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http://www.collegiofraccaro.it/vdc [email protected] INTERNET INTERNET INTERNET INTERNET L’APE IDRO L’APE IDRO L’APE IDRO L’APE IDRO SATANISMO SATANISMO SATANISMO SATANISMO PROSPETTIVE PROSPETTIVE PROSPETTIVE PROSPETTIVE Longobeach a pag. 4 SECONDA STAGIONE SECONDA STAGIONE SECONDA STAGIONE SECONDA STAGIONE Elia a pag. 9 Intransigenza Editoriale Intransigenza Editoriale Intransigenza Editoriale Intransigenza Editoriale di Johnny Mason Tra i suoi, ormai innumerevoli, vanti VdC ha quello di non aver mai censurato nessun articolo. E’ stata una precisa scelta fina dagli albori: liberi da tutto e da tutti, liberi di pub- blicare qualsiasi articolo arrivasse in redazio- ne, liberi di raccontare la vita universitaria dal particolare punto di vista di chi vive in Collegio. Nel tempo il giornalino si è trasfor- mato, è diventato uno straordinario strumen- to di coesione e discussione collegiale. Per questo non avrebbe avuto senso censurare l’articolo che Marcello aveva inviato la setti- mana scorsa, a prescindere dal fatto che la redazione condividesse o meno i concetti espressi. Se un articolo arriva in redazione, è scritto in una lingua comprensibile, non è pieno di parolacce ed è originale, automati- camente ha il diritto di apparire sulle nostre pagine. Inizialmente questa scelta era detta- ta più dalla carenza di contributi, ma nel tempo ci siamo resi conto che dava la possi- bilità a tutti di esprimersi liberamente sia sulla politica (vedi le infinite querelle tra Derpini, Gamba e Cesario) sia sulla vita colle- giale, sui rapporti con il Rettore, sui problemi di vita quotidiana (Montolivo ormai ha scrit- to un intero codice di norme per l’utilizzo delle cucine) e di coinvolgere l’intera comu- nità in discussioni che espresse magari solo a voce tra poche persone non venivano ne- anche percepite dagli altri collegiali. Fin dal primo anno ci sarebbe piaciuto che anche il Rettore sfruttasse questa possibilità e scrivesse per tutti la propria idea sul Colle- gio, sul suo futuro, sulle sue prospettive. Anche semplicemente sui suoi propositi di ristrutturazione, perché tutte queste cose, se raccontate ai due o tre ragazzi del comitato, sembrano più delle confidenze, mentre sono argomenti che interessano tutti e che merite- rebbero di essere pubblicate. Speriamo che l’assemblea generale tenutasi giovedì sera in Aula Porro, durante la quale si è finalmente riusciti a parlare, per una volta anche con il Rettore, dei fondamenti e delle regole Segue Mason a pag. 2 Sono ancora vivo e vi osservo dietro kg di apparente indifferenza. Ciao a tutti, soprat- tutto alle mqm. Posso definirmi ormai come un “ragno del 2009” (storico ragno Pliniano), poco partecipe al Collegio e, quando presen- te, annidato alla 52 con ArnoldSchwarzSgar- gia Perelli a scaldare camomille e a guardare il futuro ormai presente. Un vero e proprio pezzo da museo, unico reduce dell’allegra compagnia che diede alla luce VdC con la firma MR5. Nonostante tutto, cari ragazzi, non ci crederete, ma sto flettendo come un dannato: probabilmente l’unico momento che non ho flesso è stato il 3° anno di Colle- gio, quando la coscienza di essere pilastro colonnare del Sacro Tempio di Plinio il Colle- zionista d’Armi (chiedere ai Gemelli) inebria- va il mio 21enne spirito di uomodimerda (chiedere a Mason e a Verbania). segue Rizzi a pag. 2 Fronte temporalesco su Pavia: piove sul bagnato Io fletto, noi flettiamo Le legge e il cuore Una serata bella, inequivocabilmente. Non so da dove partire, ma sicuramente non parlerò della Brigata Sassari perché, ai miei occhi, l’altra sera ho visto qualcosa di molto più importante. Ho visto questo Collegio espres- so in ogni sua forma: giusta, sbagliata, rego- lare, irregolare, giusta e irriverente. E’ stato un momento speciale, che, ripeto, dovrebbe ripetersi più spesso, magari in situazioni migliori. Le realtà che si sono confrontate l’altra sera sono quelle esistenti, che, nella democrazia del dialogo, si sono accostate. Inutile sperare in un punto comune, un com- promesso accettabile per tutti, perché le regole sono regole e sopra quelle non si può salire. La bellezza è nel fatto che queste realtà si sono potute esprimere, in tutta la loro forma. Lascerò a queste righe le mie personalissime opinioni, da 27enne al quinto segue Violetto a pag. 2 D e Bello Sardo I 666 NOMI DI POLO I 666 NOMI DI POLO I 666 NOMI DI POLO I 666 NOMI DI POLO Derpo a pag. 5

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INTERNETINTERNETINTERNETINTERNET L’APE IDROL’APE IDROL’APE IDROL’APE IDRO SATANISMOSATANISMOSATANISMOSATANISMO

PROSPETTIVEPROSPETTIVEPROSPETTIVEPROSPETTIVE

Longobeach a pag. 4

SECONDA STAGIONESECONDA STAGIONESECONDA STAGIONESECONDA STAGIONE

Elia a pag. 9

Intransigenza EditorialeIntransigenza EditorialeIntransigenza EditorialeIntransigenza Editoriale di Johnny Mason Tra i suoi, ormai innumerevoli, vanti VdC ha quello di non aver mai censurato nessun articolo. E’ stata una precisa scelta fina dagli albori: liberi da tutto e da tutti, liberi di pub-blicare qualsiasi articolo arrivasse in redazio-ne, liberi di raccontare la vita universitaria dal particolare punto di vista di chi vive in Collegio. Nel tempo il giornalino si è trasfor-mato, è diventato uno straordinario strumen-to di coesione e discussione collegiale. Per questo non avrebbe avuto senso censurare l’articolo che Marcello aveva inviato la setti-mana scorsa, a prescindere dal fatto che la redazione condividesse o meno i concetti espressi. Se un articolo arriva in redazione, è scritto in una lingua comprensibile, non è pieno di parolacce ed è originale, automati-camente ha il diritto di apparire sulle nostre pagine. Inizialmente questa scelta era detta-ta più dalla carenza di contributi, ma nel tempo ci siamo resi conto che dava la possi-bilità a tutti di esprimersi liberamente sia sulla politica (vedi le infinite querelle tra Derpini, Gamba e Cesario) sia sulla vita colle-giale, sui rapporti con il Rettore, sui problemi di vita quotidiana (Montolivo ormai ha scrit-to un intero codice di norme per l’utilizzo delle cucine) e di coinvolgere l’intera comu-nità in discussioni che espresse magari solo a voce tra poche persone non venivano ne-anche percepite dagli altri collegiali. Fin dal primo anno ci sarebbe piaciuto che anche il Rettore sfruttasse questa possibilità e scrivesse per tutti la propria idea sul Colle-gio, sul suo futuro, sulle sue prospettive. Anche semplicemente sui suoi propositi di ristrutturazione, perché tutte queste cose, se raccontate ai due o tre ragazzi del comitato, sembrano più delle confidenze, mentre sono argomenti che interessano tutti e che merite-rebbero di essere pubblicate. Speriamo che l’assemblea generale tenutasi giovedì sera in Aula Porro, durante la quale si è finalmente riusciti a parlare, per una volta anche con il Rettore, dei fondamenti e delle regole

