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Un viaggio tra emozioni e sapori di borghi sorprendenti PAGLIETA ∙ ATESSA ∙ TORNARECCIO ∙ ARCHI ∙ PERANO ∙ ALTINO ∙ BOMBA ∙ COLLEDIMEZZO lungo le strade del BUONO e del BELLO

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Un viaggio tra emozionie sapori di borghi sorprendenti

PAGLIETA ∙ ATESSA ∙ TORNARECCIO ∙ ARCHI ∙ PERANO ∙ ALTINO ∙ BOMBA ∙ COLLEDIMEZZO

lungo le strade del

BUONOe del

BELLO

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A tour among landscapes, art, gastronomy and nature The ideal triangle formed by the villages of Paglieta, Altino and Colledimezzo, which also includes Atessa, Tornareccio, Archi, Perano and Bomba, is full of surprises for the visitors. Green hills, thick forests and the fresh waters of a lake - Bomba - and two rivers - Sangro and Aventino - combine with charming villages touched by art. A territory offering high quality products such as the Dried Atessa Reale Fig, the Tornareccio honey, the sweet pepper of Altino, wines, extra virgin olive oil and much more, all celebrated by important promotional events in the enchanting environment of the historical centres. Places then dominated by nature, from the Monte Pallano, the Regional Nature Reserve of the Serranella Lake to the Bomba Lake. The itinerary we suggest you to follow starts from Paglieta, with its perfectly preserved historical centre, and continues to the discovery of Atessa, a treasure chest of churches and works of art, with its museums - including the one dedicated to Aligi Sassu - and its nineteenth-century theatre. Only seven kilometres from Atessa there is Tornareccio, famous for its open-air museum of mosaics and for honey. Few kilometres further, you will find Archi, with its ancient buildings in the historical centre, a unique view of the Sangro Valley and its churches with oriental influences, and Perano, the crescent moon-shaped village, with its Town Hall that “faces” the parish church. Continuing along the itinerary, you will reach Altino, a fascinating example of “spread” village, made up of historical centre and rural centres, and nearby the Bomba Lake the elegant and homely Bomba, birthplace of Silvio and Bertrando Spaventa, and the scenic Colledimezzo, perched around its church-museum which keeps a copy of a masterpiece by Tanzio da Varallo.Enjoy your visit!

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PAGLIETA

ATESSA

COLLEDIMEZZO

BOMBA

USCITA A14VAL DI SANGRO

ROMA

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PESCARA

BARI

TORNARECCIO

ARCHI

ALTINO

PERANO

Il triangolo di territorio ricompreso tra Paglieta, Altino e Colledimezzo, che abbraccia anche Atessa, Tornareccio, Archi, Perano e Bomba, è uno scrigno di sorprese.È un territorio bello, che risale dolcemente dalla Val di Sangro, la più importante e prospera zona industriale del centro sud. L’affascinante mix di verdi colline, fitti boschi e dolci acque di un lago – quello di Bomba - e di due fiumi - il Sangro e l’Aventino – in questo lembo d’Abruzzo che ricade nel territorio della DMC Terre del Sangro Aventino, si integra alla perfezione con borghi suggestivi arroccati attorno a chiese, palazzi e centri storici di grande pregio.Ma è anche un’altra la bellezza che contamina questi luoghi: quella dell’arte. Arte contemporanea, con forme espositive classiche come il Museo Sassu di Atessa, e innovative come il museo a cielo aperto di mosaici a Tornareccio. E arte di epoche passate: colpiscono gli occhi e il cuore capolavori come l’ostensorio di Nicola da Guardiagrele (XV secolo) ad Atessa o la copia del dipinto di Tanzio da Varallo (XVII secolo) a Colledimezzo.Un territorio bello e buono, in virtù di prodotti di eccellenza come il miele di Tornareccio, i Presìdi Slow Food Fico Reale di Atessa e Peperone Dolce di Altino, insieme a pregiati vini e ricercato olio extravergine d’oliva, e tanto altro. Bontà uniche che parlano di tradizioni e saperi con solide radici, oggi celebrate in importanti e fortunati eventi promozionali ambientati nell’incanto dei centri storici.

Un territorio, infine, dominato dalla natura: che sia quella esuberante di Monte Pallano o quella a vocazione ambientale della Riserva Regionale Lago di Serranella o, ancora, quella placida del Lago di Bomba, si tratta di un’offerta davvero ricca di opportunità.L’itinerario proposto in questa guida parte da Paglieta, con il suo centro storico perfettamente conservato e una vista mozzafiato che spazia dalla Maiella al mare Adriatico, e prosegue per Atessa, il più importante centro del territorio, con le sue chiese e le sue opere d’arte, i suoi musei e il suo teatro tra i più belli d’Abruzzo. A soli sette chilometri, ecco Tornareccio, il borgo diventato famoso per i suoi mosaici en plein air e per il miele apprezzato in tutto il mondo. Altri nove chilometri e si arriva ad Archi, paese tutto da scoprire, a partire dai palazzi antichi del centro storico, la vista unica sulla Val di Sangro e chiese antiche che celano influenze orientali. Così come sa sorprendere Perano e la sua suggestiva forma di falce lunare: il potere temporale dello splendido Palazzo Comunale e quello spirituale dell’altrettanto affascinante chiesa parrocchiale sembrano ancora fronteggiarsi nella piazza centrale, che rimanda a secoli passati. Proseguendo ancora, Altino è un suggestivo esempio di borgo diffuso che vive tra il caratteristico centro storico e i numerosi insediamenti rurali ricchi di storia e tradizioni. Là dove il Sangro diventa lago, il nostro percorso volge al termine con le ultime due tappe. Bomba, elegante e accogliente, che diede i natali ai patrioti Silvio e Bertrando Spaventa, e la scenografica Colledimezzo, arroccata attorno alla sua chiesa parrocchiale all’interno della quale è custodita copia di un tesoro inestimabile: il dipinto di Tanzio da Varallo.In breve: non manca proprio nulla per lasciarsi sorprendere dal triangolo dove il paesaggio, l’arte, la gastronomia e la natura regnano incontrastati. Buona visita!

Paesaggio, arte,gastronomia e natura nel triangolodel bello e del buono

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PAGLIETALa solida roccaforte che guarda la Maiella negli occhi

ELEGANZA, BUON VINO E ROMBI DI MOTORE SI INCROCIANO IN UN BORGO DALLE ORIGINI ANTICHE, CHE SI DIPANA DOLCEMENTE ATTORNO AL SUO INVIDIABILE GIOIELLO: IL CENTRO STORICO MEDIEVALE

L’eleganza e il fascino di un centro storico ben conservato, dove perdersi tra vicoli e splendidi affacci sulla dinamica Val di Sangro e l’imponente Maiella, sorseggiando un ottimo calice di vino locale. È il volto tranquillo di Paglieta, affascinante borgo di 4.500 abitanti disteso su una dolce collina di 235 metri di altitudine frequentata già in epoca preromana. Tutt’intorno, campagna e soprattutto vigneti che, in virtù della storica cantina sociale e una laboriosa azienda privata, rendono Paglieta una delle 441 Città del Vino italiane; più in basso, le imprese automotive della Val di Sangro, a partire dalla Sevel, sono all’origine

dell’adesione alle Città dei Motori, che parla di un paese da sempre amante delle quattro ruote. Così come delle due: storica, infatti, è la passione per il ciclismo, al punto che per ben dieci volte Paglieta è stata tappa della Tirreno Adriatico. Arrivati in paese, si può lasciare la macchina in zona piazza Martiri Lancianesi, dove spiccano due splendidi edifici signorili privati: il Palazzetto e Palazzo Mariani. Imboccato corso Vittorio Emanuele, dopo una piacevole passeggiata si raggiunge piazza Roma con i suoi giardini e la fontana: girando lo sguardo a sinistra, ecco la Torre della Porta (XVIII secolo), che con eleganza

