MEMORIA Ex Art 121 Cpp

download MEMORIA Ex Art 121 Cpp

of 136

Transcript of MEMORIA Ex Art 121 Cpp

  • 1

    Avv. Laura MARA Via Massimo D'Azeglio, 19 21052 - Busto Arsizio (VA)

    Tel. 0331/62.32.57 - Fax. 0331/67.13.64 C.F. MRALRA74E71B300X

    P.IVA: 02697800122 e-mail: [email protected]

    PEC: [email protected]

    TRIBUNALE ORDINARIO DI ALESSANDRIA

    CORTE DASSISE DI ALESSANDRIA

    Presidente: Dr.ssa Sandra CASACCI Giudice a latere: Dr. Gianluigi ZULIAN Pubblico Ministero: Dr. Riccardo GHIO

    Procedimento Penale N 3479/2008 R.G.N.R. N1027/2009 R.G. G.I.P. N 2/12 R.G. Corte dAssise

    Udienza del 16 Luglio 2014

    MEMORIA EX ART. 121 C.P.P.

    NELLINTERESSE DELLE PARTI CIVILI SOTTO INDICATE:

    MEDICINA DEMOCRATICA, Movimento di Lotta per la Salute, in persona del Presidente legale rappresentante pro-tempore, parte civile nel presente processo come in atti (cfr. ordinanze emesse rispettivamente dal GUP Dr. Stefano Moltrasio il 09.06.2011 e da codesta Ill.ma Corte di Assise il 19.12.2012), Societ Cooperativa, con sede in Milano, 20149, via Dei Carracci 2 (Codice Fiscale e Partita IVA 04140260151), con lavv. Laura Mara, del Foro di Busto Arsizio (Tessera n. 2008000409), nata a Busto Arsizio (VA) il 31.05.1974, C.F. MRALRA74E71B300X, sua procuratrice e difensore, con

  • 2

    studio legale in Busto Arsizio (VA), Via Massimo D'Azeglio, 19, e con domicilio eletto presso lo studio della stessa procuratrice e difensore;

    NONCHE

    Le Sigg.re/i IPPOLITO LUCIA, nata a Sciacca (AG) il 21.12.1957, C.F. PPLLCU57T61I533Z, residente in Alessandria (AL), Via Palmiro Togliatti n. 21/A, AGNELLO VALENTINA, nata ad Alessandria (AL) il 19.08.1976, C.F. GNLVNT76M59A182Q, residente in Alessandria (AL), Via Strada Casalcermelli, n. 16 e AGNELLO ALESSIO, nato 21.08.1985 ad Alessandria (AL), C.F. GNLLSS85M21A182A, residente in Alessandria (AL), Via Palmiro Togliatti n. 21/A, rispettivamente vedova e figli del defunto Sig. AGNELLO ANGELO (gi dipendente dal 26.06.1974 al 15.02.1998 presso lo stabilimento di Spinetta Marengo di cui processo; gi Parte civile costituita in forza dellordinanza 09.06.2011 del GUP Dr. Stefano Moltrasio; nato il 20.09.1946 a Caltagirone CT- C.F. GNLNGL46P20B428T che fu residente in Alessandria AL- Via Palmiro Togliatti, n. 21/A a decorrere dal 15.11.1967 sino al 08.08.2012, data del decesso), in qualit di Eredi Universali (prossimi congiunti) del de cuius;

    Il Sig. ALESSANDRO ALESSANDRINI, nato il 19.12.1952 in Alessandria (AL), C.F. LSSLSN52T19A182E, gi residente in Spinetta Marengo (AL), dal 10.06.1976 al 29.09.2004 prima in Via Gambalera n. 32 e poi in Via Gozzo n. 24, attualmente residente in Gamalero (AL), Via Spazzona n. 17 (che pure stato dipendente dal 01.07.1976 al 31.01.2008 presso lo stabilimento di Spinetta Marengo di cui processo);

    Il Sig. CARRER MARINO, nato il 02.01.1944 a Chiarano (TV), C.F. CRRMRN44A02C614F, e residente in Alessandria (AL), Via Piave, n. 37, a decorrere dal 10.03.1964 sino a tutt'oggi (che pure stato dipendente dal

  • 3

    15.03.1973 al 31.12.1991 presso lo stabilimento di Spinetta Marengo di cui processo);

    La Sig.ra CITTADINI MARIA GRAZIA, nata il 19.06.1949 ad Alessandria (AL), C.F. CTTMGR49H59A182A, residente in Spinetta Marengo (AL) Via Gambalera n. 112 dal 06.04.1992 sino a tutt'oggi senza soluzione di continuit (gi Parte civile costituita in proprio nel presente procedimento penale), vedova del defunto Sig. DELFIERI FRANCESCO (anchEgli gi costituito quale Parte Civile nel presente procedimento penale) nato il 16.02.1948 a Casal Cermelli (AL), C.F. DLFFNC48B16B870P, che fu residente in Spinetta Marengo (AL) Via Gambalera n. 112 a decorrere dal 06.04.1992, sino al decesso intervenuto il 13.08.2013, in qualit di Erede Universale (prossima congiunta) dello stesso;

    La Sig.ra LOMONACO GIUSEPPA, nata il 11.02.1960 a Castrovillari (CS), C.F. LMNGPP60B51C349K, gi residente in Spinetta Marengo (AL), dal 31.01.1983 al 23.07.1998 in Via Bottazzi n. 1/A, ed attualmente residente in Alessandria (AL), Mandrogne-Strada Raggi n. 71, e il Sig. LOMONACO SALVATORE, nato il 19.01.1963 a Saracena (CS), C.F. LMNSVT63A19I423U, residente in Spinetta Marengo (AL), Via XXV Aprile n. 14 dal 12.06.1981 ad oggi, entrambi in proprio ed in qualit di (figli) Eredi universali (prossimi congiunti) di PUGLIESE INNOCENZA, nata il 05.06.1938 a Saracena e deceduta il 01.12.2003, gi residente in Spinetta Marengo (AL), dal 29.01.1986 al 01.12.2003, data del decesso;

    La Sig.ra ZANELLA MARIA CRISTINA, nata il 15.07.1969 ad Alessandria (AL), C.F. ZNLMCR69L55A182D, residente in Bosco Marengo (AL), Piazza Mercato, 10, in proprio ed in qualit di (nipote) Erede (prossima congiunta) di ZANELLA OSVALDO, nato il 12.08.1926 a Longare (VI) e deceduto il 12.03.1998, che fu residente in Spinetta Marengo (AL), dal 04.12.1963 al 12.03.1998, data del decesso;

  • 4

    Il Sig. FERRANDES GIUSEPPE, nato il 06.08.1927 a Pantelleria (TP), C.F. FRRGPP27M06G315E, residente in Alessandria (AL), a decorrere dal 07.03.1962 sino ad oggi senza soluzione di continuit, ora in Via Battisti n. 48 int. 5 (che pure stato dipendente dal 01.02.1962 al 31.08.1984 presso lo stabilimento di Spinetta Marengo di cui processo);

    La Sig.ra FERRARI PIERINA, nata il 29.08.1942 a Zignago (SP), C.F. FRRPRN42M69M177K, residente in Alessandria (AL), Corso Acqui n. 197 a decorrere dal 21.02.1964 sino ad oggi senza soluzione di continuit;

    Il Sig. GALLAN FRANCESCO, nato il 01.04.1941 a Correzzola (PD), C.F. GLLFNC41D01D040F, residente in Spinetta Marengo (AL), Via Tortona n. 42, a decorrere dal 09.11.1965 sino ad oggi senza soluzione di continuit (che pure stato dipendente dal 18.08.1972 al 31.12.1991 presso lo stabilimento di Spinetta Marengo di cui processo);

    Il Sig. LINO BALZA, nato il 02.03.1948 in Alessandria (AL), C.F. BLZLNI48C02A182J, e residente in Alessandria (AL), Via Dante Alighieri, n. 86 (che pure stato dipendente dal 01.06.1970 al 30.08.2002 presso lo stabilimento di Spinetta Marengo di cui processo);

    Il Sig. RIZZA MARCELLO, nato il 01.07.1948 a Floridia (SR), C.F. RZZMCL48L01D636L, e residente in Alessandria (AL), Via Tortona, n. 86 (a decorrere dal 05.10.1972 sino a tutt'oggi, che pure stato dipendente dal 01.07.1972 al 31.12.2002 presso lo stabilimento di Spinetta Marengo di cui processo);

    La Sig.ra ROSSI MARIA CHIARA, nata il 08.01.1975 a Torino (TO), C.F. RSSMACH75A48L219Q, residente di fatto, ovvero con abituale ed effettiva dimora in Spinetta Marengo (AL), Via del Progresso (dal 01.01.2007 al 01.01.2008), poi in Strada Frugarolo, 104 (dal 02.01.2008 al giugno 2011); ivi compreso tutto il periodo di gestazione, senza soluzione di continuit, ovvero

  • 5

    residente in zona immediatamente prossima lo stabilimento di Spinetta Marengo di cui processo, in proprio ed in qualit di legale rappresentante esercente la potest genitoriale del figlio minore DAVIN LEONE TOMMASO, nato ad Alessandria il 28.12.2008, C.F. DVNLTM08T28A182M, residente con la mamma in Spinetta Marengo dalla nascita sino al giugno 2011; ora residente con la madre in Torino, Via Balla Giacomo, 9;

    La Sig.ra SAVOLDELLI FRANCA, nata il 23.06.1956 in Alessandria (AL), C.F. SVLFNC56H63A182W, gi residente in Spinetta Marengo (AL), dal 10.06.1976 al 29.09.2004 prima in Via Gambalera n. 32 e poi in Via Gozzo n. 24, attualmente residente in Gamalero (AL), Via Spazzona n. 17;

    Il Sig. ALESSANDRINI SONNY, nato il 01.10.1976 in Alessandria (AL), C.F. LSSSNY76R01A182K, e residente in Spinetta Marengo (AL) dal 01.10.1976 al 29.09.2004 e dal 23.11.2006 sino a tutt'oggi, Via Testera, n. 19 (che pure stato dipendente dal 01.03.2001 al 25.02.2009 presso lo stabilimento di Spinetta Marengo di cui processo);

    TUTTE/I parti offese/danneggiate dai reati di cui al procedimento penale in epigrafe, costituite/i quali Parti Civili, assistite/i, difese/i e rappresentate/i dall'avvocato Laura Mara, del Foro di Busto Arsizio (Tessera n. 2008000409), nata a Busto Arsizio (VA) il 31.05.1974, C.F. MRALRA74E71B300X, loro procuratrice e difensore come in atti, con studio legale in Busto Arsizio (VA), Via Massimo D'Azeglio, 19, ed elettivamente domiciliate/i presso lo studio della stessa procuratrice e difensore, in forza di procura speciale ad litem in calce ai rispettivi atti di costituzione di parte civile nel presente procedimento penale, che qui si danno tutti per integralmente richiamati e ritrascritti.

    Espongono

  • 6

    conclusivamente alcune sintetiche osservazioni a sostegno delle domande tutte formulate nelle separate conclusioni delle suddette Parti Civili che verranno dimesse al termine dell'odierna discussione.

