lulecce febbraio 2014

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ANNO IV / NUMERO 01 del 20 febbraio 2014 Supplemento di lulecce.it quotidiano sportivo on line Aut. Trib. di Lecce n. 1064 8 Luglio 2010

EDITORIALE di Flavio De Marco

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In questa fase del campionato di Lega Pro, col susseguirsi di buoni risultati, sembrano sopiti dubbi ed incertezze. Invece noi, per non farci mancare nulla, qualche dubbio e qualche incertezza la profiliamo per necessità di contingenze. Nessun dubbio sulle elevate prestazioni offerte dalla squadra con l'esperta regia di mister Lerda, ma, in caso di play-off, saremo attrezzati per il tanto sospirato salto di categoria? Speriamo proprio di si, anche perché, ad oggi, il calcio espresso dai giallorossi rende a livello matematico. Ma, per salire nella serie cadetta serve anche altro: superiorità agonistica, ottima situazione ambientale, ottima tecnica ed anche la fortuna. Non bastano i buoni propositi annunciati dai giornali blasonati come Corriere dello Sport o Gazzetta dello Sport, occorre andare un pizzico oltre. E già, poiché, non importa fare bene o su- per bene, bisogna lasciare questo calcio fatto, spesse volte di dilettantismo in campo e fuori, fatto di rudezza e di poco spettacolo. Ovviamente che questo non si dica ai veri intenditori di calcio che passano il loro tempo ad osservare punto per punto le dinamiche tecnico-tattiche e che poi, forse, si troveranno nuovamente a commentare una situazione già vista e già patita dai veri tifosi del Lecce. In questo numero diamo uno sprone a tutti per fare sempre meglio, fornendo l'analisi di Paolo Benedetti, ex capitano del Lecce con L maiuscola, quando il Via del Mare era un catino bollente e squadre come il Milan o la Juve tremavano al nostro cospetto. Proprio Benedetti, autore, di tanti gol e prodezze da campione contro le grandi. Ci impicciamo del passato anche per necessità visto che l'Us Lecce è poco propensa a farci intervistare i propri tesserati fuori dai momenti ufficiali o conferenze stampa. Pazienza, andiamo avanti alla grande, anche perché ci penseranno altri a trascrivere letteralmente dichiarazioni ufficiali oppure officianti. Intervistiamo, in questo numero un grande sportivo e giornalista, Tonio De Giorgi, direttore del Tg sportivo di Telerama, un giornalista che non ha mai tradito la sua passione per i colori e che ha sempre risposto ad un unico interesse, quello della maglia. Testimonianze, ripetiamo, utili a fare meglio per il raggiungimento dell'unico obiettivo: la B.

