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O2TLT e VentiloterapiaGiuseppe Idotta

UOC Pneumologia e UTIR P.O. Cittadella

Azienda ULSS 15 Alta Padovana

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O2TLT nella BPCO in fase stabile

O2TLT nella riacutizzazione di BPCO

VentiloterapiaNon invasiva

Invasiva

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O2TLT nella BPCO in fase stabile

NOTT Group, Ann Intern Med 1980;93:391-8 MRC Working Party, Lancet 1981;1:681-6Fletcher EC et al, Am Rev Respir Dis 1992;145:1070-6Chaouat A et al, Eur Respir J 1999;14:1002-8

L’O2TLT >15 ore/die migliora la sopravvivenza, la tolleranza all’esercizio fisico, il sonno e la performance cognitiva in pazienti con BPCO ed insufficienza respiratoria cronica.

Evidenza AK.F. Rabe, GOLD Executive Summary, Am J Respir Crit Care Med Vol 176. pp 532-555, 2007

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O2TLT nella BPCO in fase stabile

Per ottenere benefici dall’O2TLT i pazienti dovrebbero essere trattati con O2 per almeno 15 ore/die. Maggiori benefici si ottengono nei pazienti trattati con O2 per 20 ore/die.

I benefici dell’O2TLT sono dose dipendenti: più lunga è l’esposizione all’O2 maggiori sono i benefici in termine di sopravvivenza.

NOTT Group, Ann Intern Med 1980;93:391-8 MRC Working Party, Lancet 1981;1:681-6

CTS Recommendations, Can Respir J Vol 14 Suppl B September 2007

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O2TLT nella BPCO in fase stabile

Il bisogno di O2terapia dovrebbe essere valutato nei pazienti che presentano queste caratteristiche:

ostruzione molto severa del flusso aereo (FEV1 <30% del teorico) *cianosipolicitemiaedemi perifericiturgore giugulareSpO2 ≤ 92% in aria ambiente

* Il bisogno di O2terapia dovrebbe essere valutato anche in pazienti con ostruzione severa (FEV1 30-49% del teorico)

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O2TLT nella BPCO in fase stabile

Il metodo migliore per stabilire il bisogno di O2 è la misurazione dei gas ematici arteriosi, perché essa fornisce informazioni sull’equilibrio acido-base.

La saturazione dell’O2 arterioso misurata con la pulsossimetria è adeguata per valutare l’andamento nel tempo.

ATS/ERS Task Force, B.R. Celli, W MacNee, Eur Respir J 2004 ;23:932-946

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O2TLT nella BPCO in fase stabile

Per garantire l’identificazione di tutti i pazienti eligibili per l’O2TLT, la pulsossimetria dovrebbe essere disponibile in tutti i setting di assistenza sanitaria.

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O2TLT nella BPCO in fase stabile

L’obiettivo principale dell’O2terapia è di aumentare la PaO2 basale almeno ad 8,0 kPa (60 mmHg) a livello del mare, a riposo, e/o di arrivare ad una SaO2 ≥ 90% che preserva la funzione degli organi vitali, assicurando un adeguato rilascio di O2.La decisione circa l’uso dell’O2 dovrebbe essere sempre basata sui valori di PaO2 misurati in veglia.

K.F. Rabe, GOLD Executive Summary, Am J Respir Crit Care Med Vol 176. pp 532-555, 2007

L’obiettivo terapeutico dell’O2terapia è di mantenere una SpO2 >90% a riposo, durante il sonno e durante lo sforzo.

ATS/ERS Task Force, B.R. Celli, W MacNee, Eur Respir J 2004 ;23:932-946

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O2TLT nella BPCO in fase stabile

L’O2TLT (≥15 ore/die per mantenere una SaO2 ≥ 90%) dovrebbe essere prescritta in caso di:

•BPCO stabile con ipossiemia severa (PaO2 ≤ 55 mmHg)O

•PaO2 < 60 mmHg in presenza di edemi bilaterali alle caviglie, cuore polmonare o ematocrito > 56%.

