O!S!P!I!T!I - autoriexpo.it · 7 LEO! SaUlve.!!...
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PERSONAGGI LEO Uomo interessante, affascinante ma un po’ trascurato. Modi bruschi, stemperati da lampi d’ironia e da una sarcastica comicità. Una vita sbagliata alle spalle e una buffa misantropia che lo accompagna sempre. SARA Bella donna, libera, ironica, sensuale, sincera. Ha fatto del disincanto una buffa arma per difendersi dai sentimenti incontrollabili e dalle persone che la vogliono amare in modo possessivo. Non sopporta le costrizioni. FRANCO Bell'uomo, impulsivo, fragile ma aggressivo. Sa amare solo in modo eccessivo, totale, irrazionale e non distingue la passione dalla molestia. E’ incapace di sopportare dolori e frustrazioni e per questo si rende ridicolo. La vicenda si svolge nell'appartamento di Leo.
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SCENA 1 Una casa con un soggiorno spazioso, una porta dà sulla cucina, un’altra dà sul reparto notte. Una finestra si affaccia sulla strada. Un po’ ovunque sono sparsi scatoloni, valige e pacchi. Su alcuni stand di metallo sono appese delle grucce che sorreggono alcuni abiti da uomo. Al centro della scena c’è un tavolo con alcune sedie, un divano, una poltrona, due lampade a stelo e un computer portatile. Leo è al telefono cellulare, sta parlando in modo agitato. In mano ha un bicchiere con del cognac. LEO (sarcastico) No cara, ancora non l’ho colto il lato positivo della separazione… (pausa) Sì, il divorzio crea sempre un vuoto… gli alimenti che ti passo però a te lo riempiono, no? (pausa) Io sono l’unico che vive in una casa piena di scatoloni. Breve pausa in ascolto. Intanto beve in un sorso il contenuto del bicchiere. LEO Non li ho ancora aperti… non ho tempo… devo lavorare… la-‐vo-‐ra-‐re… guadagnare… hai presente? Sai, quella cosa che tu non hai mai fatto… Si versa da bere del Cognac. LEO Ieri ho pagato tutto… l’avvocato, la scuola di Martina, la danza, il mutuo della casa dove vivete voi, tre affitti anticipati di questa, i traslocatori… ho ancora il braccio che mi fa male per tutti gli assegni che ho firmato. Pausa. LEO No, non ho bevuto… (pausa) ti sembro ubriaco? Non bevo più… ho smesso… (alterato) ti ho detto che ho smesso! Beve tutto in un sorso e poi se ne versa ancora. LEO Non capisco cosa te ne frega… se bevo meglio, no? Alcol, cirrosi… morte… così vi libero. (riflettendo) Ah, no… certo… poi chi lo paga il mutuo? Sai che
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ti dico? (beve) Bevo… perché quando bevo gli altri mi sembrano meno stronzi… e io meno coglione… In quel momento il telefono di casa suona. LEO (al cellulare) Aspetta… suona il telefono. Leo risponde al cordless con tono nervoso. LEO Pronto? (con tono infastidito) No... non sono Giorgio... sì, il numero é giusto, ma io non sono Giorgio. (nervoso) Non abita più qui. E che ne so dov'é? Non lo conosco... no, non sto scherzando. In quel momento qualcuno suona al campanello. Leo ha il cordless e il cellulare nelle due mani. LEO (a tutti e due i telefoni) Un momento. Si dirige alla porta, apre. Davanti a lui c’è un fattorino con un piccolo pacco. LEO Salve… (pausa) è per me? VOCE FATTORINO Sì. Deve firmare. LEO (a tutti e due i telefoni) Arrivo… un attimo. Leo, impicciandosi con telefoni e pacco, firma una ricevuta ritira il pacco. Chiude la porta. Poi parla al cordless.
LEO Guardi, non insista… non c’è Giorgio… (sorpreso) come vaffanculo? Pronto? Pronto? Leo interrompe la comunicazione. Riprende a parlare al cellulare.
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LEO E' da quando sono entrato qui, che telefonano cercando questo Giorgio… Leo inizia a scartare il pacchetto. LEO Certo che ho chiesto di cambiare il numero, ho richiamato venti volte… non ho la meningite… cos’è? Ti ci metti pure tu? (di scatto) Aspetta! Improvvisamente si dirige verso la porta, la apre e inizia a urlare uscendo. LEO Ehi... c'é un errore... oh... torni sù... ehi! Nessuno risponde. Leo rientra. LEO (al telefono) Non ci posso credere… mi hanno portato un pacco… Leo vede che nel pacchetto c’è un biglietto. LEO …c’è un biglietto… (leggendo) Sei meraviglioso quando sorridi... (pausa poi al telefono) Spiritosissima… lo so che non è per me. E’ per quello che abitava qui… come? (pausa) Ah… ecco perché mi hai chiamato… Mentre parla Leo scopre che nel pacchetto c’è un prezioso orologio da uomo. Lo osserva con stupore. LEO Non se ne parla. Finchè non consegno il lavoro non mi pagano… (pausa) me l’hanno già dato un anticipo… l’ho speso. (pausa) E’ il compleanno di nostra figlia ma il cellulare ce l’ha, usa quello. (pausa) Cosa farò? Le farò gli auguri. Tutto qui, sì. Sono l’unica cosa che mi posso permettere. (pausa) Tirare la cinghia è educativo… per tutti. (pausa) Lo so… se fossimo ancora sposati mi metteresti il cianuro nel ragù… (sarcastico) amore, se fossimo ancora sposati io me lo mangerei volentieri. Suona il telefono di casa. LEO (fingendo) Pronto? Che disdetta, purtroppo suona il telefono e la linea è
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improvvisamente molto disturbata… non sento più niente… pronto? Leo Interrompe la comunicazione al cellulare e risponde al cordless. LEO Pronto? (pausa) Sono sempre quello che ha appena mandato affanculo. (pausa) Le cose non sono cambiate nel frattempo. Non vive più qui… (pausa) che fa? Piange? In quell'istante suona il citofono. Leo é esasperato preme distrattamente il tasto di apertura e continua a parlare al telefono. LEO Per favore non pianga… Leo va a prendere il pacco ci mette dentro l’orologio. LEO No… il suicidio è la peggiore forma d’impazienza… lasci fare alla vita… il risultato non cambierà. Breve pausa. LEO Innamorata? Guardi glielo dico per esperienza… essere innamorati non è grave… prima o poi passa. Evidentemente l'interlocutore di Leo ha appeso. Leo stacca la comunicazione. Suona il campanello. Leo ripone l'orologio nel pacchetto e si dirige verso la porta. LEO (a voce alta per farsi sentire al di là della porta) C'é stato un errore... non é per me... questo. Leo apre la porta convinto di trovarsi di fronte ancora il fattorino ma si blocca stupefatto. Davanti a lui invece del fattorino c'é una donna, con un trolley in mano. E' Sara, alta, mora, bella. SARA Salve.
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LEO Sa-‐lve. Sara, senza attendere invito, entra dimostrando una certa familiarità con l'ambiente. Appoggia la valigia a terra e si guarda intorno. SARA Era ora... continuava a dirlo... finalmente l'ha fatto. Leo la guarda senza capire. SARA Le pareti… così chiare sono più belle. Che caldo, eh? Io sono Sara. Sara allunga una mano, Leo esita e poi gliela stringe. SARA Come mai questa confusione? Giorgio ha ordinato dei mobili nuovi? Sara si muove nella stanza quasi come se stesse compiendo un'ispezione. Leo la guarda stupito seguendone tutti i movimenti. SARA Sono arrivata un po' in anticipo, vero? Lei é amico di Giorgio? Suona il telefono. Leo deve rispondere.
LEO (a Sara nervosamente) Mi scusi… (al telefono) Pronto? Come? (irritato) No guardi… io non ero a nessuna festa... baciati??? Non bacio nessuno da mesi gliel'assicuro... non sono io... non abita più qui... senta non lo so, s'arrangi. Leo interrompe bruscamente la comunicazione, guarda Sara con evidente nervosismo. LEO (aggressivo a Sara) Ha capito anche lei? SARA Giorgio non abita più qui? Ma non é possibile. Dov’è andato?
