La Gregoriana - Anno XIX - n.47 - Dicembre 2014

68
Anno XIX - n. 47 - Dicembre 2014 Virtus et Scientia Periodico d’informazione della Pontificia Università Gregoriana Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. I, comma 2 e 3 - Roma/Aut. n. 52/2009 - tassa pagata - Taxa perçue FACOLTÀ DI TEOLOGIA LA RIFORMA DEL PRIMO CICLO BICENTENARIO 1814-2014 LA RICOSTITUZIONE DELLA COMPAGNIA GIAPPONE E ASIA COME AFFRONTARE LA MISSIONE? LA FAMIGLIA OGGI TRA ATTESE E INCERTEZZE LA FAMIGLIA OGGI TRA ATTESE E INCERTEZZE

description

Periodico di informazione della Pontificia Università Gregoriana (Roma, Italia) - Information Magazine of the Pontifical Gregorian University (Rome, Italy)

Transcript of La Gregoriana - Anno XIX - n.47 - Dicembre 2014

Anno XIX - n. 47 - Dicembre 2014

Virtus et ScientiaPeriodico d’ informazione del la Ponti f ic ia Universi tà Gregoriana

Poste

Itali

ane

S.p.A.

- Sp

edizi

one

in ab

bona

men

to p

osta

le - D

.L. 3

53/2

003

- (co

nv. in

L. 2

7/02

/200

4 n.

46) a

rt. I,

com

ma

2 e

3 - R

oma/

Aut.

n. 52

/200

9 - t

assa

pag

ata

- Tax

a pe

rçue

FACOLTÀ DI TEOLOGIALA RIFORMA

DEL PRIMO CICLO

BICENTENARIO 1814-2014LA RICOSTITUZIONE DELLA COMPAGNIA

GIAPPONE E ASIACOME AFFRONTARE

LA MISSIONE?

LA FAMIGLIA OGGITRA ATTESE

E INCERTEZZE

LA FAMIGLIA OGGITRA ATTESE

E INCERTEZZE

EDITORIALE | F.-X. Dumortier, S.I.

FOCUS BICENTENARIO RICOSTITUZIONE 1814-2014

“Remiamo insieme al servizio della Chiesa!” | S.S. Papa Francesco

La Compagnia di Gesù nell’Impero Russo (1772-1820) | M. Inglot, S.I.

La nuova strada del Collegio Romano nell’Ottocento | M. Coll, S.I.

Pio VII, la Curia romana e il ristabilimento della Compagnia (1814) | R. Regoli

VITA ACCADEMICA“Fa’ questo e vivrai!”. Inaugurazione A.A. 2014-2015 | F.-X. Dumortier, S.I.

La riforma del primo ciclo di Teologia. Intervista a D. Kowalczyk, S.I. e J. Carola, S.I.

Come affrontare la missione in Giappone e in Asia | A. Nicolás, S.I

Il contributo della Sophia University | Y. Sugawara, S.I.

La famiglia di oggi tra incertezze e attese | H. M. Yáñez , S.I. – P. Benanti, TOR

DA IERI A OGGIP. Charles André Bernard maestro di teologia spirituale | M.G. Muzj

Le camere di Sant’Ignazio e dei primi Generali della Compagnia | M. R. Hurado, S.I.

COMUNITÀ UNIVERSITARIARetorica Biblica e Semitica: un nuovo slancio | R. Meynet, S.I. – J. Oniszczuk, S.I.

Recuperare fiducia nella ragione. Intervista a P. Louis Caruana, S.I.

Flessibilità e fedeltà: il cammino della formazione. Intervista a P. Stanislaw Morgalla, S.I.

Il servizio della formazione. Dieci nuovi docenti gesuiti alla Gregoriana | P. Pegoraro

Lo Scolasticato arriva a Roma | G. Piccolo, S.I.

IN MEMORIA

INFORMAZIONE

PUBBLICAZIONI

NOMINE | a cura della Segreteria Generale

TESI DIFESE | a cura della Segreteria Accademica

2 �

7 �

11 �

15 �

19 �

22 �

25 �

28 �

30 �

34 �

36 �

40 �

44 �

46 �

48 �

51 �

53

55

59

62

64

Direttore responsabileGian Paolo Salvini, S.I.

Direttore editorialePaolo Pegoraro

[email protected]

RedazioneMaria Rita [email protected]

Foto di copertina Maria è la «maestra dell’autentica teologia» (Papa Francesco)

Mosaico di Chiara Pilato ([email protected] - www.lamelagrana.org)L’artista è attiva presso il Santuario Mariano Nazionale di Monte Grisa.

n. 47 | Anno XIX | Dicembre 2014 | www.unigre.it/LaGregoriana

Progetto grafico e impaginazionea cura di GBPress | Gregorian & Biblical Press (Emiliano De Ascentiis | Lisanti S.r.l.)

Pontificia Università GregorianaPiazza della Pilotta, 4 | 00187 Roma (Italy)Tel. +39 06.6701.1 | Fax +39 06.6701.5419

CF 80093970582 Banca Popolare Etica:IBAN IT74 I050 1803 2000 0000 0118 079Conto Corrente Postale n. 10304020

Registrazione presso il Tribunale di Roman. 134 del 29 marzo 1996 Finito di stampare nel mese di Dicembre 2014

Stampa Arti Grafiche Picene S.r.l.Via Vaccareccia 57 | Pomezia (Rm)

47/2014 | 1

EDITORIALE

Come ben sappiamo, la soppressione della Compagnia di Gesùfu decretata da Papa Clemente XIV tramite il Breve Dominusac Redemptor del 21 luglio 1773. Quarantuno anni dopo, la

Compagnia di Gesù fu ripristinata da Papa Pio VII il 7 agosto 1814con la Bolla Sollicitudo omnium Ecclesiarum. Per questa ragionel’anno 2014 è stato un tempo molto favorevole per una più pro-fonda conoscenza e comprensione di questo periodo così com-plesso. Poiché la storia del Collegio Romano e della Gregoriana èstrettamente collegata alla storia della Compagnia di Gesù, cisiamo molto rallegrati del Colloquio internazionale “In unum cor-pus coalescerent”. La Compagnia di Gesù dalla Soppressione (1773) allaRicostituzione (1814), che si è svolto nella nostra Università dal 6all’8 novembre scorso.

Fare memoria di questi eventi della storia della Compagnianon costituisce un semplice rito commemorativo. Una memoriaviva stimola la riflessione e fa vivere. Nelle nostre società, le qualimoltiplicano le commemorazioni e al tempo stesso percepisconoil tempo come pura immediatezza, lo studio del passato non puòessere compito dei soli storici. È un nostro dovere comune, poichériguarda le radici di ognuno e l’eredità di tutti. Quando le radicimuoiono, una pianta perde poco a poco tutto ciò che ne rendepossibile l’esistenza. Se non si ha cura del proprio passato e dellapropria storia, si rischia di trasformarsi in alberi che non matu-rano più frutti. Come scriveva il 14 novembre 2013 il PrepositoGenerale della Compagnia di Gesù, P. Adolfo Nicolás: «la memo-ria e l’identità sono profondamente legate tra loro». La coscienzadel passato diventa sempre coscienza dell’avvenire che si sta rea-lizzando, poiché un profondo radicamento allarga gli spazi del-l’intelligenza e del cuore.

La Gregoriana di oggi ha conservato quel carattere gesuiticoche l’ha plasmata fin dalle sue origini. Attualmente vi sono 97 ge-suiti coinvolti in modo diretto nella sua missione e che realizzanoquest’impegno insieme a tante altre persone che, con loro, si nu-trono della spiritualità e della pedagogia ignaziana. Attraversoun cuore e una mente che ricordano, la memoria diventa la via diuna intelligenza nuova del mistero di Dio nella nostra storiaumana. Nella liturgia di ringraziamento presieduta dal SantoPadre nella Chiesa del Gesù, lo scorso 27 settembre, Papa Fran-cesco diceva: «È l’amore a giudicare la storia, e la speranza –anche nel buio – è più grande della nostra attesa». �

Una memoriache fa vivere

di FRANÇOIS-XAVIER DUMORTIER, S.I.Rettore Magnifico della Pontificia Università Gregoriana

L’anniversario dellaricostituzione della Compagniaci ricorda il legame tra memoria

e identità. Essere radicatiin essa allarga gli spazi

dell’intelligenza e del cuore.La coscienza del passatodiventa sempre coscienza

dell’avvenire

The anniversary of therestoration of the Society

of Jesus reminds usof the connection between

memory and identity. Having one’s own

roots in this memory widenspeople’s intelligence

and hearts.The awareness of the past always becomes

awareness of the future

2 | 47/2014

la Compagnia insignita del nome di Gesù ha vissuto tempidifficili, di persecuzione. Durante il generalato del p. LorenzoRicci «i nemici della Chiesa giunsero ad ottenere la soppres-

sione della Compagnia» (Giovanni Paolo II, Messaggio a p. Kolven-bach, 31 luglio 1990) da parte del mio predecessore Clemente XIV.Oggi, ricordando la sua ricostituzione, siamo chiamati a recupe-rare la nostra memoria, a fare memoria, richiamando alla mentei benefici ricevuti e i doni particolari (cfr Esercizi Spirituali, 234).E oggi voglio farlo qui con voi.

In tempi di tribolazione e di turbamento si solleva sempre unpolverone di dubbi e di sofferenze, e non è facile andare avanti,proseguire il cammino. Soprattutto nei tempi difficili e di crisivengono tante tentazioni: fermarsi a discutere di idee, lasciarsitrasportare dalla desolazione, concentrarsi sul fatto di essere per-seguitati e non vedere altro. Leggendo le lettere del p. Ricci unacosa mi ha molto colpito: la sua capacità di non farsi imbrigliare

Sabato 27 settembre 2014il Santo Padre ha presieduto

la celebrazione dei Vespri alla Chiesa del Gesù

nel 200mo anniversario della ricostituzione

della Compagnia di Gesù

“Remiamo insiemeal servizio della Chiesa!”

FOCUS

Omelia per l’anniversario della ricostituzione della Compagnia di Gesù

di Sua Santità Papa FRANCESCO

Cari fratelli e amici nel Signore,

ANNIVERSARIO RICOSTITUZIONE 1814/2014

da queste tentazioni e di proporre ai gesuiti, in tempo di tribola-zione, una visione delle cose che li radicava ancora di più nellaspiritualità della Compagnia.

Vivere il discernimento della volontà di Dio

Il p. Generale Ricci, che scriveva ai gesuiti di allora vedendole nubi addensarsi all’orizzonte, li fortificava nella loro apparte-nenza al corpo della Compagnia e alla sua missione. Ecco: in untempo di confusione e di turbamento ha fatto discernimento. Nonha perso tempo a discutere di idee e a lamentarsi, ma si è fatto ca-rico della vocazione della Compagnia. Lui doveva custodirla, e siè fatto carico.

E questo atteggiamento ha portato i gesuiti a fare l’esperienzadella morte e risurrezione del Signore. Davanti alla perdita ditutto, perfino della loro identità pubblica, non hanno fatto resi-stenza alla volontà di Dio, non hanno resistito al conflitto cer-cando di salvare sé stessi. La Compagnia – e questo è bello – havissuto il conflitto fino in fondo, senza ridurlo: ha vissuto l’umi-liazione con Cristo umiliato, ha ubbidito. Non ci si salva mai dalconflitto con la furbizia e con gli stratagemmi per resistere. Nellaconfusione e davanti all’umiliazione la Compagnia ha preferitovivere il discernimento della volontà di Dio, senza cercare unmodo per uscire dal conflitto in modo apparentemente tranquillo.O almeno elegante: non lo ha fatto.

Non è mai l’apparente tranquillità ad appagare il nostro cuore,ma la vera pace che è dono di Dio. Non si deve mai cercare il«compromesso» facile né si devono praticare facili «irenismi».Solo il discernimento ci salva dal vero sradicamento, dalla vera«soppressione» del cuore, che è l’egoismo, la mondanità, la per-dita del nostro orizzonte, della nostra speranza, che è Gesù, cheè solo Gesù. E così il p. Ricci e la Compagnia in fase di soppres-sione ha privilegiato la storia rispetto a una possibile «storiella»grigia, sapendo che è l’amore a giudicare la storia, e che la spe-ranza – anche nel buio – è più grande delle nostre attese.

Il discernimento deve essere fatto con intenzione retta, con oc-chio semplice. Per questo il p. Ricci giunge, proprio in questa oc-casione di confusione e di smarrimento, a parlare dei peccati deigesuiti. Sembra fare pubblicità al contrario! Non si difende sen-tendosi vittima della storia, ma si riconosce peccatore. Guardarea se stessi riconoscendosi peccatori evita di porsi nella condizionedi considerarsi vittime davanti a un carnefice. Riconoscersi pec-catori, riconoscersi davvero peccatori, significa mettersi nell’at-teggiamento giusto per ricevere la consolazione.

Fino alla fine, fedeltà allo spirito della sua vocazione

Possiamo ripercorrere brevemente questo cammino di discer-nimento e di servizio che il padre Generale indicò alla Compa-gnia. Quando nel 1759 i decreti di Pombal distrussero le provinceportoghesi della Compagnia, il p. Ricci visse il conflitto non la-mentandosi e lasciandosi andare alla desolazione, ma invitandoalla preghiera per chiedere lo spirito buono, il vero spirito sopran-naturale della vocazione, la perfetta docilità alla grazia di Dio.Quando nel 1761 la tempesta avanzava in Francia, il padre Gene-rale chiese di porre tutta la fiducia in Dio. Voleva che si approfit-tasse delle prove subite per una maggiore purificazione interiore:

47/2014 | 3

A sinistra:Papa Francesco rende omaggio a san Giuseppe Pignatelli, S.I.(1737-1811), che dedicò la sua vita alla ricostituzione della Compagnia. Le sue spoglie riposano in una cappella presso la Chiesa del Gesù.

� Foto L’OSSERVATORE ROMANO

In un tempo di confusione e di turbamentop. Ricci non ha perso tempo a discutere di idee e a lamentarsi,ma si è fatto carico della vocazione della Compagnia

“Let’s row together at the service of theChurch!” Homily in the anniversary ofthe restoration of the Society of Jesus(by His Holyness Francis) – On Septem-ber 27 2014, the Holy Father presided at thecelebration of the Vespers and Te Deum onthe occasion of the bicentennial anniversaryof the reconstitution of the Society of Jesus.

Francis’ homily traced a brief history ofthe events which led to the suppression ofthe Order, focusing on the discernment ofthe then General, Fr. Ricci who, in difficulttimes succeeded in helping his brothers re-main in the true spirituality of the Society.He was the keeper of the Society vocation.«The boat of the Society of Jesus has beenshaken by the waves – said the Holy Father– and it is no surprise. Peter’s boat couldstill be shaken. Night and darkness are al-ways near and rowing is very tiring. Jesuitsmust be “expert and courageous oarsmen”(Pius VII, Sollecitudo omnium eccle-siarum): row then! Row, be strong, even ifthe wind is against you! We row to serve theChurch. We row together!».

The Holy Father then concluded his hom-ily reaffirming the words of Pope Paul VI:about the presence of the Jesuits wherever inthe Church there is a confrontation betweenman’s needs and the message of the Gospel.

ANNIVERSARIO RICOSTITUZIONE 1814/2014

esse ci conducono a Dio e possono servire per la sua maggior glo-ria; poi raccomanda la preghiera, la santità della vita, l’umiltà elo spirito di obbedienza. Nel 1767, dopo l’espulsione dei gesuitispagnoli, ancora continua a invitare alla preghiera. E infine, il 21febbraio 1773, appena sei mesi prima della firma del Breve Domi-nus ac Redemptor, davanti alla totale mancanza di aiuti umani,vede la mano della misericordia di Dio che invita coloro che sot-topone alla prova a non confidare in altri che non sia solamenteLui. La fiducia deve crescere proprio quando le circostanze ci but-tano a terra. L’importante per il padre Ricci è che la Compagniafino all’ultimo sia fedele allo spirito della sua vocazione, che è lamaggior gloria di Dio e la salvezza delle anime.

La Compagnia, anche davanti alla sua stessa fine, è rimastafedele al fine per il quale è stata fondata. Per questo Ricci con-clude con una esortazione a mantenere vivo lo spirito di carità,di unione, di obbedienza, di pazienza, di semplicità evangelica,di vera amicizia con Dio. Tutto il resto è mondanità. La fiammadella maggior gloria di Dio anche oggi ci attraversi, bruciandoogni compiacimento e avvolgendoci in una fiamma che abbiamodentro, che ci concentra e ci espande, c’ingrandisce e ci rimpic-ciolisce.

Soffrire per il Signore: questa è la Grazia concessa alla Compagnia

Così la Compagnia ha vissuto la prova suprema del sacrificioche ingiustamente le veniva chiesto facendo propria la preghieradi Tobi, che con l’animo affranto dal dolore sospira, piange e poiprega: «Tu sei giusto, Signore, e giuste sono tutte le tue opere.Ogni tua via è misericordia e verità. Tu sei il giudice del mondo.Ora, Signore, ricordati di me e guardami. Non punirmi per i mieipeccati e per gli errori miei e dei miei padri. Violando i tuoi co-mandi, abbiamo peccato davanti a te. Ci hai consegnato al sac-cheggio; ci hai abbandonato alla prigionia, alla morte e ad esserela favola, lo scherno, il disprezzo di tutte le genti, tra le quali cihai dispersi». E conclude con la richiesta più importante: «Si-gnore, non distogliere da me il tuo volto» (Tb 3,1-4.6d).

E il Signore rispose mandando Raffaele a togliere le macchiebianche dagli occhi di Tobi, perché tornasse a vedere la luce di Dio.Dio è misericordioso, Dio corona di misericordia. Dio ci vuol benee ci salva. A volte il cammino che conduce alla vita è stretto e an-gusto, ma la tribolazione, se vissuta alla luce della misericordia, cipurifica come il fuoco, ci dà tanta consolazione e infiamma il nostrocuore affezionandolo alla preghiera. I nostri fratelli gesuiti nellasoppressione furono ferventi nello spirito e nel servizio del Signore,lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nellapreghiera (cfr Rm 12,13). E questo ha dato onore alla Compagnia,non certamente gli encomi dei suoi meriti. Così sarà sempre.

Ricordiamoci la nostra storia: alla Compagnia «è stata data lagrazia non solo di credere nel Signore, ma anche di soffrire perlui» (Fil 1,29). Ci fa bene ricordare questo.

La nave della Compagnia è stata sballottata dalle onde e nonc’è da meravigliarsi di questo. Anche la barca di Pietro lo può es-sere oggi. La notte e il potere delle tenebre sono sempre vicini.Costa fatica remare. I gesuiti devono essere «rematori esperti evalorosi» (Pio VII, Sollecitudo omnium ecclesiarum): remate dunque!Remate, siate forti, anche col vento contrario! Remiamo a servizio

FOCUS

4 | 47/2014

La Compagnia ha vissuto il conflitto fino in fondo,

senza ridurlo: ha vissuto l’umiliazionecon Cristo umiliato, ha ubbidito

A destra:Un momento di raccoglimento

del Santo Padre accanto all’icona della Madonna

della Strada. Sullo sfondo il sepolcro

di San Roberto Bellarmino,Patrono della

nostra Università.

della Chiesa. Remiamo insieme! Ma mentre remiamo – tutti re-miamo, anche il Papa rema nella barca di Pietro – dobbiamo pre-gare tanto: «Signore, salvaci!», «Signore salva il tuo popolo!». IlSignore, anche se siamo uomini di poca fede e peccatori ci salverà.Speriamo nel Signore! Speriamo sempre nel Signore!

La Compagnia ricostituita dal mio predecessore Pio VII erafatta di uomini coraggiosi e umili nella loro testimonianza di spe-ranza, di amore e di creatività apostolica, quella dello Spirito. PioVII scrisse di voler ricostituire la Compagnia per «sovvenire inmaniera adeguata alle necessità spirituali del mondo cristianosenza differenza di popoli e di nazioni» (ibid). Per questo egli diedel’autorizzazione ai gesuiti che ancora qua e là esistevano grazie aun sovrano luterano e a una sovrana ortodossa, a «restare uniti inun solo corpo». Che la Compagnia resti unita in un solo corpo!

E la Compagnia è stata subito missionaria e si è messa a di-sposizione della Sede Apostolica, impegnandosi generosamente«sotto il vessillo della croce per il Signore e il suo vicario in terra»(Formula Instituti, 1). La Compagnia riprese la sua attività aposto-lica con la predicazione e l’insegnamento, i ministeri spirituali, laricerca scientifica e l’azione sociale, le missioni e la cura dei po-veri, dei sofferenti e degli emarginati.

Il gesuita adora Dio e ama e serve i suoi fratelli

Oggi la Compagnia affronta con intelligenza e operosità ancheil tragico problema dei rifugiati e dei profughi; e si sforza con di-scernimento di integrare il servizio della fede e la promozione

47/2014 | 5

Riconoscersi peccatori significa mettersinell’atteggiamento giusto per ricevere la consolazione

La fiducia deve crescere proprioquando le circostanze ci buttano a terra

della giustizia, in conformità al Vangelo. Confermo oggi quantoci disse Paolo VI alla nostra trentaduesima Congregazione gene-rale e che io stesso ho ascoltato con le mie orecchie: «Ovunquenella Chiesa, anche nei campi più difficili e di punta, nei croceviadelle ideologie, nelle trincee sociali, vi è stato e vi è il confrontotra le esigenze brucianti dell’uomo e il perenne messaggio delVangelo, là vi sono stati e vi sono i gesuiti» (Insegnamenti XII(1974), 1181). Sono parole profetiche del futuro beato Paolo VI.

Nel 1814, al momento della ricostituzione, i gesuiti erano unpiccolo gregge, una «minima Compagnia», che però si sapeva in-vestito, dopo la prova della croce, della grande missione di por-tare la luce del Vangelo fino ai confini della terra. Così dobbiamosentirci noi oggi, dunque: in uscita, in missione. L’identità del ge-suita è quella di un uomo che adora Dio solo e ama e serve i suoifratelli, mostrando attraverso l’esempio non solo in che cosacrede, ma anche in che cosa spera e chi è Colui nel quale ha postola sua fiducia (cfr 2 Tm 1,12). Il gesuita vuole essere un compagnodi Gesù, uno che ha gli stessi sentimenti di Gesù.

La bolla di Pio VII che ricostituiva la Compagnia fu firmata il7 agosto 1814 presso la Basilica di Santa Maria Maggiore, dove ilnostro santo padre Ignazio celebrò la sua prima Eucaristia nellanotte di Natale del 1538. Maria, nostra Signora, Madre della Com-pagnia, sarà commossa dai nostri sforzi per essere al servizio delsuo Figlio. Lei ci custodisca e ci protegga sempre. �

FOCUS

6 | 47/2014

Il gesuita vuole essere un compagno di Gesù,

uno che ha gli stessi sentimenti di Gesù

La Compagnia, anche davanti alla sua stessa fine,è rimasta fedeleal fine per il quale è stata fondata

“”

ANNIVERSARIO RICOSTITUZIONE 1814/2014

47/2014 | 7

di MAREK INGLOT, S.I.Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa

La Compagnia di Gesùnell’Impero Russo (1772-1820)

La soppressione della Compagnia di Gesù decretata da Cle-mente XIV tramite il breve Dominus ac Redemptor (21 luglio1773) fu effettuata in tutto il mondo, fuorché nell’Impero

Russo governato allora dall’Imperatrice Caterina II la Grande. Ildecreto pontificio non vi fu mai canonicamente promulgato, con-sentendo ai religiosi che vi si trovavano di continuare la propriavita in condizioni decisamente straordinarie nel periodo com-preso tra il 1773 e il 1814, anno in cui la Compagnia fu canonica-mente ricostituita in tutto il mondo per opera di Pio VII.

Questa parte dell’ordine è conosciuta comunemente come la“Compagnia della Russia Bianca”.

Le vicende della Compagnia di Gesù nell’Impero russo neglianni 1772-1820 si svolsero sotto tre Imperatori. I gesuiti accolti daCaterina II, allora al culmine della sua fortuna, si inserirono benenei piani della sua politica scolastica. Godettero di grandi favoripresso lo zar Paolo I, il quale li vedeva utili alla sua politica, non sol-tanto religiosa, ma come sostegno della reazione e difesa degli anti-chi valori, e rafforzarono la loro posizione nell’Impero. Furono infineespulsi da Alessandro I dopo un primo periodo di benevolenza.

La “Russia Bianca” e la libertà religiosa

I gesuiti si vennero a trovare in Russia in seguito alla primaspartizione dello Stato polacco, avvenuta nel 1772. Sotto il domi-nio russo passarono i territori orientali della Polonia, la regionechiamata “Russia Bianca”. L’Imperatrice Caterina II, nella suapolitica d’integrazione dei nuovi sudditi, pretese da tutti un giu-ramento di fedeltà, e per trattenere il maggior numero possibiledi popolazione e guadagnarsi le simpatie della nobiltà e del clero,emanò proclami che permettevano la libertà religiosa.

Il 25 dicembre 1772, Caterina emanò un ordine (ukaz) che de-finiva lo stato giuridico dei cattolici romani nella Russia Biancae in tutto l’Impero. Sottraendo i fedeli all’autorità dei vescovi re-sidenti in Polonia, la zarina annunziò l’erezione di un vescovatolatino per tutto lo Stato russo, volendo col tempo elevarlo al li-vello di arcivescovato e metropoli. Scelse la città di Mohilev qualesede del nuovo vescovato che fu creato, con uno speciale di-ploma, il 23 maggio 1774. La stessa Caterina II, in netto contrastocon le leggi della Chiesa cattolica e con i diritti del papa, nominòprimo titolare della nuova diocesi Stanisław Siestrzeńcewicz.

Al momento della prima spartizione dalla Polonia, sul territo-rio della Russia Bianca la Compagnia possedeva diciotto domicili.Nemmeno un anno dopo, il 21 luglio 1773, papa Clemente XIVdecretava la soppressione canonica della Compagnia di Gesù.

La mancata promulgazione canonica da parte dell’Imperatrice Caterina II del decreto pontificio che stabiliva la soppressionedella Compagnia di Gesùle permise di continuare ad esistere.La “Compagnia della Russia Bianca” rimase,fino al ristabilimento dell’Ordine, l’unica realtà in cui i gesuiti potessero portare avanti la loro missione

Il passo definitivo nella riorganizzazionedella provincia fu la Congregazione Generale radunatasi a Połock nel 1782

ANNIVERSARIO RICOSTITUZIONE 1814/2014

Per intervento della zarina Caterina II i gesuiti della RussiaBianca non condivisero la sorte dei loro confratelli in tutto ilmondo. Il papa, nel decretare la soppressione dell’ordine igna-ziano, stabilì che il decreto pontificio entrava in vigore dal mo-mento in cui l’ordinario del luogo o un suo delegato ne davalettura di fronte ad ogni singola comunità. Ciò non avvenne nel-l’Impero Russo a causa di un ukaz di Caterina II, che vietava diproclamare nel suo Stato qualsiasi disposizione pontificia. In que-sto modo i gesuiti rimasero sul posto, continuando la loro vita re-ligiosa e l’attività apostolica.

Dalla consulta alla prima CongregazioneGenerale: inizia la riorganizzazione

La notizia della soppressione della Compagnia causò una si-tuazione di insicurezza e turbamento fra i gesuiti della RussiaBianca. Pur conoscendo la condizione che per la validità canonicadi quest’atto pontificio era necessaria una promulgazione uffi-ciale, la stragrande maggioranza dei religiosi voleva sottomettersiimmediatamente al breve. Tuttavia il superiore di questo gruppoStanisław Czerniewicz voleva evitare la dispersione spontaneaed immediata dei religiosi per il solo fatto dell’esistenza del de-creto di soppressione. Convocò quindi una consulta che decise dirimanere nello statu quo ante perché il breve non era stato ufficial-mente promulgato.

Conscio della protezione di Caterina, p. Czerniewicz intra-prese sforzi per il consolidamento della vita religiosa nelle case alui sottomesse, ma non fece alcun tentativo per aprire il noviziato,non concesse il rinnovo dei voti agli scolastici e l’emissione degliultimi voti ai padri, non nominò nemmeno dei nuovi rettori.

E così fu fino al 1776, l’anno in cui la situazione numericadell’ordine divenne critica, e si cominciarono ad accettare nell’or-dine i gesuiti delle province madri che lo chiedevano.

Il fatto di ammettere alla Compagnia gli ex-gesuiti non ba-stava per assicurare la continuità dell’insegnamento e delle altreattività apostoliche, l’unico rimedio rimaneva l’apertura del no-viziato, che avvenne il 2 febbraio 1780. Il passo definitivo, in que-st’opera di riorganizzazione della provincia, fu la CongregazioneGenerale radunatasi a Połock nell’ottobre 1782 e che elesse vicariogenerale a vita p. Stanisław Czerniewicz.

La Prima Congregazione di Połock costituì una vera svolta:prese posizione sulla legittimità dell’esistenza stessa dell’ordinee stabilì l’identità della Compagnia. Con l’elezione di un vicariogenerale e la nomina di un provinciale, l’ordine si presentò da al-lora nella sua forma consueta.

Così riorganizzati, nel 1783 i gesuiti della Russia Bianca ven-nero confermati nella loro esistenza dal successore di ClementeXIV, papa Pio VI, il 12 marzo 1783.

