cosa. Grazie perché ognu-no ha arricchito il mio es-sere sacerdote e salesiano a favore dei ragazzi. Inoltre in questi anni si è condi-viso tanto: tanti momenti, esperienze, attività. Sono entrato nella vita di tanta gente, nei loro rapporti, nel loro vissuto quotidiano. Ho pianto e riso; mi sono ar-rabbiato ed ho esultato; ho consigliato e consolato. Tante cose che sono ac-cadute sono un bagaglio umano grande per conti-nuare ad essere vicino alla gente. E infine ho trova-

to tanti amici con cui si è camminato; a volte si cor-reva e ogni tanto bisogna-va rallentare; non è stata un’amicizia di facciata o di circostanza, ma vera ed autentica. Non si può vive-re con le persone in manie-ra superficiale. Certo non avrà avuto sempre la stessa intensità, ma è stata fonda-mentale per costruire insie-me. L’oratorio non è solo di chi vanta una lunga tra-dizione di appartenenza, ma di chi gli vuole bene, perché è alle persone che bisogna volere bene. Que-sto ho sperimentato in otto anni: si cammina e si cre-sce insieme e gli incidenti di percorso devono rende-re più forti; ho trovato gen-te che mi ha voluto bene per quello che ero e ha sa-puto compatire i miei errori e le mie debolezze; gente che mi ha educato e tirato le orecchie, che mi ha so-stenuto e consigliato. Ora tutto è nelle mani di Dio che saprà trarre il bene da quello che ho cerca-to di fare. A Chiari sono stato proprio bene e cosi sarà sicuramente a Son-drio. Concludo con questa riflessione: il Signore non manda mai le persone che uno vuole, ma quelle che servono. Il servizio è per il regno di Dio e per le per-sone. Grazie ancora a tutti e che Dio vi benedica.

don Luca

Saluto di don luca

le nostre trasmis-sioni registrate ne-gli studi della radio

DOMENICAIl Clarondino

ore 12.15

Repliche alle ore 17.00 e alle ore 19.15

il lunedì alle ore 10.00

LUNEDì Lente di

ingrandimentoore 18.00

Repliche alle ore 19,15 il martedì alle ore 10.00

MARtEDìChiari nei quotidiani

ore 18.00

Repliche alle 19.15il mercoledì

alle ore 10.00

MERCOLEDì Voglia di libri

ore 18.00

Repliche alle ore 19.00 il giovedì alle ore 10.00

GIOVEDìL’erba del vicino

ore 18.00 (quindicinale)

E adesso musicaore 18.00

(quindicinale)

Repliche alle 19.15il venerdì alle ore 10.00

VENERDìChiari nei quotidiani

ore 18.00

Repliche alle ore 19.15 il sabato alle ore 10.00

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Sempre nella Curazia, sia-mo in attesa che giun-ga don Enzo Dei Cas che prenderà il posto di don Giuseppe Zucchelli, ora a Treviglio, nella cura pasto-rale della zona di San Ber-nardino, dopo essere stato direttore nell’opera di Son-drio.Dopo tutto questo seguirsi di nomi e compiti non resta che accompagnare con la preghiera quanti in questi anni si sono spesi nel servi-zio dei giovani e della po-polazione che ruota attor-no al “Samber” secondo lo

spirito salesiano e li ringra-ziamo per tutto il bene fat-to, augurando loro di con-tinuare ad essere, nei luo-ghi in cui l’obbedienza li ha destinati, come figli di don Bosco, testimoni dell’amore di Dio ai giovani.Da parte mia, a nome di tutti i “nuovi” confratelli, ringrazio tutti i clarensi, di nascita e di adozione, per la bella accoglienza e la vi-cinanza affettiva: dovendo passare di opera in ope-ra, è bello sentirsi sempre a casa.

don Daniele Cucchi

Durante tutta l’estate si sono rincorse molteplici voci, alcune ufficiali altre ufficiose, di cambiamen-ti all’interno della comuni-tà salesiana di San Bernar-dino: il nuovo anno è or-mai avviato ed ecco che le notizie si fanno più sicure e, anche se manca ancora qualche tassello, tutto è de-finito.Don Piergiorgio Placci è stato destinato alla bel-la opera salesiana di For-lì come direttore e per ri-coprire lo stesso ruolo qui a Chiari, presso l’Istituto Salesiano San Bernardi-no, l’ispettore ha manda-to me, don Daniele Cuc-chi, con aggiunto il com-pito di preside della scuola secondaria di primo grado (ex scuola media), affida-to precedentemente a don Stefano Mascazzini, inviato nella grande scuola media salesiana di Sesto San Gio-vanni.Ma le novità non sono fi-nite qui, perché per dare man forte alla scuola me-dia con la sua esperienza è giunto anche don Raffa-ele Galli, già stato a Chiari molti anni fa quando, gio-vane chierico, si era alla fine degli anni ’60, prestava

il suo servizio nel nascen-te oratorio “Samber”: avrà il compito di catechista dei ragazzi e delle ragazze della scuola media, impegno de-licato e importante, perché, come diceva don Bosco, i salesiani devono adoperar-si a “fare buoni cittadini in questa terra, perché siano poi un giorno degni abita-tori del cielo”.La comunità si arricchi-sce anche della presenza di don Giovanni Battista Bo-sco che, già ispettore del-la Ispettoria Lombarda nel sessennio 1981-1987, por-ta a Chiari la sua cono-scenza del carisma salesia-no e della Congregazione e la sua esperienza anche nel campo dell’editoria, aven-do ricoperto anche per di-versi anni l’incarico di di-rettore dell’LDC.Altre novità toccano diret-tamente la Curazia; infat-ti don Luca Castelli, dopo 8 anni di servizio a “Sam-ber”, è stato destinato all’o-ratorio di Sondrio e al suo posto è arrivato don Luca Pozzoni… di Luca in Luca: forse in pochi se lo ricorde-ranno, ma don Luca è uno dei quattro sacerdoti sale-siani ordinati nel Duomo di Chiari nel giugno del 2002.

Nuovi arrivi nella Comunità Salesiana

Ha compiuto 95 anni lo scorso 7 settembre, è sa-cerdote da 72 anni e di questi ne ha passati 45 con noi clarensi. Non c’è nessuno a Chiari che non gli voglia bene e non abbia il piacere di rivolgergli un grazie e i più cari e sentiti auguri.

Auguri don Mario

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11Ottobre 2015

Don Federico Lorini era nato a Chiari il 31 agosto 1929 ed è mancato il 15 luglio scorso, quasi ottanta-seienne. Ordinato sacerdo-te alla fine del 1953, è stato vicerettore del Seminario, curato a Roè Volciano, cu-rato a Lumezzane San Se-bastiano, parroco a Lumez-zane Fontana. Dal 1976 al 2001 è stato missionario in Burundi, quindi vice parro-co a Erbusco, di nuovo in Burundi dal 2003 al 2007. Negli anni scorsi è vissuto per qualche tempo a Chia-ri; ha trascorso gli ultimi giorni presso la Casa di Ri-poso dei sacerdoti a Ga-vardo.Fin qui le notizie desun-te dall’annuario ufficiale diocesano, ma, per meglio raccontare la sua vita, ci aiutiamo con un suo arti-colo pubblicato sul nostro bollettino nel settembre 1998, che è anche un gu-stoso quadretto di antica clarensità.

Sono nato del 1929 al Mu-radello, poi ho sempre abi-tato in Chiari città (per di-stinguerla da Chiari cam-pagna, così si diceva una volta), in via Morcelli e in via Cortezzano dove sono morti i miei genitori: Pao-lo Lorini e Maria Pensa. Ho frequentato l’asilo Mazzot-ti Biancinelli con le suore canossiane: madre Annet-ta, Gina, Elisa, Angiolina. Poi le elementari in piaz-za Rocca: la prima e la se-conda con la maestra Ma-luida Accorsi, la terza con il maestro Pietta, la quar-ta e la quinta con il mae-stro Chiari. La prima gin-nasio a San Bernardino e poi tutti gli altri anni di stu-dio al Seminario Vescovile

di Brescia. Monsignor An-gelo Zanetti è mio compa-gno di classe e di Messa ed io sono molto contento e orgoglioso che sia diventa-to il mio Prevosto! Parroco del mio sacerdozio è stato monsignor Enrico Capret-ti. I padrini della mia prima Messa l’ingegner Gian Gia-como Barcella, mio bene-fattore, e mio cugino Gino Lorini, impiegato all’Ufficio Imposte e soprannomina-to “sempre bello”… Ricor-do con gratitudine i sacer-doti della mia infanzia: don Liotti, Cenini, Rizzi, Ranti-ni, Bettari, Bosetti, Moletta, Vesconi, Lebini, Antomelli, testa, Grazioli, Pozzi, Mo-nolo, Funazzi…Ricordo i miei compagni di scuola: tarcisio Batti; Salvoni, il figlio del posti-no; Piantoni; Martelengo; Mercandelli; Ebranati, così bianco di carnagione; tullio Venere, il figlio del dottore. La sua mamma, che ricor-do come una bella signora, mi invitava spesso a fare i compiti con il figlio, ed io ci andavo volentieri: mi pia-cevano l’appartamento, la pulizia, i modi gentili e l’im-mancabile merenda… che a casa mia non avrei certo potuto avere.Ricordo che per alcu-ni anni, quando ne avevo otto, nove, dieci, tutte le mattine andavo a servire la Messa all’ospedale, nella cappella delle Suore Ancel-le della Carità. Erano tan-te… una trentina: la Messa iniziava alle sei in punto ce-lebrata dal cappellano don Abramo Rantini. Un bel sa-crificio, se si pensa che do-vevo alzarmi almeno alle cinque e mezzo, poi di cor-sa da via Morcelli. Pioggia, neve, freddo… ma in fon-

do ne valeva la pena: ol-tre al Sacrificio Eucaristico c’era una calda ed abbon-dante colazione. E così, co-lazione da una parte, me-renda dall’altra, il problema dell’autarchia era in parte risolto.

A quarantacinque anni, nel 1974, don Federico fece un viaggio in Africa e di quei posti s’innamorò: capì che quella era la sua casa. Lo chiamavano padre “Buciu-mi”, che significa “decimo”, in quanto era stato il deci-mo padre bresciano a rag-giungere quella terra. Man-tenne stretti rapporti con Lumezzane e i lumezzane-si, dai quali aveva preso la voce ruvida e l’intonazio-ne aspirata; molte delle sue iniziative missionarie pote-rono essere realizzate grazie ai contributi generosi dei suoi ex parrocchiani.In missione fu prima di tut-to sacerdote, facendo co-noscere la Parola, celebran-do la Santa Messa, ammi-nistrando i Sacramenti. Fu educatore: animò il cate-chismo, i gruppi ecclesia-li, lo sport. Fu un grande e appassionato allenatore di calcio. Fu testimone di ca-rità in luoghi dove di cari-tà c’era - e c’è ancora - un grande bisogno: aiutò i po-veri, gli ammalati i profughi in condizioni che noi, cit-tadini dell’occidente, nem-

meno immaginiamo. Con-tribuì con il suo impegno alla costruzione di chiese, scuole, ospedali. Invitò i pensionati bresciani - fale-gnami, elettricisti, muratori, medici, insegnanti… - a of-frire alle Missioni parte del loro tempo e dell’esperien-za accumulata in anni di la-voro. In molti accolsero il suo invito.Quando dovette ritorna-re in Italia, obbedì di buon grado, nonostante il suo cuore fosse rimasto in quel-le terre. «Anche Brescia, dopotutto, è terra di missio-ne» disse.Le sue spoglie riposano nella tomba dei sacerdoti, nel nostro camposanto.Ringrazio la signora Fran-ca Lorini, sorella di don Fe-derico, per avermi messo a disposizione il materiale con cui stendere questo ri-cordo.