Segue Mason a pag. 2

Sono ancora vivo e vi osservo dietro kg di apparente indifferenza. Ciao a tutti, soprat-tutto alle mqm. Posso definirmi ormai come un “ragno del 2009” (storico ragno Pliniano), poco partecipe al Collegio e, quando presen-te, annidato alla 52 con ArnoldSchwarzSgar-gia Perelli a scaldare camomille e a guardare il futuro ormai presente. Un vero e proprio pezzo da museo, unico reduce dell’allegra compagnia che diede alla luce VdC con la firma MR5. Nonostante tutto, cari ragazzi, non ci crederete, ma sto flettendo come un dannato: probabilmente l’unico momento che non ho flesso è stato il 3° anno di Colle-gio, quando la coscienza di essere pilastro colonnare del Sacro Tempio di Plinio il Colle-zionista d’Armi (chiedere ai Gemelli) inebria-va il mio 21enne spirito di uomodimerda (chiedere a Mason e a Verbania).

segue Rizzi a pag. 2

Fronte temporalesco su Pavia: piove sul bagnato

Io fletto, noi flettiamo Le legge e il cuore Una serata bella, inequivocabilmente. Non so da dove partire, ma sicuramente non parlerò della Brigata Sassari perché, ai miei occhi, l’altra sera ho visto qualcosa di molto più importante. Ho visto questo Collegio espres-so in ogni sua forma: giusta, sbagliata, rego-lare, irregolare, giusta e irriverente. E’ stato un momento speciale, che, ripeto, dovrebbe ripetersi più spesso, magari in situazioni migliori. Le realtà che si sono confrontate l’altra sera sono quelle esistenti, che, nella democrazia del dialogo, si sono accostate. Inutile sperare in un punto comune, un com-promesso accettabile per tutti, perché le regole sono regole e sopra quelle non si può salire. La bellezza è nel fatto che queste realtà si sono potute esprimere, in tutta la loro forma. Lascerò a queste righe le mie personalissime opinioni, da 27enne al quinto

segue Violetto a pag. 2

De Bello Sardo

I 666 NOMI DI POLOI 666 NOMI DI POLOI 666 NOMI DI POLOI 666 NOMI DI POLO

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segue Rizzi da pag. 1 Ogni mattina mi alzo e mi ripeto “cerca di essere te stesso, nonostante tutto”. Prendo i remi e con entusiasmo alternato a “Oh my god what a fuckin’ life, this terrible lie”, cer-co di non imbarcare acqua, ma solo compagni di viaggio che mi indichino la via, mossi dall’intuizione che in fondo ci siano delle veri-tà immutabili a farti da amico. Di questo at-teggiamento voglio sottolineare un aspetto: sono una matricola del mondo lavorativo, del mondo medico/chirurgico, e ho solo da impa-rare. Anche dalle persone che stimo di meno. Massimo rispetto, anche a denti stretti. E così spesso mi capita di beccare culi, meritati, ma anche immotivati, o meglio, generati dal fatto che probabilmente la moglie ha fatto girare le palle al “mio anziano” e così l’ultimo degli stronzi con cui prendersela sono io; la diversi-tà rispetto alla vita collegiale è che qui il tale non fa questo perché vuole conoscermi, per-ché vuole la mia integrazione, di me non glie-ne frega niente, anzi, probabilmente, pensa anche che sono un ignorante montanaro del cazzo. E così ogni giorno fletto, e imparo: sia

tecniche relative all’utilizzo delle tecnologie, ma soprattutto tecniche di comunicazione, di interazione. Penso alle “flessioni” che ho fat-to in questi mesi nelle corsie dell’ospedale e direi che ogni momento è stato, dopo uno sclero inside/outiside con i cari, motivo utile per correggere le mie incompletezze/incompetenze sul campo. Non riesco a comprendere (solo a biasimare) le motivazioni di coloro che affrontano un luogo nuovo, una comunità come la Nostra, con la presunzione di imporre la propria linea senza dimo-strare di po-tere adattarsi a quello che si trovano di f r o n t e (almeno se pensi che i F r a c c a r o t t i siano il nemi-co, conoscilo, entra nei suoi visceri e poi comincia ad odiarlo). Non riesco inoltre a com-prendere chi parla di Diritti lesi: questi “divini Diritti” paiono tanto fratelli di quel disimpegnato concetto di “Libertà” = fare quello che si vuole e non partecipazione (SignorG featuring Jesus).

In Collegio siamo fascisti, comunisti, leghi-sti, berlusconiani, dipietristi, froci e putta-ne, credenti e atei, cannabinoidi e alcolisti, uominidimerda e pezzidipane. In Collegio noi tutti nella nostra unicità abbiamo ac-cettato di ammettere la nostra immaturità di fronte a delle guide, ma come c’è scritto sulla boccetta per la grappa di me, Perelli e Ricky: “Idem Velle atque idem nolle, ea demum firma amicitia est”. Il Nostro motto viene da questa frase di Sallustio che e-sprime al meglio la nostra unità nel rispet-

to della diversità. La bellezza del Collegio non sta nel successo (che in fondo lascia il tem-po che trova ed è talvolta patetico), ma nel potente slancio corale che crea lo streben romantico. Non si può crescere senza fatica, non si può fare parte di una comunità così speciale senza pas-sare attraverso un degno allenamento, non si può non

riconoscere la propria piccolezza (qui mqm) ed incarnare l’anti-umiltà se si vuo-le avere delle pretese sulla propria esi-stenza.

segue Violetto da pag. 1 anno di Collegio e fedele servitore della Mari-na Militare Italiana (dove non mi beveva nes-suno, anzi. Siccome ero uno dei pochi che parlava italiano e inglese correttamente, ero trattato come un alieno). Partirò ovviamente dalla realtà istituzionale, per capirci, quella del Libretto delle Regole del Collegio di cui il Prof. Panella è garante e giudice unico. La mia rigida educazione di Destra mi ha insegnato che leggi servono per tutelare la propria e altrui libertà, e in quanto tali vanno accettate. Siamo qui dentro, siamo dei privilegiati e sia-mo tenuti a rispettare ogni parola di quel Libretto senza troppe discussioni. Siamo an-che liberi di trasgredirle, a patto di prendersi la responsabilità dei propri atti e pagarne le conseguenze: singolarmente se è un iniziativa personale, unitamente se è un azione decisa da tutti. Per questo motivo reputo (sempre dalla mia personalissima posizione) il discor-so del Rettore coerente, legittimo e non discu-tibile. Così E’ perché così DEVE essere: poche storie. Ogni suo provvedimento non sarà, quindi, discutibile. Passiamo alla realtà uma-na, quella che mi sta così a cuore. “A cuore” è proprio il termine esatto, perché di cuore si parla. “L’essere umano è libero” è una bella frase, in cui credo molto, e in cui ci sono due verità. La prima è quella che inneggia alla libertà, ma la seconda, che forse un po’ sfug-