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MARCO CENTANNI

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Bisognava reagire per non sprofondare nella depressione più assoluta. La sconfitta subita con il Perugia poteva davvero lasciare segni profondi nella mente di tutta la squadra giallo- rossa. E se così fosse stato, sarebbe stata la fine di tutti i sogni e le speranze di un cam- pionato ad alto livello. Un primo banco di prova? Il derby di Barletta. L’altra verifica? La prima partita interna, quella contro la Paganese, dopo la sconfitta con il Perugia. Ebbene, tanto il derby quanto la gara contro i campani hanno dato i responsi sperati: cioè due vittorie. Non tutto è filato liscio, però, dopo il ko contro la formazione perugina. E’ vero, il Lecce ha vinto prima a Barletta e poi contro la Paganese. Ma non sono stati due successi esaltanti e ricchi di bel gioco. Anzi. Prendiamo ad esempio la vittoria del Lecce in quel di Barletta. Si sono registrati alcuni… però che hanno creato qualche apprensione fra i tifosi. Uno di questi ha riguardato il comportamento del Lecce nel primo tempo, non solo giocato maluccio ma anche tatticamente in maniera disordinata. Si è visto con chiarezza in diversi calciatori giallorossi ancora un velo di <depressione> originata dalla sconfitta con il Perugia. Non si è trattato di un vero e proprio scoramento, ma certamente dell’occulta preoccupazione di non essere più quelli di una volta. Di non essere cioè quel Lecce capace di <salire> dall’ultimo al terzo posto, ottenendo 34 punti in 17 partite: vale a dire, capace di camminare ad una media di due punti a gara che, in campionati di qualche anno fa, avrebbe significato promozione sicura, senza alcun problema di sorta. Apprensione in squadra, ma anche tanta preoccupazione fra i tifosi, i quali rivedevano in quel Lecce del primo tempo di Barletta un ritorno o quasi alle prime brutte gare dell’ini- zio-stagione. L’apprensione poi si è trasformata in forte paura quando Mantovani ha mes- so a segno il gol del vantaggio del Barletta. Un gol nato per caso e, proprio per ciò, mag- giormente allarmante. In quel momento, infatti, sono sembrate svanire tutte le novità tecni- che e tattiche proposte da Lerda; novità indispensabili per iniziare un nuovo percorso più incisivo ed in proiezione play off. Quelle necessarie novità, purtroppo, sembravano essersi infrante sugli scogli di un mediocre Barletta: a cominciare dal nuovo tandem d’attacco Be- retta-Miccoli, proseguendo con l’utilizzazione di Bogliacino come trequartista ed infine con l’impIego dal primo minuto di Barraco e De Rose, due dei nuovi acquisti dell’ultimo merca- to. Soprattutto sembrava perduta la fluidità di una nuova manovra che, al contrario, si pre- sentava monca ed avara di soluzioni. Insomma, un mezzo <flop> tecnico e tattico da parte di un Lecce che dava l’impressione di sprofondare da un momento all’altro nel più assolu- to anonimato e, cosa ancor più grave, di poter subire altri gol ed essere sconfitto, ancora una volta, per colpa degli errori commessi da uno o più dei suoi migliori giocatori. Proprio come era successo con il Perugia. Brutti momenti, insomma, per squadra e tifosi, visto e considerato che, nella manovra del Barletta, il pericolo principale arrivava dalle folate offen- sive del piccolo D’Errico, capace da solo di mettere in crisi l’intero reparto arretrato leccese. Per fortuna di Perucchini e soci, il funambolico D’Errico ha sbagliato molto sotto rete ed il Lecce ha potuto chiudere il primo tem po con un solo gol al passivo. Prime considerazioni dopo la prima par- te del derby. Il Lecce