Livello di evidenza: 1A

CTS Recommendations, Can Respir J Vol 14 Suppl B September 2007

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O2TLT nella BPCO in fase stabile

L’O2TLT è indicata in pazienti BPCO stabili con:PaO2 < 7,3 kPa

o

PaO2 > 7,3 kPa e < 8 kPa ed uno dei seguenti segni:

policitemia secondariaipossiemia notturna (SaO2 del sangue arterioso

<90% per >30% del tempo) edema perifericoipertensione polmonare

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O2TLT nella BPCO in fase stabile

L’O2TLT è generalmente prescritta a pazienti con BPCO stadio IV in presenza di:

•PaO2 ≤ 7,3 kPa (55 mmHg) o SaO2 ≤ 88%, con o senza ipercapnia

Evidenza Bo•PaO2 tra 7,3 kPa (55 mmHg) e 8,0 kPa (60 mmHg), o SaO2 ≤ 88%, con evidenza di ipertensione polmonare, edemi periferici da scompenso cardiaco congestizio o policitemia (ematocrito > 55%)

Evidenza D

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O2TLT nella BPCO in fase stabile

Indicazioni assolute•BPCO con IRC in fase stabile (trattamento farmacologico ottimale) con PaO2 < 55 mmHg

• BPCO con IRC in fase stabile (trattamento farmacologico ottimale) con PaO2 fra 55 e 60 mmHg e coesistenza di almeno uno dei seguenti:

policitemia segni di ipertensione polmonare segni di sofferenza ipossica tessutale (edemi da

scompenso cardiaco dx, peggioramento dello stato mentale)

cardiopatia ischemicaRegione Veneto, Decreto n. 113, 26 settembre 2013

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Nella BPCO le desaturazioni ossiemoglobiniche notturne: •aumentano la mortalità (Fletcher, 1992; Chaouat 1999)•peggiorano la qualità del sonno (riduzione tempo di sonno, cambiamento stadi ed aumento arousal) (Cormick, 1986).

Ad oggi non c’è evidenza a supporto dell’uso dell’O2 terapia notturna per migliorare la sopravvivenza, la qualità del sonno o la qualità della vita in pazienti con desaturazioni notturne “isolate”.

Livello di evidenza : 1CCTS Recommendations, Can Respir J Vol 14 Suppl B September 2007

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O2TLT nella BPCO in fase stabile

Regione Veneto, Decreto n. 113, 26 settembre 2013

Indicazioni relativeNei pazienti BPCO in fase stabile con desaturazione ossiemoglobinica intermittente l’O2TLT è indicata ne:

•Sonno: se SpO2 si mantiene <90% per ≥ 30% del tempo di registrazione (NPO in aria ambiente, durata ≥ 6 ore) con SpO2 ≥ 90% per > 80% registrazione in O2);

•Esercizio fisico: desaturazione ossiemoglobinica con pulsossimetro durante test del cammino e conferma con EGA (PaO2 <55 mmHg); SpO2 ≥ 90% stabile durante test del cammino in O2.

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La valutazione del paziente da avviare ad O2TLT dovrebbe comprendere l’emogasanalisi arteriosa, da eseguire in due occasioni ad almeno 3 settimane di distanza una dall’altra, in pazienti con diagnosi certa di BPCO, in trattamento con terapia ottimale e con BPCO in fase stabile.

O2TLT nella BPCO in fase stabile

Una volta iniziata l’O2terapia, l’emogasanalisi arteriosa dovrebbe essere ripetuta entro 30-60 minuti per garantire una ossigenazione soddisfacente, senza ritenzione di CO2 od acidosi.

J. Vestbo and GOLD Executive Summary, Am J Respir Crit Care Med Vol 187, Iss. 4, pp 347-365, Feb 15, 2013

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Entro 30-90 giorni dalla prescrizione dell’O2TLT è necessario ripetere l’emogasanalisi arteriosa per conferma.

ATS/ERS Task Force, B.R. Celli, W MacNee, Eur Respir J 2004 ;23:932-946

Regione Veneto, Decreto n. 113, 26 settembre 2013

O2TLT nella BPCO in fase stabile

I pazienti in O2TLT dovrebbero essere rivalutati almeno una volta all’anno da parte di personale medico esperto in O2TLT, utilizzando anche la pulsossimetria.

Regione Veneto, Decreto n. 113, 26 settembre 2013

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O2TLT nella BPCO in fase stabile

La pulsossimetria (SpO2) può essere utilizzata come surrogato dell’emogasanalisi arteriosa (PaO2) per il monitoraggio domiciliare del paziente in O2TLT, dal momento che per la curva di dissociazione dell’emoglobina una PaO2 di 55 mmHg corrisponde approssimativamente ad una SpO2 ≤ 88%.

