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Organo Ufficiale della Società Italiana di Tabaccologia-SITAB www.tabaccologia.org Official Journal of the Italian Society of Tabaccology EDITORIALE Decisi alla meta (G. Mangiaracina) INTERNATIONAL OUTLINE La storia della “Tabacologie” in Francia (R. Molimard) PRIMO PIANO Prevenzione Primaria : La bellezza nasce dalla serenità interiore. (G. Pagano) ARTICOLI ORIGINALI • Tabagismo & impotenza (A. Ledda) REVIEW • Genetica & tabagismo (C. Chiamulera) PATOLOGIA CARDIOVASCOLARE LA BELLEZZA NASCE DALLA SERENITÀ INTERIORE Miss universo no smoking anche in Italia dal 2002 1 PERIODICO TRIMESTRALE DIVULGATIVO A CARATTERE SCIENTIFICO PER LO STUDIO DEL TABACCO, DEL TABAGISMO E PATOLOGIE FUMO-CORRELATE. T obaccology 2001

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Organo Ufficiale della Società Italiana di Tabaccologia-SITAB

www.tabaccologia.org

Official Journal of the Italian Society

of Tabaccology

EDITORIALEDecisi alla meta (G. Mangiaracina)

INTERNATIONAL OUTLINELa storia della“Tabacologie”in Francia (R. Molimard)

PRIMO PIANOPrevenzione Primaria :La bellezza nasce dallaserenità interiore.(G. Pagano)

ARTICOLI ORIGINALI• Tabagismo & impotenza (A. Ledda)

REVIEW• Genetica & tabagismo (C. Chiamulera)

PATOLOGIA CARDIOVASCOLARE

LA BELLEZZANASCE DALLASERENITÀINTERIORE

Miss universo no smokinganche in Italia dal 2002

1

PERIODICO TRIMESTRALE DIVULGATIVO A CARATTERE SCIENTIFICO PER LO STUDIO DEL TABACCO, DEL TABAGISMO E PATOLOGIE FUMO-CORRELATE.

Tobaccology

2001

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EDITORIALEDecisi alla meta (G. Mangiaracina). . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3

INTERNATIONAL OUTLINEFrance: la Société de Tabacologie (R. Molimard) . . . . . . . . . . . . 5La storia della “Tabacologie” in Francia (R. Molimard)

PRIMO PIANOPrevenzione Primaria : La bellezza nasce dalla serenità interiore. (G. Pagano) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5L'importanza dei testimonials nella Prevenzione primaria del tabagismo. (E.Tamang) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5Smetti & Vinci 2002 (Vianello) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5Smoke free class competition (Tamang, Monti, et al.). . . . . . . . 5

FOCUS ONTabaccologia perché ? (G. Mangiaracina) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5Danni da ambiente outdoor e da fumo di tabacco: ristabilirele giuste proporzioni. (V. Zagà, C. Mangiaracina) . . . . . . . . . . . . 5

ABSTRACT & COMMENTARY . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5

ARTICOLI ORIGINALITabagismo & impotenza (A. Ledda) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5Radioattività del fumo di tabacco (Zagà, Gattavecchia, Capecchi) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5

REVIEWGenetica & tabagismo (C. Chiamulera) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5Patologia cardiovascolare fumo-correlata (M.Gattone, G. Greco) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5Fumo di tabacco & marijuana (B.Tinghino et al). . . . . . . . . . . . 5

TABAC-WEB . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5

NEWS & VIEWS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5

LETTERE ALLA REDAZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5

SITAB HOME PAGE Congressi ed Eventi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5

NORME PER GLI AUTORI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5

SOMMARIO n° 1- 2002

N. 1 - 2002

Direttore Responsabile

Giacomo Mangiaracina

Direttore Scientifico

prof.

Caporedattori

Vincenzo ZagàBiagio Tinghino

Redazione Scientifica

Vincenzo Zagà, Biagio Tinghino,Christian Chiamulera, Giovanni Forza, Mario Del Donno,Giovanni Invernizzi.

Comitato scientifico

Claudio Poropat, Stefano Nardini,Eugenio Sabato, Laura Carrozzi,StefanoVianello, FrancescaZucchetta, Stefano Centanni,Emanuele Passanante, CristinaCinti, Alberto Pellai, GabriellaGreco, Paola Gremigni, MaurizioLaezza, Davide Mocini, MariaCaterina Grassi, Marco DeVincentis, Domenico Enea,Riccardo Pistelli, Flaminio Mormile,Margherita Neri, Riccardo Pistelli,Claudio Ledda, Elena Calvi(?),Maria Teresa Tenconi, Zuccaro (?),Viegi (?), A. Zanasi (?), ElizabethTamang.

Comitato scientifico internazionale

Karl Fagerstrom (Lunds-Svezia) ,C. Di Clemente (?), S. Chapman (?),Robert Molimmard (Paris-Francia),Steve Rennhard (Nebrascha-USA)(?), Tonnesen (?), Dario Olivieri(Parma-Italia), Umberto Veronesi(Milano-Italia) (?).

Projet Manager e direttore commerciale

Gianluigi Pagano

Segretaria di redazione

Marisa Imbrogno

Organo Ufficiale della SocietàItaliana di Tabaccologia-SITABwww.tabaccologia.orgOfficial Journal of the Italian Society of Tobaccology

Periodico trimestrale a carattere scientificoper lo studio del tabacco, del tabagismo epatologie fumo-correlate.

Tobaccology

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EDITORIALE

È un’emozione e una data daricordare il battesimo della rivi-

sta “Tabaccologia”. In un’Italia dovesi scrive e si legge molto male, dovegli stupidari vanno a ruba e l’edito-ria è perennemente in crisi ed anchela scienza medica pubblica mediocri-tà regolarmente non lette dai medi-ci, monografie scientifiche per pochiaddetti di questo o quel settore. Egli scaffali del medico traboccanospesso di pubblicazioni con forteimpronta dello sponsor, rigorosa-mente non lette. In questo scenariochi oggi vuole pubblicare qualcosa,deve chiedersi in prima battuta seciò che vuole pubblicare sarà letto, omeglio riscuoterà l’attenzione e l’interesse dei destinata-ri. È quello che ho fatto io, ed ho tratto queste conclusio-ni. Per cominciare, visto che parliamo di problemi legatial consumo di tabacco in Italia e nel mondo, abbiamovoluto demolire il concetto di rivista-organo di unadeterminata società scientifica; infatti, per affrontareconcretamente il Tabagismo, vera e propria patologiache stermina quasi 4 milioni di persone adulte ogni annoe che si pone al primo posto tra le cause di morte evita-bili, non ci si può arroccare nello stretto tecnicismo. Ènecessario invece creare una rivista che mantenga, sì, ilcarattere scientifico, ma che sia schiettamente divulgati-va. Il controllo del consumo di tabacco richiede poi ope-ratori professionali opportunamente formati, ricercascientifica, e coinvolgimento a tutto tondo dei professio-nisti della salute, medici e psicologi. Richiede anche stru-menti di informazione e di aggiornamento, che manca-

no. Ecco quindi che la rivista nasceper sopperire ad una vistosa voragi-ne dell’informazione scientifica inun settore ad alta priorità di inter-vento che sfiora l’emergenza. La rivi-sta colma anche un vuoto culturale,ancora legato da un rapporto difiliazione all’infame “Bacco, Tabaccoe Venere”. Dal concetto moralisticoed anti-scientifico di “vizio”, perarrivare a quello appropriato di“dipendenza” c’è ancora molta stra-da da fare sul piano culturale. Natu-ralmente ce la metteremo tutta perlavorare sul piano della ricerca, dellaprevenzione e del trattamento.Veniamo ora all’individuazione dei

destinatari della rivista. Le strategie di controllo deltabagismo vedono per forza coinvolti, oltre a medici epsicologi, anche pedagoghi, sociologi, personale sanita-rio non medico, politici, avvocati, magistrati, educatori,forze dell’ordine, ed esperti della comunicazione. Sicapisce dunque che la rivista, pur mantenendo il rigoredella scientificità, deve per forza avere un taglio divul-gativo, per riuscire a dialogare con la vasta platea. Intale prospettiva segnaliamo due eventi destinati adinaugurare l’era della prevenzione del Tabagismo inItalia: il protocollo di intesa, già siglato, fra la SITAB ela Federazione Medico Sportiva Italiana, ed il progetto“Miss Universo No Smoking”, con accordo in via di defi-nizione. L’intento dello staff e di tutti i collaboratoridella rivista è quello di produrre dei risultati evidenti. Aloro va il mio augurio e un ritualissimo “in bocca allupo!”.