sa giocare solo con il <4-2-3-1> oppure con qualsiasi altro modulo? La risposta ce l’ha data il campo e più precisamente il secondo tempo del derby di Barletta. Difatti, dopo una decina di minuti di gioco stanco e monotono e con i padroni di casa pronti a raddoppiare, mister Lerda ha operato la più logica delle sostituzioni, mandando negli spogliatoi Barraco ed inserendo Doumbia sulla fascia sinistra, alle spalle di un super Lopez. Ed i risultati di que- sto cambiamento oltre che dinamico anche tattico (dall’approssimativo <4-4-2> del pt. si è passati al tradizionale <4-2-3-1>) si sono subiti visti. Il Lecce, infatti, ha dapprima pareggia- to e poi ottenuto, con un rocambolesco gol di Amodio, la vittoria per 2-1. E, alla fine, pur con qualche rischio e con molta sofferenza, ha ottenuto una vittoria-rilancio con tre punti che sono serviti ad accorciare le distanze dal Perugia (da dieci ad otto), a conservare la stessa distanza di otto lunghezze dal Frosinone e, soprattutto, di ritornare ad occupare il terzo gra- dino della classifica, prendendo il posto de L’Aquila <fermato> in casa, sul pari, dalla Saler- nitana. Un successo davvero prezioso, foriero -secondo noi- di sviluppi futuri molto importanti. E così è stato. Domenica scorsa, il Lecce ha rivinto ancora. Lo ha fatto contro la Paganese, conquistando altri tre punti importanti che hanno permesso a Miccoli e soci di accorciare ancor di più le distanze dal Perugia (da otto a cinque punti) ed a mantenere inalterato il di- stacco di otto lunghezze dal Frosinone, vittorioso sull Viareggio.Non siamo fra coloro che, con gli occhi bendati, affermano che ancor oggi il Lecce può conquistare la promozione di- retta. Vale a dire che l’attuale Lecce è in grado di acciuffare e superare Perugia e Frosino- ne. Non siamo fra coloro che la pensano ciecamente così. Siamo però fiduciosi in un Lecce capace ancora di compiere altre, importanti prodezze. Proprio come ha fatto dall’arrivo di mister Lerda fino a domenica scorsa, quando pur fra ombre e luci ha rivinto ancora, bat- tendo con sofferenza la cenerentola Paganese. Quello attuale -e l’altro di ieri- è stato e for- se continuerà ad essere un Lecce pratico e concreto, senza fronzoli e senza spettacolo. Non fa niente. Come non fa niente se , ancora una volta, mister Lerda ha optato per una squadra con Miccoli e Beretta in avanti e, in assenza di Bogliacino squalificato, con Papini e De Rose a ridosso della difesa. Ha anche affidato, nel momento dell’espulsione di Vinetot e del cambio di D’Ambrosio, l’incarico a Doumbia di fare l’esterno basso. Insomma, un Lecce attento e quadrato, deciso a vincere e ad andare avanti in classifica. E così è stato. Ora come ora, infatti, il Lecce si è stabilizzato al terzo posto, alle spalle di un Perugia che sembra attraversare un momento non felice. E tirando le somme, si deve dire che in 20 gare è stato in grado di conquistare 40 punti. Tanti, ma non sufficienti per togliere al Perugia e al Frosi- none lo scettro di squadre favorite al salto diretto in B. Ma c’è ancora tempo per cullaresperanze e sogni per il tanto so- spirato ritorno nella serie cadetta. La fine del campionato è ancora lontana. Invece, le speranze dei tifosi continuano ad essere sem- pre vicine a quel sogno chiamato serie B.

IL PUNTO DI UMBERTO VERRI

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NICHOLAS CAGLIONI, PORTIERE DEL LECCE, 30 ANNI, NEL 2007 FU SQUALIFICATO PER DUE ANNI DOPO UN CONTROLLO ANTIDOPING

CAGLIONI: “ERO IN SERIE A, POI UN GIORNO...”

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Quando la strada per il successo stava diventando una tranquilla discesa Nicholas Caglioni ha deciso di fare una deviazione, quella meno importante. Anzi, la più insignifi- cante. Nel 2007 era al Messina, terzo portiere. Aveva 24 anni e non aveva neanche la copia delle chiavi della porta messinese. La squadra siciliana giocava in serie A, ma la stagione aveva preso una brutta piega. Al posto di Bruno Giordano arrivò Alberto Cavasin, ma i tifosi chiedono an- che il cambio in porta. Paoletti non convinceva così Ca- glioni divenne il guardiano della porta siciliana al posto di Storari, da poco passato al Milan. Dopo il derby con il Ca- tania, però, Caglioni a un controllo antidoping risulta po- sitivo alla cocaina. “E' sicuramente l'errore più gran- de -dice il portiere, 30 anni-. E' arrivata la squalifica di due anni e ho buttato via una grande occasio- ne”.

In quelle stagioni a Messina hai conosciuto molti calcia- tori che si sono confermati in serie A.“Si: Di Napoli, Iuliano, Donati, Storari, Zampagna, Floccari, D'Agostino”.

Come hai ricominciato?“Lavorando duramente e cercando di recuperare quello che avevo lasciato indietro”.

Chi ti ha aiutato?“La famiglia, la mia fidanzata, alcuni amici più stretti e soprattutto la mia forza di volontà e la grande voglia di tornare in campo”.

Da dove hai ricominciato?“Da Busto Arsizio, mi chiamò Raffaele Di Fusco, l'allenatore dei portieri, che avevo conosciuto a Messina”.

A guidare la società c'era Tesoro?“Si, esatto”.