A piccoli passi versoil ristabilimento della Compagnia di Gesù

Il 7 marzo 1801, Pio VII emanò il breve Catholicae fidei, concui approvò e confermò ufficialmente l’ordine dei gesuiti inRussia. Come superiore della Compagnia fu costituito p. F.Kareu e fu prescritta l’osservanza della primitiva regola diSant’Ignazio. Infine, Pio VII concesse alla Compagnia di Russia

47/2014 | 9

L’Imperatrice Caterina II di Russia, incisione dal volume di Erich Boehme Memoirendes Kaiserin Katharina II,Leipzig, Insel-Verlag, 1913(Biblioteca PUG – Mag. 185 T 1).

A sinistra:Il breve Catholicae fidei, con il quale Pio VII approvò e confermo l’ordine dei gesuiti in Russia (Biblioteca PUG, Fondo Riserva – Ris. 100 DP 1).

ANNIVERSARIO RICOSTITUZIONE 1814/2014

I gesuiti della Russia Biancavennero confermati nella loro esistenzada papa Pio VI, il 12 marzo 1783

ANNIVERSARIO RICOSTITUZIONE 1814/2014

ampie facoltà di erigere collegi, educare la gioventù, istruirlanella religione e nelle scienze e amministrare i sacramenti colconsenso degli ordinari.

Da questo momento il vicario generale diventò preposito ge-nerale dell’ordine, ma solo in Russia. Il breve venne mandato pri-vatamente ai gesuiti di Połock un anno dopo, il 21 settembre 1802,perché lo zar Alessandro I non ritenne necessaria la sua promul-gazione giuridica, dato che in Russia i gesuiti non erano mai statisoppressi.

Il Catholicae fidei ebbe una duplice conseguenza nel decenniosuccessivo alla sua emanazione: si riversò su Połock un’ondata dipetizioni per ottenere l’affiliazione alla Compagnia in Russia daparte di ex-gesuiti provenienti dall’Europa e dagli Stati Uniti e sigenerò un grande impeto di entusiasmo missionario.

In questo modo veniva preparandosi il ristabilimento dellaCompagnia di Gesù da parte di papa Pio VII. La bolla Sollicitudoomnium ecclesiarum del 7 agosto 1814 stabilì che le concessioni ele facoltà date unicamente per i gesuiti dell’Impero Russo venis-sero estese a tutto lo Stato Ecclesiastico e a tutti gli altri stati e do-mini. Si tratta, quindi, di un’estensione progressiva, non di unristabilimento proveniente dall’alto.

Espansione e conclusione della“Compagnia della Russia Bianca”

Gli anni 1801-1815 furono il periodo fiorente della Compagniadi Gesù nell’Impero Russo. La benevolenza di Paolo I e di Ales-sandro I e il breve Catholicae fidei di Pio VII, le assicurarono unapresenza salda e sicura. L’ordine sviluppò la sua attività scolasticae pastorale: sorsero nuovi collegi e missioni in tutto il territoriodel dominio degli zar. L’istituzione centrale in quest’apostolatofu il collegio di Połock. Nel 1812, con un ukaz imperiale di Ales-sandro I il collegio di Połock fu elevato in grado di Accademia. Ilsecondo importante centro educativo fu il collegio di San Pietro-burgo. Oltre a questi due grandi centri scolastici i gesuiti dirige-vano nell’Impero Russo altri sette collegi.

Una particolare importanza fu data dai gesuiti della RussiaBianca alle missioni. Dal 1803 in poi essi crearono sei nuovi im-portanti centri di missione nel sud e nell’est dell’Impero Russo,per i cattolici di varie nazioni.

L’attività dei gesuiti sotto il governo della Russia ortodossaprotrattasi per più di quarant’anni, dimostra la possibilità dell’or-dine di adattarsi alle differenti condizioni sociali e politiche. De-sideravano soprattutto due cose: mantenere la Compagnia diGesù e assicurare la cura pastorale ed intellettuale dei cattolici,rimasti sotto il dominio e l’influsso della Russia ortodossa. Pro-seguendo con perseveranza e determinazione, raggiungessero en-trambi gli obiettivi.

Con la loro fedeltà al proprio Istituto e alla Chiesa cattolica,i gesuiti attirarono su di sé l’ostilità del potere laico e dellaChiesa ortodossa. Il ristabilimento della Compagnia di Gesù nel1814 porgeva agli avversari un nuovo motivo di ostilità: toglievaal governo russo la possibilità di controllare l’ordine. Tutto que-sto provocò l’espulsione dei gesuiti: prima da San Pietroburgo(20 dicembre 1815) e più tardi, il 25 marzo 1820, da tutto l’Im-pero Russo. �

10 | 47/2014

FOCUS

The Society of Jesus in the Russian Em-pire (1772-1820) (by Marek Inglot S.I.,Faculty of History and Cultural Heritageof the Church) – The decree Dominus acRedemptor (July 21, 1773) by PopeClement XIV established the suppression ofthe Society of Jesus. This suppression did notconcern the Russian Empire, because of anorder (ukaz) of the Empress Catherine theGreat forbidding the proclamation of anypontifical declarations within the boundariesof her State. The Society of Jesus, from 1773to 1814 when it was restored, therefore sur-vived only in the Russian Empire.

When the Polish State was divided intodifferent parts, and the eastern one, called“White Russia” became a Russian dominion,the Jesuits found themselves in the Empire.The effect of Catherine’s ukaz was the con-tinuity of the Jesuits’ apostolic life and mis-sion. Some of them however, knowing theexistence of the suppression decree, wantedto leave the Order. To avoid a spontaneousdispersion, Stanisław Czerniewicz, the su-perior of the group, summoned a Councilduring which the Russian Jesuits decided toremain in the statu quo ante.

A General Congregation was held in thecity of Połock in 1782 and, with the electionof Fr. Stanisław Czerniewicz as GeneralVicar, the reorganization of the Society ofJesus made a fundamental step forward. In1783 the existence of the Society of Jesuswas confirmed by Pope Clement XIV and,in 1801 Pope Pius VII with the Catholicaefidei approved and officially confirmed theJesuit Order in Russia. Finally, in 1814 thepapal bull Sollicitudo omnium ecclesiarumestablished that everything granted to theRussian Jesuits was to be extended every-where else in the world.

Gli anni 1801-1815 furono il periodo fiorente della Compagnia di Gesù

nell’Impero Russo

La bolla Sollicitudo omnium Ecclesiarum di Pio VII il 7 agosto1814, con la quale fu ripristinata la Compagnia di Gesù, nonfornisce indicazioni specifiche sulla restituzione del Collegio

e delle case della Compagnia, argomento invece trattato nel de-creto esecutivo e nel chirografo. Questi atti stabiliscono la resti-tuzione della chiesa del Gesù, ex casa professa, e della chiesa diSant’Andrea al Quirinale. Il Pontefice si riservò il diritto di pren-dere, a suo tempo, le opportune decisioni sulla restituzione delleantiche chiese e case gesuitiche di Roma1.

La restituzione del Collegioalla Compagnia di Gesù (1824)

Il silenzio sul Collegio Romano apriva il dibattito sul futurodell’istituto. I rappresentanti del clero diocesano, i quali lo gesti-vano dal 1773, chiesero di non esservi allontanati, temendo di es-sere riportati all’inattività. Ritenevano che la rinascente Compa -gnia fosse in grado di poter svolgere la sua opera di educazionee istruzione in tre altri collegi dell’Urbe – il Seminario romano, ilClementino e il Nazareno – che ne avevano un grande bisogno. Ilclero invitò a riconsiderare il progetto di costituire una sola uni-versità, unendo la Sapienza e il Collegio Romano.

I gesuiti, per avvalorare le loro pretese sul Collegio Romano,si appellarono allo ius postlimini in base al quale chi ritornavain patria poteva recuperare tutti i suoi beni, e sottolinearono

47/2014 | 11

La restituzione del Collegio Romano alla Compagnia richiese 10 anni di trattative.La necessità di fondare nuovi collegi che offrissero una formazione al passo con i tempi,condusse al rinnovamento della Ratio Studiorum

di MIGUEL COLL S.I.Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa

La nuova strada delCollegio Romano nell’Ottocento

che la mancata consegna da parte del Papa del Collegio Ro-mano rischiava di pregiudicare la restituzione di tutti gli altricollegi da parte dei sovrani stranieri. Per di più non ritennerogiustificato il timore che venisse a mancare l’occupazione o ilmantenimento per il clero. Le pretese dei gesuiti trovarono ap-poggio nel popolo romano, di cui si fecero interpreti i Conser-vatori dell’Urbe2.

Il Pontefice incaricò di esaminare la questione una specialecongregazione cardinalizia formata da cinque membri, di cui sol-tanto due si mostrarono favorevoli all’immediata riconsegna delCollegio (1° settembre 1814). Due anni dopo, Pio VII nominòun’altra Congregazione, chiamata “degli Studi” (20 luglio 1816,cardinali Della Somaglia, Litta, Di Pietro, Pacca, Fontana e Ber-tazzoli). Nonostante essa predisponesse il piano relativo alla co-stituzione di una sola università a Roma, Pio VII si astenne dalprendere una decisione. Il percorso verso la definitiva riconsegnadel Collegio Romano sarebbe stato ancora lento.

Nell’intervallo tra le due sedute della suddetta Congregazione(20 luglio 1816 e 22 gennaio 1824), giunse la risposta di P. Fortis,che accettava la cessione del Collegio Romano, ammetteva la pro-posta di tenere aperte tutte le scuole – comprese quelle nuove ri-spetto al piano del 1773 (liturgia e eloquenza Sacra) e diripristinare quella dei Sacri canoni –, nonché tutte le congrega-zioni spirituali e la direzione dei musei, della Specola, della bi-blioteca e il governo dell’Oratorio del Caravita.

I Gesuiti si appellarono allo ius postlimini

in base al quale chi ritornava in patria poteva recuperare

tutti i suoi beni

12 | 47/2014

FOCUS

ANNIVERSARIO RICOSTITUZIONE 1814/2014

La Congregazione esaminò i nuovi temi introdotti dal P. For-tis: a) aggiunta della cattedra di fisico-chimica; b) richiesta di con-tinuare le osservazioni astronomiche secondo il metodo dei PadriCalandrelli e Conti; c) rimozione della cattedra di Diritto cano-nico; d) conferma ai gesuiti del privilegio di laurearsi in teologia;e) un assegno annuo di 12mila scudi.

Il Pontefice approvò le risoluzioni della Congregazione (brevedel 17 maggio 1824), accettando inoltre la restituzione alla Com-pagnia del palazzo dell’ex Seminario annesso alla chiesa di S.Macuto, nel quale si sarebbe istituito il collegio dei nobili. Furonolasciate a carico dei gesuiti le spese di restauro e quelle già effet-tuate nel Collegio Romano. Leone XII accettò in pieno, ordinandoche le disposizioni entrassero in vigore l’11 ottobre 1824.

Verso l’aggiornamentodella Ratio studiorum (1832)

Il ristabilimento della Compagnia s’inserisce nel quadro dellarestaurazione ecclesiastica dell’Ottocento. Dacché papa Chiara-monti ristabilì l’Ordine ignaziano, prìncipi e vescovi richiama-rono prontamente i gesuiti per incaricarli dell’educazione dellagioventù. Ci si augurava la fondazione di collegi nei quali lenuove generazioni potessero incontrare l’unità vitale della reli-gione e del sapere e, oltre a provvedere alla necessità di nuovevocazioni, ci fosse un programma di studi rispondente alle ne-cessità dei nuovi tempi.

La Congregazione Generale del 1820 nominò una commis-sione a questo scopo, ma le difficoltà incontrate resero impossibileuna soluzione soddisfacente. Soltanto dopo l’elezione di Jan Roo-thaan a Preposito generale (1829) fu possibile che la ricomposi-zione della Ratio acquisisse un carattere definitivo. Bisogna tenerpresente che la tradizione pedagogica della Compagnia era rima-sta bloccata per cinquant’anni.

La Congregazione generale del 1829 aveva deciso che in teo-logia si sarebbero dovuti mantenere sia il tomismo sia il sistemascolastico. La commissione di esperti nominata per studiare leregole della Ratio antica (padri Manera, Garolfo, Loriquet, VanHecke e Gil) decise di non toccarne i punti basilari. Dopo avernestudiato il risultato, Roothan inviò (1832) a tutti i Provinciali, airettori di collegio, ai prefetti di studi e ai professori della Com-pagnia la nuova versione della Ratio, non definitiva, affinchéfosse esaminata.

� Novità nel curriculum teologico - Un tempo i professori –tra cui i più insigni come Toledo, Suarez o Sforza-Pallavicini – di-videvano il contenuto seguendo le differenti parti della Summatheologica; in seguito si seguì l’ordine indicato dal catechismo delConcilio Tridentino. La Summa non fu più il manuale ordinario,giacché le questioni erano ormai troppo evolute e occorreva cheil programma fosse adattato ai problemi attuali. In seguito i pro-fessori, seguendo l’ordine tematico del catechismo tridentino, eb-bero la libertà di scegliere il testo da spiegare e il modo disviluppare il programma, mantenendo però l’uso costante dellaCompagnia di affrontare le questioni non solo secondo il giudiziodi san Tommaso, ma anche attraverso i suoi stessi argomenti.

In seguito, secondo le esigenze dell’epoca, sarebbero state fon-date due nuove cattedre: Storia ecclesiastica e Diritto canonico.

47/2014 | 13

Leone XII accettò anche la restituzione alla Compagniadel palazzo dell’ex Seminario annesso alla chiesa di S. Macuto,nel quale si sarebbe istituito il collegio dei nobili

ANNIVERSARIO RICOSTITUZIONE 1814/2014

The new path of the Roman College inthe XIX century (by Miguel Coll S.I.,Faculty of History and Cultural Her-itage of the Church) – Sollicitudo om-nium Ecclesiarum, the papal bull whichreinstated the Society of Jesus in 1814 didnot give any indications about the restitu-tion of the Roman College to the IgnatianOrder. To support their demands regardingthe Roman College, the Jesuits appealed tothe ius postlimini, which granted the rightto those who returned to their homeland tohave back their possessions.

Pope Pius VII appointed a special com-mission formed by five cardinals to examinethis issue, but only two of them were infavour of the restitution of the College. Twoyears later, in 1816, the Pope appointed an-other commission to which Fr. Fortis pro-posed the restitution of the Roman Collegeand some innovations regarding the struc-ture of the studies. The commission ac-cepted the proposals and in 1824 Pope LeoII approved them.

After the restoration of the Society ofJesus, the Jesuits were called everywhere totake care of the education of the youth andsoon the necessity arose of having a curricu-lum of the studies in line with the changingtimes. This led to a renewal of the RatioStudiorum with important changes both inthe theological and philosophical programs.

ANNIVERSARIO RICOSTITUZIONE 1814/2014

A sinistra: Tavola tratta dal Ratio studiorum adattato ai tempi presentidi p. Enrico Vasco, S.I., Roma,La Civiltà Cattolica, 1851 (Biblioteca PUG – Mag. 681 R 5-6).

A pagina 11:il frontespizio della sopra citata Ratio.

� Novità nel curriculum filosofico - La nuova Ratio abolivaAristotele come testo del corso ma prescriveva di rispettare ladottrina dell’Aquinate e non prescinderne senza un motivo giu-stificato. Per di più, essa accordava più tempo per lo studio dellescienze fisiche e matematiche, precedentemente meno coltivate.Nell’insegnamento secondario furono introdotte lingue e lette-rature moderne, geografia, storia e matematica, mentre le letteregreche e latine rimasero come materie principali.

La messa in pratica della nuova Ratio e le istruzioni di P. Roo-thaan suscitarono molte reazioni, delle quali tenne conto. Dopoaver proposto le sue idee di riforma in Belgio e a Roma, P. Vasco,pubblicò, seguendo una sua raccomandazione, un’opera divisain quattro parti, intitolata La Ratio Studiorum adattata ai tempi nostri(Roma, 1851).

La sollecitudine di P. Roothaan nel ristabilire il prestigiodella Compagnia nell’ambito dell’insegnamento si rivolse anchealla preparazione dei professori già formati per insegnare al-l’Università Gregoriana e dare sostegno alla Chiesa lì dove neaveva più bisogno, vale a dire, professori che fossero in gradodi insegnare nelle altre università e nei seminari per combatterel’influsso del giansenismo nella morale e nella spiritualità, diKant in filosofia e i nuovi errori in epistemologia e nelle scienzepolitiche. �

14 | 47/2014

2] I Nostri seguano [...] per quanto ri-guarda la Teologia scolastica la dottrina diS. Tommaso e lo abbiano come dottore pro-prio [...] in modo che gli alunni lo apprezzinoin grado sommo. Questo non dev’essere in-teso però di sorte che non vi si possa allon-tanare assolutamente in alcun punto.

5] Nell’insegnamento si abbia una curamolto attenta, poiché la prima cosa è infor-tire la fede e incitare alla pietà [...] in con-cordanza con il sensus Ecclesiae [...] Diconseguenza, non rifiutino senza motivo leragioni che sono ormai ammesse benchésoltanto con delle ragioni congruenti

FOCUS

G.M. PACHTLER, S.I. (ed.), Ratio studiorum et Institu-tiones scholasticae Societatis Iesu per Germaniam olimvigentes collectae concinnatae e dillucidatae, t. II, Ratiostudiorum ann. 1586, 1599, 1832, in Monumenta Ger-maniae Paedagogicae II (Berlino 1887) 300 & 346.

Il Preposito GeneraleJan Roothan in una incisione,

dal volume di AlberdingkThijm, Levensschets

van P. Joannes Philippus Roothaan, Generaal

der Sociëteit van Jezus,Amsterdam,

Van Langenhuysen - Brugge- Desclée de Brouwer, 1885

(Biblioteca PUG – Mag. 105 L 24).

ANNIVERSARIO RICOSTITUZIONE 1814/2014

1 Vid. M.A. QUESADA, Il CR negli anni della soppressione della S.I., in Il CR dalleorigini al Ministero per i Beni e le Attività culturali, a cura di Chiara Cerchiai (Roma2013), 142-148.

2 I “Conservatori di Roma” o “Conservatori del Popolo Romano” erano tre ma-gistrati responsabili dell’edilizia e delle opere pubbliche dell’Urbe, le cui origini sirintracciano negli aediles dell’antica Repubblica. Quest’istituzione aveva anche com-petenze in materia giuridica in senso molto ampio.

Regulae Professoris Theologiae

Il ristabilimento della Compagnia di Gesù nel XIX secolo è statoun fatto polarizzante; ha riscaldato gli animi di gesuiti, filoge-suiti, antigesuiti, giansenisti, filogiansenisti e philosophes. Fu

questione non soltanto interna alla Chiesa, ma anche inerente al-l’ordine sociale e politico. Fu questione così significativa cheanche nel conclave di Venezia del 1799-1800, in cui venne elettoPio VII, fu al centro delle trattative, tanto che, sin dalle prime set-timane del suo pontificato, il nuovo Papa se ne dovette occupare.Il Papa, i cardinali e diversi vescovi si mostrarono favorevoli alristabilimento della Compagnia perché riconobbero in essaun’opera favorevole ai regnanti e nella sua soppressione ungrande male per la Chiesa.

Prove locali per il ristabilimento:prudenza con le potenze politiche

A meno di un anno dall’elezione di Venezia, su richiesta dellozar Paolo I (sollecitato dai gesuiti presenti in Russia) e senza si-gnificativa considerazione della politica spagnola, Pio VII sanciscel’esistenza della Compagnia limitatamente alla Russia, tramite ilbreve Catholicae Fidei del 7 marzo. Interessante a tale proposito èl’istruzione che il segretario di Stato, cardinale Ercole Consalvi,invia a Giovanni Antonio Benvenuti, uditore di nunziatura a Pie-troburgo. Il porporato spiega il tenore del breve di Pio VII, giu-stificando le apparenti limitazioni come atto di prudenza neiconfronti delle potenze politiche (soprattutto borboniche) ancoracontrarie ai gesuiti. Ma più importante appare l’orizzonte in cuideve essere collegato il gesto del Pontefice, il quale, infatti, vuole«preparare un risorgimento totale della Compagnia in tutti i regnie in tutte le nazioni […], ma tutto si farà con pace e con carità, esenza prendere di petto quegli oppositori potenti, che distorne-rebbero il bramato disegno»1.

La linea che viene seguita è quella dell’accordo con le corti eu-ropee: paradigma di questa politica è il caso russo in cui è stato ilmedesimo zar a richiedere il riconoscimento pontificio per i ge-suiti. Il primo passo deve essere compiuto dal potere governativo,in questo modo la Sede Apostolica può ripararsi dagli attacchidegli antigesuiti; seguendo questa via si riottiene, ad esempio, ilristabilimento canonico dei gesuiti nel Regno delle Due Sicilie(breve Per alias Nostras del 30 luglio 1804)2.

47/2014 | 15

Il lungo processo che portò al ristabilimento universale della Compagnia di Gesù,iniziato con il breve Catholicae Fidei,arriva alla sua conclusionedopo la caduta di Napoleone,durante il congresso di Vienna

di ROBERTO REGOLI

Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa

Pio VII, la Curia romana

della Compagnia (1814)e il ristabilimento

Fin dalle prime settimane del suo pontificato,Pio VII si dovette occupare delle trattative relative alla Compagnia di Gesù

ANNIVERSARIO RICOSTITUZIONE 1814/2014

Un argine a Napoleone e all’Illumismo

Poi tutto è bloccato per i gesuiti a causa della conquista napo-leonica dello Stato Pontificio con la conseguente prigionia di PioVII e di parte del Collegio cardinalizio, tra il 1809 ed il 1814. Du-rante questo tempo, il Papa confida che riconosce nella soppres-sione la causa «dei gravi danni cagionati alla Chiesa e alla civilSocietà»3. È dopo la caduta di Bonaparte (1814) e durante il con-gresso di Vienna (1814-1815) che Roma decide il ristabilimentouniversale e non più solo parziale della Compagnia di Gesù.

Nel 1814, i motivi ecclesiali del ristabilimento della Compa-gnia vengono fatti propri dai regnanti: la sua soppressione è statavista quale elemento fatale per la religione e la Chiesa, la sua as-senza è stata percepita come una strada aperta alla propagazionedelle “nefaste” idee illuministiche4. Il cardinale Bartolomeo Paccaattribuisce a sé l’iniziativa dell’effettivo ristabilimento, quando,verso la fine del giugno 1814, nella sua funzione di pro-segretariodi Stato, rivolgendosi al papa, durante una delle consueteudienze, gli disse: «B[eatissi]mo Padre, bisogna ora cominciarnuovamente a pensare alla Compagnia di Gesù». Pio VII replicò:«Possiam fare la restituzione della Compagnia di Gesù nel pros-simo festivo di S. Ignazio»5. Il Papa ha fretta: il ristabilimento deveavvenire nel giro di un mese.

Insorgono «alcune difficoltà sulla sostanza della Bolla»6. Per ri-solverle si tiene alla presenza del papa una Congregazione cardi-nalizia composta dai cardinali Mattei, Di Pietro, Litta, Brancadoro,Gabrielli e Pacca7. Le accennate «difficoltà sulla sostanza dellaBolla» non furono cose da poco, in quanto riguardavano il ruoloda dare alla Compagnia nella nuova epoca postnapoleonica.

Un nuovo inizio, senza privilegi

Il progetto dei cardinali «Loyolitici» pretende di far rivivere laCompagnia di Gesù non solo secondo la regola primigenia ap-provata dal papa Paolo III, ma vuole in più la conferma di tutti iprivilegi e le grazie concesse nel tempo dalla Sede Apostolica, cioèvuole ripristinare la Compagnia così come era al momento dellasoppressione (1773) e non della nascita.

Nel 1814, la soppressionedella Compagnia venne vista

quale elemento «fatale» per la religione e la Chiesa

16 | 47/2014

FOCUS ANNIVERSARIO RICOSTITUZIONE 1814/2014

Pius VII, the Roman Curia and the Resto -ration of the Society of Jesus (1814) (byRoberto Regoli, Faculty of History andCultural Heritage of the Church) – Therestoration of the Society of Jesus in the XIXcentury was a very important issue; it wasso important that Pope Pius VII had to startdealing with it immediately after his elec-tion. The Pope, together with several cardi-nals and bishops were in favour of therestoration of the Society of Jesus and, lessthan one year after his election, Pius VIIgranted the request of the Tsar Paul I sanc-tioning its existence in Russia with the briefCatholicae Fidei.

The limitations included in the briefwere to be considered cautious due to thepolitical forces which were still against theJesuits. In 1804, also the Kingdom of thetwo Sicilies accepted the canonical restora-tion of the Jesuits.

Napoleon’s conquest of the Papal Statesand the imprisonment of the Pope and sev-eral cardinals temporarily froze the process,but in 1814, with Napoleon’s abdicationand the Congress of Vienna, it was able toprogress. In 1814 the suppression of theCompany of Jesus was seen as harmful forthe Church and it was finally restored ac-cording to the original Ignatian rule, withthe bull Sollicitudo omnium ecclesiarum.

ANNIVERSARIO RICOSTITUZIONE 1814/2014

Nell’Atrio centrale della Gregoriana figurano

tre ritratti: al centro sant’Ignazio di Loyola,

che ne pose le basi;

a sinistra papa Gregorio XIII,“fondatore e protettore”

dell’Università, che eresse il Collegio Romano;

a destra papa Leone XII che lo restituì ai gesuiti

l’11 ottobre 1824

ANNIVERSARIO RICOSTITUZIONE 1814/2014

18 | 47/2014

FOCUS

Il cardinale Michele Di Pietro, perno teologico e organizza-tivo della Curia romana tra Settecento ed Ottocento, dichiara alpapa il suo favore per il ripristino dell’istituto gesuitico, giudi-candolo «troppo utile, per non dir necessario nelle attuali circo-stanze, specialmente per l’istruzione della Gioventù», ma ritieneche vada fatto in maniera più criteriata, cioè come una esten-sione della «concessione della ripristinazione della Compagniafatta per la Russia, e per le due Sicilie», realizzata «secondo laregola primitiva di S. Ignazio approvata, e confermata da PaoloIII». In tal maniera, sempre secondo Di Pietro, «vengono ripri-stinati i Gesuiti juxta modum, cioè con Riforma congrua, e discreta,perché previene, e toglie di mezzo que’ principali incentivi diodiosità, discordia, e simultà [!], che inquietavano e la Società, ela Chiesa, e che diedero il principal fondamento al Breve di sop-pressione»8. Il nuovo testo, proposto da Di Pietro (ben coadiu-vato dal domenicano Angelo Maria Merenda), ha per incipit diintitolazione «Sollicitudo omnium ecclesiarum»9, nome che re-sterà al documento finale.

Tra Di Pietro e Pio VII vi è una intesa segreta, così come rac-conta il cardinale a padre Merenda: «Questa sera Sua Santità miha fatto sapere, che sentirà avanti di sé martedì sera la Congre-gaz[ion]e dei Sette Cardinali per decidere definitivamente l’affaree deciderlo senza che io sia esposto a sentirmi dire un’altra voltadelle insolenze. Vuole per altro da me un Foglietto, che gli mandimartedì mattina in confidenza a qualche ora per essere in gradodi ribattere validamente ciò che si propone per parte dei Loyoli-tici»10. Vi è accordo tra Papa e cardinale, tanto da coordinarsi perla riuscita della riunione.

Alla fine del confronto cardinalizio e papale si ha il testo defi-nitivo della redazione della bolla. Il 7 agosto 1814, ottava dellafesta di sant’Ignazio, e non più il 31 luglio come inizialmente de-siderava il pontefice, Pio VII firma la bolla Sollicitudo omnium ec-clesiarum, grazie alla quale la Compagnia di Gesù viene restituitaal mondo intero11, nella sua forma primigenia e non con tutti isuccessivi privilegi, come desideravano i «Loyolitici». Ha vintola linea di Di Pietro, cioè quella del Papa. �

Il Per alias Nostrasdel 30 luglio 1804 sancì

il ristabilimento della Compagnia di Gesù

nel regno delle Due Sicilie (Biblioteca PUG, Fondo

Riserva – Ris. 100 DP 1).

Il 7 agosto 1814 Pio VII firma la bolla Sollicitudo

omnium ecclesiarum,che restituisce

la Compagnia di Gesù al mondo intero

1 Istruzione di Ercole Consalvi a Giovanni Antonio Benvenuti, Roma, 9 marzo1801, in Nonciatures de Russie d’après les documents authentiques, a cura di Marie-Jo-seph ROUËT DE JOURNEL, vol. V, Intérim de Benvenuti, 1799-1803, Biblioteca Aposto-lica Vaticana Città del Vaticano, 1957, 86.

2 Pio VII, breve Per alias Nostras, 30 luglio 1804, in Bullarii Romani continuatiosummorum pontificum, 591-592.

3 Cfr Bartolomeo Pacca, Il mio secondo ministero, in Antonio Quacquarelli, Laricostituzione dello Stato Pontificio, Luigi Macrì, Città di Castello – Bari 1945, 165.

4 Lettera di Bartolomeo Pacca a Ercole Consalvi, Roma, 8 settembre 1814, inMC2, 47.

5 B. Pacca, Il mio secondo ministero, in Antonio Quacquarelli, La ricostituzionedello Stato Pontificio, Luigi Macrì, Città di Castello – Bari 1945, 165.

6 B. Pacca, Il mio secondo ministero, 166.7 B. Pacca, Il mio secondo ministero, 166.8 Osservazioni di Michele Di Pietro a Pio VII, 22 luglio 1814, in ASV, Fondo

Gesuiti, n. 41, s.n.f. (lo stesso testo trovasi in A.S.RR.SS., Fondo Caprano, vol. D,fasc. 13, f. 154r-164v).

9 Nuovo progetto di Bolla, realizzato da Di Pietro, in A.S.RR.SS., Fondo Ca-prano, vol. D, fasc. 13, f. 166r-175r.

10 Biglietto di Michele Di Pietro a Angelo Maria Merenda, [1 agosto 1814], inA.S.RR.SS., Fondo Caprano, vol. D, fasc. 15, f.230r.

