Ode to a Nightingale

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Ode to a Nightingale

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Page 1: Ode to a Nightingale

Ode to a Nightingale (Ode a un Usignolo)John Keats

My heart aches, and a drowsy numbness painsIl mio cuore duole, ed un sonnolento torpore affliggeMy sense, as though of hemlock I had drunk,I miei sensi, come se avessi bevuto cicuta,Or emptied some dull opiate to the drainsO svuotato qualche torpido oppiato (sonnifero)

One minute past, and Lethe-wards had sunk:Un minuto fa, e fossi sprofondato nel Lete:'Tis not through envy of thy happy lot, 5Non è per invidia della tua felice razza:But being too happy in thine happiness, thine = yourMa l’essere troppo felice nella tua felicitàThat thou, light-wingèd Dryad of the trees,Che tu, Driade di ali leggere degli alberi,In some melodious plotIn qualche melodioso luogoOf beechen green, and shadows numberless,Di faggi verdi, ed innumerevoli ombre,Singest of summer in full-throated ease. 10Canti l’estate con facilità a piena gola.O for a draught of vintage! that hath beenOh per un sorso di vino (d’annata)! che è statoCool'd a long age in the deep-delvèd earth,Rinfrescato per lungo tempo nella profonda terra,Tasting of Flora and the country-green,Con sapore di Flora e di campagna verde,Dance, and Provençal song, and sunburnt mirth!Di ballo, e di canzone Provenzale, e di allegria riscaldata dal sole!O for a beaker full of the warm South! 15Oh per un bicchiere pieno di caldo Sud!Full of the true, the blushful Hippocrene,Colmo del vero, rosso Hippocrene,With beaded bubbles winking at the brim,Bollicine a perline che si affacciano all’orlo,And purple-stainèd mouth;E la bocca macchiata di porpora;That I might drink, and leave the world unseen,Che io potessi bere, e lasciare il mondo inosservato,And with thee fade away into the forest dim: 20E con te sparire nella foresta oscura:Fade far away, dissolve, and quite forgetSparire lontano, dissolvermi, e dimenticare del tuttoWhat thou among the leaves hast never known,Ciò che tu fra le foglie non hai mai conosciuto,The weariness, the fever, and the fretLa stanchezza, la febbre, e l’ansiaHere, where men sit and hear each other groan;Qui, dove gli uomini siedono ed odono il lamento reciproco;

Page 2: Ode to a Nightingale

Where palsy shakes a few, sad, last grey hairs, 25Dove il tremito scuote alcuni, tristi, ultimi capelli grigi,Where youth grows pale, and spectre-thin, and dies;Dove la gioventù diventa pallida, magra come uno spettro, e muore;Where but to think is to be full of sorrowDove il solo pensate è essere pieno di doloreAnd leaden-eyed despairs;E disperazioni con occhi di piombo;Where beauty cannot keep her lustrous eyes,Dove la bellezza non può mantenere i suoi lucenti occhi,Or new Love pine at them beyond to-morrow. 30O il nuovo amore (non può) struggersi per loro oltre il domani.Away! away! for I will fly to thee,Via! via! perché volerò da te,Not charioted by Bacchus and his pards, pards = leopardsNon portato in cocchio da Bacco e dai suoi leopardi,But on the viewless wings of Poesy,Ma sulle invisibili ali della Poesia,Though the dull brain perplexes and retards:Anche se l’opaco cervello si disorienta (diventa perplesso) e indugia:Already with thee! tender is the night, 35Già con te! tenera è la notte,And haply the Queen-Moon is on her throne,E per caso la Luna-Regina è sul suo trono,Cluster'd around by all her starry Fays cluster’d = clusteredCircondata da tutte le sue fate stellateBut here there is no light,Ma qui non c’è nessuna luce,Save what from heaven is with the breezes blownEccetto quella che è soffiata dal cielo con le brezzeThrough verdurous glooms and winding mossy ways. 40Attraverso le verdeggianti oscurità e i serpeggianti muschiosi sentieri.muschioso = coperto di muschioI cannot see what flowers are at my feet,Non posso vedere che fiori ci sono ai miei piedi,Nor what soft incense hangs upon the boughs,Nemmeno che delicato incenso pende sui rami,But, in embalmèd darkness, guess each sweetMa, nell’oscurità profumata, indovino ogni dolcezzaWherewith the seasonable month endowsChe il mese propizio regalaThe grass, the thicket, and the fruit-tree wild; 45All’erba, al boschetto, e l’albero da frutta selvatico;White hawthorn, and the pastoral eglantine;Biancospino, e la pastorale rosa canina;Fast-fading violets cover'd up in leaves;Le viole che appassiscono presto coperte dalle foglie;And mid-May's eldest child,E la figlia maggiore di metà maggio,The coming musk-rose, full of dewy wine,L’imminente rosa muschiata, piena di vino di rugiada,