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Leo scuote il capo. Sara prende il proprio cellullare e compone un numero. Attende. SARA E’ staccato. (interrompe) E io cosa faccio adesso? Mi aveva scritto per mail che era tutto a posto… di solito stò da lui quando devo lavorare... ma non ha lasciato un indirizzo? Un numero di telefono? Leo scuote il capo sconsolato. SARA Ma io devo lavorare, non posso andarmene. Il telefono suona nuovamente, Leo risponde in modo aggressivo. LEO Chi é? (pausa) Chi? Leo si rivolge a Sara. LEO Come si chiama lei? SARA Sara. LEO E' per lei. Sara, senza stupirsi, risponde subito al telefono. SARA Sì? Oh... Debbie... he is not here. He has gone away. I tell you it's terrible. I don’t know what can I do! I can't stay at this place. It ‘s terrible, you know I've not any fucking money anymore. Fernando? Oh, yes... ok. Breve attesa. SARA (a Leo) Un secondo solo. (al telefono) Fernando... Giorgio no esta aqui... como puedo hacer? Tiengo necesidad... de casa y dinero... bueno, te espero, llamame... sì... un beso.
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Sara interrompe la comunicazione, é visibilmente preoccupata. Si lascia cadere su una poltrona completamente scoraggiata, é assorta nei propri pensieri e non si accorge del nervosismo imbarazzato di Leo. LEO Vuole qualcosa da bere? Una birra? Sara rimane seduta, in silenzio. Leo sta aspettando che se ne vada o che faccia qualcosa. LEO Caldo, eh? Sara annuisce. LEO Umido... La conversazione non procede. L'imbarazzo aumenta. SARA Lo sapeva che ero senza soldi... quelli non pagano in anticipo... Leo sempre più imbarazzato non sa più cosa dire, si alza e va al computer. LEO Bé... io continuo a lavorare. Sara rimane seduta. SARA Ho chiesto a questi amici di richiamarmi... forse mi trovano un’altra sistemazione. LEO Non ha un cellulare? SARA Sì ma… sono distrutta, non mi va di aspettare in strada, con questo caldo… le spiace se rimango dieci minuti?
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LEO Bé... no... no... Alcuni istanti di silenzio imbarazzato. SARA Potrei fare una doccia intanto che aspetto? LEO (stupito) Scusi? SARA Il caldo... il viaggio... in treno si era rotta l’aria condizionata… Leo non sa che dire. Sara si alza, apre la valigia e inizia a cercare qualcosa. SARA Faccio in un attimo Sara sorride e si sfila le scarpe, prende qualcosa alla rinfusa dalla valigia. LEO Il bagno é... SARA Sì, lo so... Leo guarda Sara uscire dalla stanza. Suona il telefono cellulare. Leo guarda il nome sul display e risponde con ansia. LEO Ehi… allora? Com’è andata? Leo resta alcuni istanti in ascolto. LEO Stai scherzando? Hanno detto così? Ma chi? Tutti chi? E tu non ti sei incazzato? (alterato) Sei il mio agente, da che parte stai? (pausa) Troppo… colte? Ma cosa credono? Che il pubblico sia tutto lobotomizzato? Vabbè… fammi un esempio… Va a sedersi al tavolo davanti al computer.
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LEO Sì, le riflessioni di un alcolista intellettuale… bè? “Cogito… ergo rhum”… a me fa ridere… non diciamo cazzate, non c’è bisogno di conoscere Cartesio per capirla… e poi che altro dicono? (pausa) Depressive? Non ho mai scritto niente di depressivo io… quale? No… quella è fantastica… “Aumenta tutto, benzina, alcool, sigarette. Beccarsi un cancro ormai è un lusso.” Perché l’hanno bocciata? Di cattivo gusto? Rientra Sara, si é cambiata i vestiti e ha i capelli avvolti in un asciugamano. LEO “La psicanalisi non funziona per smettere di bere… adesso bevo da sdraiato.” Cioè? Secondo loro la gente non sa che in analisi si sta sul lettino? Sara si mette a ridere. LEO Vabbè… senti… cosa vogliono? (pausa) Comicità semplice? Semplice quanto? Tipo rutti, flatulenza, battute sul sesso? Vabbè… se non fosse che ho bisogno di soldi vi manderei tutti a cagare… pure te, sì. Lascia stare… ti chiamo io quando ho finito. Leo interrompe la comunicazione. SARA Come mai è ancora tutto in disordine? LEO Non ho tempo... devo consegnare un lavoro… roba per la tv… SARA Anch’io lavoro per la tv… cioè… non solo… anche un po’ di cinema, pubblicità… sei uno sceneggiatore? Leo nota che Sara gli ha dato del "tu". LEO Non proprio…
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Sara si avvicina al tavolo con curiosità. Si piega sul computer di Leo per sbirciare. Leo le é vicinissimo la guarda e, senza farsi accorgere annusa il suo profumo. SARA (leggendo) Mia moglie è ciclotimica, nella vita conosce solo alti e bassi... e se li porta a letto tutti! (ride) Un po’ maschilista… ma divertente. Leo chiude il computer un po’ sgarbatamente. LEO Sicura che i suoi amici la chiameranno? SARA Certo. Ma vivi solo qui? LEO Perché? SARA E’ una casa così grande… non sei sposato? LEO Separato. SARA Ah... mi spiace. LEO (brusco) Perché le spiace? SARA Bè, di solito la gente crede sia meglio non essere soli… sai, la retorica della coppia… entrare in casa… trovare una persona che ti dà amore, tenerezza… significa molto. LEO Sì… significa che sono entrato in casa di un altro. SARA (sorride ) Ti vengono tutte così ciniche le battute?
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LEO In questo periodo sì… In quel momento suona il telefono. LEO Risponda lei. Sara risponde. SARA Pronto? Fernando... entonces? Nada? No ninguna… t’espero sì... un beso. Sara interrompe la comunicazione e appoggia il telefono sul tavolo. Leo la osserva. LEO Niente? Sara fa segno di no. SARA Bé, allora io... vado. Sara rimette nella valigia le proprie cose. Leo é in evidente imbarazzo, non sa che dire. LEO Vuole un caffé? SARA Non ti disturbare. Sara sorride LEO Mi spiace... Sara non risponde, sorride ancora. LEO E' che… anch'io ho un po’ di problemi…
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SARA Sì… (sottolineando con ironia) s’intuisce… tranquillo... Sara prende la valigia, guarda Leo e sorride. Suona il telefono. Leo risponde. LEO Pronto? Chi? No... non sono io... no. Le dico di no... Come? Ah... (a Sara) E' per lei... un certo Franco. SARA (sottovoce) No... non ci sono... digli che non ci sono... che non mi hai vista. LEO (impacciato) Non c'é... no, gliel'assicuro... bé, lo saprò, no? Che cazzo dico? (visibilmente alterato) Dico che sei uno stronzo, va bene così? (interrompe) SARA Si é arrabbiato, eh? Lo fa sempre. LEO Ma chi è? SARA Un mio ex… non sta bene... preferisco non sentirlo. Deve aver saputo che sono tornata… Sara sorride e si dirige verso la porta. SARA Ciao... grazie per la doccia. Sara sorride ed esce chiudendosi la porta alle spalle. Leo si accende una sigaretta sospirando, si dirige verso il tavolo ma il suo sguardo cade su un beauty-‐case che Sara ha dimenticato. Leo si dirige velocemente verso la porta d'ingresso, la apre. LEO Ehi... ehi...
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Leo rientra in casa e, senza richiudere la porta, va alla finestra nel tentativo di vedere Sara in strada, resta affacciato e non si accorge che Sara é rientrata nell'appartamento e sta cercando il suo beauty-‐case. Leo si volta, ha il beauty-‐case in mano, la vede. LEO Ah... ha dimenticato... SARA Il beauty… Leo si avvicina a Sara e le porge il beauty-‐case. SARA Grazie. Sara si volta per uscire nuovamente quando Leo inizia a parlare in modo piuttosto confuso. LEO Senta… io abito qui solo da una settimana... e devo lavorare... se non consegno questo lavoro... per me è finita. Sono senza soldi… non lavoro da un anno… SARA Non ti giustificare. LEO Però… se è solo per un paio di giorni… Leo non sa come continuare. LEO Il frigorifero è vuoto… bisogna fare la spesa… magari cucinare… di là c’è un letto singolo e... se vuole… può restare... Sara sorride. SARA Davvero?