11 Pio VII, bolla Sollicitudo omnium ecclesiarum, 7 agosto 1814, in Bullarii Romanicontinuatio summorum pontificum, 1096-1099.

La domanda del Dottore della Legge a Gesù è sempre attuale: «Chiè il mio prossimo?». Gesù non dà la definizione di questa parola:lascia al suo interlocutore la libertà e la responsabilità di discer-

nere. Sulla via da Gerusalemme a Gerico ecco un uomo “percosso asangue”, abbandonato “mezzo morto” sul ciglio della strada. Difronte alla violenza cieca ci sono sempre tanti “perché” senza fine esenza risposta... sulle strade del nostro mondo non mancano le vit-time di una violenza che assume mille aspetti: l’uomo che giacevasulla strada tra Gerusalemme e Gerico è il nostro contemporaneo.

La tentazione di passare senza fermarsi per evitare di esserecoinvolti è una tentazione comune. Siamo inclini ad allontanarcidalla violenza e dalla sofferenza, ad avere paura di fronte a unevento imprevedibile che è anche imprescindibile. Ma il Samari-tano si è fermato. Ha avuto compassione. Ha vissuto questo in-contro fortuito come un appello alla propria responsabilitàpersonale. Ricordiamo le parole di Caino al Signore: «Sono forseio il custode del mio fratello?» (Gn 4,9). Il Samaritano vive il suoessere custode dell’altro, si compromette in una situazione impre-vista nella quale la posta in gioco è quest’uomo lasciato mezzo

47/2014 | 19

L’omelia del P. Rettore alla Messa dello Spirito Santoè un appello alla nostra responsabilità personale.Il Samaritano - colui che presta attenzione all’altro e se ne prende curaandando oltre le frontiere sociali, culturali e religiose - è icona di chi trasforma i cammini di morte in vita.Sia la guida del nostro Anno Accademico

di FRANÇOIS-XAVIER DUMORTIER, S.I.Rettore Magnifico della Pontificia Università Gregoriana

“Fa’ questo e vivrai!”Omelia e Discorso per l’inaugurazione dell’A.A. 2014-2015

morto. Al di là delle sue priorità e delle differenze religiose, eglinon si è sottratto alla sua responsabilità umana. Si è fatto pros-simo di questo sconosciuto incontrato sul suo cammino.

Il Samaritano è la figura di chi presta attenzione all’altro fino aprendersi cura di lui; di chi permette che il cammino della violenzae della morte diventi il cammino della compassione e della vita;di chi accetta il rischio di andare oltre le frontiere sociali, culturalie religiose che possono sempre diventare muri senz’alcuna porta;di chi testimonia che non c’è mai una persona di troppo nella no-stra vita. Possiamo ricordarci le parole di Papa Francesco un annofa a Cagliari (22 settembre 2013): «È proprio in una solidarietà nondetta, ma vissuta, che i rapporti passano dal considerare l’altrocome “materiale umano” o come “numero”, al considerarlo comepersona. Non c’è futuro per nessun Paese, per nessuna società, peril nostro mondo, se non sapremo essere tutti più solidali».

La prossimità non è la constatazione di una vicinanza nonscelta. È un atteggiamento, una mentalità, un coinvolgimento,una decisione che porta a superare ciò che separa e mette a di-stanza. Questa forza interiore – che fa rischiare un passo avanti,una parola di perdono o di sostegno, un gesto di sollecitudine odi solidarietà – si chiama carità. E questa carità significa un cuoreche possa amare, occhi che sappiano guardare, orecchi che sianocapaci di sentire. «Amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il tuocuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta latua mente; e il tuo prossimo come te stesso». Alla risposta del Dot-tore della Legge, Gesù disse: «Fa’ questo e vivrai».

Sia nella nostra vita personale che nella nostra vita universi-taria, ci sarà sempre qualcuno che aspetta la nostra attenzione, lanostra parola, la nostra prossimità. Avremo sempre bisogno diun cuore che sappia capire e di una mente che sappia amare perscoprire che l’oggi di Dio e l’oggi della persona umana sono in-trecciati. Non possiamo infatti separare due amori così intima-mente vincolati da risultare indissociabili. Allora possiamo,all’inizio di questo anno accademico, chiedere la luce e la forzadello Spirito di Dio per camminare senza dimenticare la paroladel Signore al Dottore della Legge: «Va’ e anche tu fa’ così».

Dal discorso inaugurale per l’apertura del 464° AnnoAccademico dalla fondazione del Collegio Romano

Carissimi amici,all’inizio di questo nuovo anno accademico, desidero augu-

rarvi un cammino di fiducia e di speranza sulle vie del nostrocompito comune in quanto comunità universitaria. In questogiorno vorrei evidenziare tre aspetti.

� Camminare da un anno all’altroNella continuità del nostro impegno universitario, deside-

riamo accogliere le raccomandazioni espresse dalla Commissioneesterna di valutazione della AVEPRO che, nello scorso giugno, hapotuto incontrare docenti, studenti e membri del personale am-ministrativo. La valutazione molto incoraggiante ci spinge a pro-seguire con un rinnovato impulso.

Alcuni giorni fa si è tenuta la riunione del corpo docentedell’Università nell’Aula Magna ristrutturata. Durante l’estate si

La tentazione di passare senza fermarsi,

è comune perché siamo inclini ad allontanarci

dalla violenza e dalla sofferenza

VITA ACCADEMICA

20 | 47/2014

sono svolti i lavori di ammodernamento che l’architetto Stella haideato e gestito con una cura eccezionale. In contemporanea, sisono svolti i lavori richiesti dal trasferimento del Centro per laProtezione dei Minori dalla sede di Monaco a Roma, negli spaziche il Padre Generale ha messo a disposizione nel Collegio Bel-larmino. I prossimi mesi vedranno l’avvio delle attività del Centroper la Protezione dei Minori a Roma, con il suo direttore esecu-tivo, la Professoressa Karlijn Demasure.

Quest’anno abbiamo inoltre la gioia di accogliere nel nostrocorpo docente dieci gesuiti – una chiara prova dell’impegno dellaCompagnia di Gesù e del suo servizio alla missione affidataglidal Santo Padre, che vogliamo compiere al meglio.

� Assumere la nostra responsabilitàNon possiamo proseguire nel corso dell’anno a occhi chiusi…

dobbiamo guardare il nostro mondo: non siamo spettatori delmondo e della storia di oggi. Tutti noi abbiamo una forte consa-pevolezza delle tragedie attuali, di stragi e di conflitti che sembranosenza confini né limiti. Non possiamo tenerci a distanza da questo“hic et nunc” e la nostra preghiera è fondamentale per affidare alSignore l’oggi del nostro mondo scosso e provato da tanti eventi.

Ma questa situazione ci chiama con grande forza a vivere pie-namente la nostra missione universitaria. Dobbiamo avere unaforte coscienza che l’impegno intellettuale non deve mai allonta-narci dal mondo nel quale stiamo vivendo. A causa della nostrafede nel Verbo incarnato, a causa di tutto ciò che condividiamocon gli uomini di buona volontà, non possiamo mai rassegnarcialla logica della violenza cieca. [...] Le sfide attuali non richiedonosoltanto una conoscenza più profonda di realtà spesso complesse,ma anche il coraggio dell’intelligenza per resistere alla tentazionedegli argomenti semplicistici o degli slogan già troppo diffusi.Nel lavoro intellettuale si vive una dimensione di resistenza dellaragione e della fede. È un compito a lungo termine, ma sappiamoche esso esige uno spirito libero che imbocca la via esigente diuna riflessione condivisa. Qui si colloca il nostro dovere in quantoUniversità, se vogliamo preparare un futuro di giustizia, di pacee di rispetto della dignità integrale dell’uomo figlio di Dio.

� Proseguire la nostra missioneOggi più che mai, siamo spinti a “rendere ragione della spe-

ranza che è in noi”. Non è soltanto una domanda nei nostri con-fronti: è un’esigenza interna alla fede stessa. Per questo la ricercaè una dimensione intrinseca della nostra missione... Ho appenadetto: “la nostra missione”. La ricerca non è soltanto la responsa-bilità del docente: è responsabilità di ogni unità accademica edell’Università nel suo insieme.

Penso che il lavoro intellettuale si svolga sempre nella discre-zione, talvolta nel silenzio... sappiamo bene che un’attenzione su-perficiale, parole senza radici profonde e una soddisfazione abasso costo non portano lontano. Mi sembra che la nostra via sichiami: un pensiero umile, profondo, consapevole che la rifles-sione è un viaggio mai concluso perché sempre si aprono nuoviorizzonti; un pensiero consapevole che la missione intellettualeguida alle frontiere delle culture e delle società, le quali sole per-mettono uno sguardo nuovo. �

47/2014 | 21

A sinistra:Un momento della liturgia.

In basso:Il Coro del PontificioCollegio Americano del Nord ha animato la celebrazione liturgica.

“This do, and thou shalt live!”. Speechfor the inauguration of the AcademicYear 2014-2015 (by François-Xavier Du-mortier S.I., Magnificent Rector of thePontifical Gregorian University) – OnOctober 6 2014, the Pontifical GregorianUniversity opened the new academic yearwith the Mass of the Holy Spirit presidedby the Magnificent Rector François-XavierDumortier S.I.

During his speech the Rector under-lined three aspects: «The path from one yearto the next; taking charge of our responsi-bilities; carry on our mission. Every year isboth the continuation of the previous oneand something completely new. To main-tain the good results achieved until now wemust proceed with renovated vigour.

The current challenges not only requirea deep knowledge of complex realities, butalso the courage given by intelligence to re-sist the temptation of simplistic topics orover popular slogans. In the intellectualwork there is endurance of reason and faith.It is certainly a long term task, but we knowthat intellectual work requires a free spiritwhich does not run away from difficulties,but follows the exigent path of shared reflec-tion. I think that our duty as a Universitylies in the latter if we want to prepare a fu-ture filled with justice, peace and respect forthe dignity of man, son of God.

The centre of the Gregoriana mission isto educate our students, who, in the future,will take the Gospel throughout the world,and be witnesses of the love and mercy ofGod. Every teacher passes on not onlyknowledge, but is also an educator who al-lows each student to grow and reach his orher potential. As the Gregorian University,the Roman College of the Third millennium,we should live the ambition to serve Godand follow Jesus».

Con il primo semestre dell’Anno Accademico 2014-2015 è en-trata in vigore la riforma del primo ciclo della Facoltà di Teo-logia, frutto del lavoro di una Commissione mista –

comprendete anche alcuni studenti – impegnatasi nel suo ripen-samento e riorganizzazione. La Commissione ha suggerito la ri-duzione delle ore di alcuni corsi già esistenti e la riorganizzazionedei contenuti di altri, l’introduzione di corsi nuovi o di cui si av-verte il bisogno, ma il tutto in modo tale che le ore complessiverisultassero diminuite per facilitare lo studio personale. L’ultimariforma della Facoltà altrettanto corposa risaliva al 1974. Ne par-liamo con P. Joseph Carola, responsabile del primo ciclo di Teo-logia, e con il Decano della Facoltà, P. Dariusz Kowalczyk.

� Un tratto peculiare della riforma è stato il coinvolgimentoattivo degli studenti. In che modo e con quali risultati?

JC: «Due studenti del terzo anno del primo ciclo – un semina-rista e una laica consacrata – hanno fatto parte della Commissioneed erano presenti a ogni raduno. Come preparazione, hanno pro-posto un sondaggio ai propri compagni sui possibili migliora-menti del programma. Il loro contributo ha toccato in modoparticolare questioni di pedagogia. Hanno proposto, ad esempio,d’inserire un esame parziale a metà semestre in ogni corso, siaper stimolare lo studio, sia per verificare che si stesse davvero se-guendo quanto insegnato. E già in questo primo semestre 2014-2015 vari professori hanno proposto questo esame scritto di metàcorso. Un altro desiderio degli studenti era l’inserimento di uncorso introduttivo all’ebraico biblico e anche questa richiesta èstata accolta».

� Tra i criteri-guida della riforma vi era quello di risponderein modo più esplicito alle esigenze del mondo contemporaneo.Con quali conclusioni?

DK: «Non è facile individuare tali esigenze. I nostri studentivengono da più di 120 Paesi e hanno aspettative molto diverse.Un cattolico del Giappone – che sia seminarista, sacerdote, per-sona consacrata o laica – non si confronta con gli stessi problemidi uno dell’Ecuador. Pertanto, avendo lezioni con 150 studenti, èdifficile descrivere “un” target dell’insegnamento. Nonostantetutto, in linea generale si può dire che vogliamo formare leaderdella Chiesa che da un lato abbiano una propria identità cattolica

Con l’Anno Accademico 2014-2015 è entrata

in vigore la riformadel primo ciclo di Teologia:

riorganizzazione dei contenuti,nuovi corsi, più spazio allo studio personale,maggiore importanza

riconosciuta a seminari ed elaborato finale

La riformadel primo ciclo di Teologia

22 | 47/2014

VITA ACCADEMICA

Intervista con P. Dariusz Kowalczyk, S.I. e P. Joseph Carola, S.I.di PAOLO PEGORARO

� Nuovi corsi. Nell’arco dei tre anni delprimo ciclo vengono introdotti i nuovi corsiprescritti- Introduzione alla Sacra Scrittura- Introduzione alla Storia della teologia- Introduzione all’Ebraico- Mariologia- Teologia spirituale- Teologia dell’Ecumenismo- Teologia del Dialogo interreligioso

� Ristrutturazioni. Per il II e III anno alcunicorsi sono stati ristrutturati, con variazioni delleore frontali di lezioni e “sdoppiamenti” (adesempio: Teologia morale teologale; Teologiamorale fondamentale; Teologia morale spe-ciale. Quest’ultima dedicherà un intero seme-stre alla Bioetica).

� Corsi opzionali. I corsi opzionali richiestisaranno solo due e non più quattro come nelvecchio ordinamento; si darà la possibilità diseguirli sia nel II che nel III anno.

I punti principali della riforma

ben definita, dall’altro lato siano capaci di incontrare le diverseculture e religioni. Abbiamo perciò introdotto nuovi corsi, comead esempio Teologia del Dialogo ecumenico e Teologia del Dia-logo interreligioso. Inoltre l’uomo contemporaneo è molto sensi-bile ai temi della spiritualità: abbiamo così introdotto il corso diTeologia Spirituale per dare fin da subito agli studenti una vi-sione non solo speculativa del pensare la fede.

Speriamo inoltre che il corso di Mariologia, assente nel pro-gramma degli ultimi anni, svolgerà il ruolo di corso-sintesi: è in-fatti strutturato non come un corso sulla spiritualità mariana, macome un corso dogmatico che cercherà di mostrare nella figuradi Maria una sintesi della Cristologia, dell’Ecclesiologia, dellaTeologia trinitaria e dell’Antropologia teologica. In effetti, se-condo una recente espressione del Santo Padre, Maria è la “mae-stra dell’autentica teologia”».

� L’adeguamento della didattica è stato un altro dei grandi temiaffrontati. In che modo è mutata la ripartizione oraria delle lezioni?

DK: «Uno dei problemi fondamentali è l’equilibrio tra lezionifrontali e studio personale. La logica dei crediti (ECTS) consisteproprio in questo. Alcuni corsi maggiori, come ad esempio Cri-stologia o Trinitaria, sono stati diminuiti da quattro a tre ore set-timanali, pur conservando lo stesso numero di ECTS, non perchésaranno meno esigenti, ma perché al posto di un’ora di lezionefrontale si proporrà agli studenti una lettura personale. Va chia-rito che il senso della riduzione delle ore di alcuni corsi è farespazio ai nuovi corsi introdotti. Dobbiamo trovare il giusto equi-librio tra nuovi corsi, letture obbligatorie personali e riduzionedei corsi già esistenti».

47/2014 | 23

� Seminario tutoriale. Finora il seminariotutoriale prolungava in modo pressoché auto-matico il seminario sistematico, e il modera-tore dell’elaborato finale era il professore delmedesimo seminario. Ora invece il modera-tore potrà essere scelto tra i diversi professorielencati nel programma.

� Elaborato finale. Avrà valore di 6 ECTS(coefficiente per il grado finale: 10%), avrà ilproprio verbale e dovrà essere consegnato se-condo il nuovo calendario, presente nel pro-gramma degli studi della Facoltà.

� Studio personale. L’orario di alcuni corsi èstato ridotto per fare spazio ai nuovi corsi, ma so-prattutto lasciare più tempo alle letture indicatedurante i corsi e agli approfondimenti personali.Gli studenti del III anno non avranno lezione ilvenerdì. Lo studio sarà verificato in varie forme,tra cui esami scritti di metà semestre.

� In che modo la personalizzazione dello studio completa lelezioni frontali? Come verificarlo?

JC: «Il sistema degli ECTS riconosce il lavoro personale dellostudente fuori l’aula: le ore di studio privato vengono calcolateinsieme con le ore di lezioni frontali. La riforma ha ridotto le orefrontali in funzione dello studio personale. Gli studenti del terzoanno, ad esempio, non avranno lezioni il venerdì per dedicarsialla lettura dei testi proposti in aula; è inoltre un giorno ideale perla preparazione delle sedute dei seminari del terzo anno.

La verifica di queste letture si svolge in vari modi. L’esamedi metà semestre può essere una verifica abbastanza imme-diata. Domade sulle letture potrebbe essere incorporate anchenell’esame finale. Inoltre, vari professori richiedono piccolielaborati per verificare la conoscenza della materia. Ci sonoanche colloqui obbligatori tra studenti e professori durante ilsemestre. E senz’altro il lavoro personale viene subito verifi-cato nei seminari».

� Tra i nuovi corsi ve ne sono alcuni introduttivi che sonostati inseriti per evitare sovrapposizioni tematiche.

DK: «Certamente si avvertiva la mancanza di Introduzionealla Sacra Scrittura e Introduzione alla Storia della Teologia, iquali offrono allo studente quella visione di base, quello sfondobiblico-teologico globale, su cui collocare quanto viene man manoappreso dall’insegnamento delle diverse materie. Dopo di che èimportante il contatto tra professori per evitare ripetizioni super-flue, per quanto repetitio est mater studiorum.

Come anticipava P. Carola, su richiesta degli studenti abbiamoinserito nel programma il corso di Introduzione all’Ebraico bi-blico. In questo caso la “introduzione” consiste nel far assaggiareagli studenti la lingua ebraica per suscitare maggiore interesseper l’Antico Testamento».

� Infine, si è accentuata l’importanza della forma seminariale...JC: «I seminari sono una parte chiave del primo ciclo di teolo-

gia. Offrono l’opportunità di un vero scambio teologico tra glistudenti, facilitando la discussione dei temi trattati durante le le-zioni frontali. Inoltre, per aiutare una partecipazione più ampia,i seminari si svolgono in diverse lingue oltre all’italiano.

Nel terzo anno si seguono due seminari: uno sistematico nelprimo semestre e uno tutoriale nel secondo semestre. Il direttoredel seminario tutoriale accompagna gli studenti nello scrivere latesi del baccellierato ed era abitudine fosse lo stesso direttore delprecedente seminario sistematico. Una novità della riforma è cheora lo studente può scegliere anche tra altri professori che diri-gono seminari nel primo e nel secondo anno del primo ciclo diTeologia. Questo permette, ad esempio, di scrivere la tesi su untema biblico accompagnati da un professore che offre un semina-rio biblico, che gli studenti normalmente hanno già affrontato nelsecondo anno.

Un’altra novità è il peso degli ECTS riconosciuti alla tesi stessa.Precedentemente i crediti e il voto del seminario tutoriale e dellatesi di baccellierato coincidevano. Ora sono distinti. Viene datamaggiore importanza alla tesi. Si riconosce insomma, come af-ferma il programma degli studi della Facoltà, che la tesi è “un ele-mento decisivo per indicare una reale attitudine ad affrontare ilsecondo ciclo”». �

VITA ACCADEMICA

24 | 47/2014

The reform of the first cycle of the Fac-ulty of Theology. Interview with Fr.Dariusz Kowalczyk S.I. and Fr. JosephCarola S.I. (by Paolo Pegoraro) – Fr.Kowalczyk (Dean of the Faculty) and Fr.Carola (First Cycle Moderator) tell us howthe reform of the first cycle of the Faculty ofTheology is undergoing. This reform wasdeveloped by a Commission formed by Pro-fessors and students who worked for a yearto prepare a proposal, which was later ap-proved by the academic authorities and be-came effective starting from the firstsemester of the current academic year.

The reformed system requires a new di-dactic approach: it remains based on frontallessons but with more compulsory readingsand personal researches. The new coursesare: Introduction to the Holy Scriptures; In-troduction to the History of Theology; Mar-iology; Theology of Ecumenism; Theologyof Interreligious Dialogue; Spiritual Theol-ogy. As for the second and third year, somecourses were reorganized, changing thenumber of hours of the frontal lessons.

Variations were made also regarding theteaching of the ancient languages, makingIntroduction to Hebrew and Greek 1 (bothtaught in Italian and in English) compul-sory courses. The tutorial seminar, previ-ously an extension of the systematic seminarand as such the professor was the same, cannow be directed by a different professor. Thefinal paper will give 6 ECTS, counting as10% of the final grade.

The general idea of this reform is to offer acycle of study which gives the students awider and more balanced formation and, at thesame time, allows them to be more involvedthrough their personal researches and study.

47/2014 | 25

Sono particolarmente felice di essere con voi questa mattina acelebrare il centesimo anniversario della fondazione della So-phia University, importante opera apostolica della provincia

giapponese che tanto ha contribuito alla missione della Chiesa inGiappone e in Asia. [...] Consentitemi di iniziare condividendobrevemente tre semplici punti sulla missione della Chiesa inGiappone e in Asia, utili come orientamento di base per le rifles-sioni che scaturiranno dai vari interventi.

Primo punto: San Francesco Saverio nel 1549 scrisse cinquelettere dal Giappone, ma forse la più famosa è la prima, nellaquale espone le sue impressioni sul popolo giapponese. «Le per-sone con le quali abbiamo conversato finora sono le migliori cheabbiamo mai scoperto», scrisse, «e mi sembra che tra gli infedelinon ne troveremo altri che possano superare i giapponesi». SanFrancesco ammirava la loro cortesia, onestà e senso dell’onore.

Predisposti alla riverenza: Dio è giàal lavoro nei popoli e nelle culture

[...] Ho voluto iniziare con questo apprezzamento i due giornidi riflessione comune sulla missione della Chiesa in Asia. Ascol-teremo molti discorsi e riflessioni, ma è importante che sin dal-l’inizio si abbia un atteggiamento essenziale, che chiameremo“riverenza”, la convinzione fondamentale che prima che la Chiesao i missionari arrivino in un certo luogo, Dio è già al lavoro inquelle popolazioni e culture. Questa è anche la convinzione fon-damentale del concilio Vaticano II, e non può essere ripetuta asufficienza, considerando che in passato la nostra attività missio-naria non è sempre partita da tale presupposto, e considerando

Riproponiamo alcuni passaggidal saluto iniziale rivolto da P. Nicolás al Simposioper l’anniversario della Sophia Universitydi Tokyo, celebrato in Gregoriana lo scorso 14-15 marzo. P. Nicolás ha studiato in entrambe queste Università.Il testo integrale del suo salutoè pubblicato con gli Atti del Simposio(quaderno n. 8 della collana“Gregoriana”, cfr. p. 61)

di ADOLFO NICOLÁS, S.IPreposito Generale della Compagnia di Gesù

Vice Gran Cancelliere della Pontificia Università Gregoriana

in Giappone e in AsiaCome affrontare la missione

� Foto AYUMI KIKUCHI (Ms)Office of Public RelationsSophia University

Il gruppo di pellegrini giunto a Roma dalla Sophia University(Tokyo)

P. Adolfo Nicolás, S.I.con il P. Toshiaki Koso, S.I.,

Presidente della Sophia University.

A destra:La relazione di

P. Shizô Kawamura, S.I.

il nostro presente, dove aumentano l’intolleranza e la mancanzadi rispetto per l’Altro, per chi è diverso da noi.

Sarebbe bene ricordare il Decreto Ad Gentes sull’attività mis-sionaria della Chiesa del concilio Vaticano II, che insiste su questoconcetto: «verità e grazia sono riscontrabili tra le genti, come se-greta presenza di Dio» (n. 9). Alcune delle più belle parole del De-creto si trovano al n. 11, nel quale i missionari sono invitati adimmergersi nelle culture dove sono inviati, per essere «familiaricon le tradizioni nazionali e religiose», e con «gioia e rispetto rive-lare i germi del Verbo che giace nascosto» in quei luoghi, cosicché«essi stessi possano imparare con un dialogo sincero e pazientequali ricchezze Dio nella sua munificenza ha dato ai popoli». No-tiamo le parole che questo Decreto usa per incoraggiare una pro-spettiva di riverenza: «gioia», «rispetto», «dialogo» «sincero epaziente», sollecitudine a «imparare». Oltre a qualsiasi altra cosa noipossiamo dire o su cui possiamo riflettere nei prossimi due giorni,spero che questo atteggiamento fondamentale di riverenza per illavoro di Dio nelle culture e nelle popolazioni del Giappone e del-l’Asia, sia sempre presente.

Risvegliare la sensitività: percepirela trascendenza attraverso i sensi

Dopo avere iniziato con questa primo e indispensabile orien-tamento, vorrei proporre una seconda prospettiva missionariaper il Giappone e l’Asia, che potremmo chiamare “sensitività”,una sensibilità verso dimensioni “nascoste” e più profonde del-l’esistenza umana. Che cosa intendo? I Giapponesi sono tra le po-polazioni più sensibili alla musica. [...] Tokyo ha più sale daconcerti di qualsiasi altra grande città al mondo, e otto orchestre,una in più di Berlino! [...] Questo cosa c’entra con la missione?Credo che la religione sia, in primo luogo, molto più simile a que-sto “senso musicale” che a un sistema razionale d’insegnamentie spiegazioni. La religione comprende, prima di tutto, una sensi-

26 | 47/2014

VITA ACCADEMICA

La nostra attività missionarianon è sempre partita

dal presuppostodel rispetto per chi è diverso da noi

LaGregoriana47_01_29_01_29 28/04/15 10:01 Pagina 26

tività, un’apertura alle dimensioni della trascendenza, profondità,gratuità, bellezza, che si trovano alla base delle nostre esperienzeumane. Si tratta, al giorno d’oggi, di una sensitività minacciatada una mentalità puramente economica o materialista, resa piùdebole nel percepire le dimensioni più profonde della realtà. [...]Proprio come il senso musicale è eroso e indebolito dal rumore,il ritmo e l’autoritratto del mondo moderno e post-moderno, lo èanche la “sensitività religiosa”, questa sensibilità alle dimensionipiù profonde della realtà, nelle quali è possibile l’incontro conDio. [...] Suggerirei che la missione in Giappone e in Asia, oggidebba in primo luogo aiutare a scoprire o riscoprire questo “sensomusicale”, questa “sensitività religiosa”, la consapevolezza e l’ap-prezzamento di dimensioni di realtà più profonde di quanto laragione o la concezione materialista della vita ci consentono.

In un modo tutto speciale, aiutare i Giapponesi a mantenerequesta “sensitività” dovrebbe essere una preoccupazione delleSophia University. [...] Non siamo nel campo dell’insegnamentoper fare proselitismo, ma per operare una trasformazione. Vo-gliamo formare una nuova umanità che sia “musicale”, che man-tenga la sensitività alla bellezza, alla bontà, alla sofferenza deglialtri, alla compassione. Offriamo un’“educazione cristiana” per-ché siamo convinti che Cristo offra un orizzonte oltre gli interessilimitati dell’economia e della produzione materiale; che Cristooffra una visione di un’umanità piena, che porti la persona fuorida sé stessa per prendersi cura e preoccuparsi degli altri; che Cri-sto offra non solo informazioni, dalle quali il mondo è già som-merso, ma saggezza, sophìa, profondamente umana e verso laquale i Giapponesi sono sempre stati particolarmente sensibili.

Avendo iniziato con la riverenza, come facciamo a promuoverela “sensitività religiosa”, quella che ho definito un certo tipo di“senso musicale”? Credo che questa sia una sfida fondamentaleper la nostra missione, oggi, in Giappone e in Asia, che richiedauna riflessione creativa, sia teologica che pastorale. Credo che laSophia University, che sta iniziando il suo secondo secolo di sto-ria, debba chiedersi in modo più intenso cosa stia facendo per aiu-tare i suoi studenti e il suo corpo docente a mantenere eapprofondire questo sensitività alle più profonde dimensionidell’esistenza.

È molto interessante che un poliedrico poeta giapponese, AraiMan, nel suo libro Symphony of God, pubblicato esattamente in oc-casione del centesimo anniversario di Sophia, nel tradurre la pre-ghiera di Francesco d’Assisi «Rendimi strumento della tua pace»,invece di usare il termine generico “strumento”, scelga di utiliz-

47/2014 | 27

Facoltà

Reverence, Sensibility and Hope: Ap-proaching Mission in Japan and AsiaToday (by Adolfo Nicolàs S.I., FatherGeneral of the Society of Jesus) – OnMarch 14-15 2014, on the occasion of the100th anniversary of the foundation of theSophia University, the Gregoriana hostedthe International symposium: BetweenPast and Future, the Mission of CatholicChurch in Asia: the contribution ofSophia University. Fr. Adolfo Nicolàs S.I.,Superior of the Society of Jesus and formerstudent then professor at Sophia Univer-sity, delivered the keynote speech. What fol-lows is an abstract.