Info www.comune.paglieta.ch.it

immette nel centro storico. Circondato da possenti mura risalenti al XIII secolo e torrioni (molto bello quello medievale che spicca a poche decine di metri a sinistra della torre, risalente al XVI secolo), il Castrum Palletae è stato a lungo una roccaforte sicura: non a caso, anche nel corso della Seconda Guerra Mondiale fu scelto dal generale Montgomery come punto di avvistamento del comando Alleato, che proprio a Paglieta aveva la sua sede, per controllare l’intera Val di Sangro durante i cruenti giorni della Battaglia del Sangro, uno degli episodi bellici più decisivi per abbattere la Linea Gustav che passava anche sotto Paglieta, e lungo la quale è stato realizzato un affascinante percorso cicloturistico-pedonale “Sulla Linea Gustav. Cammino della memoria” (www.sullalineagustav.it). Oggi, una lapide individua l’abitazione che ospitò il comandante britannico. Al cuore del centro storico, la chiesa parrocchiale di Maria Santissima Assunta, splendido edificio risalente al XVII secolo, finemente decorato in stile barocco: conserva al suo interno le reliquie di San Giusto martire donate da Papa Innocenzo XII, e traslate dalle catacombe di Roma tra il 1692 e il 1700. Tutt’intorno, un dedalo di stradine, scalinate, piazzette panoramiche, vicoli tra palazzi e antiche abitazioni che un tempo ospitavano le famiglie benestanti e quelle artigiane, le scuderie, gli alloggi militari, frantoi e mulini, fondaci e magazzini. In breve, tutto ciò che serviva alla vita quotidiana di questa tranquilla cittadella fortificata che guarda la Maiella negli occhi.

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PAGLIE

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La splendida torre della porta che immette nel centro storico

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Museo delle Tradizioni Popolari “Nelli – Polsoni”Ricco di oggetti e arredi d’epoca, il museo racconta tradizioni e consuetudini di vita del passato con un percorso attraverso la ricostruzione di vari ambienti: cucina, camera da letto, bottega artigiana, trappeto ecc.

EVENTI

A luglio si svolge la Rassegna di Cori Folkloristici, mentre ad agosto da non perdere la sagra

La Pizza della Nonna nei dintorni della chiesa di San Vincenzo (zona valle) e, per gli amanti della buona musica pop-rock, Paglieta Live con artisti locali e internazionali che si esibiscono dal vivo. Sentieri d’Autunno è l’evento enogastronomico più importante del cartellone annuale paglietano, in grado di richiamare migliaia di visitatori l’ultimo fine settimana di ottobre. Organizzato dalla Pro Loco, propone degustazioni di vini, olio, dolci, prodotti tipici, pasta alla mugnaia e cucina contadina nell’incanto del centro storico.

1. L’antica torre medievale 2. La Val di Sangro e, sullo sfondo, la Maiella viste da Paglieta 3. La porta di accesso al centro storico 4. L’interno della chiesa Maria Santissima Assunta

Paglieta is part of the national associations “Città del Vino” and“Città dei Motori” (Cities of Wine and Cities of Motor) and stands on a gentle hill 235 above sea level. Particularly noteworthy is the old town, surrounded by walls built in the 13th century, with the Baroque church of Maria Santissima Assunta and numerous alleys and small squares from which one can enjoy a wonderful view over the Sangro Valley and the peaks of Maiella. During the final phase of the Second World War, Paglieta was the headquarters of the Allies and the General Montgomery lived here for some time. A visit to the Museum of popular traditions “Nelli-Polsoni” is worth a stop. In October, the food and wine festival “Sentieri d’Autunno” is not to be missed, with tasting of wines and typical products in the enchanting environment of the old town.

dove: via Vincenzo Cuoco n. 1

quando: domenica 18-20 (16-18 da maggio a ottobre). Altri giorni su prenotazione

contatti: 339 8653632 – 333 1258884 340 6932012web: museopaglieta.weebly.com

La pasta alla Mugnaia

Un unico filo di pasta lungo anche più di un chilometro, lavorato pazientemente, condito con sugo di castrato, e mangiato dai commensali direttamente sulla spianatoia di legno: più che un ottimo piatto di pasta, quello tramandato ancora oggi dal mugnaio Nicola Di Lallo (foto dal web) e da altri a Paglieta è un vero e proprio rito!

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An elegant stronghold looking the Maiella Massif in the eye

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ATESSAUno scrigno di meraviglie che sa conquistareDAI TESORI DELLA CATTEDRALE AL MAGNIFICO TEATRO COMUNALE OTTOCENTESCO, PASSANDO PER ANTICHE PORTE, PALAZZI SIGNORILI E MUSEI: UNA PASSEGGIATA TRA STORIA, ARTE E CULTURA

Città d’arte, scrigno di monumenti, forziere di cultura, comunità intraprendente, polo industriale dinamico: benvenuti ad Atessa, il centro più grande (10.500 abitanti) nonché punto di riferimento dell’intero territorio per via delle sue attività economiche, scolastiche e bancarie, ma soprattutto per la sua storia e la sua fierezza che ancora oggi forgiano idee ed iniziative coinvolgenti.Se l’ampia zona valliva è interessante per le sue industrie – la multinazionale Valagro, ma soprattutto Sevel (gruppo Fca) e Honda Italia che sono all’origine di una passione per la meccanica e la velocità che fanno di Atessa una Città dei Motori – e una produzione ortofrutticola tra cui spiccano le rinomate pesche, il visitatore amante del bello e del buono dovrà necessariamente

salire verso la parte antica della città. E, mano a mano che lascerà la valle sarà accarezzato da colline rigogliose dove sta tornando a crescere il fico della varietà Reale, la cui presenza è attestata da sempre in zona e ora è al centro di una riscoperta, e dai cui vigneti nasce un ottimo nettare, proposto da una cantina sociale ed una privata: per queste due ragioni, Atessa è anche Città del Fico e Città del Vino. Infine, una volta arrivato ai 430 metri della parte alta della città, si lascerà coinvolgere nella vertiginosa esperienza di bellezza del centro storico: chiese, palazzi signorili, monumenti e vicoli cui, un tempo, si accedeva tramite otto porte, quattro delle quali tuttora visibili. Bellezza e leggenda: Atessa dove la vediamo oggi,

Info www.comunediatessa.it

infatti, nascerebbe nel II secolo grazie al Santo Vescovo Leucio di Brindisi che, di passaggio nella zona, uccise il feroce dragone che mieteva vittime innocenti e impediva ai borghi arroccati sue due colli, Ate e Tixa, di riunirsi. La maestosa cattedrale di San Leucio, che conserva una costola fossile proprio a testimonianza dell’episodio di fondazione di Atessa, si erge nel cuore della città. La facciata in stile tardo romanico rimanda all’origine duecentesca dell’edificio, mentre l’interno a cinque navate finemente decorato in stile barocco tradisce secoli di ricchezza e splendore, il cui vertice massimo è l’ostensorio in argento realizzato dal maestro Nicola da Guardiagrele nel 1418, uno dei più importanti capolavori dell’arte orafa sacra in Abruzzo, attualmente esposto in una teca.San Leucio è una delle numerose chiese di Atessa: nella sola parte vecchia della città se ne contano altre dodici, quasi tutte ben conservate, che tra vallive e rurali diventano in totale ben ventitré. In quella di San Pietro, sconsacrata, è custodita la mostra d’arte “I colori dell’acqua”, con opere di vari autori contemporanei. Di particolare bellezza, lungo la strada che conduce a Tornareccio, in località Vallaspra, il cinquecentesco convento di San Pasquale, ideale per chi è alla ricerca di pace e meditazione. L’anima religiosa di Atessa si coglie anche nelle vivaci confraternite, alcune molto antiche: Beata Vergine della Cintura, Maria SS. Addolorata, SS. Sacramento, Beata Vergine del Carmine e del Rosario, che animano anche l’affascinante processione del Venerdì Santo, tra le più antiche ed importanti a livello regionale. A pochi passi dalla cattedrale, ecco un secondo gioiello: il Teatro comunale “Antonio Di Jorio”, intitolato al maestro atessano che ha composto e musicato le più famosi canzoni popolari abruzzesi. Il monumento di fine Ottocento, con i suoi