Non è stato difficile allora accettare il trasferimento a Lecce.“No, ma dovevo sistemare alcune cose prima”.

Perché hai accettato di retrocedere in Prima Divisione?“Perché è una grande società e c'è una grande piazza e la voglia di tornare in una categoria dove merita di stare il Lecce. L'idea mi è piaciuta”.

Hai avuto altre richieste?“Mi ha cercato il Varese e qualche squadra di Lega Pro. Ho scelto Lecce”.

Cosa pensi della squadra?“Ho visto qualche partita. E' una grandissima squadra. Potrebbe fare bene anche in un campio- nato di categoria superiore”.

A Lecce sei il “secondo” di Perucchini.“Io mi impegno, cerco di lavorare bene durante la settimana. Con Filippo ho subito instaurato un bel rapporto. Sarà Lerda a decidere”.

Chi sarà l'erede di Buffon?“Arrivare ai livelli di Buffon è quasi impossibile. Sicuramente Perin sta facendo molto bene”.

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la Scheda diNicholas CaglioniNome

Cognome

Data di nascita

Luogo

Ruolo

Altezza

Piede

Esordioin serie A

Nicholas

Caglioni

14-01-1983

Nembro (Bergamo)

portiere

1,89

sinistro

28-08-2005 Lazio-Messina 1-0

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BENEDETTI...QUEGLI ANNIPaolo Benedetti, 52 anni, ex difensore del Lecce. Ha gio- cato nel Lecce nel periodo aureo della gestione Iurlano. Ha vestito la maglia giallorossa dal 1988 al 1993. Ha esordito in A con la maglia della Pistoiese. In quella squadra giocavano anche Marcello Lippi e Andrea Ago- stinelli. Paolo Benedetti ha segnato il primo storico gol della Pistoiese in serie A in Pistoiese-Udinese 1-1 il 21 settembre 1980.

Paolo, sei tra i calciatori che hanno chiuso definitivamen- te con il calcio?“Si, è vero”.

Dove vivi?“A Pisa, vicino la Torre”.

Cosa fai?“Aiuto mia moglie nella sua attività. Ha un centro estetico”.

Hai figli?“Si, uno. Ha 30 anni”.

Segui il campionato italiano?“Poco, non lo seguo assiduamente”.

Quanto è cambiato il calcio?“Tanto”.

Per quale squadra fai il tifo?“Non ce n'è una. Quest'anno mi attrae la Roma, mi piace come gioca”.

Segui il Lecce?“E' il primo risultato che guardo. Dopo una brutta partenza ha ingranato”.

Con chi sei rimasto in contatto dei tuoi vecchi compagni?“Fino a qualche tempo fa mi sentivo con Marco Baroni, ma non sono mancati i contatti con Rai- mondo Marino, Paolo Baldieri, Antonio Carannan- te, Roberto Amodio”.

Quando hai chiuso con il calcio?

“Nel 1993”.

Nessun ripensamento?“No, ho allenato due anni nelle giovanili del Pisa, dopo ho smesso”.

Da quanto tempo non vieni a Lecce?“Tantissimo, sei o sette anni mi pare”.

Sei venuto in vacanza?“Si”.

Dove sei stato?“San Cataldo, ma l'ultima volta sono venuto in Sa- lento perché si sposava la figlia di un mio amico. Ho dormito a San Foca”.

Dove amavi trascorrere le tue ore di relax?“In centro non andavo mai. Preferivo spostarmi in periferia, nelle zone di mare: San Cataldo, Sant'Isi- doro, San Foca, Porto Cesareo”.

Dove abitavi a Lecce?“In un primo periodo in una villa vicino Surbo, do- po in Via del mare”.

Quale partita vorresti giocare di nuovo?“Tutte. Vorrei tornare indietro e non smettere mai”.

Chi è l'allenatore che ti ha dato di più?“Carletto Mazzone. E' il tecnico che più mi ha spro- nato”.

Hai qualche rimpianto?“Si, di aver smesso troppo presto e forse la colpa è del Lecce?”.