«We shall hear many talks and reflec-tions, but it is important that from the verystart, we begin with an essential attitude,which we may call reverence, a fundamen-tal conviction that before the Church or themissionary arrive at a certain place, God isalready at work in peoples and cultures. Be-ginning with this first, indispensable ori-enting attitude, I would like to propose asecond mission perspective, which might becalled sensibility, a sensitivity to “hidden”deeper dimensions of human existence.

My final point has to do with hope.There is much concern, I know, for the factthat after a hundred years of evangelization,the Church remains a tiny minority that israpidly aging. A famous Japanese theolo-gian, Koyama Kosuke wrote a book someyears ago which he interestingly entitledThree Mile an Hour God. Koyama speaksabout our impatience, our desire to go at thespeed of our latest technology, even in ourmission. But, he insists, this is not God’space. God goes at “three miles an hour”,which is the speed one person walks. This isGod’s speed because it is the speed of love.May we fulfil our mission in Japan andAsia, with deep reverence for God’s workin peoples and cultures, seeking to reawakenthe religious sensibility of people, with pa-tience and hope».

L’intervento di suor Maria De Giorgi, MMX

missionaria in Giappone per 30 anni.

il Prof. Yoshiaki Ishizawa,già Presidente

della Sophia University

A destra:P. Yuji Sugawara, S.I.

ha coordinato l’evento

zare “strumento musicale” («gakki»). In questo modo, unisce i duetermini che abbiamo presentato, riverenza e sensitività (senso mu-sicale), in modo tale che abbiamo una nuova possibilità di suo-nare la Sinfonia di Dio con chi è diverso da noi.

Imparare la speranza: il ritmodi Dio non è quello della tecnica

Il mio terzo e ultimo punto ha a che fare con la “speranza”. Soche c’è molta preoccupazione, oggi, in Giappone, per l’“incanuti-mento” della Chiesa giapponese: dopo un secolo di evangelizza-zione la Chiesa rimane un’esigua minoranza che invecchiarapidamente. Ho sentito anche alcuni giudizi, quasi disperati, sul“fallimento dell’evangelizzazione in Giappone”. [...] Si potrebbedire che in Giappone alcuni siano preda di una sorta di desola-zione ecclesiastica. [...] Negli Esercizi, Sant’Ignazio ci offre la sag-gezza con cui combattere la desolazione. Ricorda a chi ne è colpitoche «l’aiuto divino è con loro sempre... anche se possono non per-cepirlo chiaramente». [...] In molti modi, Ignazio invita la personadesolata a sperare, basandosi su una visione più ampia degli in-

Dobbiamo aiutare a riscoprire la consapevolezza

e l’apprezzamento di dimensioni di realtà più profonde

di quanto la ragione o la concezione materialista

della vita ci consentono

VITA ACCADEMICA

28 | 47/2014

Non siamo nel campodell’insegnamento per fare

proselitismo, ma per operareuna trasformazione

Nei giorni 14 e 15 marzo 2014 si è svolto in Gregoriana il Simposiointernazionale “Tra il passato e il futuro, la missione della Chiesa cat-

tolica in Asia” per celebrare il centesimo anniversario dalla fondazionedella Sophia University di Tokyo. Voluta da papa Pio X per continuare la mis-sione di san Francesco Saverio, l’università fu fondata da tre gesuiti di trenazionalità diverse che la Compagnia di Gesù inviò in Giappone per indivi-duare il luogo adatto. Dopo due anni, trovarono una posizione centralissimaa Tokyo. Oggi in Giappone ci sono circa 600 università (100 statali, le altreprivate), tutte a numero chiuso e altamente competitive. Nell’elenco diquelle a cui è più difficile accedere, la Sophia University è al terzo postonell’elenco delle 500 università private e, nonostante la presenza dellaChiesa cattolica in Giappone sia debole, il suo nome è ben noto per l’altolivello intellettuale. Vi sono otto Facoltà – di cui solo quella di Teologia èPontificia – e circa 12mila studenti. Poche università nipponiche possonovantare una tale longevità e il risultato è ancora più notevole per un’univer-sità cattolica. Per questo si è voluto celebrare l’anniversario con alcuni Sim-posi internazionali, prima a Boston e a Colonia, e infine alla Gregoriana,organizzando un pellegrinaggio di una cinquantina di persone – scelte traimpiegati, ex alunni, studenti e genitori – che hanno partecipato al Simposio.

La prima giornata si è riflettuto sulle caratteristiche dell’universalità edella continuità della missione attraverso due emblematiche figure-pontedel rapporto tra Roma e il Giappone, cioè i gesuiti Francesco Saverio eAlessandro Valignano. Su Francesco Saverio sono intervenuti P. Delio Men-donça, S.I. (Gregoriana) che ne ha affrontato la figura dal punto di vista

Il contributo della Sophia University

tenti di Dio. E forse anche questo è un comportamento importanteda tenere, se parliamo di missione in Giappone e in Asia.

Un famoso teologo giapponese scomparso recentemente, Ko-yama Kosuke, qualche anno fa scrisse un libro delizioso, dall’in-teressante titolo Three Mile an Hour God. Koyama parla della nostraimpazienza, del nostro desiderio di andare alla velocità della tec-nologia più recente, anche nella missione. Vogliamo successi ra-pidi, risultati immediati. Ma, sottolinea, questo non è il ritmo diDio. Dio va a «tre miglia l’ora», cioè alla velocità di una personache cammina; questa è la velocità di Dio perché è la velocità del-l’amore. Scrive: «L’amore ha la sua velocità. È una velocità spiri-tuale. È diversa da quella tecnologica alla quale siamo abituati.Raggiunge la profondità della nostra vita, sia che ne siamo consa-pevoli o no, a tre miglia l’ora. È la velocità con la quale cammi-niamo, quindi è la velocità con la quale cammina l’amore di Dio».

[...] Termino così queste note introduttive. Mi congratulo conla Sophia University e con l’Università Gregoriana per questa no-bile iniziativa, e prego perché le nostre riflessioni sulla missionepossano portare frutti nella vita della Chiesa in Giappone e inAsia. Che possiamo completare la nostra missione in Giappone ein Asia, con profonda riverenza per l’opera di Dio nella popola-zione e nelle culture, cercando di risvegliare la loro sensitività re-ligiosa, con pazienza e speranza. �

[Traduzione dall’inglese di Maria Rita Marcotulli]

47/2014 | 29

Facoltà

indiano, mentre P. Shizô Kawamura, S.I. (Sophia University) loha raccontato dal punto di vista giapponese; si è quindi datauna valutazione complessiva della sua figura dai due diversipunti di vista. Alessandro Valignano è una figura meno univer-salmente conosciuta, ma indispensabile per gli studiosi dellastoria della Chiesa in Asia: su di lui si sono soffermati gli inter-venti di due gesuiti argentini, P. Martín Morales (Direttore del-l’Archivio Storico della Gregoriana) e P. Renzo De Luca(Direttore del “26 Martyrs Museum” di Nagasaki).

Il filo conduttore della seconda giornata è stato il dialogo in-terreligioso. Su di esso sono intervenuti suor Maria De Giorgi,MMX, missionaria in Giappone per trent’anni e professoressa in-vitata della Facoltà di Missiologia, e P. Sadami Takayama – religiosodei Missionari del Sacro Cuore e docente presso la Sophia Uni-versity – addottorato in Gregoriana con una tesi che confrontavala figura di Paolo di Tarso con quella del santo buddhista Shinran.La sintesi conclusiva è stata affidata a P. Josè Mario Francisco, S.I.Un caso concreto di dialogo interreligioso è stato presentato dalProf. Yoshiaki Ishizawa, buddhista e già Preside della Sophia Uni-versity, che ha avuto un ruolo fondamentale nel restauro del vil-laggio-santuario di Angkor Wat (Cambogia), come ha ricordatoanche S.E. Masaharu Kohno, Ambasciatore del Giappone in Italia.

Il Simposio è stato arricchito dai contributi degli esperti dientrambi i poli universitari. La riflessione iniziale del Prof. Tada-shi Takizawa e quella conclusiva di P. Tohikaki Koso, S.I., rispet-tivamente Preside e Cancelliere della Sophia University,spingono a interrogarsi sul ruolo di una Università cattolica inAsia. Indubbiamente la risposta non è in una visione proselitistadella Chiesa che misura i propri successi enumerando le stati-stiche di battesimi, confessioni e matrimoni. Pur essendo ne-cessario “fare il punto” anche attraverso questo metro, l’efficaciadell’evangelizzazione non va ricerca in primo luogo nell’ade-sione esplicita ai sacramenti, quanto nella pratica del Vangelo.

Qui rientra il senso di un’istituzione come la Sophia University:sebbene il 98% degli studenti non sia cristiano, vi è grandecompetizione per esservi ammessi perché il suo messaggio èaccettato e apprezzato. Gli ex alunni imparano a vivere il cuoredel cristianesimo anche se non si battezzano. Molti missionariche hanno conosciuto direttamente la realtà del Giappone –come i gesuiti Pedro Arrupe, l’ex Rettore della GregorianaFranco Pittau e lo stesso P. Adolfo Nicolás – sanno che per toc-care il cuore degli asiatici occorre convertire il modo di agiresenza mettere confini troppo rigidi. Questo è certamente ilmodo per seminare a fondo e preparare un futuro in cui, forse,ci saranno anche più di cristiani battezzati.

YUJI SUGAWARA, S.IDecano della Facoltà di Diritto Canonico

Siamo convinti che Cristo offra una visione di un’umanità piena,che porti la persona fuori da sé stessa per prendersi cura e preoccuparsi degli altri

30 | 47/2014

di HUMBERTO MIGUEL YÁÑEZ , S.I. – PAOLO BENANTI, TORDipartimento di Teologia Morale

Il forum Ascoltando la famiglia. Incertezza e attese (4-5 aprile 2014),organizzato dal dipartimento di Teologia morale della PontificiaUniversità Gregoriana, ha visto un esercizio di ascolto della re-

altà coniugale e familiare, per avviare una riflessione “dalla base”in grado di fornire degli strumenti per una riflessione teoretica einterdisciplinare che continuerà con successive iniziative. Si ri-tiene, infatti, che anche i semplici fedeli debbano avere voce all’in-terno dell’Accademia e non soltanto nell’ambito della pastorale. Ilconcilio Vaticano II riconosce il supernaturali sensu fidei (LG 12)senza il quale la riflessione della teologia morale corre il rischio diessere “da tavolino” (cfr. EG 119; EG 133). Sotto la presidenza diS.E. Rev.ma il Card. Lorenzo Baldisseri, Segretario generale del Si-nodo dei Vescovi, il forum sulla famiglia si è aperto con il salutodel Rettore Magnifico e le parole inaugurali del Card. Baldisseri.

Vista da fuori e da dentro:le relazioni nella famiglia

Nella prima giornata il professor Ivo Stefano Germano ha in-trodotto i lavori offrendo un osservatorio sulla relazione familiarenell’oggi, sottolineando come il tema centrale di cui essere piena-mente consapevoli riguarda le trasformazioni culturali e struttu-rali dell’istituzione familiare. In particolare ha mostrato comebisogna avere un’attenta sensibilità scientifica per le relazioni trai gender e tra le generazioni, al fine di poter comprendere e ana-

La famiglia di oggitra incertezze e attese

VITA ACCADEMICA

Le due giornate del Forum sulla Famiglia, presieduto

dal Card. Lorenzo Baldisseri,hanno proposto interventi,

testimonianze e gruppi di studio tematici

per aprire la riflessione sul cammino sinodale

coinvolgendo “la base”. Numerose famigliehanno partecipato

ai due giorni di riflessione,facilitate dai servizi

di babysitting appositamente attivati per l’occasione

47/2014 | 31

La famiglia rappresenta un bene socialee relazionale fondato sui due assi del maschile e del femminile

Facoltà

È dall’amore per i figli che bisogna partiree ripartire per maturare la mentalità della cogenitorialità e crescere nella propria umanità

lizzare le più diffuse problematiche della famiglia contempora-nea. Da alcuni anni, alla famiglia si affiancano le parole crisi,eclissi, tramonto, se non proprio scomparsa. In parallelo, la teoriadei gender studies tende a considerare la realtà familiare al pari diun retaggio tradizionalistico, nei cui confronti occorre operare unsuperamento enfatizzando, al massimo livello, i desiderata e gli af-fetti soggettivi. Ma la famiglia, ha dimostrato Germano, non puòessere un mero portato della costruzione sociale e culturale, marappresenta un bene sociale e relazionale fondato sui due assi delmaschile e del femminile e non sull’indifferenziazione e l’infinitae totale decostruzione di elementi naturali e sociali.

La Dott.ssa Palladino, cercando di esplicitare la profonda com-plessità delle relazioni all’interno della famiglia, ha scelto di usareun’analogia a partire dalla spiegazione e dalle conseguenze del prin-cipio di indeterminazione di Heisenberg, che fonda la meccanicaquantistica. Il valore dell’analogia sta nel fatto che si può affermareche le relazioni nella famiglia siano quelle nelle quali ciascuno osservae partecipa dell’essere e della vita degli altri membri della famiglia, di fattoorientandoli, attraverso legami complessi e indissolubili che agisconopiù o meno esplicitamente lungo tutto l’arco dell’esistenza di un in-dividuo e anche oltre. Tra le conseguenze di questo fatto la Dott.ssaPalladino ha mostrato come da un lato non sia possibile parlare dellafamiglia assumendo che essa stessa, per il semplice fatto che è costi-tuita, sia anche in grado di assumersi tutti i compiti che Chiesa e so-cietà le affidano: dipende infatti dalle relazioni che vi sono al suointerno. Senza questa attenzione e questa cura ai legami interni, sicommette un errore analogo a quello di poggiare un libro su un ca-stello di carte. La Dott.ssa Palladino ha poi ricordato che la prima re-lazione in famiglia che sostiene e nutre tutte le altre è la relazione fral’uomo e la donna che la compongono. Questa non può e non deveridursi – né nella sua interpretazione, né nella sua promozione – aduna composizione di funzioni femminili e maschili rigidamente con-nesse a ruoli e compiti all’interno di essa; altrimenti accade che i ge-neri non siano solo differenti, ma separati.

Infine il professor Salonia ha illuminato la prospettiva dellacogenitorialità nella funzione educativa della famiglia mettendoin luce come si sia genitori nella misura in cui si sia capaci di es-sere co-genitori di un figlio se si è “genitori-con” l’altro. È in que-sta condivisione di responsabilità genitoriale educativa il cuoredella co-genitorialità. È dall’amore per i figli che bisogna partiree ripartire per maturare la mentalità della cogenitorialità e cre-scere nella propria umanità.

Alcune immagini dal forum“Ascoltando la famiglia”,al quale hanno partecipatocoppie di tutte le età,portando le proprie esperienze. Per favorire le giovani famiglieè stato attivato un servizio di babysittinginterno all’Università.

In basso:La testimonianza dei coniugiFabio e Stefania Leali.

� Foto BARBARA ANDOLFI

L’ampio dibattito e i lavori per gruppi hanno concluso la gior-nata preparando gli oltre 190 partecipanti al momento di ascoltodella seconda giornata del convegno.

La misura alta dell’amore coniugale,i problemi dell’amore non sviluppato

La seconda giornata si è aperta con una prima relazione sul-l’amore coniugale presentata da Maria Cruciani, una teologa laicae sposata, la quale, con grande competenza, ha saputo articolareesperienza vissuta e riflessione teoretica, riconducendo il senti-mento coniugale nell’argine di una virtù reinterpretata all’internodi un’antropologia relazionale.

Il ruolo strutturale dell’affettività nell’atto morale, messo inluce dalle neuroscienze, evidenzia la responsabilità del soggettonella costruzione della propria identità anche nella dimensioneaffettiva. Nel legame coniugale la percezione di pervenire aun’esistenza piena grazie alla relazione con il partner incontra lamedesima percezione da parte dell’altro, si carica delle sue attesee torna amplificata, generando una reciprocità ricorsiva della spe-ranza che costituisce la determinazione coniugale della coscienzaaffettiva. Dall’analisi del moto affettivo che porta alla formazionedi una coppia, la tenerezza, la compassione e la misericordiaemergono come le tonalità emotive che caratterizzano il legame.L’assunzione responsabile di un tale dinamismo naturale conducealla consapevole strutturazione delle corrispettive virtù. L’auto-donazione di Cristo nel mistero pasquale rappresenta il modelloverso cui tende questo dinamismo dello spirito umano e, al tempostesso, la fonte da cui promana la spinta al dono totale di sé, unafonte alla quale attinge, consapevolmente o inconsapevolmente,ogni coppia che intende eternare il proprio amore.

Ma una presentazione così attraente della bellezza e della po-tenzialità dell’amore coniugale non poteva non essere confrontatacon i problemi di chi non riesce a svilupparle pienamente. Questonon per giudicare le persone, ma per capire la complessità dellasituazione odierna, che presenta delle difficoltà a vivere un au-tentico rapporto coniugale, difficoltà che si riversano anche nelrapporto genitoriale. L’approfondimento di questo aspetto è statochiesto a un terapeuta familiare di grande esperienza sul territo-rio, Giorgio Bartolomei, il quale ha presentato le difficoltà legatealla figura del padre nella cultura contemporanea, dove si registrail fenomeno della sua “evaporizzazione”. L’Io, alla ricerca dellapropria narcisistica individuazione, fatica a diventare Noi. All’in-terno della famiglia si passa dalla differenza alla confusione delle

32 | 47/2014

Listening to the family. Uncertaintyand expectations (by Miguel Yanez, S.I.– Paolo Benanti, T.O.R., Department ofMoral Theology) – On April 4-5 2014 theDepartment of Moral Theology of the Gre-gorian University organized the forum«Listening to the family. Uncertainty andexpectations». The event was chaired byH.E. Card. Lorenzo Baldisseri, SecretaryGeneral of the Synod of Bishops and had itsmain objective in observing the reality of thefamilies as well as listening to what they re-ally experience and what they expect.

The forum, divided into two days, offeredtwo different approaches: on the first day thelectures were centred on the observation oftoday’s family, keeping in mind the culturaland institutional transformations and the re-lationships within it. A debate followed thelectures and then all the participants were di-vided into different study groups, which atthe end of the session shared their conclu-sions. Fr. Paolo Benanti, T.O.R., coordinatedthe first day of the forum and offered his finalconsiderations.

The second day had a more pastoral ap-proach: the lectures (on conjugal love, par-enthood, conjugal spirituality) werefollowed by the testimony of married cou-ples. As on the previous day, this first partwas followed by debates and study groups.The final address, with his final considera-tions, was given by Fr. Miguel Yañez S.I.,Director of the Department of Moral The-ology and coordinator of this second session.The choir CinqueCinquanta+, formed byfamilies (parents, children, grandparents),closed the Forum with a concert.

generazioni, e questo è dovuto alla paura di non essere amati daifigli e alle attese narcisistiche del figlio idealizzato. Occorre, in-vece, l’esercizio dell’autorità genitoriale come argine/cornice sim-bolica necessaria per la costruzione dell’identità del soggetto. Lafunzione virtuosa del limite è indispensabile nell’educazione deifigli: senza l’esperienza del limite il soggetto è gettato in una con-dizione esistenziale di angoscia.

Lo spirito e il volto della famiglia:immagine plastica, non “di plastica”

Punto di incontro tra le due relazioni è stato l’intervento didon Sergio Nicolli con la sua esperienza nel campo della spiritua-lità familiare, un’esperienza maturata sia nel corso del suo inca-rico di direttore dell’ufficio della CEI per la pastorale familiareche nell’attuale attività parrocchiale a Rovereto, dove dirige ilCentro diocesano di pastorale familiare. La sua proposta è unaspiritualità profondamente incarnata nella vita, che valorizza tuttigli elementi tipici della relazione coniugale e della responsabilitàgenitoriale. La sua relazione si è focalizzata sul nuovo rito del ma-trimonio in Italia, mostrandone le novità sostanziali rispetto alrito precedente. La spiritualità familiare deve connotarsi per unparticolare stile di vita, che riguarda le varie dimensioni della vitadella coppia e della famiglia. Nicolli ha saputo individuare anchei mezzi per coltivare la spiritualità coniugale e familiare.

Le tre relazioni sono state completate ciascuna dalla testimo-nianza di una coppia di sposi tra quelle partecipanti ai lavori delforum, le quali hanno donato la propria esperienza di coniugalitàe genitorialità attraverso narrazioni cariche di emozioni e spuntidi riflessione. Le conclusioni dei gruppi di studio rispecchiavanoun ambiente familiare di riflessione condivisa, avviata, ma noncompiuta, lasciando nei partecipanti il profondo desiderio di con-tinuare ad accompagnare una Chiesa in ascolto, la quale si pre-para al cammino sinodale sulla complessa realtà della famiglianella cultura postmoderna.

Al termine dei lavori, il coro familiare «CinqueCinquanta+»composto da famiglie (genitori, bambini e nonni) ha dato un’im-magine plastica di quella che è la vita familiare, dove ognuno“canta” con la propria tonalità la vita di ogni giorno realizzandoun’armonia di voci. �

La tenerezza, la compassione e la misericordia emergono come le tonalità emotive che caratterizzano il legame coniugale

Facoltà

A sinistra:I due giorni di riflessione sono stati conclusi da un momento musicale animato dal coro familiareCinqueCinquanta + compostoda genitori, bambini e nonni.

34 | 47/2014

DA IERI A OGGI

Charles André Bernard, per 36 anni professorealla Gregoriana nell’Istituto di Spiritualità(1961-1997), era nato nel 1913 a Berck-sur-

Mer, nel Pas-de-Calais, vicino alla frontiera con ilBelgio ed è morto all’inizio del 2001. Conosciuto estimato a livello internazionale, ma quasi invisibileper quanto riguarda incarichi ufficiali, salvo gli anniin cui aveva diretto l’Istituto (1987-1992); il giornodelle sue esequie la grande chiesa romana di San-t’Ignazio era gremita. P. Bernard era un uomo so-lido, quadrato, massiccio, che trasmetteva un’impres -sione di forza e di sicurezza; franco e diretto fino allaruvidezza con i suoi pari; pieno di benevolenza e dipazienza, ma anche fermo, con le persone che glichiedevano una guida spirituale, che intendevaprima di tutto come una formazione alla libertà in-teriore; con un’attenzione particolare verso i grandimalati da lui visitati in alcuni casi anche giornal-mente. Dai confratelli e anche fuori era consideratoil rifugio ultimo sul quale dirottare i casi più difficili.“Mi sembrava di stare su un transatlantico”: l’imma-gine sorprendente usata da uno di loro rende benela misura del sollievo che gli interessati potevanoprovare. Innamorato della natura e della poesia, erascherzoso e assolutamente semplice al di fuori del-l’ufficialità. Tratto che forse colpiva di più le per-sone: “Era un grande uomo e così semplice”.

La forza speculativa di cui era dotato gli era valsain noviziato l’appellativo di “noûs”, “intelletto”; magià i vicini di casa lo ricordavano, ragazzino, giraresempre con un libro sotto gli occhi, senza che ciò gliimpedisse poi di essere un vero “capobanda”. Versoi 12 anni si era allontanato dalla pratica della fede,per poi “convertirsi” (espressione sua) tra il ‘40 e il‘41, in un momento storico drammatico, rimasto perlui inseparabile dalla figura di un giovane curatodella sua parrocchia, morto in battaglia al momentodell’invasione della Francia: questi gli aveva detto

un giorno, provocando in lui una impressione pro-fonda, che “avrebbe offerto la vita per lui”.

Dopo aver completato gli studi che in Franciapreparano all’insegnamento nelle scuole primarie,nel 1943 André entrava nel noviziato della Compa-gnia di Gesù, allora sfollato a Vals, nella “zona li-bera”; per questo si trovò a compiere gli studi difilosofia all’Università di Stato di Montpellier, oveebbe come maestro il filosofo Ferdinand Alquié edentrò in contatto con il pensiero moderno, in parti-colare con la fenomenologia, la psicologia, l’antro-pologia. “È della nostra razza” esclamò al momentodella discussione della tesi Alquié, che nutriva pro-getti per il futuro del suo studente. Ma il giovaneBernard si era già “dato alla Compagnia”. A quel pe-riodo risale la duplice impronta specificamente filo-sofica che informa tutto il suo itinerario intellettuale:preoccupazione per la dimensione metafisica degliargomenti trattati, intelligenza della problematicaantropologica che soggiace alla vita spirituale. Ordi-nato sacerdote nel 1954 dopo aver conseguito il dot-torato in filosofia, alcuni anni dopo conseguì quelloin teologia. Anche se entrambe le tesi erano dedicateal pensiero di san Tommaso, Charles André Bernardnon si considerava un tomista: è da sant’Ignazio esan Giovanni della Croce che moveva la sua com-prensione della vita spirituale.

Nel 1961 viene chiamato a insegnare a Roma. I 38anni romani sono senza storia, scanditi da un unicoe medesimo ritmo: Messa mattutina, lavoro intellet-tuale e insegnamento nella prima parte della gior-nata (ha diretto 37 tesi di dottorato), ministero diascolto e di formazione il pomeriggio; praticamentenessuna uscita da Roma durante l’anno accademico.Questa “monotonia” era ciò che custodiva e rendevapossibile un lavoro di approfondimento incessantee una produzione eccezionale per qualità e quantità,incentrati intorno a quell’unico interesse che, comedichiarò in occasione del 50° anniversario del suo in-gresso nella Compagnia di Gesù, aveva polarizzatotutte le sue energie: la vita spirituale. Questa però,considerata prima di tutto nella sua accezione piùampia, come fenomeno nel quale rientrano le tregrandi vie dello spirito: il filosofo, l’artista, il santo.Presente sin dall’inizio, tale scelta metodologicaaveva un duplice scopo: da una parte, riuscire a ren-dere conto delle molteplici omologie tra la vita spi-

P. Charles André Bernardmaestro di teologia spirituale

di MARIA GIOVANNA MUZJ

Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa

Dire che l’anima ha sete di Dio,significa che il desiderio dello spirito

si trova in una certa continuitàcon il desiderio vitale del corpo

(Charles André Bernard)

47/2014 | 35

Le voci e i tempi

rituale cristiana ed atteggiamenti o pratiche spiri-tuali propri anche di altri contesti religiosi e cultu-rali; dall’altra, giungere a individuare pienamentespecificità e originalità della vita spirituale cristiana.In una sorta di costruzione dalle fondamenta, p. Ber-nard parte dunque dalla terza via – la ricerca di unapienezza di vita –, che più lo interessa in quanto in-clude la dimensione religiosa, e ne analizza gliaspetti caratteristici, in particolare il fenomeno cen-trale della preghiera, argomento del suo primo sag-gio La prière chrétienne (1967).

Della “vita spirituale” p. Bernard coglie innanzi-tutto ciò che la costituisce come tale, cioè il fatto diessere una vita e dunque un processo dinamico fina-lizzato: «Il progetto spirituale è slancio vitale pola-rizzato verso un valore supremo e che dà senso allavita umana». Non a caso questa definizione, trattadal saggio fondativo Le projet spirituel (1970), contieneun’immagine spaziale, il “polo”: per l’autore il fattoche sia «impossibile parlare di vita spirituale senzafare appello a schemi immaginativi, quali quello diascensione o di approfondimento» è un’evidenza.Che sia puramente naturale o che si dispieghi in unambiente di grazia, la vita spirituale – e la sua espres-sione – trova una corrispondenza strutturale nellealtre sfere vitali, il che determina il ricorso necessarioal linguaggio simbolico: «La coscienza parte dal-l’esperienza primaria del sensibile per passare alpiano spirituale. Dire che l’anima ha sete di Dio, si-gnifica che il desiderio dello spirito si trova in unacerta continuità con il desiderio vitale del corpo». Epoiché ogni vita si esprime attraverso una reazioneaffettiva, anche il rapporto della coscienza al mondodivino implica necessariamente una dimensione af-fettiva. Il simbolo, connotato sempre da una dimen-sione affettiva, appare così a doppio titolol’espressione connaturale dell’attività religiosa. Infineanche la specificità della vita spirituale cristiana si ri-vela, ma in un modo divino, dell’ordine della vita:«Tutto è dunque movimento. Tutto è vita. Tutto è ani-mato dallo Spirito. Ed è forse questo l’aspetto più di-stintivo della spiritualità cristiana. Essa non èsemplicemente una vita interiore che fa fiorire dellevirtualità che si potrebbero dire mistiche. È una vitasottomessa alle mozioni di uno Spirito Santo, Spiritodi libertà e di amore. E tale mozione è tanto interioreda raggiungere l’atto personale di esistere che è allaradice della libertà del nostro spirito. Cosicché ognimovimento spirituale, in noi e nel mondo, si alimentaall’unica fonte dello Spirito vivificante».

Questa visione sintetica del fenomeno vita-nello-spirito e della sua espressione, ancorata da una parteal dato teologico della fede, dall’altra al sostrato fi-losofico e antropologico del suo pensiero, spiegal’unità e al tempo stesso l’apertura dell’opera delpadre Bernard, in particolare la triade Teologia spiri-

tuale, Teologia simbolica, Teologia affettiva e lo studiofenomenologico delle grandi vie dello spirito all’in-terno della fede cristiana (Il Dio dei mistici, coronatodal volume postumo Teologia mistica). Ma ne spiegaanche la pressante attualità per la Chiesa. Da una lu-cida analisi sinottica dei rapporti che intercorronooggi tra filosofia, teologia e spiritualità, p. Bernardfa emergere infatti una proposta che non è di ordinepuramente speculativo, ma che sollecita esplicita-mente un cambiamento pratico nella formazione.