ge, è il termine “Umano” che quindi basa la sua esistenza su pensiero ed emozione. La volontà di ognuno di noi all’interno di questo Collegio, è la grandezza di quest’ultimo che si lega inevitabilmente alla felicità delle persone che lo abitano. Una vecchia idea sessantotti-na, per cui non si può esser felici se non lo sono anche gli altri, qui dentro prende forma. Ogni Ex si assicura che il Collegio vada bene, che trionfi sugli altri collegi, che porti alto il vessillo delle Torri. Perché queste mura diven-tato qualcosa di interno, proprio, viscerale, e con esse le persone che le abitano anche se, dopo tanti anni, non si conoscono nemmeno. Esser Fraccarotto, se vivi questo Collegio, è una cosa di cui ti vanti negli anni, che raccon-ti ad amici, e un giorno ai figli, e un giorno ancora più lontano ai nipoti. Perché? Perché qui dentro non si creano solo studenti, cosa per cui questo posto è creato. Nemmeno sem-plici amici, per cui qualsiasi luogo di aggrega-zione è sufficiente. Volenti o nolenti, qui den-tro si sfornano Fraccarotti, che, se saranno grandi professionisti laddove avranno studia-to, secondo me, saranno capaci di esser uo-mini migliori là dove avranno imparato a ve-dere un totale estraneo, forse anche poco affine a se stessi, come un fratello. La matri-cola è il primo e fondamentale passo di que-s t a e sp e r i e n z a . A t t r a v e r s o l a “sofferenza” (lieve o pesante, è una cosa personale) si ha la condivisione, attraverso la

condivisione si cementa la coesione, attra-verso la coesione si ottiene la forza. Nella mia testa è un iter quasi ovvio. La matrico-la porta a passaggi, a mia opinione, indi-spensabili per maturare e che nella vita ci si trova spesso davanti. Elementi come la sopportazione, l’autoironia, la tolleranza alla frustrazione, l’uguaglianza tra pari e il rispetto anche per ciò che non capisce e per questo, in alcuni momenti, non si con-divide, sono armi che nell’esistenza distin-guono gli uomini con le palle dagli inetti. L’accettare la matricola è una sfida contro se stessi, una scelta forte e coraggiosa. Far matricola è un impegno gravoso (a volte anche utilizzato in maniera sbagliata), il cui fine ultimo è e rimane il bene dei Frac-carotti e del Collegio Fraccaro, indiscutibil-mente. In questo momento, tra queste mura, ci sono 78 persone su 90 che in questo credono. E l’anno scorso altrettan-te, e l’anno prima ancora, e ancora… così via fino al 1963. I casi sono due: o stiamo parlando di un battaglione di oltre 1000 folli o qualcosa di quel Cuore di cui parla-vo esiste… e batte ancora. Ci sono delle regole che vanno rispettate e le responsa-bilità vanno assunte in toto, ma credo che ci sia anche un Cuore che, se non deve per forza esser rispettato, merita altrettan-to rispetto. Unica volontà. Sempre vostro.

Ecco Rizzi lunedì mattina alle 7, la colazione del campione: caffè-cereali-flessioni

segue Mason dalla prima di base della convivenza comune, sia solo la premessa di un rapporto maggiormente fon-dato sulla dialettica e sul confronto, magari proprio su queste pagine.

Dalla Prima

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Gli isolani. Anarchici. Alternativi. Ma anche un tantino impressionabili, sembrerebbe. Al punto che per un po’ d’acqua per terra invocano l’intervento delle Forze dell’Ordine: ragazzi, occhio che al martedì Nico-

lina e Federica lavano i pavimenti, non vor-remmo doverle andare a riprendere in Que-stura. IDROFOBI Cazza. L’unico valtellinese incapace di distin-guere una capra da uno stambecco. PIZZOCCHERO

I maialini cairolini. Non si beccano il semaforo rosso solo perché i pro-blemi interni, anche se causati da gente che si rifiuta di far parte della nostra comunità, sono più impor-tanti di qualsiasi cairolino. Si vanta-

no da mesi di aver scritto un'opera degna di Dante (non Zanetti). Ci farebbe piacere leg-gerla, fino ad allora non si meritano neanche le nostre risposte. Nel frattempo, per non farci annoiare, pensano bene di farsi uccella-re una feluca. Un’altra. INSICURI

Panella. Il dialogo è importante. In una comunità è fondamentale. Il giornalino si è sempre impegnato perché la collegialità, in tutte le sue estensioni avesse uno spazio di dialogo che non fossero le solite

voci di corridoio. Poter dialogare anche con il Rettore come durante l'assemblea non è cosa di tutti i giorni. Ci piacerebbe lo diventasse, anche per situazioni meno problematiche e d'emergenza. MODERATORE

Avere le palle Durante la riunione di giovedì sera, esponen-do la propria opinione, il Rettore ci ha posto una domanda: Lo sapete cosa vuol dire avere le palle? Inizialmente nessuno ha saputo o voluto ri-spondere. Di seguito, ha elencato una serie di valori assolutamente validi: avere le palle significa eccellenza negli studi e conseguente affermazione a livello lavorativo. Questo, a suo modo di vedere, sarebbe il vanto del Collegio, ne determinerebbe il prestigio. Premettendo che i suddetti valori siano am-piamente validi e condivisibili, vorrei svolgere alcune riflessioni ulteriori suggeritemi dalla mia personalissima esperienza collegiale. Sono arrivato a Pavia tre anni fa, come molti, senza conoscere nessuno, in facoltà e tanto meno in collegio, di conseguenza non avevo la ben che minima idea di cosa volesse dire fare matricola. La prima spiegazione fornitami è stata: “Qua siamo una comunità, con delle regole, e tu come puoi ben vedere sei l’ultimo arrivato”. Bene, niente di strano, vediamo cosa bisogna fare per inserirsi. Pian piano ho iniziato a fare matricola, anche se a modo mio, e non dico che mi facesse piacere flettere, trovarmi la stanza in corridoio o stare sveglio fino al mattino quasi ogni notte, ma quella era la regola suggeritami dalla comunità del “luogo”. Logicamente si poneva come prevaricazione nei miei confronti, ma mi sono sempre fidato del buon senso, dell’intelligenza e dell’esperienza di chi mi faceva matricola. Ad un certo punto dell’ anno è accaduto uno spiacevolissimo episodio (niente a che fare con la matricola), che, unito a problemi non indifferenti che avevo avuto a casa, mi ha portato ad un certo isolamento, da me in un certo senso cercato e voluto, che ha compor-tato il disinteresse del resto del collegio nei miei confronti. In parole povere questo era il messaggio: vuoi stare nel tuo brodo? Ti lasciamo lì. Sono stato lagunato diverse volte, e in alcune occasioni anche in maniera piuttosto appicci-cosa, ma mai mi sono sognato di correre a piagnucolare dal Rettore o peggio ancora dalla Polizia.