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LEO S-‐sì. Intanto che cerca un’altra soluzione. Restano tutti e due in silenzio a guardarsi imbarazzati. SARA Bé... grazie... Leo sorride senza rispondere, poi indica degli scatoloni. LEO In uno di quegli scatoloni... ci sono le lenzuola… e… forse potremmo anche darci del tu... SARA Io ho già iniziato da un po’... LEO Io sono Leo... SARA Leo, bene... e io... LEO Sara... lo so... Suona il telefono. Leo sbuffa esausto e va a rispondere ma Sara lo ferma. SARA No... no... lascia stare... non rispondere. LEO E perché? Magari sono i tuoi amici... SARA E’ più facile che sia lui... non molla mai al primo colpo. Entra in funzione la segreteria telefonica, si sente la voce di Franco. VOCE FRANCO Senti pezzo di merda... passami Sara... hai capito? Passamela! Sara! Sara! Se non me la passi vengo lì e ti spacco il culo... hai capito? Te la vuoi
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scopare ancora, eh? Stronzo... rispondi! Pronto! (la comunicazione si interrompe) LEO (preoccupato) Incominciamo bene. SARA Non ti preoccupare… non ce l’ha con te… ma con Giorgio. LEO Basterebbe che mi vedesse per capire che non sono Giorgio. SARA (imbarazzata) Veramente Franco non… non l’ha mai conosciuto Giorgio… ne ha sentito parlare… ma visto mai. LEO Ah bene… allora vorrà dire che dopo che m’avrà spaccato la faccia gli farò vedere i documenti… Sara sorride. BUIO
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SCENA 2 Sara é in casa da sola si sta vestendo, poi apre il frigorifero e ne estrae una bottiglia di succo d'arancia, se ne versa un po' in un bicchiere. Il telefono nel soggiorno suona entra in funzione la segreteria. Dall’altra parte si sente un respiro ma nessuno parla. Il respiro è leggermente affannato come quello di chi ha corso. Sara resta ad ascoltare con un’espressione turbata. Poi non resistendo al quella situazione va a rispondere. SARA Pronto? Pronto? Dall'altra parte evidentemente nessuno risponde. SARA Lo so che sei tu… queste telefonate significano che non sei cambiato. (con cattiveria) Comportamento ossessivo compulsivo… così le chiamava il tuo medico le telefonate a vuoto. In quel momento suona il citofono. Sara distrattamente va a premere il pulsante d’apertura del portone e contemporaneamente apre la porta di casa. E’ evidente che immagini si tratti di Leo. SARA Sei già stato diffidato, devo chiamare polizia e carabinieri? Un anno fa t’hanno vietato di chiamarmi e di avvicinarti a meno di 200 metri. Te lo ricordi o no? (pausa) Sei malato! Vaffanculo! Interrompe la comunicazione e continua a vestirsi uscendo di scena. Dopo qualche istante la porta d'ingresso si apre lentamente ed entra un uomo con un telefono cellulare in mano. E’ Franco. Chiude la porta alle sue spalle facendo rumore. SARA (FS) Ha telefonato ancora... sai? Chiama e non risponde... credo che abbia smesso di prendere le sue pillole… Sara rientra nel soggiorno, vede Franco e lancia un piccolo grido soffocato, è visibilmente spaventata.
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FRANCO Come stai? SARA (spaventata) No… esci immediatamente… vattene! Vai via, sparisci! FRANCO Anch’io non vedevo l’ora di vederti. La osserva attentamente. FRANCO Mi sembri in forma... SARA Sto uscendo… devo andare a lavorare. Questa non é casa mia e la persona che abita qui sta tornando... FRANCO (sarcastico) “... la persona che abita qui...” E’ così che lo chiami adesso? SARA Non è Giorgio… FRANCO Sì… certo. SARA E’ la verità… esci! FRANCO Ti sei dimenticata di me? SARA (ironica) Figurati… come potrei?
. FRANCO (le si avvicina) Sei bella. Profumata... elegante... qualcosa di cambiato nei capelli. SARA Sono uguali a prima.
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FRANCO Non c'è niente uguale a prima. Ho sete... offrimi da bere. SARA Non puoi bere… non puoi mischiare l’alcol con le medicine. FRANCO Non le prendo più… ho chiuso… niente benzodiazepine… niente antidepressivi… non ne ho bisogno. SARA Ecco, lo sapevo… FRANCO (nervosamente) Adesso sto bene… sto bene… non sai come sto bene. SARA Se lo dici ancora una volta, chiamo la polizia. FRANCO Le persone come te sono il motivo per cui le persone come me prendono gli psicofarmaci! SARA Certo… il mondo è tanto cattivo, vero? Non sei tu paranoico… FRANCO (alterato) Io non sono paranoico! SARA (sarcastica) E chi ha interrotto l’analisi perche’ non sopportava di avere qualcuno alle spalle? FRANCO L’analisi è una cazzata, fa sembrare difficili le cose più semplici… io ti amo, tutto qua. E anche tu mi ami. SARA No, tu sei malato. E se non sei malato, allora sei un delinquente. Fai appostamenti, segui le persone, controlli cellulari, telefoni, computer… sei peggio della Gestapo.
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FRANCO Tu hai spezzato la mia vita. SARA E tu mi hai spezzato un dito. FRANCO Non l’ho fatto apposta… ho solo tirato un calcio alla porta… e tu non eri ancora entrata del tutto. SARA Mi hai preso a schiaffi. FRANCO Per convincerti che ti amavo. SARA Non volevi che lavorassi, che vedessi altre persone… sei geloso, petulante, insomma sei uno stronzo.
FRANCO Tu mi amavi. SARA Sindrome di Stoccolma… hai presente? Amavo il mio aguzzino. Adesso sto bene, sono guarita… io. Vattene. FRANCO Dammi da bere. SARA Lo sai, non puoi, l’alcol ti fa peggiorare. FRANCO Due dita… SARA (esasperata) Va bene, ma poi te ne vai.
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Sara é un po’ spaventata si volta e va a preparare da bere, guarda l'orologio con apprensione. Sara si avvicina a Franco e gli dà un bicchiere di whisky. FRANCO (bevendo) E' un sacco di tempo che non facciamo due chiacchiere. SARA Non ho niente da dire. Bevi e vattene. Lui si volta, si dirige verso la porta d'ingresso la chiude a chiave, sfila le chiavi e se le infila in tasca. SARA Cosa fai? Ridammi le chiavi. Franco si mette a girare e a guardare tutti i locali. FRANCO Non vedo l’ora di conoscerlo… vive in questo casino? SARA Lui non c’é... non abita più qui... FRANCO E allora perché sei qui? (beve) SARA C’è un’altra persona… mi ospita. FRANCO Sei sempre stata bugiarda. SARA E’ la verità. FRANCO Hai paura? Cosa pensi che gli voglia fare? SARA Se non te ne vai chiamo la polizia. Franco ride.
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FRANCO E come la chiami? Col telefono? Lui si avvicina al telefono cord-‐less e se lo infila nella giacca. Sara è sempre più preoccupata. SARA Posso denunciarti ancora… FRANCO Non lo farai perché mi ami. Una volta dicevi che ci saremmo sposati. SARA La tua idea di matrimonio sono gli arresti domiciliari. FRANCO Non dicevi così. SARA Non lo dicevo per non finire in ospedale. Lui le si avvicina, le accarezza i capelli. Lei ha paura. SARA Non mi toccare.
Lui cerca di baciarla. Lei si libera e si allontana. FRANCO Me lo ricordo questo vestito... chi te l’ha regalato? SARA (infastidita) Tu. Cos’è? Lo rivuoi per caso? FRANCO Mi facevi impazzire con questo vestito. Lo volevi mettere solo dopo che t'eri abbronzata… senza reggiseno. Si avvicina. L’accarezza.
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FRANCO Anche adesso non ce l’hai... SARA Non sei cambiato. Quando ti si dice: non toccarmi, tu capisci: scopami.
Lui si fa serio. FRANCO Ti sei messa questo vestito per lui? SARA Lui non c’é. FRANCO (aggressivo) Le sue mani addosso a te... su questo vestito. Ho passato notti intere a immaginare lui che ti spogliava dei miei vestiti. SARA Tu ci godi… la gelosia è un afrodisiaco per te. Uno stimolo sessuale. Ma io non sono come te… a me le litigate fanno passare la voglia di fare l’amore. Franco non l’ascolta. FRANCO Ti sei messa con lui. SARA E allora? Noi ci eravamo lasciati. FRANCO E adesso? Perché sei tornata qui, in casa sua? SARA Basta, vai via! Non ti sopporto! Trovati un’altra da tormentare… FRANCO Io amo solo te… SARA Possibile che non ci sia una demente in giro che apprezzi uno come te?
