GIBERTO III BORROMEO Un cardinale barocco tra Milano e Roma.

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GIBERTO III BORROMEO Un cardinale barocco tra Milano e Roma

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I BORROMEO

E R S IL IA F A R N E S Ed i O ttavio , d u ca d i P arm a

IS A B E L L A D 'A D D Ad i E rco le e M arg h erita

sp osa ta 8 feb b ra io 1 6 1 2m orta 2 5 m arzo 1 6 5 8

G IU L IA A R E S Esp osa ta 2 6 o ttob re 1 6 5 2

fig lia d i B arto lom eo IIIe d i L u c rez ia O M O D E I

C A R L O IVA R E S E B O R R O M E O

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Aprile 1634: Laurea a Brera Andrea Camassei – Giavanni Luigi ValesioLa grande conclusion de Gibert Borromeo Incisione 1257 x 823 mm (Vienna – Albertina) 

Supremum regimen cultae sata iugera, Mellis opus, tria sic tres potiora notant

La Divina Provvidenza è assisa nel cielo in mezzo a molte figure allegoriche indicate dal tondo-moneta portato su ciascuno dagli angioletti: a destra la Giustizia con la bilancia e i fasci, il Diritto Civile con le tavole della legge, Imeneo con la fiaccola nuziale; a sinistra la Clemenza, il Celibato sciolto da giogo matrimoniale e il Diritto Canonico con la colomba dello Spirito Santo. Al centro, Roma con Romolo, Remo e la lupa e i fiumi Tevere e Arno. Nella parte inferiore la personificazione delle terre governate dai Barberini: l’Umbria, raffigurata come Abbondanza con la cornucopia e il fascio di spighe, il Piceno come Ragion di Stato, la Flaminia e il Lazio. Ai margini, una madre da da bere al figlio e un pastore sdraiato osserva la scena, sullo sfondo riposa una pecora per nulla infastidita dallo sciame di api che ronza sulla testa. La composizione ricorda le origini della famiglia del dedicatario, Urbano VIII (api), che, originaria della Toscana (Arno), aveva aumentato considerevolmente le proprie fortune grazie ai redditizi commerci lanieri (pecora) e aveva ottenuto il potere a Roma, governando lo stato pontificio.

E’ firmata Andreas Camasseus delin e Valesiana incisio.  

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Laurea a Pavia 6 febbraio 1636Angelo Gallo - Giovanni Paolo Bianchi

Allegoria del potere spagnolo

315 x 215 mm.

Milano, Raccolta Bertarelli, Art cart 41 7 9

Angelo Gallo - Giovanni Paolo Bianchi

Allegoria del potere papale

315 x 215 mm.

Milano, Raccolta Bertarelli, Art cart 41 7 8

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Arrivo a Roma 1637Nel febbraio 1637, Giberto si trasferì a Roma: la data è confermata da una sua lettera allo zio Giulio Cesare in cui comunica la partenza. Sulla strada verso Roma, fece tappa a Bologna presso la famiglia Paleotti. Nell’Urbe, si accreditò presso le maggiori famiglie patrizie ed entrò in contatto i Barberini, godendo i favori di Urbano VIII. Queste relazioni determinarono il principio della sua brillante carriera.

Pietro da Cortona, Il trionfo della Divina Provvidenza (Roma, Palazzo Barberini)

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Governatore di Perugia 14 novembre 1644

Con un Breve di Innocenzo X gli viene conferito il Governatorato di Perugia.

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I Pamphili

Papa Innocenzo X Pamphili

Camillo Pamphili

Giberto III entrò a far parte della “familia pamphilia”: divenne segretario di Camillo e lo seguì per molti anni. Gli succedette nella carica di cardinale protettore del Minori conventuali nel 1654.

Molto probabilmente fece da intermediario per la compravendita di quadri come attesta una lettera del luglio 1646 e non si può escludere che vivesse in affitto in un appartamento della famiglia come riportano alcuni documenti.