Decisi alla meta

di Giacomo Mangiaracina

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N el 1976 lavoravo al College de France e tentavo dicapire perché i miei ratti avevano perso l’appetito

dopo avere effettuato l’anastomosi porto-cavale nellaboratorio di Chirurgia Sperimentale dell’Ospedale PaulBrousse Villejuife. Lavoravo sulla rigenerazione del fega-to. Il prof. Le Magnen era uno specialista del comporta-mento alimentare e mi spiegò ciò che sapeva della fame,del comportamento irresistibile di ricerca e di assunzionedel cibo che questa provocava fino alla sazietà, realiz-zando un periodo di sazietà fino al pasto successivo.Come ex fumatore, quale ero, fui colpito dall’analogia diquesto meccanismo con quello che spinge a prendereuna sigaretta e a spegnere il mozzicone con la promessa:“Questa è davvero l’ultima”.

L’anno seguente organizzai il mio laboratorio allaFacoltà di Medicina dei Saint-Pères a Parigi, e decisi diapplicare questa idea agli studi dei meccanismi di dipen-denza da tabacco. Chiesi dei fondi. Il Consiglio Scientificomi accordò l’equivalente di circa 2.000 Euro attuali, ma ilDecano di Facoltà mi avvertì solennemente che questasontuosa generosità non sarebbe stata rinnovata a menoche il mio lavoro non fosse stato degno di essere pubbli-cato in una grande rivista scientifica.

Cercai allora di indurre i ratti ad azionare una leva chesomministrasse loro della nicotina. Azionavano come deiforsennati per ricevere la cocaina, ma la nicotina li lascia-va indifferenti. Quanto ai colleghi, mi sono dovutoarrendere all’evidenza: la ricerca sul tabacco e la nicotinanon interessa a nessuno in Francia.

Intanto gli epidemiologi francesi dimostravano che iltabacco era la principale causa dei decessi prematuri nelnostro paese (circa 60.000).Perciò l’INSERM (InstituteNationale de Santé Et de Recerches Medicales) avrebbedovuto logicamente intraprendere delle ricerche sulfenomeno della dipendenza, causa primaria di questodisastro per la salute pubblica, senza il quale il cancro alpolmone non sarebbe che una tigre di cartapesta. Sisarebbe dovuto innanzitutto cercare di comprendere ilsuo meccanismo per trovare successivamente dei mezzid’azione efficaci. Ero ancora stupefatto del disinteressesulla materia, perciò ne parlai con il Decano, il qualeebbe un’idea geniale: “Gli scienziati adorano parlare,organizzi dunque dei seminari di studio sull’argomento evedrà che i suoi colleghi si faranno vivi”.

Si, en 1976 je me rendis au Collège de France, c’étaitpour essayer de comprendre pourquoi mes rats avaientperdu l’appétit, après l’anastomose porto-cave que jeleur avais faite au laboratoire de Chirurgie Expérimenta-le de l’Hôpital Paul Brousse à Villejuif, où je travaillais surla régénération du foie. Le Pr Le Magnen était un spécia-liste du comportement alimentaire. Il m’expliqua ce quel’on savait de la faim, du comportement irrésistible derecherche et de prise de nourriture qu’elle provoquaitjusqu’à ce que le rassasiement l’arrête, inaugurant unepériode de satiété jusqu’au repas suivant. L’ex-fumeurque j’étais fut frappé par l’analogie étroite de ce mécani-sme avec celui qui pousse à prendre une cigarette et àéteindre son mégot sans regret quand on est rassasié, enprenant alors facilement la ferme résolution que “cettefois, c’est bien la dernière...”

Quand l’année suivante je montai mon propre labora-toire à la Faculté de Médecine des Saint-Pères à Paris, jedécidai d’appliquer cette idée à l’étude des mécanismesde la dépendance au tabac. Je demandai un peu d’ar-gent. Le Conseil scientifique m’accorda l’équivalentactuel d’environ 2000€, mais le Doyen me dit solennelle-ment que cette munificence ne serait renouvelée que simon travail était jugé par mes pairs digne d’être publiédans une grande revue scientifique à comité de lecture.

J’essayai alors d’amener des rats à presser un levierpour s’injecter de la nicotine. Ils appuyaient comme desfous pour avoir de la cocaïne, mais la nicotine les laissaitindifférents. Quant aux pairs, je dus me rendre à l’évi-dence: la recherche sur le tabac et la nicotine n’intéres-sait personne en France. Pourtant, les épidémiologistesavaient bien montré que la tabac était la première causede décès prématurés dans notre pays (60.000). L’INSERM(Institut National de la Santé et de la Recherche Médica-le) aurait donc dû logiquement entreprendre des recher-ches sur le phénomène de dépendance, cause initiale dece désastre de santé publique, sans lequel le cancer dupoumon ne serait qu’un tigre de papier. Il aurait fallu enpriorité chercher à comprendre son mécanisme pourtrouver des moyens d’action efficaces. Je n’arrivai pas àcroire à un tel désintérêt. J’en fis part à mon Doyen quieut cette idée géniale: “Les gens adorent parler, organi-sez donc un colloque, vos pairs se montreront”.

C’est ainsi qu’en Décembre 1981 se tint à la Faculté desSaints Pères la “1ère journée de la Dépendance Tabagi-que”. J’avais sollicité l’intervention de M.A.H RUSSELLde Londres, que je considère comme l’initiateur de l’a-bord vraiment scientifique du tabagisme, mais il sejugea trop mauvais en français et nous envoya Martin

La storia della “Tabacologie”in Francia Prof. Robert MOLIMARD

Professeur Robert MOLIMARDPresident de la Société de Tabacologie. Directeur de Diplôme InterUniversitaire de Tabacologie PARIS XI-PARIS XII. Centre de Tabacologie Paul GUIRAUD, 54 avenue de la République,94806 VILLEJUIF Cedex France. Phone & Fax: (33) [0]1 45 59 54 13.

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Fu così che nel dicembre 1981, presso la Facoltà deiSaints Pères, organizzai la “Prima Giornata della Dipen-denza Tabagica”. Avevo sollecitato l’intervento di M.A.H.Russel di Londra, che io considero l’iniziatore dell’ap-proccio veramente scientifico al Tabagismo, il quale, con-siderando il proprio francese troppo mediocre, inviòMartin Jarvis, che lo parla mirabilmente. Invitai pure tut-ti i laboratori di neurofisiologia, di neurofarmacologia,di psicologia e, chiaramente, tutti i “Consultori anti-tabacco” e tutte le organizzazioni impegnate nella lottaal Tabagismo.