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ATESS

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Lo skyline del centro storico

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Il Museo SassuIl più grande museo dedicato ad Aligi Sassu, uno dei più importanti maestri del Novecento, con duecentodieci capolavori tra disegni, acquerelli, pastelli, tempere e opere grafiche. La collezione è stata donata dal mecenate Alfredo Paglione, ideatore anche del museo a cielo aperto di mosaici della vicina Tornareccio.

EVENTI

L’anno atessano si apre con la colorata sfilata di Carnevale. A giugno, Musica e Motori nel

cuore del centro storico, con esposizioni di auto, animazioni ed esibizioni varie, e Square@art, rassegna di street food, cover band e artisti di strada. A luglio, il Concorso per Bande Musicali “A. Di Jorio”, rassegna con le migliori bande italiane ed internazionali, e la Festa del Contadino in località Monte Marcone, con stand e spettacoli, e la rassegna Atessa in Jazz. Ad agosto, gli eventi clou: la Festa de li Squàcciafìchere, che esalta l’identità atessana, Corti Antiche, tour enogastronomico tra le “ruelle” e gli antichi chiostri dei palazzi del centro storico, e le famose feste patronali. A dicembre, infine, Atessa nel Presepio, mostra di creazioni presepiali uniche.

Atessa is part of the national associations “Città del Vino” and“Città dei Motori” (Cities of Wine and Cities of Motor). It is a treasure chest of art and culture and the most important town of the territory. In the valley, the companies of the automotive industry such as Sevel and Honda Italia, while in the highest part of the city, architectural gems like the Saint Leucio Cathedral and the Municipal Theatre, dedicated to the composer Antonio Di Jorio. The Baroque church has a nave and four aisles and keeps a precious silver ostensory made by the famous goldsmith Nicola da Guardiagrele in 1418. The theatre was built at the end of the nineteenth century and is considered one of the most important theatres of the region. In the old town, other twelve churches can be visited. Visitors cannot miss the Aligi Sassu Museum, the largest museum dedicated to the Italian artist, with two hundred and ten works. Lovers of good food will appreciate the Dried Atessa Reale Fig, the great wines, liqueurs and nougats, and lastly the peaches produced in the valley.

dove: Palazzo Ferri, corso Vittorio Emanuele n. 116

quando: visite su prenotazione

contatti: 0872 850 421

web: pagina Facebook MuseAte

Il Fico Reale di AtessaColtivato fin dall’epoca romana, è un Presidio Slow Food recentemente riscoperto e valorizzato. Viene essiccato e farcito con un gheriglio di noce, richiuso, infornato e conservato con foglie di alloro. Di particolare pregio anche i liquori e torroni prodotti in città.(Photo courtesy: Ass. Fico Reale di Atessa)

Info: pagina Facebook Fico Reale di Atessa

centonovanta posti a sedere e tre ordini di palchi, s’inserisce a pieno titolo tra i più belli e importanti della regione, anche grazie ad un recente restauro. Ospita ogni anno la fortunata rassegna di teatro comico dialettale.Per gli appassionati di arte presepiale, da non perdere è il Museo del Presepio in piazza Oberdan, con un’esposizione permanente che riproduce anche splendide vedute atessane, mentre gli amanti dello shopping e delle cose buone potranno risalire corso Vittorio Emanuele fino alla scenografica piazza Garibaldi: una passeggiata di puro piacere tra palazzi, attività storiche, wine bar e negozi che propongono bontà tradizionali dai gusti signorili. Giunti in piazza, arte contemporanea ancora protagonista con le centocinque opere grafiche di Gaetano Minale, conservate nel foyer del moderno Auditorium Italia. 1. L’imponente facciata di San Leucio 2. Il convento di San Pasquale 3. Balconate del Teatro “Di Jorio”4. L’ostensorio di Nicola da Guardiagrele

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A treasure chest of wonders that knows how to win the hearts

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TORNARECCIOUno borgo dominato da arte e dolcezza

NOVANTA MOSAICI COSTELLANO IL CENTRO STORICO E LE VIE PRINCIPALI: L’ARTE COME COMPAGNA DI VIAGGIO IN UN PAESE CHE DEVE LA SUA FAMA ANCHE AL MIELE, CONOSCIUTO E APPREZZATO DAPPERTUTTO

Rimane nascosto fino all’ultima curva, Tornareccio. Ma, terminata la strada che da Atessa sembra risucchiare nel verde il viaggiatore, dall’alto dei suoi 630 metri si apre alla vista in tutta la sua dolcezza: un borgo di 1.850 abitanti dove è possibile fare esperienza di bontà – il paese è socio fondatore delle Città del Miele per via della storica produzione del “nettare degli dei”, e vanta altre ghiottonerie come mozzarelle, salumi e prosciutti – e di bellezza, capaci di richiamare visitatori da ogni dove.L’arte a Tornareccio si respira dappertutto, grazie ad un’intuizione che dal 2006 ha trasformato il paese in uno straordinario - e unico - museo a cielo aperto, fatto di

novanta mosaici installati sulle facciate delle case, raffiguranti bozzetti originali di artisti di fama internazionale - tra cui Fioroni, Galliani, Severini, Sassu, Calabria, Ceccobelli, Mattioli, Guccione, Modica, Sughi, Savinio - che negli anni hanno partecipato alla rassegna estiva “Un Mosaico per Tornareccio” (info su pagina Facebook Ama Amici del Mosaico Artistico). Tutto nasce da un’idea dell’illustre concittadino Alfredo Paglione, mecenate e gallerista che ha trascorso una vita nel mondo dell’arte a Milano. Realizzate a Ravenna, le opere “arredano” il borgo con classe ed eleganza, accompagnando silenziosamente il visitatore in un itinerario mozzafiato.