    Nellimpossibilit di ripercorrere, per la loro molteplicit e complessit, tutte le tematiche fattuali e giuridiche oggetto della discussione dibattimentale, tenuto anche conto del fondamentale lavoro svolto dal Pubblico Ministero e dai Patroni delle Parti Civili, opportuno trattare in questa sede la disamina delle prove delle circostanze di fatto, delle valutazioni tecnico-scientifiche relative a specifiche tematiche - (secondo una certa ripartizione definita con gli altri difensori di parte civile) , segnatamente quelle relative: J)-alla posizione di garanzia degli odierni imputati; JJ)- allavvelenamento doloso di acque ex art. 439 c.p.; JJJ)- alla inattendibilit scientifica e legale, ai fini della tutela della salute, dei limiti di esposizione agli agenti cancerogeni e, nel caso che ci occupa, dei limiti di concentrazione del Cromo VI nelle acque e, segnatamente, di quelle destinate al consumo umano, nonch delle altre sostanze tossico-cancerogene indicate nel capo di imputazione - [Antimonio, Arsenico, Nichel, Selenio, (composti inorganici: fluoruri e solfati), composti alifatici clorurati, cancerogeni e non cancerogeni, DDD, DDT, DDE,

    Tetraclorometano, Triclorometano, Tetracloroetilene, idrocarburi clorurati volatili, metalli pesanti]; JJJ) al c.d. danno da esposizione alle citate sostanze tossi-cancerogene; JJJJ)- allo sversamento nellambiente delle predette sostanze tossi-cancerogene con il conseguente inquinamento di ogni suo comparto (aria, acque superficiali e di falda, suolo e sottosuolo), causato, segnatamente, dalla tumulazione di enormi quantit di rifiuti e scorie industriali tossiche e cancerogene, sia allinterno che allesterno dello stabilimento di cui processo. Tumulazione di rifiuti e scorie industriali tossi-cancerogene, che hanno cagionato (e che, purtroppo, continuano a cagionare!) limponente e costante avvelenamento delle acque della falda sottostante il sito industriale di Spinetta Marengo e di quella delle aree circostanti, specie in direzione nord fino al fiume Bormida, alla quale attingono sia lacquedotto della citt di Alessandria, sia la rete interna dellacqua potabile (dello stabilimento

  • 7

    in questione, ndr.), sia altri pozzi privati dellarea circostante lo stabilimento e dellabitato di Spinetta Marengo (cfr. capo di imputazione), con i conseguenti rilevanti e negativi impatti ambientali e sanitari [si leggano: patologie organiche (neoplastiche e non neoplastiche) e patologie NON organiche, indicate negli atti di costituzione di parte civile delle persone offese/danneggiate da reato rappresentate da questa difesa; nonch, pi in generale, tali impatti hanno cagionato e cagionano (!) danni alla salute a un numero imprecisato di persone fra la popolazione a rischio]. Il tutto derivante dal fatto gravissimo, direttamente imputabile ai vertici delle societ Ausimont/Montedison S.p.A. (ora Edison S.p.A.), poi Solvay Solexis S.p.A. (ora Solvay Speciality Polymers Italy S.p.A.), ovvero agli odierni imputati nelle Loro rispettive qualit, ciascuno per il rispettivo periodo di competenza, per il delitto p. e p. dagli artt. 110 e 439 c.p. (capo 1), e del reato di cui al capo 2 [p. e p. dagli artt. 110 c.p. e 257 D.Lgs. 3.4.2006 n. 152 (gi 51 - bis D.Lgs. 5.2.1997 n. 22) perch, in concorso tra loro, agendo nella qualit di cui al capo l, avendo cagionato e cagionando l'inquinamento del sito industriale predetto e dellacqua della falda sotterranea, con superamento dei limiti previsti dal D.M 25.10.1999 n. 471 e, poi, delle CSC di cui al T.U. ambiente, sia per la matrice terreni che per la matrice acque, non provvedevano alla bonifica del terreno secondo il procedimento di cui agli artt. 239 e ss. D. Lgs. 3.4.2006 n. 152 (gi art. 17 D. Lgs. 5.2.1997 n. 22) (in particolare, nel marzo del 2001, la societ AUSIMONT S.p.a. comunicava agli enti competenti - Comune e Provincia di Alessandria - l'inizio della procedura ex art. 17 D. Lgs. 5.2. 1997 n. 22, conseguente al superamento dei limiti di cui al D.M. 471/'99, con riferimento al sito industriale di Spinetta Marengo, denunciando contaminazione delle acque della falda c.d. superficiale da Cromo VI, idrocarburi clorurati volatili -Tetraclorometano, Triclorometano e Tetracloroetilene - e fluoruri e del terreno da idrocarburi clorurati volatili e metalli pesanti], perch in concorso tra loro, sia con le condotte omissive, sia con le condotte attive, cos come specificato nel capo di imputazione, hanno causato, lo si ripete, limponente e costante avvelenamento delle

  • 8

    acque della falda sottostante il sito industriale di Spinetta Marengo e di quella delle aree circostanti, specie in direzione nord fino al fiume Bormida. Verranno poi affrontate le tematiche fattuali relative all'assenza dei sistemi di prevenzione dei rischi e delle nocivit, alligiene del lavoro, allimpiantistica obsoleta, alle carenze e assenze manutentive, segnatamente quelle relative alla rete idrica/fognaria dello stabilimento in questione, alla mancanza di idonei interventi preventivi finalizzati ad impedire gli inquinamenti delle diverse matrici ambientali, e, segnatamente, delle acque di falda, alla mancata informazione e formazione dei lavoratori e delle lavoratrici sui rischi cui erano esposti e come prevenire gli stessi, ai limiti di concentrazione delle suddette sostanze cancerogene nelle acque e allinterno dei luoghi di lavoro; nonch, in particolare, verranno esaminate le problematiche relative allevoluzione delle conoscenze sulle propriet tossiche e cancerogene del Cromo VI - (e degli altri agenti tossi-cancerogeni di cui al capo di imputazione) - nel mondo scientifico ed industriale a livello internazionale, peraltro gi ampiamente trattate nel corso dell'istruttoria dibattimentale a mezzo di apposite Consulenze Tecniche rese, oltre che dai CC.TT. del Pubblico Ministero, anche dai CC.TT. delle

    presenti Parti Civile, Dr. Fulvio BARALDI, Dr. Luigi MARA, Ing. Bruno THIEME,

    nelludienza del 22 gennaio 2014, a mezzo di apposita escussione degli stessi, cui seguito il deposito, su supporto cartaceo ed informatico, della Relazione Tecnica con i relativi documenti allegati, che qui si danno per integralmente richiamati e ritrascritti, entrando cos a far parte integrante ed inscindibile della presente memoria (come pure vengono richiamati, sotto ogni profilo di legge, i documenti depositati da questa difesa alludienza del 05.05.2014, e segnatamente durante lescussione del teste Sonny Alessandrini). Ad ogni modo, non pare pleonastico evidenziare sinteticamente i temi affrontati e le risultanze conclusive cui sono pervenuti i CC.TT. delle presenti Parti civili nella loro Relazione Tecnica datata 14 gennaio 2014 ed illustrata nelludienza del 22.01.2014, e precisamente:

  • 9

  • 10

    Sul punto, sempre ARPA (cfr. ARPA-Protocollo n 129484 del 19.12.2012

    Monitoraggio presso il sito Solvay Speciality Polymers Italy s.p.a.

    Trasmissione Rapporti di Prova relativi ai campionamenti di Agosto 2012.

    Trasmissione dei Rapporti di Prova relativi agli anni 2011 e 2012), nella

    propria Relazione Tecnica definisce correttamente la struttura geologica del

    sottosuolo, e precisamente: . (Cfr. Capitolo 2 cit.).

    In altri termini, gli imputati e le societ Ausimont/Montedison (ora Edison

    S.p.A.) e Solvay (questultima, ora Solvay Speciality Polymers Italy S.p.A.),

    fermi i capi di imputazione formulati dal Pubblico Ministero nel presente

    procedimento, sono altres responsabili di aver quantomeno omesso di

    considerare, reiteratamente, per un decennio - (1999 2009, cfr. i predetti

    documenti ARPA ed Environ Italy) - il corretto modello geologico del

    sottosuolo, determinando cos negativamente le attivit di monitoraggio,

    prolungando i tempi di conoscenza della situazione reale, causando cos lulteriore espandersi dellinquinamento.

    b) Che, nonostante le predette societ e gli imputati del presente

    procedimento fossero a conoscenza da diversi anni della presenza di un alto

    piezometrico (o duomo piezometrico), hanno taciuto tale fatto,

    comunicandolo agli Enti preposti solo nel settembre 2004. Sul punto si veda:

    ENSR. Piano Complessivo di Caratterizzazione del sito ubicato in Piazzale

    Donegani 5/6 Spinetta Marengo (AL). Attivit integrative di indagine.

    Relazione Tecnica del Settembre 2004, richiamato da questi CC.TT. nel

    Capitolo 3. Non vi chi non veda che questi gravi comportamenti omissivi

    degli imputati abbiano altres aggravato e diffuso ancor pi linquinamento

    (rectius, lavvelenamento) delle falde acquifere sottostanti le aree interne ed

    esterne dello stabilimento di Spinetta Marengo in questione, determinando,

    fra laltro, la migrazione di inquinanti tossici e cancerogeni provenienti dal

    predetto stabilimento verso il suo confine meridionale, interessando anche il

    Pozzo Bolla ad uso potabile della rete AMAG, che, proprio per questo,

    stato chiuso dallo stesso gestore il 22 gennaio 2013. In proposito, si

  • 11

    sottolinea che laccertata migrazione dei predetti inquinanti dallo

    stabilimento ha pure interessato larea dove infisso il Pozzo Ferraio ad

    uso potabile della rete AMAG. Su questa cruciale problematica si veda il

    Capitolo 3 ed i suoi sub 3.1 e 3.2. In proposito, si sottolinea che il bene acqua

    sotterranea ha subito un gravissimo danno per linquinamento causato da

    sostanze che non esistono in natura tanto che, allo stato, lo rende inservibile per tempi non attualmente definibili ma certamente molto lunghi.

    c) Che le cause del predetto gravissimo danno del bene acqua sotterranea

    stato certamente provocato dalla diffusione di inquinanti tossici e

    cancerogeni provenienti dal predetto stabilimento nellambiente e,

    segnatamente, nella idrosfera (sul punto, si veda il Capitolo 4 e suoi sub 4.1 e 4.2).

    d) Che quanto precede trova puntuale riscontro in quanto documentato ed

    illustrato nel Capitolo 5 relativo alla Cascina Pederbona e allinquinamento

    delle falde. Sul punto, si vedano i dati ivi riportati nelle tabelle e nelle figure

    e, segnatamente, nella Figura 5.4 ove si mostra la traccia di un profilo

    idrochimico tra lo Stabilimento e la Cascina Pederbona, utilizzando i dati

    del rapporto ARPA 2012, ovvero le analisi relative allo stesso 2012 per i

    pozzi/piezometri scelti lungo una direttrice Stabilimento-Cascina Pederbona (cfr. Capitolo 5 e sub 5.1 cit.).

    e) Che linquinamento di grande magnitudo del cancerogeno Cromo (VI)

    dei terreni e delle acque sotterranee ha interessato un vasta area interna ed

    esterna allo stabilimento di Spinetta Marengo di cui processo. In

    particolare tale inquinamento (rectius, avvelenamento!) ha interessato i

    pozzi della rete idrica AMAG, nonch altri pozzi privati; in proposito, si

    vedano la Tabella 6.1 e lAllegato 6.1 relativo alla planimetria (denominata

    piezometri AMAG, scala 1:5000), ove sono riportate: J)- le discariche e i

    terreni contaminati da Cromo (VI) allinterno dello stabilimento; JJ)- la

    direzione del flusso della falda; JJJ)- le posizioni dei pozzi; JJJJ)- le

    concentrazioni di Cromo (VI) nelle acque dei pozzi (rappresentate con cerchi

    proporzionali al valore della concentrazione. (Cfr. Capitolo 6 e suoi sub 6.1,

    6.2, 6.3, 6.4, 6.5, 6.6). Inoltre, si tenga presente che il Cromo (VI) non

    lunico inquinante: dalla stessa indagine ARPA (Inquinamento da cromo e

    solventi clorurati, polo chimico industriale di Alessandria, stato di

    avanzamento dei lavori, 21 ottobre 2008) risulta che sono stati superati i

  • 12

    limiti per le acque sotterranee in molteplici altri pozzi/piezometri, e nei

    seguenti pozzi ad uso domestico e agricolo:

    Cascina Pederbona: Bromoformio, Cloroformio, Tricloroetilene, 1,2-Dicloroetano;

    Cascina Falamera: Cloroformio;

    P14, via Bottazzi 1: Cloroformio, Tetracloroetilene, sommatoria organo alogenati;

    P15, via Mazzini 10: Bromodiclorometano, Bromoformio,

    Cloroformio, Dibromoclorometano, 1,1,2 -Tricloroetano, sommatoria organo alogenati;

    P16, via Santa Audina 2: Bromodiclorometano, Bromoformio,

    Cloroformio, Dibromoclorometano, 1,1,2 -Tricloroetano, 1,2- Dicloroetilene, sommatoria organo alogenati;

    P18 via Barbotta 4: - Cloroformio, Tetracloroetilene,

    Tricloroetilene, 1.1-Dicloroetilene, sommatoria organo alogenati. A

    questultimo riguardo, oltre a quanto documentato nel commento alla

    Tabella 6.1, si veda quanto illustrato anche nella Tabella 7.1 del Capitolo 7.

    f) Che la presenza di discariche nella sede dello Stabilimento nota da molto tempo (per lubicazione delle stesse si veda la planimetria presentata nella Figura 8.1), cos come altrettanto noto che, nelle stesse, siano stati tumulati rifiuti tossico-nocivi, e non di tipo speciale come sostenuto in modo non veritiero dalla propriet dello stabilimento in questione. In proposito, si sottolinea che le predette discariche sono state realizzate con modalit diverse (cfr. Capitolo 8), per esempio: risulta che solo le discariche A1 e A2 presentano una protezione con teli impermeabili (peraltro di gomma butilica dello spessore di solo 1 mm!) sul fondo delle stesse, mentre tutte le altre ne sono prive. Pertanto, si ritiene che il fondo delle discariche non sia stato realizzato con adeguate protezioni nei confronti della migrazione di sostanze - inquinanti (nel caso di specie tossiche e cancerogene) - in profondit, verso la falda acquifera. Inoltre, il grave inquinamento dei terreni, fra laltro, stato documentato dallARPA, Dipartimento di Alessandria. Monitoraggio ambientale della Zona Fraschetta. Anni dal 2000 al 2004; per esempio, si vedano le carte di isoconcentrazione del Cromo (cfr. Figure 8.3 e 8.4), dalle quali appare evidente che le maggiori concentrazioni si rilevano negli immediati dintorni dello Stabilimento Solvay. (Cfr. Capitolo 8, sub 8.1).