Page 3: Ode to a Nightingale

The murmurous haunt of flies on summer eves. 50Il sussurrante rifugio di mosche nelle serate estive.Darkling I listen; and, for many a timeNell’oscurità ascolto; e, perché molte volteI have been half in love with easeful Death,Sono stato mezzo innamorato della morte facile (indolore).Call'd him soft names in many a musèd rhyme,L’ho chiamata con delicati nomi in molte rime poetiche,To take into the air my quiet breath;Perché portasse nell’aria il mio quieto respiro;Now more than ever seems it rich to die, 55Ora più che mai mi sembra ricco (piacevole) morire,To cease upon the midnight with no pain,Cessare (di vivere) a mezzanotte senza nessun dolore,While thou art pouring forth thy soul abroad thou art = you areMentre tu stai riversando la tua anima fuoriIn such an ecstasy!In tale estasi!Still wouldst thou sing, and I have ears in vain—Ancora canteresti, ed io ho orecchie invano -To thy high requiem become a sod. 60Al tuo alto requiem diventato terra.Thou wast not born for death, immortal Bird! thou wast = you wereTu non sei nato per morire (lett. la morte), Uccello immortale!No hungry generations tread thee down;Generazioni affamate non ti calpestano;The voice I hear this passing night was heardLa voce che odo in questa notte fugace fu uditaIn ancient days by emperor and clown:Nel passato (lett. antichi giorni) da imperatore e contadino:Perhaps the self-same song that found a path 65Forse la stessa canzone che trovò un sentieroThrough the sad heart of Ruth, when, sick for home,Attraverso il triste cuore di Ruth, quando, nostalgica per la sua casaShe stood in tears amid the alien corn;Stava piangendo (lett. in lacrime) fra i (campi) di grano estranei;The same that oft-times hath hath = hasLo stesso (canto) che tante volte haCharm'd magic casements, opening on the foamAffascinato magiche finestre, aperte sulla schiumaOf perilous seas, in faery lands forlorn. 70Di pericolosi mari, in terre di fate desolate. (desolate terre)Forlorn! the very word is like a bellDesolate! la propria parola è come una campanaTo toll me back from thee to my sole self!Che suona e mi riporta da te alla mia solitudine!Adieu! the fancy cannot cheat so wellAddio! la fantasia non può ingannare così beneAs she is famed to do, deceiving elf.Come ha fama di fare, ingannevole elfo.Adieu! adieu! thy plaintive anthem fades 75

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Addio! addio! il tuo lamentoso canto svaniscePast the near meadows, over the still stream,Oltre I vicini prati, oltre l’immobile ruscello,Up the hill-side; and now 'tis buried deep ‘tis = it isSu per la china della collina; ed ora sepolto profondamenteIn the next valley-glades:Nelle vicine radure della valle:Was it a vision, or a waking dream?È stata un’allucinazione, o un sogno ad occhi aperti?Fled is that music:—do I wake or sleep?Quella musica è svanita (lett. scappata): - son desto o addormentato?

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Ode to a Nightingale (Ode a un Usignolo)John Keats

L’ode all’usignolo è stata scritta nel Maggio del 1819, durante il soggiorno che Keats fece con il suo amico Charles Armitge Brown a Wentworth Place, Hampstead. Circa venti anni dopo, lo stesso Brown, ha ricordato i particolare della composizione con queste parole:

“Nella primavera del 1819 un usignolo aveva costruito il nido vicino casa mia. Keats sentiva una tranquillità ed una gioia continua nel suo canto; e un giorno portò la sua sedia dal tavolo della colazione in un campo d’erba, sotto un albero di susino, dove rimase seduto per due o tre ore. Quando ritornò in casa, mi accorsi che aveva alcuni pezzi di carta nella mano, e che li stava tranquillamente spingendo dietro i libri. Cercando, ho trovato questi pezzi, quattro o cinque di numero, contenevano i sentimenti poetici del canto del nostro usignolo. La scrittura non era ben leggibile; e fu difficile sistemare i versi in così tanti pezzi. Con la sua collaborazione ci riuscii, nacque così l’Ode all’Usignolo,, una poesia

L’ode appare per la prima volta negli Annali of the Fine Arts, nel luglio del 1819 e poi nel volumetto del 1820. I critici, in generale, sono d’accordo sul fatto che l’usignolo fu la seconda delle cinque grandi odi del 1819 e i temi trattati sono riflessi nell’ode gemella Ode to a Grecian Urn.

Questa è forse l’ode più famosa di Keats, considerata come esemplificazione dell’eroe/poeta romantico, in conflitto con la realtà che tenta invano di identificarsi con la natura, per sfuggire ad un mondo troppo doloroso da sopportare. È il periodo della rivoluzione Industriale, in Inghilterra, che sta cambiando la fisionomia del mondo. La natura comincia ad essere deturpata e quindi nasce l’esigenza di poter combattere contro questo sopruso. Per molti anni, lo stesso Keats è stato identificato col poeta romantico per antonomasia: un ragazzo sentimentale, dal grande talento, ma troppo debole e permaloso, incapace di affrontare le critiche e le difficoltà terrene. Qui, invece, Keats affronta il problema del fare poesia nei tempi moderni, nel periodo della crescente industrializzazione. La poesia, in una società sempre più individualista e materialista, rischia di diventare unicamente un modo per sfuggire alla realtà (ed egli lo sperimenta su di sé, facendo autocritica); poesia come droga, quindi, ebbrezza, oblio (vedi la presenza della cicuta, del vino, dell’oscurità).