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FRANCO Io non ti ho mai tradita. SARA E hai fatto male. FRANCO Non ho mai toccato un’altra donna. SARA Nel senso che non l’hai menata? FRANCO Esisti solo tu. SARA Cerca tra le masochiste… lì c’è la tua anima gemella. Franco barcolla, ha un giramento di testa. FRANCO Mi sento male. SARA Non dovevi bere. FRANCO Mi sento svenire. Franco si appoggia al tavolo. FRANCO Il cuore… SARA Non è niente… FRANCO Mi gira tutto… ho un dolore al braccio. Sara si avvicina.
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FRANCO (quasi piangente) Sto male… SARA (preoccupata) Sei sicuro che è il cuore? Franco barcolla, poi l’abbraccia. SARA Vuoi sdraiarti sul divano? FRANCO (annuisce ) Aiutami. Insieme i due si avviano verso il divano. SARA Chiamo un dottore? Un’ambulanza? I due siedono sul divano. FRANCO Ti preoccupi per me? Lo sapevo… vedi? Mi ami ancora. Franco cerca di baciarla. Sara lo rifiuta. SARA Sono una cretina…lasciami! Franco la trattiene. SARA Se non te ne vai, mi metto a urlare. FRANCO Ah sì? Urla allora... Lui cerca di baciarla. Lei urla. FRANCO Tutto qui quello che sai fare?
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SARA Lasciami! Lui la spinge e insieme cadono ancora sul divano, lei resiste. Si sentono le chiavi girare nella serratura, poi la porta si apre ed entra Leo. LEO Ciao. E’ arrivato l’invito per una festa... “Millenium rave”... ovviamente non é per me... é per... Giorgio.
Leo si accorge di Sara e Franco sul divano. Agli occhi di Leo la loro lotta assume altri significati. I tre si guardano senza parlare per alcuni istanti, poi Franco e Sara si rialzano dal divano. Sara è in evidente imbarazzo, Leo lo è forse più di lei e teme la reazione di Franco. SARA (a Leo) Non è come immagini… è entrato in casa… credevo fossi tu… mi ha fatto paura… LEO Bé, entrando non si sarebbe detto… SARA Mi è saltato addosso. FRANCO (a Leo) Ti immaginavo diverso… LEO (ironico) Ma guarda… SARA Lui non è Giorgio. LEO Mi chiamo Leo… FRANCO (interrompendolo) Vi siete messi d’accordo, vero? LEO No… guardi…
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FRANCO Mi avevano detto che eri uno in gamba… e invece ti caghi sotto… LEO Io me ne vado… voi continuate a fare quello che stavate facendo… SARA No! Io non voglio stare sola con lui… ho paura. LEO Dalla posizione che avevate quando sono entrato, ho percepito il contrario. SARA Ti ci metti pure tu? Fai qualcosa, mandalo via. LEO (a Franco) Se ne vada… FRANCO Altrimenti? LEO Altrimenti… (guarda Sara) Franco lo prende per il bavero. FRANCO Prima noi due dobbiamo parlare… LEO E di che? SARA Lascialo! LEO C’è un errore… Sara diglielo. SARA Non mi crede.
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FRANCO (a Leo) Guardami! Leo guarda Franco negli occhi. FRANCO Io non sono come te… io non uso le persone per divertirmi… voglio una vita normale e amare una persona sola… lei. E lei se n’è andata per colpa tua. SARA (a Franco) No, non è per colpa di Giorgio. LEO Io non sono Giorgio. SARA (a Franco) E’ per colpa tua… del tuo carattere di merda… FRANCO (a Leo) Se lei è innamorata di te io non ci posso fare niente… ma tu… tu devi avere il coraggio di dirmi la verità… devi dirmi se la ami davvero… LEO (a Sara) E’ pazzo. FRANCO (urlando) Smettila di prendermi per il culo, rispondimi! La ami? Improvvisamente Leo reagisce, si libera dalla presa di Franco esi fa aggressivo. LEO Sei un idiota! Vuoi la verità? D’accordo… te la dico. Sì… la amo follemente e lei mi ama, siamo felici, non vedo l’ora di sposarla e di avere un figlio. Sei contento? Adesso cosa vuoi farmi? Mi vuoi picchiare? Avanti, cosa vuoi? Franco rimane impietrito. Poi guarda Sara che sembra stupefatta dalla reazione di Leo. Franco si porta le mani al volto quasi per non farsi vedere piangere. Sara e Leo si guardano imbarazzati, non sanno come comportarsi. FRANCO (a Leo) Non la amerai mai come l’ho amata io.
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Detto questo Franco si volta e se ne va, poi si ferma, restituisce a Leo le chiavi di casa e il telefono, quindi esce chiudendosi violentemente la porta d’ingresso alle spalle. Leo e Sara rimangono soli, nei loro occhi un po’ di tensione e incredulità. LEO Quanto tempo sei stata con questo psicopatico? SARA Due anni. LEO Bè… anche tu non sei mica tanto a posto allora. SARA Credi sia facile liberarsi da uno così senza finire al pronto soccorso? L’ho lasciato da più di un anno. LEO Bè… non sembra se ne sia accorto. Silenzio. SARA Mi spiace. Non l’avrei mai fatto entrare in casa, credimi. Leo non risponde. SARA Se vuoi me ne vado. LEO Lascia stare. Sara guarda Leo stupita. LEO Bè? Perché mi guardi con quella faccia? SARA Noi ci conosciamo solo da pochi giorni ma… quando hai detto quelle cose…
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quando hai regito in quel modo… sembravi… LEO Sembravo? SARA Sembravi un’altra persona. LEO Un’altra persona? (pausa) Magari. BUIO
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SCENA 3 Mattina. Leo si è addormentato sul tavolo davanti al computer. Intorno a lui ci sono molte bottiglie di alcolici e lattine di birra. Sara si è appena svegliata, entra nel soggiorno, guarda Leo poi si dirige in cucina per prepararsi la colazione. I suoi movimenti producono dei rumori che svegliano Leo che lentamente cerca di riprendere conoscenza e di recuperare la posizione eretta. La posizione in cui ha dormito tutta la notte ora gli provoca dolori alla schiena, al collo, alle gambe. Sara vede Leo dalla cucina. SARA Buongiorno. (ironica) Hai dormito bene vedo. Leo si lamenta e si massaggia. SARA Ci hai dato dentro ieri sera con l’alcol... hai scritto cose divertenti almeno? LEO Non me lo ricordo… adesso rileggo tutto. SARA Caffè o thé? Leo raccoglie le lattine vuote e le butta in un secchio sotto il tavolo. LEO Tutti e due… forti… Sara traffica un po’ attorno alla cucina. SARA Non capisco. Se qui ci vivi da solo, se devi lavorare e basta, perché ti sei preso una casa così grande? Voglio dire… per uno che dorme sul tavolo è uno spreco, no? LEO E’ stata la prima casa che ho trovato… e mia moglie aveva urgenza di non vedermi più.
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SARA Almeno Giorgio la usava… faceva un sacco di feste… aveva la casa piena di gente fino al mattino… LEO La casa piena di gente? Preferirei una colica. SARA Essere misantropo è strano per un comico… LEO Io non sono un comico… scrivo per i comici. Odio i comici… le loro faccette, le vocine… odio apparire allegro… e poi non c'è niente di più comico dell'infelicità. SARA Ecco perché dicono che le tue battute sono depressive. LEO Tempo fa andavo molto di moda, sai? Scrivevo per un sacco di quei coglioni… e guadagnavo parecchio… SARA E poi cos’è successo? LEO Ho litigato con un produttore televisivo. Mi sono rifiutato di scrivere per la sua amante… SARA Perché? Non era divertente? LEO Non in posizione verticale. Sara ride. L’attenzione di Leo è attratta da una rivista che sta sul divano. LEO Io ieri sera ho bevuto parecchio… ho un mal di testa micidiale e sono rincoglionito… ma questa, qui, nella foto sul giornale... sembri tu. Leo continua a guardare le fotografie all’interno del giornale.