  • 13

    g) Che le sostanze inquinanti, segnatamente della idrosfera e della litosfera, indicate nei capi di imputazione - (e quelle originate dalla biotrasformazione nel terreno dai rispettivi composti precursori) - sono altamente tossiche e cancerogene. Sul punto, si vedano i Capitoli 9 e 10. h) Che per le predette sostanze ed elementi metallici cancerogeni sono inattendibili, ai fini della tutela della salute, i limiti di esposizione; inoltre tale inattendibilit pacifica, sia a livello scientifico che legale (cfr. Capitolo 11, e sub 11.1). i) Che nel caso che ci occupa, nel Capitolo 12 si documentano puntualmente i molteplici rischi cui sono state e sono esposte le persone (per via cutanea, per inalazione e per ingestione) di Spinetta Marengo/Alessandria, con lassunzione dellacqua contenente Cromo (VI), per usi domestici, alimentari (e agricoli). Per le altre sostanze ed elementi tossi-cancerogeni, si veda quanto documentato ed illustrato nei Capitoli 9 e 10. Per quanto qui non esplicitamente richiamato, si rimanda ai temi affrontati nella relazione che precede. Busto Arsizio/Milano/Mantova/Alessandria, 14 gennaio 2014 Con osservanza. Dr. Geologo Fulvio BARALDI Dr. Biologo Luigi MARA Ing. Bruno THIEME>>.

    Tenuto conto del vasto, articolato e rigoroso lavoro di indagine e di acquisizione delle prove svolto dal Pubblico Ministero Dr. Roberto Ghio, e delle pregnanti risultanze alle quali lo stesso pervenuto1, che sono state lucidamente esposte - nelle udienze

    1 In proposito, si evidenziano alcuni punti focalizzati dal PM nella parte introduttiva delle Sue conclusioni

    dibattimentali svolte nelludienza del 11.06.2014, e precisamente:

    - Il materiale probatorio raccolto proviene, per la maggior parte, dalle societ amministrate dagli imputati;

    - Il processo relativamente semplice, purch la Corte sappia concentrarsi sulle domande essenziali del processo e non si faccia distrarre dalle numerose superfetazioni indotte dalle difese.

    - La maggior parte dei dati che sono al vaglio della Corte, cio del materiale investigativo raccolto, acquisito al fascicolo del dibattimento sia come documento, ex art. 234 c.p.p., sia previo consenso delle parti, ex art. 493, 3 c., c.p.p., non prodotta dalle indagini preliminari, bens proviene, direttamente o indirettamente, dagli imputati e dalle societ dai medesimi amministrate. (Direttamente, perch stato acquisito dalla P.G. durante le perquisizioni ex art. 247 c.p. o mediante le acquisizioni ex art. 248 c.p.p.; indirettamente, perch stato messo a disposizione dalle difese degli imputati, in particolare da quelli riferibili alla societ Solvay

  • 14

    del 11 e 25 giugno e del 16 luglio 2014 - nellambito delle proprie conclusioni dibattimentali, questa difesa non pu che condividerne integralmente il contenuto; per questo, nel prosieguo ci si limiter ad alcuni specifici richiami ad esse per evitare inutili duplicazioni. Innanzitutto, dobbiamo concentrarci su un punto centrale, direi nodale del presente processo, che stato ben sintetizzato dal Pubblico Ministero nelludienza del 11.06.2014: gli imputati sono responsabili di falsit ed omissioni consapevoli, perch gli stessi conoscevano il reale stato ambientale del sito e lo hanno volontariamente artefatto nei contatti con lesterno, in particolare con gli enti di controllo e quelli della procedura di bonifica; falsit ed omissioni che hanno avuto ad oggetto dati veri, in base ai quali possibile dimostrare, da una parte, la situazione oggettiva del sito e, dallaltra, la conoscenza della situazione da parte degli imputati, che la premessa necessaria dellimputazione a titolo di dolo. Tutto questo ha influenzato anche le strategie difensive degli imputati, segnatamente quelli della gestione Solvay. Infatti, agli imputati Solvay, sul versante dellelemento soggettivo, non potendo contestare il merito dei risultati analitici e delle conoscenze ambientali ante 2002, non rimaneva, come hanno fatto, che negarne la conoscenza.

    I. - OSSERVAZIONI RELATIVE ALLE CONSULENZE RESE NEL PRESENTE PROCEDIMENTO DAI CC.TT. DELLE DIFESE DEGLI IMPUTATI E, SEGNATAMENTE, DAL PROF. FRANCANI E DALLA DR.SSA TREFILETTI CC.TT. DEGLI IMPUTATI SOLVAY SOLEXIS S.P.A. (ORA SOLVAY SPECIALITY POLYMERS ITALY SPA)

    Dalla lettura dei documenti dei CC.TT.PP. delle Difese degli imputati Solvay Solexis S.p.A. (ora Solvay Speciality Polymers Italy S.p.A.), in particolare quelli del Prof.

    Solexis, che detiene di fatto tutta la documentazione afferente al sito industriale). Infatti, nel presente processo, i dati sono stati acquisiti praticamente senza contestazione, data la loro peculiare provenienza, che non consentiva alcuna contestazione, pi o meno strumentale.

  • 15

    Francani e della Dr.ssa Trefiletti, emerge che la linea di difesa da Loro adottata sia in sintesi la seguente:

    A) - Linquinamento dellarea industriale e della zona circostante dello stabilimento di Spinetta Marengo di cui processo, si determinato almeno a partire dagli anni 40, pertanto, gli attuali proprietari Solvay non hanno colpe. Ovviamente, gli stessi CC.TT. delle Difese evitano accuratamente di considerare il fatto, ben documentato e incontrovertibile, che lattuale propriet per lungo tempo ha negato, minimizzato, nascosto linquinamento ed ha continuato a produrlo.

    B) - I tempi di permanenza degli inquinanti nel suolo e nella falda sono estremamente lunghi e il loro rilascio molto lento, pertanto linquinamento rilevabile attualmente dovuto a quello pregresso, soprattutto in mancanza di azioni di bonifica mai effettuate in precedenza. Sia chiaro, ferme le responsabilit degli imputati della societ Montedison S.p.A. e della sua controllata Ausimont S.p.A. (ci mancherebbe altro!), che hanno rivestito le posizioni di garanzia e che hanno causato linquinamento durante la loro gestione, va subito sottolineato che le affermazioni dei CC.TT. delle Difese degli imputati Solvay sono ad usum delphini: infatti se non vi dubbio che linquinamento sia stato prodotto anche dal precedente gestore dello stabilimento di Spinetta Marengo, ovvero dalla societ Montedison/Ausimont S.p.A. (ora Edison S.p.A.), non vi sono neppure dubbi sul fatto che dal maggio 2002 linquinamento, ovvero lavvelenamento delle acque di falda (per limitarci a questa matrice ambientale), sia stato prodotto e da imputarsi agli attuali proprietari - [la societ Solvay Solexis S.p.A. (ora Solvay Speciality Polymers Italy S.p.A.)]2 -, sia direttamente che per omissione degli interventi di bonifica.

    2 Si ricorda che nel maggio 2002 la societ Solvay subentra alla Montedison nel controllo di Ausimont

    cambiando subito il suo management. Infatti, il 07.05.2002 [cfr. verbale del CdA di Ausimont S.p.a., della produzione n. 39 del P.M.] il CdA viene informato che la societ Solvay Fluorurati Holding S.p.a., ha acquistato tutto il pacchetto di controllo di Agor S.p.a., che, a sua volta, controlla il 100% di Ausimont S.p.a.. Inoltre, viene decisa anche lincorporazione di Ausimont nella controllante Agor S.p.a., cos come deliberato il 20.05.2002 dallassemblea di Ausimont. Infine, nel verbale del CdA del 07.05.2002 Bernard de Laguiche viene nominato presidente del C.d.A. e Cogliati amministratore delegato; mentre nel verbale del 23.07.2002, de Laguiche e Cogliati sono nominati amministratori delegati con pari poteri e presidente del C.d.A. viene nominato Alois Michielsen, un rappresentante Solvay. In altri termini, dal mese di maggio 2002 la societ Solvay ha assunto la completa gestione dello stabilimento dii Spinetta Marengo di cui processo.

  • 16

    C) - La presenza del Cromo (totale ed esavalente) nelle falde pu essere di origine naturale come si evidenzia dalle analisi delle acque sotterranee di altri siti. Si tratta di un fenomeno noto (sia per il cromo che per altri elementi, valga per tutti larsenico) descritto in letteratura, che i CC.TT. delle Difese degli imputati Solvay, contro levidenza dei fatti, vorrebbero maldestramente e strumentalmente imputare quale causa dellinquinamento delle falde acquifere sottostanti lo stabilimento di Spinetta Marengo e delle zone circostanti di cui processo. E vero il contrario! Infatti, un conto la presenza naturale dellelemento e dallaltro, come nel caso che ci occupa, la sua presenza a causa di accertati fenomeni di inquinamento, come quelli evidenziati e documentati nel presente procedimento penale.

    *******

    I.I - SUL PARAGRAFO A)

    Si osserva che, a partire dallinizio degli anni 90, la situazione dellinquinamento presso il sito industriale di Spinetta Marengo di cui processo era gi nota ed era documentata dalle relazioni tecniche ambientali di Galson del 1990, e di ERL del 1992, come ci ha ricordato anche il P.M. alludienza del 11.06.2014.

    Pertanto, a partire dalle risultanze e dai dati contenuti nelle predette relazioni, gli imputati dallinizio degli anni 90 non hanno promosso e svolto alcuna iniziativa e/o intervento appropriato teso a contenere - (e, men che meno, ad eliminare) - la contaminazione, viceversa, con i loro comportamenti e con la gestione quotidiana dello stabilimento in questione hanno contribuito a diffonderla: la societ Montedison e la propria controllata Ausimont S.p.A. fino al mese di aprile 2002, e, per il periodo successivo, la societ Solvay Solexis S.p.A. (ora Solvay Speciality Polymers Italy S.p.A.). Comportamenti aziendali improntati, per usare le lucide parole del Pubblico Ministero alludienza del 11.06.2014, in rapporto con gli enti di controllo, alla fraudolenza, nonch fatti di mistificazioni, omissioni, falsificazioni; in altri termini, di come il management dello stabilimento in questione abbia colpevolmente vanificato scientemente e artificiosamente lutilit di una procedura di bonifica. Tutto questo stato reso possibile artatamente e in modo fraudolento dagli imputati nei confronti degli enti preposti ai controlli e ai procedimenti di bonifica.