Del Lecce?“Si. Vincemmo il campionato di serie B e aspet- tavo la convocazione, ma non ci mettemmo d'accor- do per il contratto e decisi di smettere”.

Quanti gol hai fatto in carriera?“Circa trenta, in serie A: per un centrocampista so- no tanti”.

Quale quello più importante segnato con il Lecce? “Quello al Torino: vincemmo e festeggiammo

la salvezza. Era il 1989”.

Mazzone ti scoprì difensore.“Si, felice intuizione”.

Ricordi un coro dei tifosi?“No, ma quando urlavano il mio nome mi faceva piacere”.

Il giocatore del Lecce che più ti ha impressionato?“Barbas: calciatore intelligente; impressionante per la semplicità con cui giocava e distribuiva il gioco”.

Per un calcio migliore c'è bisogno della moviola?“Il calcio è bello così. La moviola può essere utile in alcuni casi, ma utilizzarla sempre frazionerebbe soltanto il ritmo”.

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L'OSPITE DE LU LECCETONIO DE GIORGI

Tonio De Giorgi,  teleradiogiornalista e volto sportivo di Tele Rama.  Da  settembre  è  tornato  a commentare  le  partite esterne del Lecce.

Cosa pensi della squadra giallorossa?“Si è ripresa dopo un avvio disastroso”.

Ci è voluto però il cambio tecnico.“Moriero  non  ha  molte  responsabilità  e,  soprattutto,  non aveva a disposizione i calciatori che Lerdaha potuto adattare al suo modulo di gioco”.

Quali errori sono stati commessi?“A mio avviso è stata condotta una campagna acquisti con tempi  sbagliati.  Mentre  la  squadra  era  in ritiro  c'era  un andirivieni  di  giocatori  che  non  consentivano  a  Moriero  di poter assemblare la squadra”.

Ora va bene il Lecce.“Purtroppo nella rincorsa al primo posto il Lecce è costretto a  sbagliare  meno  delle  altre  che possono  contare  su  un vantaggio accumulato nelle prime giornate”.

Ti aspettavi di più da Miccoli?“Si, sono sincero, ma è condizionato da qualche acciacco”.

Tu cosa faresti al posto di Lerda?“Rinuncerei a lui per un po' in modo da averlo in condizioni ottimali per i play off”

Il Lecce, quindi, andrà ai play off?“Io spero in una bella impresa dei giallorossi, ma avversari e calendario non ci favoriscono”.

Si parla spesso di moduli e schieramento.“Noi ci limitiamo a giudicare quello che vediamo in campo. Le scelte spettano a Lerda. E' lui il tecnico”.

Lerda ha un bel carattere.“Ognuno ha il suo”.

L'importante è creare un bel rapporto con i calciatori.“L'hai detto...”

Veniamo ai Tesoro: hanno salvato il calcio a Lecce.“Hanno rilevato una società nelle condizioni più favorevoli”.

Si sentono parte integrante della città.

“Sarà  pure  vero,  ma  il  calcio  è  un'altra  cosa.  I  tifosi  ti giudicano per quello che fai”.

Con Semeraro, però, non è finita bene nonostante diciotto anni tra serie A e B.“Peccato per come sia finita, ma Semeraro ha scritto diciotto lunghissimi  anni    di  calcio  a  Lecce. Non  so  quanti  anni passeranno prima che si possano ripetere simili risultati”.

Un bel compito per i Tesoro.“Già.  Avranno  tanto  lavoro  da  fare  e  un  progetto  a  lunga scadenza”.

Ce l'hanno?“Per  il  momento  credo  si  voglia  lasciare  quanto  prima  la categoria. Un compito assai arduo”.

Ad inizio stagione c'è stato l'interesse, pare, di una cordata rappresentata da Corrado Iurlano: non se n'è fatto nulla.“Ci saranno stati dei motivi importanti”.

Tu, cosa avresti fatto?“Quello che ha  fatto Tesoro assumendomi una grande  re- sponsabilità”.