ACP Guidelines, Ann Intern Med 2011;155:179-191

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O2TLT nella BPCO in fase stabile

I pazienti già in O2TLT che vogliono continuare con O2terapia fuori di casa e che sono addestrati all’uso, dovrebbero avere prescrizione di O2 apposita.

L’O2terapia portatile dovrebbe essere presa in considerazione in caso di pazienti con desaturazione ossiemoglobinica sotto sforzo, che mostrano miglioramento nella capacità di esercizio e/o dispnea durante O2terapia, e che sono motivati ad usare l’O2.

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O2TLT nella BPCO in fase stabile

L’O2terapia portatile non è raccomandata se il paziente con BPCO ha PaO2 > 7,3 kPa (55 mmHg) e non desatura durante esercizio.

L’O2terapia portatile dovrebbe essere prescritta solo dopo adeguata valutazione da parte di uno specialista, che deve definire la gravità della desaturazione, il miglioramento nella capacità di esercizio con O2 supplementare ed il flusso di O2 richiesto per correggere la desaturazione.

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O2TLT nella BPCO in fase stabile

I concentratori di O2 dovrebbero essere utilizzati per fornire la scorta fissa di O2TLT a domicilio.

I pazienti attivi necessitano di O2 portatile.

Le sorgenti di O2 comprendono l’O2 gassoso, l’O2 liquido ed il concentratore.

I metodi di rilascio dell’O2 prevedono flusso nasale continuo, flusso pulsato a domanda, cannule reservoir e catetere transtracheale.

ATS/ERS Task Force, B.R. Celli, W MacNee, Eur Respir J 2004 ;23:932-946

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O2TLT nella BPCO in fase stabile

La prescrizione di O2 dovrebbe sempre includere:

•fonte di O2 (gassoso, liquido, concentratore)•metodo di rilascio (flusso nasale continuo, pulsato, …) •tipo interfaccia (cannule nasali, maschera facciale, maschera tipi Venturi, raccordi per tracheostomia)•ev. umidificazione•tempi di utilizzo dell’O2•flussi di O2 a riposo, durante esercizio e durante il sonno

K.F. Rabe, GOLD Executive Summary, Am J Respir Crit Care Med Vol 176. pp 532-555, 2007

Regione Veneto, Decreto n. 113, 26 settembre 2013

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I pazienti dovrebbero essere allertati circa i rischi di incendio e di esplosione se continuano a fumare quando viene prescritto l’O2.

L’O2TLT è generalmente non prescritta nei pazienti che continuano a fumare.

ERS Consensus Statement, N.M. Siafakas et al, Eur Respir J, 1995, 8, 1398-1420

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O2TLT nella BPCO in fase stabile

Deve essere escluso dal trattamento con O2 liquido il paziente che continui o riprenda l’abitudine al fumo nonostante adeguata istruzione ed informazione: tale comportamento determina infatti un grave rischio di combustione e di incendio, dovuto all’infiammabilità dell’O2.Al paziente fumatore può essere eventualmente prescritto il concentratore di O2.

Regione Veneto, Decreto n. 113, 26 settembre 2013

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O2TLT nella BPCO in fase stabile

Regione Veneto, Decreto n. 113, 26 settembre 2013

Possibili combinazioni di fonti di erogazione dell’O2

Concentratore fisso: pazienti con mobilità gravemente ridotta•pz. allettati o che non escono dal proprio domicilio•pz. che non intendono usare l’O2 fuori dall’abitazione•flussi a riposo ≤ 5 L/min

Concentratore fisso + bombole gassose portatili: pazienti a bassa mobilità e basso flusso•periodi di uscita < 2 ore/die•flussi continui in mobilità ≤ 3 L/min

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O2TLT nella BPCO in fase stabile

Regione Veneto, Decreto n. 113, 26 settembre 2013

Concentratore fisso + concentratore portatile: pazienti ad elevata mobilità e basso flusso•periodi di uscita > 2 ore/die•flussi continui in mobilità ≤ 3 L/min

Contenitore criogenico fisso + stroller: pazienti ad elevata mobilità ed elevato flusso•periodi di uscita > 2 ore/die•flussi a riposo > 5 L/min e/o flussi in mobilità ≥ 3 L/min

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O2TLT nella BPCO in fase stabile