    Infatti, a fronte dellimponente fenomeno di inquinamento delle falde acquifere puntualmente documentato negli atti del presente procedimento, nonch del gran

  • 17

    numero di leggi e discipline, nei quindici anni di cui al capo di imputazione, lunico intervento realizzato - sono sempre le parole del PM stato mettere 4 pompe dentro 4 piezometri e pompare un po dacqua. In altri termini, si tratta di un intervento completamente inutile ed inefficace per la soluzione del problema.

    I.II - SUL PARAGRAFO B)

    In proposito, questa difesa nel fare esplicito rinvio ai fatti ampiamente documentati ed illustrati dal Pubblico Ministero nelle Sue conclusioni dibattimentali nelle udienze del 11 e 25 giugno e del 16 luglio 2014, in merito alle gravi e dolose responsabilit degli imputati del presente procedimento, facenti capo alle societ Montedison/Ausimont S.p.A. (ora Edison S.p.A.) e Solvay Solexis S.p.A. (ora Solvay Speciality Polymers Italy S.p.A.), per i rispettivi periodi di competenza, qui si limita a richiamare sinteticamente alcune delle molteplici falsificazioni operate dalle predette societ, ovvero dagli imputati, segnatamente nei rapporti con gli enti di controllo, in relazione alla procedura di bonifica (mai realizzata!):

    28 marzo 2001 Lautodenuncia ed il piano di caratterizzazione ex art. 17, 2 c., lett. a), D. Lgs. 5.2.1997, n. 22

    La societ Montedison/Ausimont dopo aver effettuato la caratterizzazione sullo stato dellinquinamento (segnatamente del suolo, del sottosuolo e delle acque di falda sottostanti il sito) presente nello stabilimento di Spinetta Marengo, si ben guardata dal comunicare agli Enti preposti tutti i dati e le informazioni in suo possesso relativi allenorme inquinamento dei diversi comparti dellambiente in questione. Infatti, la societ ha rappresentato agli Enti preposti una realt edulcorata e mistificata, occultando scientemente lenorme inquinamento presente presso lo stabilimento in questione. Per questo, come stato evidenziato dal PM alludienza del 11.06.2014, a causa di tale doloso comportamento della predetta societ (nonch, successivamente, della societ Solvay Solexis S.p.A., ovvero degli odierni imputati facenti capo alle stesse societ), la Regione Piemonte quando ha stabilito lordine delle priorit degli interventi di bonifica, dopo lentrata in vigore del D.M. n. 471 /1999, ha collocato al 36 posto lo stabilimento di Spinetta Marengo di cui processo. In proposito, va subito detto che il Piano del giugno 2003, di caratterizzazione congiunto delle societ operanti allinterno dello stabilimento di Spinetta Marengo di cui processo, identico a quello suddetto del 2001, e lo stesso sempre stato redatto da ENSR, ovvero dalle stesse persone e, segnatamente, dalla Dr.ssa Cattaruzza. Le

  • 18

    caratteristiche dei successivi documenti Solvay, sono anchessi improntati alla mistificazione, omissione e falsificazione dei dati relativi alla situazione ambientale del sito industriale in questione (es. si vedano: marzo 2005 Attivit di bonifica del sito industriale, intervento preliminare: messa in sicurezza della falda superficiale; marzo 2006 Progetto preliminare di bonifica del sito industriale). In altri termini, un sito industriale caratterizzato dalla presenza di un cos elevato e vasto inquinamento che, proprio per questo, doveva essere inserito fra i siti da bonificare di interesse nazionale, viceversa, stato collocato al 36 posto dalla Regione Piemonte degli interventi da realizzare; questo, lo si ripete, perch la societ ha omesso di comunicare tutti i dati in suo possesso falsificando la realt. In altri termini, la societ ha presentato una situazione ambientale come se la stessa fosse praticamente rispettosa dei limiti della normativa: valga per tutti il fatto, come sottolineato dal PM alludienza del 11.06.2014, che la societ aveva indicato come unico intervento per la bonifica la sola pavimentazione di alcune aree dello stabilimento, per evitare fenomeni di lisciviazione indotti dalle acque piovane per leventuale presenza di inquinanti.

    Sulla preordinata disinformazione operata dalle societ di cui processo (e dagli imputati facenti capo alle stesse) nei confronti degli Enti di controllo preposti, risulta di una certa utilit richiamare di seguito quanto documentato ed illustrato nei Capitoli 6.5 e 6.6 della Relazione Tecnica 14.01.2014 agli atti dei CC.TT. di queste Parti civili, Dr. Fulvio Baraldi, Dr. Luigi Mara e Ing. Bruno Thieme - [si segnala che i capitoli, le figure e le tabelle, dellanzidetta Relazione Tecnica richiamati di seguito nel corpo della presente Memoria mantengono la loro originaria numerazione] -, da Loro presentata alludienza del 22.01.2014, e precisamente:

  • 19

    Fonte: ERL , Ausimont , Valutazione delle Condizioni del Suolo, Sottosuolo e Falda: Stabilimento di Spinetta Marengo, dicembre 1992 (doc. 33 all. alla Relazione Solvay del 03.12.2010, pag. 66):

  • 20

    Fonte: ERL , Ausimont, Valutazione delle Condizioni del Suolo, Sottosuolo e Falda: Stabilimento di Spinetta Marengo, dicembre 1992 (doc. 33 all. alla Relazione Solvay del 03.12.2010, pag. 67):

  • 21

    6.6 - Il piano di caratterizzazione del 2001

    Questo piano riconosce il problema dellinquinamento da Cromo (VI) ma non vi d rilievo (Fonte: HPC Envirotec, Piano di caratterizzazione dello stabilimento di Spinetta Marengo, 31 marzo 2001, pagg. 42-45):

    Valutazioni dei risultati delle analisi chimiche sui terreni:

  • 22

    Valutazione dei risultati delle analisi chimiche sulle acque di falda:

    Si noti: la presenza di Cromo VI appare sia nei piezometri di monte che nei piezometri di valle come se non vi fosse un contributo dello stabilimento.

    Sia in questo piano di caratterizzazione che in quelli successivi lazienda ribadisce che non sono necessarie ulteriori misure di sicurezza di emergenza. [Fonte: HPC Envirotec, Piano di caratterizzazione dello stabilimento di Spinetta Marengo, 31 marzo 2001 (pagg. 47-48)]:

  • 23

    Fonte: Solexis Analisi ambientale iniziale, sito produttivo di Spinetta Marengo, 08.10.2004:

    Pag. 49: Sulla base delle misure di sicurezza gi adottate nel corso degli ultimi 15-

    20 anni si ritiene che gli stati di contaminazione del suolo rilevati non costituiscano

    un pericolo per la salute e la tutela delle persone e dellambiente circostante, per cui

    non sono necessarie ulteriori misure di sicurezza di emergenza ()

    Fonte: Solexis - Analisi ambientale iniziale, sito produttivo di Spinetta Marengo, 13.09.2006:

    Pagg. 77/78 : Sulla base delle misure di sicurezza gi adottate nel corso degli

    ultimi 15-20 anni si ritiene che gli stati di contaminazione del suolo rilevati non

    costituiscano un pericolo per la salute e la tutela delle persone e dellambiente

    circostante

    >>.

    Come si vede i comportamenti delle predette societ sono identici, ovvero esse rappresentano agli Enti di controllo preposti una situazione ambientale totalmente falsificata, mistificata e tranquillizzante, infatti, sia nel piano di caratterizzazione del 31 marzo 2001 che in quelli successivi (v. sopra) le stesse ribadiscono:

    Che non sono necessarie ulteriori misure di sicurezza di emergenza;

    Che Sulla base delle misure di sicurezza gi adottate nel corso degli ultimi 15-20 anni si ritiene che gli stati di contaminazione del suolo rilevati non costituiscano un pericolo per la salute e la tutela delle persone e dellambiente circostante.

    Nulla di pi falso!

  • 24

    I.III - SUL PARAGRAFO C)

    Alludienza del 29.01.2014 la C.T. delle Difese Solvay, Dr.ssa Patrizia Trefiletti, ha dichiarato (cfr. pag. 44 del verbale):

    Sulla base di questa dichiarazione non si capisce perch sia stata presentata una elaborazione dei valori di fondo del cromo da parte delle Difese Solvay (vedasi relazione della C.T.P. Patrizia Trefiletti, e, segnatamente, la slide N 12 che segue),

  • 25

    relativa ad una vasta zona dellalessandrino e oltre. La relazione ci dice unicamente che il cromo un elemento chimico presente sul pianeta Terra alla pari di altri elementi chimici.

    Il problema definire se le concentrazioni di cromo totale e di cromo esavalente rilevate nellarea di Spinetta Marengo sono di origine naturale o se dovute a fatti di inquinamento, come in effetti . Insomma, la relazione della Dr.ssa Trefiletti sembra fatta per gettare fumo negli occhi.

    SLIDE N. 12 DI: 1. TREFILETTI-VALORI FONDO CROMO

    Nella predetta slide si riportano valori di fondo del Cromo VI lungo una direttrice verso Spinetta Marengo. Si pu osservare che i valori sono di gran lunga inferiori a quelli rilevati allinterno dellinsediamento industriale e a valle dello stesso, a dimostrazione delleffettivo inquinamento causato dallattivit industriale in questione.

    Daltra parte fuorviante riferirsi alla composizione chimica delle acque minerali, che seguono una normativa diversa e nelle quali si rilevano frequentemente

  • 26

    concentrazioni di metalli (cromo, arsenico, nichel, ecc.) superiori a quelle ammesse per le acque potabili distribuite da acquedotti pubblici.

    E il Ministero della Salute, come previsto dal Decreto Legislativo n.105 del 1992 in ottemperanza alla Direttiva 2009/54/CE, modificato con Decreto legislativo n. 176 del 8 ottobre 2011 (Attuazione della direttiva 2009/54/CE, sull'utilizzazione e la commercializzazione delle acque minerali naturali (GU n. 258 del 05.11.2011), che riconosce e autorizza unacqua Minerale Naturale in quanto tale.

    Lacqua minerale naturale, quindi, si distingue dalle ordinarie acque potabili per le seguenti caratteristiche:

    La purezza originaria e la sua conservazione; Il tenore in sali minerali ed oligoelementi e gli eventuali effetti favorevoli alla

    salute; La costanza nel tempo della composizione e delle caratteristiche essenziali.

    Le caratteristiche di cui sopra non sono certamente quelle delle acque sotterranee che circolano nel sottosuolo dellarea industriale di Spinetta Marengo di cui processo e a valle della stessa!

    Sempre nelludienza del 29.01.2014 il C.T.P. delle Difese Solvay, Prof. Vincenzo Francani, ha affrontato in modo apparentemente neutro il tema delle barriere idrauliche, ma eludendo il merito della questione (cfr. pag. 99 del verbale):

    Infatti, il C.T.P. delle Difese Solvay evita accuratamente di affrontare il tema di specifico interesse del sito industriale che ci occupa, e cio (cos come stato

  • 27

    sicuramente accertato e documentato), che per un lungo periodo la barriera idraulica messa in opera da Solvay era composta da un numero insufficiente di pozzi-barriera, che, pertanto, non riusciva a intercettare tutto il flusso idrico inquinante, continuando cos a permettere la migrazione degli inquinanti a valle dello stabilimento.

    Inoltre, il C.T.P. Francani con lintento di eludere questo grave problema, che rappresenta una causa rilevante della diffusione degli inquinanti tossi-cancerogeni nelle acque di falda, ha trattato, anche questa volta, in modo apparentemente neutro il tema della propagazione delle sostanze in soluzione con velocit minore di quella dellacqua, come si legge nel testo della slide n. 27 che segue:

    .