Qual è il giocatore che più ti ha colpito?“Ne sono passati diversi: se ne citassi qualcuno potrei  di- menticarne  altri.  Nella  mia  squadra  ideale, degli  ultimi vent'anni però non mancherebbe Vucinic”.       

E l'allenatore che più ti ha impressionato.“Se dico Zeman è una risposta scontata. Allora penso a De Canio:  prepara  molto  bene  i  calciatori durante  gli  allena- menti come anche Delio Rossi”.

Cosa pensi della politica italiana?“Non mi sembra  se ne faccia”.

Come?“Sono bravi a parlare dei problemi della gente, del lavoro che non c'è, ma alla fine pensano solo ad occupare poltrone e ai propri interessi”.

Qual è il primo impegno che il Governo deve assumersi?“Il solito: il lavoro. Creare occupazione cercando di favorire l'imprenditoria italiana spesso costretta a investire all'estero dove il costo del lavoro è inferiore che in casa nostra. Ecco: la politica italiana dovrebbe consentire  ai nostri imprenditori di poter  produrre in Italia 

conservando così i posti lavoro”.

Ti piace l'idea di Regione Salento?“Si, molto. C'è un movimento iper attivo”.

Il disagio sociale rischia di acuire le difficoltà di integrazione tra culture diverse.“Il disagio sociale è tangibile. Chi vive nel nostro paese deve avere uguali diritti, ma anche stessi doveri”.

La notizia che vorresti sentire?“Sanità gratis per tutti ”.

Domani mattina cosa non vorresti più vedere in città?“Il filobus: che obbrobrio”.

La moneta unica ha impoverito l'Italia?“Il potere di acquisto delle  famiglie è diminuito e  la classe politica non ha fatto nulla per invertire il trend”.

A proposito di classe politica...“E' prigioniera delle banche e ognuno cura i propri interessi. E poi siamo l'Africa dell'Europa...”

La tessera del tifoso è stato un flop?“Direi di sì. Il semplice biglietto nominale  era sufficiente”.

Quali sono i mali del calcio?“Girano  troppi  soldi,  anche  al  di  fuori  dei  circuiti convenzionali”.

Parli del calcioscommesse?“Sì, pure”.

Ingaggi elevati?“Anche quelli. Bisognerebbe mettere un  tetto agli  ingaggi. Oggi,  come una  volta,  soltanto  pochi calciatori  riescono  a fare  la differenza. Purtroppo, quando parliamo di calciatori come  Messi, Cristiano  Ronaldo,  Ibrahimovic,  l'ingaggio  è fatto lievitare dai vari sponsor”. 

Cosa pensi della moviola in campo?“Meglio sei arbitri”.

La notizia sportiva che vorresti dare.“Non vado lontano: il ritorno del Lecce in serie B”.

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L’EX MARIO RUSSO FA LE CARTE AL CAMPIONATO DEL LECCE“E’ UNA VERA SQUADRA CAPACE DI QUALSIASI TRAGUARDO”