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SARA Non ti piace, eh? Lo so, il trucco é sbagliato... il contorno degli occhi é troppo scuro... LEO Gli occhi non sono la prima cosa che si nota... SARA Ah… forse a te piacciono le donne con più seno? LEO Da quel che vedo va benissimo così... ma cos’è? Un’intervista? SARA Sì… per quella cosa in tv che sto facendo… LEO (leggendo) Una delle protagoniste di… “Alla luce del sole”… SARA Lo so, è una stronzata… il giornale è pessimo… roba da parrucchieri… ma quelli importanti non mi si filano… non sono abbastanza famosa. LEO Ah… ed è per diventare famosa che ti fai fotografare mezza nuda? SARA Le trovi volgari? Le foto dico… LEO Volgari? Non saprei… forse… il body di leopardo… SARA Sei contrario alle pellicce? Guarda che è ecologico… LEO Ah… sintetico… chissà che prurito… SARA Antiallergico…
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LEO Geniale… sai… è da un po’ di tempo che non maneggio queste cose. Con le donne ho chiuso… Sara si stende a terra su un tappeto. SARA (ride) Ah, ecco perché mi hai tenuta qui senza chiedermi niente. Leo la guarda senza capire. Sara inizia a fare degli esercizi ginnici. SARA (allusiva) Di solito quando un uomo ti fa un favore poi… vuole qualcosa in cambio. Tu però sei diverso... LEO Diverso? SARA Non mi hai chiesto niente...
LEO Perché... se invece te lo chiedevo? SARA Bé, in fondo ospitarmi… é una dimostrazione d’affetto... e di solito gli altri si aspettano che l’affetto venga ricambiato... LEO E tu di solito lo ricambi? SARA Dipende… LEO Quindi avevi messo in conto che io... SARA No. Ho capito subito che tu sei diverso. LEO E’ la seconda volta che usi questa parola e… la trovo impropria.
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SARA Diverso? Nel senso di rispettoso. LEO Ah… e nel caso non fossi stato rispettoso? SARA Chi lo sa? Sta uscendo il caffè… Leo va a spegnere il fuoco e prepara due tazzine e dei biscotti. LEO E’ così che è andata col tuo amico Giorgio? SARA No, io mi sono sentita subito molto attratta da lui… Giorgio é affascinante, bello, divertente, brillante, sexy da morire... LEO (infastidito) Sì… ho capito il concetto. E il tuo amico adesso vuole spaccare la faccia a me… SARA Lui odia Giorgio perché si sente inferiore... LEO Ma se non lo conosce nemmeno… SARA Si è informato… Leo appggia tutto sul tavolo. LEO Potresti stare un po’ ferma? A vederti fare quelle cose sudo. SARA Devo conservare il tono muscolare… LEO Dalle foto mi sembri tonica.
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SARA Appunto… mai mollare, devo combattere la concorrenza di centinaia di ventenni disposte a tutto pur di lavorare. LEO E oltre alla ginnastica che altro fai per sembrare una ventenne? SARA Mi stai domandando se mi sono rifatta qualcosa? Sei veramente un cafone. Sono tutta naturale io… (sarcastica) tu piuttosto… da quanto ti tingi i capelli? LEO (piccato) Scusa? Io non mi tingo i capelli. SARA Sì, come no… LEO Non me li tingo. SARA. (sarcastica) E’ scocciante la ricrescita, eh? Leo accusa il colpo. Sara si alza da terra e va a bere il caffè. SARA Senti... che ne dici di sistemare la casa? LEO Nooo... troppo mal di testa… e poi devo finire qui... (indica il computer) SARA Ma come fai a lavorare in questo casino? Se vuoi faccio io. Non ho niente da fare... LEO (sgarbato) Non voglio casino mentre lavoro... Sara sorride.
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SARA (ironica) Ah… ho capito. Uno non disfa mai le valigie quando è di passaggio. In realtà vuoi tornare a casa. LEO (sbuffa) Oddio… ci mancava la psicologa col body di leopardo… ecologico. SARA Non sottovalutarmi… Io sono un’esperta di matrimoni, sai? Sono laureata… antropologia. LEO Ah… quindi non vuoi farti fotografare mezza nuda tutta la vita? SARA Non sottovalutarmi. Io mi sono laureata a pieni voti con una tesi sulle strutture della parentela. LEO (ironico) Ah… ed eri vestita all’esame di laurea? SARA (con la stessa ironia) Pochissimo… era estate… scommetto che tu non sai perché ci si sposa… oggi, voglio dire… nel ventunesimo secolo. LEO Certo che lo so… ci si sposa intanto che s’aspetta l’uomo o la donna della nostra vita. SARA Carina questa, è nel tuo stile… negativa e depressiva… LEO Per affrontare in due le difficoltà che da soli non si avrebbero mai. SARA No. LEO Ci si sposa perché… una donna non è in grado di allevare i figli da sola…
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SARA Roba da secolo scorso… LEO Lo dici perché non conosci mia moglie e il suo avvocato.
SARA Tu hai figli? LEO Una… sedici anni… SARA Un’adolescente… LEO No, un piranha… SARA Sei fortunato… un matrimonio senza figli non ha senso. Antropologicamente è irrilevante, è solo una relazione sessuale. LEO E un matrimonio senza sesso… come si chiama? Relazione frigida? SARA Scommetto che stai per dire qualcosa di sgradevole su tua moglie… LEO No… assolutamente, noi lo facevamo in continuazione… non tra noi due. SARA (ride) Bè… era un rapporto equilibrato, allora. Perché è finito? LEO Un giorno mi ha chiamato al cellulare dicendo: amore faccio un po’ tardi sono con Linda. Linda… la sua migliore amica… SARA E allora… che c’è di male?
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LEO Bè… io le ho risposto… amore fai con comodo anch’io faccio un po’ tardi, sono con Linda… in una camera d’albergo… SARA E’ una delle tue battute. LEO Per niente… è andata proprio così. Sara ride. LEO Non ci toccavamo da mesi… e in quel momento ho avuto un’illuminazione… l’ipocrisia doveva finire. SARA Questo ti fa onore. LEO Onore? Se non hai soldi, le separazioni sono una catastrofe… solo i ricchi possono divorziare. L’ipocrisia almeno non ti fa andare in rosso in banca. SARA (sarcastica) Finalmente una visione romantica della vita… LEO Adesso, senza girarci troppo intorno… vuoi dirmi perché ci si sposa? SARA Per narcisismo… LEO Tutto qua? SARA Ti sembra poco? Vogliamo la persona che soddisfi tutti i nostri bisogni… come una madre per il bambino. Totale, altruista, disinteressato… e funzionale al proprio narcisismo, che è il male assoluto della nostra società. LEO (riflette) Detto da una che sta nuda su un giornale suona strano.
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SARA Quello non è narcisismo… è disoccupazione. E poi io faccio quello che voglio, non sono sposata e non mi sposerò mai… l’amore ideale è irragionevole, sovradimensionato e irreale. LEO E io che riducevo tutto al fatto di essere stronzi. E quale sarebbe la soluzione? SARA La libertà, la solitudine. LEO (sarcastico) I piaceri solitari… SARA (precisando) Solitudine, non astinenza. LEO Tu sopravvaluti il sesso a due… non fa sentire meno soli… tanto vale arrangiarsi. SARA Non ti fa bene stare sempre solo. LEO Non sono solo... ci sei tu… e mi sembra già una folla. SARA Perché odi l’umanità? LEO Io non odio l’umanità… odio le persone prese una per una. SARA Perché non facciamo una festa? Magari si rallegra la casa… LEO Bella idea… io vado al cinema…
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SARA Ma così non vivi mai… è come essere morto… LEO Morto? Avrebbe dei vantaggi… risparmierei su alcolici, alimenti, affitto… SARA Dài almeno pensaci. LEO (ironico) Non farò altro tutto il giorno. SARA Potrei organizzare una cena con poca gente…
LEO (sarcastico) Una cosina intima… che carina. SARA Oppure una festa elegante, in grande stile, come quelle di Giorgio… LEO Purtroppo i miei vestiti migliori sono ancora da mia moglie…
SARA Di là nell’armadio c’è qualcosa di Giorgio… deve aver dimenticato un paio di abiti… ci hai fatto caso? LEO (deciso) Io non metto i vestiti di un altro. SARA Più o meno avete la stessa taglia. Vado a prenderli. Sara esce di scena. LEO No… devo lavorare. Suona il telefono.
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SARA (fs) Non rispondere… LEO Non ci penso proprio. Entra in funzione la segreteria telefonica, si sente la voce piangente di Franco. VOCE FRANCO Sbaglio sempre io… troppa rabbia, troppo amore, troppa gelosia. Ma sbaglio per imparare a chiedere scusa e a non sbagliare più. Sbaglio perché… ti amo. Si sente il respiro affannato di Franco. Sara rientra con un paio di abiti scuri dal taglio moderno e asciutto, guarda Leo. SARA Non lasciarti commuovere… LEO Piange. SARA E’ una strategia… LEO Ma piange davvero. La comunicazione cade. LEO Sei una donna senza cuore. SARA Esatto. (indicando i vestiti) Secondo me ti vanno bene. Questo per te é perfetto... provalo... (giocando a fare la bambina) Per favore... dài... Leo si lascia convincere e inizia a provare la giacca del vestito di Giorgio che, in effetti, gli calza a pennello. Sara lo guarda con un sorriso.