L’Ode ad un Usignolo è un’ode romantica di 8 strofe formate da 10 versi ciascuna, che parlano dei suoi bisogni di essere libero dalle realtà della sua vita. Uno dei maggiori interessi riscontrati nell’Ode a un usignolo è la percezione di Keats del conflitto naturale che è presente nella vita degli uomini, ad esempio, il misto di dolore e gioia, vita e morte, concreto e ideale, separazione e connessione. John Keats descrive una breve evasione personale da un’esistenza di sofferenza che non può durare più a lungo. L’ode è scritta in prima persona, e l’io che parla otto volte, non è un surrogato, ma è il poeta stesso. È un’opera autobiografica, dove non trovano posto ambiguità e ironia.

Questa e la successiva Ode on a Gracian Urn, mostrano come il poeta sia diviso tra l’attrazione di scappare dal mondo oppure di affrontarlo attraverso l’arte.

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Analisi della poesia I

My heart aches, and a drowsy numbness painsIl mio cuore duole, ed un sonnolento torpore affliggeMy sense, as though of hemlock I had drunk,I miei sensi, come se avessi bevuto cicuta,Or emptied some dull opiate to the drainsO svuotato qualche torpido oppiato (sonnifero)

One minute past, and Lethe-wards had sunk:

Con l’uso del presente Keats trasmette cosa si percepisce, coinvolgendo il lettore in modo diretto e molto personalmente. Il ritmo quasi lento dell’apertura del verso trasmette un senso di monotonia e stanchezza. L’immagine comunque non suggerisce solo una condizione di letargo. La presenza dell’ossimoro1 “numbness pains” (v. 1) crea un sentimento contraddittorio di sensi vigili e dormienti.

Il punto principale della poesia è la battaglia tra l’ideale e il reale: essa include termini che contengono in modo più particolare l’antitesi di piacere e dolore, immaginazione e ragione di senso comune, pienezza e privazione, natura ed essere umano, arte e vita, libertà e schiavitù, veglia e sonno. Questi termini sono naturalmente solo espedienti, sono i prodotti di quel potere secondario che indica distinzione.

Piacere e dolore sono deliberatamente elevati, e si incontrano in un’intensità comune. Il dolore è la sequenza naturale della “troppa felicità”. Quella stessa felicità che è permanente e passeggera nell’usignolo e perciò eccessiva nel poeta.

Nella spiegazione della sua sfortuna i due versi successivi formano una connessione tra la descrizione dello stesso soggetto lirico e l’immagine che lui ha dell’usignolo:

'Tis not through envy of thy happy lot, 5Non è per invidia della tua felice razza:But being too happy in thine happiness, thine = yourMa l’essere troppo felice nella tua felicitàThat thou, light-wingèd Dryad of the trees,Che tu, Driade di ali leggere degli alberi,In some melodious plotIn qualche melodioso luogoOf beechen green, and shadows numberless,Di faggi verdi, ed innumerevoli ombre,Singest of summer in full-throated ease. 10Canti l’estate con facilità a piena gola.

La triplice ripetizione dell’aggettivo “happy” indica che questa libertà dei pensieri è considerata la più importante caratteristica dell’usignolo, in contrapposizione al soggetto lirico che proietta in esso ciò che più manca nella sua stessa esistenza. Il dolore, l’assenza del movimento, la pesantezza e la vicinanza alla morte sono sostituite dalla leggerezza, dal movimento, dalla vitalità calorosa e da un’abbondanza di vegetazione. Questo contrasto è parallelo a causa della grande varietà ritmica di questi versi e dalla monotonia che caratterizzano l’apertura della poesia. L’ossimoro “melodious plot” esprime il fatto che la natura stessa è d’accordo con l’armoniosa contraddizione delle sue parti.

L’usignolo è la voce della natura e - come “Singest of summer in full-throated ease” (v. 10) - implica lo stesso poeta. Lo sguardo all’uccello introduce un fascio di luce a cui si aggiungono colore e movimento in “beechen green”(v. 9) e “shadows numberless” (v. 9). La strofa che apre con un senso di angoscia, finisce con “ease”, nella cui condizione il soggetto lirico spera di raggiungere se stesso.

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L’uccello è stato descritto come una parte integrale della natura e del suo regno, così come è presentato in questa I strofa. Queste sono le qualità che attraggono il poeta. Il fatto che egli non può sentirsi un tutt’uno con la natura, come l’uccello, indica che la sua esperienza di vita è una distorsione di cosa la vita sarebbe, e perciò egli non è in armonia con la natura non essendo neanche un tutt’uno con se stesso. La sensualità e l’armonia, che il soggetto lirico vede come caratteristiche dell’usignolo e della natura, diventano quindi fattori determinanti nel tipo di esistenza che cerca.