Il Collegio voleva farmi capire qualcosa, non punirmi, ma io non volevo e potevo compren-dere. La peggior punizione è stata di fatto, in quei due mesi, il mio status di fantasma, il rimane-re ai margini, senza partecipazione, di tutte le gioie, le vittorie, l’unione di quelle settanta persone. A ferirmi non era certo dell’ acqua sul pavimento. Mi sono allora posto una domanda, una sera che fuori faceva freddo ed io ero solo come un cane nella mia stanza: sono stronzo io oppure loro? Uno contro da una parte e set-tanta dall’ altra. Da quel momento ho reagito, ho recuperato i contatti, ho cercato di saldare il mio debito, e in questi anni credo di esser-mi scavato un posticino all’interno del Fracca-ro. Ma, cosa più importante, ho vissuto tre anni che mi hanno cambiato la vita, sono maturato come persona in maniera notevole, sotto tutti i punti di vista, ho trovato nei miei collegiali una famiglia (come disse Violenza), e negli amici più stretti dei fratelli. Ho scoperto cosa vuol dire mettersi in gioco, soffrire, gioire, prendersi responsabilità per un Bene comune, per le persone che fanno altrettanto per me ogni giorno. Tornando al quesito iniziale, credo che ci sia-no persone, all’interno del Collegio, che me-glio incarnano il concetto di avere le palle, e voglio portare due esempi: Derpo e Brizi. Derpo è, senza dubbio, una persona che a prima vista può, per atteggiamenti e per mo-do di fare, sembrare tendenzialmente poco socievole. Poi ho avuto la fortuna di conoscer-lo meglio, grazie anche alla matricola e al collegio, e sono arrivato alla conclusione che Derpo ha le palle. Perché avere le palle non lo dimostriamo solo per la posizione sociale e professionale che guadagneremo in futuro, significa soprattutto avere il coraggio per af-frontare e sconfiggere il passato e migliorare il nostro presente. Un altro che, a mio modo di vedere, ha le palle è Brizi, perché a 30 anni è riuscito, sen-za arroganza e senza pretese, ad inserirsi in un gruppo di ragazzi anche molto più giovani (mi da 10 anni!), riuscendo a trasformare l'e-sperienza universitaria/lavorativa in un’esperienza credo indimenticabile; e mai si è sognato di chiederci di dargli del Lei, perché è uno di noi, io del Lei al massimo lo do ad

uno sconosciuto. Ma certa gente evidente-mente non ha l’ intelligenza necessaria per capirlo. Più in generale, credo che essere Fraccarot-ti significhi avere le palle, perché è grazie all’impegno costante e quotidiano, alla passione che mettiamo in ogni nostra atti-vità, sia essa di carattere ludico, sportiva o culturale, che ci rende quello che siamo, ovvero il miglior collegio di Pavia (e que-sto, appunto, non è solo dovuto al fatto di avere ottime camere foresteria). Questo mi ha insegnato l’esperienza colle-giale e la sua comunità, e non perché me l’ha imposto un anziano o un ex, ma per-ché probabilmente qualcuno prima di me si è profuso, anche grazie alle regole non scritte che naturalmente regolano ogni comunità, nell’impegno per creare qualco-sa di unico e speciale che è in fondo il nostro Idem Velle. Il Presepe Vivente è una vittoria, perché è una festa unica a Pavia e da molti apprez-zata, ed è un’ occasione per mangiare, bere e stare bene tutti assieme. Il Concerto di Natale è una vittoria, perché un Natale così è veramente speciale, il modo migliore per concludere un anno insieme. Voci di Corridoio è una vittoria, perché con 102 numeri in 4 anni ha narrato la vita collegiale anche pavese, è stato fonte di cronaca per tutti, e per di più è anche autofinanziato. Le vittorie sui diversi campi da gioco sono delle vittorie, non nel senso stretto del termine, ma perché frutto della passione che ogni giorno mettiamo negli allenamenti e nelle squadre che creiamo, perché non siamo tutti campioni, siamo semplicemente un gruppo fantastico che arriva a sputare sangue per fare il vanto e la gloria nel No-stro Beneamato Plinio Fraccaro. Codesti sono pochi ma significativi esempi di quello che la comunità Fraccarotta nel corso degli anni è riuscita a dimostrare, ma ahimè, certe persone non possono proprio capirlo. Ragazzi, noi abbiamo le palle. Più che mai Idem Velle

Sacha

Ghiandole seminali

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Internet in Italia: La Realtà

Stesso testo, due modi di leggerlo. Internet può essere il male o il bene di una società, dipende da quale prospettiva si vedono le cose. Il testo tratto da un video “su youtu-be” fa riflettere sull'approccio verso la Rete e la sua comprensione. Ideato da Marco Mon-temagno e Tiziana Cera Rosco, ispirati dal video di Lost Generation. Questa è la realtà E’ un dato di fatto Se apriamo le porte ad internet Non potremmo mai essere un grande paese Vi mentirei se dicessi che L’Italia ha un grande futuro dinnanzi Che sarà un Paese all’avanguardia Che la nostra economia diventerà forte e solida Che i nostri figli saranno sani, avranno una giusta educazione e troveranno lavoro Prima di ogni altra cosa dovete sapere: Il nostro paese non merita queste cose E sono convinto di questo perché conosco il popolo italiano La corruzione, la staticità e la mediocrità fanno parte della nostra natura Mi rifiuto assolutamente di credere che Possiamo diventare un grande paese nel prossimo futuro Grazie a internet L’Italia ormai ha destino segnato Che ci va bene o no Questa è la realtà

Ecco dovete sapere che io credo esattamente l’opposto di tutto questo: Questa è la realtà Che ci va bene o no L’Italia ormai ha un destino già segnato Grazie a internet Possiamo diventare un grande paese nel prossimo futuro Mi rifiuto assolutamente di credere che La corruzione, la staticità e la mediocrità fanno parte della nostra natura E sono convinto di questo perché conosco il popolo italiano Il nostro paese non merita tutto queste cose Prima di ogni altra cosa dovete sapere: Che i nostri figli saranno sani, avranno una giusta educazione e troveranno lavoro Che la nostra economia diventerà forte e solida Che sarà un Paese all’avanguardia L’Italia ha un grande futuro dinnanzi Vi mentirei se dicessi che Non potremmo mai essere un grande paese Se apriamo le porte ad internet E’ un dato di fatto Questa è la realtà

Longobeach

Se convalidi il gol, bhè mi dispiace fraccarotto sei un aLbitro! Se fai ripetere il calcio di punizione allora sei un aRbitro, infatti il pallone non è in gioco fino a che non esce dall’area di rigore verso il terre-no di giuoco.

…Tutti mi dicono che devo lasciare perdere

gli arbitri per giocare nel glorioso PlinioSoc-cer, ma a me arbitrare piace un casino (certo, molto meno quando mi prendo una bordata di insulti), poi mi faccio dei bei soldi-ni che non fanno mai male e mi vado a vede-re le partite dell’adorato Milan pure gratis…Gotta non mi voler male… ☺ Quindi calcio nel Fraccaro niente, nella palla-volo qualcosina so fare, ma c’è Giuliano che per anzianità mi frega il posto e il “libero” solo una persona può farlo, il basket non è proprio per me, il rugby mi fa paura solo al pensiero di avere davanti a me gente come Alarico o Marcone, e così non mi rimane che il giornalino per partecipare attivamente alla vita collegiale.