Vennero una ventina di persone. Doveva essere unariunione scientifica. Divenne in realtà una fiera. Arrivaro-no dei “soccorritori”, con grandi croci rosse sul petto,alcuni membri di leghe morali, rappresentanti di associa-zioni contro la vivisezione che ostentavano grossi cartellie distribuivano volantini. Dovevamo strappare il microfo-no dalle mani per far smettere certi “oratori”. Beninteso,non si trattava di colleghi. Ma fu comunque l’occasionedi incontrare qualche vero autentico amico di valorescientifico, cosciente della carenza inammissibile dellaricerca. Il solo a essere interessato al Tabacco era il prof.Gilbert Lagrue, che come neurologo vedeva la cosa comerischio per l’ipertensione arteriosa, ed aveva iniziato,contemporaneamente al sottoscritto e senza esserci mes-si d’accordo, delle consultazioni d’aiuto ai fumatori.

La prof.ssa Jeanine Louis-Sylvestre lavorava in queltempo con il prof. Le Magnen sul comportamento ali-mentare, ed il prof. Patrick Mac Leod s’interessava allaneurofisiologia dell’olfatto. Decidemmo che non doveva-mo fermarci lì. Siccome nessuna disciplina può svilupparsisenza ricerca, bisognava assolutamente promuoverla, eper fare ciò, dovevamo approfittare dei vantaggi dellaLegge del 1901 sull’associazionismo, della quale festeg-giamo quest’anno il centenario. Ne fondammo una che,per metterne ben in evidenza l’importanza, abbiamoregistrato presso la Prefettura di Parigi il 16 dicembre1983 con il nome di “Société d’Etude de la DépendanceTabagique” (Società di Studio della Dipendenza da

JARVIS, qui le parle admirablement. J’envoyai des invita-tions à tous les laboratoires de neurophysiologie, deneuropharmacologie, de psychologie et, évidemment, àtoutes les “Consultations anti-tabac” et aux organisa-tions de lutte contre le tabagisme. Il vint une centaine depersonnes. Ce voulait être une réunion scientifique. Cefut une véritable foire. Arrivèrent des “secouristes”, avecde grandes croix rouges sur la poitrine, des membres deligues de vertu, d’associations contre la vivisection quibrandissaient des pancartes, on distribuait des tracts. Ilfallait tirer certains orateurs par les pieds pour leur fairelâcher le micro. Bien entendu, toujours pas de “pairs”.Mais se fut l’occasion de rencontrer quelques vrais amisscientifiques de qualité, conscients de cette carence inad-missible de la recherche. Le seul à s’être intéressé autabac était le Pr Gilbert LAGRUE, qui en tant que néph-rologue le voyait comme facteur de risque de l’hyperten-sion artérielle, et avait commencé en même temps quemoi, et sans nous être concertés, ses consultations d’aideaux fumeurs. Le Pr Jeannine Louis-Sylvestre travaillaitavec le Pr Le Magnen sur le comportement alimentaire,et le Pr Patrick Mac Leod s’intéresse à la neurophysiolo-gie de l’olfaction. Nous décidâmes qu’il ne fallait pas enrester là. Aucune discipline ne pouvant se développersans recherche, il fallait absolument la promouvoir, etpour cela profiter des avantages de la Loi de 1901 créantla possibilité d’associations, dont nous fêtons actuelle-ment le centenaire, pour en fonder une que, pour bienmarquer l’importance du phénomène, nous avons décla-rée à la Préfecture de Police de Paris le 16 Décembre1983 sous le nom de “Société d’Etude de la DépendanceTabagique”, avec comme objectif statutaire de “promou-voir la recherche sur le tabac et le tabagisme et en diffu-ser les résultats”. Une deuxième raison de choisir ce titreplutôt que celui de “Société de Tabacologie” était quenous avions quelque crainte que cette jeune société soitun peu étouffée par la prise de pouvoir des très nom-breux chercheurs intéressés uniquement à la pathologieliée au tabac et des acteurs de prévention, mettant au

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La storia della “Tabacologie” in Francia

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INTERNATIONAL OUT-LINE Tabaccologia, 2001, n. 0 : x-x

Tabacco), avente come obiettivo statutario quello di“promuovere la ricerca sul tabacco e il tabagismo e dif-fonderne i risultati”. Una seconda ragione per la sceltadel nome piuttosto che quello di “Societé de Tabacolo-gie”, era il fatto che avevamo qualche timore che questagiovane società fosse soffocata dalla presa di potere di“anti-ricercatori” interessati unicamente alla patologialegata al tabacco ed ai mezzi di prevenzione, mettendoin secondo piano l’aspetto dello studio scientifico delfenomeno di dipendenza che ci sembrava essenziale.

Come promuovere allora la ricerca con pochi fondi?Niente laboratori, né ricercatori. Abbiamo perciò pensa-to di prendere i soliti “due piccioni con una fava”. Ilnostro Consiglio Scientifico dal 1983 attribuisce in mediadue borse di studio all’anno a studenti che preparanouna tesi di dottorato, in particolare in materie scientifi-che o psicologiche, se il tema è dedicato al tabacco, epreferibilmente al problema della dipendenza. Le tesisono attribuite per una durata di tre anni, il temponecessario per la loro realizzazione. Così facendo, for-miamo dei giovani ricercatori, e allo stesso tempo attiria-mo verso questo soggetto di ricerca dei laboratori attrez-zati che possono mettere le loro competenze al serviziodella ricerca sul tabacco.

I risultati in questo campo non sono molto buoni. Iricercatori che abbiamo formato fanno raramente carrie-ra universitaria o nella ricerca pubblica, perché mancanolaboratori attrezzati per lo studio del tabacco. I nostrisoli successi riguardano gli psicologi. L’assenza di possibi-lità di carriera ci impedisce di avere i migliori studenti.Finché una pressione importante non sarà portata suigrandi organismi di ricerca e sull’università, gli sforzi nonprodurranno grandi effetti.

Comunque abbiamo qualche motivo di continuare asperare. All’inizio, le “Giornate di Dipendenza da Tabac-co” erano organizzate ogni 18 mesi, per mancanza dilavori scientifici originali, e contavano essenzialmente sulcontributo di rari oratori stranieri capaci di tenere unaconferenza in francese. Vi era ancora così poca genteseriamente interessata al problema del tabacco, che nonera il caso di aggiungere una barriera linguistica. Mapoco a poco il livello scientifico è migliorato. Gli attivistidei primi tempi avevano detto tutto ciò che avevano dadire, e non potevano rinnovare i loro discorsi, perchénon lavoravano. Il livello scientifico si era alzato di livelloed essi non riuscivano più a seguire i temi trattati.

Nel 1990 abbiamo deciso di cambiare il nome in“Société de Tabacologie” senza modificare lo spiritodella nostra azione. Le “Journée de Tabacologie” diven-nero annuali, a Parigi, nel mese di ottobre, e da tre annisi sono aggiunte quelle organizzate a turno dai membridella Società in varie regioni della Francia. Le ultime sisono tenute a Saint-Etienne il 22 e il 23 giugno. Attual-mente ci occupiamo sia della ricerca scientifica pura esemplice, ma anche di azioni tese alla prevenzione, nonpiù con uno spirito di propaganda, ma con obiettivi divalutazione scientifica.