In questa prima parte, il poeta è molto depresso, a tal punto da volersi uccidere con qualche veleno “hemlock” (v. 2) o“dull opiate” (v. 3). Solo così potrebbe liberarsi dai sui problemi e sfuggire alle sofferenze. Forse per scappare da un mondo pieno di dolore, il poeta prova a immetterci in un mondo di immaginazione.

II

La prima strofa si apre con la giustapposizione dei due modi di esistenza antitetici, mentre nella seconda si esprime il volere di svanire nella foresta oscura in compagnia dell’usignolo (“fade away into the forest dim”(v. 20). Il veicolo che permette di scappare è il vino. L’espressione di volere negli ultimi due versi della strofa è preceduta da un’evocazione sensuale del vino:

O for a draught of vintage! that hath beenOh per un sorso di vino (d’annata)! che è statoCool'd a long age in the deep-delvèd earth,Rinfrescato per lungo tempo nella profonda terra,Tasting of Flora and the country-green,Con sapore di Flora e di campagna verde,Dance, and Provençal song, and sunburnt mirth!Di ballo, e di canzone Provenzale, e di allegria riscaldata dal sole!

La parola “draught” (v. 11) evoca una visione del bere profondo, mentre in “vintage” il vino ha maturato la quintessenza dell’eccellenza. Questo termine viene usato per evidenziare la delicatezza e la raffinatezza del vino e la connessione con la natura. Tutti i sensi sono messi in gioco in modo da aumentare il tatto anticipato: il termico (“Cool'd”), il tattile (“deep-delved”), l’autorità (“Dance”, “Provençal song”, “ sunburnt mirth”), il gusto e il visivo.

Questo complesso multisensoriale indica che il vino appartiene ad un’età radicalmente differente da quella che causa l’angoscia. La descrizione del vino non solo piace ai sensi, ma porta con se la visione di una comunità rurale che celebra la raccolta, di felicità e spensieratezza, e di persone che cantano. L’intera immagine serve sia ad estendere ed intensificare le connotazioni del mondo dell’usignolo, sia a rappresentare nella strofa di apertura, l’arricchimento con una dimensione sociale.

La corrente di vino,“The draught vintage”(v. 11), è uno strumento di immaginazione, che simbolizza una fuga immaginaria dalla realtà. Il desiderio di scappare nella foresta oscura (“fade away into the forest dim”(v. 20) che rappresenta un altro modo per sfuggire, indica una dissoluzione malinconica di cambiamento, e rappresenta anche una decadenza fisica.

Keats in questa poesia fa uso più volte della sinestesia, in quanto combina ripetutamente i diversi sensi, con tratti invertiti, in una sola immagine. Un esempio è dato da “tasting of Flora” (v. 13), in quanto mescola il tatto, il gusto e l’olfatto, e aggiunge l’elemento magico con la creazione dell’immagine di Flora , che è la dea dei fiori. Ecco che si ha l’accostamento di due sfere sensoriali diverse. Il mondo dell’usignolo ha creato un impatto sulla persona tale da non riuscire a distinguere i due regni, e non si riesce a capire dove finisce uno e inizia l’altro. Vi è la contrapposizione tra i sensi e il pensiero.

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I successivi sei versi riaffermano la voglia del vino nella costruzione parallela “O for a…”, aumentando l’intensità delle emozioni:

O for a beaker full of the warm South! 15Oh per un bicchiere pieno di caldo Sud!Full of the true, the blushful Hippocrene,Colmo del vero, rosso Hippocrene,With beaded bubbles winking at the brim,Bollicine a perline che si affacciano all’orlo,And purple-stainèd mouth;E la bocca macchiata di porpora;That I might drink, and leave the world unseen,Che io potessi bere, e lasciare il mondo inosservato,And with thee fade away into the forest dim: 20E con te sparire nella foresta oscura:

“Full of” sta ad indicare che la ricchezza rappresenta caratteristica del mondo dell’usignolo, un mondo che è stato creato fuori dalla voglia del soggetto lirico, che è a sua volta nato da un’esperienza della vita definita dalla privazione, desolazione e inadeguatezza. La connessione vicina tra “warm South” (v. 15) e “blushful Hippocrene” (V. 16) implica che l’integra vita umana è la vera sorgente dell’ispirazione poetica.

L’attrazione del vino aumenta con il movimento della strofa - dalle profondità della terra, alle persone che ci vivono e poi l’approccio dell’ampolla alla bocca. Qui il piacere concreto è evidenziato con l’utilizzo di un climax3: lo stesso vino riceve una mano attiva nell’invito del soggetto lirico- “With beaded bubbles winking at the brim” (V. 17). Nell’immagine conclusiva” And purple-stained mouth,” (v. 18) il vino è stato consumato in modo fantasioso.