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Contenitore criogenico fisso: pazienti con mobilità gravemente ridotta•pazienti allettati o che non escono dal proprio domicilio•pazienti che non intendono comunque utilizzare l’O2 fuori dalla propria abitazione•flussi a riposo > 5 L/min

Contenitore di O2 gassoso: fonte di soccorso supplementare per pazienti dotati di concentratore fisso

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O2TLT nella BPCO in fase stabile

O2TLT nella riacutizzazione di BPCO

VentiloterapiaNon invasiva

Invasiva

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O2TLT nella riacutizzazione di BPCO

ATS/ERS Task Force, B.R. Celli, W MacNee, Eur Respir J 2004 ;23:932-946

La SpO2 dovrebbe essere utilizzata per la valutazione del trend e per l’aggiustamento del setting dell’O2.

J. Vestbo and GOLD Executive Summary, Am J Respir Crit Care Med Vol 187, Iss. 4, pp 347-365, Feb 15, 2013

Nei pazienti con esacerbazione di BPCO, se non vi è la possibilità di misurare direttamente i gas ematici arteriosi, dovrebbe essere misurata la saturazione ossiemoglobinica (SpO2).

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O2TLT nella riacutizzazione di BPCO

La pulsossimetria dovrebbe essere disponibile per tutte le figure sanitarie, adeguatamente addestrate, coinvolte nell’assistenza di pazienti con riacutizzazione di BPCO. I clinici dovrebbero essere consapevoli che la pulsossimetria non dà informazioni su PaCO2 e su pH.

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O2TLT nella riacutizzazione di BPCO

In tutti i pazienti che arrivano in ospedale con riacutizzazione di BPCO dovrebbero essere misurati i gas ematici arteriosi e segnata la concentrazione di O2 somministrata. Le emogasanalisi arteriose dovrebbero essere ripetute regolarmente, in base alla risposta al trattamento.

Una volta iniziata l’O2terapia, l’emogasanalisi arteriosa dovrebbe essere ripetuta entro 30-60 minuti per garantire una ossigenazione soddisfacente, senza ritenzione di CO2 od acidosi.

ATS/ERS Task Force, B.R. Celli, W MacNee, Eur Respir J 2004 ;23:932-946

J. Vestbo and GOLD Executive Summary, Am J Respir Crit Care Med Vol 187, Iss. 4, pp 347-365, Feb 15, 2013

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O2TLT nella riacutizzazione di BPCO

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J. Vestbo and GOLD Executive Summary, Am J Respir Crit Care Med Vol 187, Iss. 4, pp 347-365, Feb 15, 2013

L’obiettivo dell’O2terapia nei pazienti ricoverati è mantenere la PaO2 > 8kPa (60 mmHg) o la SpO2 > 90% per prevenire l’ipossia tessutale e preservare la ossigenazione cellulare.

In linea di principio la prevenzione dell’ipossia tessutale è prioritaria sulla ritenzione di CO2. Se questa compare bisogna monitorare l’acidemia; se interviene l’acidemia bisogna considerare la ventilazione meccanica.

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O2TLT nella BPCO in fase stabile

O2TLT nella riacutizzazione di BPCO

VentiloterapiaNon invasiva

Invasiva

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Ventiloterapia

ATS/ERS Task Force, B.R. Celli, W MacNee, Eur Respir J 2004 ;23:932-946

La ventilazione meccanica può essere somministrata per via non invasiva (maschera nasale, oronasale o facciale) od invasiva (tubo endotracheale).

Il ricorso alla ventilazione meccanica deve essere previsto quando, nonostante terapia medica ottimale e somministrazione di O2, sono presenti acidosi (pH <7,35), ipercapnia (PaCO2 >6-8kPa) (45-60 mmHg) e frequenza respiratoria > 24 atti/min.

Nei pazienti candidati/sottoposti a ventilazione meccanica l’emogasanalisi arteriosa è un esame indispensabile (indicazione e guida alla terapia).

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Ventiloterapia

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CTS Recommendations, Can Respir J Vol 14 Suppl B September 2007

Ventiloterapia

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Ventiloterapia

La via non invasiva è preferibile, quando possibile. ATS/ERS Task Force, B.R. Celli, W MacNee, Eur Respir J 2004 ;23:932-946

La ventilazione meccanica non invasiva nella BPCO riacutizzata migliora l’acidosi respiratoria, aumenta il pH, diminuisce il bisogno di intubazione endotracheale, e riduce la PaCO2, la frequenza respiratoria, la severità della dispnea, la durata delle degenza ospedaliera e la mortalità.