Dall’articolo La spiritualità come fonte dottri-naria (1993)

«Oggi sentiamo il bisogno di tornare alla concre-tezza della vita spirituale, essendo come costretti ariconoscerne la funzione vivificatrice nei confrontidella teologia morale come della dogmatica. E si po-trebbe aggiungere: dell’esegesi stessa. Questa infattinon è sfuggita al totalitarismo della razionalitàastratta, divenendo così la preda dell’oggettivismostorico e, più recentemente, delle disquisizioni lin-guistiche. Poco ci mancava che la figura del Dio vi-vente apparisse inutile...

Il compito teologico oggi si rivela quindi abba-stanza chiaro: anche se appare presuntuoso voleredificare un sistema teologico unitario, almeno inchiave didattica bisognerebbe, nella formazione cri-stiana, far posto all’insieme delle grandi disciplineteologiche; alla teologia morale che in tutti i tempiimpone la sua presenza, e particolarmente ai giorninostri quando si differenziano e si complicano lecondizioni concrete in cui bisogna compiere sceltecristiane; alla teologia dogmatica, la quale rispondeal desiderio incomprimibile di perseguire una sem-pre maggiore intelligenza della fede; infine alla teo-logia spirituale, in quanto vivifica e concretizza ildinamismo delle prime due.

[…] In ogni caso bisogna sempre superare dottri-nalmente le separazioni contrarie all’unità del datorivelato e puntare a permettere al credente di rag-giungere, per quanto è possibile, l’unità della vita.A tale scopo appare indispensabile la ricerca di unavita spirituale, la quale a sua volta richiede una suaintelligenza: la teologia spirituale si manifesta alloracome parte della teologia e fonte originale quanto in-sostituibile».

Bisogna sempre superare dottrinalmentele separazioni contrarie all’unità del datorivelato e puntare a permettere al credentedi raggiungere, per quanto è possibile,l’unità della vita. A tale scopo appareindispensabile la ricerca di una vita spirituale

(Charles André Bernard)

36 | 47/2014

DA IERI A OGGI

Sono state varie le case abitate dai gesuiti nel-l’area occupata oggi dalla Residenza del Gesù(residenza, scolasticato e tempio). Nel posto

occupato oggi dalle cappelle di sant’Ignazio e dellaMadonna della Strada, e in un’area poco più estesa,si trovava la casa «vecchia e cascaticcia» di CamilloAstalli [di cui resta memoria nella vicina Via degliAstalli, presso la quale si trova l’omonimo Centro del Je-suit Refugee Service, NdR], la quarta casa abitata dasant’Ignazio e dai suoi compagni a Roma, dal feb-braio 1541 al settembre 1544. Lì ebbe luogo la riu-nione dei compagni per l’elezione del primo

Generale della Compagnia di Gesù (marzo-aprile1541), prima di poter fare la professione nella basi-lica di San Paolo fuori le Mura, dopo aver fissato al-cune norme delle future Costituzioni. Tre voltedovettero ripetere la votazione per confermare, sem-pre all’unanimità, l’elezione di padre Ignazio a Ge-nerale della Compagnia di Gesù, a causa del rifiutoad accettare la carica e delle resistenze da parte delsanto, che si dichiarava sempre indegno e incapacea governare se stesso, e tanto più quindi a governaregli altri, avendo un’indole pronta a obbedire e non acomandare. Su richiesta del santo l’elezione fu ripe-tuta l’8 e il 13 aprile, e finalmente il 19 aprile, sottol’ordine del suo confessore, Ignazio accettò la carica.Il 22 aprile partirono da qua i compagni con Ribade-neira – che faceva il chierichetto –, per fare la profes-

sione in San Paolo fuori le Mura, all’interno del pel-legrinaggio delle Sette Chiese, dinanzi all’altare delSantissimo Sacramento e del mosaico della Ma-donna, riconosciuta come Regina e Madre dellaCompagnia di Gesù. In questa casa sant’Ignazio fecela “deliberazione sulla povertà della Compagnia”(febbraio-marzo 1544) e ricevette le celebri e straor-dinarie visioni mistiche, rimaste descritte nel suoDiario spirituale.

«Una casaccia che pareva quasi una capanna»Nella zona dove la via di Aracoeli fa angolo con

via San Marco, padre Codacio edificò la casa doveabitò sant’Ignazio dal settembre 1544 al luglio 1556,cioè fino alla morte. Il principe Fabrizio Massimi ladescrisse come «una casaccia che pareva quasi unacapanna». Oggi di questa casa si conservano le trestanze dove abitò sant’Ignazio e quella del fratellocoadiutore che lo assisteva: sono state conservate,quando fu distrutta l’antica casa per costruire quellaimmensa attuale, per rispetto e devozione al santofondatore; sono le cosiddette “camerette di san-t’Ignazio”. Qui abitarono anche altri quattro Generali:Giacomo Laynez, san Francesco Borgia, EverardoMercuriano e Claudio Aquaviva, sotto il cui governofu edificata la Residenza del Gesù.

La stanza piccola u ha una finestra aperta versola terrazza, dove sant’Ignazio, seduto su un piccolosedile, durante la notte contemplava il cielo mentrelacrime di devozione sgorgavano senza interruzionedai suoi occhi. Per molto tempo si è conservata ap-pesa al muro una frase, attribuita al santo dal suobiografo Ribadeneira: Heu, heu, quam sordet mihiterra, quando aspicio caelum! (“Ahimè, quanto mi sem-

bra meschina la terra, quando guardo il cielo!”). Inquesta stanza il santo dormiva, aveva il suo ufficio,e vi scrisse una buona parte delle Costituzioni, oltrea tantissime lettere per comunicare indirizzamenti,ordini, orientamenti e luci di discernimento e di

Le camere di Sant’Ignazioe dei primi Generali della Compagnia

di MANUEL RUIZ JURADO, S.I.

Tre volte dovettero votare all’unanimitàl’elezione di padre Ignazio a Generale

della Compagnia di Gesù, a causa del rifiutoad accettare la carica e delle resistenze

da parte del santo, che accettò per ordine del suo confessore

Nelle “camerette di sant’Ignazio” abitarono anche quattro Generali della Compagnia: Giacomo Laynez, san Francesco Borgia, Everardo Mercuriano e Claudio Aquaviva, sotto il cui governo fu edificata la Residenza del Gesù

Nonostante numerose ristrutturazioninel corso dei secoli, dentro il Collegiodel Gesù sono state conservate le stanzedove visse Ignazio di Loyola e i primiquattro Prepositi Generali della Compagnia.Stanze poverissime, la cui impressioneè oggi falsata nel visitatore dall’antistantecorridoio, costruito oltre un secolo dopoe affrescato da fratel Andrea Pozzo

LaGregoriana47_30_50_30_50 18/03/15 12:51 Pagina 36

47/2014 | 37

Le voci e i luoghi

guida per il governo di tutta la Compagnia; e semprequi preparò la Formula Instituti (1550) �. Bisognaconsiderare che alla morte del santo vi erano già ge-suiti in tutte e quattro le parti del mondo allora co-nosciuto, più di un migliaio. Si contano più disettemila lettere nel suo epistolario. «Il modo che os-servava, quando faceva le Costituzioni, era dire ogni dìmessa e rappresentare il punto che trattava a Dio e far ora-tione sopra a quello; et sempre faceva l’oratione et messacon lacrime» (Racconto del pellegrino, n. 101).

Qui hanno collocato nel 1991 la testa in bronzo disant’Ignazio, su un supporto in pietra, posizionataall’altezza che doveva avere in vita; inoltre vi si tro-vano qualche documento firmato da lui �, un qua-dro della Madonna, lo scrittorio e gli armadi, chepotevano servire per l’archivio dei documenti al suosegretario Polanco.

Secondo padre Gonçálves dá Cámara, ministrodella casa durante gli ultimi tempi della vita dipadre Ignazio, dopo che il padre si alzava dal letto eaveva recitato le preghiere – nelle quali gli era statocommutato l’Ufficio Divino a causa delle sue ecces-sive lacrime –, «entrava in una cappella vicina alla suastanza» per la Santa Messa. Poi rimaneva due ore inorazione mentale e, per non essere disturbato, avevaordinato che i messaggi che fossero arrivati in quelfrangente alla portineria fossero consegnati al padreMinistro. Questi ne portò molti alla cappella, quandogli sembravano richiedere una risposta urgente, e as-sicura che ogni volta che entrava a portarglieli tro-vava il volto del santo così splendente, che rimasespaventato e come fuori di sé.

Il luogo della morte, oggi CappellaLa stanza più grande �, dove oggi si trova con-

servato il Santissimo � e dove i devoti celebrano laMessa, era allora il luogo dove il santo riceveva gliospiti. Qui fu trasferito il suo letto nei giorni dellasua ultima malattia, probabilmente per facilitare levisite. Ed è qui che avvenne la sua morte, nellastanza più vicina a quella di fratel Cannizzaro, chelo assisteva allora. Quella notte il fratello lo sentì direalcune volte: “Ay, Dios!”. Allo spuntare il sole, rac-conta Polanco che, andando a visitare padre Ignazio,lo trovò in fin di vita. Corse in fretta a San Pietro achiedere la benedizione di Papa Paolo IV per il mo-ribondo, come il padre gli aveva chiesto di fare ilgiorno precedente. Il Papa la concesse insieme atutto quanto poteva dare. Padre Ignazio nel frat-tempo consegnò l’anima al suo Creatore e Signore,poco prima delle sette del mattino, alla presenza dipadre Madrid, superiore della casa, e di padre An-drea de Freux, rettore del Collegio Romano �.

In questa stanza hanno conservato un quadrodella Sacra Famiglia che il santo aveva davantiagli occhi, sull’altare dove celebrava la Messa. Pro-babilmente lo tenne così anche san Francesco Borgia,

generale della Compagnia, come si può dedurre dalsuo Diario.

L’altra stanza, situata tra le due descritte sopra,serviva probabilmente come sala d’attesa o d’in-gresso per i visitatori. Qui è esposto un quadro conla magnifica pittura del Ribera, che rappresentasant’Ignazio nell’atto di scrivere le Costituzioni B.Sembra che le scale, scoperte nel 1991, mettessero incomunicazione questa stanza con il resto della casaantica e con la cappella vicina, scomparsa durante lacostruzione del nuovo edificio. Le finestre di questastanza si aprivano sull’orto sottostante. Al di là diquesto, nello spazio vicino all’attuale chiesa delGesù, Polanco preparò alcune abitazioni per allog-giare san Francesco Borgia, arrivato nell’ottobre 1550con il suo seguito.

Sant’Ignazio, all’interno di queste stanze, il 17 lu-glio 1546 ricevette san Pietro Favre – dopo che erastato assente per tanto tempo, inviato in missioni pon-tificie durante la deliberazione del 1539. Anche sanFrancesco Borgia, arrivato come professo della Com-pagnia (dal 1548), vestito ancora da duca per licenzapontificia (con il suo seguito di circa venti persone), fuospite della casa negli anni 1550-1551 ed ebbe contatticon sant’Ignazio per tre mesi. Chi visita questi luoghiintuisce il clima povero e raccolto nel quale il santovisse e governò la Compagnia fino alla sua morte, il31 luglio 1556, all’età di 65 anni, avendo governato laCompagnia 15 anni. Fu beatificato da Paolo V nel 1609,e canonizzato da Gregorio XV il 12 marzo 1622.

L’antisala delle camerette è una magnifica operad’arte della prospettiva, eseguita dal fratello AndreaPozzo, che verso la fine del XVII secolo volle onorareil Fondatore con immagini allusive al suo trionfo ce-leste e ai miracoli a lui attribuiti.

A pochi passi dall’attuale Piazza del Gesù e daVia degli Astalli si incontra un altro luogo significa-tivo per la Compagnia: Palazzo Venezia, allora resi-denza estiva dei Pontefici, presso la quale Ignazio furicevuto dal Papa diverse volte. Qui sono state fir-mate le bolle di approvazione e di confermazionedella Compagnia di Gesù: la Regimini militantis Ec-clesiae (27 settembre 1540) e la Exposcit debitum (21luglio 1550); ma anche la Iniunctum nobis (1544) – cheapriva la possibilità di ricevere nella Compagniaqualsiasi membro normalmente preparato, senza li-mite di numero –, e la breve Pastoralis officii (1548)che approvava e raccomandava gli Esercizi spiritualidi sant’Ignazio.

Ogni volta che celebrava la Messa,Ignazio aveva davanti agli occhi un quadrodella Sacra Famiglia. Probabilmente lotenne così anche san Francesco Borgia

8

38 | 47/2014

DA IERI A OGGI

Per visitare le camerette:ingresso libero dal Collegio

Internazionale del Gesù (Piazza del Gesù, 45)

dal lunedì al sabato solo il pomeriggio, dalle 16:00 alle 18:00;

domenica e festivi solo la mattina,dalle ore 10:00 alle 12:00

Per celebrare la S. Messa:prenotarsi contattando la portineria

(tel. +39 06 69205 800 oppure +39 06 69205 878) durante

gli orari di apertura al pubblico

8

47/2014 | 39

Le voci e i luoghi

Accanto alla Chiesa del Gesùsi trova l’ingresso alle stanze

dove visse e morì sant’Ignaziodi Loyola. Abitazione molto

povera, fu in seguito inglobatanella grande costruzione

del Collegio senza modificarnela struttura. Lo studiolo (1)conserva lo scrittoio su cui

il santo compose le Costituzioni (8)e altri documenti (2-3);

la seggiola da cui contemplavail cielo dalla finestra adiacente;

gli armadi usati come archividal segretario Polanco.

Quella che in seguito vennetrasformata in cappella (4-5)era una semplice stanza adibitaper gli incontri con le personalità.Qui venne spostato il lettodi sant’Ignazio durante l’aggravarsidella malattia; qui morì,come ricorda una tela esposta (6).Sulla parente di fronteè affisso un quadro della SantaFamiglia di «modesta fattura» (7)davanti al quale sant’Ignaziocelebrava ogni giorno la S. Messa.I locali comprendono altredue piccole stanze, adibite a museo.

Itesti della Bibbia non ubbidiscono – secondo noi – alle regoledella retorica classica greco-latina, bensì alle leggi di un’altra re-torica, quella semitica. Questa non è una retorica della persua-

sione che vuol convincere come quella classica, ma una retoricadell’enigma, proposto alla saggezza del lettore. “Il Greco dimo-stra, l’Ebreo mostra”. Se viene chiamata “retorica biblica e semi-tica”, significa che vale anche per le altre letterature del VicinoOriente antico compresi, fra i più recenti, i testi della Tradizionemusulmana e del Corano. Non conviene analizzare la linguaaraba (o cinese) con le categorie della grammatica latina: non èappropriato. Come dice il proverbio africano: “Il bambino chenon è mai uscito di casa pensa che solo sua madre sa fare bene ilsugo”. Attenzione all’etnocentrismo!

Infatti, come ricorda la Pontificia Commissione Biblica, «radi-cata nella cultura semitica, la tradizione letteraria biblica manife-sta un gusto spiccato per le composizioni simmetriche, grazie allequali vengono stabiliti dei rapporti tra i diversi elementi del testo.Lo studio delle molteplici forme di parallelismo e di altri proce-dimenti di composizione semitici deve permettere di meglio di-scernere la struttura letteraria dei testi e di pervenire così a unamigliore comprensione del loro messaggio» (L’interpretazione dellaBibbia nella Chiesa, Città del Vaticano 1993, 38).

Per analizzare correttamente i testi biblici e del Vicino

Oriente antico occorre comprendere le peculiarità

della retorica semitica. È quanto si propone

la Società internazionale per lo studio della Retorica Biblica e Semitica (RBS),

che promuove ricerche e pubblicazioni

in questo campo.La Gregoriana ne ospita

i convegni biennali

40 | 47/2014

COMUNITÀ UNIVERSITARIA

di ROLAND MEYNET, S.I. – JACEK ONISZCZUK, S.I.Dipartimento di Teologia Biblica

Retorica Biblica e Semitica:un nuovo slancio

Le leggi di questa retorica sono note da tempo: i “fondatori”hanno pubblicato le loro opere negli anni 1820-25! Ormai dispo-niamo di un Trattato di retorica biblica (R. Meynet; anche in fran-cese e inglese) e per il Corano, dello studio La composition du Coran(M. Cuypers).

Oltre i confini del mondo semitico, altri testi possono essereanalizzati secondo le leggi di questa retorica: ad esempio la Regoladi San Benedetto e i Pensieri di Pascal, due autori talmente imbe-vuti di Bibbia che compongono i loro testi alla maniera biblica.

La “Società internazionale per lo studio della Retorica Biblica e Semitica” (RBS)

La RBS è un’associazione senza fini di lucro di diritto italiano fon-data nel 2006, il cui Presidente onorario è il Card. Albert Vanhoye.

«L’Associazione svolge attività nei campi dell’istruzione, dellaformazione e della promozione della cultura biblica perseguendo,senza scopo di lucro, il fine di promuovere e sostenere in Italia eall’estero le ricerche e le pubblicazioni nel campo della retorica bi-blica – sia dell’Antico che del Nuovo Testamento – e della retoricasemitica. In particolare, l’Associazione favorisce la realizzazionedi progetti di ricerca, di scambi interuniversitari e di pubblicazioninel campo della retorica biblica e semitica» (dall’articolo 4 delloStatuto). Il Presidente attuale è P. Pietro Bovati, professore emeritodel Pontificio Istituto Biblico; tra i membri fondatori, P. RolandMeynet ne è il Segretario e P. Jacek Oniszczuk il Tesoriere.

La retorica semitica è riconosciuta, come retorica specifica,dalla “International Society for the History of Rhetoric”, la grande so-cietà mondiale nella quale siamo presenti sin dal 1987. Per il ven-tesimo Congresso biennale che si terrà a Tubinga nel 2015, quattrorappresentanti della RBS presenteranno un nuovo un panel sullaretorica semitica.

� Le collaneNon si è aspettata la fondazione della RBS per fare ricerche e

dunque pubblicare. Nel lontano 1988 era uscito il primo volume

47/2014 | 41

Occorre prestare attenzione all’etnocentrismoper non rischiare di applicare schemi retorici tipici di altre lingue alle costruzioni semitiche

Pedagogia

Una lezione di P. Javier Lopez S.I.durante l’ultimo convegno di RBS.

A sinistra:P. Pietro Bovati, S.I. del PontificioIstituto Biblico (al centro)è il Presidente dell’associazione RBS.P. Roland Meynet, S.I. (a sinistra)e P. Jacek Oniszczuk, S.I. (a destra)ne sono rispettivamenteil Segretario e il Tesoriere,nonché membri fondatori.

� Foto PAOLO PEGORARO

di una nuova collana, “Rhétorique biblique”, presso le Éditionsdu Cerf. È là che P. Bovati e R. Meynet hanno pubblicato, nel 1993,il loro commento al libro di Amos. Questa collana è stata sostituitanel 2005 dalla collana “Rhétorique sémitique”, attualmente pressol’editrice Gabalda: conta tuttora 15 volumi. La collana aveva cam-biato nome per accogliere, oltre a studi su testi biblici, anche ri-cerche sul Corano; prima fra queste, lo studio della sura 5, diMichel Cuypers, religioso della Fraternità dei Piccoli Fratelli diGesù che lavora all’Institut dominicain d’études orientales (IDEO)a Il Cairo; per questo volume l’autore ha ricevuto nel 2009 ilWorld Prize for the Book of the Year in Islamic studies della Re-pubblica islamica dell’Iran.

La collana francese ha una “sorella” italiana, “Retorica biblica”presso le EDB, che ha pubblicato 18 volumi. Nel 2013 è stata so-stituita dalla collana “Retorica biblica e semitica” presso la Gre-gorian & Biblical Press, con 3 volumi già editi.

Vi è infine una terza collana – “Rhetorica semitica”, in spa-gnolo e in inglese – presso la Convivium Press, in coedizione conla Gregorian & Biblical Press.

� Il sitoLa RBS dispone di un suo sito web, indipendente ma “satelli-

tare” rispetto a quello dell’Università Gregoriana: www.retorica-biblicaesemitica.org, fondato nel 2007, ma preceduto da una paginaspecifica nel sito della Gregoriana. Questo sito conta attualmente499 pagine (italiano, francese, inglese). Oltre le informazioni sullepubblicazioni legate alla RBS, offre l’accesso ai testi fondatori; laterminologia specifica della metodologia, in sette lingue; una bi-bliografia delle opere che mettono in atto l’analisi retorica semi-tica (più di 1.400 titoli) ordinata per autori e anche per testi biblici;una rivista online, ecc.

Le leggi della retorica semitica sono note da tempo (1820-25).

Esse si possono applicare anche a quei testi non semitici

costruiti però da autori così “imbevuti” di Bibbia da riprodurne

il modo di comporre

COMUNITÀ UNIVERSITARIA

42 | 47/2014

2008-20I4: i convegni di RBS

Dal 2008 si tiene in Gregoriana, a cadenza biennale, il conve-gno internazionale della RBS. Una delle caratteristiche di questiconvegni è che sono aperti agli studenti, della Gregoriana comedi altre università. Questi possono anche presentare una comu-nicazione, come gli altri partecipanti, qualora siano dottorandi oanche studenti di Licenza. Bisogna infatti preparare l’avvenire...

Per gli studenti del Dipartimento di Teologia biblica, la parteci-pazione al convegno equivale a un corso, a condizione che lo studentestenda un resoconto critico di ciò che ha seguito. Inoltre, a ogni con-vegno interviene uno specialista di un’altra metodologia esegetica.

I relatori devono mandare il loro testo cinque mesi prima delconvegno, in modo che tutti i partecipanti possano prepararsi allediscussioni critiche, cui si lascia grande spazio. Dopo il convegno,gli autori i cui testi sono accettati per essere pubblicati negli Atti,dispongono di altri due mesi per rivedere il loro testo in funzionedelle discussioni.

� Il primo Seminario di apprendimento della metodologiaUn salto in avanti è stato compiuto in occasione del quarto con-

vegno (25-27 settembre 2014). Per la prima volta, prima del suoinizio è stato organizzato un seminario di apprendimento del-l’Analisi retorica biblica e semitica, diviso in tre gruppi linguistici:uno italiano (e polacco) con 9 studenti sotto la guida di P. Oni-szczuk; uno francese con 11 studenti guidati da P. Meynet, unofrancese e arabo sul Corano, seguito da tre musulmani sotto laguida di Michel Cuypers. Tra i partecipanti, anche un bel gruppodi studenti dell’Università cattolica di Lovanio (Belgio) e ungruppo dell’università di Opole (Polonia) con un loro professore.

� Prima partecipazione di studiosi musulmaniLa seconda novità rilevante è che hanno partecipato sia al Se-

minario sia al Convegno giovani ricercatori musulmani, fra i qualil’imam franco-marocchino Yaniss Warrach, cappellano carcerarioe assistente degli scout musulmani a Parigi. Ha tenuto una comu-nicazione particolarmente apprezzata sulla composizione dellasura 24, dimostrando che questa, considerata dalla critica tradi-zionale come composita, in realtà è ben strutturata, il che per-mette di capirla meglio. Oltre a questo, durante il convegno visono stati altri tre interventi sul Corano.

Sin dal primo convegno Michel Cuypers aveva comunicato ifrutti delle sue ricerche sul testo coranico, proseguendo quelle in-traprese sul Hadith alla fine degli 1980 all’Institut d’études islamo-chrétiennes dell’Università San Giuseppe di Beirut, sotto la guidadi R. Meynet.

� L’appoggio del Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-ReligiosoDopo il benvenuto del R.P. Rettore, i lavori del convegno sono

stati introdotti dal discorso del Segretario del Pontifico Consiglioper il Dialogo Inter-Religioso, P. Miguel Ayuso – letto da Mons.Lucio Sembrano – impossibilitato a presenziare per una conco-mitante riunione a New York. In questo discorso è stata sottoli-neata l’importanza del lavoro di tipo accademico per il dialogocon l’Islam, e in particolare per la collaborazione con gli studiosimusulmani che intraprendono un rinnovamento del lavoro ese-getico sul Corano. �

47/2014 | 43

Pedagogia

A sinistra:L’Imam Yaniss Warrache, in basso, un momentodel suo interventodi esegesi della sura 24del Corano grazieall’applicazionedella retorica semitica.

Biblical and Semitic Rhetoric: a new impulse(by Roland Meynet S.I. – Jacek Oniszczuk,Department of Biblical Theology) – TheInternational Society for the Study of Bib-lical and Semitic Rhetoric is a non profit as-sociation which deals exclusively with thestudy of Semitic literature, namely, Biblicaltexts (both New and Old Testament) andother Semitic texts, especially Islamic.

The association, founded in 2006, pro-motes and supports research projects, IntraUniversity exchange and publications.

The association produced publicationseven before it was officially founded: theRhétorique biblique series was createdin 1988, substituted in 2005 by the seriesRhétorique sémitique. The Italian seriesof publications is now called Retorica biblicae semitica, while the English-Spanish ver-sion is called Rhetorica semitica. A bien-nial international convention is held since2008, open also to students. Prior to the lastconvention, a seminar was organized (di-vided into three linguistic groups) about themethodology of the Biblical and Semiticrhetoric analysis.

A relevant new factor was the presence,both at the convention and at the seminar,of young Muslim researchers, among whichthe French-Moroccan Imam Yaniss Warrach.During the convention there were four in-terventions about the Koran. The speech ofFr. Miguel Ayuso, the Secretary of thePontifical Council for Interreligious Dia-logue, opened the convention underliningthe importance of academic work in dialogu-ing with Islam.

Further information can be found atwww.retoricabiblicaesemitica.org

Il filosofo è un pellegrino che vaga per le pianure, familiare con ciò

che è umano, un ricercatoredella verità che interagisce con gli altri

44 | 47/2014

Dallo scorso 1° settembre 2014 P. Louis Caruana, già professoredi Filosofia della scienza e della natura, è il nuovo Decanodella Facoltà di Filosofia.

� Quali sono, a suo avviso, le questioni filosofiche più ur-genti nel panorama contemporaneo?

«Un problema filosofico urgente è quello che riguarda lescienze naturali. La mentalità scientifica, che sta rapidamentediventando globale, offusca il bisogno di ricercare nella sag-gezza la propria crescita personale. C’è una tensione tra cono-scenza e saggezza; la prima è associata principalmente conl’accumulo di informazioni, la seconda con lo sviluppo dellapersona nella sua interezza.

Un altro problema urgente è collegato all’idea di verità.Siamo giustamente diventati aperti verso punti di vista diversidal nostro, ma questa apertura può facilmente indebolire la no-stra fiducia nelle argomentazioni razionali. La tolleranza vieneconfusa con il relativismo, i valori con le emozioni, e la veritàcon le opinioni della maggioranza. Abbiamo bisogno di chiarireurgentemente questi concetti centrali per recuperare la nostrafiducia nella ragione».

COMUNITÀ UNIVERSITARIA

di PAOLO PEGORARO

nella ragioneRecuperare fiducia

Intervista a P. Louis Caruana S.I.nuovo Decano della Facoltà di Filosofia

� A partire dallo scorso anno, il primo ciclo di Filosofia pre-vede la scelta di un corso introduttivo alle scienze matematiche,naturali o umane. Quali le ragioni di questa scelta?

«Se tornassimo indietro nel tempo, scopriremmo che esseerano originariamente parte della filosofia. Nel corso del temposi sono espanse e sono diventate autonome. Il curricolum per ilbaccellierato comprende ora un corso su queste materie, perchésiamo convinti che la filosofia abbia molto da guadagnare dal dia-logo con altri stili di pensiero e con discipline che seguono un di-verso metodo di indagine. Malgrado la caricatura popolare, ilfilosofo non è un pensatore isolato che vive sulle vette solitariedel pensiero. Dovrebbe essere un pellegrino che vaga per le pia-nure, familiare con ciò che è umano, un ricercatore della veritàche interagisce con gli altri».

� Come s’innesta la filosofia nel rapporto tra scienza e fede?«La filosofia rimane indispensabile. Identifica strutture nascoste

del ragionamento che spesso usiamo inconsciamente, apre oriz-zonti nuovi del pensiero ed esplora e valuta nuovi punti di vista.Poiché queste attività le svolge in tutte le aree del ragionamento, ècoinvolta anche nel dibattito scienza-fede. Può aiutare gli scienziatia ricordare come i loro ragionamenti ed esperimenti dipendano dapresupposti generali previ e da strutture concettuali collegate allavita quotidiana. Può anche aiutare i teologi a ricordare che, se nonstanno attenti, possono facilmente infatuarsi dello stile impersonalee i metodi oggettivizzanti delle scienze. Quando ciò accade, la teo-logia rinuncia alla sua identità e alla sua vocazione.

La filosofia non si trova in una posizione di superiorità dallaquale può giudicare imparzialmente le altre discipline. Tutti noidobbiamo essere consapevoli dei presupposti nascosti che gui-dano i nostri pensieri».

� Cos’ha da imparare la filosofia dalla scienza e viceversa?«La filosofia ha imparato molto e deve continuare a farlo, spe-

cialmente per quanto riguarda la trasparenza delle argomenta-zioni, la responsabilità verso ciò che si può osservare e il rigorenel giudicare proposte plausibili e implausibili. Non dimenti-chiamo, però, che l’area della ricerca filosofica è molto più ampiadi quella delle scienze naturali. Le domande sulla natura dellastoria, il modo in cui il linguaggio determina la natura umana, learti, la realizzazione personale, il significato della vita, il bene su-premo, e altre di questo tipo, sono tutte molto importanti. La fi-losofia deve affrontarle anche se sono tutte oltre il limite dellescienze positive». �

47/2014 | 45

Docenti

Recovering trust in reason (by Paolo Pe-goraro) – Father Louis Caruana S.I. is thenew Dean of the Faculty of Philosophy.During our conversation he spoke about afew central themes which need to be ad-dressed in the contemporary world.