III Fade far away, dissolve, and quite forgetSparire lontano, dissolvermi, e dimenticare del tuttoWhat thou among the leaves hast never known,Ciò che tu fra le foglie non hai mai conosciuto,

Questi versi di apertura intensificano il desiderio espresso nella seconda strofa e continuano a seguire il movimento dell’uccello che si sposta dal luogo in cui si trovava e svanisce, fin quando si dissolve agli occhi del poeta. Il desiderio principale è quello di dimenticare la condizione umana che opprime il soggetto lirico:

The weariness, the fever, and the fretLa stanchezza, la febbre, e l’ansiaHere, where men sit and hear each other groan;Qui, dove gli uomini siedono ed odono il lamento reciproco;Where palsy shakes a few, sad, last grey hairs, 25Dove il tremito scuote alcuni, tristi, ultimi capelli grigi,Where youth grows pale, and spectre-thin, and dies;Dove la gioventù diventa pallida, magra come uno spettro, e muore;Where but to think is to be full of sorrowDove il solo pensate è essere pieno di doloreAnd leaden-eyed despairs;E disperazioni con occhi di piombo;Where beauty cannot keep her lustrous eyes,Dove la bellezza non può mantenere i suoi lucenti occhi,Or new Love pine at them beyond to-morrow. 30

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O il nuovo amore (non può) struggersi per loro oltre il domani.

Con la parola “forget” torna la memoria di ogni cosa che il soggetto lirico desidera cancellare dalla sua mente. L’ improvviso ritorno alla realtà potrebbe essere immaginario, ma questo modo non reale di sfuggire al mondo reale chiaramente non è sufficiente.

I versi 23 e 30 rappresentano la condizione umana alla fine del XIX secolo in Inghilterra, e Keats lo sperimenta qui, usando l’avverbio “here”. Siamo ai tempi della Rivoluzione Industriale, il mondo comincia a cambiare, la Natura viene deturpata e soprattutto i poeti, gli unici dotati di maggiore sensibilità, si sentono angosciati rispetto a questi cambiamenti. Il pensiero della condizione umana degli uomini, afflitta dai dolori, intensifica il desiderio di scappare dal mondo e liberarsi della sua disgraziata condizione.

C’è un ritorno all’immobilità, alla pesantezza e alla mancanza di colore riscontrata nei versi di apertura della poesia. Tutta l’abilità di percepire con i sensi è distorta - le persone invece di ascoltare la musica sentono i gemiti di quelli che soffrono (“hear each other groan” (v. 24). I colori sono sostituiti dal pallore. Mentre l’immagine della vecchia età fissa una condizione quasi statica, il verso 6 mostra il deterioramento della gioventù nel suo progresso. Questo è il movimento della morte nella vita e quello verso la stessa morte. “Dies” è il raggiungimento di questo invertito e perverso movimento.

Le immagini che precedono e susseguono sono di una natura altamente generalizzata, considerando la società nella sua interezza. Il riferimento alla giovinezza, a questo punto, chiarisce che non è meramente una descrizione di un processo di invecchiamento triste ma naturale, ma è i effetti un’immagine di distruzione e deterioramento del potenziale della vita.

L’idea espressa nei versi 27 e 28 è che il pensiero può solo riflettere le condizioni dell’esistenza materiale, non “trionfa” su loro. La struttura parallela “Where…” identifica questa immagine con la situazione umana come è raffigurata nei versi precedenti.

Quello che è importante, è che la Bellezza è mostrata per riaffermarsi essa stessa, come la giovinezza.

Il desiderio dell’amore vissuto brevemente agli occhi della Bellezza corrisponde la totale consapevolezza delle generazioni di emergere e appassire senza compimento. Qui il processo di potenziale rinnovamento è comunicato in “new”. L’amore alla fine mette in mostra la possibilità di rispondere in modo appropriato agli occhi brillanti della Bellezza (“pine”).

IV

Abbiamo visto il primissimo tentativo di volo con l’usignolo attraverso il vino, senza alcun successo. Questo tentativo si conclude nella seconda strofa con la visione del mondo dell’uccello, visto da un osservatore estero e poi il distacco da esso è presentato nella strofa successiva.

Away! away! for I will fly to thee,Via! via! perché volerò da te,Not charioted by Bacchus and his pards, pards = leopardsNon portato in cocchio da Bacco e dai suoi leopardi,But on the viewless wings of Poesy,Ma sulle invisibili ali della Poesia,Though the dull brain perplexes and retards:Anche se l’opaco cervello si disorienta (diventa perplesso) e indugia:

Questo è uno sforzo più determinato. “Away” indica un volo immediato e veloce. La sua risolutezza è espressa dalla ripetizione delle esclamazioni. La posizione all’inizio del verso trasmette l’impressione di un voluto tentativo di rompere dalla riflessione della terza strofa.

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Il veicolo attraverso cui scappare - la Poesia – non è evocato con amore, come invece si faceva prima. Questo è dato dalla consapevolezza del primo fallimento, ed è per questo che ora il successo richiede che la stessa ode dia “forma materiale” al nuovo veicolo attraverso cui poter scappare. Ciò significa che l’ode deve diventare per ora poesia- evasione ma per evadere dal mondo, essa deve escludere il pensiero. Questa conoscenza allude a “viewless wings of Poetry” (v. 33). “Viewless” non si riferisce solo alle ali dell’immaginazione invisibile e leggere, in contrapposizione con la pesantezza e il vino che è dato dalla terra, o alla figura corpulenta di Bacco, ma punta ad un’importante qualità di poesia- fuga: essa non vede il mondo. È il cervello che minaccia di ritardare ed impedire la fuga, dovuta alla sua inevitabile riflessione sulla realtà. Il cervello ha funzionato in questo modo nel rende il soggetto lirico consapevole della miseria che lo circonda.