di Umberto Verri

Ama il Lecce più di qualsiasi altra squadra. Eppure lui -stia- mo parlando di Mario Russo, grande cuore leccese, ex cal- ciatore giallorosso, tecnico e dirigente sportivo- molto spesso è costretto, per impegni di lavoro, a seguire il Lecce soltanto attraverso i filmati tv o le cronache dei giornali. “Tutto vero -ci dice Mario Russo, oggi direttore generale del Monopoli cal- cio-. Però, nessuno di voi sa che, leggendo i giornali o ve- dendo i filmati tv, avverto tutte quelle sensazioni che ogni do- menica sento dentro di me. E’ inutile nascondervi che il pri- mo risultato che voglio conoscere è quello della mia ex squa- dra”. E’ stato lungo e proficuo il ruolo avuto dalla famiglia Russo in seno al Lecce. Dapprima papà Carmelo e Boby Natale (cognati) grandi giocatori ed artefici di indimenticabili imprese con quel Lecce quasi eroico degli anni ‘45-‘50. Poi, don Carmelo, unico responsabile del settore giovanile della società giallorossa, sotto la cui gestione sono stati sfornati (scusate il termine) fior fiori di giocatori, a partire da Moriero per finire ad Antonio Conte, oggi uno degli allenatori più bravi d’Europa. E poi Mario Russo, centrocampista di quantità e qualità: dapprima come giovane di belle speranze con due campionati (1964-1966) e successivamente altri due (‘77- ‘79) dopo aver calcato i palcoscenici di serie A con Ternana, Atalanta, ecc. “Più che un ex giocatore -dice oggi Mario Rus- so- mi considero un leccese doc. E come tale ho amato e continuerò ad amare questa città che mi ha dato i natali e questa squadra che mi è rimasta attaccata come la pelle del mio corpo”. Già, l’amore per il Lecce. Tanto che, molto spesso, i suoi giudizi sono dettati più dal cuore che dalla sua grande conoscenza calcistica. “Sì, è stata importante la vittoria di Barletta -commenta-. Apparentemente, si è trattato di un successo conquistato da una formazione più forte (il Lecce) su una più debole (il Barletta). Ma non è stato proprio così. Il successo ha avuto un valore importante: quello cioè di una squadra capace di risorgere subito dopo aver subito una mazzata fortissima sul proprio terreno e per giunta da un avversario (il Perugia) che ha confermato di essere forte ed autorevole. Avesse perduto anche a Barletta, sarebbe stato duro per il Lecce riprendere la corsa verso posizioni più nobili della classifica”.

La sconfitta con il Perugia. Perché?

“Per tanti motivi. Perché gli avversari sono stati più bravi ed anche molto fortunati. E poi perché il Lecce ha sbagliato troppo, commettendo grossi errori anche da parte di alcuni dei suoi giocatori migliori. Spesso succede che, in partite come quella contro il Perugia, si rischia di sentire troppo il peso di tale gara. Credo che sia successo tutto questo al Lecce, oltre agli errori determinanti di qualche giocatore. Errori, ripeto, dettati dalla troppa voglia di far bene”.

E adesso?“Il Lecce ha dimostrato, vincendo a Barletta, di esserci ancora. Ha mostrato carattere e voglia di far bene. Io non affermo che riuscirà a raggiungere e superare i due battistrada Perugia e Frosinone. Sono del parere che una delle due squadre leaders potrebbe essere raggiunta; tutte e due, un po’ meno. Sempre che, una squadra non attraversi una fase critica, perdendo partite e posizioni di classifica e l’altra non riesca a vincere sempre. Se debbo fare una previsione, io dico che il Lecce potrà raggiungere e superare il Perugia e lottare fino alla fine con il Frosinone. Con i ciociari, tra l’altro, avrà lo scontro diretto verso la conclusione del campionato”.

I tifosi sono stati un po’ tiepidi finora…“Sono stati bravi, però. E lo saranno ancor di più fra qualche settimana. Adesso il campionato sta entrando nel vivo. Il Lecce ha tutto per poter disputare i play off che possono essere la porta secondaria per il ritorno in serie B. Se fino ad oggi sono stati un po’ tiepidi, i nostri tifosi cominceranno a scaldarsi fra poco e saranno bollenti al momento in cui ci sarà bisogno di esserlo; vale a dire nelle prossime gare. Da leccese e da giallorosso dentro, mi auguro che il Lecce possa conquistare la B diretta- mente, a spese o del Perugia o del Frosino- ne. Comunque, per come stanno le cose oggi -otto punti di distacco da Perugia e dal Fro- sinone non sono troppi, ma neppure pochi- il Lecce dovrà soltanto continuare a vincere. A vincere sempre di più, e solo alla fine tirare le somme. Questo Lecce mi piace. Da quan- do Lerda ha iniziato a guidarlo, è diventato una vera squadra. E da una vera squadra si possono ottenere grandi traguardi. In ogni momento della stagione”.

anticipo aperturanuovi corsi di

lunedì-mercoledì-venerdì

LE PROSSIME SFIDEASCOLI - Benchè l'Ascoli vanti 16 campionati in Serie A, in Lega Pro la squadra allenata da Giordano non si fa valere: solo 15 punti per la squadra marchigiana, conquistati a fatica per demerito di una delle difese più perforate del torneo. L'Ascoli, da grande delusa e (forse) illusa, andrà a fare visita al Lecce già col segno di resa?