Roberto Bedogna

ricordo di don Federico

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Anche quest’anno l’estate ha riservato una splendi-da esperienza ai nostri lupetti del branco “Mowgli” del gruppo scout di Chiari: complici il bel tempo ed il luo-go immerso nella natura che hanno permesso il rego-lare svolgersi delle attività, durante questa settimana di campo estivo, iniziato il 23 agosto e terminato il 28, i nostri bambini hanno dato l’impressione di essersi di-vertiti un mondo! La località presso cui eravamo è la valle delle cartie-re, poco sopra Toscolano sul Garda, un luogo escur-sionisticamente interessante per la presenza di edifici di vecchie cartiere ormai abbandonate, da cui il nome della valle. Siamo stati ospitati presso la casa scout in gestione all’associazione “Amici di Luseti”, situata proprio in prossimità del ruscello che percorre la valle, nel qua-le ci siamo potuti rinfrescare e divertire durante i giorni più caldi. Le diverse attività che abbiamo svolto sono state am-bientate nel mondo del cartone animato “Le follie dell’imperatore”: giochi, lavoretti, scenette, tutto era calato nell’avventurosa storia dell’imperatore Cuzco e dei suoi amici, così che persino le montagne della val-le nell’immaginazione sono diventate uno scenario pe-ruviano. Ai momenti di gioco si sono alternati anche momenti di riflessione, di catechesi e di preghiera, e la chiesetta situata a pochi passi dalla casa, dove abbiamo anche celebrato la Messa grazie a don Fabio che ci è venuto a trovare, ha permesso di creare un clima particolare di raccoglimento. La giornate sono state scandite anche da turni e mo-menti dedicati ai servizi fatti dalle diverse sestiglie, come mantenere il luo-go pulito, apparecchiare e servire a tavola, preparare le catechesi e organizzare il momento serale insieme (il “fuoco di bivacco”) con canti, scenette e giochi. È stata veramente una buona caccia per il bran-co Mowgli, e siamo sicuri che questa esperienza ab-bia lasciato molte cose po-sitive a chi vi ha partecipa-to, cosicché nasca sempre il desiderio di una nuova avventura insieme ai pro-pri amici del branco.

Babbo Lupo

Vacanze di branco: Branco Mowgli

Ero tristissima prima di partire, pensavo “il mio ultimo campo estivo di 7 giorni a Piazzole? Sarà orribile!!”, ma già dal primo giorno mi sono dovuta ricredere. Certo il luogo non era dei migliori, ma abbiamo sfruttato il tempo al meglio e ogni giorno era un concentrato di divertimen-to. Riconosco che ci sono stati pochi momenti di tempo libero e di pausa, ma in fondo anche la fatica, se condi-visa, è più leggera… certo che ci si lamenta a camminare

con lo zaino sulle spalle, magari anche in salita, ma alla fine, di quei momenti stancanti, si ricordano le risate, le canzoni cantate e la soddisfazione che si prova una volta giunti alla meta.Adoro gli scout, è tutto diverso… si vivono esperienze nuove, si conosce altra gente e si impara che stare insie-me è molto meglio che stare da soli, che condividere non è sprecare ciò che si ha ma farlo fruttare, che mettersi in gioco non è faticare, ma migliorare se stessi e soprattut-

Campo estivo 2015Piazzole (Gussago BS) 18 - 25 luglio

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13Ottobre 2015

to che è aiutando gli altri che si trovano veri amici, per-ché far sorridere qualcuno è uno dei regali più belli che si possano fare.Ricorderò sempre con nostalgia le serate intorno al fuoco e le notti in tenda, dove qualsiasi foglia che si muove si trasforma in un cinghiale pronto a caricarci…È stato bellissimo questo campo, più degli altri secondo me, perché l’ho vissuto molto intensamente. In ogni gio-co ho messo il mio entusiasmo e ho cantato ogni canzo-ne a squarciagola (povero Reparto costretto a sentirmi!). Certo si vivono anche dei momenti spiacevoli, ma nessu-no di questi mi farà mai cambiare idea sullo scoutismo.Con questo articolo voglio anche salutare il Reparto e ringraziarlo per le esperienze vissute insieme; mi rattri-sta un po’ il pensiero di passare, spero che noi dell’ultimo anno vi mancheremo almeno un pochino…

Simona - Airone Altruista

È Il 2 agosto e i lupetti del branco Fiore Rosso sono pronti per partire verso l’avventura accompagnati da Akela e Ba-gheera e due strani personaggi: Tullio e Miguel. Dopo un lungo viaggio in treno, e dopo aver attraversato la laguna di Venezia, approdiamo su un’isola, la base scout di Maz-zorbetto, che sarà la nostra casa per la prossima settima-na. Con la mappa di Tullio e Miguel si va in esplorazione di tutti i luoghi della piccola isola, i nostri lupetti sono proprio arrivati a El Dorado! In questo campo il branco ha dovu-to mostrare tutto il suo coraggio e la sua forza. “La forza del branco è nel lupo, la forza del lupo è nel branco”, si dice nella nostra giungla, e tutti insieme abbiamo dato del no-stro meglio durante tutte le sfide incontrate nella settimana. Ci sono state, ad esempio, le lupoliadi, una gara di velocità con ostacoli e prove fisiche, indette dal capo villaggio di El Dorado, ma la cosa più bella, e che tutti aspettavano, era... la canoa!Babbo Lupo, esperto di canoa, ha spiegato a tutto il branco

la strada per… El dorado

come si sale e si scende, come si usano le pagaie e le regole di sicurezza: non vediamo l’ora di provare! Ma prima, piccola dimostrazione a terra! È il momento di salpare, e fatti gli equipaggi con un vecchio lupo al timone, si parte per un breve giro attorno all’isola! Fati-coso sì, ma anche molto bello! Il branco è entusiasta di questa esperienza, ma non sa che è solo l’inizio, un’al-tra grande sfida li attende.Nuovi equipaggi e una lunga fila di canoe; si parte alla volta di Torcello passando per i canali, sotto i ponti, in mezzo alla natura, fino ad arrivare in un luogo adat-to per posare le canoe. Esploriamo il luogo in cui sia-mo arrivati, ma dopo poco non possiamo resistere e ci stendiamo all’ombra in un prato per mangiare il nostro pranzo, è stata un’andata molto faticosa! È in questo meraviglioso parco che si fa il salto di Ake-la! Qualcuno ha paura, qualcuno dimostra le sue doti atletiche nascoste, qualcuno si lancia senza timore, ma anche questa prova è andata, ora bisogna solo tornare alla nostra base. Giubbini salvagente addosso, pagaie in mano e tutti in canoa. Il viaggio di ritorno è più fati-coso, siamo più stanchi, ma tutti hanno dato prova del loro coraggio, mettendo in pratica gli insegnamenti dei giorni precedenti e pagaiando senza timore. Non è sta-ta una sfida facile questa, ma con la gioia che il branco sa trasmettere tutto diventa più raggiungibile!Dopo tutta questa fatica il giorno seguente si va tutti al mare! Una giornata di “relax” meritata, dove ci si diver-te tutti a giocare in acqua, dai più piccoli ai vecchi lupi.È stato un campo pieno di sfide anche per Tullio e Mi-guel che, con l’aiuto del branco, hanno salvato El Do-rado dall’arrivo dei conquistatori, rinunciando a tutto l’oro, perché si sa, e il branco lo sa bene, l’amicizia è la ricchezza più importante!

Bagheera

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Ottobre 201514

C’è chi cammina perché fa bene e glielo ha detto il dottore, chi cammina per perdere peso, chi cammina per scaricare lo stress, chi cammina per ritrovare se stesso… e c’è chi cammi-na perché sta compiendo un pellegrinaggio. Sulla via del Cammino di Santiago di Compostela ci sono tutte queste modalità di cammi-nare e sicuramente anche qualcosa di più.Il Centro Giovanile 2000, ad inizio 2015, ha deciso che per la fine estate si po-teva lanciare la proposta di un pellegrinaggio, della durata di una settimana, a Santiago de Compostela, percorrendo gli ultimi 120 Km del Cammino france-se. Il Cammino francese è il più conosciuto e frequen-tato, parte da Saint Jean Pied de Port (Francia) e ar-riva a Santiago de Com-postela dopo 780 Km ed è quello che sin dal medioe-vo continua ad essere per-corso da milioni di pelle-grini. Naturalmente la mo-dalità proposta dal Cen-tro Giovanile 2000, pur lasciando aperta a tutti la possibilità di partecipare, è stata quella del pellegri-naggio. La definizione di pellegri-naggio indica “… un parti-colare tipo di viaggio, l’an-dare finalizzato, in genere lungo percorsi prestabiliti. Il tempo dedicato al pelle-grinaggio si traduce in un tempo che l’individuo stral-cia dalla continuità del tes-suto ordinario della pro-pria vita (luoghi, rapporti, produzione di reddito), per connettersi al sacro”. Il pellegrinaggio è stato preparato con alcuni in-contri durante la primave-

ra/estate che, oltre a forni-re le informazioni tecniche, hanno creato affiatamen-to nel gruppo e condiviso tramite don Alberto alcuni momenti di riflessione.L’adesione a questa ini-ziativa è stata davvero in-teressante (49 persone) e inaspettatamente variega-ta: famiglie con figli, cop-pie, singole persone, amici, comprendendo una fascia d’età dai 7 ai 65 anni. Tutti con il desiderio di provare l’esperienza del-la fatica, del distacco dal superfluo, del ritorno alla semplicità e della condi-visione con tante perso-ne che non si conoscono e che arrivano da ogni parte del mondo.L’obiettivo finale di rag-giungere a piedi Santiago de Compostela, visitan-do la tomba di San Giaco-mo, è stato solo il premio di una settimana che ha ri-portato davvero le perso-ne ad una dimensione più umana e in cui le occasio-ni di incrociare situazioni di spiritualità intensa sono state abbondanti. Una set-timana dove anche il non

misurare il tempo, che ci rende spesso così schiavi, ha donato più serenità.Abbiamo camminato at-traversando paesi, boschi, campagne. Abbiamo in-contrato pellegrini di ogni nazionalità e conosciuto la disponibilità e l’accoglien-za della gente della Galizia. Abbiamo condiviso la fati-ca, qualche vescica ai pie-di, le notti negli ostelli e i momenti di ristoro. Abbiamo superato colline e bagnato i piedi nell’ocea-no Atlantico dove, da mol-ti secoli, i pellegrini hanno compiuti i nostri stessi ge-sti. Abbiamo celebrato la messa su questa spiaggia accompagnati dalla sceno-grafia di un tramonto me-raviglioso, inequivocabile segno della presenza di Dio nel dono della natura che ci ha fatto.Abbiamo visitato la tom-ba di San Giacomo, meta del cammino e gratificazio-ne per tutti gli sforzi com-piuti, condividendo la gio-ia di arrivare nella piazza dell’Obradoiro antistante la cattedrale con altri gruppi di pellegrini che cantava-no per la gioia della meta raggiunta. Abbiamo ab-bracciato (come vuole la tradizione) la statua di San

Giacomo, affidando a lui le nostre intenzioni. Abbiamo partecipato alla messa del pellegrino nella cattedrale di Santiago de Composte-la, concelebrata, oltre che dal nostro don Alberto, da sacerdoti provenienti dal-la Spagna, Stati Uniti, Ger-mania e Corea. Abbiamo ritirato la Com-postela, il documento re-ligioso redatto in latino ri-lasciato dall’autorità eccle-siastica che certifica il com-piuto pellegrinaggio alla tomba di San Giacomo.Abbiamo, insomma, vissu-to un’esperienza che può dirsi davvero unica. Come spesso qualcuno dice, il Cammino di San-tiago comincia al ritorno. Si ritorna più tolleranti, più essenziali, con il cuore e lo spirito più leggeri. Chi ha partecipato a que-sto pellegrinaggio sa bene di non poter spiegare fino in fondo l’essenza del cam-mino di Santiago de Com-postela, e tanto meno lo possono spiegare queste poche righe. Pertanto non ci resta che invitare, chiun-que possa, a provare que-sta bella e intensa espe-rienza, augurando a tutti Buen Camino.