Con il verso 35 il poeta realizza la desiderata unione con l’usignolo:

Already with thee! tender is the night, 35Già con te! tenera è la notte,And haply the Queen-Moon is on her throne,E per caso la Luna-Regina è sul suo trono,Cluster'd around by all her starry Fays cluster’d = clusteredCircondata da tutte le sue fate stellateBut here there is no light,Ma qui non c’è nessuna luce,Save what from heaven is with the breezes blownEccetto quella che è soffiata dal cielo con le brezzeThrough verdurous glooms and winding mossy ways. 40Attraverso le verdeggianti oscurità e i serpeggianti muschiosi sentieri.

V

La quinta strofa continua a esplorare l’oscurità della vegetazione che è presente già nella strofa precedente:

I cannot see what flowers are at my feet,Non posso vedere che fiori ci sono ai miei piedi,Nor what soft incense hangs upon the boughs,Nemmeno che delicato incenso pende sui rami,But, in embalmèd darkness, guess each sweetMa, nell’oscurità profumata, indovino ogni dolcezzaWherewith the seasonable month endowsChe il mese propizio regalaThe grass, the thicket, and the fruit-tree wild; 45All’erba, al boschetto, e l’albero da frutta selvatico;

Questa foresta estrae l’essenza di tutta la bellezza dei sensi che è associata al mondo dell’usignolo.

Il soggetto lirico è capace di collegare i sensi a questa bellezza. Vi è una rienfatizzazione del non visivo, si fa riferimento principalmente all’olfatto e alla percezione (“incense”, “embalmed”). Si ha qui un altro esempio di sinestesia “soft hangs apon the boughs” (v. 42), in cui si combinano due diversi sensi: il tatto (“soft”) e l’olfatto (“incense”).

I diversi profumi inducono il soggetto lirico a intuire ogni dolcezza (“guess each sweet”), allora l’immagine relativa alla vista emerge con una crescente chiarezza. Sul livello realistico- naturalistico gli occhi si abituano all’oscurità quando il poeta cammina nella foresta e nelle stagioni. Il tipo di piante che incontra divengono sempre più complesse.

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White hawthorn, and the pastoral eglantine;Biancospino, e la pastorale rosa canina;Fast-fading violets cover'd up in leaves;Le viole che appassiscono presto coperte dalle foglie;And mid-May's eldest child,E la figlia maggiore di metà maggio,The coming musk-rose, full of dewy wine,L’imminente rosa muschiata, piena di vino di rugiada,The murmurous haunt of flies on summer eves. 50Il sussurrante rifugio di mosche nelle serate estive.

La precisione nella descrizione visiva aumenta con gli aggettivi “white”,”pastoral”e “fast fading”.

Il processo della Natura è introdotto all’interno dell’immagine della Violetta “fast fading”, “cover'd up in leaves”, il ciclo della natura, incluso il mutamento e la decomposizione, è parte di essa. La morte è qui un processo della vita.

In questa strofa si ha al verso 48 (“And mid-May’s eldest child”) un’altra figura retorica, la personificazione, in cui il riferimento è rivolto ai fiori. Ancora una volta ritorna l’avvicinamento alla Natura e alle sue bellezze.

La stagione di cui si parla è la primavera (la rosa muschiata, che è la figlia più grande del maggio, non è ancora sbocciata). Tuttavia Keats fa riferimento all’estate e lo dice espressamente sia nella prima strofa, quando parla del canto dell’usignolo, che qui per evidenziare la presenza degli insetti nelle sere d’estate. Nella progressione delle stagioni, si verificano una serie di cambiamenti, la primavera porta allegria, gli alberi rifioriscono e la natura si risveglia dal letargo dell’inverno, quindi c’è un sentimento di armonia, e l’estate, invece, è la continuazione e il completamento di tale risveglio ma allo stesso tempo si prepara per l’autunno che porta appagamento e raccolta.

VI Le prime parole della sesta strofa segnalano il cambiamento verso la riflessione:

Darkling I listen; and, for many a timeNell’oscurità ascolto; e, perché molte volteI have been half in love with easeful Death,Sono stato mezzo innamorato della morte facile (indolore).Call'd him soft names in many a musèd rhyme,L’ho chiamata con delicati nomi in molte rime poetiche,To take into the air my quiet breath;Perché portasse nell’aria il mio quieto respiro;

La foresta lucente della poesia è scomparsa e il soggetto lirico rimane nell’oscurità. Per reintrodurre le tenebre , ancora una volta, è utilizzato “I listen” che è un verbo che indica l’ascolto e, di conseguenza, non fa riferimento ad un senso visivo. Allo stesso tempo questo “sentire “ è un indizio che ci permette di ristabilire l’idea della distanza tra il soggetto lirico e l’usignolo, di cui sente solo il suo canto. Anche il linguaggio subisce una modifica, non è tanto sensuale come quello della prima. La riflessione su questa situazione è indotta deliberatamente da una descrizione “ che non fa riflettere”.