VIAREGGIO - Dopo la bella stagione dello scorso anno, dove la squadra toscana ha dato filo da torcere al Latina, il Viareggio sbaglia campionato e dal tredicesimo posto in classifica prova ad impensierire il Gubbio per la lotta ai playoff. Riusciranno gli uomini di Lucarelli a prendersi una rivincita al "Bresciani"?

PONTEDERA - Lerda preparerà i suoi per affrontare il Pontedera, la squadra rivelazione del campionato all'andata; la squadra toscana allenata da mister Indiani, si presenta da neo promossa al campionato di Prima divisione col botto ma col passare delle giornate la classifica si inquadra ed i toscani riescono comunque ad occupare una posizione soddisfacente in classifica: fra uno dei miglior attacchi ed una delle peggior difese, il Pontedera si radica all'ottavo posto, rendendo la vita complicata al Gubbio ed al Catanzaro. Se il Lecce giocherà senza concedere grossi spazi, dovrebbe riuscire a vincere comodamente.

PRATO - Il Lecce andrà al Lungobisenzio per provare a scardinare la difesa del Prato portando a casa tre punti preziosi. Nonostante una classifica non proprio generosa per la squadra toscana, la squadra di mister Esposito è sempre proiettata in orbita playoff; l'unico difetto dei toscani è quello di segnare poco, incassare altrettanto poco e soffrire di pareggite: infatti il Prato è la squadra che più di tutte ha collezionato pareggi, ben 12. L'arguta partita partorirà un altro pari?

NOCERINA - I noti fatti legati al derby con la Salernitana hanno condannato la Nocerina alla Serie D; fra i colpiti dalla giustizia c'è anche il povero Lepore condannato ad un anno di squalifica. Tre punti assicurati per il Lecce di Lerda che vincerà 3 a 0 a tavolino.

GROSSETO - Il Grosseto, così come il Gubbio, ha alterna- to risultati importanti a sconfitte; il cammino non proprio soddisfacente per una ex di Serie B che puntava al ritorno in cadetteria, si incrocerà con quello di un Lecce netta- mente superiore sia nei risultati che nelle prestazioni: se esiste un sostanziale equilibrio nelle difese, il Lecce vanta un attacco molto più prolifico che ne determina un prono- stico favorevole. Ovviamente la squadra di Acori si gio- cherà gli ultimi posti disponibili per accedere alla lotteria dei playoff, rendendo il match molto difficile per i salentini.

FROSINONE - Alla terzultima di campionato si affrontano al Via del Mare il Lecce contro l'inarrestabile Frosinone. Come possano arrivare a questo match

le due squadre è difficilmente ipotizzabile; il Frosinone ha dalla sua una grande stagione condita da 13 vittorie e solo 3 sconfitte, contando sul secondo miglior attacco e la miglior difesa del campionato. I risultati negativi della squadra di Stellone arrivano tutti in trasferta, compreso qualche pareggio. Questo dato importante spingerà la squadra giallorossa a vendicarsi della sconfitta subita nel girone di andata.

PISA - Il Lecce chiuderà il suo campionato in terra toscana, a Pisa per la pre- cisione. La squadra allenta da Ciccio Cozza ha deluso le aspettative, ma non per questo si è preclusa la possibilità di accedere ai play off: infatti i neroazzurri si trovano nel bel mezzo della lotta, lasciarsi sfuggire l'obiettivo sarebbe un reato. Il Pisa è l'altra squadra che soffre di pareggite, ben 9, ed ha costruito una difesa quasi invalicabile. Per i giallorossi potrebbe prospettarsi un pareggio.

di Stefano Giammarruto

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