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SARA Sei molto carino... LEO Una parola che mi faccia più schifo di “carino” non c’è. SARA Provati questa cravatta… LEO Odio le cravatte. Le uso solo in occasioni tristi: a funerali e matrimoni… Sara lega la cravatta attorno al collo di Leo. SARA Sei perfetto.
LEO Vestiti di un altro, casa di un altro, telefonate di un altro… preoccupati che non ci prenda troppo gusto a mettermi nei panni del tuo amico Giorgio. Potrei pretendere altri diritti… visti i rapporti che ci sono stati tra di voi. SARA Tu sei diverso da Giorgio. LEO Sì… io sono un tipo rispettoso. SARA A volte il rispetto, dopo un po’, viene avvertito come indifferenza. LEO Ah sì? (l’abbraccia) Te la faccio vedere io l’indifferenza. (la bacia) SARA (non si oppone) Meglio tardi che mai… Leo prende Sara energicamente e la porta al divano. BUIO
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SCENA 4 E’ sera, Leo è al tavolo davanti al computer. Parla al telefono mentre beve del cognac tutto in un fiato e subito se ne versa un altro. LEO Hanno fatto il bonifico? Era ora. Gli sono piaciute? Non avevo dubbi… a me fanno cagare. Poveri idioti, ho riciclato roba vecchia… posso riempirli di queste cazzate. Ho bisogno di altri soldi… questi nemmeno li vedo io. (beve ancora) Sì… mia moglie sì. Suona il campanello dell’ingresso. Leo si alza e va ad aprire. LEO Va bene mi metto al lavoro… (al telefono) un attimo. (alla porta credendo si tratti di Sara) Hai dimenticato ancora le chiavi? Leo apre la porta ma davanti a lui anziché Sara c’é Franco. LEO Oh... no... per favore... Leo cerca di richiudere la porta. FRANCO No... aspetta... LEO (al telefono) Scusa ti richiamo. (a Franco) Sara non c’é... io devo lavorare e non voglio discutere con te... FRANCO Volevo scusarmi. Leo guarda Franco stupito. FRANCO Mi vergogno per quello che ho fatto... per come mi sono comportato... sono stato uno stronzo. LEO Uno stronzo? Sono d’accordo… arrivederci.
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Leo cerca di chiudere la porta ma Franco lo ferma. FRANCO Ho bisogno di parlarti... non mi dire di no… non sai che fatica ho fatto per venire qua da te… ho dovuto bermi tre whisky per farmi forza. LEO Nessuno ti capisce meglio di me… solo che tu hai l’aria di non reggerlo. FRANCO Anche tu bevi? LEO Io? L'ultima volta che ho fatto l’esame delle urine l’analista ci faceva una tequila bum bum. FRANCO Hai qualcosa di forte? LEO Qualcosa di forte è l’unica cosa che non mi manca. FRANCO Ti prego… Leo stremato fa segno a Franco di entrare, chiude la porta, va a versare del cognac in un bicchiere e lo porge a Franco. FRANCO Grazie... in questo periodo bevo tanto, non dormo, non mangio, non vivo... e lo sai di chi è la colpa? LEO Non mia… perché io non sono Giorgio. FRANCO Smettila di raccontarmi balle, io non ce l’ho con te. Sara ti piaceva... ci hai provato e lei c’é stata... la colpa è sua. Ma quando ci hai trovati qui sul divano... io… io l’ho sentita... capisci? Dopo tanto tempo… l’ho sentita come una volta...
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LEO La sua versione è leggermente diversa… FRANCO Non le devi credere… lei è bugiarda. Non ti sei accorto che non dice mai quello che pensa veramente? Ti ha detto che è ancora innamorata di me? LEO No… mi ha detto che le fai schifo. FRANCO Lo vedi? E’ bugiarda. Se non fossi arrivato tu... l’avremmo fatto... lei non ha mai smesso di amarmi. LEO Quindi quando dice che sei un egotico, violento figlio di puttana non le devo credere? FRANCO Ovvio. Me ne dai ancora? Franco mostra il bicchiere vuoto a Leo, lui prende la bottiglia di cognac e glielo riempie. Franco beve. FRANCO Lo so, tu sei diverso, non sei geloso, non sei possessivo... io invece quando amo mi prende il terrore, mi rovino la vita e non ottengo niente... anzi... alla fine sto sui coglioni a tutti. (beve) Quando sono venuto qui ti volevo picchiare… ma non perché mi hai portato via Sara... perché volevo essere te... tu hai un potere sulle persone... non so se te ne rendi conto... LEO Giorgio ha un potere sulle persone… io no purtroppo. FRANCO Smettila. Credi che sia un coglione? Dimmelo. Ti sembro un coglione? LEO Senza offesa… sì… FRANCO Vedi? Io ho bisogno di parlare con te… perché sei chiaro, diretto, sincero…
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LEO Se ti piace la sincerità, posso insultarti fino a domani mattina. FRANCO Le donne mettono in luce i nostri lati migliori... LEO Non sempre, credimi. FRANCO Quando uno é innamorato tende a dare il meglio di sé... io con Sara mi sentivo fantastico... adesso che non c’é più... mi sento... una merda. LEO Lo vedo. FRANCO Ma io non voglio essere una merda… voglio essere come te. Sempre fantastico... (indica il bicchiere vuoto) Me ne dai ancora? LEO Meglio di no… FRANCO L’alcol ti fa vedere tutto più chiaro… LEO Anche la sobrietà non è male… a piccole dosi. FRANCO Quando s’è messa con te, io ho cominciato a dare il peggio di me... lo so, lo so… ho fatto cazzate, l’ho presa a sberle, l’ho minacciata, l’ho seguita, spiata… ma poi le ho chiesto perdono mille volte. LEO In certi casi chiedere perdono fa solo incazzare. FRANCO (beve) Infatti… mi ha lasciato.
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LEO (sarcastico) La cosa ti sembrerà strana ma le donne non amano essere picchiate… tranne alcune… ma le riconosci dalle tute in latex, manette, fruste… FRANCO Anche con te mi sono comportato male e voglio chiederti scusa… quando hai trovato le gomme della macchina tagliate per esempio… ero stato io. Leo inizia a ridere. FRANCO Te le ho tagliate una volta a settimana per due mesi… e tutte quelle telefonate di notte… ero io. Sapevo che lei era con te… e volevo farla sentire in colpa. Leo ride FRANCO E anche l’uccello morto nella cassetta delle lettere… sono stato io… LEO (ridendo) Ma dove l’hai trovato un uccello morto? FRANCO Ho passato notti in macchina per capire chi eri. LEO (ridendo) E non mi hai mai visto? FRANCO No… LEO La cosa non mi stupisce. FRANCO Tanto lo sapevo che stavate insieme. LEO Sei proprio un coglione. Lo sai?
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FRANCO Lo so… ma posso cambiare. Franco si versa ancora da bere e finisce tutto in un sorso. Leo smette di ridere. LEO Senti… ma cosa vuoi da me? Franco beve ancora. FRANCO Ecco, io… non so cosa possa servire a farla tornare... ma di una cosa sono sicuro: tu lo sai. Ti prego dimmelo. LEO Io? (incredulo) FRANCO Sì. Tu sei distaccato, sei lucido, razionale… io vorrei essere così ma non ci riesco. LEO Tu vuoi un consiglio da me? Franco annuisce. LEO Mi sembri perfettamente in grado di sbagliare da solo. FRANCO Le ho pensate tutte, sai? Sarei disposto a umiliarmi davanti a lei... o fare del male a qualcuno... a te per esempio... LEO Pessima idea. FRANCO Ho pensato perfino di ammazzarmi, sai? Guarda… Franco estrae di tasca una rivoltella automatica.