Ed ecco qua la mia rubrica, un semplice quiz per capire quanti cazzi deve aver nella testa un arbitro; regole e casistiche che pochi conoscono, e che un direttore di gara deve sapere e appliccare in pochi instanti, altro che moviola. Provate voi… rispondete a questi strani casi del regola-mento del giuoco del calcio… vedremo chi è aRbitro o aLbitro. CHE IL SIGNORE VALGA PER TUTTI!!!

Un calcio di punizione indiretto (nel gergo “punizione di secon-da”) è accordato ad u n a s q u a d r a all’interno della pro-pria area di rigore. Il calciatore calcia il p a l l o n e e quest’ultimo tocca un compagno che si trova in detta area; il pallone entra nella propria porta. Quale deve essere la decisione dell’ arbi-tro? Convalidi il gol?

(la risposta qui sotto)

aRbitro o aLbitro?! rubrica a cura di Foggia

ATTENZIONE

Domani, martedì 10 novembre, alle ore 18, Aula Musica, riunione generale per: - CORO DEL COLLEGIO - CONCERTO DI NATALE

Tutti gli interessati sono invitati a partecipare. Presiederà Valeriano. Tutte le matricole con rudimenti ANCHE MINIMI, di voce o strumenti, sono calda-

mente invitate a farsi vive.

Dal Mondo

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Fin dall’alba dei tempi l’uomo si è posto il problema dell’esistenza del male, sia quel-lo fisico sia quello morale. Molte culture hanno postulato l’esistenza di un creatore del lato oscuro dell’esistenza, chiamato alternativamente Satana, Baal, Moloch, Cthulhu, Blue Screen of Death o Wanna Marchi. Fino a questo momento, nessuno era riuscito a provarne l’esistenza, ma sia-mo lieti di annunciare su VdC che grazie a un anno di tremendi sacrifici, un giovane ricercatore delle scienze esoteriche è riusci-to finalmente ad identificare la vera identi-tà del Principe delle Tenebre. Tremate, prodi fraccarotti, perché il demonio si aggi-ra fra le vostre mura, e il suo nome vi è noto: Carlo Polo. Certo, l’annuncio potrà stupire chi non ha assistito alle orride trasformazioni del volto di quest’uomo alla vista delle vittime dei sacrifici umani in suo nome (note anche come matricole),o chi non ha mai udito il suo terrificante richiamo (fonti autorevoli riferiscono che suoni come “Oooh, Deeer-pooo!”), ma chi fra voi ha potuto assistere a queste agghiaccianti epifanie non ne sarà

sorpreso. Per gli scettici e gli ignavi (anatema su di loro, che le bombe che si fumano esplodano nei loro intestini) ripor-tiamo qui l’intervista all’esorcista che ha identificato nell’apparentemente insospetta-bile Polo il Signore delle Mosche. Per ovvi motivi l’identità di que-sto prode campione della fede rimarrà anonima (vi sveliamo solo le prime tre lettere e le ultime due del suo nome: Gor & an). D: Quando si è accorto D: Quando si è accorto D: Quando si è accorto D: Quando si è accorto di avere di fronte qual-di avere di fronte qual-di avere di fronte qual-di avere di fronte qual-cosa di più di un sem-cosa di più di un sem-cosa di più di un sem-cosa di più di un sem-plice uomo, per quanto plice uomo, per quanto plice uomo, per quanto plice uomo, per quanto ineffabilmente malva-ineffabilmente malva-ineffabilmente malva-ineffabilmente malva-gio?gio?gio?gio? R: Il primo indizio è stata l’incredibile quantità di bava verde nei pressi d e l l a s t a n z a dell’Innominabile Oscuri-tà. Certo, poteva sempre trattarsi dei rifiuti di una festa di Emil e Nadal, ma avevo i miei dubbi (mancavano le bottiglie vuote, i posacenere pieni e i preservativi usati). La certezza dell’essenza

sovrannaturale e malvagia di Polo è stata otte-nuta solo grazie a un anno di sacrificio perso-nale, durante il quale mi sono sottoposto alle più sfrenate e indicibili fantasie sadiche del Sire del Terrore. Scoprire la collezione di ani-me umane pronte per l’uso, nascosta in un sacchetto di patatine, è stata solo una confer-ma di ciò che sapevo già essere vero. Polo è l’Anticristo, il Behemoth, come indica anche il suo nome al contrario: Olop Olrac, che in antico kushita si traduce come “L’Essere che succhie-rà la vostra essenza dalle palle dei vostri oc-chi” uno dei tradizionali attributi del demonio. L’esperto in lingue berbere e pizziche lombarde Yogi può confermarlo, se vuole. D: Ma è terrificante. Come mai, a suo pare-D: Ma è terrificante. Come mai, a suo pare-D: Ma è terrificante. Come mai, a suo pare-D: Ma è terrificante. Come mai, a suo pare-re, Satana si è incarnato proprio nel Collegio re, Satana si è incarnato proprio nel Collegio re, Satana si è incarnato proprio nel Collegio re, Satana si è incarnato proprio nel Collegio

Fraccaro?Fraccaro?Fraccaro?Fraccaro? R: Lo sanno tutti che il Demonio ha buon gusto, e che i Fraccarotti ne sanno una più del diavo-lo (e infatti l’arcidemone non è diventato nemme-no capitano della squa-dra di calcio), inoltre in questo luogo ha potuto trovare spazio per i suoi accoliti, da Mefistofele, il demone dell’inganno (qui chiamato Moreno Morello: la sua chioma, fortunatamente, rivela la sua natura satanica). Ma credo che il vero motivo sia assicurarsi una riser-

va di anime fresche da divorare al posto dei dessert della mensa.

Derpo

I 666 nomi di Po-

Alla notizia che i sardi, dopo esser stati lagunati, hanno

chiamato la Polizia...

“Ma i sardi, tutte la volte che si rompe un rubinetto... chiamano la Polizia?!”

...IL GEMELLO DISSE...

I PERCHÉ DEL SOMA Perché si dice “capro espiatorio”? Ammettiamolo. Almeno una volta nella vita ce la siamo fatti tutti questa domanda: si dice capo o capro espiatorio? Ebbene, si dice capro. Ed ecco spiegato perché.. Questo modo di dire trae origine da una rito ebrai-co che aveva luogo du-rante la celebrazione dello Yom Kippur (il Gior-no dell'Espiazione) a Ge-rusalemme e descritto della Bibbia nel libro del Levitico: due capri veni-vano portati, assieme ad un toro, al Tempio di Gerusalemme. Uno dei

due, scelto a sorte, veniva bruciato sull'al-tare sacrificale insieme al toro, mentre il secondo veniva caricato simbolica-mente di tutti i peccati del popolo di Israele e portato nel deserto per poi essere abbandonato e non fare più ritorno in città. Entrambi i capri servivano quindi ad espi-are le colpe del popolo di Israele, ecco spiegato il perché del capro espiato-rio.. Alla prossima!!!