One of the most urgent problems is howthe scientific mentality is rapidly becomingglobal, obscuring the need for finding inwisdom our personal growth. Sometimes weforget that the human vocation is not justto obtain good information but also to be-come good people. The second urgent prob-lem is related to the idea of truth. Ouropenness towards different viewpoints iscorrect, but it can easily undermine ourtrust in reasoned argument.

The Baccalaureate curriculum cur-rently includes one course to be chosen be-tween an introduction to mathematical,natural or human sciences, «because – said Fr.Caruana – we are convinced that philosophyhas a lot to gain from being in dialogue withother modes of thought and with disciplinesthat follow a different method of inquiry».

Philosophy identifies hidden structuresof reasoning that we often use unconsciouslyand is involved in the science-faith debates;it has learnt many things from natural sci-ences and it must continue to keep on learn-ing. But it is also important to rememberthat its area of interest is much wider thanthat of the natural sciences: many of thequestions man asks himself lie beyond theboundaries of the mathematical sciences.

Nato a New York (USA) nel 1957, è entrato nella Compa-gnia di Gesù a Malta nel 1980 ed è stato ordinato sa-

cerdote nel 1991. Dopo aver conseguito un baccalaureatopresso l’Università di Malta, ha proseguito i suoi studi al Mil-ltown Institute of Philosophy and Theology (Dublino) e all’-Heythrop College (Università di Londra). Si è quindi trasferitoa Parigi dove ha studiato Teologia all’Institut Supérieur dePhilosophie et Théologie (Centre Sèvres) conseguendo la li-cenza nel 1992. Tornato in Gran Bretagna ha concluso la

sua formazione accademica all’Università di Cambridge conla licenza ed e il dottorato in Filosofia presso il Dipartimentodi Storia e Filosofia della Scienza.

Ha ricoperto numerosi incarichi accademici, tra i quali Pro-fessore Straordinario e membro del Consiglio Accademicoall’Heythrop College (Università di Londra). Dal 1997 è Ricer-catore Aggiunto presso la Specola Vaticana. Dal 1995 inse-gna presso la Facoltà di Filosofia della Gregoriana, e dal 1°settembre 2014 ne è il Decano.

In b

reve

46 | 47/2014

La formazione al sacerdozio e alla vita consacrata è un compitodelicato. Preparare chi un domani dovrà assumere il compitodi formatore in un seminario o una casa religiosa lo è ancora

di più. Ne parliamo con il nuovo Direttore del Centro San PietroFavre, P. Stanislaw Morgalla S.I.

� I suoi studi si sono concentrati intorno alla psicologia ealla psicologia della religione. Come coniugare spiritualità epsicologia nel modo più corretto?

«Esse sono già intrinsecamente congiunte nell’essere umanoche cerchiamo di aiutare nella sua ricerca di Dio. Un buon padrespirituale o formatore deve essere, in un certo senso, anche unbuono psicologo. Molto più importante a mio avviso è la do-manda: quale tipo di psicologia vogliamo usare? Oggi non pos-siamo più usare il termine “psicologia” al singolare, perchéabbiamo a che fare con una immensa quantità di scuole e correnti.E non tutte condividono la visione antropologica della Chiesa,dove l’essere umano è chiamato alla comunione con Dio nella se-quela di Cristo. Il campo d’incontro tra spiritualità e psicologia èallora l’antropologia. Spesso però non è un campo di incontro, madi reciproca sfida... talvolta anche di battaglia.

Devo aggiungere che alla guida del Centro San Pietro Favrenon c’è solo uno psicologo. Ho ricevuto come stretti collaboratoridue ottimi teologi: p. Luc Crepy, eudista francese, e p. James Cor-kery, gesuita irlandese. Il primo è stato per molti anni rettore delseminario e superiore provinciale, il secondo professore di teolo-gia e formatore dei giovani gesuiti. Abbiamo allora un buon equi-librio tra la parte psicologica e quella teologica».

IncontriamoP. Stanislaw Morgalla,

nuovo Direttore del Centro San Pietro Favre,

per parlare della formazionedegli educatori,

la selezione dei candidati al sacerdozio e le sfide

alla vita consacrata

COMUNITÀ UNIVERSITARIA

di PAOLO PEGORARO

il cammino della formazioneFlessibilità e fedeltà:

Intervista a P. Stanislaw Morgalla S.I.Direttore del Centro San Pietro Favre

Nato il 26 dicembre 1967 a Rybnik (Polonia), è entratonella Compagnia di Gesù nel 1986; dopo il noviziato ha

conseguito la licenza in Filosofia presso la Scuola Universitariadi Filosofia ed Educazione “Ignatium” (Cracovia). Si è quinditrasferito a Roma dove ha lavorato all’edizione polacca deL’Osservatore Romano e ha iniziato i suoi studi presso la Gre-goriana, dove ha conseguito la licenza in Psicologia. Tornatoin Polonia, ha conseguito il dottorato in Filosofia (cattedra diPsicologia della Religione) presso l’Università Pontificia Gio-

vanni Paolo II a Cracovia con la tesi Il concetto di maturitàpersonale e religiosa di L.M. Rulla.

Nel 2002 ha aperto – e poi diretto fino al 2008 – la Scuolaper gli educatori presso la Facoltà di Filosofia (Cracovia).Nell’anno accademico 2009-2010 inizia la collaborazionecon l’Istituto di Psicologia della Gregoriana, del quale è oraProfessore Straordinario. Dal 1° settembre 2014 è direttoredel Centro San Pietro Favre per i formatori al sacerdozio ealla vita consacrata.

In b

reve

� Lei è già stato direttore di una Scuola per Educatori a Cra-covia (2002-2008). Cosa significa “formare gli educatori”?

«Lo esprimerei in due parole che ho imparato dal mio maestrodi novizi: flessibilità e fedeltà. Da un lato i formatori devono essereflessibili, cioè devono continuare a lasciarsi formare, perché es-sere formatori significa una continua, permanente educazione.“Imparare a imparare” è divenuto uno slogan molto popolare edè anche molto attuale, specie nelle nostre società chiamate nonsenza ragione “liquide”. D’altra parte però i formatori devono es-sere fedeli, costanti, fermi in quanto riguarda i valori religiosi, cioèla ricerca di Dio nella sequela di Cristo. Non c’è posto per il rela-tivismo o smarrimento morale che costituisce un grosso problemanelle società moderne. A prima vista sembrano concetti contrad-dittori, non lo sono però se li pensiamo come un paradosso».

� Recenti vicende hanno evidenziato la necessità di selezio-nare con maggiore attenzione i candidati al sacerdozio, consi-derandone la maturità psico-affettiva. E il Santo Padre ha messoin guardia dal rischio di creare «piccoli mostri».

«La necessità di una buona selezione è solo il primo passo:molto importante, però non sufficiente. Dall’esperienza posso direche anche i migliori candidati ben selezionati possono diventaredei “grandi mostri”. I seminari o le case di formazione non sonofattorie che producono della merce e offrono una garanzia di altaqualità sino alla morte, possibilmente “nell’odore di santità”. Saràgià un grande successo se i formandi e le formande imparerannoad uscire da se stessi per andare verso i fratelli ed avere – comevuole lo stesso Papa Francesco – l’“odore delle pecore”.

Il fallimento è sempre possibile, però non dobbiamo avere pauradi fallire. Impariamo da Gesù stesso che pur essendo il formatoreper eccellenza ha dovuto sopportare parecchi fallimenti della propriaproposta formativa, ma sapeva trasformarli in momenti di crescita econversione. Basta parlare del più spettacolare: alla vista dello scan-dalo della Croce tutti i suoi discepoli lo hanno abbandonato, ma poisono ritornati: cambiati, trasformati, più umili, ma più fiduciosi nelleparole del Signore. La stessa scuola dobbiamo passare anche noi».

� Nel contesto mondiale attuale, quali sfide si trova ad af-frontare chi deve formare i giovani e le giovani che si decidonoper la vita religiosa?

«Le sfide sono immense e innumerevoli. Difatti siamo letteral-mente bombardati da esse e forse questa è la sfida maggiore, per-ché spesso ci fa perdere animo e ci ruba la speranza. Basta peròtornare alla fonte, cioè al dialogo con il Signore Gesù Cristo. È luiche ci manda in questa missione e non ci lascerà da soli. Nientesfugge dalla sua mano. Lo ha predetto: “Voi avrete tribolazione nelmondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!” (Gv 16, 33)». �

47/2014 | 47

Docenti

Flexibility and dedication: the pathof formation (by Paolo Pegoraro) – Fr.Stanislaw Morgalla S.I. is the new Directorof the Saint Peter Faber Centre for Forma-tors for the Priesthood and Consecrated Life.During our conversation he touched variousthemes concerning the formation path, suchas the need to find a good balance betweenthe theological and psychological side of thewhole process.

«Educators should be flexible and dedi-cated. – said Fr. Morgalla – Flexible, be-cause being a formator means a continuous,permanent education, but at the same timethey must be dedicated, steady, firm aboutreligious values, that is, searching God byfollowing Jesus».

Another important aspect is the need fora good candidate selection process. It is animportant aspect, but it is not enough: fail-ure is possible, but Fr. Morgalla states thatwe do not have to fear it: «Let’s learn fromJesus. He had to suffer a few failures of hisformative proposals himself, but he knewhow to turn them into moments of growthand conversion. We should do the same».

I seminari o le case di formazionenon sono fattorie che producono della merce e offrono una garanzia di alta qualità sino alla morte

Le case e le opere interprovinciali a Roma sono una priorità perla Compagnia di Gesù. È questa una convinzione del PrepositoGenerale e Vice Cancelliere della nostra Università, P. Adolfo

Nicolás. Nella lettera inviata a tutta la Compagnia l’8 marzo 2013egli ricordava che, tra i tanti modi in cui la Compagnia serve laChiesa, «uno dei migliori sia costituito dalle nostre istituzioni cheformano i leader per la Chiesa universale». Tra di esse vi è anchela nostra Università. «Io stesso – continuava P. Nicolás –, avendostudiato alla Gregoriana e vissuto al Collegio Bellarmino, possopersonalmente confermare il valore della formazione e dell’istru-zione in queste istituzioni e case romane. È un privilegio per laCompagnia che il Romano Pontefice le affidi questa grande oppor-tunità di servire al costante rinnovamento della Chiesa universale».

Un impegno concreto, che talvolta penalizza le Province met-tendo i propri uomini migliori a servizio di tutti, che si è intensi-ficato sempre più. Sono dieci i nuovi docenti gesuiti giuntiquest’anno alla Gregoriana. Come ha sottolineato il Rettore Du-mortier nel Discorso inaugurale per l’anno accademico 2014-2015,la loro presenza è «una chiara prova dell’impegno della Compa-gnia di Gesù e del suo servizio alla missione affidatagli dal SantoPadre, che vogliamo compiere al meglio».

48 | 47/2014

P. Adolfo Nicolás, Preposito Generale

e Vice Cancelliere della nostra Università,

ha ricordato che uno dei modimigliori attraverso cui

la Compagnia di Gesùpuò servire la Chiesa è investendo energie

nelle istituzioni per la formazione che i Pontefici

le affidano da secoli.L’arrivo di dieci nuovi

professori gesuitialla Gregoriana

ne è un segno concreto

COMUNITÀ UNIVERSITARIA

di PAOLO PEGORARO

Il servizio della formazione

Jacquineau Azetsop, S.I. (Facoltà di Scienze Sociali)P. Jacquineau Azetsop è nato a Douala (Camerun) nel 1972. Ha studiato

Biochimica all’Università di Yaoundé ed è entrato nella Compagnia di Gesù nel1993. Dopo gli studi di filosofia a Kimwenza (Repubblica Democratica delCongo) ha studiato teologia all’Hekima College di Nairobi (Kenya).

Nel 2003 è stato ordinato sacerdote, quindi ha conseguito la licenza in Teo-logia morale presso la Weston Jesuit School (Cambridge, Massachusetts). Ha con-seguito il dottorato in Etica teologica al Boston College, specializzandosi in Eticasociale cristiana e in Etica della salute pubblica. Ha conseguito un master in Politicasanitaria ed Epidemiologia sociale presso la Bloomberg School of Public Health(Johns Hopkins University).

Al suo ritorno in Camerun è stato destinato in Ciad dove ha insegnato al Di-partimento di salute pubblica (University School of Medical Sciences, N’dja-mena). Ha tenuto lezioni nei programmi di Master in scienze sanitarie e gestionedell’HIV/AIDS alla Catholic University di Beira (Mozambico).

Dieci nuovi docenti gesuiti alla Gregoriana

47/2014 | 49

Docenti

Laurent Basanese, S.I. (Facoltà di Missiologia)P. Basanese è nato in Francia (Lione) nel 1970 da una famiglia di origine ita-

liana. È entrato nella Compagnia di Gesù nel 1997 dopo studi di ingegneria mec-canica e aeronautica e due anni di insegnamento in quanto docente di matematicae di scienze (Marsiglia e Parigi). Dal 2003 in poi, si specializza in arabo e islamistica:Egitto, Roma (P.I.S.A.I.), soggiorni in Siria, Libano e Algeria. Nel 2010 ottiene il dot-torato canonico presso il P.I.S.A.I. in Studi arabi e islamistica e il dottorato statalepresso l’École Pratique des Hautes Études (Sorbonne, Parigi). Collabora con il JesuitRefugee Service in Siria nel 2011, prima di essere nominato docente al PontificioIstituto Orientale e alla Gregoriana. I suoi campidi predilezione sono la teologia cristiana araba eil pensiero fondamentalista musulmano.

James Corkery, S.I. (Facoltà di Teologia)Fino alla scuola superiore, P. James Corkery ha studiato nella sua città natale

(Limerick, Irlanda) presso istituti gestiti da gesuiti, ed è entrato nella Compagnia diGesù nel 1972. Ha studiato scienze sociali a Dublino e filosofia a Monaco, tor-nando infine al Milltown Institute of Theology and Philosophy (Dublino), per glistudi di teologia. Dopo essere stato ordinato sacerdote nel 1984, ha completatoi suoi studi di Teologia sistematica conseguendo licenza e dottorato presso la Ca-tholic University of America (Washington, D.C.).

Ha insegnato per 23 anni al Milltown Institute di Dublino, affiancando alla do-cenza un’ampia attività di conferenziere sia in Irlanda che all’estero (USA e Sud Africa). Ha al suo attivo numerosepubblicazioni, principalmente nel campo della teologia sistematica, fede e cultura, spiritualità sociale. Al suo arrivoalla Gregoriana nel 2014, è stato accolto nei Dipartimenti di Teologia fondamentale e Teologia dogmatica, nei qualiè ansioso di collaborare con colleghi e studenti.

Fernando de la Iglesia Viguiristi, S.I. (Facoltà di Scienze Sociali)P. Fernando de la Iglesia è nato a Pamplona (Spagna) nel 1954 ed è entrato

nella Compagnia di Gesù nel 1976. Ha conseguito la licenza in Scienze econo-miche e gestione d’impresa presso l’Università di Deusto (1976), la licenza inTeologia morale alla Pontificia Università Gregoriana (1987) e, nel 1993, il dot-torato in Teoria economica alla Georgetown University (Washington, D.C).

Tra i vari incarichi ricoperti, è stato presidente dell’Associazione Interna-zionale della International Association of Jesuit Business Schools (IAJBS) evicerettore dell’Università di Deusto. Attualmente è direttore della rivista Estu-dios Empresariales, Membro del Consiglio Direttivo della IAJBS , di CJBE (Col-legues in Jesuit Business Education) e della rivista Razón y Fe. È professoreordinario alla Università di Deusto. Presso la

Facoltà di Scienze Sociali della Gregoriana terrà corsi di Economia e Dottrinasociale cristiana.

Andrew N. Downing, S.I. (Facoltà di Teologia)P. Andrew Downing è nato nel 1973 ed è entrato nella Compagnia di Gesù

nel 1995. Appartiene alla Provincia del New England (USA). Ha conseguito ildottorato presso l’University of Notre Dame (Indiana, USA) con una tesi sulla re-lazione tra storia e fede cristiana nella teologia del teologo tedesco Johann Se-bastian Drey. A partire dal secondo semestre del corrente anno accademicoinizierà ad insegnare al secondo ciclo della Facoltà di Teologia (Dipartimento diTeologia dogmatica).

COMUNITÀ UNIVERSITARIA

50 | 47/2014

Filomeno Jacob, S.I. (Facoltà di Scienze Sociali)P. Filomeno Jacob è nato a Dili (Timor Est) nel 1960. È entrato nella Compagnia

di Gesù nel 1982 ed è stato ordinato sacerdote nel 1988. Dopo gli studi di filosofiain Indonesia e di teologia alla Gregoriana, ha conseguito un master in Teologia mo-rale (Institut d’Ètudes Théologiques, Bruxelles) e un dottorato in Antropologia socialee culturale (University of Oxford). Nel 1998 il Presidente Xanana Gusmão lo ha no-minato Rappresentante Speciale per istituire il Consiglio Nazionale della ResistenzaTimorese (CNRT), in seguito è stato Direttore della campagna nazionale per il re-ferendum organizzato dalle Nazioni Unite. Nel 2000 è stato nominato Membrodel Consiglio dei Ministri incaricato degli Affari Sociali per l’Amministrazione di Tran-sizione delle Nazioni Unite a Timor Est. Per alcunianni ha affiancato come segretario personale il

vescovo Alberto Ricardo da Silva. Parla correntemente otto lingue.

Denis Kim, S.I. (Facoltà di Scienze Sociali)P. Denis Kim è un gesuita coreano, sociologo. È stato direttore del Jesuit

Refugee Service a Timor Est. Prima del suo arrivo in Gregoriana ha insegnatoalla Sogang University, l’università dei gesuiti in Corea del Sud, ed è stato co-ordinatore dell’apostolato sociale per la Jesuit Conference of Asia-Pacific. Si in-teressa alla missione sociale della Chiesa nel mondo contemporaneo, inparticolare in Asia Orientale, e alla riforma delle organizzazioni religiose.

Adrien Lentiampa Shenge, S.I. (Facoltà di Filosofia)P. Adrien Lentiampa Shenge è nato a Kinshasa (Repubblica Democratica del

Congo) nel 1972, settimo di nove figli. È entrato nella Compagnia di Gesù nel1990; ordinato sacerdote il 14 luglio 2002, ha pronunciato gli ultimi voti il 1° mag-gio 2010. Nel 2007 ha conseguito il dottorato in Filosofia presso la Gregorianacon una tesi sul concetto di giustizia in Paul Ricoeur. Dopo il dottorato è entratoa far parte del corpo docente della Facoltà Gesuita di Filosofia San Pietro Canisioa Kimwenza (Kinshasa), nella quale era già stato studente e aveva iniziato lacarriera accademica in qualità di Assistente. È docente ospite presso la PontificiaUniversità Gregoriana dal 2010 e, dal settembre 2014, ne è docente stabile.

Ulrich Rhode, S.I. (Facoltà di Diritto Canonico)Nato nel 1965 a Osnabrück, nel nord-ovest di Germania, è entrato nella Com-

pagnia di Gesù all’età di ventuno anni. Dopo aver assolto gli studi di filosofia eteologia in patria, ha studiato due anni alla Gregoriana per la licenza in Diritto ca-nonico. Nel 1999, ha conseguito il dottorato in Diritto canonico presso l’Universitàstatale di Monaco di Baviera, con una tesi sui controlli amministrativi nel Codicedi Diritto Canonico. In seguito, per quattordici anni ha insegnato alla Facoltà diTeologia “Sankt Georgen” a Francoforte sul Meno, di cui è anche stato il Rettore

accademico per quattro anni.

Nicolas Steeves, S.I. (Facoltà di Teologia)P. Nicolas Steeves è nato a Parigi nel 1973 ed è cresciuto negli Stati Uniti e in

Francia, Paesi dei suoi genitori. Laureatosi in Management (HEC Paris) e Giurispru-denza (Parigi), ha lavorato come avvocato societario a Praga e Parigi per tre anni.È entrato in Compagnia nel 2000 e ha studiato Filosofia e Teologia a Parigi, Londrae Roma, conseguendo il dottorato canonico presso il Centre Sèvres-Facultés Jésuitesde Paris nel 2014. Ha lavorato come cappellano universitario e collaborato con laRadio Vaticana. Nel campo della Teologia fondamentale, indaga i ruoli dell’imma-ginazione per ricevere la Rivelazione divina e rispondervi con un atto di fede anco-rato nel Reale, con una particolare attenzione alla spiritualità, la liturgia e l’etica.

47/2014 | 51

Studenti

Lo studio della filosofia costituisce una tappa importante nellaformazione dei giovani gesuiti. Terminato il noviziato, gli sco-lastici – così sono chiamati, nel gergo proprio della Compagnia

di Gesù, i gesuiti in formazione – per ben 25 anni (dal 1988 al2013) erano soliti trasferirsi a Padova, presso l’Istituto Filosofico“Aloisianum”, gestito dai gesuiti italiani, affiliato alla PontificiaUniversità Gregoriana, e aperto anche a giovani gesuiti prove-nienti da Malta, Slovenia, Romania, Russia e Ucraina, e più re-centemente dall’Ungheria.

L’Aloisianum ha rappresentato fino alla sua chiusura un mo-dello di eccellenza. L’Istituto, rivolgendosi solo a studenti gesuiti,ha sviluppato una pedagogia attenta alle personalizzazione delpercorso di studi, con un’integrazione tra vita intellettuale e for-mazione raggiunta grazie al fatto che l’Aloisianum si trovasse al-l’interno di un vivace centro giovanile. Si era inoltre stabilita unacontinua interazione con l’Università di Padova: i giovani gesuitifrequentavano alcuni corsi presso l’Università e alcuni docentidella stessa davano corsi presso l’Aloisianum.

di GAETANO PICCOLO, S.I.Facoltà di Filosofia

Lo Scolasticato arriva a Roma

Il trasferimento dello Scolasticatodall’Istituto Filosofico Aloisianum di Padova alla comunità di San Sabaa Roma è stato un passo impegnativoper la Compagnia di Gesù,volto a imprimere un’impronta internazionalealla formazione sin dall’inizio

LaGregoriana47_51_64_51_64 18/03/15 12:53 Pagina 51

52 | 47/2014

Un cambiamento generosoper una visione più ampia

Nonostante ciò è emersa con chiarezza la sproporzione tra lerisorse impiegate – in termini di docenti e formatori gesuiti e intermini di risorse economiche – e il numero sempre più esiguo discolastici. A ciò si è aggiunto il desiderio di contribuire a costituireun centro di formazione che guardasse oltre i confini della Pro-vincia d’Italia. D’altra parte il Preposito Generale, Adolfo Nicolás,invitava con forza a prestare attenzione ad un’opera estremamentesignificativa e di interesse internazionale quale è la Gregoriana.

Ha preso corpo così il progetto di proporre uno Scolasticato –questo il nome che i gesuiti danno alle case di formazione – chefosse fin dall’inizio internazionale. Così, nel settembre 2013, conun gesto generoso e non indolore, lo Scolasticato si è trasferito daPadova a Roma, trovando ubicazione nella casa di San Saba sul-l’Aventino. Il progetto, che è ancora in via di perfezionamento, sipresenta interessante per la presenza nella stessa struttura di unaparrocchia, di un dormitorio del Centro Astalli e della sede degliuffici dell’apostolato giovanile.

Anche l’offerta formativa della Gregoriana si è presentata su-bito non solo molto ampia e qualificata, ma ha dato la possibilitàdi interagire con docenti di diverse culture e di diverse scuole fi-losofiche, nonché di avere una visione ampia e complessa dellaChiesa universale.

Attualmente lo Scolasticato accoglie undici giovani in formazione,provenienti da Italia, Ungheria e, per la prima volta, dalla Spagna.

COMUNITÀ UNIVERSITARIA

The Scholasticate comes to Rome (byGaetano Piccolo S.I., Faculty of Philos-ophy) – Studying philosophy is a very im-portant phase in young Jesuits’ education.After the novitiate, the Jesuits, at this pointcalled scholastics, used to be transferred tothe Philosophical Institute Aloisianumin Padua, an example of excellence.

Unfortunately, during the years it hasbecome clear that there was a discrepancybetween the resources needed to run the in-stitution and the small number of scholas-tics who studied there, and in September2013, the Scholasticate was moved fromPadua to Rome. Another reason for thischange was the desire to have a more inter-nationally oriented educational centre. TheScholasticate is today located in the Jesuits’house on the Aventine Hill, which also hostsa parish and other activities.

The Jesuit scholastics study at the Gre-goriana, whose formative offer is wide aswell as qualified, and also offers the possi-bility to learn from professors coming fromdifferent parts of the world following differ-ent philosophical schools. This variety of ex-periences assure the scholastics a wide andcomplex idea of the universal Church.

Testimonianze. L’accoglienza di una grande istituzione«Quando ci fu prospettato il trasferimento del nostro Scolasticato da Pa-

dova a Roma, si può dire che fui “assalito” dalle aspettative e dai dubbi piùdisparati: non solo il passaggio da una città di medie dimensioni ad una me-tropoli (e che metropoli!), ma anche l’arrivo in un contesto universitario,quello della Gregoriana, assai più ampio e variegato del nostro Aloisianum.

Temevo in un certo senso, infatti, che questo avrebbe reso più difficilericreare quel clima di confronto schietto e aperto, così fondamentale nonsolo per studiare, ma per “fare” filosofia, che avevo trovato a Padova. Benpresto ho avuto il piacere di ricredermi, trovando da un lato una Facoltà di

Filosofia caratterizzata da un’offerta formativa ampia e diversificata, e dall’altro un contesto acca-demico accogliente e aperto, nel quale io ed i miei compagni ci siamo inseriti senza fatica.

Qui infatti abbiamo ritrovato le condizioni ottimali in cui vivere questa tappa del nostro camminodi formazione come gesuiti, nell’ambito del quale siamo particolarmente chiamati a comprenderecon simpatia il contesto in cui si svolge e si svolgerà la nostra missione. Questo infatti è l’ “oggi”in cui il Signore non teme quotidianamente di incarnarsi, ed in cui siamo chiamati a collaborarealla Sua stessa missione»

CESARE SPOSETTI

(gesuita, studente del III anno di baccalaureato in Filosofia)

1999, l’Università di Friburgo gli con-ferì il dottorato honoris causa.

In quanto professore di Teologiamorale è stato non solo un docente,ma anche un maestro per tanti stu-denti provenienti da tutto il mondoe alcuni dei suoi ex-studenti, diven-tati docenti al loro turno, hanno vo-luto testimoniare la loro gratitudinededicandogli il Festschrift Pensarel’agire morale. Omaggio italiano aun maestro internazionale: KlausDemmer (a cura di V. Viva – A. Fu-magalli, San Paolo 2011) per il suoottantesimo compleanno. In occa-sione della presentazione del vo-lume, avvenuta qui in Gregoriana il9 novembre 2011, P. Demmer hatenuto una lectio magistralis dal ti-tolo La teologia morale contempo-ranea: sfide e prospettive.

Hervé Carrier, S.I.

Grand’Mère (Québec, Canada), 26 agosto 1921Québec (Québec, Canada), 2 agosto 2014

P. Carrier entrò nella Compagnia diGesù nel 1944 e fu ordinato sacer-dote il 21 giugno 1955. Compì i suoistudi in Canada e negli Stati Uniti,conseguendo poi il dottorato in So-ciologia all’Université Paris-Sorbonnecon la tesi Le comportement reli-gieux dans la perspective de la psy-chologie sociale: psychosociologiedu lien d’appartenance religieuse.Nell’anno accademico 1959-1960iniziò ad insegnare all’Istituto diScienze Sociali della nostra Università(divenuto Facoltà nel 1970) e nel1964 divenne Professore Ordinario.Nel 1966 fu eletto Rettore della Gre-goriana, mantenendo questo inca-rico per dodici anni. Durante il suomandato furono introdotti i nuoviStatuti dell’Università, che hanno poi

Klaus Demmer, MSC

Münster (Germania), 27 maggio 1931Monaco (Germania), 19 luglio 2014

P. Demmer entrò nella Congre-gazione dei Missionari del SacroCuore di Gesù nel 1951 e fu ordi-nato sacerdote nel 1957. Alla Grego-riana conseguì la licenza nel 1958 eil dottorato in Teologia nel 1961 conla dissertazione Zur christolgischenGrundlegung der augustinischenNaturrechtslehre, poi pubblicatanella Collana Analecta Gregoriana.

Dopo aver insegnato TeologiaMorale ed Etica alla Philosophische-Theologische Hochschule di Oeven-trop/Westf. e alla Theologische Fakultätdi Paderborn, nel 1970 venne chia-mato ad insegnare nella Facoltà diTeologia della Gregoriana, nellaquale divenne professore ordinarionel 1974. La sua attività di docentecontinuò fino al 2003. Fu nominatoMembro dell’Accademia Europeadelle Scienze e delle Arti e, nel

47/2013 | 53

In memoria

In memoria

54 | 47/2014

COMUNITÀ UNIVERSITARIA

stra Università dal 1958 al 1994.In qualità di Postulatore Generale

condusse ricerche e si occupò di delladocumentazione di circa quarantacause. Era convinto che la devozionedei fedeli verso un uomo o una donnafosse l’indicazione più importante perdeterminare se quella persona fosseveramente santa: «I santi ci attraggonoperché è Dio che opera in loro e, at-traverso di loro, comunica con noi».

DhavamonyMariasusai, S.I.