Info www.comune.tornareccio.ch.it

Parcheggiata l’auto nei pressi del Belvedere, struttura multipiano che ospita stabilmente un piccolo Antiquarium con reperti archeologici del territorio e una fortunata Scuola di Mosaico estiva, attraverso la “porta nuova” si accede al centro storico, fortificazione di epoca medievale: delle antiche mura si intravedono ancora alcuni spezzoni, così come di un paio di torri circolari. Palazzi signorili, vicoli e una piazzetta con mosaici di grandi maestri conducono subito alla chiesa parrocchiale di Santa Vittoria, dichiarata monumento nazionale. L’edificio, ricostruito a fine Settecento, è a croce latina e tre navate, ed è decorato con stucchi barocchi. Conserva al suo interno pregevoli tele di Nicola Ranieri di Guardiagrele. Prendendo una delle tante “ruelle” attorno alla chiesa, si scende alla scenografica piazza principale conosciuta come Piano la Porta, al cui centro c’è l’ottocentesca fontana monumentale: tutt’intorno, antiche abitazioni e il “muro rotto”, un tempo cinta muraria abbattuta per dare luce alle case retrostanti. E, ovviamente, tanti e colorati mosaici a rendere l’atmosfera magica.Da piazza Fontana si sale verso via Roma, l’arteria principale del paese che poi diventa via San Rocco per via dell’omonima chiesetta costruita nel Novecento, al cui interno è custodita una straordinaria Via Crucis originale di Aligi Sassu, donata da Alfredo Paglione.Più avanti, imboccando viale Don Bosco, un’altra imperdibile tappa artistica ideata da Paglione: nella Sala d’Arte Pallano, la mostra permanente “In nomine patris”, con trenta opere di vari artisti tra cui Bonichi, Carmassi, Carroll, Caruso, Falconi, Ossola, Sassu, Savinio e Vignozzi. Pochi passi più avanti, il cuore della religiosità popolare di Tornareccio: il santuario

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TORNARE

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Meravigliosi mosaici in un vicolo del centro storico

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Il miele di Tornareccio

Patria di famiglie di apicoltori nomadi, sin dal Novecento il borgo vanta una produzione eccezionale in termini quantitativi e qualitativi, riconosciuta a livello nazionale. Grazie agli spostamenti degli alveari in tutta Italia, i produttori propongono numerose varietà di mieli uniflorali: acacia, agrumi, girasole, castagno, ciliegio, eucalipto, sulla e molti altri. Una visita nelle botteghe locali, anche fattorie didattiche, è un’esperienza imperdibile.

EVENTI

Bentornato Carnevale è la sfilata di carri allegorici che, dopo anni di assenza, oggi è

tornata a far divertire gente di tutto il territorio. Per gli amanti della birra, ben due eventi: Percorsi di Birra a luglio e Oktoberfest a settembre. Arte, mosaici e bellezza al centro della rassegna Musaica, a fine agosto, che apre le tradizionali Feste d’Agosto. L’ultimo fine settimana di settembre, l’evento che richiama visitatori anche da fuori regione: Tornareccio Regina di Miele, con stand, degustazioni, spettacoli, convegni, animazione e molto altro nell’incanto del centro storico. A dicembre, infine, i Mercatini di Natale, per regali originali e artigianali.

Tornareccio is an amazing open-air museum of ninety mosaics installed on the walls of the houses, thanks to the idea of the patron and gallerist Alfredo Paglione. The mosaics are scattered throughout the village and depict works of international artists including Fioroni, Galliani, Severini, Sassu, Calabria, Ceccobelli, Mattioli, Guccione, Modica, Sughi, Savinio. Particularly fascinating is the old Tornareccio with its national monument Saint Victory church, and the Sanctuary of Madonna del Carmine, both dating back to 15th century. The village is also famous for the excellent quality honey production by historical families of nomadic beekeepers and for this reason is one of the founders of the national association “Le Città del Miele” (The Cities of Honey).

Monte Pallano

La natura si fonde con la storia sulla montagna alle spalle di Tornareccio, dove è attivo un Parco Archeologico che propone percorsi naturalistici e visite alle imponenti Mura Megalitiche di epoca sannitica e all’abitato ellenistico-romano. Per gli amanti dell’aria aperta, non mancano zone attrezzate per pic nic, in particolare attorno al suggestivo Lago Nero che si forma di tanto in tanto.

diocesano della Madonna del Carmine, risalente al Cinquecento ma ampliato alla fine dell’Ottocento. Di particolare pregio la statua attribuita a Gian Francesco Gagliardelli, posta secondo la tradizione sull’albero dove apparve la Vergine a due umili pastorelle del luogo. Tutt’intorno, mosaici a tema mariano e, lungo via del Carmine, un’intera Via Crucis fatta di tessere e bellezza.

1. Il santuario della Madonna del Carmine 2. La chiesa di Santa Vittoria domina il centro storico 3. Mosaici in piazza Fontana 4. Uno scorcio del centro storico 5. Un’antica torre medievale

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The village of mosaics and honey

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ARCHIL’elegante terrazza sul Sangro e oltre

IL FASCINO SENZA TEMPO DEL CENTRO STORICO ACCOGLIE IL VISITATORE: PALAZZI SIGNORILI, ANTICHE PORTE, FORTIFICAZIONI E CHIESE CON INFLUSSI ORIENTALI, PER UNA PASSEGGIATA TRA STORIA E CULTURA

Da sempre, Archi è conosciuta come la “terrazza sul Sangro”. E non a torto: dai 492 metri di questo borgo di 2.200 abitanti, il fiume si scorge magnificamente. Ma a ben vedere, la definizione appare riduttiva. Il visitatore che si lascia risucchiare da archi, vicoli, piazzette e stradine, e poi sale verso la zona alta del paese, affiancato da palazzi signorili e torri antiche, è destinato a fare una scoperta che da sola vale il viaggio: raggiunto il punto più alto, la vista abbraccia praticamente mezzo Abruzzo. Di sotto, il Sangro e la sua vallata con la parte bassa del paese, Piane d’Archi, fino al mare Adriatico con il romantico Golfo di Venere e, in lontananza, le Isole Tremiti; la Maiella maestosa ed imponente alle spalle,

che quasi si può toccare con un dito, fino alle montagne degli altipiani interni dell’Abruzzo e, più in là, il Gran Sasso. Una scoperta che lascia senza fiato.La bellezza del paesaggio circostante, arricchito da migliaia di piante di olivo che rendono Archi una delle numerose Città dell’Olio – oltre che Città del Tartufo per via di una produzione significativa - e l’eleganza di un centro storico senza tempo, grazie al quale il paese è nel circuito dei Borghi Autentici, fanno della terrazza sul Sangro una perla graziosa, da visitare lentamente. Lasciata la macchina nel parcheggio adiacente alle scuole elementari, si fa prima qualche passo in direzione di Tornareccio

Info - www.comunediarchi.it

per una visita al santuario di San Rocco, di impianto ottocentesco ma costruito su un romitorio antecedente, accogliente chiesetta recentemente ristrutturata, e poi si torna indietro per lasciarsi catturare dal centro storico. Subito, sulla destra si erge la maestosa chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria dell’Olmo, raro esempio in Abruzzo di impianto a croce greca. Costruita nel Cinquecento nel luogo dove svettava una torre e riammodernata in varie fasi successive, conserva un pregevole crocifisso, e varie tele: una, raffigurante la Madonna di Costantinopoli, è probabilmente antecedente al Cinquecento, mentre del 1601 è la Madonna del Rosario e di fattura ottocentesa quella raffigurante San Vitale, patrono di Archi. Nella cripta riaperta al pubblico nel 2012 le reliquie di San Mercurio, venerato ad Archi insieme al patrono San Nicola di Bari, la Madonna di Costantinopoli e Santa Caterina d’Alessandria. Figure di santi che, unitamente alla configurazione a croce greca della chiesa parrocchiale tipica dell’Est, suggeriscono influenze orientali in paese.Poco più avanti, ecco piazza Marconi con il monumento ai caduti e l’antica chiesa di San Giovanni Battista, oggi sede del consiglio comunale, utilizzata anche per convegni ed eventi. Dall’edificio si apre via Palazzo, che attraverso lo splendido Arco Cieri conduce nella parte alta del paese. Salendo, si incontrano la Torre dell’Orologio, ben conservata, e maestosi palazzi signorili: palazzo Cieri, con un’incantevole piazzetta antistante, palazzo Angelucci, palazzo Pomilio e palazzo Lannutti. Le rifiniture e i portali di questi edifici storici parlano di epoche di benessere e magnificenza che hanno contraddistinto nei secoli Archi e la sua gente.Al culmine del borgo antico, svettano i ruderi del Castello Baronale, rimaneggiato nel corso della Seconda Guerra Mondiale dalla ferocia nazista. Si intravede

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ARCHI

La chiesa di Santa Maria dell’Olmo svetta nel centro storico

Page 10: lungo le strade del BUONOpiergiorgiogreco.it/wp-content/uploads/2018/05/LE-STRADE... · 2018. 5. 30. · azienda privata, rendono Paglieta una delle 441 Città del Vino italiane;

Città dell’OlioSono ben otto i frantoi presenti ad Archi, a testimonianza di una produzione di assoluta qualità, oltre che di quantità, riconosciuta a livello nazionale. Aziende operanti in un paesaggio mozzafiato: migliaia di alberi decorano la collina che sale al borgo antico, in una simbiosi di bellezza e gusto.