Evidenza: 1AK.F. Rabe, GOLD Executive Summary, Am J Respir Crit Care Med Vol 176. pp 532-555, 2007

CTS Recommendations, Can Respir J Vol 14 Suppl B September 2007

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Ventiloterapia

In corso di riacutizzazione di BPCO la ventilazione meccanica non invasiva dovrebbe essere usata come trattamento di scelta in caso di insufficienza ventilatoria ipercapnica persistente nonostante terapia medica ottimale.

Si raccomanda che la ventilazione meccanica non invasiva sia erogata in un setting dedicato, che lo staff sia addestrato nel suo utilizzo, che abbia esperienza nell’uso e che sia consapevole sui limiti della tecnica.

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Ventiloterapia

Quando il paziente inizia un ciclo di ventilazione meccanica non invasiva dovrebbe essere formulato un piano di intervento che preveda le azioni da fare in caso di peggioramento ed il limite massimo di terapia concordata.

I pazienti con riacutizzazione di BPCO dovrebbero essere trattati in unità di terapia intensiva, dove si possa praticare la ventilazione invasiva, se necessario.

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Ventiloterapia

Durante una riacutizzazione di BPCO, quando si valuta la possibilità di intubazione e di ventilazione, oltre all’età e al FEV1 dovrebbero essere considerati lo stato funzionale, il BMI, la richiesta di O2 in fase di stabilità, le comorbidità e pregressi ricoveri in UTI. Né l’età né il FEV1 dovrebbero essere usati da soli nel valutare l’indicazione alla ventilazione.

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Ventiloterapia

La ventilazione meccanica non invasiva dovrebbe essere considerata per i pazienti con svezzamento lento o difficile dalla ventilazione invasiva.

I pazienti con BPCO avanzata, definiti come “Do Not Resuscitate” o “Do Not Intubate”, possono essere trattati con ventilazione meccanica non invasiva.

CTS Recommendations, Can Respir J Vol 14 Suppl B September 2007

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Ventiloterapia

I pazienti con insufficienza respiratoria cronica ipercapnica, adeguatamente trattati, che hanno avuto bisogno di ventilazione assistita (sia invasiva che non invasiva) durante una riacutizzazione o che sono ipercapnici od acidotici in O2TLT dovrebbero fare riferimento ad un centro specialistico per valutare la possibilità di ventilazione meccanica non invasiva a lungo termine.

Ad oggi non c’è sufficiente evidenza nel raccomandare l’uso della ventilazione meccanica non invasiva in pazienti BPCO in fase stabile, ipercapnici cronici.

Evidenza: 1C CTS Recommendations, Can Respir J Vol 14 Suppl B September 2007

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Ventiloterapia

La ventilazione meccanica non invasiva offre significativi vantaggi rispetto alla ventilazione invasiva, perché si associa con minori rischi di complicazioni (polmoniti da ventilazione, barotrauma, fallimento di svezzamento alla ventilazione spontanea).

K.F. Rabe, GOLD Executive Summary, Am J Respir Crit Care Med Vol 176. pp 532-555, 2007

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J. Vestbo and GOLD Executive Summary, Am J Respir Crit Care Med Vol 187, Iss. 4, pp 347-365, Feb 15, 2013

Ventiloterapia

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J. Vestbo and GOLD Executive Summary, Am J Respir Crit Care Med Vol 187, Iss. 4, pp 347-365, Feb 15, 2013

Ventiloterapia

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Ventiloterapia

Contrariamente all’opinione di alcuni, la mortalità acuta tra i pazienti BPCO ventilati per insufficienza respiratoria è inferiore alla mortalità tra i pazienti ventilati per motivi diversi dalla BPCO.Ciononostante, c’è evidenza che ai pazienti che potrebbero altrimenti sopravvivere può essere negata l’ammissione alle cure intensive per l’intubazione a causa di un pessimismo prognostico infondato.

J. Vestbo and GOLD Executive Summary, Am J Respir Crit Care Med Vol 187, Iss. 4, pp 347-365, Feb 15, 2013

MJ Wildman et al, BMJ 2007;335:1132

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Grazie per la Vostra attenzione