Fraccarate

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Numero 103Numero 103Numero 103 999 novembre 2009novembre 2009novembre 2009

Doveva essere la loro giornata di festa, quella di martedì 3 novembre, e invece, come di consueto da tre anni a questa parte, i pagliacci polli bicefali au-stroungarici del cairoli sono stati vittima dell'ennesima uccellatio. Tutto è iniziato verso le ore 10:00 quando volenteroso e impavido, cari-co di buoni propositi, vagavo tra le beneamate mura del Plinio alla ricerca del buon Nadal; “Orrore” gridai, quan-do seppi che quel fottuto colombiano si era già avviato in missione senza di me. Difatti il suddetto colombiano era ormai di ronda per Pavia alla ricerca delle già citate merde giallo-nere; capii allora che era giunto il momento di organizzare un secondo bat-taglione per l'annuale spedi-zione punitiva. Dopo un lauto pasto e sull'eco dell'impresa non riuscita di Nadal, mi av-viavo con Sir Scannacristiani verso Strada Nuova, nella speranza di trovare qualche bella feluca, o meglio qual-che gran bastone, da uccellare; quand'ecco all'orizzonte spuntare due ridicoli omuncoli in accappatoio, inginocchiati davanti ad Annabel-la ad elemosinare pochi danari, accompagnati da uno sfortunato quart'anno con tanto di

ricca feluca in capo. Era il momento di agire, e, cogliendolo di sorpresa, con rapido gesto gli tolsi ciò che mi spettava: una sudicia ma ben ornata feluca era ora tra le mie mani ed in pochi secondi già sotto le torri, dopo una notevole performance atletica di mezzofondo. Pochi minuti dopo ecco apparire la vittima, ben istruita sul da farsi da quel coniglio del gran bastone, che, non pago di aver abban-donato all'ombra delle torri il suo sottoposto, ha addirittura tentato di salvare il nome di quel suo misero pollaio di ta-lentuosi sfigati, affermando che il fatto non era da lui “classificabile come goliardi-co”, e quindi in accessibili parole liquidando la faccenda come “cazzi dello sciagurato”, esortandolo perfino a sporgere denuncia per furto. Dopo es-sermi immaginato la scena di uno che entra nella stazione dei carabinieri gridando “al ladro, mi hanno rubato la felu-ca”, mi ritirai felice nella mia dimora a godermi le mie da-

me, del buon vino e del pregiato tabacco un-garo, o come si suol dire: BACCO TABACCO E VENERE. IDEM VELLE

Alarico

I Fraccarotti uccellano ancora... ...e il cairoli continua a sucare

Ecculo: primo preparative tournament di poker del Plinio Sessione di novembre

Cari collegiali, è arriva-to...ebbene sì...su grande richiesta è sta-ta stabilita la data del primo preparative tour-nament di poker del regio collegio Fraccaro. Il torneo si terrà MER-COLEDÌ 18 NOVEMBRE e avrà inizio alle ore 21:00 in sala comune.

Modalità del torneo: • buy-in di $5 • bui automatici che si alzeranno ad intervalli regolari • il numero dei tavoli dipenderà dal numero di adesione • circa 6 persone ad ogni tavolo • assegnazione casuale dei tavoli

• i primi/migliori secon-di di ogni tavolo acce-deranno al tavolo finale • una parte del monte-premi sarà utilizzata per l'acquisto di nuovo materiale per il gioco, come ad esempio fiches e copritavoli, la restante parte sarà utilizzata per l'acquisto dei premi • bidello non può vin-cere • brizi giocherà con una sola carta • morello per partecipa-re dovrà tagliarsi i ca-pelli • adolfino fa cagare

• violenza.............big respect • giuliano: gradita la maglia commemorativa Le iscrizioni saranno aperte da lunedì 9/11 a lunedì 16/11. Io, me e me medesimo ci occu-peremo di raccogliere i soldi e fornirvi ulteriori informazioni, quindi ALARICO - CAM 16. E ricordate che “siete tutti molto forti, ma finché ci sarò io sarete i numeri due”. IDEM VELLE

Alarico

Voci di Corridoio

Direttore Ospite Giovanni MasonGiovanni MasonGiovanni MasonGiovanni Mason

Vice Direttori Ospiti

Elia FerrariElia FerrariElia FerrariElia Ferrari Giovanni FerrariGiovanni FerrariGiovanni FerrariGiovanni Ferrari

Caporedattore Carlo De GraziaCarlo De GraziaCarlo De GraziaCarlo De Grazia

Art Director Marco RossiMarco RossiMarco RossiMarco Rossi

L’Enigmista

Andrea TrameriAndrea TrameriAndrea TrameriAndrea Trameri

Redazione Andrea ViolettoAndrea ViolettoAndrea ViolettoAndrea Violetto Francesco GuidaFrancesco GuidaFrancesco GuidaFrancesco Guida Marco MezzadraMarco MezzadraMarco MezzadraMarco Mezzadra Luca RebecchiLuca RebecchiLuca RebecchiLuca Rebecchi

Ospite del Direttore Giorgio MontolivoGiorgio MontolivoGiorgio MontolivoGiorgio Montolivo

Schwarzy

L’uccellatore con feluca sull’uccello

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Numero 103Numero 103Numero 103 999 novembre 2009novembre 2009novembre 2009

Articolo II

Davide Lorenzano Provenzano (o almeno credo…) 24 dicembre 1990 Caltanissetta Diplomato presso l’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “G. Galilei” con una valutazione di 82/centesimi Tento di studiare Giurisprudenza Stanza nr.35 Hobby: figa, lettura, scrittura, informatica, manga & anime, videogames, raggiungere il mio peso for-ma (ovvero riuscire un giorno a guardarmi i piedi) etc.. Premessa: Prego tutti coloro i quali avessero qualcosa contro di me, di non mandarmi a quel paese perché ci sono già, sono residente a Canicattì (AG). Pavia rappresenta una nuova fase della mia vita, e mettere piede tra le sacre mura rappresenta una deificazione di tale fase. Sono eccitato all’idea di permanere in un collegio dilaniato da continui bom-bardamenti di figa malgrado ciò mi distolga dal tentativo di studiare Giurisprudenza. La figa non è il mio unico hobby, mi piace particolarmente leggere e scrivere, inoltre sono un curioso internauta con una malsana venerazione per il Paese del Sol Levante in tutti i suoi aspetti, dunque, sappiate che sono più vulnerabile alla figa in kimono. Non so dirvi con certezza quale sia il mio nome collegiale definitivo, ma alla luce degli ultimi giorni pare sia Binno per via dell’assonanza

del mio cognome con quello di Bernardo Provenzano, ovvero Binnu u tratturi.

PRESÈNTATI Omar Giozzi Cobra, O Margiozzi 7 aprile 1990 Residente a Teglio (SO) Diplomato con la valutazione di 76/100 all’istituto di istruzione superiore Balilla Pinchetti Tento di studiare lingue e culture moderne Stanza n°29 figa (specialmente se pelosa), lettura, animazione giapponese, birra Ebbene sì: c’è un altro Giozzi al Fraccaro, anche se questa volta ha un nome un po’ più “arabeggiante”. Come unica matricola valtellinese di quest’anno la mia vita collegiale è costante-mente segnata dalle frecciatine che mi arrivano dai miei colleghi terroni (in senso buono, ovvia-mente), ma io sono un tipo bonario e ci rido sopra. Come molti di voi avranno notato a me piace bere. Dopotutto è una caratteristica tipica della mia terra natia, dove l’alcool viene regolar-mente somministrato persino ai bambini ancora in fasce (per far loro crescere i c.d. “peli sul petto”). In effetti è stata proprio questa mia autodistruttiva passione uno dei motivi principali che mi hanno spinto ad intraprendere la carriera universitaria. Questo e la figa. Fatto sta che qui a Pavia mi trovo bene, e mi diverto un sacco: spero proprio di rimanerci ancora per molto tempo.