La riflessione della morte è causata dall’esperienza descritta nella V strofa, l’allontanarsi dal pensiero e perciò, tendenzialmente, anche un allontanarsi dalla realtà. É stato raggiunto un punto di culmine e

Now more than ever seems it rich to die, 55Ora più che mai mi sembra ricco (piacevole) morire,

Page 12: Ode to a Nightingale

To cease upon the midnight with no pain,Cessare (di vivere) a mezzanotte senza nessun dolore,While thou art pouring forth thy soul abroad thou art = you areMentre tu stai riversando la tua anima fuoriIn such an ecstasy!In tale estasi!

“Now” è carico di una particolare pesantezza, che indica la tensione emotiva al punto in cui sembra impossibile ottenere un’unità con l’uccello. L’espressione travolgente di questa strofa è l’attrazione della morte. A questo punto nell’ode la morte sembra il solo modo si veder realizzato l’ultima unione con l’usignolo. La canzone può continuare, ma la morte sospende la sua percezione:

Still wouldst thou sing, and I have ears in vain—Ancora canteresti, ed io ho orecchie invano -To thy high requiem become a sod. 60Al tuo alto requiem diventato terra.

Qui il soggetto lirico realizza pienamente ciò che era stato indicato in “seems it rich to die”(v. 55), perché ancora una volta, si è quasi innamorato della morte. È la consapevolezza della perdita di percezione della bellezza della terra che gli fa rinnegare la morte come una soluzione.

VII

Seguendo il pensiero dell’uccello che canta il suo requiem10, il soggetto lirico appare in una canzone di lode, un inno solenne alla vita per l’usignolo:

Thou wast not born for death, immortal Bird! thou wast = you wereTu non sei nato per morire (lett. la morte), Uccello immortale!No hungry generations tread thee down;Generazioni affamate non ti calpestano;

Questa condizione è in contrasto con la stessa esperienza del soggetto lirico, di un’esistenza in cui le persone sono nate per la morte, non per la vita. Mentre nella società umana, la vita è dominata dalla morte, un individuo arriva al suo culmine naturale come il risultato e la condizione della realizzazione del ciclo vitale, la natura continua ad andare avanti. L’immortalità dell’usignolo è anche realizzata attraverso il compimento del suo essere, il cui canto lo rappresenta, e quindi la sua immortalità è di un tipo che sarebbe anche dentro la ricchezza dell’essere umano.

Il desiderio ardente che appesantisce queste generazioni non solo è un’espressione di uno stato attuale di volere fisico, ma anche del loro desiderio che sta mancando in qualità. In questi versi e in quelli che seguono, Keats mostra un profondo senso della storia. La storia umana è stata deviata dalla natura per lungo tempo. Le affamate generazioni sono sia prigionieri di un volere e preservatori della bellezza, il canto dell’usignolo. Allora il verso che comincia a celebrare l’immortalità dell’uccello dimostra egualmente l’immortalità umana. Il riconoscimento della bellezza ha aiutato l’umanità a sopravvivere attraverso tutte le generazioni affamate. Quindi la voce dell’usignolo unisce il soggetto lirico a tutto il passato:

The voice I hear this passing night was heardLa voce che odo in questa notte fugace fu uditaIn ancient days by emperor and clown:Nel passato (lett. antichi giorni) da imperatore e contadino:Perhaps the self-same song that found a path 65Forse la stessa canzone che trovò un sentiero

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Through the sad heart of Ruth, when, sick for home,Attraverso il triste cuore di Ruth, quando, nostalgica per la sua casaShe stood in tears amid the alien corn;Stava piangendo (lett. in lacrime) fra i (campi) di grano estranei;The same that oft-times hath hath = hasLo stesso (canto) che tante volte haCharm'd magic casements, opening on the foamAffascinato magiche finestre, aperte sulla schiumaOf perilous seas, in faery lands forlorn. 70Di pericolosi mari, in terre di fate desolate. (desolate terre)

La prima immagine indica un’ampiezza e una diversità sociale: il canto dell’usignolo tocca il cuore umano. Gli si riferisce a due classi sociali opposte “Emperator and clown”(v. 63) al cui interno sono racchiuse tutte una serie di polarità, date dalla differenza sociale, ma nello stesso tempo anche di comunità.

Le successive immagini specifiche di Ruth, più estese ed immaginative, indicano la profondità dell’effetto del canto. L’attenzione si focalizza sul livello sociale generale che vuole essere un’immagine familiare per il lettore. La bellezza dei sensi è percepita attraverso il cuore umano. La comune emozione che si stabilisce tra Ruth, il soggetto lirico, Keats e il lettore è realizzata attraverso il potere dell’evocazione. “Sad heart” (v. 65) aggiunge un a dimensione altamente personale alla familiare storia biblica. Con un semplice cambio di ordine in “sick for home” (v. 65) - più potente di “homesick”- Keats prepara un modo carico di emozioni per il verso finale dell’immagine, raffigura l’intera solitudine di Ruth con cui il soggetto lirico può facilmente identificarsi.