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FRANCO Guarda con cosa vado in giro. LEO (preoccupatissimo) No… aspetta… ecco… va bene, va bene… vuoi un consiglio? Te lo do: mettila via. FRANCO Sai quante volte ho pensato di farla finita? LEO E’… è carica? FRANCO Certo… un colpo a te e poi uno a me… LEO Ti… consiglio il contrario… FRANCO Forse è l’unica soluzione… LEO No… non lo è… e sai perché? Io non sono Giorgio. Io mi chiamo Leo… sono uno scrittore di battute comiche… FRANCO Non mi fai ridere… LEO Ultimamente non sei l’unico a dirlo. Se non mi credi guarda… guarda sul computer… se vuoi te le leggo… Leo si avvicina al computer. LEO Senti questa… mai andato in un albergo a ore… soffro di eiaculazione precoce. FRANCO Fa schifo…
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LEO Sì… sono d’accordo… resta il fatto che io non sono Giorgio. FRANCO (in crescendo) Io sono venuto qua per parlarti e tu mi prendi per il culo! Se continui così mi incazzo! LEO Stai calmo.
FRANCO Calmo? Tu ti scopi la mia donna. LEO No. FRANCO (alterato) Ti scopi la mia donna! LEO Non è la tua donna. Franco punta la rivoltella contro Leo. FRANCO Ti scopi la mia donna! LEO Va bene, sì… ma da pochissimo… FRANCO (gli punta la rivoltella) Io ti ammazzo. LEO Posso smettere quando voglio… mettila via per favore. FRANCO Io non so se odio più te o me stesso. LEO Ecco, cerchiamo di capirlo con calma…
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FRANCO Un colpo e tutto finisce. LEO No… io ho delle responsabilità, una figlia, una ex moglie… un mutuo da pagare, e soprattutto non sono Giorgio. FRANCO Hai paura di morire? LEO E’ una domanda del cazzo, lo sai? FRANCO Io non più. LEO Tu non hai una pistola puntata contro. FRANCO Sono sicuro che Dio mi capirebbe… LEO Se minacci di sparargli è probabile… FRANCO Tu non credi in Dio, vero? LEO L’argomento meriterebbe molto tempo… se metti via la pistola ne parliamo… ti va? Dio è… è onnipotente, onnisciente e… assolutamente contrario all’omicidio. Improvvisamente Franco barcolla, si appoggia al tavolo, si strofina il volto con le mani.
LEO Che succede? FRANCO Mi sento male... mi gira tutto... la testa mi scoppia.
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Franco si porta le mani alla testa, ha uno sbandamento. Franco si sdraia sul divano tenendo la rivoltella in mano. FRANCO Oddio... mi sento anestetizzato… mi tremano le mani. LEO Allora togli il dito dal grilletto. FRANCO Forse devo vomitare... LEO Tranquillo, lascia quell’arnese e vai in bagno. FRANCO No... non ce la faccio... Franco ha un conato che però riesce a trattenere. LEO Non puoi vomitare qui... vai in ba… Leo non finisce la frase, Franco si porta le mani alla bocca si gira su un fianco e vomita dietro la spalliera del divano. LEO No… FRANCO Che schifo… scusa… scusa… Franco si muove agitando casualmente la pistola. LEO Non importa. FRANCO Davvero scusami. LEO Ho detto non importa…
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FRANCO Che vergogna. LEO Metti via quella pistola… cazzo! FRANCO No. Facciamola finita… sto troppo male. Si punta la rivoltella alla testa.
LEO No! Se stai male è meglio un Alka Selzer… un Maloox… ti faccio una camomilla, una tisana al finocchio… FRANCO Sto male… male… il cuore… mi sta scoppiando. LEO Chiamo un’ambulanza. FRANCO No! Franco punta la rivoltella contro Leo. FRANCO Aiutami… Leo si avvicina al divano. Franco gli prende la mano. FRANCO Non voglio morire. LEO Due secondi fa ti volevi sparare. FRANCO Sono confuso.
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LEO Sei solo ubriaco… calmati. Me la dai? La rivoltella… me la dai? Così poi ti sdrai… ti rilassi. FRANCO Tienimi la mano. LEO Lo sto già facendo. Dammi la rivoltella. Franco non lascia l’arma. FRANCO Se muoio… le devi dire che è tutta colpa sua… che non troverà mai pace… che sarà infelice per tutta la vita… glielo dirai? Leo annuisce. FRANCO Tutte le notti sogno il mio funerale. E lei è lì che piange perché ha fatto morire l’unica persona che l’amava davvero. Si getta sulla bara, disperata, gridando il mio nome e chiedendo perdono. Poi i becchini arrivano per portarmi via… e lei prende una pistola… questa… li minaccia di stare lontani e poi… LEO Si spara. FRANCO Come lo sai? LEO Intuizione… FRANCO E dopo che si è sparata… io, nella bara, sto meglio, mi sento tranquillo, sereno, appagato. Poi però mi sveglio e mi rendo conto che la realtà è un’altra e sto male come un cane. Tra i due scende un breve silenzio.
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LEO Mi sembra che tu stia meglio, no? Franco scuote la testa poco convinto. LEO Metti via la pistola… ti chiamo un taxi e… FRANCO Non ti muovere. Gli punta la rivoltella tenendolo per mano ancora. LEO No… non ricominciare ti prego… non vorrai tenermi qui, mano nella mano, tutta la notte, no? FRANCO Te l’ho detto voglio farla finita. (guarda la rivoltella) Dici che è doloroso? LEO Moltissimo… soprattutto se non muori subito… posso alzarmi? FRANCO No. Franco punta la rivoltella verso Leo. FRANCO Dammi una ragione per non farlo. Leo lo guarda sconcertato, non sa che dire, Franco alza il cane dell’arma. LEO (come illuminato) Va bene, va bene… ti… ti racconto una storia… una storia… su Sara… e… su di me… ti va? Franco sembra leggermente incuriosito. LEO Te la racconto… però mi devi ascoltare… capito? Mi devi ascoltare. Sei pronto?
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Franco annuisce. Abbassa il cane. LEO L’altro giorno Sara ha organizzato una cena qui… con dei suoi amici… all’inizio erano solo quattro, ma poi il citofono ha cominciato a suonare… dieci, venti, trenta volte… arrivava gente mai vista in continuazione, tutti con una bottiglia in mano. Franco lo guarda senza capire. LEO Credevano tutti che fosse una delle feste di Giorgio. S’era sparsa la voce. C’era gente che si baciava nel corridoio, in bagno, ridevano, litigavano, ballavano, si ubriacavano. Quasi nessuno conosceva Giorgio. Mi si avvicinavano e dicevano... “Oh! Il famoso Giorgio!” e io... “no... non sono Giorgio…” una tizia addirittura mi ha infilato la lingua in bocca e mi ha proposto del sesso orale in bagno… solo perché mi credeva Giorgio. Capisci? FRANCO No… LEO Poi mi sono stancato di spiegare a tutti la stessa cosa... sorridevo e stringevo mani e facevo finta di essere Giorgio… E sai una cosa? Mi piaceva. Mi sentivo ammirato, gratificato. A un certo punto in mezzo a tutto il casino ho visto un tizio che mi sembrava di conoscere. Lo guardavo e lui mi guardava. Mi giravo poi lo riguardavo e lui era ancora lì che mi fissava. Mi sono detto che tipo interessante quello… magari lo conosco. Gli ho fatto un segno con la mano... e me l’ha fatto anche lui. (pausa) Era lo specchio cazzo... ero io... mi ero messo un vestito di Giorgio. Certo ero molto ubriaco ma... non mi sono riconosciuto. FRANCO Perché mi dici queste cose? LEO Tu mi hai detto che vorresti essere come lui… e ti confesso che anche a me non dispiacerebbe. Ma non siamo Giorgio, né io, né te. Non abbiamo il suo carisma e il suo successo. Quindi credo che ci toccherà la fatica di essere noi stessi.
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Breve pausa, Franco sembra incredulo, respira profondamente più volte. FRANCO Ma tu e Sara… adesso però… LEO Ci conosciamo solo da un paio di settimane… non drammatizzerei fossi in te… e metterei via quella pistola. Franco sembra confuso, abbassa l’arma, ma proprio in quell’istante la porta d’ingresso si apre, è Sara. Entrando vede Leo. SARA Sei sveglio? LEO (indicando Franco) Quando la compagnia è buona non si andrebbe mai a dormire. Sara vede Franco. I due rimangono immobili a guardarsi. LEO Non vorrei agitarti ma ha una rivoltella ed è ubriaco. I tre rimangono in silenzio alcuni istanti. FRANCO Come sei bella… Sara si avvicina lentamente a Franco. Lo raggiunge e gli accarezza il viso. Ha un atteggiamento calmo e misurato. SARA Vai a casa. FRANCO Vieni con me? Sara non risponde, fa segno di no con la testa.