Kuthalur (India), 7 novembre 1925Chennai (India), 31 maggio 2014

P. Dhavamony entrò nella Com-pagnia di Gesù il 20 giugno 1947.Dopo aver conseguito la licenza inFilosofia (Sacred Heart College,Shembaganur) e in Teologia (St.Mary College, Kurseong) in India, edessere ordinato sacerdote (15marzo 1958), venne trasferito aRoma per proseguire gli studi di filo-sofia. Conseguì il dottorato in Filoso-fia presso la Pontificia UniversitàGregoriana, pubblicando nella Col-lana Analecta Gregoriana la tesi daltitolo Subjectivity and knowledge inthe philosophy of saint ThomasAquinas (1965). Iniziò la sua carrieradi professore Sacred Heart Collegee, successivamente si recò ad Ox-ford per conseguire il suo secondodottorato in Religioni orientali concon una tesi su The Doctrine ofBhakti in Saivism Siddhanta.

Nel 1966 tornò in Gregoriana perinsegnare “Induismo e Storia delle re-ligioni” nella Facoltà di Missiologiacome Professore aggiunto. NominatoProfessore Straordinario nel 1970,aveva iniziato un insegnamentoanche sulla Filosofia della religionenella Facoltà di Filosofia e sulla Feno-menologia storica delle religioni nel-l’Istituto di Scienze Religiose. Nel1975 era stato chiamato ad assumerela carica di Decano della Facoltà diMissiologia per un triennio, carica rin-novata nel 1978 per un ulteriore trien-

nio. Trascorse qui quasi metà dellasua vita (43 anni) affiancando alla suaattività di docente quella di scrittore ededitore delle riviste della Facoltà, Stu-dia Missionalia e Documenta Missio-nalia. Fu professore invitato negli StatiUniti e in Canada. I suoi corsi hannosempre riscosso un particolare suc-cesso. Lasciò la Gregoriana nel 2007.

Santiago Bretón, S.I.

Solana de Béjar (Avila, Spagna), 8 dicembre 1940 Murcia (Spagna), 27 novembre 2014

P. Bretón entrò nella Compagnia diGesù il 14 settembre 1958 e fu ordi-nato sacerdote il 24 luglio 1971. Dopogli studi filosofici ad Alcalá (Madrid,Spagna) dal 1963 al 1966 e gli studiteologici a Francoforte sul Meno (Ger-mania) dal 1968 al 1972, conseguì ilDottorato in Sacra Scrittura al PontificioIstituto Biblico con la tesi Vocación ymisión: formulario profético, pubblicatanel 1987 nella Collana Analecta Biblica.

Nel 1981 aveva cominciato a in-segnare nella Facoltà di Teologia dellanostra Università, offrendo il corso Lafalsa profecía. Negli anni successivi di-resse i seminari Lettura del ProfetaAmós e Jeremías: lectura exegeticade textos. Nell’anno accademico1985-1986 offrì il corso di linguaebraica per principianti, in lingua spa-gnola, agli studenti del primo ciclodella Facoltà di Teologia e cominciò ainsegnare anche nell’Istituto diScienze Religiose, offrendo il corso IPatriarchi di Israele. Nel 1994 comin-ciò a insegnare anche il corso pre-scritto di primo ciclo di Teologia Aetaset textus Veteris Testamenti. Lex etProphetae anteriores. Negli stessianni insegnò anche presso il nostroIstituto di Spiritualità – specialmentecon il corso intitolato Spiritualità del-l’Antico Testamento – e presso il Pon-tificio Istituto Biblico. Alla fine dell’annoaccademico 2012-2013 terminò,dopo oltre trenta anni, il suo impegnopresso la Gregoriana.

portato alla riformulazione dei pro-grammi accademici e all’introduzionedei tre cicli di studio, ed è stato av-viato il processo della formazionepermanente, permettendo a religiosi,sacerdoti e laici di frequentare corsi diaggiornamento come ospiti. La sen-sibilità di P. Carrier verso i problemidell’inculturazione e del pluralismoculturale aprì le porte della Grego-riana anche ai laici e alle donne.

Dal 1970 al 1980 fu Presidentedella Fédèration Internationale desUniversitès Catholiques (F.I.U.C.), edal 1978 al 1982 Directeur du Cen-tre de Coordination de la recherchedella stessa F.I.U.C. Nel 1982 fu no-minato Segretario del Pontificio Con-siglio per la Cultura.

Scrisse numerosi libri e articoliscientifici, principalmente sulla dottrinasociale della Chiesa. P. Carrier s’impe-gnò a fondo per rafforzare l’aspetto in-ternazionale della nostra Università,per mantenerla sempre in contattocon lo sviluppo della cultura e dellescienze sacre nel mondo. P. René La-tourelle, a lungo nostro professore, hapronunciato l’omelia al suo funerale elo ricorda così: «Il corpo docente hasempre trovato in lui un perfetto gen-tiluomo, rispettoso della personalità diciascuno, con il quale era facile e gra-devole avere rapporti».

Paolo Molinari, S.I.

Torino, 17 gennaio 1924Roma, 2 maggio 2014

P. Molinari entrò nella Compa-gnia di Gesù il 16 ottobre 1942.Dopo gli studi di filosofia a Gallaratee due anni di magistero a Muzzano(Venezia), nel 1949 fu inviato a Chieriper gli studi di teologia, poi completatia Heythrop (Inghilterra), dove il 6 set-tembre 1952 venne ordinato presbi-tero. Nel 1954 si trasferì a Roma, percontinuare gli studi di teologia allaGregoriana, e dal 1957 al 2009 servìla Compagnia come Postulatore Ge-nerale. Insegnò Teologia Spiritualepresso l’Istituto di Spiritualità della no-

Dall’Università

– una difesa nella Facoltà di Teologia, l’altra di-fesa in una delle altre Unità Accademiche – ri-tenute particolarmente notevoli. I premiati diquest’anno sono: Mons. Mark Langham dellaDiocesi di Westminster (The Caroline Divinesand the Catholic Church 1600 – 1660: A Con-tribution to Current Ecumenical Dialogue; Re-latore: P. Norman Tanner S.I., Facoltà diTeologia) e il Rev. P. Igor Salmi OFM Conv (Letrattative per il concordato tra la Santa Sede eil Regno dei Serbi, Croati e Sloveni /Jugoslavia1922 – 1935 e la mancata ratifica 1937 –1938; Relatore: Prof. Silvano Giordano, Facoltàdi Storia e Beni Culturali della Chiesa). Ad en-trambi è stata donata la medaglia di San Ro-berto Bellarmino più un contributo per lapubblicazione della dissertazione.

«E adesso è giunto il momento di esprimeread alcune persone la nostra e la mia gratitudine.Ringraziare è sempre una cosa difficile da espri-mere perché ha bisogno di parole e di silenzio,di memoria personale e di ricordi comuni, dellaragione e del cuore...». Queste sono state le pa-role con le quali il Rettore ha introdotto i ringra-ziamenti a tutti coloro che, a vario titolo, si sonoimpegnati per e nella nostra Università, men-zionando dapprima Don Paolo Brambilla per lasua collaborazione con l’Information Systems ela Biblioteca, poi il Sig. Ugo Tiberia, che ha fe-steggiato il venticinquesimo anno di servizio.

P. Dumortier ha quindi rivolto parole di grati-tudine ai PP. Paul Gilbert e Emilio González Ma-gaña, al termine dei loro incarichi, rispettivamen -te, di Decano della Facoltà di Filosofia e di Di-rettore del Centro per i Formatori al Sacerdozioe alla Vita Consacrata (l’attuale Centro San PietroFavre). Anche i PP. Michael Paul Gallagher, RolandMeynet e Heinrich Pfeiffer, che hanno termininatola loro attività di docenti, sono stati salutati congratitudine. Sono seguiti i saluti e gli auguri aP. Ottavio De Bertolis e P. George Sans, che la-sciano la Gregoriana per assumere altri incarichi.

Prima di passare alla condivisione del rinfre-sco, il P. Rettore ha voluto salutare tutti gli stu-denti che giunti alla fine del loro ciclo di studi eche sarebbero presto tornati a casa, ricordandoloro che «durante gli anni della vostra presenza,la Gregoriana ha avuto un po’ il vostro volto ela vostra voce [...] Non sono soltanto i docentiche trasmettono qualcosa... anche voi avetedato e trasmesso qualcosa della vostra vita edella vostra anima». Infine ha augurato loro «l’al-legria del cuore e la fiamma della speranza nelvostro camminare» per «saper accendere stellenel nostro mondo e ed essere portatori di Cri-sto e del Suo Vangelo là dove andrete».

MARIA RITA MARCOTULLI

NOMINE IN GREGORIANA

Nel corso del periodo compreso tra il 13 marzoe il 1° ottobre 2014, vi sono state alcune nominerelative ai professori e docenti della nostra Uni-versità, delle quali desideriamo dare conto.

Rev. P. Stanislaw Morgalla S.I., Direttore delCentro San Pietro Favre per i Formatori al Sa-cerdozio e alla Vita Consacrata dal 1° settembre2014 per il prossimo triennio (14/05/2014) eProfessore Straordinario dell’Istituto di Psicologia;

Rev. P. Ulrich Rhode S.I., Professore Ordina-rio della Facoltà di Diritto Canonico;

Rev. P. Felix Körner S.I., Professore Ordinariodella Facoltà di Teologia;

Rev. P. Robert Geisinger S.I., ProfessoreStraordinario della Facoltà di Diritto Canonico;

Rev. P. Milan Žust S.I., Professore Straordi-nario della Facoltà di Diritto Canonico;

Rev. P. Paul Gilbert S.I., Pro-Decano dellaFacoltà di Scienze Sociali.

ONORIFICENZEMons. Luis Ladaria, Professore Emerito della

Facoltà di Teologia, è stato insignito del Dotto-rato honoris causa dall’Università Pontificia diSalamanca.

RETTORATO

Festa della ComunitàUniversitaria 2013-2014

Lo scorso 29 maggio 2014 si è celebratala fine dell’anno accademico con la tradi-

zionale festa della Comunità Universitaria nelquadriportico dell’Università.

Il Rettore ha iniziato il suo discorso con unbreve momento di raccoglimento e di ringra-ziamento prima di comunicare i nomi degli stu-denti che hanno ricevuto il Premio Bellarmino.

Ogni anno, una Commissione presieduta dalVice Rettore Accademico P. Hans Zollner S.I.,assegna il Premio a due dissertazioni dottorali

Informazione

Due visioni dell’AulaMagna alla conclusione

dei lavori estivi.

Nella pagina precedente:Durante la Festa

per la conclusionedell’Anno Accademico

2013/2014 hanno ricevutoil Premio Bellarmino

per le tesi più notevoliMons. Mark Langham

e P. Igor Salmi, OFM Conv

� Foto BARBARA ANDOLFI

renza superiore al 90%, quindi, nel momentoin cui non viene proiettato nulla, lo schermo ètotalmente invisibile. Durante le proiezionirende contemporaneamente visibile sia l’im-magine proiettata, sia gli oggetti che si trovanodietro, conferendo l’illusione di immagini 3D.La centralina di controllo gestisce otto basi mi-crofoniche fisse e due radiomicrofoni profes-sionali. L’impianto multimediale, gestitointegralmente da una regia centralizzata, con-sente la diffusione di lezioni o di eventi di par-ticolare interesse che, acquisiti da telecamerefisse disposte nell’Aula Magna, possono esserediffuse in remoto in altre aule didattiche.� Riscaldamento e impiantistica. L’Aula

Magna è separata funzionalmente dall’im-pianto di riscaldamento centrale al fine di otte-nere una libertà gestionale (orari, temperature,costi di gestione energetica, ecc.) che la pos-sano rendere fruibile anche per usi esterni magestiti e collegati alla normale attività accade-mica. L’impiantistica (elettrica, rilevazione di in-cendio, diffusione sonora, condizionamento eriscaldamento) è stata completamente rifatta.I circuiti principali di luce, energia e forza mo-trice sono stati realizzati con conduttore multi-polare di tipo non propagante l’incendio e conbassa emissione di gas tossici e corrosivi.� Insonorizzazione. Infine, si è provveduto

all’insonorizzazione dell’aula, con un occhioanche alla qualità estetica. Alcune pareti e il con-trosoffitto sono stati rivestiti con doghe di Topa-kustik, per rompere la riverberazione dei suoni.Questo materiale è uno dei prodotti fonoassor-benti più innovativi ed efficienti e permette di mi-gliorare l’acustica in ambienti chiusi eliminandoil riverbero e assorbendo il rumore in eccesso.

Tutte queste migliorie hanno reso l’AulaMagna uno spazio multifunzionale realmentein grado di assolvere il suo compito nella vitauniversitaria e pedagogica.

GIANCARLO STELLA

Architetto

Il riammodernamentodell’Aula Magna

Per poter rendere l’Aula Magna uno spa-zio multifunzionale, al passo con i tempi

ed adatto alle esigenze dell’Università, loscorso anno accademico ne è stata decisa laristrutturazione. I lavori si sono svolti durante ilperiodo estivo, in modo da rendere l’AulaMagna disponibile per l’inizio dell’anno acca-demico 2014-2015.

� Nuova disposizione. La prima cosa chesalta agli occhi è la disposizione completa-mente nuova. La cattedra degli oratori si trovain posizione diametralmente opposta a quellache occupava in precedenza ed è posta su unapedana rialzata, di fronte a un fondale curvo.La cavea è di forma ellittica, contiene 312 postie una zona rialzata dove sono poste le cabineper la traduzione simultanea e i controlli degliapparati multimediali.� Illuminazione. Particolare attenzione è

stata data all’illuminazione. Per quanto riguardale esigenze diurne, la luce naturale, ottenuta at-traverso le ampie finestre poste frontalmentealla posizione dei posti di studio, è adeguata;l’integrazione è data da lampade fissate al sof-fitto, che non appesantiscono la struttura, edhanno un’intensità regolabile. Sia in sala chenelle vie di esodo sono stati installati degli ap-parecchi per l’illuminazione di sicurezza conlampade a LED e schermi con pittogrammi.� Apparati fonici e multimediali. Per le

proiezioni in video sono stati installati dueschermi, posti ai lati del palco, con una traspa-

56 | 47/2014

INFORMAZIONE

FACOLTÀ DI STORIAE BENI CULTURALIDELLA CHIESA

Ricerca storica e metodo cooperativo:un esempio di ricerca comunitaria

Gli aspetti istituzionali dello studio (corsi,programmi, esami) pur necessari non

esauriscono il compito che è affidato ad ogniistituzione accademica di aiutare e aiutarci apensare. E soprattutto rischiano, talvolta, di af-fermare un modello efficentista dove non c’èspazio per l’ascolto e il confronto, ma tutto illavoro accademico sembra condizionato dal-l’idea di obiettivi da raggiungere in tempi sta-biliti e ispirati al modello dell’utile immediato,del produttivo, dell’aziendale.

Questo modello sembra concentrato sol-tanto sui risultati lasciando in ombra i processi,i tempi e soprattutto i veri soggetti dello studioche sono innanzitutto gli studenti. Seguendoquesta idea in Gregoriana – appoggiandoci allaFacoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa –negli ultimi due anni abbiamo dato vita ad unapiccola esperienza di studio definita “Ricercastorica e metodo cooperativo”, un lavoro col-lettivo realizzato all’interno di una struttura ac-cademica, ma fuori dall’ufficialità. Si è trattato,infatti, di un lavoro totalmente volontario senzaalcun riconoscimento di crediti, di esami o diECTS. Un impegno che un gruppo di specializ-zandi e dottorandi (F. Agbadi, A. Alt, A.J. Dalla-zen, N.J. Doublet, S. Giuliano, D. Marino, S.Perego, M. Pettinacci, I. Zubac) ha preso conme e con il collega Stanislaw Adamiak con ilsolo scopo di continuare a studiare e discuterenelle pause che l’attività accademica concede.

Abbiamo così realizzato un “seminario libero”che attraverso decine di incontri ha portato ilgruppo a studiare alcuni aspetti della relazionedell’imperatore Costantino con il cristianesimo,

tema oggetto di trionfali ricorrenze fortementecaratterizzate da un invadente uso pubblicodella storia e da non poche falsificazioni. I lavoricompiuti sono stati poi raccolti nel libro Costan-tino e le sfide del cristianesimo. Tracce per unadifficile ricerca (Il pozzo di Giacobbe, Trapani2013), già lo scorso anno utilizzato nell’attivitàdidattica e dedicato alla memoria della giovanestudiosa Marilena Amerise (1975-2009).

Il libro dimostra che per vincere la tentazionedell’individualismo, trovare le domande, faremergere i nessi e impegnarsi a cercare rispo-ste – precondizioni del fare storia – può e deveessere comunitario. E, sebbene di ogni contri-buto si assuma la responsabilità l’autore, gli ar-ticoli del libro sono passati al vaglio e alladiscussione di tutti i partecipanti. Essi sonoquindi il risultato di un confronto e di una ri-cerca comune dalla quale nessuno è venutofuori identico a come era prima di iniziare.Ognuno ha portato ciò che poteva al lavoro col-lettivo, progressivamente consapevole di vivereuna nuova modalità di studio e di ricerca e allaquale forse non era ancora stato preparato, in-vitato a passare dal trasmettere al comunicare.

Attraverso questo lavoro mi sono ancor piùconvinto della ricchezza umana e culturale dellenostre studentesse e dei nostri studenti, una ric-chezza non comune per la grande varietà diesperienze e culture, per le tante competenze eper le forti motivazioni allo studio della maggio-ranza di loro. Ai giovani occorre oggi dimostrareche l’obiettivo della ricerca non è nella erudi-zione, né nella quantità di carta prodotta, né negliapparati elefantiaci di note, né nelle carriere ac-cademiche, né nelle cattedre più alte da occu-pare, ma nell’originalità di ciò che si scrive e nellacapacità di condividerlo con gli altri. La ricerca, at-traverso studio e metodo scientifico rigoroso, èstrumento di libertà, serve cioè per liberarci e li-berare dalle false certezze della propaganda edella mistificazione, raggiungendo insieme alcuniframmenti di quella verità storica che, contraria-mente alle illusioni del pensiero debole, sap-piamo bene esistere e faticosamente cerchiamo.

SERGIO TANZARELLA

Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa

Seminario di studi suCarlo Magno, Roma e la Chiesa

Nell’anno in cui ricorrono i 1.200 annidalla morte di Carlo Magno, la Facoltà

di Storia e Beni Culturali della Chiesa dellaPontificia Università Gregoriana ha organizzato,il 21 e il 22 maggio 2014, un Seminario diStudi durante il quale sono stati affrontati al-cuni temi inerenti i rapporti tra papato e im-pero, e illustrati aspetti del movimento di rina -scita culturale conosciuto come “rinascenza ca-rolingia”.

47/2013 | 57

Eventi

I lavori compiuti dal gruppo di studio “Ricerca storicae metodo cooperativo” sono stati poi raccolti nel libro Costantinoe le sfide del cristianesimo.Tracce per una difficile ricerca(Il pozzo di Giacobbe, 2013).

nella quale lo studioso ha potuto illustrare le fasiarchitettoniche del monumento, proponendoanche nuovi dati dai suoi recenti studi.

OTTAVIO BUCARELLI

Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa

Miquel Batllori,l’acuta arte di un saggio

Lunedì 19 maggio 2014 è stata presentataa Roma la versione italiana del documen-

tario Miquel Batllori, l’acuta arte di un saggiopresso la Pontificia Università Gregoriana, doveBatllori insegnò presso la Facoltà di Storia eccle-siastica dal 1952 al 1980. Hanno partecipato al-l’evento il cardinale Karl Joseph Becker S.I.,professore emerito della Gregoriana, il rettore del-l’Università P. Francois-Xavier Dumortier S.I. e unbuona rappresentanza del corpo docente. La pro-iezione è stata preceduta da tre brevi discorsi daparte del P. Rettore, di P. Nuno da Silva GonçalvesS.I., decano della Facoltà di Storia e Beni Culturalidella Chiesa, e di P. Josep Maria Benítez S.I., Pro-fessore Emerito della Facoltà di Storia e Beni Cul-turali della Chiesa, amico e discepolo di Battlori.

I presenti hanno potuto godere di un docu-mentario di fattura eccellente e dal contenutoraffinato, che presenta con fedeltà e splendorela figura e il percorso culturale del gesuita MiquelBatllori. In una ora e mezza di proiezione, lo spet-tatore si rende conto della grandezza e profon-dità dei lavori di questo eminente studioso dellacultura catalana e del suo rapporto con le cultureeuropee dei secoli che vanno dal XII al XIX.

Le ricerche su Raimondo Lullo e Arnau de Vi-lanova, la spiegazione del significato del loro la-voro e l’esposizione, nel caso di Lullo, delle suerelazioni con pensatori come Pico della Miran-dola, Nicola Cusano e Ramon Sibiuda; il profilointellettuale di Joan Lluis Vives, l’umanista rinasci-mentale catalano-ispanico che ebbe relazioni conpensatori europei come Erasmo da Rotterdam;gli studi su san Francesco Borgia e i Borgia papie cardinali. L’approccio all’opera apologetica e po-litica di Jaume Balmes e la sua percezione del-l’Italia. Studi sulle opere critiche e filosofiche diBaltasar Gracián. Le ricerce condotte presso l’Ar-chivio Vidal i Barraquer, con particolare atten-zione alle implicazioni socio-politiche e religioseai tempi della Seconda Repubblica spagnola. Ri-cerche che permetteranno di far conoscerel’umanesimo catalano-aragonese come fatto sto-rico antecedente e indipendente dall’umanesimospagnolo di radice castigliana. Le relazioni italo-ispaniche nell’era moderna e contemporanea.

Come testimonia il vasto spettro tematicomesso in evidenza nel documentario proiettatoa Roma, l’inquietudine investigativa di MiquelBatllori fu rivolta alla massima ampiezza e fu diuna profondità oceanica.

JOSEP-MARIA PUIGJANER

L’assise scientifica ha visto la partecipazionedi studiosi di diverse Istituzioni accademicheche si sono occupati in ambiti differenti di te-matiche riguardanti la storia della Chiesa e delsuo patrimonio storico-artistico. Il Seminario siè articolato in due incontri, il primo presso laGregoriana e il successivo presso la Basilica diSanta Prassede in Roma.

Padre Jos Janssens, professore emerito dellaPontificia Università Gregoriana, ha introdottoe presieduto la prima sessione, ricordando chela ricerca non si ferma mai e che, citando il ma-tematico tedesco David Hilbert, la mancanzadi difficoltà “è segno di morte” per qualsiasi di-sciplina. La prima relazione è stata affidata a p.Giulio Cipollone (Storia della Chiesa medievale- Gregoriana), il quale si è soffermato sui rapportitra papato e impero. È seguita poi la relazione diDon Johannes Grohe (Storia della Chiesa me-dievale, Storia dei Concili - Pontificia Universitàdella Santa Croce), che ha illustrato l’attività si-nodale durante il regno di Carlo Magno.

Alla cultura materiale in età carolingia sonostate dedicate due relazioni e una lezione insitu. Ottavio Bucarelli (Archeologia ed Epigrafiacristiana e medievale - Gregoriana), ha presen-tato una rassegna delle testimonianze epigrafi-che a Roma in età carolingia, soffermandosi inparticolare sui testi inscritti conservati e tràditiprovenienti dalla basilica di San Pietro in Vati-cano e dalla Civitas leoniana. La sessione è poiproseguita con la relazione di Lia Barelli (Re-stauro architettonico - Sapienza Università diRoma), che ha avuto come oggetto l’analisidell’architettura di alcuni edifici di culto e civili aRoma in età carolingia, tra i quali il complessodei Santi Quattro Coronati e le mura della Civi-tas leoniana.

Il seminario si è concluso il 22 maggio, pressola Basilica di Santa Prassede in Roma, con unalezione tenuta da Maurizio Caperna (Restauroarchitettonico - Sapienza Università di Roma),

58 | 47/2014

INFORMAZIONE

Un momento della visitaal complesso monumentale

di Santa Prassede,a conclusione del Seminario

di studi su Carlo Magno.

In basso:Il documentario dedicato

a P. Miquel Batllori, S.I.che insegnò presso la Facoltà

di Storia ecclesiasticadella Gregoriana

dal 1952 al 1980.

Libri

«C iò che intendo qui esprimere ha un significato programmatico e dalleconseguenze importanti» (EG 20). Con queste parole Papa France-sco ha voluto significare che l’esortazione apostolica Evangelii gau-

dium è la vera “magna charta” del suo Pontificato. Il volume EvangeliiGuadium: il testo ci interroga è il frutto di un esercizio di riflessione tra ungruppo interdisciplinare di professori e docenti della Gregoriana, coordinatidal Dipartimento di Teologia morale, tenendo come orizzonte il rapporto traevangelizzazione e morale.

Il cammino di stesura dei testi è stato intrapreso attraverso momenti diconfronto reciproco, con la consapevolezza, da un lato, di leggere un testomagisteriale, e dall’altro, di voler superare un approccio meramente ripetitivo,per lasciarsi portare dal suo spirito di provocazione all’interno di una Univer-sità pontificia che vuole accogliere l’insegnamento papale come stimolo alpensiero e alla ricerca della comunità universitaria. Il tentativo è quello di of-frire delle «chiavi di lettura» e anche testimonianze e prospettive diverse natedalla lettura critica del testo, indirizzate a suscitare la lettura del testo papalee la sua riflessione e applicazione alla propria realtà pastorale, nonché l’in-dividuazione di ulteriori punti di ricerca che per forza rimangono aperti.

Dopo una prima tappa di riflessione con la tavola rotonda dello scorso14 gennaio 2014, il progetto si è ampliato e il volume è stato presentato il21 ottobre 2014 alla presenza del Card. Lorenzo Baldisseri, Segretario delSinodo dei Vescovi, e con interventi del Card. Luis Antonio Tagle (Arcivescovodi Manila), di Mons. Giancarlo Maria Bregantini (arcivescovo di Campobasso-Boiano) e di don Severino Dianich (Facoltà teologica dell’Italia centrale). Ifilmati dei due incontri sono disponibili sul canale YouTube della Gregoriana:

www.youtube.com/unigregoriana

Il volume contiene contributi di Gerard Whelan (Evangelii gaudium come“Teologia contestuale”: aiutare la chiesa ad “alzarsi al livello dei suoi tempi”),Joseph Xavier (Spalancando il dinamismo ecclesiale: l’identità ritrovata), DarioVitali (Una chiesa di popolo: il sensus fidei come principio dell’evangelizza-zione), Emilia Palladino (I laici: l’immensa maggioranza del popolo di Dio),Giuseppe Bonfrate (La “porta aperta” dei sacramenti), Maria Cruciani (Lo stilefamiliare di una evangelizzazione gioiosa), Pavulraj Michael (Una lettura er-meneutica sul discernimento pastorale in Evangelii gaudium: le sfide e le rispo-ste), Emilio Gonzalez Magaña (Formare per restare fedeli alla grazia ricevuta),Rocco D’Ambrosio (Comunicare con semplicità e profondità), Juan CarlosScannone (L’inculturazione in Evangelii gaudium: chiavi di lettura), Paolo Be-nanti (L’annuncio del Vangelo di fronte alle nuove sfide culturali: la novità dellamisericordia nel dialogo con inedite antropologie e nuovi valori), Philipp Renzces(“Grandi cose ha fatto il Signore per noi, siamo stati colmati di goia” (Sal 126):Evangelii gaudium e il dialogo ebraico-cristiano), Felix Körner (Nella verità enell’amore: apertura per il dialogo cattolico-musulmano), Sergio Bernal Restrepo(Vangelo e cultura di mercato per una fede umanizzante ), Diego Alonso La-sheras (Evangelizzazione ed economia: denuncia e proposta), René Micallef(Il ritorno del linguaggio profetico sul tema dell’immigrazione), Miguel Yáñez(L’opzione preferenziale per i poveri), Prem Xalxo (Le orme ecologiche della nuovaevangelizzazione), oltre a una testimonianza conclusiva di mons. Bruno Forte.

di HUMBERTO MIGUEL YÁÑEZ , S.I.Direttore del Dipartimento di Teologia Morale

La magna charta di Papa Francesco

47/2014 | 59

“Theologia” 13pp. 296 - € 30GBPress 2014

60 | 47/2014

PUBBLICAZIONI

Con questo volume è a disposizione dei docenti e degli studenti di diritto canonico nei seminari enelle facoltà teologiche, e di tutte le persone interessate, un grande Compendio di diritto ecclesiale,che, essendo il frutto di quarantun anni d’insegnamento di un unico autore, ha il pregio di essere

espressione di una profonda unità di pensiero e di metodologia. Il volume è arricchito da una completae aggiornata bibliografia, dall’elenco di tutti i documenti citati, da un indice dei canoni commentati edelle materie trattate, onde facilitare l’approfondimento e lo studio personale.

Gianfranco Ghirlanda, S.I. è nato nel 1942, dal 1976 è docente di diritto canonico nella Facoltà di Teo-logia nella Pontificia Università Gregoriana, della quale nel 1986 è diventato professore ordinario nellaFacoltà di Diritto Canonico. Dal 2012 è professore emerito, che tuttavia continua a conservare integral-mente l’insegnamento.

Il Diritto nella Chiesa mistero di comunione. Compendio di diritto ecclesiale

Quali opzioni filosofiche contrassegnano il realismo? La questione della conoscenza del realeappartiene al pensiero filosofico di ogni tempo; nei dibattiti filosofici contemporanei essa siaccende di varie tonalità, per il moltiplicarsi di forme di realismo e antirealismo. Il problema di

fondo è se, conoscendo il reale, siamo consapevoli di ciò che comporti affermarsi conoscenti in terminipersonali e culturali. Contributi di: Carlo Cirotto, Valter Danna, Rosanna Finamore, Pasquale Giustiniani,Paolo Gherri, Giuseppe Guglielmi, Pierpaolo Triani.