Alessandro Beletti

Il segno di Santiago

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15Ottobre 2015 15

Dopo la pausa estiva Youmore Morcelli Giovani è pronta a condividere le sue proposte e ad offrire corsi di diverso genere: riprendono alla grande tutti i progetti nazionali per il 2015-2016. L’equipe educativa ha calibrato le attività formulate con iniziative su misura per le mol-te richieste pervenute al front office di Via San Sebastiano,1 a Chiari.

Corsi di lingue inglese e russoVisto il successo dell’anno scorso per i corsi di lingue per adulti, i corsi vengono rivolti anche ai ragazzi del-le elementari, delle medie e agli adolescenti. I corsi sono ripresi lunedì 28 settembre e saranno di dodici lezio-ni settimanali. A conferma dell’apprezzato livello di-dattico dell’iniziativa hanno già confermato la presen-za quasi tutti i partecipanti dell’edizione 2014-2015 dei corsi di lingua inglese e rus-so per adulti, oltre ai nume-rosi nuovi iscritti.

Il corso di inglese per adulti è in programma mercoledì o giovedì dal-le 20.30 alle 22.00 ed è organizzato dalle insegnan-ti Justina Krauledaité, che gestisce il corso di conver-sazione in lingua, e Sona Arevshatyan che si occupa delle lezioni di apprendi-mento grammaticale.

Il corso di russo per adulti è coordinato dall’insegnante Uliana Bychkova ed è previsto il lunedì dalle 20.30 alle 22.00.

novità di quest’anno, come già accennato in pre-cedenza, sono i corsi di inglese per studenti di elementari, medie e adole-scenti tenuti dalle medesi-me insegnanti. Per le elementari (classi terze, quarte e quinte) il corso di inglese è in programma:il lunedì dalle 16.30 alle 17.30,per le medie il lunedì o il mercoledì dalle 17.30 alle 18.30,per gli adolescentiil mercoledì dalle 16.30 alle 17.30.I nuovi corsi di inglese per bambini, ragazzi e adole-scenti si propongono di agevolare l’esecuzione dei compiti scolastici e di favo-rire negli allievi la scioltez-za linguistica, una migliore pronuncia e un approfon-dimento grammaticale at-traverso conversazioni con le insegnanti madrelingua.

Musical Lab – Ballo espressivo per tuttiNella sala di “espressio-ne corporea” del CG2000 si svolgono i corsi di ballo espressivo con l’insegnante

Uliana Bychkova. Danze tradizionali, balli moderni e contemporanei, teatro e recitazione sono proposti con tecniche innovative di espressività corporea adeguate ad ogni età. Le lezioni, della durata di un’ora, si tengono il mar-tedì alle 16.30 per le me-die, alle 17.30 per gli adolescenti e alle 18.30 fino alle 19.30 per gli adulti.

Corsi per bartender, tecnico del suono e Bottega d’ArteEntro i primi di ottobre è possibile iscriversi anche ai nuovi corsi per bartender, tecnico del suono e alla Bottega d’Arte.

Bottega d’Arte Si svolge il sabato dal-le 16.00 alle 18.00 ed è aperta alla partecipa-zione di adulti e ragazzi in presenza di affermati ar-tisti clarensi, che ricreano l’ambiente delle botteghe medievali a fianco degli al-lievi. L’appuntamento settima-nale permette ai giovani di accostare diverse tecni-che pittoriche (acquarello, tempere grasse, magre e all’uovo), di sperimentare vari supporti (carta, legno,

tela, muro), di apprendere tecniche differenti di dise-gno (illustrazioni per libri, fumetti, cartoni preparatori di affreschi) e realizzare so-luzioni pittoriche dal trom-pe l’oeil al paesaggio, dal-la natura morta al ritratto, dalle vetrate alle icone.

Bartender Il corso per formare ope-ratori del bar si svolge per due gruppi di dieci iscrit-ti ciascuno ed in sei lezio-ni per ragazzi dai 16 ai 20 anni (primo gruppo), in die-ci lezioni per giovani over 20 (secondo gruppo). Ogni lezione ha una durata di due ore il mercoledì sera.

tecnico del suono Per formare giovani addetti al mixer sono in program-ma due ore di lezione il mercoledì sera a partire dal mese di ottobre: il gruppo formativo è composto da 5/6 iscritti per assicurare una specifica attenzione in-dividuale a ciascun parteci-pante con verifica dell’ap-prendimento tecnico.

Cosa aspetti?!Youmore Morcelli GiovaniVia San Sebastiano, 1 [email protected].

Uliana Bychkova

ripartenza dei progetti nazionali

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Ottobre 201516

Kairòs (καιρός) è una paro-la che in greco significa mo-mento giusto, opportu-no. Gli antichi greci usava-no due termini per definire il tempo: kronos si riferisce al tempo che scorre, kai-ròs significa “un tempo nel mezzo”, un tempo nel quale “qualcosa” di speciale acca-de. Mentre kronos è quanti-tativo, kairòs ha una natura qualitativa. Indica il tempo opportuno, la buona occa-sione, il momento propizio.Sotto il buon auspicio di kairòs è nata l’idea dell’as-sociazione. Un gruppo di persone che nel tempo ha condiviso un cammino di crescita umana e professio-nale ha deciso di mettere in gioco in modo nuovo le sue passioni, idee e competen-ze. È un percorso che inizia con il desiderio di incontra-re altre persone all’insegna della condivisione di idee e progetti a sostegno dei bambini, dei giovani e delle loro famiglie.Kairòs è stato, per i soci fon-datori e per un gruppo di persone che condivideva-no uno stile di attenzione ai bisogni educativi della no-stra città, una grande scom-messa. L’associazione, nata nell’ot-tobre 2013, non ha scopo di lucro e svolge attività di utilità sociale a favore degli associati e di terzi. Persegue le seguenti finalità educative, culturali e sociali rivolte ad ogni fascia di età: - promuove attività ludi-co-educative, creando uno spazio alternativo per la pri-ma infanzia - dà sostegno alle famiglie e alle funzioni genitoriali- promuove iniziative di for-mazione e informazione - è osservatorio attivo di bi-sogni ed esigenze territoriali

- offre opportunità di cre-scita e apprendimento per favorire lo sviluppo globale delle persone - svolge lavori di rete e di collaborazione con le asso-ciazioni territoriali- promuove un movimento di idee in ambito culturale e sociale- accoglie e sostiene famiglie con “bisogni speciali”- coinvolge gli associati nei progetti in un’ottica di corre-sponsabilità e condivisione- sviluppa e promuove at-tività di educazione paren-tale.

Attualmente sono attivi i se-guenti progetti:

1,2,3… Stella!Il progetto offre un servizio rivolto ai bambini da 1 a 3 anni, a sostegno della fami-glia nel ruolo genitoriale e degli eventuali impegni la-vorativi. Vengono promosse attività ludico-educative con l’obiet-tivo di favorire lo sviluppo psicofisico del bambino, fa-vorendo la dimensione ag-gregativa di gruppo. Il servizio è gestito da figu-re educative professionali in uno stile di accoglienza, in ascolto e in dialogo con la famiglia. Durante l’anno si propongono incontri di for-mazione a sostegno della genitorialità, ma anche col-loqui personali con la fami-glia e momenti conviviali. Aperto il mattino dal lunedì al venerdì.

4,5,6 CiaoProgetto di animazione dei pomeriggi dopo la scuola se-guiti da educatori professio-nali e spazio compiti. Possi-bilità di accompagnamento dalle scuole del centro alla sede di Kairòs.

non solo compitiAttività di accompagnamen-to nello studio per studenti di scuola primaria e secon-daria. La proposta si carat-terizza per una attenzione al percorso di apprendimento e al metodo di studio, ac-compagnando lo studente ad acquisire strumenti ade-guati e maggiore sicurez-za. Destinatari i bambini di scuola elementari e i ragazzi della secondaria di primo e secondo grado.

I martedì di Kairòs Serate aperte a tutti e gra-tuite con proposte diversifi-cate. Due martedì al mese associati e amici di Kairos possono trovare uno spa-zio nel quale condividere le proprie passioni. Gli argo-menti spaziano in base alle proposte degli associati.

Corsi serali L’associazione promuove incontri e percorsi mirati all’apprendimento di com-petenze e abilità specifiche. Ciò dall’apprendimento del-le lingue ai programmi in-formatici, alla storia loca-le, al disegno, alla musica. I corsi sono proposti sia ai bambini che agli adulti.

Estate in CampagnaProposta estiva di anima-zione e di avvicinamento al mondo delle api e della na-tura in collaborazione con la Cascina Apirello. Proposta

per i bambini della scuola dell’infanzia e della primaria nel mese di luglio.

English Sport week Progetto di full immersion nell’inglese e nello sport con tutor madrelingua e anima-tori sportivi nella splendi-da cornice del parco e delle scuderie della Villa Mazzotti. Proposta per bambini dall’ul-timo anno di scuola dell’in-fanzia fino alla seconda se-condaria di primo grado.I ragazzi della secondaria di secondo grado hanno la possibilità di fare servizio e di allenare il loro inglese fa-cendo gli helpers.

PiedibusIl progetto promosso in col-laborazione con l’Ammi-nistrazione Comunale, si pone tra gli obiettivi l’edu-cazione civica e stradale, la tutela e la sostenibilità am-bientale e il coinvolgimen-to del volontariato. L’asso-ciazione è sempre in movi-mento ed attenta a cogliere le esigenze del territorio. È per chi sceglie di condivi-dere questa esperienza un cammino scandito dal tem-po kronos, ma che si ispira al kairòs, per dare significa-to e valore a quello che sia-mo e a ciò che facciamo.

Alberto Zini

Associazione Kairòs

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17Ottobre 2015

La Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repos-si organizza la mostra Ma-teria e forma dell’artista tedesca, ormai da anni no-stra concittadina, Johanna Wahl. La sua carriera artistica, dopo la specializzazione in Tecnica d’Incisione e Arti grafiche, inizia dalle colla-borazioni con le più grandi case di moda internazionali come designer tessile, fino alla realizzazione di monu-mentali dipinti digitali e di quadri/sculture vetrifica-ti. La sua grande fonte di ispirazione è sempre stata e continua ad essere la na-tura: una forza interiore e vitale che le concede cre-atività, attraverso la lettu-ra e lo studio della sua ma-teria, delle sue strutture e delle sue forme imprevedi-bili. L’artista ricerca inces-santemente le potenzialità espressive del patrimonio naturale che ci circonda si-lenzioso, le cattura e le tra-duce in opere che riescono a esprimere anime diver-se dalle mille sfaccettature: pure, bianche, minimali-ste, colorate e vivaci, come nei dipinti digitali Intrecci di Guatemala: tele ottenute ri-elaborando e sovrapponen-do al computer fotografie, schizzi a matita, acquarelli e immagini aeree della stes-sa terra caraibica. Johanna Wahl è un’artista/artigiana che crea non solo utilizzan-do le tecniche digitali, ma anche la manualità, eser-citata e raffinata attraverso l’attività incisoria. Lavora manipolando e plasmando lentamente la materia mor-

bida dei tessuti e delle fibre vegetali, fino a darle for-ma, peso e spessore. Solo quando la materia lavorata ha raggiunto l’equilibrio so-gnato, le concede di vetrifi-carsi e di immortalarsi nello spazio come vasi, bassori-lievi, sculture sospese come il Velo di Maya. Nell’opera solo apparentemente non è distinguibile un’immagine: se chiediamo infatti ai no-stri occhi di scrutarla e con-templarla, emergeranno dai bianchi bassorilievi paesag-gi terrestri e celesti incon-taminati, dai vasi/sculture frammenti naturali di mi-nerali, spugne marine, ele-menti vegetali in un connu-bio armonico tra colori in-tensi ed elaborate textures. La luce penetrando i tessuti scolpiti li rende ancor più vibranti, invitando il nostro senso del tatto a esplorare l’opera e ad entrare in con-tatto profondo con il mon-do naturale, di cui l’artista coglie sapientemente in-canto e unicità.