    Sul punto, il C.T.P. Prof. Francani afferma (cfr. pag. 112 del verbale di udienza):

  • 28

    Le osservazioni del C.T.P. delle Difese sul fattore di ritardo, fanno parte delle conoscenze attuali dellidrogeologia. Anche in questo caso va evidenziato un fatto incontrovertibile sul quale il Prof. Francani tace, e precisamente: la societ Solvay Solexis S.p.A. (ora Solvay Speciality Polymers Italy S.p.A.), per un lungo periodo non ha fatto nulla per contrastare la diffusione dellinquinamento, e pertanto certamente responsabile dellenorme ritardo, circa 8 anni sui 15 in contestazione, con cui gli inquinanti hanno continuato e, purtroppo, tuttora continuano a diffondersi nellambiente. Infatti, non intervenendo per tempo, lattuale propriet ha pertanto prolungato i tempi necessari alla bonifica della falda acquifera, con i conseguenti pesanti e negativi impatti ambientali, sanitari ed economici [a questultimo riguardo, si legga anche il divieto ad usare tali acque di falda per usi agricoli, come ci ha ricordato il sig. Enrico De Benedetti nella Sua testimonianza resa alludienza del 05.05.2014, a proposito delle colture (es. mais) che sono inibite ai titolari della Cascina Pederbona a causa dellavvelenamento di tali acque].

    II. SULLA PRESENZA E DIFFUSIONE DEGLI INQUINANTI

    In proposito, questa difesa da qui per integralmente richiamato e ritrascritto il Capitolo 4 e suoi sub 4.1 e 4.2, pagg. 34 46, della Relazione Tecnica 14.01.2014 (depositata alludienza del 22.01.2014) dei CC.TT. di queste Parti civili, Dr. Fulvio Baraldi, Dr. Luigi Mara e Ing. Bruno Thieme. In questa sede, per evitare inutili duplicazioni ci si limita ad evidenziare e a richiamare quanto segue:

  • 29

    E necessario arrivare al giugno 2008 perch fossero realizzati i primi piezometri profondi (in genere 60 metri) come sotto riportato dalla stessa fonte sopra indicata:

    4.1 - Documenti ARPA 2012

    Fonte: ARPA (Protocollo n 129484 del 19.12.2012) invia alla Procura della Repubblica, presso Tribunale di Alessandria, allattenzione del Dr. Riccardo Ghio, il documento avente per oggetto: Monitoraggio presso il sito Solvay Speciality Polymers Italy s.p.a. Trasmissione Rapporti di Prova relativi ai campionamenti di Agosto 2012. Trasmissione dei Rapporti di Prova relativi agli anni 2011 e 2012. Relazione Tecnica.

    La rete di monitoraggio delle acque sotterranee utilizzata da ARPA riportata nelle Figure 4.1 e 4.2 che seguono (cfr. Capitolo 4.1 della Relazione Tecnica 14.01.2014 cit.)>>.

    Per quanto riguarda la situazione di inquinamento della falda acquifera sotterranea, si concorda con ARPA nel sostenere che:

    - Nella falda esterna si riscontrano le stesse sostanze inquinanti che si rinvengono allinterno dello Stabilimento, con valori ampiamente superiori ai limiti di legge;

  • 30

    - Lattuale barriera non ancora sufficiente a fermare la fuoriuscita degli inquinanti dallo Stabilimento;

    - Persiste una situazione fortemente compromessa nei livelli superficiali, intermedi e anche profondi sia allinterno dello Stabilimento che allesterno;

    - Si rileva la presenza pressoch ubiquitaria di solventi aromatici BTEX seppure sotto i limiti di legge;

    - I solventi alifatici clorurati sono stati ritrovati in concentrazioni superiori alle CSC nellacquifero superficiale e in quello intermedio. Essi, a causa del legame Carbonio-Cloro, hanno una particolare stabilit che conferisce loro una notevole persistenza nellacquifero e un conseguente accumulo nello stesso: oltre a spostarsi lateralmente alla direzione di flusso sotterraneo, vanno ad interessare le porzioni pi profonde dellacquifero;

    - Si constata un ruolo importante dellalto piezometrico nella diffusione degli inquinanti in senso radiale;

    - Il pozzo Bolla a rischio (e infatti stato chiuso il 22 gennaio 2013).

    A tutto questo va aggiunto che il plume dinquinamento segue landamento piezometrico e la direzione del flusso idrico sotterraneo, ed diretto verso il fiume Bormida, che in questa zona ha unazione drenante nei confronti della falda, come risulta dalla Carta piezometrica riportata nella Figura 4.3 (Fonte: De Luca et altri. Studio idrogeologico della pianura alessandrina. Milano, 1987), e pure dalla Carta piezometrica elaborata da ARPA per il mese di ottobre 2008, mostrata dalla Figura 4.4. Sono pertanto ipotizzabili contributi inquinanti al fiume. (Cfr. pagg. 44 45 della Relazione Tecnica 14.01.2014 cit. dei CC.TT. di queste Parti civili).

  • 31

    Figura 4.3

  • Figura 4.4

  • 33

    III. CASCINA PEDERBONA E INQUINAMENTO DELLE FALDE

    Tenuto conto che, nel Capitolo 5 e sub 5.1 della Relazione Tecnica 14.01.2014 cit. dei CC.TT. di queste Parti civili, si documenta puntualmente il fenomeno della diffusione dellinquinamento da Cromo VI dallo stabilimento in questione di Spinetta Marengo alla Cascina Pederbona (v. in particolare, la Figura 5.4, relativa alla traccia della sezione idrochimica), data la rilevanza dei dati ivi contenuti, per una migliore e organica esposizione della presente Memoria, di seguito si riporta integralmente il suddetto Capitolo 5 ed il suo sub 5.1.

  • 34

    Figura 5.1

    5.1 Inquinamenti da cromo (VI) dei pozzi/piezometri riportati nel Rapporto ARPA 2012

    I dati delle analisi chimiche presenti nel rapporto ARPA 2012 (il pi completo, ove, in particolare, sono riportati i dati relativi Pozzo P2 AMAG molto vicino alla Cascina Pederbona) utilizzati nel proseguio, riguardano un certo numero di pozzi/piezometri interni e anche esterni allo Stabilimento, sia infissi nellacquifero A (secondo la relazione ARPA 2012 presente fino a 15,5-21 metri di profondit dal piano campagna) che nellacquifero B (secondo in dati ARPA 2012 presente tra 25 e 55-65 metri di profondit dal piano campagna). I dati utilizzati sono, per uniformit, tutti relativi allanno 2012 e sono riportati nelle Tabelle 5.1 e 5.2 e nelle Figure 5.2 e 5.3 che seguono.

  • 35

    TABELLA 5.1 CROMO (VI) NEI POZZI/PIEZOMETRI INTERNI ANNO 2012 Pozzo/piezometro Profondit (m) Acquifero Cr VI (g/l)

    ACQUIFERO A

    B1-BARRIERA 18,15 A 58

    MONTE 15 A 25

    MP10 17 A 94

    MP24 17 A 66

    MP4_P 14,50 A 103

    MP5 16,80 A 39

    P 15 A 1370

    P1 18 A 1060

    P12AMAG 20 A 79

    P5 21 A 88

    PML1 17 A 251

    PML2c 18,70 A 1120

    PZ ES 6 21 A 166

    PZ IN 11 16 A 79

    PZ IN 15 14 A 115

    PZ IN 16 15 A 844

    PZ IN 19 21 A 310

    PZ IN 25 20 A 456

    PZ IN 38-BARRIERA 25 A 447

    PZ IN 48 25 A 934

    PZ IN 50 25,50 A 1170

    VALLE 1 20,80 A 71

    VALLE 2 20,85 A 460

    ACQUIFERO B

    POZZO 2BIS 70 B 34

    POZZO 20BIS 75 B 16

    PP 26BIS 60 B 15

  • 36

    TABELLA 5.2 - CROMO (VI) NEI POZZI/PIEZOMETRI ESTERNI ANNO 2012

    Pozzo/piezometro Profondit (m) Acquifero Cr VI (g/l)

    ACQUIFERO A

    P2AMAG 20 A 87

    P5AMAG 20 A 174

    P9AMAG 20 A 150

    P15AMAG 20 A 24

    PZ ES 3 22,50 A 106

    PZ ES 4 20 A 166

    ACQUIFERO B

    PP 14BIS 60 B 17

    PP 15BIS 63 B 10

    PP 24BIS 60 B 12

    Figura 5.2 Spinetta Marengo inquinamento da Cromo (VI) dellAcquifero A

    Spinetta Marengo (AL) - ACQUIFERO A Cr VI (2012)

    0

    100

    200

    300

    400

    500

    600

    700

    800

    900

    1000

    1100

    1200

    1300

    1400

    1500

    1600B

    1-B

    AR

    RIER

    A

    MO

    NTE

    MP10

    MP24

    MP4

    _P

    MP5

    P P1 P12AM

    AG

    P5 PML1

    PML2c

    PZ ES

    6

    PZ IN

    11

    PZ IN

    15

    PZ IN

    16

    PZ IN

    19

    PZ IN

    25

    PZ IN

    38-B

    AR

    RIER

    A

    PZ IN

    48

    PZ IN

    50

    VALLE

    1

    VALLE

    2

    P2AM

    AG

    P5AM

    AG

    P9AM

    AG

    P15AM

    AG

    PZ ES

    3

    PZ ES

    4Cr

    VI

    (m

    icro

    gra

    mm

    i/litr

    o)

    pozzi/piezometri esterni

    pozzi/piezometri interni

  • 37

    Figura 5.3 - Spinetta Marengo inquinamento da Cromo (VI) dellAcquifero B

    Spinetta Marengo (AL) - ACQUIFERO B CrVI (2012)

    0

    5

    10

    15

    20

    25

    30

    35

    40

    POZZO

    2BIS

    POZZO

    20BIS

    PP 26B

    IS

    PP 14B

    IS

    PP 15B

    IS

    PP 24B

    IS

    CR VI

    (m

    icro

    gra

    mm

    i/litr

    o)

    pozzi/piezometri interni

    pozzi/piezometri esterni

    Dai dati relativi alle concentrazioni di Cromo (VI) presenti nei pozzi/piezometri presentati nelle predette tabelle e figure si pu rilevare:

    Che allinterno dello Stabilimento, nellacquifero A, le concentrazioni di Cr VI sono molto pi alte che allesterno e pertanto la fonte dellinquinamento interna e non esterna visto che il flusso della falda diretto da SE verso NO, quindi dallo Stabilimento verso la Cascina Pederbona (presso questultima, secondo i dati ARPA 2008, le concentrazioni di Cr VI presentano valori variabili da 83 a 102 g/l);

    Che nellacquifero B, pi profondo, le concentrazioni di Cr VI sono minori di quelle riscontrate nellacquifero A ma comunque superiori alle CSC. Pertanto: il Cromo VI passato dallacquifero superficiale (A) a quello pi profondo (B), evidenziando che tra i due livelli acquiferi non esiste una netta separazione; inoltre che lelemento metallico cancerogeno ha contaminato sia larea interna allo Stabilimento che quella esterna fin verso il fiume Bormida,

  • 38

    causando linquinamento di una zona territoriale assai ampia che per lunghi anni non potr essere utilizzata per emungere acqua sotterranea.

    Si quindi tracciato un profilo idrochimico tra lo Stabilimento e la Cascina Pederbona, utilizzando sempre i dati del rapporto ARPA 2012, ovvero le analisi relative allanno 2012 per i pozzi/piezometri scelti lungo una direttrice Stabilimento-Cascina Pederbona (v. Figura 5.4), i cui dati sono riportate nelle Tabelle 5.3 e 5.4 e nelle Figure 5.5 e 5.6 che seguono.

    Tabella 5.3 - INQUINAMENTO DA CROMO (VI) DELLACQUIFERO A

    Pozzo/piezometro Posizione(*) Profondit (m) Acquifero Cr VI (g/l)

    P2 AMAG E 20 A 87

    P5 AMAG E 20 A 174

    P9 AMAG E 20 A 150

    PZ ES4 E 20 A 166

    P 22 AMAG I 20 A 89

    VALLE 2 I 20,85 A 460

    VALLE 1 I 20,80 A 71

    PZ ES 6 I 21 A 166

    MP4_P I 14,50 A 103

    PML1 I 17 A 251

    PZ IN 16 I 15 A 844

    PZ IN 19 I 21 A 310

    MONTE 2 I 15 A 116

  • 39

    TABELLA 5.4 - INQUINAMENTO DA CROMO (VI) DELLACQUIFERO B

    Pozzo/piezometro Posizione (*) Profondit (m) Acquifero Cr VI (g/l)

    PP 14BIS E 60 B 17

    PP 15BIS E 63 B 10

    PP 24BIS E 60 B 12

    POZZO 2BIS I 70 B 34

    POZZO 20BIS I 75 B 16

    PP 26BIS I 60 B 15

    (*) E = Esterno allo stabilimento;

    I = Interno allo stabilimento.