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1652: la svolta

- 28 febbraio Morte di Carlo III

- fidanzamento di Renato con Giulia Arese

- 6 febbraio 1652, Innocenzo X estese la festa di San Carlo alla Chiesa universale

- 19 febbraio, Giberto fu creato cardinale in pectore

- luglio, Renato entra a far parte del Consiglio Decurionale

- 21 ottobre, matrimonio tra Renato e Giulia

Bartolomeo III Arese

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1654: Giberto III cardinale

In consist. secreto 2 mart 1654 S. mus D. N. declaravit duos card.les, quos die 19 feb 1652 creaverat et in secreto pectoris sibi reservaverat esse et fuisse rev. Mons. PP DD Laurentium Imperialem […], Gibertum Borromaeum mediolanens. Utr.sign.ref.[Declarati sunt presbyteri card.les et ad osculum pacis et traditionem pilei rubri admissi sunt 5 mar 1654 deinde 9 mart 1654 eiusdem os clausum et 23 mart 1654 apertum est cum titulorum assign

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I Papi

Innocenzo X Pamphili (1644-1655)

Clemente IX Rospigliosi (1667-1669)

Alessandro VII Chigi (1655-1667)

Clemente X Altieri (1670-1676)

Urbano VIII Barberini (1623-1644)

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Lo Squadrone Volante Alcuni tra i porporati più giovani e politicamente più spregiudicati (Omodei, Imperiali, Odescalchi, Gualterio, Lomellini e il BORROMEO) guidati da Ottoboni, Azzolini e Albizzi fondarono una fazione alternativa che si poneva in diretta concorrenza con i partiti legati alle monarchie europee (Francia e Spagna su tutte). Il nuovo raggruppamento detto ironicamente Canton degli svizzeri, poi Fazione di Dio e infine Squadrone Volante si presentò sulle scene proprio con il Conclave del 1655. Gli appartenenti, idealmente ispirati alle grandi figure della Controriforma, dichiaravano di difendere la natura meramente spirituale dell’elezione papale, che doveva essere sottratta alle ingerenze dei principi: il candidato al soglio pontificio avrebbe dovuto brillare per prudenza, dottrina e pietà.

Decio Azzolini

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Legato in Romagna 1657-1660 Il 27 aprile 1657 Alessandro VII inviò Giberto “in Legatione Provinciae nostrae Romandiolae nunc et pro tempore ad …bendi in criminalibus negotijs”

8 giugno Giberto III si stabilì a Ravenna

1657 “visitò per ordine di Roma il Reno a causa delle differenze insorte fra Bologna e Ferrara: per timore che si conducessero le acque di quel fiume attraverso il territorio ravennate il nostro Comune scelse alcuni deputati a sostegno degli interessi della patria: egli diede l'incarico all'ingegnere Pietro Azone di redigere la pianta dei luoghi visitati. Indi d'accordo col cardinale Imperiali decretò la riduzione delle monete”. 

  6 maggio 1660 Giberto Borromeo ricevette la cittadinanza onoraria di Faenza

5 giugno fu aggregato alla nobiltà ravennate Durante il periodo trascorso a Ravenna, particolarmente nella primavera del ’58, Giberto non godeva di buona salute, forse contrasse la malaria

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Divertimenti nella Roma barocca

Filippo Lauri, Festa dei caroselli nel cortile di Palazzo Barberini in onore di Cristina di Svezia - Giostra dei Caroselli (Roma, Museo di Roma).

Per festeggiare Cristina di Svezia, il 28 febbraio 1656, durante il carnevale detto poi della Regina, Taddeo e il cardinal Francesco Barberini, da poco riammessi a corte dopo l’esilio francese, allestirono, anche per rilanciare la propria immagine, un fastosissimo apparato scenografico presso il loro palazzo. Non esitarono a far abbattere alcuni edifici che circondavano il loro giardino per ampliare lo spazio destinato ad un anfiteatro capace di tremila persone (in posti digradanti secondo l’importanza degli invitati); si trattò di uno spettacolo impressionante con giochi cavallereschi, combattimenti di animali esotici e sfilate allegoriche con una commistione di divinità pagane e santi che resero omaggio alla regina, che per l’occasione era accompagnata dai cardinali Retz, Imperiali, Azzolini e Borromeo.