Camilla Gualina

Johanna WahlMateria & forma

Fondazione Biblioteca Morcelli - Pinacoteca repossi

Fondazione Biblioteca Morcelli - Pinacoteca Repossi

Chiari, Via Varisco, 9

28 settembre - 31 ottobre 2015

da lunedì a sabato 10.00-13.00sabato anche 14.00-18.00

Per gruppi e scolaresche su appuntamento

Informazionitel. 030 7000730

mail:[email protected]

Aperturestraordinarie

Domenica 4 ottobreGiornata della famiglia

Due visite guidate, adatte a tutti (dai sei anni agli adulti), condotte dall’artista con laboratori dedicati alla stampa

a rilievo su tessuto e su carta. Primo incontro: ore 15.00-17.00;

secondo: ore 17.00-19.00

Sabato 10 ottobreGiornata del Contemporaneo AMACI

Visite guidate gratuite 15.00-19.00

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Domenica 12 luglioCosa c’è che può unire queste due realtà se non l’amicizia e la condivisio-ne? Attraverso il nostro so-cio Claudio siamo entrati in contatto con la Lega Na-vale Italiana sezione di De-senzano del Garda, circo-lo nautico che fra le varie attività marinare si occupa anche della formazione e dell’iniziazione alla pratica dell’attività velica di bam-bini e giovani, da quest’an-no aperta anche a porta-tori di handicap grazie alla costruzione ed installazione di attrezzature adatte.L’incontro con i nostri di-sabili è avvenuto domeni-ca 12 luglio presso la sede della sezione in quel di Desenzano, l’accoglienza da parte della vice presi-dente, degli istruttori (vo-lontari), dei soci presen-ti, nonché dell’Assessore ai Servizi Sociali è stata a dir poco grandiosa. Tutti si sono prodigati per metterci a nostro agio, procurando ombrelloni, lettini e sedie a sdraio ordinatamente di-sposte sul bellissimo prato. Dopo la visita alle imbar-cazioni ed allo scivolo di alaggio ci hanno accom-pagnati sul nuovo imbar-cadero, munito di pedana e relativo argano, con im-bragatura di sicurezza per dare la possibilità, anche a chi è costretto in carrozzel-la, di salire a bordo di im-barcazioni appositamente attrezzate. L’entusiasmo dei “nostri” è stato grande ed il morale è salito alle stel-le; purtroppo però anche la delusione è stata altret-tanto grande: il gommone attrezzato per il trasporto

delle carrozzelle a causa di un guasto era inutilizzabile. E adesso? Che si fa? Stel-la non si è persa d’animo: andate negli spogliatoi, in-dossate i costumi da ba-gno e tutti in acqua! Detto fatto, in un batter d’occhio è tutto un allegro vociare, schizzi d’acqua, tuffi e im-mersioni. Danilo ha por-tato anche il pallone, ma durante il gioco Ivan per-de una ciabatta, tutti sia-mo impegnati nella ricerca “subacquea”, ma della cia-batta nemmeno l’ombra. Fortunatamente Danilo in macchina ne ha un paio di scorta, che prontamen-te offre allo sfortunato. È giunta l’ora di pranzo, che come al solito è abbon-dante. Il presidente del circolo Cav. Daniele Manzini vie-ne a salutarci e ci invita a pranzo con loro: troppo tardi, abbiamo già consu-mato; si dice dispiaciuto e ci offre il caffè. Nel pome-riggio a raggiungerci sono le amiche Piera e Alessan-dra due “clown” che, sapu-to di questa uscita, hanno voluto farci una sorpresa. L’attenzione viene richia-mata da qualcosa che gal-leggia: è la ciabatta di Ivan! Danilo si precipita a recu-perarla e l’allegra compa-gnia, conclusa l’operazio-ne di “recupero”, applaude calorosamente. Qualcuno fa notare che Serena, Mat-teo e Luisa non sono en-trati in acqua: niente pau-ra, la vice presidente ci porta una poltrona gom-mata, uno alla volta pren-dono posto e lungo lo sci-volo di alaggio anche loro fanno il bagno... ai piedi.

Al momento dei saluti cir-cola voce che torneremo e il presidente Sassella in-forma che domenica 23 agosto siamo tutti invitati a pranzo dal cav. Manzini: la giornata non poteva con-cludersi meglio.

Domenica 23 agostoA Chiari piove e il termo-metro segna 17°, la “rusti-ca compagnia” non teme le nubi, nonostante Clau-dio si faccia attendere, fi-nalmente partiamo. Strada facendo fra le nubi un ti-mido sole fa capolino, spe-riamo in bene. Arriviamo a Desenzano e la tempe-ratura è estiva, la calorosa accoglienza del presiden-te scalda ancor di più gli animi, soprattutto quan-do ci comunica che oggi il gommone sarà disponibile. Beppe e Danilo ci hanno preceduto e stanno armeg-giando con griglie, legna e fuoco alla preparazione del pranzo. Scaricate le prov-viste, visto che la matti-nata non è proprio adatta per prendere un bagno, si decide per la passeggiata in centro; lungo il viale in-contriamo Pia, amica della dott.ssa Fioretti, collabora-trice del Rustico e residen-te a Desenzano. Subito si unisce al gruppo ed i “no-stri” prontamente la invita-no a pranzo. Giunti al por-to assistiamo all’attracco della motonave che colle-ga Desenzano alla sponda veronese del lago, questo induce gli accompagnato-ri a raccogliere informazio-ni presso la biglietteria per una futura eventuale mini-crocera. Tornati alla base, i nostri volontari aiutano a disporre tavoli, panche, se-die e ombrelloni, le don-ne con l’aiuto di alcuni dei

“nostri” apparecchiano i tavoli e allestiscono il ricco buffet, si consuma l’ape-ritivo. Non manca niente: antipasti, primi, secondi, contorni, verdura fresca e in agrodolce, dolci e frutta, tutto magistralmente pre-parato in casa.La collaborazione delle no-stre volontarie Mina, Ma-ria, Silvana e altre è mol-to apprezzata dalle signore del circolo e i complimen-ti non si misurano. Ci se-diamo a tavola, che come sempre è un utile strumen-to di socializzazione: la dott.ssa Silvia racconta ciò che lega la sua famiglia alla cittadina lacustre ed alcu-ni dei presenti dicono di ri-cordare bene le “Distillerie Chesi in Desenzano” e di aver intrattenuto rapporti commerciali con la famosa azienda. I presidenti si scambiano esperienze ed attività utili a dare visibilità, ad instau-rare rapporti di collabora-zione con altre associazio-ni o enti, valutando anche varie possibilità per reperi-re fondi per far sì che real-tà come le nostre possano rispondere sempre meglio alle esigenze del territorio. Finalmente anche Beppe e Danilo si siedono a ta-vola, accompagnati da un applauso scrosciante da parte dei presenti in segno di gratitudine per aver cu-cinato la gustosa grigliata. Rapidamente si sparecchia-no i tavoli, Rocco e Ivan si offrono spontaneamente, dimostrando la loro colla-borazione mentre Giovan-ni è abile nel separare i ri-fiuti: carta, vetro, plastica e umido. Si ripongono tavoli e panche e adesso... tutti in barca, il gommone è pron-to ed il lago ci aspetta.

Rustico Belfiore

Lega navale e Rustico Belfiore

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19Ottobre 2015

Expo sì, no: Expo comunqueNell’anno della custodia del creato e dell’enciclica Laudato si’ le Acli di Chiari sono andate a Expo. Più vol-te. A giugno, a luglio, a settembre e ad ottobre. Di giorno e di sera. Con viaggi sempre molto richiesti e parte-cipati. Ma cosa hanno trovato i cla-rensi ad Expo?L’emotività è il piatto forte servito all’esposizione di Miliano. L’architet-tura fantasmagorica di molti padi-glioni, la tecnologia video usata, e talvolta abusata, hostess e steward abbigliati secondo gli usi del paese, usati come souvenir, usati per por-tarsi a casa un selfie. A molti questo spettacolo è piaciuto ad altri, più cri-tici, non molto. Ma dobbiamo pensa-re che il tema è “Nutrire il pianeta ed energia per la vita”, e che un grande sforzo creativo ha coinvolto migliaia di persone in tutto il mondo per pre-sentare il proprio paese con un mes-saggio di futuro e di speranza.Sono stati molto apprezzati dai nostri aclisti i padiglioni che esplorano sfi-de reali e che presentano, nel nutrire

il pianeta, in particolare i temi intrec-ciati di terra, cibo, energia e acqua, evidenziando alcune soluzioni inno-vative sviluppate in questi settori.Alcuni Paesi propongono la propria cultura alimentare come esempio di nutrimento sano, sostenibile ed equi-librato, nonché come modello per alleviare i problemi mondiali relati-vi alla fame e all’ecologia. Ci sono padiglioni che utilizzano installazio-ni interattive, digitali, analogiche, ed esperienze sensoriali per conoscere l’impatto dei numerosi problemi le-gati alla scarsità delle risorse.Tutto questo è Expo, luci ed ombre comprese. Andiamoci, nonostante tutto. Anche per dire no, se occorre, ma a ragion veduta, senza aggiunta di pregiudizi.Andiamoci, e magari cerchiamo di dare attuazione alla Carta di Mila-no, il documento che ad Expo si può sottoscrivere (così come anche on line) e impegna, tra l’altro, gli uo-mini e le donne e i Paesi firmatari a considerare il cibo un diritto umano fondamentale per tutti, a ridurre del 50% lo spreco di cibo nel giro di cin-que anni, a incentivare l’agricoltu-

ra sostenibile e a promuovere stili di vita sani.Non si va ad Expo per fare una sem-plice passeggiata. Si va per raffor-zarci nella consapevolezza che è “re-sponsabilità della generazione pre-sente nel mettere in atto azioni, con-dotte e scelte che garantiscano la tu-tela del diritto del cibo anche per le generazioni future”. Che tocca a tut-ti noi combattere la denutrizione, la malnutrizione e lo spreco, promuo-vere un equo accesso alle risorse na-turali, garantire una gestione sosteni-bile dei processi produttivi.Nel nostro piccolo a settembre ab-biamo allestito una mostra sull’enci-clica di Papa Francesco Laudato si’ e riflettuto sulla stessa assieme a Ma-rio Gorlani e a Padre Giancarlo Paris nel corso di un incontro pubblico. E ad ottobre dovremmo riuscire a par-tire con il progetto di una Dispensa Solidale, per distribuire assieme ad altre realtà di volontariato ed asso-ciazionismo della comunità clarense alimenti freschi, frutta e verdura ai clarensi che ne abbiano necessità.