Il secondo motivo per continuare a sperare è lo sforzodi formazione di professionisti (tabaccologi) competenti

second plan cet aspect d’étude scientifique du phénomè-ne de dépendance qui nous semblait essentiel

Comment promouvoir la recherche, avec très peu d’ar-gent? Ni laboratoires, ni chercheurs. Nous avons pensé à“prendere due piccioni con una fava”. Notre Conseilscientifique depuis 1983 attribue en moyenne deuxbourses d’études chaque année à des étudiants prépa-rant une thèse de doctorat, en particulier de sciences oude psychologie, si le thème est consacré au tabac, de pré-férence au problème de la dépendance. Les thèses sontattribuées pour les 3 ans nécessaires à leur préparation.Ce faisant, nous formons de jeunes chercheurs, maisnous attirons vers ce domaine de recherche des labora-toires équipés qui peuvent mettre leurs compétences auservice de la recherche sur le tabac.

Les résultats dans ce domaine ne sont pas très bons.Les chercheurs que nous avons ainsi formés trouventrarement une carrière universitaire ou dans la recherchepublique, puisqu’il n’y a toujours pas de laboratoiresréellement consacrés au tabac qui puisse les accueillir.Nos seuls succès concernent les psychologues. L’absencede possibilité de carrière fait que nous ne recrutons pastoujours les meilleurs étudiants. Tant qu’une pressionimportante ne sera pas faite sur les grands organismesde recherche et l’université, nos efforts n’auront pasbeaucoup d’effet.

Mais nous avons quand même quelques raisons d’espé-rer. Au début, les “journées de la Dépendance Tabagi-que” n’ont pu être organisées que tous les 18 mois, fau-te de travaux scientifiques originaux, et reposaientessentiellement sur la contribution des rares orateursétrangers capables de donner une conférence en fran-çais. Il y avait déjà tellement peu de gens sérieusementintéressés au problème du tabac qu’il n’était pas que-stion d’ajouter une barrière linguistique. Mais, peu àpeu, le niveau scientifique s’est amélioré. Les activistesdes premiers temps avaient dit tout ce qu’ils avaient àdire, et ne pouvaient renouveler leur discours, puisqu’ilsne travaillaient pas. Le niveau scientifique s’élevait et ilscomprenaient peu à peu qu’ils ne suivaient pas. Nousavons pu en 1990 changer le nom de la Société pourcelui de “Société de Tabacologie” sans que l’esprit denotre action ait été modifié. Les “journées de Tabacolo-gie” sont devenues annuelles en octobre à Paris, puisdepuis trois ans se sont ajoutées des “Journées nationa-les de Tabacologie” organisées à tour de rôle par lesmembres de la Société dans différentes régions, la der-nière s’étant tenue à Saint-Etienne les 22 et 23 juin. Dece fait, nous commençons à couvrir à la fois la recherchepure et dure, mais aussi les actions de prévention, envisa-gées non plus dans un pur esprit de propagande, maisassorties de tentatives d’évaluation scientifique.

La seconde raison d’espérer est l’effort de formationde tabacologues compétents à travers les universités. Lepremier Diplôme d’Université que j’ai organisé en 1986 àla Faculté de Médecine des Saints-Pères s’appelait évi-demment “ Dépendance Tabagique et phénomènes com-portementaux associés”. Il est devenu Diplôme de Taba-cologie lorsque la Société a changé de nom, et de nom-

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La storia della “Tabacologie” in Francia

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INTERNATIONAL OUT-LINE

nelle università. Il primo Diploma Universitario che hoorganizzato nel 1986 alla Facoltà di Medicina dei Saints-Pères era su “Dipendenza Tabagica e fenomeni compor-tamentali associati”. Da quando la Società ha cambiatonome, è diventato “Diplome de Tabacologie” e moltematerie sono da quel momento state offerte come inse-gnamento da varie università francesi. Quest’anno, il sitointernet della Societè de Tabacologie(http://tabacologie.globalink.org) è stato arricchito di paginesulla formazione (http://formation.tabacologie.globalink.org)dove si trova l’insieme dei corsi del Diploma di Parigi,con la registrazione audio di qualche oratore, il che per-mette anche “l’insegnamento a distanza”.

Contemporaneamente a questi eventi si è verificato unimportante cambiamento. La Missione Interministerialedi lotta alla Droga e alla Tossicomania (MILDT) ha vistoestesa la sua competenza anche sui prodotti di consumo“legale”: alcol e tabacco. Da qui, una Circolare Ministe-riale ha dato disposizione di organizzare le consultazionidi tabaccologia negli ospedali, creando la necessità diavere tabaccologi adeguatamente formati. Il numerodegli studenti si è così quadruplicato nell’arco di treanni. Questi operatori ben formati non saranno piùappagati dagli slogan. Vorranno che la ricerca permettaloro di affinare le loro terapie e i loro programmi nelcampo della prevenzione. Di fronte alla domanda, spe-riamo che gli organismi di ricerca siano obbligati di inte-ressarsi finalmente al tabagismo e aprire i laboratori dicui abbiamo bisogno. Uno dei grandi problemi con ladisassuefazione da tabacco è che in assenza di dati scien-tifici, il campo è stato occupato dagli empirici della medi-cina, approfittando a volta in modo oltraggioso dellericadute dei fumatori, per comportarsi come veri truffa-tori. Per questo motivo la Società di Tabaccologia hacreato un logo di qualità ExF (Ex-Fumatori), che vieneattribuito a dei Centri di Tabaccologia, nei quali unmembro della Società si rende garante per la qualità del-la terapia e dell’etica del comportamento professionale.Vi sono attualmente più di 60 Centri di Tabaccologia aiquali è stato attribuito questo logo di qualità, e ciò spin-ge i responsabili degli ospedali ad acquisire una compe-tenza e un’etica reclutando del personale medico e infer-mieristico. Ho già avuto modo di presentare questo tra-scorso storico dell’esperienza francese nella lotta al Taba-gismo quando fui invitato nella primavera del 2000 aMilano. La Società Italiana di Tabaccologia stava nascen-do, e il Dott. Mangiaracina, che abbiamo potuto a nostravolta invitare a parlarci della situazione in Italia alla 15°Journée de Tabacologie, si preoccupava della pertinenzadi questo neologismo. Risposi che nessun greco modernopoteva contrariarsi nel vedere la parola logos associarsialla parola tabacco, che non esisteva al tempo di Socrate,ma che, essendo diventata internazionale, è anchediventata una parola greca. Inoltre la parola è neutra,portatrice di spirito di ricerca scientifica, coniugato comequello di molte discipline mediche. Si può pensare cheun fumatore abbia una certa apprensione andando in un“Centro anti-Tabacco”, perché tende a considerare la suasigaretta funzionale alla sopravvivenza. Quindi non può

breux enseignements ont depuis été organisés dans plu-sieurs universités françaises. Cette année, le site internetde la Société de tabacologie (http://tabacologie.globalink.org)a été enrichi d’une annexe de formation(http://formation.tabacologie.globalink.org) où tout un chacunpeut trouver l’ensemble des cours du Diplôme de Paris,avec l’enregistrement audio de quelques orateurs, ce quipermet un enseignement à distance.