  • 40

    Figura 5.4 TRACCIA DELLA SEZIONE IDROCHIMICA

    CASCINA PEDERBONA

    TRACCIA DELLA

    SEZIONE IDROCHIMICA

    POZZO P2 AMAG

  • 41

    Figura 5.5 - INQUINAMENTO DA CROMO (VI) DELLACQUIFERO A

    Spinetta Marengo (AL) - ACQUIFERO ASezione CR VI (2012)

    050

    100150200250300350400450500550600650700750800850900950

    100010501100

    P2 A

    MAG

    P5 A

    MAG

    P9 A

    MAG

    PZ ES4

    P 22

    AM

    AG

    VALLE

    2

    VALLE

    1

    PZ ES

    6

    MP4

    _P

    PML1

    PZ IN

    16

    PZ IN

    19

    MO

    NTE

    2CR

    VI

    (m

    icro

    gra

    mm

    i litr

    o)

    pozzi/piezometri esterni

    pozzi/piezometri interni

    Figura 5.6 - INQUINAMENTO DA CROMO (VI) DELLACQUIFERO B Spinetta Marengo (AL) - ACQUIFERO B

    SEZIONE CR VI (2012)

    0

    5

    10

    15

    20

    25

    30

    35

    40

    PP 14B

    IS

    PP 15B

    IS

    PP 24B

    IS

    POZZO

    2BIS

    POZZO

    20BIS

    PP 26B

    IS

    CR VI

    (m

    icro

    gra

    mm

    i/litr

    o)

    pozzi/piezometri esterni

    pozzi/piezometri interni

  • 42

    Dalle Tabelle 5.3 5.4 e dalle Figure 5.5 5.6 si rileva:

    Che per lacquifero A le concentrazioni diminuiscono da SE verso NO, ovvero in direzione della Cascina Pederbona e secondo il flusso della falda sotterranea. In vicinanza della Cascina sopraddetta le concentrazioni rilevate (Pozzo P2 AMAG) sono comunque superiori alla CSC.

    Che per lacquifero B si evidenzia che le concentrazioni di Cr VI sono inferiori di quelle rilevate nellacquifero A; inoltre tali concentrazioni diminuiscono dalla zona interna allo Stabilimento verso la Cascina Pederbona secondo il flusso di falda, pertanto linquinamento si diffuso dallo Stabilimento verso la Cascina sopra citata.

    Nelle slides in formato PowerPoint, presentate dallAvvocato Santamaria nel corso dell'udienza preliminare alludienza del 02.11.2011, si osservano alcune tavole dedicate alla Storicit della contaminazione; in esse non vengono mai indicati i valori delle concentrazioni di Cromo VI rilevate allinterno dello Stabilimento. Considerando ad esempio la tavola Storicit della contaminazione-2008 (media), allinterno dello Stabilimento in questione di Spinetta Marengo, si evidenzia che le analisi ARPA 2008 segnalano concentrazioni di Cromo VI del seguente ordine di grandezza (nonch I solventi clorurati e i fluoruri presenti in concentrazioni elevatissime):

    e, pertanto, la tavola sopraccitata potrebbe essere rappresentata come si mostra nella Figura 5.7 che segue.

  • 43

    Figura 5.7

    *******

    IV. LALTO PIEZOMETRICO

    Tenuto conto dei problemi tecnici al centro del presente procedimento e della loro complessit, per comodit e per dare una certa organicit alla presente tematica, si richiamano di seguito il Capitolo 3 e i suoi sub 3.1 e 3.2 della Relazione Tecnica 14.12.2014 dei CC.TT. di queste Parti civili - [(cfr. pagg. 17 33) NB: lo si ripete, i capitoli, le figure e le tabelle di questa Relazione verranno di seguito riportati con la loro originaria numerazione) - su La pericolosit dellacqua della falda sottostante lo stabilimento della societ Solvay Speciality Polymers (gi Solvay Solexsis, gi

    PzIN2 Cr VI: 8203 (g/l)

    PzIN3 Cr VI: 3258 (g/l)

  • 44

    Ausimont) S.p.A. di Spinetta Marengo/Alessandria e delle aree limitrofe avvelenata da molteplici sostanze chimiche tossi-cancerogene, e, segnatamente, da cromo esavalente e da composti organoclorurati, e precisamente:

  • 45

    In ottobre 2007 (Fonte: AQUALE ECOFOX DEVELOPPEMENT. Solvey Solexis spa. Stabilimento industriale di Spinetta Marengo (AL). Commentaires de la presetationaux autorites. SOL/SPI/2007/7. Data: ottobre 2007) si evidenzia che la perdita di acqua nella zona MP 11 contribuisce alla migrazione di inquinanti verso il confine meridionale dello Stabilimento, come si rileva dalla Figura 3.1 (nel documento indicata come diapositiva 6) sotto riportata.

    Figura 3.1

    Anche ARPA (Fonte: ARPA. Inquinamento da Cromo e Solventi Clorurati. Polo industriale chimico. Alessandria. 21 ottobre 2008) rileva nello studio del 2008 la presenza dellalto piezometrico, come riportato nella seguente Figura 3.2.

  • 46

    Figura 3.2

    Sulla base degli studi di ARPA (2008) si evidenzia (v. Figure 3.3 e 3.4) una contaminazione da Cromo VI, Fluoruri e Organoalogenati con alte concentrazioni anche nellarea posta a sud est dello Stabilimento, dove presente il pozzo denominato Bolla, utilizzato per la distribuzione di acqua potabile da AMAG.

  • 47

    Figura 3.3

    POZZO BOLLA

  • 48

    Figura 3.4

    POZZO BOLLA

  • 49

    Figura 3.5

    3.1 - Laccertata migrazione di inquinanti verso il confine meridionale dello Stabilimento interessa anche il pozzo denominato Bolla ad uso potabile della rete AMAG; la sua posizione infatti a circa 100 metri dal confine sud-est dello Stabilimento, come indicato nella Figura 3.6 che segue. Si rileva come tale pozzo ad uso potabile non compaia mai nelle cartografie presentate da Solvay Solexis.

    POZZO BOLLA

  • 50

    Figura 3.6

    Sia il pozzo Bolla di AMAG (v. Figura 3.7), sia il pozzo n. 8 di Solvay (v. Figura 3.8), utilizzati per distribuire acqua potabile, presentano, per quanto riguarda la profondit dei filtri, una struttura simile (cfr. Figure 3.7 e 3.8), in quanto:

    entrambi sono profondi circa 100 metri; il pozzo Bolla presenta filtri tra 55 e 59 metri, tra 64 e 73 metri, tra 82 e 91

    metri di profondit circa; il pozzo n. 8 presenta filtri tra 55 e 57 metri, tra 60 e 62 metri, tra 72 e 77

    metri, tra 94 e 98 metri di profondit circa.

    Si pu pertanto sostenere che entrambi i pozzi emungono acqua sotterranea dagli stessi livelli acquiferi, pi inquinati nel caso del pozzo n. 8 interno a Solvay, meno inquinati nel caso del pozzo Bolla che comunque, in via precauzionale (!) stato dimesso il 22 gennaio 2013.

    UBICAZIONE DEL POZZO BOLLA

  • 51

    Figura 3.7

  • 52

    Figura 3.8

  • 53

    La rete di monitoraggio delle falde acquifere costituita, nelle vicinanze del pozzo Bolla, dai seguenti pozzi/piezometri:

    POZZO 9

    POZZO 12

    POZZO 13

    P10

    PZIN4

    PZIN5

    PZIN58

    In tutti i pozzi/piezometri vicini al pozzo Bolla sono state rinvenute (Fonte: ARPA-Protocollo n 129484 del 19.12.2012. Monitoraggio presso il sito Solvay Speciality Polymers Italy s.p.a. Trasmissione Rapporti di Prova relativi ai campionamenti di Agosto 2012. Trasmissione dei Rapporti di Prova relativi agli anni 2011 e 2012. Relazione Tecnica) concentrazioni elevate pur se variabili di Cromo VI, Fluoruri, Carbonio Tetracloruro, Cloroformio, Tetracloroetilene, Tricloroetilene, Triclorofluoro metano.

    In particolare i piezometri PZIN4 e PZIN5 presentano concentrazioni elevatissime, come di seguito riportato dalla stessa fonte sopra citata (cfr. le Tabelle 3.1 e 3.2 che seguono).

  • 54

    Tabella 3.1 - PZIN4

  • 55

    Tabella 3.2 - PZIN5

  • 56

    Uno stralcio della planimetria con lubicazione della rete di monitoraggio, desunta dal documento sopra citato, evidenzia nella Figura 3.9 la posizione del pozzo Bolla (peraltro non indicato nel documento) e i pozzi/piezometri pi vicini.

    Figura 3.9

    A causa della situazione di grave inquinamento sopra accennata, il pozzo Bolla ha dovuto essere disattivato da AMAG spa, come risulta dalla sotto riportata comunicazione del gennaio 2013 indirizzata da parte della Societ AMAG ai vari Enti interessati.

  • 57

    Pertanto il bene acqua sotterranea ha subito un gravissimo danno per linquinamento causato da sostanze che non esistono in natura tanto che, allo stato, lo rende inservibile per tempi non attualmente definibili ma certamente molto lunghi.

    3.2 - Laccertata migrazione di inquinanti provenienti dallo Stabilimento interessa anche il pozzo denominato Ferraio ad uso potabile della rete AMAG; la sua posizione infatti interna allabitato di Spinetta Marengo a circa 500 metri dal confine nord-est dello Stabilimento, come indicato nella Figura 3.10 che segue. Si rileva come tale pozzo ad uso potabile non compaia mai nelle cartografie presentate da Solvay Solexis.

    Figura 3.10

    La struttura di tale pozzo (v. la Figura 3.11 che segue) , in sintesi, la seguente: - profondit: 160 metri - filtri: da 90 a 93; da 116,50 a 119,50; da 122 a 123; da 133,50 a 139,50; da 140

    a 146 metri di profondit rispetto al piano di campagna; - realizzazione: aprile 1990.

  • 58

    Figura 3.11

  • 59

    Secondo i rilievi ed il monitoraggio delle acque sotterranee effettuato da ARPA nel luglio 2008, il pozzo (indicato nelle Figure 3.12 e 3.13 che seguono con un cerchio rosso) si trova allinterno di unarea, che riguarda peraltro gran parte dellabitato di Spinetta Marengo, nella quale le acque sotterranee presentano alte concentrazioni di inquinanti quali il cromo esavalente e i solventi organici alogenati (cfr. Figure 3.12 e 3.13 cit.). Secondo i rilievi di ARPA, le concentrazioni di tali inquinanti sono superiori alle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (D.Lvo 152/2006) e pure delle Concentrazioni Limite Accettabili (D.M. 471/1999) che, secondo entrambi i dispositivi di legge, per le acque sotterranee sono di 5 g/l per il cromo esavalente e di 10 g/l per la sommatoria dei composti organoalogenati.

    Non v dubbio che linquinamento proveniente dallo Stabilimento si diffuso anche nel centro abitato, mettendo a rischio la funzionalit del pozzo Ferraio in ordine al suo utilizzo per lapprovvigionamento idrico ad uso potabile.

    Figura 3.12

  • 60

    Figura 3.13

    *******

    V. LASSENZA DI MANUTENZIONI DELLA VETUSTA RETE IDRICA DELLO STABILIMENTO DI SPINETTA MARENGO

    In merito alle cause che provocano il cosiddetto alto (o duomo) piezometrico, non vi dubbio che vi sono le omesse manutenzioni della rete idrica dello stabilimento in questione della lunghezza di circa 54 Km - (di cui 29 Km di rete idrica e 25 Km della rete per acque reflue di processo e meteoriche) - con le conseguenti enormi perdite di acqua (circa 300 metri cubi/ora) che hanno determinato e che continuano a determinare il fenomeno di lisciviazione dei rifiuti industriali tossi-cancerogeni ivi tumulati, con il continuo inquinamento (rectius avvelenamento!) delle acque delle falde sottostanti il sito industriale al centro del presente processo e delle aree circostanti interessate sino a nord al fiume Bormida (cfr. capo di imputazione).