Monica De LucaCircolo Acli Chiari

Nella seconda metà di settembre, alcune nostre ami-che hanno visitato l’Expo di Milano: aggiungeremo le loro esperienze alle informazioni che abbiamo otte-nuto dalle cronache televisive.L’11 ottobre, accogliendo la proposta di una seria dit-ta di Manerbio, abbiamo messo in programma un in-contro per la presentazione di prodotti di qualità, de-stinati alla casa e al buon riposo: ne parleremo diffu-samente nel prossimo bollettino.Domenica 15 novembre dovremo incontrarci per sta-bilire insieme un programma successivo, che tenga conto della nostra situazione attuale. Infatti c’è da notare che è ridotta la partecipazione, sia per le ma-lattie che affliggono diverse di noi, sia per l’età avan-zata, che fa perdere ormai l’interesse per molte cose. È dunque necessario sentire il parere di tutte.In dicembre ci incontreremo sicuramente per gli au-guri natalizi.Arrivederci a tutte.

Ida Ambrosiani

Mo.I.Ca.Rocco e Anca vogliono fare il bagno, detto fatto, entrano in acqua sotto l’oc-chio attento del presiden-te Sassella che, dato che il sole ha lasciato posto alle nuvole li invita ad uscire. Maria si prende cura di loro facendoli asciugare e vestire velocemente. Gli altri sono pronti per l’im-barco, i primi a prendere il largo sono Matteo e Luisa che vuole guidare, il pre-sidente Daniele in qualità di comandante, dopo “le istruzione di rito” le cede il timone. Il gommone in-crocia davanti a noi prima ad andatura turistica, poi sfrecciando a tutta veloci-

tà e procurando emozioni agli astanti. Il cambio dei passeggeri si svolge ordi-natamente, alla fine sono rimasti Serena e Angelo e l’aria del lago al largo inizia a rinfrescarsi, quindi si fa un giro panoramico sotto costa per ammirare le me-ravigliose ville. Si torna a terra, le signore dopo aver servito la merenda cercano di trattenerci a cena, ma si farebbe tardi e passia-mo a saluti, baci, abbracci con la promessa di tornare. Nel cuore di tutti rimane la gioia di una magnifica ed emozionante giornata pas-sata fra veri amici.

Angelo e Maria Pagani

AClI

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«Ci sono persone delle quali non ci si accorge, perché non fanno scalpore e lavorano con un solo scopo: ope-rare con gioia silenziosamente». Così un ignoto articolista, firmandosi “un amico”, scrisse sull’Angelo del no-vembre di cinquant’anni fa comme-morando il Maestro Carlo Capra, scomparso il 19 ottobre 1965. Sono ormai pochi quelli che hanno potuto incontrare questo musicista clarense; per conoscerlo meglio riproponiamo stralci dalla breve biografia traccia-ta da quell’articolista ed alcuni pas-si scritti al riguardo da Mino Facchetti nel 1988, sull’opuscolo del decennale del Coro Polifonico.Carlo Capra nacque a Chiari il 17 febbraio 1901. A cinque anni entrava nella scuola di canto parrocchiale, di-retta allora dal maestro Pietro Orizio (padre del futuro e famoso musicista Agostino). A quindici si perfeziona-va come cantore di musica gregoria-na, sotto la guida del padre benedet-tino Giulio Jannein, a San Bernardi-no. Nel 1923 il maestro Orizio lasciò il posto di organista e maestro di cap-pella e Capra collaborò col nuovo di-rettore, il bergamasco don Andrea Castelli (famoso compositore di canti quali “Nome dolcissimo” e “O Cristo redentore”). Sicuro della sua vocazio-ne musicale, il giovane Carlo si avviò agli studi che condusse a Milano all’I-stituto Frescobaldi. Si diplomò in pia-noforte al conservatorio di Parma nel 1926 e nel 1927 conseguì il diploma di canto corale al Conservatorio Ver-di di Milano. Si aggiungeranno pure i diplomi di armonia, composizione ed organo. Sempre nel 1927 partecipò al concorso indetto dalla nostra par-rocchia e nel 1928 fu nominato orga-nista titolare della Basilica Faustinia-na: incarico che detenne fino al 1958. A Roma nel 1937 conseguì l’abilita-zione in Canto Corale e Musica per le scuole medie. Come pianista accompagnatore e or-ganista, frequentò a lungo l’orchestra stabile dell’Istituto Frescobaldi di Mi-lano. Insegnò nelle scuole di avvia-mento di Milano, Chiari e Brescia dal

1929 al 1945; nelle scuole medie di Chiari e di Brescia dal 1947 al 1962 e all’Istituto Magistrale Gambara di Brescia dal 1939 al 1940. Nel 1929 il prevosto di Chiari mons. Mario Toc-cabelli gli affidò il compito di riordi-nare la Schola Cantorum. Iniziarono così trent’anni d’intensa e proficua at-tività, durante i quali la corale si resse sulla grande professionalità di Carlo e la generosa partecipazione di oltre cento coristi, tra uomini e ragazzi. Il maestro teneva regolari lezioni set-timanali di teoria musicale e di can-to per formare i nuovi elementi e per preparare quanto era richiesto dal-le azioni liturgiche. I servizi domeni-cali erano garantiti dai ragazzi, men-tre nelle solennità interveniva l’intera Schola. Nel 1940 e 1941, a Roma e Firenze, vinceva concorsi con i suoi gruppi corali.La sua attività di compositore fu fe-condissima: musica stampata e ma-noscritta per banda, organo, piano-forte, di genere polifonico, sacra, edu-cativa, scolastica, di carattere accade-mico. Per il teatro compose una farsa lirica in due atti: L’oca. Al Teatro Co-munale di Chiari ebbe grande succes-so la sua operetta drammatica tomny il pagliaccio, come pure l’operetta co-mica Bertoldo alla corte di Verona. Le sue composizioni da chiesa supe-rano il centinaio: inni, mottetti, fal-sibordoni, vespri, responsori e anti-fone. Brani spesso di grande effetto, basti ricordare: Cristo risusciti (1938), L’inno a Sant’Agape (1945) e quello alle sante Capitanio e Gerosa (1950) o il tu es sacerdos per le prime messe dei sacerdoti clarensi, ma sopra tutti il grandioso inno del Congresso Eucari-stico del 1938, O Cristo dei secoli.Indimenticabile la celebrazione a Chiari del 50° anniversario della mor-te di G. Verdi al Sant’Orsola, con esi-bizione congiunta di Banda e Schola, descritta da una corrispondenza del quotidiano L’Italia: «L’appuntamento era, la sera dell’otto dicembre, con la banda e la schola cantorum cittadine, due “creature” intensamente ama-te dai clarensi, fuse magnificamente

per l’occasione sotto la egregia dire-zione dei M. Eligio Miglietta e Carlo Capra».Il figlio Piergiorgio, che nel 1959 ne raccoglierà il testimone come organi-sta e direttore della Scuola di Canto, nel 1970 disse del padre in servizio a Chiari: «... furono tempi di soddisfa-zioni. Mio padre non lasciò niente di intentato. Con pochi amici, una cer-chia ristretta di musici, creò una pic-cola orchestra e con i suoi lavori liri-co-teatrali, con la scuola di canto, la-sciò nel cuore dei clarensi serate indi-menticabili esordendo in molte inizia-tive dopolavoristiche. Seppe servire la sua parrocchia educando... ricor-do ancora con quale premura si pre-occupava di spiegare a noi, fanciulli cantori, il testo liturgico, poiché, di-ceva, dopo la comprensione si riesce meglio a servire. Affidava sempre alla massa del coro la parte d’esultanza, cioè quella che spetta a tutti; la sua realizzazione, concepita così, era mu-sicalmente armonica e l’insieme delle voci giungeva ad esaltare la magnifi-cenza dei testi. Conoscendo la porta-ta e la forza del suo coro, componeva istintivamente ciò che serviva all’oc-correnza».Quell’ignoto amico che commemo-rò il maestro sul bollettino del 1965 concluse dicendo: «... rimane l’esem-pio di un uomo generoso e buono, un collaboratore eccezionale, che ha dato tutto quello di cui era capace... Fu cristiano convinto che, pur avver-tendo il peso delle diverse situazioni della vita, le ha superate con la co-erenza a se stesso, la fede profonda, un’illimitata fiducia nella Provvidenza riponendo tutte le sue energie al ser-vizio della famiglia e della comunità».

A. R.

In ricordo del Maestro Carlo Capra

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21Ottobre 2015

Il rito prevede che l’urna con le spo-glie della Santa Compatrona venga prelevata dall’ipogeo ed esposta in Duomo quando le festività - 21 gen-naio (ricorrenza dell’arrivo a Chia-ri) e 15/16 agosto (anniversario del martirio) - ricorrono di domenica. Ciò è quasi sempre è avvenuto, in tempi e modi diversi a seconda di si-tuazioni contingenti.Nel 2015, il pomeriggio di domenica 15 agosto, dopo i solenni vespri s’è verificato invece un evento che farà storia, seppur si tratti della nostra pic-cola storia. Dopo sessantanove anni la preziosa urna di Sant’Agape è ri-tornata a “camminare” per le vie del centro cittadino, portata a spalle da un folto gruppo di generosi volontari.L’altra volta, nel 1946, ci fu una stra-ordinaria partecipazione di gente: praticamente l’intera città col ve-

scovo diocesano mons. Tredici, con mons. Menna, persino col cardinale di Milano Alfredo Ildefonso Schuster. Ma erano altri tempi, era appena fi-nita la guerra, i cattolici partecipava-no attivamente alla vita religiosa e ci-vile. Il prevosto mons. Capretti scris-se: «Siano dunque le nostre feste un inno di riconoscimento alla Santa per il bene elargito a noi, ai figli presenti ed ai lontani e siano anche in modo particolare di propiziazione per i no-stri fratelli che ancora non sono ritor-nati nelle loro famiglie».Quest’anno c’erano meno persone, comunque un folto gruppo che, con preghiere e canti, hanno accompa-gnato la Santa fino in Duomo, per-correndo via De Gasperi, via Betto-lini e piazza Zanardelli, secondo un rito antico, suggestivo e ricco di pro-fondo valore per chi l’ha vissuto se-

condo i dogmi della Fede. Per una settimana l’urna con la Santa è stata esposta ai fedeli e alle loro preghiere, e sabato 22 è stata riportata in cripta.Ora permettetemi una riflessione per-sonale: durante l’ultima settimana delle Quadre mi sono state chieste delucidazioni sul rito, sulla Santa, sul-la sua storia, ed ho risposto per quel che ho potuto. La domanda ricor-rente: «Andiamo in giro per l’Italia e l’Europa a visitare santuari, parteci-piamo a manifestazioni religiose, cer-chiamo di condividere valori e tra-dizioni: a Chiari un evento così im-portante passa quasi inosservato, po-trebbe richiamare folle e non se ne sa quasi nulla…».La mia risposta non conta, mi piace-rebbe sentire altre, e magari più alte, opinioni.

R. B.

Sant’Agape per le vie della cittàLa Città di Chiari ricorderà CARLo CAPRA

sabato 24 ottobre alle ore 21

con un concerto di sue opere, ospitato dalla Parrocchia nella

Basilica Faustiniana in collaborazione con l’Assesso-

rato alle Politiche Culturali.L’esecuzione sarà affidata al Cor-po Bandistico G.B. Pedersoli, al Coro Polifonico Città di Chiari,

alla Piccola Accademia di Musica di San Bernardino e alla Schola

Cantorum Sant’Agape.

60o anniversario di matrimonio dei coniugi Luigi Rubagotti e Rosa Marella (1955-2015).

Sono le unioni solide come le vostre, inscidibili dopo tutti questi anni, ad insegnarci quanto siano sacri i valori del matrimonio e della famiglia. Fino a qui il Signore vi ha condotto, che continui a benedire la vostra unione: noi tutti vi auguriamo ogni bene.Buon Anniversario!