Inserito in questo clima suggestivo e magnifico Giberto cominciò ad inviare regolarmente al fratello Vitaliano materiale per le rappresentazioni teatrali che si allestivano all’Isola Bella, si può dunque convenire con la Carpani che “l'attività spettacolare coltivata dal Borromeo sul Lago Maggiore venne in tal modo ad aprirsi al raffronto diretto con alcuni degli esiti spettacolari di una capitale della produzione musicale nel XVII secolo. Non è improbabi le che, anche tramite tale itinerario lacustre, la piazza operistica milanese accogliesse alcuni influssi che potevano pervenirle dai testi giunti da Roma” e che lo scambio fosse davvero intenso lo confermano le parole di Vitaliano “Ho pronta la comedia in musica, che Vostra Eminenza favori d' inviare l' anno passato. È veramente molto bella e vaga, e non vi è stato tempo per fare che i musici prendino a memoria la Dal male al bene inviata quest'anno”

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Vitaliano BorromeoIl conte Vitaliano (1620-1690) si

laureò in legge a Pavia; intraprese la carriera militare riportando importanti successi come la vittoria contro i Francesi a Cremona nella difesa del fiume Adda. Fu Commissario Imperiale in Italia e di Generale d’Artiglieria; nel 1646 il governatore di Milano lo nominò soprintendente delle Milizie Forensi delle terre comprese nella giurisdizione del lago Maggiore, nel 1658 divenne Governatore di Pavia e l’anno seguente di Tortona. Nel 1664 fu creato Decurione della città di Milano, nel 1671 fu nominato membro del Consiglio Segreto dello Stato di Milano.

Uomo dai molteplici interessi culturali, frequentò letterati ed accademici, scrisse testi di filosofia e si dedicò all’edificazione del palazzo e dei giardini dell’Isola Bella.

Salomon Adler, Ritratto di Vitaliano VI Borromeo (Isola Bella, Palazzo Borromeo)

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L’Isola Bella

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Il Collegio Borromeo

Il 28 settembre 1631, a sedici anni, Giberto prendeva possesso del patronato sul Collegio Borromeo di Pavia, dove il 6 febbraio 1636 conseguiva la laurea in utroque iure, attestata dal diploma che recita: “… nemine penitus discrepante, summa cum laude approbatus fuisti idoneus et sufficiens ad doctoratus gradum in prefatis iuris Pontificii et Caesarei scientis”.

J.Cristoph Storer –G. Paolo Bianchi I Doni di Parnaso (ABIB, Giberto III, Nascita e Morte, Omaggi)

A. Santagostino Ritratto del card. Giberto Borromeo (Pavia, Almo Collegio Borromeo)

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Peter Mulier, il cav. Tempesta (Harlem 1637- Milano 1701)

Unico pittore protetto da Giberto che lo presentò al fratello Vitaliano, suo vero mecenate fino alla morte

P. Mulier (Isola Bella, Palazzo Borromeo)

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Paesaggio o enigma?

Giuseppe, Maria e il Bambino verso l’Egitto

Piramide simboleggia l’Egitto, la sapienza, l’onore e simbolo funerario

Ruscello: acqua come elemento alchemico, simbolo di purificazione

Cane simbolo di fedeltà

Sole riferimento agli interessi astronomici di Giberto

Natura luogo sacro per la filosofia panteistica seguita da Giberto

Il viaggio in Egitto, interpretato in chiave ermetica, corrisponde “all’inizizzione del figlio di Dio alla prisca theologia, alla sapienza misterica degli Egizi, riassunta da Ermete Trismegisto”. Questo instaura una dialettica tra natura e cultura che porta a considerare il concetto di rovina, secondo una visione per cui “l’uomo realizza meraviglie modellando i materiali della natura, che li riconquista e solo l’arte riesce ad interrompere questo processo”. Così la presenza emblematica della piramide ammette tre livelli di lettura: richiamo all’Egitto (livello di lettura più semplice), simbolo di perfezione, gloria, virtù, conversione e morte (livello intermedio), ma si carica della valenza di rovina (livello riservato agli iniziati).

P. Mulier Fuga in Egitto (Isola Bella Collezione Borromeo)

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La tombaGiberto Borromeo morì a 57 anni il 6 gennaio 1672, per i postumi di un incidente occorsogli durante una visita al card. Acquaviva a Nettuno. Fu sepolto nella basilica dei SS.Ambrogio e Carlo.

Il corpo riposa nella cripta a fianco del cugino card. Federico, morto l’anno seguente. Una lapide terragna ricorda Giberto III: è posta davanti all’altar maggiore in asse con quella del card. Luigi Alessandro Omodei, speculare alla teca con il cuore di san Carlo.