L’ultima immagine di questa strofa si differenzia qualitativamente dalle prime due. Mentre quelle aumentavano la consapevolezza dell’umanità comune, l’immagine conclusiva indica che c’è anche una risposta al canto che ha il potere di allontanare l’umanità nei posti aridi. Malgrado ciò essi esercitano un fascino magico, ecco perché sono così “perilous”. Questa è un’altra funzione possibile del canto dell’usignolo, il quale assume delle qualità: pericoloso, attraente, “sedizioso”.

Il soggetto lirico inizialmente era anche attratto dalla promessa di terre “fatate”. Egli è sempre pronto a saltare nella schiuma. Solo adesso con “forlon”(v. 70), l’incantesimo è spezzato e il poeta diventa pienamente cosciente delle implicazioni del suo tentativo di volo. Questo è il passo finale che fa tornare alla realtà. Il volo con l’usignolo causa separazione dall’umanità e questo, in un modo complesso, significa perdita della percezione sensuale della bellezza della vita. La bellezza nonostante la minaccia costante della sua decadenza è radicata in modo inestricabile nell’esistenza. Con il desiderio di lasciare il mondo, la canzone dell’uccello ha stimolato l’immaginazione del soggetto lirico nella visione creatrice del potenziale della vita, l’utopia, che sconfigge le mancanze della realtà storica.

VIII

La ripetizione di esclamazione di “forlon” identifica in modo emozionante il momento critico finale della poesia.

Forlorn! the very word is like a bellDesolate! la propria parola è come una campanaTo toll me back from thee to my sole self!Che suona e mi riporta da te alla mia solitudine!

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Tutti i suoni delle parole indicano il rintocco del suono della vita. La ripetizione di “Adieu” nel verso 75 indica una chiara rottura con l’usignolo. Il soggetto lirico contempla la sua partenza in modo filosofico:

Adieu! the fancy cannot cheat so wellAddio! la fantasia non può ingannare così beneAs she is famed to do, deceiving elf.Come ha fama di fare, ingannevole elfo.Adieu! adieu! thy plaintive anthem fades 75Addio! addio! il tuo lamentoso canto svaniscePast the near meadows, over the still stream,Oltre I vicini prati, oltre l’immobile ruscello,Up the hill-side; and now 'tis buried deep ‘tis = it isSu per la china della collina; ed ora sepolto profondamenteIn the next valley-glades:Nelle vicine radure della valle:

L’affermazione riguardo all’inabilità dell’immaginazione (“facy”) ad ingannare, così anche la frase “she is fam’d to do” (si dice sia solita fare) (v. 74) è altamente ironica, e rafforza la stessa distanza emozionale.

Le successive immagini dimostrano la crescente rimozione spaziale dell’uccello. Non sta andando scomparendo l’usignolo, ma il suo canto. Con la partenza del canto, il punto di referenza attorno cui ruota la battaglia dell’ode, scompare anche. Essa non è tanto necessaria e il soggetto lirico non è tanto attratto da essa. Trova se stesso in un nuovo giorno. Su questo livello può essere rintracciato anche lo sviluppo della poesia. L’importanza della Vi strofa nella battaglia interna, è sottolineata dal riferimento alla mezzanotte. La VII strofa è associata all’inizio della notte che inizia e finisce in “this passing night”. La descrizione visiva della scomparsa del canto, infine, è possibile solo all’alba.

L’ode si conclude con le due domande finali:

Was it a vision, or a waking dream?È stata un’allucinazione, o un sogno ad occhi aperti?Fled is that music:—do I wake or sleep?Quella musica è svanita (lett. scappata): - son desto o addormentato?

Come l’inizio della poesia suggeriscono una reazione di sconfitta ad una esperienza carica di troppo potere per essere padroneggiata, mentre tali domande esprimono un tentativo di controllare e di capirla.

Conclusioni Tema principale è il viaggio verso l’immortalità. L’usignolo, che all’inizio viene rappresentato con un uccello normale, si carica alla fine di una dimensione immortale. Ma questa immortalità di cui il poeta parla, è la Natura stessa, e lo strumento che ci viene dato attraverso cui possiamo raggiungerla è la Poesia. Ritorna qui l’idea dei poeti romantici secondo cui, essi sono gli unici dotati di maggiore sensibilità in grado di capire i disagi causati in Inghilterra della Rivoluzione Industriale. I versi finali sembrano avere la funzione di una reazione alla sconfitta. È come se il poeta avesse voluto reagire alla delusione di non potersi ricongiungere con l’usignolo e quindi con la stessa Natura, allora reagisce con delle domande che servono a controllare la situazione. Keats non si rassegna alla sconfitta della Bellezza e al fatto che questa può svanire a causa

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della morte. La poesia è un mezzo attraverso cui scappare da questa consapevolezza della realtà.