I vostri figli

Anniversario di matrimonio

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Ottobre 201522

Presidente Artigliere Caporale Luigi Zubani, Artigliere Cavalier Giuseppe Ranghetti, Artigliere Umberto Gof-fi, Artigliere Cavalier Giacomo Fac-chetti, Artigliere Franco Goffi, Arti-gliere Pietro Machina, Artigliere Gui-do Clerici, Collaboratore Luigi Terzi. No, non è l’appello per una chiama-ta alle armi. Anzi, ciò che hanno fat-to questi nostri concittadini apparte-nenti alla sezione clarense dell’As-sociazione nazionale Artiglieri d’Italia, intitolata al Capitano Cesa-re Grazioli, è quanto di più vicino a un’idea di pace, di servizio, di dispo-nibilità operosa. Lo scorso agosto, per un’intera set-timana dal 3 al 10, utilizzando due ponteggi - uno proprio e un altro messo gratuitamente a disposizio-ne dalla ditta Barbieri - hanno ripuli-to ad arte le colonne della Chiesa di Santa Maria, le lesene sulle pareti la-terali e la nicchia in cui è depositata la statua della Madonna. Nel frattempo hanno dato una bella spolverata (e lavaggio, se necessario)

ai quadri che incontravano durante il lavoro. Qualche numero serve a rendere l’idea del lavoro svolto: ventiquat-tro colonne d’altezza intorno ai set-te metri, con una circonferenza di un paio di metri ciascuna; quattordi-ci lesene corrispondenti alle stazioni della Via Crucis, ciascuna di circa un metro per sette. I quadri sono molti, delicati e pre-ziosi. Si è proceduto ad un primo la-vaggio con sola acqua, quindi ad un secondo lavaggio con acqua mista

ad alcol. Terminata questa fase le co-lonne sono state asciugate con cura, quindi cosparse di cera per marmo e lucidate una ad una. Non esistendo macchinari adatti allo scopo, tutto è stato fatto a mano, con generose dosi di “olio di gomito”. Presto è intenzione del “gruppo” di procedere alla pulitura dei prezio-si lampadari: un lavoro da certosini che richiederà tempo e grande cura.Un grosso grazie a nome dei fedeli e dell’intera comunità.

rb

le colonne di Santa Maria

Accadde una sera d’estate d’una quarantina d’anni fa, forse qualcu-no in più. Invero l’evento prese il via nel tardo pomeriggio, quando il “mitico” Pacì - per anni megafono ufficiale di tutti gli eventi e le atti-vità clarensi, pubblicizzate sonora-mente dall’altoparlante del suo mo-tocarro Piaggio - così esordì: «Questa sera alle ore ventuno, pres-so lo stadio comunale in via San-tissima trinità, ventidue bellissime ragazze MAI VIStE A CHIARI, per la prima volta si sfideranno in un incontro di calcio su campo regola-mentare a undici…».In realtà le ragazze erano quasi tut-te clarensi e quindi conosciute, ma nessuno le aveva mai viste in ma-glietta, calzoncini e scarpette chio-date, alle prese con uno sport da sempre appannaggio dei maschi.Inutile dire che lo stadio si riempì

come nemmeno ai tempi dei famo-si derby tra Uso e Cral, e che non mancarono i commenti più salaci, soprattutto nei confronti dell’arbitro federale, imbarazzato a confrontarsi con così temibili interlocutrici, e del medico sociale, abituato a contu-

sioni e traumi d’altro tipo. Maristel-la Brianza ha conservato la fotogra-fia in cui molte, e qualche intruso, si potranno riconoscere e tornare col ricordo, e un po’ di nostalgia, a quella magnifica serata.

rb

Calcio Femminile

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23Ottobre 2015

Si apre la nuova stagione agonistica per le squadre che giocano basket, palla-volo e calcio. Mi sono rivol-to a chi segue direttamente questi sport per conoscere le loro aspettative per l’an-nata che sta iniziando ora e che terminerà nella pros-sima primavera.

Il 24 agosto è comincia-ta la nuova avventura del Basket Chiari per la sta-gione 2015/2016; anche quest’anno, per l’undicesi-mo anno di fila, la squadra senior affronterà il campio-nato di Serie D. La società ha confermato lo staff tec-nico (coach Maurizio Cat-taneo e vice Max Pagani, al quale si aggiunge il ritor-no di Paolo Salvi come se-condo assistente) e parte del roster: Stefano Bertoli (che acquisirà i gradi di ca-pitano), Davide Boschiro-li, Giorgio Vezzoli, Andrea Picuno, Davide Perazzi e Stefano Mazzetti. A loro si aggiungeranno molti volti nuovi: Luca Faroni (Ala del 1993 da Desenzano), Ivan Yudin (Ala del 1990 da De-senzano), Maurizio Preosti (Guardia/Ala del 1986 da Castegnato), Nicolò Bas-si (Playmaker del 1994 da Castegnato), Claudio De Giuseppe (Ala/Centro del 1989 da Pontoglio) ed Elia Lipreri (Ala del 1992 da Fortitudo Brescia). L’intenzione è senza dub-bio quella di riuscire a fare meglio dello scorso anno, quando è arrivata una sal-vezza tranquilla, ma è man-cata la continuità giusta per poter ambire ad un cam-pionato di più alta classi-fica. Il girone B di Serie D nel quale è stato inserito il Basket Chiari comprende, come da tradizione, forma-

zioni di Brescia, Cremona e Mantova ed è compo-sto da 14 squadre. Il nuovo format, varato quest’anno dalla Federazione, prevede l’accesso ai Playoff per le prime 8 classificate, ai Pla-yout per la decima, undi-cesima e dodicesima classi-ficata e la retrocessione di-retta in Promozione per le formazioni agli ultimi due posti. Saranno quindi mol-tissime le squadre coinvolte nella post season quest’an-no. Oltre al campionato di Serie D, la società del pre-sidente Vittorio Piceni par-teciperà, come sempre, an-che ai vari campionati pro-vinciali giovanili; quest’an-no prenderà parte ai tor-nei Under 13, Under 15 ed Under 18 oltre alla grossa novità rappresentata dal-la Prima Divisione che, pur non essendo propriamen-te un campionato giovani-le, servirà alla nostra socie-tà per valorizzare i giovani mettendoli subito di fron-te ad una realtà più com-petitiva rispetto ad un tor-neo giovanile. L’attenzione verso lo sport giovanile si manifesta anche con i cor-si di Minibasket, che anche quest’anno permetteranno ai più giovani di avvicinarsi al basket; la società ha pre-visto inoltre un periodo di prova per chi volesse pro-vare e per tutto settembre la partecipazione è stata gratuita.

Diego Piceni

Vediamo come va nella pallavolo. Dopo la retrocessione dal-la serie D della prima squa-dra femminile, abbiamo chiesto ai tecnici di colla-borare per una nuova im-postazione del lavoro in palestra, proiettato sullo

sviluppo del settore gio-vanile suddiviso secondo le tematiche di ogni fascia d’età. Con gli allenatori, che hanno condiviso con entusiasmo questo proget-to, andremo dunque a par-tecipare alla seconda di-visione provinciale con la squadra neo promossa dal-la terza divisione, ai cam-pionati under 16-14-13- 12 misto e tornei minivol-ley di comprensorio. Con orgoglio prosegue il lavoro di ricostruzione del setto-re maschile e con la nostra squadra parteciperemo al massimo campionato pro-vinciale. Gli allenamenti si svolgono dal lunedì al ve-nerdì presso il Palasport di Via Santissima Trinità dove chi è interessato può tro-vare tutte le informazioni per i corsi che coinvolgono bambini e bambine dai 5 anni in su.

Mauro FestaCalcioTra le nostre formazioni quella del Chiari ha iniziato per prima la stagione ago-nistica. Per ora ha supera-to a punteggio pieno, con tre vittorie su tre partite, la prima fase della coppa Lombardia. Ha già affron-tato anche le prime gare del campionato di seconda categoria ottenendo una vittoria al primo turno e subendo una sconfitta dal Centrolago nella seconda giornata: è proprio il Cen-trolago la formazione che, nelle fasi finali del torneo scorso, ha precluso ai no-

stri la strada dei play off. Ad allenare la squadra è tornato Fornasari, già gui-da in stagioni positive. Il mercato estivo, partito con cautela e condotto con at-tenzione, ha portato all’ar-rivo di giocatori in grado di rafforzare la formazione, mentre con fermezza sono stati confermati i giocatori che hanno rappresentato, e continueranno ad esserlo, i punti di forza. Che cosa ci si aspetta infine da questa stagione? Visto l’andamen-to del campionato scorso, e considerato che la squa-dra dovrebbe risultare raf-forzata, l’obiettivo minimo è quello di giocare un tor-neo di pari livello evitando magari quella frenata finale che aveva allora compro-messo il raggiungimento dei play off. Certamente l’obiettivo massimo è quello del pas-saggio di categoria. Ricor-diamo che da quest’ anno, non avendo più nessun le-game con la parrocchia, la Young Boys Chiari ha tra-sferito sia la sede sia tut-ta l’attività presso il cen-tro sportivo comunale e ha cambiato denominazione in F.C.D. CHIARI, riportan-do il blasone cittadino a ri-splendere sui campi da cal-cio della provincia e della regione e tornando ad in-dossare le casacche neraz-zurre. L’attività del F.C.D. CHIARI parte dai bambi-ni di 5 anni fino alla prima squadra, coprendo tutte le annate.

Qualche “pallonata”

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Quest’anno i festeggia-menti per la Beata Vergi-ne Addolorata del Santel-lone, come una piacevole parentesi, hanno di fatto racchiuso tutto un periodo estivo dedicato alle sagre dei vari borghi rurali e del palio cittadino. Perseve-rando nella scelta di sepa-rare il momento sacro da quello profano, la festa si è aperta la prima settimana di agosto con la tradizio-nale sagra e si è conclusa, trovando il suo apice, il 15 settembre con la solenne Messa in onore della Pa-trona. Grandi i preparativi e grande il lavoro da par-te dei numerosi volontari, giovani e meno giovani, senza i quali la sagra non avrebbe potuto realizzarsi. Le calde serate di questo torrido agosto hanno poi favorito l’afflusso di tanta gente. Non sono mancate, come da tradizione, le at-trazioni di vario genere: le colorate pesche e lotterie per gli amanti di curiosità e di oggetti vintage; le alle-gre orchestrine che, con la loro coinvolgente musica, hanno trascinato nel ballo il pubblico presente; il ban-chetto dei dolciumi e dei palloncini per i più piccoli.Ma il cuore, anzi, il ventre pulsante della festa è sta-ta, come sempre, la ma-gnifica cucina, con cuochi e cuoche che si son dati un gran daffare per soddisfa-re il palato dei più esigenti. Già avvicinandosi al corti-le dell’oratorio un intenso profumo di cibo ben cotto e saporito aleggiava nell’a-ria e catturava i sensi. Lo spiedo, le grigliate, la trip-pa e tante altre leccornie:

un bel dilemma per chi si sedeva a tavola e doveva scegliere il menu! Un me-ritato successo che però non fa dormire sugli allo-ri gli organizzatori, che già pensano alle novità e alle migliorie da apportare alla sagra dell’anno prossimo.Con le sospirate piogge settembrine è, infine, ar-rivato anche il tempo per pensare allo spirito. Una profonda devozione lega da sempre gli abitanti santellonesi alla loro Patro-na. Nella bella chiesa tirata a lucido come non mai, la comunità del Santellone si è raccolta in preghiera da-vanti alla Pietà ed ha par-tecipato con fervore alle numerose celebrazioni li-turgiche. Persino la minaccia del temporale non è riuscita a scoraggiare la tanto attesa processione tra le case del-la borgata, infiocchettate per rendere omaggio alla Soave Vergine.Un’amabile signora, che ha sofferto grandi tribola-zioni, tra cui il dolore più grande di vedere morire un figlio, mi ha detto un giorno, rassegnata, che la sua vita era così segnata dalle disgrazie proprio per-ché lei è nata il 15 settem-bre (il giorno dedicato alla Madonna Addolorata). Conosco l’incrollabile fede e la sincera devozione di questa signora ed imma-gino che questa sua con-vinzione nasca dal bisogno di trovare una spiegazione alle sue terribili sciagure. Noi, da superficiali, tendia-mo ad avere una visone dissociata di Maria e l’im-magine di Lei con il cuore straziato ai piedi della cro-

ce stride con il suo sorri-so incantato il giorno della Natività, come se fossero due diverse persone. Ma siamo ben consci che Ma-ria è unica, il modello per-fetto di un’umanità imper-fetta. Nel suo cuore sono racchiuse tutte le gioie ed

i dolori che ciascun uomo incontra nella propria vita.Ma, a differenza del cuore umano, nel cuore di Maria non esiste la disperazione. Dovremmo maggiormente fidarci di Lei e ad affidar-ci a Lei.