Dans le même temps, un changement important estsurvenu. La Mission Interministérielle de lutte contre laDrogue et la Toxicomanie (MILDT) s’est vue étendre samission aux produits licites, alcool et tabac, et une circu-laire ministérielle a organisé les consultations de tabaco-logie dans les hôpitaux. De ce fait, un besoin importantde tabacologues formés se fait jour, et malgré la créationde nouveaux diplômes dans les régions, l’effectif des étu-diants a quadruplé en trois ans. Or ces praticiens bienformés ne se satisferont plus de slogans. Il voudront quede la recherche leur permette d’affiner leur thérapeuti-que et leurs discours de prévention. Face à cette deman-de, nous espérons que les organismes de rechercheseront contraints de s’intéresser enfin à la recherche etde développer les laboratoires dont nous avons besoin.

Un des grands problèmes avec le sevrage tabagiqueest qu’en l’absence de données scientifiques, le terrainavait été occupé par des empiriques de la médecine, pro-fitant parfois outrageusement de la détresse desfumeurs pour se comporter parfois comme de pursescrocs. C’est la raison pour laquelle la Société de Taba-cologie a créé un logo ExF (pour Ex-Fumeur). Elle attri-bue ce label de qualité à des consultations de tabacolo-gie dont un membre de la Société, titulaire d’un diplômede tabacologie, se portait garant de la qualité des soinsapportés et de l’éthique. Il existe actuellement plus de 60centres de tabacologie ainsi labélisés, ce qui pousse lesresponsables hospitaliers à une exigence de compétenceet d’éthique dans le recrutement du personnel médicalet infirmier.

J’ai déjà exposé cet historique lorsque je fus convié auprintemps 2000 à parler à Carate Brianza de l’expériencefrançaise de la lutte contre le tabagisme. La Sociétà Ita-liana di Tabaccologia venait tout juste de naître, et le DrMangiaracina, que nous avons invité en retour à nousparler du tabac en Italie lors de notre 15e Journée deTabacologie, s’inquiétait de la pertinence de ce néologi-sme. J’avais répondu qu’aucun grec moderne ne pouvaits’offusquer de voir le mot logos s’associer au mot tabacqui n’existait pas du temps de Socrate, mais qui, étantdevenu international, était donc aussi un mot grec. Deplus, le mot était neutre, porteur d’esprit de recherchescientifique, bâti comme celui de beaucoup de disciplinesmédicales. On peut penser qu’un fumeur ait une certaineappréhension à s’adresser à une consultation “anti-tabac”, puisque justement il considère sa cigarette com-me indispensable à sa survie. Il ne peut donc voir le thé-rapeute que comme un ennemi. Si c’est une “consulta-tion d’aide au sevrage tabagique”, le mot “sevrage”évoque pour beaucoup d’entre nous de douloureux sou-venirs anciens, et l’”aide” est souvent pal perçue, puis-

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La storia della “Tabacologie” in Francia

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INTERNATIONAL OUT-LINE Tabaccologia, 2001, n. 0 : x-x

che vedere il terapeuta come nemico. Se invece si trattadi una “consultazione d’aiuto alla disassuefazione, laparola “disassuefazione” evoca spesso vecchi e dolorosiricordi, e lo stesso “aiuto” spesso è mal recepito, perchéuna della chiavi del successo è il trionfo personale. Ciòche il fumatore spererebbe di trovare, non è né un giudi-ce, né un buon samaritano, è un esperto che gli spieghile strategie che può tentare per vincere la sua dipenden-za. In questo modo riteniamo che la parola “Tabaccolo-gia” sia meglio accettata. In tutti i modi, sembra che iltermine tabaccologia non sia poi cosi’ nuova, anzi sem-bra che venga da lontano (come da ricerche del dr. Zagà)essendo stata impiegata già nel XVII secolo. E’ una fortu-na per la scienza che questa parola sia stata accolta dallaSITAB.

Certo il Tabagismo è un fenomeno eccezionale. Chi visi avventura si trova immerso in tutti gli aspetti della vitaumana, dai fenomeni biochimici più complessi ai grandiproblemi sociali, passando per i misteri insondabili dell’a-nima. Per questo motivo, interessarsi al Tabacco è ancheappassionante. Tuttavia, malgrado gli ostacoli, bisognaaffrontare tutti questi aspetti con spirito e rigore scienti-fico.

In occasione della mia visita a Milano (Carate Brianza),ho approfittato per fare un po’ il turista. Verona mi hariservato una piacevole sorpresa. Al Museo del CastelloVecchio ho osservato un dipinto straordinario, di Palma ilGiovane. In primo piano, dei cadaveri verdastri che veni-vano gettati nella laguna. In secondo piano, una proces-sione di notabili ed ecclesiastici guidati dal Doge. Nel cie-lo, un Cristo in croce sostenuto dagli angeli. La legenda:“Implorazione per la cessazione della peste a Venezia”.Nel 1550, la sola difesa era la preghiera, le esortazioni,gli esorcismi e le processioni. Ma solo la scienza, scopren-do il ruolo della pulce del ratto e il bacillo di Yersin, hapermesso la prevenzione efficace e il controllo del flagel-lo. Purtroppo, per quanto riguarda il Tabacco noi siamoancora a quel tempo: grandi dichiarazioni, la demonizza-zione e gli anatemi. Cerchiamo dunque ciò che c’è dietroil filtro magico. Non lasciamo il monopolio della ricercaall’industria del tabacco, che se ne serve per far crescerele sue vendite, neppure all’industria farmaceutica, chenon si interessa ad altro se non ai medicinali. Per unagran parte di questa ricerca io non vi appartengo: innan-zitutto l’ambito psicologico, poi quello sociologico, laprevenzione e perfino lo studio degli additivi del tabaccoe dei medicamenti non brevettabili. Abbiamo assoluta-mente bisogno che si sviluppi una ricerca accademicaindipendente. La pressione che possono esercitare lenostre società è determinante. Allora, viva la Società Ita-liana di Tabaccologia!

que justement une des clés du succès est le triomphe per-sonnel. Ce que souhaite le fumeur, ce n’est ni un juge, niun bon samaritain, c’est un expert qui l’éclaire sur lesstratégies qu’il peut tenter de développer pour triom-pher de sa dépendance, et c’est en cela que le mot taba-cologie sera mieux accepté. De toutes façon, le mot n’estpas aussi nouveau qu’il le semblerait puisqu’il a déjà(selon le Dr Zaga je crois, à vérifier), été employé au XVIIsiècle.!

C’est une chance pour la science que ce mot ait étéchoisi par la SITAB. Certes, le tabac est un phénomèneabsolument exceptionnel. Qui s’aventure dans son étudese trouve plongé dans tous les aspects de la vie humaine,depuis les phénomènes biochimiques les plus complexesjusqu’aux grands problèmes sociologiques, en passantpar les mystères insondables de l’âme. C’est pourquois’intéresser au tabac est aussi passionnant. C’est pourcela aussi que, malgré les blocages, il faut aborder tousces aspects avec l’esprit et la rigueur scientifique. A l’oc-casion de ma venue à Carate Brianza, j’en ai profité pourfaire un peu le touriste, et j’ai vu au musée du CastelVecchio à Vérone un tableau extraordinaire de Palma ilGiovane. Au premier plan, des cadavres verdâtres quel’on jetait dans la lagune. Au second plan, une proces-sion de notables et d’écclésiastiques menée par le Doge.Dans le ciel, un Christ en croix soutenu par des anges. Lalégende “Implorazzione per la cessazione di la peste aVenezia”. En 1500, la seule défense était la prière, lesexhortations, les exorcismes, les processions. Mais seulela science, en découvrant le rôle de la puce du rat et lebacille de Yersin a permis la prévention efficace et lamaîtrise du fléau. Nous en sommes hélas encore un peulà en ce qui concerne le tabac. De grandes déclarations,la diabolisation et les anathèmes. Cherchons donc unpeu ce qu’il y a “dietro questo filtro magico”. Ne laissonspas le monopole de la recherche à l’industrie du tabac,qui ne s’en sert que pour accroître ses ventes, ni à l’indu-strie pharmaceutique, qui ne s’intéresse évidemmentqu’aux médicaments. Tout une partie très importante dela recherche n’est pas de son domaine, abord psychologi-que, sociologique, prévention et même l’étude des fac-teurs addictifs du tabac et de médications non breveta-bles. Nous avons besoin absolument que se développeune recherche académique indépendante. La pressionque peuvent exercer nos sociétés sera déterminante. Cheviva la Società Italiana di Tabaccologia.