L'utilizzo degli spazi comuni di un collegio, quali sono le cucine, richiede l'osservanza di alcuni basilari principi di

civiltà. In seguito a svariati richiami da parte del Retto-re, per via dello stato di disordine e sporcizia in cui le cucine sono state abbandonate da utenti forse distratti (e di certo negligenti), vorrei portare la vostra attenzio-ne sui buoni propositi più volte espressi in assemblea (e che, comunque, si presumono di buona educazione), traducendoli in regole alla portata di tutti. Oltre ai rap-porti tra noi collegiali, non va dimenticato il rispetto per gli estranei, quali sono gli ospiti che pernottano in collegio e legittimamente si aspettano la disponibilità di cucine pulite ed attrezzate, dipendente non solo dal Rettore, ma anche alla nostra comunità. Il seguente regolamento è frutto di riflessione su una lunga ed appassionante esperienza di fruizione delle cucine, quale la si augura a tutti.

Art.2 Art.2 Art.2 Art.2 ---- I due fornelli della piastra pos-I due fornelli della piastra pos-I due fornelli della piastra pos-I due fornelli della piastra pos-sono essere utilizzati anche contempo-sono essere utilizzati anche contempo-sono essere utilizzati anche contempo-sono essere utilizzati anche contempo-raneamente. Chi cucina non deve ab-raneamente. Chi cucina non deve ab-raneamente. Chi cucina non deve ab-raneamente. Chi cucina non deve ab-bandonare le piastre quando il cibo è bandonare le piastre quando il cibo è bandonare le piastre quando il cibo è bandonare le piastre quando il cibo è sul fuoco né, per nessun motivo, la-sul fuoco né, per nessun motivo, la-sul fuoco né, per nessun motivo, la-sul fuoco né, per nessun motivo, la-sciare le piastre accese a vuoto.sciare le piastre accese a vuoto.sciare le piastre accese a vuoto.sciare le piastre accese a vuoto. Le piastre, una volta raffreddatesi, de-Le piastre, una volta raffreddatesi, de-Le piastre, una volta raffreddatesi, de-Le piastre, una volta raffreddatesi, de-vono essere pulite con un panno umi-vono essere pulite con un panno umi-vono essere pulite con un panno umi-vono essere pulite con un panno umi-do da chi le ha utilizzate.do da chi le ha utilizzate.do da chi le ha utilizzate.do da chi le ha utilizzate. E' disponibile presso il personale di E' disponibile presso il personale di E' disponibile presso il personale di E' disponibile presso il personale di servizio un apposito raschietto per le servizio un apposito raschietto per le servizio un apposito raschietto per le servizio un apposito raschietto per le incrostazioni più tenaci. Il raschietto incrostazioni più tenaci. Il raschietto incrostazioni più tenaci. Il raschietto incrostazioni più tenaci. Il raschietto deve essere restituito dopo l'uso: chi lo deve essere restituito dopo l'uso: chi lo deve essere restituito dopo l'uso: chi lo deve essere restituito dopo l'uso: chi lo utilizza, ha la responsabilità di conser-utilizza, ha la responsabilità di conser-utilizza, ha la responsabilità di conser-utilizza, ha la responsabilità di conser-varlo sino alla restituzione.varlo sino alla restituzione.varlo sino alla restituzione.varlo sino alla restituzione.

COMMENTO Un articolo esauriente, che si commenta da solo, o quasi. Il primo comma si spiega alla luce di come funzionava la precedente attrezzatura, quando non era possibile accendere entrambi i fornelli, o non si riusciva a cuocere un uovo. Adesso (dal 2008) siamo dotati di una piastra più po-tente, ma anche più pericolosa e delicata. Per questo motivo, non bisogna lasciare mai le piastre accese a vuoto o dimentica-re il cibo sul fuoco. Va da sé che anche la pulizia debba essere molto più accorta, non solo da parte del personale di servi-zio. Date sempre una bella pulita.

REGOLAMENTO delle CUCINE a cura di Monto

Interni

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Quest’anno mi sono posto una sfida e la pongo anche a voi: pubblicherò frammenti di poesie Beat, iniziando (e magari fermandomi) con il più eccentrico dei poeti della New Generation: Allen Ginsberg. La sfida è questa: dimostrarmi che il Beat non è superato, che deve essere ancora vissuto. Una sfida importante per me, ma anche per voi. Leggere queste poesie significa respirare l’aria di una generazione padre e tutrice degli hippy, di uno stile di vita che sopravvive in poche grotte cretesi e chissà dov’altro. Il solo leggerle pone dei problemi, non è una lettura abituale, ma sensitiva nel modo d’approccio, cioè bisogna re-imparare a leggere, cominciando dalle sensazioni confuse nelle imma-gini, tra i versi, lasciarsi quasi trascinare dal ritmo. Lascio le note storiche alla prossima settimana e vi lascio con una nota di chiusura sulla traduzione della com- pianta Pivano: al quinto verso si perde il gioco di parole (la liaison di suono e significato) tra Heaven e El (foneticamente equiva- lente a Hell, inferno), non solo quindi elevated indica una strada sopraelevata, ma sottintende un unione tra sacro e profano (dove deve stare l’arte, qualcuno mi disse). Alla prossima settimana

FRAMMENTI MANCANTI Rubrica poetica a cura di Eleno

Mercoledì 14-10- 2009 è arri-vato l’annuncio ufficiale da parte del Premier Silvio Berlusconi, a dicembre inizie-ranno i lavori del tanto più o meno atteso “Ponte sullo stretto” . Il ponte misurerà 3,7 chilometri con pilastri alti ben 380 metri, quattro corsie,due binari della ferrovia e due corsie pedonali. Questo in sintesi il progetto per quello che potrebbe diventare il ponte sospeso più alto e lungo del mondo. Il tempo per l’attraversamento del ponte in auto dopo l’ultimazione dovrebbe richiedere solo dieci minuti. I costi per il preventivo sono stimati in circa 6,1 miliardi di euro. Oppositori del progetto richiamano tuttavia l’attenzione su diversi rischi. Pare essere problematico il fatto che la zona in cui si vuole costruire il ponte è a elevato rischio tellurico, poiché qui conver-gono una contro l’altra le due placche conti-nentali. Inoltre qui le correnti marine e i venti sarebbero molto forti. Come conseguenza il ponte potrebbe rimanere chiuso fino a 100 giorni Pertanto dovrebbe restare contemporaneamente attivo il traffico

dei traghetti. Biologi marini e Naturalisti te-mono che la costruzione del ponte possa essere fonte di conseguenze negative anche per la fauna marina e per gli uccelli migrato-ri. Tra i punti dolenti del progetto ci sono, tra l’altro, gli esor-bitanti costi di realizzazione. A seguito delle disastrose i-nondazioni e smot tament i del terreno in Sicilia, a causa dei quali a inizio ottobre hanno perso la vita almeno 28 persone, le priorità del governo vengono messe in di-scussione. Insomma non sembrerebbe pro-prio un opera che abbia ragione d’esistere. Se davvero si vuole ammodernare l’Italia, non è il caso di investire in maniera più ocu-

lata??? Linee ferroviarie regionali, autostra-de, prevenzione del rischio idrogeologico, trasporti pubblici vi è solo l’imbarazzo della scelta …