L. M.

Tanto entusiasmo alla festa patronale del Santellone

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25Ottobre 2015

Anche quest’anno, come da più di tre generazioni, l’annuale sagra di San Bernardo ha brillato per l’incredibile partecipa-zione di clarensi (e non) e per la grande passione di volontari e organizza-tori, che col passare de-gli anni si sono passati il testimone di padre in fi-glio. Per cinque sere con-secutive, da mercoledì 19 a domenica 23 ago-sto, numerose persone hanno affollato il piazza-le dinanzi alla chiesa de-dicata a San Bernardo da Mentone, santo pa-trono di montanari e al-pinisti.I partecipanti non solo hanno potuto assaggiare i numerosi piatti proposti dalla cucina, ma hanno avuto anche la possibili-tà di partecipare al rosa-rio serale, al Gioco della ruota (nuovo quest’an-no e con diversi premi in palio) e alla pesca di be-neficenza.Per i più abili nel ballo non è mancata la pos-sibilità di danzare sul-le piacevoli note dei di-versi gruppi e artisti che si sono esibiti sul palco, appositamente allesti-to nelle vicinanze della Chiesa.Molti sono stati i piatti proposti: da quelli tradi-zionali nelle sagre della nostra zona (come il pa-nino e salamina, le pata-tine, le croste di formag-gio e il musetto) a piat-ti più sofisticati, ideati proprio per soddisfare al meglio i molteplici gusti popolari. Per questo motivo, an-

che quest’anno, dopo il grande consenso di quel-li precedenti, è tornato il “Menù San Bernardo”: un vassoio che include non solo la salamina, ma anche la polenta abbru-stolita, la tagliata, le pa-tatine e una fetta di for-maggio tipico delle zone lombarde. Ai più golosi invece non è stata fatta mancare la piadina con la Nutella; mentre per i più piccoli è stato idea-to il piatto di pollo fritto con le patatine.In occasione della fe-sta liturgica del 20 ago-sto sono state celebrate due messe, una mattuti-na e una serale. La mes-sa mattutina è stata pre-sieduta dal prevosto don Rosario Verzeletti e da don Franco del Notaro, figura fondamentale per gli abitanti di questa co-munità, perché per cin-quant’anni ne è stato la guida spirituale.Nel punto di ristoro è stato appeso dai volon-tari uno striscione in omaggio a Sergio Goffi, grande amico e pilastro della comunità di San Bernardo, che al mo-mento si trova in ospe-dale in seguito a un gra-ve incidente stradale. Proprio per questo è sta-ta letta una lettera, sul palco della pista da bal-lo, indirizzata a Sergio e alla sua famiglia, molto sentita da parte di tutti i volontari che, uniti, spe-rano che possa ripren-dersi al più presto.

Annamaria Begni e tutta la comunità

di San Bernardo

San Bernardo: tutti uniti per Sergio

Intenzione per il mese di ottobre:“Perché i catechisti siano nella propria vita testimoni coerenti della fede che an-nunciano”

Si tratta di un’intenzione di preghiera dedicata alla evangelizzazione. È facile insegnare il catechismo, leggendo o spiegando a pappagallo i testi disponibi-li. Risulterà però inefficace per coloro che ascoltano, se all’insegnamento teorico non si accompagnerà un comportamento sincero di fede, uno stile di vita ade-guato che serva da esempio per gli allievi.Anche in famiglia, dove i genitori sono i primi edu-catori, i figli imitano e tendono a copiare i comporta-menti dei genitori, imparano le preghiere, ad ascoltare la santa Messa, ad amare Gesù. Ci viene detto che la fede è un dono che viene da Dio, però spetta a tutti noi conservarla e diffonderla. I cate-chisti sono delegati in particolare ed hanno un compi-to molto importante nella evangelizzazione.Per questo dobbiamo pregare.

Ida Ambrosiani

Apostolato della Preghiera

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Venerdì 16 ottobreOre 20.30 Confessioni famiglie cresimandi, padrini e ma-drine (Duomo)

Sabato 17 ottobre Ore 10.00 Prove per cresimandi (Duomo)

Domenica 18 ottobreXXIX del tempo ordinarioGiornata Missionaria Mondialeore 10.00 Celebrazione solenne dei Sacramenti della Cresima e Comunione (Duomo)

Martedì 20 ottobreOre 20.45 Consiglio Pastorale Parrocchiale (Cg 2000)

Mercoledì 21 ottobreOre 20.30 Lectio divina sulle letture della domenica suc-cessiva (Casa Canonica e chiesetta CG 2000)

Venerdì 23 ottobre Ore 20.45 Incontro genitori, padrini e madrine per i bat-tesimi di domenica 25 ottobre (Cg 2000)

Domenica 25 ottobreXXX del tempo ordinarioFesta della Dedicazione del DuomoOre 10.00 Consegna del Vangelo per ICFR 2 (Duomo) Ore 15.00 primo incontro (Cg 2000)Ore 11.15 (S. Maria) – ore 16.00 (Duomo) Celebrazione comunitaria dei Battesimi

Martedì 27 ottobre Consiglio per gli Affari Economici (Casa Canonica)

Mercoledì 28 OttobreOre 20.30 Lectio divina sulle letture della domenica suc-cessiva (Casa Canonica e chiesetta CG 2000)

Sabato 31 ottobre Vigilia dei SantiOre 15.30 Confessioni (Duomo)Ore 17.30 S. Rosario a conclusione del mese di ottobre (Duomo)Ore 18.00 S. Messa festiva (Duomo)

noVEMBRE

Domenica 1 novembre Solennità di tutti i SantiOrario festivo delle Messeore 15.30 S. Messa al cimiteroore 17.00 Vespri e benedizione Eucaristica

Lunedì 2 novembreCommemorazione dei fedeli defunti Sante Messe in Duomo 7.00 - 8.00 - 9.00 - 18.30ore 10.00 e 15.30 Ss. Messe al cimiteroOre 20.45 Consiglio dell’Oratorio (Cg 2000)

ottoBREMese Missionario e Mese del Santo Rosario

Giovedì 1 ottobreS. Teresa di Gesù BambinoI giovedì del mese - Preghiera per le VocazioniOre 15.30 Recita del S. Rosario (Duomo)Ore 20.30 Adorazione Eucaristica per le Vocazioni (Duomo)Ore 20.30 Inizio Corso dei fidanzati (Cg 2000)

Venerdì 2 ottobreSs. Angeli CustodiPrimo venerdì del meseOre 15.30 S. Messa per tutti gli ammalati con Unzione degli Infermi (Duomo)Ore 20.45 Incontro per genitori, padrini e madrine dei battezzandi del mese di ottobre (Cg 2000)

Sabato 3 ottobrePrimo sabato del meseOre 17.30 Recita del S. Rosario per tutte le famiglie (Duomo)Ore 18.00 S. Messa festiva (Duomo)

Domenica 4 ottobreXXVII del tempo ordinario Festa della Madonna del S. RosarioOre 10.00 S. Messa solenne (S. Maria)Ore 15.30 Canto solenne dei Vespri Processione con la statua della Madonna del Ro-sario e con la reliquia del Beato Paolo VI (Duomo)

(Un invito particolare a tutte le famiglie, all’inizio del nuo-vo Anno Pastorale, per affidarle alla protezione di Maria, Regina delle Famiglie. Preghiera particolare per il Sinodo della famiglia)

Martedì 6 ottobre Ore 20.00 S. Messa per tutti i defunti scritti sul registro, posto presso l’altare dei Santi in Duomo (Duomo)

Mercoledì 7 ottobreOre 20.30 Lectio divina sulle letture della domenica suc-cessiva (Casa Canonica e chiesetta CG 2000)

Sabato 10 ottobreore 18.00 S. Messa di accoglienza di don Pierluigi (Duomo)

Domenica 11 ottobre XXVIII del tempo ordinarioOre 10.00 Consegna della Bibbia per ICFR 4 (Duomo)Ore 15.00 primo incontro (Cg 2000)

Giovedì 15 ottobre Ore 16.15 Confessioni cresimandi (Duomo)

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27Ottobre 2015

Martedì 3 novembre Ore 20.00 S. Messa per tutti i defunti scritti sul registro, posto presso l’altare dei Santi in Duomo (Duomo)

Mercoledì 4 novembreOre 20.30 Lectio divina sulle letture della domenica suc-cessiva (Casa Canonica e chiesetta CG 2000)

Venerdì 6 novembre Primo venerdì del meseOre 20.45 Incontro genitori, padrini e madrine per i bat-tesimi novembre (Cg 2000)

Sabato 7 novembrePrimo sabato del meseOre 17.30 Recita del S. Rosario per tutte le famiglie (Duomo)Ore 18.00 S. Messa festiva (Duomo)

Domenica 8 novembreXXXII del tempo ordinarioOre 10.00 Consegna del Padre Nostro per ICFR 3 (Duomo) Ore 15.00 primo incontro (Cg 2000)

InDULGEnzA PLEnARIA PER I DEFUntI

Da mezzogiorno del 1 novembre a tutto il 2 novembre si può lucrare una volta sola l’indulgenza plenaria, applicabile soltanto ai defunti, visitando in loro suffragio una chiesa.

nei giorni 1-8 novembre, i fedeli che visi-tano il cimitero e pregano, anche solo men-talmente per i defunti, possono lucrare, una volta al giorno, l’indulgenza plenaria alle con-dizioni di cui sopra, applicabile soltanto ai de-funti.* Durante la visita si devono recitare un Padre nostro e un Credo.* Si devono inoltre adempiere queste condi-zioni: 1. preghiera, a scelta del fedele, secondo le intenzioni del Santo Padre (es. Padre nostro, Ave Maria e Gloria) 2. confessione sacramentale; 3. comunione eucaristica; 4. disposizione d’animo che escluda ogni affetto al peccato anche veniale.

Le condizioni 2, 3 e 4 possono essere adem-piute anche nei giorni precedenti o seguenti quello in cui si visita la chiesa; tuttavia è con-veniente che la comunione e la preghiera sia-no fatte nello stesso giorno in cui si compie la visita.