EVENTI

Ad agosto, il Palio delle Quintane: intensa giornata con passeggiate a cavallo, pranzo

all’aria aperta e la suggestiva gara finale in cui le contrade si sfidano cercando di infilare con la lancia gli anelli sospesi. A settembre, la Festa dei Borghi Autentici, con spettacoli, incontri, degustazioni e animazione. A novembre, la Gara nazionale dei cani da tartufo, promossa dal Club Italiano del Lagotto e dall’Ente Nazionale Cinofilia Italiana. A dicembre, infine, la Notte della Concezione, con l’accensione di fuochi nelle varie contrade e, a mezzanotte, il tradizionale “Saluto” tenuto da uno stornellatore accompagnato dalla banda, che in rima racconta i fatti salienti dell’anno trascorso.

Archi is definitely worth a visit to see its enchanting historical centre, full of old churches and noble residences which alternate with streets, doors and small squares up to the baronial castle, at the top of the village, where one can enjoy a breathtaking view, ranging from the peaks of Maiella to the Sangro Valley and the Adriatic Sea with its Gulf of Venus, and the Tremiti islands in the background. The parish church, dedicated to Santa Maria dell’Olmo, with valuable paintings and a wooden crucifix, is a must-see. The village is also known for its significant production of quality olive oil, with eight mills and thousands of olive trees all over the territory, and truffles and saffron.

A charming terrace on the Sangro river

Tartufo e non soloFamiglie di tartufai hanno contribuito negli anni a rendere Archi un centro famoso anche per il pregiato tubero, “cavato” sia nero sia bianco. I buongustai possono lasciarsi tentare anche dallo zafferano, l’”oro giallo” coltivato nella zona valliva.

ancora, suggestivo e solitario, un torrione cinquecentesco. Di fronte al maniero, la piccola chiesa di Santa Caterina d’Alessandria che, insieme a quella della Madonna del Rosario più sotto, completa una visita in un centro storico di fascino e storia. Infine, per gli amanti dell’aria aperta e della pesca sportiva, poco fuori dal paese c’è l’Oasi Vallescura: un piccolo lago che si offre per piacevoli momenti di relax e divertimento.

1. L’antica Torre dell’Orologio 2. I resti della torre del Castello Baronale 3. La porta Cieri 4. Palazzo Cieri 5. La chiesa di Santa Caterina d’Alessandria 6. Il santuario di San Rocco 7. Il borgo visto da Perano

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PERANOCultura e cose buone nel borgo a forma di falce lunare

IN PIAZZA UMBERTO I LA SFIDA DELLA BELLEZZA CON LA CHIESA DI SAN TOMMASO DI FRONTE ALLO SCENOGRAFICO PALAZZO COMUNALE. E DAL BELVEDERE LA MAIELLA SI PUÒ QUASI TOCCARE

Un borgo autentico (e virtuoso) d’Italia, nel cuore produttivo della Val di Sangro. È il dolce ricordo che lascia negli occhi e nel cuore Perano, una mezza luna protesa su un colle che sembra sorvegliare paternamente vigne e oliveti da cui nascono vino e olio extravergine di alta qualità, colline, insediamenti produttivi e commerciali, guardando al tempo stesso la Maiella da un lato e il mare Adriatico dall’altro.Un borgo di 1.700 abitanti, laborioso e ricco di iniziative culturali ed enogastronomiche che valorizzano gli ottimi vini, la raccolta e la lavorazione del tartufo, frutta e ortaggi di eccellenza, capace di conquistare subito il visitatore che risale la strada panoramica fino a raggiungere i suoi 256

metri di altitudine. Nella centralissima piazza Umberto I sembrano quasi fronteggiarsi quelli che un tempo erano il potere temporale e il potere spirituale, oggi due poli di un’unica comunità che guarda al passato solo per proiettarsi nel futuro: la chiesa parrocchiale dedicata a San Tommaso Apostolo e lo scenografico Palazzo Comunale.La prima, edificata nel Settecento, ha una facciata neoclassica, e all’interno è a navata unica con decorazioni barocche, tradendo così più rimaneggiamenti nel corso dei periodi successivi. Conserva diverse statue lignee realizzate dall’artista locale Gioacchino Pellicciotta. Di particolare pregio, l’altare preconciliare in marmo scolpito.

Info - www.comune.perano.ch.it

La sede del municipio è legata alla presenza in paese dei Padri Filippini – San Filippo Neri è anche il santo patrono di Perano - che verosimilmente lo edificarono nel XVI secolo come struttura per le proprie esigenze, utilizzata anche dalla popolazione locale per ripararsi dalla malaria. Di particolare fascino il loggiato del primo piano, che rende la struttura un piccolo gioiello. Sulla facciata del palazzo, in bella vista, la lapide commemorativa della XII Assemblea Nazionale dei Piccoli Comuni del 2011 tenutasi a Perano, che ha sancito Perano Capitale dei Piccoli Comuni d’Italia nel 150esimo anniversario dell’unità nazionale.Dalla graziosa piazza con la chiesa e il palazzo comunale, che sembrano guardarsi rispettosamente in faccia l’un l’altro, inizia una passeggiata piacevole tra palazzi storici, botteghe e abitazioni abbellite da fiori colorati: è sufficiente imboccare via Duca degli Abruzzi, sulla sinistra della parrocchiale. Passo dopo passo, si respira l’atmosfera di un borgo autentico, dove il tempo sembra essersi fermato. All’altezza del monumento dei caduti, in una piazza che si apre sulla destra, conviene fermarsi e affacciarsi dal piccolo belvedere. La Maiella che comprare di fronte è uno spettacolo unico, che si può quasi “toccare” con mano, mentre Archi, Altino, Casoli e altri borghi asserragliati uno dopo l’altro sembrano dar vita ad un presepe perenne. Seguendo via Urbano Pugliese, peranese e giureconsulto borbonico, si arriva in piazza Erminio Troilo, il filosofo e socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei nato nel borgo, in pochi passi si torna al punto di partenza. Ripresa la macchina, in pochi minuti si arriva nella zona a valle, ricca di attività commerciali, imprenditoriali e ricettive, in mezzo alle quali è stato realizzato un elegante centro polivalente destinato alla valorizzazione delle tipicità locali. A pochi passi, un’ultima bellezza: una grandiosa quercia plurisecolare tutelata

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PERANO

La caratteristica forma di falce lunare di Perano

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L’Infiorata del Corpus Domini

In occasione del Corpus Domini, il borgo si colora di magnifiche scene disegnate sulle strade cittadine, rivestite di petali di fiori: è la tradizionale Infiorata. I cittadini e i fedeli si trasformano in artisti, rendendo il borgo un vero e proprio trionfo di bellezza. (Photo courtesy: Comune di Perano)