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FRANCO Ti capisco sai? Hai fatto bene a lasciarmi… anch'io, se potessi, mi lascerei… ma io… non riesco a stare senza di te. SARA Ne parliamo domani con calma, va bene? Adesso devi prendere 20 gocce di Xanax, e riposare. Da quanto tempo non dormi? FRANCO Tre, quattro giorni credo… SARA Lo sai… non puoi ridurti così… devi calmarti. FRANCO Io voglio stare con te, tutta la vita. LEO (sarcastico) Che poesia… tutta la vita… come l’ergastolo. SARA (a Leo interrompendolo bruscamente) Smettila. LEO Vi spiace se me ne vado? Franco mostra la rivoltella a Leo. FRANCO Non muoverti. Leo si ferma. SARA (a Franco) Lo sai, quando ti comporti così, poi ti penti. LEO E’ ubriaco… non si può ragionare con gli ubriachi, fidati… lo dico per esperienza personale… FRANCO Sei andata a letto anche con questo?
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SARA No… FRANCO Lui dice di sì… Sara si volta verso Leo con sguardo di riprovazione. LEO (a Sara) Scusa, mi risulta difficile mentire con una pistola puntata contro. FRANCO Che cos’hanno tutti che non ho io? Anche lui è meglio di me? E’ più intelligente? SARA No. LEO Come no? Essere più intelligente di questo qui non ci vuole tanto… SARA (a Leo) Stai zitto! FRANCO Scopa meglio di me? LEO Per favore… non rispondere con me presente, non lo voglio sapere… FRANCO (minaccioso) Scopa meglio di me? SARA No… LEO Ecco… FRANCO E allora perché stai con lui?
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LEO Non per soldi… t’assicuro. FRANCO (a Sara) Dimmelo. SARA Non lo so… ero qui e… è capitato… non devi dargli importanza. LEO Gratificante… grazie. SARA (a Leo) Devi stare zitto. Zitto! LEO Sapete una cosa? La vostra triste storia d’amore incomincia a rompermi i coglioni. Me ne vado… risolvetevi i vostri problemi con calma.
SARA No, ti prego, non lasciarmi sola. Franco punta la rivoltella contro Leo. FRANCO Fermo! Decido io se te ne vai Leo si blocca. FRANCO (a Sara) Ti sei innamorata di lui? SARA No. FRANCO E allora perché hai scopato con lui? SARA Non lo so… è divertente, mi fa ridere. E poi mi assomiglia.
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Franco rimane un istante silenzioso. FRANCO Tutto qua? SARA Tutto qua. LEO (ironico) Pensavi fosse il grande amore? Non lo è… adesso fai come ti dice lei… fatti una dormita… FRANCO Zitto! (a Sara) Mi vuoi sposare? Sara e Leo restano immobili, si osservano stupefatti. FRANCO (a Sara) Sposami. SARA Non è una richiesta che si fa con una pistola in mano… FRANCO (a Sara) Se mi dici di no… (indica Leo) gli sparo. LEO Un momento… non vedo il nesso… FRANCO Zitto! (a Sara) Allora? Mi vuoi sposare? Sara non risponde. Franco la guarda rimanendo in attesa di una risposta. FRANCO Dimmi di sì… LEO Digli di sì… Franco si avvicina a Leo e gli punta la pistola alla testa.
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FRANCO Lo faccio… Silenzio. FRANCO Allora? SARA No… LEO Come no? SARA Non ti sposo… non ti voglio… Franco tende il braccio verso Leo per sparare. LEO (a Franco) Aspetta… non è detto che sia una decisione irreversibile… SARA Non ti amo… LEO Adesso… non ti ama adesso… ma domani, con calma… ne potrete riparlare. SARA Non ti amerò né domani, né mai… LEO (disperato) Ma no… SARA Stare con te è un incubo… io non ti sopporto… ti detesto. E nemmeno tu mi ami… altrimenti non ti comporteresti così. FRANCO Non è vero.
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SARA Sei un bambino incapace di reggere la frustrazione e il rifiuto. Sei violento perché sei un debole. Ti sai solo lamentare… ma quelli che si lamentano di più sono quelli che soffrono meno. LEO (a Sara) Direi che può bastare. SARA Perfino il tuo psicanalista s’è rotto i coglioni di te. Non hai il senso della realtà… non hai il senso dell’umorismo, sei noioso… anche a letto. LEO Complimenti, hai scelto il momento migliore per essere sincera… SARA (a Franco) Chi mi fa incazzare di più sono quegli stronzi che non t’hanno ancora messo dentro dopo tutte le denunce che ti ho fatto FRANCO Lo ammazzo! SARA Si, ammazza lui e poi anche a me… poi se non avrai il coraggio di spararti, come credo, finirai in galera e spero che troverai un compagno di cella superdotato… così capirai anche tu finalmente quanto sia doloroso essere desiderato da chi non vuoi. FRANCO (a Sara) Va bene… l’hai voluto tu. Franco preme il grilletto mirando alla testa di Leo ma la rivoltella si inceppa. Preme nuovamente il grilletto, ancora cilecca. Allora Franco dirige la rivoltella verso Sara, preme di nuovo. Niente. La rivoltella è decisamente inceppata. Leo e Sara sono completamente distrutti dalla paura. Allora Franco rivolge verso se stesso l’arma e preme nuovamente il grilletto. Niente. FRANCO Niente… non so fare niente… non valgo niente… niente!
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SARA Esatto. Non vali niente. Vattene! Franco rimane un istante a guardare Sara e Leo. SARA Ho detto vattene! Silenzio. Restano tutti zitti a guardarsi. FRANCO Non mi vedrete mai più… vi auguro di stare male, tanto… come me. Franco si dirige verso la porta d’uscita e se ne va. Leo e Sara si guardano stremati. Leo si versa subito qualcosa da bere per farsi coraggio. LEO (molto agitato) Ti rendi conto? Mi stavi facendo ammazzare. Potevi dirgli di sì… tanto era ubriaco. Domani non si sarebbe ricordato di niente… SARA Domani avrebbe ricomiciato, fidati. LEO E chi ti dice che non lo farà? E’ uno psicopatico… io voglio protezione… voglio chiamare la polizia… anzi, l’esercito. SARA La pistola era scarica. LEO Scarica un cazzo! Si è inceppata… non so se cogli la sottile differenza. ARA Non ti avrebbe fatto niente, non ne è capace. LEO Io non capisco. Com’è entrato questo nella tua vita? E soprattutto, com’è entrato nella mia? Come hai fatto a sopportare un criminale simile? Io non capisco come ci si possa ridurre così per…
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SARA Per amore? LEO Amore? Lo chiami amore questo? SARA Tu hai mai detto a qualcuno: se non mi ami, non importa, io so amare per tutti e due? LEO No. E’ una cosa patetica, non la direi mai. SARA Nemmeno io. Lui sì… LEO Ah, ho capito… ti ha affascinato la sua vocazione al martirio. SARA Un po’ sì… all’inizio. LEO Non c’è niente di bello nel soffrire così… SARA Soprattutto per amore, sono d’accordo. Restano un istante in silenzio. LEO Mi avresti fatto ammazzare solo per non dargliela vinta. SARA Non ti sembra un buon motivo? LEO Tu mi fai paura… SARA Me ne vado… ti ho creato troppi problemi.
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Sara inizia a raccogliere le sue cose. Leo la osserva per alcuni istanti. LEO Te ne vuoi andare adesso? Di notte? Aspetta domani, no?
SARA Mi stai chiedendo di rimanere? LEO No… cioè… non lo so… SARA Tu sei cinico, misantropo, hai un carattere di merda, un matrimonio fallito alle spalle, non hai una lira, sei quasi un alcolista e non hai nemmeno il coraggio di disfare le valige… LEO E tu invece sei una con tendenze masochiste, che è stata fidanzata con un serial killer, sei terrorizzata dai legami, ti comporti come un’adolescente senza fissa dimora che si fa fotografare su giornali per parrucchieri… SARA (sorride) Lo vedi? Non può funzionare. Sarebbe l’ennesima cazzata della nostra vita. Leo annuisce sorridndo. Poi si sente uno sparo provenire dalle scale. I due restano immobili, sbigottiti. SARA Oddio. LEO Te l’ho detto che era carica. SARA Non mi dire che… s’è sparato. La porta d’ingresso si apre di colpo. E’ Franco con la pistola. FRANCO E’ partito un colpo… mentre scendevo le scale… adesso funziona…