  • 61

    In proposito, si precisa che gli inquinanti passano dal terreno alla falda per lisciviazione o per solubilizzazione.

    In particolare, le sostanze inquinanti tossiche e cancerogene tumulate nelle diverse discariche dello stabilimento in questione, si possono trovare ad una profondit:

    Che interessa la zona satura: in questo caso le stesse sostanze sono attraversate dalla falda, che le solubilizza mobilizzandole con s;

    Che inferiore rispetto a quella precedente: in questo caso le sostanze tossi-cancerogene percolano in falda per effetto della lisciviazione causata dallacqua piovana e/o dallacqua che deriva dalle perdite della rete idrica, che in parte andr a formare lalto piezometrico.

    Si sottolinea, che la pluridecennale assenza di manutenzione della rete idrica dello stabilimento in questione, stata documentata ed illustrata puntualmente dal Pubblico Ministero nelle Sue conclusioni alludienza del 25 giugno 2014 - [Si ricorda, che si tratta di uno degli addebiti mossi nel capo di imputazione, causale rispetto allavvelenamento delle acque di falda]. In altri termini, si tratta di fatti documentali, focalizzati dal P.M. che ha evidenziato chiaramente lomessa manutenzione da parte delle suddette societ delle reti idriche dello stabilimento di Spinetta Marengo. Fatti che trovano riscontro, oltre che nella copiosa documentazione agli atti richiamata dal P.M. nella predetta udienza, anche nelle testimonianze rese dai Testi:

    Mario ROLDI (cfr. verbale di udienza del 04.11.2013, pag. 34). Giorgio PASQUIN (cfr. verbale di udienza del 04.11.2013, pagg. 46 - 47), che

    cos risponde alle domande del P.M.:

    - P.M. Queste reti idriche di cui Lei si occupato per cinque anni erano reti vecchie, erano reti recenti?

    - TESTE PASQUIN Vecchio! - P.M. Molto vecchie?

    - TESTE PASQUIN Lindustriale molto vecchia. Le carte che avevamo in mano parlano degli Anni 50, 1951, 1952.

    - P.M. Quindi avevano almeno quarantanni, o forse di pi? - TESTE PASQUIN S, quarantanni. - Ancora, a pag. 47 del verbale di udienza: P.M. Va bene. Per caso sono state

    cambiate, cio sostituite con una manutenzione straordinaria nel periodo in cui Lei era tra il 1994 e il 1999?

  • 62

    - TESTE PASQUIN No, nel periodo in cui cero io no. stato cambiato solo il tratto di rete antincendio.

    - E nella stessa udienza, alla domanda dellAVV. SASSI Ed era un tratto lungo di rete che era stata sostituita con questi materiali pi recenti?

    - TESTE PASQUIN Un tratto lungo, s. Non mi ricordo pi bene, ma circa cento o duecento metri penso.

    Giuseppe FUGAZZA (cfr. trascrizioni delludienza 4.11.2013, pagg. 80 - 81): - P.M. Ancora una domanda. Lei stato una ventina danni a questo

    impianto Algofrene, in questi ventanni, al di l degli interventi di manutenzione di cui abbiamo parlato stamattina, quelli proprio di processo quelli sulla macchina, quelli appunto per evitare gli sversamenti occasionali per esempio, o la sostituzione di valvole eccetera, eccetera, invece di interventi di manutenzione, non ordinaria, non quella legata a una perdita, si vede lacqua e si interviene, ma straordinari alla rete idrica, Lei ne ricorda?

    - TESTE FUGAZZA A livello di impianto sono stati fatti degli interventi migliorativi sulle acque antincendio, ma sulla rete no, non ricordo.

    Ermanno MANFRIN - (che dal 1989 al 2008 ha lavorato alla programmazione della manutenzione dello stabilimento; cfr. trascrizioni delludienza 4.11.2013, pagg. 95 - 96):

    - P.M. Un teste che abbiamo sentito prima ha riferito di reti idriche molto vecchie nello stabilimento, che risalivano agli Anni Quaranta, agli Anni Cinquanta. Si ricorda se queste reti intanto cerano e se sono state oggetto di manutenzione straordinaria, di cambiamenti, di pezzi consistenti, e non di pezzi che si sono guastati? Se avevate programmato in quel periodo in cui Lei era alla programmazione, o anche prima, se si ricorda, degli interventi consistenti, non degli interventi di metodo?

    - TESTE MANFRIN Ho capito la domanda, per Lei tenga presente questo, non so se lex collega che mi ha preceduto lo ha detto, e cio un intervento del genere di sostituzione pi o meno radicale di una rete idrica di un impianto, non era un intervento di manutenzione, ma era un investimento. Quindi di questo bisognerebbe parlare con chi si occupava di investimenti.

    - PRESIDENTE Non toccava a Lei?

    - TESTE MANFRIN No, io non mi sono mai occupato di investimenti.

  • 63

    - P.M. Ho capito, per una cosa che in qualche modo comunque interessa, anche se non direttamente, Lei. Voglio dire se io sono alla manutenzione ordinaria della rete idrica e mi cambiano un pezzo della rete idrica magari me lo ricordo. Poi non compito mio decidere, ma magari me lo ricordo. Voglio dire si ricorda la perdita dellAlgofrene del 2000, che ha fermato due o tre ore lo stabilimento, e non si ricorda di un affare che magari durato un mese, di un cambio consistente della rete idrica? Posso capire, come dire, un intervento di un metro, quello non se lo ricorder mai ma un intervento consistente, se per caso si ricorda. Le chiedo di fare uno sforzo di memoria.

    - TESTE MANFRIN Non mi ricordo. Di sicuro, io ho cominciato a lavorare nel 1969 e questi impianti cerano gi, quindi presumo... Non me lo ricordo per in pratica quando e come sono stati fatti.

    Le predette testimonianze hanno trovato ulteriore e chiara conferma dalle e-mail che il NOE dei Carabinieri ha copiato sui server centrali dello stabilimento di Spinetta Marengo di cui processo; si tratta di decine di e-mail, che sono state prodotte dal P.M. come allegato 27 e alle quali si fa integrale rinvio. Qui, per brevit, ci si limita a sottolineare che nelle stesse e-mail si legge continuamente di assenza di interventi manutentivi e delle conseguenti perdite sistematiche, per esempio, di Cloroformio (sul punto, cfr. e-mail 23.09.2005, inviata a diversi dirigenti, ivi compreso limputato Canti), oppure, come afferma in modo inequivocabile la Dr.ssa Cattaruzza: si tratta di unattivit che rientrerebbe nella normale manutenzione che loro non fanno!! Per non appesantire oltre la presente trattazione in tema di mancata manutenzione della rete idrica (e, pi in generale, degli impianti) dello stabilimento in questione, per brevit, si fa esplicito rinvio ai fatti documentali focalizzati ed illustrati lucidamente dal Pubblico Ministero nelle Sue conclusioni dibattimentali, che questa difesa condivide e fa propri.

    VI. I PERICOLI PER LA SALUTE UMANA INSITI NEL CONSUMO ALIMENTARE, DOMESTICO E AGRICOLO DELLE ACQUE DI FALDA INQUINATE DA SOSTANZE E AGENTI TOSSICI E CANCEROGENI, E, SEGNATAMENTE, DA ARSENICO, CLOROFORMIO, CROMO VI, DDT, TETRACLOROETILENE, TETRACLORURO DI CARBONIO, TRICLOROETILENE

    Preliminarmente, si osserva che i pericoli per la salute umana derivanti dai consumi alimentari, igienici, domestici e agricoli delle acque di falda di cui si

  • 64

    discorre, sono ben noti, da oltre 20 anni, alle societ Montedison/Ausimont SpA (ora Edison S.p.A.) e Solvay Solexis S.p.A. (ora Solvay Speciality Polymers Italy S.p.A.), ovvero agli odierni imputati per i rispettivi periodi di competenza, come si evince chiaramente dalla lettura dal gi citato Rapporto ERL, Ausimont del dicembre 1992: Valutazione delle Condizioni del Suolo, Sottosuolo e Falda: Stabilimento di Spinetta Marengo (doc. 33 all. alla Relazione Solvay del 03.12.2010, pagg. 66 - 67):

  • 65

    Sullinquinamento delle acque di falda, in relazione alle propriet tossiche e cancerogene delle sostanze accertate, va detto a chiare lettere che le stesse ivi presenti

  • 66

    sono in grado di determinare pericoli ed effetti dannosi per la salute umana derivanti, segnatamente, dal consumo alimentare dellacqua stessa.

    In proposito, questa difesa, cos come i CC.TT. di queste Parti civili, condivide i contenuti e le risultanze alle quali sono pervenuti i consulenti tecnici del Pubblico Ministero, Prof. Giorgio Gilli, Dr.ssa Tiziana Schilir e Dr.ssa Simona Soldati, nella Loro Relazione Tecnica del 05.05.2014 agli atti - [segnatamente in tema di: Valutazione del rischio e delle sue fasi di valutazione; Risk assessment nelle aree di rischio; Risk assessment (analisi del rischio sanitario) nel contesto italiano e internazionale; effetti tossico nocivi per la salute umana di Arsenico, Cloroformio, Cromo VI, DDT, Tetracloroetilene, Tetracloruro di carbonio, Tricloroetilene, ovvero delle principali sostanze rappresentative dellinquinamento del complesso idrogeologico superficiale e profondo dellarea compresa tra Spinetta Marengo e il fiume Bormida] -, alla quale si fa integrale rinvio per evitare inutili duplicazioni. Di seguito ci si limita a riportare per le citate sostanze tossi-cancerogene il rispettivo numero CAS e la formula chimica, i valori massimi rilevati, allinterno ed allesterno del sito, i relativi valori limite previsti dal D.Lgs n 31/2001 per le acque potabili e il Valore Guida previsto dalla OMS per le acque potabili, nonch la classificazione delle predette sostanze tossi-cancerogene effettuata dalla IARC e da altre Agenzie internazionali, e precisamente:

    Arsenico:

    CAS N 7440-38-2

    Valori massimi riscontrati nel complesso idrogeologico superficiale e profondo dellarea compresa tra Spinetta Marengo e il fiume Bormida:

    Sito interno: 860 g/L (Arsenico come As) Sito esterno: 5 g/L

    Il valore limite previsto dal D.Lgs n 31/2001 e dalla Direttiva 98/83/CE per le acque potabili di 10 g/L, mentre il Valore Guida (provvisorio) della OMS per le acque potabili pari a 10 g/L.

    NB. (cfr. pag. 31 della Relazione cit. dei consulenti tecnici del Pubblico Ministero, Prof. Giorgio Gilli, Dr.ssa Tiziana Schilir e Dr.ssa Simona Soldati).

  • 67

    Cloroformio (o Triclorometano): CAS N 67-66-3; formula CHCl3

    Valori massimi riscontrati nel complesso idrogeologico superficiale e profondo dellarea compresa tra Spinetta Marengo e il fiume Bormida:

    Sito interno: 290.000 g/L (= 290,000 mg/L) Sito esterno: 160.714 g/L (= 160,714 mg/L)

    Il valore limite previsto dal D.Lgs n 31/2001 e dalla Direttiva 98/83/CE per le acque potabili di 30 g/L (come somma dei trialometani: Cloroformio, Bromoformio, Dibromoclorometano, Bromodiclorometano), mentre il Valore Guida previsto dalla OMS per le acque potabili pari a 300 g/L.

    Cromo esavalente:

    CAS N 18540-29-9 (composti solubili e insolubili) Valori massimi riscontrati nel complesso idrogeologico superficiale e profondo dellarea compresa tra Spinetta Marengo e il fiume Bormida:

    Sito interno: 3520 g/L (8203 g/L) Sito esterno: 1086 g/L

    Il valore limite previsto dal D.Lgs n 31/2001 e dalla Direttiva 98/83/CE per le acque potabili di 50 g/L (come Cromo totale), mentre il Valore Guida della OMS per le acque potabili pari a 50 g/L.