EVENTI

A gennaio, il Presepe Vivente nelle strade del paese chiude il periodo natalizio che prevede

anche i Mercati di Natale a valle, e Il Carnevaletto, mascherata tradizionale per le vie del borgo. In quaresima, la suggestiva processione del Venerdì Santo e, la domenica dopo Pasqua, la Fiera della Domenica in Albis nella zona valliva. A maggio, le feste patronali di San Filippo Neri e San Nicola di Bari. Secondo calendario, l’Infiorata del Corpus Domini. Ad agosto, la cerimonia finale del Premio Letterario Nazionale “Raffaele Pellicciotta”, che si svolge dal 2001 ed è intitolato alla memoria del medico umanista originario di Perano, il Raduno nazionale di Fiat 500 d’epoca e la Rassegna di Cori Folkloristici. A fine ottobre, l’evento clou del cartellone peranese: Borgo DiVino. Nelle strade e nelle antiche botteghe del centro storico, percorso enogastronomico con degustazioni, tipicità, musica, vino novello e galà dei grandi vini abruzzesi.

Perano is an authentic hamlet that knows how to blend beauties and culture with the taste of good things. With its characteristic crescent moon shape, it overlooks the Sangro Valley. All around there are hills covered with olive groves and vineyards producing excellent olive oil and wines. The parish church dedicated to Saint Thomas Apostle and the Town Hall, facing each other in piazza Umberto I, must be visited. The village is famous for the “Infiorata”, the traditional flower display on Corpus Christi Day which turns the streets of the village into a carpet of petals, artistically arranged to represent religious scenes. At the end of October, the streets and squares of the historic centre host “Borgo DiVino”, with wine and food tasting tours to discover traditional dishes and new wine, and the great Abruzzo wines.

The beautiful crescent moon-shaped village

Una poesia decora il borgo antico

I versi della poesia “Perane mè” di Armando Pasquale Impicciatore, dipinti su bancali bianchi, arredano un centro storico già di per sé elegante: accanto alle porte, sotto le finestre, nei vicoli più caratteristici, il binomio poesia-bellezza contribuisce a rendere il paese ancora più accogliente.

come Albero Monumentale d’Italia per via della sua circonferenza del tronco di 4,50 metri e il diametro della chioma di oltre 30 metri. Un posto magico dove riposarsi e lasciarsi cullare dal vento, al riparo dalla calura, immersi nella dolce natura che coccola un borgo realmente autentico.1. La quercia plurisecolare (Photo courtesy: Comune di Perano) 2. Il Palazzo Comunale 3. La chiesa di San Tommaso Apostolo 4. Un incantevole vicolo del centro storico 5. Dal belvedere si ammira un panorama mozzafiato

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ALTINOIl borgo diffuso che affianca gusto e ambienteARROCCATO ATTORNO ALLA CHIESA DI SANTA MARIA DEL POPOLO, IL CENTRO STORICO È UN AFFASCINANTE DEDALO DI STRADINE, SCALINATE E PIAZZETTE. NELLE CONTRADE, ARCHITETTURA RURALE E ANTICHI TRAPPETI. A VALLE, ATTIVITÀ COMMERCIALI E NATURA VIVONO IN SIMBIOSI

Altino è un borgo diffuso: vive laboriosamente nell’affascinante centro storico e nella dinamica zona valliva Selva, ma anche in numerosissimi insediamenti rurali dove sopravvivono significativi esempi di architettura rurale che parlano di una sapienza e una cultura antiche. Elementi che si fondono e si mettono in mostra nel suo prodotto più rappresentativo – il peperone dolce – e nel festival estivo che ne esalta gusto, storia e fantasia.Dei 3.100 abitanti, solo una piccola parte vive nel centro storico che sorge a 345 metri su una rupe calcarea e sembra sorvegliare il territorio dove il Sangro

e l’Aventino diventano un unico fiume. Anche per questo, una passeggiata fino alla maestosa Santa Maria del Popolo rimane soprattutto un’esperienza di silenzio, interrotta solamente da qualche voce isolata, qualche trattore che lavora nelle campagne nei dintorni, se non addirittura dai remoti rumori che arrivano direttamente dalla valle.La chiesa parrocchiale, con il suo impianto basilicale a tre navate e le sue decorazioni barocche, è stata ricostruita in epoca rinascimentale su un precedente edificio attestato già nel XIV secolo. Tutt’intorno, stradine, scalinate e piazzette dal sapore

Info - www.comune.altino.ch.it

medievale, e abitazioni dove sono stati recentemente ricavati locali e bed & breakfast accoglienti. Proprio in questa ambientazione si svolge a fine agosto il Festival del Peperone dolce di Altino e il Palio delle Contrade: evento enogastronomico che richiama migliaia di persone da ogni dove.Abbandonato il perimetro del centro storico, due piccole chiese meritano una visita: San Rocco, con la sua forma a croce greca, e soprattutto la piccola Santa Maria delle Grazie, nei pressi del cimitero, lungo la strada che conduce verso Selva di Altino. Quest’ultima conserva al suo interno uno splendido quadro dalla storia ancora misteriosa: la Vergine del Rosario. Colpiscono immediatamente la collocazione nel soffitto sopra l’altare, e la bellezza delle forme e dei volti della Madonna, San Domenico di Guzman, Santa Caterina da Siena e Santa Rosa da Lima. Secondo una recente ricostruzione a cura dello storico dell’arte Luigi Cicchitti, l’opera, di autore ignoto e databile tra la fine del Seicento e l’inizio del secolo successivo, sarebbe stata lì collocata al posto di un’altra trafugata, risalente probabilmente al XIV secolo.Il resto di Altino è dinamismo, vita rurale, natura. Dinamica è Selva di Altino, con le sue numerose attività commerciali, imprenditoriali e ricettive. Bella è la vita rurale delle contrade, dove resistono masserie, aie, casine, pagliare e fondaci. E trappeti, molti dei quali nei pressi di oliveti con piante monumentali, specie in contrada Sant’Angelo: la campagna altinese è un libro aperto con la storia del frantoio, dall’ottocento ai giorni nostri. La natura, infine, con le acque di due fiumi che si uniscono, le zone umide, i boschi e molto altro per il visitatore che vuole lasciarsi coccolare da un territorio unico e ospitale.

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ALTI

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L’affascinante centro storico

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Il Museo del Peperone Dolce di AltinoDedicato al peperone “a cocce capammonte”, perché il frutto è rivolto verso l’alto, il museo permette una conoscenza approfondita di un prodotto recentemente riconosciuto come Presidio Slow Food. Nei vari ambienti, il visitatore si lascerà conquistare da oggetti d’epoca, pannelli didattici e video.

EVENTI

A giugno, la cerimonia finale del Concorso di Poesia dialettale “Concezio Talone”,

organizzato dalle associazioni Altino nel Cuore e Inter-Flumina. A fine agosto, il Festival del Peperone dolce di Altino e Palio delle Contrade: nel centro storico, per due sere, le massaie delle contrade Briccioli, Colli, Fonte Lama, Fronte e Mandrelle, Sant’Angelo, Selva, Scosse, Quart’ammonde, si sfidano con otto menu diversi a base di peperone dolce di Altino per conquistare l’ambita piletta in legno cesellata a mano da un artigiano locale. Un percorso enogastronomico unico, arricchito da ambientazioni suggestive, ricostruzioni, cori e balli tradizionali.