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PRIMO PIANO

C osì afferma con grande sicurez-za Clarissa Burt, una che di bel-

lezza se ne intende, non solo peresperienza personale, ma anche per-ché è da qualche tempo divenutauna talent –scout della bellezza,organizzando le selezioni italianeper il concorso di Miss Universo.

“Certo un dono naturale è indi-spensabile -prosegue- ma la verabellezza nasce dalla luminosità di unsorriso, da uno sguardo sincero epulito, dalla grazia nel muoversi, dalgusto nel vestirsi….questi sono gliaspetti che abbiamo sempre cercatodi scoprire e valorizzare nelle nostreragazze!

Il prossimo anno vogliamo poiandare ancora più avanti su questastrada, cercando di comunicare nonsolo alle nostre miss, ma anche alleragazze ed ai ragazzi che ci seguonocon tanto entusiasmo che la bellezzaè prima di tutto qualcosa che nasce dalla serenità, dall’e-quilibrio interiore, non è una cosa data dall’esterno, conalcool, pasticche, sigarette e così via.

Le nostre candidate porteranno questo messaggio nel-le scuole con la propria testimonianza diretta.

Per questo abbiamo fatto un accordo di collaborazio-ne con la SITAB (Società Italiana di Tabaccologia) in baseal quale le nostre candidate saranno delle testimoni, miauguro gradite, nelle scuole per testimoniare che la bel-lezza non ha bisogno di puntelli esterni: una sigarettanon rende una ragazza più bella, né, certo, più libera,anzi.

Partendo dal fumo, questo discorso si allargherà a tut-to il bisogno di vera autonomia dei giovani, che debbo-no liberarsi dalle schiavitù di beni di rassicurazione con-sumistica come le sigarette, le droghe, lo stesso uso psi-copatologico del cibo, che porta all’anoressia o alla buli-mia (e per questo aspetto collaboriamo con l’A.B.A. –Associazione Bulimia e Anoressia - che si occupa di questidisordini alimentari

Insomma nel quadro della riforma scolastica vorrem-mo...insegnare la bellezza!”

A questo punto un sorriso rischiara il suo volto, primacompunto, a testimonianza della serietà del suo impe-gno e certamente scopriamo in lei l’insegnante ideale dibellezza.

Chiediamo allora un approfondimento sull’argomentoche più ci interessa, quello del fumo: “L’idea di un Con-corso di Miss Universo no smoking ci è stata suggeritadalla SITAB sulla scia di quanto già succede in Svezia –chiarisce – dove esiste già Miss Svezia “no smoking” inquanto le candidate debbono impegnarsi, non solo anon fumare per almeno sei mesi, ma anche a parteciparea degli incontri con gli studenti per comunicare loro chela bellezza nasce da dentro, non dagli oggetti che si usa-no solo per cercare di darci sicurezza. D’altronde già daqualche anno Miss Universo on the World è no smoking.

Adesso assieme alla SITAB stiamo studiando come stila-re un nostro regolamento per il prossimo anno, ma l’ideacomunque è questa.

Inoltre la stessa Società mi ha chiesto di essere perso-nalmente fra i testimonial di una campagna antifumoche culminerà nella giornata mondiale senza fumo del31 maggio.

Vedremo se i miei impegni me lo consentiranno, ma lacosa mi attirerebbe, perché riflette esattamente la miaesperienza di ex fumatrice pentita, da quando ho capitoche la sigaretta, anziché essere uno strumento di libera-zione era il più tremendo vincolo e per di più cozzavacontro tutte le altre cose che giudico belle ed importantinella vita”.

La bellezza nasce dalla serenità interioredi Gianluigi Pagano

Miss universo no smoking anche in Italia dal 2002

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REVIEW Tabaccologia, 2001, n. 0 : x-x

Introduzione

S tudi recenti hanno ormai ampiamente dimostrato ilruolo della nicotina come sostanza che determina la

dipendenza dalla sigaretta, il tabagismo. Queste eviden-ze, confermate da numerose ricerche, ci dicono che,analogamente ad altri tipi di tossicomanie, anche iltabagismo possiede una base biologica a livello cere-brale. Gli effetti acuti sono osservabili e descritti neifumatori come una serie di modifiche dell’umore,dell’attenzione, dell’emotività. Questi effetti piace-voli aumentano la probabilità di continuare fumareovvero determinano il comportamento, ripetitivo espesso compulsivo, del fumare. Ne consegue quindiun’esposizione continua alla nicotina che determinamodifiche croniche a livello delle stesse funzionicerebrali che abbiamo visto attivate durante l’esposi-zione acuta. Il neuroadattamento che ne consegue èun ulteriore serie di effetti che porta al mantenimentodella dipendenza tabagica: il bisogno impellente difumare una sigaretta appena svegli al mattino, oppurelo stato di disagio e nervosismo che si prova quando sicerca di smettere, sono espressioni di queste alterazionia livello neurobiologico.

Appare oggi, passando dal livello molecolare al com-plesso di comportamenti e stati psichici che definiscono iltabagismo, che in realtà i meccanismi coinvolti sononumerosi e complessi. È simbolico, a questo riguardo, ilruolo della predisposizione genetica sul fatto di diventa-re, e rimanere, fumatore. Studi in gemelli (geneticacomportamentale) offrono una stima di quanto puòinfluire la componente ereditaria. Studi di geneticamolecolare stanno inoltre identificando geni candida-ti, vale a dire porzioni di genoma che codificano per unadeterminata proteina. Tuttavia, la sofisticata geneticamoderna ci sta indicando come il tabagismo, analoga-mente ad altri disturbi del comportamento, è poligeneti-ca cioè può dipendere da molti geni. Ma vediamo neldettaglio in cosa consiste la genetica polimorfa del taba-gismo e la sua influenza sulle molecole ed il comporta-mento passando per i tratti di personalità.

Genetica comportamentale

Studi con gemelli separati o no, ha permesso di identifi-care l’influenza relativa della componente genetica. Leconoscenze attuali indicano la varianza genetica, vale a

dire la variabilitàosservata nellecaratteristiche delfumare dovute alfattore genetico,è tra il 25 ed il85% (Gilbert &Gilbert, 1995). Èimportante tutta-via distinguere trainiziazione e man-tenimento delladipendenza taba-

gica. L’ipotesi prevalente è che alcuni fattori geneticiinfluenzino l’iniziazione ed altri il mantenimento, oltrealla combinazione su ambedue le fasi del tabagismo ed,ovviamente, al ruolo giocato dall’ambiente.