    DDT Sinonimi: 4,4- Diclorodifeniltricloroetano; 1,1,1-Trichloro-2,2-bis(4-chlorophenyl)ethane; 1,1-Bis(4-chlorophenyl)-2,2,2-trichloroethane:

    CAS N 50-29-3; formula C14H9Cl5

    Valori massimi riscontrati nel complesso idrogeologico superficiale e profondo dellarea compresa tra Spinetta Marengo e il fiume Bormida:

    Sito interno: 2,6 g/L

    Sito esterno: 0,3 g/L

  • 68

    Il valore Guida previsto dalla OMS per le acque potabili pari a 1 g/L.

    Tetracloroetilene (o Percloroetilene): CAS N 127-18-4; formula C2Cl4

    Valori massimi riscontrati nel complesso idrogeologico superficiale e profondo dellarea compresa tra Spinetta Marengo e il fiume Bormida:

    Sito interno: 157 g/L

    Sito esterno: 27 g/L

    Il valore limite previsto dal D.Lgs n 31/2001 per le acque potabili di 10 g/L (come somma TCE + PCE), mentre il Valore Guida previsto dalla OMS per le acque potabili pari a 40 g/L.

    Tetracloruro di carbonio:

    CAS N 56-23-5); formula CCl4 Valori massimi riscontrati nel complesso idrogeologico superficiale e profondo dellarea compresa tra Spinetta Marengo e il fiume Bormida:

    Sito interno: 253.000 g/L (= 253,000 mg/L) Sito esterno: 39.122 g/L (= 39,122 mg/L)

    Il valore Guida previsto dalla OMS per le acque potabili di 4 g/L.

    Tricloroetilene (TCE) CAS N 79-01-6; formula C2HCl3

    Valori massimi riscontrati nel complesso idrogeologico superficiale e profondo dellarea compresa tra Spinetta Marengo e il fiume Bormida:

    Sito interno: 134.000 g/L (= 134,000 mg/L) Sito esterno: 9.120 g/L (= 9,120 mg/L)

    Il valore limite previsto dal D.Lgs n 31/2001 e dalla Direttiva 98/83/CE per le acque potabili di 10 g/L (come somma TCE + PCE), mentre il Valore Guida (provvisorio) della OMS per le acque potabili pari a 20 g/L.

  • 69

    Per quanto concerne le propriet tossi-cancerogene delle sostanze indicate nel capo di imputazione si fa rinvio al Capitolo 9. (Le classificazioni e le valutazioni sulla cancerogenicit delle sostanze, e, segnatamente, quelle indicate nel capo di imputazione), pagine 93 - 136 della Relazione Tecnica 14.01.2014 agli atti dei CC.TT. di queste Parti civili, Dr. Fulvio Baraldi, Dr. Luigi Mara, Ing. Bruno Thieme; qui, per comodit, si riportano di seguito le tabelle (con la stessa numerazione ivi indicata) relative alle suddette sostanze con le rispettive classificazioni formulate dai diversi Enti ed Agenzie, e precisamente:

    Tabella 9.21 - Arsenico (CAS 7440-38-2) e composti inorganici

    Ente Classificazione

    Unione Europea

    Regolamento (CE) 1272/2008 (CLP)

    Cancerogeno di Categoria 1A con lindicazione di pericolo H350: Pu provocare il cancro

    CCTN IARC Cancerogeno per luomo Gruppo 1 USEPA Cancerogeno umano Gruppo A ACGIH Cancerogeno per luomo Categoria A1 NIOSH Sostanza cancerogena per luomo

    NTP Sostanza cancerogena per luomo di Categoria 1

    Larsenico (As) e suoi composti sono delle materie prime usate nel passato presso lo stabilimento di cui processo (cfr. societ Montefluos S.p.A., Presentazione progetto ambientale Spinetta Marengo, 31.08.1988, doc 38 degli allegati alla relazione 03.12.2010), questo cancerogeno presente nel terreno e nelle discariche C ed E (cfr. Manoscritto revisione documento Ausimont ERL Italia, dicembre 1992 - allegato 45 alla relazione Solvay del 03.12.2010). 50 tonnellate di residui di pigmenti e arseniati sono stoccati provvisoriamente in fusti (1988) (cfr. societ Montefluos S.p.A., Presentazione progetto ambientale Spinetta Marengo, 31.08.1988, doc 38 - degli allegati alla relazione Solvay del 03.12.2010).

  • 70

    NB.

    In merito agli effetti cancerogeni per luomo derivanti dallesposizione ad Arsenico (As), vi sono chiare evidenze che lesposizione pu generare radicali liberi e altre specie reattive nei sistemi biologici. I possibili meccanismi di cancerogenicit comprendono la genotossicit, lo stress ossidativo, linibizione della riparazione del DNA, la promozione della tumorigenesi, la co-cancerogenesi, la proliferazione cellulare ma anche alterazioni della trasduzione del segnale o la metilazione del DNA (Hughes, 20023; Kitchin4, 2001; Rossman5, 2003). Inoltre, pi meccanismi possono interagire fra loro.

    Lesposizione dovuta allingestione di acqua contaminata da Arsenico inorganico pu determinare linsorgenza di cancro della pelle, della vescica, del polmone, del rene e di altri organi (NRC6, 1999 e 20017; WHO8, 2001). Una commissione della National Academy of Science ha valutato gli effetti sanitari dellAs inorganico presente nellacqua destinata al consumo umano riportando una stima della probabilit massima di rischio per tumore alla vescica e al polmone (NRC9 2001). Alla concentrazione di 10 g/L di Arsenico nellacqua, lincidenza di cancro alla vescica in 100.000 individui pari a 12 nelle donne e a 23 negli uomini. Per il cancro del polmone il tasso di incidenza per 100.000 persone di 18 nelle femmine e di 14 nei maschi.

    Inoltre, come sopraddetto, lEPA stima 1 caso incrementale di tumore ogni 10000 persone esposte a 2 g/L di Arsenico, un valore che corrisponde a 10 casi di tumore incrementali ogni 100.000 persone esposte alla stessa concentrazione di Arsenico nellacqua per alimentazione.

    In proposito, si osserva che i predetti dati di incidenza del cancro alla vescica e al polmone, negli uomini e nelle donne (nonch i casi di tumori incrementali stimati dallEPA per esposizioni a 2 g/L di Arsenico), sono lennesima dimostrazione che, 3 Hughes MF. Arsenic toxicity and potential mechanisms of action. Toxicol Lett; 133: 1 16.

    4 Kitchin KT. Recent advances in arsenic carcinogenesis: modes of action, animal models and methylated

    arsenic metabolites. Toxicol Appl Pharmacol 2001; 172: 249 261. 5 Rossman TG. Mechanism of arsenic carcinogenesis: an integrated approach. Mutat Res 2003; 533: 37 65.

    6 NRC. 1999. Arsenic in Drinking Water. Washington, DC: National Research Council.

    7 NRC. 2001. Arsenic in Drinking Water.Update. Washington, DC: National Research Council.

    8 WHO 2001. Arsenicand arsenic compounds. Environmental Health Criteria 224. World Health

    Organization, Geneva. 9 NRC. 2001. Arsenic in Drinking Water.Update. Washington, DC: National Research Council.

  • 71

    n il valore limite previsto dal D.Lgs n 31/2001, n il limite previsto dalla Direttiva 98/83/CE per le acque potabili, entrambi pari a 10 g/L, n il Valore Guida previsto dalla OMS per le acque potabili di 10 g/L, non tutelano la salute umana, ovvero non sono una soglia al di sotto della quale non vi rischio oncogeno per le persone che consumano acqua per lalimentazione con tali livelli di contaminazione da Arsenico.

    Infatti, per un cancerogeno, nel nostro caso lArsenico, non esiste un limite, per quanto infinitesimo, al di sotto del quale non vi rischio oncogeno per le persone esposte (sul punto, si veda il Capitolo 11. - Linattendibilit, ai fini della tutela della salute, dei limiti di esposizione agli agenti cancerogeni, pagg. 143 147, della Relazione Tecnica 14.01.2014 agli atti, dei CC.TT. di queste Parti civili).

    Il fatto pacifico non solo a livello scientifico, ma anche a livello comunitario, come stato pure sancito da una direttiva europea (i concetti sono gli stessi, anche se la direttiva fa riferimento allinquinamento dellaria): lArsenico, il Cadmio, il Nickel e alcuni idrocarburi policiclici aromatici sono agenti cancerogeni umani genotossici per i quali - non esiste una soglia identificabile al di sotto della quale queste sostanze non comportano un rischio per la salute umana. (Direttiva 2004/107/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 15 dicembre 2004, concernente lArsenico, il Cadmio, il Mercurio, il Nickel e gli Idrocarburi policiclici aromatici nellaria).

    Conclusivamente, su questa tematica, non vi chi non veda la rilevanza che rivestono i predetti danni per la salute pubblica, e, quindi, anche processualmente, causati dallavvelenamento da Arsenico delle acque di falda di cui processo, destinate ai consumi alimentari, domestici ed agricoli; avvelenamento, le cui responsabilit sono in capo agli odierni imputati, per i rispettivi periodi di competenza.

    * * * * * * *

  • 72

    Tabella 9.5 - Cloroformio (Triclorometano) (CA S 67-66-3)

    Si sottolinea che presso lo stabilimento di Spinetta Marengo di cui processo, si impiegano notevoli quantit di Cloroformio come materia prima, pari a 18.000 tonn/anno. Nel 1988, lo stoccaggio medio di Cloroformio stato di 450 tonnellate (cfr. societ Montefluos S.p.A., Presentazione progetto ambientale Spinetta Marengo, 31.08.1988, doc 38 degli allegati alla relazione Solvay del 03.12.2010), mentre nel 2006 tale stoccaggio passato a oltre 1100 tonnellate (cfr. societ Solvay Solexis, Analisi ambientale iniziale, 13.09.2006). Il Cloroformio arriva per la quasi totalit in cisterne ferroviarie, e, in quantit minore, con autobotti (cfr. societ Solvay Solexis, Analisi ambientale iniziale, 13.09.2006). Durante le operazioni di scarico si verificavano perdite di prodotto: In considerazione anche di precedenti episodi di fuoriuscita di prodotto, lo stoccaggio locale di cloroformio viene considerato [agli effetti degli scarichi idrici] e non (Fonte: Area monomeri Valutazione degli aspetti ambientali significativi, senza data, foglio 0262). Si precisa che il Cloroformio impiegato come materia prima nella produzione dellAlgofrene 22, che costituisce lintermedio per la produzione di fluoro polimeri

    Ente Classificazione

    Unione Europea Sospetto cancerogeno di Categoria 3, contrassegnato con la frase R40: Pu provocare il cancro

    Regolamento (CE) 1272/2008 (CLP)

    Sospetto cancerogeno di Categoria 2 con lindicazione di pericolo H351: Sospettato di provocare il cancro

    CCTN Possibile cancerogeno per l'uomo di Categoria 3B

    IARC Sospetto cancerogeno per luomo Gruppo 2B

    USEPA Probabile cancerogeno per l'uomo Gruppo B2 ACGIH Cancerogeno per l'animale Categoria A3 NIOSH Sostanza cancerogena per luomo

    NTP Sostanza cancerogena per luomo di Categoria 2

  • 73

    (1988) (cfr. societ Montefluos S.p.A., Presentazione progetto ambientale Spinetta Marengo, 31.08.1988, doc 38 degli allegati alla relazione Solvay del 03.12.2010). Inoltre, si ricorda che il Cloroformio pu formarsi nel terreno per dealogenazione riduttiva degli idrocarburi alifatici clorurati (cfr. Ausimont, Piano di caratterizzazione dello stabilimento di Spinetta Marengo, 31.03.2001). Sul punto, per una trattazione di tali processi di dealogenazione riduttiva, ovvero di trasformazione/degradazione nel terreno degli idrocarburi clorurati, si fa rinvio al Capitolo 10 [Idrocarburi clorurati: caratteristiche, comportamento nel terreno e degradazione in sottoprodotti ancor pi tossici e cancerogeni (es. Cloruro di vinile), pagg. 137 - 142] della Relazione Tecnica 14.01.2014 cit. dei CC.TT. di queste Parti civili; di seguito, si richiamano alcuni passi della stessa, e precisamente:

    I solventi clorurati rappresentano un sottogruppo dei composti organoalogenati nel quale uno o pi atomi di cloro c