Altino is scattered among the fascinating historical centre, perched around the church of Santa Maria del Popolo, its valley with commercial and business activities, and the numerous hamlets, where there are important rural architecture examples. At the end of August, the upper part of the village comes alive thanks to the “Festival del Peperone dolce di Altino”, the food and wine event dedicated to the characteristic local spice, the sweet pepper: traditional costumes, music, dances and the annual gastronomic competition among the eight hamlets. For those who love nature and biodiversity, there are exciting itineraries and educational activities in the Regional Nature Reserve of the Serranella Lake, where the Aventino river joins the Sangro river.

A “spread” village combining taste and nature

dove: via Roma c/o Palazzo Rossetti (centro storico)quando: tutti i giorni su prenotazione

contatti: 327 9004233

web: www.peperonedolcedialtino.it

Riserva Naturale Regionale Lago di SerranellaAlla confluenza tra i fiumi Aventino e Sangro, un’oasi privilegiata per la sosta dell’avifauna migratrice lungo la rotta adriatica. Gestito dal Wwf, il centro visite organizza visite guidate alle aree faunistiche delle testuggini e delle anatre, all’orto botanico, al giardino di Pomona, e interessanti percorsi a piedi sui vari sentieri attrezzati della riserva.

dove: Centro Visite in località Brecciaio nel comune di S. Eusanio del Sangro

quando: lunedì, mercoledì e venerdì 9-13, altri giorni a seconda di iniziative ed eventi

contatti: 0872 99281

web: www.wwf.it/oasi/abruzzo/lago_di_serranella/

1. Il dipinto della Vergine del Rosario (Photo courtesy: Parrocchia Santa Maria del Popolo) 2. La facciata di Santa Maria del Popolo 3. Uno scorcio del centro storico 4. La campagna che circonda Altino 5. La torre della chiesa parrocchiale

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BOMBAL’anima civica e religiosa di un borgo tra storia e naturaNELLA PATRIA DEI FRATELLI SILVIO E BERTRANDO SPAVENTA, ESPONENTI DI SPICCO DELL’ITALIA POST UNITARIA, È BELLO LASCIARSI RAPIRE DA CHIESE, PIAZZE E VICOLI AFFACCIATI SULL’OMONIMO LAGO E LA MAIELLA

Anche se il nome rimanda ad un rumore fragoroso, Bomba è un borgo che lascia volentieri la parola alle sue bellezze e alla natura: tra le stradine e le piazze del centro che sorge a 424 metri si respira una quiete serafica che permette di contemplare la vista speciale sull’omonimo lago, a sinistra, e l’immancabile Maiella, a destra. D’estate, invece, la piazza principale si anima a tutte le ore, e il dialetto locale si mischia con quello romanesco in forza di un’emigrazione di ritorno che da sempre caratterizza questo paese e i suoi 800 abitanti attuali. Tranquilla d’inverno, vivace d’estate: sono i due volti di una Bomba che

vive attorno al suo centro storico e alle sue chiese circondati di dolci colline, piante d’ulivo che si perdono a vista d’occhio – con una produzione che fa di Bomba una Città dell’Olio -, e una natura impreziosita da opere umane come il lago artificiale che prende il nome dal borgo.Ma c’è un’altra combinazione che conquista il visitatore: la Bomba “civica” e quella “religiosa”. La prima è quella di piazza Matteotti, dove sorge l’ottocentesco palazzo comunale, imponente ed elegante al tempo stesso. Tutt’intorno, locali e bar dove gustare un ottimo caffè e un aperitivo all’aperto. Al centro, il monumento ad

Info - www.comunedibomba.it

uno dei tanti bombesi che trovò fortuna proprio a Roma: Silvio Spaventa che, con suo fratello Bertrando, ha contribuito a rendere il borgo sangrino famoso anche fuori regione. Nell’Ottocento post unitario, Silvio fu esponente di spicco della Destra storica, e ministro del Lavori pubblici: ruolo dal quale proposte la nazionalizzazione della rete ferroviaria, dimostrandosi così di lunghe vedute. Il fratello Bertrando fu filosofo e intellettuale di spicco, contribuendo con i suoi scritti alle fondamenta culturali dello stato di diritto in Italia. A loro è intitolata una Fondazione (www.fondazionespaventa.com) che anima con convegni, studi e iniziative varie la vita culturale di Bomba e dell’intero Abruzzo. Di particolare interesse nel centro storico è la casa natale dei due fratelli, ricca di documenti e materiale d’epoca, visitabile su prenotazione e in occasioni particolari.Sono due, invece, i luoghi imperdibili della Bomba religiosa. Quasi a ridosso della piazza, ecco la chiesa parrocchiale di Santa Maria del Popolo, in posizione dominante rispetto a tutto l’abitato. Riedificata nel XVIII secolo su un preesistente edificio del 1100, la chiesa è a croce greca, con facciata ed interni barocchi. Conserva numerose statue lignee e di terracotta del XVIII secolo, tra cui quella del patrono San Donato, e una tela della Madonna del Rosario, riconducibile a quella di Altino. Poco fuori l’abitato, verso la valle, fa bella mostra di sé il santuario di San Mauro Abate: quello attuale è stato ricostruito negli anni Cinquanta del secolo scorso, ma l’originario risale al XII secolo, a testimonianza di una grande devozione per questo santo in tutto il territorio. Nei pressi del santuario, la Piscina comunale San Mauro, che nei mesi estivi offre attività e divertimento a turisti e residenti.Il visitatore amante della natura ha infine due opportunità: Monte Pallano, con la sua area archeologica e le imponenti Mura Megalitiche, ed il Lago di Bomba,

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BOMBA

Bomba e il lago cui dà il nome

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Il Museo Etnografico di Bomba

Nato nel 1990, è un’avvincente raccolta di strumenti di lavoro e oggetti di vita quotidiana che nei secoli hanno contribuito alla cultura popolare locale. Il museo, gestito dall’associazione Amuset, si articola in sei sezioni, che riproducono altrettanti ambienti della casa contadina: attività artigianali, cucina, camera da letto, stanza della tessitura, cantina, rimessa degli attrezzi agricoli.

EVENTI

Ad agosto, nell’ambito della ricca Estate Bombese, l’evento Torniamo a Bomba,

appassionante percorso enogastronomico realizzato dalla Pro Loco tra i vicoli del centro storico, con degustazioni di prodotti tipici, spettacoli, animazione e visite guidate alla casa Spaventa. Arte protagonista all’Estemporanea di Pittura, che da anni anima i giorni centrali del mese con una grande mostra collettiva, concorso e premiazione. In ogni edizione, partecipano artisti di fama nazionale e internazionale.

Bomba is an hamlet of 800 inhabitants which stands at an altitude of 424 metres, nearby the homonymous artificial lake. Peaceful in winter and lively in summer, it is part of the national association “Città dell’Olio” (Cities of Oil). Bomba is perched around two centres: a civic one and a religious one. The first consists of piazza Matteotti, with its impressive town hall and the monument dedicated to Silvio Spaventa who, together with his brother Bertrando, played a prominent role in post-unification Italy. A dynamic foundation, named after the two politicians, organises conferences and cultural events. It is also possible to book a visit to their house, rich in documents and with vintage materials. The religious centre is formed by the beautiful church of Santa Maria del Popolo, with baroque decorations, and just outside the town centre, the Sanctuary of Saint Maurus Abbot. Key attractions include the Ethnographic Museum, with objects and environments which reconstruct rural life over the centuries, and the Cooperativa San Mauro, the cooperative which produces quality wines and oil.