Iniziare a fumare: ereditario? In uno studio effet-tuato sugli svedesi nati tra il 1926 ed il 1958, si osservòun coefficiente di ereditarietà tra il 44 ed il 55%. Siosservò inoltre l’esistenza di fattori ambientali i qualituttavia non presentavano un effetto esclusivo ed unico(Heath & Madden, 1995). Altri studi riportarono una altavariabilità nella varianza genetica all’iniziazione, tra il 30e l’80%, dimostrando però una inconsistenza dell’in-fluenza ambientale (Heath et al., 1993; True et al., 1997,1999; Kendler et al., 1999). In generale, tutti gli studieffettuati hanno esibito un’alta variabilità sia per quantoriguarda l’influenza genetica che quella ambientale.Interessante notare come studi fatti con gemelli arruolatinelle forze armate USA durante la guerra del Vietnamed in uno studio effettuato in Cina (quindi in situazioniin cui la variabilità ambientale era limitata in quanto altaera l’incidenza di fumatori) il coefficente di ereditarietàper l’iniziazione al fumo era alto (True et al., 1997; Niu etal., 2000).

Molti provano la sigaretta e fumano per un pò,ma non tutti diventano tabagisti. La predisposizionea diventare fumatori ci può indicare i fattori eziologicidel fumo, ma la persistenza del fumare fornisce la misuradella dipendenza, delle conseguenze sulla salute e delle

Esiste una base genetica del tabagismo?Christian Chiamulera

Christian ChiamuleraFarmacologo, Direzione Medica GSK S.p.A., SegreteriaGITAB, Member Soc. Research on Nicotine & TobaccoRedazione Rivista Italiana di Tabaccologia – email:[email protected] continua…

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REVIEW

Fumo e rischio cardiovascolare

A llo stato attuale delleconoscenze, il ruolo del

tabagismo nello sviluppo enell’evoluzione di differentipatologie cardiovascolari ed ilconseguente aumento delrischio di cardiopatia ischemi-ca, morte improvvisa, arterio-patia periferica, aneurismadell’aorta addominale edeventi cerebrovascolari neifumatori è ormai definitiva-

mente accertato. Il fumo è considerato responsabile del30-40% dei decessi per malattia coronarica e del 20%delle morti per altre patologie cardiovascolari; in Italiacirca 30.000 morti per cause cardiovascolari all’anno sonoattribuibili al fumo ( circa 1 morto ogni 20 minuti).

Fumo e cardiopatia ischemica

Epidemiologia. L’associazione tra fumo e cardiopatiaischemica ha una particolare rilevanza. Nei fumatori ilrischio di eventi coronarici è 2-4 volte superiore rispettoai non fumatori, il rischio morte per cardiopatia ischemi-ca è aumentato del 70%, come aumentato è il rischio dimorte improvvisa (1,2). Gli effetti deleteri del fumo sullecoronarie sono documentabili a qualsiasi età; in entram-bi i sessi e sono correlati con il numero di sigarette fuma-te con un chiaro effetto dose-risposta.

Il rischio relativo legato al fumo è maggiore nei sog-getti più giovani ed è rilevante al di sotto dei 50 anni.Tuttavia anche tra i soggetti anziani l’incidenza di car-diopatia ischemica risulta più elevata tra i fumatori (finoal 50%). La relazione dose-risposta è stata documentatain numerosi studi: nei medici inglesi di età < 60 anni, nelcorso di un periodo di follow-up di 20 anni, è stata osser-vata una mortalità per cardiopatia ischemica di166/100.000 tra i non fumatori, 278/100.000 tra i fumato-ri moderati (1-14 sigarette al giorno) e 427/100.000 tra ifumatori di 25 o più sigarette al giorno ( 3).

Anche nelle donne sono state confermate le correla-

zioni documentate nel sesso maschile, con l’aggravantedi una maggiore importanza del fumo rispetto agli altrifattori di rischio. Questo vale in particolare per le giovanidonne in cui il rischio assoluto di cardiopatia ischemica ènotoriamente basso: il verificarsi di infarto sarebbe attri-buibile al fumo in circa il 76% dei casi. Nel Nurses HealthStudy , studio prospettico di 6 anni su 119.404 infermie-re statunitensi di età tra i 30 ed i 55 anni , è stato dimo-strata la relazione tra tabagismo, infarto del miocardio(rischio relativo nelle fumatrici 5,8) e morte coronarica; ilrischio di decessi per cardiopatia ischemica era diretta-mente correlato con il numero di sigarette fumato

( 1,9 per le fumatrici di 1-14 sigarette al giorno, 4,3 perle fumatrici di 14-24 sigarette al giorno, 5,4 per le fuma-trici di 25 o più sigarette al giorno) (4). Nelle donne risul-ta particolarmente nociva l’associazione tra fumo e con-traccettivi: per le forti fumatrici che assumono tali farma-ci, il rischio di eventi coronarici fatali aumenterebbe dicirca 40 volte (5).

L’entità del rischio è naturalmente condizionata dallapresenza di altri fattori di rischio coronarico ed in tutti imaggiori studi epidemiologici è stato documentato uneffetto sinergico dell’associazione tra fumo ed altri fat-tori di rischio, in particolare dislipoproteinemia. (6,7).

La relazione tra fumo e cardiopatia ischemica è peral-tro complessa e ciò rende conto di alcune osservazioniepidemiologiche inattese, come la migliore prognosi del-l’infarto nei fumatori. Gli aspetti salienti, desunti dalleanalisi epidemiologiche, sono rappresentati dall’insor-genza in età più giovane, dalla minore presenza di altrifattori di rischio, dalla minore gravità ed estensione dellelesioni coronariche, dalla prevalenza sul piano clinicodelle sindromi coronariche acute, con migliore rispostaalla trombolisi e migliore prognosi nel post-infarto. D’al-tra parte è stata segnalata una maggiore incidenza dimortalità pre-ospedaliera ed una prognosi peggioredopo interventi di rivascolarizzazione.

Queste osservazioni possono essere almeno parzial-mente giustificate dal meccanismo d’azione del fumo,che agisce sia accelerando lo sviluppo dell’aterosclerosi eche favorisce lo scatenarsi di eventi acuti.

Meccanismi patogenetici Le alterazioni dell’appara-to cardiovascolare determinate dal fumo sono rappre-sentate sia da modificazioni emodinamiche acute, duran-te il fumo, sia da interferenze su varie funzioni vascolari,emostatiche e metaboliche che favoriscono l’instaurarsidi un danno cronico del sistema circolatorio.

Patologia cardiovascolare fumo-correlatadi Marinella Gattone, Gabriella Greco

Marinella GattoneDivisione di Cardiologia. Fondazione Salvatore Maugeri.IRCCS. Veruno (No)Gabriella GrecoUO di Cardiologia Ospedale Santo Spirito, Roma continua…

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LETTERE Tabaccologia, 2001, n. 0 : x-x

New Zealand: ci scrivono i Maori.