Rosanna Finamore è Professore Ordinario di Filosofia della conoscenza nella Facoltà di Filosofia dellaPontificia Uni versità Gregoriana, Roma. Tra i suoi saggi più recenti: «The Cen trality of Consciousness»(2009), ‹‹Ricercare le prospettive viventi» (2010), ‹‹Problematicità del vero e fecondità della mediazionefilosofica» (2011), «Insight o dell’in tellezione: un atto-evento da scoprire›› (2012), «Cambiamen ti e si-multaneità nell’esperien za contemporanea del tempo» (2013).

Realismo e metodo. La riflessione epistemologica di Bernard Lonergan

pp. 332 - € 20GBPress 2014 In quest’epoca di globalizzazione, può l’endiadi democrazia/solidarietà risultare via maestra per educare

ad una società di corresponsabili? Il percorso delineato nel presente saggio intende stimolare lariflessione su questo “nodo” della vita sociale, verificando se il “modello democratico” sia il più idoneo

a rendere effettivo ed efficace il principio di solidarietà.

Samuele Sangalli (1967), docente coordinatore del corso di etica pubblica Sinderesi presso il CentroAlberto Hurtado della Pontificia Università Gregoriana.

Solidarietà e democrazia. Mediazione e dialogo tra ideali e realtà concrete

pp. 160GBPress 2014 Il libro si presenta come un agile vademecum dedicato ad illustrare una disciplina complessa, che spazia

dalla storia dell’arte alla legislazione e dalla museotecnica alle strategie di marketing. Aspira ad essereun sintetico manuale, una sinossi degli aspetti storico-culturali e tecnico-gestionali del mondo dei musei.

Ruggero Martines è docente di Museografia e Museotecnica presso la Pontificia Università Gregorianain Roma. È stato docente della medesima materia presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.

Vademecum di museografia, “Storia e Beni Culturali della Chiesa” 1

“Philosophia” 4pp. 296 - € 24GBPress 2014

www.

gbpre

ss.ne

t

“Diritto Canonico” 3

pp. 960 - € 55GBPress 2014

47/2014 | 61

Libri

“Le pagine che offro in questo libro sono il frutto della mia personale esperienza, nel tentativo di percor-rere il cammino ignaziano, lungo molti anni, ispirato all’ascolto della Parola. Esse, rispecchiano l’esperienzadello stesso Ignazio”. La mia è una riflessione sui temi nucleari ignaziani con riferimenti alla Sacra Scritturae agli Esercizi Spirituali. Alcuni aspetti di Ermeneutica e Antropologia Biblica sono stati aggiunti, per illu-minare l’ispirazione scritturistica degli Esercizi Spirituali.

Philipp G. Renczes, S.I. è Professore della Facoltà di Teologia della Pontificia Università Gregoriana eProfessore Invitato presso il Pontificio Istituto Orientale e l’Istituto Patristico Augustinianum. Dal 2011 di-rige il Centro Cardinal Bea per gli Studi Giudaici della Pontificia Università Gregoriana. Tra gli scritti pub-blicati: L’apporto di Massimo il Confessore a una precisazione dell’antropologia teologica dei Padri,Roma (2002); L’emergenza educativa secondo i Padri della Chiesa, Roma (2008); L’interiorità agosti-niana: un concetto dualistico?, Napoli (2011); The Scope of Rahner’s Fundamental Axiom in the PatristicPespective: A Dialogue of Systematics and Historical Theology, London/New York (2012).

Agire di Dio e libertà dell’uomo.

Collana “Gregoriana”: tre nuove uscite

Ricerche sull’antropologia teologica di san Massimo il Confessore

“Theologia” 12pp. 208 - € 15GBPress 2014

Vol. II

Questo scritto, secondo volume di Cristianesimo e Realtà, tradotto dal R.P. Domenico RonchitelliSJ, vuole presentare i risultati ottenuti da X. Zubiri, nell’applicazione alla teologia della sua filosofia,trattata nella prima parte. Da questa operazione viene fuori una esposizione sistematica di

contenuti fondamentali alla fede quali Trinità, Creazione, Incarnazione.

José M. Millâs, S.I. (Barcellona 1940) ha studiato filosofia e teologia presso Sant Cugat (Spagna). Nel1984 ha ottenuto il dottorato in teologia (Frankfurt a.M.) e dal 1985 è stato docente di teologia pressola Pontificia Università Gregoriana. Si è interessato alla filosofia di X. Zubiri e al tema della credibilità diCristo nella prima pubblicazione Cristianesimo e Realtà, la credibilità di Cristo nell’epoca della Scienza(2013). Con il secondo volume Cristianesimo e realtà, Novità teologiche nel pensiero di X. Zubiri, presental’applicazione della filosofia zubiriana alla teologia.

Cristianesimo e realtà. Vol II. Novità teologiche nel pensiero di X. Zubiri

“Gregoriana” 7pp. 36 -

GBPress 2014

“Gregoriana” 8pp. 94 -

GBPress 2014

“Gregoriana” 9pp. 232 -

GBPress 2014

“Theologia” 15pp. 436 - € 30GBPress 2014

Il quaderno n. 7 – in lingua francese – raccoglie, sotto il titolo Défis européens, le quattro conferenzetenute in Gregoriana (7-10 aprile 2014) da Michel Praet, Consigliere del Presidente dell’Unione Europea,introdotte da una prefazione di Herman Van Rompuy, Presidente del Consiglio europeo.

Il quaderno n. 8 – in lingua italiana e inglese – riporta gli Atti del Simposio internazionale Tra passato efuturo, la missione della Chiesa Cattolica in Asia: il contributo della Sophia University organizzatoin occasione del centenario della fondazione della Sophia University (14-15 marzo 2014), con l’ampiosaluto iniziale di P. Adolfo Nicolás, Preposito Generale della Compagnia di Gesù.

Il quaderno n. 8 – vero e proprio volumetto di 232 pagine, interamente in italiano – raccoglie gli interventisvolti dalle unità accademiche della Gregoriana in occasione del Dies Academicus L’evento conciliarenella vita della Chiesa (14-15 marzo 2013). I contributi offrono pertanto una riflessione interdisciplinarea tutto campo sul significato dell’evento “Concilio” nelle diverse stagioni della storia della Chiesa. Un’am-pia parte è dedicata alla preparazione del concilio Vaticano II nella Facoltà di Teologia della Gregorianae ai mutamenti che esso introdusse nella didattica di tutte le discipline.

62 | 47/2014

NOMINE

nutum Sanctae Sedis di Rhodos (Grecia).È stato studente nel ciclo di Baccellieratonelle Facoltà di Filosofia e di Teologiadall’a.a. 1962/1963 al 1967/1968.

Rev. Mons. Marcus Stock, Vescovo dellaDiocesi di Leeds (Inghilterra). È stato stu-dente nel ciclo di Licenza nella Facoltà diTeologia dall’a.a. 1986/1987 fino al1987/1988.

ALTRE NOMINES.E. Mons. Henrique Soares da Costa,Vescovo della Diocesi di Palmares (Bra-sile). È stato studente nei cicli di Baccellie-rato e di Licenza nella Facoltà di Teologiadall’a.a. 1991/1992 fino al 1993/1994 edi Dottorato nella stessa Facoltà dall’a.a.2001/2002 fino al 2006/2007.

S.E. Mons. José Valmor César Teixeira,S.D.B., Vescovo della Diocesi di São Josédos Campos (Brasile). È stato studente nelciclo di Licenza nella Facoltà di Storia e BeniCulturali della Chiesa nell’a.a. 1986/1987.

S.E. Mons. William Terrence McGrattan,Vescovo della Diocesi di Peterborough(Canada). È stato studente nel ciclo diLicenza nella Facoltà di Teologia dall’a.a.1990/1991 fino al 1991/1992.

S.E. Mons. Peter Kayode Odetoyinbo,Vescovo della Diocesi di Abeokuta (Ni-geria). È stato studente nel ciclo di Li-cenza e di Dottorato nella Facoltà diStoria Ecclesiastica dall’a.a. 1996/1997fino al 2001/2002.

S.E. Mons. Giovanni Crippa, I.M.C., Ve-scovo della Diocesi di Estância (Brasile).È stato studente nel ciclo di Licenza eDottorato nella Facoltà di Storia Ecclesia-stica dall’a.a. 1982/1983 fino al1986/1987 e dall’a.a. 1993/1994 finoal 1995/1996.

S.E. Mons. Ernesto Maguengue, Ve-scovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Nam-pula (Mozambico). È stato studente nelciclo di Licenza e di Dottorato nella Fa-coltà di Teologia dall’a.a. 1992/1993fino al 1996/1997.

Rev. Mons. Nazzareno Marconi, Ve-scovo della Diocesi di Macerata-Tolen-tino-Recanati-Cingoli-Treia (Italia). È statostudente nel ciclo di Baccellierato nellaFacoltà di Teologia dall’a.a. 1979/1980fino al 1981/1982.

Rev. Skiper Bladimir Yánez Calvachi,Vescovo della Diocesi di Guaranda(Ecuador). È stato studente nel ciclo diLicenza nella Facoltà di Teologia dall’a.a.1999/2000 fino al 2000/2001.

Mons. Steven John Raica, Vescovo dellaDiocesi di Gaylord (U.S.A.). È stato stu-dente nel ciclo di Licenza e di Dottoratocon Diploma in Giurisprudenza nella Fa-coltà di Diritto Canonico dall’a.a.1988/1989 fino al 1991/1992.

Rev. Julian Leow Beng Kim, Arcive-scovo della Diocesi di Kuala Lumpur(Malaysia). È stato studente nel ciclo diLicenza nella Facoltà di Storia e Beni Cul-turali della Chiesa dall’a.a. 2008/2009fino al 2009/2010.

Rev. Héctor David García Osorio, Ve-scovo della Diocesi di Yoro (Honduras).È stato studente nel ciclo di Licenza inTeologia Spirituale nell’Istituto di Spiritua-lità dall’a.a. 2009/2010 al 2011/2012.

Rev. P. Theodore Mascarenhas, S.F.X.,Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Ran-chi (India). È Docente Incaricato nella Fa-coltà di Teologia dall’a.a. 2003/2004.

Rev. Ignatius D’Souza, Vescovo dellaDiocesi di Bareilly (India). È stato stu-dente nel ciclo di Licenza nella Facoltà diTeologia dall’a.a. 1996/1997 fino al1997/1998.

Rev. Mons. Wojciech Zaluski, NunzioApostolico in Burundi, è stato elevato inpari tempo alla sede titolare di Diocle-ziana, con dignità di Arcivescovo. E’ statostudente nel ciclo di Licenza nella Facoltàdi Diritto Canonico dall’a.a. 1985/1986fino al 1986/1987.

Rev. Sevastianos Rossolatos, Arcive-scovo dell’Arcidiocesi di Atene e Ammi-nistratore Apostolico sede vacante et ad

NOMINE EPISCOPALINel periodo compreso tra il 13 marzo e il1 ottobre 2014, il Santo Padre Francescoha nominato Vescovi i seguenti ex alunni

Rev. José Manuel Garita Herrera, Ve-scovo della Diocesi di Ciudad Quesada(Costa Rica). È stato studente nel ciclo diLicenza nella Facoltà di Diritto Canonicodall’a.a. 1991/1992 fino al 1992/1993.

Rev. Juan Armando Pérez Talamantes,Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Mon-terrey (Messico). È stato studente nelciclo di Licenza nella Facoltà di Filosofiadall’a.a. 2002/2003 fino al 2003/2004.

Rev. P. Aurelio Pesoa Ribera, O.F.M.,Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di LaPaz (Bolivia). È stato studente Ospitenell’a.a. 1992/1993.

Rev. Mons. Nicholas Gilbert Hudson,Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di We-stminster (Inghilterra). È stato studentenel ciclo di Baccellierato della Facoltà diFilosofia nell’a.a. 1981/1982 e nel ciclodi Baccellierato e di Licenza nella Facoltàdi Teologia dall’a.a. 1982/1983 all’a.a.1986/1987 .

Rev. Gabriel Ángel Villa Vahos, Vescovodella Diocesi di Ocaña (Colombia). Èstato studente nel ciclo di Licenza nellaFacoltà di Teologia dall’a.a. 1996/1997fino al 1997/1998.

Arciprete Lévon Boghos Zékiyan, Am-ministratore Apostolico “sede plena”dell’Arcieparchia di Istanbul degli Armeni(Turchia) con dignità di Arcivescovo. Èstato studente nel ciclo di Baccellieratonella Facoltà di Filosofia e di Baccellieratoe di Licenza nella Facoltà di Teologiadall’a.a. 1959/1960 fino al 1966/1967.

Rev. Padre Paolo Martinelli, O.F.M.Cap., Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi diMilano (Italia). È stato studente nel ciclodi Licenza e Dottorato nella Facoltà diTeologia dall’a.a. 1988/1989 fino al1991/1992 e attualmente ProfessoreInvitato nella Facoltà di Teologia.

a cura della SEGRETERIA GENERALE

Nomine ex alunni

LaGregoriana47_51_64_51_64 18/03/15 12:54 Pagina 62

Nomine

Rev. P. Antonio Spadaro, S.I., Membrodella III Assemblea Generale Straordina-ria del Sinodo dei Vescovi (5-19 ottobre2014). Direttore della rivista “la CiviltàCattolica” e Docente Incaricato nella Fa-coltà di Teologia fino all’a.a. 2013/2014.

Rev. Mons. Robert W. Oliver, Segretariodella Pontificia Commissione per la Tu-tela dei Minori. È stato studente nei ciclidi Baccellierato, Licenza e Dottorato dellaFacoltà di Teologia dall’a.a. 1989/1990al 1998/1999.

Rev. Mons. Paolo Rudelli, Inviato Spe-ciale, Osservatore Permanente dellaSanta Sede presso il Consiglio d’Europaa Strasburgo (Francia). È stato studentenel ciclo di Baccellierato della Facoltà di Fi-losofia e di Teologia, nei cicli di Licenza eDottorato nella Facoltà di Teologia e nelciclo di Licenza nella Facoltà di Diritto Ca-nonico dall’a.a. 1990/1991 al 1999/2000.

Rev.da Alenka Arko (Slovenia), Membrodella Commissione Teologica Internazio-nale. È stata studentessa nel ciclo di Dot-torato nella Facoltà di Teologia dall’a.a.1995/1996 fino al 1997/1998.

Rev. Mons. Antonio Luiz Catelan Fer-reira (Brasile), Membro della Commis-sione Teologica Internazionale. È statostudente nel ciclo di Dottorato nella Fa-coltà di Teologia dall’a.a. 2007/2008 finoal 2010/2011.

Rev. P. Peter Dubovsky S.I., (Slovac-chia), Membro della Commissione Teo-logica Internazionale. È stato studentenel ciclo di Baccellierato nella Facoltà diTeologia dall’a.a. 1993/1994 fino al1995/1996.

Rev. Zeljko Tanji (Croazia), Membrodella Commissione Teologica Internazio-nale. È stato studente nel ciclo di Baccel-lierato, Licenza e Dottorato nella Facoltàdi Teologia dall’a.a. 1990/1991 fino al1998/1999.

Rev. Philippe Vallin (Francia), Membrodella Commissione Teologica Internazio-nale. È stato studente nel ciclo di Baccel-lierato e Licenza nella Facoltà di Teologiadall’a.a. 1987/1988 fino al 1991/1992.

fino al 1988/1989 e di Dottorato dall’a.a.1989/1990 fino al 1990/1991.

Rev. P. Kevin L. Flannery S.I., eletto Vice-Presidente per un anno dell’American Ca-tholic Philosophical Association, della qualediverrà Presidente nel 2015. ProfessoreOrdinario della Facoltà di Filosofia.

S.E. Mons. Hubertus Matheus Maria vanMegen, Nunzio Apostolico in Eritrea. È statostudente nella Facoltà di Diritto Canoniconel ciclo di Licenza dall’a.a. 1990/1991fino al 1991/1992 e di Dottorato dall’a.a.1992/1993 fino al 1993/1994.

Rev. P. Marcel Chappin S.I., Membro delPontificio Comitato di Scienze Storiche“in aliud quinquennium”. ProfessoreEmerito della Facoltà di Teologia.

Rev. P. Yuji Sugawara S.I., Consultoredella Congregazione per gli Istituti di VitaConsacrata e le Società di Vita Apostolicaper un quinquennio. Decano della Fa-coltà di Diritto Canonico.

Rev. P. Robert J. Geisinger S.I., Consul-tore della Congregazione per gli Istituti diVita Consacrata e le Società di Vita Apo-stolica per un quinquennio. Promotoredi Giustizia della Congregazione per laDottrina della Fede. Professore Straordi-nario della Facoltà di Diritto Canonico, èstato altresì studente nei cicli di Licenzae Dottorato della Facoltà di Diritto Cano-nico dall’a.a. 1990/1991 al 1993/1994.

Rev. P. Bruno Secondin, O.Carm., Con-sultore della Congregazione per gli Istitutidi Vita Consacrata e le Società di VitaApostolica per un quinquennio. Profes-sore Emerito dell’Istituto di Spiritualità.

Rev. P. Milan Žust S.I., Consultore delPontificio Consiglio per la Promozionedell’Unità dei Cristiani. Professore Incari-cato Associato della Facoltà di Missiologia.

Rev. P. François-Xavier Dumortier, S.I.,Membro della III Assemblea GeneraleStraordinaria del Sinodo dei Vescovi (5-19 ottobre 2014). Rettore della PontificiaUniversità Gregoriana.

S.E. Mons. Daniel Edward Thomas, Ve-scovo della Diocesi di Toledo (U.S.A.). Èstato studente nel ciclo di Licenza e diDottorato nella Facoltà di Teologia dal-l’a.a. 1987/1988 fino al 1989/1990 edall’a.a. 2000/2001 fino al 2002/2003.

S.E. Mons. Blase J. Cupich, ArcivescovoMetropolita della Arcidiocesi di Chicago(U.S.A.). È stato studente nel ciclo di Bac-cellierato e di diploma in Teologia Pasto-rale nella Facoltà di Teologia dall’a.a.1971/1972 fino al 1974/1975.

S.E. Mons. Oscar Omar Aparicio Cé-spedes, Arcivescovo Metropolita dellaArcidiocesi di Cochabamba (Bolivia). Èstato studente nel ciclo di Licenza dellaFacoltà di Teologia dall’a.a. 1992/1993al 1993/1994.

S.E. Mons. John Stanley Kenneth Ar-nold, Vescovo della Diocesi di Salford(Inghilterra). È stato studente nel ciclo diBaccellierato nella Facoltà di Filosofia edi Teologia e di Licenza e Dottorato nellaFacoltà di Diritto Canonico dall’a.a.1978/1979 fino al 1985/1986.

ALTRI INCARICHIS.E. Mons. Brian Ferme, Prelato Segreta-rio del Consiglio per l’Economia. È statoDocente nella Facoltà di Diritto Canonicodall’a.a. 1993/1994 al 2002/2003.

Rev. Mons. Marek Zalewski, NunzioApostolico in Zimbabwe, elevato nelcontempo alla dignità di Arcivescovo. Èstato studente nel ciclo di Licenza e diDottorato nella Facoltà di Diritto Cano-nico dall’a.a. 1993/1994 fino al1995/1996.

Prof.ssa Ilaria Morali, Consultore delPontificio Consiglio per il Dialogo Interre-ligioso. È stata studentessa nei cicli diBaccellierato, Licenza e Dottorato nellaFacoltà di Teologia dall’a.a. 1987/1988fino al 1997/1998.

S.E. Mons. Martin Krebs, Nunzio Aposto-lico nelle Isole Marshall e in Nauru. È statostudente nella Facoltà di Diritto Canoniconel ciclo di Licenza dall’a.a. 1987/1988

47/2014 | 63

64 | 47/2014

TESI DIFESE

Entwürfen von Henri de Lubac (Paradox)und Joseph Ratzinger (Wahrheit)

[CAROLA, 9523]

PERDOMO LEMUS, SaimelJesús Cristo, descendiente de David.Estudio exegético-teológico de Rm 1,1-7y 2Tm 2,8-13

[BRODEUR, 9525]

RIAÑO MALAVER, William HumbertoFundamentos eclesiológicos de la evan-gelización de la cultura a la luz de Evan-gelii Nuntiandi y de algunos documentosde las conferencias generales del epi-scopado latinoamericano

[HENN, 9515]

ROCCA, PaoloGesù, messaggero di Yhwh. In cam-mino dall’uno all’altro Testamento

[SONNET, 9534]

ROTUNDO, EmmanueleCristologia e soteriologia nelle Sentenzedi Pietro Lombardo

[BONANNI, 9547]

SEROWIK, WojciechLa nuova evangelizzazione e la formazionedei laici per la trasmissione della fede

[HENN, 9539]

SHIN, Woo SickLa speranza nell’ecclesiologia di Ci-priano di Cartagine

[CAROLA, 9546]

SPADOLA, FrancescoantonioIl contributo dell’immagine “Cristo Luce” inEvangelium Ioannis Tractatus XXXIV disant’Agostino alla riflessione su un’uma-nità nuova della Teologia contemporanea

[TANNER, 9544]

XAVIER, Donizete JoséA expressividade do mistério reveladono horizonte da linguagem a partir dahermenêutica teológica de Paul Ricoeur

[APARICIO VALLS, 9522]

DELGADO, Maria JoséIsrael: prostituta, adúltera e idólatra enOs 1-3; Jr 2-3 y Ez 16; 23

[CALDUCH-BENAGES, 9532]

DOS SANTOS FREITAS MAIA, Americo P.A in-habitação de Deus nos escritos teológi-cos de João de São Tomás, O.P. (1589-1644)

[MORALI, 9505]

GEORGE, Jogy CheruvathoorThe Metaphor of Shepherd in theGospel of Mark. A paradigm for Mission

[GRILLI, 9531]

KATEMBWE KALUBI, JosephLa réception du Concile Vatican II dansl’Église d’Afrique. Quelques pistes ecclé-siologiques de réflexion

[VITALI, 9514]

LA MASTRA, GabriellaSofferenza e preghiera. La terminologiabiblica della ferita e il suo significato teo-logico in Geremia 15,10-21; 30,12-17e nel Salmo 38

[CALDUCH-BENAGES, 9521]

MAZZUCCHI, TommasoDio è colui che risuscita l’uomo. Teologiadella risurrezione di Ireneo di Lione

[TENACE, 9504]

MENDUIÑA SANTOME, AntonioEl camino de la Palabra, entre escuchay rechazo. Significado y función de lascitas de Isaías en la obra lucana

[GRILLI, 9513]

O'BRIEN, John JosephThe Reception in the PostconciliarChurch of Trinitarian Ecclesiology as aModel of the Church According toLumen Gentium 2-4

[VITALI, 9509]

PECH, Justinus Christoph NilsParadox und Wahrheit. Ansätze zu einerGnadenlehre auf der Grundlage von zweizentralen Begriffen in den theologischen

Tra il 1° febbraio e il 31 luglio 2014, sonostate difese le seguenti Tesi di Dottorato.

TEOLOGIAABALODO, Sébastien BakpenamStructure et Théologie dans le Trito-Isaïe:Une contribution à l’unité du livre

[CALDUCH-BENAGES, 9518]

ACEITUNO DONOSO, MarcosLas “promesas de Dios” en san Pablo.Estudio exegético-teológico de Gál 3,19-22 y 2Cor 1,15-22

[BRODEUR, 9517]

AFRENTOAE, MihaiChiamati alla libertà. Una lettura antro-pologico-etica di Gal 5,1-6,18

[LOPEZ BARRIO, 9524]

AWONGO, Ben Vincent“There is Neither Jew Nor Greek”. An Ex-egetical-Theological Study of Gal 3,23-29 and Col 3,9b-17

[BRODEUR, 9511]

BAGLIONI, RobertoIl Concilio “tradotto” in italiano. Recezionedel Vaticano II nei documenti dell’Epi-scopato italiano (1965-2010)

[VITALI, 9508]

CALDERÓN GANDULIAS, PabloLiberación en Cristo Jesús, para caminarsegún el Espíritu. Estudio exegético-teo-lógico de Rm 8,1-17

[LOPEZ BARRIO, 9533]

CHARTERS, David PaulRaised again and Justified by the Spirit -John Henry Newman’s Lectures on theDoctrine of Justification

[RENCZES, 9551]

DE ALMEIDA PEREIRA, Sílvio Do SocorroLa divinizzazione come criterio erme-neutico della soteriologia drammatica diHans Urs Von Balthasar

[MARTINELLI, 9527]

a cura della SEGRETERIA ACCADEMICA

Tesi difese

niana (1947-1953). Analisi qualitativadel contenuto

[SAVARIMUTHU, 9555]

SAWADOGO, ArcadiusCommunication pour la paix: le proces-sus du dialogue entre chrétiens et mu-sulmans au Burkina Faso. Le cas del’Union Fraternelle des Croyants de Dori

[EHRAT, 9541]

SPIRITUALITÀARBOLEDA ECHEVERRI, José LeonardoExperiencia de libertad en la formaciónvocacional. Espiritualidad postmodernade la vocación cristiana religioso-sacer-dotal en diálogo interdisciplinar

[WITWER, 9528]

BUBOI, Gabriel VasileL’esperienza spirituale dell’ospitalità vis-suta dalla chiesa greco-cattolica di Ro-mania nel XX secolo

[SZENTMARTONI, 9538]

CIERESZKO, AdamLa direzione spirituale di santa FaustinaKowalska fatta da Don Michele So-pocko. La natura, lo scopo, la personadel direttore e del diretto

[SZENTMARTONI, 9530]

PUTHIYAPARAMBIL, Baji JosephPaolo il fedele interprete di “Gesù mae-stro via verità e vita” secondo G.Albe-rione. Le radici paoline della spiritualitàdella Famiglia Paolina

[PIERI, 9529]

TOMLJANOVIC, MarioDalla crisi di identità sacerdotale versola spiritualità sacerdotale diocesana rin-novata - alla luce del magistero dellachiesa dall’esortazione Pastores dabovobis fino al 2012-

[GONZÁLEZ MAGAÑA, 9526]

FUSAR IMPERATORE, PaoloIl tavolo del cardinal Nipote a quaran-t’anni dal Concilio di Trento (1600-1610). Indirizzi, strategie e strumentidella Santa Sede per l’applicazione deidecreti tridentini in Italia

[GIORDANO, 9519]

LU, HuicunIl movimento anticristiano degli Intellet-tuali cinesi dall’anno 1922 al 1927 inCina e le risposte dei cristiani

[TANNER, 9537]

SCIENZE SOCIALIANSELMO, Cristóvão FranciscoEducazione degli adulti, identità culturalee sviluppo locale. Uno studio sociologicosul “Parpa”: prospettiva rurale in Mozam-bico. Il caso della provincia di Zambézia

[EHRAT, 9535]

BERNAL SÁNCHEZ, Tatiana Marcela“Excursus” de actores políticos infantiles:el futuro de la participación política dela infancia

[D’AMBROSIO, 9540]

GEORGE, AjiCommunication as Social Change: JyotiSahi’s Paintings and Inculturation of theGospel in Indian Culture

[LAH, 9520]

NELLOOR CHACKO, SibymonPartecipatory multimedia catechesis throughvideo production. Catechetical Context ofthe Syro-Malabar Church in Kerala, India

[BAUGH, 9498]

NGIMBI, Coleta PamboIl microcredito e la formazione comestrumenti per lo sviluppo rurale in An-gola: il contributo delle donne

[CAPPARUCCI, 9542]

NKONGOLO MULAMI KAPWEKA, Al-phonseEfficacité et efficience des stratégies localesde développement en contexte globalisé.Analyse SWOT de l’Entreprise Domestiqueau Kasai Oriental / RD. Congo

[SANNA, 9536]

REBEK, LubomirLa Radio Vaticana e il regime comunistain Cecoslovacchia durante l’epoca stali-

DIRITTO CANONICOAROH, Prudentius EmekaPriestly celibacy: a gift and a commit-ment (Can. 277 § 1). An integral celibateformation of seminarians in Igboland,Nigeria

[GHIRLANDA, 9510]

CARDENAS TELLEZ, LeonardoLa imputabilidad penal a la luz de ladoctrina y la jurisprudencia basada enel canon 1095, 2° y 3° del CIC 1983

[ASTIGUETA, 9554]

CHEULA, StefanoL’ufficio del parroco secondo il dettatodel can 522. Per un’analisi della notadella stabilità nell’ufficio e del suo fon-damento ecclesiologico.

[MONTINI, 9516]

MARTÍNEZ GONZÁLEZ, AraceliIl “Coniugium Spirituale” tra vescovo eChiesa nel secondo millennio. Letturacomprensiva storico-canonica

[TANNER, 9506]

FILOSOFIAGARCIA MATOS, Jose M.Deseo, lenguaje y libertad. La ideaafirmable de Dios en Claude Bruaire

[GILBERT, 9512]

RANDRIANAIVO, Jean Georges Hy-acintheLa surabondance de l’esse absolucomme fondement de toute réalité chezJoseph de Finance

[GILBERT, 9553]

ZINKIEWICZ, MaciejK. Ajdukiewicz e K.R. Popper sulla verità- due interpretazioni della concezionetarskiana

[SANS, 9492]

STORIA E BENI CULTURALI DELLA CHIESACUCU, VasileFonti per la storia del Cristianesimo an-tico in Romania

[JANSSENS, 9500]

Ad MaioremDeiGloriam

Piazza della Pilotta, 400187 Roma (Italy)

Tel. +39 06 6701.1Fax +39 06 6701.5419

www.unigre.it

Pontificia Universitas Gregoriana1551 - 2014

ISSN

228

3-31

10