An hamlet with a civic and religious soul

dove: via Roma n. 1

quando: visite su prenotazione

contatti: 340 2392427 - 328 0358839

web: www.museoetnograficobomba.it

Olio e vino di classe con la Cooperativa San MauroDa oltre cinquant’anni, a Bomba il gusto è interpretato al meglio dalla storica realtà che mette insieme i produttori locali di olio e vino. Un’esperienza cooperativa capace di perpetuare una vera e propria vocazione agricola, da sempre legate a doppio filo con l’intero territorio.

invaso artificiale realizzato tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso. Un modo affascinante per viverlo è una passeggiata a cavallo, con le guide del centro ippico che si incontra proprio tra Bomba e il lago: un’esperienza di suggestiva bellezza, da vivere soprattutto in estate. Quando Bomba si anima di voci e iniziative ed eventi, nell’attesa di ridare il primato alla contemplazione.

web: www.coopsanmauro.com

1. Il santuario di San Mauro 2. Panorama del paese: a sinistra, il Santuario di San Mauro 3. Un vicolo del centro storico 4. Il Palazzo Comunale 5. La statua di Silvio Spaventa e, sullo sfondo, la chiesa parrocchiale di Santa Maria del Popolo

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COLLEDIMEZZOIl borgo gioiello che cattura lo sguardo e il cuoreUN GRUZZOLO DI CASE ATTORNO ALLA BAROCCA CHIESA-MUSEO PARROCCHIALE CON IL SUO TESORO: UNA MADONNA DEL GRANDE TANZIO DA VARALLO. PER GLI AMANTI DELLA NATURA, IL LAGO OFFRE SPORT E DIVERTIMENTO

Il colpo d’occhio è unico: quando si rivela alla vista, Colledimezzo appare come un gioiello prezioso che nessun orafo avrebbe saputo ideare meglio. Una manciata di case variopinte abbarbicate a 425 metri di altitudine attorno alla chiesa di San Giovanni Apostolo e Evangelista che si erge maestosa su uno dei tre colli, di cui quello centrale occupato da un antico castello (di qui il nome “colle di mezzo”); in basso, il verde intenso del Lago di Bomba e, alle spalle, le colline che lentamente portano lo sguardo verso la Maiella, la montagna madre che non abbandona nessuno dei borghi di questa splendida zona d’Abruzzo.Un gioiello di 520 abitanti, dalle origini

antiche e segnato da nobili appartenenze: per ben quattro secoli, fino all’Ottocento, è stato possedimento della famiglia D’Avalos, una delle casate più importanti del Regno di Napoli, con significativi possedimenti in Abruzzo, tra cui Vasto e Pescara. Di questo gioiello, la chiesa parrocchiale di San Giovanni Apostolo e Evangelista è la pietra più preziosa, una vera e propria chiesa-museo. Per diverse ragioni. Da un punto di vista architettonico, oltre ad essere oggi il cuore dell’antico abitato, è un pregevole edificio barocco ad una navata, interamente ricostruito nel XVIII secolo. Ad impreziosirlo, affreschi e dipinti di Donato Teodoro, pittore teatino del Settecento, il pulpito ligneo che si trova

Info - www.comunecolledimezzo.ch.it

lungo la navata sulla sinistra, e il coro ligneo dietro l’altare, costituiti da undici stalli destinati ai membri della congregazione del SS. Sacramento, confraternita del 1600 formata da laici che avevano in cura i beni della chiesa. Una confraternita particolarmente importante, che probabilmente commissionò il vero e proprio capolavoro nel capolavoro: la “Madonna col bambino, S. Francesco d´Assisi e il committente”, tela del grande pittore lombardo del Seicento Tanzio da Varallo, che nel suo soggiorno napoletano conobbe Caravaggio da cui rimase definitivamente segnato. L’opera – una delle tre di Tanzio da Varallo custodite in Abruzzo: le altre due sono a Fara San Martino e Pescocostanzo - è rimasta a lungo conservata nella cappella della confraternita adiacente alla chiesa, e tornata alla luce negli anni Settanta del secolo scorso. Incerta è la datazione – in ogni caso successiva al 1615 – così come l’identità del committente, raffigurato ai piedi della vergine in sontuosi abiti dell’epoca. La tela attualmente visibile a Colledimezzo è una copia dell’originale, custodita nell’arcivescovado a Chieti.Stradine, scalinate, archi e slarghi rendono il centro storico un’esperienza, oltre che un affascinante agglomerato urbano: quasi un labirinto, da cui di tanto in tanto si scoprono meravigliosi affacci sul Lago di Bomba. Quest’ultimo rappresenta la seconda attrazione di Colledimezzo, grazie anche ad un centro turistico capace di ospitare a meglio visitatori e amanti dello sport, con bungalow, piscina, ristorazione, impianti sportivi e attività all’aria aperta che rendono piacevole e indimenticabile il soggiorno in un paese i cui abitanti amano tenersi in contatto: “Tnèmmz’ ngundatt” è infatti l’originale iniziativa ideata che, tramite un periodico, un sito e profili social, coinvolge e connette tutti i collidimezzesi, residenti e lontani.

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COLLEDI

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Lo skyline di Colledimezzo

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Il culto di San BiagioDa sempre venerato in paese, il protettore della gola è al centro di una festa religiosa e civile che si svolge il 3 febbraio, e che richiama curiosi da tutto il territorio per la benedizione della gola e per partecipare alla fiera e ad un percorso enogastronomico appassionante.

EVENTI

A gennaio, Sant’Antonij d’jennar, con la benedizione del fuoco sacro e rappresentazione

del santo che lotta con il diavolo. In primavera, la Scampagnata di Pasquetta. Ad agosto, ArtBruzzo, contest culturale su letteratura e arti figurative, Cinema sotto le stelle, proiezioni all’aperto con pop corn e drinks per tutti. A dicembre, i Mercatini di Natale, lungo le vie del borgo, con prodotti enogastronomici, artigianato e arte locali. Il ricco calendario è realizzato quasi interamente dalla Pro Loco.

Colledimezzo is a jewel hamlet, ruled for a long time by the noble family D’Avalos, perched around the spectacular parish church of Saint John, Evangelist and Apostle. This splendid baroque church keeps a copy of the painting “Madonna col Bambino, San Francesco d’Assisi e il committente” by Tanzio da Varallo, Lombard painter of the seventeenth-century coming from the Caravaggio school: this masterpiece was probably commissioned by the Confraternity of the Holy Sacrament that was taking care of the church’s assets. A stroll through alleys and stairways will reveal the Bomba Lake, which offers various possibilities of fun to nature lovers and those looking for relaxation.

A jewel hamlet which will win your hearts

La Scampagnata di Pasquetta

Ogni anno il giorno dopo Pasqua si organizza una partecipatissima scampagnata a cui prende parte tutto il paese nel parco delle scuole elementari. Quasi un rito collettivo all’insegna del divertimento e della condivisione, con giochi per tutte le età, musica live ed il lauto pranzo con la grigliata. (Photo courtesy: Joseph Di Lello)

1. Il capolavoro di Tanzio da Varallo 2. Bungalow in riva al lago 3. La scenografica facciata di San Giovanni Apostolo ed Evangelista 4. Il lago visto da Colledimezzo 5. Il paese visto dal Belvedere 6. Un vicolo nel centro storico

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Ideazione, testi e fotografie Realizzazione

www.piergiorgiogreco.it

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Nel cuore della provincia di Chieti,tra la Maiella e la Costa dei Trabocchi,

un’esperienza turistica che conquista

Realizzato con il contributo dei fondi PAR FSC (ex FAS) Abruzzo 2007 – 2013 – Obiettivo 1.3 – Linea di Azione 1.3.1.d

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