PRESEntAzIonE DELL’EnCICLICA Laudato sI’

DI PAPA FRAnCESCo

Mercoledì 18 novembre ore 20.30 (Cg 2000)

Mercoledì 25 novembreore 20.30 (Cg 2000)

Veglia di preghiera per la custodia del creatoe preparazione all’inizio del Giubileo della Misericordia

Giovedì 3 dicembreore 20.30 (chiesa di S. Maria)

Ci guiderà in questi momenti p. Massimo dei frati cappuccini di Lovere

ogni venerdìdalle 9.40 alle 11.00 adorazione eucaristica (Sant’Agape)

ogni sabato e vigilia di festain Duomo dalle 15.30 è presente un confessore

ogni domenicaore 17.00 Esposizione del Santissimo, Vespri, Dottrina e Benedizione Eucaristica (Duomo)

ogni primo lunedì del meseSi ritrova il gruppo di preghiera di Padre Pio in Sant’Aga-pe (se non vigilia di festa o altra ricorrenza particolare)Ore 15.00 S. RosarioOre 15.30 S. Messa

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Ottobre 201528

opere ParrocchialiN. N. in memoria di Franco Faglia 15,00N. N. in memoria di Caterina Baglioni 50,00N. N. in memoria di Claudia Gualeni 20,00N. N. 25,00N. N. 95,00N. N. in occasione 80° compleanno 500,00In memoria di Pietro Cadei 70,00N. N. 20,00N. N. 25,00Comunità di Monticelli 100,00Famiglia Abele Bolgarini 100,00Famiglie Bruno e Rosanna Mombelliin memoria di Aldo Simoni 100,00In memoria di Adele 50,00N. N. 40,00N. N. 75,00Coniugi Mario Festa e Caterina Bulgarini in occasione del 50° di matrimonio 100,00S. B. in memoria di Laura e Pasquale Faglia 100,00N. N. in memoria del marito 30,00N. N. in memoria di Teresa Olmi ved. Vezzoli 50,00Ass. Naz. Artiglieri d’Italia sez. di Chiari in occasione S. Messa 150,00N. N. 100,00N. N. (per chiesa S. Rocco) 1.000,00In occasione S. Messa Baroni (per S. Giacomo) 100,00In occasione S. Messa Tonelli (per S. Giacomo) 50,00Quadra Cortezzano (per S. Giacomo) 500,00Tania e Giuseppe (per Santellone) 50,00Gruppo Ideal Stampi (per Santellone) 300,00N. N. (per Santellone) 70,00

Restauro Cappella Madonna delle GrazieCassettina Chiesa domenica 19 luglio 5,00Cassettina Chiesa domenica 26 luglio 3,00Cassettina Chiesa domenica 2 agosto 6,00Cassettina Chiesa domenica 9 agosto 3,00Cassettina Chiesa domenica 16 agosto 1,00Cassettina Chiesa domenica 23 agosto 5,00Cassettina Chiesa domenica 30 agosto 0,00Cassettina Chiesa domenica 6 settembre 10,00Cassettina Chiesa domenica 13 settembre 3,00Pasqui e Piero in occasione S. Messa 55° matrimonio 100,00

Restauro chiesa del CimiteroCassettina Chiesa domenica 19 luglio 4,00Cassettina Chiesa domenica 26 luglio 7,00

Cassettina Chiesa domenica 2 agosto 22,00Cassettina Chiesa domenica 9 agosto 7,00Cassettina Chiesa domenica 16 agosto 9,00Cassettina Chiesa domenica 23 agosto 13,00Cassettina Chiesa domenica 30 agosto 9,00Cassettina Chiesa domenica 6 settembre 13,00Cassettina Chiesa domenica 13 settembre 5,00Offerte domenica 26 luglio (Duomo - S. Maria) 1.765,61Offerte chiesa Ospedale dal 20 al 26 luglio 2015 500,00Offerte Domenica 30 agosto (Duomo - S. Maria) 2255,90Offerte chiesa Ospedale dal 24 al 30 agosto 2015 1.000,00I cugini Santina e Angelo Vertua e figlie in memoria di Rosa Festa in Vertua 50,00N. N. 10,00Famiglia Pietro Franceschetti e figli 10.000,00N. N. 50,00Comunità di S. Bernardo 1.000,00N. N. in memoria dei propri defunti 500,00I nipoti Verzelletti, Ruggeri e Vezzoli in memoria della zia Rosi 450,00In memoria def. Giuseppe Ambrosini 500,00S. M. 50,00Le famiglie di Via Paolo VI in memoria di Andrea Piantoni 110,00

organoCassettina Chiesa domenica 19 luglio 3,00Cassettina Chiesa domenica 26 luglio 5,00Cassettina Chiesa domenica 2 agosto 26,00Cassettina Chiesa domenica 9 agosto 8,00Cassettina Chiesa domenica 16 agosto 11,00Cassettina Chiesa domenica 23 agosto 7,00Cassettina Chiesa domenica 30 agosto 8,00Cassettina Chiesa domenica 6 settembre 5,00Cassettina Chiesa domenica 13 settembre 16,00N. N. 3.000,00

offerte dell’Associazione parrocchiale delle Madri Cristiane raccolte durante l’anno dal-le incaricate presso le stesse madri associate.Per Sante Messe per le defunte dell’anno 2014 500,00Per Uffici funebri mensili per tutte le defunte 360,00Per le Opere parrocchiali anno 2014 2.700,00Per famiglie bisognose anno 2015 500,00Per la Chiesa del Cimitero anno 2015 10.000,00Per le Opere parrocchiali anno 2015 2.000,00

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29Ottobre 2015 29

Anagrafe parrocchialedal 15 luglio al 14 settembre

Battesimi 60. Alice Marzia Bertolini61. Giacomo Gritti62. Vittoria Lorini63. Filippo Salvoni64. Federico Tonoli65. Camilla Vertua66. Mia Vertua67. Valentino Ferrari68. Andrea Sergio Marconi69. Filippo Pedretti70. Cristian Cucchi71. Arianna Festa72. Giorgia Iore73. Siria Pasinetti74. Nicola Pensa 75. Rachele Stefanini76. Viola Turelli77. Emanuele Faletti78. Andrea Pesci

Matrimoni15. Stefano Betella con Egle Edda Piera Ravagna 16. Nino Paolo Franzoni con Angela Pelucchi 17. Andrea Sardi con Michela Raffaella Chiari 18. Alberto Sergio Olmi con Silvia Carolina Mondella 19. Marco Sassano con Giusi Stefano 20. Massimo Zini con Ondina Ferrari 21. Gianmarco Terzi con Lorenza Galli 22. Alessandro Marzani con Giulia Bariselli

23. Marco Mazzucchelli con Camilla Francesca Di Benedetto

Defunti 98. Francesco Faglia 6899. Don Federico Lorini 85100. Anna Briòla 82101. Caterina Baroni 84102. Ernesto Goffi 68103. Claudia Gualeni 91104. Pietro Cadei 88105. Giulio Festa 90106. Paola Peci 80107. Maria Anna Gardoni 79108. Orsola Saviori 89109. Giacoma Cogi 77110. Aldo Simoni 87110. Adele Goffi 82112. Francesco Canevari 83113. Virgilio Facchetti 73114. Pierfranco Rossetti 67115. Rosa Linda Fogliata 81116. Rosa Raccagni 86117. Teresa Olmi 91118. Andrea Piemonti 86119. Renato Zerbini 72120. Alice Menni 80121. Pietro Salvoni 81122. Montini Angelo 78123. Franzese Ida 94124. Piantoni Alessandro 83125. Baroni Maria 65126. Terzi Alessandra 85127. Capitanio Laura 95

Pellegrinaggio dei papà in Baviera (19 - 21 settembre): al termine della santa messa domenicale nella Parrocchia di san Giovanni Battista di Machtlfing presso andechs

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30

E nel silenzio del tuo sor-riso hai aperto il cuore a chi ti ha incontrato. Grazie papà, continua a vegliare sulla nostra fa-miglia.

Luigi Corna18.7.1921 - 3.8.2013

Nel decimo anniversa-rio della tua scompar-sa, il tuo ricordo è sem-pre vivo nei nostri cuori. Continua a proteggerci da lassù. Con affetto.

La tua famigliaGuido Iore

11.1.1932 - 8.10.2005

Sei sempre vicina a noi.

Giuseppa Sabotti8.10.1936 - 21.6.2015

Il tempo passa, ma il ri-cordo di te resta per tut-ti noi una luce che guida il nostro cammino. Sei sempre con noi, Papà.

Il tuoi figli Davide, Betti, Nicoletta;

tua moglie AnnaGuerino Bianchetti3.10.1940 - 18.9.2012

Non so dirti quando ti ri-vedrò…non so dirti quanto cam-minerò…non so dirti come, ma correrò…non so dirti dove, ma ci sarò.Sempre nel mio cuore dolcissima Mamma.

La tua Maria

Marinella Vertua in Bariselli

28.2.1947 - 15.10.2009

Ringraziandoti per il tan-to amore che ci hai dato, ti ricordiamo con tanto affetto.

I tuoi cariAgape Pighetti

in Firmo6.7.1927 - 2.10.2014

I tuoi cari ti ricor-dano con immuta-to affetto.

Rosa Foglia in Formenti

30.9.1946 - 10.9.2007

Tuo marito e i tuoi figli ti ricordano con immenso

affetto.Pasquina Baresi

7.4.1944 - 8.3.2015

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31Ottobre 2015

Passano i giorni ma il tuo ricordo non viene mai meno.I tuoi gesti e i tuoi sor-risi ci accompagnano in ogni momento del-la nostra vita. Confortaci con una preghiera per noi, da lassù.

I tuoi cari

E voi!... Ve ne siete andati dando a noi il vostro glorioso esem-pio di vita. Ora… un riposo perenne su questa amata terra, ma una nuova vita nel vostro tanto atteso paradiso.Bono Francesco

Morstabilini12.3.1903 - 22.12.1985

Anna Maria Zanoletti

27.11.1908 - 5.12.1999

Eravamo in tanti quando te ne sei andata; la tua ventunesima primave-ra l’hai dovuta festeggia-re lassù, con il coro delle voci bianche.Colui che ha seminato questo stupendo fiore ha voluto reciderlo nel pieno della sua freschezza.Luigina Morstabilini

15.12.1932 - 9.4.1954

Il tuo volto rinnova oggi i pensieri di quanti ti sono stati vicini, allietando così la sofferenza di un passa-to non tanto lontano.

Caterina (Lina)Morstabilini

17.10.1931 - 27.2.2013

La sua forza era l’umil-tà, il suo dono il caratte-re che gli consentì di se-minare fiducia e amore. Solo con la forza dello spirito vede, in un mirag-gio, la nuova vita.Giovanni

Morstabilini26.10.1937 - 5.10.2014

Giuseppina Massetti19.3.1928 - 17.2.1990

Caro Nando, sono passati ormai set-te anni da quando te ne sei andato, ma per noi è come se fosse sempre il primo giorno. Non ti di-menticheremo mai, ti ri-corderemo sempre con amore e gartitudine, sa-rai sempre presente in mezzo a noi e su di noi.

La tua cara Pina e tutta la tua famiglia

Ferdinando Vezzoli30.5.1934 - 1.10.2008

Paola Betella in Norbis

12.2.1931 - 30.10.2008

Giovanni Vezzoli10.1.1928 - 29.10.2008

Emanuele Vezzoli25.2.1983 - 21.1.2012

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Il Cantico delle Creature

Altissimu, onnipotente, bon Signore,tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.

Ad te solo, Altissimo, se konfano,et nullu homo ène dignu te mentovare.

Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature,spetialmente messor lo frate sole,

lo quale jorna, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:

de te, Altissimo, porta significatione.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle:in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si’, mi’ Signore, per frate ventoet per aere et nubilo et sereno et onne tempo,

per lo quale a le tue creature dài sustentamento.

Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua,la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.

Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu,per lo quale ennallumini la nocte:

ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra,la quale ne sustenta et governa,

et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.

Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amoreet sostengo infirmitate et tribulatione.

Beati quelli ke ’l sosterrano in pace,ka da te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra morte corporale,da la quale nullu homo vivente pò skappare:

guai a·cquelli ke morrano ne le peccata mortali;beati quelli ke trovarà ne le tue sanctissime voluntati,

ka la morte secunda no ’l farrà male.

Laudate e benedicete mi’ Signore et rengratiatee serviateli cum grande humilitate.

San Francesco d'Assisi