Kia ora! (saluto indigeno neozelandese, N.d.R.).Mi chiamo Tahu Stirling, e sono il responsabile del pro-gramma per smettere di fumare dell'Aukatitia Te Kai Pai-pa - Maori in Nuova Zelanda, che si basa su un program-ma promosso dalla Christchurch. Questo programma èuno dei sette che hanno come obiettivo principale gliindigeni della Nuova Zelanda, la popolazione Maori, edin particolare le donne Maori che presentano il tas-so più elevato al mondo di tumore al polmone edegli uomini Maori che sono al quarto posto. Una donnasu due, dai 15 anni in su, fuma. Gli uomini fumatori sono1 su 5.Il nostro programma è l'unico nel mondo che trattiin maniera specifica un target così difficile utilizzandoNRT (Nicotine Replacement Therapy, cerotti alla nicotina,N.d.R.), con sedute per smettere di fumare e di manteni-mento. Le statistiche parlano da sé: a tre mesi la percen-tuale di rinuncia al fumo è del 52%, a sei mesi del 25%, adodici mesi del 20%. Si noti che la caduta della percen-tuale da 3 a 6 mesi è data dall'abbandono della terapiada parte dei nostri pazienti, che noi consideriamo da quelmomento fumatori. L'anno scorso ho avuto l'onore diricevere una borsa di studio dagli organizzatori dell'11°WCTOH (World Conference on Tobacco Or Health, N.d.R.)di Chicago, ed ho presentato nell'aula magna ai medicied ai professori il nostro programma che è stato beneaccolto. Abbiamo anche contatti con il gruppo MedicoPegaso (un'associazione di 300 dottori nel sud dell'isola)che si occupa dei pazienti Maori ed ho anche rappresen-tato il 3°, il 4° ed il 5° anno degli studenti in medicina del-l'Università Cattolica di Medicina e della Crown PublicHealth, società per cui lavoro. Sono un esperto nei sistemiper smettere di fumare che si basa molto su metodi alter-nativi, che supporta i soggetti nell'abbandono del tabac-co, e nella prescrizione di sostituti della nicotina; credo ditrattare le persone in un modo unico nel quale si appren-de e si insegna allo stesso tempo. Le ragioni per cui mi stopresentando sono che vorrei visitare in Europa i centri persmettere di fumare, in particolare quelli in cui si aiutano igiovani. Siete interessati ad ospitarmi o conoscete dellecliniche che possa visitare nel Giugno o nel Luglio 2002?

Attendo un vostro cortese riscontro. Naku Noa Na Tahupotiki Auahi Kore / Me Mutu -Crown Public Health Hauora Matauraka, 242 ManchesterSt. - Christchurch New Zealand - [email protected] -

(traduzione di R. Drewien)

NARGHILÈ

Quando fumarenon era darivoluzionariVI Congresso PCI, due dirigenti delPCUS vengono in Italia e riferiscono…“ Quando è arrivata la delegazione Sovietica,non senza commozione, abbiamo potuto vederel’atteggiamento caloroso manifestato dal Con-gresso. L’intera sala, in piedi, ha salutato i dele-gati sovietici…e le esclamazioni in onore delcompagno Stalin si sono placate dopo moltotempo. Si è trattato di una scena di enorme slan-cio rivoluzionario, che ha lasciato una enormeimpressione sui delegati...Noi ci siamo sorpresiperché in questo teatro drammatico (N.d.R. Il Pic-colo di Milano) come del resto in tutti i teatridrammatici italiani è permesso fumare libera-mente. Sugli schienali delle sedie sono persinofissati appositi portacenere. Tale mancanza diciviltà ostacola molto il lavoro dell’attore cheesegue un ruolo difficile sul palcoscenico... ...della decadenza e del marasma della culturaborghese ha testimoniato anche una mostra diquadri di famosi attori italiani....”(Stralcio del resoconto del resoconto datato 5 feb-braio 1948 al Direttivo del Comitato Centrale delPCUS da parte di uno dei due dirigenti sovietici, V. G.GRIGOR’JAN, che avevano partecipato a Milano al VICongresso del PCI)

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NEWS&VIEWS

COMUNICATO STAMPA SITAB DEL 18.07.2001

I n un clima arroventato di G8 la stampa mondiale hadiffuso ieri e oggi la notizia che nella Repubblica Ceca

il governo avrebbe bisogno di vendere sigarette come ilpane, perché’ a quanto pare arrecherebbero benessereeconomico alla nazione. Siccome il Fumo uccide personeadulte, molte delle quali alle soglie del pensionamento,ci sarebbero tanti bei soldini risparmiati in pensioni nonerogate. Si è detto che la Philip Morris (PM) starebbesvolgendo uno studio che dimostrerebbe che il guada-gno non solo c’è, ma sarebbe enorme, aggirandosi sui24-30 milioni di dollari. Non solo. Si dice pure che nessu-na organizzazione “no smoking” si è levata contro que-sto concetto di tabacco come “benefattore dello stato”.

Niente di più’ falso, ovviamente.

Proprio stamani abbiamo avuto febbrili consultazionicon nostri referenti a Praga e tutto ci risulta adesso piùchiaro. Nel senso che nessuna informazione poteva esse-re più’ tendenzialmente distorta e divulgata. Un docu-mento in nostro possesso N.502568422 della ImperialTobacco Limited, dimostra che nel 1999 la BAT, BritishAmerican Tobacco, aveva tentato una analoga strategiain Canada, ma fu bloccata da una levata di scudi delleorganizzazioni governative e degli specialisti dei pro-grammi di controllo del Tabagismo.

Il comunicato diramato dalla PM parla di una ricercache mette a confronto i guadagni, anche in termini dipensioni non erogate per decessi prematuri, contro laspesa sanitaria per malattie causate dal tabacco.

Considerazioni: 1) Vi sarebbe dunque l’ammissione da parte di PM che

il tabacco uccide. 2) Questa ecatombe (85-90.000 morti l’anno in Italia)

produrrebbe pero’, a loro modo di vedere, un bilancioeconomico di profitto, nonostante la spesa sanitaria.

Il fatto è che i dati sono fortemente parziali. Infatti laspesa nazionale legata al consumo di tabacco non è sol-tanto quella sanitaria, ma anche sociale. Si calcolanodanni da fumo anche nell’ambiente, negli incidenti stra-dali (fumare durante la guida) e nel campo della sicurez-za pubblica (controllo del Contrabbando). Quanto costaallo stato un dispiegamento di mezzi e forze per terra,mare ed aria, per arginare la piaga eterna del contrab-bando? E quante perdite all’erario il mercato clandestinodelle sigarette provoca? Sappiamo tutto.

Sappiamo ad esempio che gli italiani spendono in siga-rette oltre 16.000 miliardi l’anno. La spesa sanitaria cor-relata al Fumo è maggiore. Volendo essere onesti, da 20e 30.000 miliardi/anno. La spesa sociale invece superereb-be i 50.000 miliardi. Cifre da capogiro. A Roma il profes-sor Achille Cittadini, ordinario di Oncologia all’UniversitàCattolica di Roma, ha intrapreso da un paio d’anni unostudio accurato dei determinanti dei costi socio-sanitaridovuti al consumo di tabacco in Italia.

Sulla base di queste considerazioni, persino un gruppodi deputati della Camera ha proposto che il Governo ita-liano si costituisca parte civile in una causa contro PM.

Altro che benefattori i produttori di Fumo!

E qual è poi il costo della sofferenza di famiglie per laperdita prematura di un congiunto?

La dottoressa Eva Kralikova, medico epidemiologoall’Università’ Charles di Praga, nonché dirigente del ser-vizio sanitario pubblico della Repubblica Ceca, ha critica-to il rapporto della PM ed ha giudicato “fortemente sot-tostimati” i costi per le cure mediche relative alle patolo-gie provocate dal Fumo. Secondo l’epidemiologa il can-cro del polmone e le altre malattie legate al Fumo rap-presenterebbero il 20% di tutte le morti che si verificanoin Cecoslovacchia, uccidendo 23.000 persone ogni anno.“Seguendo questa logica - ha aggiunto molto provocato-riamente - la migliore raccomandazione che si possa fareal governo sarebbe quella di uccidere tutti i cittadini ilgiorno stesso del loro pensionamento”.

Il Fumo non fa risparmiare i Cechi né gli Italiani.

Uccide soltanto.E fa pure soffrire moltoDott. Giacomo Mangiaracina

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