Per correttezza e Per correttezza e Per correttezza e Per correttezza e t r a s p a r e n z a t r a s p a r e n z a t r a s p a r e n z a t r a s p a r e n z a d’ora in avanti, d’ora in avanti, d’ora in avanti, d’ora in avanti, citerò la fonte da citerò la fonte da citerò la fonte da citerò la fonte da cui è stata colta cui è stata colta cui è stata colta cui è stata colta la notizia. Que-la notizia. Que-la notizia. Que-la notizia. Que-sta rubrica con-sta rubrica con-sta rubrica con-sta rubrica con-tiene notizie tiene notizie tiene notizie tiene notizie giudicate degne giudicate degne giudicate degne giudicate degne di nota da parte di nota da parte di nota da parte di nota da parte dell’autore. Ogni dell’autore. Ogni dell’autore. Ogni dell’autore. Ogni cons iderazione cons iderazione cons iderazione cons iderazione personale, è personale, è personale, è personale, è v o l u t a m e n t e v o l u t a m e n t e v o l u t a m e n t e v o l u t a m e n t e

contenuta. “Perle d’ Ostrega” dà spazio contenuta. “Perle d’ Ostrega” dà spazio contenuta. “Perle d’ Ostrega” dà spazio contenuta. “Perle d’ Ostrega” dà spazio al fatto; per l’opinione, ho la presunzio-al fatto; per l’opinione, ho la presunzio-al fatto; per l’opinione, ho la presunzio-al fatto; per l’opinione, ho la presunzio-ne di credere che vi sia spazio a suffi-ne di credere che vi sia spazio a suffi-ne di credere che vi sia spazio a suffi-ne di credere che vi sia spazio a suffi-cienza in ognuna delle vostre teste. cienza in ognuna delle vostre teste. cienza in ognuna delle vostre teste. cienza in ognuna delle vostre teste. Deutsche Welle Deutsche Welle Deutsche Welle Deutsche Welle ---- Ursula KeisselUrsula KeisselUrsula KeisselUrsula Keissel

PERLE D’OSTREGA a cura di Ostrega

************ HowlHowlHowlHowl

for Carl Solomon

I

I saw the best minds of my generation destroyed by madness, starving hysterical naked, dragging themselves through the negro streets at dawn looking for an angry fix, angelheaded hipsters burning for the ancient heavenly connection to the starry dynamo in the machinery of night, who poverty and tatters and hollow-eyed and high sat up smoking in the supernatural darkness of cold-water flats floating across the tops of cities contemplating jazz, who bared their brains to Heaven under the El and saw Mohammedan angels staggering on tenement roofs illuminated, […]

UrloUrloUrloUrlo

per Carl Solomon

I

Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche, trascinarsi per strade di negri all’alba in cerca di droga rabbiosa, hipsters dal capo d’angelo ardenti per l’antico contatto celeste con la dinamo stellata nel macchinario della notte, che in miseria e stracci e occhi infossati stavano su partiti a fumare nel buio soprannaturale di soffitte ad acqua fredda fluttuando sulle cime della città contemplando jazz, che mostravano il cervello al Cielo sotto la Elevated e vedevano angeli maomettani illuminati barcollanti su tetti di casermette, […]

************

Rubriche

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“Tutta colpa di Guida”: la nuova star di Broadway porta sulla scena scandali e intrighi, una trama avvincente ricca di suspence e colpi di scena, una vicenda a tinte fosche di giornalismo d’assalto. Le voci della critica: “MISS KISSIN… BELLEZA DE CUERPO, MUY BUENA TOMA, MUCHAS FELICIDADES “, El Universo (Ecuador) “НУ...... ПОЛНЫЙ ПИПЕЦЦЦЦЦЦЦЦЦЦ.......”, Правда ( Россия) “les françaises...que de belles courbes...”, Le Monde. “Esistono francesi che non esistono”, G. Bosurgi, Voci di Corridoio.

“ ”, O. Margiozzi, Inchiostro.

LE AVVENTURE DELL’APE IDRO

CSV: Festival dei Diritti (FD) Rassegna motosolidale a cura di Figazzolo.

Sala Corallo, ore 21 (gratuito)

KOS: Libera-mente (LM) Cineforum su bioetica e libertà.

Aula del '400, ore 20:30 (gratuito)

GHISLIERI MUSICA: Berliner Cafè (BC) Cineforum sul movimento berlinese anni '30. Aula Magna Ghislieri, ore 20:30 (gratuito)

BLUESFORCE: Cinestesia (CS)

Cinema muto e colonna sonora live. Spazio Musica, ore 21 Covini

mar 10 | CS | "The crowd" di King Vidor

mer 11 | FD | "El cochecito" di Marco Ferreri

gio 12 | LM | "Lo scafandro e la farfalla" di Ju-lian Schnabel

mer 18 | FD | "Inside I’m dancing" di Damien O'Donnell

mar 24 | BC | "M - Il mostro di Düsseldorf" di Fritz Lang (1931)

mer 25 | FD | Serata Corti: -"In viaggio senza valigie" di Mirko Locatelli

-"Radio La Colifata” di Valentina Monti -"Un inguaribile amore" di Giovanni Covini

Novembre al cinema Gli appuntamenti del mese (aggiornato)

Quattro rassegne allietano le fredde serate novembrine.

Si avvisano gli abbonati che le copie piccole saranno distribuite (arretrati dal numero 101 compresi) non ap-pena sarà acquistato il nuovo toner per la stampante di VdC

Spettacoli

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SAPEVATELO!

Dopo due terribili settimane finalmente sve-liamo il mistero del Sapevatelo: il fraccarotto misterioso era MONTOLIVO: Lo chef Tony, noto idolo dei giovani, si riferisce alla sfrena-ta passione culinaria del nostro direttore, il giocatore di golf sta tirando la pallina fuori dal BUNKER, e il Verga, noto anziano, è auto-re della novella ROSSO MALPELO. Due soli individui hanno indovinato, l’estrazione a sorte ha decretato la vittoria di: Giuliano che vince l’ultimo speziale Giocattolo Spruzzante. Te pareva. C’è da dire che Franz ha spiegato tutti gli indizi, quindi, per l’impegno profuso, assegnamo come trofeo speciale un pregiato scatolo di Succo D’Anatras, in foto. Vince il suddetto. Propongo il nuovo sapevatelo, telefonate, telefonate. Trovate anche l’intruso nella foto 2. Al vincitore il primo Squirting Toy della II serie “i tramutanti”.

Goliardi cairolotti allo stato brado; da notare i volti intelligenti e il buon gusto nella scelta degli accessori. Ma dov’è l’intruso?

Il nuovo premio di Sapevatelo: succo d’Anatras. A fianco una proiezione grafica dei nuovi Squirting Toys, serie II “i tramutanti”.

Giochi